Trantran 41

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www.trantran.net | n. 41 mensile | 16 Dicembre 2013 | Distribuzione gratuita

Speciale Natale


Sommario

Anno IV - Numero 41 - 16 Dicembre 2013 Editore: Trantran Editore S.r.l. Sede: Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB 1864900 Reg. Trib. di Monza n.1995 del 29/06/2010 Dicembre 2013

5 Editoriale Su le maniche, arriva il 2014

Per Contattarci direzione@trantran.net redazione@trantran.net segreteria@trantran.net

Fondatori Marta Migliardi, Elena Gorla, Adriana Colombo, Guido Bertoni, Alfredo Rossi

Direttore Alfredo Rossi

Capo Redattore Marta Migliardi

Vice Capo Redattore Elena Gorla

Inviata Speciale Adriana Colombo, Francesca Fawn Masperi da Parigi

Grafica e Fotografi Ufficiali Alberto Zanardo e Francesca Fawn Masperi

Redazione

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Un anno di interviste dietro le quinte 10 Natale Fai da te

6 Spunti di Vista Jolly Nero

10 Teatro Binario 7

Juri Casati, Guido Caimmi, Gabry, Gaber (UTGaber), Niccolò Rossi, Alberto Zanardo, Francesca Fawn Masperi, Jacopo Rossi, Giulia Larocca. Luca Vanni e il misterioso Redo Alfossi.

Si ringraziano per questo numero:

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Villoresi e il mistero della bella di Monza

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Foto di Copertina

L’indirizzo di babbo Natale: Viaggio in Lapponia

Illustrazione di Francesca Fawn Masperi

Tiratura 18 Reality dolce passione... 19 Corsi di Cucina Chef Omar

15 In Cuccia 22 Corrispondente da Parigi Sudoku, cruciverba...

Ringraziamo tutti i lettori e le persone che leggono. Ringraziamo il Presidente della Provincia Dario Allevi, il Sindaco Roberto Scanagatti, Giorgio Riva e tutta l’Enpa di Monza, ringraziamo i nostri animali: Alice la bella e brava, Rafael, Natalino,Toto’, Angelina, Sibilla, Lolita, Corrado, Vanda, Marcello, Annibale, Mela, Lucia Fragola,Beatrice, Rey, Asia, Dominga, Bimba e Rocco. Un ringraziamento dal profondo del cuore a Umberto Grasso per il suo valore umano e professionale. Ringraziamo i nostri genitori, fratelli, zii, amici e parenti, anche quelli serpenti. Torneremo dopo le feste rinnovati, positivi. Perche’ il karma esiste! Buon Natale e Buon anno futuro, popolo di Trantran da: Alfredo, Marta, Elena, Adriana, Alberto, Francesca e il mitico Juri.

21 Giochi di Natale Sudoku, cruciverba... 24 Comune di Monza 25 Dalla provincia di Monza e Brianza

26.000 Copie

Raccolta Pubblicitaria Direttore Commerciale Paola Scappatura paola.scappatura@trantran.net commerciale@trantran.net Trantran Editore s.r.l. Sede Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro (MB) direzione@trantran.net


Editoriale | Il Direttore Alfredo Rossi

Con voi

Su le maniche, arriva il 2014 L’avete visto dalla nostra copertina: nel 2013 che stiamo ormai lasciando sono stati tanti i fatti che sono successi e che hanno in qualche modo inciso nella nostra vita. Ma oltre a quelli che abbiamo illustrato, ce ne sono molti altri di avvenimenti importanti. Anche perché se ognuno di noi si guarda alle spalle non è detto che ricordi le stesse cose. Questo perché ci sono fatti che colpiscono molto più di altri la sensibilità personale. E così la mia amica Mariella, di questo 2013, è colpita dalla scia di delitti a sfondo passionale che hanno sconvolto l’universo femminile in ogni parte d’Italia, a dimostrazione che la parità di diritti è ancora ben lontana da essere acquisita. Carlo, il mio amico di passeggiate con il cane, mi assicura che il 2013 andrà sui libri di storia per il fatto che Silvio Berlusconi è stato considerato decaduto dalla carica di senatore, segno -secondo lui- che la politica può ancora trovare in se stessa la forza di cambiare, di diventare più “seria”. Mia cugina trantrancerta giu ok.pdf 15.34.00 Jole è invece che 1la22/05/2013 notizia più grossa di quest’anno che sta andando tra quelli

ormai passati sia stata l’elezione a papa di Francesco, perché secondo lei questo porterà dei cambiamenti enormi nel costume di tutti gli esseri umani, riportando la chiesa a essere sempre più spirituale e sempre meno legata alle cose terrene. Marco, invece, un amico di mio figlio che è un tipo dalla memoria corta (mi deve 20 euro da due mesi e ogni volta che lo vedo mi dice “Adesso non ce li ho, ma la volta prossima glieli porto”) è sicuro che il fatto più eclatante del 2013 sia stata la morte di Nelson Mandela che ha saputo, con la sua opera, cambiare il suo Paese e anche molta parte del mondo. E qui mi fermo anche se potrei andare avanti per altri venti centimetri a riportare idee diverse su quale sia il fatto più importante targato 2013. Ma se usciamo dalla Storia ed entriamo nella storia (quella con la “s” minuscola, quella che non andrà sui libri di scuola ma che incide profondamente sulla nostra qualità della vita) tutti hanno risposto in maniera univoca: “Il 2013 è stato un anno pesante, in cui la nostra visione del futuro si è

tinta, invece che di un bel rosa, di un profondo grigio. Non siamo ancora arrivati al nero, ma poco ci manca. Ci sembra che tutto sia avvolto da una melassa che fa mancare il fiato e le forze”. Insomma, un quadro un po’ fosco. Colpa del lavoro che manca, delle tasse che non finiscono mai, dei soldi che mancano sempre, della pollitica che non ci sembra più in grado di cambiare le cose e via enumerando… E allora, che facciamo? Ci arrendiamo? Neanche per idea, perché arrendersi vorrebbe dire non avere più voglia di respirare. Perciò, su le maniche, e guardiamo al 2014. Con quale pensiero? Forse può essere consolatorio pensare che siamo davvero arrivati al fondo del peggio e quindi più in basso non si può andare. Almeno noi di TranTran VOGLIAMO pensarla così. Anche noi abbiamo avuto momenti di crisi, abbiamo dovuto a volte far… quadrare il cerchio, ma state pur certi che ci rivedremo nel 2014. Fuori dalle stazioni, in biblioteca, in qualche bar. Su le maniche, insomma!

Per voi Per la nostra città.

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Spunti di Vista | L’innocenza del principio relativo

Jolly Nero di Juri Casati Jolly Nero, Jolly Nero, Jolly Nero. Questo nome non vi ricorda qualcosa? No, non c’entra niente L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, ma è comprensibile che il nome non vi dica niente: in fondo nel 2013 – anno del Serpente secondo il calendario cinese – sono accaduti talmente tanti eventi importanti, sacri e profani, che non sarebbe possibile ricordarli proprio tutti. Fra qualche riga comunque rimedieremo. Vediamolo dunque un po’ più da vicino questo 2013. Alcuni importanti eventi accaduti nel 2013 hanno avuto addirittura una rilevanza storica, come le dimissioni di papa Benedetto XVI; altri eventi hanno avuto rilevanza nazionale, come le elezioni politiche italiane; altri eventi ancora hanno avuto solo una rilevanza locale, come l’inaugurazione del tunnel urbano più lungo d’Italia a Monza. Il punto in questione però è un altro. Nel 2013, come in ogni altro anno che lo ha preceduto da quando c’è la televisione, si sono anche verificati tutta una serie di eventi che hanno interessato l’opinione pubblica solo per qualche giorno, talvolta per qualche settimana, ma che poi sono rapidamente scomparsi dagli schermi televisivi e di conseguenza anche dalla memoria collettiva, e che forse riemergeranno dall’oblio – magari fra qualche mese o più probabilmente fra qualche anno – in occasione di qualche anniversario o di qualche processo. Mi sto riferendo, per esempio, all’incidente di Genova in cui la nave Jolly Nero – e così riportiamo alla luce questo infausto nome – abbatté la torre di controllo del porto uccidendo 11 persone. Ve ne ricordavate? Adesso che ve l’ho detto sono sicuro di

sì, ma fino a cinque secondi fa sono sicuro che non ve lo ricordavate: eppure è un fatto accaduto il 7 maggio scorso, e cioè solo 7 mesi fa e non 10 anni fa, anche se effettivamente da quel giorno sembrano passati anni e non mesi. E che dire poi del bus precipitato dal viadotto di Monteforte Irpino il 28 luglio scorso che ha portato con sé la vita di 40 persone? Sono sicuro che anche di questo evento, che pure è avvenuto solo 5 mesi fa, ne avevate già perso il ricordo. E lo avevo perso anch’io – e lo riconosco senza ipocrisie – dato che mi sono ricordato del fatto solo facendo le ricerche per quest’articolo. Ma gli eventi importanti, accaduti nel 2013, di cui abbiamo perso rapidamente il ricordo sarebbero talmente tanti da non poter essere citati tutti: dal raddrizzamento della Costa Concordia (17 settembre) al’incidente ferroviario di Santiago de Compostela (24 luglio), dal colpo di stato in Egitto (3 luglio) al naufragio di Lampedusa (3 ottobre), dal tifone sulle Filippine (9 novembre) al nubifragio in Sardegna (18 novembre) per finire con la decadenza di Berlusconi dalla carica di Senatore (27 novembre, meno di un mese fa, ma anche in questo caso sembra passato molto più tempo), e ovviamente potrei continuare a lungo. È del tutto evidente che le nostre capacità mnemoniche non possano ricordare tutto. La «società dell’informazione», come qualcuno ha giustamente chiamato l’epoca in cui stiamo vivendo, riversa costantemente su noi poveri mortali un imponente flusso di informazioni in diretta. Un fatto dietro l’altro

che arrivano senza soluzione di continuità da tutte le parti d’Italia e da tutte le parti del globo. Non passa settimana senza che da qualche parte sul pianeta si verifichi un disastro aereo o un incidente ferroviario, oppure un terremoto o un nubifragio da qualche altra parte. Senza contare poi le crisi politiche, i colpi di stato, le morti eccellenti e via dicendo. Tutto ci arriva a casa rigorosamente in diretta, ed è la diretta la vera grande differenza rispetto al passato. Non è possibile sottrarci all’overdose di informazioni che subiamo costantemente, e che per esempio ci ha fatto dimenticare nel giro di pochi mesi un disastro come quello avvenuto al porto di Genova. Non è più il mondo di un tempo, quello delle radio, dei quotidiani e dei cinegiornali, cioè di mezzi di comunicazione che fornivano aggiornamenti una volta al giorno o poco più, e che obbligavano chi faceva informazione a selezionare i materiali più significativi. Oggi il flusso di informazioni, grandi e piccole, è ininterrotto, 24 ore su 24, e non concede tempi morti. Si vive in un eterno presente in cui gli eventi si susseguono l’uno dopo l’altro senza sosta e in cui il passato diventa presto un passato remoto anche se si è verificato 2 mesi fa. La società dell’informazione, oltre ad aver portato tanti vantaggi, ha dunque però alterato la nostra percezione temporale, e non esiste una soluzione che possa ovviare a questo tipo di problema, se non quella di tenere sempre presente che questo tipo di problema esiste. Prima di lasciare definitivamente l’anno del Serpente e prima di lanciarci nella lettura degli oroscopi per il 2014 – anno del Cavallo secondo il calendario cinese – spendiamo però un secondo a ricordare il nome di alcuni che hanno fatto un pezzo di strada assieme a noi in questo mondo, anche se non li conoscevamo di persona: Giulio Andreotti, Giuliano Gemma, Franco Califano, Enzo Jannacci, Franca Rame, Little Tony, Mariangela Melato, Hugo Chavez, Pietro Mennea, Lou Reed, Margaret Thatcher, Ottavio Missoni, Don Gallo, Paul Walker, oltre che ovviamente Nelson Mandela.

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Clochart | Interviste a volti noti in giro per la Brianza

Clochart | Interviste a volti noti in giro per la Brianza

Clochart: un anno d’interviste dietro le quinte. Foto di Alberto Zanardo e Francesca Fawn Masperi

di Marta Migliardi

Credo che l’uomo abbia bisogno di misurare il tempo e datarlo per avere dei punti di riferimento, di ristoro e dei paletti da cui analizzare il passato e guardare verso il futuro. Clochart, la nostra rubrica che parla di personaggi famosi e meno famosi che ruotano intorno alla Brianza o semplicemente vi sono passati per un concerto, uno spettacolo, una vacanza, ha vissuto intensamente quest’anno e quelli passati. Cominciando con l’intervista esclusiva a Fernando Saunders, lo storico bassista di Lou Reed che poi, grazie a questa, è venuto a Monza a suonare con Andy, Morgan, i Lombroso, Fabio Cinti, Lele Battista e Elena Rimoldi per i nostri amici animali. Quell’intervista è stata fatta via Skype, rigorosamente in inglese. Non funzionava niente quel giorno, ed io Adriana e Antonello (l’esecutore materiale) abbiamo provato e riprovato metodi di registrazione improbabili, cuffie diverse: un vero delirio tecnologico. Poi tutto andò bene, tanto che nacque un’amicizia. Volevamo portare anche Lou Reed qui. Era il nostro sogno. E per qualche tempo, parlando con Fernando, abbiamo creduto fosse possibile. Poi Lou è morto, come tutti sapete, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama musicale mondiale. Abbiamo così sfiorato una leggenda del rock, abbracciato i suoi musicisti e vissuto un’esperienza dal sapore internazionale che non dimenticheremo mai. L’anno prima c’e’ stata anche la mitica intervista, sempre via Skype, a Piero Pelù e Ghigo Renzulli. 8

che non si sarebbe sottratto alla parola data. Io però, per sicurezza, quella sera ero andata a Desio a intervistare Luca Jurman e Ivana Spagna: bisogna sempre avere il piano B! Ovviamente Marco Castoldi in arte Morgan chiama poco prima che io accendessi il microfono per Jurman. Meno male che noi di Trantran giriamo sempre in coppia, come i carabinieri, e così ho lasciato tutto ad Adriana e sono corsa a fare la mia intervista. Su venti domande ne ho portate a casa una e mezza, ma ho ascoltato tanta bella musica suonata al pianoforte. C’e’ stata poi la telefonata di Enzo

Anche qui, dietro la semplice intervista che molti avranno letto, c’e’ una storia piuttosto bislacca. Durante il primo concerto della réunion dei Litfiba, io ed Elena eravamo state invitate alla festa dopo lo show per festeggiare anche il compleanno della band. Eravamo in Svizzera e faceva freddissimo. Nevicava. Dietro le quinte, i fan selezionatissimi hanno tagliato e mangiato la torta a forma di cuore con le corna e bevuto un prosecchino niente male. C’era gente di tutte le età. Mamme con figlie e ultratrentenni come noi. Andrea Pelù, il gentilissimo fratello di Piero, giustamente ci ha sconsigliato di fare un’intervista in quell’occasione, e noi, concordi, abbiamo

detto che ci saremmo rivolte all’ufficio stampa come di prassi: non volevamo approfittare di un evento privato! Una volta contattato chi di dovere (al momento si occupava della stampa personale esterno) ci era stata garantita l’intervista. Teniamo libere tre pagine e procediamo col giornale, ma niente: l’addetta non ci risponde più e a due ore dalla stampa ci scrive che non era possibile avere nessuna dichiarazione. Panico. Scrivo ad Andrea Pelù un po’ incazzata per il vero e lui, gentilissimo come sempre (come tutti i collaboratori dei Litfiba), ci procura un’esclusivissima intervista via Skype con i due diavoletti. E così, anche quella volta, abbiamo portato a casa il nostro pezzo esclusivo!

Volgliamo parlare di Morgan (intervista del 2010)? Certamente il fatto che sia monzese e amico di vecchia data mi ha aiutato nell’impresa ma non senza tribolazioni! Era un po’ che gli chiedevo un’intervista. Avevo preparato venti domande, volevo essere professionale, interessante, non invadente. Alcune le avevo fatte preparare dalle altre redattrici, Elena e Adriana, per garantirmi una sorta d’imparzialità. Io andavo in giro con registratore e domande in borsa, perché non si sa mai: mi aveva detto che mi chiamava lui quando aveva un giorno disponibile. Inutile tartassarlo o insistere: mi fido di lui e anche se mi ha fatto arrivare a scrivere il pezzo la notte prima della stampa sapevo

Iacchetti che mi colse impreparata il sabato pomeriggio sul mio divano, il viaggio a Brescia per i Nomadi, le belle chiacchierate con Mauro Ermanno Giovanardi. C’e’ stato Van de Sfroos sotto il sole di un inverno che non voleva saperne di arrivare, Andy e i Fluon dietro le quinte del video Polvere (con Enrico Ruggeri). I Fluon in tuta rossa, super trendy, bellissimi, e Ruggeri disponibile e gentile. Piccolo inconveniente: un taglio al dito mentre a pranzo si

affettava il salamino nostrano. Immaginatevi in farmacia quando hanno visto Ruggeri e i Fluon (ancora in costume da video)! Questo è solo una piccola parte di quello che sta dietro il nostro lavoro. Ed ha un solo nome: vita. L’anno prossimo proseguiremo con l’entusiasmo di sempre e, oltre che dei personaggi famosi che gravitano in Brianza, ci addentreremo sempre di più nelle inchieste e nei reportage a sfondo sociale. C’e’ aria di cambiamento, senza dimenticare mai le nostre origini.


Natale Fai da te

Natale fai da te di Adriana Colombo

Arriva Natale, tempo di regali! In periodo di crisi come questo, fare regali è diventato un lusso che non tutti si possono permettere ma, un modo per fare sentire quanto teniamo ai nostri cari, ci resta. Bastano le nostre mani, qualche materiale e un po’ di creatività. Io mi sono già messa all’opera da un po’; quest’anno oltre alle mie solite sciarpe, mi sono dedicata a piccole creazioni di bigiotteria e non solo. Ho creato porta candele, ciondoli, portachiavi e palle di Natale da regalare ai miei amici. Il materiale che per questo Natale l’ha fatta da padrone sul mio tavolo creativo è stato il Fimo.

Nelle foto potrete vedere alcune delle mie creazioni e una serie di scatti che vi illustreranno come ho realizzato il portachiavi da regalare a Marta che, oltre ad essere la nostra capo redazione è il cuore di Trantran. Pensando che le potesse piacere ho stampato in forma mignon (dalla mia stampante di casa) la copertina del Trantran…Intorno a Monza e Brianza n. 1, l’ho ritagliata e ricoperta di un sottile strato di Fimo liquid, quindi l’ho infornata, bastano cinque minuti, se cuocete troppo il fimo liquid si creano bolle. Ho preso un po’ di fimo giallo, che è il nostro colore e l’ho steso in una sfoglia sottile, su cui ho applicato con un goccio di colla sotto, l’immagine cotta,

poi ho ritagliato la pasta in più lasciando un bordino, perché volevo personalizzarlo. Per renderlo un po’ più “gioielloso” in un angolo ho applicato un piccolo brillantino e per renderlo più personale nell’angolo opposto ho applicato una piccola orma di animale, a rappresentare l’amore che da sempre lega Marta, Trantran agli animali. Prima di infornare ho creato con un punteruolo un piccolo foro sull’alto della pasta che, mi consentirà poi di comporre il portachiavi. Ho infornato la composizione per

altri cinque minuti. Una volta fredda l’ho lucidata con una vernice ad acqua, poi montato il portachiavi infilando nel foro praticato un anellino d’acciaio in cui inserire la catenella del portachiavi. Ecco qui il portachiavi finito… spero vi piaccia!! Con questa tecnica potrete rendere portachiavi, medaglioni, spille qualsiasi immagine a voi cara! Buone creazioni e buon Natale a tutti…

Fabio, Lucia e Paolo Mariani sono i responsabili di Arredo spazio Casa e Realnotti dormire realmente, un’azienda che opera a Lissone e che è specializzata nel primo caso in arredamenti per la casa e nel secondo nella fornitura di materassi. “Abbiamo clienti in zona, ma che arrivano a Milano e Como”, dice Fabio. “E da un po’ di tempo a questa parte ci siamo conquistati una buona nomea anche in Svizzera, grazie al fatto che abbiamo partecipato a fiere del settore a Lugano e a Bellinzona”. L’aziensa in realtà affonda le sue radici negli anni 60, esattamente nel 1961: allora l’azienda produceva mobili su misura: “Certo, ci siamo modernizzati, ma alcuni capisaldi di allora sono rimasti immutati, primo fra tutti l’assistenza tecnica che viene data prima ma anche DOPO l’installazione dei nostri prodotti. Per questo al nostro interno c’è anche un a falegnameria per poter fare personalmente, e soprattutto velocemente, tutti quegli aggiustamenti che a volte si rendono necessari”. Ma parliamo un po’ di Real Notti… “Sotto al marchio c’è scritta questa frase: ‘Dormire realmente’. Già, perché noi operiamo in questo settore da oltre 15 anni, non è che ci siamo inventati ieri…”, puntualizza Fabio. “Prima di cercare di vendere un materasso a un nostro cliente, vogliamo fargli capire la nostra filosofia. Se è vero che esiste una cultura del cibo, una cultura del vino eccetera, esiste anche una cultura del dormire ed è giusto che venga considerata e si diffonda sempre di più. Riposare bene è fondamentale, per il corpo e anche per lo spirito. Se le nostre ore di sonno, poche o tante che siano, sono trascorse bene, rilassate nel modo giusto, siamo più pronti per affrontare gli impegni della giornata e soprattutto non rischiamo di causare qualche danno alla nostra colonna dorsale. Oggi ci sono materassi studiati per ogni esigenza. Memory realizzati con aloe o soya, indeformabili, termoregolati caldi d’inverno e freschi per l’estate, a portanza ergonomica, con micro molle, eccetera eccetera. Ce n’è una variante davvero incredibile, ma tutti sono fatti con materiali certificati e soprattutto garantiti da noi che ci mettiamo la faccia e siamo a disposizione del cliente. Ma prima di vendere, come spiegavo prima, cerchiamo

di far capire a chi diventa cliente con noi per la prima volta la nostra filosofia del dormire, che significa scegliere il materasso più valido per le esigenze di ognuno. Del resto l’ho capito proprio su di me quanto il materasso sia fondamentale: sedici anni fa avevo dei problemi alla schiena e un amico mi ha consigliato di sostituire il materasso, perché secondo lui tanti dei miei problemi potevano derivare proprio da quello. L’ho fatto e le cose sono subito cambiate in meglio. Da allora ho capito che quello che molti considerano un semplice rettangolo su cui buttarsi per chiudere gli occhi può invece diventare un valido aiuto per rendere la nostra vita più serena, attiva e dinamica”. Sarà questione di prezzo… “Molti lo pensano, ma non è così: si può acquistare un buon materasso, adatto alle proprie esigenze, spendendo meno che per comprarne uno… cattivo. Ripeto, le possibilità

di scelta sono davvero molte e si può trovare quello più adatto alle proprie esigenze con prezzi che sono più che di mercato. E anche questo è uno dei capisaldi che abbianmo ereditato dai nostri vecchi: far contento un cliente, anche per quanto riguarda il portafoglio, è alla lunga un’arma vincente, perché sarà proprio lui a dire in giro ai suoi parenti e ai suoi amici che passare da Real Notti è un’idea vincente, in tutti i sensi. Provare per credere”. Un’ultima domanda: è possibile anche farsi un materasso su misura, tanto per dire rotondo o con la copertura di colore rosso? “Certo, tutto è possibile e tutto possiamo fare. Ma io sono convinto”, conclude Fabio con un sorriso, “che nei 200 metri quadrati della nostra esposizione ci siano il modello di materasso giusto. E non solo il materasso, ma anche le doghe e tutto quello che serve per farci dormire meglio”.

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L’indirizzo di Babbo Natale: viaggio in Lapponia di Elena Gorla

Ci siamo quasi: anche quest’anno Babbo Natale è pronto per partire per la sua annuale missione. Dopo un anno di preparativi, con elfi e folletti, dopo aver letto tutte le letterine dei bambini e aver

valutato chi merita il carbone e chi i giocattoli, Santa Claus sta per salire sulla slitta trainata dalle renne e fare il giro del mondo in un minuto. Tutti quanti ci siamo domandati, almeno una volta nella vita, dove vive Babbo

Natale e com’è la sua casa. Il villaggio di Santa Claus si trova in Lapponia, per la precisione a Rovaniemi (la provincia più settentrionale della Finlandia). Il viaggio, dall’Italia è lungo, ma questo aumenta il fascino della destinazione e l’immaginazione acquista il valore della distanza, del sogno. Si può volare con Finnair senza scalo (ma è un po’ più costoso) o adattarsi ai tempi che sono e organizzarsi con tre scali: Copenaghen, Helsinski e infine Rovaniemi. Il clima è ovviamente molto freddo, tutto è bianco e rispetta pienamente quello che gli occhi di un bambino vorrebbero vedere: neve, alberi di Natale di 10 metri inondati di luci, pupazzi e piccole casette di legno. Se siete fortunati, potrete anche assistere all’aurora boreale che, in questa zona del mondo può essere visibile ben 200 volte l’anno! Per contro, però, ricordatevi che in tutti i locali chiusi fa molto caldo. Qui la neve è di casa. Gli aerei atterrano agevolmente sulla neve, i pulmini che portano i turisti dagli hotel al Villaggio di Babbo Natale s’inerpicano su stradine innevate senza problema. La gente del luogo gira in bicicletta e senza cappello. Il bianco intorno dona pace e ovatta ogni rumore. Al centro del villaggio

di Babbo Natale c’e’ un’insegna: Santa Claus Office. La luce all’interno è soffusa, le pareti sono piene di foto di bambini e su una panca, in rigoroso silenzio e in fila, sono seduti i bambini, emozionati, che aspettano di entrare nella sala dove a riceverli, sarà niente meno che lui: Santa Claus, Babbo Natale in persona. Difficile immaginare tanti bimbi zitti e fermi, circondati da luci e giocattoli. L’emozione si respira, e per un adulto è ancora più intensa, perché ricamata dalla speranza di potersi ricredere, di poter credere ancora alla favola più bella del mondo: quella del Natale. Non vi racconterò di questa destinazione dal punto di vista commerciale: se siete adulti, saprete bene che comunque vi è un ferrato business di centri commerciali, hotel e negozi legati alla figura di Babbo Natale che a ben vedere può danneggiare un po’ l’atmosfera, che comunque è dirompente e genuina. Se siete bambini, invece, preferisco che v’immaginiate questo luogo così, immerso nel bianco e nel candore, con piccole case di legno e gli abitanti che vanno in giro in bicicletta senza cappello, anche quando nevica, perché la neve è di casa qui, dove vive Babbo Natale. Lascio a tutti voi il suo indirizzo preciso, così potrete spedire le vostre letterine: Santa Claus Main Post Office 96930 Artic Circle Finland Ma potete mettere anche semplicemente: per Babbo Natale, Polo Nord. Se siete stati buoni di certo arriverà… Santa Park Aperto d’inverno 23.11.201311.1.2014 et d’estate 17.6.10.8.2013 (during the summer SantaPark is closed on Sundays and 22.06.2013). Tel. +358 (0) 600 301 203 Fax +358 (0) 16 333 0020 info(at)santapark.com » www.santapark.com Entusiasmante mondo fatato costruito all’interno di caverne sotterranee dove aleggia la calda atmosfera natalizia.

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Monza Zona Parco: Via Giusti adiacenze Viale Cesare Battisti, vendesi, in posizione riservata, ampia villa singola disposta su 2 livelli, piano terra e semi interrato luminoso. 240 mq per piano, grandi spazi, con 1.000 mq di giardino privato. Totalmente da ristrutturare e personalizzare, progetto d primario studio di architettura già esistente sia per gli esterni che per gli interni. Ideale per chi è alla ricerca di una soluzione da personalizzare totalmente in base alle proprie specifiche esigenze. Compatibile per un’eventuale voltura catastale A10 - uffici. Mq: 500. Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica. Trattative riservate

Muggiò: in zona comoda per la Valassina, tangenziali e Monza Centro, disponibilità di splendido attico di mq 120 + 40 mq di terrazzo. L’appartamento è composto da ingresso, soggiorno con soppalco, cucina abitabile, due camere da letto, doppi servizi e cantina. Finiture interne di pregio. Classe C IPE 54,06 kWh/mq Euro 305.000 Completa la proprietà box doppio ad € 40.000. Cinisello Balsamo zona “Metro”: Piazza Ferravilla, Ottimo ufficio / negozio mq. 100 con 7 vetrine ed ampia visibilità situato in contesto di piazza vicinanze “Metro” ed ottimamente collegato con Milano. Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica. Euro 160.000

Monza zona Viale delle industrie: Via Carrà vicinanze ingresso autostrade, nuovo capannone industriale in posizione di testa, mq. 400 oltre ad aree esterne di proprietà e n.6 posti auto. Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica. Euro 550.000

Lissone: Via Matteotti, comodo per stazione ferroviaria ed adiacente al centro, disponibilità di appartamento di quattro locali su due livelli con ingresso, doppia zona living, cucina abitabile, tre camere, tripli servizi, corredato da terrazzi. Finiture interne signorili, cantina e possibilità box singolo. Classe G IPE 215,10 kWh/mq Euro 255.000

Concorezzo: Via Don Mazzolari Ottima soluzione ideale anche per due famiglie. Porzione di villa di ampia metratura composta come segue: al primo livello da soggiorno, cucina abitabile, quattro camere da letto, doppi servizi e tre balconi per un totale di 150 mq. . Sottotetto recuperabile di 140 mq., locale hobby al piano terra di mq 43 e vano cantina di mq 70 al piano interrato. La proprietà è corredata due posti auto, portico e grande giardino di 600 mq. ca.. Classe G IPE 314.70 kWh/mq Euro 398.000

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Brigantia | Storia ed escursioni nel nostro territorio

Villoresi e il mistero della Bella di Monza di Elena Gorla Al nome Villoresi, i più, volgeranno il pensiero al monzese Eugenio (Monza, 13 febbraio 1810 – Milano, 12 novembre 1879), celebre ingegnere a cui si deve la realizzazione dell’omonimo canale (Ndr. famoso canale irriguo che attinge dal lago Maggiore collegando Ticino e Adda) ma altrettanto lustro hanno donato alla città di Monza le opere di Luigi (1779- 1823 ), capo giardiniere dei Giardini della Villa Reale di cui fu il responsabile per vent’anni, dal 1802 al 1823, e che per primo aprì, nel 1820, una scuola di botanica all’interno dei Giardini stessi. Brillante stirpe, quindi, quella dei Villoresi dato che Eugenio altri non era che il secondogenito fra i sette figli di Luigi; genealogia che ha contribuito in modo determinante alla fama del capoluogo brianteo e allo sviluppo della botanica e dell’agricoltura nella Lombardia di inizio ‘900. Se, tuttavia, il valore della grande opera di Eugenio per lo sviluppo delle coltivazioni, dell’allevamento e dell’industria che proliferava lungo i corsi d’acqua agli inizi del secolo scorso è ancora oggi sotto gli occhi di tutti, i capolavori del padre restano oggi ammantati di mistero, oggetto di ricerca appassionata fra gli studiosi di botanica, in particolare modo di rose. L’approccio di Luigi al giardino, infatti, produsse risultati esemplari grazie alla sviluppata attitudine scientifica di quest’ultimo (in particolar modo, diede un grande contributo nel campo della classificazione botanica) anche se il suo risultato più fulgido vive oggi ammantato di romanticismo e segreto: la Bella di Monza. Una rosa (la Modoetiensis Villoresi) a tal punto segreta che qualcuno sostiene sia oramai solo un ricordo passato, la più rara e ricercata fra le rose italiane. Questa rosa creata da Luigi Villoresi, infatti, godette di fama grandissima agli inizi del XIX secolo, tant’è che nella prima metà dell’Ottocento appare sulle pagine di cataloghi commerciali in Italia, Germania e Francia e viene menzionata in svariati manuali sulle rose. Ne parla persino un medico, il Dr. Mezzotti, affermando che la Bella di Monza, oltre alle indubbie virtù estetiche e botaniche «era anche un potente rimedio contro la pesantezza della testa, e che i bevitori se ne servivano per impedire che i vapori di Bacco offuscassero la ragione». In tutta Europa, nel corso di tutto l’Ottocento all’interno dei trattati dedicati alle rose, proliferavano le descrizioni dedicate alla Bella di Monza, spesso scritte da chi non l’aveva mai vista. Ve n’è, però,

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una abbastanza affidabile in quanto fu scritta e pubblicata nella stessa città in cui risiedeva il giardino che ospitava “la bella” e dunque si suppone che l’autore avesse avuto occasione di ammirarla: «Cresce in una serra della stessa collezione (della Sig. Von Hepp a Norimberga), dove spiccava per la sua bellezza. E’ una rosa bengala, cosa che si vede dalla prima vista. Il fiore misura due pollici in diametro è molto pieno ma piuttosto basso e largo. I petali esteriori sono grandi, tondi, verso il centro la metà, eretti e molto compatti di colore rosa scuro pallido ma estremamente vivo, che si sbiadisce verso il centro. Il fogliame è grande, intero e lucido; le cinque foglioline, si staccano molto una dall’altra, e sono ovali verso il fondo e davanti appuntite». Oltre a questo, di sicuro, sembra vi sia ben poco a parte la notizia che il vivaio Maupoil di Dolo, vicino a Venezia, l’ebbe in vendita dal 1826 fino al 1853. Da quel momento in poi le tracce della creatura di Villoresi andarono perdute. In seguito venne menzionata in moltissimi altri libri sulle rose in pubblicazioni provenienti da ogni parte del mondo: dall’ Inghilterra gli Stati Uniti e persino dalla Russia. L’ultimo catalogo a proporla, secondo le ricerche di Andrew Hornung, è quello del 1907 emesso dalla ditta G.B. Mauri di Mariano Comense. Infine, su iniziativa dell’Associazione Italiana della Rosa, fu trovata nel Roseto di Val de Marne, in Francia, una rosa etichettata Belle de Monza. Mazze da innesto di questa rosa furono spedite in Italia e subito innestate per poi farla rinascere nella sua città d’origine. Ma tutto invano. L’operazione non diede i frutti sperati.

Sembra, infatti, che già la francese etichetta ‘Belle de Monza’ portasse quella dicitura erroneamente e la rosa riprodotta usando le mazze d’innesto generosamente donate dal roseto francese risultò essere una varietà fimbriata (Ndr: con petali leggermente a forma di un garofano), forse la rosa Serritapetala. Questa la storia ufficiale, che si perde in una nebbia fitta come le nebbie padane che diedero i natali a questa varietà…ma esiste una storia sommersa. Tutta un’altra storia, dai tratti appena accennati; una storia fatta di appassionati, di ricercatori, di studiosi che emerge a piccoli frammenti dalle pagine dei blog. Vivaisti, ibridatori, innamorati e sognatori: in molti ancora inseguono le tracce nascoste dal tempo della Bella di Monza. Forse “la bella di Villoresi” non è mai realmente esistita o forse, invece, sopravvive, bella e altezzosa, nascosta in un segreto giardino. In fondo, però, questo poco importa perché ciò che conta davvero, oramai all’alba di un nuovo anno sempre più lontano da misteri e magia, è che ancora esiste chi perde le notti struggendosi nella ricerca di un fiore tanto raro e segreto .

Al Serrone, fino all’Epifania, l’arte in aiuto dell’arte: “E subito riprende il viaggio…” Il verso di Ungaretti da il titolo a questa mostra che si ripropone di presentare al pubblico la storia e la costante attività di studio e valorizzazione dell’arte contemporanea del MA*GA, attraverso l’esposizione di opere simbolo della sua collezione permanente. Era, infatti, il 14 febbraio 2013 il giorno in cui l’attività culturale del MA*GA si fermò bruscamente a causa di un terribile incendio che ne devastò l’edificio. E il viaggio finalmente riprende davvero, adesso che un’ala del museo di Gallarate ha riaperto il 23 novembre scorso, attraverso una mostra itinerante che, dopo aver fatto tappa alla Triennale di Milano, è, fino

all’Epifania, al Serrone della Villa Reale. Una collaborazione con importanti spazi espositivi lombardi che ha concretizzato il sostegno verso la ripresa delle attività del Ma*GA. In particolare al Serrone sono in mostra 100 opere fra dipinti e sculture, volte ad approfondire le tendenze artistiche che hanno caratterizzato il panorama italiano dal dopoguerra fino agli anni Settanta con i lavori di Renato Guttuso, Achille Funi, Ennio Morlotti, Enrico Prampolini, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Agostino Bonalumi, Bruno Munari, ecc. Al Serrone è inoltre per la prima volta esposta al pubblico una parte importante della

Collezione Walter Fontana, un’importante raccolta privata prima non fruibile e, da ora in comodato al MA*GA, facente parte delle sue collezioni stabili. Mostra a cura di: Emma Zanella e Giulia Formenti Fino al 6 gennaio 2014 Lunedì chiusura. Dal martedì al venerdì dalle ore 10,30 alle ore 16,30 (ultimo ingresso 16,00) Sabato e Domenica dalle 10,30 alle ore 18,30 (ultimo ingresso 18,00) Biglietteria: € 6,00 ; ingresso gratuito fino a 12 anni; ridotto: € 4,00 (over 65 anni, under 18 anni); Gruppi (minimo 15 persone): € 4,00


In Cuccia

In Cuccia

Notizie dall’Enpa sez. Monza e Brianza

Notizie dall’Enpa sez. Monza e Brianza

Storie di ordinario maltrattamento... Stop vivisection: Superato l’obiettivo del milione di firme

Sono sempre più numerosi gli interventi del gruppo anti-maltrattamenti dell’ENPA monzese. Tra quelli dell’ultimo periodo, il recupero di un fagiano dorato e di una coniglietta bianca, entrambi salvati da situazioni di incuria e degrado. Il fagiano dorato (specie ornamentale allevata per bellezza) è stato rinvenuto in una cittadina della Brianza grazie ad una segnalazione. L’animale era detenuto in una gabbia di dimensioni ridotte e in un pessimo stato igienico. Nonostante i ripetuti controlli dei volontari che sono andati sul posto più volte, le promesse dei proprietari di provvedere a una sistemazione adeguata non si sono concretizzate. Così, non senza essersi sentiti urlare più volte che facevano perdere un sacco di tempo

“solo per un fagiano”, i volontari sono riusciti a farsi cedere il volatile (nella foto), che ora si trova al canile di Monza in una voliera a lui più consona, in attesa di una sistemazione definitiva. Il secondo intervento ha per protagonista una coniglietta bianca, recuperata in un campo nomadi nella periferia monzese. Il suo alloggio di fortuna era un carrello di un noto supermercato (vedi foto); così la coniglietta è stata chiamata dai volontari Despar. La coniglietta è stata fatta cedere e per lei c’è stato un bellissimo epilogo: è stata infatti adottata ed è andata a far compagnia, lei tutta candida, a Roy, un coniglietto quasi completamente nero (insieme a lei nella foto)!

Grande successo per l’iniziativa popolare europea! Il primo novembre 2013 si è conclusa la raccolta firme Stop Vivisection con un ampio superamento dell’obiettivo minimo del milione di firme in tutta Europa. L’Italia, tra l’altro, è il Paese che ha raccolto il maggior numero di adesioni, con ben 570.400 firme. E ora cosa succede? Dopo le fasi di conteggio, l’iter istituzionale prevede la verifica delle firme da parte delle autorità nazionali e la convalida del risultato finale raggiunto. Questa fase dovrebbe concludersi entro marzo 2014. A quel punto la Commissione Europea riconoscerà ufficialmente il recepimento popolare di Stop Vivisection e verrà fissata la data dell’audizione pubblica e istituzionale dei rappresentanti del comitato, Dr

André Menache e Prof. Gianni Tamino. La Commissione avrà quindi tre mesi di tempo per predisporre una risposta scritta e pubblica relativa agli interventi legislativi che intende proporre per rispondere alla richiesta espressa da oltre un milione di cittadini. Sostenuta da oltre 230 associazioni europee, questa campagna è la più imponente iniziativa democratica mai condotta contro la sperimentazione animale. In Italia è stata promossa in prima linea da OIPA Italia, da Gaia Ambiente e Animali e da Almo Nature. L’azienda di petfood naturale ha fornito gratuitamente 2.500 leggii e moduli per la raccolta firme e ha mandato in onda sulle principali reti nazionali spot per l’abolizione della sperimentazione animale.

Arriva la befana del cane e del gatto Appello per Tata micia che spera ancora di trovare una casa Tata è una stupenda gatta di razza Sacro di Birmania di sette anni. E’ una micia dolcissima e affettuosa che adora stare in braccio a farsi coccolare, ma nello stesso tempo è discreta e tranquilla e va d’accordo con altri gatti. Arrivata a luglio 2013 al rifugio ENPA di Monza in seguito a un incidente, aveva subito un trauma al bacino, forse caduta da un balcone o magari investita. La frattura è guarita e Tata ha ripreso a camminare normalmente, anche se è stato necessario amputarle la coda, ormai priva di sensibilità. Ma purtroppo l’incidente ha avuto un’altra conseguenza: un piccolo problema di incontinenza.

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Tata usa la cassetta, ma avendo poca sensibilità in quella zona, capita qualche piccolo “incidente” di percorso: perde un pochino di pipì e ogni tanto può capitare qualche traccia di popò. Sappiamo bene che non sarà facile trovarle una casa. Cerchiamo una persona dal cuore grande e con tanta buona volontà. Chi la adotterà dovrà organizzarsi un pochino, con le nostre indicazioni e aiuto, ma Tata vi sarà grata per sempre. Per info, contattare monica.zappa@ enpamonza.it, o venite a trovare Tata al Gattile di Monza in via Buonarroti 52 (aperto tutti i pomeriggi tranne mercoledì, dalle 14,30 alle 17,30).

Torna a gennaio l’atteso appuntamento a Monza con la Befana del Cane e del Gatto che quest’anno si terrà per ben tre giorni consecutivi! Vi aspetteranno le simpatiche befane ENPA, armate di scope e cesti colmi di caramelle per la gioia dei più piccoli, sabato 4, domenica 5 e lunedì 6 gennaio 2014. Scopo principale della manifestazione è quello di raccogliere offerte, iscrizioni e provviste per i tantissimi animali di cui operatori e volontari si occupano 365 giorni all’anno. Alla postazione ENPA, allestita dalle 9.30 alle 19.00 nella centralissima zona pedonale, sarà predisposto un Punto Raccolta, dove sarà possibile portare materiale di consumo utile e indispensabile per far fronte alle quotidiane esigenze, non solo degli ospiti del canile/gattile di Monza, ma anche per aiutare numerosissimi animali accuditi nelle situazioni più disparate da zoofili vicini e lontani. Non mancherà un banco ricco di gadget e divertenti idee regalo, oltre ai calendari 2014. Chi preferisce portare i propri doni direttamente agli ospiti del Canile-Gattile di Monza sarà accolto da un’altra sorridente Befana presso la struttura di Via Buonarroti 52, aperta dalle 14.30 alle 17.30 nelle tre giornate. Per aggiornamenti sul luogo della postazione e un elenco dettagliato dei materiali che più servono, consultare il sito www.enpamonza.it.

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Corsi di Cucina | Chef Omar

Reality - Venti domande per vedere la Brianza con gli occhi dei Brianzoli

Con chef Omar a lezione di alta cucina

Cristina Associazione di idee. Se ti dico la parola verde cosa ti viene in mente… Il Parco di Monza… ovviamente

Nome: Cristina Età: 29 Dove sei nato? A Milano

Chi è Dario Allevi? Il responsabile della provincia di MB

Dove vivi? A Monza Vivi da solo o con la famiglia? Sono sposata e vivo con la mia… dolce metà Che lavoro fai? Sono responsabile amministrativa in un’azienda Cosa ti piace di Monza e della Brianza Il fatto che sia una città con le caratteristiche di un paesino. Insomma, molto vivibile

Vai al parco? Raramente, purtroppo! Dai un voto alla Brianza 7 Dai un voto ai trasporti pubblici 6 Dai un voto al commercio 7 Se non abitassi in Brianza dove ti piacerebbe abitare? A Ravenna, è una città che mi affascina con le caratteristiche

di Monza e in più c’è il mare Esprimi un desiderio Che ci sia un futuro per tutti i giovani in ambito lavoro, prospettive di crescita per il nostro Paese, sicurezza per le strade Un proverbio… Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Quindi… lasciate perdere il lardo! Dì qualcosa ai nostri lettori Voi, che fate e leggete TranTran, siete una squadra fortissima!

«La passione per la cucina nel mio caso è ereditaria», racconta Omar Novara «sono, per così dire, figlio d’arte: i miei genitori avevano un ristorante e io sono cresciuto in cucina, fra pentole e fornelli. E’stato, quindi, naturale per me sviluppare il desiderio di approfondire l’arte culinaria, dapprima nel mio

percorso di studio e, in seguito, nello sviluppo del mio percorso professionale. Sono oramai dieci anni che mi cimento anche nell’insegnamento con corsi di cucina per privati, rivolti cioè a chi non ha una preparazione professionale ma solo un’esperienza dovuta alla pratica quotidiana e alla passione. Negli anni, attraverso l’ascolto e l’osservazione delle esigenze dei miei corsisti, ho selezionato dei menù e delle preparazioni capaci di entusiasmare tutti, preparazioni essenziali, di facile realizzazione ma nel contempo molto fantasiose e d’effetto: questo per consentire a tutti di iniziare da subito a organizzare a casa propria o con

gli amici cene e serate di successo! Una volta tenevo i corsi all’interno di un ristorante, oggi, invece, anche grazie al forte interesse del pubblico per la cucina e al buon numero di partecipanti, le lezioni si svolgono in un laboratorio attrezzato ad hoc. Ci sono varie tipologie di corsi, da quelli a tema o quelli incentrati sulla costruzione di un menù legato ad un evento specifico, che generalmente si sviluppano su una serata, oppure corsi articolati in più serate, legati alle tecniche base e avanzate di cucina. Ciò che accomuna tutti i corsi è però il forte elemento di convivialità: non solo si cucina insieme ma, a preparazioni

ultimate, si passa in sala da pranzo e ci si gode un’ottima cena in compagnia! Chi desidera fare dei nostri corsi un’idea regalo per parenti ed amici appassionati di cucina riceverà, un flyer dettagliato con la descrizione dei corsi in programma così che, chi lo riceverà in dono, possa liberamente scegliere il corso che lo stimola di più. Qualche esempio delle preparazioni che andremo a conoscere? Vi presento una ricetta semplice e davvero squisita…

Risotto al mosto e nocciole

Alessandro Il trifoglio irlandese

altrimenti non si avvera..

Età: 27

Chi è Dario Allevi? Un politico che opera dalle nostre parti

Dove sei nato? A Monza

Vai al parco? Si, e mi piace anche

Un proverbio… Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia

Dove vivi? A Birone di Giussano

Dai un voto alla Brianza 8: si capisce che mi piace?

Vivi da solo o con la famiglia? Vivo da Solo

Dai un voto ai trasporti pubblici Putroppo li uso poco, ma direi tra il 4 e il 5

Nome: Alessandro

Che lavoro fai? Fotografo matrimoni ed eventi Cosa ti piace di Monza e della Brianza La semplicità con cui fonde natura e commercio, tradizioni e modernità! Associazione di idee. Se ti dico la parola verde cosa ti viene in mente…

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Dai un voto al commercio 7 Se non abitassi in Brianza dove ti piacerebbe abitare? Granada per lo stile di vita, Istanbul per il commercio Esprimi un desiderio Fatto… Ma non lo dico

Dì qualcosa ai nostri lettori La fotografia non mostra la realtà, mostra l’idea che se ne ha.

Ingredienti g. 250 di riso Carnaroli N° 1 scalogno N° 1 confezione di mosto g. 40 di nocciole tostate pelate q.b. di olio di semi q.b. di brodo vegetale dl. 0.5 di vino bianco g. 20 di burro g. 20 di parmigiano q.b. di sale e pepe Preparazione  Scaldare un filo di olio in una casseruola, aggiungere lo scalogno tritato ed una volta imbiondito gettare il riso.  Tostarlo leggermente, bagnare con il vino bianco ed, una volta evaporato, continuare la cottura aggiungendo poco brodo alla volta.  A metà cottura aggiungere il mosto e stemperarlo bene.  Appena terminata la cottura (può variare dai 16 ai 20 minuti) togliere dalla fiamma ed aggiungere il burro ed il formaggio (mantecatura).  Amalgamare il tutto e servire spolverando con le nocciole tritate.

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La Nostra inviata da Parigi - Alla ricerca del gatto Carlito #3

Milano Torte: Dolce Passione

Rendez-vous à Paris Illustrazione e testo di Francesca Fawn Masperi Il primo appuntamento che avemmo a Parigi fu al Les Expressives. Alice, la proprietaria, ci aveva invitato ad un aperitivo-scambio gioielli: tutte le clienti potevano portare i propri per scambiarli con quelli degli altri. Io non ne avevo con me, ma ci sarei andata. C’era stato qualcosa, in quel posto, che mi aveva attirato.. non riuscivo a capire cosa.. Come se mi stessi dimenticando di una questione importante.. Camilla era una ragazza dai capelli rossi, corti e sbarazzini. Uno stile un po’ hypster, grandi occhiali e la passione della fotografia, che stava cercando di far diventare un lavoro in questi tempi di crisi schifosa. Momentaneamente fotografa di moda, aveva colori e gesti innocentemente sensuali, di cui era inconsapevole.. Lei era quella che sapeva tutto sulla città, sempre gentile e disponibile, un po’ introversa ma che andava come un treno quando si trattava di quello che era importante per lei. Era un’amica di Cecilia, e una sera andammo tutte a bere qualcosa aspettando di incontrare Fiore. Ci portò in un locale vicino casa, alla metro Arts et Metiers. Temeva fosse pieno, perché di solito ci vanno solo i ragazzi parigini e perché se chiedi ‘une pinte de bière!’ te la fanno pagare solo 3 euro e ti portano pure dei piattini gratuiti di patate al forno con aglio e prezzemolo (chi si fa intimidire dall’aglio è perduto: sono strepitose, e a Parigi tutto, dopo una cert’ora, puzza d’aglio). Quel posto mi affascinò: fuori, una schiera di tavolini a due posti; dentro, tantissimi tavoli appiccicati e mille poster e fototessere attaccate alle pareti. Le fototessere sono la gente. Momenti di vita di un ognuno, piccoli segnalibri nella vita di chiunque. Purtroppo il locale era pieno, ma promisi a me stessa che avrei appiccicato la mia un giorno. Magari sulla parete di sinistra, nella prima parte del locale, nell’angolo ma ad una media altezza: non troppo in basso per evitare i pasticci della gente, non troppo in alto per poter comunque far parte del quadro generale. Allora camminammo.. A Parigi si cammina. Due clichè sono estremamente veri su questa città: che è bella sotto la pioggia, e presto lo capii, e che è così piccola che in un’ora di cammino arrivi dalla Tour Eifelle nel 7° fino a Notre Dame nel 4° Arrondissement, da un’estremità all’altra della Parigi turistica. La città è divisa in 20 Arrondissement: grandi quartieri disposti a chiocciola gestiti ciascuno da un suo comune, ma tutti sotto il municipio maggiore, l’Hôtel de Ville. Saremmo arrivate a Gouncourt, la fermata della metro che precede Belleville e Oberkampf, i quartieri delle serate economiche dei giovani. Belleville offre bar coi tavolini per bere qualcosa a prezzo contenuto, a Oberkampf vai a ballare all’International pagando solo il prezzo del cocktail.. e a Goncourt c’è la Java, storica discoteca dove si dice abbia esordito Edith Piaf.. Fiore ci aspettava. Una bella ragazza dalla passione per il cinema ed alla ricerca dell’affetto vero, credeva che l’atmosfera del nuovo locale ci avrebbe potuto regalare emozioni. Di che tipo, lo capii solo entrando. Mano sulla maniglia, porta pesante, odore di casa delle nonne degli amici di quando si era piccoli… Luci nere.. no.. è che c’è tanta gente che mi impedisce di vedere.. stanno guardando verso la musica.. ecco cos’è: un’improvvisazione jazz! Un ragazzo non bello ma affascinante sta suonando una tromba su di un piccolissimo palchetto, con dietro batteria contrabbasso e pianoforte! Ma come fanno a starci.. Fiore ci racconta che al lavoro le hanno spiegato il perché in Francia sia così diffuso il jazz: una regina, per capriccio, aveva fatto bruciare tutte le canzoni tradizionali francesi.. così, quando si diffuse questa musica, piacque così tanto come principio e anima che fu adottata e si diffuse in maniera drastica, ogni locale che abbia un palco fa generalmente di queste serate. Ordinammo una birra per brindare a noi. Andai io al bancone ma il signore gentile non mi dette minimamente retta. Mi sbracciai, cercai di attirare l’attenzione ma niente.. scoraggiata, guardai in giro le bottiglie dietro al banco.. non che cercassi qualcosa, solo per svagarmi con colori e trasparenze. E poi, lì, su uno sgabello, due occhi neri, contornati di giallo e di verde. Bum! Un colpo! … Come avevo potuto dimenticarmi?! ... ‘Qu’est-ce que vous voulez, demoiselle?’ ‘..Scusi?’ ..il simpatico signore si era accorto di me. E non sapere il francese non mi stava decisamente aiutando.. Continua sul prossimo numero Locali citati in ordine di apparizione nel testo: Les Expressives; L’ Attiraille; L’échiquier.

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Il Commercialista Risponde Buon giorno a Voi tutti, Cari lettori Sta’ prendendo sempre più piede il “Contratto di Rete”. Nasce dall’esigenza di riunirsi per colmare le singole aree di debolezza. Con il Contratto di Rete, gli imprenditori si possono unire per perseguire un determinato scopo, mantenendo però la completa indipendenza. I detti popolari hanno sempre un fondo di verità: l’unione fa la forza. Unendosi si riesce a perseguire ed attuare un progetto, che da soli non si avrebbe la forza di affrontare. Inoltre ci sono anche agevolazioni finanziarie oltre che fiscali. Non vi è uno standard, ma è come un abito cucito su misura; in base alle esigenze dei singoli “retisti” si formalizza il contratto. Fondamentale è dunque un professionista in grado di sostenervi in tale scelta.

Andiamo ormai verso fine anno ed ancora vi è confusione sull’IMU ed anche sull’acconto IVA del 27/12. Nella ormai sempre più vana speranza di qualche chiarimento, Vi saluto calorosamente. Concludo approfittando di questo spazio, per fare un ultimo saluto al mio caro amico Marco, che purtroppo, domenica 08 dicembre ci ha lasciato a causa di un brutto incidente. Un abbraccio affettuoso alla moglie Luana ed un bacio alla piccola Vittoria, ricordando loro che in momenti difficili, i veri amici devono essere presenti, e noi ci siamo! Non lasciate che il dolore porti via i ricordi gioiosi, tenete presente la felicità che avete condiviso, che abbiamo condiviso. Questa non svanirà mai….. Umberto Grasso

DOVE TROVARE LA RIVISTA Viene distribuita tramite hostess la mattina dell’uscita nelle stazioni ferroviarie di Monza, Lissone, Arcore, Desio, Meda , Seregno, Seveso e presso la fermata MM di Cologno Monzese/ Brugherio Nelle 13 sedi presenti sul territorio provinciale di APA Monza e Brianza Confartigianato Imprese BB Hotel Via Lario - Monza Monza via GB Stucchi, 46 Carate Brianza via Matteotti, 19 Cesano Maderno via Matteotti, 16 Desio via Garibaldi, 258 Giussano Largo Europa, 7 AS HOTEL Corso Como, 52 - Limbiate Lissone via San Rocco, 97 Meda viale Francia, 15 Muggiò via I° Maggio ang. via San Rocco Nova Milanese via Berlinguer, 2 Seregno via Rismondo, 28

Seveso via Solferino, 16 Triuggio viale Rimembranze, 3 Vimercate via Ronchi, 12 Iron Crown Tattoo Via Sirtori, 4 Angolo Via Manara Bar La Piazzetta via San Bernardo, 5 - Carate Brianza EXPO Cafè via E. Toti, 41- Carate Brianza Vista Caffè via John Kennedy, 2 - Correzzana Tennis Concorezzo via Libertà, 1 - Concorezzo Enoteca Brambilla via C. Cattaneo, 57- Lissone Bar Borgo Caffè via Bergamo, 9 - Monza Buffetti c.so Milano, 38 - Monza Edicola Siria via Solferino (davanti Ospedale Vecchio)- Monza Info Point Comune di Monza Piazza Roma - Monza Speedy Bar via Appiani, 22 - Monza Tabacchi Ambrosini piazza Carducci, 2 - Monza Turné trattoria e bistrot via Bergamo, 3 - Monza Baby College-Oxford Group via Verdi, 83 - Seregno Edicola Enrico via Cavour, 12 - Seregno Osteria dei Vitelloni via Garibaldi, 25 - Seregno Panificio Corti via Garibaldi - Seregno Studiofluido via Leonardo da Vinci, 30 - Seregno

Tambourine via C. Tenca, 16 - Seregno Bar Boulevard viale C. Battisti, 121 - Vedano al Lambro Ottica Mottadelli via Preda, 13 - Verano Brianza Panetteria Duca via IV Novembre, 33 Zoccorino (Besana) Cosval via Porta D’Arnolfo, 87/89, Biassono Edicola Di Enrico Giannone, via Monte Amiata, Monza ( zona Triante) Piscina comunale di Desio Clinica del sale, via Sempione 13/g, Monza. Buoni come il pane, Via de Leyva, 11 Monza In tutte le biblioteche Comunali di Monza e in tutte le biblioteche locali della rete provinciale Brianza Biblioteche. … e inoltre presso principali bar, parrucchieri, studi medici di base dei comuni di Monza, Vedano al Lambro, Lissone, Desio, Seregno, Brugherio

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