Unacma life Aprile 2021

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I.P.

CONCESSIONARI | RICAMBISTI | OFFICINE | AGRICOLTURA | GIARDINAGGIO Dal 1997 al fianco dei commercianti di macchine agricole

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www.unacma.it

SIAMO PARTITI! LA FAMIGLIA SI È INGRANDITA

▸ Gestione dell’usato: quali prospettive?

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▸ Il credito di imposta: gli esperti fanno il punto

▸ Unagreen e Assogreen diventano un’unica associazione

▸ Parlano i presidenti delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato

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UNACMA EDITORIALE

IL SENSO DI FEDERACMA EFFICIENTE FRONTE DI RAPPRESENTANZA

La capacità di rappresentanza che la nostra Associazione ha dimostrato di avere, nel corso della propria storia, è sempre stata riconosciuta in modo condiviso dalla base associativa e dagli stockholder. Un’abilità riconducibile soprattutto all’arte di riuscire a evolversi e a trasformarsi a seconda delle nuove necessità del settore. Da anni coltivavamo il progetto di una «casa comune»: uno spazio in cui ciascuno dei dealer del nostro comparto potesse trovare la giusta forma e misura di rappresentatività. Alla sua nascita Unacma era l’associazione dei venditori di macchine agricole, ma proprio grazie alla sua particolare vocazione a recepire e interpretare il cambiamento, si è trovata nel tempo a raccogliere le diverse e nuove esigenze degli associati, che oggi si concretizzano nella necessità di dare forma a nicchie di rappresentanza.

nel corso del tempo a questa nostra «comunità» di rivenditori.

PIATTAFORMA DI SCAMBIO Grazie al nostro lavoro di tessitura di reti, iniziative e collaborazioni, abbiamo potuto verificare che tutti questi diversi player possiedono in realtà molti punti di collegamento tra loro: hanno spesso le stesse origini, esigenze di rappresentatività simili o comuni e il desiderio di confrontarsi per esportare/importare esperienze di lavoro. Condizioni che fanno nascere uno spontaneo interesse a trovare forme e spazi di confronto. Ed ecco che, in questo senso, FEDERACMA mette a disposizione la propria organizzazione come una grande piattaforma di scambio per catalizzare le esigenze di tutti e, dopo una sintesi, poter agire in modo comune. Da anni, con Unacma prima e ora con FEDERACMA, coltiviamo ottime relazioni con le istituzioni governative nazionali ed europee, con le associazioni dei costruttori, dei coltivatori e dei contoterzisti, sempre a livello internazionale, ed è proprio grazie a questi contatti che riusciamo a portare avanti i temi a noi cari con l’obiettivo di trovare delle soluzioni che tutelino gli interessi condivisi da tutti.

L’EVOLUZIONE DEL DEALER Molti dealer associati Unacma, infatti, negli anni hanno inserito nei propri programmi di vendita un numero sempre crescente di prodotti diversi dalle macchine agricole. Mi riferisco, per esempio, ai ricambisti puri, ai rivenditori di carrelli elevatori, miniescavatori e macchine movimento terra, macchine per il giardinaggio hobbystico e/o professionale, macchine operatrici industriali, macchine per gli allevamenti, la silvicoltura o l’irrigazione. Crescente è anche il numero di coloro che tra noi sono diventati o si stanno trasformando in noleggiatori grandi e strutturati, specializzati in uno o più tra i settori sopra citati. E in ultimo, ma non certo per importanza, non dimentichiamo le officine autonome, che si sono organizzate rispettando tutti i criteri di sicurezza, e che si sono «aggregate»

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FEDERACMA intende essere non solo un interlocutore attento che fornisce servizi, informazioni e supporto ai propri associati, ma anche un soggetto attivo impegnato in un costante lavoro di contatto con gli enti e le organizzazioni che rappresentano altre categorie, attraverso proposte di legge e partecipazione ai Tavoli di lavoro, sempre nell’interesse delle categorie rappresentate. Il potere contrattuale che esprime FEDERACMA, catalizzando gli interessi di numerose categorie, sta vistosamente crescendo. Ci auguriamo che ognuno degli associati, vecchi e nuovi, trovi all’interno di questa organizzazione la giusta forma e dimensione di rappresentatività, oltre che un forte senso di orgogliosa appartenenza. • Roberto Rinaldin Presidente FEDERACMA

FEDERACMA - Federazione Italiana delle Associazioni Nazionali dei Commercianti Macchine e delle ACMA territoriali Via Spinoza 28 - 00137 Roma Tel. 06.8742 0010 - Fax 06.82083007 www.federacma.it - segreteriaassociati@ federacma.it

Unacmalife è un bollettino sulle attività della Federazione, viene distribuito gratuitamente sia in formato cartaceo che digitale sul sito istituzionale e non contiene pubblicità a pagamento.

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UNACMA UNACMA INFORMA

C’ERA UNA VOLTA… IL VALORE DELL’USATO

Il mercato delle macchine agricole usate è stato stravolto dall’introduzione del credito d’imposta per l’agricoltura 4.0. Gestione della compravendita e stock dei mezzi svalutati restano le maggiori criticità Per anni il mercato dell’usato ha costituito per molti concessionari un’importante fonte di reddito complementare, accanto alla vendita dei prodotti nuovi. Un’esperienza comune a tutto il territorio nazionale, anche se non omogeneamente distribuita. Accanto alle inevitabili oscillazioni di prezzo tra rivenditori, le quotazioni delle macchine po-

IL CREDITO D’IMPOSTA AFFONDA L’USATO In questo panorama, a metà del 2020 si è presentato uno tsunami che ha alterato d’improvviso il valore dell’usato rispetto al nuovo: l’entrata in vigore dei crediti d’imposta per l’agricoltura 4.0 per l’acquisto di

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macchine agricole nuove, spesso implementate con componenti digitali di ultimissima generazione. Con i crediti d’imposta, potenzialmente cumulabili con altri bonus e agevolazioni, un acquirente può arrivare a pagare una macchina agricola dal 40 fino al 60% in meno rispetto al prezzo di listino. Per acquistare un trattore da 150.000 euro, per esempio, un imprenditore agricolo oggi potrebbe investire una cifra vicina ai 75.000 euro. Questa nuova base di riferimento dei prezzi del nuovo, praticamente dimezzata, ha per necessità di cose modificato a cascata il valore delle quotazioni del mercato dell’usato. Un fenomeno di deprezzamento che si accentua sulle macchine agricole più grandi e costose. Per semplificare, se oggi una macchina nuova costa la metà, ci si aspetterà di pagare anche le macchine usate la metà di quanto costavano in precedenza.

tevano presentare importanti variazioni da Nord a Sud, o in base alla zona, alle esigenze del terreno e al tipo di coltivazione prevalente. Si avevano così macchine più o meno richieste e quotate, anche in funzione delle caratteristiche delle regioni in cui quelle stesse macchine venivano vendute. Ma al di là di queste limitate variabili, il trend delle vendite dell’usato era piuttosto stabile: negli ultimi anni i dati provenienti dai passaggi di proprietà mostravano vendite di usato da due a tre volte superiori rispetto alle immatricolazioni del nuovo.

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In questa caduta a domino dei prezzi, due aspetti risultano particolarmente problematici: la gestione della compravendita delle macchine usate e la gestione degli stock dei mezzi usati ormai svalutati.

pria soluzione personalizzata in base alle esigenze locali o alla dimensione del concessionario.

LA NOSTRA INDAGINE SULL’USATO

UN ORIZZONTE INCERTO Ai rivenditori dunque, in questo nuovo scenario, come conviene muoversi? Al Nord Italia già si registra tra i concessionari una netta decelerazione delle richieste nel settore del mercato dell’usato. Nel Centro-Sud la percezione per ora è meno accentuata, ma il quadro di riferimento nazionale rimane sostanzialmente il medesimo. Diviene quindi decisivo per tutti porsi alcune domande più consapevolmente: è utile avere un nuovo riferimento di prezzo, in qualche misura comune, per i nuovi prezzi del mercato dell’usato? È possibile, per esempio, utilizzare come riferimento i listini Eurotax (in acquisto e in vendita), nella consapevolezza che le valutazioni in Italia cambiano da zona a zona? È corretto agire nel settore Agromotive, come accade nel settore Automotive, non considerando nella valutazione del mezzo tutti gli optional o accessori montati? Come evitare di sopravvalutare le permute sull’usato concesse a chi intende acquistare macchine nuove? E infine, come tutelare i concessionari che già hanno in magazzino parchi macchine usate (per alcuni, anche di milioni di euro), che per il fisco corrispondono ancora al valore del loro prezzo d’acquisto, mentre oggi rischiano di valere sul mercato circa la metà?

ne, soprattutto nel Nord Italia, anche la cifra a cui le diverse macchine agricole vengono vendute nelle ormai note aste dell’usato. Il criterio di base per chi sceglie di adottare questa soluzione per la stima dei prezzi è che se all’asta è possibile acquistare una determinata macchina agricola usata a una determinata cifra, quella cifra diverrà poi il riferimento di massima per la quotazione di quella particolare macchina. Naturalmente, nel caso di eventuali permute di usato con un nuovo, il prezzo dell’usato dovrà lasciare al dealer un piccolo margine economico dopo le operazioni di officina e di gestione. In generale, anche se non tutti i concessionari decideranno di attenersi alle cifre delle aste, può comunque essere molto utile averle come riferimento. Dobbiamo inoltre considerare che molti dealer utilizzano come canale di sbocco dell’usato l’esportazione in Paesi in via di sviluppo o nei Paesi dell’Est Europa più vicini all’Italia. Altri ancora preferiscono cedere le macchine ad aziende che abbiano come core business proprio la sistemazione e la rivendita di soli usati. Non possiamo infine ignorare l’importante spazio di mercato che si sviluppa nelle vendite tra privati. È fondamentale quindi conoscere meglio i problemi posti dal nuovo quadro complessivo sul mercato dell’usato, in modo da poter scegliere più consapevolmente la pro-

NUOVE TENDENZE SOTTO LA LENTE Per quanto riguarda una possibile stima per i nuovi prezzi dell’usato, accanto alla «valutazione di mercato» e all’uso dei listini Eurotax, oggi si tiene sempre più in considerazio-

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Per questo motivo FEDERACMA ha scelto il tema dell’usato come focus di questo numero di Unacma Life, analizzando la riduzione di valore che ha assunto rispetto al nuovo, con il repentino colpo di «bacchetta magica» che rischia di trasformare la carrozza in una zucca, dato dai crediti d’imposta per l’agricoltura 4.0, che ne hanno improvvisamente modificato volumi e proporzioni. Nelle prossime pagine vi proponiamo quindi un interessante approfondimento che permette di ampliare lo sguardo grazie a interviste parallele che offrono una visione del fenomeno, a partire da diverse e variegate prospettive di osservazione. • Myriam Conti Responsabile comunicazione e pubbliche relazioni FEDERACMA

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UNACMA U N A C M A I N T E R V I S TA

USATO, IL PUNTO DI VISTA DI DUE PRESIDENTI... Gianni Dalla Bernardina presidente di CAI

Aproniano Tassinari presidente di UNCAI

La categoria dei commercianti sta rilevando che l’entrata in vigore della legge sul credito d’imposta dedicata all’Agricoltura 4.0, unita alle altre agevolazioni finanziarie, ha condotto a una riduzione del costo dei macchinari agricoli nuovi in una misura che si aggira intorno al 50%. Di conseguenza, anche il costo dei macchinari usati sta subendo un importante crollo che costringe i rivenditori a forti riduzioni di prezzo rispetto al passato, con danni anche sulla valutazione in bilancio degli stock usati. In questo scenario le chiediamo: in che modo valutate il ridimensionamento del valore economico dell’usato delle macchine agricole in dotazione ai contoterzisti? Gianni Dalla Bernardina. Una doverosa premessa per distinguere il comportamento degli imprenditori agromeccanici rispetto a quelli agricoli. Solitamente gli agromeccanici professionali, quando acquistano nuovi mezzi, fanno rientrare nella trattativa anche la cessione dell’usato, che non è mai un trattore o un altro mezzo agricolo a fine carriera, senza altro destino che la rottamazione. Per questo motivo i contoterzisti sono attenti anche alla valutazione dell’usato e credo che, in questo nuovo scenario in cui la maggiore facilità di accesso al mercato del nuovo ha depresso il settore dell’usato, si debba trovare una mediazione, da valutare caso per caso. Nelle prossime settimane, come CAI avvieremo un’indagine per circoscrivere più approfonditamente il fenomeno, così da poterci confrontare sul tema con la base associativa e con Federacma, in modo da individuare soluzioni vantaggiose per entrambi.

Aproniano Tassinari. Gli sgravi fiscali dell’Agricoltura 4.0 hanno dato il «la» a una rottamazione occulta. È sicuramente vero che il valore della macchina usata è crollato. Conosco commercianti che prima delle agevolazioni avevano ritirato dei trattori a 25.000 euro. Ora gli stessi trattori possono essere rivenduti solo a 20.000 euro perché un agricoltore o un contoterzista, grazie al credito d’imposta 4.0, ha la possibilità di acquistarne uno nuovo a una cifra di poco superiore. La svalutazione però tocca anche le imprese agromeccaniche. Uno dei nostri imprenditori sta acquistando una seminatrice. L’usato che fino a poco tempo fa gli sarebbe stato valutato 11.000 euro, adesso ne vale 8.000. Ma la svalutazione e il danno sono reali solo se si decide di tenere l’usato, mentre la sua sostituzione con il nuovo porta sempre a un guadagno netto. In fondo adesso si porta a casa a metà prezzo un trattore che da listino costa 100.000 euro. La svalutazione dell’usato è proporzionata al contributo per il nuovo e il danno è compensato.

Secondo lei, l’attuale ridefinizione del quadro nel settore di compravendita di macchinari agricoli potrebbe influenzare negativamente l’opzione di acquisto di nuove macchine da parte dei contoterzisti? Gianni Dalla Bernardina. La risposta esatta la avremo solamente alla fine dell’anno in corso, ma mi sento fin da ora di dire di no. Il contoterzista acquista la macchina o il mezzo agricolo secondo le esigenze del mercato che, tradotto, significa secondo le esigenze produttive del momento o di un partico-

lare ciclo economico e produttivo. Ciò detto, la normativa sul credito d’imposta dedicata all’Agricoltura 4.0, unita alle altre agevolazioni finanziarie fruibili attualmente, che lei ha correttamente ricordato in apertura di questo nostro dialogo, mi porta a ipotizzare che le imprese agromeccaniche professiona-

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li saranno orientate ad acquistare macchine nuove. L’importante è che la scelta cada sempre sulla funzionalità della macchina, che deve assicurare all’impresa agromeccanica competitività, redditività, innovazione, sicurezza, e all’impresa agricola che beneficia del servizio deve essere assicurato un ritorno in chiave di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Aproniano Tassinari. No. Oggi un contoterzista che aveva in previsione di cambiare due trattori ha la possibilità di acquistarne quattro. E lo stanno facendo, stanno cogliendo il momento. Anzi, la domanda ha superato l’offer-

ta visto che in febbraio era già stato coperto il 75% della produzione annuale di alcuni marchi. Occorre che la produzione corra più velocemente, per soddisfare tutte le richieste ma anche per non mettere in difficoltà i concessionari. Hanno necessità di soddisfare tutte le richieste per coprire il buco in bilancio causato dagli stock di mezzi usati, ormai svalutati, che hanno in pancia. Se non è possibile incrementare le produzioni, lo Stato dovrebbe intervenire con un meccanismo che controbilanci le perdite di chi ha uno stoccaggio importante di usato. Qualcosa che agevoli lo smaltimento, anzi la distruzione, dell’usato.

Infine, ritiene che i vostri associati possano considerare maggiormente, rispetto al passato, soluzioni diverse dalla permuta con il concessionario come siti dell’usato, aste, commercianti/riparatori specializzati nella compravendita di soli usati, ecc.? Gianni Dalla Bernardina. Il fenomeno dei siti e delle aste non è nuovo e, in una certa misura, potrebbe riscuotere interesse, forse più da parte degli agricoltori che dei contoterzisti. Come presidente di CAI, dato anche il rapporto costruttivo che abbiamo avviato con Unacma prima e Federacma oggi, mi sento di dire che un imprenditore agricolo professionale difficilmente abbandona il canale dei dealer certificati come sono appunto i vostri associati, perché nelle concessionarie trova alcuni elementi chiave che consideriamo un valore aggiunto, come la consulenza globale, l’assistenza post-vendita, la possibilità di pianificare il proprio futuro aziendale in maniera flessibile. È un rapporto di fiducia reciproca che si instaura e, se le premesse sono

positive, difficilmente le imprese agromeccaniche si avventurano su altri percorsi. Aproniano Tassinari. Per i motivi appena visti, siamo propensi a ritenere che tutto il settore delle aste e dell’usato avrà un tracollo importante. Ripeto, basta aggiungere poche migliaia di euro per acquistare un mezzo nuovo anziché usato, anche buono. Inoltre, per cultura e per responsabilità verso il cliente agricoltore, il contoterzista difficilmente acquista mezzi usati. Tra i contoterzisti il mercato dell’usato entra in gioco in caso di mezzi agricoli destinati a operazioni molto semplici.

... E QUELLO DEGLI AGRICOLTORI Come valutate il ridimensionamento del valore dell’usato? È una situazione che ha dei chiari e degli scuri, a seconda che l’agricoltore si trovi nella condizione di venditore o acquirente. È indubbio che, come potenziali acquirenti, il mercato possa attualmente offrire soluzioni interessanti, sia per le caratteristiche del prodotto, magari seminuovo, sia per i prezzi spesso molto concorrenziali. Di contro gli stessi agricoltori, nella veste di venditori subiscono svalutazioni anche consistenti delle macchine e/o delle attrezzature. Possiamo quindi affermare che, in entrambi i casi, la perdita di valore delle macchine e delle attrezzature è una problematica seria, perciò in questi nuovi scenari e contesti poter individuare soluzioni univoche è complesso. Tuttavia, andranno percorse strade innovative per favorire il rinnovamento del parco macchine, incentivando sia la vendita di macchine innovative e di ultima generazione, sia l’usato. Un altro aspetto da valutare è certamente quello delle esigenze e delle peculiarità dell’impresa, e poiché i fabbisogni possono essere anche molto differenti, nel mercato si dovranno individuare soluzioni appropriate per ogni necessità, mantenendo sempre l’obiettivo di tendere a migliorare la qualità del prodotto, della tecnologia, dell’innovazione. Insomma, per il rinnovamento del proprio parco macchine è possibile individuare percorsi personalizzati, dove a seconda della necessità si potrà optare per un buon usato oppure per una macchina nuova.

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Giordano Pascucci direttore CIA Toscana

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UNACMA La ridefinizione del settore di compravendita potrebbe influenzare negativamente l’opzione di acquisto di nuove macchine da parte degli agricoltori? Proprio perché i fabbisogni sono differenziati c’è sicuramente spazio per qualsiasi soluzione. È indiscutibile che per beneficiare di gran parte delle agevolazioni attualmente opzionabili da parte dell’agricoltore l’acquisto di nuove macchine è fortemente incentivato. È implicito che non bisogna limitarsi alle interessanti agevolazioni per l’acquisto: l’agricoltore deve valutare bene l’appropriatezza dell’investimento sia sotto il profilo tecnico-operativo/tecnologico sia sui costi di ammortamento del bene stesso. In questa direzione, soprattutto per le medie e piccole imprese, qualche riflessione in propo-

sito è necessaria. Se da una parte è opportuno il rinnovo delle macchine con tecnologie più moderne, innovative e avanzate, dall’altra questi investimenti devono essere sostenibili e compatibili con la crescita e lo sviluppo dell’impresa incentivando l’aggregazione, la cooperazione e la creazione di reti d’impresa ad hoc per l’acquisto e la gestione delle macchine e delle attrezzature. È su questi aspetti che anche come organizzazioni agricole dobbiamo promuovere occasioni di approfondimento e di confronto, anche con le vostre associazioni territoriali.

Ritiene che i vostri associati possano considerare maggiormente anche soluzioni diverse dalla permuta con il concessionario come siti dell’usato, aste, commercianti/riparatori specializzati nella compravendita di soli usati, ecc.? Certamente sono tutti aspetti da approfondire e da sviluppare sia sul fronte dei venditori che degli acquirenti. Come già detto occorre trovare soluzioni personalizzate per ogni impresa/agricoltore, quindi con tante opzioni disponibili è più facile proporre

agli agricoltori soluzioni appropriate. Come Cia confermiamo la nostra disponibilità al confronto con tutti i soggetti interessati, a partire dalla vostra associazione, per individuare percorsi e soluzioni da sottoporre sia alle istituzioni che ai rispettivi associati.

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LA FAMIGLIA SI È INGRANDITA … CONDOMINIO FEDERACMA Vogliamo condividere il nostro entusiasmo con tutti i nostri lettori, costatando che la famiglia continua a crescere, accogliendo nuovi importanti associati all’interno di FEDERACMA. Si tratta di un ampliamento importante e spontaneo della nostra associazione, che ha visto entrare progressivamente al suo interno sempre nuove categorie: officine, ricambisti e rivenditori del giardinaggio. Così, come avviene quando si cresce in famiglia, il passo successivo è immediato: servono più stanze e una nuova casa per stare bene insieme. La necessità si è presentata con alcuni rivenditori di ricambi e officine che, partecipando agli eventi di Unacma, coglievano un focus non centrato sulla loro attività. Da questa consapevolezza ed esigenza è nata l’idea di una federazione che contenesse tante diverse stanze, o meglio ancora «case», in cui poter essere contemporaneamente autonomi e in relazione. Così

è nata FEDERACMA. Immaginiamo FEDERACMA e le sue UNIONI come una sorta di comprensorio di villette a schiera, che utilizzino gli stessi servizi, con una accogliente sala comune in cui riunirsi, che condividano il sistema di approvvigionamento energetico e magari anche il sistema fognario, oltre che la strada d’accesso e il portiere d’ingresso. Ma poi ognuno, all’interno della propria villetta a schiera, farà quello che vuole. Sceglierà l’arredamento, il gestore telefonico che preferisce, una vita sociale più o meno intensa. Il comprensorio

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è pronto: ora queste case vanno riempite, arricchite di nuovi iscritti sulla base della propria UNIONE di riferimento, in modo da poter alimentare e rendere sempre più ricco e proficuo il dialogo tra colleghi. Per poter poi arrivare a definire con chiarezza le esigenze comuni e le conseguenti azioni politiche. Grazie a questa prospettiva, il coordinamento e lo spazio disponibile continuano a crescere. Su richiesta di soggetti appartenenti alle singole categorie, FEDERACMA si è ampliata, accogliendo il noleggio, l’usato e le macchine da costruzioni e per il movimento terra. Si tratta di UNIONI che nei prossimi mesi si struttureranno anche grazie al contributo di coloro che ne entreranno a far parte, sotto la guida di «portavoci» esperti che ne coordineranno la crescita. • Gianni Di Nardo Segretario generale FEDERACMA

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QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA Dopo anni di lunghe trattative, si consolida l’intesa fra Unagreen e Assogreen. Insieme diventano una realtà strategica nella filiera del giardinaggio. Competenze e affidabilità sono i punti di forza del sodalizio

un’unica UNIONE, che raccoglierà i commercianti di macchine da giardinaggio e per la cura del verde hobbistico e professionale. A breve partirà un’intensa campagna associativa proprio dedicata a questo settore, che presumiamo possa condurre a un rilevante incremento del numero degli associati. L’unione ASSOGREEN-UNAGREEN avrà infatti caratteristiche di eccellenza, offrendo la notevole esperienza gestionale e organizzativa di FEDERACMA-UNAGREEN, integrata con la forte competenza tecnica e commerciale di ASSOGREEN. Uno degli aspetti più decisivi, che riguarderà l’Unione dei commercianti di macchine da giardinaggio, sarà lo spazio dedicato alle attività di formazione sulla sicurezza relativa all’uso dei mezzi mec-

Una delle più belle sorprese offerte dal nuovo anno è stato constatare come, a seguito della prima campagna associativa di FEDERACMA, non solo si siano iscritte in breve tempo una decina di aziende nuove e importanti, ma anche osservare come in pochi mesi, siamo riusciti a stringere numerosi e significativi protocolli di collaborazione, confermando la cooperazione con partner «storici» e acquisendone di nuovi: Esseci srl, Assodimi-Assonolo, Ritchie Bros, Conformgest-Sicura! e Rive – Pordenone Fiere.

canici e alla gestione delle officine del settore. La rivista MG (Marketing e Giardinaggio), edita da EPT – Editrice Periodici Tecnici di Verona, e già in precedenza redatta con la collaborazione di ASSOGREEN, rimarrà l’organo ufficiale della nuova unione UNAGREEN-ASSOGREEN. Si conferma l’impegno da parte della neonata UNIONE a dare continuità ai progetti e alle collaborazioni intraprese da ASSOGREEN con le realtà associative della filiera «green» sviluppate negli anni, pro-

STORICA ALLEANZA NEL GIARDINAGGIO Ma la novità più importante del 2021 è sicuramente un’altra. Dopo anni di avvicinamenti e trattative, si è finalmente concluso l’accordo che ha portato, nella casa di FEDERACMA, la neonata UNAGREEN e la storica associazione ASSOGREEN a stringersi sotto il comune tetto di

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prio per rafforzare e dare maggiore respiro a un settore in continuo sviluppo che guarda al futuro con una prospettiva nuova, quella della collaborazione e della condivisione degli obiettivi nel rispetto dell’ambiente e della persona.

IMPEGNO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA L’UNIONE continuerà a lavorare sulle proposte di legge presentate al Mise (Ministero dello sviluppo economico) all’epoca disgiuntamente dalle due associazioni, alla fine del 2020, con l’obiettivo di favorire provvedimenti sulle macchine da giardino, in particolare robotiche e a batteria, nella specifica ottica del piano europeo Next Generation You e del PNRR (attualmente in fase di elaborazione del Governo), per favorire l’utilizzo di macchine da giardinaggio sempre più ecologiche e rispettose dell’ambiente. Nel mese di aprile, inoltre, si svolgerà la prima assemblea degli associati Federacama appartenenti alla nuova unione UNAGREEN-ASOGREEN. In quell’occasione saranno definite le cariche gestionali e i gruppi di lavoro di coordinamento. Infine, la neonata UNAGREEN-ASSOGREEN entrerà a far parte del gruppo di lavoro del giardinaggio che si è di recente costituito all’interno del Climmar, la nostra associazione europea. • Gianni Di Nardo Segretario generale FEDERACMA

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Musci quHar blacca


Dai valore al tuo usato

Vendi con Ritchie Bros. Vendiamo i tuoi mezzi a tutto il mondo in un clic Il distanziamento sociale e le misure di sicurezza attuali stanno portando gli utenti a favorire gli acquisti online: molti clienti partecipavano già online alle aste Ritchie Bros. ed è stato quindi semplice il passaggio ad eventi esclusivamente online. Da quando abbiamo iniziato ad organizzare le nostre aste integralmente online, stiamo registrando numeri record in termini di partecipazione, una forte domanda degli acquirenti e risultati eccezionali per i venditori.

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COME DARE VALORE AL PROPRIO USATO AI TEMPI DEL COVID In che modo, a seguito della pandemia e del nuovo quadro che ha modificato i rapporti di valore tra macchine agricole nuove e usate, è possibile continuare a dare valore al proprio usato? Quali sono oggi, tra le soluzioni disponibili, quelle più interessanti?

LA PANDEMIA SPINGE LE ASTE ONLINE I canali di incontro tra domanda e offerta possono essere diversi, in base alle preferenze e alle necessità di chi deve vendere e acquistare. Ci dedicheremo qui ad approfondire la soluzione dell’asta pubblica, uno dei canali che si è rafforzato catturando sempre maggiore interesse, a seguito delle misure restrittive legate all’emergenza sanitaria. Cominciamo con il dire che il settore delle aste si divide in due grandi rami: il settore delle aste giudiziarie o fallimentari e il settore delle aste pubbliche. In quest’ultimo settore, chi vende lo fa per libera scelta e non a seguito di un’iniziativa del tribunale. Negli ultimi anni le aste pubbliche hanno avuto un particolare riscontro di presenze: la più nota e rilevante in Italia, quella di Caorso (Piacenza) gestita da Ritchie Bros., nel 2020 ha registrato un incremento delle iscrizioni del 22% con il passaggio di aste dal vivo a eventi online. Un dato che ha spinto gli organizzatori ad ampliare il numero degli appuntamenti annuali previsti per il 2021 da quattro a cinque (marzo, maggio, luglio, ottobre e dicembre). In questo ambito, le limitazioni legate al Covid-19 hanno condotto a un’importante revisione stilistica e organizzativa. Le aste sono diventate interamente online e a tempo. Questo vuol dire che non si svolgono più in un solo giorno e in un determinato luogo, ma che si tengono online e si protraggono per sei

giorni. Non c’è un prezzo base, né una riserva: la macchina messa all’asta viene semplicemente venduta al miglior offerente. La macchina può essere individuata sul sito internet dove se ne possono studiare le caratteristiche sulla scheda tecnica, poi all’apertura dell’asta gli iscritti potranno rilanciare la loro offerta fino alla data e all’orario di chiusura dell’asta. Nelle giornate di apertura prima dell’asta, è anche possibile recarsi a ispezionare e provare i veicoli che si è interessati ad acquistare. Le aste online possono essere comunque uno strumento utile anche nel caso in cui ci si voglia fare semplicemente un’idea della cifra a cui può essere venduta, o magari dell’interesse che riscuote una determinata macchina usata sul mercato, poiché è possibile seguire il procedere dell’asta sul sito internet anche da semplici spettatori.

I VANTAGGI Naturalmente, per chi vende l’asta pubblica può avere vantaggi e svantaggi: la soluzione migliore è dunque sempre da valutare in base alle esigenze specifiche, ma è un canale importante da tenere in considerazione. Per il compratore sono senz’altro più i vantaggi degli svantaggi: può fare potenzialmente ottimi affari e in più scegliere uno straordinario quantitativo di macchine agricole. Chi vende,

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invece, dovrà fare considerazioni che variano di caso in caso. Vediamo i potenziali svantaggi: il proprietario potrebbe vendere la propria macchina usata a un prezzo più basso di quello che sperava e deve mettere in conto una commissione da versare per il servizio di mediazione offerto dall’asta. In quanto ai possibili vantaggi per il venditore: si vedrà alleggerito di tutta una serie di mansioni, che hanno non solo un costo organizzativo, ma anche economico, quali l’attività di promozione e marketing, la messa a norma delle macchine se non lo fosse già stato fatto, la gestione della trattativa con il cliente, l’eventuale recupero crediti, l’accordo per il ritiro del mezzo, ecc. Inoltre, l’asta garantisce una vetrina straordinaria, con una percentuale di non venduto relativamente bassa, per cui può offrire un’importante soluzione alternativa agli stock di mezzi invenduti. Qualora il venditore preferisca gestire autonomamente la vendita, rimanendo ancora sulle soluzioni online strategiche in tempo di Covid, ricordiamo i due maggiori siti internazionali di annunci di usato nel settore agricolo, che sono Agriaffaires e Mascus, e infine il più importante e italiano, ovvero AffareTrattore. • Myriam Conti Responsabile comunicazione e pubbliche relazioni FEDERACMA

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UNACMA U N A C M A I N T E R V I S TA

IL CREDITO D’IMPOSTA SCUOTE L’USATO, INTERVISTA AI DEALER Abbiamo chiesto ad alcuni nostri associati la loro visione sul tema dell’usato, partendo dalla stessa premessa: «La categoria dei commercianti sta rilevando che l’entrata in vigore della legge sul credito d’imposta, unita alle altre agevolazioni finanziarie dedicate all’agricoltura 4.0, ha condotto a una riduzione del costo dei macchinari agricoli nuovi in una misura che si aggira intorno al 50%. Di conseguenza, anche il valore dei macchinari usati sta subendo un importante crollo, che costringe i rivenditori a forti riduzioni di prezzo rispetto al passato, con danni significativi anche nella valutazione in bilancio degli stock usati». A partire da questo scenario abbiamo posto loro cinque domande che riportiamo qui di seguito. Ecco cosa ci hanno risposto. I P R O TA G O N I S T I

Michele Racca, Piemonte

Riccardo Tortoioli, Umbria

Andrea Borio, Piemonte

Tullio Capobianco, Puglia

Con l’entrata in vigore della legge sul credito d’imposta per l’agricoltura 4.0 avete riscontrato variazioni sulla valutazione dell’usato? Michele Racca (Piemonte). Sì, è riscontrabile una variazione al ribasso di forte entità specialmente su macchine grandi come i trattori e in particolar modo sulle macchine da raccolta. Accanto alla diminuzione del prezzo, un’altra grande difficoltà percepita è stata la diminuzione del volume delle richieste di acquisto, tanto in Italia quanto all’estero, dovuta anche al problema della pandemia. Parliamo di una riduzione di richieste che va oltre il 50%, specialmente per quanto riguarda i trattori che superano i 150 CV e le macchine da raccolta. Riccardo Tortoioli (Umbria). Sì, ma esclusivamente per quanto riguarda le macchine di alta potenza e di recente immatricolazione che ritiriamo in permuta.

Andrea Borio (Piemonte). Sì. O meglio, tutti noi abbiamo cercato di valutare almeno un 40% in meno l’usato, anche se a volte poi diventa difficile la trattativa di permuta. Tullio Capobianco (Puglia). Il fenomeno è ancora percepito in maniera marginale ma via via che i nostri stock di usato aumenteranno e tutti saranno più consapevoli che la combinazione di agevolazioni previste per l’acquisto di macchine nuove e l’aumento del parco macchine usato presso i concessionari determinerà una variazione dei valori, in particolare sul segmento di potenza di macchine medio-alta rivolte alla fascia di mercato più professionale (contoterzisti e grandi aziende), potrebbe diventare un aspetto sempre più rilevante nella gestione della nostra attività.

Se sì, vi sembra che anche la vostra clientela abbia avuto percezione di questo fenomeno? Come sta reagendo? Michele Racca (Piemonte). Purtroppo il momento del ritiro dell’usato è molto delicato e ancora abbiamo una certa difficoltà a ridurre il valore da riconoscere al cliente, poiché i clienti non hanno ancora recepito questa generale diminuzione di valore. Ciò è dovuto anche a una responsabilità della

nostra categoria che non lavora su questo in modo omogeneo. Invece, quando il cliente deve comprare è già perfettamente consapevole del calo di valore dell’usato, dovuto al fatto che ormai l’offerta supera abbondantemente la richiesta. Riccardo Tortoioli (Umbria). I clienti hanno avuto questa

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percezione soprattutto, anche in questo caso, per quanto riguarda le macchine di alta potenza. Nel senso che in questo settore il credito d’imposta per l’agricoltura 4.0 riduce notevolmente la differenza tra nuovo e usato: pertanto, la clientela spesso preferisce comprare il nuovo, così che l’usato tende frequentemente a restare invenduto. Andrea Borio (Piemonte). Una buona parte della clientela l’ha capito e accetta le nuove condizioni, l’altra vuole approfittare della 4.0 per fare cassa. Tullio Capobianco (Puglia). Quando il cliente cede in per-

muta l’usato ovviamente fa finta di ignorare la situazione. La clientela interessata all’acquisto dell’usato, di contro, ha premura di sottolineare la scarsa convenienza ad acquistare con quotazioni anti-covid, viste le agevolazioni presenti sul nuovo. I volumi di stock di usato stanno crescendo in maniera sensibile, data la contestuale circostanza dell’incremento delle vendite del nuovo. Un fenomeno dovuto al decrescente interesse nei confronti dell’usato, soprattutto da parte della fascia di clientela più professionale, attratta dalle opportunità fiscali offerte sul nuovo.

Cosa sta accadendo ai volumi degli stock dell’usato? Sono cresciuti, diminuiti o rimasti invariati, in questo ultimo periodo? Michele Racca (Piemonte). Purtroppo lo stock usato sta crescendo perché aumentano le vendite del nuovo (si anticipa il mercato) e l’usato da ritirare ormai c’è sempre. Anche se, tra mille difficoltà, riusciamo a svendere l’usato, purtroppo lo stock continua a crescere. Riccardo Tortoioli (Umbria). Globalmente nel nostro caso il livello di stock usato 2020 è invariato rispetto al 2019. Andrea Borio (Piemonte). I volumi sono decisamente cre-

sciuti, parliamo anche del 50-60% in più. Però a oggi si riescono a gestire bene con la vendita. Tullio Capobianco (Puglia). I volumi di stock usato stanno crescendo in maniera sensibile visto la contestuale circostanza dell’incremento delle vendite del nuovo e il decrescente interesse, soprattutto della fascia di clientela più professionale, verso l’usato viste le opportunità fiscali offerte sul nuovo.

Vi è capitato di trovarvi nella condizione di dover ridurre il valore delle macchine cedutevi in permuta dagli agricoltori? Michele Racca (Piemonte). Il problema si sta verificando in modo pesante specialmente sulle macchine da raccolta e sui trattori di potenza superiore ai 150 CV e ritirati con contratti del 2019 in cui non si parlava ancora di credito d’imposta e di pandemia. Queste macchine sono state ritirate con quotazioni che variano anche di un 30-40% rispetto al valore di mercato attuale.

Riccardo Tortoioli (Umbria). Il fenomeno non è nuovo e secondo noi non è stato condizionato in modo particolare dalla 4.0. Andrea Borio (Piemonte). Assolutamente sì. A fine anno le macchine a magazzino usate sono state declassate di valore. Tullio Capobianco (Puglia). Quasi sempre e a volte anche in maniera piuttosto significativa.

In caso positivo, avete valutato anche opzioni diverse per la vendita dell’usato, come siti internet dell’usato, aste o commercianti di solo usato? Michele Racca (Piemonte). Certamente. Da diversi anni si utilizzano siti specifici per la promozione dell’usato in stock, ma ormai l’offerta dei prodotti usati è molto numerosa, anche sui mercati esteri, per cui al di là delle difficoltà attuali date dalla pandemia, l’offerta è ormai satura, anche sui mercati dell’Est Europa, che fino a poco tempo fa erano uno sfogo importante. Pertanto, diminuendo la richiesta siamo obbligati a rivolgerci al mercato delle aste per scaricare i nostri magazzini, ma poi le perdite sul valore a stock sono molto importanti. Si dovrebbe proporre al Ministero che ha promosso il credito d’imposta che tale iniziativa oltre che al 4.0 sia rivolta anche alla demolizione delle macchine agricole obsolete, specialmente quelle antecedenti agli anni 2000, in modo da ripulire un po’ il mercato e contemporaneamente aumentare la sicurezza degli operatori e ridurre le emissioni. Un contributo per il miglioramento del parco macchine agricole non solo permetterebbe di ridurre le macchine obsolete presenti e attive nelle aziende stesse, ma anche di ridurre il numero di quelle ferme nei nostri piazzali e su cui abbiamo pagato le imposte. Infatti, questi stock, che sono i nostri utili

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degli anni scorsi, ora costituiscono una risorsa che non riusciamo più a monetizzare se non a costo di elevate perdite, che poi vanno giustificate anche fiscalmente, e che rischiano di condurci a una crisi di liquidità. Anche un credito di imposta della stessa entità dell’attuale, ovvero 50%, ma che dedicasse un 30% al 4.0 e un 20% alla demolizione dell’usato o alla sua sostituzione, farebbe sì che anche il prezzo dell’usato ritirato in permuta si riducesse immediatamente. Riccardo Tortoioli (Umbria). Il 90% delle nostre vendite avviene attraverso tre siti specializzati, mentre il restante 10% attraverso commercianti specializzati. Non utilizziamo il canale di vendita delle aste. Andrea Borio (Piemonte). Da tempo utilizziamo tutti i possibili tipi di canale per la vendita dell’usato: sito web, commercianti, facebook, whatsapp, riviste del settore, ecc. Tullio Capobianco (Puglia). Certamente e ritengo sia urgente strutturare in forma più organizzata e condivisa soluzioni di destoccaggio più rapido (come Ritche Bros, Iron Planet, ecc.), mentre non penso che le soluzione siano i commercianti o i siti dell’usato.

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CREDITO D’IMPOSTA 4.0, UNA MAPPA PER ORIENTARSI Da alcuni mesi in ogni e-mail di richiesta d’informazioni, in molti messaggi scambiati nei gruppi di whatsapp e nei webinar che abbiamo condotto ricorrevano domande sul credito d’imposta applicato all’acquisto di mezzi predisposti per l’Agricoltura 4.0. Abbiamo tentato in più occasioni di dare risposte semplici e di immediata comprensione nei nostri articoli, newsletter ed e-mail. Alla fine abbiamo chiesto ai nostri partner di ESSECI srl di predisporre un unico documento che comprendesse tutti gli elementi oggetto di particolare attenzione della rete di rivenditori. Ne è uscito un lavoro chiaro, sintetico, intellegibile ed esaustivo e per questo ringraziamo lo staff aziendale per quanto sono riusciti a fare.

CHE COS'E'

Il credito d’imposta è un qualsiasi credito che l’azienda vanta nei confronti dello Stato a seguito di un investimento effettuato in beni materiali nuovi con le caratteristiche dell' Industria 4.0 Il credito d’imposta sarà quindi utilizzato per compensare tutti i debiti che l'azienda ha nei confronti dell’erario per il pagamento dei tributi. Si tratta quindi di fondi che l'azienda trattiene.

COME FUNZIONA

L'azienda acquista uno o più beni strumentali che hanno i requisiti dell' industria 4.0.

Il credito generato andrà equamente ripartito in tre annualità. Il credito non utilizzato sarà riportato all'annualità successiva fino all'esaurimento dello stesso.

Dopo essere interconnessi al sistema aziendale questi investimenti generano un credito d'imposta del 50% calcolato sul valore imponibile dei beni. Tale credito potrà essere utilizzato per compensare i versamenti F24 dal mese successivo all'entrata in funzione del bene.

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QUANTO DURA

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UNACMA I CINQUE REQUISITI PRINCIPALI

DATI: ESSECI SRL

REQUISITI 4.0

IL BENE STRUMENTALE OGGETTO DI ACQUISTO DOVRA' SODDISFARE TUTTI E 5 QUESTI REQUISITI: controllo per mezzo di CNC e/o PLC (vedi nota 1 sotto); interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica; integrazione con il sistema logistico della fabbrica e/o altre macchine; interfaccia uomo macchina semplice ed intuitiva; rispondenza ai più recenti standard in termini di sicurezza.

I REQUISITI SECONDARI

DATI: ESSECI SRL

REQUISITI 4.0

....E ALMENO DUE DI QUESTI TRE REQUISITI SECONDARI: sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto; monitoraggio in continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo; caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico)

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UNACMA APPROFONDIMENTO DEGLI ASPETTI FISCALI

Aspetti Fiscali di Approfondimento

DATI: ESSECI SRL

Riportabilità del Credito negli anni successivi in caso di incapienza

Ma se la mia azienda ha un basso importo totale di F24 da pagare ogni anno... perderò il credito d'imposta a cui ho diritto? Assolutamente NO FACCIAMO UN ESEMPIO PRATICO CHE VI SPIEGA COME SI RIPORTA IL CREDITO D'IMPOSTA AL PERIODO SUCESSIVO

ESEMPIO DI RIPORTABILITÀ DEL CREDITO

DATI: ESSECI SRL

ESEMPIO

Un'azienda acquista un bene strumentale dotato delle caratteristiche Industria 4.0 del valore di 120.000 euro al 28/02/2021 e interconnesso il 10/03/2021 L'azienda matura quindi un credito d'imposta del 50% per un importo di 60.000 euro al momento dell'interconnessione il 10/03/2021 Tale importo dovrà essere riportato in tre annualità da 20.000 euro ciascuna Credito d'imposta dell' anno 2021: 20.000 euro Credito d'imposta dell' anno 2022: 20.000 euro Credito d'imposta dell' anno 2023: 20.000 euro

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ESEMPIO DI RIPORTABILITÀ DEL CREDITO

DATI: ESSECI SRL

Importo Bene Acquistato: 120.000 euro

Credito d'Imposta: 60.000 euro

Anno 2021

Anno 2022

Anno 2023

Totale F24 da pagare nell' anno 2021: 12.000 euro

Totale F24 da pagare nell' anno 2022: 15.000 euro

Totale F24 da pagare nell' anno 2023: 20.000 euro

Totale F24 da pagare nell' anno 2024: 11.000 euro

Compensazione con credito Maturato di : 20.000 euro

Compensazione con credito maturato nel 2022: 15.000 euro da riportare nel 2023 : 5.000

Compensazione con credito maturato nel 2023: 20.000 euro

Compensazione con credito residuo : 11.000 euro

Totale del credito d'imposta che verrà riportato sul rigo RU12: 13.000 euro (credito residuo del 2021 + credito residuo del 2022)

Totale del credito d'imposta che verrà riportato sul rigo RU12: 2.000 euro

Residuo del credito d'imposta che verrà riportato sul rigo RU12: 8.000 euro

Totale del credito d'imposta che verrà riportato sul rigo RU12: 5.000+8.000 euro= 13.000 euro

TRASFERIBILITÀ DEL CREDITO

DATI: ESSECI SRL

Trasferibilità ai Soci del Credito I Soci delle società semplici potranno assegnare il credito d'imposta non utilizzato a loro stessi suddividendolo in base alle quote societarie detenute da ciascuno di loro, lo potranno fare indicandolo, appunto, nel rigo RU10 delle dichiarazioni dei redditi delle società di persone. Pertanto il Credito d'Imposta non andrà perso in caso di incapienza della società.

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Anni Successivi

Cedibilità del credito d'imposta Non è consentito dalla normativa vigente la possibilità di cedere il credito d'imposta maturato a soggetti terzi rispetto all'azienda beneficiaria.

Cumulabilità del credito d'imposta Il credito d'imposta 4.0 è cumulabile con: Legge Sabatini Bando INAIL ISI Agricoltura NON E' CUMULABILE CON : PSR regionali

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Aiutiamo le Aziende a Effettuare Investimenti con la Finanza Agevolata CONSULENZA FINANZIARIA IN: BANDI INAIL ISI CREDITO D'IMPOSTA 4.0 POR-FESR REGIONALI LEGGE SABATINI www.essecistudi.com info@essecistudi.com p15_Esseci.indd 15

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UNACMA U N A C M A I N T E R V I S TA

LA PAROLA ALLA POLITICA Abbiamo posto ai presidenti della Commissione agricoltura alla Camera, Filippo Gallinella, e al Senato, Gianpaolo Vallardi le stesse domande. Dalle risposte emergono una grande disponibilità a collaborare con Federacma, per venire incontro alle necessità del comparto della meccanizzazione agricola che ha bisogno di un cambio di passo Onorevole Filippo Gallinella, presidente della Commissione agricoltura alla Camera

Senatore Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione agricoltura al Senato

Oggi più che mai per progettare un futuro del nostro Paese che miri a sviluppare e tenga conto delle risorse produttive, umane, economiche e ambientali, è necessaria una collaborazione e un confronto costante tra la politica e tutti gli attori coinvolti nel processo di produzione, distribuzione, utilizzo, vendita e perfino di formazione a un corretto e sicuro utilizzo delle macchine agricole. In quest’ottica, pensa che sia possibile coinvolgere Federacma-Unacma in un’audizione alla vostra Commissione per approfondire le tematiche relative alla meccanizzazione agricola e le sue necessità? Filippo Gallinella. Certamente! È sufficiente farne richiesta. Come è consuetudine da quando sono presidente, infatti, la Commissione agricoltura della Camera ascolta sempre chi vuol proporre istanze e dare spunti all’attività normativa. Mi impegno a sottoporre la vostra richiesta all’Ufficio di presidenza e, una volta ottenuto l’avallo delle forze politiche, a convocare, nel più breve tempo possibile, un appuntamento sulle tematiche di vostro interesse.

Gianpaolo Vallardi. Si, assolutamente sì! È decisiva la collaborazione fra le istituzioni e il mondo del lavoro, il quale fornisce alle prime le informazioni, le esigenze e le istanze che poi debbono essere trasformate in norme e azione di Governo.

Anticipiamo alcuni dei temi su cui riteniamo prezioso un indispensabile confronto. Ritiene che la nascita di un Governo di larghe intese possa costituire l’occasione per giungere al decreto attuativo per la revisione delle macchine agricole? In caso affermativo, in che tempi potrebbe essere approvato? Filippo Gallinella. L’approvazione del decreto attuativo è compito del Governo a cui va posta la questione, augurandoci che, tra le tante tematiche oggi sul tavolo anche e soprattutto a causa della pandemia da Covid-19, possa prestare attenzione alla revisione delle macchine agricole. La vostra richiesta di audizione e il conseguente dibattito che può scaturire tra i componenti della Commissione agricoltura potrebbero essere funzionali a sollecitare l’interesse dei ministri competenti.

Gianpaolo Vallardi. Riteniamo che la revisione delle macchine agricole sia un intervento fondamentale, del tutto prioritario per la sicurezza in agricoltura e, in primo luogo, degli stessi lavoratori addetti al settore e per gli agricoltori. Ogni giorno che passa è un intollerabile ritardo per l’approvazione del decreto attuativo e lavorerò perché sia il prima possibile.

In che modo la Commissione agricoltura da lei presieduta intende intervenire sul comparto della meccanizzazione agricola nel 2021? Filippo Gallinella. Il comparto della meccanizzazione agricola non prevede competenze esclusive della Commissione agricoltura e del Ministero delle politiche agri-

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cole. Nell’ambito del confronto nel corso della citata audizione potremo meglio definire i confini di intervento per ogni singola questione in questo macrotema. Da

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parte mia, ho tutto l’interesse nell’inserire all’interno degli interventi previsti dal Recovery Plan la meccanizzazione agricola, in quanto l’innovazione può permetterci di raggiungere obiettivi green e di efficienza energetica, così da rendere l’agricoltura sempre più all’avanguardia come attività dall’impatto positivo sulle condizioni ambientali.

Gianpaolo Vallardi. La Commissione agricoltura sta sensibilizzando il Governo, ritenendo che la meccanizzazione e l’innovazione agricola siano sicuramente funzionali al miglioramento del benessere degli agricoltori riducendo il fenomeno della manodopera clandestina. Ci impegneremo a presentare un Affare Assegnato sulla meccanizzazione agricola ecologica e sulle aziende ad economia circolare basate sull’utilizzo di combustibili ecosostenibili.

Uno dei punti decisivi che perseguiamo con il lavoro di Unacma e Federacma è la crescita del livello di formazione e sicurezza nel settore della meccanica agraria. Un obiettivo che per essere raggiunto richiede, tra gli altri passi, anche un deciso intervento del Governo per il rinnovo delle macchine agricole (che in Italia risultano essere statisticamente tra le più obsolete d’Europa). State pensando a iniziative e misure di sostegno che aiutino gli agricoltori italiani a rinnovare le proprie macchine agricole? Filippo Gallinella. Sicuramente l’esperienza del bando Isi-Inail è molto positiva: del resto, il consueto elevato numero di domande che ogni anno vengono presentate lo testimonia. Si tratta di una misura molto ambita che però può essere certamente oggetto di revisione in un’ottica migliorativa. Non ritengo, infatti, che, seppure con il suo successo, la misura riesca a soddisfare l’obiettivo da voi sollevato di sostituire i macchinari più obsoleti con quelli nuovi. Idem gli strumenti messi a disposizione dai diversi Psr, i quali operano nella medesima modalità. Si tratta, difatti, di bandi non finalizzati precipuamente alla sostituzione delle macchine obsolete ma che, piuttosto, solitamente sostituiscono il semi-nuovo con il nuovo. Ciò accade perché questi bandi sono pensati proprio per gli agricoltori professionisti. In Italia abbiamo un parco macchine di privati hobbisti che non possono sostituire alcun tipo di trattore (a oggi non potrebbero neppure acquistarlo senza determinati requisiti minimi): su costoro è, dunque, necessario

aprire il confronto per un ragionamento che possa condurci a una soluzione condivisa. Quale può essere l’interesse per un attempato hobbista di sostituire il proprio mezzo non più al passo con i tempi? Purtroppo, credo nessuno. Non venendo vissuto, dunque come un investimento diventa necessario trovare soluzioni alternative alle già note misure che abbiamo illustrato. Lavorarci è importante perché permetterebbe al nostro Paese di inquinare meno, di consumare meno gasolio e di utilizzare, al contempo, mezzi e strumentazioni più all’avanguardia e quindi più sicure. Ribadisco che, però, è necessario costruire assieme una modalità che possa raggiungere questi obiettivi, non pesando sulle tasche dei singoli privati che non sono incentivati, a oggi, a possedere e utilizzare mezzi più moderni. Gianpaolo Vallardi. Sì. Il Recovery Fund è certamente un’occasione di rilancio del settore agricolo e non può non prescindere dal rinnovamento delle macchine agricole.

Un futuro concorrenziale per il nostro settore sarà garantito solo investendo nella formazione dei giovani che dovranno essere preparati all’utilizzo delle più recenti tecnologie applicate alle macchine agricole. Ritiene che il Mipaaf e il Miur possano collaborare per trovare formule di finanziamento per gli istituti agrari, affinché possano acquistare macchine agricole di ultima generazione, compresa la tecnologia 4.0, su cui far esercitare e formare i propri studenti? Filippo Gallinella. Condivido il ragionamento sulla formazione dei giovani, su cui è cruciale lavorare e investire, e sulla loro centralità per l’agricoltura italiana che verrà: il futuro sarà sempre più «di precisione». Pertanto, è necessario fare quel passaggio culturale «dal cacciavite al software». Al contempo, anche per raggiungere l’obiettivo della modernizzazione dei macchinari agricoli, su cui si discuteva in precedenza, è inevitabile doversi confrontare con questo scenario «culturale». Ritengo, infine, che Mipaaf e Miur, qualora non sia già esistente, possano redigere un accordo in grado di invogliare le case produttrici a fornire agli istituti tecnici interessati gli strumenti per una formazione adeguata: a mio parere, sarebbe forse più idoneo dotare le scuole di simulatori che di trattori veri e propri, visti gli inevitabili problemi di gestione e manutenzione che quest’ultimi portano con sé. Vedo molto fattibi-

le, comunque, la collaborazione con le società specializzate che potrebbero avere interesse loro per prime in nuovo personale adeguatamente formato. Gianpaolo Vallardi. Riteniamo che l’Agricoltura 4.0 sia l’unica forma di futuro per la nostra agricoltura gravemente danneggiata dai cambiamenti climatici. Il dialogo fra i due Dicasteri deve essere immediato, costante e proficuo. Formazione, aggiornamento, approfondimenti e ricerca di ordine tecnologico sono i quattro pilastri su cui si deve poggiare l’agricoltura per poterla rendere sempre più concorrenziale non solo in Europa, ma anche a livello internazionale: il futuro dell’agricoltura passa per l’Agricoltura 4.0. In questa ottica gli istituti agrari e la formazione ecologica dei medesimi agricoltori costituiscono il veicolo principale che ci condurrà alla transizione ecologica che l’Italia e l’Europa auspicano da tempo.

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IRRORATRICI, CONTROLLO FUNZIONALE E TARATURA: COME STA ANDANDO? Gli ultimi dati disponibili sui controlli sono purtroppo sconfortanti. Un’accurata regolazione delle irroratrici è alla base della riduzione del consumo di prodotti fitosanitari con conseguente minore impatto sull’ambiente. Il possibile impegno dei concessionari Era l’inizio degli anni Novanta quando, per motivi professionali mi occupavo della vendita ai rivenditori delle macchine da irrorazione e diserbo. Si cominciava a parlare di sistemi che sembravano il futuro, che sarebbe invece arrivato di lì a poco tempo. La presenza di macchinari antiquati, che perdevano prodotto da ogni parte e lo distribuivano in maniera approssimativa era allora quasi la norma. Ricordo dei diagrammi realizzati in provincia di Bolzano, che indicavano come e quanto prodotto era stato distribuito da macchine irroratrici e diserbanti non tarate e da altre sottoposte a controlli specifici e messe in regola da ogni punto di vista. Fu una illuminazione!

ancora più importante per la salute dell’operatore fu l’introduzione della premiscelazione del prodotto chimico, con specifico sistema idraulico che consentiva la premiscelazione sia di liquidi che di polveri. Un altro grande obiettivo era quello di ridurre la quantità di prodotto da distribuire per ettaro cercando di utilizzare meno acqua possibile. Meno prodotto equivale a minore inquinamento. Meno acqua da distribuire significa meno ritorni alle fonti di acqua (canali, pozzi ecc.), meno risorse idriche utilizzate, meno chilometri e meno tempi morti. Vantaggi su tutti i fronti. Vennero poi introdotti anche i caschi e le tute per salvaguardare gli operatori e le cabine dei trattori iniziavano a diffondersi. Parliamo di soli trenta

UNA RAPIDA EVOLUZIONE TECNICA: DALLE ANTIQUATE CISTERNE...

anni fa quando a lavorare erano i nostri padri o i nostri nonni (e non pochi si ammalavano per colpa dei pesticidi respirati). Sempre in quegli anni apparvero le barre da diserbo con manica d’aria che concentravano il prodotto sulla zona da «colpire» e soprattutto evitavano

All’inizio arrivarono i gruppi di comando delle pompe con caratteristiche volumetriche/meccaniche che poi pian piano diventarono elettrici e quindi comandati da computer. Molto importanti divennero l’agitazione del prodotto nella cisterna con semplici metodi idraulici fino ad arrivare a coclee che mescolavano il prodotto miscelato con l’acqua sul fondo delle cisterne comandate da motori elettrici o dal cardano. Ma

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la deriva delle particelle inquinanti. A questo scopo contribuivano anche i semplici ugelli antideriva. Con l’introduzione degli atomizzatori a recupero del prodotto anche l’irrorazione raggiungeva questi obiettivi, e così via.

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Alle

Regioni e Province Autonome Direzioni Generali Agricoltura LORO S E D I

DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE EUROPEE ED INTERNAZIONALI E DELLO SVILUPPO RURALE DIREZIONE GENERALE DELLO SVILUPPO RURALE DISR III

... AI DRONI E GPS

PARCO MACCHINE OBSOLETO

Con nota di pari oggetto del 15 dicembre 2020, la Direzione Agroambiente, Programmazione e gestione ittica e faunistica-venatoria (Unità Organizzativa Fitosanitario) della Regione Veneto, ha chiesto a questa Amministrazione di riassumere gli obblighi in capo alle aziende agricole relativi al controllo funzionale delle macchine irroratrici, con riferimento alle modifiche che la norma prevede a partire dal 1 gennaio 2021 (d.lgs. 150/2012, art. 12 – PAN e DM Mipaaf 4887 del 3/3/2015). Evidenziando la necessità di fornire indicazioni omogenee a livello nazionale ai Centri Prova e ai diversi soggetti interessati, con la medesima nota si chiede un parere in merito alla correttezza delle indicazioni che l’Ufficio richiedente riporta in una specifica tabella. Nello schema che si riporta di seguito, sono riassunte tutte le scadenze e gli intervalli di tempo che intercorrono tra i controlli. In sostanza, l’unico impegno che cambia per le aziende agricole è relativo al controllo funzionale a carico delle macchine irroratrici in uso, il cui intervallo di tempo tra due controlli successivi si riduce da 5 a 3 anni. Ciò significa che le macchine irroratrici in uso, sottoposte a controllo funzionale dal 1° gennaio 2021 in poi, dovranno essere controllate dopo tre anni e non dopo 5 anni. Per le macchine sottoposte a controllo funzionale fino alla data del 31/12/2020 rimane l’obbligo del successivo controllo entro i 5 anni. Per le irroratrici nuove il controllo funzionale continua ad essere obbligatorio entro il quinto anno dall’acquisto. Per quanto riguarda le scadenze e gli intervalli diversi da quelli indicati nella tabella, si rimanda a quanto stabilito nel citato DM 4887 del 3/3/2015. Si ricorda, infine, che nella versione aggiornata del Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che le Amministrazioni competenti stanno definendo a seguito della consultazione pubblica, potrebbero essere riportate ulteriori indicazioni circa l’applicazione della misura relativa al controllo funzionale delle irroratrici.

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE EUROPEE ED INTERNAZIONALI E DELLO SVILUPPO RURALE DIREZIONE GENERALE DELLO SVILUPPO RURALE DISR III

Tipo di attrezzature Tutte in generale

Attrezzature nuove Irroratrici con barra fino a 3 metri (anche nuove) Irroratrici montate su treni o aeromobili

Intervallo controlli fino 31 dicembre 2020 Obbligo del controllo

Obbligo del controllo

Utilizzatore professionale

Ogni 5 anni

Ogni 3 anni

Contoterzista

Ogni 2 anni

Ogni 2 anni

Utilizzatore professionale Contoterzista Utilizzatore professionale Contoterzista

5 anni dall’acquisto

5 anni dall’acquisto

2 anni dall’acquisto Ogni 6 anni

2 anni dall’acquisto Ogni 6 anni

Ogni 4 anni

Ogni 4 anni

Ogni anno

Ogni anno

Utilizzatore

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Il Direttore Generale Simona Angelini Documento informatico sottoscritto digitalmente ai sensi del CAD

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Intervallo controlli dal 1° gennaio 2021

MIPAAF - DISR 03 - Prot. Uscita N.0069394 del 12/02/2021

Proprio recentemente è uscita una circolare del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) avente ad oggetto «Intervalli controllo funzionale irroratrici dal 1° gennaio 2021» che informa sulle nuove scadenze dei controlli sulle irroratrici, che riportiamo qui accanto. A questo punto l’agricoltore o il contoterzista, responsabili, si chiederanno: ma a me quando tocca fare il controllo funzionale o la taratura? Sappiamo bene tutti, però, che il parco macchine da irrorazione e diserbo è tra i più obsoleti fra le attrezzature presenti nelle campagne e sicuramente il più inadeguato e irresponsabilmente vetusto rispetto all’Europa. Fonti ufficiose stimano che si vendono ogni anno circa 7-9.000 macchine da irrorazione e diserbo (compresi i

Oggetto: Intervalli Controllo funzionale irroratrici dal 1 gennaio 2021 MIPAAF - DISR 03 - Prot. Uscita N.0069394 del 12/02/2021

Oggi con l’aiuto dei computer di bordo, dei sensori e talvolta dei droni, riusciamo a regolare il flusso del prodotto (aprendo e chiudendo gli ugelli solo dove è realmente necessario), a dosare il flusso in funzione dell’intensità vegetativa fino a fare una distribuzione geolocalizzata con Gps, e infine a realizzare delle microdistribuzioni concentrando il prodotto soltanto dove la malattia insorge evitandone la diffusione alle piante vicine. Tutto ciò con evidenti benefici dal punto di vista dei consumi di prodotto chimico, di acqua e gasolio oltre ad un maggior rispetto delle piante, del terreno e dell’ambiente circostante. Questi obiettivi possono però essere conseguiti solo se le attrezzature che utilizziamo sono costantemente controllate e frequentemente verificate da parte di personale specializzato nei controlli funzionali e nelle tarature.

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UNACMA TABELLA 1 - GLI OBIETTIVI PER UN MINORE IMPATTO AMBIENTALE Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi I obiettivo - minimizzare i rischi per la salute umana e per l’ambiente legati all’uso dei “pesticidi” II obiettivo - migliorare i controlli sull’impiego e la distribuzione dei pesticidi III obiettivo - ridurre i livelli di rischio dei p. sostituendo le sostanze pericolose con alternative più sicure (principio di sostituzione) IV obiettivo - promuovere l’uso di coltivazioni a basso apporto di pesticidi V obiettivo - creare un sistema trasparente di monitoraggio dei progressi compiuti in ciascuno Stato Membro, elaborando indicatori adeguati

TABELLA 2 - I CONTROLLI DELLE MACCHINE PER I TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI P.A.N. Azione 3 – Controlli delle attrezzature per l’applicazione dei Prodotti Fitosanitari DEFINIZIONI PRELIMINARI

Controllo funzionale: verifica della funzionalità della macchina e, in particolare, dei suoi organi di regolazione e controllo. Sono operazioni che richiedono strumentazione specifica ed adeguata. Regolazione o Taratura: è un’operazione che può essere eseguita solo dopo aver verificato il buon funzionamento degli organi di controllo e regolazione (controllo funzionale) e consiste nell’adattamento delle modalità operative della irroratrice alle specifiche realtà colturali dell’azienda. Manutenzione: complesso delle operazioni con cui si conserva in buono stato la macchina. Queste operazioni competono al proprietario della macchina o al suo meccanico.

TABELLA 3 - PIANO AZIONE NAZIONALE: A CHE PUNTO SIAMO? Il P.A.N. «in scadenza» (dopo 5 + 2 anni) • Azione 3 - Controlli delle attrezzature per l’applicazione dei Prodotti Fitosanitari

A che punto siamo? - Sistema nazionale di Controllo e Regolazione irroratrici

- Servizi regionali di Controllo e Regolazione irroratrici - Registro nazionale delle Macchina irroratrici

- Ruolo di ENAMA, a supporto del MIPAAF - 100% Macchine controllate (e regolate)

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piccoli irroratori portati da 200 litri fino agli atomizzatori con recupero e ai semoventi da diserbo). Ma il dato più sconcertante è che si stima la presenza presso le aziende agricole di circa 400.000 macchine, quando fonti diversamente informate farebbero pensare a 600.000 irroratori nelle varie forme e dimensioni.

COSA PREVEDE LA NORMATIVA Di seguito, nella pagina successiva, riportiamo alcune slide presentate durante un convegno svoltosi il 29 ottobre scorso, in occasione delle «Giornate Fitopatologiche 2020», che sintetizzano in modo chiaro ed esauriente la situazione, partendo dalla normativa che traccia gli obiettivi finalizzati a rendere più efficiente e sostenibile la distribuzione dei prodotti fitosanitari (tabella 1). Si tratta di cinque importanti obiettivi: minimizzare i rischi per la salute umana e per l’ambiente legati all’uso dei prodotti fitosanitari, migliorare i controlli sull’impiego e la distribuzione di tali prodotti, ridurre i livelli di rischio sostituendo le sostanze pericolose con alternative più sicure, promuovere l’uso di coltivazioni che richiedono un basso apporto di prodotti fitosanitari. Infine, in un’ottica di controllo dell’avanzamento dell’azione comunitaria finalizzata a un minore impatto ambientale, l’ultimo obiettivo prevede la creazione di un sistema trasparente di monitoraggio dei progressi compiuti in ciascuno Stato membro dell’Europa. Nella tabella 2 vediamo quali sono i controlli che bisogna effettuare sulle macchine per i trattamenti antiparassitari, e cioè il controllo funzionale, la regolazione o taratura e la manutenzione. Ma a che punto siamo con il controllo delle attrezzature per trattamenti fitosanitari? Un po’ di smile ci offrono il quadro della situazione (tabella 3), che purtroppo appare sconfortante. Ed ecco finalmente i numeri sui controlli funzionali e regolazioni delle irroratrici effettuati negli anni che vanno dal 2015 al 2019 (tabella 4). Riteniamo che il 2020, vista la si-

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UNACMA TABELLA 4 - INDAGINE SU CONTROLLO E REGOLAZIONE STRUMENTALE Indagine tra i referenti dei Servizi regionali per il Controllo funzionale e la Regolazione delle irroratrici – periodo di riferimento: fine 2019 Regione o Pr. autonoma

Stima irroratrici in uso

Controllate ultimi 5 anni

Controllate nel Regolate ultimi 5 2019 anni

Controllate %

Regolate %

Regolate nel 2019

Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna

10.000 10.000 6.000 50.000 80.000

3.039 1.639 1.675 7.245 17.500

30 16 28 14 22

479 148 320 1.406 3.800

3.039 1.097 1.675 1.805 17.500

30 11 28 4 22

479 132 1.675 1.259 3.800

6 Friuli Venezia Giulia

9.500 22.000 5.000 17.500 12.500 3.000 35.000 11.000 9.000 50.000 8.000 25.000 20.000 5.700 500 31.000

8.500 4.345 1.313 16.000 4.000 ND 22.321 9.158 8.736 9.000 2.752 3.861 7.000 2.985 256 29.594 160.919

89 20 26 91 32 ND 64 83 97 18 34 15 35 52 51 95 38

686 727 66 2.000 657 ND 3.544 2.250 1.410 1.100 206 598 ND 1.049 37 4.363 24.846

420 1.541 357 ND 2.650 ND 13.425 7.800 8.736 ND 150 3.861 ND 2.845 ND 4.500 71.401

4 7 7 ND 21 ND 38 71 97 ND 2 15 ND 50 ND 15 17

140 462 17 ND 473 ND 2.850 1.800 1.410 ND 50 598 ND 1.038 ND 1.045 17.228

1 2 3 4 5 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Pr Bolzano Pr Trento Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Valle d'Aosta Veneto Totale

420.700

A) Controllo e Regolazione strumentale

tuazione pandemica, non abbia incrementato granché i dati. Rimane, se la base delle irroratrici in uso fosse realmente 420.000 unità, almeno il 60% di macchine che non hanno effettuato il controllo e oltre l’80% che non sono state regolate. Con questi dati altro che Next Generation EU! Si continua a inquinare l’aria, il terreno e l’acqua.

IL RUOLO DEL DEALER

ognuno per la sua parte, al benessere del Paese. Domani quali saranno le cose da fare? Individuare il supporto tecnico per le amministrazioni, armonizzare ulteriormente le attività a livello regionale, passare dalla stima al censimento delle irroratrici presenti sul territorio nazionale, aggiornare il Piano di azione nazionale alle nuove norme CE (tabella 5).

Il concessionario di macchine agricole dovrebbe essere il primo a far prendere coscienza a chi va in giro con macchine antiquate o non controllate e regolate, che «rilasciano» prodotto ovunque si spostano (aie, vialetti, campagne e strade) o che lo sprecano sparandolo «fuori bersaglio». Tutti devono contribuire,

• Gianni Di Nardo Segretario generale FEDERACMA

TABELLA 5 - CHE COSA PREVEDE IL NUOVO PIANO DI AZIONE NAZIONALE (PAN)

Ringraziamo il dr. Arturo Caponero - Servizio Difesa Integrata dell’Alsia - Agenzia Lucana Sviluppo Innovazione in Agricoltura della Regione Basilicata e il dr. Pasquale Falzarano dg dello Sviluppo Rurale del Mipaaf, per averci consentito l’uso di alcune slides presentate durante un convegno svoltosi il 29 ottobre 2020, in occasione delle «Giornate Fitopatologiche 2020» che potrete seguire integralmente su Youtube al link www.youtube.com/watch?v=bcYImdhkUyM

Il «nuovo» P.A.N. • Azione 3 - Controlli delle attrezzature per l’applicazione dei Prodotti Fitosanitari

Cose da fare:

Cosa bolle in pentola?

• Individuare il supporto tecnico per le Amministrazioni (Mipaaft e Regioni): ENAMA? CREA? • Armonizzare ulteriormente le attività a livello regionale per favorire il mutuo riconoscimento • Passare dalla stima al censimento delle irroratrici presenti sul territorio nazionale ed alla «contabilizzazione» di quelle controllate • Aggiornare il PAN adeguandolo alle nuove norme CE in materia di controllo e regolazione

Il nuovo PAN dovrebbe prevedere:

• Individuazione di adeguate misure per controllare tutte le irroratrici a) Inserimento dei dati dell’irroratrice nel fascicolo unico aziendale b) Subordinare l’erogazione del carburante agevolato all’avvenuto controllo funzionale • l’istituzione di un registro nazionale delle irroratrici • Aggiornamento delle procedure per i controlli e le regolazioni • Aggiornamento delle procedure di formazione e accreditamento dei tecnici • Norme sui «cannoni» • Norme per l’uso «sperimentale» dei droni

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Bologna, 19-23 ottobre 2021

The Event ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MACCHINE PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO Organizzata da

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