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Bombardieri non ha dubbi: “Serve la detassazione delle tredicesime per affrontare subito l’inflazione”

“Per sostenere i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, falcidiati dai costi dell’energia e dall’inflazione, la Uil chiede al Governo di varare un provvedimento per la detassazione delle prossime tredicesime. Da uno studio realizzato dal Servizio Fisco e Previdenza della nostra Organizzazione si evincono costi e benefici di questa operazione, che comporterebbe non solo vantaggi sociali, ma anche economici”.

E’ la tesi del segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, che rifà peraltro ad uno studio approntato proprio dalla Uil, secondo il quale con una tassazione al 10%, il beneficio medio sarebbe di 257 euro per le lavoratrici e i lavoratori e di 193 euro per le pensionate e i pensionati Nel caso di una detassazione totale, il beneficio salirebbe, rispettivamente, a 407 euro e a 335 euro.

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“La Uil - afferma il segretario generale - ritiene che un intervento siffatto non debba essere considerato un costo, bensì un investimento Non sarebbe solo una scelta di giustizia sociale, ma anche di efficienza economica. Si configurerebbe, infatti, come un contributo rilevante al sostegno dei consumi, in vista delle prossime festività natalizie, con benefici complessivi per il sistema produttivo ed economico e con un ritorno per la finanza statale connesso all’incremento del gettito fiscale complessivo derivante dallo stesso aumento dei consumi”

Proietti: “E’ stato fatto un regalo agli evasori”

mente comprese tra 5 e 6 volte il minimo; il 50% dell’inflazione per le pensioni complessivamente comprese tra 6 e 8 volte il minimo; il 40% dell’inflazione per le pensioni complessivamente comprese tra 8 e 10 volte il minimo; il 35% per le pensioni complessivamente superiori a 10 volte il minimo. Il trattamento minimo Inps è oggi pari a 525,38 euro mensili lordi

La mancata rivalutazione determinerebbe una vera e propria perdita di potere d’acquisto e quindi di valore delle pensioni con un danno che per una pensione di 2.600 euro lordi sarebbe quantificabile in circa 34,32 euro mensili, corrispondenti a 446,17 euro l’anno Una pensione di 3.100 euro lordi (tra le 5 e le 6 volte il minimo) perderebbe invece 1.161,75 euro l’anno. Danno che da gennaio 2023 produrrà effetti sulla pensione per il resto della vita del pensionato. Infatti, ogni mancato aumento non ha effetti solo sull’anno di applicazione, ma perdura per sempre sulla pensione diminuendone così in modo permanente il valore Questo ulteriore depotenziamento si aggiunge quindi ai tagli, blocchi e congelamenti che dal 2011 (governo Monti) sono stati operati sulle pensioni fino al 2021, un decennio che ha impattato notevolmente sul potere d’acquisto dei pensionati con gravi danni che si moltiplicarono al crescere del costo della vita.

“Sui temi fiscali il Governo comincia con il piede sbagliato. La rottamazione delle cartelle sotto i 1000 euro e la riduzione sopra i 1000 euro, insieme all'elevazione del tetto dell'uso del contante fino a 5000 euro, sono un vero e proprio regalo agli evasori fiscali”

E’ quanto sostiene il segretario confederale Uil Domenico Proietti.

“La vera pace fiscale - spiega - il Governo la deve fare con i lavoratori dipendenti e i pensionati, riducendo a loro la pressione fiscale, perché sono i contribuenti che prima pagano le tasse e poi prendono lo stipendio e la pensione”

RESPONSABILITA’

E’ quella che chiede con determinazione la Uil: a Taranto la situazione è sempre più nebulosa