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FOCUS BELLEZZE DEL FAI

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Gli antifuffa

Gli antifuffa

Noi facciamo il nostro lavoro, siamo attivi su un certo tipo di offerta. Tocca agli altri operatori capire i tempi. Che oggi per fortuna sono migliori. In passato il consumo del suolo ha avuto una tale accelerazione che dovrebbe ora conoscere uno stop. Pensiamo però al turismo che è in fase di risalita. Il Lago di Varese è tornato balneabile, si è lavorato e si vede. Ed è cresciuta in generale la sensibilità verso il paesaggio che è considerato patrimonio di tutti.

Resistono ancora tante ex fabbriche abbandonate, come nelle aree dismesse lungo l’Olona, sulle quali c’è da interrogarsi. L’esempio del magistrale restauro a opera di Aldo Rossi dell’ex cotonificio Cantoni, oggi sede della LIUC – Università Cattaneo, è stato proposto proprio nelle giornate Fai di primavera ai visitatori.

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Nelle aree dismesse, le vecchie fabbriche sono identità storica del territorio. Se si può, ed è opportuno farlo, bisogna cercare di mantenerle. Hanno portato benessere e vita, e dunque sarebbe, altrimenti, cancellare un pezzo di storia. Il bell’esempio di LIUC depone a favore. Ma è importante, perché l’archeologia industriale torni ad avere un ruolo, la qualità architettonica del rispetto: ricostruire significa farlo con stile e anima. È una meta che dobbiamo porci. Non dobbiamo accettare voli pindarici per soddisfare le sperimentazioni degli architetti: Piano, Botta, Chipperfield, loro sì avrebbero senso del territorio.

Il Fai, le piace sottolineare, si occupa di monumenti e edifici storici, ma soprattutto delle storie degli uomini. State riscoprendo i paesi sopra i 600 metri di altezza, che si vanno spopolando. Nella nostra provincia ne conosciamo tanti. Da località della Valganna, come Boarezzo, alle valli del Luinese, penso a Curiglia. Non si potrebbe valutare di aprire luoghi in via di abbandono a chi ha bisogno di una casa e arriva da lontano in cerca lavoro e di una identità. Il Fai cosa ne pensa?

Il Fai ha un alpeggio in Valtellina e uno sul Montegrappa. Storie che abbiamo adottato per far sentire alcune civiltà ancora fondamentali nella vita delle nazioni. L’Europa sta cambiando, il mondo è sempre cambiato del resto, i giovani, e non solo loro, si spostano. Per evitare abbandoni o accogliere chi arriva, ci vogliono però anche strutture a portata di mano, poste, scuole, ospedali e quant’altro. Penso anche a tanti paesi del Sud: sono necessarie, anche qui, importanti agevolazioni fiscali per far rinascere i luoghi in via di spopolamento. Nel mondo si affacciano sempre nuove necessità e responsabilità. E bisogna saper rispondere, ciascuno per la propria parte.

Presidente Magnifico, un ultimo messaggio.

Abbiamo bisogno del sostegno di tutti, è necessario che tutti si ricordino di noi. Io sono soddisfatto del lavoro del Fai, ma l’aiuto non deve mancare Noi ci consideriamo una forza utile alla società. Ognuno può contribuire a quest’opera di identità culturale. Il mio appello è di ricordare a tutti che il grado di qualità culturale di un territorio aiuta il territorio stesso.

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