Cambiare e Vivere Labico news 2008

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Anno 2, numero 8

Non ci resta che ridere

Apodittica affermazione del vicesindaco Alfredo Galli in consiglio comunale: “Labico è uno dei pochi paesi in Italia ad essere tagliato in due da una statale”. Come al solito il nostro autorevole amministratore si fa apprezzare per la discrezione. Avrebbe potuto dire: d’Europa, del Mondo, dell’Universo. Invece no, sobrio, come sempre, ha preferito non esagerare. Non ha neppure detto “l’unico”, ma “uno dei pochi” dando così anche a qualche altro la possibilità di iscriversi a questo sparuto club. Eppure a me non me ne vengono in mente molti altri. Uno o due. Anzi dieci. Mi sa un centinaio. O duecento. Forse cinquecento. Comunque a mille non ci si arriva.

Casello, Rifiuti, Lavoro e Incarichi di Maurizio Spezzano Il Consiglio Comunale di venerdì 6 giugno aveva pochi punti all’ordine del giorno, ma troppa carne sul fuoco. Volevo scrivere qualcosa di leggero, ma gli argomenti non me lo permettono, anche perché bastano questi quattro punti da soli a dare l’immagine della pessima gestione della cosa pubblica da parte della maggioranza. CASELLO Sulla Valmontone-Cisterna abbiamo detto tutto ciò che era possibile dire, forse ci siamo dimenticati del fatto che in realtà la bretella in questione c’entri poco o nulla: qui si tratta solo del casello autostradale di Labico. Un’opera costosa e dall’impatto ambientale devastante per il già fragile territorio comunale, voluta fortemente da chi ha già provveduto a farne scempio con il cemento, consumando il territorio nel silenzio più assordante, con la complicità di una parte dell’opposizione passata. La messa in sicurezza della Casilina è la foglia di fico per coprire la realtà vera dell’opera: creare un interporto nella zona di Colle Spina, rendendo impossibile la vita dei residenti del quartiere, attirando una quantità esorbitante di automezzi pesanti e sventrando da parte a parte l’unico polmone verde del paese: Fontana Marchetta e i Casali. Là dove oggi ci sono prati e alberi, domani c’è la concreta possibilità di veder circolare solo mezzi pesanti e un andirivieni di tir, con il rischio di ulteriori costruzioni invasive.

Sono convinto che ci possa essere benessere e ricchezza a prescindere dal solo cemento e dalla devastazione del territorio. Molti comuni stanno recuperando i centri storici e stanno tutelando i prodotti tipici: a Labico è possibile fare la stessa cosa, avendo un bel centro storico da salvare e prodotti tipici che non mancano. Il costo dell’opera resta molto alto, destinato con gli anni a crescere sempre di più, ma per renderla più appetibile hanno eliminato qualche parte che giudicano al momento superflua. Resta alta, anzi altissima, la spesa per gli espropri e la costruzione del solo casello, che da soli assorbono più dei due terzi del costo complessivo dell’opera. Mi piace ricordare che anche la parte del nostro gruppo favorevole al casello, si è dichiarata non più disposta a sostenere l’opera così invasiva, avendo intravisto il danno irrevocabile al nostro territorio. RIFIUTI Napoli non è poi così lontana da Labico. Resta da scoprire quanto tempo occorrerà prima che ciò avvenga. La gravità della situazione è data dal fatto che la prevista ristrutturazione della società GAIA, comporterà il licenziamento di una parte di maestranze. Non siamo riusciti a capire il motivo per cui il nostro comune continui ostinatamente a perorare il contratto con GAIA, considerato che il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Sarebbe stato importante scoprire le cause di tale disastro. Di questo non se n’è parlato, forse perché il baraccone è stato terreno di caccia elettorale per più di una persona e palestra di sprechi e speculazioni finanziarie che l’hanno condotta al disastro. Comunque il contratto non è conveniente, perché oltre alle parole non c’è niente di concreto, se non le solite promesse di un ente destinato comunque a morire, così come si evince dal dispositivo di delibera. Una cosa è certa: sono aumentate le tariffe, destinate anch’esse ad aumentare ancora, ma il servizio non solo non è migliorato, ma addirittura peggiorato. Inoltre, non si capisce chi dovrebbe controllare la inadempienze contrattuali, considerato che del passaggio settimanale del mezzo meccanico non c’è traccia, con le strade che sono sempre più sporche e i secchioni sempre più pieni. LAVORO E’ stata la nostra vittoria. Abbiamo condotto con passione una battaglia incentrata più che sugli aspetti economici, sulla dignità umana. La delibera proposta ha messo in luce la scarsità dei mezzi, messi a disposizione dall’amministrazione, destinati al lavoro. Per anni si è tenuti sotto la soglia della dignità sette lavoratori che percepivano al netto qualcosa come 250 euro al mese. Abbiamo giudicato tutto questo immorale e abbiamo costretto la maggioranza a votare un nostro emendamento che ha raddoppiato la cifra percepita fino ad oggi. Nessuno di noi sogna di mettere il cappello su questa vittoria, ma siamo convinti che ciò non sarebbe accaduto se, caparbiamente, non avessimo puntato i piedi. L’inclusione al lavoro di persone svantaggiate e una più giusta retribuzione sono elementi distintivi del fare politica vera del nostro gruppo. Abbiamo avuto la certezza di ciò che andiamo a denunciare da tempo, cioè che le delibere sono approssimative, quando a una prima lettura ci siamo accorti che veniva menzionata la forma contrattuale del CO.CO.CO, oramai superata da altre forme contrattuali, facendola cassare dalla convenzione.

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