
3 minute read
Cumdi fa rinascere L’EX TORCITURA DI RANCIO
Lisa Aramini Frei
Un investimento di 30 milioni di euro per un totale di 150 nuovi posti di lavoro che si verranno a creare nell’immediato futuro. Questi gli elementi salienti dell’operazione dell’azienda meccanica di Germignaga che ha acquisito uno stabile di 16.000 metri quadrati, in disuso da ormai quasi 10 anni. Il tutto con un progetto di reindustrializzazione, presentato al Ministero dello Sviluppo Economico e sostenuto tramite bandi di Regione Lombardia, improntato alla sostenibilità iù di quarant’anni di attività e la voglia costante di innovare e lasciare, in qualche modo, il segno del proprio passaggio. È con questi propositi che la Cumdi, storica azienda di Germignaga specializzata nella rettifica in tondo di cilindri in metallo duro, ha acquisito l’ex torcitura di Rancio Valcuvia. In mente, un ambizioso progetto di riqualifica. Presente dal 1979 nel tessuto manifatturiero dell’alto Varesotto, la Cumdi si è sempre distinta per la spinta all’innovazione e per la ricerca costante di nuove tecnologie, merito anche della direzione di Giuseppe Niesi, fondatore e Presidente dell’azienda. Nata come produttrice di micro-utensileria, la Cumdi si è poi spostata nella rettifica meccanica per la costruzione di pezzi in metallo duro, grazie ad un’intuizione dello stesso Niesi che ha capito come fosse fondamentale mettersi fra il produttore di metallo ed il costruttore di utensili, evitando così la fase di preparazione ed ottenendo un risparmio sia di tempo sia di investimenti. “Siamo un’azienda in continuo movimento. La ricerca incessante di tecnologie nuove che ci contraddistingue, fin dalla nostra nascita, ha creato nel tempo la necessità di avere ulteriori spazi fisici in cui poter lavorare”, spiega Niesi. Ed è così, un passo dopo l’altro, che la Cumdi è arrivata all’acquisizione, nell’agosto 2021, della storica ex torcitura di Rancio Valcuvia, stabile di oltre 16.000 metri quadrati in disuso da quasi 10 anni. Un’operazione del valore di oltre 30 milioni di euro, con tanto di progetto presentato al Ministero dello Sviluppo Economico e sostenuto tramite bandi di Regione Lombardia. “Il nostro proposito è quello di essere operativi già agli inizi di questa estate –racconta Fausto Pizzoni, Coordinatore Aziendale di Cumdi – con un primo reparto interamente dedicato alla costruzione dei macchinari utilizzati all’interno delle mura aziendali”. Una sorta di azienda laboratorio in cui l’innovazione regna sovrana, con un’attenzione costante alla sostenibilità. A sorgere negli spazi abbandonati della torcitura saranno, dunque, macchine per la lavorazione di polveri metalliche riciclate. L’impresa di Germignaga è, infatti, riuscita ad ottenere la classificazione come sottoprodotto, dalla Camera di Commercio, di quello che in origine era riconosciuto come rifiuto speciale non pericoloso. E questo grazie all’utilizzo di una particolare tecnologia, che non impiega oli o emulsioni chimiche nei processi produttivi ed è in grado di rendere il riciclo del materiale più ottimale e veloce, evitando così ulteriori trattamenti chimici per il riuso di queste polveri metalliche. “Con questa tecnologia sviluppata in house, ora abbiamo a disposizione un sottoprodotto da poter vendere all’estero o riutilizzare internamente. Abbiamo scelto la seconda opzione, ovvero dare agli scarti una nuova vita. Tutto questo accadrà nello stabile di Rancio”, prosegue Pizzoni. L’utilizzo principale di queste polveri, infatti, sta nella riproduzione dei cilindretti di metallo duro, fondamentali per tutta la filiera delle rettificazioni, in cui Cumdi è specializzata.
Advertisement
Un futuro tutto già scritto, quindi, quello dell’ex torcitura, che oltre ad accogliere un’officina meccanica e un sistema di riciclo, servirà anche alla realizzazione di mole diamantate, fondamentali per le operazioni di rettifica di materiali duri. Avendo già un brevetto sul posizionamento di questi utensili, e delle ricette speciali con i fornitori sulle loro costruzioni, l’intenzione dell’impresa è quella di portare questa tecnologia nella futura Cumdi 2.0, in modo da avere in un unico luogo tutta la catena di produzione di un prodotto. “Bisogna specificare però – continua Pizzoni – che qualcosa all’esterno vogliamo portarla, ma in un settore differente. La volontà è quella di utilizzare la stessa tecnica adoperata nelle macchine per la rettifica nella produzione di utensili finiti, inserendosi così in una nuova fetta di mercato”.
Ambizioni. Perseveranza. Innovazione. Queste le caratteristiche alla base del progetto di riqualifica realizzato dalla Cumdi che, anche a livello locale ed istituzionale, ha riscosso parecchio consenso. “Il destino dell’ex torcitura poteva essere differente – spiega Giorgio Piccolo, consulente dell’azienda –. Le possibilità tra cui scegliere erano un nuovo supermercato, un complesso residenziale che avrebbe privato di ulteriore verde la zona o addirittura quello di diventare l’ennesimo esempio di archeologia industriale. Tutto il progetto avrà una ricaduta sociale non indifferente, a partire dai 150 nuovi posti di lavoro che si verranno a creare. Ancora non abbiamo iniziato, ma già stiamo cercando le diverse figure professionali che ci serviranno per portare avanti questa ambiziosa progettualità”.
Un progetto notevole caratterizzato dalla sostenibilità ambientale, sociale ed economica che va veloce come le macchine della stessa Cumdi. “Quello che volevamo fare – conclude Niesi –era creare rumore e ci siamo riusciti. Domani ce ne sarà ancora di più e noi saremo pronti a stare al passo con l’innovazione, sempre di più”.