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-‐ Melanoma in situ a diffusione superficiale colpisce più i settori dorsali dell’uomo e quelli della gamba nella donna. Il diametro della lesione non supera i 2,5 cm e la superficie appare più o meno rilevata. Sono presenti tratti di regressione spontanea. Il colorito va da bruno nerastro a blastro. I melanociti sono disposti nell’epidermide in nidi negli strati profondi e isoltamente in quelli superficiali. Il loro nucleo è atipico possiedono abbondante citoplasma. Nel derma sono sempre presenti melanofagi e infiltrati linfocitari. La trasformazioni e in melanoma inizia più precocemente che nella lentigo maligna. - Melanoma lentigginoso acrale in situ si manifesta alle palme delle mani e dei piedi. Questa forma evolve rapidamente verso il melanoma. MELANOMA Neoplasie di cellule melanocitiche con comportamento maligno. Possono esistere diversi tipi di lesioni raggruppate sotto il termine di melanoma. - Melanomi cutanei I melanomi difficilmente si sviluppano in età pre-‐puberale, mentre sono più frequenti nell’età adulta e senile. I melanomi cutanei si possono manifestare in 2 forme: • Melanoma a diffusione superficiale: si sviluppa superficialmente mantenendosi per un certo periodo nel contesto dell’epidermide. • Melanoma nodulare: invade rapidamente il derma superficiale e quello profondo. È più grave del precedente. Il melanoma maligno cutaneo appare macroscopicamente come una PLACCA o come un NODO TESO si colore NERO o BRUNASTRO, spesso variegato e circondato da un ALONE ROSSASTRO da iperemia. La superficie è LISCIA o finemente irregolare. Spesso il paziente denuncia un accrescimento sensibile negli ultimi tempi. In alcuni casi il pigmento può mancare del tutto e quindi il colorito è ROSSO CARNE. Se avviene diffusione locale, accanto al nodo principale possono esserci nodi più piccoli. Microscopicamente sono presenti caratteristiche salienti. Innanzitutto deve essere prelevato un prelievo mediante incisione “a losanga” che corre a circa 2 cm di distanza dal margine della neoplasia e che si estrinseca in profondità in modo da assicurare una ABLAZIONE il più possibile COMPLETA. La caratteristica istologica del melanoma è la intensa e irregolare ATTIVITA’ PROLIFERATIVA che si verifica alla giunzione dermo-‐epidermica. Da un lato c’è l’invasione dell’epidermide da parte di melanociti riuniti in NIDI che si spingono fino allo strato corneo, con conseguente scompaginamento dei vari strati, dall’altro c’è diffusione nel derma, in cui melanociti avanzano fino al sottocutaneo. Le cellule presenti pur essendo molto diverse tra loro appartengono a de gruppi: cellule fusate e cellule epitelioidi e di solito nel tumore un tipo predomina sull’altro (anche se possono essere presenti entrambe). Le cellule fusate formano strutture ramificate distribuite in uno stroma collageno; le cellule epitelioidi (o epiteliomorfe) sono disposte in formazioni alveolari circondate da fibre collagene. Ci sono discrete figure mitotiche e la melanina è presente in quantità variabile. Raramente si riscontrano anche elementi balloniformi. A livello del derma sono costantemente presenti infiltrati linfocitari. Secondo CLARK esistono 5 livelli di invasione (si basa s LIVELLI ANATOMICI): 1. Interessamento epidermide e annessi cutanei 2. Invasione del derma papillare con infiltrazione di poche cellule del confine tra derma papillare e derma reticolare 3. Infiltrazione dell’intero derma papillare e ampia parte del derma reticolare 4. Invasione del derma reticolare 5. Invasione del sottocutaneo Secondo Clark dopo asportazione chirurgica del melanoma, la probabilità andare incontro alla morte entro 5 anni è di 1° livello 2° livello 3° livello 4° livello 5° livello 0% (non c’è invasione del derma) 8% 35% 46% 50% Esiste poi una seconda classificazione fatta da BRESLOW che si basa sulla misura dello spessore della neoplasia: “il punto di repere superficiale è lo strato granuloso dell’epidermide ovvero il punto più profondo dell’ulcera a seconda che il neoplasma sia intatto o ulcerato”. La gradazione di Breslow prevede che se lo spessore del tumore è < 0,76 mm esso non ha tendenza a metastatizzare e quindi non è necessaria la rimozione dei linfonodi regionali; se lo spessore è > 1,5 mm è necessaria l’asportazione profilattica dei linfonodi.
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