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INTRAPARENCHIMALI oppure nel migliore dei casi CONGESTIONE del parenchima colpito senza alcuna rilevanza clinica. La funzione respiratoria risulta alterata soprattutto nei casi in cui per ostruzione arteriosa non massiva con circoli di compenso efficienti non avvengono ne morte, ne infarto polmonare: in questo caso i distretti colpiti sono ventilati ma NON PERFUSI perciò sono esclusi dalla ventilazione causando un chiaro quadro ASFITTICO che varia in base alla entità della alterazione. Clinicamente sono presenti sintomi aspecifici: dolori al torace, dispnea, tachipnea, tachicardia, ansia, turgore delle vene del collo, tosse con espettorato spesso sanguinolento; se grave ci può essere shock o arresto cardiocircolatorio. Esami di prima istanza sono la TC e la scintigrafia ventilatoria e di perfusione. Al laboratorio può essere fatta la ricerca del D-‐DIMERO (prodotto della degradazione della fibrina) che se positivo non conferma la diagnosi, ma se negativo la esclude. La tecniche che fornisce la diagnosi certa è l’angiografia polmonare. Importante fare anche un analisi dei gas ematici che solitamente mostrano ipossia, ipocapnia (iperventilazione) e alcalosi respiratoria. La terapia è essenzialmente trombolitica (eparina, streptochinasi, urochinasi) + riposo sotto controllo medico intensivo; se necessario deve essere somministrato O2. In caso di emergenza è necessaria la embolectomia d’urgenza. -‐ INFARTO POLMONARE: non è una conseguenza di embolia in se per se, ma è dovuto per lo più alla insufficienza dei circoli collaterali di compenso oppure a una trombosi autoctona. In generale si distinguono infarti ISCHEMICI (in cui c’è necrosi senza sangue – TUTTI gli infarti sono ischemici) e EMORRAGICI (in cui c’è necrosi con sangue – ALCUNI infarti possono essere emorragici). L’infarto polmonare è un infarto emorragico, come gli infarti degli organi con organizzazione anatomica complessa (es. intestino). Esso è rappresentato macroscopicamente da un’area piramidale con una base alla pleura (o comunque verso l’esterno del polmone) ed una apice a livello dell’ilo. L’embolo corrisponde all’apice. L’area appare rosso cupa, priva di aria, con limiti netti rispetto al parenchima circostante e superficie rilevata rispetto al resto. Il fatto che arrivi fino alla pleura significa che i prodotti della necrosi tissutale sottostante irritano la pleura: si parla quindi di PLEURITE CONSENSUALE LOCALIZZATA -‐> consensuale perché è collaterale ad un infarto; localizzata perché è possibile riconoscere un rumore caratteristico alla auscultazione perché sulla pleura viscerale di ha la deposizione di fibrina che causa sfregamento. L’infarto polmonare dà dolore acuto, puntorio, sfregamento localizzato con grado variabile di compromissione generale. Patologia INFETTIVA polmone (Prof. Bianco + Ascenzi) Esistono numerose classificazioni delle polmoniti di origine infettiva. Tra queste è opportuno ricordare: -‐ Classificazione EZIOLOGICA: batterica, parassitaria, micotica, virale -‐ Classificazione EPIDEMIOLOGICA: polmonite acquisita in comunità (extra-‐ospedaliere) polmoniti nosocomiali (ospedaliere). -‐ Classificazione CLINICA: TIPICHE e ATIPICHE (sintomatologia subdola e aspecifica) -‐ Classificazione ANATOMOPATOLOGICA: le polmoniti sono divise dal punto di vista anatomico in ALVEOLITI e POLMONITI INTERSTIZIALI. Questa distinzione coincide con quella eziologica. Le alveoliti sono flogosi essudative, cioè si ha la formazione di essudato; le polmoniti interstiziali sono flogosi produttive, cioè c’è il richiamo di cellule che non si trovano comunemente nell’essudato (cell. immunitarie e accessorie). -‐ ALVEOLITI: Polmonite lobare: risparmia SEMPRE i bronchi: è causata da un numero ristretto di agenti patogeni, per lo più PNEUMOCOCCO, DIPLOCOCCUS LANCEOLATUS, S. PNEUMONEAE o BACILLO DI FRENKEL. Le polmoniti lobari colpiscono soggetti sani e giovani. Riflette uno stato di IPERGIA (iperstimolazione, iperattività) del sistema immunitario. Viene anche detta polmonite CROUPALE, che rappresenta una lesione paragonabile al CROUP, cioè una lesione laringea associata alla difterite caratterizzata da essudato fibrinoso.
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