Rubrica a cura di Luigi Buglione – GUFPI-ISMA
Metrologia e Contratti Parte 23 – Story Points: cosa misurano?
METROLOGY AND CONTRACTS PART 23: STORY POINTS: WHAT DO THEY MEASURE?
Twenty-third paper based on the new GUFPI-ISMA guidelines on the proper use of “Principles, Assumptions and Contractual Best Practices” (vol.1, 2016) is about Story Points, a concept mostly used in agile projects. But what do they really measure?
RIASSUNTO
Ventitreesimo articolo basato sulle nuove linee guida GUFPI-ISMA sul corretto uso di “Principi, Assunzioni e Best Practice Contrattuali” (vol.1, 2016), relativo agli Story Points, concetto principalmente usato nei progetti agili. Ma cosa misurano veramente? Ventitreesimo appuntamento della nostra rubrica, parlando stavolta di Story Points (SP), una misura tipicamente usata nei progetti agili. Se ne parla diffusamente da molti anni e i team Agile/DevOps spesso ne fanno uso per le attività di stima. Ma cosa sono e cosa misurano veramente? Vediamo meglio di cosa si tratta....
con buona frequenza (spesso giornaliera). E per poter effettuare una pianificazione è necessario ovviamente effettuare delle stime. E per “minimizzare” un’attività ritenuta spesso timeconsuming, invece di usare tecniche
come descritto in [4]. In breve: (1) si analizzano tutte le US, usando delle carte-gioco come quelle per giocare a Poker con una progressione che ricorda la serie di Fibonacci (Fig. 2); (2) si ordinano le US in ordine crescente/ decrescente di “effort” che il team stima; (3) la US più piccola convenzionalmente varrà 1 SP (con un dato effort in ore o giorni-persona) e alle altre US sarà assegnato in proporzione un numero crescente di SP (e quindi di effort). Da qui la valutazione del team di pianificare un dato numero di US all’interno di un’iterazione (Sprint, nel linguaggio della tecnica Scrum [5], una delle più adottate negli anni) compatibile con l’effort massimo esprimibile dall’allocazione di un dato numero di FTE (Full Time Equivalent). Un esempio: avendo 5 FTE full time (8 ore giornaliere ciascuno), con una iterazione/Sprint
STORY POINTS (SP): COSA SONO E A COSA SERVONO
Tornando all’inizio degli anni ’90, con la diffusione di XP (eXtreme Programming) [2] e degli approcci Agili, di natura partecipativa, gli utenti sono stati coinvolti fin dall’inizio del ciclo di vita di un progetto software, attraverso la formulazione delle cosiddette “User Stories” (US) [3], denominate così proprio perché esprimevano il loro punto di vista in modo semplice e discorsivo, come indicato in Fig. 1: La filosofia stessa degli approcci Agili è quella di proporre un ciclo di vita iterativo-incrementale, cercando di focalizzarsi sulla consegna dei deliverable on-time, on-quality, on-cost, con una revisione periodica delle priorità d’implementazione delle “storie” che il team misto cliente/fornitore discute
Figura 1 – User Story: un possibile template
quantitative si è iniziato su base locale (il singolo team) a effettuare stime consensuate dal gruppo di lavoro, basate sulla tecnica del “Planning Poker”,
Presidente GUFPI-ISMA - Gruppo Utenti Function Point Italia Italian Software Metrics Association luigi.buglione@gufpi-isma.org
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