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anno XXI n. 261

euro 2,00 www.trentinomese.it

novembre 2013 9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualitĂ trentina

450 anni dalla chiusura del concilio di trento Il 4 dicembre 1563, 450 anni fa, in Cattedrale a Trento, finĂŹ il concilio Tridentino. Era cominciato diciotto anni prima. Avrebbe dovuto porre mano alla Riforma della Chiesa cattolica...

riccardo felicetti le mani in pasta da oltre un secolo

un volo in mongolfiera sopra la vallagarina

il collezionista: i mille oggetti di dario colombo


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trentinocommenti

ring di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

a mali estremi Ci facciamo sempre riconoscere

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l desiderio di mettersi in mostra e di apparire pubblicamente sta ormai persuadendo anche il trentino più timido e riservato, nella convinzione che esternare gusti ed opinioni (anche non richiesti) e farsi notare in ogni circostanza di vita sia una imprescindibile operazione dei tempi. Primo sintomo di questa malattia sociale è la decorazione del proprio veicolo con adesivi ed oggettistica varia, finalizzati a comunicare al mondo intero la nostra situazione familiare, le nostre preferenze del tempo libero e, in generale, il nostro modo di essere. Ecco allora comparire sul lunotto posteriore tutto quanto ci riguarda: vita, morte e miracoli di conducenti e passeggeri. Il generico “Bebè a bordo” che furoreggiava qualche decennio fa nella visibilissima forma triangolare di diretta provenienza dal codice stradale (come a dire: “Non tamponatemi perché ci sono i bambini”), è stato progressivamente sostituito dal nome proprio dei fanciulli viaggianti, scrupolosamente decorato e talvolta inserito in piccole magliette penzolanti, rosa o azzurre a seconda del sesso dei piccoli in auto. Non contenti di far sapere quasi tutto su chi viaggia e come si chiama, i proprietari si sollazzano nell’aggettivare il passeggero (“diavoletta a bordo”), nel far conoscere quante e quali attività praticano i pargoli o facendo ironicamente autocritica (“imbranata al volante”). Altrettanto immancabile il riferimento ai piccoli amici, con i caratteristici simboli che spaziano dalla zampetta al musetto, fino all’ossicino da rosicchiare. A spopolare letteralmente sono le immagini dello sport praticato: lo sciatore che avanza in salita verso la vetta, il discesista estremo impegnato nel free style, il rocciatore appeso in parete. Gettonatissima l’immagine del bambino terribile che fa pipì, con tanto di ghigno minaccioso e traiettoria ben descritta e definita. Inquietante quella del fucile da caccia, alternativi i fiorellini che sfumano nel bagagliaio. Pare quindi che l’anonima autovettura per certuni vada assolutamente personalizzata, con pezzi di vita riconoscibili e ben individuabili sulla carrozzeria. Un bisogno impellente di emergere nella società si riflette anche nelle mode alimentari: sugli scaffali adesso si sceglie la famosa bibita scura con le bollicine nella bottiglietta con il nome proprio; perché far sapere a tutti che chi beve è NICOLA piuttosto che GIORGIO risulta evidentemente fondamentale… Ed adesso che la celeberrima crema spalmabile alla nocciola fa lo stesso sulle sue nuove confezioni, infonde forse quella sicurezza di essere unici, veri e riconoscibili. Ma ce n’era bisogno? Non potevamo continuare ad intingere furtivamente le dita in un anonimo barattolo? 8

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le cianfrusaglie nei cassetti: antidoto all’inesorabile scorrere del tempo

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ile mezze scariche, graffette, nastrini, bottoni, le guarnizioni della moka, puntine da disegno, buoni mensa, molle e poi ancora elastici, gomme, biglietti da visita, ricevute fiscali e molto altro ancora. Non è una questione di ordine o disordine: i cassetti delle nostre case si riempiono sistematicamente di cianfrusaglie che lo vogliate o no. All’inizio sono due o tre cosette, una penna, una matita, un foglietto. Dopo qualche anno è un mare di ammenicoli e cineserie. E ciò che è più grave è che la maggior parte di queste gigiate sono destinate a rimanere lì dove sono, perché – statene certi – non le tireremo più fuori di lì. Così capita che uno passi trenta o quarant’anni in una casa senza mai prendersi la briga di capire cosa diavolo ci fa nel cassetto della madia e di chi è quel cerchietto per capelli con la farfallina rosa, o come sia finita nello sportellino sopra alla cucina una carta di credito scaduta nel 1987. E per quale incomprensibile ragione non ci decidiamo a buttare nell’immondizia quel paio di occhiali da sole con una lente sola? Insomma, oggetti che saltano fuori esclusivamente quando non li cerchi più e che, però, non abbiamo cuore di portare in discarica. Perché? Forse perché ogni cosa ha una sua ragione d’essere ed avendo un ruolo – seppur microscopico – nelle nostre vite, liberarcene ci provocherebbe un piccolissimo dolore. Per questo le mettiamo lì, perché – diciamo – “potrebbero sempre servire...” e in realtà lo sappiamo fin troppo bene che non ci serviranno manco per niente. I cassetti di casa diventano così depositari inconsapevoli di un recesso minimo del nostro cuore, scrigni della memoria, l’equipaggiamento che ci conforta nel percorso della vita e ci accompagna lungo l’inesorabile, spaventoso eppure miracoloso scorrere del tempo. Sono moderni vasi canopi nel nostro lento appropinquarci all’incontro con il Destino. A quei pomelli, infatti, capita che talvolta ci aggrappiamo per esorcizzare l’insana paura, che ci coglie, che tutto sia completamente inutile e senza senso. Così ogni tanto li apriamo, questi cassetti, e sorridendo ci curiosiamo dentro, cercando il filo che ognuno di quegli oggettini ha intessuto con un pezzo del nostro tempo passato. Prendi quel tubetto di colla oramai vuoto: era servito per incollare le fotografie sull’album di famiglia, Lucia era riuscita a fare tutto con un solo tubetto. E quel biglietto dell’autobus di quando Mauro andava alle superiori: adesso sta a Boston e fa l’avvocato. Sono passati trentacinque anni. Eppure, sembra ieri.


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ring di Carlo Martinelli

alla carlona UNIVERSITARI IN AUTOBUS DAL CENTRO CITTà ALLE ALBERE? SIAMO SERI, SUVVIA...

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eh, almeno è di una qualche soddisfazione constatare che quel che si scrive ogni mese, qui, alla carlona, qualche legame con la realtà ce l’ha. Giusto un mese fa ce la si prendeva con chi aveva pensato di collocare una biblioteca universitaria a piazzale Sanseverino. Discorso sorpassato. Pochi giorni dopo, infatti, dietrofront. La biblioteca la si fa nel quartiere delle Albere. Vabbé, non indaghiamo nei dettagli. E vediamo, nel frattempo, se si è capaci di realizzare parcheggi all’altezza per il Muse e se, finalmente, nella zona universitaria tra via Verdi, via Inama, via Gar, via Lampi e via Zanella si riuscirà a porre fine alla barzelletta di un traffico impossibile, quando basterebbe istituire una serie di sensi unici per ovviare all’imbarazzo e al disagio generale (tranne che dei vigili urbani, forse...). Ma nel frattempo la realtà cammina. Anche se assume, improvvisa, i tratti dell’irrealtà. Non abbiamo più ritrovato il testo preciso, ma sappiate che l’abbiamo incrociato

in una delle pagine delle lettere dei quotidiani locali, dove talvolta la sacrosanta libertà di dire quel che si pensa permette anche divagazioni improvvide. Ebbene, a proposito della futura collocazione della biblioteca universitaria alla Albere abbiamo letto – è vero, che un fulmine si schianti sull’intero quartiere del Piano se non è vero – che v’è chi ha già chiesto, e il tono era di chi credeva in quel che scriveva, di istituire autobus navetta (gratuiti, ovviamente: gli universitari pagano solo gli spritz...) dal centro verso le Albere, per agevolare gli studenti che intendessero così usufruire dei nuovi spazi bibliotecari. Ora, è vero che i tempi sono cambiati e che chi è figlio di una generazione che poteva permettersi di mandare i figli a scuola – a partire dalla prima elementare – senza accompagnamento alcuno, a piedi, anche per percorsi largamente superiori al chilometro, oggi deve fare i conti con qualche pericolo in più, traffico centuplicato, stress dilatato all’inverosimile. Ma, vivaddio, qui si parla di robusti ragazzoni d’università e di altrettanto vitali ragazze. Non ci dovrebbe nemmeno sfiorare l’idea che dalle facoltà di economia, sociologia, lettere, giurisprudenza non si possa tranquillamente recarsi - a piedi o in bicicletta - fino alle Albere. Con il sole o con la pioggia, con il vento o sotto la neve, al caldo o al freddo. Anzi, il percorso pedonalciclabile tra il centro di Trento e le Albere dovrebbe essere la regola, intangibile. O gli universitari provati dallo studio non ce la fanno proprio e hanno bisogno dell’autobus navetta (magari gratuito)? Siamo seri, suvvia...

Alberto Folgheraiter

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ring di Gianfranco Gramola

diario rotaliano due novembre: caro papà ti racconto come è il mondo da quando non ci sei più

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aro Papà, 36 anni fa ci hai lasciati, per un viaggio misterioso verso un luogo dove non c’è la certezza di rivederci. Ricordo ancora quel giorno maledetto, la rabbia e quel vuoto inconcepibile e assurdo. Ho ricordi indelebili che amo rammentare con nostalgia, a volte con un filo di amarezza e a volte con un po’ di rabbia verso il destino che ti ha rapito così presto, sottraendoti alla gioia e all’affetto della tua famiglia. Da allora, ogni 2 novembre, giorno dei defunti, ti scrivo per ricordare il nostro rapporto, rammentare qualche aneddoto, i momenti passati insieme e anche per tenerti aggiornato su come vanno le cose su questo povero pianeta. Sei stato un buon padre, mi hai aiutato in silenzio e hai attraversato la vita regalandomi pochi sorrisi, ma molti consigli, anche banali, ma importanti ugualmente. Le tue risposte alle mie domande erano sincere, a volte anche tanto dirette da colpire il cuore. Ho sempre cercato di fare tesoro dei tuoi consigli, dei valori che mi hai trasmesso e delle tue esortazioni. Avevamo un legame speciale, unico, che non limitava, non schiacciava, anzi, diventava linfa vitale che dava senso alla giornata. Fiero e battagliero come un guerriero antico, spesso davi l’impressione di uomo severo, soprattutto con te stesso, forse dovuto alla durezza della vita. Il tuo affetto è stata la testimonianza di un debito che non pagherò mai e che nessun figlio sarà in grado di pagare, perché l’amore dei genitori è il solo e unico amore disinteressato. Amavi vivere il presente, con tutte le sue sfumature, senza pensare al futuro, mentre il passato non ti interessava perché è stato un susseguirsi di eventi negativi. Certe persone vivono in lotta con se stessi, con la vita e ci troviamo spesso davanti a situazioni che non riusciamo a cambiare. Storie che come cicloni, determinano nuovi aspetti, costringono a cambiamenti che però dovrebbero sempre insegnarci qualcosa di buono. In vita siamo troppo occupati a vivere e non troviamo il tempo per metterci seduti, tranquilli, a riflettere e a vedere chi abbiamo a fianco e a capire che cosa valgono e cosa rappresentano per noi. Avevi la capacità di trasformare ogni istante, ogni situazione, nella cosa più straordinaria e speciale e ai finti sorrisi hai sempre preferito i veri musi imbronciati. Mi hai insegnato anche a stare attento alla paura, perché può essere amica quando è un segno di insicurezza, ma può diventare nemica quando si traduce in pessimismo. Avevi la convinzione di sentirti utile alla società, la percezione molto forte di aver ancora molto da dare. Quante volte avrei voluto abbracciarti per dirti “Ti voglio bene” e 12

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ring “Grazie” per tutte le volte che ti sei sacrificato per me, ti sei alzato presto per andare a lavorare, ti sei preoccupato per i miei ritardi, per le volte che sbagliavo e che ti hanno fatto arrabbiare. Non delegavi i problemi, ma li hai sempre affrontati con coerenza e responsabilità. Spesso avevi un carattere ombroso e a volte avevi una specie di juke box nel cuore e quella gioia trasformava la nostra famiglia, rendendola gioiosa e di una felicità unica, una famiglia alla Walt Disney, per intenderci. Purtroppo viviamo in un mondo dove al polso, invece dell’orologio abbiamo il cronometro, dove i furbetti prevalgono sugli onesti, si parla tanto di crisi però in pizzeria fai la fila, l’autostrada è un serpentone di lamiere, le spiagge sono gremite, i centri commerciali sono presi d’assalto, gli aerei sono stracolmi, ecc… La politica fa acqua da tutte le parti, il fax è andato in pensione, per lasciare il posto alle e-mail e agli sms. Amiamo i cani, ma quando arriva l’estate ce ne sbarazziamo, usiamo i nonni come parcheggio per i nipotini, ma in estate li abbandoniamo (come i cani) sulle panchine dei giardinetti. L’euro, spietato, ci ha fregati tutti, perché spendiamo il doppio per comprare quello che prima pagavamo la metà. I ragazzi vivono appesi a un risultato di una partita di calcio e passano ore fra play station, Facebook e si ingozzano di “ovetti Kinder”. I giovani d’oggi aspirano a partecipare al Grande Fratello, più che andare alla Bocconi. La meritocrazia è in vacanza da una vita e le raccomandazioni vanno alla grande, come la nullafacenza e l’assenteismo, alla faccia di Brunetta. Abbiamo debellato tante malattie, ma non i pregiudizi ed il razzismo. Siamo andati e tornati dalla luna, ma non riusciamo ad attraversare il pianerottolo per fare amicizia con il vicino di casa. La corruzione, la mafia e l’evasione fiscale non sono state sconfitte, anzi sono una cancrena che sta divorando l’Italia che lavora, l’Italia delle persone serie. Ma non tutto è così negativo e catastrofico, in questo paese troppo distratto da impegni, orari e preoccupazioni. Abbiamo tante cose positive che ci permettono una vita più confortevole, gioiosa e migliore e fra queste il mondo della solidarietà, dell’impegno civile e del volontariato, che è il nostro fiore all’occhiello, l’orgoglio dell’Italia migliore. Un fenomeno straordinario, non solo per il numero di persone che coinvolge, ma soprattutto per il valore che esprime. Il volontariato non è solo una parola, ma è offrire il proprio tempo libero e la propria disponibilità, a malati, poveri, barboni, tossicodipendenti... è l’amore di ogni singola persona,che si dona agli altri! È una parola meravigliosa, quando ha un riscontro altrettanto sublime fatto di dedizione, amore e sacrificio. È un modo per alleggerirci l’anima, è un modo per dare un senso alla nostra vita e per non sentirsi vuoti, inutili. È un’esperienza di vita importantissima, che arricchisce interiormente e che dona un po’ di luce e calore ai cuori di tutte le persone che vivono in uno stato di disagio. E poi abbiamo un nuovo Papa che con la sua parola sta risvegliando coscienze che forse erano un po’ in letargo. Grazie di cuore, papà.



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ring di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi Riscopriamo Il sentiero di San Vili, proposta turistica rivoluzionaria

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el settembre 1988 esce, come supplemento al Bollettino della SAT n. 2, un volumetto di 60 pagine dal titolo “Il sentiero di San Vili”. Coordinato da Bruno Angelini e dalla compianta Liliana Polo, con la partecipazione di molti collaboratori, le pagine scritte alternate alle foto di Flavio Faganello e con la copertina di Gian Luigi Rocca, tracciava quella che, ante litteram, era da considerare una vera e propria rivoluzione turistica. Gli ideatori, Franco de Battaglia e Roberto Bombarda, avevano, con l’aiuto delle sezioni locali, collegato idealmente e realmente, attraverso la fitta rete di sentieri che, come arterie, fanno (o almeno dovrebbero far) pulsare la vera vita trentina, i passi che aveva intrapreso San Vigilio nello svolgimento della cristianizzazione del territorio. Con partenza da Trento, dalla cattedrale, e poi, passo dopo passo, scavalcando montagne e scoprendo luoghi e villaggi sconosciuti ai più, il sentiero ci conduceva fino a Mortaso, in val Rendena, dove il santo subì il martirio. Poi si proseguiva fino a Madonna di Campiglio, al Santuario della Madonna del Fico, con la possibilità di scavalcare il Passo Carlo Magno e scendere, per la selvaggia val Meledrio, fino a Dimaro, in val di Sole. Sei giorni di cammino, scoprendo

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ring luoghi come Airone, Montagne, Seo e Sclemo, il santuario di Deggia, Ranzo. Un Trentino “minore”, avulso dalla frenesia turistica e dal baillame del mangio e fuggo. Una proposta rivoluzionaria di un turismo “altro”, a misura d’uomo, fatto con i piedi e i mezzi pubblici, che ci conduce in un mondo affascinante in un modo intenso di vivere la montagna, di opporsi alla distruzione, di prepararne il futuro (Franco de Battaglia). 1988: pensandoci oggi quella proposta era veramente rivoluzionaria, ancora non si parlava di Via Francigena, della Via di Stade, della Via di San Francesco e soltanto in pochi avevano compiuto il percorso di Santiago di Compostela, sui cui sentieri, allora malamente o per niente segnati, s’incontravano sì e no due persone ogni tre-quattro giorni. Nelle intenzioni degli autori il “Sentiero di San Vili” doveva essere, oltre che una proposta di metodo per “leggere” il territorio trentino, un volano del turismo del trekking a piedi, mettendo in moto una microeconomia di alcune zone, a torto considerate marginali. L’augurio è che esso possa stimolare il sorgere di alcune iniziative cordiali nei luoghi che attraversa: locande, osterie, momenti di semplice ospitalità. Un’economia minima ma diffusa, armonica con l’ambiente e il territorio, orgogliosa del suo patrimonio culturale. Questa iniziativa, come tante altre, invece che trovare il pieno appoggio e la pubblicizzazione da parte degli organi competenti (e non solo dal volontariato della Sat e delle locali ProLoco), è stata abbandonata a se stessa. Soltanto pochi anni dopo erano già sparite la metà delle tabelle segnaletiche – bianco e rosso con la dicitura “S. Vili” o “SV”–, non sono nate locande e neppure si è visto l’incremento degli agritur. Se fossero arrivate le frotte di camminatori tedeschi – e sarebbero arrivate se la pubblicizzazione avesse seguito, o avesse avuto la volontà di farlo, i canali giusti –, dove avrebbero dormito? Mangiato? Eppure i marchi di allora, gli euro di oggi, farebbero comodo, a integrazione magari del magro guadagno mensile di qualche famiglia, e probabilmente ci sarebbe stato un qualche abbandono in meno dei paesi di montagna. Recentemente è uscito un piccolo manuale di sei pagine dal titolo “Il sentiero di San Vili” con, alla fine, lo spazio per le credenziali. Ma non si capisce chi dovrebbe rilasciarle queste credenziali. E poi un percorso di questo tipo merita sicuramente molto, ma molto, di più in termini di pubblicizzazione, approfondimento, ecc. Questo di S. Vili è soltanto un piccolo esempio di come le idee ci siano, e tante, per valorizzare la nostra terra in maniera armonica ed equilibrata, senza creare squilibri tra alcuni centri e gli altri paesi delle valli. Perché, mi domando, si continua ad investire sulle famose quanto caotiche, inumane, inquinate, cattedrali del deserto (leggi, una per tutte, Madonna di Campiglio, in balìa di case e alberghi chiusi e fatiscenti, immondizia ovunque, prezzi da ladrocinio per merce discutibile – per chi volesse ho un servizio fotografico eseguito a luglio da far venire il mal di pancia a qualsiasi persona), mentre


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di Paolo Chiesa

civiltà trentina L’AMICIZIA è vera solo quando prevede una reciprocità. Altrimenti ha un altro nome

L’ gli esempi lungimiranti, a costo quasi zero, che hanno coinvolto una moltitudine di persone, il volontariato, ecc. non sono nemmeno degnati di uno sguardo, di un interesse minimo da parte di chi invece dovrebbe essere motore e forza trainante del turismo e dell’economia oggi? Vogliamo restare ancora legati al vecchio sistema turistico della “bella immagine” formale, delle pagine patinate ma vuote di senso e di valori, della “vetrina” che, una volta spenta la luce, lascia dietro di sé soltanto abbandono, tristezza, melanconia, e non diventa, invece, motore diffuso per l’intero territorio? Questo stato di avvilimento che prova l’amante di questa terra è stato ben interpretato dal moenese De Francesco, riportato nell’articolo sulla Repubblica di Paolo Rumiz a proposito del rapporto tra il territorio e la I guerra mondiale (Paolo Rumiz, Le lettere dal fronte, 23 agosto 2013 la Repubblica, di cui consigliamo caldamente la lettura): qui non ti lasciano far niente, pulisco le trincee, il forte di Moena, sistemo i sentieri affinché i turisti possano arrivarci, salto come un hobbit da un camminamento all’altro, togliendo erbacce e spezzando rami troppo lunghi… Per qualsiasi cosa ti dicono che serve un direttore dei lavori e si dimenticano che qui la gente ha sempre tenuto in ordine il territorio spontaneamente, facendo legna o pascolando mucche. Ho contro anche i cacciatori, mi spaccano i cartelli perché non vogliono turisti. Ci scommette? Quando smetto, l’ortica si rimangia la valle. Purtroppo il Trentino è, soprattutto, questo. Per inciso, il sentiero di S. Vili è ancor oggi, nonostante abbandoni, scomparsa annuale di tabelle e mancanza di posti da dormire, frequentato dai veri amanti della cultura di montagna, che alla fine dei sei giorni di camminata hanno svuotato il bagaglio dei viveri e lo hanno riempito di cose strabilianti viste durante il percorso.

amicizia, l’amicizia, ma cos’è in realtà l’amicizia? Rivolgiamoci alla magica Wikipedia per saperne di più: “L’amicizia è un tipo di legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso. Da un punto di vista soggettivo, insieme all’amore, l’amicizia è un atteggiamento nei confronti degli altri, caratterizzato da una rilevante carica emotiva e fondante la vita sociale del singolo. In quasi tutte le culture, l’amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima e la disponibilità reciproca. L’amicizia non prevede l’esclusività affettiva: gli amici possono cioè frequentare altri individui a scopo amoroso, sessuale, relazionale senza che il rapporto vicendevole di amicizia ne risulti compromesso”. Qual è secondo voi la parola più importante all’interno di questa definizione? Affetto? Emotiva? Rispetto? Stima? È vero, queste sono tutte parole notevoli che descrivono atteggiamenti e valori fondamentali. Secondo me però la parola più importante nell’amicizia è “reciproca”. Sì, perché l’amicizia non può essere unilaterale: non ci può essere amicizia quando solo una delle due parti parla e l’altra ascolta, una si sfoga e l’altra consola, una ti cerca e l’altra no, una telefona e l’altra non lo fa, una ti fa sentire importante e l’altra no, una mantiene il riserbo sulle tue cose e l’altra non lo fa, una ti invita nella sua casa e l’altra no, una gioisce per i tuoi successi e l’altra non lo fa. Ragazzi: l’amicizia non è uno sfogatoio dove buttare la tua negatività e nemmeno un megafono per proclamare le proprie idee e iniziative senza curarsi di quelle degli altri. Nell’amicizia non ti posso telefonare e invitare solo io perché se è vero che ci sono valori ben più alti dell’ospitalità, è anche vero che se non vuoi condividere la tua casa e la tua tavola con me c’è qualcosa che non va. In questi casi basta mettersi d’accordo: non chiamiamola amicizia, chiamiamola conoscenza. L’importante è non confondere e non passare il proprio tempo con persone convinte di essere amate quando non è così. Sembra facile? E invece non lo è, se è vero che in certe amicizie c’è posto per l’invidia e per la gelosia. Ricordate la definizione all’inizio? L’amicizia non può deteriorarsi se una delle persone coinvolte si innamora o fa nuove amicizie. Davvero, chiamiamoli in un’altra maniera questi legami. Farà stare meglio tutti, amichevolmente… 15

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]

sommario novembre2013

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In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Annalisa Borghese, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Roberta Pisoni, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini

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6 commenti

Attualità 16

450 anni dal concilio

24 Felicetti e la pasta 28 Tra la terra e il cielo 32 viaggio al centro dei ricordi 40 La necessità aguzza l’ingegno 44 La storia in una stanza

Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150

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trentinoattualità di Alberto Folgheraiter

trento

al centro del mondo

Il 4 dicembre 1563, 450 anni fa, in Cattedrale a Trento, finì il concilio Tridentino. Era cominciato diciotto anni prima. Avrebbe dovuto porre mano alla Riforma della Chiesa cattolica, scossa da scandali e da simonia; lacerata dalle divisioni e dallo scisma nel mondo tedesco; squassata dai conflitti fra gli Stati che diventeranno, dopo Trento, “guerre di religione” 18

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al punto di vista economico, per Trento fu un grande affare. Sul piano strettamente politico fu un mezzo disastro. In tema eminentemente ecclesiastico, e fu la ragione principale della sua convocazione, il Concilio sancì la definitiva cesura fra il mondo latino e il mondo germanico, fra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Lutero. Per dirla con Hubert Jedin, massimo storico dell’argomento, il concilio di Trento “venne troppo tardi per impedire la divisione” anche se giunse, probabilmente, in tempo per cominciare quel rinnovamento della cri-


trentinoattualità stianità auspicato da più parti, non ultimo dal concilio Lateranense V (1512-1517). Scrive Jedin che “quando il concilio di Trento si riunì, solo l’Italia, la Spagna e il Portogallo erano Paesi indiscutibilmente cattolici; l’Inghilterra e la Scandinavia si erano separate da Roma; la Germania e la Svizzera, ma anche l’Ungheria e la Polonia erano in larga parte protestanti; in Francia il calvinismo guadagnava terreno”. Per tale ragione, almeno nel primo dei tre periodi in cui si tennero le Assise trentine, la maggior parte dei partecipanti fu di origine latina (Italiani e Spagnoli), tanto che si parlò di un “sinodo della nazione italiana”. Insomma, di 69 conciliari presenti al momento della promulgazione del decreto sul peccato originale (1546), trequarti erano di provenienza mediterranea. Si disse anche, con non celata perfidia da parte dei Francesi, che lo Spirito Santo arrivava a Trento nella valigia diplomatica del corriere papale. Benché libero di parola e di voto, il Concilio fu seguito passo dopo passo dal Papa. Il quale non venne mai a Trento, perché territorio dell’Imperatore di Germania e poi, ma ai più parve una scusa “diplomatica”, perché l’aria “fredda e sottile” avrebbe nuociuto alla già fragile salute del pontefice romano. Peraltro, proprio due dei tre cardinali Legati (i delegati del Papa) si succedettero sulla cattedra di Pietro: Giovanni Maria Ciocchi del Monte (Giulio III, il quale regnò cinque anni dal 1550 al 1555) e Marcello Cervini (Marcello II, che fu papa per soli 21 giorni). Altri tre padri conciliari, tra il 1590 e il 1591, saranno eletti al soglio pontificio: Urbano VII (visse da Papa per 13 giorni), Gregorio XIV (governò dieci mesi), Innocenzo IX (57 giorni). Forse è il caso di riepilogare come e perché si arrivò a queste Assise, passate alla storia come quelle della “Controriforma”, sollecitate per dare risposta, ma non soltanto, alla Riforma protestante del monaco tedesco Martin Lutero. Nel Medioevo, oltre che nello spirituale il papato si era fatto largo nella gestione temporale del potere. Aveva imposto, cioè, la propria supremazia su principi e regnanti. Il papa di Roma governava un vasto impero di corpi, oltre che di anime, e per farlo usava la mano di ferro in un guanto di velluto. Distribuiva benedizioni, benefici e prebende, scomuniche e anatemi, ma soprattutto imponeva tasse e “vendeva” reliquie e sconti di pena

nell’Aldilà, dietro pagamento in moneta sonante. La “nuova Babilonia” si era imposta sul finire del Trecento, dopo la peste nera, con lo scisma d’Occidente (1378-1417) che aveva portato fra Roma ed Avignone alla presenza contemporanea di due o tre Papi. Con il concilio di Costanza (1414-1418) era tornata l’unità sotto il romano pontefice, Martino V. Tuttavia, il primato del Papa era messo in discussione. Per tutto il XV e la prima metà del XVI secolo, il potere sulla cattedra di Pietro divenne sempre più traballante. Per tale ragione, anziché delegare alla collegialità di un concilio le questioni più spinose, il Papa di Roma cercò e strinse alleanze con i regnanti. I quali, in cambio del riconoscimento dell’autorità petrina, ottenevano il diritto di nominare vescovi e prelati, di assegnare o togliere benefici ecclesiastici e via discorrendo. Nella Chiesa di Roma il nepotismo diventò regola, la corruzione salì alle stelle. Era diffuso il concubinato fra il clero. Non mancavano le voci, isolate, di monaci e rappresentanti di ordini religiosi per un ritorno alla Chiesa delle origini, per una riorganizzazione nel governo Martin Lutero

delle anime. In questo scenario si inserisce la figura di Martino Lutero, monaco agostiniano di Erfurt, il quale (1510) fu inviato a Roma dal suo Ordine. Tornò in Sassonia scandalizzato dalla corruzione vista alla corte papale. Sulla cattedra di Pietro sedeva Giovanni de Medici, Leone X (1513-1521), il secondogenito di Lorenzo il Magnifico. Rimasto a corto di quattrini, a causa delle guerre francesi e per la fabbrica, non ultimata, della basilica di San Pietro, Leone X aveva stipulato un accordo con Alberto di Hoenzollern. Dietro pagamento di diecimila ducati avrebbe assegnato al “tedesco” la nomina ad arcivescovo di Magonza. Inoltre, per consentire all’Hoenzollern di restituire il denaro chiesto alla banca dei Fugger, gli aveva concesso pure il privilegio e l’esclusiva di dispensare indulgenze. Nella diocesi di Magonza se ne era fatto promotore il domenicano Johann Tetzel. Martin Lutero, già contrariato per quanto visto a Roma, divenne furente. Il 31 ottobre 1517, sul portone della cattedrale di Wittenberg affisse un foglio con 95 tesi sul “potere e sull’efficacia delle indulgenze”. Da Roma arrivò l’ordine a Lutero di rimangiarsi tutto, diversamente sarebbe stato scomunicato. Cosa che puntualmente avvenne il 3 gennaio 1521 dopo che il monaco agostiniano aveva bruciato la bolla papale sulla piazza di Wittemberg. Fu come dar fuoco a un mare di benzina. In un baleno le tesi luterane si diffusero col mezzo della stampa e attraverso la predicazione dei monaci “riformati”. Che cosa sosteneva Martin Lutero? - La salvezza non si ottiene per le buone azioni compiute in vita ma soltanto avendo fede in Dio. - L’uomo compie buone azioni poiché 19

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trentinoattualità è giustificato dalla grazia di Dio; non è giustificato in ragione delle sue azioni pie. - Per comprendere le sacre Scritture non servono il Papa o un Concilio; è sufficiente la grazia divina. - Il Papa non è infallibile. - Quanto ai Sacramenti ne bastano due: il battesimo e l’Eucaristia. - Per ottenere la grazia divina non servono i preti perché tra Dio e l’Uomo c’è un contatto diretto. Condannato come eretico dalla dieta di Worms (8 maggio 1521), Lutero aveva trovato rifugio nel castello di Wartburg. Qui, protetto dal duca di Sassonia, Federico il Saggio, si era dedicato alla traduzione in tedesco del Nuovo Testamento. Papa Leone X morì, si disse avvelenato, il primo dicembre 1521. Martin Lutero, gettata la tonaca alle ortiche, sposò Katharina von Bora, una ex suora dalla quale ebbe sei figli. Morì il 18 febbraio 1546, due mesi dopo che a Trento era cominciato il concilio. Altre città, prima di Trento, avrebbero dovuto ospitare le Assise conciliari. Nel 1537 era stata scelta Mantova, dove giunsero pochi vescovi. Si passò a Vicenza, ma pure qui mancava la maggior parte dei rappresentanti le varie Nazioni interessate. Di rinvio in rinvio, si arrivò al 1539, anno in cui anche Vicenza fu depennata del tutto. A quel punto, la scelta di Paolo III (15341549) cadde su Trento. Terra italiana nel territorio dell’Impero, avrebbe consentito pure la partecipazione dei Luterani. Se fosse stata città di dominazione francese l’imperatore Carlo V avrebbe impedito la partecipazione al concilio dei “suoi” prelati. L’imperatore, infatti, voleva la vittoria del Papa sui protestanti per avere, in cambio, il consolidamento della dinastia degli Asburgo. Trento contava circa seimila abitanti quando, nell’autunno del 1542, vi giunse il vescovo di Cava dei Tirreni, Tommaso Sanfelice. Era stato inviato a Trento da papa Paolo III in qualità di commissario del concilio. Aveva il non facile compito di verificare la disponibilità di alloggiamenti per vescovi e cavalli, per dignitari e servitori, ma soprattutto l’incarico di assegnare gli alloggiamenti secondo la nazionalità dei partecipanti. Lo stesso cardinale Cristoforo Madruzzo, principe e vescovo di Trento, era dell’idea che la divisione per nazioni avrebbe agevolato l’ordine pubblico: “Per che stando separati si toglierà 20

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l’occasione deli scandali e romori che possono nascere tra diversi costumi e nationi; e se pur nascesse qualche disordine, facilmente si possa remediare e castigare senza che li altri habbino a tumultuare, per che si potrà ordinar che nessuno debbi uscir del suo quartiere per qual si voglia romore che si senta”. La suddivisione naturale della città in quattro rioni (S. Pietro, S. Benedetto, S. Maria e S. Vigilio) pareva fatta apposta per le quattro nazionalità dei maggiori esponenti attesi al Concilio: Italia, Germania, Francia e Spagna. Trento era già di suo una piccola città cosmopolita avendo un quartiere abitato dagli “Alemanni”. Con il contado circostante arrivava a diecimila abitanti. Scriverà, più tardi, il cronista del Concilio, Massarello: “Siccome Trento è posto ai confini di Germania, ha perciò delle costumanze parte italiane e parte tedesche, così nel Duomo si predica in lingua italiana e in S. Pietro in tedesco”. Tommaso Sanfelice arrivò in città alla fine di settembre del 1542. Con l’aiuto del cardinale Madruzzo, il prelato di Cava dei Tirreni compì un censimento degli alloggi e delle stalle disponibili. Trento offriva 57 abitazioni di pregio, degne di ospitare un cardinale; 59 “alloggiamenti da prelati”; 53 “da gentilhuomini”; 348 per la servitù. Complessivamente, in città, erano disponibili 954 posti letto e stalle per 2.367 cavalli. Nel contado,

vale a dire la periferia cittadina in un raggio di dieci miglia, c’erano altri 2.200 posti letto e 6591 posti-cavallo. Per altri 2.699 eventuali partecipanti al concilio e le loro rispettive cavalcature si sarebbe trovato posto nei villaggi più distanti: da Civezzano a Vezzano e Calavino. Se il Papa fosse venuto, ma a Trento non venne mai accampando problemi di clima e di salute, sarebbe stato ospite in castello del cardinale Madruzzo. I conventi cittadini, invece, offrivano poco. Quello di Santa Croce avrebbe garantito tre letti e ospitalità per venti cavalli; i francescani di San Bernardino avevano tutte le celle occupate dai frati; quanto alla stalla c’era spazio solo per due animali; analoga la situazione per il cenobio di San Francesco che disponeva di stalla e foraggio per sei cavalli; altri due animali, senza cavaliere, avrebbero potuto trovare alloggio presso gli Agostiniani di San Marco. Più ospitali le abitazioni di alcune famiglie patrizie del centro: 8 letti e stalla per 10 cavalli presso il palazzo di Francesco da Castellalto; 6 camere di riguardo e 15 posti nelle stalle presso il conte Aloisio di Lodron; a palazzo Firmian c’era una comoda sistemazione per 16 cavalli; Aliprando da Desio offriva 8 letti e la sistemazione per 20 cavalli; altrettanti posti letto erano disponibili a casa Welsperg, così come nella metà del palazzo di Battista Giroldo nel quale avrebbero potuto trovare riparo anche 30 cavalli. Affresco di Bonazza (1933) che potrebbe rapprsentare l’apertura del Concilio


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trentinoattualità Facevano sfoggio di generosità pure i Canonici della cattedrale. “All’interno delle proprie dimore offrivano (non è dato sapere a quale canone d’affitto) ospitalità a numerosi padri conciliari e ai rispettivi quadrupedi, a cominciare dall’Arcidiacono, che metteva a disposizione di principi ecclesiastici o secolari 4 letti e posto per 7 dei loro animali”, scrive Maurizio Gentilini. “Si pensò all’arruolamento di una guardia speciale di 2-300 uomini, a definire un regolamento dei prezzi dei generi alimentari e dei foraggi, evitando rincari arbitrari e speculazioni, a organizzare dei canali diretti di approvvigionamento dalla Lombardia, dalla Romagna e dalla Baviera, a predisporre un collegamento postale con Roma. Sanfelice si dedicò col massimo zelo a trattare con la cittadinanza per la riduzione dei prezzi degli alloggi. Nell’immediato, tanto zelo non servì. Gli equilibri politici europei non erano sufficientemente stabili e troppo forti le tensioni all’interno della Chiesa, per consentire la celebrazione di un evento di tale portata”. Secondo le intenzioni di papa Paolo III, infatti, le assise conciliari avrebbero dovuto cominciare fin dal 1° ottobre 1542. Fu solo dopo la pace di Crepy (18 settembre 1544) tra la Francia e l’Impero, che papa Paolo III, nel novembre 1544, firmò la bolla di convocazione Laetare Jerusalem. Il Concilio che avrebbe dovuto “conciliare” il mondo tedesco con la Chiesa di Roma, si aprì a Trento il 13 dicembre 1545, III domenica di Avvento. Si sarebbe chiuso diciotto anni più tardi nella stessa cattedrale di San Vigilio, il 4 dicembre 1563, dopo due interruzioni prolungate e dopo che la cattedra di Pietro e il trono imperiale avevano cambiato il titolare. Nell’autunno del 1542, l’inviato del Papa aveva elaborato uno schizzo della cattedrale di San Vigilio. Il 13 ottobre del medesimo anno lo aveva inviato al cardinale Farnese, a Roma: “Li mando la pianta del duomo con le misure a tal che se li s’havranno a far le sessioni, V. S. sappi la capacità del luoco. Il coro come si vede nel disegno è levato dal piano de l’ecclesia da 20 padmi [palmi; un palmo napoletano corrispondeva a 26,367 centimetri]. Di sotto è fatto in volte sostenute da due ordini di colonne. Quando li paia che non sia capace, si potrà distendere con tavolati, quanto è lunga l’ecclesia e quanto sarà necessario. La stanza capitolare servirà, quando 22

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privatamente s’habbi da ragionar delle cose che occorrono. Questo è il più capace luoco che sia nella città”. La planimetria del Duomo è conservata nel foglio 61 di un volume (il n. 77) del fondo “Concilio Tridentino” dell’Archivio Segreto Vaticano. Nelle pagine successive è allegato un altro disegno dei vari piani del castello del Buonconsiglio. Si descrive ogni ambiente con le misure e la possibile destinazione. Per il riscaldamento delle residenze dei prelati (l’aria di Trento era considerata poco propizia, essendo “sottile, fredda, umida et varia”) era stata disposta una “provision dela legna da fuoco”. I diciannove comuni della Pretura esterna alla città dovevano garantire ogni settimana 333 carri di legna. Analoga provvista era assicurata dal bosco della città, al Casteler. I tronchi e i rami erano accatastati per la distribuzione nella piazza di Santa Croce, fuori le mura. Per tutto il tempo che durò il Concilio, i poveri (circa una trentina) e i mendicanti furono allontanati dalla città e relegati nel rione di Piedicastello, oltre l’Adige. Non costituivano un bel biglietto da visita per una città “internazionale”, al centro dell’attenzione del mondo cristiano del tempo.

Più che la fede poté il denaro Il concilio di Trento ebbe vita travagliata. Costò un sacco di quattrini e il Papa, che ne provvide buona parte, lamentò che le finanze del suo Stato si erano dissanguate. Scrive H. Jedin che il concilio “divorava una notevolissima parte degli introiti della Sede Apostolica, comunque fortemente ridotti a causa della riforma in Germania e nell’Europa del nord e della guerra degli Ugonotti”. Verso la fine del concilio, infatti, il Papa era dell’idea di non corrispondere più sussidi ai prelati poveri, “iscusandosi di non poter tollerar una spesa così grossa senza metter gravezze ai suoi popoli”. Se il commissario del concilio, Sanfelice, percepiva cento scudi al mese, il segretario Massarelli ne riscuoteva cinquanta. Ma c’erano da pagare i notai e il medico, il maestro di posta che doveva assicurare collegamenti rapidi con Roma. Un plico del concilio, inviato da Trento la domenica otteneva la risposta del Papa già il mercoledì. Inoltre andavano pagati il barbiere del concilio, il sagrestano, i cantori e via discorrendo. Ma erano gli onorari del cardinali Legati che facevano “arrossare” i conti della camera papale:

Gli appuntamenti Dopo il convegno internazionale promosso dall’Istituto di Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler che si è tenuto a Trento dal 3 al 5 ottobre 2013, venerdì 29 novembre presso il museo Diocesano vi sarà una conferenza sul concilio di Trento, tenuta dal prof. Massimo Marcocchi. La conferenza sarà seguita dall’apertura di una mostra sui lavori di restauro della basilica di Santa Maria Maggiore dove si tennero alcune sessioni preparatorie del concilio. Sabato 30 novembre 2013 sarà a Trento il cardinale Walter Brandmüller, inviato del Papa. L’accoglienza ufficiale è alle 15 nel castello del Buonconsiglio, cui seguirà la visita ad alcuni luoghi significativi del concilio di Trento. La sera, in Cattedrale, concerto d’onore. L’indomani, domenica 1 dicembre, alle 10, assieme all’arcivescovo Bressan, il cardinale visiterà del carceri a Spini di Gardolo. Nel pomeriggio alle 15.30, una processione solenne dalla chiesa della SS. Trinità fino al Duomo rievocherà l’analoga processione introduttiva che si tenne il 3 dicembre 1545 all’apertura del concilio di Trento. La celebrazione della messa solenne, presieduta dal cardinale Brandmüller, sarà trasmessa da Telepace. Per i 450 anni dalla conclusione del Concilio, le Poste Italiane hanno predisposto un annullo filatelico, mentre sarà coniata dalla Diocesi di Trento un’apposita medaglia commemorativa. L’anniversario non resterà ristretto ai confini diocesani. Infatti, nel corso dell’inverno sono previsti due convegni di studio sul concilio di Trento che si terranno presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma e presso l’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio.


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trentinoattualità 500 scudi d’oro al mese. Una fortuna, ma quel soldo serviva pure per pagare i servitori del porporato. Gonzaga aveva un seguito di 160 persone; Osio e Simonetta contavano sessanta persone ciascuno; Seripando “solo” cinquanta. Il denaro destinato da Roma alle casse del Concilio era prelevato a Venezia presso la banca Baldassare d’Adda e Marcantonio Rezzonico. Il trasferimento non fu sempre celere e garantito. Nel mese di novembre del 1563, il cassiere Manelli partì per Venezia a far provvista di scudi. Dopo due settimane non era ancora tornato tanto che i Legati lamentarono che loro non avevano “a Trento, nemmeno un quattrino”. Fu anche questa una delle ragioni che portarono a un’accelerata conclusione dei lavori. Il sipario sul concilio di Trento calò in tutta fretta fra il 3 e il 4 dicembre 1563. Scrive H. Jedin: “Le 216 firme dei padri conciliari, che dopo la sessione conclusiva confermarono l’accettazione dei decreti, non esprimono la totalità dei presenti all’assemblea con diritto di voto. La maggior parte dei Francesi era allora già partita, ma la presenza al concilio già in precedenza era fluttuante, perché specialmente i vescovi dell’alta Italia abbandonavano temporaneamente Trento e vi facevano ritorno solo per le sessioni, o non vi ritornavano affatto”. Le assise si svolsero in tre tempi, intervallati da pause prolungate. Le prime dieci di venticinque sessioni, si tennero dal 1545 al 1547. Due di queste furono convocate a Bologna, dove la maggior parte dei conciliari si era trasferita nella primavera del 1547. Il pretesto era stato fornito da alcuni casi di tifo petecchiale scambiati per il principio di un’epidemia di peste. Nel giro di ventiquattro ore i conciliari avevano fatto armi e bagagli e con zattere sull’Adige si erano trasferiti a Verona e, successivamente, a Bologna. I prelati spagnoli, contrari allo spostamento del concilio, erano rimasti a Trento. La seconda fase si tenne dal 1551 al 1552. Al principio di quell’anno arrivarono in città alcuni rappresentanti della Riforma protestante per verificare i margini di discussione verso l’auspicata riunificazione delle due Chiese. Erano stati costretti a quel passo dalle pressioni dell’imperatore Carlo V. Presentarono al Concilio condizioni definite “inaccettabili”. Oltre alla cancellazione delle definizioni e dei dogmi già 24

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Sessione inaugurale del concilio di Trento, olio su tela del 1711, attribuito a Nicolò Dorigati (1662-1750). Ai pilastri della navata centrale del Duomo di Trento sono appesi i dipinti dei patroni della città: S. Vigilio, il Simonino e altri sulla sinistra, S. Massenza e il beato Adelpreto sulla destra della navata centrale. Questo dipinto, assieme ad un secondo quadro che rappresenta la sessione conclusiva del concilio, fu donato alla cattedrale di Trento (1711) dal canonico conte Carlo Ferdinando di Lodron. Era lo scioglimento di un voto contratto nel 1703 al tempo dell’invasione francese del Vendôme quando la città e il duomo furono bombardati dal doss Trento. La città fu salvata dal fiume che i francesi non riuscirono a guadare, ma la popolazione riteneva che una mano l’avessero data anche i santi protettori. (Museo diocesano Tridentino)

approvati, i vescovi avrebbero dovuto evitare di giurare fedeltà al Papa. Di tutto questo, i protestanti discussero privatamente con alcuni vescovi poi, visto il muro dei dinieghi, lasciata Trento, tornarono ai loro Paesi. Nel corso della seconda fase (sei sessioni) fu esaminata la dottrina sui sacramenti e si proseguì nella discussione sulle riforme da attuare nella Chiesa (il potere dei vescovi nelle diocesi). I successi militari dei protestanti contro l’esercito di Carlo V e il timore di un’invasione della città di Trento (i soldati della Lega protestante erano arrivati a Innsbruck) decretò una nuova sospensione del concilio. Passarono dieci anni. La terza e ultima fase si tenne sempre a Trento fra il 1562 e il 1563. Nel corso di nove sessioni fu-

rono approvati i decreti sulla residenza e il potere dei vescovi; sulla riorganizzazione del clero con l’istituzione dei Seminari diocesani e la “conta delle anime”. Negli anni del concilio, a Trento furono presenti vescovi, soprattutto di nobiltà spagnola, con seguito di familiari e servitù. Tanto per citare: il vescovo di Segovia aveva un seguito di trentatrè persone; quello di Granada aveva trenta familiari; altrettanti li aveva il vescovo di Parigi; il vescovo di Cremona poteva contare su 24 persone; quello di Parma su 22. La maggior parte dei vescovi dell’Italia meridionale e della Grecia si accontentava di un seguito da 8 a 4 persone. Anche perché uomini e cavalli costavano. Più i secondi dei primi, stando almeno alle testimonianze del tempo.


trentinoattualità Scrive, infatti, H. Jedin: “L’articolo più scarso era il foraggio per i cavalli. A molti partecipanti al concilio non restò altro che vendere i loro cavalli; di conseguenza, dopo la chiusura, quando cioè se ne aveva bisogno per il viaggio di ritorno, fu estremamente difficile disporre di animali da tiro”. Se al principio la provvista di cereali era piuttosto consistente (arrivavano dalle Marche, dal Tirolo e dalla Baviera) e i prezzi, di conseguenza, abbordabili, con il passare degli anni il costo della vita s’impennò. Il vino scorreva abbondante, ma era di produzione regionale. Tuttavia, sul finire del concilio, vari prelati si fecero arrivare vino, cacio, olio e pancetta dalla sponda bresciana del lago di Garda dove i prezzi erano meno salati. Se ne lamentavano soprattutto svizzeri e tedeschi. Poco dopo il suo arrivo a Trento (settembre 1562), il procuratore di Basilea, Hochenwarter, fece notare che tutto “è paurosamente caro e più passa il tempo più la vita rincara”. Tanto è vero che nei sedici mesi della sua permanenza in città si fece mandare più volte provviste di denaro “perché tutto il paese è divorato fino all’osso”. Per il suo soggiorno, il procuratore svizzero spese quattromila fiorini d’oro. Del resto, la presenza di oltre duemila forestieri non poteva che far lievitare i prezzi e la cupidigia di mercanti e bottegai. Inoltre, nel 1562 si era avuta una “carestia quasi universale”.

Era aumentato anche il costo dei “servizi” resi dalle prostitute. Ce n’era un gran numero anche perché non dovevano provvedere soltanto ai pruriti del seguito dei conciliari. Il vescovo di Osimo, per esempio, fu “beccato” nottetempo dagli sbirri mentre usciva, in abito secolare, da un bordello. Bernardino de Cupis lasciò Trento alla chetichella mentre lo scandalo montava. Se ne parlò a più riprese nel corso dei banchetti che i prelati più ricchi o i legati organizzavano nell’uno o nell’altro palazzo. Se il cardinale Cristoforo Madruzzo era stato prodigo di inviti e di pietanze, “Ludovico Madruzzo pare sia stato meno ospitale di suo zio” scrive H. Jedin. Gli inviti a pranzo, i balli (“honesti”) e i doni offerti agli ospiti facevano parte di quella diplomazia parallela, servita a comporre dissidi, a chetare gli animi surriscaldati, a tirare dalla propria parte i conciliari del fronte avverso. Vino e liquori soccorrevano le gole riarse da discussioni e controversie. A ogni banchetto si alzavano i calici non meno di trenta volte, per augurare prosperità e benessere al Papa, all’imperatore e giù sino all’ultimo ospite presente. In tal modo si portava a casa qualche voto, si vuotavano le botti e con esse pure le casse del concilio. E che dire delle frequenti risse, soprattutto fra il seguito dei prelati arrivati a Trento dai quattro angoli d’Europa? Nel mese di marzo del 1563, a pochi mesi dalla conclusione del Concilio, gli scon-

Pasquale Cati, “La Chiesa trionfante schiaccia l’eresia, sullo sfondo del Concilio di Trento” (1588)

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il concilio che fece di trento la città del concilio tri fra Spagnoli e Italiani si fecero più violenti. Il 12 marzo, a conclusione di un diverbio più contrastato del solito, fu compilato un bilancio: “Dodici Italiani feriti molto gravemente, et alcuni Spagnoli feriti ancor essi non poco leggermente”. A novembre del medesimo anno lo scontro fu tra gli Spagnoli e i Trentini. Ai rintocchi delle campane a martello, i Trentini, stufi di angherie, andarono all’assalto degli Spagnoli che si erano asserragliati in casa di un prelato connazionale. Il Massarelli, cronista del Concilio, scrisse che gli Spagnoli “con gran fatica et a furia di molte archibugiate si ritirarono in casa dell’arcivescovo di Granata, et se non fusse sopragionto il cardinale Madruzzo et il conte di Luna con minacce grandi, che acquetarono il rumore, gli Spagnoli ne havevano più che parte”. Superati i contrasti dottrinali e i tumulti “nazionali”, il concilio di Trento fu chiuso nel pomeriggio del 4 dicembre 1563. Il rigido inverno del 1563 accelerò la conclusione di quell’Assise, durate diciotto anni, che avrebbero disegnato la storia della Chiesa per i secoli a venire. Convocato per tentare la composizione dello scisma, innescato quarant’anni prima dal monaco agostiniano Martin Luther, il concilio sancì la definitiva spaccatura fra due modi di intendere la religione e la fede. L’America era stata conquistata da pochi decenni. La stampa cominciava a diffondere in lingua volgare i testi della religione cristiana. Le Alpi s’ergevano, come un baluardo invalicabile, fra due mondi. La città di Trento entrava nella storia. ■ 25

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trentinoincontri di Francesca Negri e Paolo Curcu

un caffè a casa di...

Riccardo Felicetti le mani in pasta da oltre un secolo la sua è la quinta generazione a condurre il pastificio Felicetti, fondato all’inizio del secolo e i risultati di crescita dimostrano una capacità manageriale non comune

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unica cosa che accomuna quello che Riccardo Felicetti voleva fare da grande e quello che, con molta passione, oggi fa con successo è la bontà: tra sognare di essere il poliziotto che sconfigge i cattivi o il soccorritore alpino che salva la gente in pericolo e il produttore di pasta, c’è un sottile anello di congiunzione che si chiama fare qualcosa di buono per le persone. Perché, è innegabile, un buon spaghetto, fatto con materie prime genuine, acqua di montagna e grande attenzione alla qualità e all’ambiente, fa bene al corpo e allo spirito. Talvolta, in certe zone del mondo, la pasta arriva anche a salvare la vita. Proprio come potrebbe fare un agente di pubblica sicurezza. Classe 1965, sposato con Deborah, con due figli maschi (Luca di 13 anni, Mattia di 7), appassionato di sci, golf e, ça va sans dire, di alta gastronomia, presidente dell’associazione dei pastai italiani, Riccardo Felicetti è il simbolo che il passaggio generazionale si può fare e, anzi, può portare anche dei bei risultati: la sua è la quinta generazione a condurre il pastificio Felicetti, fondato nel 1908, e i risultati di crescita dimostrano una capacità manageriale non comune. E tutta “home made”, visto che la conduzione è totalmente famigliare.

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Il suo piatto preferito? Spaghettoni burro e alici. Il suo film preferito? Forrest Gump L’ultimo libro che ha letto? Sto rileggendo No logo di Naomi Klein. Se non avesse fatto quello che ha fatto... L’agente di polizia e il soccorso alpino in montagna. La sua piu grande paura? Rimanere solo. Il suo sogno ricorrente? Non ne ho. Sogno spesso, ma non uno che ritorna. Le paranoie me le faccio di giorno. Felicetti, quanti sono i pastai in Italia? Censiti ce ne sono circa 130, ma che producono pasta sono almeno 200 aziende e ce ne sono di molto grandi e di molto piccole. Qual è la qualità della pasta italiana? Non è mai stata cosi buona come in questo periodo, perché negli ultimi anni c’è stata una spinta dal basso verso l’alto nella ricerca di prodotti che uscissero

dalla standardizzazione dello scaffale. Mai come oggi la pasta italiana è disomogenea e questa disomogeneità porta ricchezza, mai come oggi la pasta non è stata uguale e di conseguenza riesci ad apprezzarne le varie sfaccettature date dalle materie prime utilizzate, dalle tecnologie e dalla tradizione, nonché dal mercato che un pastaio decide di approcciare. Nella quasi totalità dei casi c’è una bella coerenza di prodotto. L’acqua è davvero così fondamentale per la produzione della pasta? Sì, perché non deve lasciare residui. Noi riceviamo semola di grano duro che ha umidità circa del 15% e vendiamo un prodotto finale che ha un’umidità relativa del 12%: questo significa che estraiamo più di come ci arriva la materia prima. Quindi, se il nostro grano viene impastato con dell’acqua pura che non contiene sostanze chimiche e non è stata potabilizzata, non lascerà residui e non andrà a correggere il sapore del grano. Stessa cosa, forse ancora più percepi-

bile, è il discorso dell’aria. L’aria entra in pastificio e non è che subisca dei trattamenti. Ce ne vogliono metri cubi e metri cubi per esiccare la pasta: questo chiaramente provoca una bella differenza tra l’esiccarla a Predazzo o a Shangai. In buona sostanza è questo il valore che ha produrla a Predazzo. Siete rimasti gli unici pastai in Trentino? Sì. Fino al 1976 a Rovereto c’era il pastificio Cielo: quando ha chiuso, mio padre e i suoi fratelli invece che trasferire le famiglie da Predazzo a Rovereto hanno acquistato gli impianti di Cielo e li hanno trasferiti a Predazzo. Questo ha segnato la nostra grande rivoluzione: siamo passati da un’attività prettamente quotidiana, dalla mattina alla sera, a una produzione su tre turni. A lavorare con i turni in Val di Fiemme a quei tempi c’erano l’ospedale, i carabinieri, la polizia e l’Enel. Per il territorio quindi è stata una rivoluzione. Riuscire poi a formare dei collaboratori che fossero in grado di operare e coprire un turno notturno è stato altrettanto ambizioso. Come mai al suo bisnonno venne in mente di fare la pasta? Il fuoco sacro della pasta gli venne perché lui faceva il contractor in giro per l’impero. Aveva un’azienda di costruzioni e con la sua squadra di uomini si era occupato di edificare cose importanti come l’acquedotto di Vienna, piuttosto che tunnel per le ferrovie, etc. Poi tornava a casa e faceva un figlio. Al quarto figlio ha deciso di fermarsi a Predazzo. In quel momento c’era un signore, Giacomelli, che aveva un opificio in un edificio in cui al primo piano si faceva pasta e al piano terra fiammiferi. Rilevò l’opificio e iniziò a impostare una nuova produzione di pasta. In quel periodo fornivano Predazzo e le zone limitrofe. La pasta veniva trasportata in casse di legno con carri e cavalli, e fornivamo anche l’esercito austroungarico durante la guerra. Negi anni Cinquanta, con la terza generazione Felicetti si è segnata la prima esportazione all’estero, anche grazie all’accordo Degasperi-Gruber. Noi non eravamo schiavi di dazio per cui entravamo in Austria senza tassazioni, e questa era una cosa non da poco. Attraverso questa prima esportazione, che ci ha costretti a creare uno zoccolo di ufficio export, andare poi in Germania era stato un passo abbastanza semplice. Poi dal 1976 in avanti, con le macchine acquistate dal pastificio Cielo, abbiamo messo in piedi lo stabilimento, iniziando subito 27

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a esportare molto ed è stata la nostra ancora di salvezza quando a metà degli anni Settanta c’è stato il famoso blocco dei prezzi. In quel periodo la farina costava più della pasta, e di 1200 pastifici ne sopravvissero circa 300. Noi eravamo tra quelli. La pasta, però, non è sentita come un prodotto trentino… Il concetto è che nel 1908, quando il mio bisnonno ha iniziato a produrla, la pasta non era un prodotto avulso dal Trentino: c’era un pastificio per ogni valle perché ’impero austroungarico aveva un sistema di sostentamento per il quale le valli alpine collaterali dovevano essere autosufficienti durante il periodo invernale, per cui in ognuna doveva esserci un’unità autonomamente produttrice dei generei alimentari. Quella di Predazzo era una zona di mulini e il grano veniva dalla piana. Si produceva segale, orzo, frumento, grano tenero, e la pasta si faceva con quello che c’era, sicuramente non con il grano duro. Quanti formati di pasta esistono? Circa 400. Come mai così tanti? La bocca è uno strumento particolare. Ha una capacità di percepire la rigatura, lo spessore, la ruvidità e così via in modo talmente differente da formato a formato. L’atto masticatorio in sé, di una penna e di un fusillo, di un maccherone e di uno spaghetto sono diverse. E così anche la capacità di raccogliere il sugo. Insomma, è un mondo difficile…divertente! Il guaio è che poi alla fine ci sono, come dicevamo, 400 formati di pasta oggi disponibili in Italia. Se ne trovano una ventina sugli 28

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scaffali della Gdo e sono destinati al 95% dei consumatori italiani. L’altro 5% va alla ricerca dei prodotti fuori standard che rappresentano gli altri 380 formati. La pasta più amata dagli italiani? Lo spaghetto. Quella più amata dai trentini? Barilla… Scherzi a parte, anche per loro lo spaghetto, però i trentini hanno una predilezione particolare per la pasta corta. I dati della Cia-Confederazione italiana agricoltori, parlano di 3,3 milioni di tonnellate di pasta prodotta in Italia, per un valore di 4,6 miliardi di euro, che ci posiziona ai vertici del mercato. A livello europeo e internazionale la pasta italiana che valore ha? Noi pastifici italiani produciamo il 25% della pasta mondiale. Più del 50% della produzione nazionale va all’esterno. La pasta è il vero locomotore dell’agroalimentare italiano, perché si porta dietro il pomodoro, l’olio d’oliva, il Parmigiano o il Grana padano, e molti altri prodotti, vino

FELICETTI IN PILLOLE Fatturato: 30 milioni di euro Dipendenti: 55 Produzione: 20.000 tonnellate di pasta all’anno Mercati: 30% Italia, e in Trentino Alto Adige è la seconda marca più venduta per la Gdo 70% Estero, con prevalenza Europa, Nord America, Giappone

compreso. Senza pasta non ci sarebbe un primo piatto all’italiana. Secondo noi in Italia c’è la pasta più buona del mondo, ma purtroppo in alcune aree di mercato il valore aggiunto del brand Italia è stato perso più per incapacità nostra che per maggiori capacità o qualità di altri. Parlo di un’incapacità del sistema pasta italiano di affermare la differenza tra pasta made in Italy e altra pasta: il fatto è che la pasta non è solo una miscela di grano duro e acqua, ma è fatta anche di valori immateriali come storia, tradizione, tecnologia e competenza. Una questione che non riguarda solo l’estero. Anche dentro i confini nazionali non basta avere il passaporto italiano e un chilo di farina per dire che si è bravi a fare la pasta… Lei fa parte dell’associazione Industriali? Sì, certo. Non avendo scelto di proseguire i miei studi dopo la maturità tecnico commerciale che ho fatto a Predazzo, ho avuto nella possibilità di scambi con i miei colleghi a livello locale e nazionale, offerta proprio dall’associazione Industriali, un’enorme possibilità di crescita sia a livello sia personale sia aziendale. Negli anni Novanta, sempre grazie all’associazione, ho avuto un incontro illuminante con Gianluca Rana, che nel giro di qualche minuto, in maniera molto pratica, mi ha dato una visione del mondo. Nei giorni successivi, assieme ai miei cugini, grazie alle riflessioni indotte anche da quell’incontro, abbiamo fissato gli obiettivi della nostra azienda che dall’ottobre del 1995 a oggi non sono cambiati. Detto questo, in un’associazione di categoria c’è il difetto che per rappresentare tutti non rappresenti nessuno. Scenderà mai in politica? No. E se lo farò, non lo farò in Trentino. Non voglio fare polemica. Faccio un altro lavoro, vedo le cose dall’esterno e non tutto mi piace. Potrei criticare se avessi


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cognizione di causa, ma non ce l’ho e per cui va bene così… Cosa ne pensa della vicenda Barilla? Ritengo che sia orribile non essere in grado di poter esprimere i propri pareri, ma, d’altra parte, proprio perché siamo coscienti di questo, bisogna considerare quotidianamente qual è la responsabilità sociale che un imprenditore ha nei confronti delle amministrazioni pubbliche, degli stake older e delle persone che lavorano con te. Un’uscita come quella che ha fatto Barilla ha messo in difficoltà non solo la sua azienda, ma tutto l’ambiente.. Quando ti trovi decine di clienti che ti chiedono “ma tu come la pensi?”, non sai come rispondere perché ci sono dei temi che, qualunque cosa tu dica, sono in grado di spaccare in due l’opinione pubblica…

Quanti Oscar Farinetti, il fondatore di Eataly, dovrebbero esserci? Dal punto di vista della passione, dovremmo tutti essere degli Oscar Farinetti, dal punto di vista della capacità di comunicare dovremmo tutti imparare da lui. La capacità che ha avuto Farinetti di coinvolgere le istituzioni e di non farle sottrarre alle loro responsabilità sono uniche. Lei cucina? Sì. Ovviamente, i piatti di pasta mi vengono bene, ma me la cavo anche con gli antipasti, un po’ meno con i secondi. Ogni volta che io e mia moglie ci sfidiamo riesco sempre a sorprendere, ma perché lo faccio una volta all’anno. In quella specifica occasione do tutto me stesso, anche perché ho dei maestri, ho dei consiglieri pazzeschi (come Davide Scabin, ndr), e poi ne ho viste talmente

tante in giro per il mondo… Per questo riesco sempre a sorprendere ma non lo uso come strumento di seduzione. Non inviterei mai una donna a cena e cucinerei io, piuttosto la porterei fuori. Progetti per il futuro? L’imprenditore deve curare il bene della sua azienda per trasferirlo alla generazione successiva. I nipoti della quinta generazione si stanno già affacciando in azienda: per le loro vocazioni avranno interessi che spero collimino con la filosofia dell’azienda. Per quanto mi riguarda, il mio obiettivo è di lasciare loro un’impresa in grado di essere portata avanti con soddisfazione per l’impegno che richiede. E non sto parlando di fatturati, cash flow e utili, ma di impegno in termini di valori, che spero verranno ■ tramandati.

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Tra la terra e il cielo di Tiziana Tomasini

Tra la terra e il cielo

L’EBBREZZA DEL VOLO AEROSTATICO in trentino: lo spettacolo va in scena su un grande prato affacciato sulla vallagarina. Metri di tessuto colorato distesi sull’erba, una fiammata furiosa e via... i bambini impazziscono di gioia. Gli adulti, pure

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a gonfio domenica, vuoi venire?” La risposta non poteva essere che affermativa. Impensabile non accettare l’invito di Danilo Pedri, pilota per passione e vocazione. Non capita tutti i giorni di poter assistere alla fase di preparazione ed all’ascesa in volo di uno dei mezzi più affascinanti in assoluto: la mongolfiera. Pare incredibile che un semplice

Il pilota Danilo Pedri ed un solerte volontario durante le operazioni di montaggio 30

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Eccoci all’interno del pallone aerostatico pochi istanti prima di spiccare il volo: un caleidoscopio di colori

cesto ancorato ad un enorme pallone raccolga ancor’oggi – in un’epoca farcita ed intessuta di rapidissime evoluzioni tecnologiche – tanti consensi e riunisca compatti folti gruppi di appassionati, che singolarmente o in gruppo sperimentano il piacere del volo aerostatico. Ed in effetti, giunti nella tranquilla frazione di Pedersano, in una Vallagarina spennellata dai colori autunnali, lo spettacolo che sta per andare in scena sul grande prato dal quale si abbraccia in uno sguardo tutta Rovereto, ha già il gusto di un successo annunciato. Nonostante le varie componenti del mezzo giacciano ancora compatte ed assemblate, l’attesa è palpitante e quando pilota e simpatizzanti al seguito danno inizio alle operazioni di montaggio, tutti i presenti


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vengono attratti quasi magneticamente dall’evento. Pochi quanto essenziali elementi compongono la mongolfiera: una grande cesta di vimini adatta al trasporto di un massimo di sette persone, bombole a gas, bruciatori, cavi di acciaio per collegare la parte adibita al trasporto con la parte aerea e naturalmente lui, il grande pallone. Quindici metri di diametro per contenere all’incirca tremilaquattrocento metri cubi di aria calda. Un’enorme metratura colorata, caratterizzata da spicchi di colore

che riconducono direttamente alla scala cromatica dell’arcobaleno. La percezione dell’imponenza del mezzo si avverte non appena hanno inizio le operazioni. La grande massa richiusa su se stessa e distesa sull’erba, lentamente prende forma e guadagna il cielo, sospinta dall’energica immissione di aria calda. Mentre il pallone si solleva, il frastuono dei bruciatori eleva alla massima potenza l’esaltazione generale: i numerosi bambini presenti paiono come impazziti dalla felicità e corrono intorno

al pallone che si solleva, spingendolo, toccandolo e tirando fili e corde; gli adulti sono tutto con il naso all’insù, filmando e memorizzando in pixel questo singolare momento. Quello a cui stiamo assistendo è un cosiddetto volo vincolato: grandi moschettoni issati ai bordi della grande cesta trattengono grosse e robuste corde ben ancorate su quattro lati a grandi alberi e pali. In questo modo il gigante del cielo può compiere ascese fino ai trenta metri di altezza da terra. I primi passeggeri sono naturalmente i più piccoli, che al via del pilota prendono letteralmente d’assalto il mezzo. La fiammata di partenza soffia furiosa nell’involucro coloratissimo e simultaneamente sono già tutti lassù, in alto, a salutare con la mano. Il pomeriggio domenicale trascorre così, tra ripetuti voli e curiose considerazioni. E se la memoria scolastica ci ha permesso di rispolverare il lato più letterario della questione con la celeberrima ode “Al signor Montgolfier” del neoclassicista Vincenzo Monti – scritta nel 1874, a celebrare l’invenzione dei fratelli francesi e la prima spettacolare messa in volo del 1873 – anche i dati tecnici e le attuali motivazioni lasciano a bocca aperta. In quello che è possibile definire come volo libero, piloti e passeggeri partono da un luogo predefinito e volano ad un’altezza di quattromila metri verso luoghi non altrettanto definibili e prevedibili. Che

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Il gigante addormentato giace ancora inerme sul grande prato

cosa significa? Concretamente, si sa dove si parte, ma non si sa dove si arriva! O meglio: si può avere un’idea della direzione, ma il punto di atterraggio non sempre è determinabile con precisione. Danilo racconta che talvolta può essere un campo con tanto di contadino prima adirato poi amichevole (“prima voleva denunciarci, poi ci ha offerto da bere!”), altre volte un giardino privato con tanto di proprietari esterrefatti ed estasiati dall’affascinate imponenza della mongolfiera. Una delle reali certezze è l’autonomia di volo: i bomboloni di gas installati a bordo garantiscono un’autonomia che varia dalle tre ore alle tre ore e trenta. Oltre a questo, è l’avventura a farla da padrone. Perché se è pur vero che le attuali strumentazioni consentono di viaggiare sempre più sicuri e di determinare con sempre maggior precisione il dove ed il quando rispetto al volo (esistono congegni applicabili al GPS che, al passaggio dei vari strati aerei, forniscono la direzione ottimale e la memorizzano), è altrettanto significativa la volontà di molti piloti di viaggiare secondo la “filosofia della mongolfiera”, che prevede l’acquisizione delle conoscenze sul movimento dei venti, il calcolo di tempi e percorrenze, l’utilizzo del variometro (che determina il calcolo della velocità di salita e discesa) le possibili variabili e – non da ultimo – quel prezioso fattore naturale chiamato istinto, che rende più affascinante l’avventura. Il periodo maggiormente favorevole al volo è quello invernale: se si pensa al principio stesso di sostentamento di questi aeromobili – che stanno in aria per la forza aerostatica, secondo la quale un gas riscaldato dà la forza ascensionale 32

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– associato alla calma dei venti, tipica condizione di questa stagione, se ne deduce che sono le migliori condizioni soprattutto per la fase più critica, ovvero l’atterraggio. Il personale a terra provvede poi al recupero ed al trasporto dei viaggiatori. Può capitare che sorvolando alcune valli esposte da est a ovest, con venti dominanti da nord, si possano avere effetti a spirale; succede ad esempio nella zona di Dobbiaco: arrivando all’altezza di tremila metri, accade quello che in gergo si definisce “l’effetto box”: si disegna la traiettoria di un anello e quindi si torna semplicemente indietro, riuscendo ad atterrare nel punto di decollo. Tra gli atterraggi particolari, sicuramente da ricordare, Danilo ricorda quello in zona val Badia: ad un certo punto il vento si è fermato ed il pallone con gli uomini sospesi sotto si trovava in una valle senza uscita, in ombra e con molto ghiaccio. Sopra questo bosco di abeti e di larici, il nostro pilota ha dovuto escogitare una strategia per uscire da quella situazione

INFO

È

in fase di costituzione una nuova realtà territoriale, che nasce dall'esperienza dell'associazione Volo Aerostatico Trentino; attualmente i termini di riferimento sono riconducibili a Comunicazione in volo, (www.comunicazioneinvolo.com), importante associazione con sede a Reggio Emilia. Per altre interessanti notizie del settore, è possibile consultare le pagine dell'Aero Club Terre Matildiche.

di stallo. L’intuizione è stata considerare l’elasticità del larice: schiacciando una di queste piante e sfruttando dunque l’effetto molla, la mongolfiera è riuscita – dopo vari tentativi – a spostarsi, spinta dopo spinta, sulla stradina poco lontana ed effettuare l’agognato atterraggio. Estasiati i protagonisti di quest’avventura, che in questo panorama di cristallo hanno sperimentato l’ebbrezza di un viaggio davvero singolare. Va comunque sottolineato che Danilo – in diciassette anni di attività – può contare sulle dita di una sola mano le situazioni particolarmente difficoltose. A questo punto sorge spontanea una curiosità: chi è il passeggero di mongolfiera? Chi desidera sperimentare questo particolarissimo tipo di volo? Il nostro pilota ne elenca varie tipologie: può essere la famiglia che festeggia un compleanno, la coppia che celebra un anniversario, anziani che provano anche questa esperienza, sportivi ed anche dei paracadutisti. Celebre il volo con a bordo Bepi Hoffer (noto paracadutista e base jumper), desideroso di collaudare una nuova tuta alare: decollati da Madonna di Campiglio, giunti ai quattromila metri, Hofer ed un suo pari si sono lanciati nel vuoto e – ripresi dalle telecamere - hanno realizzato una fenomenale planata, atterrando direttamente sulle piste innevate di Folgarida. Non è semplice attualmente praticare l’attività di pilota: le nuove direttive europee in materia di sicurezza (definite EASA), come in generale in tutti i settori, stanno mettendo alle strette le associazioni di volo aerostatico. La mongolfiera attualmente rispetta il disciplinare del volo aereo, alla stregua di aerei ed elicotteri per esigenze di adeguamento agli standard d’Europa. Gli appassionati di mongolfiera comunque ci sono, nonostante tutto. I piloti in Trentino sono tre, in Italia circa centoventi; e non dimentichiamo gli “sherpa”, ovvero gli addetti al recupero dei passeggeri nel luogo dell’atterraggio. Il fantastico mondo delle mongolfiere merita ancor oggi interesse ed attenzione, in virtù di quei versi che rievocano magicamente la sensazione del galleggiamento in aria: […] “E già l’audace esempio I più ritrosi acquista; Già cento globi ascendono Del cielo alla conquista” […] Una volta nella vita vale la pena di provare. Sempre che non ci si appassioni ■ e le volte diventino più di una.


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di Alice Manfredi

un viaggio al centro dei ricordi

La Valle dei Mocheni di settant’anni fa raccontata a chi oggi non ne ha nemmeno venti. Un progetto dal titolo emblematico, “Generiamo Memoria” per fare un salto (anzi, quattro salti...) indietro nel tempo

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e ragazze non andavano mica tanto in giro come fanno adesso.” “Ah no? E cosa facevano?” “Stavano a casa propria; a far la calza, a far la maglia o a filare. Ecco”. Era un mondo molto diverso da quello di oggi la Valle dei Mocheni di metà del secolo scorso. Un mondo dove al massimo ci si conosceva per le stradine del paese, scambiandosi due parole o semplicemente uno sguardo. “E poi nei giorni di festa, c’era il filò. Ci si incontrava in tre, quattro e si chiacchierava. Basta”. 34

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“Ah sì? E che altro?” “Ah bé, i ragazzi andavano sotto le finestre a fare le serenate o a Capodanno provavano a vincere la buona mano”. Sono stralci di interviste da cui fa capolino una società in cui i sentimenti e le relazioni prendevano vie diverse da quelle cui ormai siamo abituati. Sentieri meno visibili, difficili da scovare. I divertimenti, in una vita tutta dedicata al lavoro e alla famiglia, erano pochi. La divisione dei ruoli e dei compiti tra donne e uomini era rigida ed evidente a tutti. Afghanistan. India. Iraq. Quando si parla

della disuguaglianza tra donne e uomini, è facile pensare al lontano. Si tende a considerare la disparità tra i generi come qualcosa di esotico. A proiettare verso l’esterno – e meglio ancora verso l’estero – il sospetto che le figlie non abbiano le stesse opportunità dei figli; o almeno non allo stesso prezzo, in termini di fatica e impegno. Perché è più facile, comodo, rassicurante. Ma ha senso osservare quella che, con una espressione un po’ discutibile, chiaBeniamino Pallaoro con la fotografia della sua coscrizione


trentinoattualità miamo “questione di genere” anche qui. In una terra che spesso immaginiamo e descriviamo come avanzata su questi come su altri temi. E per vedere le cose con un minimo di prospettiva, senza andare troppo lontano, basta andare un po’ indietro nel tempo. Non di tanto: cinquanta, sessant’anni bastano. È sufficiente parlare con i nonni. E soprattutto con le nonne, ovviamente. Questa è l’intuizione di una giovane associazione – perché giovani sono i suoi membri – che si chiama Te@ e si occupa di “questioni di genere”, appunto. Gli animatori di Te@ hanno pensato di coinvolgere i ragazzi del “Gruppo Giovani di Sant’Orsola Terme” in uno strano progetto di intervista. Un progetto dal titolo emblematico,“Generiamo Memoria”, che li ha visti impegnati durante tutto questo 2013. Tra la primavera e l’estate, equipaggiati di telecamera e microfono, alcuni ragazzi e ragazze tra i quattordici e i diciott’anni hanno percorso in lungo e in largo la valle in cui vivono: la Valle dei Mocheni. Un’area che per anni è stata isolata e che ancora oggi è piuttosto periferica. L’obiettivo dei ragazzi era intervistare un gruppo di testimoni. Dieci persone dai 70 ai 103 anni.Di cosa hanno parlato questi abitanti della stessa valle divisi da diverse generazioni? Di cose e di temi che né i giovani intervistatori, né i meno giovani intervistati

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Margherita Pallaoro con il marito e i figli

avrebbero mai affrontato con i loro coetanei. Nemmeno con i parenti più stretti. Tanto è vero che durante la proiezione pubblica delle interviste qualche figlio cinquantenne si è stupito dei racconti – mai sentiti prima di allora – snocciolati davanti alla telecamera dai genitori. E qui sta l’altra intuizione efficace dell’associazione Te@: qual è il modo migliore per far parlare un nonno di questioni che normalmente evita anche solo di nominare? Non è difficile. È sufficiente metterlo in compagnia di uno o una che potrebbe essere suo nipote e il più è fatto. E così, nel corso di un’estate, nelle case

Un ambiente davvero originale che ricorda atmosfere nordeuropee, con ampi spazi, comodi divani e angoli adatti anche ai gruppi di persone, viene proposto un menu semplice nella sua particolarità. A farla da padrona infatti qui è la carne alla brace, in particolare argentina e americana, cotta sulla griglia in bella vista. Al “Bandus” non troverete la pastasciutta o le patate fritte, ma se qualcuno è alla ricerca di una tartare di filetto argentino o una tagliata di black angus americano accompagnata da patate al forno e verdure, allora è nel posto giusto. Le nostre pizze invece sono preparate secondo la ricetta tradizionale, con 48 ore di lievitazione naturale. Solo prodotti freschi, dalle verdure, al tonno, alla mozzarella fiordilatte o bufala che sia, non si fa uso di nessun prodotto surgelato e rigenerato e riscaldato al microonde; le stelline stanno poi diventando un must del locale. Da non dimenticare i dessert, preparati ogni giorno, come l’ormai famoso tiramisu al bicchiere.

e nei masi della Valle dei Mocheni – con una telecamera tra gli interlocutori – si è parlato di cose fondamentali nella vita di oggi come di ieri, ma di cui è tutt’altro che facile discutere. Si è parlato di sessualità. Di come ci si conosceva e poi si corteggiava la persona desiderata. E ancora, del rapporto con i figli, del parto a cui i mariti non si sarebbero mai sognati di assistere. E, sempre con la telecamera davanti, si è parlato anche di omosessualità. Il progetto – realizzato con la collaborazione delle associazioni di promozione sociale Eureka e Auser, della Fondazione Museo storico del Trentino e dell’Assessorato alle Pari opportunità della Provincia autonoma di Trento – ha dato vita ad un documentario. Un’ora e dieci di interviste, proiettate con successo ad ottobre davanti ad un’affollata – e coinvolta in prima persona - platea a Sant’Orsola. Un’ora e dieci di interviste che verranno portate ora in altri luoghi, come la Val di Fiemme, prima di approdare online. “Generiamo Memoria” ha inoltre dato vita ad una mostra, allestita di volta in volta nei luoghi di proiezione, con fotografie d’epoca e altri oggetti recuperati durante le interviste. All’interno, salta all’occhio la postazione con la “storia di Bruna”. Bruna Peroni è stata per tanti anni uno dei punti di riferimento della comunità di Sant’Orsola. Era l’ostetrica, una figura fondamentale oggi, come ieri.

I NOSTRI MENU DI NOVEMBRE PROFUMO DI MARE – Dal 31/10 al 10 novembre Spaghetti chitarra alla carbonara di mare Grostel di baccalà – Mousse di agrumi

SETTIMANA TRENTINA – Dal 13 al 17 novembre Strangolapreti – Polenta e coniglio Strudel di mele – Gelato e frutti di bosco caldi

SETTIMANA TOSCANA – Dal 20 al 24 novembre Ribollita I tagli della Chianina (Dall’Antica Macelleria Falorni) Cantucci con Vin Santo

TANGO E ASADO – dal 27/11 al 1 dicembre I tipici tagli di carne cotti secondo tradizione dei “Gauchos” Contorni dalle americhe (pannocchie, onion rings, feijoada) Dulce de Leche

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Margherita Pallaoro durante l’intervista

E nella mostra si racconta la sua storia. La formazione, l’arrivo in valle, il lavoro in questo luogo isolato in cui la sua presenza faceva davvero la differenza. Così come la storia di Bruna, molte cose hanno colpito i ragazzi coinvolti nel dialogo serrato con i testimoni di un altro tempo, per certi versi vicino, eppur con regole e atteggiamenti propri. A raccontarlo è Chiara Paoli, presidentessa dell’associazione Te@. “Tra le cose che hanno stupito i partecipanti ci sono sicuramente il numero dei figli che queste coppie avevano e il fatto che la cura della casa e di chi ci viveva era sempre appannaggio delle donne; ma anche l’invadenza e il ruolo della Chiesa nell’ambito della sessualità e più in generale le molte restrizioni alla libertà individuale”. Restrizioni alla libertà che emergono un po’ in tutti i racconti degli anziani. Emblematico in questo senso è il caso del ballo. Il ballo, uno dei pochi svaghi accessibili, in valle era però, a quanto pare, un divertimento tutt’altro che scontato e accettato da tutti. “Ho ballato qualche volta ma non tante perché il prete ti sgridava, non come adesso che suonano anche in Chiesa”, dice uno degli uomini intervistati. “Il prete nominava a messa le case dove si ballava, le scomunicava, non andava nemmeno a benedirle a Pasqua o a Natale”, gli fa eco un altro. Però c’era chi comunque il “male del ballo” ce l’aveva, come ammette una signora che racconta di essere stata persino disposta a far parte di una ben strana comitiva. In nove, pigiati in un auto sola, avevano raggiunto di nascosto Palù per trovare una sala da ballo; per poi essere puntualmente richiamati dal pulpito nella prima funzione domenicale. Eppure in quel tempo non lontano dove 36

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la libertà di fare ciò che si desiderava era tutt’altro che scontata, c’erano anche, ovviamente, aspetti positivi. O almeno così dicono i giovani intervistatori che ne indicano uno su tutti e cioè “l’impegno che allora le persone mettevano all’interno della vita insieme”. “Generiamo Memoria” è stata insomma un’esperienza, in cui chi ha partecipato ha potuto osservare quanto cose che diamo per scontate e riteniamo costanti siano in realtà in mutamento. Il rapporto tra le donne e gli uomini è sociale. È culturale. È cambiato e può cambiare. Lavorando perché cambi in meglio, possibilmente. E non solo in Afghanistan, India o Iraq. Ma anche qui. Parlando con la presidentessa di Te@ si capisce che il progetto è stato un’esperienza formativa non solo per i ragazzi. Anche i formatori hanno imparato a non

dare nulla per scontato. “Ci ha colpiti – ha specificato Chiara Paoli – il fatto che anche in queste interviste emerga una contromemoria; a volte questi racconti sembrano una voce unica, ma non è così.” C’è sempre qualcuno che va fuori dal coro, qualcuno che sta sotto o sopra le righe. Come Ines. Ines che ha instillato il dubbio proprio su uno degli argomenti più delicati. Quando gli altri intervistati assicuravano che, ai loro tempi, in Valle dei Mocheni “casi di omosessualità”, parole testuali, non ce n’erano mai stati, Ines ha aperto uno spiraglio verso un’altra realtà dai contorni meno netti. Sì perché, se è vero che si sapeva tutto di quello che avveniva in paese, quel che accadeva nelle case o nei masi sperduti tra i prati nessuno lo può sapere – ha precisato Ines. E se visioni diverse emergono sulle questioni più delicate, figuriamoci cosa accade per quelle più frivole. Ancora una volta al centro della scena c’è il ballo che sembra dividere egualmente gli animi. C’è chi sostiene di non esserci mai andato – e soprattutto andata – per i più svariati motivi. I genitori severi; i figli; perché il prete non voleva; perché si era sposati. Ma c’è anche chi “il male del ballo” ce l’aveva e non ci avrebbe mai rinunciato per nessun motivo. “Generiamo Memoria” è insomma un progetto che ha permesso di creare legami. Legami tra persone di generazioni diverse che abitano una stessa terra. Legami che hanno consentito di fare emergere racconti mai ascoltati prima. Racconti che hanno tutto il diritto di essere condivisi. ■

La proiezione pubblica del 4 ottobre scorso, a Mala di Sant’Orsola



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tutto un altro mondo

di Silvia Conotter

Quando l’insegnante prendeva i voti

1952: la prima comunione con le maestre

La maestra Maria Candida, 88 anni, ricorda quando le chiacchiere di paese influivano sul giudizio del direttore scolastico, la fatica con le “pluriclassi” e quei dieci chili di grostoli che le valsero l’elogio...

“U

na volta anche la maestra veniva giudicata: a fine anno, dal direttore della scuola. Io ero considerata una maestra molto brava, tant’è che dopo l’avvio dei primi anni avevo ricevuto un “ottimo” dietro l’altro. Solo a Romarzolo, nei pressi di Arco, fui declassata con un buono. Avevo 27 anni e un’amicizia con un professore della mia età, che veniva ogni tanto a cena e si fermava fino alle 23. Uno

scandalo che spinse i paesani a fare la spia al direttore, che addirittura convocò entrambi a rispondere di questo terribile capo d’accusa”. Maria Candida Gallina, sposata Gadotti, ha insegnato per 38 anni in tutto il Trentino, terminando la sua attività con ben 20 anni scolastici consecutivi alle Nicolodi di Trento. Maestra ricordata con affetto e rimpianto, alla soglia dei 90 anni esce tutti i giorni dalla sua casa di via Palermo parte-

cipando attivamente alla vita del quartiere e fermandosi a chiacchierare volentieri con ex alunni e genitori. Signora Maria Candida, quando cominciò ad insegnare? Nel 1945. Nel 1940 mio padre, magistrato, andò in pensione ed acquistò un appartamento in via Malfatti, che allora era periferia e zona delle belle case di Trento. Io avevo frequentato le magistrali, quattro anni di inferiori a Bolzano e Maria Candida Gadotti, oggi

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L’elogio del Direttore, datato 10 marzo 1954: “quel giorno in occasione del Carnevale” ricorda Maria Candida, “preparai un migliaio di crostoli, ero unta fino alle punte dei capelli!”

tre di superiori al Rosmini, ma come mia sorella non avevo mai lavorato perché era consuetudine restare a casa, se si era “di buona famiglia”. Quattro anni più tardi Trento fu oggetto di un tremendo bombardamento, che provocò nel nostro stabile tre morti. Perdemmo tutto e ci trasferimmo in Val di Sole, mia terra natale. Proprio lì cominciai a lavorare, spostandomi da un paese all’altro. Nel mio certificato di servizio sono presenti moltissime sedi: tutta la val di Sole, l’Alto Garda, Vigo Meano, Borgo Valsugana, Fiera di Primiero... ogni due anni dovevo cambiare, finché ho vinto un concorso e sono venuta a Trento. Cosa ricorda dei primi anni?

Eravamo coinvolti appieno nella vita delle famiglie. La maestra una volta era considerata un’autorità, il Vangelo. Io poi non mi sono assentata mai: neanche un giorno di malattia, ero sempre presente. Se avevo bisogno di parlare con i genitori scrivevo sul “libretto di collegamento” e li convocavo per un colloquio: non davo punizioni, ma sapevo come convincere gli alunni ad ubbidire. Nei paesini ero un punto di riferimento anche per gli adulti, che venivano da me per scrivere una lettera o per farsi spiegare delle pratiche. E quando c’era una festa, tipo la Prima Comunione, tutte le famiglie dei bambini mi invitavano a pranzo o a cena...ci mettevo più di una settimana a presenziare! Ero l’unica maestra, a volte addirittura anche per più classi: insegnavo tutte le materie, ginnastica compresa. Solo l’ora di religione era affidata al parroco, che veniva due volte alla settimana. Ricordo con soddisfazione che i bambini quando finivano le elementari mi chiedevano perché non potessi andare con loro alle medie. Lì vivevano di rendita, grazie al lavoro che avevamo fatto durante i 5 anni. Era un lavoro impegnativo? Sì, ma mi piaceva moltissimo. Pensi che i primi due anni di insegnamento avevo cinque o sei classi contemporaneamente. Le pluriclassi implica-

La Calzoleria

vano la presenza nella stessa aula di bambini di età diverse, che quindi seguivano un programma specifico. Le lezioni si dividevano in “dirette” o “indirette”: mentre seguivo un gruppetto di coetanei gli altri scolari eseguivano alcuni esercizi da soli, generalmente di scrittura o di calcolo. Dopo mezz’ora passavo ad un altro gruppo e così via, a rotazione. Era un sistema che implicava una lunga preparazione, ma non c’era alternativa. Come si spostava? Con la corriera, ma anche a piedi. Quando andai ad insegnare nei paesini di Termenago, Castello, Ortisè e Menàs, dai 900 metri di altitudine di Pellizzano si passava ai 1500. Anche avessi avuto la macchina non c’era ancora una strada, quindi mi attendeva un’ora e mezza di cammino in salita. Allora ero robusta, ma quell’anno persi dieci chili tra lavoro e camminate avanti e indietro. Ricordo anche che era l’inizio degli anni Cinquanta - lassù era appena arrivata la luce elettrica e nessuno aveva mai visto una radio. Non appena arrivò il giovedì, giorno di vacanza, scesi fino a Pellizzano e poi a Malè in corriera; comprai una radio, che allora erano enormi e di legno, me la caricai in spalla e tornai in paese. La sera venivano i compaesani a casa mia e gli adulti, spaventati, chiedevano da dove venisse quella voce.

In gita sulla neve

Un po’ come adesso mi sorprendo io nel vedere internet e tutto quello che si può fare con un computer: addirittura parlare con persone situate dall’altra parte del mondo! Il giovedì non si andava a scuola. Com’erano gli orari scolastici? Per tanti anni si andava a scuola dal lunedì al sabato, sia la mattina che il pomeriggio, tranne appunto il giovedì. Nei paesini c’erano orari tarati in base alle esigenze delle famiglie: dalle 8 alle 11, dato che si mangiava presto, e poi dalle 13 alle 15. Poi si è passati alla settimana intera, con i pomeriggi nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì e tre ore il sabato mattina. Erano sempre 25 ore a settimana, ma distribuite in modo diverso. I compiti? Li davo solo il mercoledì e il sabato. A pranzo ovviamente tutti andavano a casa loro a mangiare, non c’erano mense. Com’era il programma? Facevamo tanti esercizi di scrittura, ortografia, grammatica, ma trovavamo sempre il tempo di preparare i lavo-

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Il Certificato di servizio di Maria Candida

retti di Natale, di Carnevale o qualche decorazione tipo i fiori di carta crespa. Le scuole terminavano attorno al 20 di giugno e cominciavano il primo ottobre in tutta Italia, ma gli insegnanti all’inizio di settembre entravano in servizio per qualche giorno per preparare la programmazioNegli anni Cinquanta in gita con scolari e colleghe

ne annuale, cui seguiva quella mensile e giornaliera, con il dettaglio giorno per giorno. Il direttore scolastico veniva in classe tre o quattro volte all’anno, oltre alla visita finale, sedendosi tra gli alunni e assistendo alle lezioni. Ascoltava quello che dicevo, interrogava i bambini, controllava tutta la documentazione. Però era una figura che sapeva essere anche riconoscente. Vero. Guardi quest’elogio, datato 10 marzo 1954: quel giorno in occasione del Carnevale preparai un migliaio di crostoli, ero unta fino alle punte dei capelli! Chiesi aiuto in cucina a qualche alunna e impastai da sola a mano i grostoli con 10 chili di farina, friggendoli al momento. Ore e ore a preparare i michetti d’impasto da mezzo chilo e poi via nell’olio bollente. Fu una grande festa e l’elogio del direttore, ma anche i commenti di chi li mangiava, fu la ricompensa di tanta fatica. Maria Candida non si sbilancia troppo nel commentare i cambiamenti che hanno attraversato il mondo della scuola in questi decenni, ma è evidente che le trasformazioni sociali, unite alla scomparsa della maestra unica e l’aumento spropositato degli aspetti burocratici, abbiano modificato irreversibilmente il rapporto tra maestri ed alunni. E chiunque abbia avuto una maestra “di una volta”, come Maria Candida, ve lo saprà spiegare in due parole. E qualche sospiro. ■

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la necessità aguzza l’ingegno La crisi economica che ha messo in difficoltà le aziende trentine, non ha risparmiato nemmeno le realtà no profit e le associazioni di volontariato. spingere a cercare modi e strategie per non cedere alla negatività del momento. È quello che sta succedendo a Pergine, per iniziativa di alcune realtà cooperative e di volontariato che operano sul territorio

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l mese scorso è stato inaugurato C.R.E.A., il Centro Riuso ed Educazione Ambientale. Si tratta di uno spazio che favorisce il riuso degli oggetti ancora in buono stato, integrando di fatto la funzione del Centro di Raccolta Materiali comunale gestito da A.M.N.U., anch’essa partner del progetto. L’iniziativa, promossa dal Comune di Pergine Valsugana, è finanziata dalla Provincia, dalla Comunità di Valle e dalla Cassa Rurale di Pergine. La sfida è quella di promuovere una cultura della sostenibilità che possa aiutare a ridurre i rifiuti e a riutilizzare, per quanto possibile, gli

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Il centro di Riuso di Pergine La Direttrice di CS4, Nicoletta Molinari e il Presidente, Mauro Svaldi

oggetti in modo da ridurre i costi e gli sprechi per le famiglie. Il Centro è gestito in collaborazione dalle due associazioni che hanno raccolto i bisogni dei cittadini sull’argomento: A.U.S.E.R. e Gruppo Famiglie Valsugana, supportate in questo dalla Cooperativa sociale C.S.4. Un ulteriore aspetto positivo è che alla gestione del Centro parteciperanno anche alcuni utenti del laboratorio occupazionale di Brazzaniga, appartenente alla Cooperativa C.S.4. C’è molta attesa e molta soddisfazione intorno a questo progetto, come traspare dalle parole del presidente di C.S.4. Mauro Svaldi: “L’apertura del Centro Riuso ed Educazione Ambientale è un fatto molto significativo perché le Cooperative Sociali devono essere sempre più un patrimonio del-

la comunità dove operano. La nostra Cooperativa è sul territorio ormai da 25 anni e nel tempo si è molto ingrandita e consolidata, non per essere un bene esclusivo di pochi, bensì una risorsa per tutta la comunità. Per questo, quando ci è stato proposto di collaborare a questo progetto, è stato naturale dire di sì”. Anche la direttrice Nicoletta Molinari è della stessa idea: “A Pergine sta nascendo un circolo virtuoso che, anche se impegnativo da alimentare e mantenere per le differenze delle realtà coinvolte, è una scommessa nella quale crediamo molto, soprattutto per il prossimo futuro che ci vedrà tutti alle prese con una drastica riduzione delle risorse e con i nuovi bisogni che si affacciano all’orizzonte”. Pergine C.R.E.A. è un ottimo esempio di questo tipo di collaborazione, perché nessuno dei tre soggetti, singolarmente,

ne potrebbe sostenere la gestione. Le diverse risorse che ogni realtà mette a disposizione sono complementari e tutte necessarie: risorse organizzative, umane e materiali, know-how, professionalità, reti di contatti ed esperienze. Un insieme di possibilità che, creando un valore aggiunto, accrescono il valore specifico del progetto. C.R.E.A. è a Pergine Valsugana in via Cesare Battisti 34 ed è aperto al pubblico il lunedì e il martedì dalle 9 alle 12, il mercoledì dalle 16 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 12. La consegna degli oggetti si può invece fare il lunedì dalle 12 alle 14, il mercoledì dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 10. A Pergine c’è però un’altra iniziativa che sta cercando di ridurre i disagi causati dalla crisi in atto e anche in questo caso il mondo C.S.4. ne è protagonista. La Cooperativa si occupa di integrazione sociale e di promozione delle capacità di persone diversamente abili: nei servizi svolti presso le proprie sedi, coinvolge circa 140 utenti e 35 educatori. Si tratta di molte persone che, frequentando quotidianamente i tre centri socio educativi, i quattro laboratori occupazionali, e il progetto “Bottega della Fantasia”, si muovono sul territorio con gli automezzi sociali. La Cooperativa da qualche anno ha firmato un contratto di comodato con il Gruppo Sportivo Valsugana Trentino per l’uso condiviso dei veicoli sociali

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trentinoattualità perché le due realtà avevano notato che spesso i loro automezzi venivano dismessi per vecchiaia ma non per una reale usura provocata dal numero di chilometri percorsi. Infatti i centri della Cooperativa sociale C.S.4. sono aperti dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 16 mentre il Gruppo Sportivo Valsugana Trentino, che ha 380 tesserati tra atleti, tecnici e dirigenti e che in un anno solare partecipa a circa 200 giornate di gara, svolge le sue attività principalmente dopo le 17 e soprattutto nel fine settimana. Questo vuol dire che i mezzi della Cooperativa sociale C.S.4. risultavano inutilizzati proprio nei momenti di maggiore necessità del G.S. Valsugana e viceversa. E qui è nata l’intuizione: creare una rete per permettere a entrambe le realtà di svolgere regolarmente le attività, evitando nello stesso momento lo spreco delle risorse anche in un momento di crisi come quello attuale. Gli automezzi hanno iniziato a venire usati a tempo pieno con il semplice riconoscimento di un conguaglio sotto forma di rimborso chilometrico da parte di chi li usava di più. Da questo tipo di collaborazione C.S.4. e G.S. Valsugana sono uscite con la convinzione che un’idea del genere poteva essere di esempio anche per altre associazioni che operano in ambiti diversi, in modo da aumentare l’aiuto e la collaborazione tra il mondo sociale e quello sportivo. Questo ragionamento,

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L’automezzo condiviso, davanti alla sede della Cooperativa Sociale CS4

riportato ai vertici della Cassa Rurale di Pergine, ha convinto il C.D.A della stessa a concedere un contributo per l’acquisto di un furgone a nove posti che ora è usato da entrambe le realtà ed è diventato in pratica un bene della comunità. In questo modo, nel caso se ne presentasse la necessità, si è creato anche il presupposto per un utilizzo del furgone sia da parte dell’Istituto di Credito Cooperativo, sia da parte delle amministrazioni locali. La Cooperativa sociale C.S.4. ha in seguito intrapreso lo stesso percorso con il Basket Pergine e l’Orienteering Pergine. Sono invece di più recente condivisione i contratti di comodato tra la Cooperativa sociale C.S.4. e l’A.U.S.E.R. di Pergine, il Coro Genzianella e la Fersen Triathlon che, non avendo un mezzo proprio, possono comunque averne uno a disposizione riconoscendo una quota di partecipazione per il chilometraggio percorso.

La cultura della collaborazione Sentiamo ancora il presidente di CS4 Mauro Svaldi: “Anche quello dei mezzi condivisi è un tema che sentiamo molto e nel quale affondano le nostre radici. Condividere beni e risorse, ha una valenza sia dal punto di vista economico, visto che è una cooperazione tra individui e tra diverse realtà, sia da un punto di vista ambientale, nel senso che riutilizzando i beni si contiene il consumo (e spesso lo spreco) delle risorse della terra. Questa può essere vista come una forma di cooperazione con le generazioni future, un modo cioè per cercare di non consumare ora risorse che saranno necessarie ai nostri figli”. Chiudiamo con la direttrice Nicoletta Molinari: “Crediamo molto nella cultura della collaborazione che permette di moltiplicare le disponibilità a risorse invariate e consente di sperimentare le iniziative ripartendo rischi e oneri fra più soggetti. Nella gestione delle iniziative, in caso di difficoltà temporanee, ci può inoltre essere un ruolo di supplenza reciproca. E al venir meno della disponibilità di uno dei soggetti l’iniziativa può comunque proseguire”. Non c’è che dire: a Pergine Valsugana la necessità aguzza l’ingegno e in questo caso permette anche di svolgere attività sociali e sportive la cui ricaduta economica e morale lascia tracce all’interno dell’intera comunità. ■


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Il “collezionista”

La Storia in una stanza

di Annalisa Borghese

Dario Colombo fra alcuni caratteristici copricapi dell’esercito austro-ungarico utilizzati fino al 1915. Sullo sfondo un manifesto di fine Ottocento realizzato per la chiamata alle armi dell’esercito americano, acquistato presso un rigattiere dell’Arizona.

Della sua passione dice: “raccogliere e collezionare non sono per niente la stessa cosa”. da un mercatino argentino o da internet, gli oggetti di dario colombo trasudano storia e parlano di epoche lontane e di viaggi inenarrabili tra i precedenti proprietari

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FOTO CORRIERE DELLA SERA

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Dario Colombo si appassiona al racconto fin dalle prime battute. I ricordi sono ordinati, parole e pensieri tengono lo stesso passo. «Tendo a dare un’anima alle cose che mi parlano. Gli oggetti della memoria mi aiutano a capire la storia oltre a nutrire l’aspetto affettivo». Non sorprende che la sua collezione spazi fra diversi generi e non sia catalogabile. Dai cimeli asburgici dell’epoca dei nonni materni, vissuti in Trentino quando era terra austriaca, ai tanti oggetti ricevuti in regalo dai campioni dello sport, del calibro del cestista americano Michael Jordan e del pilota di Formula 1 Michael Schumacher, a pezzi singoli che non c’entrano né con l’uno né con

FOTO CORRIERE DELLA SERA

«W

ould you like some? (Ne vuole qualcuno?, ndr)». « E come potevo dire di no di fronte ad un cesto ricolmo di cartoncini colorati che aveva catturato il mio occhio?!». Avrebbe potuto eccome, ma senza esitare ne ha preso una manciata a ricordo dei tanti aeroporti dove aveva transitato negli Stati Uniti, inviato da una costa all’altra del paese. I cartoncini stavano ad indicare la destinazione dei bagagli, un colore per ogni città. La hostess non immaginava che sarebbero stati incorniciati uno accanto all’altro, come tesserine di un puzzle, in bella mostra nella cucina di un giornalista italiano che aveva girato il mondo.

l’altro. «In un mercatino di Buenos Aires ho adocchiato dei vecchi spartiti di tango argentino. Non che mi fosse venuta voglia di collezionare anche quelli, ma ne ho comperati ugualmente un paio perché avevano una grafica molto curata e armoniosa e nell’insieme appagavano l’occhio». Dei cinque sensi, la vista è quella che gli trasmette maggiori emozioni. D’al-

In alto copricapi e elmetti asburgici. Sotto, alcuni ricordi sportivi


trentinoincontri

Ritratto in divisa di Francesco Giuseppe, a capo di uno dei regni più lunghi della storia (1848-1916). Fra i copricapi dell’esercito imperiale il Pickelhaube, tipico elmo a punta usato dalla metà del XIX secolo fino alla Battaglia della Marna nel 1915. L’anno successivo venne sostituito dall’elmetto in acciaio.

La maglia originale del più grande cestista di tutti i tempi, l’americano Michael Jordan

FOTO CORRIERE DELLA SERA

tronde Dario nasce fotografo oltre che giornalista e per anni ha corredato i suoi pezzi di fotografie scattate da lui stesso affinando così l’osservazione, necessaria nel “dialogo” non solo con le persone, ma anche con le cose. Un dialogo che per un collezionista diventa ricerca. «Occorre distinguere fra raccogliere e collezionare. Non sono sinonimi. Raccogliere è un gesto imme-

diato mentre invece non si può cercare ciò che non si conosce. Il collezionista è un ricercatore. È colui che cerca». Allora cercare è più bello che trovare? «Sì perché cercare significa ricostruire la storia di un oggetto, fare collegamenti, comprenderla, diventare più ricchi dal punto di vista umano e culturale». Nella fase di ricerca anche internet può andare bene, nonostante il fascino di un mercatino all’alba, quando incominciano ad aprirsi gli scatoloni, sia insostituibile. Ma se si sa cercare, una cosa non esclude l’altra e la Rete diventa una “miniera da conoscere”. «Di recente, proprio in internet ho scovato una raccolta di quotidiani degli StaMicrofoni degli anni Trenta del secolo scorso quando la Rai si chiamava EIAR

ti che appartenevano all’Impero, degli anni della Grande Guerra. La cedevano ad un prezzo irrisorio. A volta si trovano delle occasioni più uniche che rare come il piano originario della battaglia di Bezzecca, anche questo acquistato poco tempo fa ad un prezzo incredibile con mia grande soddisfazione». Piccole storie dentro una storia più grande, gli oggetti della collezione di Colombo possono avere questo fil rouge che tiene insieme passato e presente, memoria e gratificazione, interesse e passione, professione e affetti. Così, accanto alla storica borraccia del nonno ritrovata nel fienile della casa in Val di Ledro, dove tuttora ama tornare lasciando non appena possibile il capoluogo 47

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trentinoincontri trentinoattualità

Il pallone con cui nel 1987 l’Armani Jeans, una delle squadre più titolate del basket europeo, vinse scudetto, Coppa Italia e Coppa Campioni e il pallone della finale del campionato universitario americano con le firme della squadra vincitrice della Michigan University. In mezzo il casco del pilota Rubens Barrichello e i guanti indossati da Michael Schumacher al GP all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelli. Da notare l’assenza di marchi pubblicitari, tolti per volontà dello stesso Schumacher in segno di lutto.

Alcuni quotidiani in lingua originale degli anni della Grande Guerra.

lombardo, ci stanno, fra le altre cose, i soldatini asburgici da lui stesso dipinti con resine e colori acrilici. Esisteranno degli oggetti inutili per un collezionista che trova un’anima nelle cose? E degli oggetti superflui? «Superfluo è un concetto relativo. Nella mia casa in montagna conservo alcune podete per tagliare la legna. Non ricordo esattamente da dove vengano, ma certo non le ho comperate. Una basterebbe e forse le altre possono essere considerate superflue, io però le uso tutte. Inutile invece è ciò che non mi dà nessuna emozione. Le automobili, ad esempio. A me non comunicano nessuna emozione, sono semplicemente un mezzo per spostarmi da un posto all’altro e una volta esaurito lo scopo, diventano in un certo senso inutili. Un paio di scarpe consumate, al contrario, è un dispiacere per me buttarle via. Anche se non posso più farle riparare ed effettivamente sono da buttare e quindi non più utili, mi ricordano la strada percorsa, mi dicono ancora qualcosa». Immancabile, nella scelta degli oggetti, la cosiddetta deformazione professionale per cui una carta da lettere è preferibile ad una scatola di fiammiferi 48

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e una raccolta di quotidiani è molto più appetibile di un abito vintage che non considera neppure come oggetto da collezione. «Una delle prime cose che ho cominciato a conservare è stata la carta da lettere degli alberghi in cui alloggiavo. Come inviato speciale ho avuto il privilegio di pernottare in hotel di prestigio e quella era un must da portare a casa. Alcune erano graficamente molto belle e poi nutro un certo amore tattile per la

madre trentina papà brianzolo

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amma trentina e papà brianzolo, oltre trent’tanni di carriera nel mondo del giornalismo sportivo fra carta stampata, radio e tv nazionali, Dario Colombo è stato direttore di RADIOSPORT-Radio RAI1, Tele+ (attuale SKY) e agenzia Datasport ed è stato tra i fondatori di Radio 24-Il Sole24Ore. Autore di numerose pubblicazioni sulla storia dello sport, ha curato la realizzazione del filmato ufficiale per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2004 e ha diretto l’ufficio stampa della NBA Live Tour Rome nel 2007. Amministratore unico della NEW COL s.r.l., agenzia di comunicazione e marketing che annovera fra i suoi clienti più prestigiosi RCS SportLa Gazzetta dello sport e NBA, si divide fra la Val di Ledro e Milano.

Alcuni cartoncini per i bagagli usati per i voli interni negli Stati Uniti.

carta che mi ricollega immediatamente al piacere di scrivere. Quando, a distanza di anni, le riprendo in mano, e sono davvero tante, riaffiora il ricordo di un evento sportivo, un’intervista, il grazie e la stretta di mano di un campione. Momenti indimenticabili, fra cui alcuni hanno fatto la storia dello sport». L’ amore per la carta, d’altronde, quella stampata, c’era già prima dell’idea della collezione, quando conservava con cura i numeri di Epoca che raccontavano dello sbarco sulla Luna e quelli del prestigioso settimanale americano TIME, a documentazione della guerra in Vietnam, accanto alla “Domenica del Corriere” dell’anno di nascita dei suoi genitori come dire che ciascuno di noi è una storia che si intreccia con la storia del mondo. ■



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di Renzo Francescotti

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ado a trovare Marco Morelli nel suo appartamento, nella zona Nord di Rovereto. Di Morelli noti se non famosi in Trentino ce ne sono diversi: giornalisti come lo scomparso Manlio e il rimpianto Adriano, conosciuto nazionalmente anche per le sue telecronache ciclistiche; o Renato, autore di filmati premiati nonché musicista; o Giuseppe, botanico, organizzatore di eventi e intelligente ristoratore. Ma stavolta parliamo di Marco, artista che con il giudicariese Luigi Carnessali (scomparso prematuramente) e l’arcense Fra’ Silvio, compone un tris di scultori appartenenti al clero. Dunque. Il Ceppo dei Morelli viene da Canezza, paese all’imbocco della Valle dei Mocheni, che di mocheno – nel senso di discendente dall’antico germanico – ha ben poco, dato che lì la maggior parte dei cognomi è italiana e la lingua in paese non si è quasi mai parlata. Pare che il primo “Morelli” sia arrivato dalla Valtellina a Canezza nel 1500. E in questo paese è nato nel 1942 un suo lontano discendente, Marco Morelli. Sino a undici anni ha sgambettato pascolando vacche e capre: poi è entrato in Semi-

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Un innato bisogno di verità per marco morelli, Tutto cominciò in quinta elementare: Assieme alla vocazione per il sacerdozio, arrivò quella per la scultura. Dopo un’appassionata lezione scolastica su michelangelo buonarroti nario a Trento, continuando comunque nei mesi di ferie estivi a pascolare animali e a dare una mano in campagna e nel bosco. Poco prima di entrare in Seminario, frequentando la quinta elementare, assieme alla vocazione per il sacerdozio aveva scoperto quella per la scultura: il giorno che il maestro Prada aveva spiegato ai suoi alunni Michelangelo. Marco ne rimase colpito, improntato. E cominciò a impastare piccole figure con la creta rossa che trovava vicino al paese. Quanto a Michelangelo, è stato da lui studiato come nessun altro; disegnato, copiato nelle opere, perfino riprendendo elementi dei suoi affreschi e trasformandoli in sculture a bassorilievo. O riproducendo (ovviamente in piccolo) sue sculture, come la Pietà del Duomo di Firenze, in mostra nel suo soggiorno. Dopo il liceo classico e il Corso di Teologia a Trento, Marco diventa sacerdote nel 1967 e si laurea in filosofia. Insegna per trentacinque anni ai licei di Trento e Rovereto: prima religione; poi filosofia, storia, storia dell’Arte. Fino alla pensione, arrivata nel 2009, dopo aver insegnato per 42 anni. Don Marco, o il professor Morelli o lo scultore Marco Morelli (come lo vogliamo

chiamare) dal 1970 abita nella città dove era arrivato come cappellano nella parrocchia di Santa Croce (per insegnare nei licei di Trento ha fatto a lungo il pendolare). La sua prima commissione pubblica fu quella per la chiesa di Santa Croce in cui era cooperatore: una chiesa che era stata costruita come cappella cimiteriale, ampliata e divenuta chiesa parrocchiale. Mancavano tutti gli arredi liturgici e fu il nostro don Marco, a trent’anni, sentendosi maturo per farlo, a realizzarli, scolpendoli in legno: un grande crocifisso in legno di cirmolo; l’altare con al centro la Cena di Emmaus, su un lato una figura che rappresenta l’angoscia, ambientata in uno spazio urbano; sull’altro lato il Cristo flagellato. Si tratta di una scultura figurativa a cui Morelli rimarrà sempre

fedele, mai facendosi tentare dall’astratto. C’è una ragione sostanziale per cui gli artisti contemporanei come Morelli, che operano nell’ambito del sacro, pur suggestionati in qualche caso dall’astrazione, utilizzano però di norma la figurazione, anche se con gusto moderno. La ragione sta nella necessità di farsi capire dai fedeli, dal parrocchiano colto all’operaio, dalla vecchietta al bambino. Le sue prime opere pubbliche di arte sacra sono quelle di un autodidatta. Tuttavia Morelli possiede una manualità innata e ha studiato a fondo (anche per la necessità di insegnarla) la storia dell’arte. Predilige scultori come Donatello, Michelangelo, Bernini. Quelle sculture nella chiesa di Santa Croce a Rovereto sono le prime di una striscia sorprendente che documenta


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la produzione pubblica d’arte sacra di questo scultore: sono altari, amboni, tabernacoli, fonti battesimali, rilievi di scene bibliche, plasmati nel legno, nel marmo, nel gesso, nella creta, nel bronzo. Nel bronzo – splendido e usato sin dall’età che da questa lega di rame e stagno prende il nome – ha fatto fondere le sue sculture nella Fonderia Brustolin, sulla via che porta da Verona a Peschiera, incrociandovi famosi scultori come Winkler. Impossibile passare in rasse-

gna tutta la sua produzione pubblica di scultura sacra: ne faccio solo qualche esempio. A Trento (1983), nella cripta del Duomo, una crocefissione in bronzo originalmente disposta all’interno di un disco che nella parte superiore fiorisce di spighe. Nella chiesa di Cristo Re (1986-’89), una Via Crucis in cirmolo e il fonte battesimale in bronzo. A San Martino di Castrozza (1987), le formelle in bronzo sul fonte battesimale con tre scene bibliche tra cui il Mosè che colpisce la roccia. Molto recente, del 2010 è una grande opera collocata nel Cimitero Monumentale di Milano. È un monumento funebre composto da due stele in marmo greco che raffigurano una madre che va incontro a una bambina. La madre, morta prematuramente, è stata scolpita con aspetto giovanile, come se la ricordava il marito quando se n’era innamorato. Questo per la produzione della cosiddetta arte sacra, di quello che voglio chiamare don Morelli. Ma quello che voglio nominare come Marco Morelli ha anche scolpito

molte opere diciamo “profane” o, se preferiamo “laiche”, prediligendo i soggetti musicali (violinisti, violoncellisti, flautisti, arpisti, da soli o riuniti in orchestra). Così come ha plasmato, in legno e in bronzo, scene di lavoro con muratori e boscaioli, che sono quelli rappresentativi della sua infanzia a Canezza. Su questo versante la sua opera più importante è probabilmente la “Convivialità” (1984), un’ampia opera fusa in bronzo, composta da decine di figure, collocata nella Cassa Rurale di Villa Lagarina. Lo scultore vi si conferma molto abile a scolpire scene composte di molte figure, viste con occhi cordiali e allo stesso tempo severi: perché la vita dell’uomo, con il suo lavoro, con il suo bisogno di eticità e di spiritualità, è una cosa seria. E lo scultore Morelli esprime questi valori con uno stile che è allo stesso tempo classico e moderno, mai inseguendo mode o “ismi”, ma solo il suo bisogno di verità. Appare infine abbastanza stupefacente che questo artista abbia trovato il modo,

oltre che di fare il prete e il docente, di esporre in trenta mostre personali e svariate collettive; abbia prodotto, tra piccole e grandi, qualcosa come più di 700 sculture, di cui 200 in legno, 250 in bronzo, 200 in terracotta e gesso. L’ultima sua personale l’abbiamo potuta ammirare quest’anno, in molti, nella Badia di San Lorenzo a Trento. Chi scrive vi ha ammirato una scultura in bronzo di notevole freschezza e originalità che raffigura l’interno del Duomo di Trento in costruzione. La sacralità del luogo e l’etica del lavoro, della creatività, riunite assieme a celebrare sia il sacro che il ■ profano.

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trentinoattualità

di Alice Manfredi

Heidi Gronauer

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elig è un film del 1983 scritto, diretto e interpretato da Woody Allen. Il protagonista è Leonard Zelig, un uomo affetto da una strana malattia. I suoi tratti psicosomatici variano a seconda dell’ambiente in cui si trova. Insomma Leonard è una versione patologica e visibile del conformista. Zelig è, da certi punti di vista, un film sull’identità, sulle questioni legate al mantenimento o al mutamento di questa categoria umana. Un film che ha ispirato una Scuola di documentario, televisione e nuovi media che si chiama, appunto, ZeLIG. Questa scuola si trova a Bolzano, una città che, nella sua storia, di questioni legate all’identità ne ha affrontate parecchie. ZeLIG – la scuola questa volta – nasce nel 1988 come risposta ad un’esigenza del mercato di allora. Gli anni ‘80 sono infatti quelli del boom delle televisioni locali e ZeLIG si propone come fucina in grado di preparare e sfornare tecnici televisivi. Ma una caratteristica distintiva di questa realtà, che rispecchia in questo il suo personaggio ispiratore, è l’essere versatile. Un po’ camaleontica, si potrebbe dire. E, infatti, verso metà degli anni ‘90 la funzione della scuola cambia per 52

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CIAK, SI VA A SCUOLA Alla ZeLIG di Bolzano si studia da registi, cameraman, montatori. nasce nel 1988 come risposta al boom delle televisioni locali rispondere di nuovo alle mutate esigenze del mercato di riferimento che però questa volta è quello europeo. Con lo sviluppo di nuovi canali televisivi tematici servono nuove figure e ZeLIG si orienta al documentario, genere che gli studenti attuali continuano ad approfondire e cui contribuiscono con i loro lavori. Il percorso di formazione in questa scuola, molto conosciuta e apprezzata, dura un triennio e le selezioni degli studenti ammessi avvengono solo ogni tre anni. Questo, il 2013, è l’anno giusto per gli aspiranti registi, cameraman e montatori; è l’anno in cui inizia la selezione per il percorso 2013-2016.

“Ogni volta riceviamo circa un centinaio di domande” spiega Heidi Gronauer che dal 1990 dirige la scuola. Dopo la selezione però, sono solo trenta gli studenti che possono intraprendere il percorso proposto da ZeLIG. Non esiste un limite di età per la frequenza e gli studenti, spesso già laureati, hanno in media 25 anni quando iniziano. Alcuni sono altoatesini o trentini, altri vengono da paesi extraeuropei per frequentare una scuola che ha puntato molto su una filosofia multiculturale e multilinguistica. Le lingue costantemente usate per la didattica sono infatti tre: inglese, tedesco e

italiano. Gli studenti devono essere in grado con il tempo di comprenderle tutte, e, in caso di difficoltà, possono frequentare dei corsi per recuperare le competenze linguistiche mancanti. Questa è una scelta forte, dettata non soltanto dallo specifico carattere della città in cui si trova la scuola. “Il trilinguismo è fondamentale – spiega Heidi Gronauer – perché oggi come oggi in questo settore spesso non si lavora nella propria città o nel proprio paese e perciò è importante che i ragazzi imparino a non spaventarsi e a destreggiarsi anche con una lingua che non padroneggiano”. Anche come didattica ZeLIG è molto trasversale. Addirittura fa del rifiuto di identificarsi con un’unica tradizione documentaristica un vanto. Gli studenti vengono costan-

APPUNTAMENTI

8 novembre (ore 10 - 13): porte aperte per chi desidera conoscere la scuola più da vicino. 14 novembre: scade il termine ultimo per la presentazione della domanda di ammissione per il triennio formativo 2013–2016 8 e 9 novembre (ore 16 – 22) al Filmclub Capitol di Bolzano si svolge il Filmfest ZeLIG con la proiezione dei lavori di diploma degli studenti che hanno appena concluso la scuola.


trentinoattualità temente invitati a spaziare tra stili diversi e, almeno nel primo anno, anche tra competenze differenti. Imparano le basi della regia, del montaggio e della ripresa. Ma provano anche a stare dall’altra parte della telecamera. In alcuni progetti agli studenti viene chiesto infatti di mettersi nei panni dell’intervistato. Come dire, se vuoi fare bene un documentario devi avere molto chiaro come si sentono le persone destinatarie delle tue domande e oggetto del tuo obiettivo. Altrimenti le tue richieste saranno sempre fuori luogo. Dopo questa preparazione generale gli studenti si specializzano in alcuni percorsi, seguiti da docenti che lavorano con successo nel mondo dell’audiovisivo e si impegnano a trasmettere qui la loro arte. Tra questi il produttore Mick Csaky, vincitore al Trento Film Festival 2010 con il film “Himalaya”; il regista Alessandro Rossetto, che in questo periodo ha presentato al Festival di Venezia la prima del suo nuovo film “Piccola Patria”; la regista tedesca Helga Reidemeister, autrice di film come “Von wegen Schicksal” e “Gotteszell”. L’ultimo anno è infine quasi interamente dedicato al lavoro su un documentario. Si formano dei gruppi in ciascuno dei quali ci sono le necessarie competenze per realizzare un film. I “film diploma”, come sono definiti, vengono quindi proiettati durante un evento, il Filmfest ZeLIG, e inviati dalla scuola a Festival nazionali e internazionali per farli conoscere. Un ciclo di formazione che prepara gli studenti ad inserirsi velocemente nella fetta di mercato per cui hanno studiato, se è vero che oltre il 90% dei diplomati ZeLIG è attualmente impiegato nel settore audiovisivo. Le buone prospettive per il futuro sono certamente una

ragione più che sufficiente per tentare l’ammissione alla scuola. Ma in genere non è solo questo a spingere le ragazze e i ragazzi che tentano la strada del professionista del documentario. Cosa appassiona soprattutto gli studenti di ZeLIG? “La questione etica” dice Ambrose Siyanga Mbuya, giovane proveniente dalla Tanzania che da diversi anni vive a Trento e che ha da poco concluso il suo percorso triennale con un film-diploma dal titolo “Il destino di una fabbrica” di cui ha curato il montaggio. Ma cosa si intende per questione etica? Secondo Ambrose Mbuya fare questo percorso è quasi una scelta politica: “Molti degli studenti di ZeLIG hanno il desiderio di cambiare qualcosa in questa società e pensano di poter provare attraverso i documentari”. Parole da cui emerge una passione per la materia su cui si lavora che non passa inosservata a chi dirige la scuola. Se si chiede a Heidi Gronauer cosa la spinge con più forza a continuare il lavoro di direzione della scuola, lei risponde guardando agli studenti. “È il vedere questi giovani che si appassionano e imparano la professione che veramente desiderano fare – dice – e nei loro lavori tutto questo emerge con forza”. Come darle torto. Viviamo in una società dove il lavoro sembra rispondere sempre più spesso a logiche di necessità e sempre meno di passione. Si deve lavorare, ma si fa fatica a trovare un impiego e a mantenerlo. Uno che piaccia, poi, sembra una fortuna per eletti. Quasi quasi ci siamo abituati ad associare alla parola lavoro un senso di disagio. Ecco, in questa stessa società, è quasi terapeutico sapere che – con fatica e un’istruzione all’altezza dell’impegno – qualcuno riesce a lavorare con passio■ ne.

Menu d’autunno Lo chef Claudio Agostini propone:

Le fettine di porcino saltato in padella alla crema di balsamico e scaglie di grana *** Lo sformatino tiepido ai finferli con crema di patate *** La carne salada in carpaccio con finferli trifolati *** Le tagliatelle della casa con finferli e lucanica fresca *** Il risotto Carnaroli mantecato ai funghi porcini e finferli *** La tagliatina di manzo ai funghi porcini *** La frittata con funghi porcini e Casolet della Val di Sole

Aperto tutti i giorni TRENTO - Via Milano, 148 Tel. 0461.262022 Fax 0461.223120 www.doctrento.it info@doctrento.it

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Sudafrica caleidoscopio di colori Lasciate a casa pregiudizi e paure. E prevedete un periodo di vacanza più lungo del solito: l’immensità geografica di questa nazione unica vi farà perdere la cognizione del tempo. Città del capo, Johannesburg, e poi i parchi, i canyon... al ritorno, un sano mal d’africa non ve lo toglierà nessuno

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Il panorama mozzafiato offerto dal Il Blyde River Canyon di Mpumulanga

rendete, se potete, due settimane di ferie, mescolatele con la voglia di viaggiare, un po’ di avventura, la ricerca di luoghi fuori dal comune, quanto basta di passione per la natura e tanta voglia di scoprire luoghi e persone inaspettati, aggiungete un pizzico di amore per l’ambiente e gli animali e la ricetta per una vacanza in Sudafrica è pronta. Il Sudafrica, uno stato in uno dei continenti più affascinanti del mondo, è un vero e proprio caleidoscopio di colori e di paesaggi, una scoperta ad ogni passo. Innanzitutto volate con una compagnia aerea tra le migliori del mondo, dove grande qualità e confort è presente in ogni classe di volo (sia economy che business). Se potete, concedetevi il viaggio in business class, arriverete riposati e rilassati oltre che coccolati dallo staff di Emirates. Il volo prevede un cambio a Dubai sia all’andata che al ritorno, ed è in orario assolutamente confortevoli, visto che in Sudafrica non vi è un diverso fuso orario rispetto al nostro. Lo stop a Dubai, vi consentirà, se lo vorrete, di fermarvi in questo emirato al ritorno.

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trentinoattualità strade, panorami affascinanti, case e costruzioni che ricordano uno stile europeo mischiato con l’ordine delle geografie cittadine americane. Se non vi disturba guidare, noleggiate una vettura, facendo solo attenzione alla guida a destra. La viabilità è chiara, le strade ben tenute e con un navigatore non avrete nessun problema.

Knysna e la baia

La prima cosa è scegliere il periodo migliore per una vacanza in Sudafrica. Le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, e quelle migliori sono certamente la primavera (il nostro autunno) e l’estate (il nostro inverno) ma quando avrete individuato il momento per voi più opportuno ecco che la seconda scelta da attuare è il percorso interno che deciderete di fare. L’immensità geografica del Sudafrica vi colpirà. Necessario quindi ipotizzare e seguire un programma ben definito, soprattutto avendo solo due settimane.

Parco Kruger

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Vi proponiamo di iniziare da CapeTown, per poi percorrere la Garden Route giungendo sino a Porth Elisabeth e poi per volare verso una delle meraviglie di questa terra, il parco Kruger per un’immersione tra i “Big five”. Un buon mix che vi permetterà di entrare in contatto, se questa sarà la vs prima volta, con le diverse essenze dell’Africa. Lasciate a casa pregiudizi, paure e timori circa la sicurezza o il pericolo che per una serie di motivi storici e forse, anche di poca conoscenza, spesso custodiamo nei nostri pensieri. Le città sudafricane sono sicure, sono vivibili come lo sono quelle europee o americane. Certo, vi sono delle zone dove non ha senso addentrarsi e che potrebbero riservare spiacevoli sorprese, ma queste zone a rischio esistono ovunque. Quindi serenamente immaginate e progettate il vostro incontro con Cape Town, per iniziare. Una città coccolata dalla natura e da un territorio e dal mare che la rende dolcissima. Una grande città sviluppata però con ordine e gusto. Il primo impatto è totalmente stile californiano, grandi

Dedicate tre giorni a Cape Town e dintorni non perdendo la visita con la funicolare a Table Mountain. Da qui si gode della più ampia e grandiosa vista dell’intera città e dei dintorni. Table Mountain è tra le “7 nuove meraviglie del mondo della natura”. Non mancate anche una visita alle spiagge più affascinanti ed un tramonto sulle dune di sabbia bianca proprio di fronte alla città (Bloubergstrand). A Cape Town, è immancabile una passeggiata al molo ed una immersione nella vita mondana e nello shopping del suo Victoria Waterfront. Uscite da Cape Town per dirigervi a visitare la zona di Costantia, dove entrerete nei vigneti e assaggerete l’eccellente vino sudafricano. Se avete invece più tempo e siete interessati alle cantine ed al mondo del vino, le zone di Stellenbosh e Franschhoek sono la vostra meta. Non potete mancare la visita al Capo di Buona Speranza (Cape of Good Hope), il punto più a sud dell’Africa. Un percorso nel parco affascinante, con panorami e paesaggi davvero travolgenti. Lungo la strada per Cape of Good Hope, fate una sosta a Boulders Beach

Cape of Good Hope


trentinoattualità Volare Emirates www.emirates.com Ottimo servizio, comfort garantito, video, film, giochi elettronici vi faranno trascorrere le ore del vostro volo in grande tranquillità e serenità nella classe più utilizzata ovvero l’economy. Se potete salire di livello ed accomodarvi in business class, allora il viaggio sarà sancora più sorprendenti e di charme. Ad iniziare dal vostro posto a sedere, che di fatto è una poltrona, dotata persino di massaggi e che al bisogno si trasforma in un letto con materasso che vi garantirà un sonno ristoratore senza eguali. Emirates insomma saprà stupirvi e coccolarvi, anche con un menu gourmet, rendendo il vostro volo rilassante e piacevole in qualsiasi fila o classe sarete accomodati.

Addo Elephant National Park

Cape Town vista da Table Mountain

per ammirare la popolazione di pinguini imperatore che vive nell’area protetta di questa spiaggia di sabbia bianca, da cartolina.

A Port Elizabeth fate una passeggiata sul lungomare lungo la strada che costeggia il molo e le numerose aree verdi della città.

Lasciate Cape Town, e percorrendo la strada panoramica, dirigetevi a Hermanus. In questa piccola cittadina, affacciata sull’oceano, se capitate nel mese giusto (tra giugno e novembre) potrete avvistare le balene che sono visibili direttamente dal lungo mare. Proseguite poi verso Oudtshoorn, in un crescendo di paesaggi dai mille colori che sembrano tele dipinte. In questa cittadina tutto è legato agli struzzi, che vengono allevati qui da sempre. Prima di dirigervi verso Knysna, salite sul Swartberg pass, uno spettacolo geologico e naturale che vi lascerà senza fiato, aprendovi una “finestra” su vasti e profondi canyon. Arrivati a Knysna, passeggiate lungo i moltissimi percorsi e le meravigliose spiagge ed insenature. Qui il paesaggio cambia completamente, e tutto vi sembrerà più vacanziero e marittimo. Per gli appassionati, non perdetevi l’assaggio delle ostriche locali. Il viaggio prosegue verso Port Elisabeth, dove è quasi d’obbligo, vista la vicinanza, andare a visitare l’Addo Elephant National Park. Qui potrete girovagare con la vostra vettura nel parco, ed incontrare elefanti, zebre, e tanti altri animali.

Volando a Johannesburg vi porterete verso il nord del Sudafrica. Da lì potrete dirigervi verso la zona del Mpumalanga e poi del parco Kruger sia in auto, che con un brevissimo volo interno. Fermatevi almeno un giorno o due nel Mpumalanga e percorrete la Panorama Route, per gli scenari ed i canyon mozzafiato e paesaggi unici. Il Blyde River Canyon è la meravigliosa finestra naturale God’s Window affacciata nel punto in cui il canyon scende a precipizio per 1000 m. Poi proseguite per il famoso Parco Kruger. Il parco nazionale, uno dei più famosi, visitati e vasti al mondo, si estende per quasi 350 kmq lungo il confine con il Mozambico. Dovete quindi scegliere un’area e dedicarvi al safari fotografico

Parco Kruger 57

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trentinoattualità Consigli di viaggio Trovate tutte le informazioni sulla destinazione sul sito dell’ente turismo sudafricano: www.southafrica.net Noleggiate un’auto con Europcar, www. europcar.com (includete tutte le assicurazioni e se potete per la parte del parco Kruger prendete un suv, soprattutto se decidete di esplorarne una parte in modo autonomo). Per dormire, vi proponiamo una soluzione legata alle guest house, boutique hotel e B&B di livello eccellente. Esiste una rete formidabile di offerta in questo senso e se cercate qualità al top e la tranquillità di arrivare in una vera casa che vi farà sentire davvero ospiti coccolati ed ogni confort, queste sono le soluzioni migliori Dormire a Cape Town: Cape Cadogan hotel, www.capecadogan.co.za un eccellente boutique hotel vicino al centro con una parte anche di appartamenti adatti alle famiglie, elegante, raffinato e dotato anche di piccola piscina. Fa parte del gruppo More, che offre anche altre soluzioni in città ed in abbinamento a lodge e riserve private nel parco Kruger ed in Africa. Boutique hotel Manolo, www.boutique-manolo.co.za una guest house di classe, gestita da una coppia olandese, con una vista impareggiabile sulla città pur essendo a poca distanza dal centro, un vero gioiello curato in ogni particolare, dall’architettura moderna e futuristica e dove il colore bianco domina anche sul rosso della piscina esterna. Dormire a Outdshoorn: Pictures Guest House, www.picturesoudtshoorn.co.za 4 camere raffinate grandissime ed eleganti, ed una eccellente colazione in questa fantastica guest house B&B in una zona silenziosa e facilmente raggiungibile della città. I proprietari sono cordialissimi e la casa è estremamente accogliente, con una bella piscina esterna. Dormire a Knysna: Turbine Hotel, www.turbinehotel.co.za costruito di recente dove prima vi era una fabbrica di turbine e motori per la produzione di energia elettrica, materiali ancora

presenti ed utilizzati all’interno dell’arredo di assoluto design dell’hotel. Posizione incredibilmente romantica direttamente sull’acqua della baia. Dormire a Port Elisabeth: Manor 38, www.manorcollection.co.za una guest house raffinatissima in un’accogliente villa con piscina. La persona che gestisce la casa vi fornirà ogni supporto per organizzare al meglio il vostro soggiorno. Camere molto ampie ed accoglienti in una villa stupenda a due passi dal lungomare della città. Dove dormire a Hazyview (Mpumalanga): Summerfield Camp Rose Retreat, www.summerfield.co.za È il luogo ideale per rilassarsi lungo il vostro viaggio e punto di partenza per visitare la Panorama Route e l’area Mpumalanga. Si tratta di lussuose tende fisse arredate di ogni confort posizionate lungo il fiume Sabie, con un meraviglioso centro benessere. Un luogo insolito, molto raffinato e rilassante. Vi troverete immersi nelle rose, poiché vengono prodotte nell’azienda della famiglia proprietaria. Hippo Hollow coutry estate, www. hippohollow.co.za Un buon punto di partenza per visitare l’area. Chiedete una sistemazione superior in uno dei bungalow che circondano la piscina. Dove dormire nel Parco Kruger: Ngala Safari Lodge, www.andBeyond.com all’interno di una riserva privata, un lodge raffinato, elegante e con servizi di alto livello. Fa parte del gruppo &Beyond, che gestisce lodge e resort di lusso e raffinatezza, investendo ampi budget nella conservazione dell’ambiente, degli animali e della natura. I safari (due al giorno, uno all’alba ed uno al pomeriggio) sono inclusi nelle tariffe. Il servizio è impeccabile ed i piatti serviti nei tre pasti giornalieri eccellenti. Le camere curate nei più piccoli dettagli e l’ambiente rilassato rendeno ancor più sublime il soggiorno. Al vostro arrivo c’è una “mama” africana che si occuperà di voi, e di ogni vostro desiderio. Guide esperte vi condurranno poi ogni giorno alla scoperta della savana, e di tutti gli animali, in uno spettacolo che della natura che vi lascerà senza fiato.

Boulders Beach

con guide esperte e “cercatori di tracce animali”. Le riserve private sono dei piccoli gioielli nel parco, dove vi accolgono in lodge immersi nella natura e dove, dall’alba al tramonto, verrete condotti alla ricerca dell’avvistamento degli animali della savana, compresi ovviamente tutti i “big five”. Scoprirete che non vi peserà nemmeno alzarvi alle 5 del mattino perché la fatica di ore ed ore di jeep, su strade sterrate, verrà ampiamente ripagata dall’entrare in contatto con natura ed animali, poter vedere da molto vicini i leoni, i leopardi, i ghepardi, i rinoceronti, i bufali, gli elefanti, le giraffe e tanti altri animali. Il mal d’Africa lo sentirete al vostro rientro, immancabilmente, perché i colori, i profumi, i paesaggi, gli ambienti, gli animali e le persone del Sudafrica vi resteranno nel cuore e vi spingeranno ■ a voler ritornare.

Garden Route 58

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trentinopanorama

www.valledeimocheni.it

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colori autunnali della Valle dei Mòcheni sono stati magnificamente rappresentati nel film “La prima neve” di Andrea Segre in questi giorni al cinema. Il film è proiettato nelle sale dell’intera penisola e tutti, anche i (pochi) critici cui il film è piaciuto poco, hanno esaltato la spettacolarità dei colori dei boschi della Valle incantata. Questo è dovuto in parte alla natura che presenta diversi tipi di vegetazione, ma anche dal lavoro degli abitanti nei secoli scorsi, dove nei prati circostanti i masi venivano piantati diversi tipi di alberi: ciliegi, meli, noci e quant’altro, che in autunno colorano la zona in maniera unica. Ancora pochi giorni per ammirare questo spettacolo naturale e poi, dal 16 novembre, la valle potrà essere vista al “Villaggio delle meraviglie” di Pergine Valsugana. “Perzenland e la Valle incantata”, ultimo nato tra i merca-

La Valle de “LA PRIMA NEVE” Novembre tra ”foliage“, mercatini natalizi e passeggiate golose tini di Natale in Trentino nel 2010, si è da subito distinto per la peculiarità delle proposte non standardizzate e per l’animazione variegata. Anche in questa occasione la valle avrà la sua “isola” in cui verranno allestite casette con la degustazione dei prodotti locali, l’offerta delle proposte turistiche e i lavori degli artigiani che completeranno le opere in loco: sculture, cesti in vimini e scandole in legno. A Pergine non mancheranno inoltre le esibizioni dei “Palaearlearmusikantn”, gruppo folkloristico di Palù del Fersina Palai en Bersntol che presenta musiche e balli caratteristici e degli spassosi

Idee regalo... ...per un dolce Natale di Cinzia

e Jolanda

“Vlarotzer Spitzpiabler” (gli “spiazaroi” di Fierozzo) unitamente ai “Krampus”. La valle non si limita però ad una presenza al villaggio, ma organizza una serie di eventi in loco: ogni sabato, previa prenotazione, sarà possibile visitare il Museo Pietra Viva di Sant’Orsola Terme con pullman dedicati o mezzi propri. Nei pomeriggi di sabato e domenica sarà possibile effettuare dei “minitrekking” durante i quali si potranno coccolare gli asinelli, condurli e cavalcarli. Nelle domeniche dell’Avvento, verranno organizzate delle escursioni golose in quota con partenza dalla loca-

lità Kaserbisn (Prati Imperiali) a Fierozzo: semplici camminate pomeridiane alternate da assaggi gastronomici e lavori artigianali legati al Natale. Un modo diverso per riscoprire antiche tradizioni ed assaporare in anticipo l’atmosfera natalizia. ■

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ra gli uliveti del Garda dove la terra è pettinata da zolle di terra, vicino alle acque del lago risplende una villa dallo stile minimalista che non passa di certo inosservata. Per comunicare un senso di candore e di accoglienza la dimora è stata arricchita di colori caldi che sfumano sull’avorio. Ciò emerge dal primo sguardo: si nota che la linea distintiva è la scelta di tonalità chiare, dai tratti puliti che nulla lascia all’improvvisazione. Come si evidenzia dalle foto, la luce naturale entra nell’edificio attraverso ampie finestre. Tutta la luminosità viene esaltata irraggiando i vari locali dell’abitazione: dalla zona soggiorno a quella notte fino al bagno. Ogni particolare dell’architettura è studiato e ricercato per armonizzarsi con gli altri. Ad esempio i volumi e gli spazi sono stati pensati per la dimensione famigliare dei proprietari. Ciò ha permesso di trasformare le varie stanze in vere oasi di pace dove vivere in armonia con i propri cari le emozioni più vere. La villa realizzata nelle vicinanza di Torbole è distribuita su un unico livello e le generose superfici volumetriche hanno permesso di sviluppare tutti gli ambienti in una sapiente composizione. Tinte tradi-

A ridosso del vetro le discrete variazioni d’ombra lasciano intuire la profondità dello spazio living

ELEGANTE MINIMALISMO La scelta progettuale che unisce lo stile alla funzionalità abitativa

Gli ampi serramenti Finstral permettono di operare su una luminosità diffusa permettendo di innescare in tutta la struttura una migliore percezione delle superfici In questa panoramica si nota come il piano di lavoro si fonda discretamente con il paesaggio circostante

zionali e allo stesso tempo calde, fanno intuire la volontà dei progettisti di ricercare atmosfere calde che attraverso sapienti aperture si espandessero verso l’esterno. La casa così com’è vive di una dimensione accentuata in cui riescono ad unirsi percezioni emotive e visive. Per chi varca la soglia d’ingresso ha subito l’impressione di ricevere una grande sensazione dello spazio vivibile; il senso di accoglienza infatti è favorito dall’apporto di particolari finiture e dalla purezza dei colori. La cucina come si può notare dalle immagini è caratterizzata da una grande isola attrezzata, mentre il soggiorno è disegnato da linee rigorose dove la convivialità si coniuga alla riflessione di una bella pol-

trona. Tutti gli ambienti declinano verso l’esterno grazie agli ampi serramenti che sono stati perfettamente integrati nel progetto. La scelta degli infissi forniti dalla Finstral ha permesso di realizzare ampie superfici vetrate che oltre alla loro funzione estetica hanno assolto le necessità di isolamento termico e di sicurezza contro i furti. La semplicità di

coniugare estetica e funzionalità da sempre è una delle proprietà caratterizzanti dei serramenti Finstral. In questo caso sono stati scelti infissi top di gamma a tenuta termica e ai vetri multi funzione (riparano dal sole, dal freddo e dal rumore) che hanno permesso di ottenere la certificazione di Casa Clima A. Maggiori informazioni su: ■ www.finstral.com

Ecco come la finestra può assegnare alla luce una morbidezza pastosa, caratterizzandola di una singolare intensità. Ciò permette la totale astrazione degli spazi interni rispetto a ciò che avviene intorno 61

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www.visittrentino.it

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Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. - Foto di Marco Simonini

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Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. Foto di Alessandro Gruzza

LE MILLE TONALITÀ DEL BIANCO in trentino Non solo sci all’ombra delle Dolomiti nella stagione invernale. Chi ama scivolare sulla neve immerso in paesaggi unici può contare sui due grandi caroselli, capaci di innovare costantemente la propria offerta tecnologica e commerciale. Tante anche le proposte a misura di bambino parla di vacanza bianca. Il fiore all’occhiello, per chi scia o ama cavalcare le onde con lo snowboard, rimangono i due grandi caroselli Dolomiti Superski e Skirama Dolomiti Adamello Brenta, che offrono un mix unico di natura e tecnologia. Quasi 800 km di piste collegate fra di loro, tra scenari da cartolina, servite da efficienti impian-

ti di risalita. In ogni diverso periodo della stagione invernale propongono pacchetti pensati per agevolare ora la famiglia, ora gli sciatori più instancabili. In questi due grandi ambiti, che racchiudono più vallate, non mancano le opportunità per sciare di notte, per praticare lo sci nordico e per volare sulla tavola da neve. Webcam e app per iPhone e Android ci aiutano a conoscere in tempo reale la situazione delle piste e le condizioni meteo. Accanto alle località più conosciute ce ne sono molte altre, anche fuori dai due circuiti, ideali per chi muove i primi passi sulla neve, per chi cerca una vacanza rilassante o per i più piccoli. Tanti gli eventi sportivi di alto livello che trovano in questa terra la propria sede ideale. L’appuntamento più atteso è in programma dall’11 al 21 dicembre, quando l’intera provincia ospiterà le Universiadi “bianche”. Negli

Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. Foto di Pierluigi Orler Dellasega

a stagione bianca è alle porte e la nostra provincia ha tanto da offrire a chi lo sceglie per divertirsi sulla neve o per rilassarsi. Una calamita irresistibile è ovviamente rappresentata dai paesaggi che questa terra ha la fortuna di possedere. Le Dolomiti sono un gioiello nato da trasformazioni geologiche e naturali durate milioni di anni, ma accanto a queste perle è stata costruita una rete dell’ospitalità sempre più efficiente e multiforme, capace cioè di soddisfare quasi tutte le “domande” di vacanza presenti oggi sul mercato. In inverno, ancora più che nella stagione calda, sono le infrastrutture a fare la differenza. Impianti di risalita comodi e veloci, skipass tecnologicamente avanzati tarati per le diverse esigenze, supporti informatici che portano in tempo reale sugli smartphone e i pc tutte le informazioni utili, una rete di alberghi sempre più qualificata e un’offerta enogastronomica in grado di soddisfare anche i palati più esigenti fanno del Trentino un luogo da tenere sempre in considerazione quando si

stessi giorni si svolgerà la Coppa Europa femminile di sci alpino (il 12 e 13 dicembre ad Andalo). Il 15 dicembre si proseguirà con la tappa fassana della Coppa Europa maschile di slalom speciale, mentre il 21 e 22 dicembre sarà Madonna di Campiglio il teatro della gara di discesa libera maschile. Da citare anche, solo per fare qualche esempio, l’Alpine Rockfest


Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. - Foto di Alessandro Trovati

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ze culturali della provincia troviamo anche il Mart di Rovereto, uno dei centri di arte contemporanea più prestigiosi a livello europeo, il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina e Le Gallerie di Piedicastello, due tunnel autostradali dismessi e trasformati in altrettanti spazi espositivi che ripercorrono la storia di questa terra. Per chi vuole vivere a contatto con la tradizione i primi appuntamenti bussano alle porte già a fine novembre, quando apriranno i mercatini di Natale, tra i quali ricordiamo quelli di Trento, Rovereto, Arco e Levico, con il proprio carico di dolciumi, decorazio-

ni e prodotti artigianali, capaci di proiettarci nel migliore dei modi in quell’atmosfera di festa che da sempre fa da preambolo della stagione invernale. Ad ospitare i quasi cinque milioni di persone (con trenta milioni di pernottamenti) che annualmente visitano il Trentino è una rete di hotel, b&b, agriturismi e appartamenti, in grado di offrire 479.000 posti letto. Le attenzioni che vengono riservate all’ospite non sono solo figlie di una tradizione che affonda le proprie radici all’inizio del Novecento, quando tanti illustri personaggi delle corti europee già sceglievano le Dolo-

Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. - Foto di Pio Geminiani

Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. - Foto di Marco Simonini

(il 23 dicembre sull’Altopiano della Paganella), il Tour de Ski di sci nordico ( 4 e 5 gennaio in Val di Fiemme), la Ciaspolada (5 gennaio in alta Val di Non) e il Trofeo Topolino (18 e 19 gennaio in Val di Fiemme). Un ruolo molto importante lo gioca la cultura ed in particolare i numerosi musei. Su tutti spicca il MuSe, l’avveniristico polo delle scienze progettato da Renzo Piano ed inaugurato nel luglio scorso, che si è già fatto conoscere in tutto il mondo per la propria carica innovativa, un’eccellenza sia sul piano architettonico sia su quello divulgativo. Tra le eccellen-

miti per le proprie vacanze, ma anche della gestione familiare che caratterizza gran parte di queste strutture. Essa è la migliore garanzia di un’accoglienza genuina, fatta non solo di servizi, ma anche di calore umano. Un’attenzione particolare viene riservata alla vacanza a misura di famiglia: ogni località propone moltissime iniziative per fare divertire insieme grandi e piccini, sulla neve e fuori dalle piste da sci. Quando il sole scende dietro le montagne ci si può dedicare al relax, tuffandosi in una piscina o facendosi coccolare in uno dei tanti centri benessere, ma si può anche soddisfare il palato gustando i sapori genuini della cucina trentina, frutto della secolare contaminazione fra tradizioni gastronomiche diverse, come quella germanica e quella mediterranea. Eccellenze devono essere considerate anche i vini e i distillati, tutti rigorosamente trentini, prodotti fra i quali spiccano Trentodoc, il metodo classico di montagna perfetto per ogni portata, e Trentinograppa, da abbinare ai dolci o da assaporare a fine pasto. Da degustare, magari, all’interno dei rifugi, luoghi caldi e accoglienti posizionati in punti panoramici, dove si può pranzare o cenare gustando i ■ sapori del territorio.

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di Antonia Dalpiaz

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arà il sipario del Sociale ad aprirsi nei giorni 7, 8, 9 e 10 novembre per il primo appuntamento con la stagione di prosa 2013/14 con una prima assoluta proposta dal Teatro Stabile di Bolzano in collaborazione con il Centro Santa Chiara. Dopo il successo de “Avevo un bel pallone rosso” Angela Demattè porta nuovamente in scena un testo ambientato in Trentino dal titolo “L’officina-una storia di famiglia”. L’allestimento narra le vicende di una famiglia di artigiani in un paese della nostra provincia dal 1926 ai giorni nostri. Un tema forte ed attuale che parla del lavoro e dei suoi mutamenti nell’arco di quasi novant’anni. Visto il successo del precedente allestimento, la regia è nuovamente affidata a Carmelo Rifici. Al fianco di Angela Demattè, non solo scrittrice dell’opera, ma anche interprete, ci sarà Andrea Castelli, intenso interprete della

piccola storia di famiglia Dopo il successo di “Avevo un bel pallone rosso”, Angela Demattè porta nuovamente in scena un testo ambientato in Trentino. Sempre in compagnia di andrea castelli figura paterna di Mara Cagol. L’8, il 9 ed il 10 novembre al teatro Portland di Via Papiria, parte la Stagione Portland 2013/2014 con “Elektrika”, un’opera techno scritta e diretta da Carmen Giorano con Maura Pettorruso e Stefano Detassis a cui seguirà il 15 novembre “Caligola” di Alberto Camus, allestita dal teatro Zeta per la regia di Pino Micol. Terzo appuntamento al teatro Portland, il 22 novembre,

con “Zigulì” (dal libro Zigulì di Massimiliano Verga) interpretato da Francesco Colella diretto da Francesco Lagi. Al Teatro Auditorium per la Stagione di prosa, il 28, 29, 30 novembre Il teatro Bellini di Napoli presenta “Ricorda con rabbia” di John Osborne, con Stefania Rocca e Daniele Russo, regia di Luciano Melchionna. Era la primavera del 1956 quando a Londra esordiva “Look back in An-

ger”, ma poco della rabbia di allora è cambiato rispetto ai giorni nostri. Il cinismo, la frustrazione, l’impotenza che agitano i protagonisti è più che mai attuale. Jimmy e Alison non riescono più a trovare la serenità nella loro vita di coppia. C’è troppa acredine, troppa voglia di distruzione e soprattutto tanta solitudine perchè il mondo che li circonda, finge di non vedere e di non sentire. ■

Palcoscenico Trentino

È

partita a fine ottobre la 17.ma edizione di Palcoscenico Trentino- Premio Mario Roat promosso dalla Co.f.as, rassegna molto seguita da chi ama il teatro amatoriale che si terrà al Teatro Cuminetti. Il 2 novembre, alle 20.45 la Compagnia Argento Vivo di Cognola, diretta da Camillo Avi presenta “Quello... Buon Anima” di Ugo Paglierini. La commedia racconta le vicende di un marito suicida, di sua moglie, della suocera, entrambe inconsolabili. Il suocero ovviamente è in crisi, ma dietro quella strana morte c’è un mistero, tutto da svelare. Domenica 3 novembre alle ore 16, il Gad mette in scena “L’anatra all’arancia” di W.D. Homes e M.A. Sauvajon, per la regia di Alberto Uez. È la noia che spinge Lisa ad innamorarsi di un altro e a decidere di lasciare marito e città per trasferirsi a Parigi. Ma un week end molto affollato lei, l’altro, il marito, la segretaria sexy e la governante) può davvero cambiare le carte in tavola. Il 16

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novembre alle 20.45 è la volta della Filo Concordia 74 di Povo con il lavoro “Fum ‘n tei òci” di Romano e Sposito. Regia di Carlo Giacomoni. Anni ‘70: la signora Teresa, moglie di Carlo direttore di Banca, vuole dimostrare alla sua dirimpettaia che la sua famiglia è la più importante e la più agiata del circondario. È tutto oro quello che luccica? Il 17 novembre alle 16 la Filodrammatica di Laives mette in scena “La visita della vecchia signora” di Dürrenmatt per la regia di Roby De Tomas. La vecchia e ricca Claire torna al luogo natio, accompagnata da marito, due eunuchi ed una pantera. Ai compaesani offre una favolosa ricompensa se l’aiuteranno a vendicarsi di Alfred III. Il 30 novembre alle 20.45 la filo di Ora allestisce la commedia “La baita degli spettri” di Lillo e Greg. Cinque ragazzi decidono di passare alcuni giorni di vacanza in una baita dove, si sussurra, ci sia ancora il fantasma di un maniaco criminale. Colpo di scena finale. (a.d.)


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Caldon a

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magica atmosfera

I

mmaginate un Natale diverso, da trascorrere con semplicità, in compagnia della propria famiglia o degli amici più cari. Quattro passi in un borgo illuminato a festa, un luogo in cui ogni dettaglio può essere utile a infondere in tutti la gioia e la serenità della Festa più bella dell’anno. A partire dal 23 novembre, a Caldonazzo, a pochi passi dal Lago, dieci minuti da Trento, c’è uno dei più antichi mercatini di Natale del Trentino. Un evento che

Info

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a caldonazzo, con natalarte 2013, un percorso del gusto attraverso le casette, tra elfi e fate per i più piccoli. Ma c’è anche il concorso dove vincere ricchi premi... quest’anno comprenderà una piazzetta dedicata al gusto tra le casette che saranno posizionate nel centro storico di Caldonazzo. La novità sarà rappresentata dalla “Casetta degli Elfi e delle Fate” uno spazio interamente dedicato ai più piccoli con varia animazione: laboratori creativi (decorazioni floreali, creazione di addobbi natalizi, creazioni pittoriche, decorazioni con materiali di riciclo, etc.), spettacoli itineranti (clowneria, magia, giocoleria, etc.), truccabimbi e sculture di palloncini, pony (lungo le vie del centro). Inoltre, ad allietare il Natale, animazione con bande e cori. Tante saranno, naturalmente, le occasioni per acquistare i consueti regali, scegliendo

magari nell’offerta artigianale o enogastronomica che arricchirà NatalArte, questo il nome del Mercatino. Ma non finisce qui. Perché “Arte” è un suffisso che sta ad indicare anche qualcos’altro: il binomio oramai consolidato. Ci sarà, infatti, anche quest’anno la Mostra di NatalArte presso la sala consiliare del Municipio. Una mostra-concorso della durata di un mese, organizzata, allestita e gestita dal Centro d’Arte La Fonte di Caldonazzo, con tanti artisti. Il vincitore sarà decretato dalla giuria critica tra le diverse espressioni artistiche. Ma vi sarà anche una terza opportunità per chi deciderà di visitare NatalArte 2013: ovvero Shopping d’Autunno a Caldonazzo – Vieni, compra e vinci! il concorso che metterà in palio tre fantastici premi: un bellissimo scooter Peugeot, un Ipad e ben 4 smartphone!! Basteranno venti euro di acquisto nei negozi partecipanti per poter concorrere all’estrazione finale. Il concorso durerà dal 2 novembre al 28 dicembre, con cerimonia di premiazione

prevista il 6 gennaio 2014, in occasione della Mostra dei Presepi. Una volta ottenuti i quattro timbri, che dovranno necessariamente essere stati conseguiti in quattro negozi differenti, il cliente è tenuto ad “imbucare” la sua cartolina nell’apposita urna e, quindi, parteciperà all’estrazione finale dei fantastici premi in palio: scooter compreso. Insomma, le premesse ci sono tutte per trascorrere un Natale – anzi un NatalArte – che lasci in tutti un bel ricordo indelebile, di momenti trascorsi assieme a chi ci vuole più bene. ■ 65

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www.centrosantachiara.it

ELLIOT MURPHY

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ota Bene sceglie un nome di alto livello se si parla di rock a stelle e strisce come quello di Elliot Murphy per aprire la rassegna “Musica d’Autore”. L’appuntamento è quello del 29 novembre all’Auditorium di Borgo Valsugana con una rassegna diventata il punto forte del gruppo di appassionati di musica che da anni si muovono dietro la sigla di Nota Bene, come evidenzia anche Rudy Carraro: “Continua la nostra proposta di artisti e musica americana con la rassegna Musica d’oltre oceano, giunta alla quinta edizione, sollecitati dal riscontro più che positivo delle edizioni precedenti sia in fatto di pubblico che di qualità degli artisti che hanno suonato. Una qualità che ha registrato un crescendo anno dopo anno, grazie anche alle numerose segnalazioni che riceviamo dai tanti appassionati di questa musica. Grazie a questo siamo riusciti a portare a Borgo artisti del calibro di Bill Toms, di Willie Nile per fare alcuni esempi di concerti che “hanno lasciato il segno”. Ed è sempre grazie a questo che la rassegna di quest’anno partirà con un artista di fama internazionale come Elliott Murphy che festeggia quest’anno i quarant’anni di carriera, con 66

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Quest’anno “nota bene” parte con un artista di fama internazionale come Elliott Murphy che festeggia quest’anno i quarant’anni di carriera, con alle spalle oltre trenta album e migliaia di concerti in tutto il mondo alle spalle oltre trenta album e migliaia di concerti in tutto il mondo. Al suo fianco, anche a Borgo, ci sarà Oliver Durand, un mago della chitarra che lo accompagna oramai da parecchi anni in ogni concerto. Una combinazione perfetta che permette ad Elliott Murphy di esprimere in pieno le sue energie. ”Chi li ha visti dal vivo – sottolinea Carraro – ci parla di un concerto bellissimo, pieno di pathos, energia e poesia. Ed è proprio quello che con i

nostri concerti vogliamo arrivi al pubblico”. Newyorkese classe 1949 Elliott James Murphy Jr inizia da giovanissimo a suonare la chitarra e debutta nel 1973 con l’album “Aquashow” che raccoglie un enorme successo di critica, finendo in molte occasioni sulle liste dei migliori su vari giornali di quell’anno, con articoli su Rolling Stone, Newsweek e New Yorker. Nei sucessivi Lost Generation, Night Light, Just a story from America ospita anche musicisti co-

Fra le collaborazionI del cantautore statunitense quella con l’amico Bruce Springsteen (nella foto, l’esibizione del 2012 sul palco dello stadio di Trieste). Insieme hanno interpretato uno dei leggendari brani del Boss Born To Run.

me Mick Taylor, Billy Joel, Phil Collins. La sua musica è una sorta di rock poetico post-Dylan, pesantemente influenzato dai newyorkesi Velvet Underground, sostenuto dalla potenza espressiva di Murphy alla chitarra e all’armonica. Un percorso musicale, il suo, che l’ha portato ad avere notevole fortuna proprio in Europa e suonare dal vivo a Parigi è abbastanza consueto per questo artista ormai trapiantato da anni in Francia. Il suo ultimo disco di inediti omonimo è uscito nel 2013 con in scaletta undici brani realizzati con la collaborazione di Olivier Durand e i fidi Normandy All Stars, con una serie di ospiti tra cui Kenny Margolis alle tastiere e pianoforte. A gennaio del 2012 esce il nuovo album live, registrato coi fidi. “Just a story from New York” che regala momenti emozionanti nella dimensione più congeniale a Elliott e soci: quella dal vivo in cui anche a Borgo l’artista americano sarà accompagnato dalla chitarra solista di Oliver Durant, dalla batteria di Alan Fatras e dal basso di Laurent Pardo. ■


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www.ilgiocodeglispecchi.org

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a paura è necessaria alla sopravvivenza, si nutre timore per tutto ciò che è estraneo come forma di difesa da un possibile pericolo. Nel nostro tempo essa sembra essere diventata qualcosa di più: un sentimento di ansia diffusa, sproporzionato all’entità del pericolo. Per motivi politici viene, per esempio, diffusa a piene mani la paura degli immigrati e, in un contesto sociale, politico economico debole e instabile, tutto risuona più forte. Dal pensiero di una minaccia latente possono generarsi atteggiamenti di razzismo e xenofobia, andando però a danneggiare la coesione del tessuto sociale. Sia gli italiani, sia gli stranieri hanno paura di perdere la loro identità; ma cosa s’intende con questa parola? Non è un monolite ricevuto dagli antenati e che resta immutabile, ma si costruisce e trasforma nel corso di tutta l’esistenza. Per superare queste tensioni bisogna conoscere e capire. Per questo, l’associazione culturale del Gioco degli Specchi dedica la decima edizione della sua rassegna annuale al tema “Dalla paura alla speranza: per il benessere comune”, una settimana di

gioco degli specchi Dalla paura alla speranza: per il benessere comune. Questo il tema della nuova edizione appuntamenti a Trento e Bolzano, dall’11 al 16 novembre. La Settimana si inaugura lunedì 11 novembre alle ore 10, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca di via Roma a Trento, dove Maura Pettorruso interpreterà testi al femminile: Paure e Speranze. Per festeggiare il suo decennale, Il Gioco degli Specchi invita tutti all’evento speciale di giovedì 14 novembre alle 20 all’Auditorium S. Chiara, dove musiche, storie e sapori si mescoleranno in un’unica festa. Nel foyer e nell’atrio i volontari di Risto3 e del Gioco offrono il cous cous vegetariano di Mina Igli con il tè dal Marocco, dalle 21 comincia lo spettacolo con le musiche del mondo dell’OrcheXtra

Terrestre e l’emozione delle storie personali dal libro “Il mondo in Risto3” di Giuliano Beltrami e Sergio Vigliotti (biglietto intero 15 euro, per studenti 8 euro). Il momento di riflessione comune della Settimana sarà il convegno del 15 e 16 novembre, nell’AULA MAGNA della Fondazione Bruno Kessler, in via S.Croce 77, a Trento. Aperto al pubblico prevede crediti formativi per gli insegnanti. Daranno il loro contributo, nel pomeriggio del venerdì, Paola Corti, storica delle migrazioni; Graziella Favaro, esperta di didattica interculturale; Mercedes Frias, attivista e impegnata nell’associazionismo degli immigrati.

Sabato mattina Anna Vanzan, islamologa, parla di donne, islam e corpo e Angelo Villa, psicoanalista, conclude con una analisi sulla paura dell’estraneo. Inoltre, nei diversi itinerari per le scuole e la cittadinanza si alterneranno molti ospiti: dal regista etiope Dagmawi Yimer ad Andrea Segre, dalla scrittrice di origine somala alla giovane pittrice rom e molti altri. Daranno voce alla vita dei migranti, ai loro pensieri, rispolverando anche i ricordi e le vie della migrazione italiana, in particolare trentina, valorizzando possibilità e situazioni costruttive per vedere con speranza un futuro che interpella tutti a impegnarsi in ■ prima linea.

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www.ilvillaggiodellemeraviglie.com

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ergine Valsugana si avvicina alla quarta edizione di Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie, l’evento Natalizio che coinvolge la cittadinanza e intrattiene i turisti con spettacoli, giochi per i più piccoli, il tradizionale Mercatino di Natale ed eventi culturali folkloristici. I battenti apriranno il 16 novembre 2013 e la festa si chiuderà in bellezza nel giorno dell’Epifania, il 6 gennaio 2014, come da tradizione. Come ogni anno, (ricordiamo il tema della sostenibilità ambientale della prima edizione e della solidarietà alle popolazioni terremotate dell’Emilia nel 2012) è stato scelto un filo tematico che caratterizzerà la nuova edizione della manifestazione perginese: le Minoranze Linguistiche. Di cosa si tratta? Di una Rassegna Internazionale, “MONDI INVISIBILI” che si svolgerà a Pergine Valsugana durante il periodo della manifestazione Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie e che si pone come obiettivo quello di interagire e portare a conoscenza di un largo strato della popolazione italiana e straniera, le peculiarità culturali e di costume delle molteplici minoranze etniche codificate e riconosciute dalle istituzioni e dalla legge europea, partendo pro-

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LE “MERAVIGLIE“ DEL NATALE Dal 16 Novembre al 6 gennaio torna il VILLAGGIO DELLE MERAVIGLIE, DEDICATO ALLE MINORANZE LINGUISTICHE. c’è anche un concorso letterario

prio dalla cultura mochèna. La legislazione sulla tutela delle lingue minoritarie nasce in forte ritardo rispetto alle reali esigenze delle minoranze che si vorrebbe proteggere. L’attivismo culturale, spesso mutato in protesta politica, non è riuscito a fermare il declino e l’erosione di molte parlate e culture minoritarie che vedono oggi il proprio futuro seriamente compromesso. L’unico vero esempio di tutela linguistico-culturale di una minoranza etnica in Italia è il Trentino Alto Adige, dove

le norme sul bilinguismo e la parità dei diritti culturali delle lingue germanofone e ladine, (tirolesi, mòchene, ladine e cimbre) sono effettivamente applicate. A Pergine, grazie anche alla collaborazione della valle dei Mòcheni, ogni fine settimana di Mercatino di Natale, sarà così possibile conoscere una delle realtà etnico-culturali-linguofone, sia italiane che europee attraverso balli, canti, racconti, scambio di conoscenze e culture. Per questo primo anno saranno ospiti di Perzenland & la Valle Incantata le culture minoritarie dell’Arco Alpino (Occitani, Franco-provenzali, Brigaschi, Cimbri, Ladini, Sud tirolesi, Carinziani, Carnici, Sloveni del Friuli ecc.) Una delle grandi novità di questa edizione sarà il Primo Concorso Letterario “MONDI INVISIBILI”, un contest per racconti inediti scritti in Italiano come prima lingua e/o in una delle lingue praticate dalle Mi-

noranze etniche regolarmente riconosciute dal governo italiano e dalla UE: i temi suggeriti non potevano che essere “Fiabe per bambini ispirate agli gnomi, alle creature fantastiche dei boschi e dei monti, alle miniere ed ai minatori” e “Racconti ispirati alle leggende delle minoranze etniche e linguistiche”. I lavori migliori per ognuna delle due categorie verranno valutati da una Giuria d’eccezione (richiesta anche la partecipazione dei Ministri Cecile Kyenge e Graziano Del Rio) e premiati con una somma di denaro, l’ospitalità a Pergine, un attestato e la pubblicazione di un EBook. Perzenland & La Valle Incantata - Il Villaggio delle Meraviglie è resa possibile grazie alle aziende aderenti al COPI (Consorzio dei commercianti di Pergine), al Comune di Pergine con la rinnovata rappresentanza (assessore al commercio Sergio Paoli ed assessore al Turismo Franco Demozzi), al Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni, insieme alla pro loco di Pergine Valsugana, Pergine Spettacolo Aperto e Magic Pubblicità, con il contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento (attraverso la Legge Olivi) e della Cassa Rurale di Pergine. Per maggiori info: www.ilvillaggiodellemeraviglie.com Segui Perzenland e Il Villaggio delle Meraviglie anche su Facebook e Twitter ■



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www.haydn.it

“I

l violino mi affascina fin da bambina: è l’unico strumento che si suona vicino al cuore” (Rachel Kolly d’Alba). Vive tra Montreux, sul lago di Ginevra, e le montagne del cantone Vaud, in una baita, con la figlia e il suo Stradivari del 1732. Rachel Kolly d’Alba, oggi considerata la violinista svizzera di maggior talento, debutterà sul palco dell’Auditorium di Trento mercoledì 6 novembre alle ore 20.30 con un capolavoro di Leonard Bernstein qual è la Serenade per violino, archi, arpa e percussioni. Sul podio dell’Orchestra Haydn salirà il M° Daniel Kawka. Rachel Kolly d’Alba ha iniziato gli studi del violino e del pianoforte a 5 anni. Ha studiato al Conservatorio di Losanna dove ha ottenuto a soli 15 anni il diploma di insegnamento per il violino e la musica da camera. Ha successivamente studiato nella classe di Igor Ozim ottenendo il diploma di solista;

il talento di miss rachel A Trento, mercoledì 6 novembre «il gioco dell’Amore» di Platone nella «Serenade» per violino e orchestra di Leonard Bernstein si è perfezionata con Franco Gulli, Ivry Gitlis, Boris Kushnir, Hansheinz Schneeberger e Thomas Kakuska. La Serenata per violino e orchestra di Bernstein fu scritta su commissione della Fondazione Kussewitsky ed eseguita per la prima volta a Venezia il 12 settembre 1954, solista Isaac Stern con la Israel Philharmonic Orchestra diretta da Igor Stravinskij. Maestro di Bern-

stein, Serge Koussevitzky, morì nel giugno del 1951. E con questa partitura, il suo più famoso allievo volle rendere omaggio al grande insegnante. La partitura richiede un organico quasi cameristico, con un ampio rilievo delle percussioni. Ognuno dei cinque movimenti costituisce una riflessione sul tema dell’amore e porta il nome degli interlocutori del Dialogo di

Platone. È un pezzo irto di difficoltà, con molti effetti a sorpresa, ritmi diversificati, deliziosi spunti melodici, episodi danzanti e scherzosi. Leonard Bernstein lo considerava tra i suoi pezzi migliori, se non addirittura il più riuscito. La serata vedrà inoltre l’esecuzione della Musica coelestis di Aaron Jay Kernis e della Seconda Sinfonia di Ludwig van Beethoven. ■

incursioni letterarie

A

vrà per titolo “Strabiliante! Incursioni letterarie nella camera delle meraviglie”, l’ìncontro con Roberto Pancheri, storico dell’arte e scrittore, e letture di Fiorenzo Pojer. Vi saranno interventi musicali a cura del Conservatorio “Bonporti” di Trento. Il tutto avverrà a Trento, al Castello del Buonconsiglio, il 9 novembre, ore 17. Naturalia, artificialia, mirabilia: queste le categorie fondamentali di quella bizzarra forma di collezionismo che, prima dell’avvento della scienza sperimentale, diede origine alle Wunderkammer. Dal castello di Praga, traboccante delle ossessioni dell’imperatore alchimista Rodolfo II d’Asburgo, fino alle rivisitazioni del tema nell’arte contemporanea, una conversazione intorno alla “camera delle meraviglie” ricreata al castello del Buonconsiglio in occasione della mostra Sangue di drago, squame di serpente. L’appuntamento fa parte dell’iniziativa “Mostruosi incontri al museo”, un ciclo di appuntamenti volto a valorizzare il patrimonio culturale esposto nella mostra “Sangue di drago, squame di serpente”, e si rivolge a un pubblico adulto con l’intento di favorire una fruizione gradevole e rilassata del

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museo stesso (slow museum), con possibilità di conoscere, apprendere, approfondire piacevolmente: una sorta di “stare bene al museo”. Info e prenotazioni: Servizi educativi del museo 0461 492811 – lun-ven 9-13 Biglietteria di Castel Thun 0461.499259 sab-dom I posti disponibili sono limitati: si consiglia la prenotazione.


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aranno le canzoni di Max Gazzè ad aprire giovedì 21 novembre la nuova stagione di Musica d’Autore organizzata dal Centro S. Chiara insieme alla Showtime e Fiabamusic. Il cantautore romano porterà all’Auditorium le canzoni del suo ultimo disco “Cerco casa” che prende il nome dal brano presentato all’ultimo Festival di Sanremo. Si tratta del suo album di inediti, uscito per la Virgin Music; dieci brani firmati come sempre da Max e dal fratello Francesco, un sodalizio artistico che perdura negli anni e che anche in questa occasione ci regala un album dove l’ironia, a volte anche pungente, si affianca a testi più intimisti e ad un tappeto musicale che non perde mai di tensione, con un ritmo sempre serrato ma con aperture di grande respiro. Questo nuovo lavoro di studio si apre con il brano “E Tu

MAX GAZZè Il 21 novembre il simpatico cantautore romano porta le canzoni del suo ultimo disco, “Cerco casa”, a Trento Vai Via”, dove Gazzè racconta l’affollamento di pensieri nella testa di chi fa i conti con un amore che si guasta, per poi proseguire con un omaggio al tempo passato insieme in “Buon Compleanno”. Si arriva poi alla title track “Sotto Casa”, in cui il racconto di un predicatore dà vita ad un monologo dietro l’ennesima porta chiusa, metafora che rappresenta non solo la chiusura tra mondo laico e mondo religioso ma anche

tra le diverse confessioni. “I Tuoi Maledettissimi Impegni”, sincera ammissione del cosa non si farebbe pur di condividere più tempo con la persona amata. Il brano è una sorta di appello a trovare tutti i modi per stare insieme all’amata. “Un testo sulla frenesia dei nostri tempi” – spiega Gazzè – “un appello alla persona del cuore che è sempre presa da “I suoi maledettissimi impegni”. Una canzone ironica che parla

di una donna in carriera che non ha tempo per le carezze e l’uomo che cerca disperatamente un contatto. Unica soluzione per starle vicino è quella di trasformarsi in “fermaglio per capelli” o travestirsi “da molecola di vento”. Il disco prosegue con “Atto Di Forza”, descrizione dello stato d’animo di una donna dopo aver subito una violenza sessuale. Tutte canzoni queste che si ascolteranno insieme ai maggiori successi di un musicista come Max Gazzè, classe di ferro 1967, che con la sua ars sonora ha riportato in auge con Alex Britti, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, la scuola dei cantautori romana. ■

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

www.girovagandointrentino.it

È

on line ed attivo già da qualche giorno il nuovo sito di Girovagando in Trentino. Il nuovo portale web è solo uno dei risultati di un processo di cambiamento in atto all’interno di Girovagando in Trentino. Gli editori, insieme alla redazione, hanno infatti deciso di attuare nei mesi scorsi alcuni cambiamenti per sviluppare sempre di più il programma ed i suoi contenuti. Girovagando rilancia quindi in questo periodo la sua immagine e la sua missione culturale: essere sempre di più testimone concreto della passione per la vita e la cultura di montagna, per i prodotti e le eccellenze che l’agricoltura trentina ci offre, per le opportunità che offre al turista. Legare turismo ed agricoltura in un’unione che offra ai turisti la possibilità di vivere, da vicino, in maniera autentica la montagna, i suoi abitanti, la sua cultura ed i suoi prodotti In quest’ottica, passaggio importante è stata la registrazione di Girovagando come testata giornalistica, in questo caso on line. Walter Nicoletti, direttore della testata, ci racconta come la sua idea sia

Le novità di Girovagando in Trentino Nuovo sito e nuova testata per essere sempre più vicini al mondo della montagna quella di accompagnare Girovagando verso un progetto a 360°, che coinvolga la tv, ma anche e soprattutto il mondo web, per raccontare storie, fatti, avvenimenti e persone che vivono nell’arco alpino. Per raccontare un Trentino autonomo nei fatti, nel pensiero e nell’organizzazione. Altro step, è stato quindi la creazione di un nuovo sito internet. Migliorato dal punto di vista grafico, è reso più semplice ed immediato da colori più leggeri ma pur sempre efficaci. I testi, le foto, i video sono ora più facilmente consultabili e l’archivio permette una ricerca più rapida tra le informazioni. La sezione news diventa di primaria importanza, e sarà l’area del sito da cui transiteranno tutti i nuovi contenuti giornalistici che i collaboratori prepareranno. Importante anche la possibilità di link immediato con i social

network come twitter e facebook, per facilitare l’interazione tra gli utenti del sito che potranno così interagire in tempo quasi reale con la redazione. Infine, la grande novità è la catalogazione di tutte le escursioni, che ora possono essere ricercate sia per zone

geografiche, sia per grado di difficoltà e dislivello; un notevole servizio, che da tempo alcuni utenti ci richiedevano, e che sarà sicuramente utile per soddisfare tutti i tipi di escursionisti, dalla famiglia con passeggini e bimbi piccoli, agli appassionati arrampicatori. ■

Walter Nicoletti

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www.filarmonica-trento.it

Ramin Bahrami

quartetto sacconi

È

il concerto del Quartetto Sacconi ad aprire, mercoledì 13, il mese di novembre della Società Filarmonica di Trento. Si tratta del primo di una serie di grandi Quartetti che accompagneranno il pubblico verso la conclusione della Stagione, in un programma che spazia su due secoli di storia della musica. Profondamente convinto della necessità di promuovere la musica da camera il Quartetto Sacconi si dedica con passione ed energia all’insegnamento promuovendo ogni anno diversi master accanto ad un Sacconi Chamber Mu-

si avvia verso la conclusione la Stagione della società filarmonica di trento sic Festival ormai arrivato alla sesta edizione. Fedeli al nome che portano i quattro artisti si sono scelti altrettanti strumenti di pregio: Hancox e Dawson suonano due violini italiani anonimi del Settecento, Ashwell suona una viola Sacconi costruita a New York nel 1934 e Berridge un violoncello Nicolaus Gagliano del 1781, entrambi gentilmente prestati da anonimi collezionisti. Giovedì

21 la Filarmonica ospiterà il pianista Ramin Bahrami, pianoforte con l’orchestra I Musicisti e un programma che prevede musiche di G.F. Händel, J.S. Bach, Nino Rota, R. Bellafronte e L. Bacalov. Altro grande quartetto, giovane e raffinato, impreziosito questa volta anche dal pianoforte di Filippo Gamba nel quintetto di A. Dvorak è il Quartetto Gringolts in concerto il 29 novembre. Il

Quartetto Gringolts si è costituito a Zurigo nel 2008 grazie all’amicizia e al lavoro comune svolto dai membri della formazione in occasione del Seminario Prussia Cove in Inghilterra. Ilya Gringolts, vincitore nel 1998 del Premio Paganini, è stato per lungo tempo un ricercato musicista da camera. Il secondo violino Anahit Kurtikyan e il violoncellista Claudius Herrmann sono stati ospiti delle più prestigiose sale da concerto del mondo come membri del Quartetto Amati e la violista Silvia Simionescu ha suonato intensamente nel Menhuin Piano Quartet. ■

Dall’elisir (a trento) alla bohème (a bolzano)

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ono due, “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti e “La Bohème” di Giacomo Puccini, gli appuntamenti con “La stagione lirica” proposta in sinergia dal Centro Servizi Culturali S. Chiara e della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano. Sabato 16, alle 20.30, e domenica 17 alle 16, il Teatro Sociale di Trento ospiterà “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti con la direzione musicale Marco Berdondini. Maestro del coro Luigi Azzolini, Coro del Teatro Sociale di Trento e Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Autentico gioiello per la fluidità delle sue modulazioni, l’Elisir si differenzia dall’opera buffa tradizionale di stampo rossiniano per quella vena vagamente patetica che trova la sua espressione più intensa nella romanza Una furtiva lagrima. Ma anche la cavatina di Dulcamara Udite, udite o rustici, l’aria di Nemorino Quanto è bella, quanto è cara e l’aria di Belcore Come

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Paride vezzoso hanno contribuito a fare di questo godibile melodramma una delle opere più amate dal pubblico e un cavallo di battaglia di molti interpreti prestigiosi. Per la produzione del Circuito Lirico Lombardo, alla quale collabora il Centro Servizi Culturali S. Chiara, alcuni dei ruoli principali sono stati messi a concorso e affidati ai vincitori del 64° Concorso As.Li.Co per Giovani Cantanti d’Europa. Regia, scenografia e luci saranno del francese Arnaud Bernard (conosciuto dai melomani della nostra regione soprattutto per aver diretto nel 2005 e nel 2007 La Bohème all’Arena di Verona), che riprenderà l’allestimento andato in scena nel 2001 per il Théâtre du Capitole di Toulouse. Sarà il Teatro Comunale di Bolzano ad ospitare il 26 e 27 novembre “La Bohème” di Giacomo Puccini con quattro quadri della celebre opera di Giacomo Puccini vengono riproposti in un ricco allestimento che ha come interpreti i vincitori dell’edizione 2013 del concorso internazionale Toti dal Monte. Alla prima di Treviso del 2 ottobre, seguono le rappresentazioni di Bolzano con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento sotto la direzione di Giacomo Sagripanti.


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www.studiobaiardo.com

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

L

o studio dentistico odontoiatrico del dr. Giovanni Baiardo è sito nel rione di Cristo Re a Trento (via Stoppani 2). Il Dr. Baiardo considera la situazione economica gravemente penalizzante per le famiglie che hanno bisogno di cure dentarie ed è molto critico riguardo quelli che sono gli attuali parametri reddituali ICEF provinciali. Ha così deciso di condividere in Trentino alcuni progetti mirati al sostegno di questo target della popolazione, mediante l’offerta di convenzioni per le cure dentistiche-odontoiatriche, regolate da prezzi calmierati, proprio per dare la possibilità di risolvere il problema economico a quel 45% della popolazione che in questo momento, essendo gravata da mille problemi, non riesce a curarsi i denti in nessuna maniera, neppure attraverso la Sanità pubblica provinciale. Lo Studio Baiardo collabora al progetto straordinario di Confindustria Trento, il primo di questo tipo in Italia, progetto pilota di aiuto solidale verso tutti gli operai delle aziende iscritte a Confindustria e verso le loro famiglie, che prevede cure ad un prezzario simile a quello Asl Provinciale Trentino. Con l’enorme differenza di aver abolito il parametro reddituale per accedere alle cure. Questo per fornire un vero aiuto senza nessuna distinzione sociale di sorta. Sempre lo Studio Baiardo partecipa giornalmente con il suo lavoro al programma Mutualità Siart sostenuto e coordinato da Cooperazione Salute, Associazione Artigiani Trento, Sait, Casse Rurali Trentine. (L’occasione è propizia per ringraziare e fare i migliori auguri al direttore di Mutua Artieri, Rovereto, Mauro Dallapé, persona

Un aiuto concreto per le famiglie La situazione economica attuale è penalizzante per chi ha bisogno di costose cure dentarie. Lo Studio del dr. Giovanni Baiardo in prima linea nella ricerca di convenzioni e agevolazioni per portare la Sanità verso una mutualità ideale dal forte senso strategico e cooperatore da sempre, e il suo staff, per il risultato conseguito con la nascita del nuovo progetto per la polizza sanitaria per i dipendenti degli artigiani.) Si parla di circa dodicimila dipendenti con, si spera, le loro famiglie. Alla stregua dei precedenti progetti in campo, abbiamo dunque stipulato la convenzione con il Cral Circolo ricreativo dipendenti provinciali Trento per il 2014, insieme al Cral delle Poste Italiane del Trentino. Anche per il prossimo anno avremo la convenzione Fabi, Federazione Bancari, Trento. Insieme alle convenzioni di Unisalute-Fondo Est, mutualità per il settore commercio, alberghiero, negozi, grandi catene commerciali. Partecipiamo inoltre ai programmi di Previmedical, Pronto Care. Fondo Sanitario Gruppo Intesa San Pa-

INFO Studio Odontoiatrico Dr. Giovanni Baiardo via Stoppani 2, Trento Tel. 0461.1920700 Mob. 347.7329171 gbaiardo@hotmail.it www.studiobaiardo.com

Il Dr. Giovanni Baiardo

olo. Motivato da queste collaborazioni, lo Studio Baiardo ha stipulato con il Comando Regionale della Guardia di Finanza una Convenzione per le cure odontoiatriche per tutti gli appartenenti al Corpo e ai loro familiari. In questa ottica del risparmio si è cercato nel limite del possibile che tutti i partecipanti alla Filiera odontoiatrica trentina limassero i margini di guadagno. Tutti, nessuno escluso, per far sì che in questo momento di congiuntura sfavorevole, potessimo dare energia e vigore ad un convincimento morale e civile che l’economia del nostro territorio debba e possa ripartire. Nella convinzione che non esiste nessun’altra alternativa per incentivare il mercato. Perché come professionisti

italiani, con una professionalità riconosciuta, abbiamo il dovere di contrastare il flussi di pazienti verso l’estero, di bloccare il mercato di prodotti dentali protesici di derivazione cinese. Nella consapevolezza che nella nostra professione non siamo dietro a nessuno, tanto meno a un’odontoiatria del mordi e fuggi. Dovremmo avere il coraggio di educare ed istruire i pazienti in tal senso: far loro comprendere meglio la complessità del nostro lavoro. La politica sanitaria provinciale dovrebbe disincentivare certi “viaggi della speranza” con vacanza annessa. Fermo restando che qualsiasi sostegno ad economie che non siano quella italiana non fa altro che svuotare la nostra economia. Per difendere la professionalità cercheremo di preservare in questo modo il nostro lavoro, in modo oculato, perché non ci possiamo più permettere di non pensare alle conseguenze delle nostre azioni. È un dovere di tutti noi, non solo degli addetti ai lavori, cercare di aiutare la nostra comunità di fronte a certe situazioni di bisogno. Alla fine non faremmo altro che aiutare noi stessi. ■ 75

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“Pinocchio”

di Lara Deflorian Balletto di Milano

PROGETTO DANZA I primi tre appuntamenti si svolgeranno tutti in val di Fiemme, in una sorta di progetto di Comunità di Valle, che toccherà i Comuni di Predazzo, Tesero e Cavalese

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nche quest’anno il CSC Santa Chiara propone alcuni appuntamenti in località di provincia, attraverso la programmazione del circuito denominato Trentino InDanza, sostenuto dal Coordinamento Teatrale Trentino e sempre all’insegna di spettacoli made in Italy con compagnie di rilievo. I primi tre appuntamenti si svolgeranno tutti in val di Fiemme, in una sorta di progetto di Comunità di Valle, che toccherà i Comuni di

Predazzo, Tesero e Cavalese. La prima proposta sarà quindi presentata al teatro Parrocchiale di Predazzo il 28 ottobre in cui troveremo in scena la giovane compagnia di Rovigo Fabula Saltica, che si caratterizza per la versatilità dei suoi danzatori, impegnata nel balletto in due atti di Pinocchio. Sulle musiche di Edoardo Bennato il coreografo Claudio Ronda ripercorre le vicende del celebre burattino, in modo leggero e ironico, rivolgen-

dosi soprattutto ad un pubblico di giovanissimi, ma non solo. La rilettura della favola di Pinocchio, interpretata da 12 ballerini che indosseranno colorati e fantasiosi costumi ispirati alle illustrazioni di Benito Jacovitti, farà emergere “la fatica del vivere nel meraviglioso mondo del possibile e dell’incerto, metafora della purezza in perenne conflitto con il mondo gretto e malvagio in un’umanità senza sogni”. Al Palafiemme di Cavalese

Da ROMEO E GIULIETTA a RAPERONZOLA

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a Romeo e Giulietta – per la rassegna Danza, a Raperonzola – per la rassegna domenicale di teatro per le famiglie, saranno grandi classici a calcare il palco del Teatro Valle dei Laghi durante il mese di novembre. Sabato 9 novembre 2013 alle ore 20.45, ad aprire la rassegna di danza, organizzata in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, sarà il Balletto di Milano con un opera shakespeariana senza tempo come Romeo e Giulietta. Il linguaggio della danza, come diceva Béjart, rende possibile la ripresa e la trasmissione di concetti semplici espressi nel dramma, come: vita,

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morte, guerra, amore, tristezza e gioia. Domenica 10 novembre alle ore 16.30, per la rassegna “Teatro Famiglie”, la Compagnia Rosaspina porterà in scena lo spettacolo Raperonzola, una fiaba dedicata a tutta la famiglia, dove i protagonisti racconteranno al pubblico il valore dell’attesa e del saper soffrire, perchè prima o poi può accadere l’avvenimento destinato a cambiare la sorte per giungere alla felicità. Info: 045.800.14.71. www.fondazioneaida.it

troveremo invece protagonista il 5 novembre la compagnia trentina Abbondanza/ Bertoni, fautrice di una ricerca sempre attenta verso un movimento contemporaneo contenente spesso una profonda teatralità e quindi mai fine a se stesso. A Cavalese potremo vedere Romanzo d’infanzia, uno spettacolo che si sviluppa su testi di Bruno Stori e che vede interpreti gli stessi autori della coreografia, Antonella Bertoni e Michele Abbondanza.


trentinopanorama Abbondanza/Bertoni

Vincitore di numerosi riconoscimenti, Romanzo d’Infanzia è stato tradotto in quattro lingue, rappresentato in tutto il mondo con oltre seicento repliche ed è quindi da considerarsi un evergreen della Compagnia. Attraverso l’articolazione e l’evoluzione di “graffianti” movimenti che suscitano sentimenti contrastanti, viene esplorato il mondo del bambino e quello dell’adulto in termini d’amore. Gli stessi autori scrivono: “Questo lavoro parla del disagio infantile all’interno dei rapporti primari-affettivi, della violenza fisica e psicologica che l’infanzia subisce a casa o nelle istituzioni, del delitto di non ascoltare i propri figli, di colpe senza colpevoli.” Una significativa prerogativa di questo spettacolo, strutturato sempre su di un linguaggio del teatro-danza, è che si propone in una formula fruibile anche ai bambini e quindi si può rivolgere ad un pubblico dai 6 anni in su. Al teatro Comunale di Tesero, infine, il 7 novembre è prevista l’esibizione del Balletto di Milano, fondato più di 30 anni fa e diretto da Carlo Pesta. Particolarmente apprezzato all’estero, questa compagnia sarà

protagonista di un classico shakespeariano: Romeo e Giulietta nella versione musicale di Ciaikovski e nella rilettura coreografica di quattro anni fa di Giorgio Madia. Quest’ultimo dopo aver avuto le sue prime esperienze al teatro alla Scala di Milano, dove si è anche diplomato, ha lavorato molto all’estero e a proposito del balletto in due atti tratto dall’omonima tragedia, lo stesso Madia scrive: “Nella creazione degli spettacoli ho sempre dato spazio alla mia fantasia sottraendomi a formule teatrali definite. … Il linguaggio della danza, come diceva Béjart, non deve esprimere concetti molto complicati ma solo i più semplici: vita, morte, guerra, amore, tristezza e gioia. Il dramma di Romeo e Giulietta, come nell’immaginario collettivo, è per me l’archetipo, l’icona dell’amore perfetto anche se (o proprio perché) in contrasto con la società e con il mondo. Quindi la chiave della mia interpretazione ha richiesto, seppur nella tradizione del testo,la ricomposizione temporale degli eventi: una storia che parte dal culmine del dramma e si snoda con lo scopo di enfatizzare l’icona”. ■ 77

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di Fabio De Santi

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opo l’apertura all’Auditorium di Trento con il chitarrista inglese John McLaughlin a fine ottobre prosegue con un big del jazz tricolore come Paolo Fresu la rassegna “Itinerari Jazz”. L’appuntamento è quello con il Paolo Fresu Quintet in concerto mercoledì 13 novembre all’Auditorium Melotti di Rovereto con il secondo di sei concerti fino al 12 maggio, di cui tre programmati all’Auditorium di Trento e altrettanti al “Melotti” di Rovereto. Una rassegna ormai “storica” che diventa di fatto una nuova proposta di musica Jazz del Centro Servizi Culturali S. Chiara, rassegna che abbandona a partire da quest’anno la dimensione del Festival per offrire agli appassionati una proposta artistica distribuita su un arco temporale più ampio, integrata nel calendario con le altre proposte musicali

paolo FRESU QUINTET in concerto mercoledì 13 novembre all’Auditorium Melotti di Rovereto organizzate dal Centro, oltre che con il programma sinfonico dell’Orchestra Haydn. Il quintetto più longevo del jazz italiano, frutto dell’incontro nel 1984 tra il trombettista sardo, allora ventitreenne, con il pianista Roberto Cipelli, è ormai vicino al compimento dei trent’anni di attività e prosegue il suo cammino in modo costante, sempre

rinnovato, nell’alchimia di cinque personalità che non vedono esaurirsi gli stimoli reciproci. L’esempio migliore viene dalla registrazione dei cinque album pubblicati dall’autorevole etichetta Blue Note dal 2004 al 2008, seguiti dal doppio album registrato per la Tuk, casa discografica fondata dallo stesso Fresu. Nella musica del quintetto, il

jazz moderno si mescola alla varietà melodica e cromatica del Mediterraneo. In questo progetto accanto a Fresu e Cipelli troviamo Tino Tracanna saxofono, Attilio Zanchi contrabbasso e Ettore Fioravanti batteria. Il quintetto di Paolo Fresu dopo varie forme incide nel 1985 l’album “Ostinato” per la Splasc(h) Records, e si consacra come uno dei gruppi di punta del jazz italiano con il disco Inner Voices. Da allora svolge un’intensa attività concertistica e discografica oltre che didattica. ■

ANCH’IO A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ

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a famiglia a teatro, un teatro per la famiglia”: è questo lo slogan che accompagna la rassegna “Anch’io a teatro con mamma e papà” organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento. Dopo il primo spettacolo al Teatro Cuminetti, location che ospita la rassegna, con gli Eccentrici Dadarò, sabato 9 novembre e domenica 10 dalle 16, la compagnia Thalassai 2009 propone “Storia d’amore e alberi”, spettacolo liberamente ispirato a “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono. Il racconto è quello di nuvole perdute, di cieli e montagne, ma soprattutto di un grande uomo, piccolo giardiniere di Dio, della sua poetica resistenza e della sua ostinata generosità. È la storia di Elzeard Bouffier, un pastore solitario che per amore (o forse per cercare la felicità) comincia a piantare querce in una terra aspra e desolata. Lentamente e meravigliosamente il mondo intorno a lui cambia come in una lenta e silenziosa rivoluzione. Un invito all’impegno civile e alla difesa della natura: un messaggio d’amore per

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l’albero e il suo valore universale. Sabato 23 e domenica 24 la compagnia Teatro Distinto porterà in scena “Il gioco del lupo” con Daniel Gol e Alessandro Nosotti per uno spettacolo ideato e diretto da Daniel Gol, Laura Marchegiani, Alessandro Nosotti, realizzato in collaborazione con Teatro delle Briciole di Parma. “Il gioco del lupo” è lo spettacolo vincitore quest’anno del Festival Giocateatro di Torino, il quale porta a chiedersi quanto ciascuno sia consapevole della propria aggressività e in quale misura possa manifestarla. Chi non ha avuto il desiderio di colpire il nemico alle spalle? E chi non ha goduto nel punire il più debole, sentendosi un lupo? Tutti, prima o poi, siamo stati vittime del fascino del cattivo. L’aggressività, motore scatenante l’intera pièce, è trattata in forma di gioco, con una leggerezza che incuriosisce i più piccoli e l’ambientazione fiabesca, amplificata da un insieme di suoni e musica, è utile a creare un fraseggio sonoro che colma l’assenza di parole.


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www.gasperotti.com

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

arà per la crisi generale che attanaglia molti o perché hanno aperto le frontiere, sarà perché anche i ladri si ingegnano e diventano sempre più abili o perché talvolta con leggerezza si scelgono gli elementi fondamentali per la sicurezza delle nostre case, chissà, resta il fatto che le nostre abitazioni sono meno sicure di prima e che i furti domestici e le intrusioni violente nei nostri domicili sono sempre più frequenti, come testimoniano purtroppo sia la cronaca nera che i resoconti annuali degli organi di pubblica sicurezza nazionali – 280.000 le violazioni di domicilio in Italia nel 2012. La porta di ingresso delle nostre abitazioni è a tutti gli effetti l’accesso preferito da ladri e malintenzionati i quali prediligono entrare dalla porta anziché dalle finestre, anche quando accessibili, poiché questa prima opzione dà meno nell’occhio e favorisce il trafugamento della refurtiva. Non è certamente nostra intenzione fornire istruzioni ai ladri di come sia relativamente semplice violare una porta d’ingresso quando questa non è dotata di una serratura idonea e di ultima generazione, basta però andare su YouTube,

I PARTICOLARI FANNO Sì LA DIFFERENZA La chiave di casa non sempre ti è amica il terzo sito internet più visitato al mondo, o generalmente navigare con astuzia nel web per trovare e comprendere con tanto di filmati ed “istruzioni d’uso” come sia relativamente facile aprire alcune porte blindate in pochi secondi, come se fossimo i padroni di casa, con semplici strumenti del mestiere. Le “Bump Key” ed i “chiavistelli bulgari” sono tristemente noti non solo agli organi di polizia, ma soprattutto a chi ne ha subito il tragico effetto, per di più senza che il ladro in questione abbia lasciato alcuna traccia di scasso. Una porta d’ingresso blindata va dunque scelta con molta accuratezza, deve essere bella e magari di design (è il vostro biglietto da visita) sicura e robusta (meglio se certificata in Classe 4 piuttosto che in Classe 3) con elevate prestazioni in termini di isolamento acustico e termico (per vivere meglio e risparmiare energia) ma necessariamente dotata di una serratura di ultima generazione a prova di scasso. Gasperotti, azienda storica trentina da anni al vertice della qualità costruttiva europea nel settore delle porte e dei portoncini blindati, produce chiusure d’eccellenza in Classe 4 – garantite dai più importanti enti di certificazione nazionali ed esteri – che oltre ad offrire un’adeguata protezione e sicurezza si distinguono per prestazioni inimitabili in termini di comfort abitativo, risparmio energetico ed assoluta sicurezza

delle serrature. Gasperotti da sempre dedica infatti una particolare attenzione non solo agli aspetti tecnico costruttivi ed alle prestazione delle porte, ma anche alle loro chiusure. Tutte le porte Gasperotti montano infatti esclusive serrature personalizzate con cilindro europeo “anti bump”. Chiavi con uno speciale profilo personalizzato e brevettato duplicabili solo presso l’azienda stessa, che in combinazione con il “defender” Gasperotti – la borchia antistrappo in acciao al nikel-cromo e manganese che protegge il cilindro della serratura – rendono vani i più abili tentativi di violazione da parte di un malintenzionato. Tali tipi di cilindri si distinguono inoltre per la caratteristica di essere programmabili/masterizzabili su più livelli, ov vero per la possibilità di inibire o rendere accessibili tutti o solo alcuni degli accessi della tua casa (il giardiniere, ad esempio con la sua chiave potrà

aprire solo il cancello esterno e non la porta d’ingresso) pur montando su entrambi gli accessi la stessa serratura. Il servizio di duplica e masterizzazione delle chiavi tramite card proprietaria con codice segreto, effettuabile solo da Gasperotti, è una ulteriore garanzia per i tutti clienti cha hanno a cuore anche il totale controllo della duplicazione delle chiavi. Per avere maggiori informazioni sulle prestazioni delle porte blindate Gasperotti e poter valutarne di persona funzionalità ed estetica, visitate lo show room di Rovereto in via Fornaci, 62 (z.i.) chiamando il numero 0464 435353 per fissare un appuntamento. Maggiori info su: www.gasperotti.com ■

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www.ilfattoquotidiano.it

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arco Travaglio torna a Trento con il suo nuovo spettacolo teatrale “È Stato la Mafia” in scena il 22 novembre all’Auditorium Santa Chiara di Trento. Una performance delineata anche da una frase di Salvatore Borsellino: “La trattativa è il peccato originale della Seconda Repubblica. E senza verità e giustizia sulle stragi non ci possiamo definire un paese civile”. “È stato la mafia” di e con Marco Travaglio è in scena con musiche dal vivo di Valentino Corvino per la regia di Stefania de Santis e racconta la storia della trattativa fra Stato e Cosa Nostra, avviata dallo Stato nel 1992 e proseguita fino ad oggi. La presunta trattativa tra Governo italiano e Cosa nostra sarebbe stata una negoziazione avvenuta all’indomani della stagione delle bombe del ‘92 e ‘93 con lo scopo di giungere ad un accordo che avrebbe

È stato la mafia MARCO TRAVAGLIO, A TRENTO IL 22 NOVEMBRE, racconta la storia della trattativa fra Stato e Cosa Nostra, avviata dallo Stato nel 1992 e (a quanto pare) proseguita fino ad oggi previsto la fine delle stragi in cambio di un’attenuazione delle misure detentive previste dall’articolo 41 bis e di molto altro. La trattativa è ancora oggetto di indagini giudiziarie ed è stata dichiarata reale nella motivazione della sentenza del processo a Francesco Tagliavia per le bombe del ‘92 e ‘93. Secondo tale sentenza l’iniziativa per la trattativa “fu as-

sunta da rappresentanti dello Stato e non dagli uomini di mafia”. La trattativa quindi è vera, non è più presunta. La trattativa è certa, è avvenuta e non l’ha voluta la mafia ma lo Stato e i negoziati fecero da sfondo alle stragi, condizionando la politica negli ultimi vent’anni. Una storia di patti inconfessabili, di segreti e ricatti che hanno dato vita alla Seconda

g. D’Annunzio: “Il bisogno del superfluo”

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al 20 novembre al 20 dicembre, l’Istituto scolastico “A. Degasperi” di Borgo Valsugana proporrà la mostra “Il Bisogno del Superfluo”, dedicata a Gabriele D’Annunzio (1863-1938) nel 150° della nascita. Seguendo le contemporanee tendenze dell’arte europea, il Vate ha modellato la sua vita come un’opera d’arte e ha fatto confluire nella sua opera tutto il proprio vitalismo. Ha esplorato vari generi letterari con un linguaggio fortemente originale e suggestivo, esaltando nel modo più appariscente i caratteri dell’irrazionalità e del misticismo estetico senza tradire la sua più intima ispirazione naturalistica e sensuale. In questa mostra, i pannelli del Vittoriale di Gardone Riviera, guidano il visitatore all’interno di una vita “inimitabile”... Arricchisce l’esposizione (prodotta dal Trentino Book Festival), una raccolta bibliografica curata dalla Biblioteca comunale di Borgo Valsugana. Previsti anche due incontri. Il primo il 22 novembre (alle 20, Foyer del teatro scolastico) con Giovanni Tipoldi: “La vita come opera d’arte”. E la seconda il 10 dicembre (alle 14.30, Biblioteca comunale) con Massimo Libardi: “Nietzsche in pantofole. Il piacere di Gabriele D’Annnunzio”.

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Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura

RivenditE autorizzatE

Repubblica e continuano a inquinare la presunta Terza che sta per nascere con le elezioni del 2013. Com’è suo costume, il giornalista narra fatti drammatici in forma tragicomica, sottolineando gli aspetti grotteschi e ridicoli delle campagne di stampa negazioniste e giustificazioniste scatenate da giornali e tv soprattutto dopo l’intercettazione di telefonate fra l’ex ministro Mancino e il presidente Napolitano. Come nel precedente spettacolo “Anestesia totale”, Travaglio sarà accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo e affiancato da un’attrice che legge brani di Gaber, Pasolini, Calamandrei, Pertini e Flaiano: testi sulla buona politica, quella che rifiuta ogni trattativa e compromesso con la malavita e il malaffare. I biglietti sono in vendita ad un prezzo da 20 a 27 euro più diritti di prevendita nel circuito abituale del Centro Servizi Culturali S.Chiara e in quello di Ticketone. ■


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di Lara Deflorian

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n questo mese saranno due gli appuntamenti con la danza al teatro Sociale. L’8 novembre sarà la volta del Balletto di Milano, ensemble con più di trent’anni di storia, conosciuto e apprezzato all’estero anche per essere stata la prima compagnia italiana nel 1999 ad esibirsi al Teatro Bolshoi di Mosca. Tra le sue produzioni potremo assistere a Trento a Le Vie en Rose…Chansons, una serata di balletto in due atti composta da una successione di quadri, creati dall’artista Adriana Mortelliti, che danno vita ad alcune celebri melodie dei canzonieri e interpreti dominatori del panorama culturale della canzone francese del Novecento, come Jacques Brel, Edith Piaf, fino ad arrivare a Charles Aznavour. Questi motivi indimenticabili diventano sulla scena coreografie giocose e ironiche, che raccontano storie nelle quali possiamo ritrovare i sentimenti e le sensazioni più comuni della nostra vita: amore, indifferenza, gioia e solitudine. Dalle atmosfere nostalgiche francesi il 27 novembre si passerà alle atmosfere passionali argentine con il Balletto di Roma, che presenterà

Le Vie en Rose doppio appuntamento, l’8 e il 27 novembre al teatro sociale di trento. IL BALLETTO DI MILANO E IL BALLETTO DI ROMA. Il 29, al cuminetti, Maratona di danza contemporanea

Contemporary Tango, una creazione di Milena Zullo, danzatrice e coreografa conosciuta in regione soprattutto come insegnante, particolarmente apprezzata nell’ambito di Trentino Danza Estate. Nel 2010 il Balletto di Roma ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni di attività guar-

dando verso un futuro di tradizione e vocazione, storia ed espressione senza tempo come accade in Contemporary Tango. Come in “un album di fotografie da sfogliare”, questa creazione che narra di una serata nella Milonga argentina dove si potrà assistere alla contaminazione tra

il linguaggio contemporaneo e il “minimalismo” dell’incontro tra corpi che parlano di tango, un tango sociale e popolare capace di divenire racconto di un modo di sentire. Assaporando inoltre le musiche di Astor Piazzolla, Osvaldo Pugliese, Juan D’Arienzo ed altri, potremo ammirare in scena anche la star televisiva, di matrice classica, Kledi Kadiu. Infine al teatro Cuminetti il 29 novembre si svolgerà una Maratona di danza contemporanea, ancora in fase di definizione, ospitante artisti italiani e allietata, come di consueto, da intervalli enogastronomici. ■

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disordine creativo

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on il titolo “disordine creativo” si è concretizzato nel mese di ottobre l’appuntamento più importante tra le numerose iniziative di Spazio Event Art di Pergine Valsugana. La proposta era legata alla nona edizione della Giornata del Contemporaneo che Amaci (l’Associazione musei d’arte contemporanea italiani) dedica all’arte contemporanea e al suo pubblico, coinvolgendo in prima fila numerosi musei e istituzioni nazionali italiani, con conferenze, mostre a ingresso gratuito e laboratori, ma che allo stesso tempo

tra le numerose iniziative di Spazio Event Art di Pergine performances artistiche con movimento, suoni e idee invita gli artisti a esprimersi in libere manifestazioni presentate contemporaneamente in tutto il territorio nazionale. L’associazione artistica di Pergine si è accodata anche quest’anno a questa rilevante cordata culturale con un’iniziativa multiforme. Inanzitutto una mostra curata da Mara Campaner e Marco Cruciani, sviluppata in due sedi, a Pergine dal 29 settembre al 8 ottobre, e presso la Torre Mirana di Palazzo Thun a Trento dal 10 al 27 ottobre

2013 a cui hanno partecipato artisti provenienti da varie località italiane: Roberto Adani (MO), Annamaria Adessi (TN), Gian Pietro Arzuffi (VA); Sana Arfaoui (Tunisia), Celestina Avanzini (BZ), Ornella Balbo (FI), Rossana Bartolazzi (TN), Claudia Bertera (TN), Lorenza Beltrami (FE), Giovanni Bet (TV), Francesco Bonizzoni (CR), Amalia Borin (Mo), Luigi Bressan (RA), Luca Buono (Li), Arturo Busi (BO), Valentina Capurso (BA), Libera Carraro (VE), Claudio

Cavalieri (TN), Ernesto Colombo (VA), Emma Civallero (BO), Riccardo Capra (Mi), Alice Cristelli (TN), Simone Cargnoni (BS), Alessandro Dal Cero (VR), Enrico Dalfiume (BZ), Rita Demattio (TN), Mardo De Santi (VA), Gianfranco Eddone (TO), Daniele Fedi (PI), Giuseppe Ferrari (TN), Ruth Helena Fischer (Svizzera), Maria Luisa Fontana (VI), Laura Grispigni (RM), Giovanna Gruber (TN), Gianfranco Guidolin (VR), Pamela Lazzarini (PD), Rossella Libardoni (TN), Martino Lorenz (TN), Cristiano Lucarelli (GR), Sergio Luzzi (RI), Samuel Maranelli (TN), Andrea Marchesini (VI), Stefano Mariotti (FI), Paolo Massone (TV), Christian Molin (BL),

trentinomese.it: MUSICA IN FREE DOWNLOAD

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nche per il magazine di novembre abbiamo selezionato 6 novità musicali provenienti dal panorama indipendente italiano. Sul nostro sito www.trentinomese.it potete ascoltarli e scaricarli gratis. In apertura, il nuovo singolo di Yokoano, vero e proprio rock d’avanguardia, sfuggevole a qualsivoglia etichettamento musicale. Per i palati fini, il secondo brano è quello dei Fusch, quartetto bergamasco in bilico fra psichedelia e sperimentazione. Il loro album è il secondo capitolo di una trilogia che darà alle stampe tre dischi di inediti in un solo anno (il prossimo lavoro è previsto per aprile 2013). Si continua con i NaGa: su tappeti sonori pop noise si staglia la voce ben impostata della cantante Lela, un talento tutto da scoprire. A seguire il singolo “Averno”, tratto dall’album “Per

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le strade ripetute” dei Corde Oblique. Si tratta di un concept-album incentrato sulle tre date della donna; album che è anche un viaggio attraverso i luoghi più suggestivi e rappresentativi della Campania. La tracklist continua con i Montauk, band portatrice di un rock alternativo che è una perfetta sintesi di quanto proposto da band quali Massimo Volume, Il Teatro degli Orrori, Offlaga Disco Pax. Una miscela di suoni e colori accattivante e non derivativa. In chiusura abbiamo la dark wave dei Selfishadows: si tratta del primo lavoro prodotto dalla nuova etichetta Factum Est, fondata da Maria Teresa Regazzoni (voce e tastiere dei sopra citati Fusch). Particolarità della Factum Est è la cura nelle produzioni: tutti i dischi usciranno in tiratura limitata e con copie serigrafate a mano. Buon ascolto!


trentinopanorama

Massimo J. Monaco (AR), Silvia Moroni (VA), Sergio Moreletti (TN), Roberta Motta (MI), Carlo Nannini (FI), Jirina Nazzani (Rep.Ceca - TN), Franco Nonnis (CA), Paolo Ober (TN), Fabrizio Ognibeni (TN), Giovanna Orlando (PV), Michele Rech (TN), Gabriella Rigotti (TN), Sonia Salton (TV), Paul Sark (TN), Alessandro Scotti (BO), Nicoletta Spinelli (RA), Enrico Tomasi (TN), Paola Tramontin (TN), Rosalba Trentini (TN), Lucia Viganò (Mb), Oskar Verant (BZ), Emilio Ignazio Ximenes (Bo), Laura Zilocchi (Re). Come ormai noto, la caratteristica peculiare delle iniziative di Spazio Event Art è la presenza di performances artistiche che alla visione più tradizionale delle arti uniscono il movimento, i suoni, e di volta in volta le più sorprendenti idee. Su questa linea, sia in concomitanza delle due inaugurazioni, sia il giorno 5 ottobre, vera e propria “giornata del contemporaneo”, si sono così esibiti in performance i seguenti artisti: Sergio Decarli, Paul Sark, Francesca Miceli, Leonardo Nava, Enrico Zanetti, Rossella Libardoni, Alessandro Ragazzo, Tommaso Busatto, ClioGym-Pergine, la compagnia Mondo di Lilith, e i gruppi The Token e The Sound Cube. Con il vario materiale raccolto verrà realizzato un documentario. Va notato che a livello nazionale la proposta AMACI, vede di anno in anno un numero sempre crescente di partecipazioni di istituzioni museali

italiane impegnate nel campo dell’arte contemporanea e ancorpiù di manifestazioni estemporanee di liberi artisti, dimostrando il valore dell’evento quale grande occasione di scambio, vivace e dinamico, tra l’arte del nostro tempo e il suo pubblico, anch’esso sempre più numeroso, diversificato e interessato. La manifestazione perginese ha goduto del patrocinio del Comune di Pergine, dell’archivio ADAC del MART (l’archivio degli artisti trentini contemporanei) e l’approvazione di Amaci. L’evento è realizzato in collaborazione con Archivio Monografico Italiano (MI), Simultanea Spazi d’arte (FI), Weartgallery di Uboldo–Saronno (Va) e l’associazione Arte&Arte (Ve). Lo staff ha anche appoggiato, sempre il 5 ottobre, la marcia realizzata a Trento che ha unito le rappresentanze delle più importanti associazioni artistiche locali. Merita comunque una menzione anche la successiva esposizione realizzata dal 12 al 31 ottobre. Una affascinante mostra dedicata al mondo delle fiabe, dal titolo “C’era una volta”, con un intervento introduttivo di Paola Wise Taufer. L’evento era in collaborazione con Simultanea Spazi d’Arte, associazione artistico-culturale di Firenze, diretta da due storici e critici d’arte, Roberta Fiorini e Daniela Pronestì. L’evento aveva la particolarità di presentare esclusivamente disegni/opere di formato A4, con la partecipazione di ben 128 artisti italiani ed esteri. Nel mese di novembre gli ultimi appuntamenti prima della pausa invernale sono per il giorno 7, ore 18.00, per l’inaugurazione dell’esposizione SOS ART, e per il 16 novembre alle 20.30 per una serata speciale con video, arte e gastronomia. La mostra è abbinata ad una lotteria con in palio diverse opere d’arte. ■

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antonello da messina: “che ci faccio qui?”

Elio roberti al ritrovo degli artisti

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he ci faccio qui? Scrive Bruce Chatwin. Che ci faccio qui? Esclama l’artista Antonello da Messina, colui che seppe unire il rinascimento

italiano con il gusto fiammingo, approdato, a partire dal 5 ottobre, nelle asettiche sale del Mart di Rovereto. Si,

proprio lì, nel regno incontrastato del Moderno e del Contemporaneo. Mai frase fu più appropriata. Forse

che la direttrice, Cristiana

Collu, sperimenti la

politica del mutare il senso del contenitore, di aprire le porte girevoli all’improvvisazione irruenta del passato, a colui, Antonello da Messina, che più di tutti è agli antipodi dell’astrazione e della concettualità? Oppure voleva distinguersi dalla precedente politica artistica di Gabriella Belli, dando una sterzata e seguendo le orme del supermercato artistico dove tutto si vende, tutto si offre, tutto può comparire per poi sparire definitivamente.

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er tutto il mese di novembre, l’agenzia d’arte Il Ritrovo degli Artisti di Trento (Via Endrici, 17) esporrà le opere di Elio Roberti. Di questo artista scrive così il prof. Pierluigi Menapace: “Paesaggio risolto con sapienti contrasti chiaroscurali, nella sicura prospettiva ambientale di ampio respiro. Ed invero la modulazione dei toni caldi e la morbidezza dello sfumato sono commentate dalla grazie svelta del segno e traducono sulla tela impressioni immediate di luce e colore; catalizzate dal parametro di una cromia armoniosa nell’avvolgente atmosfera onirica. La visione filtra nel gioco sottile del chiaroscuro; come attraverso un velo d’acqua che attenua i contrasti, stempera i contorni e decanta la nota elegiaca stesa, evocante tenerezza e struggente malinconia”. La mostra sarà visitabile con orario: 10-12/16-19. Per ulteriori informazioni telefonare al 334.1028483.

Ma non c’era stato, qualche anno fa, un tavolo di concertazione tra tutti i direttori di musei trentini per decidere la politica da perseguire, senza ostacolarsi l’un con l’altro, senza pestarsi i piedi, senza entrare nella logica “io sono il più bravo”, ecc. ecc. ecc.? Oppure, è questa una scelta di una politica del botteghino, di cassa, visto che le entrate del Mart vanno sempre più giù da quando si è deciso di abbandonare la ricerca e la progettualità optando per la frammentarietà, l’evento effimero, l’annaspare nel mondo paludoso dell’arte contemporanea. Come ha ben scritto Vincenzo Trione su “La Lettura”, inserto culturale del Corriere della Sera (domenica 15 settembre), qualcosa lascia perplessi… 84

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trentinomostre siamo dinanzi a una provocazione intelligente, forse anche coraggiosa, ma non opportuna… un’esposizione tradizionale… Ma cosa succederebbe se la proposta della Collu dovesse essere esportata anche altrove? L’esito sarebbe inevitabile (e pericoloso). La chiusura dei musei d’arte contemporanea. Che diventerebbero contenitori del tutto privi di senso e di utilità. Quei musei d’arte contemporanea che, oggi, si trovano ad affrontare una stagione di crisi e di tagli dei fondi. E devono ancora, quotidianamente, fronteggiare diffidenze e ostilità culturali. Che dire altro? Operazioni di questo tipo ti fanno passare

la voglia di scrivere qualsiasi cosa su Antonello

da Messina. Poverino, usato a sua insaputa per una mostra lontana anni luce da casa sua e che rimarrà immediatamente orfana, visto che non passerà in altre città. A maggior ragione non si capisce come sia capitato a Trento, per quale logica, aggancio, se non per far entrare soldi lì dove iniziano a scarseggiare. Ma oggi che la crisi costringe tutti a ripensamenti e riqualificazioni, cosa fa il Mart? Si getta nella mischia del “faccio io”, del guadagno a tutti i costi, dello specchio delle allodole per turisti, gettando nell’immondizia quello che era il cuore stesso del Mart: diventare il centro mondiale della ricerca e della pubblicizzazione del movimento futurista, attraverso collezioni, archivi, mostre temporanee, scambi, ecc. Con questa operazione il Mart si perde nello spazio siderale, vanificando le grandi mostre del passato, quelle sole che hanno fatto la storia e la cronaca dell’arte italiana ed europea e che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo, come il Romanticismo, il Divisionismo, La montagna: arte scienza e mito, La danza delle avanguardie, Il Bello e la bestia. Ovvero le mostre della contaminazione tra arti, tra passato e presente, tra territorio e universo. Fiorenzo Degasperi

Arco Mostre Alessandro Piangiamore. Tutto il vento che c’è Apertura: fino a domenica 1 dicembre. MAG Arco, Galleria Civica G. Segantini. Mostra a cura di Veronica Caciolli, Denis Isaia, Federico Mazzonelli. Info: Museo Alto Garda info@museoaltogarda.it; http:// www.museoaltogarda.it.

Borgo Valsugana Mostre gabriele d’annunzio - il bisogno del superfluo Apertura: da mercoledì 20 novembre a venerdì 20 dicembre. Atrio dell’Istituto d’Istruzione Alcide Degasperi. Pannelli della mostra a cura del Vittoriale di Gardone Riviera. Raccolta bibliografica a cura della Biblioteca comunale di Borgo Valsugana. Ingresso libero.

Caldonazzo Mercati NatalArte Mercatini di Natale Apertura: da sabato 23 novembre a lunedì 23 dicembre. Info, orari e programma su www.nataleacaldonazzo.it. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700 - info@visitvalsugana.it.

Levico Terme Mercati Mercatini di Natale nel Parco secolare degli Asburgo Apertura: da sabato 23 novembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Info, orari e programma su: www. visitlevicoterme.it. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700 - info@ visitvalsugana.it.

Pergine Valsugana

castelpergine.it; www.castelpergine.it. Ore 17.

Riva del Garda Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 22 marzo a domenica 3 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostra permanente. Mostre ALOIS BEER 1900-1910 Apertura: da domenica 14 aprile a domenica 3 novembre. MAG Museo Alto Garda. Panorami fotografici del Garda dalle collezioni del Kriegsarchiv di Vienna. A cura di Alberto Prandi. Orario: dalle 10 alle 18. Chiuso lunedì. Ulteriori informazioni: www.museoaltogarda.it. Mostre Claudio Olivieri. Il colore disvelato Apertura: da venerdì 7 giugno a domenica 3 novembre. MAG Museo Alto Garda. Una selezione di venti quadri, in parte provenienti dalle raccolte del Mart di Rovereto, sarà esposta a giugno nelle tre sale destinate alle mostre temporanee che chiudono il percorso della collezione permanente del Museo Civico di Riva del Garda. A cura di Daniela Ferrari. Ulteriori informazioni: www.museoaltogarda.it. Mostre PIETRO RICCHI A LUME DI CANDELA - l’inviolata e suoi artefici Apertura: fino a domenica 3 novembre. Museo. Mostra a cura di Marina Botteri e Cinzia D’Agostino. Info: Museo Riva del Garda - Tel. 0464.573869; www.museoaltogarda.it.

Mercati Mercatini di Natale - PerzeNland e il Villaggio delle Meraviglie Apertura: da sabato 16 novembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Info, orari e programma su: www. ilvillaggiodellemeraviglie.com. Info: APT Valsugana Ufficio di Pergine - Tel. 0461.727760 - pergine@ visitvalsugana.it.

Mostre Paesaggi del Sommolago. Dal V millennio a.C. all’età moderna Apertura: fino a domenica 3 novembre. Museo. Mostra a cura di Gian Pietro Brogiolo. Info: Museo Riva del Garda - Tel. 0464.573869; www.museoaltogarda.it.

Mostre Klaus Prior - Figure Arcaiche sculture e dipinti Apertura: da sabato 20 aprile a domenica 3 novembre. Castello. Mostra di sculture e dipinti. Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10.00 fino alle 22.00 lunedì dalle 17.00 alle 22.00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@

Mostre MOSTRI SMISURATI E CREATURE FANTASTICHE TRA I FLUTTI. Piero di Cosimo a Riva del Garda Apertura: da sabato 10 agosto a domenica 3 novembre. MAG, Museo. Mostra a cura di Marina Botteri. Info: Tel. 0464.573869; www. museoaltogarda.it.

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trentinomostre Roveré della Luna Mostre ANNAMARIA GELMI CROCI INCROCI Apertura: da sabato 14 settembre a lunedì 11 novembre. Teatro Parrocchiale. Una mostra-evento che si sviluppa in un percorso attraverso il paese di Roverè della Luna, in occasione del giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre. Il percorso parte dall’installazione site-specific nella Chiesa di Sant’Anna del XV secolo, ricca di affreschi recentemente restaurati, per proseguire in una mostra allestita nel nuovo Oratorio e nelle diverse location messe a disposizione dalle realtà economico-sociali, culturali ed eno-gastronomiche del paese partner dell’iniziativa: le Cantine, la Cassa Rurale, il Comune e alcune aziende.

Rovereto Mercati MERCATINI DI NATALE A rovereto Apertura: dal 22 novembre al 6 gennaio 2014. Non solo mercatino a Rovereto per il Natale dei Popoli. Oltre alle tradizionali casette in legno coperte da un cielo di stelle, la Città della Pace accoglie la colorata tenda della Terra Santa e i Villancicos, i canti popolari natalizi della Spagna. Gli artigiani di Betlemme e i ragazzi del gruppo Dabka porteranno a Rovereto le atmosfere mediorientali: presepi, manufatti in legno d’olivo, madreperla, ceramica e tessuto e canti popolari d’amore per il proprio paese. Info: www.visitrovereto.it Mostre PASUBIO 1915-1918 Apertura: fino a venerdì 1 novembre 2013. Castello. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-18. Info: www.trentinograndeguerra.it; www.museodellaguerra.it. Mostre HUMAN RIGHTS? #MIGRANTES L’IMMIGRAZIONE E L’ACCOGLIENZA Apertura: da sabato 28 settembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Fondazione Opera Campana dei Caduti - Colle Miravalle. L’arte contemporanea parla dei diritti umani. Orari d’apertura: 9-18. Info: tel. 0464.434412 cell. 347.6229356. Mostre ANTONIO DE PASCALE SOGLIE Apertura: fino a sabato 18 gennaio 2014. Paolo Maria Deanesi Gallery - Via S. Giovanni Bosco, 9. Mostra personale di Antonio De Pascale a cura di Christian Caliandro. Orario: da giovedì a sabato 16-20 o su appuntamento. Info: www.paolomariadeanesi.it.

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Marco Berlanda Allo studio Bibliografico Adige

A Rovrereto Mostre michelangelo perghem gelmi (1911-1992) Apertura: da venerdì 8 novembre a domenica 13 gennaio. Mart. Un omaggio a una delle personalità più originali della scena trentina a vent’anni dalla sua scomparsa. Curata da Fabio Campolongo con l’Archivio del ‘900, l’esposizione è accompagnata da un catalogo che viene pubblicato grazie al contributo dell’Ordine degli Ingegneri trentini e della Fondazione Luigi Negrelli. Info: www.mart.tn.it. Mostre Antonello da Messina Apertura: dal 5 ottobre al 12 gennaio 2014. Mart. Il Mart, la Regione Siciliana e la casa editrice Electa presentano una mostra dedicata a Antonello da Messina. Si tratta del momento più importante dell’attività espositiva del Museo nel 2013, non solo per l’eccezionalità delle opere esposte, grazie a prestiti internazionali concessi per l’occasione, ma anche per l’inedita ampiezza cronologica dei confronti proposti. l progetto espositivo, a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis (con la collaborazione di Maria Calì e Simone Facchinetti), propone un’indagine articolata e uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattrocento e sul suo tempo, attraverso lo studio degli intrecci storico-artistici e delle controversie ancora aperte, presentati in questa sede come punti di forza attraverso i quali approfondire nuovi percorsi di interpretazione critica. Info: www.mart.trento.it

Sanzeno Mostre MELAMORFOSI Apertura: fino a domenica 10 novembre. Casa de Gentili. P.zza

nche l’arte non sfugge alla crisi. In tempi in cui si assiste alla scomparsa di spazi espositivi, dalla chiusura di gallerie private alla riduzione “minimale” delle attività degli enti pubblici (Mart e Galleria Civica), ben venga ogni iniziativa che possa rimettere in moto le relazioni artistiche. E ancora di più apprezziamo quando la volontà proviene dalla professionalità. Così, lo Studio Bibliografico Adige, con la sua sede di Via Madruzzo n 33, ha aperto il suo spazio – non è la prima volta – all’artista Marco Berlanda. L’artista, assai noto nell’ambiente trentino e non, espone nuove e vecchie opere e una serie di disegni su carta inediti. La pittura di Berlanda affronta generi “classici”, come il ritratto e la figura umana, il paesaggio, il tema del sacro, con tecniche della tradizione come l’olio, le terre, l’incisione.
Ciò che rende fortemente personale il suo stile è la composizione delle immagini, la resa delle espressioni, l’istintività e la spontaneità nella combinazione dei vari elementi. Un carattere istintivo, il disincantato ardore giovanile mai venuto meno, una spontaneità mai repressa si riversano sulle tele che Marco Berlanda compone. Qui, mescolando colori, provando e sperimentando soluzioni, guidato dalla innata creatività, egli elabora una visione del mondo fiabesca e ingenua - potremmo dire “espressionista”, sanguigna - proponendoci paesaggi, nature morte, figure tratteggiate con segno marcato, colori decisi - che colpiscono per l’autentica intensità e che introducono ad un originalissimo mondo interiore di inusuali e misteriose visioni. Negli ultimi anni l’artista preferisce servirsi del mezzo fotografico per immortalare scorci paesaggistici da trasporre in seguito sulla tela. Oltre alla ricchezza del colore e la forza delle linee le tele di Berlanda si caratterizzano per il ripetersi seriale di personaggi, automobili e animali, piccoli elementi che ribadiscono il suo rifiuto totale del vuoto. La mostra chiude il 6 gennaio 2014.


trentinomostre Centrale. Collettiva di arte contemporanea curata dalla Federazione Italiana degli artisti di Trento (FIDA) e promossa dal Centro Culturale d’Anaunia Casa de Gentili.

Stenico Mostre ORIZZONTI DI VIAGGIO ROCCHE E CASTELLI DEL SUDTIROLO Apertura: da sabato 13 luglio a domenica 3 novembre. Castello di Stenico. Un viaggio attraverso le valli del Sudtirolo in una sessantina di stampe antiche: è questo l’affascinante tema della mostra estiva del Castello di Stenico. Orario: aperto tutti i giorni tranne il lunedì, 10-18. Info: www.buonconsiglio.it.

Tione di Trento Mostre GRAMODAYA Apertura: da venerdì 4 ottobre a venerdì 8 novembre. Sale Expo del Centro Studi Judicaria - Viale Dante, 46. Ingresso libero. Info: Centro Studi Judicaria Tel. e Fax 0465.322624.

Trento Mercati MERCATINI DI NATALE A TRENTO Apertura: dal 23 novembre al 30 dicembre. L'atmosfera delle feste, il bianco della neve, i sapori dei nostri famosi mercatini: questa è la magia del Natale nel capoluogo della nostra provincia. Immerse nello storico scenario delle antiche mura cittadine, le casette in legno di Piazza Fiera offrono i tradizionali addobbi per l’albero di Natale ed il presepe, oggetti d’artigianato, dolci e squisite specialità locali, articoli per un regalo d’atmosfera: dall’arredamento all’oggettistica in tutte le sue forme, dai tessuti ai giocattoli, fino alle splendide e famose decorazioni natalizie impossibili da trovare altrove. Info: www.mercatinodinatale.tn.it Mostre ESPOSTO ALLA LUCE Apertura: fino a domenica 3 novembre. Museo Le Gallerie - Piedicastello. Fotografia in Tirolo dal 1854 al 2011. Ingresso libero: Orario: da martedì a domenica 9-18. Lunedì chiuso. Info: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.1747000; www.museostorico.tn.it.

Mostre LA MANO: ARTE, ARTO, ARTEFATTI Apertura: fino a martedì 31 dicembre. Muse - Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza, 3. Ideata e curata da Ugo Morelli, la mostra interpreta e offre un suggestivo dialogo fra scienza e arte, antropologia, fisiologia e psicologia, estetica e neuroscienze. Un vera scoperta dei “mille volti della mano” e su quello che con loro, in un tacito rapporto tra mente e mano facciamo tutti giorni, fin dall’inizio della Storia. La mostra si basa su installazioni interattive, reperti storici e oggetti d’arte. Orario: da martedì a venerdì ore 10-18; sabato e festivi ore 10-19. Lunedì chiuso. Info: Muse Tel. 0461.270311; www.muse.it. Mostre digital way of living Apertura: fino a domenica 12 gennaio 2014. Muse - Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza, 3. L’installazione di Telecom Italia al Muse racconta la storia di questa evoluzione tecnologica e culturale, in maniera coinvolgente, emozionale ed interattiva. Ripercorrendo il passato e interagendo con il presente, entriamo in contatto con il nostro domani; la Persona è al centro di questo percorso, fatto di quattro aree tematiche, dove la Rete garantisce un dialogo costante tra azioni ed esperienze. Orario: da martedì a venerdì ore 10-18; sabato e festivi ore 10-19. Lunedì chiuso. Info: Muse Tel. 0461.270311; www.muse.it. Mostre sangue di drago, squame di serpente Apertura: da sabato 10 agosto 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Castello del Buonconsiglio. Animali fantastici. Mostra organizzata in collaborazione con Landesmuseum Zürich. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre Aeroplani nemici sono su Trento Apertura: fino a domenica 3 novembre. Torre Vanga, piazza della Portèla 1. Reportage fotografico 1943-1945. Lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Orario: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00. Info: Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari e archivistici Tel. 0461.492101-492117; sopr. sala@provincia.tn.it. Mostre SILVIO CATTANI E ALDO PANCHERI Apertura: da sabato 7 settembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Grand Hotel Trento. Info: Tel. 0461.271000.

Mostre LA CITTà SOTTILE ARCHITETTURA UTOPICHE IDEATE DAI BAMBINI Apertura: da venerdì 20 settembre a lunedì 18 novembre. Museo Diocesano Tridentino. Un’esposizione davvero inusuale: un po’ teatro, un po’ mostra, un po’ viaggio, La città sottile è una grande installazione collettiva nata dalla fantasia dei bambini della scuola primaria: dai loro sogni, dalle paure, dai desideri hanno preso forma una e molte città da osservare, ascoltare e annusare. La città sottile è infatti un teatro di cose, di figure, di mondi che si intrecciano e si definiscono l’un l’altro; è fatta dei rumori del traffico e di silenzi, di immagini in bianco e nero e di colori, di luci e di buio. Nella Città sottile ogni visitatore può intraprendere un viaggio curioso e illuminante tra le vie di città utopiche e stravaganti, dove alla dimensione del sogno si affianca una riflessione attenta e vivace sui problemi delle città contemporanee. Info: Tel. 0461.213815/821. Mostre JAN KNAP Apertura: fino a domenica 8 dicembre. Studio d’Arte Raffaelli. Palazzo Wolkenstein. Sarà presente l’artista. Info: www.studioraffaelli.com. Mostre L’avanguardia intermedia. Ca’ Pesaro, Moggioli e la contemporaneità a Venezia Apertura: da sabato 19 ottobre 2013 a domenica 26 gennaio 2014. Galleria civica, Via Belenzani 46. In occasione della sua riapertura, la Galleria civica propone una mostra che affronta in una chiave del tutto inedita un tema già affrontato dal Mart: l’opera dell’artista trentino Umberto Moggioli. L’attenzione della mostra si focalizza, in particolare, sulla relazione dell’artista con l’ambiente di Ca’ Pesaro in un confronto tra il lavoro di Moggioli e quello di Umberto Boccioni, Gino Rossi, Arturo Martini, Felice Casorati, Pio Semeghini e Tullio Garbari. A cura di Alessandro Del Puppo. Ingresso libero. Orario: da martedì a domenica 10-18. Lunedì chiuso. Info: Galleria Civica di Trento m.pilati@mart.tn.it; www.mart.trento. it/galleriacivica.

10-12 / 16.30-19; lunedì mattina e festivi chiuso. Carla Caldonazzi, Jaime Cruz, Paolo Dalponte, Bruno Degasperi, Domenico Ferrari, Adriano Fracalossi, Carlo Frenez, Tullio Gasperi, Carlo Girardi, Gianni Mascotti, Pierluigi Negriolli, Tereza Razeto, Giorgio Tomasi, Elisa Zeni. Mostre MARCOS LUTYENS - SOCIAL PHARMAKON Apertura: da sabato 26 ottobre a lunedì 23 dicembre. Arte Boccanera. Mostra a cura di Chiara Ianeselli. Orari: da martedì a sabato 10-19 o su appuntamento. Info: www.arteboccanera.com; info@ arteboccanera.com. Mostre carnet de voyage Apertura: da lunedì 28 ottobre a mercoledì 6 novembre. Sala Sosat - Via Malpaga, 1. 50 anni di attività dal disegno dal vero alle sculture in legno. Mostra per grafico, pittore e scultore Giancarlo Carraro. Presenta Mariella Martinelli. Info: Tel. 0461.239994. Mostre MARCO BERLANDA Apertura: da venerdì 1 novembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Studio Bibliografico Adige - Via Madruzzo, 33. L’artista, assai noto nell’ambiente trentino e non, espone nuove e vecchie opere e una serie di disegni su carta inediti.. Mostre ELIO ROBERTI Apertura: da venerdì 1 a sabato 30 novembre. c/o “Il ritrovo degli artisti” - Via Endrici, 17. Esposizione delle opere di Elio Roberti. Orario: 10-12/16-19. Info: Cell. 334.1028483. Mostre La città e l’archeologia del sacro. Il recupero dell’area di Santa Maria Maggiore Apertura: da venerdì 29 novembre 2013 a domenica 23 febbraio 2014. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461/234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it.

Villa Lagarina

Mostre SEQUENZE Apertura: da venerdì 25 ottobre a sabato 9 novembre. SalaThun - Torre Mirana - Via Belenzani, 3. Orario:

Mostre MATERIA LIEVE Apertura: da sabato 5 ottobre a sabato 2 novembre. Palazzo Libera. Mostra dedicata allo scultore Mauro De Carli (1944-2008). Entrata libera. Luned-martedì chiuso. Mercoledì. giovedì e venerdì ore 14-18. Info: Info: Tel. 0464.414966; 0464.494200; tonico52@yahoo.it.

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trentinoappuntamenti

Tra musica e danza, si avvicina il natale

N

ovembre è il mese che annuncia le Festività Natalizie che, in Trentino, fanno venire in mente subito una cosa: i Mercatini. Dal 16

Novembre al 6 gennaio torna il Villaggio

delle

Meraviglie, dedicato alle minoranze linguistiche. C’è anche un concorso letterario.

A Caldonazzo, con Natalarte

2013, un percorso

del gusto attraverso le casette, tra elfi e fate per i più piccoli. Ma c’è anche il concorso dove vincere ricchi premi...

Musica. Saranno le canzoni di Max

Gazzè ad

aprire giovedì 21 novembre la nuova stagione di Musica d’Autore organizzata dal Centro S. Chiara insieme alla Showtime e Fiabamusic. Il cantautore romano porterà all’Auditorium le canzoni del suo ultimo disco “Cerco casa” che prende il nome dal brano presentato all’ultimo Festival di Sanremo

AQUILA STUDENS

D

ue premi, uno per la miglior tesi di laurea triennale, uno per la miglior tesi magistrale. È questa l’ultima novità lanciata dal Premio ITAS del Libro di Montagna, che con la sua 41ma edizione ha voluto cambiare passo e prestare più attenzione ai giovani. In quest’ottica, infatti, è stato lanciato prima il Premio Montagnav(v)entura, dedicato ai giovani narratori (info: http://www.premioitas. it/it/Principale/Premio/ Premio_Giovani/Premio_Giovani.aspx), e oggi viene ufficialmente bandito il Premio “Aquila Studens”. Oggetto della tesi può essere: uno o più volumi tra quelli segnalati o vincitori del Premio nel 2010 e nel 2011; uno o più volumi tra quelli inviati al Premio nel 2013. Non è rilevante da quale punto di vista vengano studiati i libri, purché essi siano oggetto principale del lavoro. Due, come dicevamo, i premi in palio: uno per la miglior tesi triennale, uno per la miglior tesi magistrale. Come da tradizione per ITAS, anche i premi hanno un significato sociale, per questo a ogni vincitore verranno assegnati 1.500 euro in fondo pensione PensPlan Plurifonds: un aiuto concreto perché i giovani in attesa di entrare nel mondo del lavoro possano iniziare a costruire in serenità il proprio futuro. Possono partecipare al bando del Premio “Aquila Studens” tutti gli studenti delle Università italiane, con elaborati in lingua italiana, che siano stati discussi tra il primo gennaio 2013 e il 31 marzo 2014. Il termine di partecipazione è fissato per il 15 aprile 2014. La commissione giudicatrice sarà formata da docenti universitari, rappresentanti di ITAS Assicurazioni ed esperti di comunicazione.

Ancora musica, questa volta rock, con Elliott

Murphy.

Quest’anno “Nota bene” parte con

Comunale e Auditorium Bolzano.

un artista di fama internazionale

Per la musica classica, ecco la nuova Stagione Sinfonica

che festeggia i quarant’anni di carriera, con alle spalle oltre trenta album e migliaia di concerti in tutto il mondo

Per Progetto

Danza, i primi tre appuntamenti si

svolgeranno tutti in val di Fiemme, in una sorta di progetto di Comunità di Valle, che toccherà i Comuni di Predazzo, Tesero e Cavalese. Sono due, “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti e “La Bohème” di Giacomo Puccini, gli appuntamenti con “La

stagione lirica” proposta in sinergia dal

Centro Servizi Culturali S. Chiara e della Fondazione Teatro 88

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dell’Orchestra

“Haydn” di Trento e Bolzano.

A Trento, mercoledì 6 novembre «il gioco dell’Amore» di Platone nella «Serenade» per violino e orchestra di Leonard Bernstein. Si avvia, invece, alla conclusione la Stagione della Società Filarmonica di Trento. Apre il Quartetto Sacconi, seguito dal famoso pianista Ramin

Bahrami.

Per il teatro, infine, Dopo il successo di “Avevo un bel pallone rosso”, Angela

Demattè

porta

nuovamente in scena un testo ambientato in Trentino. Sempre in compagnia dell’istrionico attore trentino

Andrea Castelli.


trentinoappuntamenti 2 sabato Famiglia PERFORMANCE GUIDATE Trento. Ore 16. Performance guidate alla mostra La città sottile. Architetture utopiche ideate dai bambini. Ingresso a pagamento con agevolazione per famiglie. Le performance guidate sono a pagamento e prevedono un numero limitato di partecipanti: è quindi obbligatoria la prenotazione, che si effettua telefonando al numero 0461-234419 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461/234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Teatro QUELLO... BUONANIMA Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Ugo Palmerini - trad. in dial. trentino di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la XVII edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il Concorso - premio Mario Roat”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL GIARDINO DIMENTICATO Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con la Filodrammatica “Amici del Teatro” di Moena. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Emilio Luigi Motta con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Per la XVII Edizione di “Ottobre a teatro 2013”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SAL & PEVER Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Commedia di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Per la Rassegna Teatrale “Ugo Coelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DAI CHE FEN COMEDIA Levico Terme. Ore 20.45. Teatro Monsignor Caproni. Commedia di Franco Lancetti con la Compagnia Teatrale “Nonsoloteatro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MUFFA NEL CASSETTO Dimaro. Ore 21. Teatro Comunale. Scritto e diretto da Antonella Fittipaldi. Info: www.lanudacompagnia.it.

Tradizione sfoiò Sull’Altopiano della Vigolana rivive lo sfoiò, l’antica tradizione che consiste nello sfogliare le pannocchie per farle poi seccare sui balconi, un’usanza paesana con atmosfera e sapori d’autunno, per celebrare la fine del raccolto. Ore 15.00 Sfoiò presso l’Azienda Agricola Il Leprotto Bisestile a Bosentino. Ore 18.00 Sfoiò presso l’Agritur Berry House a Vigolo Vattaro. Ore 19.00 Sfoiò presso l’Agritur Maso Rauter a Centa San Nicolò. Info: www.vigolana.com.

3 domenica Cultura INGRESSO GRATUITO AL MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO Trento. In occasione della prima domenica del mese, il Museo Diocesano offre a tutti i suoi visitatori la gratuità dell’ingresso alle sale della collezione permanente e alla mostra La città sottile. Architetture utopiche ideate dai bambini (20 settembre - 18 novembre 2013). Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461/234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Commedia di W.D. Homes e M.A. Sauvajon con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Per la XVII edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il Concorso - premio Mario Roat” - spettacolo fuori concorso. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro DAL MONDO DEI SOGNI AL SOGNO DEL MONDO Calavino. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Una fiaba contemporanea, ispirata e liberamente tratta dal romanzo di “Lo specchio dei desideri” di Jonathan Coe con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I NANI DI MANTOVA Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Commedia di Gianni Rodari con I cuccioli de “La Logeta” di Gardolo. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Tradizione sfoiò Sull’Altopiano della Vigolana rivive lo sfoiò, l’antica tradizione che consiste nello sfogliare le pannocchie per farle poi seccare sui balconi, un’usanza paesana con atmosfera e sapori d’autunno, per celebrare la fine del raccolto. Ore 15.00 Sfoiò presso Azienda Agricola Ca’ dei Baghi a Bosentino. Info: www.vigolana.com.

5 martedì Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri - Via Dordi, 8. “Vittorio sereni, poeta, a cento anni dalla nascita e a trenta dalla morte”. Commento critico di Italo Bonassi. Letture di GIuliana Raffaelli con accompagnamento musicale. Info: Tel. 0461.239994. Danza ROMANZO D’INFANZIA Cavalese. Ore 20.30. Palafiemme. Spettacolo con la compagnia trentina Abbondanza/Bertoni. È uno spettacolo dedicato a tutti coloro che non possono fare a meno dell’amore, che danza e parla della relazione tra genitori e figli. Commuove gli adulti e fa ridere i bambini. Una creazione nata esplicitamente per un pubblico giovane, ma che rapisce e affascina anche gli adulti. Vincitore di numerosi riconoscimenti fra cui il Premio Stregagatto per le produzioni della stagione 1997/98, è considerato uno spettacolo cult della Compagnia Abbondanza/ Bertoni. E’stato tradotto in quattro lingue e rappresentato in tutto il mondo con oltre seicento repliche. Saranno in scena Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Musica MARTEDì IN FILARMONICA Trento. Ore 9. Sala dalla Filarmonica. “Retrò” uno spettacolo in tre quarti su musiche tratte dall’archi-

vio dei conti Thun con la Piccola Orchestra Lumière Orchestrazioni di Nicola Segatta e Emanuela Rollandini su musiche di Fall, Giorza, Verdi, Gelinek, Marinuzzi, De André, Segatta e Orlowsky. Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it; info@ filarmonica-trento.it.

6 mercoledì Cultura Conferenza Albiano. Ore 20.30. Sala conferenze al Museo del Porfido. Conferenza dal titolo: “Volontario? Per chi? Perché? Per cosa?” - all’interno del percorso di approfondimento sulla sofferenza psichica e la relazione di aiuto “Folle...mente sani” serata sul tema del volontariato e sul senso e sulle movitazioni che spingono ad impegnarsi per gli altri con Piergiorgio Bortolotti, co-fondatore con don Dante Clauser del “Punto d’incontro” di Trento e già direttore dello stesso e con la partecipazione dei volontari di Valle Aperta. Durante la serata intermezzo dei “naso-naso social clown”. Ingresso libero. Info: Associazione Valle Aperta Tel. 0461.683318, associazionevalleaperta@virgilio.it www.associazionevalleaperta.it. Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Daniel Kawka e Rachel Kolly d’Alba in concerto. Daniel Kawka, Direttore; Rachel Kolly d’Alba, Violino. Info: www.haydn.it.

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trentinoappuntamenti Musica QUARTETTO HERMèS IN CONCERTO Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Omer Bouchez, violino; Liu Elise Elie, violino; Chang YungSin, viola; Anthony Kondo, violoncello su musiche di Debussy, Dutilleux, Ravel. Info: www.filarmonicarovereto.it.

Teatro RUMORS - Farsa a suon di pallottole e pettegolezzi Mezzolombardo. Teatro. Commedia di Neil Simon - Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la Rassegna “Le voci d’autunno”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

7 giovedì Danza ROMEO E GIULIETTA Tesero. Ore 20.30. Teatro Comunale. Balletto in due atti tratto dall’omonima tragedia di W. Shakespeare. Musica Piotr il’ic Ciaikovskij. Spettacolo per tutti. Il Balletto di Milano, porta in scena Romeo e Giulietta. La coreografia affidata a Giorgio Madia, rilegge l’opera originale, attraverso il linguaggio della danza. I temi-simbolo dell’esistenza umana (vita, morte, guerra, amore, ecc.) si materializzano sulla scena in pieno conflitto evocati dai colori bianco e nero di uno spazio essenziale che richiama il teatro shakespeariano. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro l’officina - storia di una famiglia Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. È la storia di una famiglia di artigiani in un paese del Trentino: quello dove Angela Demattè, giovane attrice e drammaturga, è nata e cresciuta. E la famiglia è la sua. Lo spettacolo, realizzato nell’ambito della collaborazione che vede Teatro Stabile di Bolzano e Centro Servizi Culturali S. Chiara lavorare insieme per la costruzione di una

tradizione di drammaturgia del territorio, si propone di parlare in modo concreto e non ideologico del tema più stringente del momento: il lavoro e i suoi mutamenti nell’arco di quasi novant’anni, dal 1926 ai giorni nostri. L’autrice, che, assieme ad Andrea Castelli, figura anche fra gli interpreti, utilizza a tratti anche la parlata dialettale per raccontare una piccola epopea domestica nella quale si rispecchiano le inquietudini, le gioie, le fatiche di un intero popolo. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde 800 013952. Teatro RUMORS - Farsa a suon di pallottole e pettegolezzi Mezzolombardo. Teatro. Commedia di Neil Simon - Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la Rassegna “Le voci d’autunno”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

8 venerdì Danza BALLETTO DI MILANO - LA VIE EN-ROSE... CHANSONS Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. I classici della canzone francese per una serata di danza ricca

di emozioni. Il Balletto di Milano, storica compagnia nazionale, presenta uno dei suoi blockbuster: il balletto-collage di danze incastonate sulle voci dei più celebri chansonnier. Charles Aznavour, Jacques Brel e Edith Piaf - che dà il titolo allo spettacolo con la sua intramontabile La vie en rose - accompagnano la serata composta a quadri, ciascuno avvolto da un singolare atmosfera. Nostalgica o gioiosa, ironica o malinconica, la danza ideata da Adriana Mortelliti cerca l’afflato delle parole, racconta storie d’amore, solitudini e incontri. Serata di balletto in due atti su canzoni di Charles Aznavour - Jacques Brel - Edith Piaf. Direttore Artistico Carlo Pesta. Regia e coreografia Adriana Mortelliti. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde 800 013952. Teatro l’officina - storia di una famiglia Trento. Ore 21. Teatro Sociale. È la storia di una famiglia di artigiani in un paese del Trentino: quello dove Angela Demattè, giovane attrice e drammaturga, è nata e cresciuta. E la famiglia è la sua. Lo spettacolo, realizzato nell’ambito della collaborazione che vede Teatro Stabile di Bolzano e Centro Servizi Culturali S. Chiara lavorare

RivenditE autorizzatE Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura

Trento – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

emma Emma presenta un spettacolo tutto nuovo, sia dal punto di vista artistico che produttivo, che prende le forme dal nuovo album di inediti “Schiena”, insieme al già vasto repertorio di hit messe a segno in pochissimi anni.

PADOVA Gran Teatro Geox Corso Australia, presso ex Foro Boario venerdì 22 novembre 2013 ore 21.30

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LAURA PAUSINI

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

MAX GAZZE

MAX PEZZALI

1993 – 2013: dopo 20 anni costellati di successi e una carriera incomparabile, Laura Pausini torna quest’anno con un doppio regalo per i suoi fan.

Max Gazzè torna dal vivo con Sotto Casa Tour. Scopri i dettagli e acquista subito il tuo biglietto! Eclettico, ironico, straordinario musicista, compositore raffinato nel 2013 Max Gazzè torna con un nuovo album in studio. Il disco sarà pubblicato ad inizio anno dalla Virgin, sua etichetta storica.

Il tour segue la pubblicazione del suo ultimo album, “MAX 20”, pubblicato lo scorso 4 giugno, che contiene 5 inediti – tra cui il primo singolo “L’universo tranne noi” – e 14 duetti con i più grandi artisti della scena musicale italiana, nei brani che hanno segnato la carriera di Max.

Assago Mediolanum Forum 16, 18, 19 e 21 novembre 2013 ore 21.00

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 21 novembre 2013 ore 21

verona Palasport martedì 3 dicembre 2013 ore 21.00


trentinoappuntamenti

Teatro LA MUFFA NEL CASSETTO Cles. Ore 21. Cinema Teatro. Scritto e diretto da Antonella Fittipaldi. Info: www.lanudacompagnia.it. Tradizione Sagra di San Leonardo Castelnuovo. Tradizionale sagra dove vengono proposte le tipiche “Pezate de Agnelo” realizzate secondo l’antica ricetta. Info: APT Valsugana Ufficio di Borgo Tel. 0461.727740 - borgovalsugana@ visitvalsugana.it.

9 sabato Cultura STRABILIANTE! Incursioni letterarie nelle camere delle meraviglie Trento. Ore 17. Castello del Buonconsiglio. Incontro pomeridiano sul tema della Wunderkammer, a cura di Roberto Pancheri e Francesca Jurmanm con letture di Fiorenzo Pojer e intermezzi musicali degli allievi del Conservatorio di Trento. Presentazione del romanzo “Nel castello di Praga” di Roberto Pancheri (ed. Curcu&Genovese). Danza ROMEO E GIULIETTA Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Balletto in due atti tratto dall’omonima tragedia di W. Shakespeare con il Balletto di Milano. Info: www.teatrovalledeilaghi.it. Famiglia PERFORMANCE GUIDATE Trento. Ore 16. Performance guidate alla mostra La città sottile. Architetture utopiche ideate dai bambini. Ingresso a pagamento con agevolazione per famiglie. Le performance guidate sono a pagamento e prevedono un numero limitato di partecipanti: è quindi obbligatoria la prenotazione, che si effettua telefonando al numero 0461-234419 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461/234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it.

Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it.

La soluzione per i Vostri rifiuti di cantiere!

Teatro DAL MONDO DEI SOGNI AL SOGNO DEL MONDO Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Una fiaba contemporanea, ispirata e liberamente tratta dal romanzo di “Lo specchio dei desideri” di Jonathan Coe con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Curcu & Genovese Associati S.r.l. - Südtiroler Studio S.r.l. - riproduzione vietata

insieme per la costruzione di una tradizione di drammaturgia del territorio, si propone di parlare in modo concreto e non ideologico del tema più stringente del momento: il lavoro e i suoi mutamenti nell’arco di quasi novant’anni, dal 1926 ai giorni nostri. L’autrice, che, assieme ad Andrea Castelli, figura anche fra gli interpreti, utilizza a tratti anche la parlata dialettale per raccontare una piccola epopea domestica nella quale si rispecchiano le inquietudini, le gioie, le fatiche di un intero popolo. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde 800 013952.

Teatro EL MORO Civezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Commedia di Pio Moser con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Per la Rassegna “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PARONA DEL VAPOR Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Silvio Castelli con la Filo “Segosta ‘90” di Bedollo. Per la XXI Edizione di “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Commedia di Adi Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la Rassegna Teatrale “Ugo Coelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BOSIE, SEGRETI E SCONDIROLE Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Gdi Alberto Maria Betta con la Filo “Arcobaleno” di Arco. Per la Rassegna Teatrale organizzata dalla Filo S. Rocco di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE CHE POESIE! Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodram-

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matica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la XXIII Rassegna Teatrale organizzata dalla Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NELLO SPAZIO... MA CHE STRAZIO!!! Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia tratta da “Nello spazio senza dazio” di Marcello Voltolini con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ODIO SBIANCHEZAR Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Luciano Zendron con la Filodrammatica “I Rusteghi” di Avio. Per la Rassegna “Il piacere del teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LA VALIS DE CARTON Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”.Commedia di Antonia Dalpiaz con la Filo “Bastia” di Preore. Per la XXVI Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI EN TERAPIA Mori. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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10 domenica Famiglia RAPERONZOLA Vezzano. Ore 16.30. Teatro Valle dei Laghi. Una fiaba dedicata a tutta la famiglia, dove i protagonisti racconteranno al pubblico il valore dell’attesa e del saper soffrire, perché prima o poi può accadere l’avvenimento destinato a cambiare la sorte per giungere alla felicità. Info: www.teatrovalledeilaghi.it. Musica Concerto Coro “In dulci jubilo” Trento. Ore 20.30. Basilica di Santa Maria Maggiore. Trentesimo anniversario dalla fondazione Associazione Organistica Trentina “Renato Lunelli”. Renato Lunelli e l’organo di S. Maria Maggiore. Coro “In dulci jubilo” Tarcisio Battisti, direttore. Paolo Delama, Adriano Dallapé, Eleonora Crippa, Tarcisio Battisti, organo. Carlo Zanetti, violoncello. Info: Associazione Organistica Trentina “Renato Lunelli”.

Teatro LA MUFFA NEL CASSETTO Rovereto. Ore 21. Teatro La Cartiera. Scritto e diretto da Antonella Fittipaldi. Info: www.lanudacompagnia.it.

Teatro l’officina - storia di una famiglia Trento. Ore 16. Teatro Sociale. È la storia di una famiglia di artigiani in un paese del Trentino: quello dove Angela Demattè, giovane attrice e drammaturga, è nata e cresciuta. E la famiglia è la sua. Lo spettacolo, realizzato nell’ambito della collaborazione che vede Teatro Stabile di Bolzano e Centro Servizi Culturali S. Chiara lavorare insieme per la costruzione di una tradizione di drammaturgia del territorio, si propone di parlare in modo concreto e non ideologico del tema più stringente del momento: il lavoro e i suoi mutamenti nell’arco di quasi novant’anni, dal 1926 ai giorni nostri. L’autrice, che, assieme ad Andrea Castelli, figura anche fra gli interpreti, utilizza a tratti anche la parlata dialettale per raccontare una piccola epopea domestica nella quale si rispecchiano le inquietudini, le gioie, le fatiche di un intero popolo. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde 800 013952.

Tradizione Sagra di San Leonardo Castelnuovo. Tradizionale sagra dove vengono proposte le tipiche “Pezate de Agnelo” realizzate secondo l’antica ricetta. Info: APT Valsugana Ufficio di Borgo Tel. 0461.727740 - borgovalsugana@ visitvalsugana.it.

Teatro IL GIARDINO DIMENTICATO Moena. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con la Filodrammatica “Amici del Teatro” di Moena. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro TROPPA GRAZIA SANT’ANTONI Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per la sesta Rassegna Teatrale “Foje de Bedol” rappresentazione teatrale in dialetto trentino del testo di Eduardo Scarpetta, presentato dalla Filodrammatica Dos Caslir di Cembra. Durante l’intervallo tra il primo ed il secondo atto verranno estratti tre premi a beneficio degli spettatori presenti in sala. Info: Comune di Bedollo Tel. 0461.556624.

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Tradizione filò e falò Bosentino. Parco e Palazzetto. Ore 18.00 - 22.00 Apertura delle Casette dei Sapori. Ore 18.00 Laboratorio I Fiori coi sfoiazi. Ore 20.00 Accensione del falò e fi lò attorno al fuoco, spettacolo Francofabrica Show e Coro Vigolana. Info: www.vigolana.com.


trentinoappuntamenti Teatro NA CROCIERA DE... SOGNO Calceranica. Ore 16.30. Teatro S. Ermete. Commedia di Gigliola Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I FRATELLI GIANDUIA Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Commedia con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SU E GIÙ DA UN PALCO Grumes. Ore 20.30. Teatro. Commedia di e con il gruppo “Teatro d’acqua Dolce”. Per la XVII Rassegna Teatrale “Rassegna... tevi al teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

11 lunedì Cultura PAURE E SPERANZE. Trento. Ore 10. Sala degli Affreschi della Biblioteca di via Roma. Selezione di letture interpretate da Maura Pettorruso, attrice, autrice e regista teatrale. Info: www. ilgiocodeglispecchi.org. Musica Craig Taborn Trento. Ore 20.30. Nuova hall del Muse, Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza 3. Pianista afro-americano, nuova star internazionale, in tournée per il solo registrato da ECM. Ha collaborato spesso con Tim Berne, Chris Potter, Dave Holland. Info: TrentinoInJazz Festival. Tel. 392.6911279; www.trentinojazz. com.

12 martedì

Tradizione Sagra di San Leonardo Castelnuovo. Tradizionale sagra dove vengono proposte le tipiche “Pezate de Agnelo” realizzate secondo l’antica ricetta. Info: APT Valsugana Ufficio di Borgo Tel. 0461.727740 - borgovalsugana@visitvalsugana.it.

Cultura Piccolo, rosso e altri racconti. La nostalgia di Bo idar Stani i per la sua Bosnia, terra di convivenza Trento. Ore 10.35-12.15. Aula magna, Liceo Leonardo da Vinci, via Madruzzo 34. Gli studenti della classe II D invitano alla lettura i loro compagni. Drammaturgia di Ilaria Andaloro. Info: www.ilgiocodeglispecchi.org.

Tradizione SAPORI IN VIGOLANA Bosentino. Parco e Palazzetto. Ore 10.00 - 18.00 Apertura delle Casette dei Sapori. Ore 10.30 Laboratorio I cinque sensi delle Api. Ore 11.30 Aperitivo del Contadino. Ore 12.00 - 14.00 Pranzo del Contadino. Ore 14.00 Laboratorio Una bambola da una pannocchia. Ore 15.00 Sfoiò e Filò in compagnia. Info: www.vigolana.com.

Musica MARTEDì IN FILARMONICA Trento. Ore 9. Sala dalla Filarmonica. La regina del salotto: la Romanza con Lucrezia Slomp, pianoforte, Pier Zordan, baritono e Alberto Mosca Il casato dei Thun su musiche di Chopin, Donizetti, Verdi. Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it; info@ filarmonica-trento.it.

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trentinoappuntamenti Teatro il comico carletto bianchessi Trento. Ore 21.30. Osteria “La Scaletta”. Per la IV Edizione della stagione comica “Punto.cabaret”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

13 mercoledì Cultura Conferenza Albiano. Ore 20.30. Sala conferenze al Museo del Porfido. Conferenza dal titolo: “Cos’è la psichiatria?” - all’interno del percorso di approfondimento sulla sofferenza psichica e la relazione di aiuto “Folle...mente sani” serata con lo psichiatra dottor Claudio Agostini sul tema della medicina al cospetto della sofferenza psichica e della fatica di vivere, per conoscere il disagio psichico e la sofferenza relazionale. Ingresso libero. Info: Associazione Valle Aperta Tel. 0461.683318, associazionevalleaperta@virgilio.it www. associazionevalleaperta.it. Musica Quartetto Sacconi in concerto Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, via Verdi 30. Ben Hancox,

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Hannah Dawson, violini; Robin Ashwell, viola; Cara Berridge, violoncello su musiche di Haydn, Britten, Beethoven . Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it. Musica PAOLO FRESU QUINTET Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Il quintetto più longevo del jazz italiano, frutto dell’incontro nel 1984 tra il trombettista sardo, allora ventitreenne, con il pianista Roberto Cipelli, è ormai vicino al compimento dei trent’anni di attività e prosegue il suo cammino in modo costante, sempre rinnovato, nell’alchimia di cinque personalità che non vedono esaurirsi gli stimoli reciproci. L’esempio migliore viene dalla registrazione dei cinque album pubblicati dall’autorevole etichetta Blue Note dal 2004 al 2008, seguiti dal doppio album registrato per la Tuk, casa discografica fondata dallo stesso Fresu. Nella musica del quintetto, il jazz moderno si mescola alla varietà melodica e cromatica del Mediterraneo. Paolo Fresu tromba; Tino Tracanna saxofono; Roberto Cipelli pianoforte; Attilio Zanchi contrabbasso; Ettore Fioravanti batteria. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

Musica Concerto Trento. Sala Sosat - Via Malpaga, 1. Concerto corale con la partecipazione dei cori: Cadine - Corale S. Elena - M. Antonella Dalbosco. Mattarello Coro “Torre Franca” M. Giacomo Dossi; Povo Coro “Canticorum jubilo” - M. Stefano Gasperi e Luigi Andreatta. In ricordo di Alberto Di Sante, l’indimenticabile “Mago Albert”. Info: Tel. 0461.239994.

14 giovedì Musica Dédié to King Crimson Trento. Ore 20.30. Sala Conferenze del Muse, Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza 3. Info: TrentinoInJazz Festival Tel. 392.6911279; www. trentinojazz.com. Musica OrcheXtra Terrestre in concerto Trento. Auditorium S. Chiara via S.Croce 77. Il Gioco degli Specchi è felice di invitare tutti alla festa per il decennale delle sue attività, con la musica dell’OrcheXtra e le storie di persone dal libro “Il mondo in risto3” di Giuliano Beltrami e Sergio Vigliotti. Ore 20-21: il cous

cous di Mina Igli, accompagnato da tè caldo del Marocco Ore 21: concerto e interazioni. Info: www.ilgiocodeglispecchi.org.

15 venerdì Cultura Convegno Trento. Ore 15-18. Fondazione Bruno Kessler, Via S. Croce 77. “Migranti, Cultura e Società” con Paola Corti, Le migrazioni: l’importanza della lettura storica; Graziella Favaro, La parola cultura si declina al plurale. La scuola e l’approccio interculturale ; Mercedes Frias, Una prospettiva di diritti per tutta la società. Info: www.ilgiocodeglispecchi.org.

16 sabato Cultura Convegno Trento. Ore 10-12. Fondazione Bruno Kessler, Via S. Croce 77. “Migranti, Cultura e Società” con Anna Vanzan, Donne, islam e corpo; Angelo Villa, È difficile incontrare chi è diverso da noi? Info: www. ilgiocodeglispecchi.org. Danza l’elisir d’amore Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Assente dalla programmazione li-


trentinoappuntamenti rica di Trento da oltre sessant’anni (l’ultima presenza in cartellone risale al 1950), torna in scena al Teatro Sociale L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Sull’esile trama, che Felice Romani ha tratto da un libretto del francese Eugène Scribe, il compositore bergamasco ha ricamato una musica briosa e di elegante finezza, trovando una personale elaborazione dello stile comico tramite l’inserimento dell’elemento sentimentale. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde 800 013952. Famiglia PERFORMANCE GUIDATE Trento. Ore 16. Performance guidate alla mostra La città sottile. Architetture utopiche ideate dai bambini. Ingresso a pagamento con agevolazione per famiglie. Le performance guidate sono a pagamento e prevedono un numero limitato di partecipanti: è quindi obbligatoria la prenotazione, che si effettua telefonando al numero 0461-234419 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461/234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it Teatro FUM ‘N TEI OCI Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Romano C. e Sposito R. - trad. in dial. trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Per la XVII edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il Concorso - premio Mario Roat”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro POLLICINA Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con I Cuccioli de “La Logeta” di Gadolo. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUASI QUASI PROVO ANCA MI Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la Rassegna Teatrale “Ugo Coelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NELLO SPAZIO... MA CHE STRAZIO!!! Roveré della Luna. Ore 20.30. Sala polifunzionale parrocchiale. Commedia tratta da “Nello spazio senza dazio” di Marcello Voltolini con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale organizzata dalla Filo “I Simpatici” di Roveré della Luna. Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA NOT DE LE STRIE Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Aldo Cirri, adattata e tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Commedia di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la XXVI Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INSONNI D’UNA NOTTE DI... TERZA ETÀ Romeno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia con l’Associazione Teatrale “Libero Teatro” di Grumes. Per la Rassegna Teatrale 2013 “A Teatro in Amicizia”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

17 domenica Danza l’elisir d’amore Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Assente dalla programmazione lirica di Trento da oltre sessant’anni (l’ultima presenza in cartellone risale al 1950), torna in scena al Teatro Sociale L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Sull’esile trama, che Felice Romani ha tratto da un libretto del francese Eugène Scribe, il compositore bergamasco ha ricamato una musica briosa e di elegante finezza, trovando una personale elaborazione dello stile comico tramite l’inserimento dell’elemento sentimentale. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde 800 013952. Musica L’INCANTO D’AVVENTO E DI NATALE CON GIOVANNI GABRIELI Trento. Ore 20.30. Chiesa di San Francesco Saverio. La Stagione Armonica, dir. Sergio Balestracci. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde 800 013952. Teatro LA VISITA DELLA VECCHIA SIGNORA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Commedia di Friedrich Dürrenmatt con la Filodrammatica di Laives. Per la XVII edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il Concorso - premio Mario Roat” - spettacolo fuori concorso. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Sfoiò Filò Falò 2 - 10 novembre 2013 Sabato 2 novembre - Sfoiò Ore 15.00 Sfoiò presso l’Azienda l’Aziend Agricola Il Leprotto Bisestile a Bosentino Ore 18.00 Sfoiò presso l’Agritur Berry House a Vigolo Vattaro Ore 19.00 Sfoiò presso l’Agritur Maso Rauter a Centa San Nicolò

Domenica 3 novembre - Sfoiò Ore 15.00 Sfoiò presso Azienda Agricola A Ca’ dei Baghi a Bosentino

Sabato 9 novembre - Filò e Falò Presso il Parco e Palazzetto a Bosentino Bos Ore 18.00 - 22.00 Apertura delle Casette dei Sapori Ore 18.00 Laboratorio I Fiori coi sfoiazi Ore 20.00 Accensione del falò e filò attorno al fuoco, spettacolo Francofabrica Show e Coro Vigolana

Domenica 10 novembre - Sapori p in Vigolana g Presso il Parco e Palazzetto a Bosentino Ore 10.00 - 18.00 Apertura delle Casette dei Sapori Ore 10.30 Laboratorio I cinque sensi delle Api Ore 11.30 Aperitivo del Contadino Ore 12.00 - 14.00 Pranzo del Contadino Ore 14.00 Laboratorio Una bambola da una pannocchia Ore 15.00 Sfoiò e Filò in compagnia

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trentinoappuntamenti Teatro I FRATELLI GIANDUIA Calavino. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Per la XI Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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19 martedì Musica MARTEDì IN FILARMONICA Trento. Ore 9. Sala dalla Filarmonica. Il re del salotto: il pianoforte con Alberto Dalgo, pianoforte e Emanuela Rollandini, Ricordi di un salotto praghese a Castel Thun su musiche di L.v.Beethoven e Chopin. Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it; info@ filarmonica-trento.it. Musica Trio Broz IN CONCERTO Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Barbara Broz, violino; Giada Broz, violino e viola; Klaus Broz, violoncello su musiche di Bacalov, Ponce, Corghi, Villa-Lobos. Info: www.filarmonicarovereto.it.

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20 mercoledì Cultura Conferenza Albiano. Ore 20.30. Sala conferenze al Museo del Porfido. Conferenza dal titolo: “La terapia di valle aperta” - all’interno del percorso di approfondimento sulla sofferenza psichica e la relazione di aiuto “Folle...mente sani” serata sul metodo di lavoro e l’articolazione dei servizi in Valle Aperta con la partecipazione della psichiatra dottoressa Maria Luisa Drigo, di Silvio Toniolli, presidente di Valle Aperta, di Giogio Menegatti, coordinatore di Valle Aperta e di Sabrina Berlanda, formatrice di Valle Aperta. Durante la serata intermezzi dei “naso-naso social clown”. Ingresso libero. Info: Associazione Valle Aperta Tel. 0461.683318, associazionevalleaperta@virgilio.it www. associazionevalleaperta.it. Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it. Musica Pie Glue! Singing the Beat generation Trento. Ore 21. Auditorium del campus universitario a Trento Sud. Massimo Giuntoli e Clara Zucchetti, Pie Glue! Singing the Beat generation, lyrics by Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti etc.. Info: TrentinoInJazz Festival Tel. 392.6911279; www.trentinojazz.com.

21 giovedì Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TrentoDoc, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it. Musica Ramin Bahrami in concerto Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, via Verdi 30. Ramin Bahrami, pianoforte, I Musici, orchestra. Su musiche di Händel, Bach, Rota, Bellafronte e Bacalov. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www.filarmonica-trento.it.


trentinoappuntamenti Musica MAX GAZZÈ in concerto Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Dopo il “sold out” registrato con l’”European Live Club Tour (da Berlino a Bologna)”, Max Gazzè è tornato con un tour estivo nei teatri all’aperto, nelle arene e in giro tra i festival delle principali città italiane e si appresta ora a proseguire con una serie di esibizioni teatrali. Momento magico per la carriera di Max che, senza sosta, aggiunge tappe importanti al suo percorso artistico. “Sotto Casa” (Virgin Music), il singolo rivelazione di Sanremo 2013, ha ottenuto la certificazione Platino (fonte GFK/ FIMI) con oltre 40 mila tracce scaricate, rimane stabile nella Top Ten del digital download e si conferma tra i più suonati dalle radio. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952: www.centrosantachiara.it.

22 venerdì Cultura Giovanni Tipoldi CORSI SERALI SIRIO Borgo Valsugana. Ore 20. Foyer del teatro scolastico. La vita come opera d’arte: Una serata con Gabriele D’Annunzio. Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it. Teatro È stato la mafia marco travaglio Trento. Ore 20.30. Auditorium S. Chiara. Spettacolo di e con Marco Travaglio è in scena con musiche dal vivo Valentino Corvino per la

regia di Stefania de Santis e racconta la storia della trattativa fra Stato e Cosa Nostra, avviata dallo Stato nel 1992 e proseguita fino ad oggi. Info: centrosantachiara. it; n. verde 800.013952.

23 sabato Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it. Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it. Teatro VERDI, NARRAR CANTANDO Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Melotti. Commedia di e con Marco Paolini e Mario Brunello; collaborazione alla drammaturgia e ai testi Gerardo Guccini e con Francesca Breschi e Stefano Nanni; regia Marco Paolini e Cesar Brie; una produzione Antiruggine - Jolefilm - Fondazione Teatro Regio di Torino. Non è solo uno spettacolo pensato per ricordare Verdi nel bicentenario della nascita, ma soprattutto un’occasione per sottolineare come il grande musicista sia parte di una cultura popolare italiana ancora molto attuale. Nel suo monologo, Marco Paolini sarà accompagnato dal violoncellista Mario Brunello e le più celebri arie verdiane, eseguite dall’arco del solista veneto, avvolgeranno il racconto del percorso artistico di uno dei personaggi più rappresentativi della storia culturale italiana. Un progetto artistico che si propone di evidenziare l’enorme importanza che la figura di Giuseppe Verdi ha avuto nella costruzione di quel concetto intellegibile che è l’identità popolare del nostro Pa-

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trentinoappuntamenti ese. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro LEONIA È IN ANTICIPO Civezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Commedia di Georges Feydeau - trad. di A. Bajini con il Gruppo Teatrale Giovanile di Roncegno. Per la Rassegna “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro ME CUGNADA L’È NA STAR Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Domenico e Massimo Canzano - adattamento dialettale di Franco Kerchsbaumer con la Filo “S. Gottardo” di Mezzocorona. Per la XXI Edizione di “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la Rassegna Teatrale organizzata dalla Filo S. Rocco di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro DOLORI, DOLORI, DOLORI Roveré della Luna. Ore 20.30. Sala polifunzionale parrocchiale. Commedia di Gabriele Bernardi con la Filodrammatica “I Simpatici” di Roverè della Luna. Per la Rassegna Teatrale organizzata dalla Filo “I Simpatici” di Roveré della Luna. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ZAPPING Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Mario Cagol (Supermario). Per la Rassegna Teatrale “Autunno a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro ROBE DE L’ALTRO MONDO Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Roberto Giacomozzi con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per la Rassegna “Il piacere del teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MARTINA TE SEI LA MEROVINA Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Commedia di Bruno Capovilla - trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “G. Meneguz” di Primiero. Per la XXVI Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

24 domenica Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it. Teatro VERDI, NARRAR CANTANDO Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Melotti. Commedia di e con Marco Paolini e Mario Brunello; collaborazione alla drammaturgia e ai testi Gerardo Guccini e con Francesca Breschi e Stefano Nanni; regia Marco Paolini e Cesar Brie; una produzione Antiruggine - Jolefilm - Fondazione Teatro Regio di Torino. Non è solo uno spettacolo pensato per ricordare Verdi nel bicentenario della nascita, ma soprattutto un’occasione per sottolineare come il grande musicista sia parte di una cultura popolare italiana ancora molto attuale. Nel suo monologo, Marco Paolini sarà accompagnato dal violoncellista Mario Brunello e le più celebri arie verdiane, eseguite dall’arco del solista veneto, avvolgeranno il racconto del percorso artistico di uno dei personaggi più rappresentativi della storia culturale italiana. Un progetto artistico che si propone di evidenziare l’enorme importanza che la figura di Giuseppe Verdi ha avuto nella costruzione di quel concetto intellegibile che è l’identità popolare del nostro Paese. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.


trentinoappuntamenti Teatro NA CROCIERA DE... SOGNO Sopramonte. Ore 16. Teatro Parrocchiale. Commedia di Gigliola Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”. Per la XXIII Rassegna Teatrale organizzata dalla Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MUFFA NEL CASSETTO Padergnone. Ore 21. Teatro Comunale. Scritto e diretto da Antonella Fittipaldi. Info: www.lanudacompagnia.it.

25 lunedì Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it.

26 martedì Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri - Via Dordi, 8. Conferenza di Carmine Di Gennaro: “L’importanza della donna nel Decamerone di Giovanni Boccaccio”. Info: Tel. 0461.239994. Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it.

27 mercoledì Cultura Conferenza Albiano. Ore 20.30. Sala conferenze al Museo del Porfido. Conferenza: “Musica, parole e poesia” - all’interno del percorso di approfondimento sulla sofferenza psichica e la relazione di aiuto “Folle...mente sani” serata di condivisione con musica, poesia

e rinfresco per gli ospiti, i famigliari e i volontari di Valle Aperta. Ingresso libero. Info: Associazione Valle Aperta Tel. 0461.683318, associazionevalleaperta@virgilio.it www.associazionevalleaperta.it. Danza BALLETTO DI ROMA CONTEMPORARY TANGO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Compagnia del nostro panorama tra le più interessanti, il Balletto di Roma ha fatto dell’ecletticità la sua cifra distintiva e Contemporary tango ne è l’esempio. Felice frutto della combinazione di diversi elementi - una coreografa contemporanea di talento (Milena Zullo), un ensemble ben calibrato di matrice classica, una guest star televisiva (Kledi Kadiu) e un ballo, il tango, diventato fenomeno della globalizzazione - lo spettacolo è una variazione contemporanea e affascinante del ballo argentino vissuto come momento di incontro, di abbraccio, dentro il quale riversare bisogni, aspettative e oblii. Info: Centro Servizi Culturali S.Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it. Teatro LA MUFFA NEL CASSETTO Trento. Ore 21. Centro Polifunzionale. Scritto e diretto da Antonella Fittipaldi. All’interno della rassegna “Università Autunno 2013. Info: www.lanudacompagnia.it.

28 giovedì Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it.

Musica Ensemble Frontera Trento. Ore 20.30. Sala Conferenze del Muse, Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza 3. Concerto World Music con musiche di ispirazione flamenca. Info: TrentinoInJazz Festival Tel. 392.6911279; www. trentinojazz.com. Teatro RICORDA CON RABBIA Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Spettacolo di John Osborne con Stefania Rocca, Daniele Russo, Sylvia De Fanti, Marco Mario de Notaris; regia Luciano Melchionna luci Camilla Piccioni; scene Francesco Ghisu costumi Michela Marino. Con Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Nazionale del Mediterraneo, Bellini Teatro Stabile di Napoli. Info: Centro Servizi Culturali S.Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

29 venerdì Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it. Musica Quartetto Gringolts in concerto Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, via Verdi 30. Ilya Gringolts, Anahit Kurtikyan, violini; Silvia Simionescu, viola; Claudius Herrmann, violoncello e Filippo Gamba, pianoforte su musiche di Haydn, Bartok e Dvorak. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it. Musica I Fiati solisti dell’Orchestra Haydn Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Concerto su musiche di Mozart, Gounod, Tchaikowsky. Info: www.filarmonicarovereto.it. Musica ELLIOTT MURPHY in concerto Borgo Valsugana. Teatro Auditorium. Elliott Murphy ci regala l’ennesimo capitolo della sua rinnovata creatività. L’Album, It takes a worried Man, raccoglie una manciata di nuove composizioni (undici, per la precisione) suonate con il supporto dei Normandy All Stars

(Olivier Durand alla chitarra, Laurent Pardo al basso e Alan Fatras alla batteria) e l’aggiunta di alcuni ospiti, tra i quali spiccano i nomi del figlio Gaspard alla chitarra elettrica e backing vocals e di Kenny Margolis al pianoforte e tastiere varie. Per la rassegna “Musica d’Autore”. Teatro RICORDA CON RABBIA Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Spettacolo di John Osborne con Stefania Rocca, Daniele Russo, Sylvia De Fanti, Marco Mario de Notaris; regia Luciano Melchionna luci Camilla Piccioni; scene Francesco Ghisu costumi Michela Marino. Con Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Nazionale del Mediterraneo, Bellini Teatro Stabile di Napoli. Info: Centro Servizi Culturali S.Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

30 sabato Enogastronomia TRENTODOC ON THE ROAD Altopiano di Piné e Valle di Cembra. Ricco viaggio alla scoperta dello spumante trentino. I ristoranti e gli agritur creano piatti e sfiziosità in grado di valorizzarlo al meglio, le cantine vi aspettano per svelarne i segreti, i wine bar e i rifugi vi propongono sfiziosi aperitivi. Una grande festa dedicata al TRENTODOC, per scoprirne i segreti e degustarlo con le prelibatezze gastronomiche del nostro territorio. La manifestazione proseguirà fino al 6 gennaio. Info: Strada del Vino del Trentino 345.7054561, www.stradedelvinodeltrentino.it. Laboratorio LABORATORIO PER FAMIGLIE - IL TEMPO DELL’AVVENTO. IN ATTESA DEL NATALE Trento. Ore 16. Museo Diocesano Tridentino. L’attività prevede due momenti: la prima parte si svolgerà brevemente in Museo, dove le famiglie approfondiranno il tema dell’Avvento e del Natale attraverso le preziose opere d’arte custodite nelle sale. Nella seconda parte ogni nucleo famigliare lavorerà in stretta sinergia realizzando un proprio e personale calendario, condividendo così il piacere di creare ed imparare insieme. Carta, colla e fantasia per un mese davvero speciale! L’attività è rivolta a famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni e prevede un costo di € 4,00 a partecipante. Prenotazione obbligatoria entro le ore 12.00 del giorno dell’iniziativa. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Musica I CANTI DELLA LITURGIA CONCILIARE Trento. Ore 21. Trento - Cattedrale di San Vigilio. Il Virtuoso Ritrovo Gruppo vocale Laurence Feininger. Direttore: Roberto Gianotti. Info:

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trentinoappuntamenti Centro Servizi Culturali S.Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

bliotecario a Venezia con accompagnamento musicale. Info: Tel. 0461.239994.

Teatro RICORDA CON RABBIA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo di John Osborne con Stefania Rocca, Daniele Russo, Sylvia De Fanti, Marco Mario de Notaris; regia Luciano Melchionna luci Camilla Piccioni; scene Francesco Ghisu costumi Michela Marino. Con Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Nazionale del Mediterraneo, Bellini Teatro Stabile di Napoli. Info: Centro Servizi Culturali S.Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

Musica Jon Balke - Un solista dalla Norvegia Trento. Ore 20.30. Sala Conferenze del Muse, Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza 3. Reinvenzione creativa di materiali estratti dalle musiche di Luciano Berio con il pianista norvegese Jon Balke (noto per le sue numerose registrazioni con la prestigiosa etichetta ECM) Ensemble Sonata Islands (Emilio Galante, Achille Succi, Roberto Bonati, Roberto Dani). Info: TrentinoInJazz FestivalTel. 392.6911279; www.trentinojazz.com.

Teatro LA BAITA DEGLI SPETTRI Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Lillo & Greg con la Filodrammatica di Ora. Per la XVII edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il Concorso - premio Mario Roat”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VISITA DELLA VECCHIA SIGNORA Roveré della Luna. Ore 20.30. Sala polifunzionale parrocchiale. Commedia di Friedrich Dürrenmatt con la Filodrammatica di Laives. Per la Rassegna Teatrale organizzata dalla Filo “I Simpatici” di Roveré della Luna. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PURGA E CIOCCOLATO Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Giancarlo Pardini con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA! Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Commedia di Loredana Cont con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per la XXVI Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

5 giovedì Musica ROBERTO VECCHIONI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Il professore ripercorre tutta la sua quarantennale carriera soffermandosi su alcuni brani a lui particolarmente cari. Una raccolta di successi capace di rappresentare la sua anima popolare, quella più classica fino ad arrivare al jazz, attraverso i pezzi che hanno saputo conquistare diverse generazioni. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it.

Musica Codici musicali trentini del Quattrocento Trento. Ore 18. Castello del Buonconsiglio: Presentazione del volume di Atti del Convegno Internazionale The Trent Codices - New findings, new editions and new electronic resources a cura di Marco Gozzi e Danilo Curti-Feininger Con il contributo della Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari archivistici PAT. Ore 21.00, Chiesa di San Lorenzo: “Codici Musicali trentini del Quattrocento” Ensemble Leones (Svizzera), dir. Marc Lewon. Info: Centro Servizi Culturali Santa

7 sabato Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il

GUIDA STORICO ARTISTICA

Teatro DELITI... QUASI PERFETI! Romeno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Lina Lisciotto con il Gruppo Filodrammatico Coredano. Per la Rassegna Teatrale 2013 “A Teatro in Amicizia”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

8 domenica Musica Jon Balke Un solista dalla Norvegia Trento. Ore 10.30. Cinema Astra. Rimusicazione II. Le animazioni di Lotte Reiniger. Sonata Islands ensemble. Favole animate rimusicate da Michael Lösch. Info: TrentinoInJazz FestivalTel. 392.6911279; www.trentinojazz.com.

9 lunedì Musica The RTE Vanbrugh Quartet in concerto Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, via Verdi 30. Gregory Ellise, Keith Pascoe, violini; Simon Aspell, viola; Christopher Marwood, violoncello. ConTempo String Quartet Bogdan Sofei, Ingrid Nicola, violini; Andreea Banciu, viola; Adrian Mantu, violoncello su musiche di Shostakovic, Bruch e Mendelssohn. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www.filarmonicatrento.it.

4 mercoledì

Musica Concerto Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Sara Cazzanelli, clarinetto; Federica Bortoluzzi, pianoforte su musiche di Schumann, Poulenc, Brahms, Caracristi. Info: www. filarmonicarovereto.it.

flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it.

10 martedì Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri - Via Dordi, 8. “Proposte concrete per l’agricoltura trentina” a cura di Walter Nicoletti. Info: Tel. 0461.239994. Cultura Massimo Libardi POMERIGGI DA ROMANZO Borgo Valsugana. Ore 14.30. Biblioteca comunale. Nietzsche in pantofole. Il piacere di Gabriele D’Annnunzio.

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3 martedì Cultura Turandot: le origini di un’antica fiaba orientale Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri - Via Dordi, 8. Conversazione di Giancarlo Bascone. Bi-

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TRENTO UNA CITTÀ D’ARTE FRA LE ALPI

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trentinomatrimoni per i nostri lettori la nostra rubrica dedicata ai fiori d’arancio

il matrimonio del mese il matrimonio di Giulia e Mattia

Lei Nome: Giulia Anni: 25 Nata a: Tione di Trento Residente a: Bolbeno Occupazione: Neo-laureata Parrucchiere: Sara Stil Novo - Tione di Trento Scarpe: Francesco Italy

Lui Nome: Mattia Anni: 33 Nato a: Tione di Trento Residente a: Tione di Trento Vestito: Javier Arnaiz 2013 Occupazione: Avvocato - Sindaco di Tione

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trentinomatrimoni Matrimonio: Religioso Data: 21 settembre 2013 Luogo: Chiesa di S. Zeno - Bolbeno Fiori e bouquet: Artemis - Pieve di Ledro Anelli: Gioielleria Gottardi - Tione di Trento Lista di nozze: Benini di Eddy Lorenzi - Tione di Trento Viaggi Bolgia - Trento Invitati: 130 Ricevimento: Grand Hotel Terme - Comano Terme Bomboniere: Franzinelli - Trento Viaggio: Tour del vecchio West USA Sette giorni ad Antigua e Barbuda Durata: Tre settimane Vivranno a: Tione di Trento

NOTE Regalo a sorpresa degli amici della sposa...Lancio nel cielo di due colombe bianche un po’ “timide”: le colombe sono poi rimaste a lungo in quel di Bolbeno in luna di miele! Gli sposi hanno improvvisato un corteo per le vie di Tione a bordo di una Bentley bianca del ‘52 con tappa a sorpresa (solo per gli sposi) al bar pasticceria ‘900, per il loro primo brindisi da marito e moglie. In onore della sposa i suoi 15 cugini e gli zii hanno composto e cantato la canzone “LADY TRICOLORE” sulle note dell’ “Isola che non c’è” di Bennato, raccontando la storia d’amore degli sposi e il momento in cui lo sposo ha chiesto la mano della sposa a suo padre.

Servizio fotografico a cura di Roberta Pisoni www.robertapisoni.it 103

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Successo per Medita. migliaia in Piazza Fiera A Trento, dal 27 al 29 settembre si è respirata l’atmosfera dei grandi eventi

Sono seguite per tutta la giornata, e nei due giorni seguenti, le presentazioni proposte dagli editori presenti a Medita e gli spettacoli che hanno deliziato i numerosissimi presenti. Un bilancio, dunque, estremamente positivo che, oltre a sorprendere piacevolmente gli organizzatori stessi, ha confermato ancora una volta quanto grande sia l’interesse e l’amore dei trentini per il libro. Non per niente siamo la regione italiana in testa alle classifiche per persone di 6 anni e più che, nel 2012, hanno letto almeno un libro nel tempo libero. Trento, infine, è la seconda città italiana, dopo Milano, con più lettori.

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i è conclusa con grande successo la seconda edizione di Medita, la Mostra dell’Editoria Trentina che quest’anno si è svolta in Piazza Fiera a Trento. Ventuno editori presenti, 1500 libri venduti, presentazioni, letture per bambini e spettacoli letterari hanno attirato migliaia di appassionati nei tre giorni dell’evento, dal 27 al 29 settembre. Numeri che confermano la riuscita dell’iniziativa voluta dall’Associazione Editori Trentini e sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Regione e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Si è partiti venerdì 27 settembre, con l’inaugurazione ufficiale in cui il Presidente dell’Aet, Paolo Curcu, ha sottolineato la necessità di eventi come Medita per aiutare tutto il settore editoriale in un momento di congiuntura non favorevole. L’assessore alla Cultura del Comune di Trento, Lucia Maestri, ha ribadito l’attenzione che l’Ente pubblico ha da sempre sul libro in quanto veicolo di cultura. 104

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L’Arte timbrica di aldo pancheri Un tapis roulant pieno di simpatiche novità Il contenitore televisivo della rai regionale in onda alla domenica

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omenica 3 novembre si parte con “Rifugi irredenti”, programma che narra le vicende di due coppie di rifugi del Brenta il Tuckett - il Sella ed il Tosa - il Pedrotti. Con l’aiuto dei componenti del direttivo SAT di Trento vengono raccontate le vicende della loro costruzione prima della Grande Guerra, ed il loro coinvolgimento ideale nell’irredentismo Trentino e nel pangermanesimo del primo Novecento. Segue “Cuochi d’artificio” che tratta non solo di cucina, ma anche di vicende, aneddoti e svago. Dal 3 novembre originarie ricette del trentino raccontate, riproposte e reinterpretate con variazioni e modifiche daranno la possibilità al pubblico televisivo di conoscere una gastronomia talvolta trascurata o sottovalutata, guardata anzi dall’alto in basso per essere inspiegabilmente sostituita da frivoli mordi e fuggi. Lucio Gardin, nella cucina di Palazzo Roccabruna, intrattiene e presenta alcuni tra gli chef più significativi del territorio che interpretano le antiche ricette con gusto e diletto personale e abbinato alle ricette i vini più adatti per degustare al meglio la leccornia. Ricetta della prima puntata è il “tonco dè pontesel” interpretata dallo chef Sara Sighel mentre nella puntata del 17 novembre lo chef Diego Rigotti propone il “bro brusà”. Eccoci alla terza edizione del Premio Letterario “La Giara”. La Rai-Radiotelevisione italiana con questo Premio, intende individuare e valorizzare i giovani scrittori ampliando la ricerca al di fuori delle sedi e dei circuiti culturali tradizionali. Al vincitore del Premio sarà garantita la pubblicazione della sua opera da parte di Rai Eri. Possono partecipare i residenti in Italia di età compresa tra i 18 e i 39 anni. Potranno concorrere con un romanzo inedito di almeno 180.000 caratteri. Le opere dovranno essere inviate con

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el 2013 Aldo Pancheri propone una nuova espressione artistica basata su una tecnica estremamente diffusa ma mai evidenziata. Naturalmente c’è la consapevolezza che le avanguardie storiche e i relativi manifesti sono ormai privi di significato in quanto già consegnati alla storia. Il punto di forza di “Arte timbrica” è dato dalla possibilità di aggregazione di artisti a livello internazionale ed emergenti. La stessa si avvale, come dichiara la denominazione, dell’uso di matrici timbriche, che ogni artista può inventare e usare con un’assoluta libertà tecnica. Il fatto segnico del timbro evidenzia un’armonia di contrasti fra le campiture colorate e le linee delle matrici. Questo permette un gioco di rimandi, di associazioni, di modificazioni che tendono a suggerire l’opera permettendo diverse chiavi di lettura del fruitore. Nonostante le arti della nostra epoca siano soggette ad un’accelerazione costante, si può considerare tutt’ora valido il detto di Mallarmé : “In arte definire è uccidere, suggerire è creare”.

raccomandata postale in formato cartaceo (sei copie) ed in formato elettronico (documento word su cd) entro e non oltre il 31 dicembre 2013 alla sede regionale Rai del comune di residenza dell’autore. Tutti gli inediti saranno valutati e selezionati dalle commissioni istituite nelle 21 Sedi regionali Rai e composte da esperti del mondo della narrativa, del giornalismo e della cultura. Per tutte le informazioni ci si può rivolgere a: info.premiolagiara@rai.it o consultare il sito Rai www.rai.it “Premio letterario La Giara”. A chiudere, come ogni puntata, i Consigli di Nonna Nunzia. Nella puntata del 17 novembre, “The Bastard Sons of Dioniso: lavori in corso. Il trio rock della Valsugana è al lavoro per la realizzazione di un nuovo CD. Le telecamere della RAI sono entrate nella “tana sonora” di Vigolo Vattaro, per riprendere alcuni momenti della registrazione delle tracce che formeranno l’atteso disco della Band formata da Jacopo Broseghini, Federico Sassudelli e Michele Vicentini. Durante la pausa “caffè”, nel silenzio temporaneo della sala prove, Fabio De Santi ha poi intervistato i ragazzi che hanno fatto il punto sulla loro esperienza musicale a circa dieci anni dalla nascita del gruppo. 105

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La scrittrice che parlava ai cuori Addio a rolly marchi giornalista, scrittore, sportivo, amante della montagna, ideatore del “Trofeo topolino”, se n’è andato a 92 anni

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ultima volta che l’ho intervistato, più di un anno fa, avevo trovato davanti a me un uomo acciaccato nel fisico, ma non certo nello spirito. E sono certa che così se ne è andato Rolly Marchi, il giornalista olimpionico – a partire dalle Olimpiadi del 1936 –, lo scrittore da Premio Campiello (finalista nel 1979 con Ride la luna), lo sportivo amante di montagna e sci, tanto da inventare, con l’amico Mike Bongiorno il Trofeo Topolino, competizione per le promesse dello sci da cui sono passati da Gustav Thoeni ad Alberto Tomba, e a essere il co-fondatore della 3Tre, la più antica gara di Coppa del Mondo di sci d’Italia, con sede oggi a Madonna di Campiglio. Rolly Marchi si è spento a Milano, all’età di 92 anni, lo scorso 14 ottobre, ma è tornato a riposare in Trentino, a Centa San Nicolò, vicino alle spoglie della madre. Nato a Lavis, in provincia di Trento, nel 1921, per tutti era il cowboy delle Dolomiti: il cappello glielo aveva regalato Walt Disney in persona, che lo voleva con lui negli Stati Uniti e glielo aveva regalato perché lo portasse durante i Giochi Olimpici di Squaw Valley del 1960. Rolly Marchi, una vita da film, potrebbe recitare il titolo di una biografia (mentre quella appena uscita, curata e pubblicata dall’amico Pellegrinon si intitola Rolly Marchi cuore trentino). L’«estroso, chiassoso, impulsivo» giornalista compagno di scalate di Dino Buzzati non ha fatto altro che collezionare per tutta la vita esperienze emozionanti, a partire dalla guerra, vissuta in prima linea con i Granatieri di Sardegna, durante la quale fu ferito e fatto prigioniero

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La scomparsa di Sandra Frizzera

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andra Frizzera, avrebbe compiuto i novanta anni in febbraio; ora è andata a raggiungere i suoi adorati figli: Viviana, morta molti anni fa in un incidente stradale in Francia, e Ruben avvocato cinquantenne. È questo il primo grande pensiero che le si deve: il dolore di una mamma nel perdere un figlio supera qualsiasi altra emozione. E chi, come Sandra Frizzera, ha saputo elaborare tale ineffabile dolore, metabolizzandolo, superandolo e arricchendo la propria sensibilità di scrittrice, ma anche di donna concreta, prima di ogni altra considerazione, va tributato proprio per questa forza d’animo un simbolico ma scrosciante applauso. Due dolori devastanti e due romanzi a loro dedicati, a testimonianza – quasi avesse voluto sussurrare sottovoce questa garanzia nell’orecchio della memoria dei suoi figli – che la loro perdita sarebbe stata per lei non un pozzo nero di dolore, ma un inesauribile cesto di nuovi sentimenti che andavano ad arricchire lo spettro cromatico della sua sensibilità. Gli stessi titoli di questi due libri sono suggerimenti, nobili e sereni, puntuali ma anche di grande respiro, di questa forza d’animo: “Un cuore, due vite” e “Lunga notte verso il domani”. Nel 1972 fu autrice di una sorta di scoop nella recente storia del Trentino, scoprendo che Stivor, in Bosnia, era stata fondata negli ultimi decenni del 1800 da una colonia di valsuganoti che si era allontanata da Borgo e dintorni a seguito di una esondazione del Brenta che aveva vanificato per troppi anni i lavori agricoli di una popolazione già povera di per sé. Ecco, anche questa è cultura viva, vera, cultura che va oltre il quotidiano e che colloca Sandra Frizzera nella schiera dei trentini e trentine da ricordare con affetto e stima (GdB)

in Africa, fino ad arrivare a sciare con due presidenti americani – Richard nNxon e Gerald Ford –, a costruire la barca per la Coppa America di vela assieme a Gianni Agnelli, Luca Cordero di Montezemolo, l’Aga Kahn e Pietro Barilla. E nemmeno un camion, sbandato accidentalmente in una via a Bolzano, era riuscito a togliergli l’entusiasmo. «Si è spento come una candela, fino a mezz’ora prima c’era la luce e poi, all’improvviso, il buio», ha raccontato il figlio Paolo. Ma la luce di Rolly Marchi non si spegnerà mai: troppo forte il suo ruolo nel mondo dello sci italiano per lasciar cadere il ricordo di chi la vita l’ha amata veramente e fino in fondo, senza compromessi, e ha cercato di dare tutto quello che poteva alle cose e alle persone che muovevano le sue passioni. Francesca Negri


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Un saluto al papà trentino dei fumetti Collezionista di livello, storico proprietario della libroteka, Fabio oss era più che un appassionato

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ominciò all’asilo, Fabio Oss. Copiava su fogli di carta i fumetti che trovava in giro. Poi, quando fu alle elementari, decise di cimentarsi nell’impresa e disegnò un fumetto intero. Si intitolava “I ribelli del Colorado”, trovò spazio su di un quaderno dalla copertina azzurra. Quell’albo davvero unico c’è ancora e lo conservava gelosamente. Preziosa testimonianza di una fantasia che non ha mai smesso di galoppare. Non solo. Nel 1946 sceneggiò una storia dal titolo “ll vendicatore” e la spedì ad una casa editrice di fumetti di Milano. Gliela pubblicarono e fu ricompensato con 200 lire (un albo a fumetti, allora, ne costava 7). Unico problema: quel fumetto non arrivò mai nelle edicole di Trento. Dovette farselo mandare a casa, non senza difficoltà. Questo era Fabio Oss, il “papà dei fumetti” di Trento, scomparso pochi giorni fa, all’età di 80 anni. E’ stato collezionista di livello europeo, ha aperto, nel 1985, in via Mazzini, “la Libroteka”, un negozio di fumetti – compresi quelli giapponesi, i manga, che ha venduto a quintali e che non è mai riuscito ad amare come quelli della sua giovinezza – che ha gestito fino al 2000. Prima era stato motorista in Aeronautica, poi, per 22 anni, ha lavorato alla Michelin, come impiegato. Sempre coltivando la passione dei fumetti che gli è stata riconosciuta a livello nazionale. A Roma, alle celebrazioni per i cento anni del fumetto in Italia, è stato uno dei 50 a ricevere il diploma che lo qualificava come amico del fumetto nel nostro Paese. A conferirglielo

l’ANAF, l’associazione nazionale della quale è stato fiduciario per 20 anni. E per dieci anni, ogni settimana, puntuale, il suo appuntamento su “Bazar”, il settimanale di annunci gratuiti del Trentino Alto Adige che ha ospitato una sua rubrica dedicata proprio alla storia e ai personaggi del colorato mondo dei fumetti. A rileggerli oggi, quegli articoli compongono una sorta di enciclopedia del fumetto “made in Trento”. La sua passione per le “nuvole parlanti” era proverbiale, totale, assoluta. L’ha divisa a lungo con il fratello Giuseppe e si può ben dire che non c’è albo, giornalino, fumetto che non sia passato per le sue mani. Il “Jumbo” del 1930, pezzo rarissimo, il primo albo in Italia. L’altrettanto raro “Pinocchio” del 1937 o la “Pagina domenicale”, un foglio a fumetti dato come resto dagli edicolanti, nell’immediato dopoguerra, quando mancavano gli spiccioli. Poi “Il Vittorioso”, “l’Audace”, il “Piccolo Pioniere” e gli albi di Tex, Zagor, l’Uomo Mascherato. Nel suo studio si potevano ammirare anche le tavole che i grandi del fumetto incontrati a convegni, fiere e mercati (da Manara a Jacovitti, da Alessandrini a Mordillo) gli hanno dedicato. Ed anche un albero genealogico, quello della sua famiglia, che Fabio Oss aveva pazientemente ricostruito arrivando a ritroso fino al 1500. Per scoprire che quel cognome ha a che fare con Hase, Hese (lepre, dunque) e la val dei Mocheni. Una lepre sempre di corsa e mai stanca, in un labirinto di libri (possedeva anche una collezione di tutto rispetto di libri per ragazzi degli anni Trenta e Quaranta) e fumetti nel quale per Fabio Oss perdersi è stato, lo si può ben dire, un’avventura emozionante. Pochi mesi fa, infine, un riconoscimento che l’aveva inorgoglito. Era stato citato – con Piero Angela, Renzo Arbore, Achille Bonito Oliva, Alessandro Cecchi Paone, Giulio Giorello, Umberto Eco, Sergio Zavoli – nelle pagine di “Per hobby e per passione” di Giulietta Rovera che ha definito Fabio Oss quale “creatore di una delle collezioni più importanti d’Europa”. Così eccolo protagoniosta in un saggio documentatissimo sul collezionismo. Di lui si può leggere: “Fabio Oss ha raccolto 50 mila fumetti. Trentino, ex dipendente Michelin, nell’azienda di pneumatici ha fatto un po’ di tutto: ma, dice, ero così avvilito dalla monotonia del lavoro che se non avessi avuto il mio hobby mi sarei sparato. Appena può va in pensionamento anticipato e apre a Trento la Libroteka, che gestisce per quindici anni. Di fumetti parla spesso alla radio e ne scrive su giornali e riviste in qualità di esperto. Che cosa lo ha spinto a dedicare tanta parte della sua vita a questa collezione? Il piacere di ritornare bambini, la nostalgia dell’infanzia, risponde lui”. Il viaggio del “papà” dei fumetti finisce qui. Non lo dimenticheranno quelli che alle passioni di carta non sanno rinunciare. Non lo dimenticheranno “Bazar” e “TrentinoMese”, riviste cui Fabio Oss è stato sempre vicino, con quella sua inconfondibile passione. 107

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Maratona unicef con la bocciofila L’inconfondibile fascino che cattura

Oltre 900 presenzE a ronzone

le SCULTURE DI LIVIO CONTA IN MOSTRA A RIVA DEL GARDA

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rganizzata dall’Associazione “La Firma” è stata inaugurata il 12 ottobre alla Galleria Civica “Craffonara” di Riva del Garda e rimarrà aperta sino al 3 novembre la mostra di scultura e pittura di Livio Conta, uno dei più noti e prestigiosi artisti trentini. La manifestazione è stata aperta dalla presidente de “La Firma” Anna Caser, artista veronese, la quale ha affermato come la mostra si inserisca nelle sei esposizioni che annualmente “La Firma” organizza nei luminosi spazi della Galleria Civica, esposizione di artisti di alta qualità, sia regionali che di altre regioni. Dal canto suo Maria Flavia Brunelli, assessore alla Cultura di Riva del Garda ha affermato che l’Amministrazione rivana abbia sempre sostenuto le manifestazioni che si svolgono alla “Craffonara” e sia intenzionata a continuare in questa politica. È seguita la presentazione di Renzo Francescotti, scrittore e critico d’arte, da molti anni amico di Livio Conta a cui ha dedicato, presentazioni, recensioni, articoli, e una monografia sulle sue sculture private e pubbliche. Nativo di Monclassico in Val Sole questo straordinario artista ha studiato e scolpito per un decennio il legno in Val Gardena. Per un periodo è anche vissuto a Milan, nel quartiere Brera, avendo come giovani amici artisti che diverranno famosi come Adami, Baratella, De Filippi. Conta ha poi viaggiato in Spagna studiando soprattutto El Greco; in Francia, al Louvre, studiando gli impressionisti; in Italia conoscendo e osservando lavorare famosi scultori come Marini e Mastroianni. Conta ha realizzato sia in Italia che all’estero (in Francia, Germania, Albania, Stati Uniti) una serie di sculture pubbliche in bronzo, sia di arte sacra che profana. Non a caso la mostra rivana – riprendendo il titolo di un testo critico di Francescotti dedicato a Conta – si intitola “Incenso e profumo di donna”. 108

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uovo successo organizzativo per l’US Ronzone Sportinsieme che ha chiuso l’ennesima edizione della maratona bocciofila con la cifra record di 916 presenza. Un risultato oltremodo positivo per il progetto UNICEF 2013: “Vogliamo zero”, che ha l’obbiettivo di debellare i mali che aggrediscono l’infanzia e la convinzione che ciò sia non solo possibile, ma anche moralmente doveroso. Il percorso della maratona, giunta alla 33esima edizione, si è esaurito dopo ben 20 tappe disputate non solo sulle corsie del bocciodromo “Conca Verde” di Amblar (ben 14 tornei), ma anche la trasferta ospite delle società di Bronzolo, Laives, Sinigo-Merano e Bolzano, da anni ormai preziose partner dell’us Ronzone Sportinsieme nel portare avanti un impegno organizzativo così vasto e complesso. La maratona non è solo sport fine a se stesso, ma anche e soprattutto simbolo e realtà di una solidarietà concreta e non solo di facciata. Una manifestazione che è anche una festa per essere “dalla parte dei bambini”, per stare insieme, per il piacere della compagnia, per sentirsi parte essenziale di qualcosa. di diverso e utile. E forse tutto è alla base del successo in crescendo di questo classi- co appuntamento sportivo. (C.R.)

L’incenso si riferisce alla vastissima produzione di arte sacra che Livio (negli ultimi anni lavorando anche in coppia col figlio Giorgio) ha realizzato coi materiali e le tecniche più diverse: disegni, incisioni, oli, acrilici, vetrate, sculture ecc.: il “profumo di donna” è quello delle sue ammalianti ed enigmatiche figure femminili. Un artista a tutto tondo – ha concluso il presentatore – di enorme mestiere, di straordinaria maestria: una ricchissima produzione che filtra suggestioni rinascimentali, manieriste, impressioniste, futuriste, metabolizzandole in uno stile originale, inconfondibile dal fascino che cattura.


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due artisti al grand hotel Pizze come opere d’arte

Aldo Pancheri e Silvio Cattani espongono a trento

Al mas dela fam le creazioni di nerio beghi, in arte sirani. Molto di più che un semplice pizzaiolo

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ui si chiama Nerio Beghi, in arte Sirani, e fa il pizzaiolo. Un uomo schivo, a volte quasi rude, i cui piatti, invece, hanno una “personalità” completamente diversa. Adesso, è possibile gustare le meraviglie culinarie di Sirani al Mas dela Fam di Ravina di Trento. Ma attenzione: se pensate di andare da Sirani semplicemente a mangiare una pizza state già sbagliando in partenza. Sirani è un vero e proprio ristorante innovativo sia per i piatti che propone che per i prezzi. La carta si struttura in una serie di antipasti che vanno dal tradizionale StraordiNerio (dal nome del proprietario) cioè una brioche gratinata con burrata e prosciutto crudo ad un fish and chips rivisitato, con baccalà fritto, patate e creme fraîche. Ma la vera protagonista è la “pizza gourmet”, dalla pasta incredibilmente leggera, gustosa e digeribile, risultato di lunghe ore di lievitazione e di una miscela speciale di farine che Nerio non vi svelerà mai. Una base che, di volta in volta, viene accompagnata da ingredienti di altissima qualità, scelti personalmente dal proprietario. Qui la pizza viene offerta in degustazione, cioè già tagliata a fette. Anche se ordinerete più pizze con farciture diverse, verranno comunque portate al tavolo una per volta, in modo che tutti gli ospiti possano assaggiarla. Tra le “pizze che non potevano mancare” - le “classiche” per intenderci c’è la Pantelleria con capperi, origano e pomodoro Piennulo, la Caserta con pomodori datterini al basilico e straccetti di Andria, la Carciofini con carciofini di Albenga e prosciutto cotto Capitelli, la Patanegra con jamòn iberico Jòselito gran reserva 5 anni, la Acciughe di Cantabria con capperi e origano di Pantelleria, la Sant’Ilario con crudo di Parma e focaccia abbrustolita. Per il gourmet che sa quello che vuole c’è la pizza Il deciso con guanciale di patanegra e rosmarino, e poi tantissime altre proposte per i clienti di ogni palato.

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egli spazi del Grand Hotel Trento, è stata aperta lo scorso 7 settembre e si concluderà il prossimo 6 gennaio, la mostra di Aldo Pancheri e Silvio Cattani, dal titolo “Interferenze poetiche”. “Non si tratta di una mostra di tendenze ma di esperienze” ci ha detto Cattani. E gli ha fatto eco Pancheri: “Si tratta di una mostra che è un incrocio fra due esperienze diverse ma con la poesia come cifra comune”. Nati entrambi a Trento, il primo risiede a Milano ma con frequenti ritorni nella sua città natale; il secondo abita a Rovereto dove ha diretto l’Istituto d’arte. Entrambi hanno viaggiato con numerose esposizione all’estero. Al Grand Hotel di Trento espongono ciascuno una ventina di opere, tutte o quasi degli ultimi due anni. Aldo Pancheri – figlio di Renato grande pittore di “paesaggi mentali” scomparso nel 2009 a 98 anni – ha esordito giovanissimo, addirittura a 14 anni, con una mostra di disegni presentati dal famoso poeta e critico Alfonso Gatto, grande amico del grande Gino, lo zio di Aldo, che ha quindi respirato in famiglia la pittura e la poesia. A parte le poesie che tiene nel cassetto e che chissà se tirerà mai fuori, un empito lirico presiede i suoi quadri, nel passato connotati da lunghi titoli che in effetti suonano come versi, o frammenti di poesia. Silvio Cattani affida la sua poetica artistica ad una tenace esplorazione di forme tra il conscio e soprattutto l’inconscio. Sono forme arcaiche, archetipiche, che emergono da un fondo buio e oscuramente emergono da una memoria collettiva, ma anche da una memoria individuale, personale. Delle opere esposte da Cattani circa una metà sono state ispirate dai versi della poetessa austriaca Ingeborg Bachmann. (R.F.)

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di ferrari le migliori bollicine d’Italia piazze vive: un Contest di idee per ripartire l’iniziativa seleziona idee imprenditoriali, attività culturali e servizi da sviluppare nei locali sfitti dei Comuni di Bosentino, Calceranica, Caldonazzo, Centa, Vattaro e Vigolo Vattaro

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l progetto territoriale PiazzeVive è promosso da The Hub Rovereto e Cassa Rurale di Caldonazzo, in collaborazione con i Comuni di Bosentino, Calceranica, Caldonazzo, Centa, Vattaro e Vigolo Vattaro. Lo scopo dell’iniziativa è quello di affrontare il problema delle piazze “desolate”– molto sentito nei piccoli Comuni – in modo innovativo, costruttivo e soprattutto partecipato, attraverso la creazione di una sorta di alleanza tra categorie: proprietari di immobili, comunità e imprenditori. Dal 10 ottobre è aperto il contest di idee per l’individuazione di progetti d’impresa (attività o servizi) interessati a candidarsi per occupare gli spazi messi a disposizione dai proprietari degli immobili aderenti a PiazzeVive (la lista degli spazi è consultabile sul sito internet dell’iniziativa). Il contest è rivolto a qualunque soggetto privato voglia gestire questi spazi: imprenditori, commercianti, artigiani, liberi professionisti, cooperative, studenti, giovani e associazioni, etc… I candidati potranno partecipare come soggetti singoli o proporsi in parternariato con altri soggetti applicando la propria idea imprenditoriale agli spazi interessati tra quelli disponibili, inoltre, indicando una proposta di affitto che renda sostenibile l’attività proposta. La Giuria prediligerà i progetti che garantiscono maggiore sostenibilità economica e finanziaria nel medio periodo, oltreché le proposte che maggiormente tengano in considerazione le richieste della comunità locale, monitorate nella prima fase del progetto e rintracciabili sul sito internet di riferimento. La giuria

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Ferrari Riserva Lunelli, per la Guida dell’Espresso

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l Trentodoc Ferrari Riserva Lunelli 2006: queste, per la Guida I vini d’Italia de l’Espresso 2014, che è alla sua dodicesima edizione, le migliori bollicine italiane. All’etichetta, uno dei migliori millesimati Ferrari, è stato attribuito un punteggio molto elevato, 19 su 20, accompagnato da un aggettivo che non ha bisogno di commenti: “eccezionale”. Ma nella Guida de l’Espresso, una tra le più diffuse e autorevoli, i giudizi lusinghieri non si limitano al Ferrari Riserva Lunelli, l’etichetta cha ha visto la luce solo pochi anni fa ma che ha già conquistato critica e pubblico: toccano la casa trentina nel suo complesso. Le Cantine Ferrari, hanno infatti le 3 stelle, il massimo riconoscimento e sono collocate tra le sedici migliori d’Italia, le uniche, tra l’altro, del Trentino.

assegnerà a ciascun progetto partecipante un punteggio in percentuale (%) che ne riassumerà i parametri valutativi (per maggiori informazioni, si veda il bando scaricabile dal sito di riferimento). A partire dal punteggio maggiore, e considerando le preferenze espresse dal candidato sugli spazi disponibili, i progetti selezionati saranno accompagnati nella fase di mediazione fino alla stipula del contratto di locazione. Per partecipare al Contest PiazzeVive, basta leggere il bando completo e compilare il form scaricabile dal sito internet www.piazzevive.it! Il termine per la candidatura è fissata entro e non oltre venerdì 6 dicembre. Info: info@hubrovereto.it


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suggestioni astratte di fernanda girardi i cappelli di daniela un commosso ricordo di Daniela Cattoi stimata dermatologa venuta a mancare il mese scorso

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uando muore una persona che ci è cara, ci chiudiamo nel nostro dolore, pensiamo di averla perduta per sempre, ci chiediamo quanto ci mancherà e come faremo ad andare avanti senza di lei... A me, come a tante altre persone, è già successo più volte, quando ho perduto i miei genitori, un nipote, una cognata. Ho provato, però, a reagire, immaginando che il mio defunto rimanga dentro di me, continui insomma a vivere nella mia mente e nel mio cuore, coltivando un’intima corrispondenza di amorosi sensi. E anche recentemente, quando ho saputo che la mia amica Daniela – la dottoressa Daniela Cattoi, dermatologa rispettata e amata da tanti pazienti – ci aveva lasciato, immediatamente ho cominciato a pensare a lei, viva, giovane, lei che è stata una delle mie prime amiche trentine, socia fondatrice del Soroptimist club di Trento. Insieme, in mille occasioni, abbiamo parlato dei nostri figli più o meno coetanei, di lavoro e di famiglia, di scuola, casa, ricette, moda. A Daniela piacevano i cappelli, ne aveva tanti, raffinati come lei, che li indossava con innegabile classe. E amava Ischia, mare terme cielo tranquillità, dove si rifugiava, se non ricordo male, in giugno. Le piacevano i giardini, le piante in vaso più che i fiori recisi. Mangiava volentieri la pastiera di grano che a Pasqua, per molti anni, ho preparato per lei. La ricordo nel suo studio, sempre affollato: accompagnava cortesemente un paziente alla porta e subito dopo ne accoglieva un altro, con quel sorriso che partiva dagli occhi buoni. E la rivedo in viaggio, quando, con un gruppetto di soroptimiste e qualche marito, andammo a Barcellona: eravamo allegre, come in gita scolastica. A Daniela piacquero le amiche catalane, la loro accoglienza informale e affettuosa, lo spirito di condivisione che ci accomunava. Al ritorno a casa, mi disse :”Dobbiamo farlo ancora!”, ma non ne abbiamo avuto più l’occasione, così come non mi è stato possibile parlarle al telefono nello scorso agosto, quando avrei voluto augurarle buon compleanno. E oggi, dopo averla accompagnata nell’ultimo viaggio, dopo le lacrime, dopo il tentativo inutile di trovare parole di conforto per il marito ed il figlio, mi piace, passando sotto il suo studio in via Santa Croce, immaginarla lassù, camice bianco e sorriso dolce, pronta a sorridermi e incoraggiarmi. Luciana Grillo Laino

Conclusa con un buon successo l’esposizione dell’artista (e stilista) di rovereto

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a avuto un buon successo la mostra “Suggestioni Astratte” di Fernanda Girardi, svoltasi dal 28 al 30 settembre all’Atelier La Primula Sposa di Rovereto. Fernanda Girardi proviene da quella fucina che fu la scuola di Giuseppe Debiasi, il quale negli ultimi due decenni del secolo scorso introdusse all’arte decine di giovani artisti. Ha iniziato ad esporre nel 1990 e da allora ha continuato a dedicarsi all’arte, affiancandola al suo lavoro sartoriale che da questa inclinazione ha ricevuto un plusvalore. A leggere quanto scriveva Mario Cossali per una sua personale del 2003 vi si riconoscono già i tratti del suo lavoro attuale: “...risaltano nella sua tavolozza i colori della Natura e delle sue stagioni, anche se le sue composizioni pittoriche sfuggono in gran parte da ogni tradizionale classificazione figurativa”. La Girardi lavora su dati “concreti”, nei quali, però, l’assenza in genere di elementi riconoscibili ce li fa definire astratti “tout court”. Ma le sue opere si fondano piuttosto su una serie di coordinate ben identificabili, che sono il “dato cromatico”, il “gesto dinamico”e, a volte, il “dato materico”. Se è vero che un’artista, al di là degli arzigogolii concettuali, lavora sul miglior materiale possibile che è la propria, personalissima esperienza terrena, allora queste tre coordinate assumono veramente l’aspetto di cartine al tornasole di un’esperienza che è soprattutto umana (e quindi esistenziale) prima ancora che artistica, mentre quest’ultima ne è di fatto una “risultante”. (Maurizio Scudiero)

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il libro del mese 30 ANNI DEL PREMIO DI POESIA “ALICANTE” Al Centro “Rosmini” a Trento

Il percorso della vita di un uomo a volte viene sconvolto da un evento che lo trasforma e cambia per sempre. Dopo aver solcato gli oceani di tutto il mondo, Enrico “Chico” Forti ha visto improvvisamente crollargli il mondo addosso, precipitando dall’azzurro del mare e del cielo in un buco nero senza via d’uscita.

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ella sala del Centro “Rosmini” a Trento, la “Pro Cultura”, giunta al suo 113° anno di vita, ha voluto dedicare una serata ai 30 anni del Premio di poesia “Alicante”. La serata è iniziata con la proiezione di un filmato di Telepace dedicato al trentennio del Premio; regista Nicoletta Tamanini, presente in sala. Sono poi intervenuti i poeti Renzo Francescotti e Lilia Slomp Ferrari, il primo nelle vesti di presidente della Giuria sin dall’inizio, la seconda vincitrice dell’Alicante nelle sue prime edizioni e componente della Giuria da un ventennio. Francescotti ha tratteggiato la storia dell’Alicante: ha detto come questo concorso dalla formula originale (che alterna l’italiano e il dialetto) sia divenuto negli anni il più importante concorso di poesia della regione, uno dei più prestigiosi del Triveneto e si sia fatto conoscere sul territorio nazionale. Questo grazie alla tenacia dell’Arci di Vigolo Vattaro prima, del Comune e della Biblioteca di questo piccolo centro poi, e per l’impegno della prestigiosa Giuria, attualmente composta oltre che da Francescotti e dalla Slomp Ferrari, da Umberto Zanetti di Bergamo, Mario Meneghini di Vicenza e Giovanni Benaglio di Verona. Francescotti ha poi ricordato i rimpianti componenti della Giuria scomparsi in questi anni: Giovanna Borzaga, Gino Gerola, Italo Varner, Sandro Zanotto, invitando il pubblico a ricordali con un applauso. Lilia Slomp Ferrari ha rievocato l’emozione di quando fu premiata all’Alicante; la soddisfazione di essere chiamata in Giuria, le riunioni alla Malga dell’Albi sopra Garniga, con i giurati che si pagavano il pasto; infine l’importanza di un premio come l’Alicante per la valorizzazione della poesia e la scoperta di nuovi poeti. È poi seguita la recita di poeti trentini premiati e segnalati: Italo Bonassi (quattro volte vincitore) e Alberto Sighele di Rovereto; Antonia Dalpiaz e Giorgio Brentari di Trento; Clara Kaisermann di Mezzolombardo; Luciana Sicheri di Stenico, Luciano Decarli di Levico, Corrado Zanol di Capriana. 112

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ccellente documentarista, specializzato nella produzione di documentari e servizi sugli sport estremi, Enrico “Chico” Forti si trasferisce da Trento in America, in cerca di fortuna, sfruttando la sua intelligenza eclettica ed il suo estro vulcanico. Si stabilisce in Florida, il Sunshine State. Sposa una modella californiana dalla quale ha tre bellissimi figli.Tutto sembra andare per il meglio nella vita dell’imprenditore italiano. Ma, improvvisamente, arriva “il grande abbaglio” a cambiare drasticamente il corso degli eventi: un’accusa di omicidio di primo grado e una condanna all’ergastolo senza sconti. Ma, soprattutto, senza prove. Ad “incastrarlo” c’è una bugia, soltanto una bugia, raccontata per paura nel Paese sbagliato, nel momento sbagliato e alle persone sbagliate. In America, patria delle mille contraddizioni, la menzogna è un delitto grave. Con


trentinolibreria Annamaria Gelmi Croci Incroci Allemandi & C.

Massimo Pisetta Il caso del motociclista Nulla Die

Il volume di Annamaria Gelmi “Croci incroci”, edito da Allemandi, e corredato da testi di Pierangelo Schiera, Gerhard Larcher e Alessandra Galizzi Kroegel, è un progetto editoriale che vuole raccogliere tutte le opere eseguite dall’artista nella sua carriera sul tema della croce, da Annamaria Gelmi affrontata come forma geometrica e tema iconografico essenziale in opere da lei intitolate Perimetri. “Due linee che s’incrociano fanno una croce e, come ha suggerito una volta Giorgio Verzotti, due assi in croce fanno l’arte. Per Annamaria Gelmi non è così semplice: la croce si somma, per lei, alla via (e alla vita) e diventa crocevia. Che è il luogo in cui s’incrociano direzioni diverse; è luogo di riflessione e di dubbio, ma anche necessariamente di orientamento.” (Pierangelo Schiera)

Un motociclista tedesco perde la vita lungo la statale 612 della Valle di Cembra. A prima vista sembra uno dei tanti incidenti che periodicamente vedono coinvolti centauri attratti dalla suggestiva sinuosità della strada di montagna. Ben presto, però, si fa largo l’ipotesi che una schioppettata proveniente dal bosco sia all’origine della tragedia. Chi può avere commesso un atto tanto grave nella tranquilla vallata dell’Avisio? Sembra difficile risalire al vero colpevole, ma il commissario Frizzera, coadiuvato dalla sua squadra, possiede il sangue freddo e l’intuizione dei grandi giocatori di carte. Massimo Pisetta, nato a Trento nel 1957, risiede da tempo a Faver. Ha pubblicato la trilogia di romanzi a tema Amori di confine: Il volo dell’albatros (2008), Lungo il filo d’un sottile equilibrio dettato dalle fasi lunari (2009), Gioco di specchi (2011).

la mente offuscata dalla paura e senza alcuna assistenza legale, Enrico Forti commette un tragico errore: in un primo momento nega alla polizia di Miami di aver incontrato la vittima. Il giorno dopo si presenta spontaneamente per raccontare come sono andate realmente le cose. Ma è troppo tardi. Da quel momento la sua vita viene sconvolta. Entra in una spirale incontrollabile in cui fatti, circostanze, coincidenze, singolarità, si inseguono senza più dargli scampo. Fino al punto di non ritorno: la condanna al carcere a vita per un delitto che non ha commesso. Dopo 14 anni di detenzione il suo grido di innocenza dal carcere è ancora forte e chiaro. E in quest’opera intendiamo dimostrare la sua piena estraneità rispetto al delitto di Dale Pike. Al di là di ogni ragionevole dubbio. Roberta Bruzzone è psicologa Forense, Criminologa e Criminalista - Docente di Criminologia, Psicologia Investigativa e Scienze Forensi presso l’Università LUM Jean Monnet di Bari. È specializzata in Psicologia Investigativa, Criminalistica

Mirko Saltori (a cura di) Enrico Conci Ricordi di un deputato trentino al tramonto dell’Impero (1896-1918) FBK Press Enrico Conci (1866-1960) è figura di spicco nella storia del partito cattolico trentino, ma anche figura chiave nelle vicende dietali e parlamentari di Innsbruck e Vienna. È proprio all’interno di quegli istituti di rappresentanza, a contatto con il conservatorismo tirolese da una parte e con la dimensione problematicamente multietnica della Vienna mitteleuropea dall’altra, che egli esercitò il ruolo, al tramonto dell’Impero, di ultimo «notabile» della politica trentina, più vicino per certi aspetti al liberalismo del secolo appena passato che non al dinamico movimento cattolico entro cui Alcide De Gasperi si era imposto come guida indiscussa.Le memorie che qui si presentano, datate 1940, disegnano l’attività parlamentare del Conci con notevole esattezza di ricostruzione ma pure con una certa bozzettistica vivacità di tratto.

Applicata, Bloodstain Pattern Analysis e Criminal Profiling (www.robertabruzzone.com). Svolge da molti anni attività di consulente tecnico nell’ambito di procedimenti penali, civili e minorili ed è esperta nelle tecniche di analisi e ricostruzione criminodinamica della scena del crimine, analisi di casi di omicidio “a pista fredda”, tecniche di accertamento di sospetto abuso sui minori, valutazione dell’attendibilità testimoniale e tecniche di interrogatorio. Ha maturato numerose esperienze formative e lavorative sia in Italia che all’estero e si è occupata di molti tra i principali delitti avvenuti in Italia tra cui segnaliamo la strage di Erba, il delitto di Simonetta Cesaroni, il delitto di Sarah Scazzi ed il delitto di Melania Rea. È presidente dell’Accademia Internazionale delle Scienze Forensi (AISF - www.accademiascienzeforensi.it) e docente accreditato presso gli istituti di formazione della Polizia di Stato dell’Arma e dei Carabinieri. Svolge inoltre attività di docenza specialistica in numerosi master e corsi di perfezionamento universitari in tema di Criminologia Investigativa e Scienze Forensi.

Roberta Bruzzone State of Florida vs. Enrico Forti: Il grande abbaglio

Curcu & Genovese (Euro 18,00)

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1914 Millenovecentoquattordici

di Carlo Martinelli

LA GRANDE GUERRA IL GRANDE MACELLO

IN OGNI CASA DEL TRENTINO Nei cassetti, tra le pagine di vecchi libri, incorniciate in bella mostra. In ogni casa del Trentino ci sono immagini simili a quelle qui proposte. Raccontano di quegli anni terribili, gli anni della Grande Guerra, del primo conflitto mondiale, che dal 1914 (l’anno dopo per il Trentino, cambia poco...) al 1918 insanguina il mondo intero, e l’Europa in particolare. Alla vigilia del centenario di quella data, che verrà celebrato e ricordato con molte iniziative anche dalle nostre parti, il ricordo di una guerra che è stata grande soprattutto nel numero di morti. 16 milioni. Il Grande Macello, appunto. I MAESTRI, IL POETA, LA MICCIA Quel 1914 in Trentino, allora terra d’Austria - non a caso la stragrande maggioranza delle immagini del tempo mostrano appunto i soldati trentini con la divisa dei Kaiserjager - inizia con il congresso dei maestri trentini. È il 5 di gennaio. Due settimane dopo, sempre a Trento, solenni celebrazioni per il primo centenario della nascita di Giovanni Prati, mentre s’addensano le nubi sull’Europa. Non è lontano il 22 giugno quando, a Sarajevo, Gavrilo Princip ucciderà il principe Francesco Ferdinando e la moglie. La miccia del conflitto esplode. LA MOBILITAZIONE GENERALE La dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia è del 28 luglio. Tre giorni dopo, mobilitazione generale. Dal Tirolo partono, verso il fronte serbo e russo, nove reggimenti. Sono migliaia i soldati trentini, tra loro. In particolare ci sono i Kaiserjager, i cacciatori imperiali, che contavano allora sulle sedi di Innsbruck, Trento, Bressanone, Bolzano, Rovereto, Bregenz, Riva del Garda. Molti di loro non torneranno più, molti verranno fatti prigionieri in Russia. 114

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TEMPO DI ELEZIONI, C’E’ UN SOCIALISTA Nell’aprile 1914 si svolgono le elezioni per il rinnovo della Dieta di Innsbruck, il parlamento dove anche il Trentino era rappresentato. Sono ventotto i deputati eletti: venti appartengono ai popolari, sette sono liberali ed uno, Cesare Battisti, è socialista. Il tempo stringe. Il 25 agosto esce l’ultimo numero della rivista battistiana, “Il Popolo”. E il 3 ottobe la scelta di campo è irreversibile: Cesare Battisti tiene il suo primo comizio interventista a Milano, Italia. INFORTUNIO SUL LAVORO Le cronache di quell’anno registrano anche tristi storie di ordinaria emigrazione. Come quella di Emanuele Strazza, 36 anni, di Lavarone, emigrato a Feldkirch, operaio nei lavori di costruzione della ferrovia. A metà gennaio, mentre si reca al lavoro lungo i binari, scivola e finisce sotto un treno di passaggio. Muore dilaniato. Lascia la moglie e sei figli in tenera età. L’INCENDIO DEVASTANTE 4 maggio. Nella notte il fuoco aggredisce l’abitato di Stenico. Sono più di trenta le case distrutte nell’incendio. Oltre metà degli abitanti resta senza un tetto. La mobilitazione dei paesi vicini e la solidarietà di molti - ancor più da rimarcare se si considerano le condizioni di vita del tempo, contrassegnate da una povertà diffusa per quanto dignitosa - aiutano concretamente Stenico a risollevarsi. CONTRO GLI ABUSI SCOLASTICI Un quotidiano del 23 giugno 1914 segnala che il Consiglio scolastico provinciale di Trento denuncia l’usanza di alcuni insegnanti: a mo’ di castigo costringono gli alunni a stare in aula anche dopo le lezioni. Poiché i castighi ammessi sono previsti dal regolamento, l’invito ai dirigenti scolastici è quello di porre fino all’abuso.


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Anche i Macéta nel loro piccolo... MUSE: i cinque piani di Piano

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o scorso 27 luglio è stato inaugurato il MUSE, strano acronimo di “Museo delle ScienzE”, disegnato da Renzo Piano, con forma a falde che rimandano alle acclività delle montagne circostanti; infatti, è come un eco museo, visto che la voce rimbomba in tutte le sale. Costruito nell’area industriale dismessa Michelin, i visitatori che parcheggiano sono obbligati ad effettuare il pit stop, col cambio gomme. A proposito di parcheggio, proprio attaccato allo stadio, è ancora in costruzione: al primo stadio. L’area esterna è completamente circondata da acqua, acqua dappertutto; per questo nessun alpino ci vuol metter piede. Entrando nel museo, al piano inferiore è stata ricreata una serra tropicale montana: 600 metri quadrati di foresta con la cascata. Uno scenario talmente bello che il piano non deve sentirsi inferiore a nessuno. Al primo piano, Renzo ha progettato uno spazio dove si ripercorre l’evoluzione della specie. Sono stati ricostruiti anche esemplari umani, non senza equivoci: c’è chi ha scambiato un essere con lunghi baffi bianchi e denti sporgenti per un uomo primitivo, invece era Diego Mosna in visita con la speranza di prendere qualche voto. Altri hanno confuso il fossile di un australopiteco di Castel Beseno con Calderoli. Straordinaria la riproduzione dell’uomo di Neandertal, che lavora la selce, e l’uomo di Emmental, che produce il formaggio. Poi il Sapiens, i Delirium e Mal dei Primitives, i primi uomini a costruire strumenti musicali. Si entra così nell’Età del Metal e dell’ Heavy Metal, con l’Homo Iron Maiden. Particolarmente curate le fasi calde del Paleolitico, le glaciazioni del Mesolitico e le dissenterie del Colitico. Espressiva pure la rappresentazione

i Macéta

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ono i fratelli Luca e Siro Mantovani. Dal loro sito www.imaceta.com lanciano quotidianamente le “Maceta News” sul mondo, alcune delle quali apparse nelle edizioni 2004, 2008 e 2010 de “Le Formiche e le Cicale” di Gino & Michele – i padri di “Zelig” – e sull’Enciclopedia Universale della Battuta (ed. Corriere della Sera-

di Bruno Vespa, massimo esponente del Neo…litico. Al secondo piano, sempre disegnato da Renzo, si ammira la storia delle Dolomiti e l’origine dei fenomeni tettonici, provenienti dalla Silicon Valley. L’approccio multisensoriale interattivo, l’aspetto ludico ed emotivo, stimolano la curiosità soprattutto al terzo piano, dove è rappresentato il corteggiamento animale e l’impollinazione; per questo è denominato “Padiglione Siffredi”. Al quarto piano è stato ricreato un ghiacciaio vero, messo lì non si sa come. Attenzione alla signorina addetta al controllo; inizialmente potrebbe sembrare un po’ freddina, ma basta rompere il… ghiacciaio (senza farsi vedere) e vedrete che lei si scioglierà. Molti visitatori hanno confuso il concetto di biodiversità alpina con i matrimoni gay celebrati ad alta quota. Apprezzata, invece, la mostra dei dinosauri di montagna, fra i quali spicca un esemplare di Dellai. Nello spazio adibito alle energ ie alternative ho notato tre operai esodati vittime della riforma Fornero, senza capire il perché; mi hanno spiegato che hanno speso tutte le energie normali per trovare lavoro; ora gli son rimaste solo le energie alternative. Nel reparto ludico “Maxi-Ooh!”, il Gioco della Migrazione permette al visitatore di imbarcarsi virtualmente su un gommone e raggiungere le coste di Lampedusa. I piani sono collegati dal Grande Vuoto, struttura a spirale, per alcuni anticonvenzionale, per altri anticoncezionale. A chi ancora non lo sapesse, ricordiamo che il MUSE è stato disegnato da Renzo Piano; la fila per entrare, invece, è stata disegnata da Renzo Pianopiano. Smemoranda). Loro testi sono usciti sull’Agenda Ridens, pubblicata dall’omonima agenzia di spettacolo di buona parte dei comici di Zelig. Dopo aver pubblicato diversi libri – l’ultimo è Fratelli di Taglia (Sagoma editore) storia umoristica del Risorgimento italiano – attualmente “I Macéta” collaborano al programma Buone Nuove, ogni mattina in onda su Radio Italia.

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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi COME “giovani”

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erché in Italia ci si accanisce così tanto sui giovani? Ha cominciato qualche anno addietro un ministro chiamandoli bamboccioni. Ha poi rincarato la dose un’altra ministra definendoli choosy, ossia schizzinosi, lasciando intendere che sono disoccupati perché rifiutano di accettare una mansione non all’altezza delle loro aspettative. Insomma, par di capire che anche i ricercatori che vanno all’estero per assecondare le loro aspirazioni sbagliano: dovrebbero restare in Italia a lavorare malpagati nel box di un call center. La questione va invece rovesciata: bisogna fare dell’Italia un paese all’altezza dei suoi giovani. Basti pensare che negli ultimi vent’anni i brevetti dei top 20 ricercatori italiani all’estero hanno fruttato ben 4 miliardi di euro. Non sarebbe allora il caso di investire di più in ricerca, valorizzare i cervelli di casa e baloccarsi meno con termini quali choosy e bamboccioni, buoni solo per i titoli dei giornali?

Flora Graiff

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

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classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.


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