TM gennaio 2014

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

ANNO XXII N. 263

euro 2,00 www.trentinomese.it

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

GENNAIO 2014

IL LIBRO DEL MESE: LE FORMICHE DI FABIO VETTORI APPRODANO AL CATALOGO “DEFINITIVO”: STORIA, EVOLUZIONE CURIOSITÀ E SORPRESE

TUTTO ESAURITO AL BRIAMASCO! VIAGGIO NOSTALGICO CON QUALCHE SORPRESA... AMELIA FRASNELLI QUANDO CI COLPÌ IL MAL D’AFRICA

UNA “GUERRA TRA PARENTI”

1914-1918

CENTO ANNI DALL’INUTILE STRAGE


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Curcu&Genovese Associati s.r.l. - Südtiroler Studio s.r.l. - Riproduzione vietata

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RING di Carlo Martinelli

alla carlona DAL LARDELLAMENTO DI SÈ AL NANKURUNAISA: LA QUALITÀ DEL WEB

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i discute ancora: internet – con il suo corollario di social network, testi brevi per non dire brevissimi, tag, tweet, immagini spesso prevalenti sulle parole - ha fatto bene o male alla qualità della scrittura, alla profondità del ragionamento, alla possibilità del dialogo su cose serie, o comunque importanti, fondanti, di buon gusto o è il trionfo del futile, dell’inutile, del cazzeggio, della goliardata per non dire delle oscenità, delle volgarità e degli insulti? Il dibattito è ancora aperto e lo resterà a lungo, con ogni probabilità. Epperò nello stesso giorno, a metà dicembre, ci siamo imbattuti – su facebook, luogo dove spesso trionfa il vuoto pneumatico – in due testi che confermano quale straordinario serbatoio di creatività (e di qualità di scrittura) possa diventare il web. Succede che Giuseppe Genna – scrittore tra i più lucidi, fuori da ogni etichetta – se la prende con una categoria di professionisti. Leggete un po’ come li definisce. Ovvero arrivati ad un “tale grado di cialtroneria, narcisismo zoppo, ipocrisia, servilismo, approssimazione, ignoranza, suppurazione epatica, antilinguismo, scandalismo sul nulla, orrore, disumanità, compromesso al ribasso, disillusione tornita di entusiasmo chic, grado zero del lavoro, disturbo ossessivo compulsivo, spreco di lettere, gigantismo del nanismo, perizia della cazzata, dissolutezza italica, provincialismo, saccenza priva di qualunque ombra di accenno di fondamento, incapacità retorica, disfunzionalità, zitellaggine, perserveranza nell’errore, pratica dell’escrezione, falsificazione aprioristica, cecità, malizia da lumpen, certificazione dell’assenza, povertà esistenziale, pervicacia nella stolidità, bêtise, avidità, lardellamento del sè, opportunismo da anticamera, egolalia, inintelligenza, ingenuità priva di tenerezza, stanchezza ontologica, bradipismo sinaptico, balordaggine morale, angoscia di base, trisomia del giudizio, inappellabilità di cosa, inciviltà, personalismo in assenza di persona, stagnazione dell’idea, inopportunità dell’analisi, sghembaggine, psicofarmacopea inutilmente assunta, ebetismo, blandizie del potere che non c’è, ambizione alla conquista del nulla, superficialità vertiginosa, crapula solinga, patologia dell’effimero e del masturbatorio, milizia da satanismo varesotto, bollitura cervicale, pauperismo mentale, ordalia silenziosa, mescola di indecenze, pigrizia disneyana, borghesismi fuori tempo, coccola dello sbaglio, muscolo dello sbadiglio, parto della fantasia in niente fantasiosa, surrealtà, atteggiamento pontificale, sostituzione dell’interiore con l’indoor, meschineria, sozzura, piccineria, 6

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RING micragna spirituale, lordura, àsana del burlesque, assenza di mestiere, impraticabilità di affetti autentici, incoerenza, inefficacia, battutismo da osteria, infarto dell’idea, gangbang della stupidità, sciocchezzaio permanente, vaniloquio paraculturale, citazionismo rabelaisiano, allergia all’analisi, chiusura preventiva, spaventosi somatismi lombrosiani, crisi antropica, xenoglossia da telefilm, autocompiacimento degenerativo, irritualità e ineleganza, volgarità e distorsione, annichilimento e abisso, irrecuperabilità e capriccio, brachicardia e saprofitismo, dilettantismo e miseria, lolitismo e scurrilità, reducismo senza storia pregressa, inesperienza, panico da antifrasi, vampirismo e ladroneria, monocerismo e nulla”. Se non è vertigine letteraria questa, cosa altro lo è? Ah, dimenticavamo: i signori che Genna descrive come afflitti da questi difetti – ad essere buoni – sono i giornalisti. Per Genna infatti “la decomposizione del giornalismo italiano tutto è giunta allo stadio colliquativo. Mai prima d’ora, negli anni che mi è stato dato vivere in questo tempo a queste latitudini, avevo mai riscontrato nel giornalismo, cartaceo televisivo digitale, un tale grado…”. Il grado di cui sopra, appunto… Nello stesso giorno una giornalista trentina, Elisabetta Curzel, scopre – forse su un foglio appeso nell’ufficio di un collega – un foglio A4. Vi è stampata, a caratteri cubitali, una sola parola: NANKURUNAISA. “Credo – scrive sulla sua pagina facebook - sia una delle parole più belle del mondo. Forse perché semplicemente è diventata la mia, parola. È giapponese e significa “con il tempo si sistema tutto”. Una più libera interpretazione è “sopravvivi oggi per l’amore di domani”. Cosa c’è di più giusto? Di più sensato? I problemi possono caderti addosso come macigni, puoi rimanere schiacciata sotto il loro peso… ed è a quel punto, che ognuno di noi, dovrebbe urlare con tutto il fiato che ha in gola “Nankurunaisa”. Stringi i denti, vai avanti. Gli errori, le sofferenze, i torti subiti, sono le cicatrici che devi mostrare con fierezza. Sono ciò che ti hanno permesso di diventare la persona che sei oggi. E poi, ricorda, le cose belle prima o poi capitano a tutti, anche a te”. Non basta. Il post – si dice così, vero? – della Curzel scatena persino una dota disquisizione glottologica. Si scopre così che la parola viene dal dialetto okinawese dove la grafia esatta è: nankuru nai sa. Ma allora non tutti sono colpiti dal gigantismo del nanismo…


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi L’ANNO CHE VORREI

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e cose che vorrei, le cose che non vorrei, per l’anno 2014. Un sogno ad occhi aperti, una riflessione minimale sulla nostra terra, sulla Terra in montanis, affinché ciò che accadrà rientri nel grande cerchio dell’armonia e della speranza. Oppure rimanga utopia. 1. Gennaio è il mese in cui, sotto la crosta di ghiaccio, l’acqua viene accumulata nei laghi e nelle sorgive per esserci offerta poi durante le ormai torride estati. E non sprecata e inquinata per creare serpenti e draghi bianchi di neve artificiale tra sponde gialle e marroni del manto erboso invernale. 2. Febbraio è mascherato, momento sublime dell’inversione dei ruoli, del trapasso delle fasi lunari, dell’ebbrezza sfrenata e della follia. È il mese in cui il potente sta in basso come l’uomo comune. 3. A marzo si taglia l’albero primaverile, prefigurazione della Pasqua. Dopo il taglio si pulisce il bosco, affinché cresca il sottobosco coi piccoli frutti. Soltanto in certe parti del Trentino si accatasta, come tante future pire in attesa di roghi estivi, il legname di scarto. Scarto la cui cura costa fatica e che non viene ripagato con moneta sonante. Così i nostri boschi sono una sorta di coacervi di pire funerarie. 4. Aprile apre le porte al toro sacrificato nelle grotte del dio Mithra e ricorda il sacrificio di un uomo dio sulla Croce. Un sacrificio inutile, visto come vanno le cose, dalla politica all’economia. Di cristiano, tra molta gente, è rimasto solo il biancore del sepolcro in cui Cristo è rinato per fuggire da questo mondo: i famosi sepolcri imbiancati. 5. Ben venga maggio, ovvero la festa di calendimaggio. Si accendono i fuochi sulle montagne, quelle stesse montagne che hanno visto l’Ascensione mariana. Sempre più i fuochi sono relegati nelle vette cosiddette secondarie, quelle dimenticate. Sulle altre spiccano mostri di ferro e acciaio, e la sporcizia della plastica se non il rumore assordante delle discoteche, così di moda, così funerarie. 6. In giugno il sole riprende il cammino inverso, comincia l’estate e il capo mozzo di San Giovanni fa capolino tra streghe e erbe magiche. Ma questo è un altro Trentino, un territorio che si racconta nei filò “per non dimenticare”. Il Trentino turistico è una pagina patinata: bella e liscia, anzi, scivolosa. I rifugi sono alberghi, i sentieri diventano strade asfaltate, la quantità ha sostituito la qualità. Al silenzio si preferiscono il chiasso e l’ammasso. Un grande palcoscenico, si girano film e le squadre di calcio, quelle dei tafferugli, delle violenze, degli imbrogli, sfilano nei paesi portando con sé la tristezza delle lattine vuote lasciate fuori dai campi di calcio. 7. Luglio, arde il sole nel cielo, l’estate è la manna dei poveri. Le colonne di auto lungo le strade fanno concorrenza ai serpenti, in val di Fassa si taglia il fieno e lo si butta in discarica perché di bestie non ce ne sono quasi più. Le fiere e le sagre spopolano ma sono come i vestiti della festa: si usano 8

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RING soltanto un giorno per poi riprendere il tran tran quotidiano e le falci sono sostituite dai trattori, si spruzzano i meleti con una quantità enorme di prodotti chimici e la gente continua a litigare. Il folk, molte volte, è diventato bifolk. 8. Agosto. Dopo aver oltrepassato la costellazione del Cane Maggiore, di cui fa parte la stella Sirio, il sole entra nella sua sede, il regno del Leone, protetto da Giove e Cibele. La politica va in ferie e per un mese le ciacole a vanvera le troviamo sulle pagine della cronaca perché, anche là, in vacanza, si parla, si parla, si parla, si promette, si accontentano tutti senza mai saper scegliere. 9. In settembre il chicco muore. È il mese della Mater dolorsa molto cara alla religiosità popolare, quella religiosità che incontriamo nelle vecchie case dei paesi, dove ancora i camini fumano. Eppure un tempo era il mese della gioia, dedicato a Mithra-Sole, signori e animatori del cosmo. È il mese in cui si coprono i ghiacciai perché la follia dell’uomo ne ha alterato l’equilibrio. È il mese in cui l’esercito glorioso degli insegnanti sfida la precarietà, l’ignoranza dei genitori, la stupidità della società, per formare ed educare i giovani a sognare un mondo migliore. 10. A ottobre l’uva matura. Nel vicino Sudtirolo, da anni, si è puntato alla qualità, strategia oggi premiata annualmente da meriti e posizioni in classifica. In Trentino soltanto pochi strenui combattenti della terra cercano di portare nel palato il sapore vero dei frutti di madre natura. La vite è cultura, è salvaguardia del territorio, è un carro di valori. 11. Novembre, si commemorano i defunti, i quali, un tempo, uscivano per alcuni giorni dall’oltretomba per trascorrere e condividere momenti di tranquillità e di ricordi con i vivi. Dovrebbe essere una festa familiare nella quale i morti si confondono con i vivi. Invece tutto si è ridotto a scherzetto dolcetto, simbolo della vita diventata cinematografia. Aveva ragione il situazionista Guy Debord quando descrisse ne La società dello spettacolo, l’onnivora presenza dell’apparire rispetto all’essere (concetto declinato qualche anno dopo dallo psicoanalista e sociologo Erich Fromm). È il mese di San Martino, ma di cavalieri che si tagliano il mantello in due se ne vedono ben pochi. Rimangono i cavalieri che promettono mari e monti: bla, bla, bla, bla, bla. 10. Con dicembre inizia l’Avvento, comincia l’anno liturgico, in attesa del nuovo sole solstiziale, del sole bambino destinato a crescere nel cielo e in terra. Adventus significa la venuta, una volta all’anno, della divinità nel suo tempio. Noi, di venute, siamo ancora in attesa. Siamo in attesa di una seria politica turistica, attendiamo una classe politica che sappia fare il suo lavoro e non politici che, di volta in volta, ricoprono sedie “diverse” pur di esserci. Aspettiamo una politica del territorio che ne salvaguardi le caratteristiche e i valori, desideriamo il “silenzio” rispetto al “rumore”, nella consapevolezza che il silenzio è una forza in grado di trasformare una parola vuota, inessenziale, dissipata, in una parola autentica, l’unico argine in grado di arrestare l’onda delle parole a vanvera. Aspettiamo una stampa con meno notizie scandalistiche e più approfondimenti, che chi ci governa apra gli occhi sulle grandi potenzialità che la nostra terra può offrire in termini di persone senza rincorrere la moda che richiede che tutto quello che viene da fuori per forza deve essere di pregio… Cara befana, ne hai di carbone da portare, come tutti gli anni d’altronde…

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La vita pubblica e privata di don Vittorio Cristelli, direttore di Vita Trentina dal 1968 al 1989, uno dei più coraggiosi testimoni e divulgatori del Concilio Vaticano II, che dalla tribuna del settimanale diocesano ha rappresentato una Chiesa che sta dalla parte dei poveri, che ama e promuove il dialogo.

dal 1926 il settimanale del Trentino


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RING di Tiziana Tomasini

di Paolo Chiesa

a mali estremi “VADO A SCUOLA”

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ltro che cinepanettoni o sdolcinate e mielose storie su quella che viene definita la magia delle feste; altro che luci sfavillanti e campanellini. A far emozionare studenti ed insegnanti di una scuola media cittadina, alle soglie del Natale, è stata la visione del film “Vado a scuola”, pellicola/documentario di Pascal Plisson. La storia – semplice quanto immediata – è costruita sulla vita di quattro ragazzini provenienti da diverse parti del mondo, che ogni giorno affrontano consistenti difficoltà per soddisfare il loro bisogno di conoscenza. Dalla sconfinata savana del Kenya alle creste di montagna del Marocco, dal caldo sud dell’India alla spettacolare Patagonia si raccontano – soprattutto attraverso la pregnante lettura delle immagini e senza alcuna ombra di pietismo – le avventure e le fatiche di questi giovani protagonisti, determinati a raggiungere la scuola con l’obiettivo di migliorare le loro condizioni di vita. Il parallelismo con le nostre esistenze comode e ben servite è simultaneo: per noi l’istruzione è un atto convenzionale, garantito ed assicurato, a volte mal tollerato e snobbato. Forse meriterebbe intraprendere anche un approfondimento della storia locale, a verificare in quali condizioni anche i nostri nonni e bisnonni si recavano a scuola. Dai racconti di famiglia veniamo a sapere che, anche questi nostri antenati, percorrevano quotidianamente (a piedi e con calzature poco adatte) un numero consistente di chilometri per raggiungere le sedi scolastiche dai banchi di legno e dai pennini e calamai; con un velo di tristezza apprendiamo che per molti di loro l’unica soluzione per poter studiare era la frequenza in un collegio, che stava a significare non solo lontananza fisica, quanto e soprattutto un difficile e spesso problematico distacco dagli affetti familiari. Di valle in valle, di paese in paese, anche loro per imparare, per andare avanti, per poter intravedere un futuro migliore. Per tutti questi motivi, pellicole come “Vado a scuola” dovrebbero essere periodicamente visionate dalle nuove generazioni, che non di rado si lamentano nell’assolvere l’obbligo scolastico, senza pensare alle massime comodità di cui godiamo (trasporti, attrezzatura scolastica, strutture…) e senza la consapevolezza che nel mondo – quello di oggi, non del Medioevo - esistono loro coetanei che mettono a rischio le loro esistenze per l’accrescimento personale, culturale e sociale.

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civiltà trentina “LA CIVILTÀ TRENTINA”. GENNAIO 2014. “IL SUCCESSO E GLI AMICI”

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quanti di voi è capitato di non vedere riconosciuti dei progetti creativi portati a termine con successo e soddisfazione? E non sto parlando del riconoscimento della massa o del grande pubblico. Mi riferisco a quello della cerchia di amici e conoscenti. Sarà anche vero che “Il vero amico si vede nel momento del bisogno”, ma è certo che fa piacere quando le persone gioiscono delle cose belle e positive che riesci a creare. Come diceva Oscar Wilde: “Chiunque può simpatizzare col dolore di un amico, ma solo un animo nobile riesce a simpatizzare col successo di un amico”. È vero o no? Vi è mai capitato di realizzare qualcosa di buono con la vostra creatività e di vederlo riconosciuto più dagli estranei che dalle persone che vi stanno vicino? Fanno eccezione i successi politici (molto spesso per convenienza), quegli economici oppure quelli che prevedono uno sforzo fisico notevole (tipo tagliare e spaccare 60 quintali di legna o imbiancare tutta la casa in un fine settimana). Quest’ultima categoria di imprese, quella cioè che prevede gran produzione di sudore, soprattutto da noi, in Trentino, è molto apprezzata e riconosciuta. Ma provate invece a usare la vostra creatività per scrivere articoli, racconti o per realizzare video da caricare su Youtube. Magari incontri qualcuno al bar o dal dottore che ti dice: “bella quella cosa che hai scritto sul Natale di chi non sta bene” oppure “che forte il video che hai fatto sulle vacanze al mare dei trentini”, ma da parte di molti degli amici non arriverà una parola. I motivi penso siano sostanzialmente due: non si crede che per scrivere quell’articolo o quel racconto ci sia voluta chissà che produzione di sudore; oppure non si sa nemmeno che quel racconto o quell’articolo è stato scritto proprio da te e se lo si sa, non lo si è letto, che forse è anche peggio. E se provi tu a parlare di quello che hai realizzato, sai che avrai al massimo un minuto di tempo per farlo, poi si dovrà ritornare a parlare dell’IMU, di quello che si preparerà per cena o dei lavori da fare. Sempre che non salti fuori l’amico che per mezz’ora ti racconta di quello che ha scritto il nipote o dei simpatici video che carica su Youtube il suo collega. Qual è la soluzione? Quella di continuare a creare le proprie cose parlandone solo con chi ne è interessato. Fa bene, toglie la negatività, aiuta a migliorare e fa capire quali sono gli animi nobili che nella tua vita riescono “a simpatizzare col successo di un amico”.


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RING di Gianfranco Gramola

diario rotaliano INIZIAMO L’ANNO CON ALLEGRIA Grazie a Dio le feste sono finite. Si riaprono gli uffici, le scuole, le fabbriche e si torna alla solita routine. La gente s’è messa a stecchetto per smaltire l’abuso di zampone, lenticchie, panettone, torroncini e altre leccornie ipercaloriche. È finita anche quell’aria melensa tipica delle festività natalizie e si torna ad essere criticoni e brontoloni. Le previsioni per il 2014 sono abbastanza catastrofiche, ma non voglio iniziare l’anno parlando di tasse ingiuste, politica arraffona, mafia e furbetti del quartierino e macerazioni varie. Provo invece a farvi sorridere raccontandovi alcune storielle divertenti che ho letto e sentito qua e là. Mauro di Mezzolombardo, un giovane single, mi ha raccontato che ad ogni matrimonio di qualche parente, veniva assalito da una vecchia zia che gli diceva:”La prossima volta sarà il tuo turno”. La zia non lo fece più quando Mauro disse la stessa cosa a lei ad un funerale. Parlando di vacanze, un mio amico di Andalo mi diceva: ”Non capisco perché il maschio italiano va in crisi quando deve decidere dove andare in vacanza. Andare in vacanza è facilissimo… Il suo capo gli dice quando e sua moglie gli dice dove”. Il giornalista e sceneggiatore Enrico Vanzina, dopo gli auguri di Natale, mi ha raccontato la storiella molto simpatica, dove il protagonista è un napoletano, che gli ha detto: “Io e mia moglie abbiamo passato tutto il mese di novembre a litigare. Io volevo comprarmi la macchina nuova e lei invece voleva comprare una pelliccia. Mo’ finalmente abbiamo trovato un compromesso. Le ho comprato la pelliccia… ma la teniamo in garage”. Sempre Vanzina, nel suo articolo dedicato al Natale, era preoccupato per Babbo Natale il quale, vista la sua veneranda età, con l’aria che tira, teme di essere messo da parte. E infatti ha cambiato carattere. Prima era buono, dolce, paziente con tutti i giovanissimi. Oggi li teme e comincia ad odiarli. Ad un bambino che gli ha inviato una letterina nella quale lo pregava di mandargli un fratellino, Babbo Natale ha risposto: “Lo farò, tu mandami tua madre”. Su un libro umoristico ho letto questo articolo, che riguarda gli italiani e che ha fatto molto scalpore. “È stata inventata la macchina che permette di acciuffare i ladri in soli 5 minuti. Installata in USA, ha fatto prendere mille ladri in 5 minuti. Installata in Germania, ha fatto prendere 5 mila ladri in 5 minuti, installata in Giappone, ha fatto prendere 10 mila ladri in 5 minuti. Installata in Italia è stata rubata in soli 5 minuti”. 12

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RING La mia simpatica amica Tracy, una pittrice di Boston, che ogni tanto viene in Italia, dove ha dei ricordi d’infanzia, insieme agli auguri mi ha mandato via e-mail una storiella molto divertente. È una bella giornata di sole. In un bar, sorseggiando il loro caffè, quattro signori attaccano discorso. Il primo dice: “Mio figlio è sacerdote. Quando incontra qualcuno per strada tutti lo salutano dicendo Padre”. Il tizio che è accanto a lui sorride e dice: “Mio figlio invece è vescovo. Quando entra in una stanza la gente si inginocchia e dice Monsignore”. Anche il terzo interviene dicendo: “Io ho un figlio cardinale. Sapete come lo chiamano? Sua Eminenza”. Adesso è il turno del quarto. “Mio figlio è Papa e tutti si inchinano davanti a lui, chiamandolo Sua Santità”. La cassiera del bar, che involontariamente ha ascoltato la discussione, s’intromette: “Io ho una figlia, è alta un metro e 80, mora, due occhi verdi e due seni che sembrano scolpiti nel marmo. Quando passa per strada, tutti gli uomini si girano ed esclamano Oh! Mio Dio”. Questa l’ho letta su internet. Una donna entra in farmacia: “Per favore, vorrei dell’arsenico”. Trattandosi di un veleno letale, il farmacista chiede informazioni prima di accontentarla. “A che le serve, signora?”, chiede il dottore. “Per ammazzare mio marito”. “Ah! capisco ... però in questo caso purtroppo non posso darglielo!”. La donna senza dire una parola estrae dalla borsetta una foto di suo marito a letto con la moglie del farmacista. “Le chiedo scusa signora – dice il farmacista - bastava dirlo che aveva la ricetta”. Spero che queste storielle vi abbiano fatto sorridere, perché sorridere fa molto bene alla salute e anche perché sorridere è gratis. Buon 2014


G Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]

SOMMARIO GENNAIO2014

In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti

4 COMMENTI

Attualità 12

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GIUSEPPE, TRENTINO DI TUTTE LE RUSSIE IL FANTASTICO MONDO FASHION QUANDO CI COLPÌ IL MAL D’AFRICA IL RIFORNIMENTO PER L’AUTO? LO FACCIO A CASA 38 UMBERTO RIGOTTI 40 LUIGI SENESI

Panorama

42 PASSION TANGO A RIVA DEL GARDA 45 ANCH’IO A TEATRO 46 NEL SEGNO DI SOLLIMA FILARMONICA 2014

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VARTALENT, IL CONCORSO DIVENTA CD

48 MEMORIA TEATRALE 50 PUCCINI, LUMIERE E PATRICK TRENTINI 51 CIRCO NAZIONALE CINESE

Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

TUTTO ESAURITO AL BRIAMASCO

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UNA “GUERRA TRA PARENTI”

18 IL MUSEO DELLA GUERRA DI ROVERETO 22 I SOGNI E I RAGAZZI DEL SERVIZIO CIVILE

Grafica: Fabio Monauni

Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 studiotn@bazar.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese

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Ring

Hanno collaborato a questo numero: Alberto Folgheraiter, Annalisa Borghese, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, i Maceta, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini

Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150

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Giorno per giorno

54 MOSTRE 58 APPUNTAMENTI DEL MESE

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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

Scoop&news

68 IL MATRIMONIO DEL MESE 71 A LUCIA LETRARI IL PREMIO “TRE MARIE“

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PRESENTATA GUIDACASA 2014

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ANNA GADDO. 55 ANNI DI ALTA MODA

Rubriche 77 78 80 81 82

IL RISTORANTE LIBRI E LIBRERIE CORREVA L’ANNO FRATELLI DI TAGLIA LA VIGNETTA

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trentinoattualità CENTO ANNI FA LA PRIMA GUERRA MONDIALE – 1° PUNTATA

UNA “GUERRA TRA PARENTI” CHE COSTÒ PIÙ DI 12 MILIONI DI MORTI di Alberto Folgheraiter

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ent’anni dopo se ne parla ancora. E quella che fu definita da papa Benedetto XV “un’inutile strage” (1° agosto 1917), in questo 2014 sarà al centro di convegni di studio, rievocazioni, seminari e manifestazioni plurime. Anche da noi, anzi soprattutto in Trentino-Alto Adige dove la guerra cominciò un anno prima rispetto all’Italia. Perché, se è vero che la storia è scritta dai vincitori, resta altrettanto vero che quella guerra l’hanno fatta “anche” i nostri bisnonni, mandati al fronte come carne da macello nell’estate del 1914. Invischiati, loro malgrado, in una guerra tra parenti quale fu, in effetti, il primo conflitto mondiale. Metà delle teste coronate d’Europa, infatti, era imparentata direttamente; l’altra metà per via di matrimoni combinati tra le Cancellerie più che per l’iniziativa dei nubendi.

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Inoltre, se i principali attori dello scontro, i regnanti del tempo, avessero avuto a disposizione un aggeggio da pochi soldi che oggi hanno in tasca persino i bambini delle elementari – un telefonino cellulare in grado di inviare un sms – probabilmente quella “inutile strage” si sarebbe potuta evitare. Ma così non era e così non fu. Nel corso del 2014, “Trentinomese” dedicherà uno spazio replicato a quella guerra che cambiò i confini d’Europa e il corso della storia anche in questo territorio di montagna. Converrà, pertanto, mettere in fila alcuni avvenimenti per capire come si arrivò a un conflitto che coinvolse, in un immenso braciere, tutta

l’Europa e persino gli Stati Uniti (che entrarono in guerra nel 1917) e via via fino all’Oriente estremo.

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l “cerino” che diede fuoco alla polveriera - il regicidio di Sarajevo delle undici di mattina del 28 giugno 1914 – non era che l’atto finale di uno spaventoso scivolamento verso l’Armageddon cominciato almeno quarant’anni prima. Quando cioè l’impero Ottomano, che per oltre tre secoli aveva dominato nei Balcani, in Medioriente fino all’Iraq e nel nord Africa, si era sbriciolato sotto la spinta delle principali Nazioni europee votate all’imperialismo: Inghilterra, Francia e Germania.

Nel 1875, in Bosnia e nell’Erzegovina vi fu una sollevazione popolare contro gli esattori delle tasse per conto dell’avido e ormai putrescente impero Ottomano. L’anno seguente, la Serbia, che non nascondeva il sogno di diventare “la Grande Serbia” e aveva fame di un approdo sul mare, dichiarò guerra all’impero Ottomano. Nel conflitto fu risucchiata la Russia dello zar Alessandro II (1855-1881) il quale, in pochi mesi, sbaragliò l’esercito turco. Quando si trattò di spartire il bottino, al Montenegro fu concesso uno sbocco sull’Adriatico, alla Bulgaria furono assegnati vasti territori turchi, alla Serbia quasi nulla. Anche perché nei mesi precedenti se n’era stata alla finestra a fare da spettatrice. La disinvolta suddivisione dell’impero Ottomano da parte dello zar era piaciuta poco alle altre potenze europee. Temendo la creazione di una “Grande Bulgaria”, la corona britannica e la corona di Vienna, coinvolsero come “onesto mediatore” il cancelliere tedesco Bismark (18711890). Si arrivò al “congresso di Berlino” del 1878 nel corso del quale fu rifatta la suddivisione del bottino levato alla dominazione turca. Scrive lo storico inglese Gordon Brook (“Il tramonto delle monarchie”, Rizzoli, 1989): “La decisione più fatale adottata dal congresso di Berlino fu quella di consentire all’Austria-Ungheria di occupare e di amministrare le due irrequiete province turche della Bosnia e dell’Erzegovina, che avevano originato tutto il tumulto di tre anni prima”. Solo di passaggio, ricordiamo che, dopo la devastante alluvione del 1882, ad alcune centinaia di persone della Valsugana,

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L’arresto di Gavrilo Princip subito dopo l’attentato

Truppe russe in trincea

di Romagnano e della bassa Val di Non, fu consentita, dall’imperatore Francesco Giuseppe (1848-1916), l’emigrazione proprio nella Bosnia-Erzegovina “provvisoriamente” amministrate da Vienna. Quel “provvisorio” divenne definitivo nel 1908, sessantesimo anniversario dell’incoronazione di Francesco Giuseppe, quando “la monarchia asburgica decise di tramutare la propria occupazione militare della Bosnia e dell’Erzegovina in un’annessione ufficiale”. L’annessione fu presa male, anzi malissimo, nelle Cancellerie a Berlino, a Londra e soprattutto a Pietroburgo dove lo zar, Nicola II (1894-1917), avrebbe voluto ottenere, quale contropartita, un appoggio di Vienna per un suo accesso al Mediterraneo attraverso il Mar Nero e i Dardanelli. La Turchia, sia pure soltanto a parole, continuava ad avere diritto di sovranità sulle due province. Pertanto fu tacitata con il pagamento di due milioni e mezzo di lire turche. La Serbia e la sua “protettrice”, la Russia, che anni prima avevano mal digerito l’occupazione delle due province “turche”, dopo l’annessione ebbero violenti mal di pancia. Si paventò un tintinnar di spade, ma tutto rientrò quando la Germania, fin dal 1879 alleata dell’Austria-Ungheria, convinse lo zar a fare marcia indietro, mentre Francesco Giuseppe minacciava Belgrado di invadere la Serbia. Pietro, diventato re di Serbia (1903) dopo il massacro dei regnanti della dinastia degli Obrenovic, fu costretto a ingurgitare l’amaro calice. Ma i tizzoni ardevano sotto la cenere. Il panslavismo cominciò ad armare la mano di sicari. Nel 1911 a Belgrado si costituì la società segreta Crna Ruka (“Mano Nera”) i cui fili portavano direttamente agli assassini del 1903, quegli stessi che avevano consentito a re Pietro di sedersi su un trono di sangue. Nel frattempo le grandi Nazioni si stavano preparando alla guerra. Forti pres-

sioni erano esercitate dalle industrie di armamenti (la Krupp in Germania, la Skoda in Austria, la Vickers e la Armstrong in Gran Bretagna, la Schneider-Creusot in Francia). Volevano vuotare gli arsenali per riempiere i “loro” granai. Da alcuni anni, l’Austria-Ungheria aveva avviato la fortificazione dei confini con l’Italia (ne scriveremo sul numero di febbraio 2014). In verità, Casa Savoia aveva firmato un trattato col cancelliere Bismark il 20 maggio 1882, trasformando con ciò in triplice la duplice intesa austro-tedesca. Se l’Italia fosse stata aggredita dalla Francia, la Germania sarebbe corsa in suo aiuto. Sulla reciprocità dell’intervento italiano, da parte di Bismark restavano serissimi quanto fondati dubbi. Tant’è vero che quando l’Austria diramò l’ultimatum alla Serbia, alla richiesta di Francesco Giuseppe all’Italia di onorare i suoi obblighi verso l’Intesa, Vittorio Emanuele III (19001946) rispose che avrebbe mantenuto

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un “atteggiamento cordiale”. Il 3 agosto 1914 aveva dichiarato la neutralità italiana. Nove mesi dopo era entrato direttamente in guerra proprio contro l’Austria. Del resto, fra l’impero delle undici nazionalità e quella che Metternich aveva definito “un’illusione ottica” come potenza europea, l’Italia, la ruggine era antica. C’erano state le guerre di Indipendenza, finite con la cessione all’Italia di Lombardia e Veneto, attraverso la Francia e non direttamente come sarebbe stato normale. Quando Vittorio Emanuele II (1861-1878) vide che le grandi potenze stavano per spartirsi le spoglie dell’impero Ottomano, nell’estate del 1877 mandò in missione a Londra, Vienna e Berlino il ministro degli Interni, Francesco Crispi. Alle Cancellerie visitate, Crispi fece questo ragionamento: se l’Austria doveva avvantaggiarsi a spese dell’impero Ottomano, l’Italia avrebbe dovuto avere le “terre irredente” del Trentino e di Trieste che erano manca-

Piazza d’Armi (oggi Piazza Venezia): la sfilata del reggimento Kaiserjäger diretto alla stazione ferroviaria


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Soldati Trentini in Galizia nel 1914

te al bottino del 1866. Irritato da tanto ardire, il primo ministro inglese, Disraeli, aveva ribattuto: “Se proprio volete, prendetevi l’Albania”! Dieci anni dopo, mentre l’Italia era impegnata in una disastrosa guerra coloniale nell’Africa orientale, Bismark, il Cancelliere di Ferro, s’era spinto oltre, osservando, sprezzante, che gli italiani avevano un robusto appetito ma pessimi denti. Insomma, pur facendo parte della “Triplice”, Berlino e Vienna consideravano l’Italia uno Stato-marionetta; e gli italiani, semplicemente dei “voltagabbana”. Tale giudizio ha resistito fino ad anni recenti. Sul finire del XX secolo, il “Kurier” di

Vienna scrisse, testualmente: “Che cosa volete? Gli italiani non hanno mai finito una guerra con gli stessi alleati con i quali l’hanno cominciata”. Nella tragica estate del 1914, Austria e Germania, Francia, Inghilterra e Russia, arrivarono alla guerra più per l’ambizione degli Stati Maggiori che per la reale volontà dei regnanti. L’incertezza e la confusione degli ultimi giorni di luglio del 1914, prima che i cannoni degli Asburgo cominciassero a sparare granate, furono determinate dalla lentezza nelle comunicazioni telegrafiche fra le Cancellerie e le teste coronate d’Europa. L’Austria decise le condizioni dell’ultimatum alla Serbia la

2 agosto 1914. Partenza della prima tradotta dalla stazione di Trento.

mattina di domenica 19 luglio 1914. A Berlino, il testo completo, arrivò la sera del 22 luglio. Il Kaiser tedesco, che era in vacanza nel mar di Norvegia, prese visione del testo dell’ultimatum, mentre era a bordo dello yacht reale, addirittura il giorno dopo. Anziché riceverlo dal suo cancelliere, lo lesse su un quotidiano norvegese. L’indomani del regicidio di Sarajevo, sull’onda dell’emozione e della commozione per la morte dell’erede al trono di Vienna e della sua consorte morganatica, il Kaiser aveva scritto al vecchio Cecco Beppe: “Troverete me e il mio impero fedelmente al vostro fianco, in quest’ora tenebrosa, in piena armonia con la nostra antica e provata amicizia e con gli obblighi della nostra alleanza”. Forte di queste assicurazioni, Vienna aveva avuto buon gioco a calcare la mano con Belgrado, ritenuta ispiratrice del duplice omicidio in Bosnia. L’imperatore tedesco era stato frainteso. Prometteva sì aiuto all’Austria, ma l’impegno era più che altro diplomatico. Ci fosse stato un telefono cellulare, tutto sarebbe stato chiarito in un baleno. Come faceva da cinquant’anni, Francesco Giuseppe era intento a passare l’estate a Bad Ischl, il più antico bagno di acqua salina dell’Austria, 55 chilometri a est di Salisburgo. Il Kaiser stava pescando nel mare del Nord. Gli alti papaveri delle Cancellerie di mezza Europa erano in vacanza chissà dove. Un celere scambio dei messaggi telegrafici sarebbe stato fondamentale ma la posta, anche la puntuale posta austriaca, s’inceppò. Non s’incepparono, invece, i cannoni quando l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, trascinando nel baratro, come un effetto domino, l’intera Europa. Una guerra che durerà 4 anni, 3 mesi e 14 giorni, con uno spaventoso bilancio di oltre 12 milioni di morti fra militari e popolazione civile. Nella carneficina furono falciati dal 15 al 20% dei giovani Inglesi, Francesi, Tedeschi e Russi. L’Italia entrerà in guerra un anno dopo, il 24 maggio 1915; gli Stati Uniti nel mese di aprile del 1917, mentre in Russia stava covando la rivoluzione Bolscevica che divamperà il 6 novembre dello stesso anno (24 ottobre del calendario Giuliano, ancora in uso nel Paese dello zar). In Italia, l’eco dei colpi di pistola esplosi a Sarajevo arrivò con i giornali del giorno seguente. Il “Corriere della Sera” pubblicava in prima pagina il dispaccio dell’agenzia Stefani, da Vienna, delle ore 17

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LE TESTE IMPARENTATE REGNANTI NEL 1914

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L’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe (1830-1916), in un quadro del 1910

16 del 28 giugno 1914. In taglio centrale, un commento sotto il titolo “La Corona tragica”: “Il delitto empie ancora una volta di lutto e di orrore le gravi dimore degli Absburgo. Intorno al vecchio Imperatore nuovo sangue gronda; nuove tombe si aprono ai piedi dell’antichissimo trono. E i morti di ieri si ricongiungono ai morti d’oggi. Pare che ogni nuova vittima di questo destino tragico della casa Imperiale d’Austria, riassuma tutte le altre, sia pietosa per sé e per quelle che l’hanno preceduta. La morte non si stanca di colpire. Allarga sempre di più il giro della sua falce. Rispetta solo il monarca ottuagenario. Vuole che egli campeggi unico tra la sua razza decimata”. Passò un mese, come s’è visto, prima della dichiarazione di guerra alla Serbia. Il 28 luglio il vecchio imperatore si rivolse con un proclama ai “suoi” popoli, costretto dalle “trame di un malevolo avversario” ad “impugnare la spada dopo lunghi anni di pace”. Scriveva inoltre: “Quando, dopo tre decadi di fruttuoso lavoro per la pace in Bosnia e Erzegovina, io ho allargato i miei diritti sovrani a quelle terre, il mio decreto suscitò nel Regno Serbo, i cui diritti in nessun modo offesi, esplosioni di irrefrenabile passione e dell’odio più accanito. […] Una serie di brutali attacchi, una cospirazione organizzata, attentamente preparata, e ben condotta, il cui successo ha ferito me e i miei fedeli popoli al cuore, forma una visibile traccia di sangue di questi complotti che erano gestiti e diretti in Serbia. Dev’essere imposto un limite a queste intollerabili azioni e dev’essere posto un termine alle insistenti provocazioni della Serbia. […] 18

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llo scoppio della prima guerra mondiale, sul trono delle Grandi potenze sedevano cugini di vario grado, ognuno dei quali (è un curioso dettaglio) appartenente a una religione diversa: re Giorgio d’Inghilterra alla Chiesa Anglicana; il Kaiser Guglielmo alla Chiesa Luterana; l’imperatore Nicola di Russia alla Chiesa Ortodossa e l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria alla Chiesa Cattolica. Re Giorgio V di Gran Bretagna era nipote diretto della regina Vittoria essendo figlio di Edoardo VII. Stessa nonna, la regina Vittoria, per il Kaiser di Germania, Guglielmo II la cui mamma, Vittoria, era la primogenita della regina che regnò sul trono di San Giacomo per 63 anni e mezzo. Un’altra nipote della regina Vittoria, Alessandra d’Assia (figlia di Alice, terzogenita dei nove figli avuti dalla regina Vittoria col marito Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha) era andata sposa a Nicola II (1894-1917). Con ciò, lo zar di tutte le Russie era diventato nipote di Edoardo VII e cugino di primo grado di Giorgio V e di Guglielmo II. Quanto a Francesco Giuseppe d’Austria era imparentato, sia pure di secondo grado, con Vittorio Emanuele II di Savoia, avendo in comune quattro bisnonni: Leopoldo II d’Austria, Maria Luisa di Borbone, infanta di Spagna; il re delle due Sicilie, Ferdinando I di Borbone e sua moglie, Carolina d’Asburgo-Lorena. Devo perciò procedere con la forza degli eserciti per assicurare quelle indispensabili garanzie che sole possono assicurare tranquillità al mio Stato all’interno e duratura pace all’esterno”. Francesco Giuseppe concludeva il suo proclama confidando “nel coraggio e nella dedizione delle forze dell’AustriaUngheria, e ho fiducia che l’Onnipotente dia la vittoria ai miei eserciti”. Il 31 luglio 1914 l’imperatore d’Austria ordinò la mobilitazione generale dei nati dall’anno 1873 al 1893, vale a dire coloro i quali avevano da 21 a 42 anni. In novembre la leva obbligatoria sarà anticipata a vent’anni; poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia, nell’aprile del 1915,

saranno arruolati perfino i cinquantenni. Nel 1917 saranno chiamati alle armi pure i diciottenni. Complessivamente, nel corso della guerra, il Trentino alimenterà la fornace con sessantamila uomini e 1.700 ufficiali. I caduti furono 11.500; i feriti più di 14mila, e i prigionieri oltre 12mila. Scrisse Ottone Brentari (“Le rovine della guerra nel Trentino”, 1919): “Se a questi 60mila si sommano gli evacuati, confinati ed arrestati in Austria (150mila), ed i rifugiati in Italia (30mila), si avrà un totale di 240mila: cioè più della metà della popolazione del Trentino allontanata dal suo paese”. Prima della guerra, il 90% della popo-

Soldati austro-ungarici in una trincea sul fronte galiziano


trentinoattualità lazione trentina era favorevole alla permanenza sotto la dominazione di Vienna; dopo la guerra la percentuale si era drasticamente capovolta. Puntualizza Sergio Benvenuti (“Il Trentino durante la guerra 1914-1918”): “In un primo tempo il numero dei disertori trentini dell’esercito austriaco che cercavano rifugio in Italia fu piuttosto limitato. Numerosi furono invece i soldati trentini che si diedero volontariamente prigionieri dei russi”. Ci furono anche parecchi casi di autolesionismo. Nel tentativo di farsi riconoscere inabili alle armi, i soldati ingurgitavano decotti di nicotina, o si sparavano a una mano o la sporgevano dalla trincea perché qualche cecchino nemico la potesse abilmente colpire. Un mese dopo la proclamazione della guerra, il 28 agosto, quattro reggimenti di Tiroler Kaiserjëger (Cacciatori imperiali tirolesi) dei quali facevano parte numerosi Trentini, ebbero il battesimo del fuoco in Galizia, contro l’esercito russo. Ingaggiate varie battaglie tra la Polonia e i monti Carpazi, sotto l’incalzare dei russi l’esercito austro-ungarico fu costretto a retrocedere. Le perdite furono consistenti. Di 960 uomini del XXIII battaglione composto da Trentini e Tirolesi, mandato in Galizia nel dicembre del 1914, sei mesi dopo tornarono in Trentino soltanto 147 soldati. Nel primo anno di guerra, i militari Trentini morti sui campi di battaglia ai confini orientali della monarchia furono circa 7mila. Appena cominciata la guerra fra Vienna e Belgrado, tramite l’ambasciatore di Germania, Bülow, l’Italia domandò all’Austria la cessione del Trentino e, di conseguenza, l’immediato congedo dei Trentini arruolati nell’esercito austroungarico. Il 2 aprile del 1915, in cambio della neutralità italiana, Vienna manifestò la disponibilità a cedere alla corona dei Savoia i distretti di Trento, Rovereto, Riva del Garda, Tione (senza Madonna di Campiglio) e Borgo Valsugana. Inoltre, era previsto che il confine fra Austria e Italia fosse spostato a nord di Lavis. Roma replicò che voleva tutto il territorio conglobato nel Regno Italico di Napoleone nel 1811. Non si procedette al baratto perché, nel frattempo, l’Italia aveva firmato con Londra un “patto segreto” (26 aprile 1915) che fu reso pubblico dai bolscevichi nel 1917, appena saliti al potere dopo la rivoluzione di Ottobre. Siglato all’insaputa del Parlamento italiano, il documento prevedeva che l’I-

QUEI DUE COLPI DI PISTOLA E FU SUBITO ARMAGEDDON

L’

attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 era stato preannunciato da tempo all’arciduca Francesco Ferdinando d’Este, principe ereditario al trono d’Austria-Ungheria. Tant’è che poco prima di partire per una parata militare in Bosnia, ne aveva parlato, a cena, con suo nipote, Carlo, che sarà imperatore per soli due anni alla morte di Francesco Giuseppe: “So che fra poco mi uccideranno”. Nominato l’anno prima Ispettore generale delle Forze Armate, l’arciduca fu a lungo titubante su quel viaggio a Sarajevo per assistere alle manovre estive. Si decise probabilmente perché, per la prima volta, lo avrebbe potuto accompagnare la moglie morganatica, Sofia, alla quale, l’imperatore aveva tolto il veto a mostrarsi al fianco del marito nelle cerimonie militari. Era la prima volta e fu l’ultima. Una serie impressionate di “sfortunate coincidenze” portò l’augusta coppia davanti alla pistola di Gavrilo Princip, uno studente di origine serba che intendeva vendicare l’annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina del 1908. Oltre a Princip, per quell’attentato, armato dalla Crna Ruka (la Mano Nera serba) erano stati introdotti in Bosnia altri cinque potenziali assassini. Tutti provvisti di bombe, di pistole e di una fiala di cianuro per il suicidio in caso di fallimento dell’impresa. Mentre lo studente Gavrilo Princip, pistola in tasca, attendeva la coppia reale all’angolo di una strada, contro la vettura dell’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia, fu lanciata una bomba a mano. L’ordigno ferì l’aiutante da campo dell’Arciduca. La coppia reale, a quel punto, passò davanti a Princip a tutta velocità. L’attentatore, credendo fallito il suo compito, si incamminò verso il centro. Per un tragico scherzo del destino, poco dopo si ritrovò davanti all’auto dell’erede al trono d’Austria che stava tornando indietro per recuperare l’aiutante da campo, nel frattempo sottoposto alle prime cure. C’era grande folla, la vettura fu costretta a rallentare. Gavrilo Princip si trovò di fronte i due reali e poté agevolmente sparare due colpi di pistola contro le sue vittime. A nulla era servito il giubbotto antiproiettile che l’Arciduca indossava poiché fu colpito mortalmente al collo. Sua moglie, ferita allo stomaco, morì poco dopo. Princip, bloccato dalla folla tentò il suicidio con il cianuro, poi sparando un colpo di pistola. Non era ancora la sua ora. Vomitò il veleno, mentre la pistola fu deviata da un gendarme prima che potesse andare a centro. Condannato a vent’anni di carcere poiché troppo giovane per essere affidato al boia, Gavrilo Princip morì di tubercolosi, nella prigione di Terezin, il 28 aprile 1918. Aveva 23 anni. La guerra che aveva contribuito a scatenare stava volgendo al termine. talia sarebbe entrata in guerra contro l’Austria-Ungheria e la Germania entro un mese dalla firma. In caso di vittoria, l’Italia avrebbe ottenuto il Trentino, il Tirolo meridionale, la Venezia Giulia, l’Istria con l’esclusione di Fiume, una parte della Dalmazia, varie isole nell’Adriatico, i porti dell’Albania, un bacino di carbone in Turchia e la conferma della sovranità sulla Libia e il Dodecaneso. Il Governo italiano mantenne l’impegno e proclamò la guerra all’Austria il 24 maggio 1915. Ma al tavolo della pace, a Parigi, nel 1919, gli Stati Uniti non riconobbero il “patto di Londra” e Roma dovette, obtorto collo, accontentarsi di una parte del “bottino” pattuito: il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, la città

di Zara e qualche isola della Dalmazia. In Italia montò la polemica, si parlò di “vittoria mutilata”. Il governo liberale andò in crisi, con ciò spalancando la porta all’avvento del fascismo. Alla fine della guerra, dei quattro imperi che l’avevano cominciata restò integro soltanto quello britannico. La spartizione del bottino fra le Nazioni vincitrici, e l’umiliazione del popolo Tedesco voluta dalla Francia, servì a porre le basi per la Seconda guerra mondiale. Sarebbe stata più violenta e più terrificante della Prima: 55 milioni di morti (24 milioni e 400mila militari, 30 milioni 900mila civili). ■ Nel prossimo numero: “Trentino. L’esodo e la deportazione” 19

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trentinoattualità

di Fiorenzo Degasperi

IL MUSEO DELLA GUERRA DI

ROVERETO

NELLE SALE MEDIOEVALI I RICORDI TRAGICI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE: ARMI, PITTURE, DOCUMENTI, FOTOGRAFIE, TESTIMONIANZE

C

on il 1° gennaio 2014 si ricorderanno tante cose, presenti e passate. Su tutte spicca però il centenario dello scoppio della I Guerra Mondiale. Sebbene l’evento trovi nella data del 28 luglio 1914 l’ufficialità dell’apertura del conflitto mentre per l’Italia se ne parlerà nel 1915 –, un progetto europeo, diversificato per nazione, contribuisce già da qualche anno alla preparazione di convegni, mostre d’arte, esposizioni documentative, commemorazioni, filmati, pubblicazioni, ecc. La mobilitazione che lacerò il mondo e il pensiero in maniera tale che fino a 20

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oggi non hanno potuto essere ricuciti, come scrisse Robert Musil nei suoi Diari, sarà il leit motiv del 2014. Detto ciò, come hanno scritto Massimo Libardi e Fernando Orlandi, forse il modo migliore per raccontare come la Grande guerra abbia lacerato il mondo è cominciare dalla grande esposizione universale di Parigi inaugurata il 14 aprile del 1900. Ma per questa corretta contestualizzazione rimando allo splendido libro catalogo degli autori di Qualcosa di immane. L’arte e la grande guerra. L’entusiasmo iniziale, diventato ben presto lucido e consapevole disinganno e quindi l’apparire nel cuore e nell’anima

dell’orrore per ciò che è avvenuto, è stato raccontato, documentato, recitato, in mille modi e le scolaresche sono state messe in fila per visitare i diversi forti e fortezze che segnano il territorio della nostra provincia e che, restaurati, si ergono oggi a monito della violenza cieca e stupida del potere, di ogni potere. Ma c’è un luogo in particolare in cui tutto questo è gelosamente custodito, anzi costantemente aggiornato, trasformando ciò che potrebbe sembrare inanimato in un motore informativo e culturalmente fertile per ogni fascia di età: il Museo della Guerra di Rovereto. Nell’unica rocca trentina di chiaro stampo veneziano il 21 ottobre 1921, durante una di quelle splendide giornate autunnali che ti fanno rimanere allibiti per lo scenario che si apre sulla piana lagarina, il re Vittorio Emanuele III assieme a Giuseppe Chini, Giovanni Malfer, Antonio Piscel e don Antonio Rossaro, scelgono questo luogo, ritenendolo più adatto, per ricordare la Grande Guerra e per non dimenticare


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FOTOGRAFIE & BAMBINI

P

l’idea irredentistica che ha portato da una parte all’Unità d’Italia, dall’altra a ricordare il Risorgimento. La scelta di fare di Rovereto, in particolar modo di questo castello dalle antiche origini altomedioevali, un museo della guerra che oggi si presenta come il più importante, funzionale, progettuale museo tematico a livello nazionale, nasce dalla volontà di ricordare che questa città ha subito, forse più di tutte, gli effetti devastanti dei bombardamenti. Per non dimenticare, quindi, si è voluta raccogliere nelle arcaiche sale di questo castello, una volta ricordato perché aveva cento finestre e una moltitudine di leggendari passaggi segreti che lo collegavano a diversi palazzi della città e un tesoro mai trovato, una vasta collezione di cimeli, in parte direttamente provenienti dai campi di battaglia, in parte da donazioni e depositi di privati e di governi. Sebbene, per onor di cronaca, la documentazione presente sia squilibrata preponderatamente sull’”italianità” – ricordiamo, per chi ancora non lo sapesse o lo avesse dimenticato che il Trentino ha combattuto sul fronte austriaco perché il territorio, da secoli, era parte integrante di questo paese – il Museo nel tempo è riuscito ad uscire dalla

er ricordare i cent’anni della Grande Guerra il Museo della Guerra di Rovereto si sta muovendo in diverse direzioni. Tra gli avvenimenti che metterà in campo – conferenze, proiezioni film/documentari, convegni, mostre temporanee, ecc. – due di questi hanno un particolare significato per il territorio. Il primo riguarda un progetto fotografico dal titolo “Solo il Vento”. È stato affidato al fotografo di montagna Alberto Bregani, di camminare sul “Sentiero della Pace” che segnava il confine e al contempo il fronte tra l’Austria e l’Italia. Una campagna fotografica molto particolare nella quale il fotografo racconterà in modo personale ed evocativo le vestigia della Grande Guerra a cento anni dal suo scoppio. Il tutto nella migliore tradizione della fotografia, ovvero in bianconero su pellicola di medio e grande formato. Attualmente in corso di realizzazione l’evento può essere seguito nel blog di Alberto Bregani dedicato al progetto: www.soloilvento.it. La seconda iniziativa riguarda alcune pubblicazioni per bambini e ragazzi dal titolo “Sulle tracce della Grande Guerra in Trentino” e “Lungo i sentieri della Grande Guerra in Vallarsa”. I libri sono il frutto della collaborazione tra la Rete dei Musei e gli Ecomusei del Trentino. Il libretto, illustrato da Federica Periotto, offre un aiuto per comprendere ciò che è conservato nelle vetrine dei musei e ciò che rimane sul territorio. L’obiettivo è incuriosire ragazzi e genitori ad andare alla scoperta dei numerosi segni della Prima guerra mondiale ancora oggi visibili. Il libretto, realizzato anche nella versione tedesca e inglese, viene distribuito gratuitamente alle famiglie che lo richiedono nei musei ed ecomusei del Trentino. Nel corso dell’estate passata è stato presentato anche il libro “Lungo i sentieri della Grande Guerra in Vallarsa”, primo volume della collana di guide storico-escursionistiche dedicata a famiglie e ragazzi. Il progetto, intitolato “La montagna dei ragazzi”, è promosso dall’Accademia della Montagna del Trentino in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto. logica “irredentistica” per diventare un’agevole e specialistico strumento di conoscenza. Infatti spostandosi di sala in sala, attraversando cortili dai vetusti acciottolati, ci si imbatte in una miriade di armi leggere e pesanti, compresi proiettili di

tutte le stazze, forme e volumi. Tra cui uno incastrato nelle ruote di un vagone ferroviario, a seguito della esplosione di un deposito di munizioni avvenuto durante la guerra a Tezze Valsugana, una montagna-fronte-frontiera dai labirintici meandri che si offre ad una lettura im-

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trentinoattualità

DOVE E QUANDO Il Museo Storico Italiano della Guerra si trova nella parte alta della città di Rovereto, in Via Castelbarco 7, un tempo a controllo dell’antica via che portava in Vallarsa, al Pian delle Fugazze e quindi nel vicentino e nel padovano. Sono iniziati alcuni lavori di restauro e quindi, temporaneamente, non sarà possibile salire sugli spalti del castello mentre il percorso di visite alle sale espositive rimane immutato. Il Museo rimane aperto tutto l’anno, dal martedì alla domenica, con orario continuato dalle 10 alle 18. Nei mesi di luglio, agosto e settembre il sabato e la domenica l’orario è prolungato dalle 10 alle 19.00. In questo periodo è possibile visitare, oltre alla mostra permanente, le mostre temporanee “1918. Da Caporetto a Vittorio Veneto” e “Pasubio 1915-1918”. Il museo inoltre è dotato di una ricchissima biblioteca e di un archivio consultabile su appuntamento. Intensa anche l’attività didattica con le scuole elementari, medie e superiori della regione e non. In questo caso le visite si effettuano solo su prenotazione. Biglietteria: intero, dai 19 anni, euro 6.50, comitiva euro 4,50, scuole euro 2. Il museo è chiuso il lunedì non festivo, il 24, 25 e 31 dicembre, l’1 gennaio. Info: 0464438100, www.museodellaguerra.it.

mediata di come poteva essere un territorio coinvolto dal passaggio del fronte. Ad un certo punto, sopra la nostra testa, vola perfino un aereo biplano. Il quale ha combattuto nei cieli durante la I Guerra Mondiale, scontrandosi ripetutamente con l’aviazione austroungarica. Aggirandosi poi per il castello – uno dei musei più visitati dalle scolaresche locali e non – ci si imbatte in una sfilata di manichini abbigliati di tutto punto. Le uniformi sono infatti circa 900, dei vari eserciti della I e II Guerra Mondiale. Mentre sono più di 1000 i manifesti prodotti durante i due conflitti mondiali e nell’immediato dopoguerra e circa 20.000, alcune esposte e la maggior parte presenti nell’archivio, le cartoline. Un fondo questo che viene, di volta in volta, raccolto per temi ed esposto in mostre temporanee. E rimanendo in tema di iconografia e di immagine visiva non bisogna dimenticare che qui, in archivio, sono depositate più di 6 0.000 fotografie, oltre 200 disegni di Pietro Morando eseguiti tra il 1915 e il 1918, gli olii di Federico von Riegel, le opere di artisti come M. Casadei, A. Bucci e dei roveretani Armani, Coelli, Balata e G. Wenter Marini e dello studio di Nedomansky. Non mancano nemmeno le onorificenze, piccoli concentrati di araldica e simbolica, né i modellini. C’è poi la raccolta di circa 180 pezzi di 22

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figurini, statue in ceramica raffiguranti soldati dello stato italiano, ecc. Una particolare attenzione è rivolta poi alla vita quotidiana attraverso i giornali di trincea, le lettere, i diari, ecc. riguardanti la coscienza dei singoli e la sensibilità collettiva di quegli anni che, non dimentichiamo, sono e rimarranno il frutto della violenza dell’uomo sull’uomo. Il tutto accompagnato da innumerevoli laboratori, percorsi nel museo, escursioni tra trincee e monumenti, progetti personalizzati sulla I guerra mondiale e non solo. ■


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I Z Z A G A R I SOGNI E I E L I V I C O I Z I DEL SERV SONO 70 I GIOVANI SELEZIONATI PER I 22 PROGETTI IN CORSO. LISA, MARICA E PIERO RACCONTANO SPERANZE (E PREOCCUPAZIONI) DI UN IMPEGNO STRAORDINARIO NEL SEGNO DELLA CRESCITA: PROFESSIONALE ED UMANA 24

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uesta Italia non premia l’intelligenza». Il groppo in gola rimane, come le maniche rimboccate e il coraggio perché il lavoro da fare è enorme. «Questo presente l’abbiamo ereditato ed è un peso per noi giovani da portare. Noi che dovremmo essere la risposta». Hanno lo sguardo lucido i ragazzi in servizio civile, e un sogno rubato. «Da bambina era cosa scontata desiderare una famiglia tutta mia e vivere di un lavoro che amo. Nel giro di un decennio non lo è più e il futuro è diventato una macchia buia». Lisa, Marica e Piero sono tre dei 70 ragazzi selezionati per alcuni dei progetti del Servizio civile provinciale avviati nel novembre scorso. Le domande sono state più di quattrocento, il finanzia-

di Annalisa Borghese mento insufficiente a soddisfarle tutte. Aspettative alte e la parola “impegno” che ricorre più di altre nei loro discorsi. Rabbia, domande aperte, la voglia di mettercela tutta, l’anno di Servizio civile come opportunità di crescita professionale e umana. Lisa, laureata in scienze politiche a Milano, segue il progetto “Cittadini attivi nella Valle dei Laghi” dell’associazione Murialdo del Trentino Alto Adige onlus. Lo scopo è coinvolgere un buon numero di ragazzi di Padergnone, Calavino, Cavedine e Lasino per costituire consulte giovanili che realizzino progetti a partire dai bisogni espressi dalla popolazione. Marica, una laurea in beni culturali, archivistici e librari a Trento, partecipa al progetto “La casa delle storie. A ciascuno il suo libro”dell’Istituto comprensivo


trentinoattualità “Trento5”, finalizzato alla creazione di specifici percorsi di avvicinamento alla lettura per bambini con disturbi dell’ apprendimento o difficoltà dovute alla madrelingua diversa dall’italiano. Piero, residente in un paesino della provincia di Belluno, a Trento per la laurea magistrale in filosofia, aderisce al progetto “4 giovani cittadini attivi: un ponte tra giovani, opportunità e territorio” promosso dalle Politiche Giovanili del Comune con lo scopo di promuovere concretamente la cittadinanza attiva attraverso diversi canali, dalla Rete a iniziative sul territorio a partire dall’ aggiornamento online della guida al volontariato dei giovani a Trento. In ogni caso, il contributo individuale è importante, necessario. Cittadini attivi è questo. Non sottrarsi di fronte alla possibilità di esserci e non è un caso che proprio Es.Ser.Ci sia l’acronimo scelto dalla Provincia per designare le innumerevoli esperienze di Servizio civile. «Servizio e difesa della patria – specifica Giampiero Girardi, direttore dell’Ufficio Giovani e Servizio Civile della Provincia autonoma di Trento, obiettore lui stesso negli anni Ottanta presso la comunità Murialdo – all’interno di una modalità di difesa, nata in alternativa alla leva obbligatoria, che oggi è difesa di quei valori fondamentali capaci di cambiamento quando diventano prassi». Siamo oltre gli stereotipi che etichettano i giovani come bamboccioni, mammoni, choosy (schizzinosi, ndr) e poco impegnati. Stereotipi smentiti, peraltro, anche dai risultati dell’ultima indagine del Censis, nella parte dedicata proprio ai cosiddetti “millennials” e cioè a coloro che sono diventati maggiorenni dopo il Duemila, disponibili a prendersi cura di chi si trova in difficoltà, desiderosi di ridarsi valori che prendano il posto delle false speranze e si traducano in comportamenti, azioni e stili di vita. «Agire secondo coscienza significa saper distinguere ciò che può andare bene solo per me da ciò che può andare bene anche agli altri» affermano le due ragazze. E qui rientrano i concetti di rispetto, onestà e giustizia. «Vita buona» aggiunge Piero, per lui sinonimo di impegno personale, «e se poi fosse possibile abbinare dovere e piacere ancora meglio». Segnali che sembrano evidenziare come la crisi antropologica abbia consumato il suo slancio e ci si avvicini ad una fase di svolta dove la felicità pubblica diventa integrante di quella privata, individuale, sulla quale da trent’anni a questa parte

UN PO’ DI NUMERI

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ono 22 i progetti annuali di servizio civile in corso, di cui 18 attivati in area sociale e 4 in area culturale presso le onlus “Casa Accoglienza alla vita Padre Angelo”, “Si Minore”, “Murialdo Trentino Alto Adige” e “Anffas Trentino”; le cooperative “La Rete”,”Oltre”, “GSH”, “Villa Maria”, “Il Bucaneve” e “Villa Sant’Ignazio”; l’associazione di volontariato “Valle Aperta”, l’Arci Servizio Civile, il Comune di Trento, l’Istituto comprensivo Trento5, l’ Azienda Provinciale Servizi Sanitari e la Caritas. Oltre 400 le domande da parte dei ragazzi, 70 i selezionati sulla base del finanziamento disponibile. La remunera loro è di 433,80 euro al mese per 30 ore settimanali. Venti i giorni di congedo. Una trentina di volontari stanno prolungando il servizio di sei mesi con progetti personalizzati di comune accordo con gli enti promotori presso i quali hanno già svolto l’anno di servizio e a breve saranno avviati i primi ragazzi del servizio civile nazionale. Sono previsti anche progetti estivi bimestrali per ragazzi fra i 18 e i 21 anni. Novità degli ultimi mesi è l’istituzione del Servizio Civile Universale Provinciale come modifica della legge provinciale 5 del 2007: questo in risposta alla crescente domanda dei giovani e alla diminuzione delle risorse a riguardo. Questa nuova formula, per la prima volta in Italia, permetterà agli enti privati di accreditarsi all’albo provinciale del servizio civile e di ottenere dalla Provincia autonoma di Trento il finanziamento di una parte delle spese. La legge è in fase di applicazione per cui non è ancora possibile sapere in quale modo si procederà. si è investito con un’abnorme offerta di beni di comfort, surrogati di beni ben più duraturi. «So che posso fare, ma a volte non so esattamente cosa – spiega Lisa – so anche di avere poco potere perché non posso certo essere io la paladina della rinascita, ma insieme ad altre persone il potere aumenta e così la possibilità di fare, di esserci». E chi non fa nulla invece? Non studia, non lavora, non cerca un’occupazione? «Sono i Neet (not in education, employment, training, cioè non impegnati nello studio, lavoro, stage, ndr). Li ho approfonditi per la tesi e il servizio civile è un’opportunità per non finirci dentro quando le strade si chiudono e non riesci a trovare la tua continua Lisa. – C’è mancato poco che vivessi anch’io quest’inferno». Le fa eco Marica che ha provato la paura di fermarsi una volta terminata l’università. «La mancanza di risposte toglie autostima mentre invece ricevere un’opportunità significa che investono su di te, ti danno fiducia e l’autostima ne guadagna». Lo sanno bene i tutor che seguono i ragazzi in Servizio civile, i responsabili dei progetti e gli animatori della formazione, consapevoli della necessità di un investimento iniziale considerevole affinché i giovani siano messi nella condizione di sperimentare le proprie potenzialità e, in alcuni casi, trovare la propria strada. È accaduto l’anno scorso

con una studentessa in servizio presso la cooperativa sociale “La Rete” che ogni anno accoglie dai 5 ai 10 volontari in servizio civile. «Studiava ingegneria e mentre era da noi si è resa conto delle sue capacità di entrare in relazione con persone portatrici di disabilità – racconta Alberto Zandonati, referente del monitoraggi e della comunicazione – Il risultato è stato che ha cambiato facoltà e ora studia per diventare educatrice». È un patto vero e proprio quello fra i ragazzi e l’amministrazione provinciale, al quale presenziano gli operatori locali di progetto che accompagnano i giovani in questo cammino di crescita, considerati all’unisono una risorsa e non un onere. «Vogliamo dare loro la possibilità di fare un’esperienza di vita significativa attraverso la relazione che man mano si crea e permette al volontario di essere non più soltanto osservatore, ma di diventare protagonista, lavorare cioè in modo più o meno autonomo sviluppando competenze e affinando eventuali talenti naturali» spiega Cristina Garniga, psicologa della Fondazione Famiglia Materna di Rovereto che quest’anno, affiancata dalla cooperativa “Punto d’approdo”, ha in carico 4 volontarie. La responsabilità, ovvero la capacità di rispondere al bisogno di rigenerazione sociale, diventa allora collettiva e l’impegno una passione da difendere e ■ coltivare giorno per giorno. 25

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TUTTO ESAURITO AL BRIAMASCO VIAGGIO NOSTALGICO E CON QUALCHE SORPRESA ATTRAVERSO GLI ANNI SETTANTA. QUANDO LE PAGINE DEI GIORNALINI DEI TIFOSI DEL CALCIO TRENTO RACCONTAVANO DI PORTOGHESI, SPALTI SEMPRE GREMITI, GENEROSITÀ DEGLI SPORTIVI E DI UN FACEBOOK IN ANTICIPO DI TRENT’ANNI. NONCHÉ DI UNO STADIO GIÀ ALLORA DEFINITO VECCHIO, VETUSTO E CADENTE...

di Carlo Martinelli

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uattro pagine che, nel momento di massimo splendore, diventarono otto. Sfogliare oggi, a quarant’anni di distanza, la raccolta rilegata di due intere annate della rivista – forse meglio dire: giornalino – del Trento Club, non è soltanto un piacevole viaggio a ritroso nel tempo, condito da una inevitabile dose di nostalgia. È soprattutto l’occasione straordinaria per raccontare un modo di vivere la città e il calcio che oggi – e senza che ciò costituisca in modo alcuno la pretesa di stabilire primati di questa o quell’epoca, non è questo il punto – sembra definitivamente lontano e solo in parte sostituito dalle passioni che trovano nel volley (leggi Itas Diatec Trentino tricolore e mondiale) e nel basket (leggi Aquila Trento in crescita continua di pubblico e simpatia) i nuovi punti di riferimento. Ma è un’altra storia. Qui importa, grazie al contributo di Andrea Tombini – che tiene gelosamente custodite quelle riviste rilegate, salvo generosamente concederle per questa rivisitazione – ritrovare il sapore di un’epoca. Un’epoca nella quale, era il novembre del 1973, il tutto esaurito, registrato in occasione dell’incontro di serie C con l’Alessandria, scatena le ire di Historicus, caustico commentatore sulle pagine del giornalino di quel che accadeva dentro e attorno allo stadio. Senti26

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trentinoattualità te un po’ come si scagliava contro “I portoghesi della domenica.” “Era ora! Finalmente dopo anni d’attesa, anche il vecchio e cadente Briamasco ha vissuto il suo giorno di gloria, tutto esaurito sugli spalti e tutti esauriti i biglietti alle casse con suprema gioia del cassiere dell’AC Trento. Gli oltre 6.000 (ottimisti parlano di quasi 7.000) spettatori hanno potuto godere di un calcio d’alta scuola, di un pomeriggio stupendo, di una digestione resa difficile dal gol messo a segno dall’opportunista Mazzia. Certo, confrontando l’incasso record dello stadio trentino con quello di altri campi di serie C, dove domenicalmente 6.000 presenze significano normale amministrazione, gli entusiasmi si raggelano e il tutto ci riporta alla realtà che è poi la constatazione di quanta strada deve ancora percorrere il calcio trentino. E tanta strada resta ancora da percorrere soprattutto in fatto di tifo, di sostegno, di maturità calcistica. Diciamo pure che con seimila sugli spalti il Briamasco sembrava un grande ed assolato dormitorio dedicato alla pennichella di 6000 tranquilli proletari del tipo in disarmo. Non solo! Il vetusto stadio Trentino ha confermato d’essere, nella sua infima modestia, il regno dei portoghesi. L’incasso lo conferma. Al “nessun vuoto umano” in tribuna ha fatto riscontro un preoccupante vuoto di pagamento. Siamo alle solite. Trento da buona città redenta ha imparato l’arte della madrepatria, dove i furbi prosperano e i gonzi pagano. I furbi, li conosciamo tutti, sono quel buon 20% che sapientemente sfruttano tessere, distintivi, mestieri e compiacenti amicizie per entrare gratis dappertutto, al cinema, al circo, allo stadio e chissà in quanti altri posti. Buon per Dio che non si paga in chiesa sennò si registrerebbe anche lì un continuo tutto esaurito. I gonzi sono i poveri diavoli della domenica, quelli al Trento vogliono bene e con le loro duemila lire intendono aiutare e sostenere tangibilmente

INDIMENTICABILE BAFFO

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ell’ottobre del 1975 il Briamasco ospita lo scontro tra Bolzano e Trento. Il quindicinale sostenitore dell’A.C. Trento annuncia lo scontro con il roboante titolo “In derby veritas”. A pagina tre compare quella che ha tutta l’aria di essere una inserzione pubblicitaria e che invece, a ben guardare, rappresenta uno straordinario modo di raccontare il calcio e il tifo, oggi con ogni probabilità per sempre perso. “El bafo” che “dà il benvenuto ai cugini bolzanini ma augura vittoria al Trento” è un personaggio che ha segnato in maniera indelebile la storia delle passioni calcistiche gialloblù. Per decenni Ezio “Baffo” Morelli è stato il tifoso per antonomasia del Trento. Caldo, appassionato, vulcanico, ma anche alfiere di un modo rispettoso e corretto di sostenere i colori gialloblu della squadra del cuore. Lo ha ricordato bene Giorgio Dal Bosco quando ha intervistato, sulle pagine del Trentino, Carlo Morelli, il figlio del “Baffo”. È il 1961 quando Ezio Morelli fonda la sua "Metal Serranda", la ditta artigiana specializzata nella messa in posa, manutenzione e riparazione delle serrande. Ed è il 1981 quando il “Baffo” se ne va, a soli 52 anni, lasciando l’allora poco più che ventenne Carlo alla guida dell’azienda. In poche righe Dal Bosco tratteggia un ritratto nitido, preciso. “Morelli era molto stimato professionalmente e altrettanto conosciuto come alfiere della tifoseria del Calcio Trento, quando la nostra squadra giocava decorosamente e, soprattutto, quando il tifo era tifo. Era lui il capopopolo dei tifosi trentini, il fondatore dei tanti Trento Club, è stato lui con l'erborista Cappelletti, il giornalista Gianfranco Chiomento ed alcuni altri a organizzare i pullman per le trasferte dei tifosi. Tutti i cinquantenni ed oltre ricordano la trasferta a Valdagno per la partita spareggio con il Pordenone, vinta la quale, il Trento salì in serie C. Il "Baffo" era riuscito a far convergere su piazza Fiera, provenienti anche dalle valli, ben ottomila tifosi che su pullman, auto e moto si recarono a Valdagno”.

la squadra del cuore, anche a costo di qualche sacrificio”. Sfogliare quelle pagine è anche ritrovare una ritualità che ci sembra curiosamente precorrere quello che oggi è in tutte le case, su tutti i cellulari, in tutti tablet, su

ogni computer. Già. Cosa altro era la mitica rubrica “Occhio alla fortuna” se non, a ben guardare una sorta di anticipazione di Facebook? Ogni 15 giorni il giornale dei tifosi riportava infatti l’immagine di uno spicchio della tribuna del Briamasco, immancabilmente gremita in ogni ordine di posti. Dei cerchi indicavano, a caso, alcuni tifosi. Ad ogni partita la ditta Cappelletti offriva in omaggio, a tutte le persone che si riconoscevano nei cerchi, una tozzola artistica per il brulé da ritirare presso la droghisteria di piazza Fiera. Un concorso artigianale, del tutto popolare, apparentemente ingenuo. C’era anche una variante del quadratino: chi vi si riconosceva aveva diritto, grazie al Trento calcio, all’ingresso gratuito 27

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allo stadio per la partita successiva. In quel simpatico ricercarsi nelle foto (a scattarle i fotografi che per anni hanno immortalato le partite del Trento: Giorgio Rossi, Claudio Libera, Roberto Bernardinatti, Dino Panato) non vi era forse anche un modo di vivere la partita, la socialità, che oggi trova appunto nei milioni di volti catalogati da Facebook il suo nuovo modo di esprimersi?

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La storia del tifo organizzato dei sostenitori aquilotti – accanto al Trento club ci furono anche gli Amici gialloblù – registra anche un clamoroso cambio di testa. Con il numero uno del gennaio 1976 infatti il giornalino non si chiamerà più “Trento club” ma diventa “Forza Trento” (la politica arriva sempre dopo...). Un editoriale in prima pagina spiega il perché. “Anno nuovo, vita nuova.

Con l’avvento del 1976 anche il nostro quindicinale ha cambiato testata. Cos’è successo? Semplice. Il proprietario della vecchia testata, com’era d’altronde sua potestà, ha fatto valere i propri diritti di proprietario del giornalino, negando al nuovo direttivo del Trento club la possibilità di utilizzare la vecchia testata. A questo punto il consiglio direttivo, convinto dell’importanza fondamentale per i tifosi trentini di avere un loro organo di informazione libero, indipendente, non legato ad un gruppo di potere né economico né politico, ha deciso di uscire con una nuova testata che resta l’unico organo ufficiale del Trento club, il sodalizio sportivo che accomuna tutta la tifoseria gialloblù, senza distinzione alcuna”. È curioso, e fa un po’ male, rilevare come questo cambio di testata, orgogliosamente rivendicato, avvenga nei giorni in cui il Trento è chiamato ad affrontare nientemeno che l’Udinese. Ecco l’amara beffa: da una parte una squadra che pochi anni dopo sarebbe stata protagonista del calcio non solo in Italia ma anche in Europa, e dall’altra una compagine destinata a retrocedere tra i dilettanti, quasi dimenticata dalla sua città. In quelle pagine scorrono le pubblicità


trentinoattualità intendono sollevarolo parzialmente da questi disagi”. Anche questo era il tifo, in quegli anni Settanta. E, certo, una domanda sorge spontanea: ma se il Briamasco era per ammissione corale dell’epoca, come abbiamo letto - uno stadio vetusto, vecchio e cadente già allora, come mai è ancora al suo posto? Forse la risposta sta ancora in quelle gloriose pagine in bianco e nero. Dicembre 1973. “Essere o non essere: questo il dilemma in casa gialloblù”. Par di capire che, sul fronte calcistico, abbia vinto il non essere. ■

di negozi destinati poi a scomparire, vivono le rubriche nelle quali giornalisti da una parte e tifosi dall’altra erano invitati ad indicare il calciatore della domenica, compaiono le immagini della vita associativa nelle diverse sezioni del tifo gialloblù, da Mattarello a Cognola, da Povo a Lavis. Giuseppe Casagrande era il direttore responsabile di quel giornale che immancabile si faceva trovare all’appuntamento ad ogni partita

casalinga del Trento. Erano gli anni nei quali era costante anche la presenza di iniziative a carattere sociale. Nel numero del 7 ottobre 1973 ecco un appello alla generosità degli sportivi gialloblù. Un appello per aiutare Silvano Mari, vecchia gloria del calcio trentino, costretto in casa “da un male via via più insistente. Ebbene, gli amici e i giocatori del Trento che lo hanno avuto come compagno di tante battaglie sportive

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Il negozio di piazza dell’Ammiragliato in una litografia del XIX secolo

STORIE D’ALTRI TEMPI

di Renzo Francescotti

GIUSEPPE, TRENTINO DI TUTTE LE RUSSIE Il negozio di Giuseppe Daziaro a Pietroburgo

NATO A CASTELLO TESINO NEL 1796, GIUSEPPE DAZIARO AVEVA NEGOZI IN RUSSIA, IN POLONIA E A PARIGI. TRE LE SUE REGOLE DI VENDITORE: VESTIRE CON ELEGANZA, NON MOSTRARE DI ESSERE IMPAZIENTE DI VENDERE, PARLARE NELLA LINGUA DI CHI COMPRA. A MOSCA, NEL 1841, UN CLIENTE D’ECCEZIONE: LEONE TOLSTOJ, CHE RACCONTA L’ACQUISTO IN “GIOVINEZZA”

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ra il 1857. Nella Francia di Napoleone III, a Parigi, Giuseppe Daziaro pubblicò il catalogo completo della sua intera produzione di litografie, russe, polacche e francesi. Aveva 61 anni; gliene rimanevano ancora otto da vivere. A Parigi, lungo il Boulevard des Italiens, aveva aperto un elegante negozio. Perché “riproduzioni artistiche, 30

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russe polacche e francesi”? Perché in Russia (a Pietroburgo e Mosca), in Polonia (a Varsavia), e in Francia (a Parigi) aveva dei negozi collegati all’omonima casa editrice che produceva stampe con diritto d’autore. E che cosa raffiguravano quelle stampe? Innumerevoli soggetti in bianco e nero e a colori: vedute di capitali, ritratti di sovrani e personaggi

famosi, soggetti religiosi cattolici e ortodossi, scene di caccia, scene popolari, nature morte, soggetti d’arte…Ma chi era questo Giuseppe Daziaro, conosciuto in Europa, che a Pietroburgo poteva vantare il più bel negozio d’arte di tutte le Russie? Prima di raccontare la sua storia occorre dire qualcosa dei Tesini come commercianti ambulanti. Intanto i Tesini, al confine col Veneto, con un dialetto più veneto che trentino, sono una stirpe trentina per molti aspetti a parte. In particolare per la loro eccezionale capacità di commerciare che li ha resi unici in Trentino. C’è chi dice che essi abbiano questa loro capacità “razziale” perché discendono da elementi ebraici, confinati dalla Repubblica di Venezia nel Tesino: leggende metropolitane, anzi valligiane, senza nessun riscontro documentale. In altre parole, sciocchezze. Basterà dire che dal principato vescovile di Trento, sin dai tempi del Simonino (1475), gli ebrei erano stati banditi. I Tasini, come venivano appellati (da cui il diffuso cognome Tasin), co-


trentinostorie minciarono le loro fortune come commercianti ambulanti di pietre focaie, ricavate dalla selce, molto comuni nel Tesino. I Gallo di Castello Tesino (ha il loro nome il palazzo pubblico nella parte alta del paese che ospita riunioni culturali ed esposizioni) cominciarono a commerciare pietre focaie all’inizio del ‘600, affidandone la vendita ai pastori che giravano coi loro greggi. Le pietre focaie potevano servire per accendere il fuoco; ma soprattutto venivano utilizzate per le armi da fuoco, in particolare per gli archibugi padri dei fucili. I pastori tesini furono quindi i primi venditori ambulanti. I più svegli di loro – quelli dalla parlata più facile e convincente, non accontentandosi di vendere, durante la transumanza, la lana, le bestie azzoppate o gli agnelli neonati, non in grado di seguire il gregge – proponevano anche le stampe. Secondo qualche storico come il Bertondello, le pietre focaie furono portate dai Tasini in Italia, Germania, Polonia e Ungheria. La produzione di pietre focaie rendeva bene, se è vero che l’Arciduchessa Claudia nel 1643 introdusse un dazio sulla loro vendita. Ma i “furbetti tasini” trovarono la possibilità di evitare il dazio: collocavano un banchetto in piazza e fabbricavano le pietre focaie sul posto, “battendo con un cuneo le selci che raccoglievano sui monti”. Insomma, come commercianti avevano una marcia in più e la espressero in pieno nei secoli seguenti, diffondendo i propri traffici in Italia e in Europa; oppure andando poco lontano, accontentandosi di calare a Trento dove hanno aperto negozi in questo dopoguerra. Come quelli nel centro storico: Zampiero, Pace, Buffa, di mercerie; di pescheria dei Boso; di occhiali dei Gecele; o quello di calzature dell’amico Roberto Menguzzato, padre del noto pittore Lome (Lorenzo Menguzzato), più che mai frequentato nella splendida Via Belenzani. Il commercio di pietre focaie durò due secoli: andò in crisi quando venne inventato l’acciarino e agli archibugi si sostituirono i “focili”. Fu la crisi per gli ambulanti del Tesino, che comunque sopravvivevano portando intorno con le loro caratteristiche “cassèle” a cassettini, a spalla, lenti da occhiali o altre mercerie. Poi il rilancio alla grande con le stampe. Secondo la tradizione fu un Antonio Morando di Castello Tesino, prima

Daziaro ritratto attorno ai 60 anni con la moglie russa

di farsi frate francescano, a donare ad Antonio Remondini di Bassano (oriundo padovano) alcune stampe in legno che raffiguravano animali. I Remondini avevano una piccola stamperia in cui riproducevano rozze immagini di Santi. Fu molto probabilmente Morando a indirizzare i suoi paesani ai Remondini per comprare stampe e rivenderle. E fu presto il boom, se è vero che il già citato storico Bertondello scriveva nel 1665 che i Tesini avevano diffuso le stampe dei Remondini in Germania, Olanda, Lorena, Ungheria, Transilvania, Croazia… Nel suo volume “Stampe per via”, che correda la mostra tenuta a Villa Daziaro di Pieve Tesino nel 1972, organizzata assieme al rimpianto storico dell’arte Bruno Passamani, Elda Fietta (residente a Trieste, discendente da venditori di stampe ed editori tesini) scrive che nel 1781 erano 171 i “capicompagnia” tesini dipendenti dai Remondini; e esattamente un secolo dopo erano divenuti ben 552, su una popolazione di circa seimila abitanti. I tesini avevano abbandonato i campi per fare i venditori di stampe, ovvero i cròmeri (dal mocheno), o perteganti (dal trentino). Le stampe dei Remondini le ha magnà i camopi dei tesini, recitava un detto. E veniamo a Giuseppe Dalle Mule, il cui soprannome Daziaro (evidentemente un avo doveva essere stato un daziere) diventò cognome per semplicità anche di pronuncia. Nato a Castello Tesino nel 1796, non si sa quando sia partito dal suo paese con la cassèla in

spalla a vendere stampe in Valsugana. Probabilmente molto giovane, attorno al 1810. Ci sapeva fare e vendette presto le sue stampe. Ritornò a Pieve Tesino, dove i Remondini avevano aperto una succursale, acquistò un carico di stampe maggiore del precedente e vendette presto anche quello. Allora noleggiò un carrettino trainato da un asino e lo caricò di stampe da vendere in Alto Adige. Lì c’erano altri perteganti tesini che alloggiavano dove capitava. Giuseppe affittò un stanza con deposito in una Gasthaus; si procurò un garzone, un vestito elegante e andò in Basso Tirolo nelle fiere, mercati e sagre a esporre le sue stampe. E, malgrado le spese, riusciva a guadagnare meglio dei suoi concorrenti. Sin dall’inizio applicò tre principii (che insegnava anche agli altri) a cui rimase sempre fedele: vestire con eleganza (con la meglio gabbana); non mostrare di essere impaziente di vendere; parlare nella lingua di chi compra. Poi decise di andare in Voralberg. Ritornò a Castello e ordinò ai Remondini nuovi soggetti adatti a quel territorio austriaco: soldatini austriaci, santi di quei paesi, personaggi della famiglia imperiale. Predispose poi un deposito di merce a Bolzano, un altro a Innsbruck, un terzo a Fieldkirk. Stette in Austria due anni facendo ottimi affari. Di ritorno al suo paese incontrò un Dal Tozzo che stava andando a trovare i suoi parenti a Borgo Valsugana e aveva un negozio di stampe a Varsavia. Lo convinse a divenire suo socio: lui avrebbe venduto nel suo negozio e Giuseppe avrebbe girato nella Polonia tedesca (il tedesco lo conosceva) e in quella polacca (il polacco lo avrebbe imparato). Vendette alla grande tanto da ricorrere ai Tessaro di Parigi perché i Remondini non riuscivano a tenere il passo. Allora i due soci decisero di andare alla conquista del mercato russo, che con lo zar Nicola I si andava piano piano aprendo all’Occidente. Daziaro partì in carrozza con i bauli colmi di immagini della Madonna di Viskoje, dei santi più amati in Russia come san Michele, san Nicola, ritratti dello zar e della famiglia imperiale. Sempre vendendo bene la sua merce e studiando il russo fu in Estonia, Lettonia e Lituania. Dopo cinque anni arrivò a Mosca e vi aprì un negozio in piazza Lubianka. Sciolse la vecchia società. Aveva 31 anni. Ma la capitale della Russia era Pietroburgo: lì bisognava arrivare. Daziaro ci arrivò undici anni dopo essere arrivato 31

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Interno di uno dei negozi di Giuseppe Daziaro. Il direttore Angelo Fratini (al centro) e tutti i commessi erano di Castello Tesino

a Mosca, nel 1838, a 42 anni. Il negozio, splendido, che vendeva opere d’arte anche alla nobiltà e alta borghesia russa e – si diceva – perfino allo stesso zar, si affacciava sulla famosa Prospettiva Nevskij, il più importante viale della città a cui Gogol aveva dedicato un suo celebre racconto. In seguito Giuseppe Daziaro, a quella di commerciante aggiunse l’attività di editore di stampe artistiche. Uno dei punti di forza della ditta Daziaro era il modo con cui si procurava i suoi dipendenti e li sapeva addestrare. Segnalati dai maestri dei tre paesi del Tesino (il maestro Piero di Castello, il maestro Nervo di Pieve e il maestro Ceccato di Cinte), i ragazzini sui dodici, tredici anni che avevano ultimato le scuole elementari, venivano fatti giungere, attraverso migliaia di chilometri, a Pietroburgo e Mosca. Avevano vitto e alloggio gratuiti, per un anno assistendo in bottega e imparando il russo. In negozio imparavano l’arte del commercio (il “marketing” come va di moda chiamarlo adesso); imparavano anche il francese, lingua dell’aristocrazia russa, corsi esterni. Così diventavano commessi, poi direttori di reparto. Questi commessi, ex rustici tosati tesini avevano uno stile, un’eleganza, un aplomb, che furono ammirati dallo stesso Leone Tolstoj: il quale, nel suo romanzo autobiografico “Giovinezza” ricorda quando, sedicenne, nel 1844, comprò nel negozio di Mosca una 32

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gouache e un portamatite d’argento. Giuseppe Daziaro, ricchissimo, tornò al suo paese nel 1858: aveva l’ambizione di costruire nel suo villaggio una prestigiosa villa in stile neo-veneto. Chiese di edificarla sullo storico colle di Sant’Ippolito (lì dove anticamente era stato costruito un castelliere e poi un castrum romano). Gli risposero che lì ci avrebbero trasportato il cimitero. Lui replicò che avrebbero potuto costruire il cimitero a sue spese da qualsiasi altra parte. Gli risposero di no. Allora propose di acquistare la chiesa di San Rocco, anch’essa su un colle, abbatten-

Villa Daziaro a Pieve Tesino

dola per costruirvi la sua villa: avrebbe ricostruito la chiesa più grande e più bella da un’altra parte, dove volevano. Gli risposero ancora di no (sono una stirpe a parte, come s’è detto, i Tesini, nel bene e nel male). Finì col costruire le sua villa nel Comune di Pieve, poco al di là del confine con Cinte. Ma non andò mai ad abitarci. Questo eccezionale personaggio tornò a Pietroburgo dove morì nel 1865, a 69 anni. Adesso questa splendida villa neopalladiana sta andando “a remengo”. Possibile che non si possa fare niente ■ per evitarlo?

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trentinoattualità

IL FANTASTICO

mondo Fashion

GRAZIA ED ELISABETTA SONO SORELLE E HANNO TRASFORMATO LA LORO GRANDE PASSIONE PER LA MODA IN UN PROGETTO CONCRETO: GRAZIE AD UN BLOG...

di Tiziana Tomasini

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ue sorelle, una sola passione: la moda. Tutto ciò che è fashion piace, inutile negarlo. Specialmente osservato da una delle grandi finestre sul mondo, il blog. Un progetto che si concretizza in realtà, un sogno che diventa visibile, un’attitudine che si trasforma in vivace occupazione. Questa, in sintesi, la positiva esperienza di Grazia ed Elisabetta Oliviero, sorelle che hanno saputo coltivare una naturale propensione verso tutto quanto è moda, attraverso una chiave di lettura innovativa ed al passo con i tempi. Nel loro blog – www.oolyup. com – definito anche diario virtuale, scrivono ed ar-

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gomentano di moda, di tendenze, di stilisti affermati ed emergenti; dispensano consigli sullo shopping e forniscono preziose indicazioni sugli acquisti on-line; raccontano le loro significative esperienze vissute alle sfilate e discutono di tutto quanto riguarda il mondo fashion. L’idea di tradurre questa passione in un impegno visibile sulla grande rete nasce quasi per gioco, in una serata di shopping on-line tra sorelle molto affiatate; l’ingresso nel mondo del web diventa così un’eccitante realtà da gestire e condividere full immersion, travolte dall’entusiasmo. In che cosa consiste la professione di fashion blogger?


trentinoattualità Innanzi tutto va chiarito che esistono varie e diversificate categorie, raggruppabili nella stessa terminologia: vi sono coloro che pubblicano solo outfit, creando abbinamenti di capi ed accessori per poi postarli e renderli visibili; si trovano anche i lifestyle, cioè quanti individuano e comunicano il proprio modo di essere e di vestire nei vari momenti della giornata, secondo il fluire delle emozioni. Per le due grintose sorelle significa soprattutto avere la

possibilità di scambiare opinioni, di esprimere gusti, di individuare nuove tendenze, di esprimere criticità e punti di forza di tutto quanto è osservabile. Sulla solida struttura delle sfilate, indirizzano le lettrici ad individuare nel filone della moda il proprio stile personale, arricchito dal desiderio di tentare nuove sperimentazioni. Con un’attenzione particolare anche al low-cost, perché essere alla moda non significa necessariamente spendere

molto: valutando ed analizzando la molteplicità delle proposte, è possibile far convivere fashion e risparmio. Sfatato il luogo comune che la fashion blogger sia la modella simbolo di perfezione, questa figura emergente condivide le problematiche delle ragazze normali, che ogni mattina devono rispondere all’interrogativo: “Cosa mi metto?” Non si tratta quindi di presunzione; non c’è la volontà di dettare o imporre stili quanto piuttosto di reinterpretare la moda attraverso una personale opinione. Quando hanno iniziato ad occuparsi di moda? Grazia afferma di “amare la

moda da sempre”, dai primi istintivi abbinamenti costume/pareo [la famiglia curava una produzione di abbigliamento mare] fino all’interesse mirato verso riviste di moda e sfilate, per poi gettarsi a capofitto nell’attività del blog. Elisabetta riferisce che la sua passione è nata con l’esperienza di un corso di ricamo ai tempi delle scuole medie; dai vestiti per le bambole alla modificazione dei propri capi, con la solida base del cucito, il passo è breve e la porta si apre spontaneamente sulla strada del fashion. Anche i suoi studi economici si concludono sulla scia di questa passione, con la stesura di una tesi sul marketing di moda. Le gratificazioni più importanti si concretizzano nel trovarsi in prima fila alle più prestigiose sfilate: riconosciute ed accreditate per la Milano Fashion Week 2013, hanno partecipato con immensa soddisfazione, sia personale sia professionale. Nel loro presente proiettato verso il futuro vedono le molte sfaccettature del mondo della moda, con tante prolifiche idee che abbracciano anche l’organizzazione di eventi sul territorio, nonché un costante potenziamento del loro blog tematico. A dimostrare che i sogni – credendoci davvero e dedicando ad essi dedizione ed impegno – si possono vera■ mente realizzare. 35

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trentinoattualità di Silvia Conotter

TUTTO UN ALTRO MONDO

QUANDO CI COLPÌ IL MAL D’AFRICA AMELIA FRASNELLI, 91 ANNI, RACCONTA L’AMORE NATO CON SUO MARITO BENIAMINO IN ETIOPIA: I CAMPI DI CONCENTRAMENTO, LA GUERRA, I TANTI ANNI DI LONTANANZA. E QUANDO DOVETTE BRUCIARE LA FOTO CON DEDICA CHE LE LASCIÒ MUSSOLINI

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melia Frasnelli è nata a Salorno nel 1922. Di famiglia tedesca e ultima di nove figli, fu l’unica assieme alla sorella a frequentare le scuole italiane e ad essere costretta, quindi, ad imparare velocemente la lingua: “Le maestre erano severissime - racconta - origliavano le nostre conversazioni durante la ricreazione e se avevamo parlato in tedesco ci punivano dandoci bacchettate sulle dita”. Fu però la stessa scuola a portarla, in qualche modo, a conoscere quello che sarebbe diventato suo marito: Beniamino Podestà, detto “Mino”, scomparso all’età di 84 anni. Signora Frasnelli, racconti. Era il 1940. Avevo 18 anni e appena finito di studiare. Mia sorella aveva sposato un maresciallo maggiore dell’Esercito e quando venne trasferito in Africa lei non voleva saperne di seguirlo. Io, invece, sui banchi mi ero appassionata di geografia e seguivo con interesse quando ci facevano mettere le bandierine in seguito ad ogni avanzata degli italiani: così le dissi di convincere nostra madre a farmi partire con loro. Prendemmo la nave da Venezia e ci impiegammo un 36

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mese, perché allora non c’era il canale di Suez e bisognava circumnavigare l’intero continente. Arrivammo ad Asba Littoria, in Etiopia, che l’Italia aveva conquistato nel 1935. Poi girammo tutta l’Africa orientale. Com’è stato l’impatto? C’era molta miseria, ma noi stavamo bene perché alle famiglie degli ufficiali davano delle villette in cui stare e tutte le comodità necessarie. Avevamo anche un cameriere nero, che si chiamava Tecla Maria e a cui volevo molto bene. Quelli in Africa sono stati gli anni più belli della mia vita, perché alla messa di Natale conobbi mio marito: eravamo gli unici due giovani e ci guardavamo nella speranza di essere presentati. All’inizio non ne volevo sapere di fidanzarmi con lui, perché ero ancora molto giovane e volevo divertirmi. In realtà ci siamo sposati sei mesi dopo. Mio cognato gli ripeteva di comportarsi in maniera educata con me, perché io ero “tremenda”. Un po’ tedesca, diciamo. Lui era l’autista dei marescialli, nacque subito un grande amore. Un matrimonio durato poco, però, perché poi arrivarono gli inglesi.

Amelia Frasnelli

Sì, dopo sei mesi fummo presi prigionieri e separati in due diversi campi di concentramento: le donne da una parte, gli uomini dall’altra. Non ci siamo visti per ben sette anni. Non erano come i campi per gli ebrei, ma è stata comunque un’esperienza difficile. Ad Addis Abeba dormivamo sui pagliericci e per ribellarmi alla presenza delle cimici un giorno bruciai tutto. Gli inglesi erano terribili: volevano punirmi, ma le altre prigioniere diedero loro contro. Il fatto era che nessuno aveva il coraggio di parlare, di protestare per le condizioni in cui eravamo. Allora io ho pensato di passare all’azio-

ne, pur stando zitta. Quella volta, in qualche maniera e ec con molta fortuna me la cavai senza punizioni. C’erano le recinzioni, le guardie, ma non ci facevano fare lavori faticosi. Dovevamo solo pulire e mettere a posto. Io ero appassionata di cucina e davo una mano ai fornelli per far passare il tempo; mia sorella invece ha sofferto molto e si è addirittura ammalata perché era più abituata alle comodità. Quando vi siete rincontrati con suo marito? Io sono rientrata nel 1945, lui è rimasto fino al 1947. Si è salvato perché era uno sportivo: era diventato uno


trentinoattualità dei beniamini degli inglesi grazie alle competizioni di boxe a cui partecipava. È tornato su un carro bestiame, con un sacco contenente le sue cose, su cui era scritto il suo numero di riferimento. Ad un certo punto eravamo diventati tutti numeri. Com’è stato invece il suo ritorno a casa? Non sono tornata a Salorno dai miei genitori, avevo deciso di occuparmi dei suoceri che vivevano a Gargnano, sul Lago di Garda. Invece di tornare ad una vita agiata - i miei avevano una ditta di trasporti e stavano bene economicamente - ho deciso di aspettare lì mio marito, prendendomi cura dei suoi genitori anziani ed ammalati. In Africa avevo fatto l’infermiera ed ero portata per quello. Quando sono arrivata in paese avevo il cappotto, la borsa, i tacchi alti. Un abbigliamento inusuale per quei tempi: tutti mi osservavano e mi chiamavano “La signora”. Lo fanno ancora oggi. Fu lì che entrai in contatto con Benito Mussolini: lo zio di mio marito era un uomo di cultura che frequentava casa sua. E sapendo che ero di madrelingua tedesca, venivo convocata per fare delle traduzioni. Vedevo sua moglie, Donna Rachele, i figli. Invece non si vedeva quasi mai la Petacci, sua amante, anche se tutti sapevamo che si aggirava spesso tra quelle pareti. Mussolini un giorno mi regalò una fotografia con una dedica firmata: “Ad Amelia con affetto”, ma quando arrivarono i partigiani sul Garda la buttai nel fuoco perché sapevano che ero tedesca e sospettavano fossi una spia. A causa della mia presenza, allo zio di mio marito distrussero tutte le viti, mentre a me tagliarono i capelli in segno di sfregio e lasciarono delle bombe su un tavolo come minaccia. Cosa ricorda della Guerra? Ricordo con fatica quel periodo: mi sembra ancora di

sentire il rumore del “Pippo”, l’aereo dei tedeschi che passava continuamente e colpiva qualsiasi cosa si muovesse. Furono anni difficili, complicati. Suo marito come uscì dai campi di concentramento? Fu liberato dai neri. Gli volevano bene e gli chiesero di rimanere lì con loro. Ma lui sognava di tornare al più presto da me e fu davvero una fortuna se riuscì a farlo, perché rischiò più volte la vita. In una guerriglia tra popolazioni indigene fu salvato dai suoi tre cani lupo da guardia, che aveva chiamato “Ela”, “Come vala” e “Amico”. Subodorando il nemico nella notte pronunciò la frase salvifica in trentino “Ela, come vala amico?” e i cani scattarono all’attacco. Un’altra volta, mentre guidava un camion con un carico di armi, si accorse che gli uomini che trasportava gli avevano puntato addosso un fucile per farlo fuori e fece una manovra brusca che fece cadere il camion e tutto il carico giù da un ponte. Si salvò anche quella volta. Ma lei era sicura che sarebbe tornato? Sapevo che era vivo grazie a fonti istituzionali, ma non potevamo comunicare nemmeno via posta. Il telefono poi non esisteva! Quando è tornato e gli han detto che i documenti del nostro matrimonio non erano validi in Italia si è infuriato: se altri uomini han fatto questa scoperta, lui non ne voleva sapere. Eravamo marito e moglie. Anche perché io, in tutti quegli anni, mi ero sacrificata badando ai suoi genitori. Poi dove siete andati a vivere? Mio marito è andato a Bolzano, a lavorare con mio padre. Io sono rimasta lì ad occuparmi dei suoi parenti. Arrivava il fine settimana, con una moto Guzzi o con la Topolino. I miei volevano che tornassi da loro, ma non me la sono sentita.

Allora venivano a visitarmi di tanto in tanto, portandomi come sempre dei viveri, impietositi dalle condizioni in cui vivevamo. Alla fine della guerra le case erano mezze distrutte, noi stavamo in un unico stanzone con il camino. Io ero bionda, ma in poco tempo la fuliggine mi trasformò completamente i capelli. Quando è nata la mia prima figlia, Kathy, nel 1953, feci costruire una stanza: era ottobre e temevo si ammalasse con quel freddo. Poi arrivò anche Carolina, che ora vive in Sardegna. Certo che ne ha vissute di avventure! Ah, ce ne sarebbero da raccontare! Corsi un serio pericolo con i soldati del negus, il re dell’Etiopia: le donne bionde con la pelle chiara erano una rarità e le rapivano per portarle negli harem. Un giorno vidi quei soldati a cavallo correre verso di me, da una parte e dall’altra. Feci appena in tempo ad imboccare una scalinata e ad infilarmi in una missione nella quale prestavo il mio aiuto come infermiera. È mai tornata in Africa?

Avrei voluto farlo con i miei familiari per il cinquantesimo anno di anniversario di matrimonio, ma la Farnesina ce l’ha sconsigliato perché era scoppiata la guerra a Mogadiscio. Noi ci eravamo sposati in Somalia e allora abbiamo rinunciato. A mio marito piaceva stare laggiù, è tornato solo per amore mio. Stava a raccontare per ore, a nostro nipote Andrea, le sue avventure. Una delle preferite era di quando camminava, durante i safari, con le braccia alzate impugnando con le mani un bastone: era l’unico modo per evitare che i pitoni scendessero dagli alberi all’improvviso e ti stritolassero bloccandoti completamente. Si sente proprio l’amore di Amelia nei confronti di Mino, mentre ripercorre i ricordi ripetendo come un mantra: “Era un tipo forte mio marito, un gran bell’uomo. Gli anni in Africa sono stati i più belli, perché proprio lì l’ho conosciuto. Ah, l’Africa...”. Non ci sono campi di concentramento che tengano, quando ■ arriva l’amore vero. 37

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trentinoattualità

di Paolo Chiesa

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uando Luciano Eccher mi accoglie nel suo studio di architettura a Valcanover, frazione di Pergine Valsugana sul lago di Caldonazzo, mi si pianta in testa l’idea che assomigli a qualcuno di famoso. Dopo un po’ che parliamo di metano per autotrazione, che è il motivo della mia visita lacustre, capisco anche a chi è che assomiglia. Alto, massiccio, barba e capelli lunghi, mi ricorda Jeffrey Lebowski, il mitico Drugo del film creato dai fratelli Coen e impersonato da Jeff Bridges. Ma lui, quando glielo faccio notare mi dice che in realtà in Grecia lo hanno scambiato per Zach Galifianakis, uno dei protagonisti di “Una notte da leoni”. Chiusa la parentesi cinematografica riprendiamo la chiacchierata. Luciano Eccher è un convinto assertore del bisogno di razionalizzare le risorse energetiche e le strategie ambientali perché le prime non sono infinite e delle secondo tutti noi dobbiamo farci carico. Per questo Eccher ha i pannelli fotovoltaici sul tetto e un po’ di energia elettrica se la produce. Ma non solo:

Luciano Eccher vicino al suo distributore per metano. 38

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IL RIFORNIMENTO PER L’AUTO? LO FACCIO A CASA LUCIANO ECCHER, ARCHITETTO, È UN AMBIENTALISTA NEI FATTI. E IL DISTRIBUTORE DI METANO PER AUTOTRAZIONE SE L’È COSTRUITO IN PROPRIO. A VALCANOVER DI PERGINE VALSUGANA... nella casa bifamiliare dove abita, l’impianto idraulico è stato studiato in modo che si possa raccogliere in un serbatoio l’acqua piovana che, debitamente trattata viene riutilizzata non solo per l’orto e il giardino, ma anche per la lavatrice e per lo sciacquone del bagno. E questo tipo di impianto l’architetto lo prevede anche per le abitazioni che progetta per lavoro. Ma torniamo al metano: Eccher si è dotato di un distributore di metano per autotrazione personale e privato. Sì, perché se è vero che gpl e metano costano e inquinano meno di benzina e gasolio, è anche vero che molte stazioni di servizio hanno la colonnina per il primo, mentre di distributori per il secondo in giro se ne vedono pochissimi. E Luciano Eccher, che ha una Panda a metano che ha fatto? Nel 2010 si è rivolto a una ditta specializzata e si è fatto installare un sistema di rifornimento di metano per veicoli, in pratica un distributore domestico. Questo sistema è stato inventato in Canada e ora sta prendendo piede anche in Italia. Luciano Eccher è stato il primo a farlo in Alta Valsugana. “Il costo totale dell’installazione, comprensiva di allacciamenti, lavoro

Il pieno alla Panda

dell’idraulico, di permessi vari di Comune e Vigili del Fuoco è stato di 3500 euro. Su questo tipo di impianti poi, la Provincia Autonoma di Trento concede un contributo del 50%, quindi alla fine io ho speso 1750 euro”. Se questa può sembrare comunque una spesa consistente, va detto che essa viene ammortizzata nel tempo perché il risparmio rispetto al pieno fatto alla stazione di servizio è netto. “Io da quando faccio il pieno a casa sono già rientrato del costo dell’acquisto e dell’installazione del mio distributore personale. Anche tenendo conto del costo di

revisione dell’impianto ogni 4 anni e del costo dell’energia elettrica (con il fotovoltaico) che serve per fare il pieno”. In soldoni, è proprio il caso di dirlo, l’architetto, percorrendo circa 15 mila chilometri, l’anno ha speso circa 630 euro di metano. E l’architetto Eccher, che pur somigliando fisicamente al greco un po’ sopra le righe di “Una notte da leoni”, è un tipo molto attento e preciso, mi dimostra costi alla mano, che sennò ne avrebbe spesi più del triplo”. Si parla di un risparmio annuo di oltre 1200 euro, mica briciole. Usciamo ed Eccher mi fa vedere come funziona il macchi-


trentinoattualità nario. Colleghi il tubo a spirale al serbatoio dell’automobile e schiacci un bottone. Di rumore il distributore ne fa poco quindi lo puoi fare andare anche di notte senza problemi con il vicinato. In 10/12 ore il pieno è fatto. Rientriamo e il discorso torna fatalmente sulla carenza di distributori di metano in Trentino e sulla differenza con il vicino Alto Adige. “Uno dei problemi per chi ha un’auto a metano è che da noi il pieno lo può fare esclusivamente l’addetto del distributore e quindi solo nei giorni e in orario di apertura. A Bolzano ci sono invece anche i distributori a metano self service. L’automobilista fa un breve corso per imparare come si fa praticamente a fare il pieno e come ci si deve comportare dal punto di vista della sicurezza, quindi poi si può fare il pieno anche di notte o di domenica. Per avere altre informazioni sulla questione metano, Eccher mi dà il numero di cellulare del suo amico Emanuele Curzel che abita a San Cristoforo al lago e da sempre, come Luciano Eccher, è attento alle problematiche relative alle risorse energetiche e al loro esaurimento. Lo chiamo e lui mi spiega che fino a qualche tempo fa è stato anche responsabile del “Comitato per il metano a Pergine”, che si era fatto carico della richiesta ad amministratori pubblici e imprenditori privati dell’a-

pertura di un distributore di metano sul territorio di Pergine, per permettere a chi ha un’auto a metano di fare rifornimento senza problemi. “Sì, perché a tutt’oggi su più di 210 impianti di distribuzione di carburanti presenti in provincia di Trento, solo quattro hanno una colonnina per il metano: uno a Trento nord, uno a Trento sud, uno a Rovereto e uno a Roncegno Terme”. Va un po’ meglio per chi la macchina ce l’ha a GPL perché ha a disposizione 36 distributori su 214. In ogni caso è un po’ poco per chi vuole inquinare meno risparmiando e certo non incentiva l’acquisto di un’auto a metano. Curzel ha le idee chiare sulla faccenda. Ci vogliono circa 400 mila euro per attrezzare una stazione di servizio per il metano, ma le aziende non sono invogliate a farlo perché circolano poche auto a metano. Ma è un cane che si morde la coda: la gente non compra auto a metano perché è difficoltoso fare il pieno. Ci vorrebbe un intervento da parte dell’amministrazione pubblica per sbloccare la cosa”. Se a questo aggiungiamo che per i problemi di cui sopra, a dispetto delle pubblicità televisive, le concessionarie trentine trattano pochi modelli a metano, il cerchio si chiude. Ma si chiude male perché Curzel, per comprarsi una Panda a metano è dovuto andare fuori provincia. Lui non vuole fare dietrologia ma la faccio io: non è che alla fine “bisogna” usare auto a benzina e gasolio? Evidentemente lo stato incassa molto di più in tasse, vendendo gasolio e benzina. Quattro distributori per una popolazione di 524 mila persone con un parco macchine di 311 mila veicoli (fonte annuario statistico della Provincia), sono nulla. Le alternative sono due: o fai come Luciano Eccher e il distributore te lo fai da solo o acquisti la macchina a benzina o a gasolio. ■

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trentinoattualità trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

UMBERTO RIGOTTI Umberto Rigotti

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nche se è nato a Trento nel 1962, col padre che era allora operaio della Laverda, Umberto Rigotti ha passato le sue estati di ragazzo a Ranzo, il paese natale di Carlo Sartori, l’ultimo straordinario cantore della civiltà agro montanara. Umberto, nella sua professione di grafico pubblicitario, è la puntuale espressione della civiltà industriale o postindustriale. Tuttavia, come si vedrà, la civiltà contadina, come lo scavo di una talpa, finisce

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VIAGGIO NELLA MAGNETICA VITALITÀ DI UN GRAFICO PUBBLICITARIO CAPACE DI FANTASTICHE ED IRONICHE INCURSIONI NELL’ILLUSTRAZIONE E NELLA SCULTURA. E PENSARE CHE TUTTO È INIZIATO DURANTE UNA GARA CICLISTICA, QUANDO... nella sua produzione con lo sbucare alla luce. A tre anni Umberto arriva a Trento con la famiglia andando ad abitare nei pressi di Piazza Santa Maria, alla Portèla. Da sempre lo appassiona il disegno: naturale quindi l’iscrizione all’Istituto d’Arte di Trento dove trova come docenti Toti Buratti (disegno dal vero), Paolo De Carli (plastica) e Giordano Chini (disegno pittorico). Inoltre, fisicamente dotato com’è, trova il tempo di coltivare la passione del ciclismo agonistico, correndo con la maglia della storica “Forti e Veloci”: per sei anni, tra i più forti delle sue categorie, piazzandosi molte volte e anche vincendo. Ma era scritto. Una volta, in una gara in quel di Ponte Arche, in fuga con una ventina di concorrenti, vide un pittore sul ciglio della strada che stava dipingendo en plein air. E Umberto fermò la bici per guardare il quadro. Sì è mai visto un corridore in fuga che si ferma a guardare un quadro? Sì, e quel corridore si chiamava Umberto Rigotti. Quel gesto cambiò la sua vita se è vero che, poco dopo, nel 1982, il nostro eroe appese la

bici al chiodo. L’anno dopo si diplomò all’Istituto d’Arte. Ma la sua attività di disegnatore l’aveva già iniziata precocemente, a 16 anni, disegnando un fumetto tratto da un racconto di Giuseppe Sebesta. Si intitolava “Le due casse”, tratto da “La valle dei giganti”. A 17 anni Rigotti si era iscritto allo Studio d’Arte Andromeda,

portato lì dalla sua insegnate Toti Buratti (che all’Andromeda ha sempre dedicato l’anima). Oltre a Toti c’erano artisti come Pierluigi Negriolli, Anna Salvati e altri: gente da cui imparare… Il nostro disegnatore imparava, si affinava e, attratto allora soprattutto dal linguaggio dei cartoon, si misurava in concorsi nazionali


trentinobottegad’artista

di fumetto portando a casa dei bei premi. In occasione di uno di questi, conobbe un editore spagnolo al quale i suoi disegni erano piaciuti molto, tanto che gli offrì un contratto per illustrare una serie di racconti a sua scelta: un contratto che il nostro Umberto, per ecesso di modestia, non firmò mai. Proseguì collaborando con i maggiori autori di fiabe trentini. Dopo Giuseppe Sebesta, illustra la fiaba di Giovanna Borzaga “Arcobaleno sulle Dolomiti”, che viene pubblicata. Della stessa autrice è il racconto “Il muratore assassinato”, su cui Rigotti realizza una serie di disegni trasformati in un filmato che viene anche trasmesso dalla Rai. Nel 2000 illustra il libro di Mauro Neri “L’ultimo dei dinosauri”. Facendo un passo indietro, notiamo che nel 1989 Umberto era tornato al fumetto con “Ultimo volo” (un fumetto eccezionalmente senza parole) che si guadagna il terzo premio in un concorso nazionale e viene pubblicato come inserto della rivista a fumetti “L’Internauta”. Ci sono inoltre le sue personali, a tutt’oggi tre. La prima è del 2005, dal titolo “Nel segno

dell’illustrazione”, tenuta nel Liceo “Rosmini” di Trento, in cui ha presentato immagini fissate con varie tecniche: acquerelli, tempere, pennarelli, aerografo e infine computer. Sono esempi molto efficaci di come Rigotti abbia via via arricchito il suo percorso, tra realtà, fantasia e ironia (quest’ultima capacità appresa soprattutto all’“Andromeda”, un’associazione artistica che del disegno caricaturale, del fumetto ironico e satirico è divenuta una capitale internazionale). La seconda personale è di tre anni dopo, nell’Aula Magna dell’Istituto d’Arte “A. Vittoria” dove Umberto ha studiato; esposizione che ha messo in mostra tavole, lucidi, layout, lavori grafici eseguiti con le tecniche più diverse, in cui è difficile tracciare una linea che separi il mestiere dall’ispirazione artistica. In una nota di presentazione, Franca Marenzana – già docente di Rigotti – scrive che il grafico di mestiere “deve avere capacità non solo “artistiche“ con le quali esprimere la propria personalità, ma anche sensibilità interpretativa e finezza psicologica, unite ad una perfetta padronanza della cultura dell’immagine”. Qualità che il nostro autore mostra di possedere perfettamente. Infine, l’esposizione del novembre/ dicembre 2013, “Selvatica”, completamente nuova perché, a sorpresa, si tratta di una mostra di sculture (Umberto intanto si è trasferito da poco a Pedersano, frazione di Villalagarina). Le sculture – bassorilievi e altorilievi – realizzati con impasti speciali di crete colorate, sabbie e altri materiali vedono protagonisti gli animali selvatici e l’Om Selvadech, plasmati con sorprendente forza e originalità. Emerge una vitalità magnetica che ci investe, ammonendoci, tentando con il linguaggio dell’arte di riossigenare il mondo in cui viviamo: sempre più virtuale, più inautentico, più innaturale. ■

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trentinopanorama

di Fiorenzo Degasperi

LUIGI SENESI OVVERO DELL’ALCHIMIA DEL COLORE DALLA FIGURA ALL’IDEA. UN PERCORSO LABIRINTICO ALL’INTERNO DEL CROMATISMO E DEL SEGNO

Rustico, 1963, olio su tela, 90x70 collezione privata, Bolzano

L’

ultima mostra in cui le opere di Luigi sono apparse è stata “Le silenziose vie dell’astrazione. Il sentimento del colore” allestita nell’estate del 2011 presso le suggestive sale del Comune di Borgo Valsugana e in quelle labirintiche di Castel Ivano. Un omaggio voluto dai curatori ad uno dei grandi artisti trentini che hanno segnato anni di ricerca e di dibattiti. Era in compagnia di altri artisti astratti come Ennio Finzi, Carlo Nangeroni, Mauro Cappelletti, Gianni Pellegrini, Michele Parisi, Rolando Tessadri. Ognuno percorre una strada, una via nel variegato e magmatico mondo dell’astrazione. Le sale dedicate a Luigi Situazione 3, 1967, tempera su tela 140x100, collezione privata, Trento

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Senesi, in questo contesto, non risentivano assolutamente del trascorrere del tempo. Anzi. Di fronte ai cromatismi, alle vibrazioni, alle forme in movimento, emergeva tutta la vivacità e la curiosità di un uomo per il mondo del colore.

In quell’occasione avevo steso un breve testo che, rileggendolo oggi al cospetto della mostra perginese, ritengo non abbia perso minimamente in freschezza e in profondità e come tale lo ripropongo ad un pubblico più ampio.

Luigi Senesi con l’opera-scultura, “Plurisignificante” 1970, (fotografia Silvo Dal Bosco)

Omaggio AT, 1968, tempera su tela 136x180, collezione privata, Pergine Valsugana (TN)

Il colore è sempre e comunque anche un segno. E in quanto tale è corporeità, capacità di far scaturire le sfumature cromatiche in modo vibrante e sonoro. Luigi Senesi era il colore perché il suo approccio alla tela o all’incisione non è stato soltanto mentale ma fisico. Quando nel settembre 1977 comunicava ad Italo Mussa di aver portato a termine la stampa delle 57 incisioni racchiuse sotto il titolo di “Postcromatico”, ove la scomposizione partiva dalla purezza del timbro cromatico per approdare alla limpidezza del bianco o viceversa (in un’ottica circolatoria), aveva anche portato a termine l’equilibrio e l’armonia tra lo spirito e il corpo. Sin dall’inizio aveva capito che bisognava distinguere tra esistenza e manifestazione del colore. Ora, con i suoi lavori, capiamo che l’invisibilità del colore non


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LA MOSTRA Pergine Valsugana, a 35 anni dalla scomparsa di Luigi Senesi, ricorda e rilancia la figura di un grande uomo, di un artista che ha saputo imporsi per le sue idee e per la sua pittura. Due grandi mostre – Teatro Comunale e Sala Mayer –, ospitano 120 opere di pittura e grafica, accompagnate da scritti originali, documenti, fotografie e un ricco epistolario. Il curatore, Roberto Festi, ha voluto con questa esposizione indagare non soltanto l’artista ma anche il lato più intimo e privato di questo uomo-artista, visionario, sperimentatore. La mostra è organizzata da Pergine Spettacolo Aperto in collaborazione con il Mart e rimarrà aperta fino al 19 gennaio. Orario: lunedì, martedì, mercoledì 15-20, giovedì, venerdì, sabato e domenica 10-13/15-20. Chiuso il 1 gennaio. può venire attribuita alla sua assenza e neppure al suo ottenebramento, ma, al contrario, alla sua estrema intensità. La stessa cosa si verifica per qualsiasi realtà sottile e trasparente. Mettere in atto poi un procedimento circolatorio vuol dire prolungare all’infinito la possibilità di ritornare sempre al punto di partenza, al colore primario, a quel denso che è la causa della sua visibilità. E poi ci sono la storia e la tecnica del suo modo di fare i colori. Una storia “artigianale”, di profonda conoscenza del mestiere dello scavare e dell’incavare, del comprimere e del pressare. Una con-

sapevolezza circostanziata dell’uso del pennello che, passaggio dopo passaggio, costruisce il mondo. Basterebbe leggere la scelta dei colori usati e il loro dosaggio per capire come l’artista sia stato molto vicino alla ricerca alchemica. Quest’ultima seguiva i sentieri ondulatori della pietra filosofale ottenuta tramite la modificazione delle materie impiegate. L’artista si soffermava nelle oasi di pace che l’incessante fluire del tempo lascia dietro di sé, per assecondare il rito del procedimento che vedeva un inizio e una fine, con in mezzo un lunghissimo ponte di collegamento tra i due luoghi. E lì,

Contemporaneità d’immagine, 1965, tempera e collage su tela 90x110, collezione privata, Trento

Immagine significante B/1, 1969, olio su tela, 135,5x180, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige

nell’oasi, il tempo spariva ingoiato dal vortice del colore. Chi oggi si può permettere di “perdersi” nell’universo del colore? Di smarrirsi in quel bianco che si trova all’inizio e alla fine del percorso del viandante? Perché il bianco è un colore importante nella sua produzione, compagno di viaggio per tanti anni, dalla

figurazione alla pura astrazione. Ma è un bianco strano, tutto orientale. Infatti la vera profondità della bellezza del bianco (e del nero, il suo opposto), si dischiude solo davanti a quegli occhi che sono in grado di apprezzare lo splendore dei colori sontuosi e vividi, con tutte le loro gradazioni e sfumature. ■

CHI ERA Luigi Senesi nasce a Pergine Valsugana nel 1938. Compie gli studi presso l’Istituto d’Arte di Trento e quindi il Magistero dell’Istituto d’Arte a Firenze, specializzandosi in pittura murale ed affresco. Terminati gli studi si dedica all’insegnamento del disegno nella scuola media. La sua prima personale tenutasi a Trento nel 1962 presenta soggetti ispirati all’ambiente perginese, in particolare i ricoverati del grande Ospedale psichiatrico, simboli di una tragica condizione umana. In seguito sperimenta i mezzi tecnici più disparati: olio, cera, tempera, collage. Nel 1967 aderisce alla “Nuova Figurazione” esponendo le sue opere alla famosa Galleria d’Arte “Il Traghetto” di Venezia. Apre uno studio a Trento, nell’antica Casa dei Birri che si affaccia sulla Piazza del Duomo. La grande svolta avviene nel 1970 quando inizia ad indagare la percezione e la pura pittura. Pubblica lo studio Le relazioni del colore nelle dimensioni di uno spazio pittorico. Nel biennio 1976/8 partecipa al gruppo Astrazione Oggettiva assieme a Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini, Aldo Schmid, Giuseppe Wenter Marini. Inizia l’avventura nel mondo delle tonalità cromatiche accompagnando la ricerca con scritti teorici e riflessioni. Durante un viaggio per Firenze, il 15 aprile 1978, un tragico incidente ferroviario nei pressi di Bologna causa la sua morte e quella dell’amico e collega Aldo Schmid.

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di Lara Deflorian

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er quanto concerne la danza è difficile proporre spettacoli di qualità nei teatri e negli spazi periferici della nostra realtà territoriale. Per questo è nato il circuito provinciale InDanza, che cerca di presentare spettacoli attraverso la collaborazione del CSC S. Chiara di Trento con i Comuni trentini, presentando eventi di un certo spessore qualitativo, realizzati da compagnie sostenute, per lo più, dal Ministero dei beni e attività culturali in Italia. A questa categoria appartiene Naturalis Labor, l’ensemble che sarà protagonista il prossimo 25 gennaio al Palacongressi di Riva del Garda. Fondato nel 1988 a Vicenza da Luciano Padovani

PASSION TANGO A RIVA DEL GARDA LO SPETTACOLO DI NATURALIS LABOR, COMPAGNIA IMPEGNATA DA ANNI IN UN COSTANTE LAVORO DI RICERCA SULLA DANZA CONTEMPORANEA e Francesca Mosele, questa compagnia s’impegna in un costante lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell’arte. Opera in sinergia con realtà teatrali e festival e promuove rassegne come Forti in scena, Danza a Comacchio e Danzafest. Il pensiero che muove l’intenzionalità del gruppo e che giustifica la sua stessa denominazione viene espresso da Padovani in questi termini: “La danza è, in fondo, un naturalis labor: un lavoro del corpo, paziente e necessario, quotidiano e faticoso, caratterizzante e costruttivo; naturale come un gesto, come il corpo che lo produce, come l’occhio che

lo vede, come il tempo che lo consuma… insieme condizione dell’artista e funzione sociale, ricerca di semplicità e di immediatezza. Il resto è forma.” A Riva del Garda Naturalis Labor sarà protagonista di Passion tango, uno spettacolo di tango e musica creato dallo stesso Padovani il quale otto anni fa, colpito dal fascino del tango, venne spinto ad intraprendere un percorso tra la danza e il tango. In alcuni spettacoli ha sperimentato addirittura la contaminazione tra la contact dance e il tango milonguero, rendendo unico il suo lavoro. Lo spettacolo Passion tango è un gioco di seduzione velato di nostalgia,

ONLINE IL FOCUS MENSILE SULLA MUSICA INDIPENDENTE Anche quest’anno con Trentino Mese, è possibile scaricare gratis una compilation di proposte provenienti dalla scena indipendente italiana. Il viaggio di gennaio parte dalla Sicilia, dove troviamo il cantautore Carmelo Amenta ed i suoi testi mai banali affiancati ad un rock a tinte fosche. Echi punk, ma non solo, nella seconda canzone, “Senza Petrolio”, nuovo riuscitissimo singolo dei Karma in Distorsione. Senza essere troppo pesante, si tratta di una riflessione ecologica sui nostri tempi. Ballabili ma ricercati invece i Crystal Session, che fra una citazione artistica e l’altra ci deliziano con un intreccio di musica antica e contemporaneo dream-pop. Proseguendo nell’ascolto, troviamo i Corni Petar, band che sa intrecciare stili diversi ma riconducibili alla musica per veri rocker. In chiusura, due lavori sperimentali: la creatività artistica a tutto tondo dei Flebologic e la psichedelica malinconica dei The Delay in the Universal Loop, seconda produzione della neonata casa discografica Factum Est, legata a produzioni di nicchia e di qualità.

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intreccio di sguardi e tocchi leggeri, tra languidi abbandoni e scatti repentini, il tutto coniugato in coreografie di tango che sanno esaltare e appassionare il pubblico. Il fine è una sorta di gioco che fa unire due corpi in uno, in un fremito di passione, poiché “el tango es un romance de amor y seducción que dura tres minutos ...”. Luciano Padovani riporta quindi in scena il Tango, quello vero, autentico unito alle invenzioni sceniche e drammaturgiche che da anni contraddistinguono il suo lavoro di ricerca coreografica. Un altro elemento caratterizzante Passion tango è l’accompagnamento musicale eseguito dal vivo dal trio Lumière de tango, che al suo attivo ha numerose partecipazioni a festival e rassegne italiane ed europee. Il trio propone personali trascrizioni dei brani più significativi di autori come Plaza, Cobian, Bardi e Piazzola, oltre a presentare anche brani originali con contaminazioni di vario tipo. Per mantenere vivo lo spettacolo e trasferire le emozioni provate, dopo lo spettacolo sarà possibile organizzare nel foyer del Palacongressi una “milonga” per gli appassionati del tango. Per info: numero verde 800 013952 www.centrosantachiara.it. ■


appuntamenti, incontri e attualitĂ trentina

A chi ancora trascorre ore in libreria, a chi ancora mette sempre un libro in valigia, a chi ancora colleziona la sua rivista preferita, a tutti coloro che non vogliono rinunciare al piacere della carta e ancora non sono pronti a smettere di girare pagina,

a tutti voi, i nostri auguri piĂš cari per un 2014 con meno carte da compilare e tanta, bellissima, carta da leggere.

Curcu&Genovese Edizioni


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www.facebook.com/ montebondone.snowpark

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ono ancora vive nei ricordi e nelle bellissime immagini T.V., tutte le grandi emozioni delle gare organizzate con successo sul Monte Bondone per le Universiadi Trentino 2013. Ma cosa rimane dopo questa grande kermesse? Sicuramente un ritorno di immagine internazionale e una crescita di “aknowledge” tra gli addetti ai lavori, ovvero sapere che sulla montagna del capoluogo trentino esiste un località sciistica piccola, ma sicuramente preparata e attrezzata per ospitare le competizioni di snowboard e freestyle ski anche livello internazionale. Teniamoci strette anche le grandi opere eseguite proprio per accogliere al meglio le Universiadi, ovvero la nuova seggiovia esaposto ‘Montesel’, il potenziamento dei sistemi per l’innevamento e gli interventi sul terreno delle piste e dell’area Snowpark atti a migliorare e semplificare la successiva preparazione tecnica dei campi di gara con la neve. Alla sua ottava stagione sul Monte Bondone, il responsabile tecnico Paolo Fazi & il suo Staff coadiuvato dagli uomini e dai mezzi

SNOWPARK MONTE BONDONE, TRENTINO STYLE! DOPO LA GRANDE RIBALTA INTERNAZIONALE DELL’UNIVERSIADE TRENTINO 2013, L’AREA TRENTINA APRE AL PUBBLICO CON IL RICCO PROGRAMMA DI EVENTI E GARE DI SNOWBOARD E SKI FREESTYLE

di Trento Funivie spa, possono quindi aprire i battenti di una della più apprezzate e vivaci aree freestyle dell’arco alpino con un nuovo percorso di Snowboard Cross, una nuova linea Slopestyle e il grande Halfpipe già pronto e utilizzato in gara dagli atleti universitari.

Nel mese di gennaio 2014, gli organizzatori daranno il loro meglio proponendo raduni e snow camp gratuiti, previa iscrizione, per bambini e teenagers con perfezionamento della tecnica, gadgets e merenda per tutti gli iscritti! (Nitro 4Kids del 12 gennaio e 100-one Roxy SnowCamp

4girls only del 19 gennaio). Questo è lo spirito che contraddistingue con successo da molti stagioni lo Snowpark Monte Bondone, aperto anche quest’anno “Night & Day” con le serate Happy Snow di giovedì e sabato dalle ore 20,00 alle 22,30 a partire dal 28 dicembre. La stagione dello Snowpark Monte Bondone continuerà con un programma di altri eventi di altissimo livello come il School of Rockers del 01-02 febbraio, il “Trentino World Rookie Fest” di Halfpipe del 19-23 febbraio, il “Boss of the Park” del 2 marzo e il “Trentino Freestyle Tour” del 16 marzo. ■

IN LIBRERIA o sul nostro sito www.curcuegenovese.it

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di Fabio de Santi

È

quello del 4 gennaio con il “Piccolo Asmodeo” il primo appuntamento del 2104 per la rassegna “Anch’io a teatro con mamma e papà” organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara (ore 16, Teatro Cuminetti). Il “Piccolo Asmodeo”, proposto dal Teatro Gioco Vita Teatro Stabile di Innovazione, rappresenta una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viaggio sulla terra di un piccolo diavolo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Con sottile ironia, ma anche con delicata poesia e senza mai cadere in facili moralismi, lo spettacolo racconta le avventure terrestri di un novello Mefistofele alla ricerca del suo Faust. Coinvolto in una girandola d’incontri di ogni tipo, Asmodeo ripete a tutti, con grande semplicità, il suo invito: “Posso offrirti qualunque cosa, in cambio dell’anima”. Piccolo Asmodeo è una storia che parla ai bambini di cose serie, di temi importanti. Che fa ridere, pensare e forse anche commuovere. “La storia di Hansel e Gretel” è il titolo dello spettacolo dell’11 gennaio proposta dalla compagnia Teatro Crest. Si tratta di uno spettacolo

ANCH’IO A TEATRO CON ASMODEO, HANSEL E GRETEL S.CHIARA E RASSEGNA BAMBINI: TRE SPETTACOLI A GENNAIO sospeso tra realtà e favola, perché i bambini imparino a dare valore alle cose. In tempi di recessione economica, raccontare ai bimbi della società dei consumi, una favola, che prende avvio proprio dalla difficoltà di un padre e di una madre nello sfamare i figli, può non essere un esercizio di stile. La fiaba di Hansel e Gretel è un racconto ombroso, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare bellis-

sima, accogliente e materna, ma è in realtà una strega. E nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia. L’ultimo appuntamento di gennaio, sabato 25, è quello di “On Off”, uno spettacolo nato da una ricerca condotta all’interno dei nidi d’infanzia per osservare i bambini e il loro rapporto con la luce e con il buio. In scena un attore e, protagonista assoluta, la luce. Musica

e movimenti accompagnano il ritmo dell’accendersi e dello spegnersi delle lampadine, dando vita ad una danza. La luce può essere tutto: un fiore, una candela, una giostra, ma anche un papà, una mamma o un bambino. Lo spettacolo è un omaggio allo stupore che i bambini manifestano di fronte alla luce e asseconda e valorizza la curiosità dei piccoli per le fonti luminose. Un gioco, ma anche un modo per aiutarli a non aver paura del buio e della notte. ■

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di Fabio de Santi

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i apre, venerdì 10 gennaio, con un nome di rilievo assoluto come quello di Giovanni Sollima, violoncellista e compositore, la nuova stagione concertistica della Società Filarmonica. La Stagione dei concerti del 2014 è particolarmente interessante e come sempre darà agli appassionati di suoni classici il piacere di incontrare non solo artisti molto conosciuti e affermati a livello internazionale, ma anche giovani astri nascenti, che tra pochi anni, dovremo contendere alle più importanti sale da concerto del mondo. In cartellone infatti vi sono nomi come Jansen, Lonquich, Sollima, Greminelli, Brunello e gruppi quali il Quartetto di Cremona, Katona Twins, London Brass, Delitiae Musicae, mentre per la sezione giovani Buniatishvili, Carpenter, Lisiecki, Grosvenor. “La varietà degli esecutori e dei loro programmi – evidenzia Lorenzo Arnoldi, presidente della Filarmonica e il direttore artistico della Stagione Antonio Carlini - rende i vari appuntamenti

NEL SEGNO DI SOLLIMA FILARMONICA 2014 LA NUOVA STAGIONE APRE CON IL GRANDE VIOLONCELLISTA E COMPOSITORE. POI CARPENTER, IL QUARTETTO DI CREMONA E... accattivanti e mai scontati, lasciando spazio anche alle sorprese! Sfogliando questo libretto potrete constatare l’elevato spessore artistico dei singoli musicisti e conoscere i relativi programmi, accuratamente scelti per ascoltare musiche classiche ma anche nuove, che valorizzano le peculiarità artistiche di ciascun esecutore”. Giovanni Sollima si presenterà sul palco della Filarmonica insieme ai violoncellisti Monika Leskovar, Hannah Eichberg, Amedeo Cicchese e Paolo Bonomini. Nato a Palermo, Giovanni Sollima intraprende giovanissimo una brillante carriera internazionale di violoncellista collaborando con artisti quali Martha Argerich. La sua cu-

Giovanni Sollima

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Giovanni Sollima

riosità creativa lo spinge presto a esplorare altre frontiere nel campo della composizione attraverso contaminazioni fra generi diversi. Numerose le commissioni per teatri e orchestre di tutto il mondo. Rock, jazz, minimalismo anglosassone, musica antica e di area mediterranea sono la formula dello stile di Sollima, che si avvale di strumenti acustici occidentali e orientali, di strumenti elettrici ed elettronici e altri di sua invenzione. Suona un violoncello costruito a Cremona da Francesco Ruggeri nel 1679. Diverse le ambientazioni del concerto del 15 gennaio con l’organo di Cameron Carpenter. Talento libero e ribelle, artista geniale e trasgressivo, irriverente ma profondamente classico, Cameron Carpenter sta rivoluzionando i canoni interpretativi della musica classica e di

quella organistica in primis. Con lui viene demolito uno degli ultimi retaggi della tradizione musicale occidentale, quell’organo custodito con cura e attenzione nelle chiese ora trasformato in una macchina fantasmagorica assolutamente priva di limiti. Il mese di gennaio si chiuderà, venerdì 31, sulle note del Quartetto di Cremona, formazione nata nel 2000 presso l’Accademia Stauffer. Si perfeziona con Piero Farulli del Quartetto Italiano e con Hatto Beyerle dell’Alban Berg Quartett, affermandosi in breve come una delle realtà cameristiche più interessanti sulla scena internazionale. La stampa specializzata internazionale lo considera l’erede del Quartetto Italiano sottolineandone le qualità artistiche e interpretative. ■


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di Fabio de Santi

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na compilation con il meglio dell’edizione 2013 e tanta voglia di guardare al futuro di un concorso canoro capace di affermarsi, con sempre maggior forza, anche fuori dai confini regionali. Queste le nuove mosse di VarTalent, il concorso ideato da Marco Consoli a partire dal lancio della “Compilation VarTalent ’13” ideata anche da Luiz Henrique Belmiro (co-organizzatore e coproduttore) insieme all’autore trentino Pierluigi Colangelo. Nelle precedenti edizioni, VarTalent ‘11 e VarTalent ‘12, era stato concepito e realizzato un progetto discografico finale che vedeva i migliori interpreti del concorso cimentarsi con delle cover e, in parte, con brani inediti (in particolare i cantautori). La nuova sfida era dunque quella di realizzare una compilation di qualità, interamente composta da brani inediti. Un progetto da subito affascinante, che ha portato Nick Casciaro

VARTALENT, IL CONCORSO DIVENTA CD LA SCENA MUSICALE TRENTINA IN UNA COMPILATION DI INEDITI Marco Consoli ad affidare a Pierluigi Colangelo l’incarico di curatore della Compilation, affiancato da Luiz Henrique Belmiro. Guidata da una figura nuova, importantissima per il valore innovativo e qualitativo del progetto, la squadra era dunque al completo e ognuno poteva giocare il proprio ruolo: una valida produzione, interpreti con grandi capacità vocali e interpretative distintisi durante il concorso VarTalent ’13, uno studio di registrazione qualificato ed all’avanguardia e un curatore preparato e motivato. ”Mancava la “materia prima” di qualità: la musica –

come ci ha raccontato Marco Consoli – così Pierluigi Colangelo, con un lavoro di ricerca importante, ha proposto alla produzione una quindicina di brani di compositori e autori provenienti da tutta Italia, mettendo a frutto le conoscenze consolidate presso il Cet di Mogol. Quindi questo è stato il frutto di un grandissimo lavoro di squadra”. La “Compilation VarTalent ’13”, che ha come editore Alex Carlin nei suoi Gulliver Studio di Pergine, propone le canzoni di diversi talenti canori emergenti della scena trentina. Nel cd si trovano infatti le canzoni

di Andrea Faccenda, Andrea Porceddu, Anna Giorgi – feat. Francesco Camin, Antonio Cappiello, Cristiano Consolati, Elena Di Marino, Francesca De Braco, Kristal Tisi, Luiz Henrique Belmiro, Nick Casciaro, Nicoleta Nuca (vincitrice VarTalent ’13), Simone Paonessa e Sofia Cristoforetti. Ad impreziosire alcuni passaggi del cd anche la presenza di due musicisti come Nicola Oliva (chitarrista di Laura Pausini) e del bassista Raffaele Trapasso. “L’obiettivo di VarTalent ’14 – sottolinea Consoli - è quello di confermare i traguardi raggiunti nel 2013 e di aggiungere qualche altro tassello ad un progetto che ha ormai conquistato il primato in ambito Regionale. La partnership con il Festival di Castrocaro proietta, inoltre, VarTalent su confini di visibilità a carattere nazionale.”. Il Progetto VarTalent avrà come principale novità lo svolgimento di alcune date di preselezione al di fuori dei confini regionali come evidenzia Consoli: “Nella convinzione che il Trentino sia sì un luogo dove risiedono talenti del canto, ma anche un luogo dove i talenti del canto provenienti da altre regioni possono trovare le condizioni ideali per verificare e sviluppare i propri percorsi artistici. Il confronto ad alti livelli non può che portare benefici a tutti ed il confronto ■ è crescita”. 49

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di Antonia Dalpiaz

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oncluse le festività natalizie, gennaio apre il sipario su un fitto programma teatrale. Non solo Rovereto e Trento proporranno spettacoli di significativo interesse, ma anche le zone periferiche hanno a cartellone una serie di spettacoli da non perdere. In gennaio viene data giustamente priorità ed evidenza alla Giornata della Memoria e molti sono gli appuntamenti che trattano questo tema con grande sensibilità e pathos. Partendo da Trento, da giovedì 9 a domenica 12 gennaio lo Stabile di Bolzano sarà in scena in Auditorium con “La brocca rotta” di von Kleist per la regia di Marco Bernardi. Paolo Bonacelli, Patrizia Milano e Carlo Simoni saranno gli interpreti di questa commedia in cui l’autore tedesco mette alla berlina la falsità della natura umana e del sistema giridico. Spostandoci

MEMORIA TEATRALE

TTT – Klezmer band

GENNAIO PROPONE UN FITTO CALENDARIO DI SPETTACOLI DA NON PERDERE a Nago, venerdì 10 al Teatro Casa della Comunità e sabato 11 al Teatro Comunale Covi di Sarnonico, la compagnia La Corte Ospitale propone il divertente spettacolo “Amleto a pranzo e a cena” di Oscar De Summa. Sempre l’11 e il 12 gennaio al teatro Melotti di Rovereto, quattro attori d’eccezione: Anna Galiena, Marina Missironi, Amanda Sandrelli e Sergio Muniz saranno i protagonisti di “Tres” di Juan Carlos Rubio, un testo che racconta

l’incontro di tre amiche dopo più di vent’anni. Ciascuna con i propri problemi e i propri fallimenti. Come risolverli? Simpatia e risate al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano con Mario Cagol, protagonista del suo “Zapping”. Lunedì 13 gennaio, primo appuntamento con la giornata della Memoria al Teatro Comunale di Tione, con “Primo” interpretato da Jacob Olesen. Momenti di riflessione, ma ancora voglia di sorriso con “Nudi e crudi”, titolo

del lavoro in scena lunedì 13 gennaio al Teatro San Pietro di Mezzolombardo e martedì 14 al Teatro Comunale di Pergine con la Compagnia Teatro della Cooperativa. Al Teatro Comunale di Tesero, martedì 14, Quelli di Grock propongono “Caos (Remix)”, regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido. La compagnia, ormai affezionata al Trentino, riesce sempre ad affascinare grazie al significativo livello artistico. Al Teatro Sociale di Trento, per tendenze prosa, martedì

JAZZ WINE & FOOD AL MAS DELA FAM CLUB

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renderà il via a fine gennaio presso Mas dela Fam Club il Jazz Wine & Food, rassegna di musica jazz, vino pregiato e cibo del territorio trentino. La rassegna sarà composta da eventi a cadenza settimanale, il giovedì, che si svolgeranno nel noto locale nei pressi di Trento che unisce raffinatezza e accoglienza, e che vedranno proporre in cartellone noti artisti del panorama jazzistico nazionale. L’idea nasce dalla volontà del titolare Luca Boscheri e da Fabrizio Gaudino noto trombettista, di creare un luogo di incontro e di scambio culturale, dove poter apprezzare al meglio la musica, il vino e la raffinata ed allettante cucina del locale. Disponendo di una bellissima sala munita di bar, palcoscenico attrezzato con impianto audio di ultima generazione, pianoforte a coda e batteria, il Mas dela Fam Club diventa un luogo ambito sia dai musicisti che dagli appassionati creando una atmosfera ideale per poter godere di bei momenti musicali. Sarà inoltre possibile effettuare delle registrazioni dei Live che andranno a costituire una memoria delle perfor-

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mance eseguite. Per tutti gli interessati ci sarà la possibilità di aderire al club in qualità di soci mediante una forma di tesseramento che garantirà trattamenti vantaggiosi e aggiornamenti costanti sull’attività delle manifestazioni. Come dicevamo, nel corso della rassegna saranno di scena grandi nomi del panorama jazzistico nazionale quali Marc Abrams, Gianni Cazzola, Mattia Cigalini, Lorenzo Frizzera, Danilo Memoli, Tino Tracanna giusto per citarne alcuni, ma ci sarà anche la jam session post concerto, occasione impedibile per i giovani musicisti presenti sul territorio che vorranno misurarsi con un pubblico di appassionati avvicendandosi sul palco ed avere anche la possibilità di essere ascoltati dai veterani del jazz che potranno poi consigliarli e guidarli nella giusta direzione. I dettagli sul programma musicale ed enogastronomico degli eventi saranno di volta in volta comunicati con grande risonanza, così da poter aggiornare costantemente il pubblico sulle attività proposte. Ulteriori informazioni saranno pubblicate sul sito masdelafam.it e disponibili telefonando al numero 0461.349114.


trentinopanorama 14 e mercoledì 15 va in scena “Il Don Giovanni – vivere è un abuso, mai un diritto”, un allestimento provocatorio, che porta la firma di Filippo Timi, uno fra i giovani registi italiani più irriverenti Al Centro Culturale di Concei, venerdì 17 gennaio il Gruppo Ideazione allestisce “Rimbamband show” regia di Raffaele Tullo. Il 17, 18, 19 gennaio al Portland Arditodesìo presenta “Il principio dell’incertezza” con Andrea Brunello, un monologo davvero interessante portato anche nelle scuole, che parla di scienza senza tediare. Per la giornata della memoria, un altro commovente appuntamento il 18 gennaio al Teatro Comunale di Aldeno con“ Anna Frank” realizzato dal Gruppo Teatro a Pedali. Al teatro alla Cartiera di Rovereto sempre sabato 18 Francesca Pennini è la regista di “Plek”,uno spettacolo coreografico che coniuga armonicamente il senso del concetto e la poesia dell’immagine. Il 18 gennaio al Teatro Parrocchiale di Tezze di Grigno è di scena “Un mistero, un delitto e otto donne” di Robert Thomas. Sempre il 18 gennaio al Teatro Monte Baldo di Brentonico il gruppo Ideazione propone “Il sol ci ha dato alla testa” di Raffaello Tullo e al Teatro Comunale di Sarnonico il Teatro Litta allestisce “Il venditore di sigari” di Amos Kamil , altro appun-

Mario Cagol

tamento da non perdere per non dimenticare la Shoah. Martedì 21 gennaio al Palacogressi di Riva del Garda va in scena “Narrenschiff”, un testo sulla follia, con la Compagnia ariaTeatro. Giovedì 23 gennaio al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano AriaTeatro propone “La Treblinka di Vasilij Grossman”, lo straordinario scrittore e reporter che ha raccontato gli orrori dell’Olocausto. Da giovedì 23 a domenica 26 gennaio al Teatro Sociale Luca Zingaretti è il protagonista de “La torre d’avorio” di Ronald Harwood. Tolti gli abiti del commissario Montalbano, il bravo attore ci porta nella Berlino del primo dopoguerra: un famoso direttore d’orchestra viene inquisito quale presunto collaboratore della dittatura nazista. Il 24 gennaio al Portland, Roberto Abbiati presenta “La radio e il filo spinato”, altro testo legato alla memoria, tema che ritroviamo lunedì 27 gennaio al teatro Sartori di Ala con “Foglie della rosa bianca”per la regia di Giovanni Moleri. Mercoledì 29 gennaio al teatro della Cartiera è di scena “Delirious New York” con Filippo Andreatta. “Una tazza di cioccolata calda” è il titolo del lavoro sulla Shoah di Renzo Fracalossi, interpretato dagli studenti dell’Istituto Bonporti al Teatro di Pinzolo il 30 gennaio. Venerdì 31 gennaio al Teatro Casa della Comunità Gabriele Vacis è il regista di “Mi chiamo Aram e sono italiano”. Sempre il 31 al Portland Christian Di Domenico è l’interprete di “U Parrinu” che racconta il suo incontro con padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia. All Cinema Teatro di Fondo la Barcaccia di Verona mette in scena “Sior Todero brontolon” di Carlo Goldoni, un allestimento replicato decine di volte, ma sempre molto apprezzato per la qualità degli interpreti e la bella regia di Roberto Puliero. ■ 51

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trentinopanorama Patrick Trentini

di Fabio de Santi

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i ripropone anche quest’anno l’appuntamento con la rassegna “I Concerti della Domenica” organizzati dalla Società Filarmonica ogni domenica da gennaio a marzo alle 10.30 (ingresso 5 euro intero, 3 euro ridotto). Primo evento quello del 12 gennaio con “E lucean Le Stelle” un omaggio a Giacomo Puccini che nasce da un monologo concertato di Pino Loperfido. Protagonisti saranno Maria Letizia Grosselli, soprano, Alessandro Dimasi, tenore, Andrea Dindo, pianoforte e Riccardo Gadotti, voce recitante. “E lucean le stelle” è un’opera volutamente popolare perché popolare è la musica del maestro toscano. Il testo di Loperfido prende per mano lo spettatore, lo accompagna nell’ascolto e pare invitarlo ad emozionarsi ancora una volta per quelle indimenticabili note. Lo scenario è quello di Trento in un giorno di agosto del 1922: Giacomo Puccini, seduto sui gradoni della fontana del Nettuno, si gode una pausa del grande tour automobilistico che lo porterà in mezza Europa. Una misteriosa ed elegante signora si avvicina

PUCCINI, LUMIÉRE E PATRICK TRENTINI ALLA FILARMONICA TORNANO I CONCERTI DELLA DOMENICA, TRE APPUNTAMENTI IN GENNAIO al Maestro e con lui inizia un’affabile conversazione sulla musica, le donne, la vita. Alla fine, prima di andarsene quasi dissolvendosi nell’aria, proporrà a Puccini un enigmatico appuntamento. Una storia vera a metà, in cui il musicista italiano più amato nel mondo, rivela il suo incontenibile amore per i motori, ma anche l’ossessione nei confronti della vecchiaia e la paura della morte, ovvero tutta la fragilità umana su cui si reggeva il suo immenso genio. Il 19 gennaio sarà sul palco della Filarmonica La Piccola Orchestra Lumière diretta da Andrea Aste. Una formazione che è l’ensemble ufficiale dell’associazione “Il Vagabondo”. La sua costituzione risponde ad un

progetto di forte quanto positiva intraprendenza artistica e manageriale. Come suggerito dalla sigla si tratta di un ensemble che raccoglie giovani esecutori provenienti da diverse regioni d’Italia, ma in qualche modo legati (per frequentazioni personali o di studio) al Trentino, facenti parte stabilmente dell’organico non per vincoli contrattuali ma per condivisione di idee e obiettivi musicali. Le note di Patrick Trentini segneranno l’appuntamento del 26 gennaio che presenterà il suo nuovo album “Sparate sul pianista”. Patrick Trentini è un pianista di formazione classica che già durante gli studi ha cominciato a interessarsi ad altri generi musicali, specializzandosi poi nel pop e nel-

le “contaminazioni”. Il suo stile compositivo abbina il background classico e le influenze della musica pop, il tutto con una solidissima preparazione strumentale e una gamma dinamica ricca d’atmosfera. Patrick Trentini ha al suo attivo centinaia di concerti in Italia e prestigiose collaborazioni sia in ambito classico che in contesti di musica leggera. Attivissimo nel campo della discografia ha ottenuto importanti risultati di vendita su iTunes come autore ed esecutore: il suo EP “Borderline” vanta quasi due anni di permanenza in classifica su iTunes tra i migliori album New Age, dove ha raggiunto la seconda posizione preceduto soltanto da “Le onde” di Ludovico Einaudi. ■

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IL CONCILIO DI TRENTO

I FATTI I LUOGHI I PROTAGONISTI

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di Fabio de Santi

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hanghai, la più popolosa città della Repubblica Popolare Cinese e del mondo, con i suoi quindici milioni di abitanti, può essere considerata la sintesi dei cambiamenti che ha vissuto oggi uno dei Paesi più influenti di questo terzo millennio. Una metropoli che incarna le meraviglie della particolarissima commistione fra comunismo e capitalismo con le sue mille contraddizioni dall’inquinamento che rende irrespirabile l’aria della città alla povertà di molti strati della popolazione. Proprio a questa città il Chinese National Circus ha dedicato il suo ultimo spet tacolo “Shanghai Nights. La magia del Cina tra ieri e domani” in scena il 4 gennaio al Palasport di Bolzano e il 5 all’Auditorium di Trento (inizio ore 18). Una performance dai mille colori e suggestioni con cui il Circo Nazionale Cinese ha scelto di celebrare i suoi primi venticinque anni di attività e di show in tutto il mondo capaci di catturare l’attenzione del pubblico internazionale. Negli anni ’20 e ’30 dello scorso secolo la città portuale, situata sul fiume Huangpu presso il delta del Chang Jiang, è stata chiamata anche il “Pa-

CIRCO NAZIONALE CINESE A BOLZANO E POI A TRENTO (AUDITORIUM, 5 GENNAIO) UNA PERFORMANCE DAI MILLE COLORI E DALLE MILLE SUGGESTIONI

rigi dell’Oriente” ed è stato il crogiolo di diverse culture e nazionalità. Shangai che incarna la storia millenaria della cultura cinese si è aperta cosi alle contaminazioni del mondo intrecciando la forza della tradizione con una nuova concezione del mondo. Lo slogan che anche il Circo Cinese ha fatto suo è quello di “East meets West”, ovvero la tradizione incontra progresso, e questo ha avuto ripercussioni anche sull’arte teatrale e su quella acrobatica. E proprio la giovane compagnia del Circo Nazionale Cinese in questi anni ha lavorato meglio di altre a spettacoli in cui venivano studiate e portate in scene nuove acrobazie di grande impatto visivo. Acrobazie che anche in “Shangai Nights” trovano forma in uno show in cui la storia e la

cultura cinese sono al centro della scena fra momenti poetici e davvero strabilianti per chi ama le acrobazie e le evoluzioni nell’aria. Anche “Shangai Nights” punta su queste magie acrobatiche in cui si muovono gli artisti librandosi nell’aria quasi come in assenza di gravitazione senza dimenticare la presen-

za sulla scena di funambolici giocolieri. A delineare alcuni contorni dello spettacolo il produttore Raoul Schoregge: “I giovani artisti cinesi con i quali collaboro hanno assorbito l’atmosfera della Cina moderna, sono nati e cresciuti dopo la rivoluzione culturale. Con loro c’è un bellissimo confronto con il desiderio di mettere l’uomo al centro dello show”. L’artista tedesco porta nello spettacolo anche la sua esperienza di clown: “Da sempre ho avuto il sogno di raggiungere di “toccare” il pubblico e poter raccontare storie. A scuola sono sempre stato l’arlecchino della classe e già da ragazzino avevo notato che mi piaceva far sorridere le persone, ma anche che non è così facile e nel mio percorso artistico ho provato ad affinare la mia arte”. ■

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SCIARE NEL REGNO DI RE LAURINO

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• Comodo accesso alla funivia con scala mobile dal centro di Vigo di Fassa • Rifugi in quota raggiungibili anche a piedi • Baby Park dove lasciare i bimbi in mani sicure • Scuola Sci direttamente sulle piste • Noleggio, deposito sci e ski service alla partenza degli impianti • Collegamento con Skitour Panorama • Innevamento programmato su tutte le piste • Percorsi con ciaspole

a Vigo di Fassa, il paese più soleggiato e panoramico della Val di Fassa, in pochi minuti si raggiunge l’altopiano del Ciampedie, il “Campo di Dio”: una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a 2.000 metri, al centro della conca del Gruppo del CatinaccioRosengarten, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO. La skiarea è accessibile con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le seggiovie da Pera di Fassa ed offre 15 km di piste di ogni difficoltà. La più adrenalinica è la pista Thöni: una “rossa” di quasi 5 km che dai 2.200 metri di Pra Martin scende fino a quota 1.400, alla partenza della funivia a Vigo di Fassa. Imperdibile la pista nera Alberto Tomba, dedicata al campionissimo che sulle piste del Ciampedie ha preparato tante delle sue vittorie. La novità 2013/2014 è il miglioramento della pista Thöni il cui tratto centrale è stato sistemato per il divertimento degli sciatori esperti e per la miglior accessibilità dei principianti! La skiarea Catinaccio Rosengarten, grazie ai servizi offerti, è ideale per la famiglia: il grande parco giochi è un riferimento consolidato dove l’accoglienza e l’organizzazione della Scuola di Sci permettono di lasciare i bambini in mani sicure. Vi sono 6 rifugi, di cui 5 raggiungibili a piedi dall’arrivo

16-12-2013 17:55:48

della funivia, con un’offerta di piatti della cucina tradizionale da gustare su terrazze dai panorami indimenticabili. L’offerta si completa con il noleggio, deposito sci e skiservice alla partenza e arrivo della funivia dove Rent&Go Sport Edy offre servizi sempre all’avanguardia. Al Ciampedie sono possibili anche escursioni con le ciaspole. Un percorso, è l’anello attorno all’altipiano del Ciampedie attraverso il bosco. Uscite con accompagnatore sono organizzate dalla Scuola di Sci. Un altro itinerario conduce fino alla conca di Gardeccia, un anfiteatro naturale unico al mondo, dove si trovano rifugi aperti con possibilità di pernottamento. Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso i Rifugi Vajolet e Preuss e più oltre fino al Passo Principe. Per queste due ultime varianti è bene affidarsi ad una guida alpina. ■ Info skiarea: Tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it


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DÒLAONDES, IL REGNO DELL’ACQUA

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oi state nell’acqua, calda e salata, a 32 gradi. Ma siete fuori, all’aperto, in mezzo alla neve. Ecco, basta questo particolare – una delle perle di quello che è un autentico scrigno d’acqua – a rendere unico l’appuntamento con “segui le onde”. Sì, in ladino proprio questo vuol dire Dòlaondes, il suggestivo nome scelto dal centro acquatico di Canazei che, inaugurato nel giugno del 2012, ha rapidamente conquistato la Val di Fassa: chi la frequenta e chi ci vive. Una superficie complessiva di 2.400 mq e 4 aree tematiche – WATER & FUN, EGHES WELLNESS, SPORTS & FITNESS, EAT & DRINK – per un luogo tutto da scoprire. Dove nuotare, immergersi, divertirsi, rilassarsi, provare benessere, rigenerarsi grazie all’acqua che sgorga dalle montagne. Questo è Dòlaondes. Una grande varietà di vasche per i target più diversi, dove piccoli e grandi trovano la loro dimensione ideale. trovare la loro dimensione. Dove, idealmente incastonato tra le montagne che lo sovrastano, trovate lo scivolo parabolico più lungo del Trentino. 111 metri: si parte dall’esterno per lanciarsi poi dentro il cuore caldo ed accogliente di Dòlaondes. Divertimenti assicurato, sfide in serie grazie al cronometro che permette di misurare il tempo impiegato nella discesa e che aggiunge record a record. Nelle quattro aree tematiche tutto quanto serve a trasformare l’acqua in movimento, piacere, gioco per i più piccoli, benessere, relax e infine appagamento. Succede nel cuore delle Dolomiti ladine. Tra

confort e dettagli di altissima gamma il Dòlaondes è leader nel settore dei centri acquatici nell’intero arco alpino. Ogni luogo ha spazi pensati per destinatari diversi e altrettanti effetti benefici. Davvero un prezioso scrigno dell’acqua. Di un acqua color smeraldo, pura, seducente come quella che sgorga dalle montagne. Un salotto del relax con vista sulle Dolomiti, d’estate come d’inverno. Pensato, progettato e costruito in modo che ogni ospite possa trovarvi soddisfazione e appagamento per le proprie aspettative sportive, ludiche, di relax, benessere e divertimento. Con la vasca semiolimpionica pensata e strutturata per gli appassionati di nuoto, per gli atleti dei massimi ranghi sportivi che qui vorranno allenarsi trovando vantaggio dall’attività svolta in quota. Con la vasca FUN, di forma ellittica e con i vortici creati dall’acqua, con i lettini da idromassaggio e le docce cervicali. E là, dentro l’acqua, succede che le montagne sono a portata di mano, sembra quasi di toccarle. Il Colac, lo scoglio gigante, è indimenticabile al tramonto. Poi la culla acquatica dei più piccoli, dove l’acqua sembra accarezzarli, tiepida, accogliente, divertente, con lo scivolo, la cascate e la roccia ad incavo tempestata di luci. Poi ancora fuori, lungo il perimetro che guarda le montagne, la piscina ad acqua salata. Una chicca, una perla: il mare in centro, a Canazei. Qui si nuota ad ogni stagione e l’immersione in inverno, abbracciati dal calore dell’acqua marina, circondati dalla neve, diventa un sogno senza tempo. Un sogno che si realizza. ■

WATER & FUN Lunedì: 14.30 – 20.00 Martedì: 10.00 – 20.00 Mercoledì: 14.30 – 22.00 Giovedì: 10.00 – 20.00 Venerdì: 14.30 – 20.00 Sabato: 14.30 – 22.00 Domenica:14.30 – 20.00

EGHES WELLNESS Lunedì: 14.30 – 20.00 Martedì: 14.30 – 20.00 Mercoledì: 14.30 – 22.00 Giovedì: 14.30 – 20.00 Venerdì: 14.30 – 20.00 Sabato: 14.30 – 22.00 Domenica:14.30 – 20.00

Centro Acquatico Dòlaondes Canazei (TN) - Strèda del Piz, 7 Tel. 0462 601348 / 608811 - Fax: 0462 601507 info@dolaondes.it - www.dolaondes.it

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trentinomostre

MISTERIOSA, MAGICA TRENTO

C’

è una città che emerge dalla terra e svetta verso il cielo, fatta di palazzi, torri, castelli, case fortificate, chiese e cappelle. Una geografia

celeste adagiata con delicatezza sulla terra. Poi c’è una città sotterranea, archeologicamente quasi del tutto da scoprire. Dall’anfiteatro romano ai quasi abbandonati mosaici della villa romana di Via Rosmini, dalla ritrovata antica chiesa romanica di S. Maria Maddalena agli innumerevoli resti sparsi sul territorio che formano, per chi sa leggerli, una mappa tra storia e immaginario. Si ascrivono a questo mondo di lacerti, frammenti e indizi i recenti ritrovamenti, sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore, di una serie di testimonianze delle origini di questo importantissimo luogo di culto. Radunando assieme ciò che è emerso, il Museo Diocesano Tridentino ha allestito una intrigante mostra, curata da Maria Teresa Guaitoli ed Elisa Lopreite, dal titolo “La

città e l’archeologia del sacro. Il recupero dell’area di Santa Maria Maggiore”,

LA TRADIZIONE DEL GESÙ BAMBINO

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a profonda passione di Rosanna Cavallini per l’iconografia – cartacea e materiale – della religiosità popolare ci ha, da molti anni, trascinato lungo sentieri inusuali facendoci conoscere ed apprezzare un’arte importantissima per la cultura e purtroppo snobbata dai più. Oggi, e fino al 5 gennaio, la curatrice, nonché artista, ci offre un’altra di queste ghiotte occasioni, con una mostra allestita presso la Sala Thun di Torre Mirana in via Belenzani a Trento. Con il titolo “Natalis. La tradizione del Gesù Bambino in Europa dal XVIII al XIX secolo” viene presentata una collezione di bambinelli in cera, cartapesta e legno posti in teche vetrate, le quali, nel periodo natalizio, si esponevano per devozione nelle case e nelle chiese. Una devozione che si mantiene ancora viva nei territori alpini, in particolare nei masi di montagna. L’accorgimento di porre i simulacri di Gesù Bambino in particolari contenitori nasceva dall’esigenza di proteggerne la delicatezza e ha consentito a manufatti del XVIII e XIX secolo di giungere ai giorni nostri. Seguendo un immaginario percorso che si snoda dal Mediterraneo all’Europa centrale, sono esposti bambinelli di vari territori e sono evidenziate le diversità culturali che li distinguono, mostrandoci l’intensità di una devozione autentica nei confronti dell’evento sacro più amato nel mondo cristiano. Orari: martedi-venerdì 14-18, sabato e domenica 10-18 (chiuso il lunedì e il 1° gennaio). Ingresso gratuito. Mostra da non perdere.

aperta fino al 23 febbraio. L’esposizione è stata ideata in occasione dell’anniversario dell’Editto di Costantino (313 d.C.), noto anche come “Editto di Milano” ricordando un passo fondamentale della storia degli inizi del cristianesimo che forse, in seguito, troppi hanno dimenticato. Il documento, infatti, ha un valore di straordinaria modernità o, forse per essere più corretti, avrebbe posto le basi per una tolleranza dal sapore antico: concedendo la libertà di culto in tutto l’impero, Costantino inaugurava un periodo di tolleranza religiosa e di grande innovazione politica e culturale. Caratteristica questa che, se guardata nel suo giusto verso, ha veramente poco da spartire con la modernità visto che l’epoca contraddistinta da tale termine 56

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trentinomostre ALBIANO Mostre MOSTRA DI PRESEPI ARTIGIANALI Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Chiesa vecchia di San Biagio. Tradizionale mostra di presepi artigianali. I presepi esposti sono circa 80 e sono realizzati dagli abitanti e dai ragazzi di Albiano. La mostra sarà aperta dalle 15.00 alle 18.00. Ingresso libero. Info: A.p.T. 0461.683110.

BORGO VALSUGANA Mostre TULLIA FONTANA RITORNO AL FUTURO Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Spazio Klien, Piazza Degasperi. Mostra di pittura. Orari: martedì-sabato 10-12/16-19. Domenica 10-12. Lunedì e 1° gennaio chiuso.

ha visto tutto fuorché la tolleranza, ad iniziare dalla dittatura tecnologica a quella ideologica. alla nostra mente, tramite la visione, di compiere un avventuroso viaggio alle nostre radici. Un viaggio tra segni e simboli che ci apre le porte del ricchissimo mondo visivo fatto di pietra e luce, di forma e volume, di anima e cuore, che contraddistingue gli anni cosiddetti “bui” e che invece dimostrano tutta la loro potenza creativa. Dopo il complesso intervento di scavo condotto all’interno 2007 e il 2011, la mostra propone per la prima volta al grande pubblico i reperti rinvenuti nel sottosuolo della chiesa, offrendo l’opportunità di conoscere gli esiti di un ampio lavoro di ricerca che ha permesso di restituire alla città una fase importante e poco nota della sua storia. L’esposizione consente inoltre di contestualizzare le testimonianze archeologiche venute alla luce durante lo scavo, integrando le novità emerse dallo studio di questi reperti con le conoscenze già acquisite nei precedenti interventi effettuati sia nell’area di Santa Maria Maggiore che in altri punti della città. Mediante l’esposizione di reperti particolarmente evocativi, alcuni dei quali riferiti agli altri luoghi di culto, come la Basilica di San Vigilio, Sant’Apollinare, la chiesa del Doss Trento, San Lorenzo, l’esposizione fornisce al visitatore un’esaustiva panoramica dei siti archeologici cittadini riferibili alla Trento paleocristiana. La mostra è accompagnata, ormai come è consuetudine degli eventi artistici, da un video arredo che ci introduce nella spettacolarità ricostruttiva di queste tracce lasciate dai nostri antenati. Ingresso gratuito.

Mostre I PRESEPI DE FORNAS Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Vie del paese. 9a edizione della mostra di presepi per le vie del paese di Fornace. Gli abitanti di Fornace preparano lungo le vie del paese dei presepi. Inoltre una quarantina di presepi saranno allestiti all’interno del “volt”. Per poter visitare tutti i presepi del paese si potrà ritirare una cartina presso il tabacchino Da Serena o presso El Volt. I presepi del “volt” si potranno visitare dalle 9 alle 20. Info: Marco Antonelli 347.3104518.

LEVICO TERME Mercati MERCATINI DI NATALE NEL PARCO SECOLARE DEGLI ASBURGO Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Info, orari e programma su: www.visitlevicoterme.it. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700 - info@visitvalsugana.it.

PERGINE VALSUGANA

Ritornando alla mostra, visitarla vuol dire permettere

della chiesa di Santa Maria Maggiore di Trento tra il

FORNACE

CAVALESE Mostre ANNAMARIA GELMI E ANNELIESE PICHLER L’IMMAGINE TERRESTRE Apertura: fino a domenica 20 aprile 2014. Centro Arte Contemporanea Cavalese - Piazzetta Rizzoli, 1. Fino al 6 gennaio e dal 12 al 20 aprile, aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Nel restante periodo aperto sabato e domenica. Orario: 15.30-19.30. Info: Tel. 0462.235416; info@artecavalese.it; www.artecavalese.it.

FOLGARIA FRAZ. COSTA Mostre ANNAMARIA TARGHER Apertura: fino a domenica 27 aprile 2014. Alpen Hotel Eghel. - Via Maffei, 49. Orario: tutti i giorni 08.0024.00. Ingresso libero.

Mercati MERCATINI DI NATALE – PERZENLAND E IL VILLAGGIO DELLE MERAVIGLIE Apertura: da sabato 16 novembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Info, orari e programma su: www.ilvillaggiodellemeraviglie.com Info: APT Valsugana Ufficio di Pergine - Tel. 0461.727760 - pergine@ visitvalsugana.it. Mostre LUIGI SENESI. DE PICTURA Apertura: da venerdì 22 novembre 2013 a domenica 19 gennaio 2014. Teatro. Orario: lunedì, martedì, mercoledì ore 15-20; giovedì, venerdì, sabato e domenica 10-13/15-20. Chiuso Natale e 1° gennaio.

PREDAZZO Mostre LE SCRITTE DEI PASTORI. TRE SECOLI DI GRAFFITISMO RUPESTRE FIEMMESE IN PROSPETTIVA ETNOARCHEOLOGICA Apertura: da venerdì 15 novembre 2013 a domenica 27 aprile 2014. Museo Geologico delle Dolomiti. Mostra a cura di Marta Bazzanella. Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30/16-19. Aperture straordinarei: domencia 29 dicembre 2013 e domenica 5 gennaio 2014. Info: www.museosanmichele.it.

RIVA DEL GARDA Fiere 81A EXPO RIVA SCHUH Apertura: da sabato 11 a martedì 14 gennaio. Quartiere fieristico. Si conferma il più importante

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trentinomostre salone internazionale dedicato al settore delle calzature di volume. Oltre 1.200 aziende, circa 11.000 operatori, 32.000 mq. Info: www. gardatrentino.it/events.

ROVERETO Mostre LA MAGNIFICA OSSESSIONE Apertura: fino a domenica 12 gennaio 2014. Mart. Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto celebra i suoi primi dieci anni di vita attraverso una mostra che ridisegna la relazione delle sue collezioni con il pubblico, riflette sul proprio patrimonio e intraprende un modo inedito di osservarlo. Info: www.mart.tn.it. Mostre HUMAN RIGHTS? #MIGRANTES L’IMMIGRAZIONE E L’ACCOGLIENZA Apertura: da sabato 28 settembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Fondazione Opera Campana dei Caduti - Colle Miravalle. L’arte contemporanea parla dei diritti umani. Orari d’apertura: 9-16.30. Info: tel. 0464.434412 cell. 347.6229356. Mostre ANTONIO DE PASCALE SOGLIE Apertura: fino a sabato 18 gennaio 2014. Paolo Maria Deanesi Gallery - Via S. Giovanni Bosco, 9. Mostra personale di Antonio De Pascale a cura di Christian Caliandro. Orario: da giovedì a sabato 16-20 o su appuntamento. Info: www.paolomariadeanesi.it. Mostre ANTONELLO DA MESSINA Apertura: fino a domenica 12 gennaio 2014. Mart. Il Mart, la Regione Siciliana e la casa editrice Electa presentano una mostra dedicata a Antonello da Messina. Si tratta del momento più importante dell’attività espositiva del Museo nel 2013, non solo per l’eccezionalità delle opere esposte, grazie a prestiti internazionali concessi per l’occasione, ma anche per l’inedita ampiezza cronologica dei confronti proposti. l progetto espositivo, a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis (con la collaborazione di Maria Calì e Simone Facchinetti), propone un’indagine articolata e uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattrocento e sul suo tempo, attraverso lo studio degli intrecci storico-artistici e delle controversie ancora aperte, presentati in questa sede come punti di forza attraverso i quali approfondire nuovi percorsi di interpretazione critica. Info: www.mart.trento.it. Mostre VISSI D’ARTE Apertura: da domenica 1 dicembre 2013 a venerdì 7 febbraio 2014. Viaggio nelle collezioni civiche di Rovereto tra fine Ottocento e inizio

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Novecento. Mostra permanente a cura di M. Cassali e P. Pizzamano. Orario: 9-12 e 15-18; da martedì a domenica; chiuso lunedì. Info: Museo Civico Tel. 0464.452800; www.museocivico.rovereto.tn.it.

SOVER Mostre I PRESEPI DE MONT Apertura: da martedì 24 dicembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Vie del paese di Montesover. Mostra di presepi artigianali per le vie del paese di Montesover. Gli abitanti costruiscono all’esterno delle loro abitazioni dei presepi artigianali che decorano le vie del centro. All’inizio della gradinata della chiesa sarà presente una mappa, che vi farà da guida per trovare anche i presepi più nascosti. Info: A.p.T. 0461.683110.

STORO Mostre HERMANN ZONTINI Apertura: da sabato 8 febbraio a sabato 8 marzo. Municipio, sale espositive - Piazza Europa, 5. Mostra retrospettiva dedicata a Hermann Zontini, artista storese (1958-2006) che si compone di numerose opere grafiche, pittoriche e scultoree che bene rappresentano le diverse stilistiche, particolarmente riferite agli ultimi anni della sua ricerca artistica. Orario di apertura: tutti i giorni 16/18.30.

TIONE DI TRENTO Mostre HERMANN ZONTINI Apertura: da sabato 14 dicembre 2013 a domenica 5 gennaio 2014. Sala expo del Centro Studi Judicaria - Viale Dante, 46. Mostra retrospettiva dedicata a Hermann Zontini, artista storese (1958-2006) che si compone di numerose opere grafiche, pittoriche e scultoree che bene rappresentano le diverse stilistiche, particolarmente riferite agli ultimi anni della sua ricerca artistica. Orario di apertura: tutti i giorni 16/18.30. Chiuso mercoledì 1 gennaio.

TRENTO Mostre DIGITAL WAY OF LIVING Apertura: fino a domenica 12 gennaio 2014. Muse - Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza, 3. L’installazione di Telecom Italia al Muse racconta la storia di questa evoluzione tecnologica e culturale, in maniera

RITORNO AL FUTURO APERTA A BORGO VALSUGANA L’ANTOLOGICA DI TULLIA FONTANA

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ello Spazio Klien di Borgo Valsugana è stata inaugurata il 14 dicembre scorso la mostra “Ritorno al futuro” di Tullia ( Lula) Fontana, che rimarrà aperta sino al 6 gennaio. Hanno pronunciato i loro interventi l’Assessore alla Cultura del Comune di Borgo, Galvan e i critici d’arte Renzo Francescotti e Nicoletta Tamanini. Tullia (Lula) Fontana, che risiede a Carzano, si è laureata a pieni voti all’Accademia dei Belle Arti di Venezia, allieva di Santomaso. Ha cominciato a esporre in collettive negli anni di Accademia, con lavori che si ispiravano ai surrealisti. C’poi stato un lungo intervallo in cui la Fontana si dedica tutta all’insegnamento e alla famiglia, non interrompendo però mi la sua ricerca artistica. Per ritornare all’attività espositiva, con notevole successo, con la pittura di icone. Infine è approdata a una sua pittura del tutto originale, dipingendo fiori, paesaggi e affascinanti immagini femminili di gusto liberty. Parlando della sua pittura lo scrittore e critico d’arte Renzo Francescotti (che sulla Fontana ha scritto molto, tra l’altro l’ha storicizzata in una monografia), ha messo l’accento sulle vedute di abitati come Carzano o Borgo Valsugana, che Lula ha saputo reinventare soprattutto in chiave notturna. Ai vertici della sua produzione ci sono i grandi fuori barocchi e carnali, esplosione di colori e di forme ricreate. Dal canto suo Nicoletta Tamanini nel suo intervento ha messo in evidenza soprattutto i valori coloristici di questa affascinante artista, assieme alla sua sensibilità femminile che sa ricreare la realtà anche in chiave di sogno.

coinvolgente, emozionale ed interattiva. Ripercorrendo il passato e interagendo con il presente, entriamo in contatto con il nostro domani; la Persona è al centro di questo percorso, fatto di quattro aree tematiche, dove la Rete garantisce un dialogo costante tra azioni ed esperienze. Orario: da martedì a venerdì ore 10-18; sabato e festivi ore 10-19. Lunedì chiu-

so. Info: Muse Tel. 0461.270311; www.muse.it. Mostre SANGUE DI DRAGO, SQUAME DI SERPENTE Apertura: da sabato 10 agosto 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Castello del Buonconsiglio. Animali fantastici. Mostra organizzata in collaborazione con Landesmu-


trentinomostre seum Zürich. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre SILVIO CATTANI E ALDO PANCHERI Apertura: da sabato 7 settembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Grand Hotel Trento. Info: Tel. 0461.271000. Mostre TRENTINI NELL’EGEO DA GIUSEPPE GEROLA AI BOSCAIOLI DELLA VAL DI FIEMME Apertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas - Trento, piazza Cesare Battisti. Mostra fotografica tratta dal volume “Gli uomini del legno sull’isola delle rose: la vicenda storica del villaggio italiano di Campochiaro a Rodi (1935 - 1947)” di Renzo Maria Grosselli e Comitato Famigliari Emigrati Fiemmesi a Rodi (Edizioni Curcu & Genovese). Orario: da martedì a domenica. Orario 9-13/14-17.30. Info: Tel. 0461.492161; www.trentinocultura.net/archeologia.asp. Mostre L’AVANGUARDIA INTERMEDIA. CA’ PESARO, MOGGIOLI E LA CONTEMPORANEITÀ A VENEZIA Apertura: da sabato 19 ottobre 2013 a domenica 26 gennaio 2014. Galleria civica, Via Belenzani 46. In occasione della sua riapertura, la Galleria civica propone una mostra che affronta in una chiave del tutto inedita un tema già affrontato dal Mart: l’opera dell’artista trentino Umberto Moggioli. L’attenzione della mostra si focalizza, in particolare, sulla relazione dell’artista con l’ambiente di Ca’ Pesaro in un confronto tra il lavoro di Moggioli e quello di Umberto Boccioni, Gino Rossi, Arturo Martini, Felice Casorati, Pio Semeghini e Tullio Garbari. A cura di Alessandro Del Puppo. Ingresso libero. Orario: da martedì a domenica 10-18. Lunedì chiuso. Info: Galleria Civica di Trento m.pilati@mart.tn.it; www. mart.trento.it/galleriacivica.mart. trento.it. Mostre MARCO BERLANDA Apertura: da venerdì 1 novembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Studio Bibliografico Adige - Via Madruzzo, 33. L’artista, assai noto nell’ambiente trentino e non, espone nuove e vecchie opere e una serie di disegni su carta inediti.. Mostre CLINKER MOTEL: EXITALCEMENTI, TRENTO 20052013 Apertura: da venerdì 8 novembre 2013 a domenica 19 gennaio 2014. Gallerie di Piedicastello (TN). Mostra fotografica realizzata da Pierlu-

igi Cattani Faggion curata da Layla Betti. Info: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.230482; www.museostorico.it; info@museostorico.it. Mostre ANDREW GILBERT ANDREW’S GLORIOUS ARMY CROSSES THE ALPS Apertura: fino a sabato 22 marzo 2014. Studio d’Arte Raffaelli. Info: Studio d’Arte Raffaelli Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin. it; www.studioraffaelli.com. Mostre GABRIELE D’ANNUNZIO AVIATORE Apertura: da sabato 16 novembre 2013 a domenica 30 marzo 2014. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni. Una mostra dedicata al “Poeta Aviatore” nella ricorrenza dell’anno dannunziano. Mostre UN PARCO DI STORIE Apertura: da sabato 23 novembre 2013 a sabato 1 febbraio 2014. Salone Manzoni della Biblioteca Comunale di Trento – Via Roma, 55. Alla fine dell’Ottocento, dopo lo spostamento del fiume Adige e l’arrivo della ferrovia, Trento si dota del suo primo giardino pubblico. Ma per essere alla pari con le altre città europee non sono sufficienti le aiuole e le cancellate, questo parco va arricchito anche di statue e busti. Dal 1896, l’anno dell’inaugurazione del monumento a Dante Alighieri, passeggiare per il giardino significa anche leggere i segni lasciati dalla politica e dalla cultura: Dante, Prati, Canestrini, Gazzoletti, Carducci, Verdi e, dopo la Grande Guerra, Ranzi, Chini, Negrelli, Bresadola fino al monumento alla famiglia. Quali storie ci raccontano queste statue? Orario: lunedì/venerdì 8.3020.30; sabato 8.30-18.30. Chiuso la domenica. Ingresso libero. Info: tel. 0461.1747000; www.museostorico.it; info@museostorico.it. Mostre NATALIS - LA TRADIZIONE DEL GESÙ BAMBINO IN EUROPA DAL XVIII AL XIX SECOLO Apertura: da sabato 23 novembre 2013 a domenica 5 gennaio 2014. Sala Thun di Torre Mirana - Via Belenzani, 3. Orari: martedì-venerdì 14-18; sabato e domenica ore 1018; chiuso il lunedì, 25 e 26 dicembre e 1° gennaio. Mostre LA CITTÀ E L’ARCHEOLOGIA DEL SACRO. IL RECUPERO DELL’AREA DI SANTA MARIA MAGGIORE Apertura: da venerdì 29 novembre 2013 a domenica 23 febbraio 2014. Mostra a cura di Maria Teresa Guaitoli, Elisa Lopreite. Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30/14.00-17.30; do-

ASTA BENEFICA

A

Rovereto presso il Bar Locos in via Valbusa Grande 7 a Rovereto, saranno esposte fino alla fine di gennaio, 25 Ganesh decorati da vari artisti. Verrà poi effettuata un’asta di beneficenza di tutte le opere esposte, ed il ricavato andrà in beneficenza alla Casa d’accogliente per i senza dimora KM354. Per chi volesse maggiori informazioni sulle opere e sulla data dell’asta, può trovarci al seguente indirizzo: http://www.facebook.com/barlocos

menica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Chiuso tutti i martedì, 1° gennaio, 6 gennaio. Ingresso gratuito. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre PITTORI ATTORNO A MORETTO - TRA RINASCIMENTO E CONTRORIFORMA Apertura: da domenica 15 dicembre 2013 a domenica 5 gennaio 2014. Cappella Vantini di Palazzo Thun - Via Orne, 1. Ingresso libero. Orario: tutti i giorni dalle 14.00 alle 18.00 escluso il 1° gennaio. Info: Comune di Trento - Servizio Cultura, turismo e politiche giovanili Tel. 0461.884287; www.trentocultura.it. Per visite guidate: Tel. 0461.260333. Mostre PAESAGGI LONTANI E MERAVIGLIOSI Apertura: da venerdì 20 dicembre 2013 a domenica 4 maggio 2014. Castello del Buonconsiglio. L’anti-

ca Russia nelle stampe tesine del Museo Pushkin di Mosca. Mostra a cura di Eugene Bogatyrev e Lia Camerlengo. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.492803; www.buonconsiglio.it.

VARENA Mostre IL PRESEPIO DI VARENA Apertura: da domenica 15 dicembre 2013 a lunedì 13 gennaio 2014. L’evento è intitolato “Sulla via di Betlemme”. Un enorme Presepio, con novanta personaggi alti un metro, viene sistemato sul prato innevato che costeggia via Alpini e occupa 2500 metri quadrati. All’interno si snodano circa un chilometro di sentieri. Quando scende la notte 200 punti luce illuminano la Natività creando un’atmosfera incantata. I visitatori possono scoprire ogni scorcio di questo villaggio attraverso un percorso di 700 metri. Il Presepe di Varena ospita anche concerti e rappresentazioni di carattere religioso. Info: www.presepiovarena. com; Tel. 0462.341165.

Mostre I SEGNI DEL SACRO Apertura: da venerdì 20 dicembre 2013 a sabato 25 gennaio 2014. c/o studio di fotografia Rensi - Via Marchetti, 28. Mostra collettiva dedicata al tema religioso. Saranno esposti disegni, quadri, sculture, fotografie di Marco Berlanda, Gino Castelli, Guido Polo, Pietro Verdini, Lino Lorenzin, Piermario Dorigatti, Paolo Dolzan, Paolo Tartarotti, Mauro De Carli, Mastro7, Rodolfo-Claudio-Matteo Rensi (e degli studenti del Liceo artistico “Vittoria” Alessandro Filippin e Ludovico Tartarotti). L’esposizione intende essere la prima di una serie di appuntamenti tematici dedicati alla creatività dei migliori artisti che hanno trovato (e trovano) linfa espressiva nel territorio trentino. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00.

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trentinoappuntamenti

GENNAIO. UN FITTO CALENDARIO DI SPETTACOLI Si apre, venerdì 10 gennaio, con un nome di rilievo assoluto come quello di Giovanni

Sollima,

violoncellista e compositore, la nuova stagione concertistica della Società Filarmonica. Seguirà

Cameron Carpenter con il suo organo il 15 gennaio, talento libero e ribelle, artista geniale e trasgressivo. Chiuderanno la sessione le note del

Quartetto di Cremona venerdì 31 gennaio.

Per il teatro avremo un fitto calendario di spettacoli. Da non perdere partendo da Trento, da giovedì 9 a domenica 12 gennaio lo Stabile di Bolzano sarà in scena all’Auditorium con “La

brocca rotta” di von

Kleist per la regia di Marco Bernardi. Quindi l’11 e il

12 gennaio a Rovereto sarà in palcoscenico Tres, di Juan Carlos Rubio. Dal 17 gennaio al teatro Portland:

Il Principio dell’incertezza con Andrea Brunello, un monologo davvero interessante che parla di scienza senza tediare.

Narrenschiff, un testo sulla follia, andrà in scena martedì 21

GIOVANNI SOLLIMA

N

asce a Palermo da una famiglia di musicisti. Studia violoncello con Giovanni Perriera e Antonio Janigro e composizione con il padre Eliodoro Sollima e Milko Kelemen. Fin da giovanissimo collabora con musicisti quali Claudio Abbado, Giuseppe Sinopoli, Jörg Demus, M ar tha A rgerich, Riccardo Muti, Yuri Bashmet, Katia e Marielle Labèque, Ruggero Raimondi, Bruno Canino, DJ Scanner, Victoria Mullova, Patti Smith, Philip Glass e Yo-Yo Ma. La sua attività – in veste di solista con orchestra e con diversi ensemble (tra i quali la Giovanni Sollima Band, da lui fondata a New York nel 1997) – si dispiega fra sedi ufficiali ed ambiti alternativi e internazionali. Parallelamente all’attività violoncellistica la sua curiosità lo spinge ad esplorare nuove frontiere nel campo della composizione attraverso contaminazioni fra generi diversi avvalendosi anche dell’utilizzo di strumenti orientali, elettrici e di sua invenzione. Per la danza collabora, tra gli altri, con Karole Armitage e Carolyn Carlson, per il teatro con Bob Wilson, Alessandro Baricco e Peter Stein e per il cinema con Marco Tullio Giordana, Peter Greenaway, John Turturro e Lasse Gjertsen (DayDream, 2007). Nel 2008, assieme alla violoncellista Monika Leskovar e il Solistenensemble Kaleidoscop di Berlino, incide per la Sony l’album We Were Trees. Giovanni Sollima suona un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona, 1679), insegna presso la Fondazione Romanini di Brescia e, dal 2010, presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma dove recentemente è stato insignito del titolo di Accademico.

gennaio a Riva del Garda. Per i più piccoli è quello del 4

gennaio con il “Piccolo Asmodeo” il primo

tenore, Andrea Dindo, pianoforte e Riccardo Gadotti,

appuntamento del 2014 per la

l’appuntamento del 26 gennaio, presentando il suo nuovo album “Sparate sul pianista”.

storia di Hansel e

gennaio al Palasport di Bolzano e il 5 all’Auditorium di

Gretel” dell’11 gennaio proposta dalla compagnia Teatro Crest; l’ultimo appuntamento, sabato 25, è quello di

“On Off”.

lucean Le Stelle” un

omaggio a Giacomo Puccini che nasce da un monologo concertato di Pino Loperfido. Protagonisti saranno Maria Letizia Grosselli, soprano, Alessandro Dimasi,

tmgennaio

Chinese National Circus: in scena il 4 Trento, una performance dai mille colori e suggestioni con cui la compagnia ha scelto di celebrare i suoi primi venticinque anni di attività.

Alla Filarmonica, i concerti della domenica apriranno il

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Trentini con

rassegna “Anch’io a teatro con

mamma e papà”, segue poi “La

12 gennaio con “E

voce recitante. Seguirà Patrick

Per la rassegna Passion

Tango, a Riva del

Garda Naturalis Labor presenterà uno spettacolo di tango e musica, il 25 gennaio. Infine, il Mas dela Fam Club propone per fine gennaio il Jazz

Wine & Food,

rassegna di musica jazz, vino pregiato e cibo locale.


trentinoappuntamenti

Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALE Baselga di Piné. Ore 16.30. Gher in piazza S. Rocco Miola. Letture, racconti e favole di tutto il mondo per tutti i bimbi. Info: A.p.T. 0461.557028. Musica ORCHESTRA GIOVANILE DI DOMODOSSOLA IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Sala Filarmonica, via Verdi 30. Concerto su musiche di W.A. Mozart, L.Janacek e B. Bartòk. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CRAZY CHRISTMAS BAND Baselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto itinerante con la Crazy Christmas Band. Info: A.p.T. 0461.557028. Musica CONCERTO DI CAPODANNO CON LE PICCOLE COLONNE Levico Terme. Ore 14.30. Parco secolare degli Asburgo. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Tradizione EL PAÉS DEI PRESEPI: FIACCOLATA Baselga di Piné. Ore 18.30. Chiesa di S. Rocco e vie del paese di Miola. All’interno de El Paés dei Presepi fiaccolata per le vie del paese di Miola con partenza dalla chiesa di San Rocco dopo la S. Messa. Info: A.p.T. 0461.557028.

2 GIOVEDÌ Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: ZINTO BOYS Baselga di Piné. Ore 16. Piazza S. Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto itinerante con il Gruppo Zinto Boys. Info: A.p.T. 0461.557028.

3 VENERDÌ Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALE Baselga di Piné. Ore 16.30. Gher in piazza S. Rocco Miola. Letture, racconti e favole di tutto il mondo per tutti i bimbi. Info: A.p.T. 0461.557028. Folklore CANTA DELLA STELLA Grumes. Ore 20. Centro storico. Il Coro La Valle, con i suggestivi costumi natalizi, esegue antiche laude risalenti al XVII secolo e recita il racconto della Natività. Le offerte raccolte durante la serata saranno destinate in beneficienza. Info: Ottavio Bazzanella 333.9856590, www.corolavalle.com.

Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: BIFOLK BAND Baselga di Piné. Ore 16. Piazza S. Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto itinerante con la Bifolk Band. Info: A.p.T. 0461.557028.

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Musica NATALE IN ARMONIA Fornace. Ore 20.30. Chiesa parrocchiale. All’interno della 17^ edizione della rassegna Natale in Armonia concerto de I Musici Cantori di Trento e del Coro Costalta. Ingresso libero. Info: A.p.T. 0461.557028.

4 SABATO Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALE Baselga di Piné. Ore 16.30. Gher in piazza S. Rocco Miola. Letture, racconti e favole di tutto il mondo per tutti i bimbi. Info: A.p.T. 0461.557028.

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1 MERCOLEDÌ

Folklore CANTA DELLA STELLA Segonzano. Ore 17.30. Chiesa di Valcava. Il Minicoro La Valle, con i suggestivi costumi natalizi, esegue antiche laude risalenti al XVII secolo e recita il racconto della Natività. Le offerte raccolte durante la serata saranno destinate in beneficienza. Info: Ottavio Bazzanella 333.9856590, www.corolavalle.com. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO BANDISTICO FOLK PINETANO Baselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto con il Gruppo Bandistico Folk Pinetano. Info: A.p.T. 0461.557028. Teatro EN DÌ ALL’OSPEDALE Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Camillo Vittici con la Filodrammatica di Telve. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LIOLÀ Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Luigi Pirandello – trad. in dialetto trentino di Camillo Caresia con la Filo “S. Martino” di Fornace. Per la XVIII edizione di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME SON DESMISSIÀ EN PARADIS Romallo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Camillo Vittici con la Filodrammatica “Teatro a Zambana” di Zambana. Per la X rassegna teatrale

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trentinoappuntamenti “Franco e Ivana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON CHIAMATEMI RAPERONZOLO Bedollo. Ore 16.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. All’interno della rassegna “A tutta scena!” spettacolo teatrale per bambini e ragazzi, con rivisitazione della fiaba “Raperonzolo”,rappresentato dalle compagnie EstroTeatro e TeatroE. Info: AriaTeatro 389.1151058; info@ariateatro.it; www.ariateatro. it; Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro LA BAITA DEGLI SPETTRI Rallo. Ore 21. Teatro. Commedia di Lillo & Greg con la Filodrammatica di Ora. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi PICCOLO ASMODEO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. È una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viaggio sulla terra di un piccolo diavolo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Con sottile ironia, ma anche con delicata poesia e senza mai cadere in facili

moralismi, lo spettacolo racconta le avventure terrestri di un novello Mefistofele alla ricerca del suo Faust. Coinvolto in una girandola d’incontri di ogni tipo, Asmodeo ripete a tutti, con grande semplicità, il suo invito: “Posso offrirti qualunque cosa, in cambio dell’anima”. Piccolo Asmodeo è una storia che parla ai bambini di cose serie, di temi importanti. Che fa ridere, pensare e forse anche commuovere. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

5 DOMENICA Folklore CANTO DELLA STELLA Cembra. Ore 19. Vie del centro. Tradizionale Canto della Stella per le vie del centro storico di Cembra con partenza dalla chiesa parrocchiale Santa Maria Maggiore. Info: A.p.T. 0461.683110. Folklore CANTA DELLA STELLA Sover. Ore 15-21. Vie, portici e case di Piscine. Il Minicoro La Valle, con i suggestivi costumi dei Re Magi e la stella rotante, fa rivivere l’antica tradizione della “stella” con l’esecuzione di antichi canti del XVII, lungo le vie del paese,

visitando le sue case, i portici e gli avvolti. Le offerte raccolte durante la serata saranno destinate in beneficienza. Info: Ottavio Bazzanella 333.9856590, www. corolavalle.com. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO VOCALE VOCI NEL VENTO Baselga di Piné . Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto con il Gruppo Vocale Voci nel Vento. Info: A.p.T. 0461.557028. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO VOCALE VOCI NEL VENTO Baselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto con il Gruppo Vocale Voci nel Vento di Verla di Giovo. Info: A.p.T. 0461.557028. Musica CONCERTO DELL’EPIFANIA Riva del Garda. Ore 20.30. Chiesa Santa Maria Assunta. Concerto con il coro Anzolim de la Tor. Info: www.gardatrentino.it.

Teatro CARRIOLE D’AMORE Zivignago. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Per la rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi PICCOLO ASMODEO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. È una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viaggio sulla terra di un piccolo diavolo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Con sottile ironia, ma anche con delicata poesia e senza mai cadere in facili moralismi, lo spettacolo racconta le avventure terrestri di un novello Mefistofele alla ricerca del suo Faust. Coinvolto in una girandola d’incontri di ogni tipo, Asmodeo ripete a tutti, con grande semplicità, il suo invito: “Posso offrirti qualunque cosa, in cambio dell’anima”. Piccolo Asmodeo è una storia che parla ai bambini di cose serie, di temi importanti. Che fa ridere, pensare e forse anche commuovere. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

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Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

ANGELO PINTUS

MAX PEZZALI

JOHN MAYALL

GIOVANNI ALLEVI

Torna l’esilarante spettacolo di Angelo Pintus: “Cinquanta sfumature di Pintus”.

Non sono bastati i ventidue concerti in calendario a novembre e dicembre a soddisfare l’enorme richiesta di biglietti per il nuovo tour di Max Pezzali. Live Nation Italia annuncia oggi otto nuove date per il mese di febbraio 2014: due nuovi concerti a Milano e Roma, portando quindi a tre gli appuntamenti dal vivo con il “Max 20 Live Tour” sia nel capoluogo lombardo che nella capitale, e sei nuove città: Modena, Trento, Trieste, Lugano, Jesolo e Pesaro.

Il bluesman inglese arriva con il suo “80th Anniversary Tour” in concerto in Italia per tre appuntamenti nel Febbraio 2014, con Rocky Athas (chitarra), Greg Rzab (basso) e Jay Davenport (batteria). L’ultimo album in studio è “Tough” del 2010, mentre è uscito nel 2012 “Live in London”, registrato durante il concerto nella Capitale inglese nel Novembre dell’anno precedente.

Allevi porterà sul palco del Teatro Duse di bologna “Piano Solo ” con le melodie entrate ormai nell’immaginario musicale di tutto il suo pubblico e che lo hanno portato ad essere considerato l’enfant terrible della Musica Classica Contemporanea: da “Go with the flow”, a “Vento d’Europa”, senza dimenticare “Secret Love” e altri brani del suo ultimo album per pianoforte solo “Alien” ma eseguirà anche brani storici appartenenti ai suoi primi album, come “Cassetto” e “Filo di perle”, che non esegue in concerto da oltre 15 anni.

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 29 marzo 2014 ore 21

TRENTO PalaTrento 10 febbraio 2014 ore 21.00

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 24 febbraio 2014 ore 21

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 2 aprile 2014 ore 21

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trentinoappuntamenti 6 LUNEDÌ Per i più piccoli ARRIVA LA BEFANA AI MERCATINI DI NATALE Levico Terme. Ore 15. Parco secolare degli Asburgo. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Per i più piccoli LA BEFANA ARRIVA A PIEVE PieveTesino. Ore 14.30. Palestra comunale. Attività per bambini. Info: APT Valsugana, Ufficio di Castello Tesino - Tel. 0461.727730; castellotesino@visitvalsugana.it. Teatro LA LUCE AZZURRA DELLA FELICITÀ Ischia di Pergine. Ore 18. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con I giovani attori del Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la 11a rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Tradizione RITO DELLA STELLA Fierozzo (Val dei Mocheni). Tradizionale festa. Info: www.valledeimocheni.it. Tradizione PRESEPE VIVENTE Montevaccino. Ore 17. Entorno al paes. Il tradizionale Presepe vivente si snoderà per le vie del Paese chiudendo le festività natalizie. Info: Raffaele Guzzon 335.1544410.

8 MERCOLEDÌ Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana“. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it.

9 GIOVEDÌ Teatro LA BROCCA ROTTA Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist regia Marco Bernardi con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni. Der zerbrochene Krug, considerata la più bella commedia di tutto il teatro tedesco, è una satira contro l’immoralità di coloro che, per la carica ricoperta, dovrebbero essere invece modello di correttezza e lealtà. Ispirandosi a un noto dipinto del Settecento, von Kleist mette alla berlina in questa pièce comica, l’unica della sua produzione letteraria, la falsità della natura umana e del sistema giuridico. L’autore affida il divertimento scenico a una vivace raffigurazione di popolani, contadini e contadine dal linguaggio rude e saporoso, e al personaggio del giudice Adamo, bugiardo e pusillanime come Falstaff e Ubu Re, che in ogni battuta crede di dimostrare

arguzia e furbizia, ma il cui goffo inganno sarà alla fine scoperto e punito. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

10 VENERDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 20.45. Giovanni Sollima, violoncello e compositore Monika Leskovar, Hannah Eichberg, Amedeo Cicchese, Paolo Bonomini, violoncelli. Su musiche di M. Rossi, C. Gesualdo, G. Sollima, A. Part, D. Scarlatti, G. P. Del Buono, F. d’Avalos. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it. Teatro LA BROCCA ROTTA Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist regia Marco Bernardi con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro I LOVE SHOPPING – UNA SPLENDIDA MANIA Tione diTrento. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia musicale di Roberto Marafante con la Compagnia di Lizzana. Per la IX rassegna teatrale “Preore a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BARUFE EN FAMEGIA Tione. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro AMLETO A PRANZO E A CENA NagoTorbole. Ore 21. Casa della Comunità. Spettacolo teatrale di Oscar de Summa - da “Amleto” di William Shakespeare con Oscar De Summa, Armando Iovino, Tommaso M. Rotella, Alfonso Postiglione. Info: www.gardatrentino.it.

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Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro LA LUCE AZZURRA DELLA FELICITÀ Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con I giovani attori del Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la 11a rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERE Civezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Commedia di Dario Fo e con la Filo “El Grotel” di Condino. Per la rassegna “Bruno Palaoro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BARUFE EN FAMEGIA Centrale di Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Commedia di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Per la VI edizione di “Foje de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro VA TUT BEN… BASTA CHE I PAGA! Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Loredana Cont con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per la XXIII rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PURGA & CIOCCOLATO Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Commedia di Giancarlo Pardini con la Filodrammatica di Telve. Per la XXVI rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la XVIII edizione di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

11 SABATO Cultura “LIBROGGETTANDO” NASCE UN LIBRO CHE NON C’ERA Zambana vecchia. Ore 14.30. Presentazione Workshop. Presso Ass.ne Mana. Info: Paul Sark 335.6638375; paul.sark@alice.it; Ass.Mana 0461.242187. Teatro LA BROCCA ROTTA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist regia Marco Bernardi con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni. Info: Centro

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trentinoappuntamenti Teatro QUELLO… BUONANIMA Olle. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Ugo Palmerini con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la stagione teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro AMLETO A PRANZO E A CENA Sarnonico. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo teatrale di Oscar de Summa - da “Amleto” di William Shakespeare con Oscar De Summa, Armando Iovino, Tommaso M. Rotella, Alfonso Postiglione.

Teatro LA NOT DELE STRIE Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Commedia di Aldo Cirri con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Per “Insieme a teatro sull’Argentario” rassegna teatrale organizzata dalle compagnie “Filogamar” e “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro TRES Rovereto. Ore 20.45. Auditorium F. Melotti. Spettacolo teatrale di Juan Carlos Rubio con Anna Galiena, Marina Missironi, Amanda Sandrelli, Sergio Muniz, regia Chiara Noschese, produzione Tiesseteatro srl. Info: Comune di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it.

Teatro STANZE COMUNICANTI Storo. Ore 21. Teatro dell’Oratorio. Commedia di Alan Ayckbourn – trad. Pino Tierno con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro DOLORI, DOLORI, DOLORI! Tenno. Ore 20.30. Teatro Don Bosco. Commedia brillante in 3 atti. Info: www.gardatrentino.it.

Teatro LA BAITA DEGLI SPETTRI Spera. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Lillo & Greg con la Filodrammatica di Ora. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ZAPPING Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. L’attore trentino Mario Cagol sarà ospite a teatro con il suo ultimo spettacolo Zapping, per offrire al pubblico una divagazione ironica sulla nostra “vita telecomandata”. Si parte dalla tv “col tubo catodico” con poca scelta a disposizione ma con tanta emozione, per arrivare all’assalto mediatico di centinaia di canali offerti dalle nuove piattaforme digitali. Con la sua abilità nell’improvvisazione, Mario ci porterà in questo viaggio prendendo spunto dai programmi più assurdi che le tv ci offrono. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it.

Teatro ragazzi LA STORIA DI HANSEL E GRETEL Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo con il Teatro Crest, con on Catia Caramia, Marianna Di Muro, Giulio Ferretto, Paolo Gubello/Luigi Tagliente. Uno spettacolo sospeso tra realtà e favola, perché i bambini imparino a dare valore alle cose e soprattutto alla loro capacità di discernere e conquistarle. In tempi di recessione economica, raccontare ai bimbi della società dei consumi una favola che prende avvio proprio dalla difficoltà di un padre e di una madre nello sfamare i figli può non essere un esercizio di stile. La fiaba di Hansel e Gretel è un racconto ombroso, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare bellissima, accogliente e materna, ma è in realtà una strega. E nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

12 DOMENICA Teatro LA BROCCA ROTTA Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist regia Marco Bernardi con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro I FRATELLI GIANDUIA Ischia di Pergine. Ore 16.30. Teatro. Commedia con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Per la 11a rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TRES Rovereto. Ore 20.45. Auditorium F. Melotti. Spettacolo teatrale di Juan Carlos Rubio con Anna Galiena, Marina Missironi, Amanda Sandrelli, Sergio Muniz, regia Chiara Noschese, produzione Tiesseteatro srl. Info: Comune di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it. Teatro ragazzi LA STORIA DI HANSEL E GRETEL Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo con il Teatro Crest, con on Catia Caramia, Marianna Di Muro, Giulio Ferretto, Paolo Gubello/Luigi Tagliente. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

13 LUNEDÌ Teatro PRIMO Tione di Trento. Ore 21. Teatro Comunale. Enrico Carretta con Jacob Olesen regia di Giovanni Calò. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro NUDI E CRUDI Mezzolombardo. Ore 21. Teatro San Pietro. Dal racconto di Alan Bennett traduzione e adattamento di Edoardo Erba con Max Pisu, Alessandra Faiella, Claudio Moneta regia di Marco Rampoldi. Con la Compagnia Teatro della Cooperativa.Info: www.trentinospettacoli.it.

Teatro IL DON GIOVANNI - VIVERE È UN ABUSO, MAI UN DIRITTO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo con il Teatro Franco Parenti Di e con Filippo Timi e con Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio, Fulvio Accogli. Né secondo Molière, né secondo Mozart. Il mito di Don Giovanni è riscritto con spavalda spensieratezza da Filippo Timi, uno fra i giovani registi italiani più irriverenti. Protagonista di una farsa che si trasforma in tragedia, Don Giovanni, prototipo del maschio seduttore, mostra la sua immagine di uomo infelice, irrisolto, che tenta di sfuggire alla morte. Lo spettacolo, che predilige le immagini forti della modernità, porta in scena un’umanità volubile e insaziabile e, accanto al protagonista, gravita un mondo fatto di personaggi in cui si riflettono i sentimenti e le passioni umane. Ognuno ha la sua storia – puntualizza il regista – e Don Giovanni ha la sua: «Non l’ha scelto lui di nascere Mito, gli è capitato e lui non si sottrae dall’essere se stesso». Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro IL COMICO RENATO CONVERSO Trento. Ore 21.30. Osteria “La Scaletta”. Per la IV edizione della stagione comica “Punto.cabaret!” Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CAOS (REMIX) Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Progetto e regia di Valeria Cavalli, Claudio Intropido con Francesco Alberici, Andrea Battistella, Ludovico D’Agostino, Jacopo Fracasso, Andrea Lietti, Isabella Perego, Maria Cristina Stucchi, Clara Terranova, Melissa Valtulini con la Compagnia Quelli di Grock. Info: www. trentinospettacoli.it.

14 MARTEDÌ

TRES – 11 gennaio 2014 – ROVERETO. Auditorium. F. Melotti

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Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Oratorio s. Antonio, via sant’Antonio 18, Bolghera. Conferenza dal titolo: “Riumanizzare l’economia”. Relatore: Carlo Borzaga - Docente Università di Trento Presidente di Euricse. Info: Tel. 0461.932373; dialogo.dicomunita@gmail.com.

Teatro NUDI E CRUDI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Dal racconto di Alan Bennett traduzione e adattamento di Edoardo Erba con Max Pisu, Alessandra Faiella, Claudio Moneta regia di Marco Rampoldi. Con la Compagnia Teatro della Cooperativa. Info: www.trentinospettacoli.it.


trentinoappuntamenti 15 MERCOLEDÌ Cultura CONFERENZA Zambana vecchia. Ore 20.3022.30. Presso la sede dell’Associazione Mana in via Molini. “Attraverso la mezza età – Crisi, crescita, rinnovamento”. Notizie, riflessioni ed esercizi di consapevolezza per donne fra i 40 e i 60 anni con Annalisa Borghese, giornalista, counselor in psicosintesi e saggista. Minimo 15 partecipanti. Per infomazioni e iscrizioni: 329.3559157. Cultura CONFERENZA Zambana vecchia. Ore 20.30. c/o Associazione Mana - Via Molini. “Attraverso la mezza età. Notizie e riflessioni per donne fra i 40 e i 60 anni: crisi, crescita e rinnovamento”. Conferenza con Annalisa Borghese, giornalista, counselor in psicosintesi e saggista. A seguire domenica 26 gennaio dalle 10 alle 17.30 un seminario esperienziale per conoscere l’energia feconda di questa fase della vita. Info: annalisa.borghese@gmail.com. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.45. Cameron Carpenter, organo. da Bach a... Carpenter. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Teatro IL DON GIOVANNI - VIVERE È UN ABUSO, MAI UN DIRITTO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo con il Teatro Franco Parenti Di e con Filippo Timi e con Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio, Fulvio Accogli. Né secondo Molière, né secondo Mozart. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

17 VENERDÌ Cultura AVEVI TROPPO PESO DA PORTARE PER UNA PERSONA SOLA Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata con racconti di viaggi reali e mentali, passando tra i meandri del cuore, con l’attore Mauro Zappalaglio e il regista Enzo Cecchi. Una sorta di favola per adulti in cui il resoconto del viaggio arriva ad aggrovigliarsi ai racconti e ai contorcimenti del cuore. Ingresso libero. Info: Sorgente ’90 info@sorgente90.org; www.sorgente90.org. Musica CONCERTO LIRICO: TENORE E PIANOFORTE Riva del Garda. Ore 17.30. Auditorium del Conservatorio. Info: www.gardatrentino.it.

Teatro RIMBAMBAND SHOW Ledro. Ore 21. Teatro. Scritto e diretto da Raffaello Tullo con la partecipazione del gruppo musicale Rimbamband e con il Gruppo Ideazione. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro IL PRINCIPIO DELL’INCERTEZZA Trento. Ore 21. Teatro Portland Via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Con la Compagnia Arditodesìo. Una lezione di meccanica quantistica. Un uomo che ama l’universo. Il metodo scientifico che si confronta con la pseudoscienza. Un segreto…in quale universo andare? Info: www.teatroportland.it.

18 SABATO Cultura COSTELLAZIONI FAMILIARI Zambana vecchia. Ore 15-18. C/o associazione Mana. Metodo Bert Hellinger. Conduce la dott. ssa Julijana Osti. Comunicare la propria presenza scrivendo a: julijana.osti@libero.it. Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it. Teatro E VISSERO FELICI E CONTENTI Olle Valsugana. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. I Burattini di Daniele Cortesi. Età consigliata: dai 4 anni. Ingresso unico € 3,00. Info: Biblioteca Comunale di Borgo ValsuganaTel. 0461.754052; www. valsuganacultura.it. Teatro NUDA… E PER POCHI SOLDI Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Commedia di Loredana Cont con la Filo “Ce.Dro” di Dro. Per la XXVI rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro QUELLO… BUONANIMA Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Ugo Palmerini con la Compagnia “Argento Vivo”

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trentinoappuntamenti di Cognola. Per la XVIII edizione di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL SETTIMO GIORNO RIPOSÒ Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Commedia di Camillo Vittici – trad. in dialetto trentino di Claudio Pasquini con la Filolevico di Levico Terme. Per “Insieme a teatro sull’Argentario” rassegna teatrale organizzata dalle compagnie “Filogamar” e “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As.Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ALTRA CENERENTOLA Revò. Ore 20.45. Auditorium del Polo Scolastico. Commedia di Gianluca e Tony Chucchiara con il Gruppo “Speranza Giovane” di Cles. Per la X rassegna teatrale “Franco e Ivana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE… CHE POESIE! Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la rassegna teatrale “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI Taio. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Sergio Marolla con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Per la rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERE Storo. Ore 21. Teatro dell’Oratorio. Commedia di Dario Fò, tradotta in dialetto trentino ed adattata in due atti con la Filo “El Grotel” di Condino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SAL E PEVER Molveno. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME SON DESMISSIÀ EN PARADIS Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Camillo Vittici con la Filodrammatica “Teatro a Zambana” di Zambana. Info: Co.F.As.

IL VENDITORE DI SIGARI – 18 gennaio 2014 – SARNONICO Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANNE FRANK Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Tratto da “Il Diario di Anne Frank” testo, regia e musiche originali di Emanuele Bergamaschi con Alessandro Calabrese, Luca Salata, Matteo Rubagotti, Emanuele Bergamaschi realizzato dal Gruppo Teatro a Pedali. Info: www. trentinospettacoli.it. Teatro IL SOL CI HA DATO ALLA TESTA Brentonico. Ore 21. SDcritto e diretto da Raffaello Tullo con la partecipazione del gruppo musi-

cale Rimbamband, con il Gruppo Ideazione. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro UN MISTERO, UN DELITTO E OTTO DONNE Grigno. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Robert Thomas con Lorena Guerzoni, Annarosa Sandri, Deborah Rosso, Adriana La Torre, Elena Magnago, Alice Pierotti, Isabella Pierotti e Francesca Trentinaglia regia di Efrem Filippi con l’Associazione teatrale Figli delle Stelle. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro IL VENDITORE DI SIGARI Sarnonico. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Amos Ka-


trentinoappuntamenti mil traduzione di Flavia Tolnay con la collaborazione di Alberto Oliva con Gaetano Callegaro e Francesco Paolo Cosenza regia di Alberto Oliva assistente alla regia Francesca Prete con il Teatro Litta. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro IL PRINCIPIO DELL’INCERTEZZA Trento. Ore 21. Teatro Portland Via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Con la Compagnia Arditodesìo. Una lezione di meccanica quantistica. Un uomo che ama l’universo. Il metodo scientifico che si confronta con la pseudoscienza. Un segreto…in quale universo andare? Info: www.teatroportland.it. Teatro PLEK Rovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Spettacolo coreografico che coniuga armonicamebte il senso del concetto e la poesia dell’immagine. Info: Comune di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; cultura@comune. rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it.

19 DOMENICA Teatro NO VE CAPISSO PÙ Stravino. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SU E GIÙ DA UN PALCO Zivignago. Ore 20.45. Teatro. Con la Compagnia “Teatro d’Acqua Dolce”. Per la rassegna teatrale “Zivignago sera in...prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PICCOLINA. UNA STORIA CHE CRESCE Vezzano. Ore 16.30. Teatro Valle dei Laghi. Commedia di La Baracca di Monza. Piccolina racconta ai

bambini, con semplicità e naturalezza, l’essenza dell’età infantile e il mistero del crescere, mettendo in scena con levità quel cambiamento impercettibile, progressivo e quotidiano che a un certo punto ci fa risvegliare per sempre fuori dal mondo “piccolo”. Oggetti di uso comune si trasformano in personaggi e scenografie dando vita a flashback che portano la protagonista a rivivere la sua infanzia. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro IL PRINCIPIO DELL’INCERTEZZA Trento. Ore 10. Teatro Portland Via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Con la Compagnia Arditodesìo. Una lezione di meccanica quantistica. Un uomo che ama l’universo. Il metodo scientifico che si confronta con la pseudoscienza. Un segreto…in quale universo andare? Info: www.teatroportland.it.

20 LUNEDÌ Teatro NO VE CAPISSO PÙ Stravino. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

21 MARTEDÌ Teatro FUORI CLASSE Trento. Ore 10. Teatro Cuminetti. Spettacolo con la Compagnia Teatrale La Pulce. Di e con Silvia Briozzo, Enzo Valeri Peruta collaborazione alla regia Marcello Magni. Un ragazzo e una ragazza, alla soglia dell’esame di terza media, si trovano a riflettere sui temi attorno a cui ruota la loro vita di adolescenti: il senso dello studio, le proprie motivazioni, i propri talenti, i desideri, le difficoltà. E soprattutto sul rapporto con gli adulti. A completare la triade è la famiglia,

che gioca un ruolo fondamentale nella formazione e nell’educazione dei ragazzi. Età consigliata: dagli 11 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro NARRENSCHIFF Riva del Garda. Ore 21. Sala Mille Palazzo dei Congressi. Due atti unici sulla follia con la Compagnia ariaTeatro. Drammaturgia di Chiara Benedetti, Alberto Basaluzzo, Denis Fontanari e Carlo Orlando. Con Chiara Benedetti e Denis Fontanari. Musiche eseguite dal vivo da Chiara Benedetti - regia di Carlo Orlando. Info: www.trentinospettacoli.it.

22 MERCOLEDÌ Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana“. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it. Musica ARVO VOLMER E ALEXEY STADLER IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Arvo Volmer, Direttore; Alexey Stadler, Violoncello; Ralph Vaughan Williams: The Wasps: Ouverture; Edward Elgar: Concerto per violoncello e orchestra in mi minore, op. 85; Pëtr Il’i ajkovskij: Sinfonia n. 5 in mi minore, op. 64. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

23 GIOVEDÌ Teatro LA TORRE D’AVORIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci,

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Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

24 VENERDÌ Teatro LA TORRE D’AVORIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro LA RADIO E IL FILO SPINATO Trento. Ore 21. Teatro Portland Via Papiria, 8. Commedia di e con Roberto Abbiati e Luca Salata con poetica di Mario Vighi. Info: www. teatroportland.it.

25 SABATO Danza PASSIONTANGO Riva del Garda. Ore 21. Palacongressi Sala dei MIlle. Con la Compagnia Naturalis Labor. Regia e coreografie di Luciano Padovani. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Musica LA TREBLINKA DI VASILIJ GROSSMAN Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Aria Teatro e TTT Express, in collaborazione con Cortili di Pace, presentano La Treblinka di Vasilij Grossman appuntamento inserito in concomitanza delle celebrazioni per la “giornata della memoria 2014”, che racconterà gli orrori della Shoah e dell’Holodomor (olocausto ucraino) attraverso le parole di Grossman e la musica klezmer della T.T.T. Express. Info: Teatro Valle dei Laghi

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trentinoappuntamenti Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it.

Teatro LA TORRE D’AVORIO Trento. Ore 21. Teatro Sociale. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro PARIGI VAL BENE UNA VASCA Civezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Commedia di Andrea Oldani – trad. in dialetto trentino di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Sortiva” di Denno. Per la rassegna “Bruno Palaoro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro NA CROCIERA DA SOGNO Centrale di Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Commedia di Gigliola Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino con Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”. Per la VI edizione di “Foje de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME CUGNADA L’È ‘NA STAR Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Domenico e Massimo Canzano – adattamento dialettale di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Per la XXIII rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NIENTE DA DICHIARARE? Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”.Commedia di C.M. Hennequin con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per la XXVI rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESO MARE) Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Antonella Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro NON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERE Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Dario Fò – trad. in dialetto trentino ed adattato in due atti con la Filo “El Grotel” di Condino. Per la XVIII edizione di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA! Olle. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per la stagione teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NELLO SPAZIO… SENZA STRAZIO! Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia tratta da “Nello spazio senza dazio” di Marcello Voltolini con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la rassegna teatrale “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ZAPPING Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Viaggio allucinato nel mondo della televisione di oggi con Supermario (Mario Cagol). Per “Insieme a teatro sull’Argentario” rassegna teatrale organizzata dalle compagnie “Filogamar” e “Argento Vivo” di Cogno-

la. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro SAL E PEVER Taio. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo inBanale. Per la rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE… CHE POESIE Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la 9a rassegna teatrale “Ricordando Nicola”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO VE CAPISSO PÙ NagoTorbole. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont con la

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trentinoappuntamenti Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Roberto Abbiati e Luca Salata con poetica di Mario Vighi. Info: www. teatroportland.it.

Teatro ULISSE PRINOT, FARMACISTA DE NOT Storo. Ore 21. Teatro dell’Oratorio. Commedia di Amendola e Corbucci con la Filo “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro ragazzi ON-OFF Trento. Ore 16. Spazio Foyer. Testo di Andrea Buzzetti, Carlotta Zini e Valeria Frabetti. Età: dai 2 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

Teatro ’N DÌ ALL’OSPEDALE Villa Agnedo. Ore 20.45. Sala Polifunzionale. Commedia di Camillo Vittici con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA RADIO E IL FILO SPINATO Trento. Ore 21. Teatro Portland Via Papiria, 8. Commedia di e con Roberto Abbiati e Luca Salata con poetica di Mario Vighi. Info: www. teatroportland.it. Teatro ragazzi ON-OFF Trento. Ore 16. Spazio Foyer. Testo di Andrea Buzzetti, Carlotta Zini e Valeria Frabetti. Età: dai 2 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

26 DOMENICA Teatro LA TORRE D’AVORIO Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro SERVIZIO IN CAMERA Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Commedia di Oreste De Santis con la Filodrammatica di Civezzano. Per “La vetrina del teatro CO.F.AS.” rassegna provinciale di teatro amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESO MARE) Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Antonella Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA RADIO E IL FILO SPINATO Trento. Ore 10. Teatro Portland Via Papiria, 8. Commedia di e con

27 LUNEDÌ Teatro FOGLIE DELLA ROSA BIANCA Ala. Ore 21. Teatro “Sartori”. Con Beatrice Moleri e Salvatore Auricchio regia di Giovanni Moleri con il Teatro dell’Aleph. Info: www.trentinospettacoli.it.

28 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Oratorio s. Antonio, via sant’Antonio 18, Bolghera. Conferenza dal titolo: “Il lavoro che non c’è”. Relatore: Roberto Grasselli, Presidente Associazione sclerosi multipla già sindacalista. Info: Tel. 0461.932373; dialogo.dicomunita@gmail.com.

29 MERCOLEDÌ Musica DAVID DANZMAYR E CRISTINA ORTIZ IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. David Danzmayr, Direttore; Cristina Ortiz, Pianoforte; Ferruccio Busoni: Tanzwalzer, op. 53, bv 288; Sergej Rachmaninov: Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore, op. 18; Johan Svendsen: Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore, op. 15. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro DELIRIOUS NEW YORK Rovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Ispirato all’omonimo testo di Rem Koolhaas, lo spettacolo mette in scena una serie di episodi urbani simbolo del manhattanismo, una teoria inespressa perché troppo ambiziosa. Info: Comune

di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; cultura@comune. rovereto.tn.it; www.comune.rovereto.tn.it.

30 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Arco. Ore 20.45. Cassa Rurale Bolognano. Famiglie in gioco: “Assieme a tavola: come gestire le problematiche legate al cibo”. Info: www.gardatrentino.it. Teatro UNA TAZZA DI CIOCCOLATA CALDA Pinzolo. Ore 21. Teatro. Una tazza di cioccolata calda è una particolare drammaturgia, pensata e redatta in primo luogo per e con ragazzi, frutto di una lunga collaborazione fra Rosanna Ravagni, insegnante dell’Istituto “F. Bonporti” di Trento e Renzo Fracalossi, autore e regista con all’attivo ormai parecchi allestimenti attorno alla Memoria della Shoah, oltreché della storia locale, nazionale ed europea. Con il Club Armonia. Info: www.trentinospettacoli.it.

31 VENERDÌ Musica QUARTETTO DI CREMONA Trento. Ore 20.45. Cristiano Gualco, violino; Paolo Andreoli, violino; Simone Gramaglia, viola; Giovanni Scaglione, violoncello; Margherita Di Giovanni, viola; Sara Spirito, violoncello. Su musiche di A. Webern, J. Brahms, A. Casagrande e P.I. Caikovski. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it. Teatro MI CHIAMO ARAM E SONO ITALIANO NagoTorbole. Ore 21. Teatro Casa della Comunità di Nago. Storie da Synagosyty di Gabriele Vacis e Aram Kian. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro SIOR TODERO BRONTOLON Fondo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Carlo Goldoni con Maura Misiti con Elisabetta Pescari, Laura Benassù, Kety Mazzi, Davide Valieri, Roberto Puliero, Giuseppe Vit, Franco Cappa, Nicola Cancian, Daniela Lorenzetto,

Marco Consolati regia di Roberto Puliero con la Barcaccia di Verona. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro U PARRINU Trento. Ore 21. Teatro Portland Via Papiria, 8. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. Info: www.teatroportland.it.

APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 1 SABATO Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESO MARE) Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Antonella Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro U PARRINU Trento. Ore 21. Teatro Portland Via Papiria, 8. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. Info: www.teatroportland.it.

2 DOMENICA Teatro U PARRINU Trento. Ore 10. Teatro Portland Via Papiria, 8. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. Info: www.teatroportland.it.

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SIOR TODERO BRONTOLON – 31 gennaio 2014 – FONDO

Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Jan Lisiecki, pianoforte su musiche di F. Chopin. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonicatrento.it. 69

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trentinomatrimoni QUESTO MESE IL GIORNO PIÙ BELLO DI FABIANA E PAOLO SULLA RUBRICA DEDICATA AI FIORI D’ARANCIO

IL MATRIMONIO DEL MESE IL MATRIMONIO DI FABIANA E PAOLO Matrimonio: Religioso Data: 21 settembre 2013 Luogo: Chiesa di S. Biagio - Albiano Fiori e bouquet: Verdi fantasie - Gardolo Anelli: Zanoni Preziosi srl - Fondo Invitati: 116 pranzo, 160 torta Ricevimento: La Cacciatora - Mezzocorona Bomboniere: Duomocenter e Cooperativa Sociale Samuele - Trento Torta: Pasticceria Filippi & Gardumi - Trento Intrattenimenti per gli invitati: De Poles di Bolognani Loris e Gianni Lever Viaggio: Umbria e Messico Durata viaggio: 3 settimane totali Vivranno a: Romeno

Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina www.fototonina.com 70

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Lei Nome: Fabiana Anni: 37 Nata a: Trento Residente a: Albiano Vestito: Sposa Chic - Pergine Scarpe: Calzature Carlin - Pergine Parrucchiere: Ritocchi d’immagine - Albiano Truccatore: Estetica Dama - Segonzano Occupazione: Impiegata

Lui Nome: Paolo Anni: 36 Nato a: Cles Residente a: Romeno Vestito: Bermax - Trento Scarpe: Bermax - Trento Barbiere: Ritocchi d’immagine - Albiano Occupazione: Imprenditore edile

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IL TRENTINO VISTO DA NORD BILANCIO LUSINGHIERO PER LA FONDAZIONE STAVA 1985 ONLUS OLTRE 800 ORE DI APERTURA, QUASI 8 MILA I VISITATORI, PIÙ DI 1.500 GLI STUDENTI CHE HANNO VISITATO NEI PRIMI 11 MESI DEL 2013 IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE SULLA CATASTROFE DI STAVA

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iù di 800 ore di apertura, quasi 8 mila visitatori di cui più di 1.500 fra studenti degli istituti professionali e superiori, studenti universitari e gruppi organizzati. Questo in sintesi il bilancio dell’attività del Centro di documentazione della Fondazione Stava 1985 Onlus nei primi 11 mesi del 2013. L’apertura del Centro di documentazione sulla catastrofe della val di Stava è affidata, dal 2007, a un team di operatori didattici formati professionalmente per accogliere i visitatori e fornire loro l’informativa di base sulla genesi, le cause e le responsabilità del disastro del 19 luglio 1985. Gli operatori sono studenti delle scuole superiori della valle che garantiscono questo servizio durante tutto l’arco dell’anno, nei giorni festivi e ogni giorno in estate. All’accoglienza dei visitatori presso il Centro di documentazione si è aggiunto, in collaborazione con gli “Accompagnatori di territorio della valle di Fiemme”, l’accompagnamento lungo il ‘Sentiero della Memoria’ sul Monte Prestavèl. Le escursioni guidate sono iniziate ad aprile, non appena le condizioni meteo lo hanno consentito, e si sono protratte fino a novembre. Di questo servizio hanno potuto fruire più di 1500 fra studenti degli istituti superiori, giovani associati di CAI e SAT, allievi dei Corpi di Vigili del Fuoco Volontari, studenti universitari. Ogni giovedì, inoltre, nei mesi di luglio e agosto, gruppi composti mediamente di circa 15-20 camminatori hanno percorso in escursione guidata gratuita il sentiero attrezzato che raggiunge i luoghi della passata attività mineraria. Da aprile a giugno e da settembre a novembre, invece, numerosi gruppi hanno trascorso a Stava un’intera giornata 72

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alvolta basta uno sguardo diverso sullo stesso oggetto per far emergere panorami e scenografie avvincenti. È ciò che è successo con il numero monografico della rivista Arunda in collaborazione con Verlag Bibliothek der Provinz Bozen, dedicato interamente a “Il Trentino. Ein Lesebuch/Libro di letture”. Come prologo si può dire che Arunda è una rivista storica con sede a Silandro, nata nel 1976 da un collettivo di idee e di autori, tra cui troviamo l’anima e il cuore di nome Gianni Bodini, scrittore, fotografo, appassionato di archeologia, memoria storica della Val Venosta. Una rivista pubblicata in coedizione con la casa editrice austriaca Löwenzahn. I suoi numeri monografici sono di quelli che hanno fatto la cultura in Sudtirolo e non solo. Dopo i libri sulla cultura del pane, del latte, della castagna, dei frutti dei campi, del marmo e del legno, del fieno e delle croci, dei ghiacciai e delle tracce romaniche di un sacro antico. Il numero di Natale 2013 invece vuole raccontare il Trentino visto dalla parte dei sudtirolesi. Tanti gli sguardi-scrittori, tra cui si annoverano Wolftraud Schreiber, Paul Preims, Hans Wielander e Hans Karl Peterlini, i quali descrivono zone e territori solitamente dimenticati, come la Val di Cembra, la val di Gresta, il Baldo. Oppure argomenti come la gastronomia, artisti come Sottsass oppure eventi come Arte Sella, la Danza Macabra e Simonino da Trento. Sguardi sudtirolesi e tedeschi per capire e far conoscere una terra dall’antico fascino, dove si parlano diversi idiomi e dove la montagna unisce più che dividere. Soltanto due gli scrittori trentini chiamati a collaborare, profondi conoscitori di questa terra nei suoi diversi aspetti: Renato Morelli con un intervento sui canti in val dei Mocheni (Heut’ist ein Kind geboren) e Fiorenzo Degasperi il quale racconta saga e leggende delle miniere e dei minatori nelle diverse valli trentine (Bergwerke und Bergleute im Trentino: Geschichte und Sagen). Un libro per conoscere, un libro per non dimenticare un tempo quando il Tirolo era una regione che iniziava con l’Inn e terminava con le acque del lago di Garda. informativa-formativa che la Fondazione Stava 1985 Onlus propone per comprendere le dinamiche che hanno portato al disastro e approfondire le tematiche di educazione ambientale e responsabilità individuale e d’impresa. Fra questi anche 125 allievi ufficiali dell’Accademia della Guardia di Finanza che, nell’ambito dell’addestramento presso la Scuola Alpina di Predazzo, hanno trascorso a Stava due giornate di studio mirate sull’utilizzo del territorio per scopi economico-industriali. Gli operatori didattici della Fondazione Stava 1985 Onlus garantiscono l’apertura del Centro per i visitatori occasionali tutti i giovedì, le domeniche e i giorni festivi con orario 15-18. Sono possibili anche aperture fuori orario su prenotazione, che può essere effettuata con una semplice telefonata o tramite il sito www.stava1985.it.


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A LUCIA LETRARI IL PREMIO TRE MARIE “DA DONNE A DONNE” PER IL MONDO DEL VINO IL RICONOSCIMENTO PER L’ECCELLENZA FEMMINILE, VA ALL’ENOLOGA DELL’AZIENDA TRENTINA PRODUTTRICE DI TRENTODOC

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ucia eredita la passione per il vino e le bollicine dal padre Leonello, che ‘creò’ negli anni ‘60 i primi uvaggi ed elaborò spumanti di pregio, sino a fondare l’azienda di famiglia nel 1976, insieme alla moglie Maria Vittoria. Da Letrari si producono 23 diversi tipi di vino di qualità, con forte tipicità varietale, plasmati dal particolare terroir e dal microclima della Vallagarina. Lucia è oggi l’enologa della cantina: creare un vino per lei, come donna, ancor prima che come enologa, significa dargli un’anima, ricercata in tutti i particolari. Un TrentoDoc al femminile ha una struttura più morbida ed elegante e questa cura si esprime anche nella creazione dell’etichetta e della confezione, che sono raffinate e pensate per dare gioia anche sul piano estetico oltre che su quello del gusto. “Noi donne siamo più attente quando produciamo un vino, e anche più disponibili alle novità. In un mondo così dinamico come quello del vino, questo è un grosso vantaggio. Allo stesso tempo oggi nel mondo dell’enologia, ancora prettamente maschile, per noi donne resta necessario dimostrare di essere all’altezza del proprio ruolo”. Lucia è una donna di valore, di forza e di grande competenza: l’assegnazione di un premio pensato da donne per le donne – del vino in questo caso – non è altro che una conferma ulteriore ed un valore aggiunto alla sua attività di imprenditrice. “Tre Marie ha scelto di creare il premio “Da donne a donne” per sottolineare il legame fra i valori femminili e l’affascinante storia della marca, fatta di autenticità, gusto ed emozioni” – dichiara Annalisa Ferri, Direttore Marketing Tre Marie – “L’eccellenza coltivata nei secoli da questa antica marca rende omaggio all’eccellenza al femminile con i suoi connotati distintivi di eleganza, creatività, sensibilità e cura del dettaglio”. Il premio Tre Marie è stato conferito il 30 novembre a Roma in occasione del grande evento dedicato alle bollicine italiane “Sparkle 2014”, che celebra da ormai 12 anni le migliori bollicine italiane.

ACLI TERRA: FLAVIO SANDRI NUOVO PRESIDENTE IL SINDACATO AGRICOLO LANCIA L’ALLEANZA CON I CONSUMATORI ATTRAVERSO I GAS

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lavio Sandri, 49 anni, imprenditore agricolo di Villa Agnedo impegnato nei settori viticolo, frutticolo e zootecnico, è il nuovo presidente provinciale di Acli Terra. L’associazione fornisce servizi a circa 1.800 imprese e conta circa 500 tesserati. Sandri verrà affiancato alla vicepresidenza da Davide Capra, imprenditore agricolo di Carzano, e da Giorgio Perini, libero professionista impegnato nel settore ambientale, residente a Pergine Valsugana. Capra si occuperà in modo particolare del radicamento territoriale del sindacato in rappresentanza degli agricoltori professionisti, mentre Perini seguirà i rapporti con i consumatori a partire dall’organizzazione dei Gas, i Gruppi di acquisto solidale. Le Acli Terra intendono infatti caratterizzarsi in primo luogo per una serie di alleanze con i consumatori ed in modo particolare per sviluppare tutte le iniziative possibili riferite alla vendita diretta del prodotto e alla promozione delle filiere locali. Ma il cuore dell’attività aclista in campo agricolo, ha affermato il presidente Sandri al momento del suo insediamento, sarà quello della promozione di servizi di alta qualità in modo tale da garantire all’utenza il massimo degli standard possibili in termini di assistenza e rappresentanza. Accanto alla questione dei consumi e dei servizi, le Acli Terra intendono distinguersi ulteriormente per la formazione professionale in favore sia dei produttori che dei consumatori, ma soprattutto per la promozione di una serie di alleanze sul territorio al fine di dare vita a veri e propri sistemi agricoli integrati grazie al confronto e al dialogo con i rappresentanti delle altre categorie economiche, nonché delle istituzioni e delle amministrazioni locali. Fra gli obiettivi del sindacato figura quindi lo sviluppo delle reti territoriali di alleanze con la distribuzione ed il turismo, ma anche con il sistema aclista per sollecitare la vendita diretta dei prodotti fra gli associati oltre ad iniziative comuni a livello culturale ed ambientale. Flavio Sandri subentra a Fausto Gardumi, recentemente eletto alla carica di presidente provinciale delle Acli. Gardumi entrerà a far parte della presidenza provinciale del sindacato agricolo assieme a Corrado Aldrighetti, Igor Busarello, Francesco Ciola, Luca Tomaselli, Matteo Trentinaglia, Sabrina Verde e Fausto Zeni. Le Acli Terra si stanno radicando in tutta la provincia di Trento e si avvalgono da diversi mesi della competenza e della professionalità di Ezio Dandrea, eletto segretario provinciale del movimento.

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AL VIA LA NUOVA PROGRAMMAZIONE PRESENTATA GUIDA CASA 2014

UN CALENDARIO RICCO DI APPUNTAMENTI

GIOVEDÌ 19 DICEMBRE NELLA SALA CONFERENZE DELLE ALBERE

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ella sala conferenze delle Albere, giovedì 19 dicembre è stata presentata l’edizione 2014 di Guida Casa. In sala molti agenti immobiliari, costruttori edili e amministratori pubblici che trovano in quest’agile pubblicazione tutti i prezzi degli immobili, nuovi e d usati, del Trentino. Un punto di riferimento oramai imprescindibile per chi voglia acquistare, vendere o affittare un immobile. Sul palco, a fianco del presidente nazionale F.I.M.A.A. Valerio Angeletti, il presidente regionale F.I.M.A.A. Severino Rigotti, l’assessore provinciale Carlo Daldoss, l’assessora provinciale Sara Ferrari, Massimo Piffer di Confcommercio, Luca Gretter di Cassa Centrale Banca, Stefano Tomazzoni di Pensplan, Marco Selleri dell’Agenzia delle Entrate, Paolo Biasiolli vicesindaco di Trento, Roberto De Laurentis presidente Associazione Artigiani, Salvatore Codetta formatore F.I.M.A.A. Con la solita freschezza ha coordinato i vari interventi Francesca Negri. Guida Casa 2014, edita come sempre da Curcu & Genovese, è in vendita in tutte le edicole e librerie a 14,00 Euro.

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rende il via dal 01 gennaio 2014 e si protrarrà fino alla fine di marzo il martedì pomeriggio, alle 15, “Affreschi e artisti in Trentino” a cura di Flavio Pedrotti. Le puntate descrivono alcuni dei cicli pittorici e gli artisti che hanno caratterizzato la storia del Trentino. Alle 15.15 va in onda “La vita meravigliosa: le Alpi tra scienza e ecologia”: lo spazio radiofonico di un quarto d’ora la settimana, a cura di Stefano Uccia, è ricco di narrazioni sull’ecosistema alpino, sulla fauna e la flora. I migliori esperti raccontano quanto sta facendo la ricerca trentina per salvaguardare la biodiversità. Segue “Tradizioni popolari trentine”: il programma, curato da Ugo Slomp, e dedicato alle tradizioni popolari del Trentino. Il martedì si conclude con “Rodo-dentro” a cura di Flavio Pedrotti, dove Mario Cagol, autore e attore versatile, affronta i piccoli tempi quotidiani ricavandone spunti di rara ilarità. Il mercoledì, alle 15.00, va in onda la replica dello sceneggiato “Le erbe in giallo”. Questo ciclo di film noir, senza immagini, prende spunto dalle conoscenze di una botanica che vive in Valle di Gresta. Ogni venerdì pomeriggio l’anziana signora riunisce alcune amiche nella veranda-serra, ciascuno raccoglie questo invito, per dipanare il mistero, l’enigma che vede come protagonisti erbe, bacche e funghi ad alto potenziale di rischio. Alle 15.30 si propone “A piedi nudi sul palco”, a cura di Flavio Pedrotti, programma d’informazione, attualità e cultura teatrale. Conclude le trasmissioni del mercoledì “Pianeta trentino della musica Rock” a cura di Daniele Torresan. Il venerdì pomeriggio, curato da Giorgio Balducci, si propone “Attenti a noi due”, programma comico-satirico scritto e interpretato da Lucio Gardin e Loredana Cont. I “due”, in particolare, propongono gags e “siparietti” di tipica espressione trentina. Alle 15.30 va in onda “35 anni endrio” programma, curato da Ugo Slomp, che ripropone i fatti accaduti a Trento e provincia della stessa settimana di 35 anni prima. Il venerdì si chiude con “Enrosadira: i colori delle dolomiti” programma, curato da Giorgio Balducci, che si occupa di cultura, sport, sci ed ambiente alpino. Infine lo spazio domenicale con inizio ad ore 14.00, è occupato dalla replica di “Attenti a noi due”, di Lucio Gardin e Loredana Cont.


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“OKKIO ALLA SALUTE” IL CORTOMETRAGGIO FORMATO GIOVANE CINEMAZERO, LA SESTA EDIZIONE CON OLTRE 170 PELLICOLE IN LIZZA

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LA SITUAZIONE NUTRIZIONALE IN ETÀ PEDIATRICA IN TRENTINO È UNA DELLE MIGLIORI IN ITALIA

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n Trentino la situazione nutrizionale in età pediatrica è una delle migliori in Italia, tuttavia un bambino ogni cinque presenta un eccesso di peso. Inoltre vi sono alcune criticità, per esempio, per quanto riguarda la percezione dei genitori, il 41% dei bambini in sovrappeso e il 6% dei bambini obesi hanno la madre che ritiene che il loro peso sia normale. E ancora: 3 bambini su 10 non fanno una colazione adeguata, 2 bambini su 10 guardano la tv e/o usano i videogiochi per 2 ore o più al giorno. Sono questi alcuni dei risultati di “Okkio alla salute”, sistema di monitoraggio delle abitudini alimentari e dell’attività fisica nei bambini delle scuole primarie, rivolto a stimare il fenomeno dell’eccesso ponderale e i comportamenti associati. Quella effettuata nel 2012 è la terza raccolta dati nazionale, effettuata con questionari rivolti a un campione casuale di bambini delle classi terze elementari (8-9 anni), ai loro genitori ed insegnanti e ai dirigenti scolastici e attraverso la misura diretta di peso e altezza dei bambini. In provincia di Trento hanno partecipato 46 scuole, 783 bambini e 799 genitori.

er il sesto anno, l’Associazione trentina «Il Funambolo» ha organizzato il Festival CinemaZERO con lo scopo di dare a giovani cinefili l’opportunità di cimentarsi nella realizzazione di un cortometraggio generalmente no-budget. Come per le passate edizioni, le opere inviate sono state molte, oltre 170. I film selezionati e visti dal pubblico – che ha anche scelto un vincitore – sono stati nove, proiettati nelle seconda serata al cinema Modena e, a conclusione del festival, durante la terza serata, negli spazi offerti dalla Galleria Civica. Ospiti della prima serata, il 4 dicembre, Cosimo Terlizzi e Alessio Di Zio, il primo con un lungometraggio già in concorso al Torino Film Festival, girato come un diario personale, con telefono e telecamere digitali ed il giovanissimo Daniele e di quello premiato dalla giuria compatte (è “L’uomo doppio”, “Avant la nuit”, di Chiara Caterina, prezioso frammento definito da chi l’ha visto un film sul crepuscolo e sulla vita “altra” degli ospiti di un carcere. straordinario); il secondo con Infine, un film che ci ha riportato al 21 dicembre 2012, “Fanteria Cavalleggeri”, un quando si temeva la fine del mondo: Tiziana Poli ha delicato docu-corto che racconta raccontato, con tocco leggero e profondo, il Messico di i circoli per anziani in una città quei giorni, affollato di turisti “spirituali” e curiosi, e vissuto, di provincia. Di Zio è tornato al con patos e ironia, dai locali impegnati in processioni per Festival CinemaZERO come celebrare la Morenita e in lunghe partite al biliardo. Bella ospite d’onore, avendo vinto l’edizione del 2012. idea, questa del Festival CinemaZERO che ha stampato Terlizzi è stato invitato a presiedere la giuria. Ancora sugli inviti la significativa frase di John Cassavetes:”To film in visione con votazione dei preferiti da parte del make a film you must be afraid of nothing and no one”. pubblico il 5 dicembre e, infine, il 6, serata conclusiva Non aver paura di niente e di nessuno è ciò che oggi durante la quale, prima di proclamare i vincitori e di chiedono tutte le espressioni artistiche e culturali che procedere alle premiazioni, il direttore artistico del vogliano posizionarsi al di fuori delle logiche di mercato. Festival Guido Laino ha presentato Perché se è vero che produrre oggi un il film fuori concorso “More Than film non è impossibile o particolarmente Two Hours” del regista iraniano Ali difficile grazie alle tecnologie digitali, Asgari, già presente con un altro lavoro il problema è poi farlo vedere, trovare e premiato dal pubblico nell’edizione una distribuzione ampia e organizzata... 2012. Il cortometraggio, realizzato con Spesso bisogna invece affidarsi al costi assai modesti, è stato proiettato passaparola. CinemaZero vuole essere anche al Festival di Cannes nel maggio uno spazio aperto e libero, vuole (e 2013. Il pubblico, numeroso e molto ci riesce benissimo) coinvolgere un attento, ha seguito con straordinaria pubblico vero e farlo entrare in sale partecipazione le vicende dei due giovani vere, per incontrare autori di cui non si protagonisti, applaudendo alla fine della parla. Come conclude Laino, “Questo proiezione in un silenzio assordante e spazio aperto è l’essenza del Festival scaricando insieme emozioni e tensioni CinemaZero, uno spazio che continua a accumulate. Poi, proiezione del corto non aver paura di essere ignorato!”. E noi premiato dal pubblico “De rerum”, di attendiamo già l’edizione numero 7. Castellini e Zampini, con Giulio Brogi Luciana Grillo Tiziana Poli e Chiara Caterina 75

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ANNA GADDO. 55 ANNI DI ALTA MODA LA COOPERAZIONE TRENTINA PROMUOVE IL PRIMO FONDO PRIVATO ANTIVIOLENZA SI CHIAMA “LA VIOLENZA NON È UN DESTINO” ED È IL PRIMO PROGETTO IN TRENTINO PER SOSTENERE LE DONNE E I LORO FIGLI

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a violenza non è un destino” è un’esortazione rivolta alle donne vittime di violenza affinché si ribellino e scelgano per loro un futuro diverso, ma è anche il nome del primo fondo privato creato in Trentino, e uno dei primi a livello nazionale, per sostenere quante stanno cercando di uscire da situazioni di violenza. Un progetto innovativo, gestito dalla cooperativa sociale Punto d’approdo e dalla Fondazione Famiglia Materna, che oggi vede il sostegno anche della Federazione Trentina della Cooperazione, dell’associazione Donne in cooperazione e delle Casse Rurali trentine. “L’idea di un fondo privato è una strada nuova – afferma il presidente della Cooperazione trentina Diego Schelfi – perché il welfare pubblico non arriva dappertutto. È bello che le persone si impegnino direttamente. La donazione sarà più facile utilizzando anche gli oltre mille sportelli bancomat delle Casse Rurali”. “L’elemento più innovativo di questo progetto – spiega Paola Giudici, promotrice del Fondo – consiste nel dare aiuto diretto alle donne nel momento di maggiore emergenza o per intraprendere azioni utili a iniziare un nuovo progetto di vita autonoma”. Come emerge dai dati dell’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere, infatti, alla violenza psicologica e fisica spesso si accompagna quella economica, che crea con la vittima un legame di dipendenza difficile da superare. Altra importante novità del progetto, la possibilità di aderire alla campagna effettuando una donazione attraverso lo sportello bancomat. In tutti gli sportelli ATM delle Casse Rurali sarà possibile quindi, utilizzando il proprio bancomat o una prepagata abilitata al circuito pagobancomat, aderire al fondo scegliendo l’opzione “Donazioni” e, successivamente, “Fondo donne vittime di violenza”. Le risorse raccolte saranno utilizzate per finanziare aspetti con76

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È USCITO IL LIBRO CHE RACCONTA LA STORIA DELLA GRANDE STILISTA TRENTINA

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ben guardare, il titolo racconta la storia: “Anna Gaddo. 55 anni di alta moda”. Il sottotitolo fornisce la chiave di lettura: “Una vita di stile, uno stile di vita”. 310 pagine, centinaia di fotografie in bianco e nero e a colori, un materiale iconografico e documentario – a partire dai ritagli di giornale – di prim’ordine, una veste grafica elegante (poteva essere altrimenti vista la protagonista) rendono importante l’appuntamento con il libro che Luisa Gretter Adamoli ha dedicato alla “firma” storica della moda trentina. Nel volume (Curcu & Genovese editore) trovano spazio dieci ricchi capitoli: l’atelier, gli inizi, la svolta, spettacolo e turismo, le nuove collezioni, l’alta moda, gli anni Ottanta, un giardino per la moda, verso il nuovo millennio, cinquantacinque anni d’alta moda. Una frase di Anna Gaddo, in controcopertina: “Questo libro, che racconta la mia lunga avventura nel mondo della moda, è dedicato ai giovani, affinché non abbiano mai paura di intraprendere il cammino, anche se difficile, verso cui si sentono portati”. 55 anni fa Anna Gaddo non ha avuto certo paura nell’ intraprendere il cammino nel mondo della moda. Queste pagine ne sono fedele testimonianza. creti e necessari a sostenere la donna e i suoi figli al momento di lasciare la struttura di prima accoglienza. Spese che potranno andare dalla caparra per l’affitto di un alloggio agli spostamenti, dalle spese per la formazione o l’inserimento lavorativo agli acquisti di prima necessità per loro e per i loro i figli. “Tutte le associazioni e le strutture che si occupano di donne vittime di violenza in provincia di Trento potranno aderire all’iniziativa – aggiunge Anna Michelini, direttrice Fondazione Famiglia Materna – e segnalare situazioni di bisogno che possano beneficiare del Fondo. Non riusciremo a superare la violenza se non diventa un impegno di tutti”. La violenza sulle donne è un problema che colpisce anche il Trentino, come emerge dai dati 2012 diffusi dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere che hanno registrato lo scorso anno 574 denunce, in aumento del 13% rispetto al 2011. Il reato più diffuso è quello di minacce, ma ci sono stati anche sei casi di riduzione in schiavitù, tre sequestri di persona e due omicidi. A sostenere il progetto anche l’associazione Donne in cooperazione: la coordinatrice Simonetta Fedrizzi sottolinea l’aspetto culturale dell’iniziativa, perché è importantissimo parlarne. “Dalla violenza si esce solamente se si è tutti insieme”. La campagna di sensibilizzazione proseguirà fino all’8 marzo 2014. È possibile aderire con una donazione sul c/c presso Cassa Rurale di Rovereto IBAN: IT84 MO82 1020 8010 0200 0037 303.


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IL BOSCO, L’UOMO E LA BIODIVERSITÀ LA CASSA RURALE VALSUGANA E TESINO PREMIA 75 STUDENTI VENTIQUATTRO DIPLOMATI, VENTICINQUE STUDENTI CHE HANNO APPROFONDITO LE PROPRIE COMPETENZE LINGUISTICHE E VENTISEI LAUREATI: TUTTI GIOVANI CHE SONO STATI PREMIATI PER L’IMPEGNO DIMOSTRATO NELLO STUDIO

GIOVANI FOTOGRAFI IN MOSTRA

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a Provincia autonoma di Trento, aderendo alla Giornata internazionale delle Foreste delle Nazioni Unite, tramite l’Agenzia Provinciale per le Foreste Demaniali e in collaborazione con Parco Paneveggio-Pale di San Martino, Arte Sella, Museo delle Scienze, Bosco dei Poeti, Scuola per il Territorio e il Paesaggio di TSM e PEFC Italia, ha selezionato 10 giovani fotografi (dai 15 ai 24 anni) che

hanno partecipato ad uno stage di 6 giorni nella foresta di Paneveggio. Una selezione di 28 fotografie sono esposte nella sede di Piazza Dante, sala verso via Dogana, fino al 7 gennaio 2014 negli orari di apertura degli uffici. Le fotografie saranno poi esposte a Tione e in seguito nelle altre località sede degli uffici forestali. Con la mostra è stato aperto un blog (http://concorsobosco.wordpress. com/), dove sono visibili le foto esposte, sono pubblicati i commenti dei ragazzi e degli accompagnatori, è possibile intervenire con impressioni, percezioni.

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alle medie all’Università, sono 75 i giovani che hanno ricevuto il riconoscimento che la Cassa Rurale Valsugana e Tesino ha assegnato loro per premiare il loro impegno nello studio e sostenerli lungo il cammino di formazione affrontato. Diciannove sono i diplomati alle scuole medie, cinque alle superiori, dodici hanno appena conseguito una laurea triennale e quattordici sono i laureati con laurea quinquennale. Tra questi ultimi ci sono ingegneri, architetti, biologi e infermieri. A questi si aggiungono venticinque giovani, a cui sono state assegnate le borse per viaggi di studio, che hanno vissuto un’esperienza all’estero per migliorare le proprie competenze linguistiche. “Sono tutti ragazzi che hanno lavorato sodo durante l’ultimo anno scolastico per apprendere nozioni e competenze utili per il loro futuro – commenta il presidente Paolo Zanetti – dai più piccoli, che nonostante la giovane età stanno già dimostrando di avere la serietà e la capacità organizzativa necessaria per raggiungere buoni risultati, ai più grandi, che si danno da fare anche per individuare uno sbocco professionale, tutti rappresentano una risorsa importante per il nostro

territorio”. Le ricadute positive di quest’iniziativa si vedranno nei prossimi anni, anche se già alcuni hanno iniziato a concentrarsi su tematiche utili per la crescita del territorio, realizzando tesi di laurea su ricerche e progetti realizzati a livello locale. La cerimonia di consegna delle borse di studio è la prima che coinvolge in maniera unitaria le comunità che vivono sui territori di competenza dei tre istituti di credito cooperativo (Casse Rurali Centro Valsugana, Bassa Valsugana e Castel Tesino) che nel 2012 hanno dato vita alla Cassa Rurale Valsugana e Tesino. “È una soddisfazione per noi – aggiunge il direttore Paolo Gonzo – poter garantire ai nostri 5.300 soci e, più in generale a tutta la comunità per la quale operano i nostri 21 sportelli dislocati in 19 Comuni nelle province di Trento, Belluno e Vicenza, un sostegno che va oltre quello che è la pura attività bancaria, contribuendo così allo sviluppo anche sociale di tutto il nostro territorio”. Nel corso della serata sono intervenuti inoltre Roberto Zanetti e Matteo Tisi, due giovani soci della Cassa Rurale. Entrambi hanno portato la loro esperienza di ex studenti che hanno saputo far fruttare le proprie competenze dando vita a due imprese di successo. 77

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BENVENUTI IN BIBLIOTECA UNIVERSIADE TRENTINO 2013 LE MEDAGLIE REALIZZATE DALLA SCUOLA D’ARTE DI FASSA

IL CONVEGNO SUL RUOLO DELLE BIBLIOTECHE TRENTINE

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l convegno “Benvenuti in biblioteca! - Le biblioteche trentine, risorsa per la comunità” che si è svolto in dicembre organizzato dall’Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino e dal Consorzio dei Comuni trentini ha chiamato a riflettere insieme - bibliotecari, amministratori e testimoni delle eccellenze culturali della provincia - sul ruolo delle biblioteche trentine e confrontarsi sulle possibili alleanze e sulle strategie per mantenere e migliorare i servizi offerti. Il tutto a partire da un dato di fatto incontrovertibile, testimone di come le biblioteche siano percepite come “luoghi della comunità”, presidi della cultura e della conoscenza: in Trentino infatti quasi un terzo della popolazione (il 27%) frequenta le biblioteche (la media italiana è inferiore al 12%) e sono ben 115 (su 217) i Comuni serviti dalle biblioteche. E sono 176 le biblioteche presenti sul territorio (85 di pubblica lettura, 40 punti di lettura, 51 specialistiche e di conservazione); 141.070 gli iscritti; di 4.736.799 unità il patrimonio documentario nel catalogo bibliografico trentino.

Da sinistra Gianfranco Obrelli, Samantha Salvador, Mirella Florian, Diego Fanton

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n tocco ladino non poteva mancare nella XXVI Winter Universiade Trentino 2013. Il disegno delle medaglie che andranno al collo dei migliori atleti della rassegna, che si è aperta ufficialmente con tanto di Cerimonia d’apertura in piazza Duomo a Trento l’11 dicembre, sono state realizzate presso l’Istituto Ladino d’Arte (Scola d’Ert) Soraperra di Pozza di Fassa. In particolare, tra tutti i progetti artistici realizzati dagli studenti del liceo, la FISU ha scelto quello di Samantha Salvador. A celebrare questo significativo momento oltre a Maurizio Rossini, responsabile marketing dell’Universiade Trentino 2013, anche la Sorastant (direttore didattico dell’Istituto di Fassa) Mirella Florian e il presidente dell’Azienda per il Turismo di Fassa Enzo Iori. L’incontro in Val di Fassa è servito soprattutto per mostrare in anteprima le medaglie, realizzate da Gianfranco Obrelli, orafo che ha avuto il compito di dare vita materialmente al progetto della studentessa, realizzando complessivamente 200 medaglie per ogni metallo da consegnare ai primi tre nei 78 eventi previsti. La medaglia, che presenta un diametro di 6 centimetri e uno spessore di 5 millimetri, include nella realizzazione alcuni elementi emblematici del territorio trentino, ovvero le Dolomiti, il legno, le montagne, i minerali e i cristalli, componenti essenziali che in fase di approccio aveva individuato il professore Tiziano Deflorian. In seguito, è stato presentato un porta medaglia in legno, realizzato da Diego Fanton, altro studente dell’Istituto, scelto fra tante idee di studenti della scuola fassana in un progetto coordinato dal professor Flavio Tessadri, mentre la realizzazione della mascotte è stata curata dalla professoressa Lara Steffe. 78

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È stata l’occasione per evidenziare anche l’altro impegno della Scuola Ladina di Fassa dopo l’esperienza già effettuata ai Mondiali Studenteschi di Folgaria e ai Mondiali di sci nordico della Valle di Fiemme, ovvero la partecipazione diretta con il Comitato Organizzatore in alcuni settori chiave, grazie al supporto di uno student staff coordinato dalla professoressa Ilaria Sartor. Nel dettaglio, 29 ragazzi, dei quali 21 impiegati negli info point e 8 nel servizio di accoglienza negli hotel della valle, dove verranno ospitate le competizioni di hockey (Canazei) e sci alpino (Passo San Pellegrino e Pozza di Fassa). Questo significativo momento ha messo in evidenza quale sia la filosofia principale della Winter Universiade Trentino 2013, ovvero quella di coinvolgere i giovani e il territorio.


trentinomese

Il ristorante

IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

MADONNA DI CAMPIGLIO. LE TRE STELLE DEL BRENTA Madonna di Campiglio è, con l’uscita della guida Michelin 2014, la località alpina più stellata d’Italia. Sono tre infatti i ristoranti che oggi hanno agguantato l’ambita Stella: l’ultimo in ordine di tempo ad essere stato insignito è il Dolomieu del DV Chalet, guidato dal trentunenne romagnolo Enrico Croatti. L’anno scorso era stata la volta di Vinicio Tenni del Gallo Cedrone, taverna dell’hotel Bertelli, il decano del gruppo, visto che sta per spegnere sessanta candeline, venti delle quali trascorse nell’albergo dove oggi può fregiarsi del riconoscimento della Rossa più desiderata del mondo. A portare per la prima volta la Stella a Madonna di Campiglio è stato però la Stube Hermitage, del Bio hotel Hermitage: era il 2009 e ai fornelli c’era l’impetuoso Paolo Cappuccio, napoletano nel cuore e nel piatto, mentre oggi c’è Nicola Laera, temperamento nordico e pragmatico, per nove anni nella squadra di Norbert Niederkofler al St. Hubertus di San Cassiano. Le esperienze da fare in questo paradiso ad alta quota per gourmet disposti a scalare i graniti dolomitici pur di scoprire nuove ferrate gourmand, devono iniziare al Gallo Cedrone: la cucina di Tenni è solida e saggia, rassicurante; l’ambiente è strepitoso come la carta dei vini con 800 etichette e, da questa stagione invernale, con la collezione completa di Dom Perignon, visto che il locale è diventato il 13mo depositario italiano della famosa Maison francese. Nella sigar room, poi, potrete accedere all’incredibile collezione di sigari e distillati del patron Marco Masè. Seconda tappa, la Stube Hermitage, dove il 31enne Laera sfoggia virtuosismi preziosi, tra zuppe di champagne, risotti alle erbe di montagna impreziosite con astice bretone e uno straordinario gelato al wasabi creato dal pasticcere Fabrizio Apruzzese.

Terza tappa, per seguire un percorso che ci condurrà sempre più in alto sulle vette della creatività, il Dolomieu. Lo chef Enrico Croatti ha 31 anni, è di Rimini, e forse è colpa del mare che fa guardare lontano se ha l’animo che lo ha sempre portato ad amare i viaggi (nel piatto e nella vita): a Los Angeles da Gino Angelini, a Lione da Paul Boucuse e dal suo allievo Davy Tissot; a san Sebastian da Pedro Subiana del ristorante Akellare. Il suo animo di tempeste e ritorni nel 2014 lo porterà ancora più lontano, verso est, per scoprire i segreti di una cultura sempre più amata. Genio e caparbietà, unite a una buona dose di sensualità, umiltà e tradizione fanno uscire dalle sue mani piatti generosi di gusto e di emozioni, come il diversamente gulasch, esteticamente minimal, ricchissimo di sapori e significati. Ma la fantasia di Enrico corre veloce e arriva a farti mangiare un vaso di fiori. La terra di fegatini, il concime di cioccolato, un fiore edulo come una freccia di cupido pronto a farti innamorare e a regalarti la voglia di abbandonarti tra le braccia di qualsiasi brivido culinario, che il generoso Enrico voglia proporti. Preparatevi a un bungee jumping di tradizione e intelligente innovazione, fatta con educazione e rispetto, ma mossa dallo sciabordare della passione.

GALLO CEDRONE

CIBO ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ AMBIENTE ♥ ♥ ♥ ♥ PREZZO ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

STUBE HERMITAGE

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IL LIBRO DEL MESE L’OMAGGIO A “MASTRO 7” DA MATTARELLO AL MOMA: IL CAMMINO DELL’ARTISTA/ARTIGIANO

Da sinistra: Renzo Carrozzini, Settimo Tamanini “Mastro 7” e Renzo Francescotti

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rganizzato dalla “Pro Cultura” di Trento che (fondata da Cesare Battisti nell’anno 1900 si avvia al a suo 114° anno di vita), presso la sala del Centro “Rosmini” di Trento si è svolta la serata culturale dal titolo “Omaggio a Mastro 7”. Dietro questo nome d’arte si cela Settimo Tamanini, ovvero il più famoso artigiano/artista trentino, un nome di notorietà nazionale. Renzo Francescotti, scrittore e critico d’arte, nonché amico di antica data di “Mastro 7” – davanti a un folto pubblico e servendosi di proiezioni – ha tracciato il profilo di questo artigiano/artista che ha iniziato la sua attività a 27 anni, nel 1970, a Mattarello. Francescotti ha spiegato come la casa dei Tamanini – in seguito ristrutturata, ingrandita e divenuta sede dei laboratori di “Mastro 7” – è aperta sulla campagna, sulla natura da cui l’artista ha tratto sempre la sua ispirazione, fin dalla creazione delle sue rose d’argento, famose e spesso imitate. Dal 2000, lasciando campo libero nella produzione dei gioielli e oggetti d’ornamento ai figli Gianfranco, gemmologo, e Luca, Settimo s’è dedicato alle grandi sculture di rame soffiato (come le chiama), ovvero lavorato con la fiamma: splendida la produzione delle “Piante delle Grandi Madri” (olivo, melo, melograno, mandorlo, vite, fico…), con sculture alte anche oltre sei metri, esposte in Italia e all’estero, tra l’altro anche al Moma di New York. Renzo Carrozzini, famoso psicologo nonché vicepresidente della “Pro Cultura”, ha intervistato in pubblico Settimo Tamanini, che ha rivelato come la sua ricerca culturale sia iniziata durante il servizio militare, quando si comprò la Bibbia e cominciò a meditare su tutti i riferimenti culturali, religiosi, storici di un testo che ha ispirato tanta parte della sua produzione. 80

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LE FORMICHE DI VETTORI APPRODANO AL CATALOGO “DEFINITIVO”. STORIA, EVOLUZIONE CURIOSITÀ E SORPRESE A CURA DI MAURIZIO SCUDIERO

C’

è qualcuno, da qualche parte, che non conosce le formiche di Fabio Vettori? Beh, se mai dovesse esistere – e badate bene, la prova potrebbe essere estesa all’Italia intera, ne siamo pressoché certi – fatecelo conoscere. Dev’essere un tipo che in questi ultimi quaranta anni – è dal 1971 che le formiche vettoriane sono in cammino, imperterrite, pazienti, tenaci, onnipresenti, simpatiche - si è dedicato ad una esistenza assai appartata. Bene, la riprova che il cammino delle formiche si è trasformato in una marcia trionfale è qui, davanti ai nostri occhi ammirati, alla nostra curiosità finalmente soddisfatta. Un libro. E il fatto che a firmare il volume “definitivo” sulle creature di Vettori sia uno studioso e un critico d’arte del calibro di Maurizio Scudiero - sì, l’esperto massimo di futurismo, l’attento frequentatore di tutto quel che riguarda disegno, grafica, fumetto, illustrazione, in un eclettico approccio che unisce i classici e il pop, il raffinato e il trash - dice più di ogni altra cosa. Le formiche di Fabio Vettori – classe 1957, migliaia di tavole disegnate, successi e riconoscimenti in serie – sono diventate un classico. E ci voleva appunto un libro di grande


trentinolibreria D. Andreatta, F. Gardumi, W. Nicoletti Vittorio Cristelli, giornalista del concilio Il Margine Tre giornalisti che hanno lavorato con lui raccontano il privato e il pubblico di uno dei più coraggiosi testimoni e divulgatori delle novità del Concilio Vaticano II. Dalla tribuna del settimanale «Vita Trentina», di cui è stato direttore dal 1968 fino al clamoroso “licenziamento” nel 1989, Civi – come firmava i suoi fulminanti articoli di fondo – ha rappresentato per più di vent’anni una Chiesa che sta dalla parte dei poveri e che non ha paura delle polemiche. La sua scrittura lucida e affilata lo ha reso protagonista di memorabili battaglie di opinione e ha fatto della sua direzione di «Vita Trentina» un argine autorevole contro tante logiche di potere che tendono a farsi strada dentro e fuori la Chiesa. Per la prima volta viene raccontata la vita privata di questo vivacissimo prete pubblico, dall’infanzia montanara fino all’ultimo impegno di editorialista «corsaro», sempre controcorrente.

Wolftraud de Concini Boemia andata e ritorno contributi di Paolo Rumiz, Milan Novák e Ondrej Matejka Publistampa edizioni La Seconda guerra mondiale termina l’8 maggio 1945. Nei mesi che seguono, gli appartenenti alla minoranza di lingua tedesca vengono espulsi dalla Boemia, la loro patria: questi i fatti storici che fanno da sfondo al libro “Boemia andata e ritorno”. In storie piccole e personali, raccontate dall’autrice con leggerezza di stile, senza retorica e senza risentimento, riecheggia la «grande» storia. Per una migliore conoscenza e comprensione tra i popoli e per gettare un ponte di pace.

formato, 150 pagine, elegante veste grafica, a raccontare e mostrare cosa è stata (ed è, che l’avventura è tutt’altro che conclusa) questa autentica saga in bianco e nero per molti anni, poi a colori, a partire dal 1985. Maurizio Scudiero la racconta nella prefazione (“Da un’idea ad una realtà”) e poi, con l’approccio del critico: “Dalla prima idea sino alla piena maturità stilistica. La formica trova la sua identità”. Ed un ulteriore contributo lo fornisce Stefano Gorla, direttore dell’area ragazzi dei periodici San Paolo, che scandaglia con affetto ed ammirazione “le allegre formiche di Fabio Vettori”. Il volume – ammaliante viaggio attraverso l’universo vettoriano – ci mostra quella che è stata l’evoluzione del segno. Poi, in sette capitoli, l’analisi dei cicli e delle tematiche che hanno fatto conoscere le formiche di Vettori in ogni dove: persino cartone animato in una serie della Rai. È nei cicli e nelle tematiche – fantasie e allegorie, il Trentino, le Dolomiti e le Alpi, città d’Italia, d’Europa e..., lo sport, musica e spettacolo, storia e storie – che si coglie con precisione come l’universo creato da Fabio Vettori sia soprattutto un formidabile contenitore di vicende, di particolari, di rimandi, di citazioni. A partire dal primo, “storico” disegno a china del 1971 quando il corpo della formica è ancora tozzo per approdare alle tavole complesse di oggi, autentiche enciclopedie illustrate sui più disparati argomenti. “Sarà molto difficile trovare un limite alla fervida fantasia di Fabio Vettori”, scrive Scudiero, che indica nelle formiche anche la capacità di mettere in luce i vari aspetti della nostra società contemporanea

Anna Mongibello Geografie alterNative: scrittrici indigene contemporanee del Canada anglofono Gruppo Editoriale Tangram Geografie alterNative analizza i testi di alcune scrittrici indigene contemporanee del Canada anglofono. Partendo da una prospettiva che attraversa trasversalmente gli studi postcoloniali e i Native Studies, il volume esplora il discorso sulla ‘postindianità’ nella scrittura creativa di Maria Campbell (métis), Beth Brant (mohawk), Jeannette Armstrong (okanagan), Lee Maracle (métis e stó:lo) e Louise Halfe (cree). Le narrazioni prese in esame interrogano il concetto di ‘indianità’ come categoria concettuale strumentalizzata dalle istituzioni canadesi. Attraverso ibridazioni e appropriazioni linguistiche, le scrittrici si autorappresentano al di fuori degli stereotipi del passato, in bilico tra le storie raccontate dagli occidentali e le proprie memorie culturali, cartografando il corpo, la terra e l’identità.

che, nel frenetico operare delle formichine, risultano quasi più leggibili che nella realtà. Così il volume che presenta le tante tavole di Fabio Vettori come opere d’arte – e dunque anno di realizzazione, titolo, tecnica usata, materiale impiegato, misure – diventa un “must” per chi già conosce e apprezza il suo lavoro. Per tutti gli altri, invece, l’occasione imperdibile di confrontarsi con un segno ed una lettura della realtà – dalle cime innevate alle strade delle città, dalle rivisitazioni storiche ai mestieri – che non smette di sorprendere. Infine, l’occasione per smentire definitivamente chi osasse pensare che quelle di Vettori sono formiche tutte uguali. Sbagliato: sono come le storie e il mondo che abitano e raccontano. Sempre diverso, sempre in movimento. Guardare per credere. (c.m.)

Le formiche di Fabio Vettori

A cura di Maurizio Scudiero Curcu & Genovese (Euro 19,00)

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1957 Millenovecentocinquantasette

di Carlo Martinelli

LE DOLOMITI IN CORRIERA TRENTO QUASI RICCA In questi anni ci siamo abituati - fin troppo, forse - alle tante classifiche sulla qualità della vita che immancabilmente vedono Trento e il Trentino ai primi posti, quando non al vertice, in Italia. Ebbene, il 7 marzo del 1957 un’indagine Istat colloca Bolzano fra le città più ricche d’Italia, mentre la vicina Trento risulta classificata come città “quasi ricca”. Negli anni, ammesso e non concesso che la ricchezza sia il termine di paragone migliore (dovrebbero esserci anche l’allegria e la felicità, o no?) sono stati fatti passi in avanti... CANTINE & ALLEVATORI Anno da segnare in calendario, quel 1957, per il mondo della cooperazione. Nasce infatti la Càvit, la Cantina viticoltori di lavorazione, imbottigliamento e commercializzazione dei vini. Le Cantine sociali del Trentino che ne fanno parte sono quelle di Aldeno, Avio, Cembra, Lavis, Mezzolombardo, Mori, Nomi, Riva del Garda, Roverè della Luna, Rovereto, Toblino e Trento. E sempre in quel 1957 assai cooperativo, nasce la Federazione provinciale allevatori bovini di razza Bruno alpina che poi diventerà la Federazione trentina allevatori, centro di selezione e miglioramento del patrimonio bovino, con circa 1.700 soci.

È

del 1957 questa campagna pubblicitaria. A distanza di... 57 anni appare più che mai avvolta da una fascinosa modernità. E la millenaria intangibilità delle Dolomiti – al tempo non ancora Patrimonio mondiale dell’Unesco – conferma la forza di un messaggio, turistico ed ambientale, che ha certamente mutato forma (oggi i pullman sono moderni e dotati di ogni comodità, anche se le rotondità delle mitiche corriere del tempo ci conquistano ancora) ma non sostanza. È il turismo, ieri come oggi, al centro del messaggio. La pagina dedicata ai servizi turistici dell’allora Atesina – oggi Trentino trasporti – compare sul numero 5 del 1957 di “Economia Trentina”, la rivista della Camera di commercio, industria, agricoltura di Trento. Curioso notare che le località evidenziate dalle cartoline a fisarmonica, che le mani guantate tengono in bella mostra, in primo piano, vanno da Trento a Milano, passando per Riva del Garda, Molveno al lago, Mad. di Campiglio e Canazei. Già. Allora erano i turisti della ricca Milano quelli da conquistare, oggi si deve guardare alla Russia e alla Cina. Mutevolezza dei tempi oppure globalizzazione, fate voi. 35 MILA A CASTELFIRMIANO In quel 1957 c’è una giornata che verrà ricordata a lungo: quella del 17 novembre. Quando, a Castelfirmiano, alle porte di Bolzano, la Volkspartei organizza una imponente manifestazione (almeno trentacinquemila i partecipanti). Tra la folla spuntano i cartelli che chiamano al Los von Trient (via da Trento) e durante il comizio il nuovo leader della Svp, Silvius Magnago, chiede con forza l’autonomia separata per il Sud Tirolo. Le ripercussioni all’adunata saranno immediate e quel giorno influenzerà per anni la situazione politica in Alto Adige e nel vicino Trentino. 82

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ANNA E GIORGIO, STELLE A TEATRO È marzo quando Trento riserva una grande accoglienza ad Anna Proclemer, la grande attrice che dalla città natale era partita per una carriera artistica che le avrebbe dato fama internazionale. Viene ricevuta dal vescovo, dal sindaco e dal presidente della Provincia. Rende omaggio al monumento di Alcide Degasperi. L’apogeo al Teatro Sociale quando recita, davanti ad un pubblico attento ed entusiasta, in “Un cappello pieno di pioggia”. Al suo fianco un altro mostro sacro del teatro italiano, Giorgio Albertazzi. Applausi calorosi e ripetute chiamate finali, quando cala il sipario. IL VOLO DI GIANNI CAPRONI Il 29 ottobre muore, a Roma, il pioniere dell’industria aeronautica italiana, l’ingegnere Gianni Caproni. Era nato a Massone di Arco il 3 luglio 1886. Mezzo secolo dopo il suo nome sarebbe stato più che mai presente nelle cronache. Un museo, a Trento, porta il suo nome e la sua fama è tale che il maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki gli rende omaggio trasformandolo nel protagonista del suo nuovo film, “S’alza il vento”. IL MONDO E DINTORNI Il 1957 sarà ricordato, in Italia, per la firma del trattato che istituisce la Cee e l’Euratom, primo passo dei sei paesi fondatori – Francia, Germania federale, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo – per la nascita dell’Unione Europea nonché per la fine della collaborazione tra il partito socialista e quello comunista. Nel mondo tiene banco la conquista dello spazio. Il 4 ottobre lo Sputnik I è il primo satellite in orbita. Il 3 novembre la cagnetta Lajka è il primo essere vivente a viaggiare nello spazio a bordo dello Sputnik II.


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Anche i Macéta nel loro piccolo... TORCIA UNIVERSITARIA IN… FIEMME!

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rande successo della 26ª edizione delle Universiadi Invernali in Val di Fiemme. Dopo quelle del 2011 ad Erzurum in Turchia, la federazione internazionale ha deciso di optare per una sede con il nome meno imbarazzante. La torcia, “Genziana delle Alpi”, è stata accesa da Papa Francesco che, nonostante fosse a bordo della R4 appena regalatagli, ha detto: “Fiat Lux”. La cerimonia di inaugurazione in piazza Duomo è stata aperta dall’aria dell’Aida e immediatamente la temperatura è calata notevolmente. Qualcuno ha provato a scaldarsi sul braciere acceso dalla torcia, senza accorgersi che era illuminato a led. Di fronte alla sfilata degli atleti universitari, a molti è tornato alla mente quanto ha detto il presidente della provincia Ugo Rossi, nel discorso d’insediamento: «I giovani sono la leva del futuro, i più bravi anche del trapassato prossimo». Le dodici località del Trentino, sedi delle gare, hanno ospitato 3.600 atleti, rappresentanti i 61 Paesi coinvolti. 78 le medaglie d’oro assegnate. Prima dell’inizio di ogni prestazione i partecipanti potevano usufruire del quarto d’ora accademico di riscaldamento. Fra le discipline in programma, al lago di Tesero si è disputato il biathlon dove, nel tiro e nella pista si sono distinti gli atleti colombiani, parecchi dei quali colpiti da sinusiti acute. A differenza dell’Olimpiade invernale non sono stati inseriti bob, slittino e skeleton, i quali, quando l’hanno saputo, son rimasti di ghiaccio. Nel salto speciale si è distinto il polacco Krzysztof

I MACÉTA

“I

Macéta” sono i fratelli Luca e Siro Mantovani. Vivono fra Mantova e Tenno. Dal loro sito www.imaceta.com lanciano quotidianamente le “Maceta News” sul mondo, alcune delle quali apparse nelle edizioni 2004, 2008 e 2010 de “Le Formiche e le Cicale” di Gino & Michele – i padri di “Zelig” – e sull’Enciclopedia Universale della

detto “Codice Fiscale”, che ha sbalordito i presenti allo stadio di Predazzo. Polemiche per l’elevato costo del biglietto nelle gare di hokey; gli spettatori hanno innalzato cartelli di protesta con la scritta “Hokey, il prezzo non è giusto!”. Nelle gare di curling all’Ice Rink di Baselga, gli atleti-studenti sono stati sostituiti dai bidelli con tanto di scope. Invece, tutti i gareggianti finiti fuori tempo massimo nelle prove a cronometro sono stati messi fuori corso dall’università. Alcuni equivoci hanno funestato alcune discipline. L’ucraino Vassily Pluff, per esempio, ancora non si capacita del fatto che nel Cluster Val di Fiemme, oltre al trampolino per il salto non ci fosse la piscina. Stupore tra il pubblico quando si è appreso che la combinata nordica è l’abbinamento tra sci di fondo e salto, non un accordo sottobanco tra svedesi e norvegesi. Da segnalare nello sci alpino il successo di Elvira Sciolina, laureanda in ginecologia, nella zona erogena per antonomasia: il SuperG. Per tutta la durata della manifestazione le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo sono state custodite a Trento, in Via Verdi, presso la sede della facoltà di Economia. Di certo c’è che questa manifestazione trentina ad impatto zero, all’unisono è stata riconosciuta come la migliore mai realizzata. Un successo per la nostra terra condiviso da tutte le delegazioni partecipanti, le quali hanno conferito all’organizzazione delle Universiadi un bel 110 e lode! Battuta (ed. Corriere della Sera-Smemoranda). Loro testi sono usciti sull’Agenda Ridens, pubblicata dall’omonima agenzia di spettacolo di buona parte dei comici di Zelig. Dopo aver pubblicato diversi libri - l’ultimo è “Fratelli di Taglia” (Sagoma ed.) storia umoristica del Risorgimento italiano - attualmente “I Macéta” collaborano al programma “Buone Nuove”, su Radio Italia.

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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi

L COME “LAVORO”

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opo “Italia” e “Repubblica”, la terza parola ad essere enunciata nei principi fondamentali della Carta Costituzionale è “Lavoro”. Compare, appunto, nel primo comma dell’Articolo 1: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.” Il lavoro è qualcosa di più della fatica necessaria a procacciarsi il sostentamento: è l’essenza stessa della dignità umana. La fame di lavoro è come la fame da cibo: impedisce di pensare ad altro, negando il gusto della vita e una visione del futuro: mettere su famiglia, acquistare una casa, viaggiare, divertirsi. Perciò, creare opportunità di lavoro, in particolare per i giovani, è una missione che i politici si devono dare come prioritaria.

FLORA GRAIFF

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

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tmgennaio

classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.


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