Vita da cartoni

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Animazione europea La culla dell’animazione L’Europa è, senza scomodare vetusti antenati, la culla dell’animazione nella sua accezione moderna. Dalla Francia, patria del cinematografo, vengono: Charles-Émile Reynaud, antesignano del cinema d’animazione; Émile Cohl, autore del primo cortometraggio a disegni animati, Fantasmagorie (1908); Georges Méliès, inventore degli effetti speciali cinematografici (si pensi a Viaggio nella Luna, del 1902). Dall’Italia viene Quirino Cristiani, poi emigrato in Argentina, autore del primo lungometraggio animato muto (El Apóstol, 1917) e sonoro (Peludópolis, 1931). L’Inghilterra ha dato i natali a James Stuart Blackton, poi affermatosi negli Stati Uniti, predecessore di McCay, Disney e tutti gli altri, padre della stop-motion e della frame-by-frame, autore dei cortometraggi Humorous Phases of Funny Faces (1906) e The Haunted Hotel (1907). La Germania ha invece offerto al mondo la prima donna a realizzare un film d’animazione, Lotte Reiniger, con il suo Le avventure del principe Achmed (1926). L’animazione come arte: investimenti pubblici e il circuito dei festival Ciò nonostante, l’animazione europea non ha la stessa notorietà di quelle statunitense e giapponese. Questo è dovuto principalmente al fatto che nel vecchio continente essa è stata per lo più sempre considerata arte e non prodotto di consumo, impostazione nella quale va rintracciata la causa – fatte le dovute eccezioni – della mancanza di un permanente e integrato sistema industriale dedicato al settore. Nessuna grande fabbrica multimediale dell’intrattenimento, insomma. Basti pensare che, mentre negli Usa Disney la lancia nella sua orbita commerciale, l’animazione in Europa suscita principalmente l’attenzione delle avanguardie artistiche, desiderose di impiegarla per conferire ulteriore dinamicità alle proprie acrobazie espressive. Ed ecco che, tra l’esordio di Topolino e la prima di Biancaneve e i sette nani, uno degli eventi cardine della storia dell’animazione europea è la proiezione parigina del 1933 di Una notte sul Monte Calvo, cortometraggio ispirato all’eponima sinfonia di Mussorgskij, realizzato da Alexandre Alexeieff con il suo schermo di spilli e la collaborazione della moglie Claire Parker. Non è certo un caso se i due si ripeteranno in Canada, uno dei paesi in cui l’animazione gode di maggiori finanziamenti pubblici in virtù della sua dignità artistica grazie al National Film Board of Canada (ente che sostiene la produzione di audiovisivi tout court), avvalsosi per decenni del fondamentale contributo dello scozzese Norman McLaren, autore del pluripremiato Neighbours (1952), realizzato in pixilation (tecnica che concerne l’impiego di veri attori in sede di stop-motion e usata, per fare un esempio recente e riconoscibile, anche per i cortometraggi della Aardman Animations Angry Kid). McLaren si distingue anche per essere una delle figure storiche dell’asifa (International Animated Film Association), fondata nel 1960, anno inaugurale del Festival di Annecy, sponsorizzato proprio da 20

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