Verona InForma 16

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M medicina - Urologia

Dott. Massimo Occhipinti

Il Tumore della prostata Il tumore della prostata,nonostante il calo negli ultimi anni,rimane la neoplasia più diffusa tra gli uomini. Nel 2014 ne sono stati diagnosticati in Italia 36.000: corrispondono al 20% di tutte le forme, e sono responsabili di 7500 decessi. La prima descrizione di neoplasia prostatica, purtroppo per il Paziente già disseminata, risale al 1832, quando Benjamin Brodie (Chirurgo inglese 1783 - 1862) riferì di due casi. Il primo Paziente accusava sciatalgie e dimagrimento e aveva una prostata “non molto aumentata di volume ma dura come un sasso“. L’altro Paziente, la cui prostata era “molto più grossa e sempre dura”, dopo aver accusato dolori in varie parti del corpo, divenne paraplegico per metastasi multiple. Nella prima metà del XIX secolo il tumore della prostata era considerato raro: nel 1844 su 1904 casi di Pazienti deceduti per cancro, soltanto in 5 fu riscontrato un cancro della prostata. Altre pubblicazioni nel 1851 e nel 1873 confermano la rarità della neoplasia nonostante l’accuratezza dei lavori scientifici. Questa rarità può essere spiegata in parte dall’età media della popolazione in quell’epoca (la durata della vita media tra il 1850 e il 1890 era di 43 - 48 anni), dall’età di insorgenza di questa neoplasia (6 casi su 10 insorgono sopra i 65 anni) ed in parte dai mezzi diagnostici disponibili, che di fatto, erano costituiti soltanto dall’esame clinico. Oggi la vita media è nettamente aumentata (si stima che negli anni tra 2015 e 2020 supererà gli 80 anni)e i mezzi di diagnosi non sono neanche paragonabili.

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