Monocromo

Page 1

Tommaso Chiappa Monocromo

“La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.” Henry Miller


Sommario 6 Monocromo 10 Indigeni dell’urbe 16 Take Away 22 Nonluoghi 26 Biografia

con il patrocinio di Città di Saronno

dal 29 ottobre al 19 novembre 2011 martedì, giovedì e sabato dalle 15 alle 18 da martedì a venerdì 9-12:30

dal 5 novembre al 26 novembre 2011 orari 10:30–13:00/16:30–20:00 chiusura mercoledì mattina

“Monocromo” ... ... dal 6 novembre al 6 dicembre 2011 visite su prenotazione: +39 340 097 15 61 / +39 335 688 53 79


Monocromo intervista a cura di Mara De Fanti

Con questa mostra il museo Gianetti di Saronno apre le porte ad un giovane artista, che selezionato per la prima edizione del concorso Coffeebreak. Museum, si è cimentato in un progetto più ampio che prevede l’installazione dei suoi lavori in diverse sedi, dislocate da sud - Palermo, la sua città natale - a nord - Milano e Saronno le due città acquisite. Il tuo progetto si apre con una citazione di Henry Miller: “La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose” e infatti il tuo percorso ti ha portato ad attraversare diverse terre. Come vive l’artista Tommaso Chiappa questo continuo spostamento tra due luoghi così lontani e come si riflette sul tuo lavoro? Sai, Mara, la citazione di Miller mi è servita per introdurre il mio progetto e spiegare che questa mostra in primis vuole essere un attraversamento di due terre lontane geograficamente come la Lombardia e la Sicilia ma anche un “ponte” ideale che unisce luoghi distanti ricercando qualcosa che li accomuna. Per quanto mi riguarda lo spostamento è entrato ormai nel mio dna da diversi anni, sono di recente tornato da un viaggio a New York, vivo in alcuni periodi dell’anno, soprattutto

i mesi estivi al sud e trascorro l’inverno al nord, ma ,con la mia pittura, dovunque mi trovi, cerco di soffermarmi su un’ idea che spesso si materializza in un luogo, in un particolare che ritengo importante, indispensabile non solo per me ma anche per chi osserva la mia pittura. In questo progetto sottolinei soprattutto la scelta del monocromo, con il quale crei attenzione su alcuni particolari del tuo lavoro, in particolare il dialogo tra l’uomo e la natura. Spiegaci come sei arrivato a questo punto. Si, Monocromo è il titolo del progetto , ma anche il mio modo di dipingere utilizzando solo un colore, da qui mono–cromo, ma questa scelta è anche concettuale ed esistenziale, in quanto cerco di penetrare il reale, lo stato delle cose, con un unico colore che diventa il filtro con il quale leggo ed interpreto la realtà osservata. La mia ricerca pittorica da un po’ di tempo si è orientata nel rapporto tra l’uomo e la natura. La natura in parte rappresenta metaforicamente un desiderio, un volersi riappropriare degli istinti , dei modi di vivere sani che nell’era dei non - luoghi abbiamo quasi perso o non abbiamo mai approfondito.

Forse il tutto è nato proprio a causa di questa crisi totale ,globale, dal voler giocare in borsa con numeri virtuali che in realtà rappresentano il futuro di decine di milioni di individui, molti dei quali, nel giro di alcune settimane, perdendo il lavoro, si sono trovati con intere famiglie a vivere in macchina o peggio per strada. Ho provato a pensare a come si viveva 60 – 80 anni fa senza andare ancora più indietro nel tempo, quando non esistevano tutte le nostre comodità, da internet all’ aria condizionata alla televisione o alla lavastoviglie , ho messo in crisi me stesso che pure vivo sfruttando tutto ciò che il progresso mi offre ed ho scoperto il bisogno di una semplicità, forse di una verità che mi ha condotto ad un’analisi sincera della natura. Certo oggi è facile dire certe cose, forse potrei anche sembrare matto o banale ma reputo fondamentale il recupero del rapporto con la natura che ritengo il primo contatto diretto con la nostra spiritualità universale. In molti si chiederanno cosa c’entra il tuo lavoro pittorico su tela con la ceramica. Per noi é stato semplice collegare il tuo modo di fare pittura a quello dei ceramisti, in particolare con i “maiolicari” e sono

sicura che chi verrà a visitare le varie esposizioni noterà subito l’affinità. Vuoi raccontarci la tua esperienza in museo e come è nata la relazione con la maiolica? Come ricorderai, il mio lavoro pittorico e il nostro rapporto è nato proprio da questo strano connubio, da questo modo di lavorare con un unico colore contornato da uno sfondo dipinto solo col bianco di zinco, questo modo di sfumare ,di pensare al soggetto avvicina i miei quadri alla pulizia della maiolica, alla semplicità di osservare alcuni soggetti reali per poi dipingerli ,raccontarli. Certo la tecnica da me utilizzata è più rapida, istintiva, quasi vulcanica nel gesto pittorico, ma nel complesso mantiene alcuni dei caratteri tipici delle maioliche che forse derivano proprio dal mio essere siciliano e dall’aver visto fin da piccolo, anche in casa, diversi esempi di pittura su ceramica come quelli fantastici di Caltagirone. Hai presentato anche un video in collaborazione con questo studio di Palermo, Pixelgrafica, l’immagine dei tuoi lavori si anima e presenta nuovi sguardi e chiavi di lettura. Dunque tutto quello che è immagine e racconto fa parte del tuo percorso. Come é nata


l’idea di fare un video? Il video nasce da una esigenza: far dialogare delle opere pittoriche bidimensionali ed apparentemente ferme, immobili con un video 3d e con il mezzo tecnologico in generale. L’idea di Monocromo è quella di non fare più la solita mostra statica , ma di progettare qualcosa di radicalmente nuovo sia nella scelta di diverse locations, da nord a sud, sia nel video 3d che propone uno scambio tra pittura e tecnologia , infine nel libro Monocromo racconto in maniera autentica le mie convinzioni in ambito pittorico e concettuale mostrando l’evoluzione del mio lavoro. Naturalmente il tutto senza snaturare la pittura che rimane il punto di partenza per intraprendere percorsi e strade diverse.

contaminazioni acrilico su tela 90x60 cm, 2011


albero oltremare acrilico su carta 100x70 cm, 2011 albero avorio acrilico su tela 100x70 cm, 2011

albero rosso cadmio acrilico su carta 100x70 cm, 2011


protagonista olio su tela 60x40 cm, 2010

protagonista olio su tela 60x40 cm, 2010


in bianco olio su tela 80x60 cm, 2011

in bianco olio su tela 80x60 cm, 2011


in bianco olio su tela 80x60 cm, 2011

in bianco olio su tela 80x60 cm, 2011

in bianco olio su tela 80x60 cm, 2011


in bianco olio su tela 80x60 cm, 2011


gemelli acrilico su carta 100x70 cm, 2011

gemelli acrilico su carta 100x70 cm, 2011


cabine acrilico su carta 50x70 cm, 2011


portone blu-rosso acrilico su carta 50x70 cm, 2011

centro rosso-blu acrilico su carta 50x70 cm, 2011



trittico nero-rosso olio su tela 50x50 cm, 2010

trittico nero-rosso olio su tela 100x70 cm, 2010

trittico nero-rosso olio su tela 35x50 cm, 2010


l’edicola olio su tela 140x100 cm, 2010


natura incontaminate olio su tela 80x60 cm, 2011

natura incontaminate olio su tela 80x60 cm, 2011

visione blu-oltremare olio su tela 140x100 cm, 2010


Al di là della fisica Emanuele Beluffi Indigeni dell’urbe, 2009

Rispetto a quello urbano, l’elemento di natura assume nei quadri del giovane pittore palermitano il ruolo predominante del soggetto fondamentale. Che attraverso la sua stessa presenza fisica depotenzia la paradossale suggestione claustrofobica della realtà metropolitana. Tommaso Chiappa apre gli spazi e tradisce la città. Si veda il quadro Livelli sociali, dove la realtà è raffigurata secondo il criterio corrispondentista fra immagini e stati di cose ma rappresentata per dar forma a un’insistente idea: equilibri instabili. Raffigurare e rappresentare: è molto importante questa distinzione. Ci torneremo in seguito. Il Monte Pellegrino, colosso reale e ideale quanto Il Monte Analogo di René Daumal, dà la linea dell’orizzonte a una raffigurazione scansionata del mondo là fuori: gli alberi, i palazzi e poi lui, il Monte Pellegrino. La città ha una forte significanza naturale in opposizione agli elementi fondamentali che vediamo noi indigeni dell’urbe, gli edifici giganteggianti sulle arterie metropolitane che sono la cornice della vita quotidiana. Qui nulla primeggia sul Monte Pellegrino, il cui valore di riferimento va al di là della determinazione fisica

e concreta fino a lambire i confini di un universo simbolico. : questi monocromi sono sempre un po’ spiazzanti. Ognuno di essi raffigura un soggetto naturale e rappresenta al contempo una scansione della realtà, prendendo il particulare a pretesto per sviluppare l’universale. Sono a loro modo lavori metafisici, nel senso letterale del termine: raffigurazioni di elementi naturali che rappresentano qualcosa al di là della realtà sensibile. Solo che il Nostro non si prodiga nelle dispute metafisiche intorno alla realtà del mondo esterno, ma rilegge la realtà assegnando a sé stesso il compito di rappresentare immagini mentali tramite la pittura. Trascendendo concettualmente il mondo là fuori. Il pretesto territoriale non deve insomma trarre in inganno: l’artista stravolge il concetto di appartenenza, ancorandosi alla realtà per aprirsi a un discorso di più ampio respiro. In un universo – di discorso, non solo geografico – globalizzato, i luoghi generano un cortocircuito che permette di leggere il presente attraverso immagini alternative. Naturalmente Chiappa non è un visionario, le sue fatiche nascono sempre dalla realtà effettiva. E nemmeno sarebbe

vero dire che lui blocchi frammenti di realtà per poterla studiare meglio: lui piuttosto ne “ritaglia” determinate porzioni come fanno i filosofi del linguaggio, la scansiona attraverso strisce multicolor tipo il controllo colore per la riproduzione delle immagini fotografiche – si vedano Piani a incrocio, Piani di lettura e Direzioni – per pensare la vita. Anzi: è il luogo palermitano stesso, sempre ritornante nelle opere di Chiappa anche quando una tela raffigura uno scorcio metropolitano del Nord, il pretesto per pensare la vita: “A Milano la città ti chiude, lì no”. Tanti pensieri che di solito lo scrittore ferma sulla pagina, mentre Chiappa ne affida l’espressione al linguaggio della pittura: integrazione totale, continuo spostamento.

Indigeni dell’urbe Galleria La Piana Arte Contemporanea, Palermo, 2009


albero klein olio su tela 140x100 cm, 2008


equilibri instabili olio su tela 58x81 cm, 2008


riflessi olio su tela 56x70 cm, 2009 partenze olio su tela 100x140, 2008

red olio su tela 35x45 cm, 2009


multicultural olio su tela 30x190 cm, 2009

multicultural 2 olio su tela 60x40 cm, 2009

multicolour 1 olio su tela 60x40 cm, 2009


Take Away Luciano Inga-Pin Take Away, 2008

...“Come se fosse un normale esercizio quotidiano , Tommaso percorre il tragitto Milano – Palermo e viceversa con una intensità emotiva davvero unica captando naturalmente tutte le varianti possibili che le due città manifestano con un ritmo intenso , quasi esagerato , non classificabile come si usava un tempo , perché la continua circolazione di nuove etnie , la chiusura di alcune fabbriche , l’apertura improvvisa di nuovi edifici, e infine il cambiamento radicale della vita quotidiana di ognuno di noi , trasforma inevitabilmente anche il paesaggio , gli edifici storici, soprattutto le piazze , luoghi di aggregazione per eccellenza. Più ti sposti , ogni albero , ogni giardino lasciato spesso incolto con nel centro un fagotto di statua , ogni nuovo edificio che nasconde un panorama

familiare, secolare , con la sua architettura insolente e presuntuosa, ti evidenziano, senza ombra di dubbio , l’inevitabile metamorfosi in corso , e naturalmente non solo qui, ma dovunque , in ogni microscopica particella della terra , prendi e fuggi allora. Prendi il meglio, ciò che ti piace , quello che ritieni essenziale: Tutto quel Bosco, il sole che tramonta , quella casa che vorresti che fosse tua per costruirti una famiglia, un rapporto essenziale con chi ti sta accanto in questo momento , con i nuovi compagni di strada. Il viaggio non è mai finito e i Nonluoghi possono diventare punti fermi , essenziali per chi insiste malgrado tutto , a restare curiosi, almeno di se stesso.

panda verde olio su tela 112x83 cm, 2008


blu olio su tela 120x100 cm, 2007


Take Away Marina Giordano Take Away, 2008

...”forse proprio a causa di questo sradicamento esistenziale , ha maturato un profondo interesse per i luoghi , le geografie fisiche , ma anche umane , mentali , sentimentali , che sono alla base della sua poetica e leitmotiv dei suoi quadri . Le sue immagini sono paesaggi essenziali , vedute metropolitane tra Milano e Palermo , in cui alterna la scelta di panorami e luoghi fortemente caratterizzati e dunque riconoscibili ad altri più anonimi , generici , che potrebbero facilmente adattarsi a qualunque altra città , ove ognuno può proiettare il suo vissuto. Il suo mezzo espressivo preferito è una pittura ad olio liquida , corsiva , rapida che simula l’effetto dell’inchiostro , a volte tendente anche al monocromo. Nelle sue rappresentazioni case , monumenti , strade , automobili , persone sembrano essere in bilico, posti nella dimensione liminare della realtà che diviene memoria , di un reportage dell’occhio e del cuore che alimenta il ricordo , vivo eppure sbiadito dello scorrere del tempo e dai continui spostamenti legati al proprio itinerario di vita. Gli scenari , soprattutto urbani o marini , di cui vuole riappropriarsi e che vuole portare con sé , non sono quelli

dell’assenza: pur presentando spesso un azzeramento degli sfondi a favore di un bianco dal nitore abbagliante , conservano quasi sempre una o più presenze umane , personaggi per lo più senza volto , tratteggiati con pochi tocchi di pennello; tipi che camminano solitari o che , più frequentemente, interagiscono tra loro , riuniti in piccole folle davanti ai locali più trendy di una città o nelle strade , nelle metropolitane, nelle stazioni brulicanti di una metropoli. Il segno veloce ne fissa i caratteri salienti , volendo rendere i tratti essenziali di questa grande anima collettiva , unanime - come la definiva il pensatore e poeta di primo Novecento Jules Romains - che sembra quasi abdicare all’identità del singolo a favore di quella del gruppo o , nei casi peggiori, del branco. Tommaso Chiappa si cala, così , con il suo lavoro, nell’oggi più stringente, in cui affiora quotidianamente la lotta tra individuo e massa spersonalizzata , tra la specificità connotante le radici di un luogo e l’omologazione globalizzata che unisce e rende simili realtà poste a latitudini estremamente distanti , delineando un rapporto io-mondo sempre più complesso e non privo di tensioni.

erbette olio su tela 113x85 cm, 2008


take away acquarello su tela 40x30 cm, 2008 +30 olio su tela 140x100 cm, 2008

Take Away Galleria Luciano Inga-Pin Contemporary Art, Milano 2008


Credit Card

Sorpresi dall’avvenimento

Luciano Inga-Pin

M. P. Demma

Non luoghi, 2007

Non luoghi, 2007

...“Ancora giovanissimo e logicamente totalmente immerso nelle dispute estetiche che da sempre alimentano i corsi accademici , dove il non–sense lo fa ancora da padrone , Tommaso dirige piuttosto l’attenzione verso l’esterno, ai media al valore referenziale e autoctono che ormai emerge sulle strade nella coscienza delle masse o che si avverte semplicemente nella posa di nuovi alberi o di un argine lasciato inspiegabilmente orfano.” Dai lavori che ho davanti gli occhi , si vede come Tommaso sia determinato deciso a percorrere una lunga carriera. Le figure che ritrae sono esattamente i ragazzi d’oggi , della sua età

, che non riescono più a stare soli , che hanno esigenza di trasmettere le proprie emozioni, i propri dubbi. Si cercano in continuazione , si chiamano più volte al telefono , magari alla sera finiscono per andare allo stesso posto , mangiare lo stesso cibo. Ma ciò alla fine non ha molta importanza. Stanno tutti insieme, in un nonluogo , ma pensano ripetutamente al traguardo da raggiungere , al luogo desiderato: Londra, Berlino , New York?... Basta scegliere, no?

...”Sin dagli anni del liceo l’artista ha mostrato una fluidità di linee sia nelle tempere , che negli oli , o negli schizzi a matita o a carboncino , nella varietà dei soggetti che spaziano dai temi astratti , ai ritratti , ai paesaggi urbani : in tutti però , il gioco dei chiari e scuri evidenzia talvolta la vivacità di uno sguardo , o il dramma di un volto , o la chiara luminosità di un luogo. Proprio i luoghi urbani o periferici , ma anche luoghi marini , di una realtà a lui nota , sono diventati , in questi ultimi anni , oggetto di partolare attenzione e riflessione. In questi dipinti , per lo più ad olio, a monocromo, con colori primari,

puri , come il rosso o il blu, o pastello, sono rappresentate le periferie o i centri assiepati di auto in assenza della figura umana, o i luoghinon luoghi, spazi non definiti, affollati di persone apparentemente non comunicanti fra loro. Ma qui e là si può cogliere uno sguardo più attento, attratto da qualcosa o qualcuno, i volti sorridenti di amici che si incontrano, che fa dell’istante un avvenimento, che accende di vita e fa dello spazio un luogo.”...



Biografia

Tommaso Chiappa è nato a Palermo il 7 luglio del 1983, vive e lavora tra Palermo e Milano. Si è laureato a Milano presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nel Marzo del 2007.

Mostre Personali 2009 Multicultural, Associazione Culturale Athenstyle, Atene Indigeni Dell’Urbe, Galleria La Piana arte contemporanea, Palermo

Mostre Collettive Una mano per l’AIL, Palazzo Clerici, Milano 2010 X RAY (Tommaso Chiappa e Gaetano Costa), Villa Castelnovo, Palermo 2009 Integrazioni, Istallazione pittorica permanente, Comune M.P. Jesolo Fairy Tales – Giovani artisti nel paese delle meraviglie, Galleria Antonio Battaglia, Milano 2008 E ringraziamo nelle nostre preghiere la Madonna che ci ha fatto nascere in Sicilia, Le stelle Arte, Parma

2008 Take Away, Galleria Luciano Inga –Pin, Milano

Agenda, TUFANO STUDIO 25, Milano

2007 Nonluoghi, Galleria di Villa Niscemi, Palermo

Garage Days Revisited, Galleria The New Ars Italica, Milano

Nonluoghi Altrove, Galleria La Piana arte contemporanea, Palermo

2006 Saloon di Brera, Museo della Permanente, Milano Istallazione permanente, Park Hotel Lecci, San Vincenzo (Li) 2005 Una goccia d’acqua per i bambini del Burundi, Gabriele Cappelletti, Milano Incontro di Passaggio, Accademia di Brera, Milano Lo sguardo altrove, Galleria Luciano Inga-Pin, Milano Nutrizione ed arte società umanitaria: Contenitori Divorabili, Milano 4° Premio Internazionale Biennale d’Incisione, Monsumano Terme (Pt)

Made To Measure, Villa Pomini, Castellanza (Va) Catania Arte Fiera, Galleria La Piana Arte Contemporanea, Catania 2007 Opere permanenti presso Costa Serena (Compagnia Costa Crociere)

Mostra CGIL: un lavoro fatto ad arte, Palazzo Tè, Mantova


Testi Tommaso Chiappa Design Lorenzo Mariani Si ringraziano Galleria... Museo... Fotografo... Š Tommaso Chiappa All rights reserved.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.