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Ex Ilva, diciamo no ad atti irresponsabili

aranto è una realtà molto importante per il nostro settore, ed è anche il luogo che più di ogni altro è legato indissolubilmente alla vertenza ex Ilva È chiaro che le pressioni che l’azienda fa al Governo hanno lo scopo di terrorizzare il Governo, affinché metta le risorse o si rischierà la chiusura”

Così Rocco Palombella, segretario generale Uilm, si è rivolto al Consiglio territoriale della Uilm Taranto

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“Il Governo – aggiunge – deve restare fermo sulla sua posizione, il ministro Urso deve dire chiaramente cosa intende fare e agire di conseguenza. Il Governo non è un bancomat? Siamo d’accordo che non deve dare soldi senza una garanzia Per noi la nazionalizzazione è al momento l’unica possibilità, seppur temporanea, per mandare via ArcelorMittal. Siamo molto preoccupati – sottolinea il sindacalista della Uilm – il rischio evidente è di una chiusura e di un fallimento. Per queste ragioni continueremo a fare in queste ore tutto quello che è necessario per salvaguardare tutti i lavoratori diretti, indiretti, dell’appalto e di Ilva in As”

Palombella è poi tornato sull’argomento nei giorni successivi: “Apprendiamo da articoli di giornale che il Governo starebbe pensando a una norma da inserire nel prossimo decreto per l’ex Ilva che prevederebbe, non un aumento di capitale per il passaggio in maggioranza di Invitalia, ma un prestito ponte a 18 mesi di 650-680 milioni di euro per sanare le difficoltà di liquidità finanziaria. Chiediamo al ministro Urso di chiarire la veridicità di questa notizia Se fosse vera si tratterebbe di un atto irresponsabile da parte del Governo, un sottostare a un tentativo di condizionamento da parte dell’azienda, uno sperpero di soldi pubblici senza un minimo di garanzia e straccio di piano industriale”

Per Palombella, insomma, “il paventato prestito non consentirebbe di traguardare la prima metà del prossimo anno, altro che i prossimi 18 mesi, per di più senza alcun progetto strutturale di ripartenza produttiva e salvaguardia occupazionale Sarebbe l’ennesimo schiaffo alle migliaia di lavoratori che sono