Artefizio

A CURA DI MARCELLO FRANCOLINI E FRANCESCO FINOTTI

Presidente ABARC - Francesca Maria Morabito Responsabile Scientifico - Maria Daniela Maisano Direttore Artistico - Francesco Scialò Responsabile d’azione - Massimo Monorchio ArtEfizio Mostra a cura di Marcello Francolini e Francesco Finotti Dall’aula al cantiere – materiali, tecniche e stili della decorazione Progetto a cura di Francesco Finotti Project teacher Silvia Moro Tutor di progetto Giampaolo Messineo Fotografia Carmen Cardillo in collaborazione con Giuseppe Geria Progetto grafico, editoriale e impaginazione Paolo Genoese in collaborazione con Valentina Romeo © CITTÀ DEL SOLE Edizioni ® Editore delegato: Ideocoop Media Services Soc. Coop. Sociale Via dei Filippini, 23/25 89125 REGGIO CALABRIA Cell. 338.3443933 Fax. 0965.1812040 e-mail:info@cdse.it www.cdse.it www.facebook.com/cdsedizioni Stampa Creative 3.0 S.r.l Reggio Calabria GENNAIO 2022 Tavole decorative © Margherita Amodeo, Alessia Bonfiglio, Micaela Cuzzocrea, Marianna D’Amico, Jasmine Iannì, Marco Labate, Ahmed Lotfy, Giampaolo Messineo, Alessandra Milea, Valentina Minniti, Sabrina Ripepi, Martina Schiariti, Sharon Stilo, Martina Versace @Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria

A CURA DI MARCELLO FRANCOLINI E FRANCESCO FINOTTI

Indice Passare dal bosco delle idee, testo di Marcello Francolini corso d’opera, testo di Francesco Finotti

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La decorazione è Arte in dialogo, testo di Silvia Moro

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Sabrina Ripepi

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Marianna D’Amico

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Ahmed Lotfy

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Micaela Cuzzocrea

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Alessia Bonfiglio

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Martina Versace

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Martina Schiariti

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Giampaolo Messineo

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Alessandra Milea

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Marco Labate

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Valentina Minniti

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Sharon Stilo

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Margherita Amodeo

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Jasmine Iannì

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Passare dal bosco delle idee a cura di Marcello Francolini

In un momento d’oro per l’alterità del reale, tra pubblicità comportamentale, metaverso, Vr, video-mapping architetturale, lo “spazio interiore” sembra essersi espanso con una domanda sempre più crescente secondo la quale tutti vogliono essere altrove restando dove sono. Lo spazio quotidiano intimo della propria stanza diviene una porta da cui poter raggiungere “luoghi”.

Eppure di fronte a ciò la più originaria di queste attività come la decorazione, sembra precipitare, vertiginosamente, verso la dimenticanza sia come capacità creativa (la graduale diminuzione delle Scuole di Decorazione nelle Accademie di Belle Arti nel Paese), sia come desiderio sociale (la graduale diminuzione di punti d’ancoraggio tra decoratori e pubblici).

L’essere ciò che si è, non è soprattutto il proprio ambiente?

La propria casa?

In quanto “propria” non è solo le sue pareti le cose che contiene, quanto ciò che esse determinano come significato e come qualità del tempo. Al primo sta l’esperienza, alla qualità del tempo invece, il modo come trasmutiamo lo spazio, la decorazione appunto. È con la decorazione che segniamo la prima vera esperienza d’alterità, dove lo spazio reale, architettonico, può divenire “luogo” mentale. D’altronde potremmo rivedere la storia e considerare come la decorazione sia originata proprio dalla volontà di trasmutare spiritualmente la materia come il manto musivo nel Sacello di Galla Placidia.

Qui al contrasto tra l’estremità modesta del paramento esterno riflette lo splendore delle luci riflesse che saturano ogni superficie architettonica. La decorazione è come un miraggio. Per quanto sto nell’oasi tendo a considerare il deserto. La decorazione è come l’evidenza di quel limite tra il sogno e la realtà, la concretezza e l’astrazione, la materia e il ricordo, la città e il bosco.

Il bosco è lontano dalla città e in ciò è una lontananza, un luogo ulteriore, dove la natura stessa ne completa il decoro, così che ogni bosco è diverso dall’altro: ogni essere, animale o uomo dovrà comprenderne il suo disegno per sopravvivere o sentirsi al sicuro. È al bosco di Junger che abbiamo conformato le nostre idee per questa mostra. Le nostre idee appunto, non le nostre opere.

Le idee che si profilano da questi campioni che estendibili nell’immaginazione del visitatore sono potenzialmente portati a straripare dal metro quadro al metro cubo. Ma altrettanto, visti tutti insieme sono disposti per nuance: dall’ingresso alla parete di fondo con gli azzurrinisempreverdi del tramonto; dal fondo all’ingresso con i rosapesca dell’alba; in un percorso di risalita dalla confusione alla consapevolezza.

In effetti, specifica Junger, nel suo Passare al Bosco che: I “nuovi” mondi sono sempre e soltanto copie dello stesso mondo, ben noto sin dalle origini agli gnostici, agli eremiti, ai teologi: i quali tutti possedevano la parola capace di abbattere l’apparenza. Quando l’iniziato capisce questo, il serpente della morte si trasforma in bastone, in scettro.

A Ognuno la Sua Abitazione!

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Ernst Junger, Trattato del Ribelle, Adelphi, 2004, 21

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corso d’opera

a cura di Francesco Finotti

Sono diversi anni che il mondo accademico si interroga su quale sia il destino della Decorazione. In tutte le accademie italiane stiamo assistendo ad un drastico calo degli iscritti e spesso si tende a non riuscire a comprendere quale possa essere il futuro di questa disciplina.

Numerose sono le dissertazioni che le civiltà preindustriali hanno dedicato a questa dottrina riferita agli ordini architettonici. Molta meno attenzione le viene dedicata oggi, dove il minimal sembra essersi privato di questo rapporto e anche le nostre dimore glabre, sono spesso la dimostrazione di questa rinuncia.

Il lavoro che ci compete è proprio quello di continuare a comprendere quale sia oggi il linguaggio della decorazione e di proporre una strada da percorrere per rilanciare il dialogo che, nonostante tutto, siamo tenuti a investigare.

Per fare questo, abbiamo pensato di interrogare chi oggi continua a proporre sul campo un metodo che dimostra

ancora grande interesse da parte degli addetti ai lavori.

Invitare l’artista Silvia Moro ha permesso agli studenti di confrontarsi con una stimata operatrice del settore e ci ha consentito di affiancare alla normale didattica, una reale e concreta dimostrazione di quello che oggi viene richiesto dalla committenza. L’architettura continua ad essere nonostante tutto, il riferimento della decorazione. Artisti, artigiani e le maestranze tutte devono continuare a ragionare di decoro per i rispettivi manufatti.

In fondo, ancora oggi, la decorazione ci viene in soccorso per esaltare i pregi o a minimizzare i difetti dei compromessi costruttivi e funzionali che l’architettura contemporanea ci propone.

Dopo tanto anonimato, sembra tornare la necessità atavica dell’uomo nel circondarsi di luoghi “decorosi”. La presenza di Silvia Moro è stata preziosa per formulare anche una nuova didattica che siamo tenuti costantemente a ricercare. Il punto di vista di chi vive abitualmente in cantiere ha riversato sugli studenti una vera energia rinnovatrice.

Quello che è stato subito chiaro a tutti, è la necessità di proseguire questo rapporto trovando presto l’opportunità di aprire un vero cantiere di lavoro. La Scuola di Decorazione dell’Accademia di Reggio Calabria è fortemente motivata nel trovare una strada per rilanciare questa importante disciplina, convinti che ci sia ancora spazio nel mondo per abbellimenti e aggraziature.

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La decorazione è Arte in dialogo a cura di Silvia Moro

Dall’aula al cantiere Workshop pensato dalla Prof.ssa Daniela Maria Maisano e dal Professor Francesco Finotti, al fine di fornire ai partecipanti gli strumenti adeguati per emanciparsi dal ruolo di studenti e proiettarsi nel mondo del lavoro.

Nel teatro, cinema, architettura, design, la decorazione è evocazione di un sentimento o di un ‘epoca. Le ritmiche cromatiche, textures, materiali, in dialogo con lo spazio, ne esprimono e rappresentano il carattere e lo stile.

Dopo due anni di lezioni in didattica a distanza, sapevo che non sarebbero bastati pennelli e tecniche decorative nella mia cassetta degli attrezzi per preparare ciascuno degli studenti ad affrontare il mondo del lavoro oltre lo schermo.

Ho deciso di portare con me tutte le sperimentazioni derivate dalla pratica della meditazione e del teatro, insieme agli espedienti che contribuiscono alla trasformazione degli ostacoli in opportunità ogni giorno nel mio lavoro.

Sessanta ore di simulazione di tutte le dinamiche che concorrono alla realizzazione di un cantiere, dal rapporto con la committenza, allo sviluppo di un’idea, alla sua concreta messa in opera.

Tre moduli hanno scandito un percorso appassionante che ha visto l’alternare momenti di complicità e collaborazione, in condivisione dei segreti del mestiere come avviene fra colleghi e momenti in cui il rapporto con la committenza dettava l’esigenza di un linguaggio comprensibile in tempistiche serrate. Dalla creazione di un moodboard allo sviluppo di tutte le fasi preparatorie del supporto, alla ricerca delle gradazioni di tonalità. Il colore parla e comunica insieme alla materia, alla texture, frutto dell’indagine degli strumenti fino alla messa in opera del soggetto concordato.

La buona musica ci ha ispirati favorendo l’esplorazione della consapevolezza di sè attraverso il respiro, ha facilitato i processi intuitivi e cognitivi nella ricerca del gesto pittorico funzionale.

Il sentimento come guida progettuale nell’elaborazione di un linguaggio personale decorativo credibile, ha condotto ciascuno dei partecipanti alla realizzazione di un pannello rappresentativo di una porzione di muro coerente alla tematica scelta: conteporary, retro, tropical, cowntry, ethnic.

Ringrazio l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, coloro che hanno reso possibile questo laboratorio e tutti i partecipanti per la passione e la determinazione che hanno dimostrato.

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Sabrina

Ripepi

…Il tempo striscia sui pazienti che da troppo sono pazienti…

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Marianna D’Amico

…come la luna lasciata accesa tutta la notte tra le foglie, possa tu invisibilmente allietare questa casa…

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Ahmed Lotfy

…I pugni variegati di nuvole che si raccolgono sopra…

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Micaela Cuzzocrea

…mentre i gatti sbadigliano dietro le loro finestre, leoni in gabbie che hanno scelto loro…

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Alessia Bonfiglio

…La decidua bellezza fiorì e subito scomparve, Ma dove il prato si spezza in una eruzione di alberi…

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Martina Versace

Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla tua porta…

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Martina Schiariti

…giorni che sono troppo grandi, ormai, come figlie, per rifugiarsi nel porto delle mie braccia.

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Giampaolo Messineo

…La natura che sboccia in arte, Né il meriggio feroce né la notte senza lume Possono sgomentare il cuore consapevole…

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Alessandra Milea … occhi Che hanno conosciuto metropoli e ci credono felici, qui…

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Marco Labate

…Mi arrampicai su un muro con grate di ferro, Opera di artigiani in esilio, che proteggevano quella grande casa, Dalla colpa, forse,…

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Valentina Minniti

…Qualcosa di rimosso rimbomba nelle orecchie a questa casa, Fa pendere le tende senza vento, tramortisce gli specchi…

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Sharon Stilo

…Ma le isole possono esistere Solo se in esse abbiamo amato…

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Margherita Amodeo

…E noto le vive immagini Di carne che passeggiano per l’occhio…

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Jasmine Iannì

Un vento scompiglia la fulva pelliccia Dell’Africa

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I testi che affiancano i lavori sono tratti dalle poesie di Derek Walcott, “Mappa del nuovo mondo”, Ed. Adelphi

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La decorazione è come un miraggio. Per quanto sto nell’oasi tendo a considerare il deserto. La decorazione è come l’evidenza di quel limite tra il sogno e la realtà, la concretezza e l’astrazione, la materia e il ricordo, la città e il bosco.

Marcello Francolini

Il lavoro che ci compete è proprio quello di continuare a comprendere quale sia oggi il linguaggio della decorazione e di proporre una strada da percorrere per rilanciare il dialogo che, nonostante tutto, siamo tenuti a investigare.

Francesco Finotti

La buona musica ci ha ispirati favorendo l'esplorazione della consapevolezza di sè attraverso il respiro, ha facilitato i processi intuitivi e cognitivi nella ricerca del gesto pittorico funzionale.

Silvia Moro