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L’EMERGENZA HA MODIFICATO IL LAVORO E LA SUA CULTURA NEGLI ANNI A VENIRE

Intervista a Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine dei Consulenti del Lavoro

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A CURA DI LORENZO LELLI

DIREttoRE REsponsAbILE

Buongiorno Presidente Marina Calderone, sono il collega Lorenzo Lelli, Direttore della rivista di categoria “Il Mondo del Consulente”, con la presente vorrei sottoporti alcune domande di attualità e di interesse per la nostra categoria, da pubblicare sul nostro mensile.

• L’Italia a causa della crisi pandemica ha subito un’accelerazione notevole verso la digitalizzazione. Lo smart working in primis è forse il fenomeno di maggiore impatto in questo senso, ma da strumento efficace per la gestione operativa del terziario, il suo protrarsi sta causando enormi difficoltà al micro sistema economico che gira intorno alle zone “uffici”. Quali sono le tue considerazioni su tale modalità di occupazione? Penso che quello avviato con l’emergenza sia un fenomeno destinato a radicarsi e a modificare profondamente il lavoro e la sua cultura negli anni a venire. Ma come tutti i fenomeni di questo tipo non è privo di contraddizioni e necessita oggi più che mai di essere indirizzato verso un modello di lavoro realmente “smart”, che implica attenzione a obiettivi e risultati, autonomia e responsabilità, revisione dell’organizzazione e dei processi di lavoro nelle aziende. L’impatto sull’ “economia degli uffici” è stato rilevante durante il lock down e continuerà ad esserlo finché l’emergenza sanitaria non sarà superata. Ma credo che nel momento in cui si tornerà alla normalità, anche gli uffici ritorneranno ad essere centrali per la vita delle aziende. L’esperienza ci ha mostrato i vantaggi del lavoro da casa, ma anche i limiti. Primo fra tutti lo sfilacciamento delle relazioni lavorative e l’affaticamento organizzativo che si produce. Il modello blended, che alterna presenza e distanza, è sicuramente destinato ad essere prevalente. In quest’ottica, a fronte di un fisiologico ma contenuto (rispetto a quanto finora sperimentato) ridimensionamento delle attività economiche che ruotano attorno agli uffici, c’è da aspettarsi la nascita e lo sviluppo di nuove attività nei quartieri più residenziali delle città.

• Nella tua qualità di Presidente del Con-

siglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, come prospetti il mondo del lavoro post-Covid? E quali consigli ti sentiresti di offrire in tale ambito al nuovo Governo?

Credo che il mondo del lavoro continuerà ad essere contraddistinto da forti criticità. Lo sblocco dei licenziamenti rischia di portare ad oltre un milione la perdita di posti di lavoro prodotta dalla crisi. A ciò si aggiungono le difficoltà di tanti lavoratori autonomi. Ma anche quelle di tante piccole imprese che operano in settori fortemente colpiti dalla pandemia e la cui tenuta è messa a forte rischio. Vanno poi considerati gli

effetti sociali che l’emergenza economica sta producendo, ampliando i divari interni ad un mercato del lavoro in cui sono ancora una volta giovani e donne i segmenti più penalizzati. L’emergenza scatenata dal Covid ha prodotto un’accelerazione importante sul fronte digitale e tecnologico, che potrebbe dare al sistema uno slancio nuovo. Anche in previsione delle risorse che arriveranno dal Recovery Plan. Ma è di fondamentale importanza che il mercato del lavoro si faccia trovare preparato di fronte alle prossime sfide. Supportare imprese e lavoratori con misure di sostegno al reddito è stato decisivo. Ma ora è necessario fare un passo in avanti e mettere mano, riformandolo, a tutto il sistema delle politiche attive per fornire un aiuto concreto a chi rischia di uscire dal mercato o è in cerca di lavoro. A partire dalla formazione, che rappresenta il vero e proprio pilastro dell’occupabilità, a cui finora è stata data troppa poca attenzione. Solo rafforzando conoscenze e competenze potremo superare le difficoltà che ci attendono nei prossimi mesi.

• Il CPO di Roma, del quale mi pregio di essere Consigliere, ha lavorato con grande impegno in questo periodo di profonda crisi, continuando ad offrire un’ampia attività formativa, come l’ultimo convegno organizzato insieme al Cpo di Napoli sulla Legge di Bilancio 2021 al quale hai partecipato aprendone i lavori. Lottando per i diritti della categoria ma anche mediante un’importante azione di solidarietà: potenziando il sostegno in favore dei colleghi in crisi, in questi tempi purtroppo in numero sempre crescente. Cosa pensi del nostro operato e di questo costante impegno?

Certamente i Consigli Provinciali dell’Ordine rappresentano per gli iscritti e per i territori un punto di riferimento e, in momenti di emergenza come quello che stiamo vivendo, una bussola per orientarsi nelle criticità. Per questo, non posso che apprezzare il sostegno garantito dal Consiglio Provinciale di Roma ai Colleghi in difficoltà, così come l’impegno per promuovere, attraverso la formazione, la necessaria conoscenza della complessa normativa emergenziale che ci vede in prima linea nella presentazione delle istanze di cassa integrazione e nel supporto alle imprese in crisi. Un impegno che il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha, a sua volta, assunto portando avanti battaglie come quella della semplificazione normativa e fiscale e della tutela dei professionisti colpiti dal Covid-19. Che, al pari di ogni altro lavoratore, meritano assistenza e protezione. Senza dimenticare l’importanza dello sviluppo delle competenze attraverso le iniziative formative. Queste ultime non solo non si sono fermate. Semmai, grazie all’utilizzo delle tecnologie, le abbiamo potenziate con l’obiettivo di favorire la diffusione in breve tempo delle competenze necessarie per gestire la crisi.

• Il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, che presiedi, da sempre si offre al dialogo istituzionale per coadiuvare l’attività inerenti alle politiche del lavoro, anche in forza dell’esperienza maturata sul campo e sulle conoscenze dei rapporti tra datore e lavoratore, oggi resi maggiormente complessi dalla crisi pandemica. Ritieni che l’attuale Governo sia orientato all’ascolto e al confronto con i professionisti attivi nel mondo del lavoro?

Lo auspico fortemente, perché con 4 miliardi di ore di lavoro perse nell’ultimo anno non possiamo permetterci di rimandare riforme e interventi a sostegno della riqualificazione e ricollocazione professionale dei lavoratori. Un primo passo in questa direzione è stato sicuramente l’incontro con il neo Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, lo scorso 26 febbraio, al quale, fra le proposte presentate, abbiamo sottolineato la necessità, in vista anche della fine del divieto dei licenziamenti, di procedere con urgenza al riordino delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l’impiego, puntando sulla formazione come chiave di competitività, produttività e, dunque, occupabilità. Una riforma da affiancare alla razionalizzazione del sistema degli ammortizzatori sociali per arrivare ad un unico strumento di integrazione salariale. Tutti obiettivi per i quali abbiamo a disposizione un’occasione finanziaria unica: il Recovery Plan. I Consulenti del Lavoro sono pronti a proseguire il confronto con il nuovo governo, mettendo a disposizione le conoscenze e l’esperienza maturata in decenni di attività.

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