Anatomia patologica appunti[1] unlocked

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legata alle condizioni di vita comuni dei gruppi familiari. Massima incidenza nel sud-­‐ovest degli Stati Uniti, praticamente sconosciuta in Asia. Eziologia Tutti i dati indicano una forte attivazione e proliferazione dei TH1 in risposta ad un antigene esogeno o endogeno, con conseguente formazione granulomi, sotto lo stimolo dell’IL1 e dell’INF. Le teorie proposte per spiegare questa iperattivazione sono diverse: • Presenza di un antigene in grado di attivare selettivamente (e magari policlonalmente) i TH1 • Inefficacia del meccanismo soppressivo nei confronti dei TH1 • Difetto genetico di attivazione dei TH1, che si attivano in maniera esagerata I linfociti nella malattia sono attivati in maniera oligoclonale, e non si ha una proliferazione aspecifica. Per quel che riguarda invece il mantenimento della situazione di iperattivazione, essa è dovuta alla produzione di IL2 e di INF, di CSF-­‐GM ecc che producono la proliferazione ed il richiamo di macrofagi e linfociti. Ultimamente, sembra che la tecnica di ibridazione del DNA e la PCR, eseguite su frammenti di tessuto polmonare infetto, abbiano trovato frammenti di DNA micobatterico. Inoltre questa ipotesi è avvalorata dalla presenza di numerosi linfociti di tipo γ-­‐δ, tipici della TBC. Fisiopatologia • Accumulo di cellule infiammatorie mononucleate, e di linfociti, in forma di granuloma nei vari tessuti. La struttura tipica del granuloma è un aggregato compatto di cellule giganti ed epitelioidi, attorniato da un anello di linfociti T e B (in misura minore), e ben delimitato da una componente fibrillare. Nel complesso la struttura è abbastanza demarcata. Le cellule giganti della sarcoidosi possono avere struttura simile alle cellule da corpo incluso, con inclusioni stellate (corpi asteroidi), a forma di conchiglia (corpi di Schaumann), o corpi rifrangenti contenenti calcio (corpi residui). • Il danno che la malattia produce non è legato allo stimolo infiammatorio lesivo per il tessuto sano, ma al fatto che le cellule che si accumulano, libere o sottoforma di granuloma, costituiscono un ispessimento che finisce per danneggiare l’architettura dell’organo e quindi la sua funzione. Infatti le manifestazioni patologiche si hanno quando un numero sufficiente di granulomi ha colpito l’organo in questione. • Dipende da quale organo è colpito il manifestarsi della malattia: essa infiltra ubiquitariamente tutti i tessuti, ma sono l’occhio, il polmone, la cute e i linfonodi a dare evidenza clinica di questo, mentre ad esempio il fegato sebbene infiltrato non reca segni clinici evidenti. Nel polmone invece la malattia comprime le pareti degli alveoli, dei bronchi e dei vasi, producendo ectasia polmonare e ipoperfusione alveolare. • Nella remissione della malattia il granuloma guarisce per la dispersione delle cellule infiammatorie o per la proliferazione dei fibroblasti dall’esterno, con formazione di una piccola cicatrice. Se la malattia si protrae a lungo o se si sviluppa una infiammazione più intensa, il processo può trascendere il granuloma ed estendersi al tessuto circostante, con lo sviluppo di una fibrosi che danneggia la funzione dell’organo stesso. Anatomia patologica In tutti i tessuti colpiti sono tipici i granulomi non caseosi, formati da agglomerati di cellule epitelioidi, spesso con cellule giganti di Langherans e da corpo estraneo. La necrosi centrale è molto rara. Come detto, nella forma cronica questi vengono intrappolati da esteso tessuto fibroso Non patognomonici ma caratteristici sono: • Corpi di Schaumann: concrezioni lamellari costituite da calcio e da proteine • Corpi asteroidi: inclusioni a forma di stella presenti nel citoplasma delle cellule giganti dei granulomi Nel polmone le lesioni assumono l’aspetto di piccoli noduli palpabili di pochi cm di diametro, che appaiono come addensamenti parenchimali non cavitati e senza necrosi caseosa. Hanno una tendenza molto elevata alla cicatrizzazione e alla fibrosi polmonare interstiziale. Clinica La malattia viene nella maggior parte dei casi diagnosticata attorno ai 40 anni per un esordio improvviso di 1-­‐2 settimane, o sintomi subdoli di 2-­‐3 mesi, quali anoressia, calo ponderale, febbre e affaticamento. -­‐ Forma asintomatica: viene diagnosticata nel corso di esami di routine, e riguarda circa il 10-­‐ 20% dei casi. Soprattutto radiologie del torace. -­‐ Forma acuta: esordisce in 1-­‐2 settimane con sintomi di malessere generale e a volte sintomi polmonari. Esiste la forma di Lofgren, tipica delle donne scandinave e irlandesi, con quadro radiologico di addensamento linfonodale ilare e sintomatologia articolare, e la sindrome di

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