Dalla meccanicità all’organicità L’INGRESSO ALL’EDIFICIO COME ESPERIENZA SPAZIALE IN TRE OPERE DI TERRAGNI
Gli eventi più ricchi accadono in noi assai prima che l'anima se n'accorga. E, quando noi cominciamo ad aprire gli occhi sul visibile, già eravamo da tempo aderenti all'invisibile1 Gabriele D’Annunzio
La relazione tra spazio e osservatore. Un rapporto esperienziale Lo spazio architettonico è una forma d'arte che spesso va oltre la semplice funzionalità, suscitando emozioni e stimolando i sensi. Al centro dell'apprezzamento e della comprensione dell'architettura si trova l'esperienza e l'utilizzo dello spazio e delle sue forme, il modo in cui l'ambiente costruito interagisce con l'osservatore e questo con i suoi spazi2. Tuttavia, questa interazione inizia molto prima che l'individuo scopra e comprenda appieno le possibilità e le caratteristiche dell'edificio. L’esperienza spaziale inizia con l'arrivo dell'osservatore. L'arrivo dell'osservatore è un momento cruciale in cui le percezioni incontrano per la prima volta lo spazio architettonico. Che si entri in una cattedrale, in un vivace mercato o in un modesto appartamento, questo primo incontro cognitivo modella l'esperienza dello spazio attraverso passaggi sequenziali che favoriscono la ulteriore comprensione e l'interpretazione dell'ambiente costruito. Una volta varcata la soglia, l'osservatore è accolto da una miriade di esperienze sensoriali. La rivelazione immediata delle sequenze spaziali, le loro proporzioni, il rapporto tra luce e ombra, la loro interazione sulle superfici, la relazione tra interno ed esterno al momento dell'arrivo, sono tutti elementi che agiscono come una sorta di atmosfera prodotta dal loro insieme, la quale influenza la nostra percezione spaziale. Juhani Pallasmaa sottolinea come "la qualità di uno spazio o di un luogo non è semplicemente una qualità percettiva visiva, come si ritiene di solito. La percezione della qualità di un ambiente è una complessa fusione multisensoriale di una miriade di fattori, che percepiamo immediatamente e sinteticamente come un'atmosfera, uno stato d'animo, una sensazione o un'atmosfera complessiva"3 . E la soglia a volte non è un confine preciso tra due ambienti diversi, come tra un interno e un esterno, ma piuttosto un passaggio, una "transizione sensoriale", l'atmosfera e l'esperienza che l'osservatore, nella percezione di diversi momenti sequenziali, convalida immediatamente attraverso
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G. D’Annunzio, Contemplazioni della morte, Fratelli Treves, Milano 1912, pp. 17-18. C. Molinari scrive “Fondamentale, inoltre, la considerazione per cui l’architettura è basata sull’esperienza, sulla possibilità di uso dinamico e interazione, motivo per cui la quarta dimensione del tempo deve necessariamente far parte delle variabili del progetto”. C. Molinari, Architettura in Sequenza. Progettare lo spazio dell’esperienza, Quodlibet, Macerata 2018, p.12. Tuttavia, l'interazione deve avvenire con l'osservatore, è questa interazione che definisce lo spazio architettonico. 3 J. Pallasmaa, Space, Place and Atmosphere. Emotion and Peripheral Perception, „Architectural Experience”, Lebenswelt, 4.1, 2014, p.230. Traduzione dell’autore. 2
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