Italo maggio 2015

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maggio 2015

ITALO i VIAGGI DEL GUSTO by VDG MAGAZINE I VIAGGI DEL GUSTO | ANNO 5 | N.47 | MENSILE | EURO 4,90

i Viaggi del Gusto

L’EXPO IN CITTà E MILANO DIVENTA CAPITALE DEL MONDO

La guida: dove mangiare, cosa vedere, dove comprare. Dai nuovi locali alle mostre d’arte al Mercato Metropolitano

PERSONAGGI

ITINERARI

CIBO&TERRITORIO

CUCINA

Riccardo Monti, presidente ICE L’enologo Riccardo Cotarella L’Olio dei Monti Pisani Treviso, la Marca golosa

La Toscana degli etruschi Le vie d’acqua della Basilicata Le ricette di Alessandro Borghese Intervista allo chef Davide Oldani

NUTRITION

La sicurezza nelle scelte alimentari Pubblicità e consumi: tutti i trucchi VdG Magazine Seguiteci su


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editoriale

di Domenico Marasco

segreteriadiredazione@vdgmagazine.it

Expo, pronti si parte! Seminiamo bene Cari lettori, finalmente ci siamo! Il tanto atteso 1° Maggio 2015 è arrivato. L’Expo di Milano, quella dei contenuti, per come è stata pensata e concepita – e lo abbiamo già scritto in tempi non sospetti – sarà un successo, ne siamo sicuri. L’idea di fare dei cluster tematici e inserirvi all’interno Paesi grandi e piccoli senza distinzione di dimensione (e di investimenti), darà veramente un bell’effetto, molto democratico, all’evento. Così come la trovata di strutturare il sito su due grandi strade – Cardo e Decumano – che si incrociano, consentendo a tutti i padiglioni di avere pari visibilità lungo il percorso, evitando le antipatiche prime, seconde e ultime file che si vedono in ogni grande rassegna espositiva. Quello che ci preoccupa, semmai, sono gli aspetti organizzativi e logistici: e qui non possiamo che sperare che l’Expo dei servizi e delle infrastrutture possa essere all’altezza della grande idea-progetto che ruota intorno all’alimentazione e alla sua sostenibilità. C’è anche un altro elemento però che ci fa guardare alla Grande Esposizione con ottimismo: ed è la città di Milano, che sarà sicuramente pronta e capace di proporre un’offerta culturale, di intrattenimento e di spettacolo degna di questo nome. Milano è una città che potrebbe anche non essere governata dalla politica, tanto è civile, matura, operosa e di mentalità moderna e innovativa. Anzi, diciamo pure che forse, senza la politica – quella “politicante”, della partitocrazia e dei suoi aspetti più deteriori – potrebbe andare persino

meglio. Una città che è immune ad ogni colore politico, e fa della dedizione al lavoro la sua politica. Una città ospitale ed inclusiva, che bada solo all’efficienza, alla professionalità e all’educazione delle persone. Sì, ne siamo certi, Milano sarà all’altezza, come ha sempre dimostrato in occasione dei grandi appuntamenti. Non a caso abbiamo deciso di dedicare il numero che vi trovate tra le mani proprio alla città che ospita l’evento e a quello che offrirà sulle sue strade e sotto ogni punto di vista – arte, cultura, appuntamenti, gastronomia – nel primo mese dell’Expo. In queste pagine troverete anche un assaggio dei temi, dei luoghi e dei prodotti che saranno protagonisti, in questo mese di maggio, dell’apertura della Grande Esposizione: la sicurezza alimentare, il pane e il suo legame con la letteratura, e poi la Toscana del “buon vivere”, le vie d’acqua della Basilicata, il Brunello di Montalcino. L’Expo è una grande occasione per far sapere al mondo cos’è in grado di fare il nostro Paese. Allora, visto che il tema centrale sarà Nutrire il pianeta, energia per la vita, è proprio il caso di dire: seminiamo bene! Buon viaggio del gusto e buona Expo a tutti

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sommario sommario maggio 2015

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12 Almanacco di Barbanera 14 Appuntamenti

panorama 38 Lo studio: i milanesi e l'Expo

24 Cover story Milano capitale del mondo. Almeno per i prossimi sei mesi. Già, perché l’apertura di Expo catapulterà il capoluogo lombardo sotto i riflettori di tutto il pianeta, richiamando qui visitatori provenienti da ogni dove. E ad essere coinvolto non sarà solo il sito espositivo ma l’intera metropoli, che si è preparata per la Grande Esposizione con uno straordinario cartellone di eventi e iniziative legate al cibo declinato in ogni forma, ma non solo. Seguiteci dunque, in questo viaggio alla scoperta dell’Expo in Città: lo scoppiettante “fuori salone” che, già a partire dal 1° maggio, riserverà esperienze indimenticabili per tutti e cinque i sensi

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Entusiasti nel 2008, oggi molto diffidenti. Un sondaggio per avere idea degli umori in città

40 Il personaggio

Il presidente dell'Ice Riccardo Monti ci spiega come Expo può fare da leva al nostro export

44 I viaggi del gusto di...

Davide Oldani, chef di successo, e la sua idea del cibo italiano "buono e sostenibile"

46 Consumi&tendenze

Neuromarketing: la scienza che studia come la pubblicità spinge la gente a "consumare"

cibo&territorio 52 Il pane e i libri

C'è un antico legame tra la letteratura e l'alimento più universale: scopriamo quale

56 Eccellenze trevigiane

Viaggio goloso nella Marca, tra radicchio, prosecco, formaggi ubriachi e "gondoete"

62 L'olio dei Monti Pisani

Storia della famiglia Bovoli, olivicoltori dalle mani sapienti e dal cuore pieno di passione

66 Scienza e Vita

Un mondo capace di sfamare tutti e in maniera sana è possibile? La parola all'esperto

70 Occhio ai consumi, la frutta 72 La salute nel piatto, gli antiossidanti 74 Scenari alimentari, l'aceto balsamico 76 Wine tour: il Brunello

Il vino-simbolo mondiale dell'eccellenza italiana, la sua terra di origine, i suoi segreti

78 Valpolicella, di vigna in villa

Verdi colline vitate e dimore storiche: ecco un lembo di Veneto dalle piacevolezze senza pari

80 Il buono a tavola 82 L'orto dei semplici, il basilico 92 Il ristorante



sommario sommario maggio 2015

magazine

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i Viaggi del Gusto Direttore Responsabile Domenico Marasco Direttore Editoriale Sergio Luciano Coordinatore di redazione Francesco Condoluci Consulente Editoriale per Italo Vincenza Alessio Ruffo Grafica e impaginazione Daniel Addai Editing Gilda Ciaruffoli Segreteria di redazione Monia Manzoni - Tel. 02.8688641 ufficiotraffico@vdgmagazine.it Responsabile relazioni istituzionali Roberto Patti Responsabile relazioni esterne Cavaliere Nicolino Narducci

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Foto Gianluca Congiu e Giulio Barreri Editore: Opera Italia Srl Via Pola, 15 20124 Milano Sito web: www.vdgmagazine.it Stampa: Tiber S.p.a. 25124 Brescia (Bs) Distribuzione Italia So.Di.P. S.p.A. Via Bettola 18 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Abbonamenti

inviaggio

piaceri

98 Toscana del buon vivere

148 Milano "su misura" Viaggio nella città più nascosta, tra le

Sulle tracce degli etruschi e dentro i borghi medievali a godere di arte, cibo e antichità

106 Vie d'acqua lucane Terra di sorgenti, cascate, fiumi e laghi: così la Basilicata si presenterà a maggio in Expo

114 Le Dolomiti friulane

Il paradiso è più vicino di quanto pensiate: scalate queste vette e ci darete ragione

118 Reggio Emilia

Sapevate che proprio qui, tra Parmigiano e Lambrusco, è stato cucito il primo tricolore?

124 Proposte week-end 138 Travel Quotidiano news 8

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antiche botteghe della tradizione artigiana

152 Bella, italiana e per tutti

Nasce a Pesaro, nello storico distretto del mobile, la casa accessibile firmata Spar

154 Libri, Massimo Montanari 156 Soste d'Arte 158 Trendy 160 Shopping 162 Le selezioni di VdG

Opera Italia Srl - Via Pola 15 - 20124 Milano Tel. 02.86886479 - fax 02.89053290 abbonamenti@vdgmagazine.it Il Servizio abbonati è in funzione dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 12,30. L’abbonamento può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. L’eventuale cambio di indirizzo è gratuito. Informare il Servizio abbonati almeno 20 giorni prima del trasferimento, allegando l’etichetta con la quale arriva la rivista. GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo a: Opera Italia Srl Sede legale: via Pola 15 - 20124 Milano Redazione: via Pola 15 - 20124 Milano tel. 02.8688641 - fax 02.89053290 Registrazione Tribunale di Milano n. 92 del 10/02/2011 L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. È ovviamente a piena disposizione per assolvere quanto dovuto nei loro confronti

Per la vostra pubblicità: OPERA ITALIA Srl Via Pola 15 - 20124 Milano Tel. 02.8688641 - fax 02.89053290 e-mail: ufficiotraffico@vdgmagazine.it

Direttore commerciale Ruggero Marasco Prenotazione spazi e ricevimento impianti tel. 02.8688641 - ufficiotraffico@vdgmagazine.it N.B. Ci riserviamo il diritto di accettare solo la comunicazione pubblicitaria coerente con i contenuti e le immagini della testata.



contributors maggio 2015

hanno collaborato a questo numero:

ELENA CONTI

MARCO GEMELLI

ALESSANDRO BORGHESE

RICCARDO LAGORIO

Aspetto nordico, residenza senese, origini fiorentine mezze guelfe e mezze ghibelline. Con un pedigree del genere, s'era data alle lingue straniere. Poi,per caso, è passata al giornalismo. Ha lavorato per anni con Carlo Verdone al Terra di Siena Film Festival. Ma quando ha scoperto il Cappero di Pantelleria, è passata con leggerezza dal cinema all’agroalimentare di qualità. pag. 76

Giornalista professionista dal 2007. Dopo essersi occupato per anni di cronaca ed economia, oggi vive a Firenze e collabora felicemente con diverse testate nel settore eventi, turismo ed enogastronomia. Ha ideato i progetti “Le cene della legalità” e “L’Opera a Tavola”, e fondato il sito www.itreforchettieri.it. pag. 36-98-158

Chef eclettico e innovativo, ha all’attivo una ventennale esperienza nel settore gastronomico, a livello nazionale e internazionale. Fonda, nel 2006, “Il lusso della semplicità” società di catering e food consulting nell’ambito della ristorazione. È uno dei giudici di Junior MasterChef su SkyUno, e conduce “Alessandro Borghese 4 Ristoranti”, di cui è anche autore. pag. 80

È nato a Brescia 47 anni fa, vive con la valigia sempre pronta, il bloc-notes e la penna in mano, ferri del mestiere da cronista vecchio stampo. Allievo prediletto di Luigi Veronelli, viene definito un “food scout”. E di scoperte gastronomiche ne ha fatte davvero a migliaia. La sua corporatura ne è testimone. pag. 52-114-118

Vocazione per la cucina, eleganza e divertimento

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aprile 2015

Antonella Aquaro Andrea Bianchi Art Germana Cabrelle Piero Caltrin Elisabetta Canoro Mariella Cattaneo Gilda Ciaruffoli Maria Pia Fanciulli Eleonora Fatigati Stefano Gianuario Beatrice Ghelardi Isa Grassano Natale Labia Monia Manzoni Claudio Modesti Nomisma Giuseppe Pulina Fondazione Veronesi

Taverna Parioli Via Felice Casati, 45 20124 Milano +39 02 67481919 info@tavernaparioli.it www.tavernaparioli.it


www.sardegnaturismo.it

cagliari spring lives here Cagliari in spring is a sculpture of white stone on a blue bay, the bright pink of flamingos flying over the ancient city, the joy of taking part in the procession of Sant’Efisio and following the evocative rites of Holy Week. It is a long white beach under the sun, the cobbled streets of the historic quarters and the lively colourful markets where you can discover a thousand flavours from land and sea. This spring discover Cagliari: where the charm of Sardinia is intertwined with that of the Mediterranean.

AD: SUBTITLE PH: A.PALA, A.SABA, D.STEINMETZ

www.cagliariturismo.it

ITALIAN CAPITAL OF CULTURE


almanacco di barbanera

di M. Pia Fanciulli

Un maggio rosso fragola Inizia la raccolta dei deliziosi frutti di bosco, mentre nell'orto è tempo di grandi manovre. È anche il mese dei fiori e delle feste che ci portano fuori, a celebrare all’aria aperta gli antichi riti dedicati alla dea Maia, alla Madre Terra e al lavoro

Belli e sani Contro la stanchezza può tornare utile un rimedio della nonne: il pediluvio, che attiva la circolazione e riduce il gonfiore a piedi e gambe, e di sera allevia la stanchezza. Versare in una bacinella 4 litri di acqua calda, 10 gocce di olio essenziale di ginepro e 10 di lavanda; restare con i piedi a bagno per almeno 10 minuti. Maggio è anche il mese per riuscire a dimagrire in modo naturale, seguendo poche regole: bere nel corso della mattina mezzo litro di acqua calda e limone, ai pasti eliminare il pane e i dolci se non quelli integrali con zucchero di canna, sostituire la pasta bianca con altri carboidrati integrali come farro, kamut, miglio, riso. Dimenticare gli alcolici e concludere la giornata con una buona tisana depurante.

Orti e dintorni

Sole e Luna

Da ricordare Venerdì 1° maggio San Giuseppe Lavoratore, Festa del lavoro Festa laica e religiosa insieme, si dedica a San Giuseppe artigiano e lavoratore, e alla Festa del lavoro. Tra le due però, la prima a nascere fu quella del lavoro, ufficializzata a Bruxelles nell’agosto del 1891 dal Congresso dell’Associazione Internazionale dei lavoratori. Quella religiosa venne dopo, nel 1955, istituita da Pio XII. Tradizione vuole che il 1° maggio si faccia la gita fuori porta con i classici fave e pecorino, cibo rituale legato da tempi remoti alla rinascita della bella stagione.

Saggezza popolare • • • •

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Di maggio, ciliegie per assaggio. Non è San Bernardino (20 maggio), se non riempie di fave il cestino. Acqua di maggio inganna il villano: par che non piove e bagna il gabbano. Quando maggio è tutto in fiore, il sorriso è in ogni cuore.

maggio 2015

Il Sole Il 1° sorge alle 05.57 e tramonta alle 19.58 L’11 sorge alle 05.44 e tramonta alle 20.09 Il 21 sorge alle 05.35 e tramonta alle 20.19 Le giornate si allungano. Il 1° maggio si hanno 14 ore e 01 minuto di luce solare, mentre il 31 se ne hanno 15. Si guadagnano 59 minuti di luce solare. La Luna Il 1° sorge alle 17.28 e tramonta alle 04.37 L’11 sorge alle 01.34 e tramonta alle 12.30 Il 21 sorge alle 08.37 e tramonta alle 23.20

Si raccolgono le fragole, in Luna crescente per il consumo fresco, ma in calante se l’intenzione è di farne confetture e gelatine. Per tutto il resto, invece, mano alle semine con l’aiuto della Luna crescente. Ci attendono pomodori, zucche, zucchine, angurie, cetrioli, meloni, fagioli, fagiolini, crescione, maggiorana, basilico, prezzemolo. Tempo anche di trapiantare peperoni, melanzane, sedano. In Luna calante seminare lattuga, sedano, indivia riccia, scarola, porro, rapa, bietola da coste. Utilizzare i macerati di ortica come trattamenti curativi su ortaggi e piante da frutto. C’è da fare pure in giardino dove seminare in Luna crescente primule, dianthus, campanule, fiordalisi e garofani. Mettere a dimora gerani, dalie, tuberose e piantine di borragine e maggiorana. In Luna calante prestare molta attenzione alle rose: eliminare i rami non da fiore, eseguire la potatura di ringiovanimento e concimare il terreno con composti; iniziare a eliminare i boccioli sfioriti per favorire la nuova produzione. Concimare il prato.



italia eventi maggio

di Eleonora Fatigati

Cibo e arte: un amore lungo 164 anni È l’anno della prima Esposizione Universale quello chiamato in causa nel titolo della mostra che ha idealmente inaugurato i padiglioni di Expo 2015 a Milano: Arts & Foods. Rituali dal 1851. Rassegna multimediale che si dipana su 7 mila mq negli spazi della Triennale Il “primo padiglione” di Expo Milano ha aperto i battenti lo scorso aprile al Palazzo della Triennale con un percorso curato da Germano Celant che svela il rapporto tra arte e cibo attraverso opere, installazioni, suggestioni sonore, olfattive e cinematografiche provenienti da ogni parte del mondo. Arts & Foods. Rituali dal 1851 è un progetto che indaga le multiformi relazioni tra questi due elementi del nostro quotidiano dalla metà dell’Ottocento a oggi. L’allestimento progettato da Italo Rota con il supporto grafico di Irma Boom si estende su 7 mila metri quadrati di spazio, organizzati in 15 ambienti dedicati ai luoghi del cibo, dalla sala da pranzo alla cucina, dal bar alle aree picnic, dove gli oggetti – sculture, quadri, estratti cinematografici, manifesti pubblicitari, abiti, giochi, copertine di dischi, elettrodomestici, fotografie, programmi televisivi, pubblicazioni gastronomiche e menu – raccontano storie di convivio seguendo un filo cronologico e tematico. Duemila le opere che rivelano al visitatore il dialogo tra la creatività delle varie realtà culturali e storiche mondiali e il cibo, la sua preparazione, la distribuzione e la condivisione sia in ambito pubblico che privato. Ad arricchire la proposta della Triennale ulteriori installazioni create appositamente per Expo da artisti contemporanei e un percorso pensato ad hoc per i visitatori più piccini: 14

maggio 2015

In foto, l'opera realizzata da Andy Warhol per la cover dell'album The Velvet Underground & Nico. Una delle tante che il maestro della pop art ha dedicato al tema del cibo

Scelti per voi dove mangiare Le Biciclette Art Bar Per serate in allegria circondati dall’arte. Aperitivo da 8 euro Via Torti, 2 Tel. 02.58104325 www.lebiciclette.eu Bar Magenta Locale storico in pieno centro. Pranzo espresso da 6 euro Via Carducci, 13 Tel. 02.8053808 I Valtellina Piatti della tradizione in ambiente accogliente. Prezzo medio da 50 euro Via Privata Taverna, 34 Tel. 02.7561139 www.ivaltellina.it

uno spazio “vietato ai genitori” percorribile in tutta sicurezza da bambini e ragazzi senza accompagnatore. Anche qui, la relazione tra arte e cibo è mostrata attraverso giocattoli, animazioni, fumetti e 93 opere di Andy Warhol pensate per i giovani appassionati d’arte. Imperdibile per i visitatori di Arts &Foods è infine la visita all'ultimo piano del Palazzo dell'Arte, a quella Terrazza riportata alla luce – com’è avvenuto di recente anche per la fontana i Bagni misteriosi progettata da Giorgio De Chirico e inaugurata nel 1973 nei suoi giardini – secondo l'idea originaria dell'architetto Giovanni Muzio, progettista dello storico edificio della Triennale. La Terrazza è uno spazio per incontrarsi, leggere, gustare un aperitivo e assaggiare la cucina dello chef (stella Michelin) Stefano Cerveni in un ambiente innovativo e di design con vista mozzafiato sulla città e l’intero skyline di Milano.

fino al 1 novembre Triennale Viale Alemagna, 6 Milano Tel.02.724341 Ingresso incluso nel biglietto di Expo o con biglietto Triennale www.triennale.org


italia eventi

di Olga Carlini

La Venaria Reale: lo stupore della bellezza Ha riaperto lo scorso marzo dopo la pausa invernale, l’immenso complesso monumentale alle porte di Torino, Patrimonio dell’Umanità Unesco e cuore del circuito delle Residenze Reali del Piemonte. Ad attendervi il percorso di visita Teatro di Storia e Magnificenza rivisto e arricchito, tanti eventi speciali e un’intensa stagione culturale fitta di appuntamenti e importanti novità Non un museo ma una “Reggia per i contemporanei”. È così che si presenta oggi la Reggia di Venaria, un grande spazio dedicato al piacere, alla gioia di vivere, che coniuga storia e svago grazie alle sue bellezze architettoniche e artistiche e alle mostre, ai concentri, agli spettacoli, alle attività culturali che pressoché quotidianamente, soprattutto d’estate, sanno coinvolgere e stupire ogni tipo di pubblico. Non la meta di una semplice visita dunque, ma un luogo dove sostare per godere delle tante opportunità che la Reggia offre, e che includono anche un ristorante d’eccellenza, convegni, attività didattiche... Voluta dal duca Carlo Emanuele II di Savoia a metà ’600 e riaperta al grande pubblico nel 2007 dopo due secoli di abbandono e otto intensi anni di restauro, è oggi tra i primi siti culturali visitati in Italia. L’edificio monumentale, di 80 mila metri quadrati di superficie, vanta alcune delle più alte espressioni del barocco universale: l’incantevole scenario del Salone di Diana, la solennità della Galleria Grande e della Cappella di Sant’Uberto con l’immenso complesso delle Scuderie, opere settecentesche di Filippo

Venaria Reale Piazza della Repubblica 4 Venaria Reale (To) Tel. 011.4992333 www.lavenaria.it

Juvarra, le fastose decorazioni, il celebre Bucintoro e la spettacolare Fontana del Cervo nella Corte d’onore – che da aprile all’autunno è protagonista dello spettacolo di acqua, luci e suoni Teatro d'Acqua – rappresentano la cornice ideale del Teatro di Storia e Magnificenza, il percorso espositivo dedicato ai Savoia che accompagna il visitatore lungo quasi 2 mila metri. Tutto attorno il verde dei Giardini e un vasto territorio che ospita anche il centro storico di Venaria, il Borgo Castello e la Cascina Rubbianetta negli oltre 6.500 ettari del vicino Parco La Mandria. Visitatela in occasione di Ortinfestival, festival gastronomico che dal 30 maggio al 2 giugno ci racconta gli orti contemporanei nello straordinario contesto del Potager Royal. Oppure per ammirare una delle tante mostre, già inaugurate – come Pregare. Un’esperienza umana, che racconta la fede attraverso l’arte (fino al 28 giugno), o quella dedicata ai gioielli dell’artista dell’oreficeria Gianmaria Buccellati, recentemente scomparso (fino al 30 agosto) – o in programma, come Alle origini del Made in Italy: le meraviglie d’Italia dal Medioevo al Rinascimento fino all’età del Barocco, dal 25 luglio al 10 gennaio 2016; e Raffaello. Il Sole delle Arti dal 26 settembre al 24 gennaio 2016. Tanti anche gli appuntamenti speciali che vanno dal Concorso di carrozze di tradizione di giugno al Gran Ballo di novembre, per un anno di eventi all’insegna della bellezza e del divertimento.

Voluta dal duca Carlo Emanuele II di Savoia a metà ’600, la Reggia è Patrimonio dell'Umanità Unesco nonché un vivace centro culturale, luogo d'arte e spettacolo, alle porte di Torino maggio 2015

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italia eventi maggio

di Gilda Ciaruffoli

6-26 maggio Napoli nel bicchiere

2 maggio – 2 giugno Primavera in jazz Maggio è il mese della musica. Da nord a sud piazze e club risuonano di note, come a Ravenna, dove dal 2 all’11 maggio si snoda, tra il Teatro Alighieri e i jazz club della città e dei dintorni, un Festival fitto di appuntamenti. A Vicenza, compie vent’anni il festival New Conversations in programma dall’8 al 16 maggio: 100 concerti il cui filo conduttore è la notte. In Piemonte infine si svolge dal 28 maggio al 2 giugno la quarta edizione del Torino Jazz Festival, con i suoi concerti in programma dalla mattina a notte fonda.

Due le manifestazioni che invitano ad alzare i calici nel capoluogo partenopeo questo mese. Si parte con Wine&Thecity (6-20 maggio), festa mobile, evento diffuso e in movimento che si snoda in azioni di arte pubblica, vernissage, performance, aperitivi in boutique, cene nomadi in case private e teatro in spazi non convenzionali, itinerari urbani insoliti, mostre di fotografia e di design che invadono e animano la città. E si prosegue con Vitignoitalia (24-26 maggio) che porta le eccellenze enologiche nazionali nelle sale di Castel dell’Ovo.

Napoli – Campania

www.wineandthecity.it www.vitignoitalia.it

9 maggio – 22 novembre All the World’s Futures Venezia torna a essere invasa da artisti e appassionati di arte, in occasione della la 56a Biennale d’Arte. All’interno di questo multiculturale meeting point sono previsti anche momenti dedicati alla danza (25-28 giugno), al teatro (30 luglio-9 agosto) alla musica (2-11 ottobre). Tanti anche gli appuntamenti ospitati da prestigiosi spazi culturali in città, tra i quali la mostra Dancing Makes Me Joyful (Palazzo Flangini, 7 maggio-15 agosto) che coniuga il tema dell’arte a quello della danza con installazioni multimediali.

Venezia – Veneto

www.labiennale.org www.dancingmakesmejoyful.com

Località varie

www.erjn.it/ravenna www.vicenzajazz.org www.torinojazzfestival.it

8-10 maggio Il gusto dell’ortica

5-20 maggio 40 anni di Rocky Horror show Fa tappa in Italia la tournée europea che celebra i 40 anni dell’irriverente musical. Spettacolo leggendario, tradotto in tutte le lingue e visto in 5 continenti da oltre 20 milioni di persone nel mondo, il Rocky Horror Show torna in italia, a Milano, al Teatro della Luna, e a Ravenna, come spettacolo di apertura del Ravenna Festival dal 22 al 24 maggio al PalaCredito di Romagna a Forlì.

Milano – Lombardia

www.teatrodellaluna.com 16

maggio 2015

S’incentra sul rapporto tra uomo e mondo vegetale selvatico Urtica, Festa dell’uomo e delle piante spontanee commestibili organizzata negli spazi di Casa Scaparone, tra le colline delle Langhe. Al centro dell'evento gli equilibri naturali e l’amore verso le tradizioni del Piemonte, che prendono forma attraverso appuntamenti che coniugano finalità didattiche e formative, rivolte anche ai bambini, con l’intrattenimento musicale e gastronomico.

Alba (Cu) – Piemonte www.casascaparone.it

15-17 maggio Fioriscono le vigne Franciacorta in Fiore è un appuntamento che unisce lo spettacolo della natura alla maestosità delle ville che punteggiano le colline franciacortine. Fulcro della manifestazione è la continua ricerca di novità nell’ambito della cultura del verde, un viaggio educativo alla scoperta delle molteplici varietà di piante rare ed esemplari di fiori da ammirare e acquistare grazie alla copiosa partecipazione di espositori da tutta Italia, ma anche convegni, seminari e workshop tecnico-creativi.

Cazzago San Martino (Bs) – Lombardia www.franciacortainfiore.it


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italia eventi maggio

16-17 maggio

22-24 maggio

22 maggio-7 giugno

Terra marchigiana

Parlando da uomo a uomo

Viaggiare informati

La prima edizione di Terroir Marche – Vini e vignaioli bio in fiera è una full immersion nella viticoltura marchigiana attraverso incontri, degustazioni guidate e laboratori per imparare a conoscere le peculiarità delle diverse aree di produzione di questa regione.

Pistoia, ricca di tesori artistici romanici, prestigiosi palazzi e sorprendenti casetorri, ospita il festival Dialoghi sull’uomo: incontri e spettacoli con intellettuali italiani e stranieri sul tema Le case dell’uomo. Abitare il mondo. Con il biglietto dei Dialoghi si accede gratuitamente a molti musei della città.

It.A.Cà Migranti e Viaggiatori, il festival dedicato al turismo responsabile, torna nel nome e nel segno del viaggio inteso come momento di conoscenza e di crescita. Raddoppiato il numero delle città coinvolte, il festival quest'anno fa tappa anche in Trentino (1-7 giugno).

Ascoli Piceno – Marche www.terroirmarche.com

21-24 maggio Lecce città aperta La mostra-mercato Artigianato d’Eccellenza torna ad animare la storica piazzetta Giosuè Carducci e la Chiesa sconsacrata di San Francesco della Scarpa a Lecce. Evento molto atteso nel capoluogo pugliese, sia per la selezione degli espositori sia per il suo impegno benefico, la manifestazione rientra nell’ambito della rassegna Lecce Cortili Aperti, che propone itinerari tra le dimore storiche aperte alla visita per l'occasione. Più di 50 gli artigiani presenti tra i migliori in Italia e Europa, al fine di creare sinergie tra le diverse forme di espressione nel settore e promuovere il territorio salentino come sede di scambi interculturali. Gli espositori daranno dimostrazione delle diverse tecniche di lavoro, riproducendo così l’atmosfera delle proprie botteghe. Spazio al gusto, infine, con Cibo artigiano, ambiente dedicato alle tradizioni culinarie salentine e nazionali.

Lecce – Puglia

www.artigianatodeccellenza.it

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Pistoia – Toscana

www.dialoghisulluomo.it

Località varie – Emilia Romagna www.festivalitaca.net


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italia eventi maggio

29 maggio – 2 giugno Tutti a tavola!

29-31 maggio Street food d’autore Fast, cheap, gourmet, design e spirito on the road si fondono e convivono sui camioncini, allestiti come vere e proprie cucine itineranti, di Streeat, il festival internazionale di cibo su ruote. Tre giorni dove il cibo sarà il protagonista assoluto: non solo grazie ai piaceri del palato, ma anche a una serie di eventi collaterali come workshop, presentazioni, concerti e spettacoli d'intrattenimento. Manifestazione itinerante, a Milano Streeat occuperà gli affascinanti spazi post industriali del Carroponte di Sesto San Giovanni.

L’evento che non porta spiga! Questo il divertente claim del Gluten Free Fest a sottolineare il carattere giocoso della manifestazione che farà vivere a tutti i partecipanti un’esperienza unica in grado di soddisfare appieno le necessità alimentari del pubblico celiaco e non. In programma iniziative rivolte a un pubblico di tutte le età: degustazioni guidate, lezioni di cucina, seminari, laboratori e attività ludico didattiche per bambini, senza dimenticare le aree ristoro e fingerfood dove consumare in sicurezza prodotti e bevande gluten free.

Perugia – Umbria

www.glutenfreefest.it

30 maggio – 2 giugno Ode agli orti contemporanei Ortinfestival è una grande festa dedicata all’orto e ai prodotti della terra dove gustare i piaceri del cibo, tra gli antichi sapori tradizionali e le ricette provenienti dalle culture gastronimiche di tutto il mondo. Protagonisti saranno vini pregiati e birre artigianali, cucina di strada e piatti esotici, prodotti bio e ricette innovative. Tanti anche gli incontri, i dibattiti, i giochi per grandi e piccini, i concerti, gli spazi d'arte e design ispirati dalla magnifica cornice del Potager Royal e dei Giardini della Reggia di Venaria

Venaria Reale (To) – Piemonte www.lavenaria.it

Milano – Lombardia

www.streeatfoodtruckfestival.com

30-31 maggio Si fa festa in cantina

29-31 maggio Un’Italia di ceramica Prima grande festa mobile nel suo genere, Buongiorno Ceramica! si pone l’obiettivo di portare all’attenzione e valorizzare l’importante tessuto culturale e sociale, produttivo ed economico, che ruota intorno al settore della ceramica artistica e tradizionale in Italia. L’evento si svolge nell’arco di 3 giorni in 15 regioni, nei centri storici di 37 città o piccoli borghi di antica tradizione ceramica, che per l'occasione aprono le porte di musei, atelier, fornaci, botteghe, dalla mattina fino a tarda sera.

Località varie

www.buongiornoceramica.it 20

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Come ogni anno, in occasione di Cantine Aperte le strutture socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico. Tra le varie cantine da visitare vi consigliamo, il 31 maggio, la siciliana Cantina Quignones, di Licata: potrebbe essere l'occasione giusta per degustare l'ottimo rosso da uve Petit Verdot recentemente premiato con la medaglia d’oro al Berliner Wein Trophy 2015 (Quignones – Petit Verdot Igp Sicilia 2011)

Località varie

www.movimentoturismovino.it www.quignones.it

30 maggio – 2 giugno Sulle rotte del tonno Ricette locali e internazionali, una sfida gastronomica tra chef provenienti da tutto il mondo, spettacoli, incontri e live cooking con un unico protagonista, il tonno rosso di qualità che da secoli si pesca nella tonnara di San Pietro. Torna il Girotonno – Uomini, storie e sapori sulle rotte del tonno, kermesse durante la quale si celebra la cultura millenaria legata a tonni e tonnare che qui si esprime in una plurisecolare tradizione di pesca che si rinnova dal 1738, anno di fondazione della cittadina, con chef di fama internazionale e tanti eventi in programma.

Carloforte (Ci) – Sardegna www.girotonno.it



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Panorama Panorama 24

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38 Lo studio: i milanesi e l'Expo

Milano capitale del mondo. Almeno per i prossimi sei mesi. Già, perché l’apertura di Expo catapulterà il capoluogo lombardo sotto i riflettori di tutto il pianeta, richiamando qui visitatori provenienti da ogni dove.

E ad essere

coinvolto non sarà solo il sito espositivo ma l’intera metropoli, che si è preparata per la

Grande Esposizione con uno straordinario cartellone di eventi e iniziative legate al cibo declinato in ogni forma, ma non solo.

Seguiteci dunque, in questo viaggio alla scoperta dell’Expo in Città: lo scoppiettante “fuori salone” che, già a partire dal 1° maggio, riserverà esperienze indimenticabili per tutti e cinque i sensi.

Entusiasti nel 2008, oggi molto diffidenti. Un sondaggio per avere idea degli umori in città

40 Il personaggio Il presidente dell'Ice Riccardo Monti ci spiega come Expo può fare da leva al nostro export

44 I viaggi del gusto di... Davide Oldani, chef di successo, e la sua idea del cibo italiano "buono e sostenibile"

46 Consumi&tendenze Neuromarketing: la scienza che studia come la pubblicità spinge la gente a "consumare" maggio 2015

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Milano, capitale del mondo di Elisabetta Canoro

Almeno per i prossimi sei mesi. Già, perché l’apertura di Expo 2015 – attesa da quando il Bureau International des Expositions assegnò l’evento 7 anni fa, e oggi finalmente arrivata – catapulterà il capoluogo lombardo sotto i riflettori di tutto il pianeta, richiamando visitatori da ogni dove. Ad essere coinvolto non sarà solo il sito espositivo, ma l’intera metropoli, che s’è preparata alla Grande Esposizione con uno straordinario cartellone di eventi, mostre e iniziative legate al cibo, ma non solo. Non per niente, la città è entrata nella Top Ten della Best Travel Destination stilata da Lonely Planet. Seguiteci dunque, in questo viaggio alla scoperta dell’Expo in Città: lo scoppiettante “fuori salone” che riserverà straordinarie esperienze per tutti e cinque i sensi

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I

presupposti ci sono tutti. Alla città meneghina non manca nulla per recitare, in occasione di Expo, un ruolo da primadonna a livello internazionale: il grattacielo più alto d’Italia, la Torre Unicredit (231 m); quello più alto costruito in acciaio, la Torre Diamante, e quello più alto con funzione residenziale, la Torre Solaria. Senza dimenticare il Bosco Verticale, definito “l’edificio alto più bello e innovativo del mondo”. Porta Nuova, il nuovo cuore (avveniristico ma anche tanto green) di Milano è un quartiere da record: in totale 290 mila mq, oggi al 100% di proprietà della Qatar Holding, per un valore di 2 miliardi. Poco lontano da lì, si stagliano i palazzi della Regione Lombardia, un vertiginoso incontro di vetro e acciaio, con i nuovi uffici, i ristoranti, i negozi. Ma giusto a pochi passi da questo futuristico downtown, la natura si riappropria della città grazie al progetto Wheatfield: un campo di grano di 4 ettari ispirato al tema di Expo, Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita. Ambiziosa anche la riqualificazione del quartiere della vecchia Fiera, il CityLife, che oggi vanta l’edificio con più piani adibiti ad uso ufficio, ben 50. Tutte grandiose novità architettoniche che sono andate a impreziosire una città che già dalla sua aveva un’allure straordinaria sotto il profilo storico, artistico e culturale (basti pensare al Duomo, al Cenacolo Vinciano, al Teatro alla Scala) nonché una reputazione incontrastata di capitale del fashion, con la sua Settimana della Moda e le arcinote vie dello shopping in centro, e del design. Per andare a scoprire cosa riserverà l’Expo in Città, il punto di partenza ideale resta comunque il Castello Sforzesco dove è stato collocato l’Expo Gate, una sorta di ideale ponte di collegamento tra il sito espositivo e il centro urbano. Per avere tutte le informazioni necessarie, invece è stata allestita una “Expo in città lounge” nell’ex albergo diurno Cobianchi di piazza del Duomo 19, che, dopo anni di chiusura, farà da sfondo a una programmazione continuata di appuntamenti culturali e di entertainment, offrendo anche servizi al pubblico come wi-fi, comfort zone, area shop e bar. A questo punto non resta che andare a vedere dove mangiare, cosa fare, cosa vedere e dove comprare nella Milano di Expo 2015. Seguiteci. maggio 2015

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Expo e dintorni L'Expo in città

A tavola sotto la Madunina di Elisabetta Canoro

Da Piazza Duomo, ai quartieri che come una corolla abbracciano il centro, da qualche tempo è tutto un ribollir di pentole, un tintinnar di calici. È la città che si anima di ristoranti dal recentissimo restyling, nuovi bistrot e ambienti multifunzionali, dove si mangia, si ascolta musica, ci si organizza per una visita all’Expo. Tra chef stellati e nuove speranze della cucina italiana (ma non solo), a Milano si celebra la buona tavola. Siete tutti invitati

Non si contano gli opening e i restyling di alberghi e ristoranti che si preparano ad accogliere in grande stile il pubblico atteso per questa Milano dell’Expo. Intanto vengono ultimati ambiziosi progetti architettonici che hanno dato vita a quartieri avveniristici cambiando per sempre lo skyline cittadino. Come quello di Porta Nuova, con il suo grattacielo più alto d’Italia, la Torre dell’Unicredit (231 m), la cui guglia svetta al centro di Piazza Gae Aulenti sulla quale si affacciano negozi, la libreria-bistrot Red di Feltrinelli e, appena inaugurati, due piani firmati Illy Caffé. Sempre qui, è stato pensato come un set cinematografico il nuovo Multi-experience store by Replay, dove i capi sfilano tra oggetti di scena, riflettori e quinte mobili. Autori del progetto, gli architetti americani Robin Standefer e Stephen Alesch di Roman & Williams Buildings and Interiors. Al piano superiore è invece pensato come uno yacht il nuovo ristorante The Stage Fine Dining, con tanto di oblò, legni lucidi, soffitti a forma di 26

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carena rovesciata e rifiniture di pregio. A “guidarlo” è lo chef Omar Allievi, interprete del melting pot culturale della città con una proposta gastronomica variegata. Mentre nell’adiacente lounge bar Octavius, l’abile bar & beverage manager Francesco Cione propone oltre 500 tra spirits, liquori e drink.

Il buono che avanza Spostandosi sui Navigli – dove la Darsena è già tornata a vivere dopo lunghi mesi di lavori, che hanno visto anche la costruzione del nuovo mercato – troviamo Al Pont de Ferr dove, a sostituire l’uruguaiano Mathias Perdomo (che lascia il ristorante dopo 14 anni per aprire Contraste), oggi c’è Vittorio Fusari che dal lago d’Iseo porta il sogno di una natura rispettata, di un cibo sano, divertente, etico, tradizionale ma innovativo. Accompagna invece in un viaggio che virtualmente porta a sedersi alle tavole dei migliori chef del mondo l’Epicurea Food Festival dell’Hotel Bulgari che ospita ogni mese i più quotati chef internazionali affiancati dall’executive Roberto Di Pinto. Qualche nome? Il peruviano Virgilio Martinez del Central di Lima, primo nella classifica dei Latin America’s 50 Best Restaurants e René Redzepi del Noma di Copenaghen, migliore ristorante al mondo. Ma l’hôtellerie risponde al richiamo di Expo anche con l’apertura di gioielli di brand prestigiosi, come il nuovo Mandarin Oriental. In cucina, Antonio Gadda, già acclamato chef (due stelle Michelin) de Il Pellicano di Porto Ercole.

Oriental attitude La raffinata cucina cinese moderna, ricca di contaminazioni asiatiche e mediterranee prende vita da Gong Milano, ultima location aperta nel segno dell’oriental attitude. Promette invece una Japanese creative experience il Ristorante Izu, che ha di recente ampliato il locale di corso Lodi progettato dall’architetto Simone Nisi Magnoni. Tra suggestioni dorate, luci avvolgenti e candido design, si assaggiano accostamenti inediti che reinterpretano la cucina nipponica, in abbinamento a un’originale linea di signature cocktail firmati dal bartender Arturo Pappalardo, personalizzati in base ai piatti scelti. La terrazza del Duomo 21 con vista sulla Madonnina

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Expo e dintorni L'Expo in città

In queste pagine, dal centro in senso orario: gli interni di Fuorimilano, il Bar Octavius presso gli spazi Replay

Scelti per voi Bulgari Hotels & Resorts Via Privata Fratelli Gabba 7/b Tel. 02.8058051 www.bulgarihotels.com Mandarin Oriental Via Andegari, 9 Tel. 02.87318888 www.mandarinoriental.com ME Melia Il Duca Piazza della Repubblica www.me-by-melia.com Seven Stars Galleria Galleria Vittorio Emanuele II Tel. 02.89058297 www.sevenstarsgalleria.com Hotel Excelsior Gallia Le Méridien Piazza Duca d’Aosta, 9 Tel. 02.67851 excelsiorhotelgallia.com/it Filippo La Mantia Cena alla carta 80 euro Piazza Risorgimento (angolo Via Poerio, 2/A Tel. 02.70005309 Essenza Menù degustazione: 50 euro Via Marghera, 34 Tel. 02.4986865 The Stage Cena da 60 euro Piazza Gae Aulenti, 4 Tel. 02.37074118 www.replaythestage.com/it

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Sarà invece Stefano Cerveni, 1 stella Michelin, del ristorante Due Colombe di Borgonato di Cortefranca, a guidare per quattro anni il Temporary Restaurant sulle terrazze della Triennale. Enorme la nuova Penthouse del Seven Stars Galleria; progettate da architetti diversi le 14 suite dell’attiguo TownHouse Duomo che includono anche Duomo21, nuovo bar e ristorante con terrazza, e il Wine Temple, l’enoteca con 7.600 bottiglie di oltre 1.000 etichette, tutte italiane. La cucina d’autore porta la firma di Alberto Citterio. La proprietà è sempre AlessandroRosso Group che, con il Comune, ha promosso un progetto che oggi permette, su prenotazione, di salire sui camminamenti della Galleria Vittorio Emanuele e godersi la vista dall’alto. Riaperto di recente lo storico Hotel Exelsior Gallia Le Méridien, rinnovato nel rispetto dell’antico senza rinunciare a un nuovo, dinamico rapporto di forme, spazi e materiali. Apre invece in maggio ME Milan Il Duca, con luonge bar, ristorante e un spazioso roof bar con vista sullo skyline cittadino. Con l’arrivo della bella stagione, intanto, oltre alle terrazze cominciano a riaprire i dehors e i giardini interni meneghini, come l’elegante corte del Four Seasons Milano: ogni martedì, fino a settembre, l’aperitivo è What’s Ap e propone le liquide creazioni del talentuoso bartender Luca Marcellin.

gli chef milanesi? Sono specchio di una Milano cosmopolita. la loro cucina è creativa, summa di passato e presente, fondata su basi solide, ma che guarda al futuro con stupore e entusiasmo

Fusion di cibi e spazi E gli chef milanesi? Sono specchio della Milano cosmopolita di oggi. Propongono una cucina innovativa e creativa, summa di passato e presente, fondata su basi solide, ma che guarda al futuro con stupore ed entusiasmo. «Il succo di quanto c’è stato e c’è nella mia vita professionale». Spiega Eugenio Boer facendo riferimento al significato di Essenza, il nuovo ristorante gourmet che lo chef italo-olandese ha aperto di recente in Via Marghera. Stile personalissimo, voglia di azzardare, con la convinzione però che «Si può fare avanguardia, ma bisogna avere basi classiche consolidate». Fre-

Gli interni del nuovo locale di Filippo Lamantia Oste e Cuoco

Foto di Gianmarco Chieregato

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Gong Milano Prezzo medio: 50 euro Corso Concordia, 8 Tel. 02.76023873

A Milano Sud, promette di essere il nuovo faro dell’arte contemporanea meneghina la neonata sede della Fondazione Prada. Aperta in Largo Isarco da maggio, su una superficie di 19.000 mq, la struttura è stata progettata dallo studio di architettura Oma di Rem Koolhaas, combinando edifici preesistenti a tre nuove costruzioni. A firmare il design del bar è stato chiamato Wes Anderson, il visionario regista di Grand Budapest Hotel che ha ricreato l’atmosfera dei tipici caffè meneghini. Fitto il calendario di mostre in programma, anche per Expo. A cominciare dalle installazioni site-specific di Robert Gober e Thomas Demand, che dialogano con le architetture industriali e con i nuovi spazi. Sempre a sud di Milano, è stata rivalutata la zona dei Mercati Generali. L’enorme area di 12 mila mq ospita per tutta Expo l’Estathé Market Sound, festival con 48 concerti ed eventi serali nel cartellone di Expo In Città, che include un’area fun park per le famiglie, aperta nel fine settimana. www.fondazioneprada.org http://estathemarketsound.it

non solo food

Arts&fun

sco d’inaugurazione anche il ristorante di Filippo La Mantia, concepito come un luogo dove incontrarsi dalle 7.30 alle 2 di notte. La cucina è basata sulla rivisitazione di quella palermitana anche di strada. Lo chef palermitano ha affidato all’architetto Piero Lissoni il restyling dell’ex Gold di piazza Risorgimento che ha rilevato da Dolce&Gabbana. I due stilisti hanno aperto il Martini Bistrot accanto al loro atelier di Corso Venezia: dettagli barocchi, tappezzeria damascata e sedie in velluto rosso, in un ambiente anni ’50. Numerose sono poi le location polifunzionali che hanno di recente aperto i battenti nel capoluogo. A cominciare da L’Arabesque Café, un po’ ristorante, un po’ caffè con pasticceria, un po’ libreria. Atmosfera vintage, pezzi d’arredo acquistabili e un ampio open space caratterizzano Fuorimano, nuovo spazio dove mangiare, bere e lavorare al contempo, in zona Bicocca. In Via Tortona ha inaugurato Esco bistrò mediterraneo, laboratorio di sapori e creatività per pranzi, aperitivi e cene nel segno della convivialità e della flessibilità dei locali milanesi contemporanei.

Per saperne di più:

Duomo 21 Prezzo medio: 20 euro Piazza Duomo Tel. 02.45397600 Izu Prezzo medio: 40 euro Corso Lodi, 27 Tel. 02.59900221 www.sushi-izu.it Martini Bistrot Prezzo medio da 25 euro Corso Venezia, 15 Tel. 02.76011154 www.dolcegabbana.it/martini Pont de Ferr Prezzo medio: 49 euro Ripa di Porta Ticinese, 55 Tel. 02.89406277 www.pontdeferr.it L’Arabesque Café Prezzo medio: 12 euro Largo Augusto, 10 Tel. 02.76341477 www.larabesque.net Fuorimano Via Tortona, 27 Tel. 02.8358144 www.escobistromediterraneo.it Esco bistrò mediterraneo Via Tortona 26 Tel. 02.8358144 www.escobistromediterraneo.it

www.milanodabere.it

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L'Expo in città

Nutrire la mente Bando a scandali, polemiche e gossip: è tempo di godersi la festa! Gli appuntamenti legati all'Esposizione Universale infatti investono l’intera città con un fitto programma di presentazioni, incontri e tanta tanta arte. Per voi un quadro il più possibile esaustivo degli eventi culturali di maggio di Antonella Aquaro Saranno 17 mila in 6 mesi, ovvero 100 al giorno, gli appuntamenti “fuori Expo” che si svolgeranno nell’area della città metropolitana. E in attesa che esploda la festa, i simboli fanno già rumore. Per averne un’idea, basta sbirciare in rete i video vincitori del concorso VideomakArs (IncontrArti a Milano, Be Art, Città di idee) che raccontano l’ExpoInCittà attraverso 6 icone d’arte: il Quarto Stato, il Bacio, lo Sposalizio della Vergine, la Pietà Rondanini, il Concetto Spaziale e l’Ultima Cena. Un’arte animata, che invade le piazze per deliziare il suo pubblico di bellezza. La stessa che fu di Leonardo e che l’Esposizione Universale ci offre su un piatto d’argento. Così, per un viaggio tematico all’insegna del Maestro, da non perdersi la mostra: Il mondo di Leonardo, in Piazza della Scala (ingresso Galleria Vittorio Emanuele II). A Palazzo Reale gli fa eco Leonardo da Vinci 1452-1519; mentre a Santa Maria delle Grazie c’è l’immancabile Cenacolo che nel 2013 – con oltre 410 mila biglietti – è stato l’11° museo pubblico più visitato d’Italia;nell’atrio dell’adiacente Palazzo delle Stelline sarà allestito un padiglione tematico con una copia del dipinto la 30

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cui esplorazione sarà supportata da contenuti multimediali. Spostiamoci quindi all’Acquario Civico, dove è possibile ammirare la mostra Leonardo e l’acqua. La Sala delle Asse è invece la proposta tematica del Castello Sforzesco che eccezionalmente riaprirà i battenti con il Leonardo ritrovato per raccontare, mediante un progetto multimediale, la storia della Sala e il restauro in corso. Ma interessarsi a Leonardo vuol dire anche apprendere i fatti della Milano nobiliare, quella degli Sforza e ancor prima dei Visconti. E proprio a loro è dedicata l’esposizione: Arte lombarda dai Visconti agli Sforza del Palazzo Reale, che abbraccia un periodo storico che va dai primi del '300 al '500. Di museo in museo, ecco il Risorgimento, che in occasione del 70° anniversario dall’armistizio, dedica spazio alla mostra Dal pane nero al pane bianco, l’alimentazione in Italia tra fascismo, guerra e liberazione, oltre a ospitare la rassegna fotografica Brassaï Pour l’amour de Paris: circa 260 fotografie originali che raccontano la storia della passione che ha unito per più di 50 anni lo scrittore, fotografo e cineasta ungherese Gyula Halász alla Ville Lumière. Seguendo il filone della fotografia, da non perdere David Bailey con Stardust al Pac, dove sono presenti oltre 300 scatti che riassumono il lavoro di uno dei più grandi fotografi viventi. Non si tratta di volti, ma della storia di un paese – l’Italia – quella presentata nella selezione di immagini dei più importanti fotografi italiani per la mostra Italia Inside Out di Palazzo della Ragione. E se lo sguardo va indietro oltre un lustro, è perfetta la proposta del Museo del '900 che prendendo in prestito opere dalla Gnam di Roma, dal Mart di Trento e Rovereto, dalla Gam di Torino e da Ca’ Pesaro a Venezia ha realizzato una sorta di “nazionale artistica” con l’esposizione: Un museo ideale. Ospiti d’eccezione nelle Collezioni del ‘900 dal Futurismo al Contemporaneo. Il tema cibo, infine, torna prepotente con Food, La scienza dai semi al piatto scegliendo lo scenario del Museo di Storia Naturale dove Dario Bressanini e Beatrice Mautino indagano il mondo dell’alimentazione sotto il profilo scientifico, maggio 2015

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L'Expo in città

i concerti

Che festa sarebbe senza musica? Con qualche incursione nel fittissimo calendario di eventi si scopre l’immancabile appuntamento di piazza Duomo, il 30 maggio alle 21.30, quando la Filarmonica della Scala torna sotto le stelle e la Madonnina con un altro emozionante concerto gratuito per la città. Sul palcoscenico della grande Piazza, a dirigere l’orchestra ci sarà Riccardo Chailly; con lui il wunderkind del violino David Garrett, insieme per l’evento di primavera che si conferma come l’appuntamento di classica più partecipato d’Italia. L’Associazione Musica Oggi, con il suo Break in jazz, propone invece caratteristiche pause pranzo (dalle 13 alle 14) al ritmo di jazz con rendez-vous, tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dal 4 maggio al 6 giugno in Piazza dei Mercanti. Dal 22 al 24 maggio torna infine Piano City, una full immersion di oltre 250 concerti di pianoforte pronti a invadere case private, cortili, parchi, ville, piazze della città, e che sarà inaugurata nel verde di Parco Sempione con una composizione inedita del pianista tedesco Hauschka.

Per saperne di più:

www.artpalazzoreale.it www.leonardo3.net www.acquariocivicomilano.eu www.milanocastello.it www.museodelrisorgimento.mi.it www.pacmilano.it www.palazzodellaragionefotografia.it www.museodelnovecento.org www.hangarbicocca.org www.lacordata.it www.streeatfestival.com www.associazionemusicaoggi.it www.pianocitymilano.it

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In alto, l'Annunciazione di Leonardo, arrivata a Milano dal Louvre. Sotto, la Filarminica della Scala in Piazza Duomo

con qualche incursione ludico-gastronomica. Fuori dal centro storico l’arte sceglie di inondare i 5.300 mq dell’Hangar Bicocca dove a maggio va in scena: Double Bind & Around sullo scultore spagnolo Juan Muñoz. Il lavoro propone 15 opere con oltre 100 sculture tipiche dell’opera di Muñoz a cui va il merito di aver reintrodotto la figura umana al centro dello spazio architettonico e scultoreo. Ecco così a grandissime linee lo scenario d’arte con cui Milano inaugura Expo 2015, dove non mancano certamente affondi di natura. Uno fra tutti, quello dell’artista ungherese Agnes Denes che ha scelto la dimensione di Porta Nuova per i suoi esperimenti di Land Art. Il risultato – la creazione di un campo di grano – sta nel mezzo, riportando l’attenzione a valori come la condivisionem del cibo, e la salvaguardia del territorio nel rispetto della qualità della vita degli individui e delle comunità.

Tre fari in un mare di eventi Il programma in tempo reale degli eventi di ExpoinCittà è fornito da Vodafone che per l’occasione ha realizzato un’App su misura; mentre sul territorio, in piazza Castello, c’è ExpoGate, l’info-point di riferimento (aperto dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 20), insieme all’ex albergo diurno Cobianchi che per l’occasione, è stato trasformato in un punto accoglienza speciale. Con il nome ExpoInCittà lounge – in Galleria Vittorio Emanuele II (piazza del Duomo, 19/A) – sarà infatti un luogo d’incontro e socializzazione dove usufruire di servizi wi-fi, comfort zone con area shop e ristoro, oltre a ospitare eventi internazionali. Lo spazio è aperto tutti i giorni fino a tarda notte. Per saperne di più:

www.expoincitta.com www.expogatemilano.org



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L'Expo in città

Torna il mercato, quello di una volta di Francesco Condoluci

Nello storico quartiere dei Navigli prende vita uno dei progetti più interessanti del Fuori Expo: è il Mercato Metropolitano,15 mila mq dove assaggiare e acquistare direttamente da piccoli agricoltori. Un format innovativo che valorizza la tradizione con un nuovo modello di business Banchi di frutta e verdura fresca di giornata, rivendite di generi alimentari, cibo da strada che sfrigola, prodotti tipici, degustazioni e spadellamenti in diretta. Se gli organizzatori hanno immaginato così il Fuori Expo, c’è qualcuno che questo concept l’ha fatto uscire dai render disegnati al computer dagli architetti per dargli corpo e forma nel cuore di Milano, a Porta Genova. È qui che s’è materializzato il Mercato Metropolitano: 15 mila mq dedicati ai veri protagonisti dell’agroalimentare ossia i piccoli produttori. Ne sarà contento Petrini, il patron di Slow Food che in una delle polemiche della vigilia aveva lamentato proprio «l’assenza in Expo dei contadini». Il progetto che ha vi34

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De Ponti (Unaproa) «Questo è il futuro» Perché avete deciso di investire nel Mercato Metropolitano? Perchè la nostra Unione ha il dovere di cambiare pelle. Non può fare più soltanto rappresentanza. Vogliamo sostenere i nostri associati in maniera concreta. E con questo progetto sperimenteremo un nuovo approccio al mercato, più diretto coi clienti, meno filtrato dalla Gdo, più aperto all’internazionalizzazione grazie all’incoming che garantirà Expo.

Consigli per gli acquisti Milano, a maggio, offre anche altri mercati, in questo caso settimanali, dove acquistare: Slow Food ha scelto la solita location, la Fabbrica del Vapore, per allestire i Mercati della Terra. L’Alzaia Naviglio Grande accoglie invece il rinnovato Mercato agricolo dei Navigli e per l’occasione celebra la sagra dell’asparago rosa di Mezzago. Tema rigorosamente bio per l’Aiab Lombardia che in zona Isola organizza il Verziere. Fare spesa al mercato diventerà una consuetudine anche per gli abitanti di Porta Romana che potranno rifornirsi di prodotti genuini al Mercato di Cascina Cuccagna. Sfumature social infine per l’evento di Via San Vittore che, sotto l’insegna Mercato in giardino propone prodotti alimentari e oggetti provenienti dalle case di reclusione milanesi.

E dopo il 31 ottobre, quale sarà lo scenario per i vostri produttori? Expo dovrà essere lo startup di un modello che deve diventare esportabile in tutto il pianeta. Faremo il Mercato Metropolitano in Giappone e in Usa. Andremo noi direttamente dal cliente a far scoprire i prodotti attraverso la degustazione. E mostreremo al mondo di cosa è capace l’Italia. Ma il mercato agricolo, quello tradizionale, non è in crisi? Sì, ma solo perchè non ha saputo adeguarsi ai tempi. Per rilanciarlo occorre investire sul digitale e valorizzare la varietà delle produzioni agricole italiane. Non abbiamo volumi, ma qualità e biodiversità. Siamo piccoli ma bravi, ed è con quest’immagine che dobbiamo proporci sul mercato. Ma anche la politica deve fare la sua parte, liberandoci dalla burocrazia, solo così potremo essere competitivi con il resto del mondo.

sto la luce nello storico quartiere dei Navigli va in controtendenza rispetto all’Expo monopolizzata dalle multinazionali a suon di sponsorizzazioni: «Mercato Metropolitano è un format innovativo di mercato agricolo che intende valorizzare il concetto di “piccolo è bello” in un contesto sostenibile di filiera corta. Un nuovo modello di business che supporti la crescita dei piccoli agricoltori e li aiuti a trovare nuovi canali di vendita», così lo racconta Andrea Rasca, manager specializzato nell’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, con un passato da amministratore di Eataly Japan. Per mettere in piedi questo nuovo food retailer, Rasca ha trovato un partner in Unaproa, l’unione che raggruppa 128 Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli, agrumari e di frutta in guscio. «Il buon cibo italiano non è un lusso – aggiunge – è questo il concept di MM che durante Expo porterà a Milano il meglio del Made in Italy a tavola. Non solo prodotti freschi e di qualità ma anche l’esperienza di una rete di artigiani che ogni giorno coltivano la terra rinnovando il primato italiano del mangiare bene». Sorto negli ex magazzini della ferrovia di Porta Genova, MM è la più grande piazza commerciale della Milano ai tempi dell’Expo. Lo sfondo è quello dei mercatini di paese, dove si possono chiedere consigli ai coltivatori e acquistare prodotti freschi a prezzi contenuti. Nell’area coperta, ad accogliere i visitatori c’è il profumo del pane appena sfornato, appetitoso interludio di un viaggio alla scoperta di oltre 2000 prodotti artigianali: dalla birra agricola alla vera piadina romagnola, dalla carne di Joe Cipolla al pollo della Trattoria del Gallo di Gaggiano, dalla pizza ai vini. Un mercato con un target preciso: la famiglia. Con i più piccoli che potranno imparare a coltivare pomodori e giocare con l’acqua e il cioccolato in un’area dedicata, e gli adulti, i quali, oltre a degustare e acquistare, potranno seguire corsi e show cooking per apprendere i segreti delle materie prime. E alla fine del giro, all’interno di MM, ci si può anche organizzare la serata: cinema all’aperto oppure musica live nello spazio cocktail? A voi la scelta. Per saperne di più:

www.mercatometropolitano.it

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cover story

L'Expo in città

«Il mondo saprà qual è il Paese del vino» di Marco Gemelli

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ografia alla scienza: da qualsiasi punto di vista si osservi l’Italia, il vino c’entra sempre». Ed è questa incredibile varietà che gli ospiti di Expo 2015 troveranno all’interno del padiglione: «Anche se non sarà certamente una mostra mercato o una fiera – sottolinea Cotarella – In 2 mila metri quadri di spazio faremo degustare il vino, ma quello non sarà che l’inizio: parleremo della cultura millenaria di questo prodotto e ai visitatori di tutto il mondo racconteremo ciò che ci rende unici. Il primo piano del padiglione curerà l’aspetto emozionale, e sarà dedicato ai rumori, colori e profumi del vino. Il secondo vuole invece essere una sorta di “biblioteca” con oltre mille bottiglie in degustazione. Infine, una terrazza relax dove meditare su ciò che abbiamo appena visto. Grazie alla sensibilità del ministro Martina, questo è l’unico padiglione dedicato a un solo prodotto». Mille vini a rappresentare la penisola, dunque. Ma quali? «Si parla di vini di acclarata qualità, che verranno presentati dalle Regioni, dai consorzi e dai gruppi. In rappresentanza di un Paese eccellente non solo a livello di biodiversità ma anche per numero di vitigni, territori, storia e personaggi». Un lavoro di divulgazione che non è ancora finito, anzi: «Nella mentalità dei

Riccardo Cotarella, enologo, presidente del Comitato scientifico del padiglione Vino

Nella mentalità dei consumatori globali, il vino è ancora legato alla Francia. L’Expo dovrà raccontare a tutti perché l’Italia rivendica il ruolo di Paese leader

consumatori globali, il vino è ancora legato alla Francia. L’Expo, parlando di alimentazione, dovrà raccontare a tutti perché l’Italia rivendica il ruolo di Paese leader». Un’occasione da non perdere, insomma, «talmente ghiotta – conclude Cotarella – che le aziende non possono perderla. Il mondo del vino non può sprecarla, sarebbe un crimine. Ecco perché sono fiducioso».

l'intervista

«Il vino è ovunque». Così esordisce Riccardo Cotarella, raccontando la presenza del nettare di Bacco a Expo 2015, e dalle sue parole si capisce subito che non è un luogo comune. Il riferimento dell’enologo campione del mondo guarda ben al di là dell’apposito padiglione che la kermesse milanese ha riservato alle bottiglie italiane: «Dal momento che in Italia tutto parla di vino – è la sua filosofia, sul crinale tra economia ed enologia – quella di Expo è un’occasione che il sistema Italia non deve e non può sprecare. Vitigni, territori, personaggi, storie: il mondo guarda a noi, dobbiamo saperci raccontare. E farlo bene». Che il lavoro sia tutt’altro che semplice è qualcosa di cui Cotarella è ben consapevole, e l’esperienza come presidente del Comitato scientifico del padiglione Vino di Expo 2015 glielo ha dimostrato chiaramente: «All’età di sessantasei anni – spiega l’enologo – pensavo di sapere molto, quasi tutto, sul mondo del vino italiano. Ebbene, mi sono ricreduto. Dovendo ricercare ciò che andava comunicato agli altri, ho scoperto di saperne poco anch’io: servirebbero generazioni intere per andare a fondo dell’infinita ricchezza del vino italiano. Dall’arte alla musica, dalla poesia alla storia, dalla ge-



A cura di ART

lo studio

Via Caminadella 2, 20123 Milano ricerche@art.it

Opinioni di un milanese O meglio, di 500 tra uomini e donne dai 18 ai 64 anni, che sono stati chiamati in causa per raccontare i propri sentimenti riguardo l’Esposizione Universale. Dal tasso di entusiasmo per l’evento, alle aspettative per sé e per la propria città. Il risultato? Un cauto ottimismo generale, velato da una certa diffidenza che potrebbe portare la metà degli intervistati a disertare i padiglioni

Tempo di Expo, tempo anche di bilanci per i milanesi. Quando l’Expo venne assegnata a Milano, correva il lontano 2008, molti milanesi pensarono che sarebbe stata una buonissima occasione per loro e per la città. Circa i 2/3 rimasero positivamente colpiti dalla cosa, curiosi e orgogliosi. Solo una minoranza, circa il 20% si sentì scettico fin dall’inizio. I lavori per l’Expo sono stati particolarmente pesanti per la città, soprattutto per quanto con38

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cerne la viabilità. Ben l’80% dei cittadini dichiara di aver avuto, in questi anni, dei disagi dovuti ai lavori. Ma sono pochissimi, meno del 10%, quelli che li hanno considerati intollerabili. Adesso però ci siamo. L’Expo sta per aprire i battenti. Buona parte dell’entusiasmo dei primi anni però è scemato. Sono quasi la metà dei cittadini quelli che temono il fallimento dell’iniziativa e la brutta figura mondiale. A questi si aggiunge un ulteriore 10% che neppure vive il dubbio. Ha la certezza che Expo non sarà all’altezza delle aspettative. Di contro, un 40%, crede che Expo possa rilanciare Milano in Europa e nel mondo e che questo evento sarà un successo planetario. Milano, sempre secondo i milanesi, trarrà comunque un beneficio da tutto questo. Lo pensa circa il 75% della città. Diverso il discorso per se stessi, o per le proprie tasche; sono solo il 20% quelli che pensano che Expo sarà positiva anche per le singole persone. Solo la metà dei milanesi dichiara inoltre di voler visitare i padiglioni. E per finire, cosa ne sarà di Milano al termine di Expo? Il 55% dei cittadini pensa che alla fine tornerà tutto come prima. Ma ci sono anche gli (inguaribili) ottimisti e pessimisti. Circa il 20% è convinto che Milano ne trarrà una spinta che andrà oltre il termine dell’evento stesso. Mentre il 15%, una netta minoranza, crede che Milano ne avrà solo da perdere. Ma l’Expo sta cominciando. Vedremo chi di loro aveva davvero ragione (Analisi ART su base campionaria di 500 individui, maschi e femmine, età 18/64 anni, residenti in Milano).

Il feeling con Expo al momento della assegnazione a Milano, nel 2008 orgoglioso

40%

curioso

24%

scettico/pessimista

19%

non risponde/non ricorda

17%

Benefici concreti alla città di Milano sì

75%

no

20%

non sa/non risponde

5%

Benefici concreti alle persone sì

20%

no

65%

non sa/non risponde

15%


P rendete una lunga tradizione. Aggiungete una ricca dose d’ innovazione e mescolate fino ad ottenere il giusto equilibrio. Lavorate il tutto con una forte passione. Irrorate con abbondante cortesia e attenzione ai dettagli. Lasciate riposare nelle splendide camere a disposizione. Servite, anzi, lasciatevi servire, in un luogo d’incanto. Casa Vissani. L’eccellenza è la nostra specialità.

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Ilpersonaggio

«In un evento studiato per attrarre milioni di visitatori da tutto il mondo, noi stiamo lavorando su un sottoinsieme molto più piccolo, qualche decina di migliaia di persone, ma importantissime per l’economia italiana: le imprese straniere che potranno scoprire i nostri prodotti intermedi della filiera agroindustriale»: Riccardo Monti, riesce a essere cordiale e alla mano pur incastrando una conversazione strategica in un’agenda fittissima di incombenze immediate. Ha salutato una delegazione britannica, sta per incontrare esponenti arabi, dopo mezz’ora lo attende un autista che lo porterà al Ministero per lo sviluppo economico. E lui, con l’aplomb del diplomatico napoletano di ieri, di oggi e di sempre, ma con la semplicità concreta del manager internazionale, si sofferma a spiegare perché anche dell’Expo 2015 si può fare una grande occasioni di promozione dell’export.

"Pensiamo anche agli investitori” di Sergio Luciano

Riccardo Monti, 45 anni e un background di esperienze internazionali, è da due anni presidente dell’Ice, l’Agenzia governativa per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle aziende italiane (oggi si chiama Italian trade agency), e ci spiega come l’Expo possa diventare una grande occasione di promozione dell’export 40

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Ci spieghi meglio, dottor Monti... Veda, l’Italia è leader mondiale nella produzione di macchinari, e non solo, dedicati al ciclo produttivo che va dal campo allo scaffale del supermarket. Parlo di macchine agricole, robot per il primo processamento dei beni, per il packaging, parlo anche di tecnologie digitali per il tracciamento dei prodotti alimentari, di cui le imprese italiane, disponendo di un patrimonio comune di 300 tra prodotti Dop e Igp, sono espertissime. Ebbene, a questo genere di eccellenze, che tutte insieme rappresentano un grandissimo business, non sono ovviamente interessate le famiglie, i normali turisti che verranno da tutto il mondo a visitare l’Expo, ma sono interessatissimi gli imprenditori agroalimentari di mezzo mondo. Ed è a loro che dobbiamo rivolgerci per portare a casa risultati concreti. Di solito, gli operatori industriali vogliono vedere dove una determinata tecnologia è applicata ma anche dov’è prodotta. Saranno accontentati.


Un lavoro in più per l’Ice? In fondo è il nostro lavoro ordinario, ogni anno assistiamo 30 mila aziende, molto al di là di quelle che partecipano alle fiere internazionali. Verso quali mercati ritenete che sia più giusto focalizzare gli sforzi? In questo momento stiamo cercando di focalizzarci sui mercati con le maggiori potenzialità di crescita nel breve termine, a cominciare dagli Usa, dove contiamo di portare a casa, come sistema Paese, 6-7 miliardi di export aggiuntivo nei prossimi 2 anni. Abbiamo alle Porte il Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, ndr), che comporterà una forte semplificazione dei processi esportativi soprattutto per i vincoli non tariffari! Dunque secondo lei l’Italia si gioverà del Ttip? La riflessione di fondo è che sia il sistema europeo che quello statunitense hanno un livello molto avanzato di tutele per i consumatori, quindi il principio di reciprocità funzionerà, pur nel bilanciamento delle rispettive specificità. Per questo l’Italia è tra i Paesi europei destinati a giovarsi maggiormente del Trattato. Gli Usa, dunque. E poi? Poi gli altri grandi quadranti commerciali come la Cina, dove prevediamo una crescita di quasi un +10%; è un trendissimo Paese che sta traghettando verso i consumi un’economia basata finora sugli investimenti. Poi ci sono altri mercati meno battuti finora come il Messico, i Paesi dell’Asean, un’unione doganale con 600 milioni di abitanti che vanno integrandosi col mondo a una velocità crescente…

I mercati verso i quali orientarsi in questo momento? Quelli con le maggiori potenzialità di crescita nel breve termine, a cominciare dagli Usa. Poi la Cina, Paese trendissimo che sta traghettando verso i consumi un’economia finora basata sugli investimenti. E i mercati meno battuti come il Messico e i Paesi dell’Asean

Ma le tante piccole e medie imprese italiane sapranno avvalersi di queste nuove opportunità? Noi le incentiviamo in tutti i modi: formule consortili o associative, purché si faccia massa critica, che vuol dire economie di scala sulla logistica, la promozione, la vendita, l’organizzazione. Se si è piccoli e locali è difficilissimo riuscire a entrare nei grandi mercati esteri. Per fortuna, i contratti di rete funzionano, i consorzi per l’export sono uno strumento storicamente efficiente, in generale, i distretti si sono ben attrezzati. maggio 2015

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ilpersonaggio

Il ruolo delle banche resta centrale

E le Camere di commercio? Sono utili o no? Direi di sì, la rete camerale in Italia è per noi preziosa, perché noi non abbiamo una rete nostra e quella delle Camere di commercio ci porta clientela. All’estero le Camere di commercio italiane private sono interessanti aggregatori di comunità, ma secondo me non devono fare promozione, devono collaborare con noi, è molto più proficuo… Come combatterete il fenomeno dell’Italian sounding? In tutti i modi possibili, fermo restando che al 95% è un fenomeno legale. Dobbiamo lavorare sull’educazione al gusto e all’autenticità, dobbiamo far capire al mercato perché un prodotto originale anche se costa di più di quello imitato è molto molto più buono e salubre. 42

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Ci invita a non essere troppo critici nei confronti delle banche, il presidente Monti. Spesso percepite come estranee a quest’ansia da export che sta finalmente pervadendo il sistema Italia, in realtà, ci spiega «in questi ultimi anni molti istituti si focalizzano spontaneamente sulla parte sana della loro clientela, quasi sempre tutta costituita di imprese che esportano. L’obiettivo è di trasformare tutte le banche in consulenti in grado di sostenere chi ha il potenziale per diventare un forte esportatore e non lo fa ancora». «Ice – prosegue Monti – con una sede estera di 70 uffici, svolge un ruolo di supporto alle imprese a detta di tutti importantissimo. Ma le banche restano centrali, perché si passa da esse per quasi tutti i momenti della filiera dell’export, dalla lettera di credito in là».

Come procede la collaborazione con la rete delle ambasciate? Molto bene. Il riassetto sistemico fissato dalla legge si sta facendo sentire, l’Ice non è una diplomazia parallela ma, sotto il ruolo di indirizzo e controllo delle ambasciate, agisce in stretto raccordo con esso come un pezzo del sistema Italia operativo all’estero sul business. Per rimarcare questa contiguità in trenta Paesi abbiamo anche integrato in nostri uffici dentro quelli dell’ambasciata. Ci siamo astenuti dove lo sconsigliano ragioni di sicurezza.

È importante che le piccole e medie imprese facciano massa critica, che vuol dire economie di scala su logistica, promozione, vendita, organizzazione. Certo, se si è piccoli e locali è difficile entrare nei grandi mercati esteri. Per fortuna i contratti di rete funzionano, i consorzi per l’export sono uno strumento storicamente efficiente, e in generale i distretti si sono ben attrezzati


DARIO GANAHL


i viaggi del gusto di...

di Germana Cabrelle

Davide Oldani: la mia cucina sostenibile Davide Oldani, fra i maggiori chef della cucina italiana, è uno dei volti di Ambassador Expo 2015 oltre che il fautore della “cucina pop”, quella che coniuga alta qualità a costi accessibili, con etica ed estetica, e dove anche gli ambienti sono misurati ed eleganti. Il giusto e il gusto, insomma, come recita il titolo di un suo libro. Dopo aver collaborato con importanti cuochi di calibro internazionale, da una dozzina d’anni Oldani dirige il suo ristorante di Cornaredo, il D’O, e lo scorso anno ha aperto il Davide Oldani Café alla Malpensa. Preso da esempio all’estero per il suo piglio imprenditoriale e l’innata creatività, nel decalogo della sua “cucina pop” spicca il sesto comandamento: “La priorità, per chi cucina, è l’attenzione al benessere delle persone”. Che è un po’ il denominatore comune di Expo: nutrire il pianeta. A proposito, come vive questo ruolo di ambasciatore di Expo 2015? Con grande soddisfazione perché è motivante, è bello, perché va nella direzione della sostenibilità che è il percorso che dobbiamo compiere tutti. Chef, lei ha detto che l’alimentazione sana è il grande tema di Expo. Se dovesse attribuirle un sapore come sarebbe questo cibo sano: dolce o salato? Dolce e salato insieme e direi che lo zafferano, peraltro tipico e connotante di Milano, sarebbe il sapore perfetto e che meglio interpreta questo connubio. Infatti, quando mi è stato chiesto di dar vita a una creazione gastronomica ispirata all’Esposizione Universale ho scelto il piatto meneghino per eccellenza, il risotto giallo: “Zafferano e riso alla milanese D’O” l’ho chiamato. Ed è la mia portata celebrativa e rappresentativa, perché punta alla valorizzazione del lavoro dei contadini e della filiera alimentare, con tre ingredienti essenziali: riso, acqua e zafferano, peraltro a chilometro zero, coltivato e lavorato da una piccola azienda agroalimentare di Varedo, qui nel milanese. 44

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Sono convinto che la gastronomia italiana sia grande – oltre che per varietà e gusto – anche per la possibilità che offre di essere costantemente reinterpretata: io l’ho fatto con semplicità, dando valore a tutti gli ingredienti e facendo della stagionalità e dell’alta qualità dei prodotti due punti fermi. A questi punti cardine ho aggiunto un principio: la ricerca di un’armonia nell’equilibrio dei contrasti

Il logo di Expo sono quattro lettere coloratissime e anche la mascotte è a tinte accese. Quanto sono importanti i colori in cucina? Importantissimi. Perché a seconda della stagionalità si hanno nei piatti cromatismi diversi e si può giocare con gusti e abbinamenti anche visivi. I colori parlano ai sensi. In tutti i sensi. Oltre al cibo, qual è un’altra energia per la vita, secondo lei? Considero il cibo la base di tutto, perché di esso non si può fare a meno. Poi viene il movimento, lo sport. Perché anche il movimento è vita per definizione. Il suo viaggio del gusto? Senza dubbio il giro della Toscana per assaggiare gli ottimi vini rossi, mangiare la panzanella e la costata fiorentina. Ci dice come si caramellano i sogni? Credendoci e sostenendoli tutti i giorni con impegno, costanza, dedizione. Volontà, insomma.

10 pillole di filosofia pop (secondo Davide Oldani) 1. Bisogna valorizzare l’equilibrio dei contrasti, in cucina e nella vita. 2. In cucina, il design è il contenitore che deve valorizzare il contenuto. 3. Ogni attività deve avere un profitto, ma i prezzi devono essere corretti. 4. La curiosità e l’osservazione sono il modo migliore per interpretare le esigenze dell’ospite. 5. Da ogni errore nascono possibilità, basta saperle sfruttare. 6. La priorità, per chi cucina, è l’attenzione al benessere delle persone. 7. Ogni ingrediente, dal più umile al più ricercato, merita lo stesso rispetto. 8. Al vino si deve dare la giusta importanza. 9. La spesa va fatta sempre a stomaco pieno, per evitare sprechi. 10. Il brand deve essere immediato, facile da ricordare. maggio 2015

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consumi&tendenze

Emozioni allo scaffale di Francesco Condoluci

Cosa ci induce a scegliere una marca di biscotti invece che un’altra? Che tipo di azioni si innescano nel nostro sistema nervoso mentre leggiamo l’etichetta di una bottiglia di vino o assistiamo a uno spot? C’è una disciplina in grado di dare risposte a tutte queste domande. Scopriamone insieme i segreti È la scienza che coniuga il tradizionale approccio economico del marketing con quello della neurologia e della psicologia per provare a classificare i comportamenti di acquisto dei consumatori e determinare quali sono le strategie di promozione commerciali più efficaci. Si chiama neuromarketing e ha in Italia uno dei più autorevoli esperti: il professor Vincenzo Russo, che da oltre 15 anni insegna Psicologia dei Consumi presso l’Università Iulm di Milano. Russo, siciliano di origine e milanese d’adozione, dalla fine degli anni Duemila si interessa in particolare di consumi alimentari, cioè del rapporto tra neuromarketing e comunicazione applicato al food&wine. Non è un caso che, oltre a coordinare il Centro di Ricerche di Neuromarketing Behavior and Brain Lab, per la sua università dirige anche un master in Food and Wine Communication in collaborazione con il Gambero Rosso. Con lui abbiamo provato a capire meglio in cosa consistono gli studi di neuromarketing e come vengono eseguiti. «La 46

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forza delle nostre tecniche – ci spiega – sta nella possibilità di misurare oggettivamente ciò che noi psicologi dei consumi abbiamo sempre cercato di valutare, ovvero le emozioni che guidano i comportamenti di consumo. Le tecniche neurofisiologiche usate consentono, infatti, di verificare con maggiore precisione la variazione della condizione emotiva rispetto a uno stato di quiete o comunque a una condizione presa come punto di riferimento». All’interno del laboratorio dello Iulm, per studiare tali reazioni vengono utilizzati come parametri la sudorazione cutanea, la variabilità cardiaca, il ritmo di respirazione il livello di tensione/rilassamento del tono muscolare, il battito cardiaco, i segnali elettroencefalografici del cervello, il movimento del volto e quello oculare. «Il neuromarketing – aggiunge Russo mentre ci guida alla visita del Neuromarketing Behavior and Brain Lab – si offre dunque come insieme di strategie e tecniche di indagine su quegli aspetti oggi ritenuti determinanti nel processo di consumo: il coinvolgimento emotivo, la focalizzazione attentiva e la memorizzazione. Questa tecnica trova la sua giustificazione in due profondi mutamenti nel campo degli studi sul consumatore. Da una parte la disponibilità di tecnologie avanzate in grado di analizzare le più piccole alterazioni psicofisiologiche e neurologiche. Dall’altra parte la consapevolezza che il modo di pensare e studiare il consumatore si fonda sempre più sull’idea che “non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano” ovvero il modello decisionale che caratterizza gli essere umani è fortemente impregnato dalla dimensione affettiva».

La comunicazione aziendale su carta stampata? Si memorizza meglio e ha un impatto emotivo maggiore di quella via web. Questo significa che pianificare pubblicità su quotidiani e riviste è ancora fondamentale visto che il messaggio resta più impresso e, in genere, raggiunge l’élite che ha una maggiore capacità di influenza sociale

Sensazioni food&wine In questi anni, Russo e la sua equipe hanno lavorato tantissimo nello studio della comunicazione nel comparto del cibo e del vino, «perché – puntualizza il professore – sono fortemente caratterizzati da coinvolgimento emotivo». Ad essere misurata, nel dettaglio, è la reazione del consumatore alla forma e ai colori di un packaging, a un’etichetta di un vino, alle immagini di un sito per la promozione online, ai sapori di un prodotto trattato con un gel che riduce la quantità di conservanti in una merendina: «In questi casi – sono ancora le parole dell’accademico – misuriamo l’effetto che ha il prodotto o brand in termini emozionali (quelli che spingeranno il consumatore a sceglierlo) o in termini di stress cognitivo per comprenderne le sue caratteristiche». maggio 2015

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consumi&tendenze

Carta canta

L’attività del Centro di Ricerche di Neuromarketing Behavior and Brain Lab Iulm parte nel 2010 con la finalità di applicare le potenzialità della ricerca neuroscientifica al mondo dei consumi e del marketing. L’obiettivo è stato, fin dall’inizio, quello di capire se le tecniche di neuromarketing potessero contribuire a comprendere meglio il comportamenti dei consumatori e l’efficacia della comunicazione. Il Centro è nato in stretta collaborazione con le imprese e in particolare con la società Mind Room di Vicenza, azienda impegnata nelle applicazioni di Bio e Neurofeedback per la formazione del personale, e con la collaborazione con docenti di altre Università, come il professor Luca Mainardi del Politecnico di 48

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Milano e il professor Riccardo Barbieri del Mit di Boston. A essere coinvolti nel progetto anche psicologi e sociologi dei consumi, bioingegneri, esperti di marketing e di statistica medica. Il Centro si caratterizza anche per la guida di un comitato scientifico di primissimo ordine, composto dal professor Paolo Moderato, esperto di analisi del comportamento, come presidente, il professor Mauro Ceruti, uno dei più noti epistemologi d’Italia, il dottor Riccardo Manzotti, il ricercatore della Iulm più premiato a livello internazionale per le ricerche sulla coscienza, e il preside della Facoltà di Comunicazione, Relazioni Pubbliche e Pubblicità Iulm, nonché noto critico cinematografico, professor Gianni Canova.

Il volume a cura di Vincenzo Russo ci spiega come funziona il neuromarketing e quali sono i principi teorici che ne giustificano l’applicazione nel campo dei consumi. 272 pp 33 euro

Vincenzo Rus so (a cura

di)

NEUROMAR COMUNIC KETING, E COMPORTAZIONE AM DI CONSUM ENTI Principi, strumen O ti e applicazioni nel food and

LI

Il Lab da vicino

FRANCOANGE

Dimostrazione dell'utilizzo dell'Eye Tracking, dispositivo che analizza il movimento oculare del soggetto studiato, organizzata dal Neuromarketing Behavior and Brain Lab allo scorso Vinitaly

Tra una misurazione e l’altra delle “emozioni commerciali”, qui allo Iulm è venuto fuori anche un risultato sorprendente: mettendo a confronto le stesse pubblicità su tre canali (tablet, cartaceo e web) è stata rilevata una forte capacità di memorizzazione e un più elevato impatto emotivo di ciò che viene promosso sul cartaceo rispetto al web. Insomma la pubblicità cartacea impatta di più sul consumer rispetto alla quella online? «Sì – risponde Russo – la comunicazione sul cartaceo è ancora fondamentale: viene memorizzata di più e coinvolge in genere l’élite che ha una maggiore capacità di influenza sociale. Ne consegue l’importanza che hanno gli investimenti di un’azienda su questo canale». Ovviamente, alla luce dei risultati, da qualche anno il mercato ha drizzato le antenne rispetto ai riverberi commerciali degli studi di neuromarketing: «In effetti stiamo lavorando tanto con le aziende e gli enti che vogliono sviluppare spot sociali emotivamente efficaci – conclude Russo – ma le potenzialità del neuromarketing sono infinite perché ci permette di integrare i dati tradizionali di studio dei consumatori con informazioni sulle emozioni provate senza che vi sia l’intervento della razionalizzazione. Se nel 1876 John Wanamaker, direttore delle Poste in America poteva dire “So che metà dei soldi che spendo in pubblicità sono del tutto sprecati… ma non so quale sia quella metà”, oggi il neuromarketing può darci chiare indicazioni su quale metà dei soldi investiti possa considerarsi ben spesa».

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Cibo&Territorio Cibo&Territorio 56

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52 Il pane e i libri

76 Wine tour: il Brunello

C'è un antico legame tra la letteratura e l'alimento più universale: scopriamo quale

56 Eccellenze trevigiane

Viaggio goloso nella Marca, tra radicchio, prosecco, formaggi ubriachi e "gondoete"

62 L'olio dei Monti Pisani

Il vino-simbolo mondiale dell'eccellenza italiana, la sua terra di origine, i suoi segreti

78 Valpolicella, di vigna in villa

Verdi colline vitate e dimore storiche: Veneto dalle piacevolezze senza pari

ecco un lembo di

da pag. 70 Rubriche

• Occhio ai consumi • La salute nel piatto • Scenari alimentari • Il buono a tavola • L'orto dei semplici • Il ristorante

Storia della famiglia Bovoli, olivicoltori dalle mani sapienti e dal cuore pieno di passione

66 Scienza e Vita

Un mondo capace di sfamare tutti e in maniera sana è possibile? La parola all'esperto

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cibo&territorio

Pane al pane libro al libro di Riccardo Lagorio

Grazia Deledda, Giovanni Pascoli, Giuseppe Verga e Alessandro Manzoni. Sono solo alcuni dei giganti della letteratura italiana che hanno raccontato, cantato, evocato questo alimento vitale, primordiale. La cui sacralità è sottolineata da usanze e motti di spirito dalle origini ancestrali, talmente consolidati nel nostro quotidiano che riscoprirli stupisce

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Per conoscere da vicino la cultura di un popolo esistono due forme: una materiale e l’altra immateriale. Il pane coincide con la prima categoria, la letteratura con la seconda. Il pane in letteratura o, altrimenti detto, la letteratura che chiama in gioco il pane per esprimere valori e virtù, è la sintesi di questo interessante percorso di avvicinamento a una civiltà. Lo dicono, prima di tutti gli altri riferimenti letterari, le fiabe, specchio e spicchio di saperi e inconsce consapevolezze. Cappuccetto Rosso porta, su indicazione della madre e attraversando un bosco pericoloso, pane (e vino) alla nonna perché si riprenda dalla malattia e Pollicino segna la propria strada con briciole di pane, astenendosi dal mangiarlo, per ritrovare la via di casa (benché gli uccelli, che rappresentano una natura matrigna, avrebbero vanificato il suo sforzo). Il pane, insomma, è simbolo. Simbolo di vita e rappresentazione del proprio passaggio. Ne sapevano qualcosa anche gli indios Zapotechi che mettevano figurine di pane sulle tombe dei loro defunti, tradizione che i panettieri di Città del Messico celebrano il 2 novembre con il pan de muertos, fatto di farina di frumento e foggiato in modo da riprodurre lo scheletro e i suoi componenti. Simbolo di ancestrali culture. Lungo il perimetro del Mediterraneo si ritrovano i medesimi costumi popolari legati all’uso del pane: bisogna che sia rotto con le mani, sulla tavola deve essere sempre posato al diritto e mai al rovescio perché porta sfortuna e, se malauguratamente cade a terra, deve venire raccolto con rispetto o addirittura baciato.

Memorie isolane Lo scriveva Grazia Deledda, a cui toccava prima dell’alba di fare il pane in casa per tradizione domestica: e le tradizioni domestiche erano religione e legge. Per fortuna non tutti i giorni, avrebbe raccontato perché il pane biscotto che ha il nome caratteristico ma appropriato di carta di musica dura interi mesi senza guastarsi, specialmaggio 2015

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cibo&territorio

Il pane è simbolo di vita e rappresentazione del proprio passaggio. Prima della letteratura ce lo dicono le fiabe, specchio e spicchio di saperi e inconsce consapevolezze. Cappuccetto Rosso, per esempio, porta pane (e vino) alla nonna perché si riprenda dalla malattia, mentre Pollicino segna la propria strada con briciole di pane per ritrovare la via di casa

mente d’inverno (Il dono di Natale). Nasce da una sottile sfoglia che si gonfia una volta messa a contatto del calore del forno. Incisa lungo la circonferenza se ne ottengono due dischi che si rimettono nel forno a biscottare: il pane carasau, una delle carte d’identità alimentari dell’intera Sardegna, adatto per accompagnare una molteplicità di cibi. Ma in letteratura il pane è come metafora dei rapporti sociali. E se nella cultura contadina della Sicilia preindustriale il vero uomo era colui che mangiava pani travagghiatu, ottenuto, cioè, con il sudore della propria fronte, all’opposto ci stavano il pani persu e il manciapani a trarimentu come racconta Giuseppe Verga nelle sue Novelle rusticane. Mangiapane a tradimento era il fannullone, il perdigiorno che viveva a spese degli altri e ostentava la condizione privilegiata; pane perso colui che non riusciva a lavorare perché poco dotato di muscoli o perché malaticcio.

La riscoperta del miglio

Schüttelbrot: effetto madeleine Una particolare variante del pane di segale, lo Schüttelbrot, arricchito da cumino e trigonella è un po’ l’emblema della cucina altoatesina. Questo pane scuro e duro è assai delizioso scheggiato con le mani e abbinato a tocchetti di pancetta affumicata e cetrioli per una merenda o uno spuntino e numerosi sono i passi di autori che lo nominano come ricordo di quelle terre.

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Sottili distinzioni ancora in uso negli anni Sessanta del Novecento nella terra prediletta a Cerere, il granaio dell’antica Roma, dove la pagnotta del Dittaino si fregia oggi dell’ambita Dop: un pane profumato, dalla crosta consistente e dal colore giallo della mollica, con alveoli fini e uniformi. Rispondono Milano e la Lombardia con il pane di miglio, considerato per secoli poco più che alimento di animali. Lo si ritrova in un’antica ballata, ripresa ultimamente da Nanni Svampa, E con la cicca in bocca. Letta ai giorni nostri, quando l’intrallazzo tra mafie di diversa natura e politica regge i poteri e gli affari, fa quasi tenerezza il ricordo della ligera, la criminalità organizzata di tempi andati: E con la cicca in bocca/e la forma di pan di miglio/la povera ligera/va a portare i mattoni/e con tutti i tram che ci sono/la povera ligera viaggia sempre a piedi (testo tradotto). Poco importa se l’attuale proliferazione di pani speciali ha reso il pane di miglio oggetto di


Briciole di versi Pane simbolo di identità, e chi meglio di Gioachino Belli assurge a destriero di parlata locale che diventa universale? Er pane casareccio, quello che oggi a Genzano viene marchiato con l’Igp, tondeggiante e dalla crosta scura profumata di cereale, è anche allegoria delle grazie femminili, esaltate dalla morbidezza delle parole: Hai fatto er pane in casa eh pacchiarotta?/parla, racchietta mia fricciacarella./Perch’io t’allumo ccqui sta bbagattella/de patume all’usanza de paggnotta. Di altro stile, e non poteva essere altrimenti per il poeta del Fanciullino, la preparazione da parte della sorella Maria della piada, quel pane sottile romagnolo, che pure oggi vanta un’Igp sotto la denominazione Piadina romagnola e numerosi estimatori per la sua versatilità in cucina: Ma tu, Maria, con le tua mani blande/ domi la pasta e poi l’allarghi e spiani;/ed ecco è liscia come un foglio e grande/ come la luna; e sulle aperte mani/tu me l’arrechi, e me l’adagi molle/sul testo caldo e quindi t’allontani. Leggerezza e felicità di giochi linguistici che sono propri del poeta e della piadina.

“Er pane casareccio” cantato da Gioachino Belli è lo stesso che oggi a Genzano – borgo antico immerso nel verde dei Colli Albani – viene marchiato con l’Igp. Tondeggiante e dalla crosta scura profumata di cereale, è anche allegoria delle grazie femminili culto per molti e i semi di miglio arricchiscono numerosi pani odierni ai cereali, esso da sempre ha rappresentato il pane della società meno abbiente al pari del pane nero. E per questa ragione lo racconta metaforicamente anche Giovanni Pascoli nell’ode dedicata alla nebbia, in attesa che peschi e peri diano buon miele per renderlo meno sgradevole.

In salute e malattia Il pane è religione. Tanto lo è per l’inquieto questuante padre Cristoforo dei Promessi sposi che conserverà per lungo tempo il pane del perdono ricevuto dal fratello del nobile ucciso e donerà un pane del perdono a Renzo e Lucia come ricordo della sua persona e della terribile esperienza vissuta dai

Nell'immagine in alto il borgo di Genzano (Rm), nella pagina a sinistra il tipico Schüttelbrot altoatesino

due; quanto per il protagonista del romanzo che da terra, durante i primi segnali di rivolta, lo raccoglie con animo cristiano per lo sciupio di farina e pane della Provvidenza. Amare il pane cuore della casa, onorare il pane fragranza della terra e rispettare il pane orgoglio del lavoro erano anche tre doveri che erano tenuti a rispettare gli alunni elementari degli anni Trenta, mandando a memoria alcuni versi scritti dallo stesso Benito Mussolini. E se tra i proverbi, che sempre rappresentano l’acutezza e l’anima popolare, a quello lucano Bone so’ li ffiche e pure li cerase, ma trist’a quera panza ca pane nun ge trase (Buoni i fichi, buone le ciliegie, ma triste quella pancia dove non entra pane) replica bene il toscano Pane di bon grano, tiene il medico lontano, solo nella penisola italica poteva nascere un arguto motto per rappresentare l’idea di essere diretti e leali: pane al pane, vino al vino. maggio 2015

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Eccellenze di Marca di Francesco Condoluci

Treviso è radicchio rosso. È Prosecco. È formajo imbriago e dolci gondoete. Treviso è arte. Del buon vivere prima di tutto, con la sua provincia così verde. Con le sue ville e i grandi artisti che qui sono nati e qui hanno lasciato memorie di colore: affreschi di un’epoca bucolica che sembra destinata a rivivere

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Terra d’acqua risorgiva e di vino che fa le bolle, di formaggi ebbri d’aromi e di rossi fiori d’inverno, la Marca di Treviso – che “Marca”, nel senso di marchesato, a ben vedere, non è mai stata, sebbene la storia le abbia lasciato in dote questo titolo assai vezzoso – è provincia florida, effervescente, armoniosa come le sue colline prealpine, e mai banale come sanno esserlo i suoi vigneti degni d’una tela d’artista. Ricco d’arte d’ogni sorta come i dipinti di Tiziano, Giorgione, Lotto e Cima, le città murate, i castelli e i torrioni, il Trevigiano – un fazzolettone inframmezzato da fiumi, colli e poggi guardati dall’alto dalle cime del Bellunese e accarezzati in basso dalla laguna veneziana – è sempre capace di raccontare storie stuzzicanti per il palato. Laddove la proverbiale forza industriale di questo pezzo del Nordest italiano, sopraffatta dalla crisi, da una decina d’anni ha segnato il passo, il talento e l’operosità dei suoi tanti artigiani del gusto invece non sono mai venuti meno. Anzi. Proprio dalla progressiva deindustrializzazione, i trevigiani hanno saputo ripartire, puntando su quelle produzioni agroalimentari in cui da sempre esprimono il loro “saper fare” e che, da secoli, fanno della Marca un luogo di buona tavola. Dire Treviso e pensare, ad esempio, al suo radicchio rosso – “il dono che l’autunno fa all’inverno per rallegrare i suoi campi brulli e incupiti” così lo descrive la saggezza popolare – è cosa assai facile. Molto più che una semplice cicoria, il classico spadone trevigiano (assieme alla rosa di Castelfranco Veneto) da queste parti si fregia persino d’una strada dedicata, che dal capoluogo va fino alla città natale del Giorgione. In pochi sanno però che, lavorando di gomito e di cervello, c’è chi, quest’eccellenza dal delicato sapore amarognolo, è riuscito a farla diventare un must sulle tavole del Giappone. È il caso di Claudio Bellia, un arzillo agricoltore novantenne in pista fin dal 1969 quando, nei dintorni di Scorzè, a Cappella, mise su una piccola azienda agricola che oggi, condotta dai figli, esporta i cespi di radicchio nel Paese del Sol Levante, dove pare che “il fiore amante del freddo” sia apprezzatissimo. Tanto che, in queste contrade, non è raro veder spuntare giornalisti e fotografi dagli oc-

Colline del Prosecco in provincia di Treviso

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chi a mandorla in cerca dei celebri campi striati di vermiglio, malgrado la Strada del Radicchio, in realtà, passi lontano da qui, allineata com’è al corso del Sile che attraversa le campagne e, tra pale, macine e botteghe, regala vivide testimonianze dell’antica civiltà contadina.

Un lievito madre lungo un secolo Il punto d’arrivo della Strada, nella parte più a ovest della Marca è Castelfranco, che merita una sosta d’arte per godere della casa di Giorgione – il cui dipinto più celebre, la Pala di Castelfranco, è custodito all’interno del Duomo – delle antiche mura di mattoni rossi che ne cingono il centro storico. Proprio sotto una delle sei torri, quasi cent’anni fa la famiglia Fraccaro ci infornava il pane, dentro un forno austero dalla porta in legno e l’insegna di metallo che ancora oggi resiste al tempo. Esattamente come i Fraccaro. I quali, nel frattempo, si sono ingranditi e da quel piccolo panificio sono arrivati, nel 1970, a costruire un’industria, la Fraccaro Spumadoro Spa, specializzata in prodotti da pasticceria: pandori, panettoni, focacce, torte, brioche biologiche, colombe e il fiore all’occhiello della casa, la gondoeta, snack a forma di cornetto farcito con creme e confetture. «Lo produciamo per la Gdo in Italia e parte anche per l’estero», spiega Luca Fraccaro, attuale presidente del gruppo. «Se oggi il management ha un approccio moderno e adeguato ai tempi e ai mercati, il metodo di lavorazione e la filosofia sono rimasti quelli di sempre – aggiunge – ovvero materie prime genuine, lievitazione della pasta a 12 ore, tecnica artigianale e un ingrediente speciale: il lievito madre che accompagna la nostra storia fin dal 1932». L’ultima sfida i Fraccaro l’hanno lanciata qualche mese fa, aprendo, appena fuori Castelfranco, il loro primo flagship. «L’idea ce l’hanno data i nostri clienti, che continuavano a chiederci dove poter degustare i nostri prodotti» ripetono orgogliosi. In questo spazio gourmet, tra le tante specialità, si trova in scaffale anche l’Aroma Spumadoro, altro marchio di fabbri58

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La Marca di Treviso è provincia florida, armoniosa come le sue colline, e mai banale come sanno esserlo i suoi vigneti degni d’una tela d’artista. Ricco di città murate, castelli e torrioni,questo fazzolettone inframmezzato da fiumi e poggi, guardati dall’alto dalle cime del Bellunese e accarezzati in basso dalla laguna veneziana, è capace di raccontare storie stuzzicanti, soprattutto al palato In queste pagine, i celebri canali di Treviso, il radicchio spadone e, qui sotto un'angolo del Fraccaro store a Castelfranco

Giovani bollicine crescono Prima di lasciarsi alle spalle Treviso, sarebbe imperdonabile non fare un salto nelle terre del Prosecco. Anche il principe delle bollicine ha una sua Strada ovviamente: 42 km di verdi vedute care ai pittori del ‘500 e ai wine-lovers, che corrono da Conegliano a Valdobbiadene. In mezzo, anche la minuscola zona di produzione del prosecco più pregiato: il Cartizze. Nell’area del Prosecco Superiore Docg, Fabio Ceschin ha fondato nel 1978 l’azienda vitivinicola Il Colle, onorando una tradizione familiare che andava avanti dai primi del ‘900. Il Colle, tra Conegliano e San Pietro di Feletto, vanta 32 ettari di vigneti che regalano un’eccezionale qualità di Glera. La progenie dei Ceschin è l’ennesimo esempio della continuità: a gestire l’azienda oggi ci sono Francesco, Sara e Andrea, che da qualche anno hanno deciso di investire anche nel bio con un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg ottenuto dalle uve coltivate nei vigneti di Pedeguardia di Follina, appena 6 ettari. «Per noi – dice Francesco, il maggiore – non occuparci di Prosecco, avrebbe significato tradire la nostra famiglia e le nostre radici».


Signore e signori, Treviso di Germana Cabrelle

ca dei Fraccaro: una miscela di oli di agrumi e aromi d’acqua con la quale si preparano i dolci e la cui ricetta, assicurano qui, «è invariata dal 1940».

Formaggi… in cantina Più recente, ma sempre legata a passioni familiari, la storia del formajo imbriago e di Antonio Carpenedo, suo inventore. Oggi alla guida dell’azienda casearia di famiglia, fondata 40 anni fa da suo padre, c’è Alessandro Carpenedo che di questo formaggio messo ad affinare nel mosto che è diventato in pochi decenni una delle tipicità trevigiane, ci racconta le origini. «L’ispirazione arrivò dalla storia – spiega – Durante la Grande Guerra, i contadini, per difendersi dalla razzie dei soldati austro-ungarici in ritirata, nascondevano i loro formaggi dentro i tini ripieni di mosto o in mezzo alle vinacce. Scampato il pericolo e tirate fuori le “pezze” si accorsero che le croste erano diventate di colore violaceo e che i tannini del vino li avevano resi piccanti. Mio padre, che per tradizione familiare è sempre stato

un commerciante e stagionatore di formaggi, ha cominciato a dedicarsi all’imbriagatura dal 1976, registrando il marchio e inventando specialità casearie uniche che, attraverso l’affinatura, esprimono profumi, aromi e sapori della nostra terra». Oggi la gamma dei “conciati” di Carpenedo annovera circa 30 tipi di formaggio ricercatissimi tra “gli alpinisti del palato”: basti dire che il loro Toma Blu alle Erbe, un erborinato a pasta semidura affinato in barrique con fieno ed erbe aromatiche, s’è aggiudicato lo scorso anno l’argento al World Cheese Award di Londra. Lì, a Camalò di Povegliano, nel regno dei Carpenedo, fa bella mostra in laboratorio una torre costruita con tutte le creazioni del mastro affinatore Antonio che, come ama sottolineare, firma i suoi formaggi «con l’anima» trasferendo loro gli odori dei pascoli e il bouquet di Prosecco, Recioto, Raboso,Amarone. Quello dell’affinatore è un lavoro difficile: richiede studio, ricerca, selezione. Una vera e propria arte, che qualcuno ha deciso di provare a insegnare, mettendo in piedi un’Accademia internazionale che richiama qui ragazzi

Treviso è città d’acqua e di portici. L’acqua è quella dei fiumi celebrati nella Divina Commedia; i portici e le piazze quelli immortalati nel 1965 da Pietro Germi nel film Signore e Signori. Discreto e civettuolo al contempo, il capoluogo della Marca è un elegante salotto di pietra dove è bello passeggiare indugiando davanti a Piazza dei Signori, al palazzo dei Trecento, ai canali dove si specchiano le palazzine colorate, ai salti d’acqua che cingono il periplo del centro storico e che qua e là si aprono in cascatelle. L’attraversa il Sile e la contrassegnano i canali, dei quali il più celebre è il Buranelli. Accanto al Sile, Dante nelle sue terzine cita il fiume Cagnan al cui centro sorge la pescheria dove si svolgeva il mercato ittico. La grande storia ha lasciato traccia nelle mura cinquecentesche e nel congegno di chiuse sulle quali sorgono le tre porte, Altinia, San Tommaso e Santi Quaranta, ma anche nella Loggia dei Cavalieri, nel suo Duomo neoclassico e nel Chiostro di Santa Caterina. Per i suoi affreschi gotici e le facciate dipinte venne definita urbs picta ma Treviso sa essere anche godereccia. Basti pensare alla Fontana delle Tette, scultura rinascimentale (si dice che toccarla porti fortuna) i cui seni spillavano vino bianco e rosso a ogni ingresso di podestà veneziano o all’Ombralonga, un tour ininterrotto delle osterie della città a bere ombre (bicchieri) di vino. I piatti della tradizione sono la pasta e fasioi, il risotto con la luganega e la sopa coada, pasticcio di piccione in brodo. Ma a farla da padrone, qui, dove è nato al ristorante le Beccherie, è soprattutto il dolce Tiramisù. In coppia con la Fregolotta. maggio 2015

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Scelti per voi Quello dell’affinatore è un lavoro difficile, una vera e propria arte, che qualcuno ha deciso di provare a insegnare, mettendo in piedi un’Accademia internazionale a Bagnolo San Pietro di Feletto, piccolo comune a ridosso di Conegliano. La scuola casearia è nata quattro anni fa da un’idea di Carlo Piccoli, geniale e visionario mastro casaro provenienti persino dall’Africa per imparare a fare il formaggio come Dio comanda. La scuola casearia è a Bagnolo San Pietro di Feletto, un piccolo comune a ridosso di Conegliano che fa più uva che abitanti, ed è nata quattro anni fa da un’idea di Carlo Piccoli, un mastro casaro sui generis, geniale e visionario, marito di Emanuela Perenzin, erede di una famiglia dal cognome importante nel mondo dei formaggi di queste parti. Assieme, i due hanno ereditato una latteria storica trasformandola in una realtà all’avanguardia. Producono formaggi di vacca e di capra, di bufala e biologici, imbriaghi e Montasio Dop, occupandosi dell’intera filiera: dalla raccolta del latte alla produzione fino all’affinatura. Lì alla Latteria Perenzin hanno aperto anche uno spazio che fa da “tavola e bottega” e offre corsi e degustazioni a chi vuole addentrarsi nei loro “percorsi enogastronomici di ricerca”. «Il formaggio è una creatura che respira, vive e matura, e io amo accompagnare la gente alla scoperta del suo mondo straordinario», dice Carlo mentre ci fa assaggiare alcune sue creature: il ciok, formaggio ubriacato nel mosto di Cabernet e 60

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Merlot, il San Pietro dalla crosta ricoperta di cera d’api. Poi ci porta in laboratorio per farci scoprire il frutto della sua ricerca più ambiziosa: un macchinario grande come una lavatrice capace di produrre formaggi semplicemente spingendo un pulsante. «Il prototipo l’ha realizzato la Carpigiani – ci spiega – ma l’idea è mia. È un caseificio mobile, completo, racchiuso in soli 103 centimetri di altezza. Versandoci dentro il latte fresco chiunque può ottenere yogurt, ricotta e formaggi freschi di giornata». Ma a Carlo non interessa farci del business: «No, non l’ho fatto per guadagnare. Quello che mi interessa piuttosto è che anche nelle città si ritorni a consumare latte fresco». Eccolo, il Nordest operoso e creativo, paradigma di un’Italia talentuosa che, a differenza della grande industria, non smobilita. Anzi.

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Olive, arte e passione sotto il Monte di Domenico Marasco e Beatrice Ghelardi

La storia della famiglia Bovoli nasce alle pendici dei Monti Pisani e cresce alimentandosi di una tradizione rurale che sa d'antico e della voglia di fare le cose solo ed esclusivamente al top. Come i loro condimenti naturali a base di olive, limone, peperoncino, rosmarino, basilico, aglio

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Ha fatto la fortuna di tv e giornali di mezza Italia, portando nel nostro Paese i giochi interattivi che dal piccolo schermo coinvolgono gli spettatori a casa. Inventandosi Portfolio di Repubblica, e il Bingo di Sorrisi e Canzoni e Mike Bongiorno. Genio del marketing editoriale strategico, è abituato a fare le cose per bene e con passione, sempre. Stiamo parlando di Nicola Bovoli, oggi completamente votato all’agricoltura. Più precisamente alla produzione di un olio extravergine che definire straordinario è poco. L’abbiamo detto, Nicola o fa le cose “fatte bene” oppure non le fa. Il suo quartier generale si trova alle pendici del Monte Pisano, nel borgo medievale di Vicopisano che si fa conoscere dai viaggiatori per il suo paesaggio verde di oliveti, per i panorami mozzafiato, per i muretti a secco che da secoli disegnano i terrazzamenti delle coltivazioni e per la storia della Pieve e delle sue torri, come la Rocca del Brunelleschi. Siamo a pochi chilometri dalla città di Pisa, sulla Strada dell’Olio dei Monti Pisani, dove si avverte il dualismo monte-pianura, per i legnami, le pietre, gli olivi e la presenza dell’acqua che, con i suoi corsi, forniva energia alle pale dei molini o fungeva da via di trasporto verso Pisa, Livorno e Firenze. Qui si è insediato trent’anni fa Nicola Bovoli, per una passione, condivisa con la famiglia, che ancora si sente quando arriviamo al frantoio, con vista emozionante sulla Rocca.

Una storia d'amore con il territorio La natura è il cuore dell’azienda agricola Il Frantoio di Vicopisano e ne guida la filosofia produttiva. I Bovoli sono olivicoltori, frantoiani,

artigiani per la conservazione, fornitori per gli appassionati. Oltre 2 mila le piante di olivo della varietà frantoio, accanto alla vigna, al frutteto di pesche, pere e kiwi e al grande orto con gli ortaggi tipici toscani. Un no deciso a fertilizzanti e insetticidi: la lavorazione è bio, fatta sul posto, per una produzione naturale a Km zero. Così gli oli, i vini, le confetture, i sottolio e i liquori seguono ricette e lavorazioni che rispettano i sapori veri, l’ambiente e la qualità. «La nostra avventura – racconta Nicola Bovoli – inizia con l’acquisto di un casale, di un frantoio e di una decina di ettari a olivi». Oggi l’Antico Frantoio del Rio Grifone, che prende il nome dal ruscello vicino alla fattoria, lavora con un moderno impianto di frangitura a freddo, risorsa e punto di riferimento per il territorio. «Da noi vengono a frangere anche i piccoli proprietari della zona – prosegue Bovoli – che arrivano con le loro olive e poi portano a casa l’olio per tutto l’anno».Al frantoio le olive, rigorosamente raccolte a mano, sono subito immesse nella linea di frangitura a freddo (26°), dove si svolgono tutti passaggi: pesatura, defoliazione, lavaggio, molitura, gramola, decanter di ultima generazione a 2 fasi, centrifuga. Si fanno controlli severi e continui del livello di acidità, dei perossidi e dei polifenoli di ogni lotto, indispensabili per rilevare possibili difetti nel prodotto finito. L’olio extravergine d’oliva viene filtrato e stoccato in conche di acciaio inox, in ambiente protetto (sotto azoto), tenuto a temperatura costante, inferiore ai 18 gradi, fino all’imbottigliamento che viene fatto appena prima della commercializzazione.

L'aia della fattoria e del frantoio con l'ingresso dell'agriturismo e della Bottega del Monte

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Non solo drupe La famiglia Bovoli ama le cose semplici e naturali e la bontà dell’olio è la vera promozione per le vendite. Il Vicopisanolio Igp Toscano bio, orgoglio del frantoio, ha vinto numerosi premi e si è affermato in Italia e nel mondo. È fatto con le olive verdi, fruttato, elegante e perfetto per l’utilizzo a crudo in cucina, per bruschette e insalate, minestre e zuppe, pesce e carni grigliate. Si può assaggiare e acquistare nella Bottega del Monte, che si affaccia sull’aia della fattoria, dove si trovano i prodotti dell’azienda. L’olio extravergine Rio Grifone Igp Toscano Monti Pisani proviene da uliveti rigorosamente selezionati in zona ed è realizzato con la collaborazione dei migliori olivicoltori del Monte, che raccolgono le proprie olive giornalmente. I condimenti, aromatizzati in modo naturale, al peperoncino, al limone, al basilico e al rosmarino, nascono mescolando nelle macine del frantoio le olive appena raccolte a frutti e foglie freschi. Le marmellate di frutta (nettarina di kiwi, pesca, albicocca, susine, pera e ciliegie) sono realizzate con i prodotti dei frutteti. Per un buon bicchiere c’è l’elegante Sangiovese in purezza, il liquore di kiwi, la grappa di Ceppato e il vinsanto. Per chi vuole godersi il piacere della campagna e della genuinità c’è anche l’agriturismo, con due appartamenti, un modo per stare a contatto con la natura e comprendere meglio il processo produttivo agricolo “biologico” dell’azienda e del frantoio, visitabile ogni giorno, perché la famiglia Bovoli è sempre pronta ad accogliere turisti e curiosi che vogliono sapere di più della storia del Monte Pisano e dei suoi prodotti. «La nostra produzione nasce dalla ricerca appassionata della qualità, dal lavoro prima in campagna e poi in fattoria, dal piacere di saper ritrovare e condividere gesti e gusti che migliorano la vita di chi sa apprezzare e riconoscere la bontà». 64

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In queste immagini, l'incontro tra storia (la pressa manuale) e futuro (il frantoio Leopard Pieralisi). Da questo connubio nasce il claim: Antico Frantoio Toscano del Rio Grifone, il più antico e moderno frantoio del Monte Pisano

Scelti per voi dove mangiare Osteria di Ceppato A pochi passi dal Frantoio di Vicopisano il locale propone la cucina contadina toscana, con prodotti di qualità, principalmente a Km zero. Prezzo medio da 20 a 25 euro (bevande escluse) Via Della della Verruca 14 Vicopisano (Pi) Tel. 050.798143 www.osteriadiceppato.com

Il Frantoio di Vicopisano Località Palazzetto, 3/5 Vicopisano (Pi) Tel. 050.796005 www.vicopisanolio.it

Osteria Vecchia Noce In un frantoio del ‘700, nel borgo medievale di Noce, vicino a Uliveto Terme, il locale propone un’ottima cucina di territorio, di carne e pesce, attenta alle stagioni e che nasce dalla rivisitazione di antiche ricette. Prezzo medio da 45 a 50 euro (bevande escluse) Località Noce 39 Vicopisano (Pi) Telefono 050 788229 www.osteriavecchianoce.it



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di Giuseppe Pulina

Direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari


Cibo sano per tutti La sicurezza e la sostenibilità delle nostre scelte alimentari passano attraverso i nuovi mezzi di comunicazione smart. Per i produttori la posta in gioco è molto alta e di soluzioni facili, che tengano conto di tutti i fattori in ballo a livello globale, ancora non ce ne sono. Ma noi, da consumatori, possiamo dare il nostro contributo

I cambiamenti climatici e la progressiva riduzione in quantità e qualità della risorsa idrica, l’incremento demografico e il conseguente inquinamento dell’ambiente naturale, la crescente riduzione delle superfici destinate alla produzione di cibo, la globalizzazione dei mercati con la difficoltà di accedere ai canali di vendita in modo redditizio da parte delle piccole produzioni agro-zootecniche costituiscono le prossime sfide planetarie per la produzione delle risorse alimentari. La loro complessità richiede l’attivazione di azioni coordinate a livello di politiche ambientali, socio-sanitarie, agricole ed economiche, e uno sforzo da parte del mondo scientifico per lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative e sostenibili. Non da ultimo, il consumatore, che attraverso la disponibilità di informazioni chiare, trasparenti e indipendenti possa effettuare scelte di acquisto responsabili, e improntare i suoi stili di vita verso una maggiore sostenibilità. Cibo sicuro ed etico: è il tema di questa intervista al dottor Gianfranco Brambilla, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità in Roma. Esiste una ricetta sicura per un cibo sicuro? Se la lista degli “ingredienti” per garantire cibo sano e accessibile è di relativa facilità nella compilazione, appare più arduo eseguire ricette che tengano in conto i vari fattori in gioco in modo equilibrato, a meno che non si vogliano percorrere soluzioni estreme quali un’alimentazione con “cibo in provetta”. Di quali fattori parli? Dell’acqua, prima di tutto. Le infiltrazione di acqua salata (il cuneo salino) si stanno verificando nelle zone pianeggianti costiere, per il progressivo innalzamento degli oceani quale conseguenza del riscaldamento dei poli, sia per lo sfruttamento intenso della falda acquifera dolce. In Bangladesh, ad esempio, per la salinità delle acque, le risaie ora sono sostituite da allevamenti di gamberetti e la popolazione risulta esposta a patologie cardiache tipiche delle società occidentali, per l’aumentata assunzione di sodio tramite la dieta, ivi inclusa l’acqua potabile. La risposta sta nel diminuire l’emissione dei gas serra unitamente a un razionale utilizzo della risorsa idrica con il ricorso ove possibile anche all’utilizzo irriguo di acque reflue da impianti di depurazione ad alta tecnologia, in grado di abbattere i carichi inquinanti sia chimici che microbiologici. L’acqua dipende però dalla qualità dell’ambiente in generale... In realtà sì. Per esempio, gli animali allevati in modo estensivo, il pesce pescato, la selvaggina, riconoscono nella qualità del suolo, dell’aria, dell’acqua e dei sedimenti importanti fattori per la sicurezza alimentare. Proporre allevamenti estensivi e attività di pesca sostenibile all’interno di aree maggio 2015

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scienza e vita

protette, in zone ad alto valore paesaggistico caratterizzate da un basso impatto delle attività umane e industriali (i cosiddetti “distretti biologici”) può contribuire a coniugare gli aspetti di sicurezza alimentare e di sostenibilità ambientale, oltre a garantire la preservazione del paesaggio. La definizione degli Standard di Qualità Ambientale per la produzione di cibo è auspicabile, in modo da prevenire che produzioni ad alto valore aggiunto non riescano a raggiungere il consumatore perché potenzialmente non in regola con i limiti di legge. Un cibo sicuro dipende anche da noi... Anche il cibo prodotto il più naturalmente possibile può risultare contaminato: una consapevolezza nel consumo responsabile degli alimenti, attraverso sistemi di conservazione/ cottura in grado di inattivare/ ridurre eventuali patogeni, riduce il rischio di malattie. Questo è il caso, ad esempio, del consumo di molluschi solo se adeguatamente cotti, di pesce per il sushi solo se preventivamente congelato a temperature e durata tali da inattivare l’Anisakis, un parassita intestinale del pesce in grado di trasmettersi all’uomo. Un altro esempio può riguardare sistemi di cottura in grado di ridurre il contenuto dei grassi, veicolo di contaminanti ambientali persistenti quali diossine e policlorobifenili, che possono alterare la funzionalità del sistema ormonale e immunitario. Da ultimo, le raccomandazioni suggerite dall’Autorità Europea per La Sicurezza Alimentare (EFSA) per 68

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Il vocabolario internazionale Sostenibilita/sustainability. La sostenibilità genera e mantiene le condizioni atte a garantire uno sviluppo armonioso dell’uomo e della natura, in grado di soddisfare le esigenze delle generazioni attuali e di quelle future. Sicurezza alimentare/food safety. Le azioni intraprese per prevenire le malattie causate dall’alimentazione. Accesso alla risorsa alimentare/ food security. La possibilità che ogni persona, in qualsiasi momento, possa fisicamente, socialmente ed economicamente avere a disposizione un’alimentazione sana, nutriente e accessibile in grado di soddisfare i bisogni nutrizionali, e la scelta degli alimenti, per una vita attiva e in salute. Consapevolezza/empowerment. Il processo che permette a singoli individui o a gruppi di persone di acquisire piena capacità decisionale, e di usare tale capacità nelle relazioni sociali verso altri gruppi, istituzioni, e in generale verso altri componenti della società civile.

il rischio di esposizioni pre-natali al metil-mercurio, un metallo organico neurotossico presente naturalmente nel prodotto ittico. Sui siti web degli Stati Uniti, ad esempio, sono disponibili sistemi che correlano il tipo di pesce con i livelli di mercurio e, in base alle proprie abitudini alimentari e al peso corporeo, forniscono un indice di rischio di esposizione alimentare. Cosa suggerisci al consumatore attento? Gli consiglio di utilizzare le informazioni smart. Oggi, attraverso uno smartphone, mediante la fotografia di un codice a barre di un prodotto o di un QR Code, oppure mediante lettura di un microchip basato sulla tecnologia Ntsf, è possibile ricevare informazioni che vanno oltre le etichettature convenzionali e che possono riguardare valori nutrizionali, sostenibilità ambientale, valori etici, unitamente alla tracciabilità del prodotto, e in alcuni casi del processo. Un modo 2.0 per mettere in contatto produttore e consumatore, attraverso un sistema di garanzia sanitaria e per promuovere una generazione consapevole di giovani agricoltori, allevatori e consumatori in grado di coniugare sicurezza, qualità e remuneratività delle produzioni italiane.

Il QR Code Campania è un sistema di informazione pioneristico sviluppato in Campania che permette al consumatore di venire a contatto direttamente con il produttore di alimenti attraverso un sistema di geo-referenziazione, e di conoscere gli esami di laboratorio effettuati a garanzia del processo/prodotto alimentare



occhio ai consumi

di Claudio Modesti

Frutta senza tempo Fragole in dicembre, meloni a maggio. E le mele? 365 giorni l’anno, ovviamente. Ma in natura le cose non vanno proprio così, e golosità e ignoranza si pagano facendo il pieno di composti chimici che, quantomeno, inficiano gli effetti benefici di questi insostituibili prodotti Non ci sono più le mezze stagioni. Per la frutta e la verdura addirittura non ci sono più le stagioni: un’indagine ha rivelato che i consumatori, specialmente quelli che vivono nelle città, ignorano quale sia la stagione di crescita e di maturazione dei vari frutti. Senza addentrarsi nella valutazione delle caratteristiche organolettiche, sicuramente migliori nei prodotti che maturano nei giusti tempi, tanti i vantaggi del consumo stagionale. A partire dalla minore assunzione di composti chimici residui, come antimicotici sistemici e antimuffa, che debbono essere utilizzati in maggior quantità nelle colture in serra. Ciò vale anche per la frutta esotica che spesso può contenere residui di fitofarmaci proibiti in Europa, ad esempio l’etossichina. Si ritiene comunemente che sia sufficiente sbucciare la frutta per eliminare questi residui, in realtà non si tratta di una soluzione: i contaminati sistemici sono infatti presenti anche nella polpa; inoltre, con l’eliminazione della buccia vengono eliminati anche nutrienti importanti come vitamine e antiossidanti. Vale la pena di ricordare a questo punto che cibarsi con frutta e verdura provenienti da coltivazioni biologiche comporta minore assunzione di contaminanti, e questo dato oggi può finalmente essere affermato con sicurezza scientifica. Si 70

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Succhi e spremute: tutta la verità Nutrizionisti e pediatri consigliano di preparare in casa spremute e centrifughe, ma nella scelta dei prodotti industriali la lettura delle etichette può aiutare. Succo di frutta: contiene il 100% di frutta. Scegliete quelli senza zuccheri aggiunti e non sottoposti a concentrazione. Nettari di frutta: il contenuto di frutta non supera il 50%, e viene addizionata con acqua e zuccheri. Spremute di frutta: è composta di soli agrumi, con o senza aggiunta di zuccheri. Bevande analcoliche alla frutta: contengono soltanto il 12% di frutta, il quantitativo minimo fissato dalla legislazione. È prevista anche l’aggiunta di acqua, acido nitrico, succo di limone e acido ascorbico. Bevande al gusto frutta: hanno quantitativi inferiori ai minimi elencati. Va infine ricordato che la legislazione vieta l’uso dei coloranti ma consente di utilizzare aromi, dolcificanti, antiossidanti.

Si ritiene comunemente che sia sufficiente sbucciare la frutta per eliminare i residui chimici, che spesso in realtà sono presenti anche nella polpa. Inoltre, con l’eliminazione della buccia ci priviamo di nutrienti importanti come vitamine e antiossidanti è infatti recentemente concluso uno studio effettuato su vasta scala presso l’Università di Boise (Idhao) che mette in evidenza come chi consumi prodotti biologici presenti minore quantità di composti organofosfati – ampiamente presenti negli insetticidi e erbicidi – nelle urine. Molti invece gli studi in corso per definire i livelli di tossicità di tali prodotti, la cui assunzione cronica sappiamo già essere correlata a malattie neurologiche e teratogenità fetale.



la salute nel piatto

Antiossidanti: alleati di giovinezza Che contrastino i radicali liberi ormai lo sappiamo bene. Ce lo ripetono in continuazione. Cosa questo significhi però è oscuro ai più. Scopriamolo insieme, magari mentre mangiamo una bella porzione di frutta e ci cospargiamo di crema solare per limitare i danni dei raggi Uv...

A cura della Redazione scientifica Fondazione Veronesi testi di

Serena Zoli

“Ricco di antiossidanti, contrasta la formazione dei radicali liberi”. Quante volte abbiamo sentito queste parole senza conoscerne il significato? Facciamo allora un esempio prendendo uno zucchero, il glucosio. Giunto nella cellula del nostro organismo, viene consumato attraverso numerose reazioni di ossidazione, utilizzando ossigeno. Ma da queste reazioni nascono anche prodotti chiamati “radicali liberi”, che sono molecole di ossigeno capaci di danneggiare le strutture della cellula per l’appunto “ossidandole”. Una di queste strutture, particolarmente sensibile, è il Dna. Ed è qui che intervengono gli antiossidanti, molecole in grado di neutralizzare i radicali liberi perché essi stessi si ossidano al posto delle strutture cellulari. In altre parole sono dei veri e propri tutori delle cellule e anche della giovinezza. Ma i radicali liberi non nascono solo dal metabolismo cellulare. Possono generarsi anche da una prolungata esposizione ai raggi Uv, dal fumo di sigaretta e dall’inquinamento atmosferico. Inoltre, anche se rimangono da chiarire diversi importanti aspetti, è ormai un dato certo che patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, di Alzheimer e la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) sono associate alla presenza di danni da “stress ossidativo”, come pure alcune patologie del sistema cardiovascolare tipo l’aterosclerosi. Per queste ragioni una dieta ricca di frutta e verdura è una grande arma di prevenzione, benché il nostro corpo produca anche da sé sostanze antiossidanti. In particolare necessitano di essere regolarmente introdotti la vitamina C, contenuta in frutta e verdura, la vitamina E, contenuta negli oli vegetali, gli antiossidanti polifenolici come il resveratrolo, contenuti nei frutti, infine i carotenoidi come il licopene contenuti anch’essi nella verdura, in particolare nei pomidori. Una vera miniera di antiossidanti è l’uva nera, seguita immediatamente dai mirtilli. Una particolare attenzione però deve essere prestata alla cottura e alla conservazione dei cibi: in alimenti conservati per lungo tempo o cotti a lungo la quantità di vitamina C e di licopene può risultare notevolmente diminuita.

Come gli aztechi Una “scorpacciata” di antiossidanti? Comprate il guava, o guiava: il prezioso frutto dell’America Centrale, noto – e apprezzato – già in antichità dal popolo Azteco. Avrebbe la concentrazione più alta di antiossidanti: 500 milligrammi per 100 grammi di polpa. Sta proprio in cima alla scala della frutta anti età. Il suo succo è stato anche definito “nettare degli dei” tanto è delizioso.

Per saperne di più:

www.fondazioneveronesi.it

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ph. ales&ales


scenari alimentari

A cura dell’Osservatorio Agroalimentare Nomisma

Parola d’ordine: balsamico! Piace, piace tanto e non solo in Italia. Francesi e tedeschi ne vanno matti, e per tutti, in tutto il mondo, è sinonimo di Aceto Balsamico di Modena. Un ambasciatore del Made in Italy da difendere contro le imitazioni

Per saperne di più:

agroalimentare@nomisma.it www.nomisma.it

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L’Aceto Balsamico di Modena Igp viene oggi commercializzato in 120 Paesi. Con una produzione di 98 milioni di litri l’anno, esportata per oltre il 90% (soprattutto in Usa e Germania), è uno dei principali prodotti agroalimentari italiani nel mondo. Il fatturato alla produzione supera i 350 milioni di euro, e quello al consumo i 700 milioni: cifre che collocano l’Aceto Balsamico di Modena nella top ten del paniere delle specialità alimentari Dop e Igp italiane. Il grande successo dell’Aceto Balsamico di Modena, soprattutto in ambito internazionale, è testimoniato innanzitutto dalla notorietà del prodotto nel consumatore. Il 97% degli italiani conosce l’Aceto Balsamico di Modena Igp, ma l’awareness altissima riguarda tedeschi e francesi (dove la percentuale supera l’80%). È però la valenza evocativa del termine “balsamico” il termometro di quanto questo prodotto abbia una sua collocazione precisa nella percezione del consumatore. Quale prodotto e quali caratteristiche (organolettiche e produttive) vengono in mente al consumatore se in etichetta legge il termine “balsamico”? Il modello evocativo del termine “balsamico” è stato analizzato tramite un’indagine che Nomisma ha condotto in tre Paesi (Italia, Francia e Germania), realizzando 3.900 interviste. I risultati parlano chiaro: senza ogni dubbio il termine “balsamico” richiama nel

consumatore l’Aceto Balsamico di Modena, non solo in Italia (97%) ma anche in Germania (83%) e Francia (76%). Questo significa che se in etichetta il consumatore vede il termine “balsamico” pensa subito non a un aceto generico, ma proprio alla denominazione Aceto Balsamico di Modena. Quali sono i motivi che supportano tale modello? Non solo la notorietà che il prodotto ha acquisito presso il consumatore ma anche il ruolo che l’Aceto Balsamico ha oggi nelle abitudini di consumo. II tasso di penetrazione è elevatissimo: l’83% delle famiglie italiane, infatti, ha consumato Aceto Balsamico di Modena in almeno una occasione nel 2014; il consumo avviene prevalentemente in ambito domestico, anche se una parte consistente di popolazione lo utilizza sia in casa che fuori casa. Ma il grande successo che l’Aceto Balsamico di Modena sta ottenendo sui mercati internazionali è dato anche dal posto che questo prodotto occupa sulle tavole di tantissimi francesi e tedeschi: la penetrazione è pari al 69% in Germania e al 66% in Francia, ma è alta la quota di chi consuma almeno 2/3 volte a settimana Aceto Balsamico di Modena (rispettivamente 24% e 35%). Tutti numeri che vanno nella stessa direzione: l’Aceto Balsamico di Modena è un prodotto che di diritto fa parte dei prodotti ambasciatori del Made in Italy nel mondo.



winetour

Toscana Montalcino

Brunello, basta la parola di Elena Conti

Tra i simboli dell’eccellenza italiana nel mondo c’è anche lui, l’intenso rosso toscano inserito di diritto tra i 12 migliori vini del XX secolo. Il solo nome evoca alla mente calici ricolmi di profumato nettare, ma anche una terra e uno stile di vita che tutto il mondo ci invidia 76

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Non è certo esagerato dire che il vino Brunello di Montalcino è il simbolo della storia dell’enologia nazionale con la sua gloriosa tradizione che nasce dallo sfuso tipico delle osterie di metà ‘800, per arrivare alle straordinarie bottiglie servite nei ristoranti di lusso di tutto il mondo: a New York come a Mosca, a Londra come a Parigi o nelle grandi capitali orientali. Nomi di grandi famiglie come Biondi Santi, Ricasoli, Gancia, Carpenè, Rallo, Rivella, Cinelli Colombini, Costanti sono legati alla storia di questo protagonista emblematico. Nel 2002, grazie ai Biondi Santi, il Brunello è entrato in Altagamma, trovando il suo spazio nel firmamento del Made in Italy insieme a Gucci, Versace, Valentino, Bulgari e Ferrari. Un traguardo che testimonia come il vino sia ormai diventato un ricercato simbolo


Da Montalcino a Milano Il Consorzio del Brunello di Montalcino sarà presente a Expo all’interno del Padiglione Vino, nella stessa sala con agli altri Consorzi toscani, protagonista con esperienze sensoriali e degustazioni. L’intero Padiglione vino, realizzato all’interno del Padiglione Italia, sarà articolato come un percorso emozionale e uno strumento di divulgazione che si sviluppa attraverso i cinque sensi. «Un grande gioco di scoperte», lo ha definito l’architetto Italo Rota, che ha progettato questa installazione di 2 mila mq per raccontare la storia e la cultura del vino italiano coinvolgendo i visitatori di Expo in un’esperienza a tutto campo, da quella emozionale, realizzata attraverso un percorso multimediale, a quella degustativa proposta nell’enoteca Biblioteca del Vino, con bottiglie provenienti da tutta Italia. Qui saranno organizzate le degustazioni con i sommelier, anche per il Consorzio del Brunello di Montalcino. Ci sarà poi una Cantina Web per gli acquisti e uno spazio sulla terrazza per gli eventi e i corsi di approfondimento sulla viticoltura italiana.

Scelti per voi dove degustare Azienda Agraria Costanti Fra le più antiche del territorio. È possibile prenotare visite della cantina della durata di circa un’ora su appuntamento. Loc. Colle Al Matrichese, Montalcino (Si) Tel. 0577.849349 www.costanti.it Azienda Agricola Casanova di Neri Per acquisti, degustazioni e semplici assaggi. Visita della cantina e tour privati su appuntamento. Podere Fiesole – SP 14 Via Traversa dei Monti, KM 31,800 Montalcino (Si) Tel. 0577.834455 www.casanovadineri.it

della qualità della vita, al pari di un abito di alta moda o un oggetto di design, nonché uno dei settori vincenti dell’immagine italiana nel mondo.

Il più buono del mondo? Il nome del Brunello deriva dalla vite tradizionalmente coltivata a Montalcino che alla metà dell’Ottocento viene identificata come una varietà del Sangiovese. Nello stesso periodo, tra il 1865 e il 1869, i proprietari di alcune fattorie intensificano le loro vinificazioni dell’uva di Brunello affinando il vino in botte, ottenendo risultati eccellenti: produrre un vino rosso con 4-5 anni di invecchiamento era qualcosa di eccezionale in Italia, perché fino ad allora era stato appannaggio esclusivo dei prestigiosi vini francesi. Nella seconda metà del Novecento il Brunello si trasforma da prelibatezza per pochi a un simbolo mondiale del migliore Made in Italy. Oggi si producono 7 milioni di bottiglie di Brunello e 3 e mezzo di Rosso di Montalcino. Nel 1966 il Brunello ha ottenuto la denominazione Doc, nel 1967 è stato costituito il Consorzio e

nel 1980 il Brunello è stato il primo vino italiano ad avere la Docg. Un palmarès da invidia: nel 1999 la prestigiosa rivista statunitense Wine Spectator inserisce un Brunello fra i 12 migliori vini del XX secolo e nel 2006 incorona un Brunello in cima alla classifica mondiale. Nel 2010 il medagliere del Brunello si è arricchito del titolo di miglior rosso del mondo ottenuto all’International Wine Challenge di Londra. Ma quando si parla di Brunello di Montalcino, ormai, non si pensa più solo a un vino. Si tratta infatti di un brand evocativo di un territorio e di uno stile di vita, arricchito dalla bellezza dei paesaggi e dei tesori storici e artistici custoditi in questo angolo di Toscana. E i dati lo confermano: nel 2014 il settore enoturistico a Montalcino ha superato i 30 milioni di euro e 1 milione di turisti, facendo registrare un +17,5% sui pernottamenti nelle strutture ricettive e un +16,5% di presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per saperne di più:

www.consorziobrunellodimontalcino.it

Il Brunello di Montalcino rappresenta per gli appassionati un vero e proprio culto in campo enologico, con bottiglie preziose che sono oggetto da collezione e investimento. Inoltre, il Comune di Montalcino vanta il più alto numero di nazionalità rappresentate fra i proprietari della aziende vitivinicole del territorio

Le affascinanti segrete di una delle aziende che fanno parte del Consorzio del Brunello di Montalcino

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winetour

Valpolicella: di vigna in villa Un calice colmo di Amarone o Prosecco, da sorseggiare ammirando un panorama di verdi colline vitate. Magari affacciati al balcone di una dimora storica. È questa la proposta (o almeno parte di essa) che questa terra di grandi vini e grandi bellezze propone al visitatore in concomitanza con lo svolgersi dell’Esposizione Universale

di Piero Caltrin

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L’Expo 2015 passa anche dal Veneto con un progetto messo a punto da Regione, Consorzio Tutela Vini Valpolicella e Consorzio Tutela del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg per promuovere la cultura e il territorio attraverso due simboli che più caratterizzano la sua storia: il vino e l’architettura. Vino in Villa – dall’Expo ai territori è il programma di valorizzazione territoriale messo a punto per l’Esposizione Universale. Dimore storiche, luoghi di ritrovo e convivialità ai tempi della Serenissima: le ville venete saranno al centro del

calendario che spazierà dagli eventi culturali, a quelli dell’enofood fino alle arti e alla musica. Il Veneto, infatti, è tra le regioni più ricche di residenze storiche: ne conta oltre 400 tra dimore e ville, e quelle scelte saranno l’emblema di questo immenso patrimonio storico: Treviso con Villa Barbaro di Maser e Villa Emo di Vedelago, Venezia con Villa Stra Pisani, Padova con Villa Vescovi a Torreglia e Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, Vicenza con Villa Cordellin Lombardi a Montecchio e Verona con Villa Sigurtà e il Giardino a Valeggio sul Mincio.


dove&come Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella Via Valpolicella, 57 San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.7703194 www.consorziovalpolicella.it Consorzio Tutela del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg Piazza Libertà, 7 Pieve di Soligo (Tv) Tel. 0438.83028 www.prosecco.it Valpolicella

Veneto

La terra dai molti volti A simboleggiare il vino invece saranno la terra del Prosecco Docg, forte del successo sui mercati internazionali degli ultimi anni, e la Valpolicella, il vigneto più prezioso d’Italia, rappresentata dal suo Consorzio di tutela che accende i fari sull’Expo e i suoi visitatori con Turismo per conoscere, vino per educare, sostenibilità per rispettare. «La Valpolicella è nota come la "Terra dai molti frutti" ma io aggiungerei anche "Terra dai molti volti:" quelli dei produttori che quotidianamente in Valpolicella aprono le porte delle proprie aziende e che in questa zona alle pendici delle Prealpi veronesi hanno messo radici così profonde come le loro vigne». È la sintesi proposta da Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella nel promuovere l’eccellenza di questo territorio. Per questo il programma di iniziative del Consor-

Le tre erre Non solo turismo ma anche sostenibilità. In linea con i temi di Expo 2015 Nutrire il pianeta, energia per la vita, è il programma di sostenibilità promosso dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella Riduci Risparmia Rispetta. Tre R che sintetizzano l’impegno del Consorzio nella difesa e cura del territorio attraverso un percorso virtuoso di autocontrollo delle aziende. Misurare la sostenibilità, quindi, per minimizzare l’utilizzo di fitofarmaci e applicare la buona pratica della difesa ecocompatibile in vigna nel pieno rispetto del benessere del territorio e della biodiversità che da un’area coinvolta di 50 ettari nel 2011 è passato a più 1.800 ettari lo scorso anno.

zio è stato costruito attorno al singolo, al piccolo e al locale: uno zoom potentissimo, fuori dal turismo main stream per dare la possibilità ai turisti italiani e stranieri di mettere a fuoco un territorio ancora inesplorato dal punto di vista paesaggistico e culturale. Incoming Valpolicella Il calendario di Vino in Villa è partito lo scorso gennaio con Anteprima Amarone. Da 12 anni, l’evento di punta del Consorzio presenta l’annata del Grande Rosso che a fronte di una produzione di 60 milioni ne esporta l’80%. Con l’arrivo della bella stagione invece, i visitatori di Expo potranno visitare la Valpolicella per toccare con mano le proposte gastronomiche, artistiche, culturali e prima ancora vinicole che quest’area ha da offrire. Paesaggio, vita rurale e gusto sono infatti le direttrici alla base del programma di incoming durante tutta l’esposizione universale e proposto dal Consorzio con percorsi personalizzati alla scoperta del territorio Valpolicella. Ne sono un esempio i quattro itinerari ciclabili tra le diverse zone della Valpolicella capaci di raccogliere i colori, le forme d’arte e gli scorci più particolari in un solo viaggio. Dai 40 ai 70 km, queste ciclovie immerse nel paesaggio permettono al turista di cambiare punto di osservazione per ritornare in sintonia con i ritmi della terra e di avvicinarsi a quel "vivere lento" che in Valpolicella rimane tuttora incontrastato. Protagoniste di queste tappe sono poi le strutture ricettive, ancora oggi rappresentate dalla gestione familiare e dove cucina tradizionale, prodotti tipici e i vini di questa terra trovano la loro espressione più vera.Tra le novità anche l’app Valpolicella Wines per renderla sempre più social, accessibile e condivisa. maggio 2015

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il buono a tavola

a cura dello chef Alessandro Borghese Il lusso della semplicità

mollica del pane spezzettato, aggiusta di sale e di pepe e copri con il coperchio per mantenerle umide; spegni la fiamma e lascia freddare. In una ciotola versa le melanzane cotte, aggiungi il pecorino grattugiato, la ricotta e impasta bene il tutto. Quando il composto è omogeneo, versalo in una sac à poche e lascia riposare in frigorifero. Metti a bollire l’acqua per la pasta. Taglia i pomodori, versali in una padella con un filo d’olio e l’aglio in camicia, aggiusta di sale e cuoci a fuoco dolce per qualche minuto; quando il sugo si è ristretto, spegni la fiamma. Togli la pasta fresca dal frigorifero e stendila molto sottile, distribuisci dei mucchietti con il ripieno di melanzana nella sac a poche, distanziati tra loro e copri con un’altra sfoglia, sigilla i ravioli e cuoci in acqua bollente salata. Una volta cotti, scolali e versali nella padella del sugo per far prendere sapore, continua a mantecare e impiatta con abbondante grattugiata di provolone, qualche fogliolina di mentuccia e un filo di olio a crudo.

Ascolto: “All My Love” – Led Zeppelin Bevo: un bicchiere di Chardonnay della Valle d’Aosta

Foto AB normal srl

Pollo e bruscandoli Ingredienti per 4 persone: 2 petti di pollo ruspante allevato a terra 1 mazzo di bruscandoli freschi 1 testa d’aglio 1 avocado 4 pomodori camone basilico, misticanza, peperoncino qb olio evo, sale e pepe qb

Ve lo do io l’italian style!

alessandroborghese.com

Per saperne di più:

www.alessandroborghese.com

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Ravioli di melanzane con pomodoro fresco e provolone del monaco semistagionato

Ascolto: “Gotta Get Away” - The Black Keys “ Bevo: un bicchiere di Soave”

Ingredienti per 4 persone: 2 melanzane, 10 pomodori San Marzano, 180 gr di pecorino romano grattugiato, 125 gr di ricotta, 4 fette di pane raffermo, 10 foglioline di mentuccia, 80 gr di Provolone del Monaco semistagionato, 2 spicchi d’aglio in camicia, olio evo, sale e pepe qb Per la pasta: 285 gr di farina “00” 50 gr di semola dura 3 tuorli d’uovo 1 uovo sale qb Preparazione: Prepara la pasta fresca, sul piano di lavoro prendi la farina disponila a fontana e versa all’interno le uova, un pizzico di sale e inizia a impastare fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo e lascialo riposare in frigorifero. A parte taglia le melanzane a cubetti e fai rosolare in padella con olio e aglio in camicia, a metà cottura aggiungi alle melanzane solo la

Foto AB normal srl

Melanzane, San Marzano, bruscandoli. Apre con questi ingredienti che sanno d'Italia e primavera la collaborazione con VdG dello chef protagonista in Tv di Junior MasterChef su SkyUno, e Alessandro Borghese 4 Ristoranti di cui è anche autore

Preparazione: Lava e monda i bruscandoli e ripassali in padella, aglio e olio e peperoncino, per pochi secondi a fiamma alta giusto il tempo di mantenerli croccanti e vivi, taglia in quattro parti i petti di pollo, lasciandogli la pelle, massaggiali con sale e pepe e fai rosolare prima la carne dal lato della pelle, in una padella con olio e aglio in camicia a fiamma vivace. Quando la carne è sigillata, distendila in una teglia antiadarente e termina la cottura per qualche minuto nel forno. Su un piatto da portata, poni al centro i due bocconcini di pollo, i bruscandoli ripassati e condisci con misticanza, acqua di pomodoro, avocado e un filo d’olio a crudo.


Dal cuore dell’Italia Tenute del Cerro offre al mondo una gamma di vini per permettere di scoprire ed assaporare la piÚ autentica gioia di vivere italiana

Fattoria del Cerro, Montepulciano La Poderina, Montalcino Monterufoli, Monteverdi Marittimo

tenutedelcerro.it

Tenuta di Montecorona, Umbertide Còlpetrone, Montefalco


orto dei semplici

di M. Pia Fanciulli

Coltiviamola così Pianta frugale, il basilico si accontenta anche di un piccolissimo vaso sul davanzale. L’importante è tenere sotto controllo lo stato delle foglie; il caldo dell’estate infatti potrebbe appassirle: un’annaffiatura le disseterà all’istante. I vasi e il terriccio Necessita di clima temperato-caldo per crescere rigoglioso. Non ha particolari esigenze di terreno, si può coltivare anche in vasi o cassette. Per i migliori risultati si coltiva a terra in aiuole molto soleggiate, con terreno profondo, fertile e fresco. La temperatura minima per la germinazione e la crescita delle piantine è di 15 gradi.

Basilico, il re delle aromatiche Signore della tavola mediterranea, è anche capace di tenere a debita distanza presenze indesiderate, come le zanzare. Immancabile sul davanzale e nell’orto, è facile da coltivare e generosissimo nelle raccolte

Colpisce il fatto che semplici piante di uso tanto comune siano state tenute nella massima considerazione dai popoli più antichi. Una di queste è proprio il basilico, Ocimum basilicum, dal greco basilikos, re, quindi “pianta regale”, cioè sovrana tra tante. Oggi il basilico sovrano lo è della nostra alimentazione mediterranea dove il suo inebriante profumo – ocimum significa proprio profumo – dona tutta l’energia e la fragranza della bella stagione ai nostri piatti. Giunto fino a noi da paesi lontani, quelli caldo-umidi dell’Oriente, ci si presenta per lo più nel contesto di un orto o di un giardino. La sua crescita più vigorosa e veloce avviene con il caldo, e dunque in estate. Lo si riconosce con facilità per le foglie ovali opposte, fitte e lucide, per i fiorellini tubulosi e bianchi, ma soprattutto per l’aroma inconfondibile che sembra suggellare quello di timo e menta. In floriterapia il rimedio di basilico serve a vivere con piena accettazione la ses82

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sualità insieme con la spiritualità nelle relazioni sentimentali, in modo tale che i due ambiti non vengano più vissuti in contrapposizione. Aiuta anche a vivere senza conflitto la propria emotività. Un tempo, nel linguaggio dei fiori, un vaso di basilico posto alla finestra indicava la disponibilità a un incontro segreto con la persona amata. Ma aveva, e ha, anche il potere di tenere lontane le fastidiose zanzare. Le sue foglie fresche facilitano la digestione, attenuano i crampi allo stomaco e all’intestino, decongestionano la gola e purificano l’alito. Recenti studi hanno anche dimostrato l’efficacia del basilico nello stimolare le difese immunitarie. Un solo monito: sebbene non si sia ancora individuata la presenza nella pianta di uno stimolante uterino, le donne in gravidanza farebbero bene a utilizzarlo solo come condimento. Nelle Filippine, per l’appunto, si usano tisane di basilico per favorire il travaglio alle partorienti.

La semina Si possono acquistare in serra le piccole piantine da trapiantare a maggio con la Luna crescente. Si interrano nell’orto a distanza di 30-40 cm l’una dall’altra, in vaso invece a distanza di 15-20 cm. Volendo seminare il basilico, la semina – in fase calante – si fa direttamente a dimora nei mesi di aprile e maggio, oppure a marzo in serra o in letto caldo per poi trapiantare in piena terra le piantine già cresciute. Deporre il seme a circa 0,5 cm di profondità su terra soffice, ricoprendolo con un sottile strato di terreno sciolto o compost. Punti deboli Il basilico non soffre di avversità fungine o di attacchi di parassiti. Non necessita in genere di alcun trattamento se coltivato in posizione sufficientemente soleggiata. È invece utile evitare di ripiantarlo sulle stesse superfici o in vaso usando la stessa terra impiegata nella stagione precedente. Esige costanti e abbondanti annaffiature. Buono a sapersi In una aiuola consociata, il basilico può essere trapiantato tra le file di finocchio e piselli, assicurando tuttavia distanze sufficienti tra le varie specie. Raccolta e conservazione Le foglie fresche si raccolgono da giugno a settembre. Cimando i rami dotati di infiorescenze, eliminando cioè la parte apicale degli steli, le piante saranno stimolate a continuare a vegetare. Le foglie si utilizzano in genere allo stato fresco, tuttavia si possono conservare seccate, surgelate in sacchetti, oppure immerse in olio extravergine d'oliva.


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RHO FIERA Special Expo

Con Italo vai a Milano Expo Da giugno, diventano 14 i collegamenti per Milano Rho Fiera Italo aumenta l’offerta per l’Expo. Dal 14 giugno, salgono a 14 i collegamenti giornalieFIERA ri del treno di Ntv RHO per l’evento Special Expo dell’anno. Venti milioni di potenziali visitatori in sei mesi, 144 paesi partecipanti, 1 miliardo di euro di investimenti, 8,8 milioni di biglietti già venduti: Italo aggiunge ai 9 già previsti, altri 5 collegamenti per la prestigiosa vetrina mondiale del made in Italy, dedicata all’alimentazione e alla biodiversità (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”). Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, proprio in occasione dell’Expo 2015, Italo ha programmato le nuove fermate straordinarie a Fiera Rho, la stazione che trasporterà milioni di turisti all’esposizione mondiale. Nella stazione, con l’entrata in vigore dell’orario estivo, opereranno ben 14 collegamenti di Italo, di cui sette in arrivo da Sud e sette da Nord in direzione Sud. Italo inoltre per selezionate Agenzie di viaggi e Tour Operator mette a disposizione una proposta commerciale esclusiva, relativa agli ambienti Smart e eXtra Large, fruibile in abbinamento a un biglietto per l’Expo o a un soggiorno in hotel. 84

maggio 2015

L’offerta di Italo per i viaggi d’istruzione Italo lancia un pacchetto di offerte molto vantaggiose riservate alle scuole che fanno tappa a Milano (Milano Garibaldi, Rogoredo e Fiera Rho). I viaggi d’istruzione possono usufruire di forti riduzioni rispetto all’offerta Flex e inoltre per ogni comitiva composta da 12 Viaggiatori paganti, Italo aggiunge il vantaggio di un biglietto gratuito. Tutti i componenti del gruppo possono viaggiare insieme, previa disponibilità, ed è possibile anche riservare intere carrozze. Come fare. Al momento della prenotazione, almeno 15 giorni prima della partenza, sarà richiesta la lista dei partecipanti su carta intestata della scuola. L’accompagnatore dovrà portare con sé in viaggio una copia dell’elenco ed esibirla al personale di bordo al momento del controllo dei biglietti. Si può acquistare il gruppo attraverso Pronto Italo, oppure presso le agenzie di viaggio o sul sito Italotreno.it, compilando il modulo al link http://www.italotreno.it/IT/orari-prezzi/viaggidi-gruppo/Pagine/overview.aspx

Come acquistare i biglietti Il treno Italo può essere acquistato attraverso tanti canali, a cominciare dal web: • Il sito internet italotreno.it • Il Contact Center Pronto Italo allo 06.07.08 • Le agenzie di viaggio convenzionate • Le biglietterie in Casa Italo in tutte le stazioni servite dal treno • L'app Italo Treno

Foto di copertina di Massimo Rinaldi


le novità del mese

Italo sempre più a Roma Termini con 31 treni al giorno Dal 14 giugno, aumentano i collegamenti verso la Capitale Dal prossimo 14 giugno, Italo raddoppia i treni che fermano alla stazione Termini con un’offerta che passa da 16 a 31 collegamenti al giorno. Le corse giornaliere che collegano Roma Termini e le due stazioni di Milano servite dal treno di Ntv, Porta Garibaldi e Rogoredo, salgono da 12 a 24. Largo anche ai treni diretti e in arrivo da Venezia: da giugno, infatti, i servizi giornalieri da/per la Laguna crescono da 4 a 7. Con l’orario estivo, sulla tratta più frequentata d’Italia, la Roma – Milano, Italo mette in campo ben 10 no stop, che si aggiungono ai 24 treni che effettuano le fermate intermedie di Firenze e Bologna.

Crescono, inoltre, i collegamenti con le altre città servite da Italo: 14 i viaggi giornalieri su Torino, 32 quelli su Napoli e 16 le corse su Salerno. Gli orari dei no stop Roma – Milano Prima partenza da Termini per Milano alle 7:40; l’ultima alle 18:40. Dalla stazione di Milano Porta Garibaldi il primo collegamento no stop su Roma Termini è alle ore 7:03, mentre l’ultima partenza è prevista per le 17:03. L’ultimo viaggio tra le due metropoli, con tappe intermedie, è invece alle ore 19:55 da Roma, mentre da Milano si parte alle 19:34.

Programma le tue vacanze o i tuoi spostamenti già da adesso. Italo prolunga le vendite di tutti i suoi treni fino al 31 agosto

Philip Kotler a bordo di Italo Ad Alta velocità verso il Philip Kotler Marketing Forum di Milano Philip Kotler, il 14 maggio in viaggio con Italo. L’economista statunitense e padre fondatore del marketing moderno ha scelto il treno di Ntv per raggiungere a tutta velocità il prestigioso Forum ed illustrare ad una platea di esperti, manager e imprenditori l’evoluzione e la trasformazione del marketing mondiale. Alle 17:03 del 14 maggio da Bologna a Milano, Kotler effettuerà il suo viaggio a bordo del treno Italo 9934: in occasione dell’evento, tutti i viaggiatori inte-

ressati possono ritirare un estratto gratuito delle sue opere direttamente presso la Casa Italo della stazione di Bologna Centrale. Il Forum organizzato il 15 maggio a Milano, nell’Aula Magna dell’Università Bicocca, ha come obiettivo la costituzione della Carta dei valori del marketing, fondata sull’importanza centrale del consumatore come principale promotore di prodotti e servizi. Per conoscere tutti i dettagli del Forum visita il sito www.pkmf-italy.com. maggio 2015

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le nostre offerte

Italo Special, metà prezzo il martedì, il mercoledì e il sabato Per usufruire della riduzione del 50% sull’offerta Flex, basta acquistare il proprio biglietto fino alle 24:00 del giorno prima della partenza, attraverso il sito web italotreno.it, l’app “Italo treno”, il Contact Center Pronto Italo (06.07.08) e le agenzie di viaggio convenzionate. Chi viaggia il martedì e il mercoledì può beneficiare del vantaggio scegliendo i treni in partenza tra le 9:30 e le 16:30. Per chi viaggia il sabato, invece, l’offerta non ha limiti di orario.

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Italo Senior, l’offerta per gli over 60

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Italo dedica l’offerta Senior ai 60enni con una riduzione del 30% sulla tariffa Flex. Chi ha compiuto più di 60 anni, infatti, può beneficiare dell’offerta valida in tutti gli ambienti di viaggio. Per prenotare, basta andare su italotreno.it e selezionare la voce “Senior” tra le tipologie di passeggeri; chiamare Pronto Italo (06.07.08); rivolgersi presso le agenzie di viaggio convenzionate o direttamente in stazione, al desk di Casa Italo o alle Biglietterie Self Service.

Con Italo Famiglia i ragazzi viaggiano gratis Con l’offerta Italo Famiglia, i gruppi da 2 a 4 passeggeri, composti da ragazzi con meno di 15 anni e da almeno un maggiorenne, possono scegliere tra il comfort dell’ambiente Prima, lo spazio e la convenienza dell’eXtra Large, o la praticità della Smart. Gli adulti pagano la tariffa Flex, mentre i ragazzi al di sotto di 15 anni viaggiano gratis, sempre. I minori di 4 anni che viaggiano in braccio ad un adulto, non sono calcolati ai fini del gruppo.

Andata e ritorno in giornata a partire da 19 euro Viaggiare con Italo tornando in giornata è comodo e conveniente. Le offerte permettono spostamenti a partire da 19 euro: basta prenotare fino al giorno prima! È possibile acquistare il proprio biglietto attraverso tutti i canali Italo, ad eccezione delle Biglietterie Self Service nelle stazioni.

Risparmio assicurato con l’offerta Vado e Torno Acquistando in un’unica soluzione un’andata e ritorno da utilizzare anche in due giorni diversi, si risparmia il 5% sul costo totale del biglietto. Per beneficiare della riduzione è possibile prenotare il proprio viaggio attraverso tutti i canali di vendita di Italo, escluse le Biglietterie Self Service. L’offerta non ha limiti temporali ed è applicabile alle tariffe Flex, Economy e Low Cost, liberamente combinate tra andata e ritorno.

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Il Salotto di Italo, sempre più conveniente Da oggi, i gruppi composti da 4 viaggiatori possono acquistare in blocco le 4 poltrone del Salotto Club Executive di Italo pagandone solo 2. Per usufruire dell’offerta basta prenotare il proprio viaggio con almeno 3 giorni di anticipo rispetto alla data di partenza del treno. Se invece la prenotazione viene effettuata con due giorni di anticipo, è possibile comunque viaggiare in 4 al costo di 3 persone. Inoltre, anche le famiglie, dal venerdì alla domenica, possono approfittare del comfort dell’ambiente Club Executive, scegliendo l’opzione “Salotto” con l’offerta Flex: i ragazzi fino ai 14 anni viaggiano gratis!

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gli ambienti

Club Executive e Prima, salotti in movimento

Un vero salotto esclusivo, riservato ai Viaggiatori più esigenti: comfort, tecnologia, spazi più ampi e servizio su misura garantito dal personale NTV. La carrozza Club Executive, collocata a una delle estremità del treno per garantire tranquillità, ha 19 poltrone con due salotti separati da quattro posti, acquistabili esclusivamente a corpo, per assicurare una maggiore privacy. Ogni posto è equipaggiato con uno schermo da 9 pollici touch screen dal quale accedere al programma di intrattenimento offerto dal portale Italolive, film, serie tv, notizie ecc. Come in tutte le altre carrozze di Italo, anche in

La Smart, dinamica e giovane

E la comodità diventa “eXtra Large”

Economicità e praticità, senza nulla togliere al comfort dei viaggiatori: sono le caratteristiche dello stile Smart, improntato al self-service per favorire la massima convenienza economica anche attraverso offerte commerciali mirate a questo ambiente. Uno spazio giovane, sottolineato da colori vivaci, che permette al Viaggiatore di accomodarsi sui sedili in pelle Frau reclinabili, di usufruire di prese elettriche individuali e dei tavolini, in prevalenza singoli. La copertura Wi-Fi è gratuita, come nelle altre carrozze. In più è possibile accedere al portale di bordo Italolive, con decine di film gratuiti, quotidiani digitali e altri contenuti di intrattenimento. Per rendere il viaggio più gradevole, Italo mette a disposizione anche una piccola Area Snack, in carrozza 7, dove acquistare un caffè espresso, bevande fredde e snack, a prezzi competitivi e in modalità self-service dai distributori automatici.

Si chiama eXtra Large, l’ultima arrivata in casa NTV: un ambiente che unisce alla convenienza del viaggio Smart, la grande comodità e lo spazio in più che caratterizzano le poltrone della Prima. Sedili in pelle Frau reclinabili organizzati su file da tre, con un largo corridoio e ampi spazi individuali. Pochi euro in più rispetto al prezzo di un posto in Smart, un’esperienza di viaggio in un ambiente superiore. I Viaggiatori della eXtra Large hanno a disposizione i distributori automatici dell’Area Snack in carrozza 7 per consumare ghiotti spuntini, uno snack dolce o salato, una bevanda fredda o un caffè. Anche in questa carrozza, come nel resto del treno, il collegamento alla rete Wi-Fi e al portale di bordo Italolive sono sempre gratuiti.

Il Cinema in carrozza

I film in palinsesto Periodo di programmazione

Tratta NORD-SUD

Club Executive è prevista la copertura Wi-Fi per connettersi gratuitamente a internet. Completano l’esperienza di viaggio il servizio di benvenuto con caffè espresso servito al posto, snack dolci e salati e un’ampia scelta di drink. Comfort e servizio di benvenuto sono presenti anche in ambiente Prima. Per mettere a proprio agio il Viaggiatore, le poltrone, in pelle Frau reclinabili, sono organizzate su file da tre, con un largo corridoio, ampi spazi individuali, prese elettriche per ciascun posto, poggiapiedi, comando luci di lettura a portata di mano e un vano porta-oggetti collocato tra i sedili doppi.

Tratta SUD-NORD

dal 30 aprile al 6 maggio

Gladiatori di Roma

Vicky Cristina Barcelona

dal 7 maggio al 13 maggio

This Must Be the Place

Winx Club - Magica Avventura

dal 14 maggio al 20 maggio

El Cid - La leggenda

L’uomo che fissa le capre

dal 21 maggio al 27 maggio

L’uomo che ama

The Departed - Il bene e il male

dal 28 maggio al 3 giugno

The Burning Plain - Il confine della solitudine

Garfield

La magia dei film ad Alta velocità Al cinema, in treno, per vedere un film, in un ambiente esclusivo e innovativo e senza dover paga­re un sovrapprezzo. La carrozza di Italo dedicata all’intrattenimento offre l’occasione di un viaggio No Stop Milano Roma per go­dersi un film in pieno relax. Sui treni con fermate intermedie, è previsto un palinsesto composto anche da altri programmi di intrattenimento e attualità. La carrozza cinema coniuga il comfort e la

tranquillità di un ambiente di soli 39 posti, col­locato all’estremità del treno e dunque non esposto al passag­ gio di Viaggiatori, con l’intratte­ nimento offerto dagli 8 schermi 19 pollici ad alta definizione, completi di moduli audio al po­sto. E su tutti i treni è possibile trovare il palinsesto compo­sto da film Medusa e contenuti extra e attualità. Ricorda di portare con te i tuoi auricolari. maggio 2015

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il programma su "misura"

Italo Più , il programma che premia la fedeltà dei Viaggiatori Italo ha messo a punto un programma fedeltà, Italo Più, che riserva vantaggi esclusivi pensati per dare ai Viaggiatori un valore in PIU’, come il riconoscimento immediato tramite l’accesso con username e password, sia se si acquista online sia se si chiama il Contact Center Pronto Italo. Oppure la possibilità di registrare la propria carta di credito per velocizzare gli acquisti, in totale sicurezza (se si desidera pagare con account PayPal, associandolo a quello Italo Più, il pagamento è ancora più rapido). Per tutti gli iscritti, NTV ha messo a disposizione il Borsellino Italo: un conto elettronico personale per l’accredito dei rimborsi e per i nuovi acquisti. E i vantaggi salgono anche a bordo: il Viaggiatore iscritto fruisce di un accesso rapido e gratuito al Wi-Fi e al portale di bordo Italolive. Dopo il terzo viaggio, ogni iscritto riceverà inoltre la Carta Italo Più, in grado di velocizzare anche i pagamenti presso le Biglietterie Self Service Italo. Italo Più diventa Sprint Con Italo Più, più si viaggia più si guadagnano punti. Tutti gli iscritti ricevono 5 punti per ogni euro speso acquistando biglietti

in tutti gli ambienti di viaggio. Per accumulare punti, basta indicare ad ogni acquisto il proprio codice Italo Più. Se si acquistano i servizi offerti dai partner Ntv, i punti aumentano ancora. Ogni iscritto come premio potrà richiedere dei biglietti per viaggi futuri e perfino l’emozione di un viaggio in cabina proprio accanto al macchinista. E da oggi i vantaggi aumentano: se superi la soglia di 10.000 punti qualificanti diventi un cliente Italo Più Sprint. I clienti Italo Più Sprint ricevono ben 6 punti per ogni euro speso acquistando biglietti in tutti gli ambienti di viaggio. Tra i benefit, Italo offre, ad esempio, un accesso garantito con massimo un accompagnatore alle sale riservate, un upgrade gratuito dall’ambiente Prima alla Club o dalla Club al Salotto sui treni No Stop. A partire da quest’anno, inoltre, Italo abbassa la soglia dei punti necessari per richiedere biglietti premio. Ad esempio, da oggi è possibile prenotare gratuitamente un viaggio in ambiente Smart sulla tratta Bologna-Venezia con soli 2.500 punti (prima ne servivano 3.600), o sulla tratta Roma-Milano, sempre in Smart, con 5.400 punti (prima ne servivano 7.200).

Quanti punti servono per vincere i viaggi premio Tratta Napoli-Salerno; Padova-Venezia; Bologna-Reggio Emilia; Bologna-Padova; Bologna-Firenze; Bologna-Venezia; Milano-Reggio Emilia; Milano Torino

Firenze-Padova; Firenze-Reggio-Emilia; Napoli-Roma; Bologna-Milano; Roma-Salerno; Firenze-Roma; Firenze-Venezia

Firenze-Milano; Reggio Emilia-Torino; Bologna-Torino; Bologna-Roma; Reggio Emilia-Roma; Firenze-Torino; Padova-Roma; Firenze-Napoli; Firenze-Salerno; Roma-Venezia Bologna-Napoli; Bologna-Salerno; Milano-Roma; Napoli-Reggio Emilia; Reggio Emilia-Salerno; Roma-Torino; Napoli-Padova; Milano-Napoli; Napoli-Venezia; Padova-Salerno; Salerno-Venezia; Milano-Salerno; Napoli-Torino; Salerno-Torino

Ambienti

Punti

Smart

2.500

eXtra Large

3.000

Prima

4.500

Club Executive

5.500

Smart

3.000

eXtra Large

3.500

Prima

5.500

Club Executive

7.500

Smart

4.300

eXtra Large

5.200

Prima

7.000

Club Executive

9.000

Smart

5.400

eXtra Large

6.200

Prima

8.500

Club Executive

13.000

i partner Italo No stress

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Italo e car2go, l’alleanza sbarca a Torino

Con Hertz il viaggio è “chiavi in mano”

L’accordo tra la rivoluzione della mobilità urbana, il car sharing, e l’alta velocità approda a Torino. Dall’8 aprile, infatti, è possibile arrivare nel capoluogo piemontese a bordo di Italo, il treno più moderno d’Europa, e girare comodamente la città al volante di una delle Smart fortwo di car2go, la società targata Daimler che per prima ha lanciato in Italia la “new way” del micro-noleggio urbano condiviso. In occasione del lancio del nuovo servizio, tutti gli Italo Più che entrano nel mondo car2go a Torino possono iscriversi gratuitamente, ricevere subito un bonus di 30 minuti di guida e acquistare a 10e una gift card del valore di 25e con 90 minuti di guida. La gift card è acquistabile presso lo shop in Corso Stati Uniti 16/G, Torino e l’offerta è valida dall’8 aprile al 31 maggio 2015. Inoltre, come avviene già a Milano, Roma e Firenze per gli iscritti Italo Più è possibile attivare l’account car2go direttamente in Casa Italo nella stazione di Torino Porta Susa. Per avere maggiori informazioni, è comunque sempre disponibile il personale di Italo a bordo treno e in stazione.

Dal treno all’auto, per un viaggio a “tutta comodità”. Grazie all’accordo con Hertz, i viaggiatori di Italo, una volta scesi dal proprio treno, possono raggiungere la loro destinazione finale salendo a bordo di una delle vetture messe a disposizione dalla compagnia di autonoleggio, presente in Italia con 220 agenzie. Per prenotare la propria auto, basta accedere al sito www. hertzitalo.it oppure chiamare il call center dedicato al numero 02-69633789 o 199112211. Gli iscritti al programma fedeltà Italo Più e i possessori di un biglietto Italo possono così usufruire di una riduzione del 10% e fino a 3 punti bonus Italo Più per ogni euro speso in noleggi, sia in Italia che all’estero. Inoltre, fino al 30 giugno con Italo è possibile usufruire di un buono di 10e per noleggiare una delle auto della flotta Hertz, nelle città servite da Italo, per un minimo di 2 giorni. Per beneficiare dell’offerta, è necessario comunicare il proprio codice Italo Più e il codice promozionale PC Code 197271.

maggio 2015


sicurezza a bordo / on-board safety instructions La mappa a bordo treno / On-board train map Carrozza / Coach: 1

Carrozza / Coach: 2, 4, 5

Carrozza / Coach: 3

Carrozza / Coach: 6

Carrozza / Coach: 7

Carrozza / Coach: 8

Carrozza / Coach: 9, 10

Carrozza / Coach: 11

Legenda / Legend Cassetta di pronto soccorso

Uscita di emergenza Emergency exit

CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO

Finestrino di emergenza

Toilette handicap Disabled toilet

Diaper change pad TOILETTE

Via di fuga Escape route

Distributore

Estintore

Automatic vending machine

Fire extinguisher

Hammer for breaking glass

Wheelchair spaces

Fasciatoio

Emergency window

Martello frangivetro

Posti per sedia a rotelle

First aid kit

PMR

Persona a mobiltĂ ridotta Persons with reduced mobility

Maniglia allarme passeggeri

Toilette

Handle passenger alarm

Toilet

Cestini carta Paper baskets

Cestini plastica Plastic baskets

Cestini indifferenziata Other waste baskets

aprile 2015 / April 2015 maggio 2015 XI 89


sicurezza a bordo / on-board safety instructions Come comportarsi in caso d’emergenza

/ What to do in an emergency

Nella condizione ordinaria di marcia in sicurezza, i passeggeri devono occupare esclusivamente gli spazi idonei al loro trasporto in modo da non ostacolare il personale di bordo nell’espletamento delle attività connesse con la sicurezza e eventuali operazioni di evacuazione del treno in emergenza. In caso di evacuazione del treno in emergenza è necessario attenersi alle istruzioni del personale di bordo prestando attenzione al rispetto delle seguenti istruzioni di carattere generale: • •

• •

Abbandonare il treno senza indugi, in maniera ordinata e con calma; Aiutare chi si trovi in difficoltà, con priorità a soggetti “sensibili” (bambini, donne in stato di gravidanza, portatori di handicap, ecc.); Abbandonare i bagagli e non tornare indietro per nessun motivo; In presenza di fumo o fiamme camminare chini.

In ordinary condition of safe running, travellers must remain in their assigned seats so that they do not prevent the work of on-board staff performing safety-related tasks or interfere with train evacuation in the event of an emergency. In the event of an emergency evacuation, follow the instructions of the on-board staff and the following general safety information: • •

• •

Evacuate the train quickly, calmly and in an orderly fashion; Help passengers requiring assistance, giving priority to children, pregnant women, the disabled; Leave your luggage behind, and do not re-enter the train for any reason; Walk bending down if there is smoke or flame.

Esodo galleria linea AV/AC Firenze-Bologna Tunnel AV/AC evacuation Florence-Bologna Per un ordinato e rapido esodo dalla galleria è necessario attenersi alle istruzioni fornite dal personale ferroviario direttamente o mediante gli impianti di diffusione sonora, prestando comunque osservanza alle seguenti indicazioni di carattere generale: 1. Una volta discesi dal treno occorre dirigersi verso la direzione più opportuna per l’esodo seguendo i cartelli segnaletici affissi sulla parete della galleria e/o le indicazioni fornite dal personale ferroviario; 2. La galleria dovrà essere percorsa camminando esclusivamente sul marciapiede laterale della stessa evitando di invadere i binari; 3. L’attraversamento dei binari, se necessario per raggiungere l’uscita, deve essere preventivamente autorizzato dal personale ferroviario; 4. Durante l’esodo occorre mantenere la calma, non spingere o accalcarsi con le persone che precedono, non creare allarmismo; 5. Aiutare, per quanto possibile, le persone a mobilità ridotta; 6. Una volta raggiunta l’uscita occorre non disperdersi e seguire le istruzioni impartite dalle squadre di soccorso.

For an orderly and efficient evacuation in a tunnel please follow the instructions provided by the train personnel either or over the train P.A. system, while bearing in mind the following general indications: 1. Once off the train, you must head in the most appropriate direction for evacuation by following the indications of the train personnel and/or, if there are, the signs on the tunnel walls; 2. While in the tunnel, walk along the side pavement only and be sure to avoid encroaching on the tracks; 3. Crossing of the tracks, if required in order to reach the exit, must be authorized in advance by the train personnel; 4. During the evacuation you must keep calm all the time. Avoid pushing or crowding the people in front and do not panic; 5. People with reduced mobility should be helped as much as possible; 6. On reaching the exit, remain in the area and follow the instructions provided by rescue teams.

Apertura porte di emergenza / Opening the emergency exits

Finestrini /

Per • • •

Prelevare il martello frangivetro (Fig. 2), colpire il finestrino nel punto indicato sul vetro (Fig. 3) e spingere il finestrino.

aprire la porta in emergenza: girare la maniglia verso il basso (Fig. 1, disegno A - 1); attendere l’accensione del pulsante rosso; premere il pulsante rosso ed aprire la porta (Fig. 1, disegno B - 2).

To open the emergency exits: • • •

Turn the handle downwards (Fig. 1, drawing A-1); Wait until the red light comes on; Press the button with the red light on it open the door (Fig. 1, drawing B–2).

Windows

Pick up the hammer for breaking glass (Fig. 2), use it to strike the window at the spot marked (Fig. 3) and push the window out. Fig. 2 Fig. 3

Fig. 1

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maggio 2015

aprile 2015 / April 2015 XII


MADE IN ITALY


il ristorante /1

di Olga Carlini

Un cocktail tra le nuvole È quello che si può gustare al decimo piano del The Brian & Barry Building, dove la Terrazza12 vi aspetta per brindare insieme a un panorama mozzafiato. Magari dopo aver cenato al ristorante Asola, al nono piano dell’edificio di Via Durini

Per chi ama guardare e vivere Milano dall’alto, The Brian & Barry Building è una meta imperdibile. Agli ultimi due piani dell’edificio, il ristorante Asola|cucina sartoriale e il lounge bar Terrazza12, offrono una vista mozzafiato sulle due anime della città: quella da cartolina con la Madonnina che brilla fra le guglie del Duomo e quella dei grattacieli con il nuovo skyline. Al nono piano Asola è il regno dello Chef Matteo Torretta che interpreta la cucina italiana in chiave contemporanea con la stessa cura con cui un sarto si dedica a un abito su misura. Asola è un ristorante unconventional: al centro della sala, infatti, si sviluppa una grande cucina aperta dove si realizza una vera e propria interazione tra ospiti e chef, uno spettacolo gastronomico live tutto da gustare (anche con gli occhi) per chi siede al bancone. Matteo Torretta e il suo staff, tra cui lo Chef Patissier Galileo Reposo, compongono piatti dai sapori originali esaltando le migliori qualità degli ingredienti. Una cucina semplice ed equilibrata che si apre all’internazionalità preservando la tradizione; contaminazioni trasversali che fanno di Asola uno 92

maggio 2015

In queste immagini gli spazi in stile vintage della Terrazza12 e l'innovativa cucina a vista, centrale alla sala, dell'Asola

dove&come Ristorante Asola Via Durini, 28 Cena da 60 euro Tel 02.92853303 www.asolaristorante.it Terrazza12 Via Durini, 28 Aperitivo con cocktail: 12 euro www.terrazza12.it

dei ristoranti più interessanti di Milano. Al decimo piano troviamo Terrazza12, il salotto più cool del momento ideato da Fabio Acampora e Sebastian Bernardez con la collaborazione di Stefano Di Dio, professionista del settore wine&spirits. Un raffinato lounge bar panoramico dove sorseggiare cocktail di alta miscelazione e immergersi nelle eleganti atmosfere degli anni ’50 create dagli arredi vintage originali. Grandi classici e 12 inediti signature cocktails firmati da Maurizio Marsè e Kate Logvinova accompagnati dagli stuzzicanti finger food di Matteo Torretta studiati su misura per i cocktail per un’insolita esperienza eat&drink. Qualche esempio? Dalla Milanese sbagliata alla Caprese liquida, passando per il miniburger di vacca piemontese. Un nuovo locale in cui bere bene a Milano e vivere esperienze internazionali grazie al BarClubbing: un calendario di show off che porta ogni mese in Terrazza12 alcuni fra i migliori bartender del mondo.



il ristorante /2

di Olga Carlini

Un angolo di Roma a Milano La Capitale dell’arte, della storia e della cucina italiana ha trovato il suo spazio all’ombra della Madonnina, tra le eleganti sale del Ristorante Parioli. E ha portato con sé non solo i migliori ingredienti provenienti dai Castelli Romani ma anche quell’allegria propria delle più spensierate serate capitoline

Abbacchio con le patate, bucatini all’amatriciana, tonarelli cacio e pepe. Sono questi, assieme a molti altri succulenti piatti della tradizione romanesca, i protagonisti del menu del Ristorante Parioli, che apre una porta sulla cucina della Capitale in Via Felice Casati, nel centro di Milano. Il merito è di Mamma Rosa, romana da generazioni e cuoca sopraffina, che insieme alla figlia Francesca Leggieri – proprietaria del locale –, ha pensato di riproporre alla platea meneghina le storiche ricette della sua nonna, che tanto amava. Per dare a questi piatti il giusto lustro, gli chef compiono vere e proprie magie ai fornelli, sotto le attente direttive di Mamma Rosa, sempre in prima linea in cucina. E grazie anche all’utilizzo di materie prime di primissima scelta e garantita filiera italiana. A partire dal pesce che non è mai congelato, solo fresco, fino alle verdure, alla carne, al pecorino romano che arrivano ogni giorno, nella maggior parte dei casi direttamente dalle fattorie dei Castelli Romani, dove si seguono i criteri di un’agricoltura moderna ma con un occhio sempre attento al rispetto e alla salvaguardia delle tradizioni. Tutto questo in perfetta linea con la filosofia di Mamma Rosa, fermamente convinta che … “I soldi risparmiati al mercato li porti al dottore”! L’ambiente del ristorante è elegante e informale, perfetto per le occasioni speciali. Ma anche per chi abbia voglia di festeggiare: ogni sera infatti al Parioli si mangia e ci si diverte, grazie all’organizzazione di momenti spensierati per tutti e coinvolgenti solo per gli ospiti interessati. “La Grande Bellezza” del Parioli è, infine, la sua Terrazza: un luogo incantevole nel quale godere dell’atmosfera esclusiva del locale sorseggiando un aperitivo o degustando le delizie della cucina romana. Il Ristorante Parioli in definitiva è il frutto ben riuscito del lavoro di una grande famiglia, impegnata solo ed esclusivamente a offrire il meglio ai suoi ospiti e a regalare loro serate all’insegna della musica e del buon cibo. 94

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dove&come Ristorante Parioli Via Felice Casati, 45 Milano Cena a partire da 30 euro Tel. 02.67481919 www.tavernaparioli.it


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InViaggio Viaggio In 98

106

114

118

98 Toscana del buon vivere

Sulle tracce degli etruschi e dentro i borghi medievali a godere di arte, cibo e antichità

106 Vie d'acqua lucane Terra di sorgenti, cascate, fiumi e laghi: così la

Basilicata si presenterà a maggio in Expo

114 Le Dolomiti friulane

da pag. 124

Il paradiso è più vicino di quanto pensiate:

Rubriche

scalate queste vette e ci darete ragione

• Proposte week end

118 Reggio Emilia Sapevate che proprio qui, tra parmigiano e lambrusco, è stato cucito il primo tricolore?

maggio 2015

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inviaggio

Toscana: da secoli nel futuro di Marco Gemelli

Mentre a Milano sarà protagonista del Padiglione Italia dal 1° al 28 maggio, la regione degli Etruschi e dei tanti borghi medievali aspetta i visitatori indicando loro le vie della storia, accompagnandoli lungo itinerari che legano antichità, gastronomia e arte, dalla Lunigiana alla Val d’Orcia, passando per la Via Francigena e i luoghi di Piero della Francesca

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Toscana

Bando ai luoghi comuni: la Toscana che si presenta a Expo2015 non si limiterà a puntare su ciò che da sempre la rende un brand a livello planetario, dalle eccellenze nel campo del cibo e del vino a quelle del design e dell’offerta turistica. Pur presentando alla kermesse milanese una serie di proposte dedicate al food & beverage, coerentemente con il leitmotiv di Expo2015 Nutrire il pianeta, il Granducato ha lavorato per offrire un volto meno conosciuto di sé, quello legato alla scoperta delle sue radici storiche e ancestrali. Forte di 12,3 milioni di arrivi e 43,4 milioni di presenze nel 2014 (+441mila rispetto all’anno precedente), la Toscana mette così in tavola un carnet d’idee e destinazioni turistiche articolato su 450 differenti proposte, in grado di incrementare il suo appeal puntando sulla riscoperta di ritmi, storie e sapori antichi. Non a caso, il claim della Toscana sarà: “Sono secoli che viviamo nel futuro”. Un modo per sfruttare appieno un patrimonio fatto di 479 musei, 198 teatri, 5 mila dimore storiche, più di 300 aree archeologiche, 953 biblioteche, 800 giardini storici e 4 mila tra castelli e fortificazioni. Le aspettative sono alte: solo Firenze conta di portare in città sull’onda lunga dell’Expo circa un milione di presenze in più.

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Alla scoperta delle radici

In apertura il Duomo di Firenze e la statua di Perseo in Piazza della Signoria. Qui la Rocca di San Silvestro, villaggio fortificato del X secolo all'interno del parco archeominerario di San Silvestro, in Maremma

Dentro e fuori dai padiglioni Con un patrimonio d’eccellenza a livello mondiale nei settori più diversi, non era semplice per la Toscana – terra di campanili e con una spiccata attitudine alle polemiche – dedicare il proprio padiglione a un aspetto particolare del Tuscan lifestyle rischiando magari di tralasciarne altri. È forse per questo che persino il logo ufficiale, disegnato da Alessandro Mendini, prova a richiamare tutti (o quasi, visto che all’appello manca la Torre di Pisa) gli elementi che la caratterizzano: il vino, l’olio, il Duomo di Firenze, Pinocchio, la musica, la ricerca scientifica, le montagne, il mare, le piante, le “chiarine” e così via. Leitmotiv dello spazio espositivo saranno i cinque sensi, con un’installazione proiettata su tutti gli schermi del totem centrale che in 5 minuti darà una sorta di “riassunto” con immagini, suoni e suggestioni, offrendo un viaggio di un giorno in Toscana condensato in trecento secondi. L’ele-

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mento unificante dello spazio espositivo sarà il senso dell’olfatto un’essenza creata dal maestro profumiere Lorenzo Villoresi. Con oltre 30 appuntamenti tra eventi promozionali, incontri, mostre, convegni, conferenze, show-cooking e wine bar, la Toscana non limiterà la sua presenza ai padiglioni e ai circa 60 mila visitatori previsti nello stand regionale, ma si aprirà al capoluogo lombardo e ai suoi visitatori. Da maggio a ottobre, il programma “fuori Expo” punta a valorizzare e promuovere le eccellenze toscane con spazi espositivi e contenuti culturali, turistici, scientifici, economici. La location principale saranno i Chiostri dell’Umanitaria, a pochi passi dal Duomo: enti pubblici e privati, associazioni di categoria, imprese singole ed associate, Università e Poli scientifici offriranno ai visitatori di Toscana Fuori Expo 2015, l’opportunità di immergersi nel Buon vivere toscano.

Il 2015 è l’Anno dell’Archeologia in Toscana, che culminerà con la mostra Potere e pathos – Bronzi nel mondo ellenistico fino a giugno in Palazzo Strozzi a Firenze e con il congresso mondiale di Egittologia ad agosto in Palazzo Vecchio, per concludersi con le Notti dell’archeologia a luglio: 200 iniziative in 100 musei e aree archeologiche. Ma non solo. Questo è l’anno in cui l’archeologia toscana uscirà dai musei grazie al progetto Le vie degli Etruschi che prevede una serie di itinerari da percorrere a piedi, in bici o in auto, sulle orme degli insediamenti, mettendo in collegamento i siti archeologici con mete turistiche più e meno insolite, destinazioni enogastronomiche e relax Tuscany-style. Un percorso che inizia da Livorno e, scendendo verso sud lungo la Strada del vino e dell’olio Costa degli Etruschi porta a conoscere borghi medievali come Montescudaio, noto per il suo il vino Doc, oppure Bibbona col suo Terratico di Bibbona Doc e Bolgheri, con il famoso viale dei cipressi, terra di illustri vini e dei famosi Supertuscans. Passando dalla strada di Castagneto Carducci verso l’interno si raggiunge il borgo medievale di Suvereto, altra zona importante dal punto di vista vitivinicolo, che vede la produzione del Val di Cornia Rosso e Suvereto già presenti negli sfarzosi banchetti etruschi, come testimoniano i reperti custoditi al museo di Cecina. Ritornando verso la costa, presso il Golfo di Baratti si trova il Parco Ar-

In occasione di Expo il Granducato ha lavorato per offrire un volto meno conosciuto di sé, quello legato alla scoperta delle sue radici storiche e ancestrali. Da esplorare attraverso i suoi percorsi storici, i suoi 479 musei, i 198 teatri, le 5 mila dimore storiche, le più di 300 aree archeologiche, i 4 mila castelli...


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La rocciosa Costa degli Etruschi a Calafuria, in provincia di Livorno

cheologico di Baratti e Populonia: acropoli, templi, città bassa, porto e quartiere industriale mantengono vive le testimonianze di Populonia, unico grande centro etrusco il cui nome antico, Fufluna, richiama il Dio del vino etrusco. Le Terme di Venturina, già note agli Etruschi e ai Romani come Aquae Populoniae, permettono una pausa di benessere grazie alle proprietà della sorgente Cratere. Nel mare etrusco passavano tonni e palamite: non è un caso che il piatto classico di Baratti sia il tonno briao, con vino rosso, e che dall’inizio dell’800 fino al 1940 rimase attiva una tonnara. Qui i piatti di pesce e di carne convivono armoniosamente, da quelli a base di cinghiale al cacciucco. Ma nelle ricette della Costa degli Etruschi spesso mare e ter102

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Work’n Florence

È quello della Costa degli Etruschi uno dei territori più interessati per scoprire le origini di questa regione. Anche dal punto di vista gastronomico, grazie a una cucina che, oggi come ieri, unisce nel piatto mare e terra, come nelle seppie con le bietole o nelle triglie alla Livornese ra si trovano insieme: seppie con le bietole, baccalà o stoccafisso con cipolla, pomodoro e patate, triglie alla livornese, cuscus, pappa al pomodoro, riso nero con le seppie, e la palamita di San Vincenzo che i pescatori bollivano in acqua e aceto con carota, sedano e odori per poi pulirla e marinarla. Non manca la cacciagione, dai ravioli con sugo di lepre ai tordi con le olive, fino al cinghiale in dolceforte. Al di là degli etruschi, un altro itinerario da scoprire quest’anno è quello delle Terre di Piero, che consente di immergersi nel mondo di Piero della Francesca, vedendo

Parafrasando il motto su Maometto e la montagna, se Firenze non potrà essere tutta rappresentata all’Expo, l’obiettivo è far sì che da maggio in poi l’Expo vada a Firenze. Per attrarre i turisti sono state studiate una cupola 3D, un temporary mall, eventi e iniziative per far conoscere al mondo le eccellenze fiorentine, sotto il cappello del progetto Work’n Florence. Nel rinnovato complesso di San Firenze troverà così posto la Casa delle eccellenze dove ogni due settimane si alterneranno le migliori produzioni nel settore dell’industria di qualità, artigianato artistico ed enogastronomia. Nella Dogana di Palazzo Vecchio verrà allestita invece I_Dome, una riproduzione alta 8,5 metri della cupola del Brunelleschi, che all’interno racconterà i diversi aspetti del saper fare Florence-style prima di iniziare – da ottobre in poi – un tour in giro per il mondo. Curiosa poi Jellyfish, la zattera biodinamica realizzata da Stefano Mancuso con materiali riciclati, che utilizza l’acqua dell’Arno per le coltivazioni e offre l’opportunità di approfondire i temi dei cambiamenti climatici e della sostenibilità. Gli appassionati del grano e del pane potranno invece partecipare a fine settembre a un forum internazionale all’Accademia dei Georgofili e in Orsanmichele (oggi chiesa, in origine granaio della città) e alla mostra che racconta la storia, il presente e il futuro del grano. Col progetto Orti e cenacoli, infine, Firenze riscoprirà l’essenzialità del cibo attraverso sei cene tematiche nei chiostri cittadini all’insegna della simplicitas e ispirate ai ricettari monastici degli ordini religiosi. «Questi eventi – spiega il sindaco, Dario Nardella – trasformeranno la nostra città nella porta ideale per Expo: utilizzeremo quest’opportunità e i numerosi appuntamenti per attrarre turisti e diffondere i valori del Made in Florence».


dal vivo i paesaggi immortalati nelle sue opere, assaporando i piatti tipici del luogo (dalla carne di Chianina, all’acquacotta alla ribollita) e godendosi le manifestazioni folkloristiche tra Valtiberina e Valdichiana. L’appuntamento di Expo 2015 sarà anche l’occasione per la “riscoperta” dell’Isola del Giglio dopo la vicenda della Costa Concordia: i riflettori saranno puntati sulla vita sotto il mare, sulla ricchezza naturalistica dei fondali così come sulla storia e le storie del Giglio, ad esempio quelle dei pirati che depredarono completamente l’isola nel 1544.

Sulle orme della fede Un altro punto focale sarà la valorizzazione della Via Francigena, antica rotta dei pellegrini oggi di nuovo interamente percorribile grazie a un investimento complessivo – tra messa in sicurezza, strutture di ospitalità, servizi, aree di sosta e segnaletica – di 16 milioni da parte della Regione. In due settimane, percorrendo 25 km al giorno, è possibile attraversare l’intera regione, dalla boscosa Lunigiana a Radicofani, da dove si stende il territorio che conduce a Roma. Un itinerario in 15 tappe che può essere percorso sia con la visione di un viaggiatore attivo in bicicletta, a piedi o a cavallo, sia declinato come un’esperienza enogastronomica, storica, culturale e artistica. Partendo dalla valle del fiume Magra, con boschi circondati da castelli, pievi romaniche e borghi ancora ben conservati, si arriva a Pontremoli, con i suoi palazzi e chiese medievali, tra cui la chiesa di San Pietro dove ancora oggi si conserva il “labirinto”, simbolo dei pellegrinaggi diretti in Terra Santa. Superata la pieve di Sorano, la Francigena attraversa l’antico borgo di Filattiera fino a Filetto per poi raggiungere Villafranca in Lunigiana. Da lì, dopo aver passato l’area archeologica di Luni, antico porto romano da cui partivano i marmi per Roma, si arriva in prossimità di Carrara, ai piedi delle montagne del marmo lungo una strada tra i vigneti che ricoprono le colline,

Camminando lungo la Via Francigena, antica rotta dei pellegrini oggi di nuovo interamente percorribile, è possibile in due settimane (al ritmo di 25 km al giorno) attraversare l’intera regione, dalla boscosa Lunigiana a Radicofani

In alto, moderni pellegrini lungo la Via Francigena. Qui invece le celebri torri di San Gimignano

Il piatto del Vivere Bene Sul fronte culinario, punta di diamante della Toscana a Expo 2015 sarà un piatto a “otto mani”, firmato da quattro tra gli chef più importanti della regione e destinato a diventare testimonial del vivere bene toscano. In vista dell’appuntamento milanese un team di chef stellati capitanato da Marco Stabile (Ora d’Aria, Firenze) e composto da Cristiano Tomei (L’Imbuto, Lucca), Gaetano Trovato (Arnolfo, Colle Val d’Elsa) e Filippo Saporito (La leggenda dei frati, Castellina in Chianti) ha deciso di incrociare mestoli e idee alla ricerca di un piatto moderno ma in grado di rappresentare la tradizione gastronomica toscana. Il risultato è la pappardella con polvere di cavolo nero all’essenza di bistecca con olio, briciole di pane e gocce di vino su fonduta di fagioli. «Un piatto al contempo estremamente semplice – ha spiegato Stabile, testimonial dell’iniziativa insieme alla JRE, l’associazione europea dei giovani ristoratori di cui è appena diventato presidente – ma anche incisivo e capace di lasciare un segno». maggio 2015

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Scelti per voi dove mangiare La Cantinetta di Bolgheri Cibo e vino della tradizione della costa toscana e un arredamento all’insegna del recupero di materiale di riciclo Prezzo medio: 25 euro Largo Nonna Lucia 2 Castagneto Carducci (Li) Tel. 0565.762045 www.lacantinettadibolgheri.com La Vecchia Locanda Da scoprire la cucina di Remo “il supremo” Maestrini, chef golfista votato alla creatività. Prezzo medio: 40 euro Piazza Garibaldi 7 Scarlino (Gr) Tel. 0566.37299 www.vecchialocanda.it Papaveri e Papere In una terra che fa del tartufo la sua bandiera a tavola, la cucina che unisce tradizione e innovazione di Paolo Fiaschi. Prezzo medio: 38 euro Via Dalmazia 159 San Miniato (Pi) Tel. 0571.409422 www.papaveriepaolo.com

dove dormire Villa Agape Un soggiorno tra natura e arte contemporanea. Prezzo medio 135 euro Via della Torre del Gallo, 8 – Firenze Tel. 055.220044 www.villaagape.it Locanda delle Mura Piccolo (solo 5 camere) ma molto suggestivo B&b nel cuore della Maremma. Prezzo medio: 89 euro Piazza Marconi, 5 Magliano in Toscana (Gr) Tel. 335.218044 www.locandadellemura.it Villa Sonnino Struttura di rilevanza storica, in posizione strategica. Prezzo medio: 80 euro Via Castelvecchio 9 San Miniato (Pi) Tel. 0571.484033 www.villasonnino.com

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Nel cuore della Toscana, il borgo fortificato di Monteriggioni conserva ancora oggi gran parte delle strutture del XIII secolo e si configura come un luogo assolutamente unico nel panorama dei centri medievali della regione

in un susseguirsi di panorami sulle Alpi Apuane e sul mare. La Francigena attraversa il centro storico di Massa per poi riscendere verso Pietrasanta, patria della scultura e del marmo delle Apuane, fino a toccare Lucca e Altopascio, Capannori (con la pieve duecentesca di San Quirico) e Porcari, fino a San Miniato, dove la strada mantiene il tratto selciato fino a Fucecchio. Il percorso si estende a sud fino alle torri di San Gimignano e Monteriggioni, in Val d’Elsa, fino alle porte di Siena e le crete senesi. È qui che la Francigena intreccia la sua strada con quella dei grandi vini della zona, in primis Montalcino e la Val d’Orcia, per abbandonare la Toscana e proseguire verso il Lazio.

Fino al 28 maggio, all'interno del Padiglione Italia, è possibile compiere un viaggio virtuale in Toscana grazie a uno spazio espositivo che parla ai 5 sensi Per saperne di più:

www.expotuscany.it www.viefrancigene.org www.expo2015firenze.it


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Vie d'acqua lucane di Isa Grassano

Sarà protagonista del Padiglione Italia dall’8 al 23 maggio, la Basilicata. Terra di sorgenti e laghi, fiumi, cascate e antiche cisterne scavate nel tufo, vale la pena visitarla in questa primavera animata di eventi legati a Expo, ma non solo. O conoscerla a Milano, dove sarà presente con le sue tradizioni e i suoi migliori prodotti enogastronomici 106

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Basilicata

«La Lucania apre le sue lande, le sue valli dove i fiumi scorrono lenti come fiumi di polvere». È la descrizione di Leonardo Sinisgalli, cantore della Basilicata, ma anche la sintesi di una regione che con i suoi fiumi (Sinni, Agri, Basento e Bradano), laghi e torrenti, i suoi due mari al centro del Mediterraneo (Tirreno e Jonio) regala scenari spettacolari e paesaggi da scoprire con lentezza. E l’acqua in tutte le sue sfaccettature sarà il filo conduttore per la Basilicata all’Expo. «Vogliamo sottolineare il carattere di una comunità che tenacemente si insedia e dell’acqua fa la propria forza, oggetto di culto e di devozione oltre che ricchezza per la propria economia», ci dice Patrizia Minardi, Dirigente Ufficio sistemi culturali e turistici della Regione. «La navigabilità dei fiumi ha permesso, per molti secoli, l’espansione delle colonie greche verso l’entroterra favorendo un vivace scambio tra il mondo orientale e quello occidentale; ma l'acqua rimanda anche al culto di Demetra, dea del grano e della fertilità. Il fiore all’occhiello sarà Matera, capitale della Cultura per il 2019, dove a lungo è stata importante la raccolta delle acque nelle cisterne». Per darvi un’anteprima di quello che si vedrà a Milano e per partire poi alla scoperta di questa regione che, “che ci crediate o no, esiste” (e chi scrive, lo sa bene, essendo d’origine lucana), abbiamo seguito per voi alcune “strade dell’acqua”, sfiorando paesaggi capaci di evocare immagini di assoluta armonia tra l’uomo e la natura, lungo le campagne sempre verdi e generose irrorate dalle dighe (di Montecotugno, del Pertusillo, della Camastra, di San Giuliano), toccando paesi che furono d'ispirazione per Federico II di Svevia, soffermandoci su città come Matera che proprio all’acqua deve la sua iscrizione nel Patrimonio Mondiale per l’Umanità. maggio 2015

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Sapere e saper fare

Matera è stata inserita nel novero dei Patrimoni dell'Umanità Unesco nel 1993 proprio grazie al suo ingegnoso impianto idraulico, un sistema di vasi comunicanti con il quale gli abitanti raccoglievano le acque piovane, in un territorio dove c’era spesso siccità Ci vediamo alla Goccia «Quasi nessuno sa che la nostra città dei Sassi è stata apprezzata dall’Unesco proprio per l’ingegnoso sistema idraulico, il sistema dei vasi comunicanti con il quale gli abitanti raccoglievano le acque piovane, in un territorio dove c’era spesso siccità. Sui tetti delle abitazioni furono ricavati tanti piccoli canali che permettevano all’acqua di scorrere in una cisterna posta al centro di un cortile, comune a più famiglie. In caso di

piogge abbondanti, la cisterna troppo piena cominciava a traboccare e l’acqua defluiva attraverso un cataletto nelle cisterne delle case sottostanti o attigue», ci spiega Angelo Fontana di Sassi & Natura. Esperta guida, promuove itinerari che partono dall’antica cisterna di Piazza Vittorio Veneto: il Palombaro Lungo, interamente scavato a mano. È uno dei più grandi serbatoi idrici della città: profondo 15 metri e con una capacità di oltre 5 milioni di litri, può essere percor-

In apertura, l'Oasi del lago di San Giuliano. In questa pagina, Matera vista dall'esterno e "dall'interno"

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A Expo, il padiglione che rappresenta l’identità e il futuro della regione Basilicata, reso scenograficamente dall’estro di Mario Garrambone, è diviso nello spazio “del sapere” (150 mq) e in quello “del fare” (56 mq). Nel primo, il pavimento trattato a scomparti profondi accoglie i prodotti della terra lucana, da quelli ortofrutticoli della piana del metapontino, al fagiolo di Sarconi, al peperone di Senise, alle olive nere di Ferrandina, alla melanzana rossa di Rotonda, ai formaggi (il Pecorino di Filiano Dop, il Canestrato di Moliterno Igp), alla salsiccia luganega. E ci saranno anche biblioteche con testi a tema. Nell’ambiente del fare, invece, saranno concentrate le attività di artigianato, l’arte degli scrittori e dei pittori, ma anche il “produrre” delle varie aziende. Fitto poi il cartellone degli eventi che si tengono dall’8 al 23 maggio. Sabato 9 e domenica 10, si parla di Fumetti contro lo spreco dell’acqua. Martedì 12, protagonista è la scrittrice Mariolina Venezia con i sei racconti internazionali per Matera capitale della Cultura 2019. Mercoledì 13, obiettivo su Turismo ed accessibilità: la fruibilità del patrimonio culturale-artistico della Basilicata, mentre il giorno dopo ci si sposta su La Memoria dei Lucani con cinema e paesaggi. Venerdì 15 e giovedì 21, è di scena la gastronomia con Convivio Lucano: A tavola con Federico II. Appuntamento da non perdere, sabato 16: A Pane ed Acqua: la lavorazione del pane in versi lucani, con lo scrittore Roberto Linzalone (si replica sabato 23). Domenica 17 e lunedì 18, attenzione focalizzata su L’acqua e i Parchi nazionale e regionali della Basilicata: tra torrenti, fiumi, cascate, dighe. Martedì 19, Acqua, arte contemporanea e monte pollino. Fuori salone, la Regione sarà presente con uno stand dell’Azienda di Promozione Turistica a Cibo a Regola d’arte di RCS alla Triennale (19-24 maggio) e in Galleria Vittorio Emanuele, presso la libreria Rizzoli (15-28 giugno).




so a piedi. «Ci vediamo alla Goccia», ci dice invece Luca Petruzzellis di Sassi & Murgia, associazione che porta appassionati e curiosi tra cisterne, cunicoli e case grotte. La Goccia è diventata il punto di ritrovo in piazzetta Pascoli, proprio dinnanzi a Palazzo Lanfranchi (all’interno il museo di Carlo Levi). Si tratta di una scultura in bronzo, denominata MU 765 G e creata dall’artista Kengiro Azuma, che simboleggia il ritmo perenne del ciclo della vita. Appunto una goccia d’acqua che, dopo aver fertilizzato la terra, si fa vapore acqueo e nuvola per ritornare goccia irroratrice. Da qui ci si muove poi in alcune case grotte dove è possibile vedere da vicino piccole cisterne inserite nei contesti abitativi del Sasso Caveoso. Entrambi gli itinerari si concludono al museo della raccolta delle acque.

Di lago in grotta A pochi chilometri da Matera, si arriva all’Oasi WWF del lago di San Giuliano, il cui lago artificiale (creato dallo sbarramento sul fiume Bradano, che nasce nei pressi del Monte Vulture, avvenuto tra il 1950 e il 1957) sembra una sinfonia d’azzurro che cambia con il cambiare della luminosità, incorniciata da conifere, eucalipti, pini d’Aleppo. Si può scorgere la folaga, il cavaliere d’Italia, il cormorano, il falco pescatore, il germano reale e altre specie migratorie che si divertono a giocare a nascondino fra le frondose piante della macchia mediterranea e che fanno della zona un paradiso per gli amanti del Birdwatching. Qui nidifica anche il capovaccaio, un piccolo e raro avvoltoio. Presso lo sbarramento della diga c’è il Museo Naturalistico. Non mancano sentieri per passeggiate a piedi o in mountain bike, incontro a iris, orchidee e altri fiori. Sul fronte opposto, sono i laghi di Monticchio, ai piedi del cratere del Vulture, il vulcano spento, ad essere un grande attrattore. Il Lago Piccolo e il Lago Grande sono divisi da un ruscello e appaiono come due gemme che rifletto-

Nel Vulture l’acqua sgorga naturalmente dai ruscelli leggermente frizzante. Si dice che anche il regista Mel Gibson durante il suo soggiorno lucano per girare The Passion, sia rimasto piacevolmente colpito da queste bollicine naturali In alto, i laghi di Monticchio. Qui sotto ancora l'Oasi WWF di San Giuliano

no i bagliori della natura verdeggiante plasmandosi e confondendosi con essa. Sul più piccolo si specchia l’Abbazia di San Michele, fondata dai Benedettini nell'XI secolo su preesistenti grotte scavate nel tufo. La Grotta dell’Angelo dedicata a San Michele era il luogo dove si riunivano in preghiera i monaci italo-greci che anticamente abitavano la zona. All’interno è ospitato anche il Museo di Storia Naturale del Vulture dove si può ammirare la Bramea, una falena notturna unica al mondo scoperta nel 1963. È questa anche la zona dove ricche fonti danno vita ad acque minerali. Qui nasce l’acqua Gaudianello. Si dice che anche il regista Mel Gibson durante il suo soggiorno lucano per girare The Passion, sia rimasto piacevolmente colpito da quel mix di bollicine e minerali. La particolarità? Qua e là in zona, l’acqua sgorga naturalmente dai ruscelli leggermente frizzante, maggio 2015

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Scelti per voi

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dove mangiare La Cantina della Bruna Il nome del locale, scavato nella roccia, è un omaggio alla Patrona della città, la Madonna della Bruna. Da assaggiare il cutturidd’, agnello in terracotta con patate e verdure. Prezzo medio: 20-25 euro Via Spartivento, 20 - Matera Tel. 0835.335010 www.lacantinadellabruna.com Agriturismo Tenuta La Volpe A un chilometro dall’Oasi di San Giuliano, cucina tradizionale. Prezzo medio: da 20 euro Contrada Diga San Giuliano Miglionico (Mt) Tel. 0835.559752 Ristorante Pietra del Sale Nel silenzio dei boschi, nei pressi del Castello di Lagopesole, occhieggia la sorgente Pietra del Sale. La sfida è incentrata sul recupero dei prodotti agricoli biologici trasformati secondo antiche ricette. Prezzi da 25 euro Località Frusci - Avigliano (Pz) Tel. 0971.87063

Alla fonte della vita Aqua 2015 è un progetto tematico nel quale la regione Basilicata è capofila di un gruppo di altre sette regioni o province autonome (Molise, Piemonte, Umbria, Emilia Romagna, Lazio, PA di Bolzano e di Trento). Tutto ruota attorno all’Acqua come fonte di vita, nutrimento, alimentazione, e ha due momenti importanti. Sabato 9 maggio, durante Expo, si potrà vivere un viaggio emozionale attraverso le peculiarità delle regioni partecipanti. In ottobre, invece, l’attenzione sarà spostata sul territorio lucano. Si sta lavorando per un programma su più giorni, a Matera, tra esposizioni, attività esperienziali e workshop. www.acqua2015.it

Per saperne di più:

http://expo2015.regione.basilicata.it www.sassienatura.it www.sassiemurgia.com www.laraccoltadelleacquematera.it www.aptbasilicata.it www.facebook.com/oasisangiuliano/ timeline www.cascatedisanfele.it www.museodelvulture.it

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dove dormire Le Monacelle Camere una diversa dell’altra, e una terrazza belvedere sulla Murgia e sul torrente Gravina. Doppia da 86 euro Via Riscatto, 9 - Matera www.lemonacelle.com

Il Palombaro Lungo, uno dei più grandi serbatoi idrici della città: profondo 15 metri può essere percorso nella sua interezza

così da poter fare una sana bevuta en plein air. Infine, da non perdere le Cascate di San Fele, in località Matise di San Fele (sulla strada in direzione di Melfi, con il castello legato a Federico II di Svevia). Ce ne sono diverse, e ogni balzo eleva infiniti echi di mistero.Tra queste, facilmente raggiungibili con un percorso di circa trecento metri, c’è Il Paradiso e a vederla s’intuisce il perché del nome. Si resta ammaliati dallo scrosciare lento dell’acqua e tutto intorno solo il silenzio. Belle anche Le Gemelle, così rinominata poiché costituisce il punto di incontro di due cascate, originate rispettivamente dal torrente Acquafredda e dal Torrente Bradano, che si uniscono e si confondono in un grazioso laghetto.

B&b Porta Castello A pochi chilometri dai Laghi di Monticchio. Camere con doccia emozionale e idromassaggio. Camere da 30 euro a persona Viale Doria, 56 Lagopesole (Pz) Tel. 393.1901018 www.portacastello.com Agriturismo L’Assiolo Ai bordi della diga di San Giuliano (Mt), immerso nel verde della riserva naturale del WWF . Doppia da 60 euro Tel. 0835.559678 www.lassiolo.com Masseria Macchia – Relais San Pio Un borgo rurale che spicca per il mix di bianco accecante e colori solari, sul versante jonico. Spiaggia privata. Doppia da 90 euro c/da Macchia – S.S.106 km 444 Marina di Pisticci (Mt) Tel. 0835.582193 www.masseriamacchia.it



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Dolomiti:

il paradiso a due passi di Riccardo Lagorio

Selvagge per natura, eppure facili da raggiungere, ideali per chi cerca una vacanza ritemprante lontano dal turismo di massa, queste montagne Patrimonio Mondiale dell’Umanità , assieme a Piancavallo, alle Valli Pordenonesi e ai Magredi rappresentano un territorio unico, di intatta suggestione, dove saperi arcaici e sapori autentici scrivono ogni giorno un capitolo che ha come coronamento il paesaggio naturale e culturale in ogni sua sfumatura 114

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piedi, l’aspra terra dei Magredi, delicato ecosistema che ha di simile solo la steppa russa; Polcenigo con la profondissima e limpida sorgente del Gorgazzo dalla acque cristalline; Maniago (dal medioevo capitale italiana delle lame e dei coltelli); Sequals patria di mosaicisti, con la casa natale del campione di boxe Primo Carnera.

La forma della natura

Un tempio e un inno alla natura, che conserva le impronte millenarie del tempo con pinnacoli, guglie, canyon spettacolari e un grado di wilderness unico nell’arco alpino. Le Dolomiti Friulane (le più selvagge, le meno mondane e, di riflesso, le più autentiche) sono l’ideale scenario per una vacanza tutta natura, sport e relax: tutelate dall’omonimo Parco, hanno per simbolo l’ardita guglia di 300 m del Campanile di Val Montanaia . Piancavallo è nota località di sport invernali ed estivi. La Valcellina, la Val Tramontina, la Val Covera – con i boschi, gli alpeggi, i borghi dalle austere architetture in pietra – sono luoghi da assaporare nelle loro mille sfaccettature da parte di chi cerca una vacanza realmente ritemprante, dove vivere le proprie passioni lontano dalla folla.Ai loro

L’innata abilità artigianale delle genti di questa terra si è espressa nei secoli attraverso la capacità di dare forma al legno, alla pietra, al metallo. Sono elementi della difficile vita di ogni giorno, che hanno garantito per millenni la sopravvivenza e un certo benessere, e da artigianato si sono tramutati a volte in arte. Nell’intero arco delle Dolomiti Friulane la pietra consente da tempo immemorabile la costruzione di abitazioni (caratteristiche ed uniche le architetture di Erto, Casso, Poffabro, Frisanco,Andreis), stalle, muri di sostegno. E poi diventa arte e artigianato, attraverso le sculture, gli oggetti simbolo della religione, gli strumenti domestici. La lavorazione del metallo, e in particolare delle lame, si è tramandata fino a noi e oggi tradizione, tecnica, design in un equilibrato mix rendono unici e pregiatissimi i coltelli di Maniago, città da secoli fra i maggiori e più importanti produttori internazionali di lame. Dalle sue aziende vengono esportati in tutto il mondo coltelli apprezzati per la loro altissima qualità e per il loro design, cavatappi e coltelli per il tempo libero e lo sport: la Protezione Civile, ad esempio, ha in dotazione un coltello multiuso marchiato Qualità Maniago. La storia delle lame di Maniago è raccontata nel Museo della Coltelleria, allestito in una fabbrica inizio ‘900. Infine, l’arte del mosaico e del terrazzo, che ha la sua culla a Sequals: da circa due secoli i mosaicisti di queste zone hanno fatto scuola nel mondo, decorando con abilità unica edifici pubblici e privati. Sono stati gli emigranti ad affinare e a diffondere l’arte della composizione di tessere colorate ricavate dai sassi dei fiumi, che ha consentito di mantenere in vita, su scala artigianale e industriale, un significativo filone dell’Italian Style. maggio 2015

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inviaggio

Osservare da vicino cervi, caprioli, stambecchi. Seguire le orme lasciate nella roccia dai dinosauri. Fare acrobazie, in tutta sicurezza, passando da albero ad albero. Provare l’ebbrezza del canyoning. Imparare da un botanico a riconoscere i fiori.Questi monti sono a portata dei bimbi e delle famiglie

Scelti per voi dove mangiare Ristorante Belvedere Trasporto e passione per la propria terra in un elegante ristorante con camere. Si mangia con 35 euro Doppia da 70 euro Via Odorico, 54 Sequals (Pn) Tel. 0427.93016 Ristorante La Stella Una giovane coppia porta su una tavola ricca di aneddoti le tradizioni dei luoghi intorno. Prezzo medio: 35 euro Via Principale, 38 Meduno (Pn) Tel. 0427.86124

dove comprare Vini Bulfon Emilio Bulfon fu tra i primi a riscoprire l’importanza dei vitigni autoctoni nell’area pedemontana pordenonese. Ora la sua idea è realtà. Via Roma, 4 Pinzano al Tagliamento (Pn) Tel. 0432.950061 Agriturismo Borgo Titol Una famiglia che ha riscoperto un borgo abbandonato. E che lo ha fatto rivivere a suon di pitina, formadi del cit e pan de sorc. Località Borgo Titol Tramonti di Sopra (Pn) Tel. 0427.869061

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La via dei saperi e dei sapori Non manca, ovviamente, la gastronomia. Prelibati i formaggi (come il formadi dal cit e il Montasio Dop) e i salumi, su cui spicca la pitina. Si tratta di un insaccato che non è un insaccato, un salume che non è un salume, un sorta di grossa polpetta ottenuta esclusivamente da carne di ungulati, ingentilita da erbe aromatiche, sale, pepe, passata nella farina di mais, affumicata e stagionata. La si gusta cruda, a fette (ma deve avere più di 40 giorni) con polenta o pane casereccio; oppure cotta, con le fette scottate velocemente nel burro, servite su una polentina morbida e cosparse di un po’ di ricotta fusa: molteplici sono comunque le ricette di cui è alla base, proposte nei ristoranti della zona. In estate matura a Caneva il figomoro, le cui piante marchiano un po’ ovunque il territorio. Lo apprezzava nei tempi antichi la Serenissima, oggi una cinquantina di produttori si sono associati in consorzio e hanno iniziato anche a lavorarlo, producendo confetture e altro. Compagni ideali dei piatti della cucina locale sono i vini della Doc Grave del Friuli e alcuni rari quanto prelibati vini da vitigni autoctoni, fra cui l’Ucelùt, il Forgjarin, il Cividìn, lo Sciaglìn, il Cjanorie, ritrovati fra i colli di Castelnuovo e Pinzano e riportati a nuova vita. Gusti che si scoprono lungo la Via dei Saperi e dei Sapori delle Dolomiti Friulane, promossa dalla Comunità Montana del Friuli Occidentale e Gal Montagna Leader per valorizzare i prodotti tipici locali e restituire il giusto valore a quelle piccole realtà di pregio che stanno svolgendo un ruolo insostituibile di rilancio dell’agricoltura sostenibile, della preservazione delle tradizioni storico culturali e dell’ambiente, unico e insostituibile, che caratterizza le Dolomiti Friulane. Ne fanno parte 54 aziende, aperte al pubblico per visite e degustazioni. Per saperne di più:

www.dolomitifriulane.com info@dolomitifriulane.info Tel. 0427 71775

A volo d'aquila Vero paradiso per l’escursionismo di tipo naturalistico, la mountain bike e il trekking, garantiti da un’adeguata rete di sentieri e da un buon numero di strutture d’appoggio, le Dolomiti Friulane si sviluppano in un’area di grande interesse geologico e ambientale, caratterizzata da un alto grado di selvatichezza: perciò è possibile imbattersi senza grandi difficoltà in caprioli, camosci, cervi, stambecchi, mufloni, marmotte e vedere volteggiarenel cielo l’aquila reale.



inviaggio

Qui è nato il tricolor di Riccardo Lagorio

Taglia trasversalmente la pianura padana la provincia reggiana, e i suoi confini sono stabiliti dall’acqua: il Po a nord, l’Enza e il Secchia a ponente e levante. In mezzo un’infinità di borghi, sui quali aleggia la figura mitica di Matilde di Canossa e il profumo sublime di Pamigiano e Lambrusco

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Emilia Romagna

Reggio Emilia

Si distinse in anni recenti Otello Montanari per essere banditore delle glorie patrie, fornendo prove tombali sul fatto che il primo tricolore italiano fosse stato cucito in Reggio Emilia da mani muliebri. Erano i primi giorni del 1797 e i ducati emiliani stavano per sfaldarsi di fronte all’avanzata delle truppe napoleoniche. Storie di robusto patriottismo associato a sano campanilismo. Reggio Emilia, piccola-grande capitale al centro geografico della sua (ex?) provincia, con il Duomo dalla facciata incompiuta e dove è facile perdersi tra le viuzze dal trascorso medievale, per ritrovarsi improvvisamente allo scoperto in una piazza viva di persone e biciclette, magari all’ombra di una torre campanaria a base ottagonale, quella della basilica di San Prospero. Reggio Emilia e le rinomate scuole d’infanzia, le sue industrie meccaniche, dell’elettronica e della plastica risorte dalle subdole scosse del 2012 ma non del tutto dal mutato scenario economico. Una terra inclusiva, tanto da fare concorrenza a Torino e Milano per numero di immigrati, negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo passato, dal meridione. Una terra che taglia trasversalmente la pianura padana e i cui confini sono stabiliti dall’acqua: il Po a nord, l’Enza e il Secchia a ponente e levante.

Matilde e l’erbazzone Una terra in rosa: è naturale che il pensiero corra alla brillante epopea di Matilde di Canossa, la potente feudataria medievale, a cui si fanno risalire gli impianti di numerosi castelli e pievi. Come Santa Maria Assunta di Toano, sui contrafforti appenninici, dalla seducente struttura romanica, caratterizzata all’interno dalla nuda spazialità e dai capitelli che sembrano usciti da bestiari medievali. E i vicini borghi di Stiano e Manno, incastonati in boschi di noccioli e castagni dove spicca la Casa dei Ceccati, esempio di casaforte medievale. Ma anche, sempre alta sulle colline, la Pieve di Marola, a poca distanza da Carpineti, dalla sobria facciata. Svetta incontrastata la sagoma della Pietra di Bismantova, stretto altipiano dalle pareti scoscese, sotto la quale si adagia il cuore pulsante della montagna reggiana, CaLa Basilica di San Prospero nell'omonima Piazza. Nella pagina successiva, le Vele di Calatrava

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inviaggio

Il Parmigiano Dop delle Vacche rosse

La Sala Civica Augusto Daolio di Novellara, conserva manoscritti, disegni, pentagrammi del cantautore. Parole che raccontano di un futuro migliore, di una vita redenta. Un futuro che l’architetto Calatrava cerca di interpretare nelle sue famose Vele, i ponti che proiettano Reggio Emilia e la sua terra armoniosa e di lunga convivenza a modello d’Italia stelnuovo ne’ Monti. È tutta questa l’area su cui si estende una particolare variante dell’autentica stella della gastronomia reggiana: due strati di pasta non lievitata riempiti da un impasto di bietole, cipolla, aglio, lardo, prezzemolo e Parmigiano Reggiano Dop. Tagliato a fette o losanghe in base alla dimensione della teglia. Qui nell’alta collina l’erbazzone è addizionato a riso, in omaggio al lavoro delle mondine che si spostavano nelle risaie di pianura ottenendo il pagamento in natura: ha spessore maggiore e non viene chiuso dallo strato di pasta superiore. Quando si dice della biodiversità alimentare italica…

Dal Rinascimento al futuro Tesori che hanno attraversato indenni le stagioni al pari delle corti rinascimentali. Scandiano, per esempio. Con il suo castello del 1325 trasformato dalla famiglia Boiardo in dimora signorile nel Cinquecento e dove, al primo piano, nacque Matteo Maria, il grande letterato. Vi alloggiò, qualche anno prima anche Francesco Petrarca mentre nei sotterranei 120

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era solito compiere i suoi esperimenti, negazionista della generazione spontanea. E, in località Arceto, ancora un castello, dell’833, uno dei pochi modelli di rocca in pianura, sorto su un terrapieno ricavato con materiale proveniente dalla escavazione di un fossato di forma ellittica. Questa è considerata la patria dell’uva Spergola, citata in alcune pergamene dal duca di Modena Borso d’Este, che si compiaceva del voluttuoso liquido con l’amico Boiardo. L’uva Spergola produce infatti, se ben coltivata, un vino dal colore paglierino, spiccatamente sapido, ampio e profumato, adatto alla spumantizzazione. Non solo Lambrusco, perciò, che rimane pur sempre un ambasciatore dei vini reggiani, e il più esportato al mondo, di cui Rubiera è uno dei centri di propagazione. Alternando un bicchiere di vino spumoso delle numerose aziende, in versione amabile o secca, meritano visita il Palazzo Rainusso con le sue impressionanti cancellate, la pieve romanica dei Santi Faustino e Giovita con il prezioso affresco di impronta bizantina del XIII secolo, e Palazzo Sacrati per l’immenso porticato al

Riscosse grande clamore tra gli addetti ai lavori l’avvenuto recupero delle Vacche rosse reggiane e la conseguente produzione di Parmigiano Reggiano Dop monorigine, a metà anni Novanta. Fu, senza timore di smentita, il meglio riuscito, pari forse solo all’epopea di una razza caprina, la bresciana Bionda dell’Adamello. Ma con ben altri numeri e risultati mediatici… Dagli oltre 200 mila capi degli anni Cinquanta, nel 1981 si raggiunse il minimo storico di 450 vacche. Oggi i bovini di razza Reggiana sono principalmente allevati nella provincia di Reggio Emilia, per un totale di circa 3 mila capi. Senza forzature giornalistiche si potrebbe affermare che le Vacche rosse fossero le mamme del Parmigiano Reggiano, in quanto presenti in gran numero nel Duecento, quando i monaci benedettini diedero inizio alla produzione di questo prelibato formaggio. Condizione che si trasmise appunto sino a metà del Novecento, quando questi simpatici animali furono scalzati da altri più produttivi, prima di razza Bruna, poi Frisona. Il latte di Vacche rosse (nutrite con pasti separati di erba, fieno e cereali) garantisce maggior resa alla caseificazione e si presta a lunga stagionatura, con conseguente migliore digeribilità. Il Parmigiano Reggiano delle Vacche rosse Dop deve infatti maturare per almeno 24 mesi, contro i 12 del Parmigiano Reggiano Dop, e si caratterizza per il marcato colore paglierino (grazie all’utilizzo di erba verde nell’alimentazione delle bovine), dal sapore più intenso e sapido che nasce dalla fusione delle 150 varietà di erbe dei prati stabili di cui si nutrono le vacche. Il formaggio in generale va sempre consumato da solo, magari accostandolo a diverse varietà di pane.



VIAGGIA CON


Scelti per voi dove mangiare Quella reggiana è una terra in rosa: è naturale che il pensiero corra alla brillante epopea di Matilde di Canossa, la potente feudataria medievale, a cui si fanno risalire gli impianti di numerosi castelli e pievi

La Sala del Tricolore di Reggio Emilia. Qui, il 7 gennaio 1797, nacque il Tricolore italiano. In alto il Castello di Canossa

piano terra. I portici sono evidente elemento architettonico delle piazze della bassa: quelli di Correggio, con accanto Palazzo dei Principi, di Reggiolo con il centro addossato alla Rocca, e di Novellara.Tempio dove nascono le migliori angurie di meritata fama per dolcezza e granulosità, coltivate nei terreni sabbiosi e raccolte da giugno a ottobre. Possiede notorietà per la sua Rocca, del Trecento, elegante e adattata nei secoli successivi a residenza, che ospita il Museo Gonzaga con un arazzo del 1554 di manifattura fiorentina e la Spezieria dei Gesuiti che vanta una singolare raccolta di albarelli, boccali e vasi dell’arte della farmacopea. Eppure Novellara è pragmatica e ha lo sguardo ben orientato al presente: la Sala Civica Augusto Daolio, dedicata allo scomparso leader de I Nomadi conserva disegni, manoscritti, pentagrammi del cantautore. Parole che raccontano di un futuro migliore, di una vita redenta. Un futuro che l’architetto Calatrava cerca di interpretare nelle sue ormai famose Vele, i ponti che proiettano Reggio Emilia e la sua terra armoniosa e di lunga convivenza a modello d’Italia.

Osteria in Scandiano Ristorante familiare nel centro storico della cittadina, dove degustare un’autentica cucina reggiana. Signorile ambientazione di fronte alla Rocca. Si mangia con 40 euro Piazza Boiardo, 9 Scandiano (Re) Tel. 0522.857079 Ca’ Matilde La complessa professione di cuoco trova nel giovane proprietario un grande interprete dal futuro radioso. Prezzo medio: 50 euro Via della Polita, 14 Quattro Castella (Re) Tel. 0522.889560

dove dormire Classic Hotel Elegante struttura, ideale per una sosta d’affari o turismo. Sale per congressi e area benessere a disposizione dei clienti. Doppia da 63 euro Via Pasteur, 121 Reggio nell’Emilia Tel. 0522.315411 Pianderna Agriwellness La tenuta all’interno di 100 ettari di campagna garantisce tranquillità e riservatezza. Le aggraziate camere l’effetto. Doppia da 100 euro Via Pianderna, 9 Scandiano (Re) Tel. 0522.851191

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week-end lusso

di Olga Carlini

Un pacchetto esclusivo

Torino-Milano, itinerario di stile Allegroitalia Hotels & Resorts mette a disposizione dei suoi clienti un pacchetto unico in occasione di Expo per vivere la città della moda e scoprire la magia della capitale sabauda soggiornando in strutture di charme. Come il Golden Palace, luogo d’arte e relax nel centro storico del capoluogo piemontese Vi piacerebbe addormentarvi cullati dal profumo del cioccolato? All’AllegroItalia Golden Palace di Torino è possibile. Il Luxury hotel sito nel centro storico della città, mette infatti a disposizione dei propri ospiti la Suite del Cioccolato, realizzata in collaborazione con Guido Gobino. Il soggiorno è un viaggio interattivo per scoprire il mondo del cioccolato grazie a un percorso sensoriale unico; il segno grafico del Gianduiotto guida gli ospiti della suite attraverso quattro step: l’installazione visiva, il test olfattivo, il gusto e l’esperienza tattile in sala da bagno con i prodotti per il corpo al cioccolato. Ma non è tutto. Se al dolce cioccolato preferite l’irruenza di un motore rombante, si aprono per voi le porte della Suite Maserati, pensata per tutti gli amanti dell’automobilismo italiano di lusso, dove la zona living si articola in un gioco di arredi storici, per toccare con mano la storia e la cultura dell’automobile sportiva. Il soggiorno regala inoltre un’esperienza unica, indimenticabile per i Maserati addicted: Allegroitalia Golden Palace mette infatti a disposizione degli ospiti un’elegante quattroporte GTS, modello capace di conciliare sportività ed eleganza, ideale per rendere unico il soggiorno in Suite Maserati. Dal prossimo giugno sarà disponibile anche la 124

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Quale occasione migliore dell’Expo per visitare Torino? In un itinerario ideale che passi dalla frenesia modaiola di Milano all’eleganza regale della magica capitale sabauda, raggiungibile in treno in meno di un’ora. Forte della sua rete di hotel di lusso, il gruppo Allegroitalia Hotels & Resort mette a disposizione dei suoi ospiti il pacchetto ExpoAllegroitalia che prevede: due soggiorni in suite arredate Armani/Casa presso l’hotel Allegroitalia San Pietro all’Orto 6, situato nel Quadrilatero della moda di Milano, e un soggiorno in junior suite presso Allegroitalia Golden Palace 5 stelle lusso nel centro storico di Torino, comprensivo di ingresso ad Expo per 2 persone. Il pacchetto ha un costo di 699 euro (offerta prenotabile su disponibilità della struttura).

Suite Teatro Regio, per vivere esperienze ludiche emozionali. A completare l’offerta anche lo stellato G Ristorante Italiano e la GoldenSpa: 1.200 mq tra reception, boutique, piscina, zona relax, docce con getto a cascata e a nebbia fredda, bagno turco, sauna, area trattamenti e area fitness. Un centro benessere dove si possono assaporare ore di pace, dimenticando addirittura di essere nel cuore di una movimentata città. Nell’imponente Hall dell’AllegroItalia Golden Palace è infine presente “l’angolo dell’artista”, spazio dedicato alla promozione di artisti emergenti e all’intrattenimento musicale dal vivo.

dove&come AllegroItalia Golden Palace Via dell’Arcivescovado, 18 - Torino Allegroitalia San Pietro all’Orto 6 Via San Pietro all’Orto, 6 - Milano Tel. 011.5512727 reservations@allegroitalia.it www.allegroitalia.it


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week-end verde

di Olga Carlini

A piedi nudi nel parco... Poco distante da Vigevano, il salotto bello di Milano, immersa nella natura, Villa Necchi alla Portalupa è un capolavoro ottocentesco che, riportato agli antichi splendori nell’ultimo decennio, offre la possibilità di un soggiorno fatto di cultura e storia, relax e buona tavola. Fuori dal caos metropolitano ma a due passi da Expo Sorge nel verde del Parco del Ticino, area fluviale riconosciuta dall’Unesco fra le più importanti del mondo, Villa Necchi alla Portalupa. Residenza storica risalente alla fine del 1800, la Villa fu portata allo sfarzo da Vittorio Necchi che la rilevò negli anni ‘30 del ‘900 e ne fece una residenza di villeggiatura. Dopo un lungo periodo di abbandono, e in seguito a un attento recupero durato 4 anni, la villa oggi è tornata agli antichi fasti, e accoglie i suoi ospiti in 21 camere, una Suite e 4 Junior Suite dallo stile inconfondibile; ambienti silenziosi e discreti, protetti da dieci ettari di parco privato, nella frazione di Molino d’Isella. S’impone sulla zona bar del corpo centrale della Villa, l’unica opera d’arte originale della Villa con la quale il tempo è stato clemente: un pannello a muro in olio su tela che raffigura Lina Ferrari Necchi con il suoi cani chow-chow, e Vittorio Necchi, in tenuta da caccia, che saluta la sua Signora da lontano mostrandole orgoglioso la lepre appena cacciata; da notare gli stupendi Taxodium Disticum raffigurati nell’opera che ancora oggi, dopo oltre sessant’anni, svettano verso il cielo all’interno della proprietà. Ma a Villa Necchi alla Portalupa la storia va a braccetto con il relax e infatti l’area benessere è stata ricavata in una delle antiche 126

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dove&come Villa Necchi alla Portalupa Via Cavalier Vittorio Necchi, 2-4 Fraz. Molino d’Isella – Gambolò (Pv) Matrimoniale 150 a notte Tel. 0381.092601 www.villanecchi.it

serre un tempo adibite alla coltivazione di orchidee, le cui ampie vetrate affacciano sui giardini della Villa regalando indimenticabili momenti di piacere assoluto. Quello che si prova anche ai tavoli del ristorante interno alla struttura, che apre le sue porte venerdì e sabato per eleganti cene e la domenica a pranzo per godere della quiete del parco. La cucina è frutto di un’attenta ricerca, il cui risultato è un menu in perfetto equilibrio tra sapori antichi e accostamenti nuovi, un percorso del gusto che è un piacere per la bocca ma anche per gli occhi. Ed è quasi inevitabile, visto che ci troviamo in Lomellina, terra di buona tavola e culla di prodotti di eccellenza come riso, asparagi, cipolle rosse e salumi della gourmandise contadina: bontà di gusto rustico, che non devono far dimenticare le origini nobili della tradizione gastronomica locale. Scopritela passeggiando per le acciottolate stradine della vicina Vigevano, attorno a Piazza Ducale, una delle più belle d’Italia, simbolo della città che Leonardo Da Vinci definì “ideale” per fascino e proporzioni. Arte e svago dunque, artigianato e gastronomia. Un soggiorno a Villa Necchi alla Portalupa significa godere di ciò di cui l’Expo si fa portavoce: cultura, natura, alimentazione e naturalmente bellezza.


I prodotti Terrae Luni sono preparati in modo artigianale, nel rigoroso rispetto della più genuina cucina pontremolese

Nel nostro laboratorio tutto avviene come in un antico rito, lentamente viene colata sui testi roventi la profumata pastella che dà vita ai Testaroli di Pontremoli, primo piatto principe delle specialità del luogo, che prende il nome dai “testi” usati per la tradizionale cottura sotto le ceneri. I nostri prodotti conservano tutto il profumo dell’antica terra di Lunigiana e si impongono a salvaguardia di un patrimonio prezioso, interpretando l’identità della nostra buona cucina. Terrae Luni è il simbolo di questa tradizione che sempre fa della qualità il suo fondamentale valore. Lunigiana Preziosa area artigianale S. Giustina Pontremoli (Ms) Tel. 0187831459 www.terraeluni.it


week-end business

di Francesco Condoluci

Il lusso prêt-à-porter Un maestoso palazzo gentilizio di fine Ottocento. Un panorama mozzafiato nel cuore di Roma. Un’accoglienza di livello eccelso, fatta di eleganza e professionalità come nella migliore tradizione dell’ospitalità made in Italy. Agitate il tutto – ma con lentezza – et voilà, ecco Palazzo Montemartini, hotel di charme incastonato, come una perla preziosa, nella Città Eterna, di fronte alla stazione Termini Palazzo Montemartini è uno di quei luoghi che non hanno bisogno di tante parole. Si raccontano da soli. Sono i dettagli che parlano, le sfumature che fanno la differenza. Lo stile, composito, eclettico, che mette insieme marmi e stucchi d’epoca con servizi ad alta tecnologia, senza mai andare sopra le righe. Gli arredi, scelti secondo un criterio estetico raffinatissimo che però non va a discapito della funzionalità. La storia, infine, che trasuda dai muri e da ogni particolare di questa prestigiosa struttura alberghiera, dalla facciata tardo ottocentesca alle colonne e ai capitelli del Senses, il magnifico ristorante interno e lounge bar ricavato da quella che era l’ex biglietteria dell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico romano che per decenni ha avuto sede proprio qui, a Palazzo Montemartini.La Ragosta Hotels Collection – catena alberghiera orgogliosamente italiana – l’ha rilevato nel 2008 con un investimento importante, il più oneroso degli ultimi anni nella Capitale, impiegando cinque anni per il restyling, l’allestimento e l’opening. Oggi il nuovo Palazzo Montemartini – con le sue elegantissime 82 camere e suite, l’esclusiva Spa ExPure da 600 metri quadri e l’eccellente cucina mediterranea proposta dallo chef siciliano Simone Strano e capace di stupire per la straordinaria esaltazione della naturalità delle materie prime – è una top destination per 128

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viaggi sia di piacere che d’affari ma anche per il turismo congressuale e per chi cerca un’oasi di relax termale e benessere anche in mezzo all’indiavolato traffico metropolitano della Capitale: Palazzo Montemartini si trova infatti proprio dirimpetto alla stazione Termini, attraversato da parte delle Mura Serviane risalenti al VI secolo a.C., e affacciato sulle Terme di Diocleziano e sulla Chiesa di Santa Maria degli Angeli disegnata da Michelangelo. La differenza, come si diceva, sta nei dettagli: nel giardino del ristorante che s’apre sulle Mura, nei menù tagliati su misura per ogni tipo di palato, nelle sontuose sale, piscine e saune della Spa e nello stile minimal chic delle camere, i cui fiori all’occhiello sono la Noble Suite dal soffitto affrescato e la Penthouse Suite con vista sulle Terme di Diocleziano. E da quassù, fidatevi, persino il cielo di Roma non è mai sembrato così bello.

dove&come Palazzo Montemartini Camera da 275 euro Largo Montemartini 8, Roma Tel. 06.45661 www.palazzomontemartini.com



week-end mare

di Natale Labia

Un altro punto di vista su Capri ... è quello che ci regala la Seggiovia Monte Solaro che porta alla vetta più alta dell'isola. Per godere di una vista panoramica mozzafiato, da Sorrento a Palinuro

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Monte Solaro (589 m slm), la parte più alta dell'isola di Capri, regala al turista tutta la bellezza del panorama caprese, dei Faraglioni che emergono orgogliosi dal mare e della stupenda e frastagliata costa che si estende da Sorrento a Palinuro, le meraviglie del golfo di Napoli e quello di Salerno, il tutto arricchito dalla lussureggiante e cospicua vegetazione che vanta più di 850 specie. La Seggiovia Monte Solaro venne costruita nel 1952 dall’ingegnere Uliscia. Completamente rinnovata nel 1999 dalla società Sacmif srl attualmente l’impianto è gestito dalla società Sacmif Engineering che ne cura anche la manutenzione. L’impianto fornito di 156 sedie consente di raggiungere la vetta con un percorso di 13 minuti durante il quale il turista rimane estasiato dalla splendida vista con sullo sfondo il Vesuvio, il Golfo di Salerno, la piana di Anacapri, Ischia, Procida e l’incomparabile bellezza del colore del mare. Arrivati in cima,

vi attende l’american bar La Canzone del Cielo formato da un complesso di terrazze, aperto negli anni Cinquanta. Presso il bar si trovano i resti del Fortino di Bruto che venne costruito nel 1806-1808, nel corso della campagna militare tra francesi e inglesi. Moltissime persone hanno usufruito della seggiovia tra cui numerosi personaggi famosi (tra questi la bellissima Rita Hayworth). Da Monte Solaro, con un camminamento si raggiunge l’Eremo di Santa Maria di Cetrella costruito intorno al 1400; la chiesa è composta da due navate: una dedicata alla Beata Vergine Maria e l’altra è arricchita da un dipinto di San Domenico del XVI. Oltre la chiesa è possibile ammirare il campanile, la sacrestia, la cucina e alcune celle ove dimorarono frati francescani e domenicani. Tipicamente mediterranea, la flora è ricca di pini, querce, castagni, ginestre, erica, euforbia, corbezzolo, anemoni, narcisi e moltissime altre varietà di fiori con circa quindici specie di orchidee spontanee tra cui la rarissima Serapios Neglecta de Not.

Sacmif Engineering Via Caposcuro, 10 Anacapri (Na) Tel. 081.8371438 www.capriseggiovia.it www.facebook.com/capriseggiovia



week-end relax

di Olga Carlini

Assaggi di genuina ospitalità Eoliana Splendido Charming Boutique Hotel quattro stelle sull’Isola di Salina, il Signum è una raffinata oasi sorta alle pendici dell’antico vulcano, che non ha perso di vista le sue origini, anzi le condivide con i suoi ospiti alla ricerca di un’esperienza unica in un luogo indimenticabile “Il Signum non sarebbe tale su un’altra isola e Salina non sarebbe la stessa senza il suo sigillo”. Immerso nel verde, a due passi dal mare e dal centro di Malfa, l'hotel Signum ricavato da una sapiente ristrutturazione di un antico borgo contadino, racchiude in un luogo di eccellenza l’autentica e generosa ospitalità della famiglia Caruso. Intime terrazze da cui ammirare il blu del mare, rigogliosi giardini dove rilassarsi con le pagine di un libro e una piscina a sfioro con vista mozzafiato sono la cornice delle camere e delle suite, ciascuna curata nei dettagli di uno stile allo stesso tempo semplice e raffinato. L’esclusiva Signum Spa offre un percorso all’aria aperta, in perfetta armonia con l’atmosfera della vita sull’isola. Una fonte naturale d’acqua geotermica alimenta le vasche idromassaggio e il percorso flebologico; la stufa di vapore in pietra è collocata in un thalos, una fedele ricostruzione dell’antica stufa termale micenea delle terme di San Calogero di Lipari. Gli ingredienti di questa terra vulcanica… capperi, malvasia, limone, arancia amara e fico d’india hanno ispirato la linea cosmeceutica Signum, i profumi di Salina di132

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ventano aiuti preziosi per la cura e il benessere dei suoi ospiti. Stromboli e Panarea all’orizzonte sono il panorama perfetto per sorseggiare un cocktail o un calice di vino sulla terrazza dell’aperitivo, seguito da una cena al ristornate gourmet del Signum. La cucina curata dalla giovane chef patron Martina Caruso, affermatasi tra i migliori cuochi della Sicilia, propone piatti mediterranei che guardano alla tradizione, ma senza tralasciare l’innovazione. La cantina custodisce numerose bottiglie accuratamente selezionate, ricca di rarità e profondità di annate. E anche una cena al Signum diventa una preziosa esperienza.

dove&come Hotel Signum Via Scalo, 15 - Malfa Salina (Me) Doppia da 150 euro Tel. 090.9844222/9844375 www.hotelsignum.it

La cucina del ristorante gourmet del Signum è curata dalla chef patron Martina Caruso, tra i migliori cuochi di Sicilia, e propone piatti mediterranei che guardano alla tradizione, senza tralasciare l’innovazione



it

VOLO + HOTEL

CORFÙ, Volo + 7 notti Telemachos Mezza Pensione

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CRETA, Volo + 7 notti Sissi Bay & Spa Mezza Pensione

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168€

340€

MALTA, Volo + 7 notti San Pawl Mezza Pensione

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TENERIFE, Volo + 7 notti 2PG?LLJ©MP©+?POSCQ?© Mezza Pensione

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227€

381€

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“Tradizione e gusto” nel cesto delle delizie Immaginiamo di attraversare la Val di Fiemme con un cesto. Quali sapori tipici degustare sul posto e quali portare a casa? Quale conoscenze della tradizione? Quali accortezze estetiche? Possiamo lasciarci guidare dalla mappa “Tradizione e Gusto”. Mentre ci immergiamo nella bellezza naturalistica delle Dolomiti, riconosciute dall’Unesco “Patrimonio Naturale dell’Umanità”, ne assaporiamo l’essenza esplorando i sapori. Al club appartengono ristoranti con menù chilometri zero, produttori, artigiani, agritur, b&b e piccoli alberghi, ricchi di fascino e tradizione, che hanno sposato scelte di risparmio energetico e bioarchitettura con estrema naturalezza. Si tratta di un team affiatato che valorizza antichi saperi e antichi sapori, favorendo una relazione diretta tra chi produce e chi consuma. In questa terra, albergatori, ristoratori, artigiani e produttori non hanno dovuto imitare regole e comportamenti per dare vita a un progetto di accoglienza a favore della tradizione, della salute e della sostenibilità; è bastato attingere a quei valori che hanno sempre accompagnato le giornate di questa silenziosa e laboriosa popolazione di montagna.

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Quotidiano Tutte le news dal mondo dei viaggi a cura di: www.travelquotidiano.com

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news travel quotidiano

Costa Crociere, il viaggio è slow

di Mariella Cattaneo

Dodici giorni all’insegna del relax e della cultura, lungo le rotte meno battute per assaporare a fondo l’atmosfera dei luoghi più suggestivi del Mediterraneo. È questa la proposta della neoCollection di Costa Crociere che cambia il modo di viaggiare La crociera, si sa, è l’ideale per il viaggiatore curioso ma un po’ pigro: quello che vuole vedere molte mete senza mai rifare la valigia, che ama il mare ma non rinuncia al comfort dell’hotel di qualità. Ma ora per i crocieristi più esigenti Costa Crociere ha creato neoCollection: sono i viaggi “slow”, rilassati e al tempo stesso sorprendenti, sulle rotte meno battute per assaporare a fondo l’atmosfera di destinazioni di grande interesse culturale e naturale, non toccate dalle navi più grandi e alla scoperta di molti gioielli del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Le soste lunghe nei porti consentono di vivere ogni luogo anche di notte, e arricchiscono le neoExperience, escursioni per piccoli gruppi. Ugualmente raffinata l’esperienza gastronomica, che coniuga la tradizione italiana con i sapori tipici di ogni 138

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Soddisfatti o rimborsati Di nuovo c’è anche Soddisfatti o Rimborsati, l’ultima originale idea di Costa Crociere per far felici i propri ospiti. Chi sceglie di prenotare la vacanza entro il 31 maggio, avrà uno sconto fino a 250 euro per persona e – se non sarà soddisfatto della sua vacanza – Costa gliela rimborserà! Questa è una proposta che solo Costa fa: forte dell’esperienza, della qualità del suo prodotto e dell’alto livello di soddisfazione dei suoi ospiti. Info e condizioni per il rimborso presso le Agenzie di Viaggi, costacrociere.it, Tel. 848.505050.

meta e le più interessanti ricette selezionate in collaborazione con l'Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo. A bordo i menù sono all'insegna dell'eccellenza e si può cenare all'ora preferita. Due gli itinerari di questa estate a bordo di Costa neoRiviera. Le isole gioiello del Mediterraneo parte da Savona tra il 23 maggio e il 21 settembre (imbarco anche da Olbia, Trapani e Salerno). Primo scalo Tolone, Sud della Francia, poi la Corsica nel fiordo di Bonifacio, Olbia per una puntata in Costa Smeralda; Trapani per una giornata a Favignana, nelle Egadi; poi sosta lunga a Malta – per visitare la Valletta o per una nuotata con i delfini – e lo stesso a Salerno e a Capri; ultima toccata a Portoferraio, sull’Elba, per l’escursione all’Isola di Pianosa. Tesori nascosti del Mediterraneo parte invece da Savona fino al 12 maggio, e si ripete tra il 2 ottobre e il 15 novembre (imbarco anche a Salerno e Livorno). Sempre 12 giorni per toccare Montecarlo, poi un giorno e una notte a Barcellona: per scoprire la movida e Gaudì; quindi Trapani con la visita a Erice, sosta lunga a Malta e anche a Salerno per vedere Paestum e la Costiera. Infine Livorno, con Pisa e Firenze.

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Il Barbiere di Siviglia Opera buffa in due atti di Gioachino Rossini

Tosca

Melodramma in tre atti di Giacomo Puccini Orchestra e Coro Pompei Opera

4, 9, 16, 23, 30 AGOSTO 6,13, 17 SETTEMBRE

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Dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi

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Balletto musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij

5, 8, 12, 15, 19, 22, 26, 29 AGOSTO 2, 5, 9,12,16,19 SETTEMBRE

14, 25 AGOSTO 4, 14 SETTEMBRE

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Il paradiso

dei viaggiatori (gourmet) di Stefano Gianuario

Margò di Eden Viaggi offre soluzioni tagliate su misura per i globetrotter, viaggiatori indipendenti che desiderano gustare il sapore vero delle terre che esplorano. Grande novità è, a questo proposito, la possibilità per i clienti Margò di scegliere tra 250 ristoranti della tradizione, 12 in ogni destinazione, per entrare davvero nell’atmosfera di ogni paese visitato

È l’anticonformista di casa Eden Viaggi, il “figlio ribelle”, pensato e nato per abbracciare quel target di turisti che amano definirsi “viaggiatori” e che pone la libertà come prima necessità di ogni vacanza. Margò di Eden Viaggi è il marchio per gli spiriti indipendenti, i così detti globetrotter, e che per questa estate propone un’importante novità, come spiega il brand director, Alessandro Gandola. «Era chiaro già da tempo che, oltre alla libertà nella scelta della struttura alberghiera, per il cliente Margò fosse un tema centrale scegliere il dove e il come mangiare. Da tre anni abbiamo così introdotto una formula che permette a tutti i nostri clienti che scelgono l’area mediterranea di consumare i pasti in piena libertà all’interno degli hotel selezionati lungo tutta la durata della vacanza – spiega Gandola –. Abbiamo però pensato di aggiungere qualcosa in più e così, da questa estate la possibilità non si limiterà alle sole strutture alberghiere, estendendosi invece a una selezione di ristoranti in ognuna delle destinazioni inserite all’interno della nostra programmazione». Tra Grecia, Spagna, Malta e Croazia i clienti Margò potranno assaggiare il gusto di 250 ristoranti scelti per tradizione, prodotti tipici o ubicazioni suggestive e particolari, firmati dal sigillo di garanzia dei controller di Eden Viaggi. «Mediamente i nostri ospiti potranno contare su 12 ristoranti in ogni destinazione, sia che si tratti di mete culturali che balneari – prosegue il brand director –, l’offerta “Eat Around” prevede sempre una scelta di antipasti, una portata principale, dolce, oltre a vino e acqua inclusi, a un prezzo che in media è di 10 euro a persona e che, su un soggiorno classico di una settimana, permette un risparmio notevole sui pasti». Tutte le proposte sono racchiuse nella Guida ai ristoranti Margò, redatta appositamente e distribuita, sotto forma di catalogo, in tutte le agenzie di viaggio partner di Eden Viaggi. «Abbiamo selezionato strutture fuori dai circuiti turistici convenzionali: spesso si tratta di locali tipici, frequentati dai residenti e amati per le loro peculiarità. Un esempio su tutti: a Karphatos abbiamo inserito una taverna fondata e gestita da un manipolo di anziane signore che preparano i piatti karpathiani nel pieno segno della tradizione, in un clima ben più che familiare».

Per saperne di più:

www.margo.travel www.edenviaggi.it

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maggio 2015



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Air France-KLM,

le novità per l’estate 2015 di Mariella Cattaneo

Comodità rinnovata, tre nuove destinazioni a medio raggio (Belfast, Cracovia e Montpellier), nuovi voli per Canada e Sud America, e da Napoli un secondo volo al mattino, con comode coincidenze a Parigi verso tutto il mondo 142

maggio 2015

Air France-KLM entra nel vivo della stagione estiva con numerose novità che abbracciano sia le rotte proposte sia il prodotto e i servizi offerti. Dopo il rinnovo della World Business Class sulla totalità dei propri Boeing 747-400, KLM sta gradualmente equipaggiando la sua flotta di Boeing 777 con le nuove World Business Class ed Economy Class. Per Air France, sui voli di medio raggio, da aprile è disponibile un nuovo sedile in pelle su 24 Airbus A319 in partenza da Parigi-Charles de Gaulle. Nella prima metà del 2016, Air France equipaggerà anche 25 Airbus A320. Inoltre, sulle rotte di lungo raggio, continua l’installazione graduale sui Boeing 777 delle nuove poltrone Business e La Première (alla fine dell’estate, 20 aeromobili Boeing 777 di Air France saranno dotati delle ultime cabine “Best”). I voli di medio raggio vedono Air France-KLM sviluppare la propria rete europea in

partenza dall’hub di Amsterdam-Schiphol, grazie a tre nuove destinazioni operate da KLM Cityhopper dal 18 maggio: si tratta di Belfast (Irlanda del Nord), Cracovia (Polonia) e Montpellier (Francia). A Parigi-Charles de Gaulle, Air France aumenta la capacità offerta verso Bordeaux (Francia), Napoli con un secondo volo al mattino, Billund (Danimarca), Bucarest (Romania) e Budapest (Ungheria). Tra i collegamenti di lungo raggio Air France e KLM aumentano i voli per il Canada con l’apertura di due nuovi voli: Vancouver, operato da Air France dallo scorso 25 marzo ed Edmonton, servito da KLM dal 19 maggio. Il Gruppo rafforza la propria posizione anche in Sud America, grazie all’inaugurazione di un nuovo collegamento con Bogotà e Cali, in Colombia, operato da KLM dallo scorso 31 marzo. Le novità targate Air France-KLM interessano anche le partnership con altre compagnie aeree che vengono sviluppate in tutto il mondo. Oltre a rafforzare le joint-venture esistenti con Delta Air Lines, Alitalia, China Southern, China Eastern, Kenya Airways e Air Mauritius; e gli accordi strategici con la compagnia GOL. Al fine di aumentare ulteriormente la frequenza dei voli e le destinazioni, il Gruppo estende la propria collaborazione con la compagnia canadese WestJet. Air France-KLM sviluppa inoltre le proprie partnership in Asia, con la firma di un memorandum di cooperazione tra KLM e Xiamen Airlines e l’accordo di condivisione dei codici con il vettore aereo Garuda sui voli tra Amsterdam e Jakarta.

Per saperne di più:

www.airfrance.it www.klm.it


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news travel quotidiano

Canada per tutti

di Mariella Cattaneo La natura al meglio delle sue potenzialità. Quella maestosa e insieme pura che caratterizza il Canada, dall’Atlantico al Pacifico passando per le immense pianure e i grandi laghi dell’interno. Ma anche una ricca e vivace proposta di eventi che spaziano dalla musica allo sport, al cinema. Questa è l’estate canadese, che trova in Air Transat un protagonista di primo piano grazie ai 15 collegamenti diretti alla settimana operati da Roma e Venezia per Toronto e Montréal. Novità assoluta del 2015 è il volo su Vancouver via Toronto da Roma e da Venezia (il sabato, dal 27 giugno) che consentirà ai passeggeri italiani di raggiungere più agevolmente la costa Ovest del Paese. Chi proseguirà su Vancouver potrà atterrare in un aeroporto canadese e ripartire da un altro senza costi

Per tutti gli amanti del Paese dei laghi il 2015 si è aperto con una novità: il volo Air Transat da Roma e da Venezia su Vancouver via Toronto

aggiuntivi, con un unico check-in e un cambio di aeromobile. Affacciata sulla costa pacifica Vancouver è la punta di diamante del British Columbia, dove le Montagne Rocciose incontrano l’oceano. Paradiso degli amanti delle attività outdoor, la città è quinta al mondo per qualità della vita e prima in Nord America secondo l’edizione 2015 della classifica mondiale della Quality of Living stilata da Mercer. Toronto, città multiculturale per eccellenza e cuore pulsante di uno dei festival cinematografici più celebri (il Toronto International Film Festival, dal 10 al 20 settembre) in tema di eventi se la gioca alla pari con Montréal, che raccoglie un mix di energia vitale iper moderna e glamour d’altri tempi: il Festival International de Jazz, solo per citarne uno, è in programma dal 26 giugno al 5 luglio prossimi. Per saperne di più:

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Piaceri Piaceri 152

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148 Milano "su misura"

Rubriche

antiche botteghe della tradizione artigiana

• Libri letti per voi • Soste d'Arte • Trendy • Shopping • Le selezioni di VdG

152 Bella, italiana e per tutti

da pag. 154

Viaggio nella Milano più nascosta, tra le

Nasce a Pesaro, nello storico distretto del mobile, la casa accessibile firmata Spar

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terre&tradizioni

Una Milano su misura di Andrea Bianchi

Passeggiando lungo vie affollate da turisti o avventurandosi in angoli nascosti del centro, è possibile scoprire una cittĂ inaspettata, impressionista e delicata, dove si svolge ogni giorno la magia dell’arte e della creazione, compiuta dai maestri artigiani che si tramandano di generazione in generazione i segreti del mestiere

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In queste immagini: il laboratorio della gioielleria Villa e alcuni volumi della legatoria Conti Borbone

Non lontano dal tempio della finanza di piazza degli Affari e dai grandi magazzini che si contendono le vetrine sulle tradizionali vie dello shopping milanese, si svelano qua e là angoli nascosti, che recano ben visibili le tracce del passato artigiano della città. È la Milano delle antiche botteghe, piccole isole dove i mestieri di una volta e le tradizioni che li contraddistinguono riescono ancora a ritagliarsi uno spazio fra i colossi della moda. Può bastare una visita di un giorno per scoprire questo lato nascosto della metropoli lombarda, attraverso un itinerario che si sviluppa interamente nel centro storico della città.

Non solo moda nel Quadrilatero Già nell’alto Medioevo a Milano fiorivano le botteghe di lavorazione dell’oro, dei metalli e delle pietre preziose, come del resto testimonia la stessa toponomastica milanese: proprio in quella che ancora oggi si chiama Via Orefici, infatti, trovavano sede molte botteghe di gioiellieri. Fra gli eredi più luminosi di questa antica tradizione trova posto di diritto Benvenuto Villa, orafo, scultore e alchimista che nel 1876 fonda il suo primo atelier, per poi ricevere alla fine del secolo importanti riconoscimenti alle Esposizioni Universali di Parigi. Gli eredi Filippo e Marco, quarta generazione di gioiellieri, proseguo-

140 anni di libri In uno spazio dove il tempo sembra essersi fermato, al civico 31 di Corso Magenta, troviamo la legatoria Conti Borbone, che con i suoi oltre 140 anni di storia è la più antica di Milano. Lo storico torchio, gli arredi risalenti al primo Novecento, gli scaffali colmi di volumi, i grandi tavoli da lavoro sono tutti elementi che trasportano il visitatore ai tempi in cui Domenico Conti Borbone, nel 1870, decise di fondare la propria bottega, dove ancora oggi i pronipoti Angelo, Gabriele e Gianluca Marchesi rilegano volumi di ogni genere utilizzando le tecniche artigianali tramandate dalle precedenti generazioni. maggio 2015

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terre&tradizioni

cinture pregiate e fibbie gioiello. Un’attività artigianale unica a Milano e ormai rara in tutto il mondo, che Emanuele Coletto ha tramandato al figlio Sergio, che prosegue la tradizione di famiglia nel laboratorio di Via Bagutta.

Le Cinque Vie

Nell’alto Medioevo fiorivano a Milano i laboratori di lavorazione dell’oro, dei metalli e delle pietre preziose, come testimonia la stessa toponomastica: proprio in quella che ancora oggi si chiama Via Orefici, infatti, trovavano sede molte botteghe di gioiellieri no oggi la tradizione famigliare nella bottega al civico 23 della centralissima Via Manzoni, dove conservano e tramandano il segreto che sta alla base del famoso “tessuto Villa”, un complesso e unico intreccio di fili d’oro ideato e brevettato dal nonno degli attuali proprietari. Cambiando ambito ma restando in zona, nascosta fra le innumerevoli boutique che popolano il cosiddetto Quadrilatero della Moda – l’area racchiusa fra Via Montenapoleone, Via della Spiga, Corso Venezia e Via Manzoni – trova spazio la bottega storica Re Ottavio, dove con straordinaria maestria dal 1935 vengono realizzati, rigorosamente su misura e utilizzando esclusivamente tecniche e strumenti della tradizione, bottoni di ogni forma e materiale, 150

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Gioielleria d’autore Sempre nel contesto del Quadrilatero della moda si trova un vero e proprio tempio dell’oreficeria milanese: la gioielleria Buccellati. Nel 1919 Mario Buccellati rileva il negozio dove aveva lavorato come apprendista prima della Grande Guerra e nel giro di pochi anni accresce la sua fama di orafo in Italia e all’estero, acquisendo clienti famosi e facoltosi. Orafo di Gabriele D’Annunzio e di Eleonora Duse, Buccellati aprirà nel breve volgere di qualche anno negozi anche a Roma e Firenze, per poi sbarcare negli Stati Uniti. Sarà successivamente il figlio Gianmaria a rafforzare ulteriormente la fama del marchio, facendo dello stile Buccellati un’icona mondiale del gioiello Made in Italy, che oggi preserva le antiche tradizioni coniugandole con l’utilizzo delle più moderne tecnologie.

Proseguendo l’itinerario che si snoda nel centro di Milano, raggiungiamo piazza San Babila e percorriamo l’asse pedonale che, attraverso Corso Vittorio Emanuele II, Piazza del Duomo e Via dei Mercanti, conduce a Piazza Cordusio, al limitare di uno dei distretti storici più affascinanti e ricchi di storia dell’intera città: quello delle Cinque Vie. Il quartiere, che prende il nome dall’incrocio a stella fra le Vie Santa Marta, del Bollo, Bocchetto, Santa Maria Fulcorina e Santa Maria Podona, probabilmente esistente fin dall’epoca dell’impero romano, rappresenta il cuore della Milano artigiana e si caratterizza per le numerose botteghe che permettono ai visitatori più curiosi di fare un vero e proprio tuffo nel passato. «In questa zona – racconta Alberto Cavalli, direttore della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, istituzione non profit nata per promuovere e salvaguardare i mestieri d’arte in Italia – è bello scoprire ancora botteghe di decoratori della ceramica, maestri cappellai, falegnami ed ebanisti, pellettieri, restauratori, insieme a contemporanei laboratori di prototipazione e di design». Ecco allora che nel cuore del distretto, in Via Nerino 8, possiamo ammirare le ceramiche create dal laboratorio Paravicini, dove dall’inizio degli anni Novanta Costanza Paravicini e Aline Calvi Parisetti decorano servizi di piatti, tazze e vassoi assecondando il gusto dei loro clienti. Motivi tratti da antichissime porcellane cinesi, stemmi o ritratti di animali sono solo alcune delle varianti fra cui è possibile scegliere: le due maestre creano così pezzi unici e irripetibili, che fanno la fortuna di tutti gli appassionati di ceramiche preziose. Altrettanto unici e irripetibili sono i cappelli creati da Lorenzo Borghi, uno degli ultimi artigiani che ancora realizza i suoi prodotti interamente a mano. Nella sua bottega di Via dei Piatti, prendono forma da oltre cinquant’an-


È bello, passeggiando per le centralissime Cinque Vie milanesi, scoprire ancora botteghe di decoratori della ceramica, maestri cappellai, falegnami ed ebanisti, pellettieri, restauratori, insieme a contemporanei laboratori di prototipazione e di design ni creazioni di altissimo livello, che sono state indossate da personaggi famosi come la regina Elisabetta II e che negli anni sono entrate a far parte delle collezioni di stilisti quali Krizia, Ferrè e Moschino. Anche nel caso di Barbara Milani è stata la tradizione famigliare – i genitori confezionavano abiti per diverse case di moda italiane – ad aver ispirato la decisione di aprire il proprio atelier sartoriale, a due passi dalla basilica di Sant’Ambrogio. Dagli anni ’90 Barbara realizza collezioni femminili che spaziano dagli abiti da giorno a quelli da sera, fino a vestiti da sposa e da cerimonia; nello showroom di Via Caminadella, inoltre, vengono organizzati eventi culturali, mostre di pittura o di manufatti artigianali. Proseguendo verso est lungo Via Gian Giacomo Mora, è possibile raggiungere

in pochi minuti uno dei luoghi simbolo della “movida” milanese, le Colonne di San Lorenzo Qui, proprio di fronte all’antica basilica di San Lorenzo Maggiore, la pelletteria Travi rinnova giorno dopo giorno l’antichissima tradizione milanese della lavorazione della pelle. Dopo aver iniziato come apprendista a quattordici anni ed essersi trasferito in Veneto per perfezionare il mestiere, Armando Travi è tornato a in Lombardia per aprire il suo laboratorio, dove realizza quasi esclusivamente su prenotazione borse in pelle e cuoio, portafogli e altri accessori. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a pezzi unici creati su misura: è questo il tratto distintivo della tradizione artigiana italiana che, forse inaspettatamente, trova in Milano uno dei suoi centri di eccellenza.

Milano su misura è un vademecum indispensabile per scoprire le botteghe artigiane nascoste nel cuore della città lombarda. La guida, realizzata in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e con il sostegno di Vacheron Constantin, descrive oltre settanta atelier del centro storico di Milano. Gruppo Editoriale 9,90 euro

Nella pagina precedente: metalli e pietre preziose si trasformano in opere d'arte presso la gioielleria Buccellati. Qui, la decorazione delle ceramiche nel laboratorio Paravicini

Scelti per voi Gioielleria Villa Via Manzoni, 23 Tel. 02.804279 http://villa.it Buccellati Via Montenapoleone, 23 Tel. 02.76002154 www.buccellati.com Ottavio Re di Coletto Via Bagutta, 1 Tel. 02.76002569 Laboratorio Paravicini Via Nerino, 8 Tel. 02.72021006 www.paravicini.it Lorenzo Borghi Via dei Piatti, 5 Tel. 02.874705 Legatoria Conti Borbone Corso Magenta, 31 angolo Via Terraggio Tel. 02.86450090 www.contiborbone.com Spazio Milani Via Caminadella, 16 Tel. 02.863016 www.sartoriamilani.com Pelletteria Travi Corso di Porta Ticinese, 30 Tel. 02.89404202

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piaceri

La casa bella, italiana e per tutti di Piero Caltrin

È nata nel distretto del mobile marchigiano e mantiene salde le sue radici, la Spar Arreda. Realtà d’eccellenza di stampo familiare, sta portando la qualità dell’arredo e del design tricolore nel mondo. Senza delocalizzare, con coraggio e quel "saper fare" che tutti ci invidiano «La storia è partita alla fine degli anni ’60, quando a Pesaro stava prendendo forma il Distretto del Mobile, il cui sviluppo, di fatto, è andato di pari passo a quello di Spar Arreda». A raccontarci le origini di questa realtà familiare, che oggi raggruppa 4 linee di prodotto (giorno e notte, cameretta e cucina) per 4 stabilimenti che coprono un’area di 100 mila mq nel comprensorio industriale pesarese, è il suo direttore commerciale, Stefano Vellucci. Che prosegue: «La Spar Arreda si è quindi sviluppata attraverso varie acquisizioni, ma sempre “tenendo i piedi” a Pesaro e nel suo Distretto, dove le sinergie produttive con i nostri 152

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fornitori consentono di avere un prodotto con un rapporto qualità prezzo ottimale. Permettendoci quindi di non aver bisogno di delocalizzare per essere competitivi». «Spar Arreda è stata fondata da un gruppo di famiglie che ancora oggi fanno parte dell'azienda – prosegue Vellucci – Anche i valori e l’organigramma sono rimasti gli stessi, malgrado lo sviluppo che ha richiesto competenze manageriali adeguate ai tempi e ai mercati. All’inizio si producevano solo sale da pranzo per il mercato italiano, poi negli anni ’80 abbiamo iniziato a espanderci con le camere da letto e nel 2000 sono state acquisite un’azienda che produceva cucine e una che produceva camerette, fino all’acquisto nel 2007 di un’azienda di pannelli semilavorati, cioè i componenti principali del prodotto finito. Oggi la Spar conta 300 dipendenti più una serie di aziende esterne con un indotto molto importante per il comprensorio pesarese anche sul piano sociale». Il Made in Italy è una caratteristica di Spar. Una scelta voluta? Sì, è una scelta precisa e con orgoglio possiamo


dire che il nostro prodotto è 100% Made in Italy. Siamo fieri di poter mantenere competenze e investimenti all’interno del nostro comprensorio, visto che tutti i nostri stabilimenti si trovano in un’area di 10 km. La scelta di non delocalizzare parte dalla consapevolezza che la competenza, la cura del prodotto, il controllo di qualità, sono per noi fondamentali e quindi vanno tenuti sotto controllo grazie alle capacità della nostra forza-lavoro sulla quale investiamo anche in termini di formazione per essere sempre più al passo con le richieste dei clienti finali. E il “100% italiani” vi premia sul mercato? Assolutamente: da una parte il cliente italiano sceglie i prodotti italiani perché sinonimo di qualità e tradizione; dall’altra anche i consumatori stranieri identificano nel design tricolore il top di gamma. Attualmente siamo presenti nei Paesi dell’ex Urss, e abbiamo una serie di progetti aperti su alcuni mercati fortemente strategici ed emergenti come Messico, India, Sudafrica. La richiesta arriva anche da paesi più piccoli: abbiamo aperto l’ultimo show-room a Malta e il prossimo sarà a Karachi, in Pakistan. Andranno ad aggiungersi ai 4 già presenti in India, dove siamo siamo arrivati perchè contattati da alcuni investitori stranieri spinti dalla certezza che

La ricetta del successo? Non ne esiste una sola. È un lavoro di squadra, le aziende sono soggetti complessi in cui tutto deve funzionare alla perfezione. Il mio consiglio? Rimanete ottimisti e lavorate con passione, serietà ed etica. I risultati arriveranno

Il coraggio di restare «Perché un imprenditore resta in Italia malgrado tutto? Perché è un pazzo». Ci dice ridendo Stefano Vallucci. Che torna però subito serio: «In realtà si tratta di orgoglio aziendale, voglia di far crescere il nostro paese. Oggi fare impresa in Italia è molto difficile. Ma ce la mettiamo tutta ogni giorno, per affrontare le problematiche che incontriamo. E lo facciamo ben volentieri. Perché crediamo che l’Italia, grazie alle tante eccellenze che ci sono nella pmi, possa riprendersi e ritornare a essere invidiata in tutto il mondo. Ma ci vuole coraggio e una mentalità nuova rispetto al passato, ognuno per la sua parte».

il prodotto italiano è molto apprezzato dalla classe media locale. Un altro fronte su cui stiamo lavorando è l'Africa occidentale: è il posto al mondo dove si costruisce di più, e noi abbiamo puntato sul contract (il modello "chiavi in mano" per arredare residence e condomini, NdA). Siamo globali, insomma. Il nostro vantaggio è poter offrire la casa italiana in tutte le sue componenti visto che abbiamo 4 linee di prodotto e una gamma di stili molto ampia. Quali sono le caratteristiche della vostra proposta? Il nostro pay-off é “Spar, la casa bella e accessibile”. Diamo alla gente un contenuto di gusto e di design, ma per tutte le tasche. Le nostre proposte arredano tutta la casa con uno stile omogeneo e un rapporto prezzo-qualità imbattibile. Attualmente offriamo un arredamento completo composto di cucina con elettrodomestici, camera da letto e parete a soli 7.900 euro. Un prezzo direi emblematico dell’accessibilità del nostro prodotto». Per saperne di più:

www.spar.it

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libri letti per voi

A cena con la storia di Eleonora Fatigati «Il cibo è un elemento centrale della nostra vita. Da sempre le società concentrano sul cibo ogni genere di attenzioni: economiche, tecnologiche, sociali, culturali, religiose. Dai poemi omerici in avanti, la letteratura ha sempre dato a questo tema un posto centrale nella struttura narrativa e nelle strategie del racconto. Il cibo stesso ha un sacco di cose da raccontare». E lo sa bene Massimo Montanari, tra i massimi esperti in storia dell’alimentazione, materia che insegna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, dove è docente ordinario di Storia Medievale e dirige il Master europeo Storia e cultura dell’alimentazione. Con lui, che è anche docente presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, abbiamo approfondito i temi trattati nel suo ultimo ultimo libro, I racconti della tavola, una raccolta di storie, dove il luogo della convivialità per eccellenza si trasforma in uno «spazio privilegiato per parlare del mondo». Un viaggio tra i sapori medievali e i piatti delle tavole rinascimentali in compagnia di personaggi del calibro di Carlo Magno e Dante Alighieri, durante il quale il professore si cala nei panni dei protagonisti, per capire e “sentire” l’ambiente nel quale i fatti sono avvenuti. Se avessimo la possibilità di assaggiare i cibi che lei racconta, cosa ci stupirebbe di più? Le tavole di un tempo, quelle dei ricchi e soprattutto dei nobili, amavano presentare le vivande in modo sontuoso, costruendo architetture di ogni genere. Nei ricettari medievali, molte preparazioni utilizzano ingredienti al solo scopo di creare un determinato colore. Ma questo in fondo succede ancora oggi, sulle tavole dei ristoranti stellati. Credo dunque che sarebbe il sapore a stupirci di più. Oggi siamo abituati a valorizzare e apprezzare gusti “naturali”, magari combinati in modi creativi, ma riconoscibili nella loro naturalità. Ai signori del Trecento o del Cinquecento invece piacevano le cose complicate. I sapori erano complessi, contrastati, esplosivi. E dunque dolce, salato, acido, speziato e amaro tutti insieme. Con il tempo abbiamo sviluppato un gusto più “analitico”, amiamo distinguere i singoli ingredienti. 154

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Nel suo testo leggiamo che “attraverso il gusto possiamo individuare la natura o complessione delle cose”. Ci spiega perché? Questa è un’idea tipica della scienza dietetica antica e medievale: il gusto rivela la natura delle cose perché, attraverso il riconoscimento del loro sapore, ne individua le qualità, la sostanza. Che il gusto sia uno strumento di conoscenza del reale è evidente nella vita individuale di chiunque: guardate il comportamento dei neonati. Filosoficamente (ma, come ho appena detto, anche sul piano scientifico) il “salto” è quello di riconoscere al gusto – per tanti versi snobbato o disprezzato dalla filosofia antica – un valore eccezionale sul piano conoscitivo in quanto tale. Fra l’altro, ciò significa che l’individuo è responsabile delle proprie scelte, perché è lui a dover capire che cosa gli piace o non gli piace, e di conseguenza, secondo un altro paradigma della scienza antica, gli fa bene. Quando il cibo è cultura? Il cibo è cultura sempre, perché è frutto di scelte, di sapere, di tecnologie. Già decidere che cosa, fra le risorse naturali, sia commestibile, è una scelta culturale. Prima di portarli alla bocca, gli uomini danno ai cibi una loro una forma, e i sapori sono il frutto dell’elaborazione gastronomica, di tutto ciò che si chiama “cucina”. La cucina è lo specifico del modo di mangiare degli uomini, che li distingue dagli altri animali. Poi è cultura il modo di mangiare, attraverso ritualità conviviali anch’esse determinate dalla storia, da valori estetici, da simboli. Durante questo lungo percorso il cibo diventa strumento di identità, di comunicazione. Pensa che la nostra libertà di scelta alimentare sarà limitata in futuro? Spero proprio di no. Da quando esiste sulla terra, l’homo sapiens si caratterizza perché sceglie il proprio cibo. È il paradosso dell’onnivoro: abbiamo la fortuna di poter mangiare di tutto, ma non mangiamo tutto. Scegliamo. Se faremo scelte convenienti e ragionevoli, ne saremo tutti felici. Ma appunto: sceglieremo.

I racconti della tavola Editori Laterza 228 pp 18 euro

Cinquecento (e una) volte Milano Marina Moioli, milanese doc, è giornalista e scrittrice specializzata in turismo, enogastronomia e costume. Le chiediamo di raccontarci il suo ultimo libro, una guida che attraverso 501 domande svela i ”chi, dove, come, quando e perché” della città più famosa del momento. Un luogo della Milano di ieri che ama particolarmente? Per me è sempre emozionante visitare la casa dove Alessandro Manzoni visse per sessant’anni, dal 1813 al 1873. Si trova in via Gerolamo Morone all’angolo di piazza Belgiojoso. Dove tutto è rimasto come un tempo. Attualmente è in restauro ma dovrebbe aprire a breve i battenti. Un luogo tutto da scoprire? Piazza Gino Valle al Portello, inaugurata il 14 giugno 2014. Sorge nell’area dove una volta c’era la fabbrica dell’Alfa Romeo e con i suoi 17 mila metri quadrati è diventata la piazza più grande di Milano. Tutta marmi e palazzi futuribili è dedicata a uno dei padri storici della “nuova” Milano con Aldo Rossi e Ignazio Gardella.

Il giro di Milano in 501 luoghi Newton Compton 480 pp 9,90 euro

Mangiare semplice Lella Costa ci presenta il suo ultimo libro a tema culinario, una dissertazione ironica e gustosa attorno a una sua grande passione: la minestrina. La sua scelta gastronomica è quantomeno anticonformista... Può sembrare. Eppure la minestrina è una faccenda complessa, evocativa come la madelaine perché, anche se non ne siamo consapevoli, è quasi sempre il primo cibo a cui ci accostiamo dopo il latte (che in quanto a potere evocativo non scherza nemmeno lui!). La minestrina siamo noi. Tutti. Perché la minestrina viene da un luogo lontano che tutti quanti abbiamo attraversato, ma del quale ognuno conserva una propria memoria: l'infanzia. Lei di quale è ghiotta? La mia preferita è quella con patata (che si può schiacciare e aggiungere alla fine), carota, zucchina, cipolla, coscia di pollo e un dito di Porto poco prima di levare dal fuoco. Quanto alla pasta, amo in particolare la tempestina, ma ognuno può decidere liberamente in base ai gusti, ai ricordi d'infanzia e soprattutto a quello che ha in casa.

Minestrine Slow Food Editore 72 pp 12,90 euro

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soste d’arte

di Piero Caltrin

Il Giubileo dei due Papi Nell’anno del Giubileo della Misericordia, la Fondazione Archivio Storico offre l’opportunità di custodire l’opera "La visione di Papa Francesco" del maestro Elvio Marchionni che recupera la tradizione dei grandi maestri medievali e la rilegge in chiave contemporanea Da Giotto a Marchionni: 700 anni di storia, ma l’arte torna alle proprie origini. Anche il maestro Elvio Marchionni pone come Giotto la sacralità al centro dell'arte creando capolavori che rappresentano Papi, angeli e la maternità. Questi temi incarnano la filosofia della Fondazione Archivio Storico affondando le radici della sua arte in quel passato che ha fatto grande il nome dell’Italia nel mondo, rielaborando l’insegnamento dei padri in racconto per i figli. La sua ricerca è iniziata prestissimo, con una sperimentazione incessante passata attraverso gli studi delle tecniche pittoriche medioevali che, assieme alle esperienze presso illustri personalità della cultura e del restauro di dipinti antichi, hanno condotto Marchionni lungo un percorso di consapevolezza del passato come essenza ed estensione nel futuro. Negli anni ‘70 arrivano le prime mostre, grazie alle quali espone al mondo la sua opera di sperimentazione sulla materia logorata dal tempo e dalle intemperie, sul ruvido intonaco dal quale Marchionni estrae la figura, la sua idea del bello: simmetria, equilibrio tra masse, forme, linee e colori. Celebri i suoi “strappi” esposti per la prima volta nel 1981 a Foligno, e che nel 2004 sono protagonisti di due esposizioni ad Accadìa e a Foggia durante le quali utilizza come supporti esclusivamente gli intonaci vecchi, strappati nelle case abbandonate dell’Umbria e dell’entroterra foggiano. Negli anni ‘90 Marchionni si trasferisce nel suo nuovo studio e in questo spazio il suo rapporto con il “tempo” assume una connotazione particolare: il fascino delle pietre, i colori della calce e della muffa, la continuità della memoria trovano una via d’espressione nella realizzazione dei suoi pavimenti. Nel 1999 diventa parte del gruppo di Art’è per cui esegue l’illustrazione di libri come le storie e i fioretti di San 156

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"La visione di Papa Francesco" è un'opera serigrafica polimaterica (60x62 cm - 250 esemplari numerati) del maestro Elvio Marchionni dotata di certificato di autenticità e provenienza della Fondazione Archivio Storico In apertura La visione di Papa Francesco. Qui il maestro Elvio Marchionni all'opera

Come custodire un capolavoro

Francesco, l’Iliade, i Vangeli, il Decamerone e l’Orlando Furioso. A metà degli anni ‘90, Marchionni organizza la Bottega d’Arte Opus in cui si formano nuovi giovani artisti, e dove sperimenta nuove tecniche di raffigurazione tridimensionale avvicinandosi al bassorilievo. Nel 2006 riceve dal Vescovo di Foligno l’incarico per decorare l’abside della chiesa di Scopoli e della cappella del Sacramento al Duomo di Foligno, mentre nell’agosto del 2009 si materializza un altro progetto che Marchionni ha a lungo pensato ed elaborato, la creazione della Fondazione Elvio Marchionni. Una bellezza concreta e condivisa Elemento caratteristico della produzione del maestro è il recupero della materialità dell’arte antica. Le opere di Marchionni si danno, non solo simbolicamente, come affreschi strappati, sinopie, cartoni, sanguigne monocrome in attesa di trasposizione finita. Sono apparenti frammenti, reperti immaginari dal passato. In realtà, sono frammenti delle nostre anime. Quindi ancora più preziosi, da salvaguardare e diffondere. È proprio questa la mission della Fondazione Archivio Storico, realtà nata a Milano nel 2006 dall’idea “folle ma realistica di due uomini , appassionati d’arte, che vivono la loro esistenza con un solo scopo: ridare all’Italia il ruolo che storicamente le appartiene, concentrando tutte le proprie energie culturali e artistiche nell’arduo compito di avvicinare il pubblico all’arte”, come i soci stessi amano dichiarare. Avvalendosi di un comitato scientifico e del più autorevole critico e storico dell’arte italiano, il professor Vittorio Sgarbi, la Fondazione opera tramite attività culturali e progetti coordinati dalla professionalità della Presidente Picardi, al fine di rendere viva e vitale l’idea di una bellezza concreta e condivisa. E lo fa, principalmente, ricercando tra gli artisti contemporanei quei maestri che possano rappresentare nel futuro una testimonianza dei nostri tempi, che riescano con le proprie opere a raccontare anima e coscienza delle proprie radici. Proprio come Elvio Marchionni.

In occasione del Giubileo della Misericordia, la Fondazione offre l’opportunità di custodire l’opera La visione di Papa Francesco, serigrafia polimaterica (60x62 cm - 250 esemplari numerati). Le opere saranno dotate di certificato di autenticità e provenienza della Fondazione Archivio Storico. Quindi, chi desiderasse partecipare al progetto della Fondazione potrà spedire una mail all’indirizzo info@fondoarchiviostorico.it, oppure una richiesta scritta presso la sede della Fondazione. In occasione della presentazione, senza obbligo di acquisto, sarà donata un'opera d'arte catalogata nel volume Se ci aggrappiamo al kaos di Vittorio Amadio.

Fondazione archivio storico Via Cesare Correnti, 12 - Milano Numero verde: 800.562590 info@fondoarchiviostorico.it www.fondazionearchiviostorico.it

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trendy trendy

di Marco Gemelli

Classici sotto il (primo) sole In primavera il guardaroba non rinuncia agli ever green in grado di salvaguardare uno stile impeccabile anche all’aumentare delle temperature. Vi proponiamo un outfit che oscilla tra preziose giacche in maglia Pashmere, pantaloni PT01 che celebrano la rigogliosa natura esotica, e le scarpe Pakerson realizzate a mano in materiali pregiati

Gabriele Brotini, titolare Pakerson, ci spieghi cosa rende un paio di scarpe di pelle pregiata perfette anche in estate... Gli elementi fondamentali sono la morbidezza, la flessibilità e la traspirazione, tutte caratteristiche che ritroviamo nel mocassino tubolare cucito a mano in alligatore completamente sfoderato. La pelle di coccodrillo, di altissima qualità e lavorata a mano, subisce una concia particolare che la rende morbidissima e avvolgente come un guanto. Caratteristica peraltro comune a quasi tutta la nostra collezione. Per saperne di più: http://pakerson.it

Come si conciliano eleganza e vestibilità nei capispalla Pashmere? Quest’anno, il desiderio di combinare stile classico e vestibilità trova nella giacca in maglia il punto di contatto ideale. Si tratta di un capo morbido, non solo perché realizzato con lana, cachemire e seta, ma anche perché il filato scelto è molto sottile. Essendo interamente fully fashioned (non tagliata), risulta particolarmente confortevole ed elegante. Viene prodotta in una tonalità nuova di blu che si abbina bene a tutti i colori, dal bianco, al crema fino al grigio. Per saperne di più: www.pashmere.it

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PT01, voi celebrate la bella stagione con un richiamo alle isole Fiji Raccontateci come è nata questa idea? Abbiamo creato il modello Fiji perché volevamo tributare un omaggio all’estate, e ci siamo ispirati alla rigogliosa vegetazione tipica delle isole dell’Oceania, che sboccia sulle fodere interne, mentre i bottoni in cocco danno un tocco aggiuntivo di stile. Volevamo un affresco di forme e colori, un pantalone che racconti di isole lontane e di splendidi luoghi. I PT01 modello Fiji sono realizzati in chino, che acquista un aspetto delavé grazie allo speciale finissaggio naturale, come farebbero il sole e il sale delle isole australi. Per saperne di più: www.pt-pantalonitorino.it


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r e V . Sole

TERME & BENESSERE IN AUSTRIA SPECIALE FAMIGLIA 7 NOTTI DA E 1.416,- PER 2 PERSONE E 1 BAMBINO FINO A 11,9 ANNI* DAL 1.7.2015 - 13.9.2015 INFO & PRENOTAZIONE: Tra 5 laghi meravigliosi, in mezzo alla natura incontaminata, sorge l’hotel denominato “delle pietre”. L’energia minerale crea benefici per tutto il corpo. L’acqua termale, piena di ologoelementi, tipica ed esclusiva di questa zona ha effetti benefici per la salute. Il reparto Med & Spa offre agli ospiti privilegiati informazioni e cure specifche per equilibrio di corpo e anima. La grotta del respiro e il biolago completano l’offerta di questo hotel “nato per far rinascere”. HIGHLIGHTS: UÊ*i à iÊÎÉ{ÊV Ê>LL `> ÌiÊV >â iÊ>ÊLÕvviÌ]Êà >V Ê> Ê ÃÌÀ¢Ê`i >Ê-* ÊiÊVi >ÊV Ê i ÕÊ` ÊxÊ« ÀÌ>Ìi UÊ VViÃÃ Ê LiÀ Ê> ¼>Ài>ÊLi iÃÃiÀiÊ VµÕ>«ÕÀ>Ê-* UÊ*À }À> >Ê} À > iÀ Ê` Ê>ÌÌ Û ÌDÊiÊLi iÃÃiÀiÊ«iÀÊ } Ê Ã« Ìi IÊ*iÀÊ ÊÃiV ` ÊL> L Ê`>ÊäÊ>Ê£{] Ê> ÊÃÕ«« i i Ì Ê` Ê�Ê£x]ää

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di Monia Manzoni

L’insospettabile leggerezza del colore

“Mamma, sei tu la mia stella” Ciondolo in oro giallo, con lavorazione a doppia lastra e incisione della parola “Mamma”, le sagome di un bimbo e una bimba, simboli iconici del brand leBebé, e un piccolo cuore. A illuminare ulteriormente questa Stella un rubino con cordino in nuance. Prezzo: 94 euro

Bouquet romantico Semplice ma dai dettagli curati la T-shirt bianca in tessuto ecologico bamboo e inserto in pizzo hand made firmata Princess Handle With Care (115 euro) da abbinare agli shorts in denim di cotone a stampa floreale Silvian Heach (35 euro). Ai piedi, sandalo bianco in vitello con pietre Baldinini (470 euro)

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È pensato per l’uomo che sceglie di abbandonare il grigiore della città il blazer doppio petto a trama hopsack 100% lana firmato Lanieri, su misura e personalizzabile (370 euro). Perfetto con un pantalone in cotone Tommy Hilfiger (129 euro) e le sportive Gommino Tod’s in nabuk con stampa foliage, impunture a vista realizzate a mano, laccetto, micro intreccio in pelle sul profilo e iconica suola con gommini (370 euro)

Wood sunglasses Ritorno alla terra e alla semplicità: Ray-Ban propone un look naturale ma con grande stile. Il sapore vintage di questi occhiali, realizzati in pregiato legno, si arricchisce di un tocco esclusivo e contemporaneo. I Wood sono disponibili in 3 nuance: acero con finitura in gomma marrone e lenti marroni, ciliegio con finitura in gomma blu e lenti grigio-blu, noce con finitura in gomma verde e lenti verdi. Prezzo: 280 euro


“Il mare, una volta lanciato il suo incantesimo, ti terrà per sempre nella sua aura di meraviglia”

Jacque Cousteau

Costa Rei - Sardegna Il Free Beach Club è situato in una delle località tra le più suggestive della Sardegna, sulla costa sud orientale, Costa Rei, tra i piccoli borghi agricoli di Muravera, Castiadas e Villasimius, a circa 55 chilometri dal porto e aereoporto di Cagliari. Lungo la costa si alternano isole, spiagge, calette di scogli e stagni costieri dove si posano i fenicotteri rosa. Nell’entroterra si innalzano le vette dei Sette Fratelli, in un rigoglioso bosco che si stende su un fitto tappeto di selvaggia macchia mediterranea, profumata di cisto e ginepro. Il Villaggio, adagiato in un anfiteatro naturale lungo il pendio di un colle, si affaccia sulla spiaggia di Costa Rei, che si estende con oltre sette chilometri di sabbia fine e candida, lambita da un mare color turchese e trasparente come un cristallo.

www.freebeachclub.com


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L’amore per la terra ha dato i suoi frutti I vini di Termine Grosso, azienda del crotonese sita a pochi chilometri dalle coste ioniche, esprimono armonia, equilibrio e schiettezza. Per capirne l’essenza basta assaggiare un sorso di Luna piena: né rosso né rosato, semplicemente Luna Piena

Dopo giorni di degustazioni al Vinitaly, di un vino e solo di uno c’era rimasta chiara memoria. Il Luna Piena. Non abbiamo potuto fare a meno di andare a fondo a questo prodotto e all’azienda che lo produce e così ci si è aperto un mondo. Ci troviamo in Calabria, di fronte alla meravigliosa costa ionica a due passi dal castello Aragonese di Le Castella. Qui sorge Termine Grosso, azienda storica che si estende per 700 ettari su diversi comuni tra cui Cirò, Roccabernarda, Cutro e Crotone, e che risale al 1540. E qui troviamo Antonio Giglio Verga, il proprietario, che con la moglie Patrizia porta avanti con amore l’attività di famiglia. Da sempre Antonio nutre una vera e propria passione per l’agricoltura; si occupa di zootecnica, cerealicoltura e allevamento di cavalli. Una passione che ha portato la famiglia Giglio Verga a far nascere anche una fattoria didattica: un progetto educativo che ha come obiettivo l’educazione alla salute con il consumo di alimenti collegati alla Dieta Mediterranea.

Profumo di rosa, fragola e lampone Ma la passione di Antonio, quella vera che si intravede quando parla, è il vino. L’impegno che ci ha messo a capire e a trattare lo straordinario ma difficile vitigno del Gaglioppo non ha eguali. Coadiuvato dall’enologo Giuseppe Liotti, il lavoro inizia nella vigna diradata dove da ogni ceppo non tirano fuori oltre il chilo d’uva. La raccolta avviene al massimo entro le 8:30 del mattino, in modo che gli acini arrivino in cantina ancora freschi. Qui viene effettuato un puntiglioso lavoro, grazie a una tecnica acquisita con anni di ricerca: una macerazione sugli acidi spinti dalla naturale forza di crescita che dura fino a dodici giorni, effettuata a step con varie temperature. Ecco l’alchimia che fa nascere il Luna Piena. Non un rosso e nemmeno un rosato, semplicemente un Luna


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Le radici nella storia I Verga, di origine greco albanese, giunsero in Italia nel 1533 dalle città del Peloponneso di Patrasso e Corone. Due fratelli si stabilirono a Napoli per un breve periodo, ma ben presto si trasferirono a Cotronei in provincia di Crotone. Un terzo fratello si spostò a Venezia, mentre un altro ceppo della stessa famiglia si stabilì nel palermitano. Nel 1540 Carlo V, convalida la nobiltà di principi dei Verga di Calabria e di Venezia. Tra gli antenati della famiglia Giglio si annovera invece Aloysius Lilius, astronomo e medico nato a Cirò intorno al 1510, che fu l’ideatore assieme al fratello Antonio del calendario gregoriano su incarico di papa Gregorio XIII. Fino all’inizio del secolo scorso l’azienda Verga conservava ancora l’aspetto del classico latifondo crotonese, successivamente le divisioni ereditarie e la riforma fondiaria degli anni ’50 ne ridussero notevolmente le dimensioni, portandola agli attuali 700 ettari, di cui 400 nei comuni di Roccabernarda e Cutro, in provincia di Crotone, e 300 di bosco in località Nocella, nel cuore del Parco Nazionale della Sila in provincia di Cosenza.

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In queste immagini, la cantina e le vigne Termine Grosso

Piena. C’è chi in azienda lo chiama “pupillo”, Antonio invece lo chiama “il nostro cavallo di battaglia”. È un vino strutturato come un rosso ma con i profumi tipici del rosato di rosa, fragole e lamponi. Si tratta di un’azienda piccola con 5700 piante che fruttano non più di 6400 kg per ettaro. Ma cosa esprimono i vini di Antonio? Armonia, equilibrio, schiettezza. Solo l’amore per il vino può dare questi risultati. Andate a trovarlo nella cantina ricavata da un vecchio fienile e da un'antica stalla. L’azienda è stata inaugurata nel 2008; vi si trova anche un’enoteca con cucina dove potrete degustare prodotti tipici locali. Grazie alla passione di Antonio nascono anche vini ricavati da vitigni di uva a bacca rossa e bianca autoctoni e internazionali come Merlot e Cabernet. La passione ha dato i suoi frutti con apprezzamenti dalla stampa specializzata e dalle più autorevoli guide come Veronelli, Bibenda, Duemila vini e l’Espresso. I riconoscimenti continuano con il Merano Wine Festival dove i vini Termine Grosso sono stati premiati per due anni.

Visto da vicino Il Luna Piena è un Gaglioppo al 100%, coltivato su terreno pianeggiante e suolo in prevalenza argilloso con il metodo del cordone speronato bilaterale, a basso impatto ambientale secondo le regole dell’agricoltura integrata. La raccolta viene effettuata a mano al raggiungimento della maturazione ottimale delle uve nella terza decade di settembre. A seguire viene effettuata una pressatura soffice e una macerazione che dura circa 18-20 ore, alle quali segue una fermentazione a temperatura controllata. L’affinamento è di 4 mesi in vasche di acciaio e circa 3 in bottiglia. Il colore è un rosso rubino brillante, armonico; il sapore è fresco e vivace con sentori di fruttato, morbido al palato. È un vino a tutto pasto, da servire a 12-16 °C in relazione alla stagione. Termine Grosso C.da Termine Grosso Roccabernarda (Kr) www.terminegrosso.com


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Il Gruppo Petti fondato nel 1925 è oggi leader a livello mondiale nella produzione di conserve di pomodoro ed è costituito da 4 società, fra le quali l’Italian Food S.p.A. con sede produttiva a Venturina Terme (provincia di Livorno) che si occupa principalmente del mercato italiano e delle produzioni biologiche. Il Gruppo è senz’altro frutto della passione della famiglia Petti, che ne perpetua la tradizione da quattro generazioni. Attualmente alla direzione della holding ci sono in ordine generazionale Maria Gambardella, Antonio Petti ed i 2 figli Pasquale e Veronica. Oggi circa il 70% della produzione viene esportato in tutto il mondo, vengono confezionate conserve anche per conto terzi e dal 2013 è stata lanciata in Italia la nuova linea a marchio Petti “Il pomodoro al centro” prodotta nello stabilimento toscano di Livorno che dal 2005 viene diretto da Pasquale Petti. Il pomodoro è da sempre al centro della vita della famiglia Petti e di un’intera cultura, quella degli italiani, per i quali il pomodoro rappresenta il centro della cultura gastronomica. Per questi motivi è stato scelto per il marchio Petti il pay-off “Il pomodoro al centro” facendo sì che il pomodoro all’interno delle varie confezioni appaia ben visibile grazie all’utilizzo di etichette trasparenti, per consentire di ammirare anche dall’esterno e prima dell’acquisto ciò che poi verrà consumato.

Petti:

il pomodoro al centro È una storia d’amore iniziata nel 1925 quella che lega al rosso frutto della terra la famiglia a capo del Gruppo con sede in Toscana, le cui competenze sono state concentrate in una nuova linea aggiudicatasi il premio Eletto Prodotto dell'Anno: 100% materia prima toscana certificata, declinata in molteplici varianti, perfette per ogni esigenza

Il segreto è la bassa temperatura Ciascun prodotto della nuova linea Petti ha un suo nome e un colore dedicato che permette di identificarlo con facilità: Il Delicato, Il Corposo, Il Polposo, Il Polposissimo, Il Sublime, Gli Speciali, L’Essenziale per citarne alcuni, tutti al maschile perché è stato dato massimo rilievo al pomodoro protagonista di ogni confezione. Passate, Polpe, Pelati e Doppio Concentrato sono disponibili in tante pratiche confezioni per permettere di evitare sprechi, dall’innovativa bustina monodose da 30 gr alle bottiglie da 250 gr, 350 gr, 500 gr e 700 gr: l'azienda è in grado di offrire a distributori e consumatori formati per le più svariate esigenze. Per tutti i prodotti Petti della linea “Il pomodoro al centro” viene utilizzato solo pomodoro 100% toscano, lavorato con un esclusivo e costoso processo a bassa temperatura che distingue il prodotto Petti da quello dei competitors e che permette di conservare al meglio la fragranza, la consistenza e il colore rosso vivo del pomodoro fresco appena raccolto, conferendo a tutti i prodotti il caratteristico “Gusto Unico”. A soli pochi mesi dal lancio della nuova linea “Il pomodoro al centro”, i prodotti Petti sono già stati inseriti nelle più importanti catene di distribuzione e le rotazioni sono la prova che in un settore maturo come quello dei prodotti conservati, dai margini quasi assenti e con tanti attori a contendersi le quote di mercato, valorizzare l’eccellenza premia.


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Pasquale Petti, Amministratore Delegato del Gruppo Petti

Forma e sostanza La nuova linea di prodotti Petti “Il pomodoro al centro”, solo pomodoro 100% toscano lavorato a bassa temperatura, si è infatti aggiudicata il prestigioso premio Eletto Prodotto dell’Anno 2015 nella categoria conserve di pomodoro. Si tratta del più importante premio all’innovazione del mondo, presente in più di 35 paesi da 28 anni, basato sul voto dei consumatori che eleggono ogni anno i prodotti più innovativi. Grazie al logo i prodotti Petti avranno sicuramente una maggior visibilità nei punti vendita, il logo distingue infatti dalla concorrenza e incita all’acquisto. Per il 2015 oltre alla copertura mediatica garantita dai media partner di Eletto Prodotto dell’Anno, l’azienda ha già pianificato numerose uscite su carta stampata, un’importante campagna di affissioni nelle principali città italiane e una campagna molto divertente sul web. I prodotti Petti inoltre stanno già partecipando a una trasmissione di cucina sul canale Gambero Rosso di Sky e i primi spot televisivi andranno in onda a partire dalla primavera sulle reti Rai e su La7.

Gruppo Petti – Italian Food S.p.A. Via E. Cerrini, 67 Venturina Terme (Li) www.ilpomodoropetti.com www.pettirossoblog.com Social /Petti Pomodoro /petti_1925 @pettipomodoro /Petti Pomodoro pettirossoblog.com

Petti a Tuttofood Petti, con la linea "Il pomodoro al centro" sarà protagonista a Milano in occasione della manifestazione Tuttofood che si svolgerà presso Fiera Milano dal 3 al 6 maggio. Visitando lo stand Petti (Pad 6, Stand C15 - D18) sarà possibile degustare i prodotti dell'azienda preparati live dallo chef Max Mariola di Gambero Rosso Channel.

"Ricerca di mercato GPMI© su una pre-selezione di prodotti innovativi presenti sul mercato italiano, condotta da IRI su 12.000 consumatori con più di 15 anni, svoltasi a gennaio 2015. www.prodottodellanno.it categoria conserve di pomodoro"

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Beleda 2013 orgoglio di casa Rallo Già dal nome, che rimanda alla storia di Alcamo, si intuisce il legame con il territorio di questo Cataratto in purezza, e della Cantina che lo produce. Un vino premiatissimo, dall’insolita longevità, nato da una azienda le cui radici affondano nell’800, oggi votata al bio

La storia del successo dell'Azienda Agricola Rallo parte da Marsala e si addentra nell’entroterra siculo. Vigne e ulivi caratterizzano infatti le campagne siciliane da millenni, mentre l’eccellenza vitivinicola rappresentata dal marchio Rallo risale “solo” al 1860, quando Don Diego Rallo cominciò a commercializzare il vino “perpetuo” che, sulle orme dei più noti madeirizzati, aveva raggiunto da tempo le tavole dell’impero britannico. Per oltre un secolo, il Marsala fu il prodotto che animava l’azienda Rallo. Mentre soltanto nel 1997, con il passaggio di mano del brand dai vecchi proprietari alla famiglia Vesco, già proprietari terrieri, la produzione fu votata a ottimi vini da pasto e il cuore agricolo della compagine si spostò ad Alcamo. Qui, una piccola proprietà di appena venti ettari ha assunto l’attuale fisionomia nel giro di pochi decenni: una tenuta di oltre cento ettari, di cui più di ottanta piantati a vite. E ancora qui nascono i gioielli di casa Rallo, che negli ultimi anni sono stati caratterizzati da una radicale scelta biologica e che annualmente ottengono meritati e importanti riconoscimenti. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda il Beleda 2013. Un Catarratto in purezza, vitigno simbolo di questo areale, che mutua il nome dalla stessa città da cui trae i natali. Beleda, infatti, significa “Città con moschea e mercato”, come suggerisce la piccola prosa riportata in etichetta, e pone l’accento sulle origini arabe di Alcamo, città che, proprio con il termine Beleda, fu definita da un pellegrino andaluso che la visitò nel 1185. Il Beleda 2013 ha ottenuto il 3 bicchieri assegnato dal Gambero Rosso. La Guida Vini d’Italia 2015, di recente uscita, attribuisce alla selezione di Catarratto Bio Rallo un posto di primo piano nel panorama vitivinicolo italiano. La particolare struttura di questo vino assicura quella longevità necessaria per poter affinare la bottiglia a lungo, almeno tre anni, e degustare nell’integrità delle sue caratteristiche il vino anche dopo lunghi affinamenti. La tenuta costituisce uno dei pregi di questo vino, caratteristica poco comune alla produzione isolana che, salvo rare eccezioni, ha una vita utile non superiore ai due anni. Per il secondo anno consecutivo Rallo ottiene, sempre su un vino bianco, il massimo riconoscimento attribuito da una delle più autorevoli guide di settore del Paese, entrando di diritto tra le aziende che rappresentano l’eccellenza vitivinicola italiana nel mondo.

Società Agricola Rallo Via Vincenzo Florio, 2 - Marsala (Tp) Tel. 0923.721633 www.cantinerallo.it



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Discovering Modena e sua maestà l'Aceto Balsamico A poche ore da Milano, la provincia emiliana è una terra ricca di attrattive. Per tutti i sensi, al primo posto il gusto. È qui, ad esempio, che si può trovare la più antica azienda produttrice di aceto balsamico al mondo, fondata nel 1605. È l’Acetaia Giusti, un simbolo del Belpaese proprio come la rossa Ferrari o la voce di Pavarotti

In occasione di Expo 2015 la storica Acetaia Giusti è pronta ad accogliere con un ricco palinsesto di iniziative dedicate ai visitatori che, dopo l’importante evento di Milano, vorranno raggiungere Modena. L’Acetaia più antica del mondo guidata ininterrottamente dalla famiglia Giusti da 17 generazioni, sarà infatti una tappa fondamentale per il Discover Ferrari & Pavarotti Land: con un solo biglietto di 60 euro (il passaporto Discover), valido due giorni, si potranno raggiungere, con la propria auto o con un efficiente servizio navette, il Museo Ferrari di Maranello, il Museo Casa di Luciano Pavarotti e il Museo Enzo Ferrari e dei Motori di Modena, ma anche conoscere le più famose eccellenze enogastronomiche del territorio. Uno dei punti focali sarà la visita alla plurisecolare Acetaia Giusti, con i suoi 400 anni di storia per il balsamico, che sarà aperta per tutti i sei mesi dell’Expo, sette giorni su sette e offrirà un’avvincente

percorso di conoscenza con i maestri acetieri. Un viaggio nel tempo alla presenza di un erede della famiglia, per scoprire la storia della storica azienda modenese e gli atavici processi di produzione, per conoscere il territorio attraverso le suggestioni enogastronomiche che lo caratterizzano: dal Parmigiano Reggiano biologico alla collezione di auto d’epoca Maserati, dalle eccellenze salumiere al Museo della Salumeria Villani, dalle due cantine del Lambrusco Chiarli e Gavioli all’attiguo Museo del vino. Ma non solo, durante 4 lunedì di luglio prenderanno vita le Notti del balsamico, durante le quali il Maestro Acetiere di famiglia estrarrà, direttamente dalle straordinarie botti, aceti balsamici di oltre un secolo di età, dall’inestimabile valore. Si potranno conoscere i diversi legni con cui sono realizzati i barili, assaggiare i vari cru e, dopo un divertente laboratorio per i più piccoli, assaporare in un banchetto a buffet la cucina tradizionale emiliana.

Scelte regali Dal 1929 l’Aceto Giusti è fornitore ufficiale unico della Casa Reale Savoia e fu scelto in precedenza sia dal Duca di Modena che da alcuni Papi della Chiesa Romana. L’insieme di questi onori venne raccolto a inizio Novecento nella ben nota bottiglia ed etichetta “Giusti”, una composizione Liberty delle tante medaglie Ottocentesche che è ben presto diventata una icona del settore, citata e presentata in alcuni musei di Arte Contemporanea. Gli Aceti Giusti sono oggi presenti in 50 nazioni, dove vengono utilizzati dai cuochi più rinomati e venduti nelle boutique, department store e hotels più esclusivi, da Harrods al Buji Al Arab. Le antiche acetaie e il Museo della Storia dell’Aceto Balsamico Giusti sono un polo di attrazione per chef, sommelier, giornalisti e appassionati che da tutto il mondo vengono a visitarle. L’azienda è inoltre impegnata in diversi progetti e collaborazioni con scuole di cucina – ma anche Scuole Primarie e Secondarie della Regione – che prevedono visite e laboratori in acetaia. Acetaia Giusti Strada Quattro Ville, 155 Modena Tel. 059.840135 www.giusti.it



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Sapori sanniti

Tutto inizia con l’olio … e lo Stella Maiuri, seguito con passione e competenza dall’albero al frantoio all’interno dell’azienda agricola Di Cerbo, è davvero un olio unico, 100% biologico, la cui qualità è confermata da svariati riconoscimenti ufficiali. Grazie a questo ingrediente fondamentale sono nate produzioni di sott’oli e creme tutti da provare

L’azienda agricola Carmine Di Cerbo ha sede in Dugenta, ma estende le proprie coltivazioni anche in altri comuni della Valle Telesina in Provincia di Benevento; l’uliveto copre circa 13 ettari di collina nel territorio di Sant’Agata de’ Goti, mentre i vigneti e le coltivazioni orticole sono dislocate nei comuni di Dugenta, Amorosi e Telese Terme. L’Azienda, che gestisce oggi la sua produzione seguendo i dettami dell'agricoltura biologica, nasce all’inizio degli anni 2000 con l’acquisto di un uliveto che conta oltre 5000 piante delle varietà più pregiate e autoctone: Ortice, Ortolana, Sprinia, Raccioppella per l’80% (l’altro 20% è costituito da altre piante di diverse varietà). Inizia così la produzione dell’olio extravergine di oliva bio Stella Maiuri, dalle proprietà organolettiche straordinarie, ottenuto curando le fasi di raccolta, molitura e trasformazione delle olive nel pieno rispetto della tradizione e della pianta, assicurato da rigorosi controlli che impongono tempi di lavorazione brevissimi: le olive vengono molite, esclusivamente a freddo, con frangitore (frantoio aziendale), entro le dodici ore successive alla

raccolta forzata. Ben presto i sacrifici vengono ricompensati da svariati riconoscimenti e attestati ottenuti con la partecipazione ai maggiori concorsi di olio extravergine. Quest’olio dall’inconfondibile aroma, unito alle coltivazioni orticole, ha indotto la naturale produzione di squisiti ortaggi e verdure sott’olio e delle relative creme; per queste lavorazioni è stato allestito un laboratorio di trasformazione che unisce le moderne tecniche igieniche alle tradizioni delle nonne: gli unici conservanti sono costituiti dall’aceto e dalla bollitura a 121 gradi dei vasetti confezionati, al fine di scongiurare il pericolo del botulino.

Azienda Agricola Di Cerbo Via Nazionale, 12B Dugenta (Bn) Tel. 0824.906010 www.aziendaagricoladicerbo.it

L’amore per la terra e per il territorio sannita hanno ispirato il principale obbiettivo dell’azienda Di Cerbo: valorizzare i prodotti sanniti nel rispetto delle antiche tradizioni. Si avvia, così, la produzione di passata di pomodori, di frutta sciroppata e infine di marmellate e composte di frutta che, per la loro genuinità stanno riscuotendo un gradimento strepitoso. Dal 2009 la gamma dei prodotti si arricchisce con i vini prodotti nel vigneto di famiglia: inizia così la produzione e la commercializzazione dei vini Lengua ‘e Femmena (rosso da tavola, dall’omonimo vitigno autoctono) e Trebula (bianco da tavola, ottenuto dal vitigno Malvasia di Candia). Il primo obiettivo è stato raggiunto dall’azienda alla fine del 2014 con il riconoscimento di azienda agricola biologica e quindi con la conseguente produzione di olio, sottoli, confetture, marmellate, composte, passato di pomodoro biologico


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