
1 minute read
e l’identità culturale
Luisa Negri
Ville e dimore storiche, recuperi industriali, beni da salvaguardare. La provincia all’ombra delle Prealpi racchiude in sé bellezze d’arte e natura in grado di attrarre turisti e visitatori da tutto il mondo. Parola di Marco
Advertisement
Magnifico, Presidente del Fondo per l’Ambiente italiano
In occasione dei 100 anni dalla nascita di Giuseppe Panza, festeggiata con l’allestimento di una nuova opera di Jene Highstein, aggiunta alle 108 già donate di recente dalla famiglia alla collezione di Biumo Superiore, il Presidente del Fai - Fondo per l’Ambiente italiano, Marco Magnifico, ha sottolineato l’ottima intesa raggiunta nel tempo dai varesini con la villa. La vivono non più come aristocratica residenza, ma come luogo di armonia aperto a tutti, orgogliosamente loro. E di internazionale importanza e richiamo.
Presidente Magnifico, è un buon momento, state raccogliendo i frutti di tanto lavoro. Che cosa si dovrebbe fare ancora per Villa Panza?
Chi semina bene raccoglie i frutti. E dunque abbiamo seminato bene. I visitatori sono arrivati e nessuno più, oggi, ignora Villa Panza. La convinzione è che sia una tra le più importati dimore del territorio. Possiamo dire che è per i varesini una presenza identitaria. Adesso il compito del Fai è monitorare i gusti del pubblico, anzi dei pubblici, rispondendo a nuove esigenze. E sta poi a chi ci segue capire a propria volta lo stile del Fai, che è lo stesso da sempre.
I Beni Fai in provincia di Varese sono numerosi e di grande varietà, dalla Torre di Velate a Torba, a Villa Bozzolo, fino all’ultimo: Casa Macchi di Morazzone. Che significato ha per voi questa nuova acquisizione?
Casa Macchi è un momento felice e un frutto esemplare della nostra attività. Quando ho visto la casa ho avuto un attimo di perplessità, lo stato di abbandono richiedeva impegno, non custodiva opere o valori particolari. Ma mi sono poi convinto della peculiarità di una grande casa borghese, fermatasi nel tempo, abitata da più generazioni, rimasta intatta nella sua semplicità. Soprattutto scrigno esemplare dei valori di una borghesia perbene. Semplice, benestante ma non ricca, molto attenta agli altri. L’entusiasmo e la collaborazione fattiva e concreta del Comune, della Regione, della Provincia, e il ricordo va anche a Roberto Maroni, ci hanno poi sostenuto e aiutato. E la risposta si è vista subito dall’interesse dei visitatori.
Da sempre siete un esempio virtuoso di come si guarda al territorio e ci si occupa del suo appeal turistico, rispettandone insieme le peculiarità. Oggi bisogna tenere insieme molte necessità: tutela del patrimonio artistico e storico, rispetto dell’ambiente, ma anche sviluppo economico e tecnologico. Quali sono le valutazioni del Fai? E il turismo può essere volano fondamentale?