Vania Elettra Tam al MACRO Testaccio | ROMA

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VANIA ELETTRA TAM Nuvola Creativa Festival delle Arti

Living Nature - Arte, dibattiti e incontri su temi ambientali 9|10 giugno 2017

MACRO

(Museo Arte Contemporanea Roma) Testaccio - Spazio FACTORY La Pelanda Piazza Orazio Giustiniani 4 - 00153 Roma

Progetto: Associazione Neworld Organizzazione: Associazione Neworld - ecologia e sociale - NWart Direzione artistica: Antonietta Campilongo Patrocinio: Assessorato Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Testi: Collettivo Neworld – Luigi Straffi Servizi fotografici e video: Frattura Scomposta contemporary art - Vania Elettra Tam - Sergio Curtacci Fengshuiroma architecture&design School www.fengshuiroma.net contatti@fengshuiroma.net T. 338 1615420 Media Partner e responsabile piattaforma Google Arts & Culture Frattura Scomposta contemporary art magazine www.fratturascomposta.it info@fratturascomposta.it


Nuvola Creativa Festival delle Arti Il focus del Festival delle Arti si concentra su un dibattito rimasto sempre aperto nell’arte: la dialettica storicizzata tra uomo e natura. Living Nature, questo è il titolo del Festival, vuole proporre una riflessione su come e fino a che punto, l’uomo dei nostri tempi riesca ancora a percepire se stesso e il mondo che lo circonda come appartenente a una realtà unica e interconnessa. Affrontando questa riflessione sull’uomo e sull’ambiente, non si poteva fare a meno di ricordare come questa tematica sia anche il centro dell’interesse di altre forme di cultura; per esempio il Feng Shui, vera e propria arte del mettere in armonia uomo e ambiente. Arte e Feng Shui operano, infatti, con processi affini: utilizzano intuito e creatività più del pensiero logico e razionale. Living Feng Shui, evento nell’evento del Festival delle Arti, vuole invitare ad entrare e diventare coprotagonisti di questo flusso inesauribile, apprendendo alcuni principi del Feng Shui che possono modellare la propria vita consapevolmente e in accordo con le leggi della natura. Nei due giorni del Festival queste due proposte vivranno nello spazio Factory, per descrivere insieme un percorso di avvicinamento e ritorno ad un senso profondo di Natura. Anno dopo anno Nuvola Creativa, organizzato dall’Associazione Neworld, con la direzione artistica di Antonietta Campilongo - e in questa edizione con la partecipazione della Feng Shui Roma Architecture & Design School fondata e diretta da Luigi Straffi - si arricchisce di nuove tematiche, per contribuire a rendere sempre più viva l’azione dell’arte nella vita culturale di Roma. Chi opera in campo culturale non può chiamarsi fuori: riuscire a fare passi avanti nel rafforzamento di nuove consapevolezze condivise significa mostrare la bellezza della Natura ma anche denunciarne gli abusi, stimolare la ricerca, creare dibattito e informazione sui temi ambientali, o chissà, semplicemente mostrare arte che con l’ambiente ha legami particolari.


Kanon - regole ferree e Origami clitoridei Ciò che rende riconoscibile l’arte di Vania Elettra Tam è senza dubbio la poetica che da sempre tratta, con un velo d’ironia, le nevrosi femminili. La sua critica sociale è un punto di vista personale su uno spaccato della quotidianità contemporanea. L’artista focalizza l’attenzione sugli stati d’ansia provocati dalla frustrazione, quella che causa la necessità di creare nuovi bisogni (spesso assolutamente superflui) e che spinge gli individui a cercare soluzioni rocambolesche per risolvere problemi non essenziali. La dialettica storicizzata tra uomo e natura rientra perfettamente nella ricerca della Tam, che presenta opere in cui sottolinea quanto l’essere umano sia sempre meno riconoscente nei confronti della natura e lo dimostra nella repentina volontà di voler sconvolgere la fisionomia non solo della terra con abusi edilizi, disboscamenti e sconvolgimenti morfologici dei territori, ma lo fa (da sempre) anche sul proprio aspetto fisico. Forzature aberranti che rasentano il grottesco. “Ecco perché – dice l’artista - ho pensato di realizzare un’opera in cui il soggetto protagonista è seduto a tavola intento a sfamare la propria necessità di aria, di cui potrà regolare a proprio piacimento la temperatura, l’odore, l’intensità, la direzione, e la quantità. Come in tutte le mie opere, anche in questo caso il soggetto è una donna che ho pensato di chiamare Daria, nome derivante dal persiano Dārayavahush composto dagli elementi dâraya (possedere) e vahu (bene). Questa scelta mi ha permesso di creare un gioco di parole intitolando l’opera: Fame Daria, il cui significato può racchiudere contemporaneamente sia l’entità del problema che la volontà di risolverlo.” Fame Daria è il primo dipinto del ciclo pittorico intitolato “Kanon – Regole ferree”. In seguito ha realizzato l’opera “Ella Vìola”, titolo capace di contenere più significati. Infatti Viola corrisponde al nome di un colore (violetto), di un fiore (simbolo di pudore) e di uno strumento musicale (appartenente alla famiglia degli archi). Inoltre è un nome proprio femminile, ma non solo, è anche una coniugazione del verbo violare: ella viola. Ella che significa lei, ma che a sua volta può essere un nome proprio femminile. Il dipinto rappresenta una donna in una camera insonorizzata intenta a suonare con un archetto le sottili trecce dei propri capelli, corde di uno strumento muto in quanto privo di cassa armonica.

Un’operazione apparentemente inutile che però sembra suscitare nella donna una sensazione di grande coinvolgimento emotivo. Probabilmente quella che sta suonando è la propria anima, solo lei può sentirne la musica, a nessun altro sarà concesso violare quell’intimità. Fino a qui l’artista è ricorsa, come spesso ha fatto in passato, all’autoritratto. Le donne di Fame Daria e di Ella Viola infatti hanno una spiccata somiglianza con Vania Elettra Tam. Ma nelle opere realizzate successivamente, i maestri del passato si sono rivelati ottime fonti di ispirazione. Hanno le sembianze di alcune nobili donne ritratte dal Bronzino, da Albrecht Durer, da Georges de La Tour ed altri ancora... Nelle rivisitazioni dei suddetti ritratti la Tam aggiunge alcuni marchingegni grotteschi. Maschere di tortura (non troppo dolorose) che dovrebbero avere la funzione di rimodellare i tratti somatici, castigo a cui le gentildonne si sottopongono con consapevole rassegnazione per poter rientrare in quei canoni di bellezza che, da sempre, la società impone… pena l’emarginazione. Ecco perché il ciclo è stato intitolato: “Kanon – regole ferre” - “Kanon” ovvero canone (dal greco kanon=regola) è l’insieme di norme rigorose che hanno lo scopo di ottenere un equilibrio compositivo in modo da giungere a forme che appaiano perfette e armoniosamente proporzionate. Rientrare nei canoni equivale a diventare un modello standard a cui ci si deve uniformare. “Regole ferree” rimarca l’esigenza della disciplina ma fa anche riferimento alle maschere in metallo che le donne ritratte indossano. Anche le opere del ciclo Origami Clitoridei, realizzate successivamente, sono legate al tema dello sconvolgimento apportato dall’uomo sulla natura, ma in questo caso a livello psicologico con l’educazione forzata che ha indotto alla soppressione dell’istinto. Pure in queste opere Vania Eelletra Tam rielabora ritratti di donne rinascimentali. I loro occhi sfuggono ogni contatto, hanno un atteggiamento serio e compìto e tengono le mani compostamente raccolte in grembo inducendo ad immaginare che queste donne siano pudiche e castigate, ma a tradire la loro natura esplosiva sono però i pensieri, così potenti da modificare le forme del soggolo bianco che avvolge il loro viso. Vania Elettra Tam per realizzare questi effetti tridimensionali piega la carta prendendo spunto dall’antica arte giapponese denominata origami.


Fame Daria - 2015 - 70x70 cm - acrilico su tela


Ella Viola - 2015 - 70x70 cm - acrilico su tela


La buona ventura - 2015 - 40x40 cm - acrilico su tela Laura Battiferri - 2015 - 40x40 cm - acrilico su tela


Lucrezia Pianciatichi - 2015 - 40x40 cm - acrilico su tela Isabella D’Este - 2015 - 40x40 cm - acrilico su tela


Origami clitoridei - addolorata - 2016 - 70x50 cm - tecnica mista


Origami clitoridei - Maddalena - 2016 - 70x50 cm - tecnica mista


Origami - sposa - 2016 - 70x50 cm - tecnica mista


Origami clitoridei - isabella - 2016 - 70x50 cm - tecnica mista


Jane Seymour e Margaret Wyatt - 2016 - 36,5x31,5 e 34,5x39,5 - acrilico su tela


Biografia (Como 1968) L’ironia e la seduzione delle sue sceneggiature si sovrappongono ad una velata critica sociale ma dallo sguardo sempre lieve, divertito e surreale. I rifugi casalinghi, la delicatezza e l’instabilità dei suoi microcosmi quotidiani ci mostrano autoritratti dell’artista mentre indaga le abitudini ossessive del mondo femminile contemporaneo. Lo spettatore è invitato a giocare con forme ed ombre, con la consapevolezza che niente è come sembra. Dopo gli studi alla NABA e alla Scuola di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano, lavora come designer nel settore tessile comasco, ma poi lo abbandona per dedicarsi esclusivamente all’arte. La sua scelta viene presto premiata dal Comune di Como, che nel 2005 le organizza al Chiostrino di Sant’Eufemia la prima mostra personale. Numerose le mostre realizzate in seguito in Gallerie d’Arte e in luoghi istituzionali, tra le più importanti va ricordata la sua partecipazione alla 54° Biennale di Venezia - Padiglione Italia diffuso di Vittorio Sgarbi a Palazzo Te di Mantova. Sempre nel 2011 viene invitata da Edoardo di Mauro alla selezionatissima collettiva “Un’altra storia. Arte italiana dagli anni Ottanta agli anni Zero” a San Carpoforo a Milano. L’anno successivo le sue opere volano oltre oceano raggiungendo Cuba alla mostra “Perturbaciones” curata da Silvia Fabbri al Museo Nacional de Bellas Artes a L’Habana. Nel 2013 Ferdinando Creta la invita come esponente della migliore arte al femminile a “Iside Contemporanea” al Museo Arcos di Benevento. Nel 2016 Franca Marri cura la sua personale “Kanon Regole Ferree” a Trieste, mostra presentata dal critico di fama internazionale Edward LucieSmith (noto per aver lavorato a fianco di Francis Bacon). Nel 2016 il Šibenik City Museum le dedica una personale come special guest dell’International Children’s Festival Croato. Nel 2017 al Palazzo della Ragione il Comune di Mantova realizza la sua antologica «conTAMinAzione» a cura di Carlo Micheli. Le sue opere fanno parte della collezione del Museo Parisi Valle di Maccagno (VA), del Museo di Palazzo Te di Mantova e della Direzione nazionale Cgil di Roma. La sua arte è stata esposta anche a Miami, San Diego, Praga, Londra e Lugano. Oltre alle persone già citate, del suo lavoro hanno scritto anche Ivan Quaroni, Igor Zanti, Alessandra Redaelli, Vincenzo Giulio Farachi, Claudio Rizzi, Carlo Ghielmetti, Sergio Gaddi… Vive e lavora a Milano.


vaniaelettratam.it


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