Stone Sector 2005

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Traduzioni / Translations / Traductions / Traducciones Daniela Pratesi (inglese) Ruggero Ruberti (spagnolo) Lara Spinazzè (francese) Hanno collaborato / Collaborators / Collaborateurs / Colaboradores Andrea Bonsignori Francesca Caroti Fernanda Fontana Riccardo Piccinini © Copyright 2006 INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.

Tutti i diritti riservati / All rights reserved Tous droits réservés / Todos los derechos reservados

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STONE SECTOR 2005 Industria Italiana e Congiuntura Internazionale

Italian Industry and International Trends Industrie Italienne et Conjoncture Internationale La Industria Italiana y La Coyuntura Internacional

A cura di:

Ufficio Studi Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A.



STONE SECTOR 2005 Industria Italiana e Congiuntura Internazionale Silvana Napoli

INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.

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QUADRO GENERALE La ripresa dell’economia internazionale, dopo un 2004 da record, è proseguita nel 2005, soprattutto nella seconda parte dell’anno, robusta e decisa anche se leggermente più lenta rispetto all’anno precedente. Nonostante le grandi difficoltà di un quadro geopolitico in continua agitazione, il commercio internazionale è cresciuto a ritmi vicini a quelli dell’anno trascorso, sostenuto dalle due economie in questo momento più vigorose, quella statunitense e quella cinese. Due percorsi e due profili diversi, ma accomunati da una grande forza espansiva e da interdipendenze strette, con entrambi i Paesi circondati da un areale di sostegno e di prossimità economica fondamentali per il raggiungimento dei rispettivi obiettivi commerciali, industriali e finanziari. Pur in contesti differenti, i due protagonisti della scena economica internazionale hanno tuttavia condiviso molti fattori, e si sono reciprocamente influenzati in maniera profonda. Anche se le vicende politiche, soprattutto estere, hanno portato principalmente i media degli USA a sottovalutare i successi economici che in Nord America sono stati conseguiti in molti campi, la realtà del 2005 rimane quella di un altro anno di crescita record sostenuta dalla crescita dell’occupazione e dai consumi, dove il mercato immobiliare ha ancora giocato un ruolo importante. Anche l’aumento dei costi energetici, recentemente impennati ma già in salita nel corso del 2005, non ha influito negativamente sull’evolversi della situazione nordamericana, mentre l’inflazione è rimasta contenuta e nei limiti previsti. Quest’ultimo elemento è stato condiviso anche dall’area dell’Unione Europea, che pure ha vissuto una crescita complessiva inferiore al previsto, per quanto in miglioramento nella seconda parte dell’anno. Il cambio euro dollaro si è ridimensionato rispetto agli anni precedenti, e questo ha progressivamente migliorato il contesto degli scambi per le imprese e le produzioni europee. Nei primi 11 mesi del 2005 il dollaro ha recuperato nei confronti dell’euro e dello yen, e si è poi sostanzialmente stabilizzato a 1,20 dollari per euro. I Paesi emergenti hanno complessivamente migliorato il loro posizionamento internazionale, soprattutto in alcuni campi tecnologicamente avanzati: Cina, India, Brasile e Russia hanno guidato il processo di crescita, contribuendo all’avanzamento complessivo in maniera assolutamente determinante. La Cina ha recentemente rivisto le statistiche ufficiali sui tassi di crescita degli ultimi dodici anni, e prevedibilmente li ha rivisti al rialzo. È soprattutto il settore terziario, precedentemente sottostimato perché sottorappresentato nella rilevazione, a crescere facendo così capire che c’è stata e c’è una ristrutturazione costante dell’economia cinese, soprattutto in termini di incidenza dei consumi sul PIL. E diventa crescente anche l’attenzione verso le differenze troppo profonde ancora, tra aree sviluppate, generalmente urbane, e aree arretrate, generalmente rurali. Di poco inferiore il tasso di crescita dell’economia indiana, dove il ruolo dei servizi, della ricerca e della produzione ad alta tecnologia è stato ed è molto elevato. Ne è conseguito un elevato flusso di investimenti diretti dall’estero, in crescita sul 2004. Anche il Brasile ha continuato a crescere, pur rallentando rispetto al 2004, così come buona parte dell’America Latina, dove finalmente lo sfruttamento delle risorse proprie e delle materie prime diventano valorizzazione autonoma e crescita della ricchezza interna. La valorizzazione delle risorse ha anche segnato l’evoluzione positiva dell’economia russa, che si è decisamente giovata dell’apprezzamento del petrolio e del gas, anche se con qualche contraccolpo inflazionistico più marcato rispetto agli altri Paesi. L’Europa rimane l’area industrializzata a crescita più lenta. Soprattutto in chiusura d’anno, Germania, Francia, e Italia hanno visibilmente rallentato e rimangono tuttora all’insegna dell’incertezza, pur nella ripresa della crescita. L’aumento del costo delle materie prime ha influito, così come ha influito l’andamento dei consumi interni generalmente inferiore alle attese. Ma il quadro è variegato e si va dal rallentamento del comparto delle costruzioni in Germania, alla crescita del settore residenziale in Francia, al calo del valore aggiunto nel manifatturiero italiano. Gli sforzi che diversi Paesi europei

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stanno facendo di riscrivere il quadro del welfare e del mercato del lavoro non sono estranei al clima di prudenza negli investimenti e nei consumi soprattutto delle famiglie. Anche le prospettive per l’anno da poco iniziato sono comunque positive a livello internazionale, sia per i maggiori paesi industrializzati, che per le nuove economie in espansione. In un quadro di crescita diffusa, inoltre, alcuni dei maggiori squilibri nei conti con l’estero di protagonisti dello scenario internazionale potrebbero più facilmente avviarsi a riduzione progressiva, senza grandi scosse, per altro sempre possibili in condizioni di tensioni impreviste o di scenari difficili.

SETTORE LAPIDEO INTERNAZIONALE Sono molti anni, ormai, che il settore lapideo, a livello internazionale, vive una fase di espansione complessiva, dovuta in primo luogo ai due grandi motori che alimentano l’economia internazionale. Sicuramente, anche in questo caso la funzione che USA e Cina svolgono è molto forte, ed è rimasta tale in questo 2005. E però non sono i soli ad aver contribuito alla crescita e alla buona salute complessiva del lapideo nel mondo, soprattutto in considerazione del fatto che il ruolo che hanno svolto è profondamente diverso, e deve comunque essere rapportato per entrambi i protagonisti con quello svolto da altri soggetti. Agli Stati Uniti compete in misura maggiore il profilo di grande consumatore di materiali, soprattutto trasformati, sia finiti che semi-finiti, mentre alla Cina compete una collocazione internazionale di consumatore, sì, ma più ancora di produttore e trasformatore di pietre, marmi o graniti o altro ancora che sia. Anche per questo anno, essa ha vissuto un periodo di grande protagonismo in tutte le fasi del ciclo del lapideo, dalla produzione di materia prima, all’acquisizione di materia prodotta da altri, alla trasformazione del proprio e dell’altrui materiale, alla commercializzazione in tutte le aree del mondo, al consumo, soprattutto interno, ma anche di areale e di prossimità nei mercati vicini. È una attività complessa e totale che ormai viene svolta da alcuni anni e con molto dinamismo dai produttori e operatori della Repubblica Popolare, che anche in questo 2005 ha continuato a rafforzarsi e a crescere. Però, dopo tanto tempo, i ritmi di crescita del settore interno principalmente, di produttore cioè in primo luogo, hanno cominciato a rallentare, e a vedere degli incrementi che non hanno più le due cifre rispetto all’anno precedente, pur rimanendo sempre in termini di variazione positiva rispetto al 2004, e comunque su cifre che lasciano indietro qualunque competitore, con la sola eccezione, forse, dell’India. Sono molti e tutti importanti i motivi dietro questo rallentamento relativo, non ultimi quelli dettati dalla necessità di reimpostare i metodi di sviluppo e i parametri di svolgimento delle attività economiche, e particolarmente estrattive, che il Paese sta cercando di riordinare. Molti temi e fattori di sviluppo, generatori anche di problemi fin qui trascurati nell’impellenza della crescita economica, stanno diventando ormai ineludibili, e generatori anche di preoccupazioni che non si possono ignorare oltre, o meglio che vanno affrontate per non dover poi trovarsi nell’emergenza di situazioni non piacevoli e non volute. E così fattori ambientali, di sicurezza e quant’altro hanno portato a includere anche il settore lapideo nel quadro delle attività di miniera e di cava da regolamentare, attraverso una normativa che verrà prodotta per tutto il territorio della Repubblica. A parte questo, le novità dal Paese riguardano principalmente due aspetti: da un lato l’ampliamento del ruolo di acquisizione estera di materia prima, sia marmi che graniti, attraverso l’appropriazione diretta non solo di materia prima in cava, ma della cava in prima persona, in Paesi anche lontani dall’area estremo - orientale. E dall’altro lato, il leggero rallentamento dei consumi e dello sviluppo complessivo del settore, che comincia a consolidare i risultati sin qui raggiunti, e soprattutto a risentire del già fatto. Per esempio, la crescita dei consumi interni, che ha avuto una spinta anche dalla prospettiva delle Olimpiadi del 2008, comincia a ridursi, a mano a mano che i piani di lavoro conoscono attuazione e realizzazione avanzata, e che lo

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sviluppo sinora frenetico delle attività immobiliari si fa più “normale”, e scende sotto le due cifre di crescita su base annua. E in effetti, per quanto si tratti di un Paese che ha le dimensioni di un continente, oltre certe soglie è difficile rimanere come curva di sviluppo; e sarà comunque un grandissimo mercato, oltre che un grandissimo produttore ormai acquisito per il settore internazionale, anche senza tassi di crescita ultra veloce. Rimane, invece, l’attività sull’estero, soprattutto con questo relativamente nuovo volto: la acquisizione diretta di cave e strutture produttive estere, per consentire una catena di approvvigionamento e distribuzione più elastica, più efficiente e più internazionalizzata. Ad ogni conto, per rappresentare meglio quanto accaduto negli ultimi tre anni, diamo una tavola riassuntiva dei movimenti dichiarati dalla Repubblica Popolare Cinese direttamente, senza considerare gli interscambi con Hong Kong e Taiwan. Tav. 1. Cina Tutti i Paesi/ Import, dati in migliaia di tonnellate 2005

2004

2003

Grezzi

Lavorati

Grezzi

Lavorati

Grezzi

Lavorati

MARMO

2388,16

44,54

2173,56

37,40

1771,59

36,37

GRANITO

2044,60

9,65

1934,09

11,59

1545,17

9,96

TOTALE

4432,77

54,19

4107,65

49,00

3316,76

46,32

Tav. 1B. Cina Tutti i Paesi/ Export, dati in migliaia di tonnellate 2005

2004

2003

Grezzi

Lavorati

Grezzi

Lavorati

Grezzi

59,42

613,28

55,79

418,13

103,95

261,51

GRANITO

1770,52

6160,28

1041,77

5371,83

608,92

4860,42

TOTALE

1829,94

6773,56

1097,56

5789,96

712,87

5121,93

MARMO

Lavorati

Il movente dell’internazionalizzazione è stato forte anche per altri Paesi, ed ha portato all’emergere di una rete produttiva, commerciale e organizzativa più complessa rispetto al passato, anche per altri protagonisti del settore internazionale. Fermo rimanendo che gli Stati Uniti sono tuttora il mercato di consumo più ambito, più vivace e ricettivo, è da qui che bisogna partire per leggere alcuni aspetti del settore, che ora stanno assumendo connotati più forti e quindi più definiti e “pesanti” di prima. Parliamo di un fenomeno che riguarda in misura diversa un po’ tutti i fornitori di questo mercato, esigente, qualificato, ma anche di grandi volumi e disposto a pagare quello che chiede. Si tratta di una progressiva articolazione del quadro produttivo soprattutto di graniti lavorati destinati a questo Paese, prodotti che vengono trasformati in luoghi che sempre meno corrispondono a quelli del Paese che garantisce e coordina l’intera fornitura: i Paesi dove viene estratta la materia prima si attrezzano in maniera crescente per trasformarla, e l’azienda che coordina il lavoro e garantisce nei confronti del destinatario è sempre più a profilo internazionale, partecipato quanto meno da soggetti non solo locali. A volte, è semplicemente un processo di terziarizzazione della produzione, che viene garantita in qualità e fornitura da un soggetto esterno rispetto al produttore fisico, sottolineando un duplice aspetto del fenomeno. Si ha da un lato, la progressiva smaterializzazione di alcuni ruoli, che pure rimangono fondamentali per la rete commerciale e di distribuzione del lavoro: pensiamo alla garanzia e alla responsabilità nei confronti del cliente, alla gestione dei rapporti commerciali e alle competenze generali nella fornitura di una commessa, anche

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se spesso si tratta di prodotti non particolarmente complessi. Sappiamo bene, infatti, che per esempio nel caso dell’Italia, quando si tratta di alcune produzioni speciali, lo svolgimento presso aziende nostre è particolarmente importante per il buon esito della fornitura. Dall’altro lato, però, si deve far fronte al bisogno di contenimento di alcuni costi, per esempio di trasporto e di produzione complessiva, lavoro incluso, e allora la risposta della “globalizzazione” diviene inevitabile, sostenuta com’è anche dalla internazionalizzazione del lavoro resa possibile dalla tecnologia, che sempre più è a disposizione di tutti. La lavorazione “a bocca di miniera” diviene allora la soluzione, anche se la “miniera” in questione è in realtà una cava, e il lavoro si stende allora veramente in maniera internazionale, su tutti i Paesi produttori, soprattutto se fisicamente vicini al mercato finale, e competitivi nei costi di produzione. Crescono i rapporti di collaborazione produttiva tra soggetti di provenienza diversa, geografica ed economica, e l’internazionalizzazione del settore lapideo procede secondo un suo percorso specifico, sempre più vicino a quello di altri settori, e sempre più complesso ed evoluto. Certo, i Paesi produttori di materia prima, in questo modo e secondo questo processo, si sviluppano e si avviano verso un profilo di autonomia sempre più spiccata e completa, anche se al momento spesso non c’è evidenza sufficiente della loro funzione nelle tavole di interscambio internazionale. Ma quando vedremo anche in quei dati quanto già adesso si può leggere tra le righe in maniera indiretta, il processo di crescita sarà ultimato, e il ruolo dei Paesi attualmente “padri adottivi” dello sviluppo settoriale e storico sarà diverso, e ancora più sfumato e immateriale. Sono i percorsi di un’evoluzione complessiva del modello internazionale del lapideo, che si colloca sempre più nello scenario mondiale come un settore articolato, diffuso in tutto il mondo e partecipato da una platea ogni anno più significativa di protagonisti. Accanto a questi aspetti generali, ma importanti, che ci dicono come stiano crescendo molti soggetti che domani sicuramente saranno più autonomi e attivi, e più consapevoli della loro importanza, possiamo vedere alcuni aspetti più contingenti, relativi a un 2005 che ha visto ancora crescere il settore a livello internazionale, ma non con la stessa velocità che da qualche anno rileviamo. La Cina abbiamo riscontrato che comincia a rallentare le sua performance generali, insostenibili a lungo termine persino per una realtà così in espansione, anche se sempre più si affaccia al settore internazionale come soggetto che direttamente si appropria di materia prima anche in Paesi terzi, attraverso acquisizioni e partecipazioni all’estero assunte in prima persona. Ma altre industrie nazionali, invece, continuano a muoversi velocemente nel trend dello sviluppo ad oltranza: il Brasile continua a scavare e a trasformare e a esportare pietre in quantità ogni anno superiori a quelle dell’anno precedente, anche se le sue esportazioni sia di lavorati che di grezzi e semigrezzi spesso vedono scendere il valore medio unitario espresso in dollari Usa. L’India continua anch’essa a produrre quantità notevoli di materiali sempre molto apprezzati, e a consolidare rapporti di collaborazione e di interscambio con Paesi vicini; comincia anche, però, a importare in misura crescente, e non solo materia prima. Tutto l’areale del Medio Oriente dimostra una vitalità settoriale che i numeri formali, spesso sfasati temporalmente rispetto a fornitori e produttori occidentali, non riescono a rappresentare in maniera adeguata. Sono attività di interscambio e di reciproca integrazione operativa crescente, ma anche aperta ai contributi di altri Paesi e produttori, in un modello di mercato e di filiera di produzione veramente completo e in un certo senso esemplare. Forte il ruolo e il rilievo che riveste la Turchia, come Paese importante di prossimità, un Paese che continua anch’esso a espandersi in maniera qualificata e vigorosa, anche se dedicata prevalentemente ai marmi, e assai meno ai graniti. Ha esportato molto in Siria e in Cina, blocchi, mentre verso gli Stati Uniti e verso altri Paesi ha privilegiato i lavorati (da notare che molte transazioni di lavorati avvengono in zone cosiddette “franche”, e quindi non è possibile ricostruire il cammino reale della merce). La sua presenza nel mercato nordamericano è ormai più importante di quella storica dei produttori europei, particolarmente per i marmi lavorati, e già nello scorso anno avevamo sottolineato il “sorpasso” avvenuto ai danni dell’Italia. Il percorso di crescita

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per l’industria lapidea turca continua, sostenuto dalla ricettività dei mercati finali e dalla qualità dei prodotti, sia come materiali che come lavorazioni, e come offerta complessiva. La presenza delle realtà più dinamiche a livello lapideo mondiale, in effetti, rimane in generale ancora per il 2005 più forte nel granito che nel marmo, ma anche i materiali calcarei sono stati quest’anno valorizzati e apprezzati in molti mercati del mondo, e la Turchia ha dato il suo contributo importante alla cosa. Come si colloca l’Europa continentale, in questo quadro? I produttori più storici, come Italia, Spagna, Francia, Portogallo subiscono un po’ i contraccolpi di una competizione che mantiene validi i suoi vantaggi, soprattutto laddove si parla di trasformazione per Paesi terzi. Il ruolo che l’euro ha giocato nel 2005, dato il rafforzamento del dollaro USA rispetto al corso medio tenuto nel 2004, ha sicuramente un po’ attenuato le negatività dell’anno precedente. Ma i fattori strutturali di difficoltà nel competere con i concorrenti più nuovi rimangono inalterati, e soprattutto per i Paesi trasformatori gli effetti sull’andamento complessivo del settore si fanno sentire. Regge abbastanza bene la Spagna, che ha un ventaglio molto ampio di mercati di sbocco, e che per i suoi blocchi e lastre di marmo ha trovato proprio nella Cina un validissimo approdo. Per gli altri produttori, soprattutto per quelli importanti nella fase di trasformazione, l’anno non è stato facile. In generale, per i produttori europei di materia prima il quadro è stato più favorevole, mentre la lavorazione è risultata più penalizzata. Incidono, appunto, tutti quei fattori che contribuiscono alla costruzione dei costi complessivi, vincolando le aziende europee a un sistema normativo comparativamente più pesante e complicato, rispetto a situazioni più “fresche” e con problemi meno stratificati storicamente. Un ultimo elemento che merita di essere notato: per quest’anno hanno continuato a crescere anche i movimenti di materiali lavorati, e non solo di grezzi, a dimostrazione che realmente il settore si sta profondamente rinnovando, continuando nei suoi processi di riposizionamento dei protagonisti e dei mercati. Un ruolo lo ha certamente avuto la Cina, ma anche il Brasile e la Turchia, tra quelli già visti, hanno dato il loro contributo al fenomeno.

SETTORE LAPIDEO ITALIANO Leggendo i dati 2005 dell’Italia lapidea, risulta difficile dare un giudizio omogeneo su quello che accaduto, in quanto la dialettica interna e l’articolazione complessiva del quadro è stata abbastanza rilevante e non sempre univoca. L’incidenza di alcuni fenomeni e prassi recenti, inoltre, contribuisce a rendere l’insieme ancora più variegato e composito, mentre cambia la collocazione del nostro Paese nello scenario internazionale: pesano di più anche in questo settore funzioni e componenti immateriali, di competenza, controllo e gestione, che in altri ambiti hanno raggiunto già da tempo elevati livelli di importanza. Cominciamo dai dati di consuntivo generale, a partire dai rapporti con l’estero: l’Italia ha chiuso le esportazioni dell’anno 2005 sostanzialmente in pari con il 2004, con piccole differenze negative sull’insieme delle voci maggiori, come i lapidei più pregiati sia grezzi che lavorati, e piccole crescite su voci di minor significato industriale, come i granulati e le polveri. Le tavole che riportiamo come di consuetudine in fondo al testo, nell’allegato statistico, consentono una lettura analitica e dettagliata dei movimenti, importazioni incluse, e consentono di valutare nei particolari il rapporto che intercorre tra volumi e valori, per ogni classe di prodotto e per ogni area di sbocco di mercato. L’insieme dei dati restituisce un panorama di sostanziale stabilità sui risultati del 2004, e del 2003, a conferma della generale capacità di tenuta del sistema nazionale lapideo anche a fronte di una concorrenza che, lo abbiamo visto ormai da qualche anno, è sempre molto agguerrita e si modifica continuamente. Ci sono strategie messe in atto dai produttori italiani, che si sono sviluppate nel corso degli ultimi due o tre anni, e che sottolineano la capacità di piena internazionalizzazione del settore

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lapideo nazionale, secondo standard adeguati ai tempi e in evoluzione organizzativa e commerciale, oltre che produttiva. Quello che appare dai numeri delle tavole riportate nell’Allegato statistico, lo ricordiamo, è solo ciò che passa dalle dogane del Paese, e quindi traduce in “numeri” i movimenti fisici della merce. Tutto quanto dalle imprese italiane non è lavoro materialmente svolto in patria, ma è lavoro comunque curato e seguito e garantito da professionalità e presenze italiane anche all’estero, da esse non compare. Sappiamo, invece, che la produzione e la tenuta del settore nazionale passano pure dalle relazioni complessive e articolate della rete produttiva globale, che garantisce il rapporto con il mercato di arrivo, con la destinazione del prodotto lapideo accettato, scelto e accreditato in quanto “prodotto italiano”. È la parte immateriale della produzione che sostiene la parte materiale, la affianca e in larga misura la garantisce: uno sbocco e un profilo funzionale che persino per questo comparto, così ancorato alla sua innegabile materialità, erano inevitabili, e ne mostrano tutta la vitalità e la capacità di evolvere verso modelli più complessi. I dati mostrano la produzione materiale che l’Italia porta all’estero, in quantità e valore. Ed è importante considerare le due cose contemporaneamente, poiché i valori medi unitari dei due prodotti più importanti, i lavorati, sono aumentati su base annua, rispettivamente, i marmi lavorati del +2,7 e i graniti lavorati del +8,1 percento. Questo in un anno di crescita ulteriore delle capacità produttive e competitive dei maggiori produttori internazionali, in un anno in cui il maggior Paese consumatore di lapidei, gli Stati Uniti, ha visto le importazioni di lavorati dal Brasile (primo fornitore per questo mercato, lo ricordiamo) salire moltissimo di quantità e scendere fortemente di valore medio, di pari passo. È la conferma del posizionamento sempre elevato dell’industria italiana lapidea, che mantiene i suoi fattori massimi di competizione sulla qualità dell’output domestico: anche in condizioni di svantaggio quantitativo, mantiene la leadership qualitativa, anzi, la aumenta e la rafforza proprio sul mercato di consumo più importante e più competitivo. Ma vediamo meglio dove si sono collocate le nostre produzioni destinate all’estero. Ragionando per aree geografiche di destinazione, come sempre l’Unione Europea con i suoi 25 Paesi che presto aumenteranno ancora, rimane l’area di riferimento, in maniera schiacciante rispetto a tutte le altre, pur nella leggera erosione di qualche punto percentuale in quota valore. Contano molto alcune tipologie importanti, sia per volumi che per valori di esportato, e le erosioni di quota valore sono a favore del Nord Africa e, più ancora, del Medio Oriente, che di nuovo si ripropone lentamente come un mercato in crescita, in grado di assorbire prodotti provenienti dall’Italia, e su tutta la gamma di qualità, compresa la fascia più alta. Cresce anche l’Europa non comunitaria, soprattutto come qualità di prodotto, mentre l’Estremo Oriente scende di volumi, anche quest’anno, ma rimane pressoché stabile nei valori complessivi. Tav. 2. Esportazioni italiane per aree geografiche /tutte le voci 2004

2005

Quota Q.tà

Quota Valore

Quota Q.tà

Quota Valore

UNIONE EUROPEA

45,4

36,8

46,4

36,3

RESTO D’EUROPA

7,7

9,8

7,7

9,7

AFRICA

10,4

3,1

12,0

3,6

NORD AMERICA

15,1

32,5

12,0

32,2

SUD E CENTRO AMERICA

1,1

1,4

1,6

1,5

MEDIO ORIENTE

9,8

6,8

11,1

7,5

ESTREMO ORIENTE

9,9

8,0

8,7

7,9

OCEANIA

0,6

1,6

0,5

1,4

100,0

100,0

100,0

100,0

TOTALE

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Se pensiamo che il Nord America è costituito da due soli Paesi, dei quali uno è nettamente maggiore dell’altro, appare chiaro come gli Stati Uniti siano decisamente il mercato singolo di gran lunga più importante per l’industria lapidea italiana, tra tutti i mercati esterni. L’Italia ha dichiarato un export in leggera flessione nelle voci maggiori verso quest’area, e in questo anno, in cui il cambio tra dollaro ed euro ha visto apprezzarsi il primo nei confronti del secondo, le quantità meritano attenzione tanto quanto i valori, e quanto i valori medi per tonnellata di prodotto. L’unica eccezione nel processo di diminuzione percentuale è stata la voce dei valori dei lavorati in granito. È una bella eccezione, perché l’incremento è apprezzabile, e si traduce principalmente in crescita del valore medio per unità di prodotto esportato, e quindi in crescita di qualità media. qQesto non è stato sufficiente,però, a riportare il nostro Paese in testa alla classifica dei fornitori esteri degli Stati Uniti, non solo per i graniti lavorati, ma nemmeno per i marmi. Una bella crescita c’è stata anche da parte dell’Africa, soprattutto del Nord, sia in quantità che in valori, e principalmente sui marmi, ben più rilevanti dei graniti. È interessante seguire tutto il quadro di questa area nell’interscambio complessivo con l’Italia, perché da qualche anno ormai risultano importanti sia le esportazioni che le importazioni di materiali, in un rapporto con il nostro Paese che ci vede come interlocutore di crescente importanza, soprattutto nel confronto con le realtà del Mediterraneo africano. Un rapporto complessivo, che vive di interscambi e di collaborazioni a reciproco impulso produttivo, e che riguarda anche la fornitura di tecnologie, macchinari, e servizi. Tav. 3A. Esportazioni italiane in Africa Export ITALIA - AFRICA Gennaio-Dicembre 2004/2005

2004

2005

diff.% 2005/2004

tonn.

Euro

tonn.

Euro

% Qt.à

195.231

19.349.831

249.825

24.601.948

27,96

27,14

3.539

859.511

18.417

2.617.105

420,40

204,49

MARMO LAVORATI

87.477

21.776.757

86.534

23.418.115

-1,08

7,54

GRANITO LAVORATI

12.936

6.810.270

12.058

5.808.077

-6,79

-14,72 -56,62

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE

ALTRE PIETRE LAVORATI

% Val.

731

228.398

380

99.087

-48,02

SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati

299.914

49.024.767

367.214

56.544.332

22,44

15,34

GRANULATI E POLVERI

189.212

6.461.847

203.691

7.273.809

7,65

12,57

SubTOT con Granulati e Polveri

489.126

55.486.614

570.905

63.818.141

16,72

15,02

0

0

27

21.027

0,00

0,00

132

47.694

204

65.224

54,55

36,76

ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE

365

98.025

260

99.029

-28,77

1,02

489.623

55.632.333

571.396

64.003.421

16,70

15,05

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Tav. 3B. Importazioni italiane dall’Africa Import ITALIA- AFRICA Gennaio-Dicembre 2004/2005

2004

2005

diff.% 2005/2004

tonn.

Euro

tonn.

Euro

% Qt.à

MARMO BLOCCHI E LASTRE

157.694

21.785.636

188.546

22.307.332

19,56

2,40

GRANITO BLOCCHI E LASTRE

302.716

65.983.871

331.438

77.833.040

9,49

17,96

MARMO LAVORATI

4.601

1.565.551

7.623

2.620.750

65,68

67,40

GRANITO LAVORATI

1.025

1.195.390

612

1.305.416

-40,29

9,20

20

9.702

40

3.501

100,00

-63,92

466.056

90.540.150

528.259

104.070.039

13,35

14,94

0

0

1

829

0,00

0,00

466.056

90.540.150

528.260

104.070.868

13,35

14,94

ALTRE PIETRE LAVORATI SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati GRANULATI E POLVERI SubTOT con Granulati e Polveri ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE

% Val.

0

0

0

0

0,00

0,00

186

90.247

357

143.404

91,94

58,90

13

11.568

0

0

-100,00

-100,00

466.255

90.641.965

528.617

104.214.272

13,38

14,97

Le importazioni italiane sopravanzano, soprattutto in valore, le esportazioni verso questo continente, un aspetto condiviso dall’Estremo Oriente e dal Sud America, due zone a forte produzione di materia prima. Ma, a differenza di queste ultime due aree, l’Africa nel suo insieme è un interlocutore commerciale e produttivo più equilibrato sulle due grandi categorie di materiali, ed è complessivamente molto dialettico nei nostri confronti. Le aspettative per il futuro degli interscambi lapidei sono positive, così, per entrambi gli interlocutori, sia per i numeri che possono attivare, che per i rapporti complessivi che possono nascerne a livello di comparto. Sempre molto complesso il rapporto con l’Estremo Oriente, dove le difficoltà indotte dalla distanza e dalla velocità dei cambiamenti in atto, oltre che dalla effettiva presenza di realtà e momenti diversi, talvolta in antitesi tra loro, rendono il quadro sempre in movimento e sempre differente dalle aspettative. I singoli Paesi hanno comportamenti diversi, e sono anche al loro interno fortemente distinti nei confronti del mondo esterno. Nell’insieme, tutte le voci hanno un saldo negativo sullo scorso anno, anche se i valori medi crescono pure qui, e sensibilmente. Ma si tratta di un volume di scambio che non recupera sufficientemente, e sconta qui molto più che altrove i cambiamenti di ruolo e le innovazioni nel quadro mondiale del settore. Quali Paesi, e per quali prodotti, sono stati i maggiori partner dell’Italia del lapideo nel 2005? Per i marmi in blocchi e lastre, il primo fornitore per l’Italia è recentemente diventato l’Egitto, seguito da Turchia, Tunisia, Spagna e Portogallo. Non è una novità, e nemmeno una sorpresa, ma certo l’incremento è rapido e merita attenzione. Anche la Croazia ha un ruolo, ma è difficile interpretare le cifre che attiva, perché spesso hanno subito distorsioni da parte di prodotti di minor pregio; soprattutto, la Croazia è in leggero calo sul 2004, assieme alla Turchia e alla Spagna, mentre l’Egitto e la Tunisia sono invece in aumento. Le esportazioni italiane della stessa voce hanno visto altri partner importanti, sia in Europa che fuori. La Spagna, di nuovo, per l’Europa, e gli Stati Uniti; e poi Libano in Medio Oriente, assieme a Giordania e a molti altri stati dell’areale, per finire con Cina e un po’ di India. Ma la voce non è tra quelle veramente importanti per le nostre esportazioni, o per meglio dire lo è solo per alcuni comprensori di produzione, molto specializzati. Sui graniti in blocchi e lastre, le nostre esportazioni si fanno sentire un po’ di più rispetto al 2004, ma solo come volumi. I valori scendono sensibilmente, e la voce nel suo complesso conta sempre meno. Scendono anche le importazioni, a conferma che i Paesi produttori sono sempre più versati

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nella trasformazione in loco dei loro materiali, mentre per l’Italia rimane la fascia specializzata di produzione, che poi trova sbocco importante sia sul mercato interno, domestico e di areale europeo, che su quello propriamente esterno, e più lontano e qualificato. Grandi fornitori sono, come sempre, l’India, che si conferma come più importante, anche se in calo sensibile di volumi, il Sudafrica, in buona ripresa rispetto allo scorso anno, il Brasile, che invece diminuisce le esportazioni dirette di materia prima verso i produttori italiani, e poi a seguire Norvegia, Finlandia e Zimbabwe. Una novità, nel panorama del granito in blocchi, si fa vedere positivamente: il ritorno dopo molto tempo dell’Angola nel novero dei produttori importanti. Anche se ancora ben lontano dai livelli di un tempo e soprattutto dai suoi più immediati competitori, il ritmo di crescita è molto vivace, e i suoi materiali si stanno facendo di nuovo vedere, comprare e apprezzare. Le voci che hanno un ruolo decisivo per l’andamento della nostra industria lapidea, però, sono quelle relative ai lavorati, sia di marmi che di graniti, in esportazione. Qui il quadro si fa decisamente più articolato, e di lettura più dettagliata. Tenendo conto che le produzioni interne di materia prima sono molto significative anche nei confronti dei mercati esterni, poiché nelle nostre esportazioni svolgono un ruolo rilevante i marmi nazionali, le cifre di consuntivo dei trasferimenti all’estero non sono incoraggianti, e seguono soprattutto un ciclo di erosione progressiva di volumi che dura ormai da qualche anno. Europa e Nord America contano in maniera maggioritaria, e in Europa la Germania assieme alla Spagna e al Regno Unito, ha iniziato un percorso di diminuzione sensibile dei volumi di importazione dall’Italia. La concorrenza di Turchia, soprattutto, ma anche di altri, si fa sentire, e l’euro come moneta condivisa non basta a coprire le differenze di costi finali che si scaricano sui marmi lavorati italiani. La Russia costituisce così una bella eccezione nel quadro complessivo del continente, e anche se è su livelli ancora non altissimi, già raggiunge quasi la Svizzera, nostro mercato storico, oltre che di confine. In calo nelle dichiarazioni statistiche italiane, gli Stati Uniti sono sempre importantissimi e dominanti come mercato finale dei nostri marmi e travertini, ed è ancora il distretto di Carrara e della Toscana il primo interlocutore e primo partner soprattutto in valore: i suoi Bianchi, ma più ancora le sue lavorazioni e la sua professionalità sono presenti in maniera forte, e qualificata, seguiti da vicino da quanto viene prodotto e lavorato in Veneto. Ma le novità più positive vengono dal Medio Oriente, dove Arabia Saudita ed Emirati Arabi hanno avuto una bella performance, principalmente sui valori. Si deve principalmente a loro la bontà del quadro dell’intero areale, mentre i volumi sono cresciuti percentualmente soprattutto in Libano e in pochi altri Paesi. Non cambia molto, invece l’area estremo orientale: anche se la Corea del Sud e Singapore sono stati entrambi mercati positivi, la Cina non decolla per i nostri prodotti, mentre il Giappone, sempre importante, ancora non esce dal ciclo della negatività di confronto con l’anno precedente. I graniti lavorati vedono ancora nell’Unione Europea e nei suoi 25 Paesi l’area di maggior conto, che copre da sola oltre il 44% del totale per questa voce. E se la Germania è sempre il maggior mercato, essa però è in calo particolarmente nei volumi, e si tratta di un calo sensibile, che nei consumi tedeschi è compensato dalle importazioni che entrano dalla Cina, in misura sempre crescente, e dall’apprezzarsi della media dei prodotti provenienti dall’Italia, di valore unitario più qualificato. Ma dietro la Germania, che potremmo per noi definire un mercato bello ma lentamente declinante, crescono mercati nuovi, sempre mitteleuropei, decisamente minori ma vivaci e complessivamente in progresso veloce, come la Polonia, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Slovenia e le Repubbliche Baltiche. Solo nel tempo potremo verificare la stabilità di queste performance, ma per ora esse costituiscono una realtà premiante per la nostra produzione, anche se ancora contenuta e giovane. In aumento, per quanto leggero e abbastanza opaco nella definizione reale dei flussi di materiale e della loro destinazione, anche l’areale del nord, costituito da Belgio, Lussemburgo, Olanda e Danimarca, mentre reali mercati di consumo, e in aumento anch’essi, sono Regno Unito, Irlanda e Francia. È tutta l’Unione, più o meno, a parte

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alcune importanti eccezioni come la Spagna, che dà segni di espansione e di recupero, che è difficile interpretare in termini di ripresa stabile, ma che dice che certamente il quadro generale si fonda su strutture di mercato stabili e organizzate, e su canali commerciali solitamente ben definiti. Nell’Europa non comunitaria è positiva e molto importante come sempre la Svizzera, mentre la Russia accusa un calo sensibile, soprattutto sui valori: è da qualche tempo, però, che questo Paese mostra oscillazioni di anno in anno, che nel tempo tuttavia generano un trend sostanzialmente positivo, e complessivamente importante. Fuori Europa, ancora gli USA, in crescita solo sui valori, medi e assoluti, e ancora primo mercato di consumo, e ben coperto dai due maggiori distretti italiani del settore lapideo, mentre l’area mediorientale vede recuperare quote da parte dell’Arabia Saudita e del Qatar, ma su livelli inferiori a quelli, per esempio, della recente Slovenia. Nell’Estremo Oriente solo Singapore e la Tailandia danno segni positivi, e tutta l’area resta un po’ ai margini del nostro panorama. Complessivamente, quindi, per l’industria italiana del lapideo all’estero il 2005 è stato un anno che ha oscillato: un primo trimestre positivo, poi un leggero calo, e una ripresa sul finire, che sembra proseguire nel 2006, lasciando ben sperare in una “folata” che si trasformi in ripresa, sostenuta da mercati importanti in sviluppo edile e immobiliare, qualificato e stabile per qualche tempo. La crescita economica di un Paese comporta sempre un innalzamento di livello medio della qualità della vita, che passa anche da un miglioramento dell’abitare, dove le pietre, nostre e altrui, trovano una collocazione e un ruolo: quanto sta accadendo in alcuni Paesi europei, soprattutto dell’Europa centro est, è significativo, in tal senso. E si impara presto, nel corso dello sviluppo, a lavorare e valorizzare un prodotto che diventa bene di consumo e risorsa in sé, nell’usare e nel fare, nel produrre e trasformare. Per l’Italia, invece, il mercato di consumo interno ha rallentato, e si tratta di un calo che prosegue nell’anno in corso. Era atteso, poiché l’Italia ha vissuto negli anni 90 e nei primi anni 2000 il ciclo espansivo del comparto dell’edilizia più lungo della storia del suo dopoguerra. Anche se il settore immobiliare è ancora molto forte, e fortemente speculativo, le costruzioni richiedono investimenti anche da parte delle famiglie e degli investitori privati piccoli e medio piccoli, che stanno diminuendo progressivamente, anche per un oggettivo stato di saturazione di mercato. Si sono inoltre aggiunte una serie di incertezze di fondo sulle politiche economiche del Paese, che hanno rallentato anche l’investimento nel bene rifugio più classico per le nostre abitudini, il “mattone”. Le famiglie italiane sono in larghissima parte proprietarie della casa in cui vivono, e la manutenzione e riqualificazione dell’abitare sono voci di spesa che hanno sostenuto sinora il comparto nel segmento privato, in larga misura. Ora stiamo vivendo una pausa, ed è difficile dire se le cose riprenderanno velocemente a crescere, a partire dalla fiducia nel futuro delle nuove generazioni e dei nuovi cittadini. Restano le opere pubbliche, delle quali c’è bisogno e con le quali il settore lapideo ha sempre avuto momenti importanti di incontro, ma anche difficoltà, per la competizione con altri materiali concorrenti e per la sua stessa modalità troppo sparsa di presenza. Se riuscirà a gestire bene, finalmente, questi fattori e le opportunità che comportano, per il settore lapideo domestico possono aprirsi buone prospettive, tuttora solo parzialmente esplorate. Deve però rimanere ferma la consapevolezza che non esistono aree di mercato protette, e nemmeno nicchie di specializzazione, ormai, totalmente al riparo dai venti della competizione esterna: materiali alternativi, con grandi capacità di penetrazione sui mercati, produttori alternativi con competitività sul prezzo e sull’offerta finale del bene che solo per adesso è ancora inadatta al nostro mercato domestico, sono tutti elementi già conosciuti e sperimentati altrove, che cominciano a farsi sentire anche “in casa”, e che di più sentiremo in futuro. Sta al settore adattarsi e strutturarsi per rispondere nei tempi e nei modi giusti. Nel complesso, un anno di novità nate da tempo, ma ora finalmente divenute più trasparenti, per il settore lapideo italiano: una crescita non tanto di mercato, quanto di statura evolutiva, di capacità di internazionalizzazione, di livello di complessità nella presenza esterna. Il confronto con realtà che obbligano, e velocemente, a crescere e ad adeguarsi, pena la marginalità nel panorama internazionale,

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evidentemente finisce per giovare all’intera struttura produttiva, o meglio a quella parte che sopravvive: questo è il punto che assume maggior peso e significato, infatti. Le imprese lapidee italiane stanno vivendo un processo di riposizionamento progressivo non solo nello scenario internazionale dei mercati, ma soprattutto al proprio interno, come organizzazione produttiva. La piccola dimensione è entrata in sofferenza sempre più acuta, per motivi oggettivi di soglia di rendimento minimo dell’attività, che ora più che mai richiede investimenti in tecnologia, in formazione e professionalità delle maestranze e della gestione, in capacità di business complessivo: una soglia che si innalza rapidamente, e richiede risorse e dimensione adeguata. E le piccole imprese, se non hanno profili molto particolari di specializzazione, di inserimento in una filiera produttiva che le integri al suo interno e le valorizzi, di nicchia finché dura, hanno crescenti difficoltà a mantenere il profilo attuale. Se crescono ed evolvono, bene; altrimenti la competizione è troppo forte, e cambiano per forza o muoiono. Il settore, molto verosimilmente, ne uscirà rafforzato, più articolato e complesso, così come più articolato e complesso è il mondo esterno del lapideo; ma il processo può non essere indolore, soprattutto in zone dove il livello di specializzazione comporta coinvolgimenti territoriali e sociali non facilmente gestibili in maniera appropriata, se il processo dovesse subire ulteriori accelerazioni. Il panorama esterno, invece, fa proprio urgenza, mette fretta a tutti, e impone tempi rapidi di risposta e di reazione. Il fattore tempo è ormai l’elemento veramente strategico per lo sviluppo del settore o per la sua involuzione, come diciamo già da qualche anno, e l’industria italiana lapidea deve fare presto. Ha le risorse, sia tecniche che umane e strutturali, per farlo con successo, e da quanto abbiamo visto i primi passi importanti sono già stati mossi. Adesso, bisogna proseguire e gestire il processo nel nostro territorio, all’interno del nostro stesso quadro produttivo nazionale e locale.

MACCHINE Anche nel settore delle macchine, per il comparto italiano di produzione, qualche difficoltà si è fatta sentire in questo 2005, anche se a livello internazionale non è ancora dato sapere quale sia stato l’andamento complessivo dell’interscambio mondiale. Di certo sappiamo che alcuni Paesi hanno rallentato l’import di alcune categorie di apparecchiature, ma soprattutto sappiamo che le esportazioni italiane di macchie utensili hanno subito una battuta d’arresto, pure se successiva ad un anno come il 2004 che era stato di grande espansione. Complessivamente, nel 2005 l’Italia ha esportato per 426 milioni di euro, considerando soltanto le macchine di trasformazione sicuramente dedicate al settore lapideo, ed escludendo sia le macchine da cava che quelle passibili di usi diversi. Nel 2004 aveva esportato per oltre 462 milioni, con un calo dell’8% circa su base annua, ma dentro questo consuntivo ci sono alcuni aspetti più specifici da considerare. Innanzi tutto, la voce specifica delle macchine da taglio, ancora una volta ha ripreso un trend migliorativo, a significare che nuovamente ci sono Paesi che si attrezzano in maniera qualificata per la prima trasformazione dei blocchi. La produzione italiana in questo campo è molto rinomata, soprattutto presso i produttori storici del settore lapideo, e proprio quel percorso di sviluppo della presenza di aziende in Paesi terzi, per la trasformazione in prossimità ai luoghi di estrazione, porta con sé il ricorso a tecnologia evoluta e affidabile. L’evoluzione stessa delle tecnologie, anche se è difficile apprezzarla anno per anno essendo spesso un processo incrementale, o comunque progressivo, porta a momenti di espansione alternati a momenti di contrazione, che si manifestano in veri e propri cicli, talvolta di durata più lunga e talvolta anche molto brevi. E allora vediamo che nel corso degli ultimi anni spesso ci sono stati mini-cicli di espansione e contrazione, con alternanza tra prima trasformazione e successivamente finitura per classi di Paesi, in un andamento che rispecchia abbastanza fedelmente il ciclo di sviluppo-consolidamento-espansione dei momenti produttivi che il Paese stesso attraversa.

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Sono processi di crescita a ondate, che però da qualche anno stanno vedendo sorgere nuovi protagonismi nella produzione e nella diffusione di tecnologia per il settore. L’Italia, in quanto da lungo tempo produttore avanzato di tecnologia, di applicazioni e di ricerca per il settore, ne vive un po’ tutti gli aspetti, inclusa la recente competizione, anche in questo campo, di nuovi produttori che si affacciano al mercato con capacità di offerta non sempre altrettanto rinomata, ma certamente competitiva e in aumento. Può aiutare a meglio delineare il processo e i suoi contorni leggere alcuni dati di esportazione mondiale relativi agli ultimi tre anni, prodotti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite: essi rendono bene il quadro degli interscambi, anche se il 2005 non può esservi incluso perché ancora largamente incompleto.1 Tav. 4. Macchine per lavorazione delle pietre, solo Export/ percentuali calcolate su valori in milioni di dollari USA ITALIA SU MONDO

2004

2003

2002

MACCHINE DA TAGLIO

23,90

29,97

25,34

MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA

19,96

25,71

25,62

MACCHINE UTENSILI

33,23

39,59

32,63

TOTALE GENERALE

24,83

31,17

28,07

Ancora una volta il trend di sviluppo internazionale ha determinato l’andamento dell’offerta, e del mercato, in un quadro complessivo dove il maggior competitore dell’industria italiana è stato spesso il Giappone, e in alcune tecnologie, Stati Uniti e Corea del Sud. La maggior specializzazione dell’Italia nelle macchine utensili ha certamente sostenuto il suo ruolo in questa specifica voce, ma nel 2005 si sono sentite più qui che altrove le conseguenze delle oscillazioni esterne, e della concorrenza da Paesi terzi. Reggono bene, ancora in questo anno difficile, le macchine da taglio, soprattutto come valore del business generale, e particolarmente nell’Europa non comunitaria, nel Nord America e in Medio Oriente. Analogamente a quanto visto nello scorso anno, le esportazioni italiane nel mondo si possono descrivere nella loro articolazione per aree geografiche e nel loro andamento, secondo la tavola seguente. Tav. 5. Esportazioni italiane di macchine per il marmo 2005/valori in migliaia di euro MACCHINE DA TAGLIO Valore Diff.% 000€ ’05/’04

Quota

MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA Valore Diff.% 000€ ’05/’04

MACCHINE UTENSILI

Quota

Valore Diff.% 000€ ’05/’04

Quota

TOTALE Valore Diff.% 000€ ’05/’04

Quota

Unione Europea

35.020

-0,8

24,2

23.727

18,1

30,0

52.930

-11,3

26,3 111.677

-3,0

26,2

Resto d’Europa

20.167

22,8

13,9

10.152

48,8

12,8

25.104

-38,3

12,5

55.423

-13,4

13,0

Africa

10.635

4,3

7,3

2.386

-33,7

3,0

23.426

-13,5

11,6

36.447

-10,9

8,6

Nord America

22.893

72,1

15,8

14.292

-36,4

18,1

23.153

3,2

11,5

60.338

3,7

14,2

Centro e Sud America

9.729

-27,7

6,7

6.154

65,4

7,8

12.643

-28,0

6,3

28.526

-17,9

6,7

Medio Oriente

31.640

42,4

21,8

15.065

37,8

19,0

39.173

-31,5

19,4

85.878

-5,0

20,2

Estremo Oriente

13.610

-7,4

9,4

5.113

-50,3

6,5

21.572

-24,7

10,7

40.295

-24,8

9,5

1.316

-13,1

0,9

2.241

74,4

2,8

3.474

39,7

1,7

7.031

33,0

1,7

145.010

14,1

100,0

79.132

-0,1

100,0 201.552

-21,2

100,0 425.694

-7,9

100,0

Oceania Totale 1

Ci si limita alle sole esportazioni, per non incorrere in tutti i problemi che il raffronto tra import ed export comporta nelle statistiche internazionali. Ci sono infatti sempre sfasature sensibili tra dati, sia poiché questi vengono spesso dai singoli Paesi riclassificati, a seconda che si tratti di statistiche emesse dagli esportatori o dagli importatori, sia per la differenza tecnica tra dichiarazioni cif e dichiarazioni fob, che intercorre tra le due categorie di dati.

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L’area che nell’insieme ha avuto un andamento migliore è quella nordamericana, che dà anche in volume un risultato positivo, dimostrando che non è solo una questione di valore medio più elevato, ma proprio di consumi più forti, oltre che ben qualificati. L’Europa non comunitaria, invece, si colloca ancora nella fascia delle macchine da lavoro più pesanti, e non sulle macchine utensili. L’Unione Europea si conferma anche per il 2005 come il mercato più importante, pure per il settore delle tecnologie: non solo la vicinanza, ma anche l’unità di moneta, oltre alla conoscenza del mercato e alla sua facilità di raggiungimento, contano evidentemente al di sopra di altri fattori, che pure nel futuro diventeranno sempre più importanti.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il processo di adeguamento del settore lapideo internazionale ai profili dei settori più avanzati ed evoluti ha vissuto un ulteriore anno di crescita. Non è facile delinearne i contorni e darne i tempi, che non si lasciano facilmente definire in giorni e mesi, ma il risultato, a distanza di un anno, si sente e si apprezza. Ogni giorno di più i meccanismi di intermediazione si ispessiscono e gli operatori vi si adeguano e ne incontrano i dettagli finali, mentre i numeri delle statistiche, messi insieme in quadri di riassunto, e incrociati tra paesi e codici, lasciano capire le correnti profonde che attraversano il settore. Non sono processi facilmente quantificabili, né i numeri sono passibili di una interpretazione superficiale o azzardata, spesso creano al contrario più dubbi e confusione di quanti ne fughino, tuttavia, alcune cose sono abbastanza evidenti. 1) La “globalizzazione”: un termine ormai abusato per descrivere, invece, un processo reale e irrefrenabile, che sta cambiando il volto anche del lapideo. Forse certi comportamenti sono appena all’inizio, forse ci saranno ritorni parziali a modelli e prassi più tradizionali, ma non si potrà mai più cancellare ciò che in questi ultimi due o tre anni è stato costruito. L’internazionalizzazione di produzioni importanti, date le differenze nella catena di costruzione dei costi tra Paesi storici e industrializzati, e Paesi ormai altrettanto industrializzati ma meno storici e vincolati, è non solo avviata, ma sviluppata e ampiamente operativa, e non consente una semplice cancellazione. Non solo non sarebbe più possibile, ma non sarebbe nemmeno opportuna, poiché i nuovi assetti costituiscono a questo punto un elemento di stabilità, anche nell’evoluzione, per il settore. Da un lato, i tanti Paesi produttori vi colgono modalità di sviluppo e di valorizzazione dei propri materiali, e questo diviene sempre più il criterio di sviluppo non aziendale, ma settoriale, e distrettuale o regionale del lapideo, come di altre merci o di altri beni. Dall’altro. la detenzione dei canali commerciali e delle conoscenze, sia tecniche e produttive che d’altro, consente di fare da interfaccia attiva tra domanda e offerta, attraverso forme diverse di partecipazione sia alla domanda che all’offerta, e di intrecci produttivi. Si creano, in altre parole, nodi di rete che intervengono nell’incontro tra produzione e mercato, in maniera più immateriale, ma insieme più complessa di quanto accadesse anche solo poco tempo fa, offrendo integrazione e coordinamento tra luoghi diversi di produzione, e tra conoscenze e ruoli diversi business to business, secondo profili funzionali che solo qualche anno fa erano molto più difficili e antieconomici da realizzare. In questo modo i rapporti di mercato sono forse più “opachi” rispetto alle cifre formali, ma altrettanto chiari, se interpretati alla luce dei rapporti di produzione e di collaborazione di filiera complessa. La filiera produttiva, in altre parole, non è più semplicemente localizzata in un’area di produzione, ma si ricompone in più forme, in più luoghi e con più modalità, per catturare al meglio la domanda e darvi la risposta ottimale a seconda della situazione: il distretto produttivo, anche laddove sopravvive, si apre e in un certo senso si solleva dal radicamento locale stretto, per acquisire i vantaggi competitivi delle altre aree produttive, e

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cercare di farli propri. È il vero effetto della internazionalizzazione, dell’automazione crescente nelle tecnologie e dell’ingresso dei mezzi di comunicazione istantanea a distanza, che consentono comunque di supplire a quelle carenze che la lontananza fisica dei luoghi di produzione può indurre. La filiera si complica, e insieme si articola in modelli funzionali più complessi, passando attraverso una ridefinizione dei ruoli di competenza in funzione dei mercati. Ci sono state realizzazioni recenti, fatte con materiali di un Paese, main contractor di un altro, lavorazioni in Paese terzo, e operai di posa di un altro Paese ancora: è solo l’inizio, e la disponibilità di tecnologia, comunicazioni, capitali e lavoro condivisi o condivisibili a livello internazionale renderà tali processi sempre più diffusi e spersonalizzati. 2) Quali mercati? In primo luogo abbiamo visto che gli Stati uniti, ancora a chiusura del 2005, rimangono il miglior luogo di consumo dei materiali lapidei prodotti un po’ in tutto il mondo: consumano tanto, e consumano bene, a tutto oggi. Se questo mercato dovesse, per un motivo qualunque, entrare in crisi bruscamente, prima di un’ulteriore crescita aperta e decisa degli altri consumatori in ruolo alternativo, l’intero comparto ne risentirebbe seriamente. Tra qualche anno, quando le spinte evolutive al consumo anche di altri areali -in primo luogo quello estremo orientale, ma anche quello europeo tutto, rilanciato nella ripresa quello dell’Unione e nella crescita complessiva gli altrisaranno sufficientemente avanti, questo non sarà più un rischio come potrebbe esserlo adesso. Nel frattempo, le prospettive di rallentamento del consumo cinese, in vista del termine del 2008, anno delle Olimpiadi, costituiscono una possibilità di diminuzione d’insieme dello sviluppo del settore, anche ferme restando le altre previsioni. Toccherà ad altre aree geografico - economiche prendere in mano il testimone delle dinamiche espansive dei processi che più da vicino ci riguardano, per lo sviluppo economico sia generale che del settore lapideo ed edile. 3) E allora quali altre aree? Di nuovo Estremo Oriente, con l’altro gigante produttivo e consumatore, l’India, che riceve ancora poco in confronto ad altri mercati, ma cresce, nella liberalizzazione degli scambi lapidei sia di areale che di più ampio circuito, e come produttore. E l’India non cresce solo come volumi e capacità di offerta, ma come profilo settoriale, come presenza complessa avanzata nel panorama internazionale. Ci sono distretti produttivi che hanno dimostrato una dinamica veloce di investimento e sviluppo, ed alta capacità tecnologica, che si ricongiunge con la spinta all’espansione di altri Paesi di prossimità, come la Corea del Sud, e il Giappone ancora presente e ricettivo su molte tipologie importanti di prodotto. Le attività di investimento nel settore si intensificano, e operano con modalità di avanguardia, che in altri Paesi fanno più fatica ad essere adottati, pure in Paesi che nominalmente operano da più tempo e in ruolo internazionale “storico”. Le fanno gioco le dimensioni e la capacità di innovazione, il ruolo geo - economico, e la storia settoriale, e alla fine i risultati sono ben più che positivi, non solo nei numeri ma anche nelle prospettive. L’india, cioè, costituisce una realtà del presente, e non solo -anche se soprattutto- del futuro del settore. E poi il Medio Oriente, che continua a investire nell’uso e nella produzione di marmi e pietre intensificando le attività che assorbono lavorati di tutta la gamma, e che tuttora rappresenta con i suoi cantieri e le sue attività nel settore edile un mercato fondamentale e di profilo totale. Anche in questo areale troviamo la conferma che il settore può inserirsi in maniera naturale e trainante per lo sviluppo di zone e distretti locali importanti, e che l’area può dare un contributo determinante all’evoluzione complessiva del quadro internazionale del lapideo: applicazioni di avanguardia, intensità di utilizzo, capacità di intermediazione commerciale e operativa, ruolo di interfaccia tra soggetti produttori e consumatori, e tra fasi di filiera, anche molto lontane tra loro, sono tutte funzioni che trovano applicazione ottimale ed evoluta, in molte parti dell’area. Certo, coesistono come altrove più mercati nello stesso mercato, ma questo lascia semplicemente spazio a più soggetti per operarvi e trovare ciascuno il proprio spazio e la propria collocazione.

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Del Nord Africa abbiamo parlato a più riprese. Si colloca anch’esso in questa prospettiva di futuro per il settore: Paesi come l’Egitto si stanno ponendo in dialettica forte con molti soggetti, come Italia e Spagna da un lato, e Cina dall’altro. E poi, Algeria, Tunisia, Marocco sono tutti anch’essi molto avanti nello sfruttamento autonomo delle proprie risorse, sia materiali che di lavoro complessivo, e di uso. Anche il resto dell’Africa sta crescendo, e si sta velocemente dedicando a politiche di valorizzazione delle proprie risorse anche attraverso la collaborazione con soggetti europei ed extra europei. Il riaffacciarsi dell’Angola nel panorama internazionale può essere proprio in questo senso un segno dell’allargamento del quadro delle opportunità che il settore offre e di cui si avvale, in un momento di apertura di prospettive positive, e di fermento di sviluppo settoriale e non. Anche l’America Latina ha molto da dire nel prossimo futuro: il ruolo che in questi ultimi due anni ha giocato, ad esempio, un Paese come il Brasile, è esemplare: produce, consuma, trasforma, esporta e si ritaglia spazi sempre più ampi in mercati importanti. Unico fattore di rischio sta nel valore dell’esportato in proprio, che verso certi mercati sta vivendo un momento di calo medio unitario: la valorizzazione invece del prodotto proprio deve andare di pari passo con lo sviluppo delle autonomie produttive e di offerta complessiva. Rimangono anche i grandi mercati storici europei, in cui si sperimentano prodotti innovativi, in cui il livello di uso dei marmi e delle pietre è sempre rimasto al di sopra della media del resto del mondo, dove Germania, Regno Unito, Spagna, Italia, Francia continuano a consumare, produrre, sperimentare, impiegare in maniera visivamente nuova, e con modalità e contenuti di ricerca che non subiscono arresti. Ci sono prospettive anche nei nuovi mercati europei dell’est, che crescono e si affiancano a quelli più tradizionali, a mano a mano che le condizioni generali migliorano, e le prospettive di sviluppo si espandono e si consolidano. E tutto ciò mentre l’innovazione di prodotto affianca quella di processo e di applicazione 4) L’innovazione, appunto: a cominciare dalle tecnologie, l’innovazione contribuisce ad accelerare fortemente quel processo di internazionalizzazione della filiera e del settore tutto, di cui abbiamo appena parlato, cambiando il contributo delle professionalità specifiche e della ricerca. O meglio, vi contribuisce la tecnologia che applica l’innovazione, che la ingloba in sé, porgendo al mercato un prodotto evoluto e facile da usare in tutti i momenti del ciclo. L’innovazione può appiattire le differenze, così come farle sorgere dove non ci sono, per la capacità di usarla, di trasferirla da altre applicazioni o di vederla dove prima non c’era. Nel settore lapideo, soprattutto nel prodotto le novità ci sono, ma non sempre il nuovo è veramente, complessivamente migliore del tradizionale, e la storia recente del settore ricorda diversi tentativi di fuga su prodotti promettenti, che poi sono rientrati perché non paganti dello sforzo innovativo che richiedevano. L’innovazione allora viene ritrovata in altri aspetti del settore, nelle garanzie generali del prodotto e del processo tutto, come nella sicurezza, per esempio, o nelle modalità di gestione del cantiere, della commessa, dei controlli e della parte comunque più immateriale del ciclo complessivo. La cosa importante, però, è che anche in questo caso si stanno progressivamente abbattendo delle barriere, che prima costituivano delle soglie di ingresso molto più elevate e selettive, in senso conservatore: ieri era più difficile per chi non fosse già interno al settore entrarvi e svolgervi un ruolo. Oggi, le soglie ci sono ancora, ma sono diverse e diversamente aggredibili. Da qui il discorso si sposta su temi e su valutazioni di ordine più macro economico. Le economie anche del settore lapideo sono sempre più interrelate tra loro, e la spinta verso una ridefinizione dei ruoli e un loro rimescolamento è forte e inarrestabile. Tale spinta,a volte, può assumere dei connotati instabili, con conseguenze potenzialmente non prevedibili all’inizio del fenomeno: ad esempio, possono spostare l’asse della competitività verso nuovi soggetti e nuovi protagonisti, che potrebbero anche non svolgere

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il ruolo che i vecchi attori invece per molto tempo hanno ricoperto, e lasciare esposte funzioni e aree di attività in maniera prima impensabile. E così, per mantenere il successo occorre anche sapersi inserire in un contesto ad alto rischio individuale, che richiede dimensioni di scala, efficienza di operatività, e capacità di galleggiamento in una situazione molto più instabile e mutevole del passato. Si cerca allora, soprattutto da parte dei nuovi ingressi nel panorama settoriale internazionale, di riportare indietro i termini della competizione su parametri più “usuali”: un fattore importante, quindi, nell’evoluzione recente del settore lapideo, è rimasto ancora, decisamente il prezzo finale sul mercato, affiancato dai tempi e dalle modalità di fornitura. Così, il ventaglio degli attori che continuano a fare ricerca, a produrre e sperimentare il nuovo, di prodotto, di processo, di applicazione, di contenimento della competizione degli altri settori come la ceramica, si assottiglia, e i problemi dell’innovazione vengono dopo. Sono lasciati sempre più a chi dell’innovazione deve fare strumento per il mantenimento del mercato e del ruolo; e la capacità di affrontarli deve andare di pari passo con la capacità di difendere i risultati che ne derivano. Questo è il punto più difficile, in questo momento: l’innovazione è sempre più trasferibile e trasferita, e i vantaggi dell’arrivare primi alla soluzione di un problema complesso spesso vengono vanificati dai costi sostenuti in relazione alla durata dei benefici stessi. Si tratta di un elemento che può ridefinire, ancora una volta, i termini di prospettiva e di scenario in cui il settore si colloca, e soprattutto può riportare a un rimescolamento ulteriore e nuovo dei ruoli degli attuali protagonisti internazionali e regionali, con andamenti e sviluppi difficilmente prevedibili, ad oggi. Il futuro, anche nel settore lapideo, è appena cominciato.

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STONE SECTOR 2005 Italian Industry and International Trends Silvana Napoli

INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.

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THE SCENARIO The recovery of international economy after a record-breaking 2004 went on in 2005, mainly in the second part of the year, firm and strong, even if slightly slower than last year. Despite the great problems of an ever-stirring geopolitical scenario, international trade has grown at a similar pace to that of last year, driven by the two economies that are the most powerful right now, the US and the Chinese ones. Two different ways and two different profiles, which however share the same great expansive strength and close relationships, with both countries being surrounded by a supporting, economicallyclose region that is essential to the achievement of their commercial, industrial and financial targets. Although in different settings, the two stars of the international economic scene have however shared many factors and have dramatically affected each other. Even if the political ups and downs, mostly foreign ones, have led the US media to underestimate the economic successes that have been achieved in North America in many fields, the reality of 2005 remains that of one more year of record-breaking growth, boosted by the rise in employment and consumption, where the property market played once again an important role. In addition, the rise in energy prices, recently rampant but already on the rise in 2005, has not impaired the development of the north American scenario, while inflation remained moderate and within the expected limits. The latter factor has been shared by the European Union, where the general growth however has been lower than expected, even if on the rise in the second part of the year. The euro/dollar exchange rate has been lower than in the past, and this has gradually improved trade for European companies and products. In the first 11 months of 2005, the dollar has rallied against the euro and the yen, and then basically stopped at 1.20 dollars per euro. The up-and-coming countries have generally improved their international position, especially in some high-tech areas: China, India, Brazil and Russia have led the growth process, giving a decisive contribution to the general progress. China has recently revised the official statistics of its growth rates for the last twelve years, and most likely it has revised them upwards. It is above all the service sector, previously underestimated because it was poorly represented in the survey, that grows, which shows that the Chinese economy was and is being rearranged all the time, especially in terms of the ratio of consumption to the GDP. And more attention is being paid to the exceedingly deep differences that still exist between the developed areas, usually in the cities, and the underdeveloped regions, which are usually in the countryside. Slightly lower is the growth rate of the Indian economy, where the role of services, research and hightech products was and is very high. This resulted in a high flow of foreign investments, more than in 2004. Brazil too has kept growing, although slower than in 2004, just like a large part of Latin America, where at last the exploitation of its own resources and raw materials has become an independent form of promotion and has led to a growth in domestic wealth. The promotion of resources also boosted the positive development of the Russian economy, which has definitely benefited from the appreciation of oil and gas, even if with a few stronger inflationary repercussions than in other countries. Europe remains the slowest growing industrialised area. Especially at the close of the year, Germany, France and Italy have appreciably slowed down and still remain uncertain, even if they have started growing again. The rise in the cost of raw materials has had its weight, just like the trend in domestic consumption, generally lower than expected. But the picture is very uneven, ranging from a slowdown in the building sector in Germany to a growth in the residential industry in France and the decrease in the added value manufacturing market in Italy. The efforts than many European countries are making, to rewrite the welfare and job markets, have something to do with the prudential climate of its investments and consumption, especially household ones. The prospects of this year are however positive worldwide, for the main industrialised countries as

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well as for the new, expanding economies. In addition, in a scenario of widespread growth, some of the heaviest foreign trade imbalances for some of the stars of the international scene could more easily move towards a progressive decrease, with no big blows, which after all can always happen in case of unexpected tensions or difficult circumstances.

THE INTERNATIONAL STONE SCENARIO For many years now the international stone scenario has been going through a general expansion, mainly due to the two great propellers which fuel the world’s economy. Certainly even in this case, the role played by the US and China is very strong, and in 2005 it has stayed like that. And yet, they are not the only ones who have contributed to the growth and the good health of the stone industry across the world, especially if we consider the fact the role they played is dramatically different and however it must be related, for both protagonists, to the role played by the other stakeholders. The United States deserve the role of great consumers of materials, mostly finished and semi-finished products, while China is more of a consumer, of course, but even more than that, it is a producer and a fabricator of stones, marble or granite or whatever. Even this year, it has been the star in all the stages of the stone cycle, from the production of raw materials, to the acquisition of materials produced by others, to the processing of its own and others’ materials, to the sales of such materials all over the world, to consumption, mostly domestic, but also in the nearby regions and markets. It is a thorough, far-ranging business which has been carried out for some time by now and very energetically by the producers and operators of the People’s Republic of China, which even in 2005 has kept growing and getting stronger and stronger. But after such a long time the growth rate of the domestic industry, i.e. as a producer, have begun to slow down, and, judging from the rises which are no longer the two-digit figures as last year’s, although they are still rising compared with 2004, and in any case these are figures that would leave any competitor lagging behind, with the only exception, maybe, of India. The reasons for this relative slowdown are many, and all important, last but not least those dictated by the need to rearrange the development methods and the techniques for carrying out the business, especially the mining business that the country is trying to adjust. Many issues and development factors, which also engender problems so far neglected in the urgency of economic growth, are becoming by now unavoidable, and they are also causing concerns that cannot be neglected any longer, or better, that must be tackled if one does not want to find oneself in the emergency of some unpleasant and unwanted predicament later on. And so, environmental factors, safety and all sorts of factors have led China to include the stone industry in the ‘mining and quarrying business’ category, to be regulated through a legislation that will be enforced across the Republic. Apart from this, the news of the country mainly concern two points: on one side, the extension of the role of acquisition of raw materials from abroad, both marble and granite, through a direct appropriation of raw materials at the quarry, but personally at the quarry, even in some distant countries in the Far East. And on the other side, the slight slowdown in consumption and in the overall development of this industry, which is starting to strengthen the results that have been achieved so far, and above all to feel the impact of what has been done so far. For instance, the growth in domestic consumption, which was also propelled by the prospect of the 2008 Olympic Games, is starting to cool down, as the work plans are in progress, and the development, so far frenzied, of the property market is becoming more “normal” and is dropping below the two-digit figures in its yearly growth. And indeed, although this country is as big as a continent, beyond such limits it is difficult to retain a development curve, and in any case it will be a huge market, as well as a huge producer, by now a reality for the international market, even without a super-quick growth rate. What remains instead is the international

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trade flows, especially with this comparatively new face: the direct acquisition of foreign quarries and production facilities, to build a more flexible, efficient and international supply and distribution chain. In any case, to give a better picture of the events that occurred over the last three years, a table is provided below, summarising the flows declared by the People’s Republic of China, leaving aside the trade with Hong Kong and Taiwan. Tab. 1A. China – All countries/Imports, data in thousand tons 2005

2004

2003

Raw

Finished

Raw

Finished

Raw

Finished

MARBLE

2388,16

44,54

2173,56

37,40

1771,59

36,37

GRANITE

2044,60

9,65

1934,09

11,59

1545,17

9,96

TOTAL

4432,77

54,19

4107,65

49,00

3316,76

46,32

Tab. 1B. China – All countries/Exports, data in thousand tons 2005

2004

2003

Raw

Finished

Raw

Finished

Raw

MARBLE

59,42

613,28

55,79

418,13

103,95

Finished 261,51

GRANITE

1770,52

6160,28

1041,77

5371,83

608,92

4860,42

TOTAL

1829,94

6773,56

1097,56

5789,96

712,87

5121,93

The motive of internationalisation has been powerful for other countries as well and has brought up a more complex productive, commercial and organisational network than in the past, also for other international stakeholders. It being understood that the United States are still the most sought-after, lively and receptive market, it is from here that one must start to read some aspects of the market, which are now taking new shapes and are therefore neater and “heavier” than before. We are talking of a phenomenon that, some way or other, concerns all the suppliers of this demanding, expert market which is also big and willing to pay for what it asks for. It is a gradual ramification of the productive scene, especially for the production of finished granite for this country, products which are processed in places that are becoming more and more alien to those of the country that ensures and coordinates the whole supply: the countries where the raw materials are quarried are equipping themselves better and better to process them, and the company that coordinates the work and stands surety for the recipient is more and more international in character; at least, it has non-local partners as well. Sometimes, it just involves outsourcing a production, whose quality and supply are guaranteed by some third party, other than the physical producer, thus highlighting a double side to the phenomenon. On one side, we have the gradual disappearance of some roles, which still remain essential for sales and distribution work: just think of guarantees and responsibilities towards customers, the handling of sales relations and the general skills involved in the supply of an order, even if often these products are not particularly complicated. We know very well that, for instance in Italy, when the order concerns some speciality product, it is particularly important that the supply be carried out by our companies if one wants the supply to be a success. On the other side, though, we have to face the need for some cost reduction, for instance transport and overall production costs, including labour costs, and then the response of “globalisation” becomes unavoidable, supported as it is by the internationalisation of work, made possible by technology, which is more and more available to anyone. Then, the solution is working “at the mine hole”, even if the “mine” in this case is in fact a quarry, and work then really is deployed on an international scale across

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all producer countries, especially if they are physically close to the destination market and competitive in their production costs. Relations of productive cooperation between stakeholders from different geographical and economic backgrounds are growing, and the internationalisation of the stone industry moves on along its own peculiar road, closer and closer to that of other industries, and more and more complex and developed. Of course, the producers of raw materials, in this way and according to this process, develop and move on towards a fuller independence, even if right now there is no evidence enough, in many cases, of their function in the international trade tables. But as soon as we see in those figures what can already be read between the lines, the growth process will be finished, and the role of the countries which right now are the “stepfathers” of the industry and historical development will be different, even vaguer, more intangible. These are the trends of a general development of the international model of the stone industry, which in the world’s scenario looks more and more like a wide-ranging, widespread industry, shared by an audience that is getting more and more relevant year after year. Along with these general but important considerations, which tell us about the growth of many stakeholders that will certainly be more independent and proactive in the future and more aware of their own importance, we can see a few more incidental aspects, concerning a 2005 which has seen the industry grow even more on an international scale, but not at the same rate as that we have recorded in the last few years. We have seen that China is starting to slow down its general performance, which is unsustainable long-term even for such an expanding country, even if it is starting to look, on the international scenario, more and more like a country that directly takes its raw materials from foreign countries, through acquisitions and shareholdings that it directly takes abroad. But other national industries keep moving fast in their all-out development trends: Brazil keeps quarrying and processing and exporting stones in amounts that are higher and higher year after year, even if its exports of processed, raw and semi-processed materials often see the mean unit value drop in US dollars. India too keeps producing remarkable amounts of materials, which are always widely appreciated, and strengthening its cooperation and trade relations with the nearby countries; but it is also beginning to import much more, and not just raw materials. The whole region of the Middle East shows such a liveliness in the stone industry that formal figures, often out of sync with Western suppliers and producers, fail to aptly portray. These activities concern trade and increasing mutual operating integration, but they are also open to the contributions of other countries and producers, in a model of a market and production chain that is really complete and somehow exemplary. Powerful are the role and the relevance of Turkey as an important nearby country, a country that also keeps expanding in an expert, vigorous manner, even if it is mostly focussed on marble, and much less on granite. It has exported a lot to Syria and China, blocks, while to the United States and to the other countries it has mostly exported finished products (note that a large number of transactions concerning finished products take place in some so-called “free trade” areas and so the real commodity flows cannot be traced down). Its share of the North American market is by now more important than the historical one of the European producers, especially for finished marble, and even last year we had noted that it had “outsmarted” Italy. The growth trend of the Turkish stone industry goes on, driven by the receptivity of the destination markets and the quality of the products in terms of materials and finishes, and in terms of general range. Generally speaking, even in 2005 the share of the more dynamic countries in the world stone market, actually, remains stronger for granite than for marble, but limestone too this year has been appreciated and given value in many world markets, and Turkey has given an important contribution to this. Where does continental Europe stand in this scenario?

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The more traditional producers, such as Italy, Spain, France and Portugal, are feeling a bit the repercussions of a competition that keeps its edge, especially when it comes to processing materials for third-party countries. The role played by the euro in 2005, given the strengthening of the US dollar compared with the average rate of 2004, has certainly cooled down a bit the negativity of the previous year. But the structural factors of difficulty in competing with the up-and-coming competitors remain the same, and, above all for the processing countries, the effect on the general trend of the industry begins to be felt. Spain is holding up well, as it has a very wide range of destination markets and has China as a very good landing place for its marble blocks and slabs. For the other producers, especially those that are important at the processing stage, the year has not been an easy one. Broadly speaking, for the European producers of raw materials, the picture has been more positive, while the processing sector has been hit harder. Such impact is due to all those factors that contribute to the building of the overall costs, binding the European companies to a comparatively heavier and more complicated legislation than the “fresher” countries whose problems have fewer historical ramifications. The last factor that is worth mentioning: this year, the flows of finished materials, not just the raw ones, have kept growing, evidence of the fact that the industry is really going through a facelift and is still in the process of repositioning its stakeholders and markets. A part has certainly been played by China, but Brazil and Turkey too, among those we have reviewed, have somehow contributed to this phenomenon.

THE ITALIAN STONE INDUSTRY If we look at the figures of the Italy of stone for 2005, we can hardly pass a consistent opinion about what has happened, since the internal dialectics and the general development of the picture have been fairly significant and not always clear. In addition, the impact of a few recent phenomena and practices contributes to make it all even more varied and intricate, while the position of our country on the international scene is changing; even here, intangible functions and skill, control and management factors, that in other areas have already achieved high levels of importance, also account for more. Let’s start with the general balance, and let’s begin with foreign relations: Italy has closed the 2005 exports on an equal footing with 2004, with just a few negative differences in all of the main items, such as the more valuable stone products, both raw and finished, and slight rises in items that are less significant for the industry, such as chips and dust. The tables that, as usual, we enclose at the bottom of the book, in the Statistics Annex, provide an itemised, detailed reading of these flows, including imports, so one can easily appreciate the ratio of volumes to values divided by product classes and by destination markets. Altogether, these figures give a picture of approximately stability compared with 2004 and 2003, which proves that the domestic stone system is able to hold out, even when faced with a competition that, as we have seen in the last few years, is always very fierce and changes all the time. There are strategies that have been put in place by the Italian producers and have changed over the last two or three years, and which highlight how the domestic stone industry can be perfectly international in character, according to standards that are appropriate for this age and that undergo an organisational, commercial and productive development. Note that what emerges from the Tables enclosed in the Statistics Annex is only what passes through the country’s customs, and therefore it translates the physical flows of goods into “figures”. All that is not physically carried out in Italy but is still supervised and looked after and guaranteed by Italian skills and professional standards abroad does not appear in these Tables. But we know that the output and the strength of the Italian industry also pass through the general, complex

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relations of the global productive network that guarantees a relation with the destination market, with the Italian stone products being accepted, selected and trusted just because they are a “product of Italy”. It is the intangible portion of production that supports the tangible one, goes along with it and largely guarantees it: a destination and a functional profile that, even in this field, so deeply rooted in its undeniable tangibility, were unavoidable and show all its liveliness and its ability to evolve into more complex systems. The figures show the output of materials that Italy sends abroad, by quantity and by value. And it is important to consider the two things at the same time, since the mean unit values of the two most important products, finished products, have increased per annum, i.e. finished marble by +2.7 per cent and finished granite by +8.1 per cent, respectively. This, in a year of further growth in the productive and competitive capabilities of the leading international producers, in a year in which the greatest consumer of stone products, the United States, has seen the imports of finished products from Brazil (the top supplier to this market) dramatically rise by quantity and dramatically decrease by mean value, at the same time. This proves that the Italian stone industry holds on to its leading position and retains its highest competitive edge in the quality of its domestic output, even when a quantitative disadvantage exists, that it maintains its leadership in quality, or actually increases and strengthens it just on the most important and most competitive consumption market. But let’s look at our export details. Based on the destination areas, as usual, the European Union, with its 25 member countries, which are bound to increase soon, remains the landmark market, in an overwhelming manner if compared with any other, even if a few per cent points by value have been eaten away. Some important commodities have great weight by volume and by value, and the lost values are in favour of North Africa and, even more, the Middle East, which once again is slowly reappearing as a growing market which can buy Italian products, and all of the top-of-the-range products. Non-EU Europe is growing too, especially in product quality, while the Far East drops by volume, even this year, but remains basically stable in its overall values. Tab. 2. Italian exports by geographical areas/all items 2004

2005

Q.ty Rate

Value Rate

Q.ty Rate

Value Rate

45,4

36,8

46,4

36,3

7,7

9,8

7,7

9,7

AFRICA

10,4

3,1

12,0

3,6

NORTH AMERICA

15,1

32,5

12,0

32,2

SOUTHERN AND CENTRAL AMERICA

1,1

1,4

1,6

1,5

MIDDLE EAST

9,8

6,8

11,1

7,5

FAR EAST

9,9

8,0

8,7

7,9

EUROPEAN UNION NON-EU EUROPE

OCEANIA TOTAL

0,6

1,6

0,5

1,4

100,0

100,0

100,0

100,0

If we think that North America is composed of just two countries, one of which is definitely more important than the other, we can easily see that the United States are definitely the largely most important single market for the Italian stone industry. Italy has declared slightly lower exports in the most important items to this area, and this year, when the dollar/euro exchange rate has seen an appreciation of the dollar over the euro, quantities deserve as much attention as values and mean values per ton of product. The only exception in this process of percentage decrease was the ‘finished granite’

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category. It’s a good exception because the increase is noticeable and mostly turns into a growth in its mean value per unit of exported product and therefore into a growth in mean quality, but this was not enough to bring our country back to the top of the list of the foreign suppliers to the United States, not just in finished granite but not in marble either. A good growth could also be appreciated in Africa, especially northern Africa, by both quantity and values, and mostly in marble, which has fared much better than granite. It is interesting to explore the whole picture of this area as to the total trade flows with Italy, because both imports and exports have become important in the last few years in a relation with our country that sees us as a more and more important counterpart, especially with Mediterranean Africa. A global relation that feeds on trade flows and cooperation, which provide a mutual productive boost and which also concern the supply of technology, machinery and services. Tab. 3A. Italian exports to Africa ITALY – AFRICA January-December 2004/2005 MARBLE BLOCKS AND SLABS GRANITE BLOCKS AND SLABS

Euros

Exports 2005 Tons Euros

195.231 19.349.831

249.825 24.601.948

2004 Tons 3.539

859.511

18.417

2.617.105

diff.% 2005/2004 % Qt.y % Val. 27,96

27,14

420,40

204,49

FINISHED MARBLE

87.477 21.776.757

86.534 23.418.115

-1,08

7,54

FINISHED GRANITE

12.936

6.810.270

12.058

5.808.077

-6,79

-14,72

731

228.398

380

99.087

-48,02

-56,62

SubTOT blocks, slabs and finished products

299.914 49.024.767

367.214 56.544.332

22,44

15,34

CHIPS AND DUST

189.212

203.691

7.273.809

7,65

12,57

SubTOT including chips and dust

489.126 55.486.614

570.905 63.818.141

16,72

15,02

OTHER FINISHED STONES

RAW SLATE FINISHED SLATE PUMICE STONE TOTAL

6.461.847

0

0

27

21.027

0,00

0,00

132

47.694

204

65.224

54,55

36,76

365

98.025

260

99.029

-28,77

1,02

489.623 55.632.333

571.396 64.003.421

16,70

15,05

2004 Tons Euros 157.694 21.785.636 302.716 65.983.871 4.601 1.565.551 1.025 1.195.390 20 9.702 466.056 90.540.150 0 0 466.056 90.540.150 0 0 186 90.247 13 11.568 466.255 90.641.965

Imports 2005 Tons Euros 188.546 22.307.332 331.438 77.833.040 7.623 2.620.750 612 1.305.416 40 3.501 528.259 104.070.039 1 829 528.260 104.070.868 0 0 357 143.404 0 0 528.617 104.214.272

Tab. 3B. Italian imports from Africa ITALY- AFRICA January-December 2004/2005 MARBLE BLOCKS AND SLABS GRANITE BLOCKS AND SLABS FINISHED MARBLE FINISHED GRANITE OTHER FINISHED STONES SubTOT blocks, slabs and finished products CHIPS AND DUST SubTOT including chips and dust RAW SLATE FINISHED SLATE PUMICE STONE TOTAL

diff.% 2005/2004 % Qt.y % Val. 19,56 2,40 9,49 17,96 65,68 67,40 -40,29 9,20 100,00 -63,92 13,35 14,94 0,00 0,00 13,35 14,94 0,00 0,00 91,94 58,90 -100,00 -100,00 13,38 14,97

Italian imports surpass, especially by value, the exports to this continent, a fact that is shared by the Far East and South America, two areas that are strong producers of raw materials. But, unlike those, Africa

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as a whole is a more balanced commercial and productive counterpart in the two big categories of materials, and, broadly speaking, it is very dialectic with us. Expectations about the future of the stone trade are positive for both parties, for the figures they can reach as well as for the general relations that can stem out of them for the general industry. Still very complicated is the relation with the Far East, where the difficulties resulting from the distance and fast changes, as well as by the effective existence of different realities and times, sometimes in contrast to each other, makes the picture an ever-changing one, unfailingly different from expectations. Each country behaves differently, and, even within the same area, deep distinctions exist in their relations with the outer world. Overall, all items show a negative balance compared with last year, even if the mean values grow even in this case, and they do grow appreciably. But this is a trade volume that does not catch up well enough, and here it is much more damaged by the new roles and innovation taking place across the world. What countries have been the best partners of the Italy of stone in 2005, and for what products? As to marble blocks and slabs, the top supplier to Italy has lately been Egypt, followed by Turkey, Tunisia, Spain and Portugal. It’s nothing new, and it’s not surprising either, but certainly this increase is fast and deserves attention. Croatia too plays a role, but it’s difficult to understand what figures it involves since such figures have often been distorted by less valuable materials; above all, Croatia is slightly decreasing compared with 2004, along with Turkey and Spain, while Egypt and Tunisia are increasing. The Italian exports of the same commodity have had other important partners, both in Europe and outside. Spain, again, in Europe, and the United States; and then, Lebanon in the Middle East, along with Jordan and many other countries of that region, to end with China and a bit of India. But this item is not one of those that are really very important for our exports, or better, it is, but only for a few productive regions which are very specialised. As to granite blocks and slabs, our exports speak a little bit louder than in 2004, but only by volume. Values are remarkably decreasing, and this item as a whole matters less and less. Imports are decreasing as well, which proves that the producer countries are more and more well-versed in locally processing their own materials, while Italy retains the specialised product range which is then sold on the domestic market and in Europe, as well as on the foreign markets, and precisely on the farthest and most demanding ones. Great suppliers, as usual, are India, which is still the most important one, even if its volumes are remarkably decreasing, South Africa, which is recovering from last year, Brazil, which decreases its direct exports of raw materials to the Italian producers, followed by Norway, Finland and Zimbabwe. In the granite block market, there’s some positive news: the comeback, after such a long time, of Angola as an important granite producer. Even if still very far from the old levels and above all from its close competitors, its growth pace is very lively and its materials are there to be seen, bought and appreciated all over again. The items that play a decisive role for the trend of our stone industry, though, are those of finished marble and granite exports. Here the picture looks much more intricate and detailed. Given that the domestic productions of raw materials are very significant on the foreign markets as well, since Italian marble plays a leading role in our exports, the balance of foreign trade is not encouraging, and above all it follows a cycle of gradual erosion of volumes that has been going on for a few years. Europe and North America count for more, and, in Europe, Germany, along with Spain and the United Kingdom, has entered a process of a remarkable drop in its volumes of imports from Italy. The competition of Turkey, above all, but also of other countries, is deeply felt, and the euro, as a shared currency, is not enough to cover the differences in the final costs that weigh on the Italian finished marble. Russia is therefore a nice exception on the continental scene, and, even if its levels are not too high yet, they are nearly as high as Switzerland, one of Italy’s traditional markets as well as its border market. In the

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Italian statistic declarations, the United States are still extremely important and overwhelming as the destination market of our marble and travertine, and the district of Carrara and Tuscany are still the first and foremost counterparts and the leading partners, especially by value: their white marble, and even more their finishes and professional skills, are strongly predominant and are top of the rank, closely followed by the products made and processed in Veneto. But the best news comes from the Middle East, where Saudi Arabia and the Arab Emirates have performed very well, mainly by value. It’s mainly thanks to them if the picture of the whole region looks so good, while the percentage volumes have mostly grown in Lebanon and in few other countries. Not much has changed instead in the Far East, even if South Korea and Singapore have both been positive markets, China is not taking off for our products, while Japan, still important, is not out of its negative cycle yet. Finished granite still has the European Union and its 25 member countries as its most important area, which alone covers over 44% of the total in this category. And while Germany remains the largest market, it is however on the decrease, especially by volume, and it is a noticeable decrease, which in German consumption is made up for by the imports that come more and more often from China and by the appreciation of the average products coming from Italy, whose unit values are higher. But behind Germany, that we could call a nice but slowly declining market, new markets are growing, still in Central Europe, definitely smaller but lively and generally fast growing, such as Poland, the Czech Republic, Hungary, Slovenia and the Baltic Republics. Only time will tell if this performance will last long term, but for the time being it is a rewarding fact for our products, even if it is still young and small. The northern area, composed of Belgium, Luxembourg, Holland and Denmark, is also on the increase, even if slightly and comparatively vaguely in the real outline of flows and destinations of materials, while the United Kingdom, Ireland and France are real and growing consumption markets. It is, someway or other, the whole European Union, with some important exceptions, for instance Spain, that shows signs of expansion and recovery, which cannot easily be viewed as signs of a steady recovery but which mean that the general picture is surely based on stable, well organised market structures and usually neat commercial channels. In non-EU Europe, Switzerland as usual is positive and very important, while Russia betrays a remarkable fall-off, especially by values: for some time, though, this country has shown yearly fluctuations, which in the long run, however, exhibit a basically positive and generally important trend. Out of Europe, it’s the United States once again that are growing, by mean and absolute values only, and it is still the first and foremost market, widely covered by the two main Italian stone districts, while the Middle East see Saudi Arabia and Qatar increasing a little bit, but still less for instance than the newcomer Slovenia. In the Far East, only Singapore and Thailand show some positive signs, and the whole area remains a bit on the side. Overall, therefore, for the Italian stone industry abroad, 2005 has been a fluctuating year: the first three months have been positive, followed by a slight drop, and some recovery at the end, which seems to go on in 2006, suggesting a “flurry” that may turn into a recovery, boosted by some important building and property markets, stable and distinguished for some time. The economic growth of a country always involves a rise in its average living standards, which also involve the improvement of one’s living areas, where our and others’ stones find their place and their role: what is happening in some European countries, especially in central-eastern Europe, is significant in this respect. And, in the process of growing, one soon learns how to process and enhance a product that becomes a consumer good and a resource in itself, in using and in doing, in producing and in processing. For Italy, instead, the domestic consumption market has slowed down, and it is a fall-off that is going on. It was to be expected, since in the Nineties and in the early 2000 Italy experienced the longest ever building and property expansion since the post-war period. Even if the property market is still very lively, and deeply speculative, property developments need investments from families and small and

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medium-small private investors, who are slowly disappearing, partly due to an objective state of market saturation. In addition, the problem is compounded by some basic uncertainty about the economic policies of the country, which have also slowed down investments in the most classical and usual nonmonetary investment, i.e. real estate. The wide majority of Italian families own the house in which they live, and home maintenance and refurbishments are expense items that so far have largely driven the private area of this industry. Now, we are going through a break, and it’s difficult to say whether things will soon resume growing, as it will depend on the new generations’ and new citizens’ confidence in the future. There are still public works, which are needed and with which the stone industry has always had an important relationship, as well as a few problems, due to the competition of different materials and its exceedingly scattered availability. If at last it will manage to aptly handle these factors and the attendant opportunities for the domestic stone industry, it will have some chance of success that so far has only been partly explored. But it must be well aware that there are no such things as protected market areas or specialty niches, by now totally sheltered from the winds of external competition: alternative materials, very good at penetrating the markets, alternative producers who offer competitive prices and competitive final supplies, which just for the time being are still unfit for our domestic market, are all well-known factors, which have already been tested and tried elsewhere and which begin to be felt also “at home” and which we are going to feel even deeper in the future. It is up to the industry to fit in and to get ready, in order to respond in the right time and in the right ways. All in all, a year of news that had been born some time ago but that now have become more transparent for the Italian stone industry: a growth, not so much of a market growth as a grow in its level of evolution, in its international character, in the level of complexity of its foreign market share. The confrontation with situations that force it to grow and adjust itself, and quickly, if it does not want to be driven out of the international arena, clearly ends up by benefiting the whole productive structure, or better, its surviving part: this is, indeed, the point that counts for more and is more meaningful. The Italian stone companies are going through a gradual repositioning, not only on the international market scene, but above all within themselves, as productive structures. Small-size businesses are now in distress, and more and more so, due to objective reasons associated with their lowest income limits, and, now more than ever, they need investments in technology, training and professional skills for labour and management, investments in general business skills: a threshold that is rising quickly and requires appropriate resources and proportions. And small-size businesses, unless they have some very peculiar specialty profile, unless they are part of a productive chain in which they fit perfectly and which promotes them as long as it may last, find it increasingly hard to preserve their current profile. If they do grow and change, that’s fine: otherwise, competition is too fierce, and they have to change or die. The industry will most likely come out of this process a stronger, more complex and wider one, as well as the external stone world is more complex and wider; but the process cannot be painless, especially in areas in which the level of specialisation involves local and social forces that are not easy to manage in an appropriate way, if the process should speed up any further. Conversely, the external scenario looks really pressing, hurries everyone and dictates quick response and reaction times. The time factor is by now the really strategic factor that will make or break the industry, as we have been saying for years, and the Italian stone industry must hurry up. It has the technical, human and structural resources to succeed, and, as we have seen, the first important steps have been taken. Now, we have to move on and handle the process on our ground, within our domestic and local productive scene.

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MACHINERY Also in the machinery sector, for the Italian production area, some difficulty has been felt during this 2005, even if, on an international level, we cannot know much about the overall trend of the world trade yet. We know for sure that come countries have slowed down their imports in some categories of equipment, but above all we know that the Italian exports of machine tools have come to a halt, even if this comes after such a year as 2004, which had been a year of great expansion for the national producers. Overall, in 2005 Italy exported 426 million euros’ worth, if we only consider the processing machinery designed for the stone industry, excluding therefore the quarrying machines and the machines which can be used otherwise. In 2004, Italy had exported over 462 million euros’ worth, about 8% less per annum, but there are some more specific aspects to be taken into account. Firstly, the specific ‘cutting machines’ category has recovered once again its trend, evidence of the fact there must be countries which are properly equipping themselves, once again, for the initial processing of stone blocks. Italian production in this area is very well known, especially by the historical stone producers, and it is just the companies’ expansion of in the third countries for the processing of stone near the quarrying sites that involves the use of sophisticated, reliable technology. The development of technology, even if it can hardly be appreciated year after year, since it is often an incremental or progressive process, involves moments of expansion alternating with moments of decline, which come in the form of veritable cycles, sometimes longer, sometimes very short. And so we see that, over the last few years, there have often been some mini-cycles of expansion and decline, with an alternation of initial processing and later finishing for some categories of countries, in a trend that reflects quite accurately the development-strengthening-expansion cycle of the productive stages that the country goes through. These are processes that move in waves, which however in the last few years have seen the rise of new protagonists in the manufacture and marketing of technology for the stone industry. Italy, as a long-time manufacturer of advanced technology, application and research for the stone industry, is experiencing a bit of all these factors, including the recent competition, even in this field, of new manufacturers that are emerging on the market and can supply products which are not always equally acclaimed but are certainly competitive and increasing. Reading a few figures about the world exports for the last three years, produced by the United Nations, can help outline the process and its shades: they give a good picture of the trade flows, even if 2005 cannot be included, since it is still largely incomplete 1. Tab. 4. Exports of stone processing machines/Exports only, Values in million US dollars ITALY-REST OF THE WORLD

2004

2003

2002

CUTTING MACHINERY

23,90

29,97

25,34

PROCESSING/POLISHING MACHINERY

19,96

25,71

25,62

MACHINE TOOL

33,23

39,59

32,63

OVERALL TOTAL

24,83

31,17

28,07

Once again, the international development trend dictated the supply and market trends, in a scenario where the greatest competitor of the Italian industry has often been Japan and, in some types of technology, the United States and South Korea. Italy’s specialising in machine tools has certainly 1

Statistics only concern exports, so as not to run into all those problems that a comparison between imports and exports would involve in international statistics. The figures are always appreciably out of sync, both because they often come from the classed countries, depending on whether the statistics are issued by importers or exporters, and because of the technical differences existing between CIF declarations and FOB declarations.

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boosted its role in this entry, but in 2005 the impact of external fluctuations and the competition of third countries have affected this sector more than others. Still in such a difficult year, the cutting machines still hold out, especially in general business value and especially in non-EU Europe, North America and the Middle East. Similarly to what happened last year, the Italian exports to the rest of the world can be described in their complexity by geographical areas and by trends, as shown in the Table below. Tab. 5. Italian exports of marble processing machines in 2005/Values in thousand euros PROCESSING/ POLISHING MACHINERY

CUTTING MACHINERY Value Diff.% 000€ ‘05/’04

Rate

Value Diff.% 000€ ‘05/’04

MACHINE TOOLS Rate

Value Diff.% 000€ ‘05/’04

TOTAL

Rate

Value Diff.% 000€ ‘05/’04

Rate

European Union

35.020

-0,8

24,2

23.727

18,1

30,0

52.930

-11,3

26,3 111.677

-3,0

26,2

Non-EU Europe

20.167

22,8

13,9

10.152

48,8

12,8

25.104

-38,3

12,5

55.423

-13,4

13,0

Africa

10.635

4,3

7,3

2.386

-33,7

3,0

23.426

-13,5

11,6

36.447

-10,9

8,6

North America

22.893

72,1

15,8

14.292

-36,4

18,1

23.153

3,2

11,5

60.338

3,7

14,2

9.729

-27,7

6,7

6.154

65,4

7,8

12.643

-28,0

6,3

28.526

-17,9

6,7

Middle East

31.640

42,4

21,8

15.065

37,8

19,0

39.173

-31,5

19,4

85.878

-5,0

20,2

Far East

13.610

-7,4

9,4

5.113

-50,3

6,5

21.572

-24,7

10,7

40.295

-24,8

9,5

Oceania

1.316

-13,1

0,9

2.241

74,4

2,8

3.474

39,7

1,7

7.031

33,0

1,7

145.010

14,1

100,0

79.132

-0,1

100,0 201.552

-21,2

100,0 425.694

-7,9

100,0

Central and Southern America

Total

The region that has had a better overall trend is North America, which delivers a positive result even by volume, proving it is not just a matter of higher mean values, but a matter of stronger and demanding consumption. Non-EU Europe, instead, is still within the range of the heavier processing machines and not in that of machine tools. In 2005, the European Union proves once again to be the most important market, even in technology: it’s not just the proximity that matters, the currency and the knowledge of the market and its being within easy reach clearly matter more than other factors, which however will become more and more important in the future.

FINAL COMMENTS The process of adjustment of the international stone industry to the most advanced and sophisticated sectors has gone through one more year of growth. It is not easy to outline this process and its timing, which are not easy to define in terms of days or months, but the result, one year down the line, can be felt and appreciated. Day after day, the brokering mechanisms get more intensive and the operators adjust to them and find their final details, while the statistic figures, taken altogether, summed up and related between different countries and codes reveal the deep flows that are running through the industry. These processes are not easy to quantify nor are the figures liable to a shallow or rash reading; instead, they arise more doubts and confusion that they dispel; however, a few things are quite clear. 1) “Globalisation”: a word that has been overused to describe, instead, a real, irrepressible process, which is changing the face of the stone industry as well. Perhaps some behaviours are just beginning to happen, there might be a partial comeback of more traditional models and practices, but what has been built over the last two to three years will never be wiped out. The internationalisation of

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some major productions, because of the differences in the costing chain between historical and industrialised countries and countries which are by now as industrialised but less historical and tied up, has not only begun but it is also well developed, up and running and cannot be simply obliterated. Not only it would no longer be possible, but it would not be expedient either, because the new arrangements are by now a factor of stability, even in the progress of the industry. On one side, the many producer countries benefit from the development and promotion of their materials, and this is becoming more and more of a development model, not just for the companies, but for the whole industry and for the stone districts or regions, as well as for other commodities or goods. On the other side, the possession of the sales channels and the technical and productive knowhow make us act as an active interface between supply and demand, through different forms of involvement in both the supply and demand sides and in the productive networks. In other words, network nodes are created that are involved in the connection between production and market, in a more intangible way, which is however more complex than it used to be not too long ago, thus providing integration and coordination between different production sites and between different skills and roles in a business to business approach which just a few years ago was much more difficult and uneconomic. In this way, market relations look perhaps more ‘blurred’ than the official figures, but they are equally clear if they are read in the light of the relation between production and cooperation in a complex chain. In other words, the productive chain is no longer simply located in a productive area, but is reconstructed in many different forms, many different places and methods, so as to be better equipped to tap into the demand and respond to it in the best possible way, as the case may be: the production district, even where it survives, opens up and somehow rises above its narrow local roots to gain the productive advantages of other production areas and try to make them its own. This is the real effect of internationalisation, of the increasing automation of technology and of the introduction of instant distance communication media, which can be used to make up for those deficiencies that may be due o the physical distance from the production sites. The chain gets more complicated, and at the same time it grows into more intricate functional models, passing through the redefinition of market roles. There have recently been works made with materials from one country, which was the main contractor of some other country, processed in another country and installed by labour from yet another country: this is just the beginning, and the availability of technology, communication, capitals and labour that are shared and can be shared between different countries will make such processes ever more widespread and impersonal. 2) What markets? Firstly, we saw that the United States, even at the end of 2005, remain the best consumer of stone materials from all over the world: they consume a lot and they consume well, even today. If for any reason whatsoever this market should, all of a sudden, find itself in a tight spot, before the other consumers could definitely and openly grow as an alternative, the whole industry would be seriously in danger. In a few years’ time, when the evolutionary drive to consumption, even in other regions – first and foremost the Far East but also the European one, the EU all busy recovering and the other countries generally growing too – will be way forward, this will not be a risk any more, as it could be now. In the meantime, the perspective slowdown of Chinese consumption, in the run-up to 2008, the year of the Olympic Games, poses the risk that the industry development might slow down, even if the other forecasts remain unchanged. It will be up to different geographical and economic areas to take over the expansion of the processes that closely concern us for the economic development of the stone and building industries as well as that of all the other industries. 3) What areas, then? Again, the Far East, with the other producer and consumer giant that is India, which still receives less than the other markets but grows, due to the liberalisation of the stone trade,

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both at a local and wider level, and as a producer. And India grows not just in terms of volumes and supply, but as an industry profile, as a complex, advanced presence on the international scene. There are productive regions that have shown to be able to make quick investments and developments and to have high technological capabilities, which refer back to the expansive drive of other nearby markets, such as South Korea and Japan, which is still there, still ready to buy many important product types. Investments get more intensive and are deployed in sophisticated manners that other countries have problems using, even countries that have nominally worked for longer and in a “historical” international role. It can rely on its size and innovation capability, its geo-economic role and the history of its industry, and in the end the results are more than positive, not just in their figures but also in their outlook. In other words, India is a reality of the present and not only that – or above all that – it is a reality of the future of the industry. And then, the Middle East, which keeps investing in the use and production of marble and stones, intensifying the works that use up all ranges of finished products and which, with its building sites and its building works, is still a comprehensive key market. Even in this area, we find proof that the industry can fit in naturally and drive the development of important areas and local districts, and that this area can give a decisive contribution to the overall development of the international stone scene: cutting-edge applications, intensive use, sales and operating, brokering capacity, acting as an interface between producers and consumers and between different operations, which sometimes can be very distant from each other, are all functions that have an ultimate, well developed application in many parts of this area. Of course, as in any other place, several players share the same market, but this simply makes room for several players, so that all of them can work there and find their own space and their own position. We have spoken about North Africa on many an occasion. It is also involved in the future of the industry: such countries as Egypt are starting to be deeply involved with many markets, such as Italy and Spain on one side, and China on the other side. And then, Algeria, Tunisia, Morocco, are all well into the independent exploitation of their own resources, in terms of materials, work and uses. The rest of Africa is growing too, and it is rapidly getting busy promoting its own resources through cooperation with European and non-European players. The comeback of Angola in the international scenario can be, in this respect, a sign of the expansion of the opportunities that the industry is offering and using, at a time in which positive prospects are opening up and the industry is teeming with developments. Latin America too will have its say in the near future. The role that has been played, over the last two years, by such a country as Brazil, for example, is a case in point: it produces, it consumes, it processes, it exports and it is carving out wider and wider market shares in some important countries. The only risk factor lies in the value of its exports, the unit mean values of which are decreasing in some countries: while the promotion of one’s own product must run at the same pace as the development of one’s independent production and general supply. Another certainty are the great historical European markets where innovative products are tried and tested, where the use of marble and stones has always remained above average, where Germany, the United Kingdom, Spain, Italy and France keep consuming, producing, trying, applying in an appreciably new manner, with methods and innovative contents that never stop. There are good prospects in the new Eastern European markets as well, as they grow and team up with the more traditional ones, as their general conditions improve and their development prospects get wider and stronger. And all this while product innovation teams up with process and application innovation. 4) Innovation, indeed: starting from technology, innovation helps speed up that process of internationalisation of the chain and the whole industry which we have just mentioned, thus changing the contribution of specific professional skills and research. Or better, a contribution is

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given by technology, which applies innovation, encompasses it, handing over to the market those sophisticated products which can be easily used at every step of the cycle. Innovation can level out all the differences or cause them to appear where there are none, through the ability to use it, transfer it from other applications or see it where it was not. In the stone industry, there are new events, especially in the products, but what is new is not always really, generally better than the traditional, and the recent history of the industry recalls several attempts of looking for some way out through promising products, which eventually came to nothing, because they failed to reward the innovative efforts that they demanded. Then, innovation was found in some other aspects of the industry, in the general product and process guarantees or in safety, for instance, or in the site management methods, in the management of orders, in inspections, in the more intangible aspects of the overall cycle. The important thing, however, is that, once again, barriers are being pulled down here, which used to be conservatively much higher and more selective entrance thresholds: in the past, it used to be more difficult for those who were not already into the market to enter it and play a part in it. Nowadays, the thresholds are still there, but they are different and differently penetrable. This review moves on to more macro-economical issues and comments. Economies, also in the stone industry, are becoming more and more interrelated, and the boost to the redefinition and shuffling of the roles is strong and unstoppable. This boost can sometimes look unstable, with potentially unpredictable consequences at the beginning: for instance, they can shift the centreline of competition towards new players and new protagonists, which might even not play the role that the old players had played for a long time and which might leave some functions and business areas exposed in ways that were unimaginable before. And so, in order to maintain success, one must also be able to fit in with a highrisk scene, which demands a scale size, an operating efficiency and the ability to float in conditions that are much more unstable and unsettled than in the past. So, the newcomers of the international industry are trying to bring the terms of competition back to more “usual� values: an important factor, then, in the recent progress of the stone industry, is still the final market price, alongside the timing and the methods of the supply. So, the range of players who keep doing research, producing and testing and trying out innovative products, processes and applications, curbing the competition of the other sectors, such as ceramics, is getting thinner, and the problems of innovation are left behind. They are left more and more to those who have to turn innovation into a tool for keeping their market share and for retaining their role; and the ability to tackle them must go hand in hand with the attendant results. This is the hardest point, right now: innovation is more and more transferable and transferred, and the advantages of being the first to solve some complex problem are often thwarted by the costs incurred in relation to the length of such benefits. It is a factor that, once again, can redefine the terms of the perspective and the scenario in which the industry is located and above all it can lead to a further, new reshuffling of the current international and regional protagonists, with trends and developments that can hardly be predicted right now. Even in the stone industry, the future has just begun.

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STONE SECTOR 2005 Industrie Italienne et Conjoncture Internationale Silvana Napoli

INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.

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TABLEAU GENERAL La reprise de l’économie internationale, après un 2004 record, a poursuivi en 2005, surtout dans la deuxième partie de l’année, forte et résolue même si légèrement plus lente par rapport à l’année précédente. En dépit de grandes difficultés crées par un tableau géopolitique en agitation, le commerce international a grandi à rythmes proches de l’année passée, soutenu par les deux économies en ce moment les plus fortes, les Etats Unis et la Chine. Deux parcours et deux profils différents, mais unis par une grande force d’expansion et par des étroites interdépendances, avec des zones de soutien et de proximité économique fondamental pour la réalisation de leurs propres objectifs commerciaux, industriels et financiers. Même si dans des contextes différents, les deux protagonistes de la scène économique internationale, ont cependant partagés plusieurs facteurs, et ils se sont réciproquement influencés de manière profonde. Même si les événements politiques, surtout étrangers, ont mené les media des Etats Unis a sous estimer les succès économiques remporté en plusieurs champs, la réalité du 2005 reste celle d’une autre année de croissance record soutenue par la croissance de l’occupation et par les consommations, où le marché immobilière a joué un rôle important. L’augmentation même des coûts énergétiques, récemment câblé mais déjà montants pendant le 2005, n’a pas influé négativement sur l’évolution de la situation nord américaine, tandis que l’inflation est resté contenue et dans les limites prévues. Même situation partagée par l’area de l’Union Européenne qui a amélioré sa croissance dans la dernière partie de l’année, mais qui a vécu une croissance dans le complexe inférieure aux prévisions. L’échange euro dollar a réduit par rapport aux années précédentes, et cela a progressivement amélioré le contexte des échanges pour les entreprises et les productions européennes. Dans les premiers mois du 2005 le dollar a récupéré par rapport à l’euro et au yen, et il s’est stabilisé substantiellement à 1,20 dollar par euro. Les Pays émergeants ont en générale amélioré leur position internationale, surtout dans certains champs technologiquement avancés: Chine, Inde, Brésil et Russie ont guidé le procès de croissance, contribuant à l’avancement général de manière absolument déterminante. La Chine a récemment revu ses statistiques officielles sur les taux de croissance des derniers douze ans, et comme prévu ils sont à la hausse. Dans l’économie chinoise c’est surtout le secteur tertiaire, en précédence sous estimé qui a grandi, montrant qu’il y a eu et il y a une restructuration constante de l’économie, surtout en termes d’incidence de consommations sur le PIB*. Au même temps croît l’attention vers les différences encore trop profonde, entre les aires développées, généralement urbaines, et les aires arriérés, généralement rurales. Peu inférieur le taux de croissance de l’économie indienne, où le rôle des services, de la recherche et de la production à haute technologie a été et est très élevé. Directe conséquence: un flux élevé d’investissement direct à l’étranger, en croissance sur le 2004. Le Brésil aussi a continué de grandir, même s’il a ralenti par rapport au 2004, ainsi comme une bonne partie de l’Amérique Latine, où l’exploitation de ses propres ressources et des matières premier deviennent valorisation autonome et croissance de la richesse interne. La valorisation des ressources a marqué aussi l’évolution positive de l’économie russe, qui a décidemment profité de la majoration du pétrole et du gaz, même si avec quelque répercussion d’inflation plus marqué par rapport aux autres pays.

SECTEUR LAPIDAIRE INTERNATIONAL Depuis plusieurs années désormais, le secteur du lapidaire à niveau international, vit une phase d’expansion d’ensemble, dû en premier lieu, à deux grands moteurs qui alimentent l’économie internationale. Etats Unis et Chine ont eu une fonction sûrement très forte et la situation n’a pas varié

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pour ce 2005. Mais ces deux nations ne sont pas les seules qui contribuent à la croissance et la bonne santé du lapidaire dans le monde, surtout si l’on considère que leur rôle est profondément différent et que l’on doit prendre en considération celui exercé par d’autres sujets. Aux Etats Unis répond un profile de grand consommateur de matériau, surtout travaillés, soit fini que demi fini, tandis qu’à la Chine répond sûrement une collocation internationale de consommateur, mais plus encore de producteur et transformateur de pierres, marbres, granits ou quoi que ce soit. Pour cette année aussi, elle a veçu une période de grand protagoniste dans toutes les phases du cycle du lapidaire, à partir de la production de matière première, à l’acquisition de matériel produit par d’autres, à la transformation de son propre matériel et de celui d’autrui, à la commercialisation dans toutes les zones du monde, à la consommation, surtout interne, mais aussi des zones limitrophes et de proximité avec d’autres marchés. Cette activité complexe et totale est organisée depuis plusieurs années avec beaucoup de dynamisme par producteurs et opérateurs de la République Populaire, que pendant ce 2005 aussi a continué de se renforcer et grandir. Mais, depuis beaucoup de temps, les rythmes de croissance principalement dans le secteur interne, c’est à dire dans le secteur production, ont commencé de ralentir et à ne plus avoir deux chiffres par rapport à l’année précédente. Par rapport au 2004 on reste toujours en termes de variation positive et en tout cas les chiffres de la République laissent en arrière tout concurrent, avec la seule exception, peut-être, de l’Inde. Derrière ce relatif ralentissement, il y a beaucoup de raisons, toutes très importantes comme la nécessité de réorganiser les méthodes et les paramètres de développement des activités économiques, en particulier extractives, que le Pays est en train de réordonner. Nombreux sont les thèmes et les facteurs de développement générateurs de problèmes négligés jusq’ici pour l’impérieuse croissance économique, mais ils sont désormais inévitables et générateurs de préoccupations qui ne peuvent plus être ignoré ou bien qu’il vaut mieux affronter pour ne pas devoir affronter dans l’émergence situations peu agréables ou ne pas voulues. Et ainsi le milieu ambiant, des facteurs de mise en sûreté et d’autres facteurs ont mené le secteur du lapidaire à être inclus dans le tableau des activités de mine et de carrière à réglementer, à travers des normatives produites pour tout le territoire de la République. A part cela, les nouveautés du Pays concernent principalement deux aspects: d’un coté l’élargissement du rôle d’acquisition étrangère de matière première, marbres et granits, à travers l’appropriation directe non seulement de matière première dans la carrière, mais de la carrière elle-même, dans des pays loin de l’Extrême Orient. Et de l’autre cote, un légère ralentissement des consommations et du développement d’ensemble du secteur, qui commence à consolider les résultats jusqu’ici rejoints, et surtout à se ressentir du déjà fait. Par exemple, la croissance de consommation interne, qui a eu une impulsion aussi dans la perspective des jeux olympiques du 2008, commence à se réduire à fur et à mesure que les plans de travail connaissent actuation et réalisation, et que le développement jusqu’ici frénétique des activités immobilières se fait plus «normale» et descend sous les deux chiffres de croissance sur base annuelle. Enfin, même s’il s’agit d’un pays aux dimensions d’un continent, il est difficile de rester au delà de certains seuils de la courbe du développement en restant un tout cas un énorme marché ainsi que énorme producteur désormais acquis par le secteur internationale, même sans taux de croissance ultra rapide. L’activité à l’étrangère, au contraire, reste important surtout sous l’aspect de l’acquisition directe de carrières et de structures productives étrangère qui garanties une chaîne d’approvisionnement et de distribution plus flexible, plus efficace et plus internationale. Pour mieux représenter ce qui s’est passé dans les derniers trois ans, on donne un tableau résumant les mouvements déclarés directement par la République Populaire Chinoise, sans considérer les échanges avec Hoing Kong et Taiwan.

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Tab. 1A. Chine Tous les pays/Import 2005

2004

2003

Bruts

Travailles

Bruts

Travailles

Bruts

Travailles

MARBRE

2388,16

44,54

2173,56

37,40

1771,59

36,37

GRANIT

2044,60

9,65

1934,09

11,59

1545,17

9,96

TOTALE

4432,77

54,19

4107,65

49,00

3316,76

46,32

Bruts

Travailles

Bruts

Travailles

Bruts

59,42

613,28

55,79

418,13

103,95

261,51

GRANIT

1770,52

6160,28

1041,77

5371,83

608,92

4860,42

TOTALE

1829,94

6773,56

1097,56

5789,96

712,87

5121,93

Tab. 1B. Chine Tous les pays/Export 2005 MARBRE

2004

2003 Travailles

L’impulsion à l’internationalisation a été très fort pour d’autres Pays aussi et il a fait émerger une chaîne productive, commerciale et organisatrice plus complexe par rapport au passé qui implique des autres protagonistes du secteur international. Pour bien lire certains aspects du secteur qui sont en train d’assumer de contours plus fort donc plus défini et «lourd» qu’avant, il faut toujours considérer que les Etats-Unis sont le marché de consommation le plus convoité, le plus vif et le plus réceptif. On parle d’un phénomène qui concerne un peu tous les Pays fournisseurs de ce marché, exigeante, qualifié, de grands volumes et disponible à payer ce qui demande. Il s’agit d’une progressive articulation du tableau de production surtout pour ce qui concerne les granits travaillés destiné à ce Pays, de produits qui sont transformés dans des endroits qui ne sont presque plus dans le Pays qui garantie et coordonne l’entier fourniture:les Pays où l’on extrait la matière première s’organisent de plus en plus pour la transformer, et l’entreprise qui coordonne le travail et garantie au destinataire a toujours plus un profile internationale où participent des sujets non seulement locale. Des fois il s’agit simplement d’un procès de tertiarisation de production, qui est garantie par un troisième sujet par rapport au producteur physique, en soulignant un double aspect du phénomène. On a d’un coté, le fractionnement progressif de certains rôles, qui restent en tout cas fondamental pour le réseau commercial et de distribution du travail: il faut penser à la garantie, à la responsabilité à l’égard du client, à la gestion des rapports commerciaux et aux compétences générales dans la fourniture d’une commande, même si souvent il s’agit de produits non particulièrement complexe. On sait bien, en effet, qui, par exemple dans le cas de l’Italie, quand il s’agit de certaines productions spéciales, le déroulement du processus chez nos entreprises est particulièrement important pour la bonne réussite de la fourniture. De l’autre coté, cependant, on doit faire face au besoin de contenir certains coûts, par exemple de transport et de production d’ensemble, travail inclus et ainsi le réponse de la «globalisation» devient inévitable, soutenue aussi par l’internationalisation du travail possible grâce à la technologie, qui est toujours plus accessible à tout le monde. Le travail sur place dans le lieu d’extraction devient alors la solution la meilleure, et ce travail peut alors vraiment s’étaler de manière internationale, à tous les Pays producteurs, surtout si physiquement proches du marché finale, et compétitifs dans les coûts de production. Les rapports de collaboration productive grandissent parmi des sujets de différente provenance, soit géographique qu’économique, et l’internationalisation du secteur du lapidaire avance selon son parcours spécifique toujours plus proche à celui d’autres secteurs et toujours plus complexe et évolué. C’est ainsi que les Pays producteurs de matière première, se développent et s’acheminent vers une autonomie toujours plus nette et complète, même si pour l’instant on n’est pas en mesure de lire leur fonction dans les tableaux d’échange internationale. Mais quand on verra dans ces données ce qu’on peut pour l’instant seulement lire entre les lignes, une fois

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le processus de croissance terminé, le rôle des Pays actuellement «Père d’adoption»du développement sectoriel et historique sera différent, et encore plus indéfini et immatériel. Il s’agit de parcours d’une évolution d’ensemble du modèle international du lapidaire, qui se situe toujours plus dans le scénario mondiale comme secteur articulé, répandu dans le monde entier et composé par un parterre chaque année plus significatif de protagonistes. A coté de ces aspects générales, mais important, qui nous disent comment certains sujets sont en train de grandir et demain seront plus autonome, actifs et conscient de leur importance, nous pouvons voir certains aspects plus contingents, relatifs au 2005 qui a encore vu grandir le secteur à niveau internationale, mais non pas avec la même vitesse que nous révélons depuis quelques années. Nous avons relevé que la Chine commence de ralentir ses performances générales, insoutenable à long termes même pour une réalité ainsi en expansion, même si toujours plus elle se montre au secteur international comme sujet qui s’approprie directement de matière première dans de troisièmes pays, à travers des acquisitions et des participations à l’étranger assumé en première personne. Mais d’autres industries nationales, au contraire continuent de bouger à vitesse soutenue dans le développement à outrance: le Brésil continue à creuser, à transformer, et exporter pierres chaque années en quantité supérieur à l’année précédente même si ses exportations soit de travaillés que de brutes et demi brute voient souvent descendre leur valeur moyenne à l’unité exprimé en dollar Usa. L’Inde continue elle-même de produire une quantité importante de matériau toujours très apprécié, et à consolider des rapports de collaboration et d’échange avec les Pays proche et au même temps elle commence de plus en plus à importer, et non seulement de la matière première. Toute la zone du Moyen Orient montre une vitalité du secteur que les chiffres formels, souvent décalés temporellement par rapport aux fournisseurs et aux producteurs occidentaux n’arrivent pas à représenter de manière adéquate. Il s’agit d’activités d’échange et d’intégration opérative réciproque, mais ouverte aussi aux contributions d’autres pays producteurs, dans un modèle de marché et de filière de production vraiment complète et dans un certain sens exemplaire. Dans cette area la Turquie a revêtue un rôle de relief, comme pays importante de proximité, un pays qui continue de s’élargir de manière qualifié et forte, même si tourné plus sur les marbres que sur les granits. Elle a beaucoup exporté de blocs en Syrie et en Chine, tandis que vers les Etats-Unis et vers les autres pays elle a privilégié les produits travaillés (à noter: nombreuses transactions des produits travaillés se passent dans des zones franches dont il n’est pas possible de reconstruire le réel chemin parcouru par la marchandise). Sa présence dans le marché nord américain est désormais plus importante de celle historique des producteurs européens surtout pour ce qui concerne les marbres travaillés où il y a déjà une année elle a dépassé malheureusement l’Italie. Le parcours de croissance de l’industrie turque du lapidaire continue donc, soutenue par la réceptivité des marchés finales et par la qualité des produits soit comme matériau que comme travail, et comme offre d’ensemble. Pour ce qui concerne le 2005 la présence de réalités plus dynamiques à niveau du lapidaire mondiale reste encore plus forte dans le granit que dans le marbre, mais les autres matériau calcaires aussi ont été valorisé et apprécié dans des nombreuses pays du monde, et la Turquie a apporté une importante contribution. Comment situer l’Europe continentale dans ce contexte? Les producteurs historiques comme Italie, Espagne, France, Portugal subissent les contrecoups d’une compétition qui garde ses avantages, surtout là où on parle de transformation actué par de troisièmes pays. Le rôle joué par l’euro en 2005, vu le renforcement du dollar USA par rapport au cours eu en 2004, a sûrement atténué la négativité de l’année précédente. Mais les facteurs structuraux de difficulté dans la compétition avec de concurrents plus jeunes restent, et ce qui en ressent le plus ce sont les pays transformateurs. L’Espagne est la seule qui résiste grâce à un éventail très ample de marchés de débouché, ses blocs et ses dalles ont trouvé en Chine un lieu d’abord favorable. Pour ce qui concerne

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les autres producteurs, surtout pour ceux qui sont important dans la phase de transformation, l’année n’a pas été facile. En générale le tableau pour les producteurs de matière première a été plus favorable tandis que le travail a été pénalisé. Tous les facteurs qui contribuent à la construction de coûts finals, limitent les entreprises européennes à un système de normatives beaucoup plus lourd et complexe, par rapport à situations plus «fraîches» et avec de problèmes historiquement moins stratifiés. Dernier élément qui mérite être pris en considération: pour cette année les mouvements de matériau travaillé et non seulement de brute à continué de croître démontrant que le secteur est en train de se renouveler, continuant dans ses processus de redéfinition des protagonistes et des marchés. Un rôle important a été joué par la Chine, mais par le Brésil et la Turquie aussi, qui ont apporté une contribution au phénomène.

SECTEUR LAPIDAIRE ITALIEN Au regard des données concernant le secteur lapidaire italien pour 2005, il est difficile d’en tirer des conclusions homogènes. Ceci s’explique par une logique interne au secteur mais également par un contexte plus ample qu’il ne faut pas négliger et qui n’est pas de nature univoque. Les répercutions de certains phénomènes ainsi que de récentes affaires contribuent également à rendre l’ensemble encore plus varié et plus hétérogène. En même temps la collocation de notre pays sur la scène internationale change: les fonctions, l’aspect immatériel des compétences, du contrôle et de la gestion assument toujours plus de poids dans le secteur alors que dans les autres cela fait bien longtemps que leur importance a déjà été démontrée. Commençons par analyser le bilan général en partant des relations avec l’étranger. En 2005 les exportations italiennes sont restées constantes par rapport à 2004, même si l’on note une légère diminution pour l’ensemble des postes principaux, comme par exemple pour les pierres les plus prisées aussi bien à l’état brut que travaillées. On note, en revanche, une faible augmentation sur des postes de moindre importance industrielle comme les grenés et les poudres. Les tableaux illustratifs sont, comme d’habitude, regroupés à l’intérieur de l’annexe statique qui se trouve à la fin du texte. Ces annexes permettent une lecture rapide et détaillée des mouvements, importations incluses. De plus, elles permettent d’évaluer de manière précise le rapport existant entre volumes et valeurs et ce, aussi bien pour chaque classe de produits que pour chacune des aires de débouchés du marché. Si l’on compare l’ensemble des données aux résultats obtenus en 2003 et en 2004, on ne constate que très peu de changements, ce qui confirme la stabilité du système lapidaire national même lorsqu’il est aux prises d’une concurrence toujours plus féroce et en perpétuelle évolution, comme nous l’avons déjà constaté depuis quelques années. Il y a deux ou trois ans que les producteurs italiens ont mis au point de nouvelles stratégies et ceci souligne la capacité du secteur lapidaire national à s’internationaliser pleinement aussi bien en répondant par des standards proportionnés aux temps à disposition qu’en évoluant d’un point de vue commercial, organisationnel et productif. Rappelons que ce qui émerge des données des tableaux que l’on trouve dans l’Annexe statistique regarde seulement ce qui transite par les douanes du pays, c’est à dire une traduction en «nombres» des mouvements physiques des marchandises. En effet les entreprises italiennes produisent également en dehors de la patrie et les marchandises crées sont le fruit d’un travail sérieux, suivi et garanti par la présence italienne à l’étranger. Nous savons, de plus, que la production et la capacité du secteur lapidaire national s’appuient sur des relations complexes et articulées au sein du réseau productif global, ce qui garanti des rapports avec les marchés de destination aux produits lapidaires d’origine italienne, choisis et accrédités en tant que tels. L’image de la production est très importante pour la production elle-même; elle en est sous-jacente,

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elle l’accompagne et garantit le produit. L’origine italienne des produits élargit les débouchés et met en avant la fonctionnalité des produits et ce, même dans le secteur lapidaire, tant ancré à l’aspect matériel; on voit donc ici sa vitalité et sa capacité pour une évolution vers des modèles plus complexes. A la lecture des données on voit émerger la production matérielle que l’Italie exporte à l’étranger, aussi bien en quantités qu’en valeurs. Il est important de considérer ensemble ces deux aspects puisque les valeurs moyennes unitaires des deux produits travaillés les plus importants, ont augmenté sur base annuelle: les marbres travaillés ont augmenté de 2,7% et les granits travaillés de 8,1%. Ces derniers résultats sont d’autant plus importants qu’ils se sont manifestés dans un contexte de croissance continue de la capacité productive et compétitive des principaux producteurs internationaux. Durant l’année considérée, le principal pays consommateur de produits lapidaires, les Etats-Unis, a connu une forte augmentation du volume de ses importations brésiliennes (rappelons que le Brésil est le principal fournisseur de ce marché) ainsi qu’une forte diminution parallèle de leur valeur moyenne. Ceci confirme la position toujours plus élevée qu’occupe l’industrie lapidaire italienne qui a un avantage compétitif qualitatif: même lorsque l’Italie est désavantagée en termes de quantités, cette dernière conserve son leadership en terme de qualité; on peut même dire qu’elle l’améliore et le renforce et ce, sur le marché de consommation le plus important et le plus compétitif. Regardons plus en détails les destinations étrangères de notre production. Raisonnons sur la base des aires géographiques de destination. Comme toujours, l’aire de référence est l’Union européenne composée par ses 25 pays, destinés à augmenter dans le futur. Cette référence est éclatante même si l’on considère la légère diminution de quelques points de pourcentage que les postes ont marqué en valeurs. Ce sont essentiellement certaines typologies de produits exportés qui font la différence, aussi bien en volumes qu’en valeurs. L’érosion des valeurs jouent en faveur de l’Afrique du nord et surtout du Moyen Orient qui se repositionne lentement comme un marché en croissance, capable d’absorber les exportations italiennes sur toute la gamme qualitative proposée. L’Europe non communautaire connaît également une croissance, surtout en ce qui concerne l’aspect qualitatif du produit. Quant à l’Extrême Orient, cette année encore, il connaît une diminution du volume de ses importations italiennes mais reste assez stable quant aux valeurs considérées dans leur ensemble. Tab. 2. Exportations italiennes pour areas géografiques/toutes les voix 2004

2005

Quota Q.te’

Quota Valeur

Quota Q.te’

Quota Valeur

45,4

36,8

46,4

36,3

7,7

9,8

7,7

9,7

AFRIQUE

10,4

3,1

12,0

3,6

NORD AMERIQUE

32,2

UNION EUROPÉENNE RESTE D’EUROPE

15,1

32,5

12,0

SUD ET CENTRE AMERIQUE

1,1

1,4

1,6

1,5

MOYEN ORIENT

9,8

6,8

11,1

7,5

ESTREME ORIENT

9,9

8,0

8,7

7,9

OCEANIE

0,6

1,6

0,5

1,4

100,0

100,0

100,0

100,0

TOTALE

Si l’on pense que l’Amérique du nord est composé de deux seuls pays, dont l’un est nettement plus important que l’autre, il est clair que les Etats-Unis représentent, au regard des marchés externes, le seul marché de loin le plus important pour l’industrie lapidaire italienne. L’Italie a déclaré un léger fléchissement des postes principaux de ses exportations vers cette aire, ce dernier doit s’analyser en termes de volumes, de valeurs et de valeurs moyennes par tonne de produits sachant que cette année le

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dollar s’est apprécié par rapport à l’euro. On constate une exception à ce processus de fléchissement au regard des valeurs des granits travaillés. C’est une belle exception car l’augmentation n’est pas négligeable. Cette dernière se traduit essentiellement par une augmentation de la valeur moyenne par unité de produits exportés et donc, par une croissance de la qualité moyenne. Toutefois, ceci n’est pas suffisant pour ramener notre pays en tête des classements relatifs aux fournisseurs étrangers des Etats-Unis, ni relativement aux granits travaillés ni relativement aux marbres. L’Afrique a également connu une belle croissance, surtout l’Afrique du nord. Cette croissance se lit aussi bien en volumes qu’en valeurs, elle touche plus les marbres que les granits. Il est intéressant de s’apercevoir des échanges réciproques que l’Italie fait avec cette aire. En effet, depuis quelques années déjà, cette aire importe et exporte des produits matériels dans et depuis notre pays de manière toujours plus importante, ceci est d’autant plus vrai pour la partie méditerranéenne de l’Afrique. Le rapport qui unit l’Italie à cette aire s’appuie sur des échanges réciproques ainsi que sur une collaboration qui engendre des impulsions productrices bilatérales, lesquelles ont des répercussions au niveau des technologies, des biens et des services. Tab. 3A. Exportation italienne en Afrique ITALIE - AFRIQUE Janviers-Décembre 2004/2005 MARBRE BLOCS ET DALLES GRANIT BLOCS ET DALLES MARBRE TRAVAILLÉ GRANIT TRAVAILLÉ AUTRES PIERRES TRAVAILLÉS SubTOT Blocs, Dalles et Travaillés GRANULÉS ET POUDRES SubTOT avec Granulés et Poudres ARDOISE BRUTE ARDOISE TRAVAILLÉ PIERRE PONCE TOTALE

2004 tonn. Euro 195.231 19.349.831 3.539 859.511 87.477 21.776.757 12.936 6.810.270 731 228.398 299.914 49.024.767 189.212 6.461.847 489.126 55.486.614 0 0 132 47.694 365 98.025 489.623 55.632.333

Export 2005 tonn. Euro 249.825 24.601.948 18.417 2.617.105 86.534 23.418.115 12.058 5.808.077 380 99.087 367.214 56.544.332 203.691 7.273.809 570.905 63.818.141 27 21.027 204 65.224 260 99.029 571.396 64.003.421

diff.% 2005/2004 % Qt.é % Val. 27,96 27,14 420,40 204,49 -1,08 7,54 -6,79 -14,72 -48,02 -56,62 22,44 15,34 7,65 12,57 16,72 15,02 0,00 0,00 54,55 36,76 -28,77 1,02 16,70 15,05

Import 2005 tonn. Euro 188.546 22.307.332 331.438 77.833.040 7.623 2.620.750 612 1.305.416 40 3.501 528.259 104.070.039 1 829 528.260 104.070.868 0 0 357 143.404 0 0 528.617 104.214.272

diff.% 2005/2004 % Qt.é % Val. 19,56 2,40 9,49 17,96 65,68 67,40 -40,29 9,20 100,00 -63,92 13,35 14,94 0,00 0,00 13,35 14,94 0,00 0,00 91,94 58,90 -100,00 -100,00 13,38 14,97

Tab. 3B. Importations italiennes de l’ Afrique ITALIE- AFRIQUE Janviers-Décembre 2004/2005 MARBRE BLOCS ET DALLES GRANIT BLOCS ET DALLES MARBRE TRAVAILLÉ GRANIT TRAVAILLÉ AUTRES PIERRES TRAVAILLÉS SubTOT Blocs, Dalles et Travaillés GRANULÉS ET POUDRES SubTOT avec Granulés et Poudres ARDOISE BRUTE ARDOISE TRAVAILLÉ PIERRE PONCE TOTALE

2004 tonn. Euro 157.694 21.785.636 302.716 65.983.871 4.601 1.565.551 1.025 1.195.390 20 9.702 466.056 90.540.150 0 0 466.056 90.540.150 0 0 186 90.247 13 11.568 466.255 90.641.965

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Par rapport à ce continent on constate un excédent des importations italiennes sur ses exportations, surtout en valeur; ce qui est également le cas pour l’Extrême Orient et l’Amérique du sud, deux zones qui produisent beaucoup de matières premières. A la différence de ces deux zones, toutefois, l’Afrique est dans son ensemble un interlocuteur commercial et productif plus équilibré quant aux deux grandes catégories de matériaux et de plus, les échanges avec ce continent sont privilégiés. Les expectatives sur les échanges lapidaires futurs sont positives pour chacun des interlocuteurs, aussi bien quant aux volumes qui pourront être échangés que quant aux rapports plus généralement considérés qui pourront naître. Le rapport avec l’Extrême Orient est toujours complexe, les difficultés sont dues aux distances et à la vitesse à laquelle les changements en cours s’opèrent, ainsi qu’à des réalités différentes, parfois diamétralement opposées. Ces problématiques sont à la base d’instabilité qui rendent les expectatives peu sures. Les différents pays ont des comportements différents et même en leur sein ils connaissent des divergences par rapport au monde extérieur. Dans l’ensemble, tous les postes ont un solde négatif par rapport à l’année précédente, même si les valeurs moyennes augmentent sensiblement dans ce cas. Il s’agit là de volumes échangés qui restent à la traîne et qui subissent les conséquences des changements de rôle et des innovations que le secteur connaît au niveau mondial. En 2005 quels sont les principaux pays partenaires de l’Italie dans le secteur lapidaire et quels sont les produits échangés? En ce qui concerne les blocs et les plaques de marbre le premier fournisseur de l’Italie, depuis peu, est l’Egypte, suivi par la Turquie, la Tunisie, l’Espagne et le Portugal. Ce n’est pas nouveau et cela ne nous surprend pas, mais comme cette augmentation est rapide elle mérite notre attention. La Croatie joue, également, un rôle mais il est difficile d’interpréter les données à son égard car celles-ci sont biaisées à cause des produits moins prisés; de plus les données relatives à la Croatie connaissent un léger fléchissement pour 2004, de la même manière que celles de la Turquie et de l’Espagne alors que celles de la Tunisie et de l’Egypte montrent une augmentation. Toujours relativement au poste considéré cidessus l’Italie exporte vers de nombreux pays, aussi bien en Europe qu’en dehors. L’Espagne tient une place importante pour l’Europe, les Etats-Unis représentent un acteur important en dehors de l’Europe. En ce qui concerne le Moyen Orient, on voit l’importance de la Libye, de la Jordanie et de bien d’autres pays encore appartenant à cette zone; enfin il y a la Chine et une partie de l’Inde. Le poste considéré n’est pas primordial relativement à nos exportations dans leur ensemble sauf si l’on considère certaines typologies de production plus spécialisée. Nos exportations de blocs et de plaques de granits sont devenues plus importantes par rapport à 2004, mais seulement en volumes. Leurs valeurs diminuent sensiblement et le poste dans son ensemble a toujours moins d’importance. Les importations diminuent également, ce qui confirme le fait que les pays producteurs se concentrent essentiellement sur la transformation interne de leurs propres matériaux alors que l’Italie continue d’avoir une production spécialisée qui trouve ses débouchés sur le marché domestique, sur le marché européen et sur les marchés plus lointains fortement qualifiés. L’Inde est, comme toujours, un grand fournisseur même si l’on constate une légère diminution des données en volumes; l’Afrique du sud connaît une belle reprise par rapport à l’année passée; le Brésil, en revanche, voit diminuer ses exportations directes de matières premières vers les producteurs italiens. On peut citer la Norvège également, ainsi que la Finlande et le Zimbabwe. Une nouveauté apparaît dans le panorama des blocs de granits: l’Angola s’insère à nouveau parmi les producteurs de granits après une longue absence. Bien qu’il soit encore loin de ses performances passées et de celles de ses concurrents les plus proches, l’Angola a un bon rythme de croissance et ses matériaux sont à nouveau sur le devant de la scène, ils sont appréciés et achetés. Les postes cruciaux pour l’évolution de notre industrie lapidaire portent, en revanche, sur les produits travaillés, aussi bien en marbre qu’en granit, pour l’exportation. A ce propos, le cadre est plus articulé

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et la lecture en est plus détaillée. Vu que nos productions de matières premières sont importantes pour les marchés externes et vu que le marbre italien joue un rôle fondamental au sein des exportations alors on peut en conclure que les données relatives au bilan des transferts à l’étranger ne sont pas très encourageantes, elles marquent un cycle qui dénote une érosion progressive des volumes, qui dure depuis quelques années déjà. L’Europe et l’Amérique du nord jouent un grand rôle L’Allemagne, de la même manière que l’Espagne et le Royaume Uni, voit diminuer ses importations en volumes en provenance de l’Italie. On voit l’impact de la concurrence turque ainsi que celle d’autres pays et bien que l’euro soit la monnaie unique elle ne suffit pas à couvrir les différences relatives aux coûts finaux dérivants des marbres travaillés italiens. La Russie fait figure d’exception au sein du cadre européen considéré dans son ensemble et même si pour l’instant les données la regardant ne sont pas encore très élevées, cellesci atteignent presque le niveau de celles de la Suisse, notre marché historique par excellence. Bien qu’en diminution, les importations italiennes aux Etats-Unis sont encore importantes et dominantes, si bien que le marché américain constitue l’un des principaux marchés de débouchés de nos marbres et travertins. C’est la région Toscane avec Carrara, en particulier, qui est le premier interlocuteur des Etats-Unis et son premier partenaire, surtout si l’on raisonne en valeurs. Ce sont les marbres blancs que l’on trouve dans la région ainsi que ses produits finis et son professionnalisme qui la distingue; cette dernière est suivie de près par la région Vénétie quant aux produits finis et au professionnalisme. Les principales nouveautés regardent le Moyen Orient où l’Arabie Saoudite et les Emirats Arabes ont connu une belle performance, notamment en termes de valeurs. C’est essentiellement à ses deux pays que l’on doit les bons résultats obtenus par la zone dans son ensemble. En termes de volumes, en revanche, on constate une augmentation en pourcentage pour le Liban et pour peu d’autres pays. Il y a peu de changement en ce qui concerne l’aire extrême orientale: la Corée du Sud et Singapour ont été tous deux des marchés positifs, il n’y a pas de décollage de la part de la Chine alors que le Japon, qui est toujours un marché important, ne réussit pas à sortir du cycle négatif dans lequel il s’est enfermé par rapport à l’année précédente. C’est l’Union européenne avec ses 25 pays qui reste l’aire de principale importance des granits travaillés, cette dernière couvre 44% du poste considéré dans son ensemble. Si l’Allemagne est toujours le marché le plus important, on constate cependant une diminution du volume de ses importations en provenance de l’Italie. Cette sensible baisse de la consommation allemande est compensée par une augmentation des importations en provenance de la Chine et par une appréciation de la moyenne des produits d’origine italienne, lesquels ont une valeur unitaire toujours supérieure. Derrière l’Allemagne, que l’on peut définir un beau marché malgré un lent déclin, on en voit émerger d’autres, faisant également partie de l’Europe Centrale. Ils sont certes moins grands mais ils sont vivaces et progressent rapidement, nous parlons de la Pologne, de la République Tchèque, de la Hongrie, de la Slovénie et de la République Baltique. L’avenir nous dira s’ils maintiendront leur niveau de performances dans le temps mais pour le moment ces derniers représentent une réalité qui récompense notre production même si cette dernière connaît encore quelques retenues car de nouvelle constitution. On note une augmentation, bien que légère et floue en ce qui concerne la définition réelle des flux de matériaux et de leurs destinations, de l’aire située au Nord; celle-ci englobe la Belgique, la Hollande et le Danemark. Le Royaume Uni, la France et l’Irlande sont, quant à eux, de vrais marchés de consommation, qui sont en expansion de surcroît. L’Union dans son ensemble, à l’exception de certains pays comme l’Espagne, montre des signes d’expansion et de reprise, même s’il est difficile de les interpréter avec certitude. Ceci dit, il est certain que le cadre de fond s’appuie sur des structures stables et organisées et sur des canaux commerciaux bien définis. Relativement à l’Europe non communautaire, comme toujours, la Suisse se distingue et constitue un marché très positif. Les données russes laissent apparaître, en revanche, une diminution sensible, surtout en termes de valeurs; cela fait déjà quelques temps que ce pays connaît des oscillations annuelles même si la tendance de moyen terme est plutôt positive et importante. En

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dehors de l’Europe ce sont encore les Etats-Unis qui représentent le premier marché de consommation, celui-ci dénote une croissance en terme de valeurs, tant moyennes qu’absolues. Ce sont les deux principaux districts italiens du secteur lapidaire qui couvrent les besoins de consommation américains. Relativement à la zone du Moyen Orient on voit émerger l’Arabie Saoudite et le Qatar, toutefois les niveaux qui leur sont associés sont bien inférieurs à ceux de la Slovénie, par exemple. Pour l’Extrême Orient, seuls Singapour et la Thaïlande offrent des signes positifs et l’aire dans son ensemble se trouve donc un peu en marge de notre panorama. Si l’on considère dans son ensemble la pénétration de l’industrie lapidaire italienne à l’étranger pour 2005, on constate des oscillations: le premier trimestre a été positif, il y a eu ensuite un léger déclin et enfin une reprise qui semble continuer en 2006 et qui laisse espérer une rafale de reprises, soutenues par les marchés qui repose sur le développement du secteur du bâtiment et de l’immobilier, stables depuis quelques temps. La croissance économique d’un pays s’accompagne toujours d’une amélioration des niveaux moyens de la qualité de vie, laquelle se matérialise dans l’amélioration de l’habitation et la pierre y joue un rôle très important. Ce phénomène est en train de se produire dans certains pays européens, essentiellement de l’Europe du Centre Est et en ce sens force l’attention. Au cours du développement on apprend rapidement à travailler et à valoriser des produits qui deviendront des biens de consommations et des ressources aussi bien parce qu’ils seront utilisés que parce qu’ils permettront de produire, faire et transformer. Pour l’Italie, en revanche, le marché de consommation domestique subit un ralentissement et il s’agit là d’un phénomène qui se poursuit au cours de l’année en cours. Ceci ne nous surprend guère car l’Italie a connu pendant plus de 10 ans, pendant les années 90, le cycle expansif du secteur du bâtiment le plus long de l’histoire de l’après guerre. Il est vrai que le secteur immobilier est encore très fort et très spéculatif mais les constructions demandent des investissements de la part des familles ainsi que de la part des petits et moyens investisseurs privés alors que ces derniers diminuent progressivement, essentiellement à cause de la saturation objective du marché. Il ne faut pas négliger non plus les incertitudes de fond au regard des politiques économiques du pays, ces dernières ont provoqué un ralentissement de l’investissement dans notre bien refuge par excellence, la pierre. La plupart des familles italiennes sont propriétaires de leur maison d’habitation, ce pourquoi la manutention et l’amélioration de celles-ci ont toujours été des rubriques de dépenses qui ont soutenu le marché privé. Désormais on peut parler de pause dans ce domaine et il est difficile de prévoir le futur si l’on se borne à l’analyse de la confiance que les nouvelles générations et les nouveaux citoyens ont en l’avenir. Il nous reste les biens publics dont on a toujours grand besoin et sur lesquels le secteur lapidaire a pu compter par le passé. Mais à ce sujet également on note des difficultés dues à la compétition des matériaux concurrents et à une présence trop dispersée. Si on réussit à bien gérer ces derniers facteurs et les opportunités qui pourraient naître de ce secteur alors le secteur lapidaire domestique pourra entrevoir de bonnes prospectives qui ne sont, pour l’instant, que trop peu explorées. Toutefois, il faut être conscient qu’il n’existe pas de zones de marché protégées et qu’il n’y a pas non plus de niches de marché où la spécialisation réparerait de la concurrence étrangère. En effet, une palette de choix de matériaux toujours plus ample permet une meilleure pénétration des marchés, les alternatives quant aux producteurs portent à une plus grande compétitivité sur les prix et sur l’offre finale du produit. Si pour l’instant notre marché domestique est encore à l’abri de ce type de compétition, qui a déjà frappé ailleurs, on commence toutefois à en sentir les effets et à l’avenir cette tendance ne se résorbera pas. Le secteur lapidaire doit s’adapter et se structurer de manière à avoir les meilleurs temps et les meilleurs moyens de réponses. Dans son ensemble l’année a été riche de nouveautés. En réalité il ne s’agit pas de nouveautés à proprement parler mais de phénomènes qui seulement ces derniers temps sont devenus plus transparents pour le secteur lapidaire italien. On ne constate pas spécialement une croissance des marchés mais une croissance de leur capacité d’évolution, de leur capacité d’internationalisation et de la complexité de la

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présence extérieure. Le fait de se comparer à des réalités différentes oblige le pays à s’améliorer et à s’adapter très rapidement s’il ne veut pas être exclu de la scène internationale et cela finit par avoir de bonnes répercutions au niveau de la structure productive dans son ensemble, ou tout du moins sur la partie qui survit à la concurrence internationale. Les entreprises italiennes du secteur lapidaire sont en train de vivre un processus de repositionnement progressif de leur organisation productive et ce, non seulement au niveau international mais également et surtout au niveau national. Les petites entreprises souffrent de leur taille car elles n’arrivent pas à atteindre le seuil minimum de rendement de l’activité, qui demande toujours plus d’investissements technologiques, en formation du capital humain et relativement à la capacité du business en général. Ce seuil augmente très rapidement et demande tant des ressources que des dimensions adéquates. Ainsi les petites entreprises qui ne font pas partie d’une filière productive qui les intègre ou les valorise au sein d’une niche n’arrivent pas à survivre sans changer de profil. Si ces dernières arrivent à évoluer et à s’amplifier alors le tour est joué, sinon la compétition est insoutenable et alors, ou bien elles subissent des changements forcés ou bien elles meurent. On pense que le secteur se renforcera, il en sera plus articulé et plus complexe, à l’instar des secteurs qui ont été confrontés au phénomène avant lui. Il n’est pas dit que les entreprises sortent indemnes de ce processus, c’est le cas surtout là où le niveau de spécialisation comporte des implications territoriales et sociales qui ne permettent pas une gestion appropriée en cas d’accélération du mouvement. Pourtant si l’on contemple le panorama extérieur on s’aperçoit que tout est très rapide, aussi bien les temps de réponse que ceux de réaction, de plus il y a beaucoup d’obstacles à franchir. La variable temps est désormais hautement stratégique, elle peut permettre au secteur de se développer comme de décliner. On l’a déjà répété: l’industrie lapidaire italienne doit mettre les bouchées doubles. Cette dernière possède les ressources techniques, humaines et structurelles pour réussir dans ce sens. D’après ce que l’on a déjà pu voir, des premiers pas importants ont été entrepris. Désormais il s’agit de continuer dans ce sens et de gérer le processus au sein de notre territoire, à l’intérieur de notre contexte productif national et local.

MACHINES Dans le secteur des machines aussi, le secteur italien de production, a ressenti quelques difficultés pendant ce 2005, même si à niveau international on ne sait pas encore comment a été le développement d’ensemble de l’échange international mondial. On sait sûrement que certains Pays ont ralenti l’import de certaine catégorie d’outillages, mais on sait surtout que les exportations italiennes de machines outils ont subi un temps d’arrêt, même si le 2004 avait été une année de grande expansion pour les producteurs nationales. Si l’on prend en considération que les machines de transformation sûrement dédiés au lapidaire, et on exclue soit les machines de carrière que celles utilisées pour différents usages au totale, pendant le 2005 l’Italie a exporté pour 426 millions d’euro. En 2004 elle avait exporté pour plus de 462 millions, avec une baisse à peu près du 8 % sur une base annuelle, mais dans ce bilan il y a certains aspects spécifique à considerer.Tout d’abord, la voix spécifique qui concerne les machines coupantes a repris une attitude positive, cela signifie que pour la première transformation de blocs il y a des Pays qui s’équipent de manière qualifié. Dans ce champ la production italienne est très renommée, surtout chez les producteurs historiques du secteur lapidaire, et c’est justement ce parcours de développement chez des entreprises troisièmes, pour la transformation proche des lieux d’extraction qui porte en soi l’utilisation de technologies évolués et fiables. L’évolution même des technologies, même s’il est difficile de le remarquer d’une année à l’autre parce processus progressif, mène à des moments d’expansion alternés à des moments de contraction, qui se manifestent. Et alors on observe que pendants les derniers années on a eu souvent des mini cycle d’expansion et de contraction, avec altération entre premier

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transformation et finitions successive pour classe de Pays, dans un développement qui reflet assez fidèlement le cycle de developpement-consolidation-expansion des moments productifs que le Pays même traverse. Ces sont de processus de croissance à vagues, qui depuis quelques années voient naître de nouvel protagonistes dans la production et la diffusion de la technologie du secteur. L’italie, étant depuis longtemps producteur avancé de technologie, d’applications et de recherche pour le secteur, en vit un peu tout les aspects, récente compétition inclus, même dans ce champ de nouveau producteurs qui se montrent au marché avec une capacité d’offre non toujours renommé, mais certainement compétitive et en hausse. Pour mieux comprendre le processus et ses contours on peut lire quelque donnée produit par l’ONU sur l’exportation mondiale relatif au trois derniers années: ils montrent bien le tableau des échanges, même si le 2005 ne peut pas être inclus parce que encore largement incomplet 1. Tab. 4. Exportation Machines pour le travail de pierres/seulement Export, pourcentage calculé sur des valeurs en million de dollar USA ITALIE SUR LE MONDE

2004

2003

2002

MACHINES COUPANTES

23,90

29,97

25,34

MACHINE D’ELABORATIONE ET DE POULISSAGE

19,96

25,71

25,62

MACHINES OUTILS

33,23

39,59

32,63

TOTALE GENERALE

24,83

31,17

28,07

Encore une fois l’attitude de développement détermine la marche de l’offre et du marché, dans un tableau d’ensemble où le compétiteur majeur de l’industrie italienne a été le Japon, et dans certaines technologies, Etats Uni set Corée du Sud. Dans la voix spécifique de machines outils, majeure spécialisation italienne, on a sûrement soutenu notre rôle, mais en 2005 on a ici subi plus que dans d’autres secteurs les oscillations externe, et de la concurrence de Pays troisièmes. Après une année difficile, les machines coupantes résistent, surtout pour ce qui concerne la valeur du business générale, et particulièrement dans l’Europe non communautaire, dans le Nord Amérique et dans le Moyen Orient. Analoguement à ce qu’on a vu l’année dernière, les exportations italiennes dans le monde peuvent se décrire dans leurs articulations pour areas géographiques et pour leur développement, selon le tableau suivant: Tab. 5. Exportation italienne des machines pour le marbre 2005/valeur en millier d’euro MACHINES COUPANTES Valeur 000€ Union Européenne Reste d’Europe Afrique Nord Amérique Centre et Sud Amérique Moyen Orient Extrême Orient Océanie Totale 1

35.020 20.167 10.635 22.893 9.729 31.640 13.610 1.316 145.010

Diff.% ‘05/’04 -0,8 22,8 4,3 72,1 -27,7 42,4 -7,4 -13,1 14,1

Quota 24,2 13,9 7,3 15,8 6,7 21,8 9,4 0,9 100,0

MACHINES D’ELABORATION ET DE MACHINES POLISSAGE OUTILS Diff.% Valeur 000€ Quota Valeur 000€ ‘05/’04 23.727 18,1 30,0 52.930 10.152 48,8 12,8 25.104 2.386 -33,7 3,0 23.426 14.292 -36,4 18,1 23.153 6.154 65,4 7,8 12.643 15.065 37,8 19,0 39.173 5.113 -50,3 6,5 21.572 2.241 74,4 2,8 3.474 79.132 -0,1 100,0 201.552

On se limite aux exportations pour ne pas avoir tous les problèmes que la comparaison entre import et export comporte dans les statistiques internationales. Il y a toujours en effet de décalage sensibles entre les données, soit parce qu’ils viennent souvent de Pays reclassés, selon il s’agit de statistiques fournie par les exportateurs ou bien les importateurs, soit pour la différence technique entre déclarations cif et déclaration fob, qu’il y a entre deux catégorie de données.

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La zone qui dans l’ensemble résulte avoir eu le développement meilleur est celle du nord Amérique,qui donne un résultat positif en volume aussi, démontrant qu’il ne s’agit pas seulement de valeur moyenne plus élevé,mais des consommations plus forte set mieux qualifiés. L’Europe communautaire au contraire, se situe encore dans la zone des machines plus Lourdes, et non sur les machines outils. Pour ce 2005 l’Union Européenne se confirme le marché plus important, dans le secteur des technologies aussi:la proximité, l’unité de monnaye, ainsi que la connaissance du marché et la facilité pour le rejoindre, contribuent au delà d’autres facteurs que dans le future deviendront plus importants.

CONSIDERATIONS FINALES Le processus d’adéquation du secteur internationale du marbre et de la pierre aux profils des secteurs plus avancé et évolué a veçu une autre année de croissance. Il n’est pas facile d’en tracer les contours et d’en donner les temps, qui ne se laissent facilement pas définir en jours et mois, mais le résultat, après une année, se perçoit et s’aprecie. Jours après jours les mécanismes d’intermédiation se multiplient et les opérateurs doivent s’y conformer en rencontrant les détails finales, tandis que les nombres des statistiques, mis ensemble dans les tableau récapitulatifs, et comparés entre pays et codes, laissent comprendre les courantes profondes qui traversent le secteur. Ces processus ne sont pas facilement quantifiables, ni les nombres peuvent être interprété de manière superficielle ou hasardé, souvent, en effet ils créent plus de doutes que des explications, cependant certaines choses sont assez évidentes. 1) La “globalisation”: terme désormais abusé pour décrire ce qui est un processus réel et irrésistible, qui est en train de changer le visage du secteur du marbre et de la pierre aussi. Peut-être que certains comportement soient à peine au debout, et qu’il y aura de retours partiels à des modèles et à des pratiques plus proche à la tradition, mais on ne pourra plus effacer ce qui a été construit pendant les deux ou trois années. L’internationalisation de productions importantes, vu les différences dans les chaînes de constructions entre pays historiques et industrialisés, et pays désormais industrialisés aussi mais moins historiques et liés, non seulement a commencé mais développé et amplement opérative, et cela ne permet pas une simple effacement. Non seulement il ne serait plus possible, mais il ne serait même pas opportun, parce que à présent les nouveaux aspects constituent un élément de stabilité, dans l’évolution du secteur. D’un coté, les nombreux Pays producteurs y saisissent une modalité de développement et de valorisation de leur matériau, et cela devient toujours plus un critère de développement non d’entreprise mais de secteur, de circonscription ou de région du lapidaire, comme pour ce qui concerne l’autre marchandise ou les autres biens. De l’autre coté la propriété des canaux de commercialisation et des connaissances, soit techniques que productives, permet de jouer le rôle d’interface active parmi la demande et l’offre, à travers de différentes formes de participation soit à la demande qu’à l’offre, et d’entrechevêtrements productifs. Avec d’autres mots, on crée de nœuds de réseau qui interviennent dans la rencontre entre production et marché, de manière plus immatérielle, mais au même temps plus complexe qu’auparavant, offrant ainsi intégration et coordination parmi différents endroits de production, et parmi les connaissances et les rôles différents business to busines, selon des profils fonctionnels que seulement il y a quelques années étaient beaucoup plus difficiles et antiéconomiques à réaliser. De cette façon les rapports de marché sont peut être plus «opaque» par rapport aux chiffres formelles, mais aussi clair, si interprété à la lumière des rapports de production et de collaboration de filière complexe. La filière productive, avec d’autres mots, n’est plus simplement localisée dans une area de production, mais elle se compose de plusieurs formes, plusieurs endroits de travail et avec plus de modalité, pour capturer au mieux la demande et lui donner une réponse optimale selon la situation: le district

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de production, là où il survit, s’ouvre et dans un certain sens se soulève de l’étroit enracinement locale, pour acquérir les avantages compétitives des autres areas productives, et pour chercher à les faire sienne. Cela est le vrai effet de l’internationalisation, de la croissante automation dans les technologies et de l’entrée de moyens de communication instantanée à distance, qui permettent de suppléer aux manques de distances de lieu de production. La filière se complique, et au même temps s’articule dans des modèles de fonction plus complexe, passant à travers une redéfinition des rôles de compétence selon les marchés. Il y a eu des réalisation récentes, faites avec de matériau d’un Pays, main contractor d’un autre, travaillé dans un troisième Pays avec des ouvrier de pose d’un autre Pays: c’est seulement le debout et la disponibilité de technologie, de communication, de capitaux et de travail partagé ou partageable à niveau internationale rendra ces processus toujours plus diffus et dépersonnalisé. 2) Quels marchés? En premier lieu on a vu que les Etats-Unis, à la fin de l’année 2005 sont resté le meilleur endroit de consommation de produits du lapidaire pour la plupart du monde: ils consomment bien et beaucoup, à présent aussi. Si, pour n’importe quelle raison ce marché devait entrer brusquement en crise, avant une autre croissance des autres consommateurs alternatifs, le secteur entier en ressentirait sérieusement. Dans quelques années, quand les poussées à l’évolution de la consommation d’autres zones- en premier lieu celle de l’Extrême Orient mais de l’Europe entière aussi – seront plus développés, il n’y aura plus de risques comme on pourrait en avoir maintenant. Entre temps, les perspectives de ralentissement de la consommation chinoise, pour la fin du 2008, année des Olympiades, constituent une possibilité de diminution d’ensemble dans le développement du secteur, les autres prévisions maintenues aussi. Il sera alors à d’autres areas géographiques et économiques de prendre en main les dynamiques d’expansion de processus qui nous concernent de près, pour le développement économique soit générales que du secteur lapidaire et édile. 3) Et alors quelles autres zones? Encore l’Extrême Orient, avec l’autre géant productif et consommateur, l’Inde, qui reçoit encore peu par rapport aux autres marchés, mais qui est en train de grandir, dans la libération des échange du marbre et de la pierre soit dans son area que dans un plus ample circuit, et ainsi comme producteur. Et l’Inde ne grandit pas que comme volumes et capacité d’offre, mais comme profil sectoriel, comme présence complexe avancé dans le panorama international. Il y de districts productifs qui ont montré une dynamique rapide d’investissement et développement, ainsi qu’une haute capacité technologique, qui se rejoint avec la poussée à l’expansion d’autre Pays de proximité, comme la Corée du Sud et le Japon encore réceptif et présent dans nombreuses typologies importantes de produit. Les activités d’investissement dans le secteur s’intensifient, et opèrent avec modalités d’avant-garde, que chez d’autres Pays fatiguent à être adopté, même s’il s’agit de Pays qui opèrent depuis plus de temps et dans un rôle internationalement «historique». De son coté les dimensions et la capacité d’innovation, le rôle géoéconomique, et l’histoire de secteur, et ainsi les résultats sont plus que positif, non seulement dans les nombres mais dans les perspectives aussi. C’est-à-dire que l’Inde constitue une réalité du présent, et non seulement – même si surtout – du futur du secteur. Et le Moyen Orient, qui continue à investir dans l’usage et la production de marbres et pierres intensifiant les activités qui absorbent travaillés de toute la gamme, et qui à présent aussi représente avec ses chantiers et ses activités dans le secteur édile un marché fondamental et de profil totale. Dans cette zone aussi on a la confirmation que le secteur peut s’insérer de manière naturelle et traînante pour le développement de zones et de districts locales importants, et que l’area peut donner son contribue déterminant dans l’évolution totale du tableau international du lapidaire: applications d’avant-garde, intensité d’utilisation, capacité d’intermédiation commerciale et opérative,rôle d’interface entre sujets producteurs et consommateurs, et entre les phases de filière, même loin

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entre elles, ce sont toutes des applications optimales et évolues en plusieurs partie de l’area. Certainement dans le même marché coexistent plusieurs marchés, mais cela ne laisse pas d’espace opératif à plusieurs sujets, il n’est pas possible que chacun y trouve sa propre collocation. On a parlé du Nord Afrique a plusieurs reprises. Il se situe lui aussi dans cette perspective de futur pour le secteur: Pays comme l’Egypte sont en train de se mettre en forte relation avec beaucoup de sujets, comme l’Italie et l’Espagne d’un coté, et la Chine de l’autre. Et puis Algérie, Tunisie, Maroc ils sont tous très avancés dans l’exploitation autonome de ces propres ressources, de matériau que de travail globale et d’utilisation. Le reste de l’Afrique aussi est en train de grandir, et elle est en train de se dédier rapidement à politiques de valorisation de ses propres ressources même à travers la collaboration avec des sujets européen et extra-européen. La présence de l’Angola dans le panorama international peut, dans ce sens, être un signe de l’élargissement du cadre des opportunités que le secteur offre et dont on se sert, dans une situation d’ouverture à perspectives positives, et d’agitation du développement de secteur et non. L’Amérique Latine aussi a beaucoup à dire dans le futur proche: le rôle exercé dans les derniers deux années par un Pays comme le Brésil, par exemple est exemplaire: il produit, consomme, transforme, exporte et il se coupe de morceau toujours plus ample dans des marchés importants. Le seul facteur de risque est dans le valeur de ce qui est exporté par propre compte, dans certains marchés en effet cela est en train de vivre un moment de chute: la valorisation du produit au contraire doit procéder en parallèle avec le développement des autonomies productives et de l’offre totale. Les grands marchés historique européen, dans lesquels on expérimente des produits innovateurs, dans lesquels le niveau d’utilisation du marbre et des pierres est toujours resté sur la moyenne du reste du monde, où Allemagne, Royaume Unis, Espagne, Italie, France continuent à consommer, produire, expérimenter et utiliser de manière visiblement neuve, et avec des modalités et des contenus de recherche qui ne subissent pas de d’arrêts. On rencontre de nouvelles perspectives dans les nouveau marchés de l’est, qui grandissent et se placent à coté à ceux qui sont plus traditionnels, à fur et mesure que les conditions générales s’améliorent, et que les perspectives de développement s’élargissent et se consolident. Tout cela tandis que l’innovation du produit se place à coté à celle du processus et de l’application. L’innovation précisément: à partir des technologies, l’innovation contribue à l’accélération de ce processus d’internationalisation de la filière et du secteur entier, dont on vient d’en parler, changeant la contribution de professionnalités spécifique et de la recherche. Ou mieux, la technologie qui applique l’innovation, qui la englobe donnant au marché un produit évolué et facile à utiliser pendant tout les moments du cycle. 4) L’innovation peut niveler les différences, aussi bien que les montrer où il n’y en a pas, pour la capacité d’utilisation, de transfert d’après d’autres applications ou bien de la voir là où elle n’était pas. Dans le secteur du lapidaire, surtout dans ce qui concerne le produit il y a plusieurs nouvelles, mais cela ne signifie pas qu’elles soient meilleures du traditionnel, et l’histoire récente nous rappelle différents tentatives de fugue vers des produits qui promettaient mais qui n’étaient pas rentables par rapport à l’effort d’innovation qu’ils demandaient. On trouve l’innovation dans d’autres aspects du secteur, dans les garanties générales du produit et du processus, comme dans la sûreté par exemple,ou bien dans les modalités de gestion du chantier, des contrôles et de la partie la plus immatérielle du cycle globale. La chose la plus importante, dans ce cas aussi est que les barrières sont en train de tomber, un fois trop élevées et sélectives, dans le sens conservateur: hier il était plus difficile d’entrer dans ce secteur et d’y jouer un rôle. Aujourd’hui il y a encore de barrières mais elles sont différentes et différemment attaquables. Ici le discours se déplace vers des thématiques et des évaluations qui rentrent dans la macro économie.

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Les économies du secteur du marbre et de al pierre sont toujours plus en relation entre elles et leur mélange est fort et irréfrénable. Parfois cette poussés, peut assumer un portrait instable, avec des conséquences qui sont difficilement prévisibles au debout du phénomène: par exemple, elles peuvent déplacer l’axe de la compétitivité vers de nouveau sujets et de nouveau protagonistes, qui pourraient ne pas avoir le même rôle joué pendant longtemps par les vieux acteurs, et laisser exposé fonctionnes et zones d’activité de manière jusqu’avant non considéré. C’est ainsi que pour pouvoir garder le succès il faut savoir s’insérer dans un contexte à haut risque individuel, qui demande dimensions en échelle, efficience d’opérativité, et capacité de surnager dans une situation beaucoup plus instable et changeant que dans le passée. On cherche alors, surtout de la part de nouvelles entrées dans le panorama sectoriel internationale, de baisser les paramètres des termes de la compétition: un facteur important, donc dans l’évolution récente du secteur du marbre et de la pierre, est resté encore, décidemment le prix finale sur le marché, à coté des temps et des modalités de fourniture. C’est ainsi que l’éventail d’acteurs qui continuent de faire recherche, de produire et d’expérimenter le nouveau aspects, du produit, du processus, de l’application, du contrôle de la compétition des autres secteurs comme la céramique, se réduit, et les problèmes de l’innovation sont déplacé en deuxième place. Ils sont laissés à qui de l’innovation fait un instrument pour maintenir le marché et le rôle; et leur faire face doit aller en parallèle avec la capacité de défendre les résultats qui en dérivent. A présent est là le point le plus difficile: l’innovation est toujours plus transférable, et les avantages d’arriver les premiers à la solution d’un problème complexe sont souvent vains par rapport aux coûts soutenus en relation à la durée des bénéfices qu’on en tire. Il s’agit d’un élément qui peut redéfinir les termes de perspective et de scénario dans lequel on situe le secteur, et qui surtout peut porter à un nouveau mélange des rôles actuels des protagonistes internationales et régionales, avec des cours et des développement difficilement prévisible, à présent. Le futur, dans le secteur du lapidaire aussi vient de commencer.

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STONE SECTOR 2005 La Industria Italiana y La Coyuntura Internacional Silvana Napoli

INTERNAZIONALE MARMI E MACCHINE CARRARA S.p.A.

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PANORÁMICA GENERAL La reactivación de la economía internacional, tras un 2004 de récord, ha continuado en el curso del 2005, sobre todo en la segunda parte del año, con tenacidad y firmeza, aunque en medida levemente menor respecto al año precedente. A pesar de las grandes dificultades de un panorama geopolítico en continua agitación, el comercio internacional ha crecido con ritmo similar al del año pasado, sostenido por las dos economías más vigorosas al momento: la estadounidense y la china. Se trata de dos recorridos y dos perfiles diferentes, acomunados, sin embargo, por una gran fuerza expansiva y por unas interdependencias estrechas, siendo ambos países rodeados por un área de soporte y de proximidad económica que son fundamentales para el alcance de sus respectivos objetivos comerciales, industriales y financieros. Si bien en contextos diferentes, estas dos figuras principales del escenario económico internacional han compartido muchos factores y se han influenciado recíprocamente en forma profunda. Aunque los acontecimientos políticos, sobre todo extranjeros, hayan llevado los medios de comunicación estadounidenses a desestimar los éxitos económicos conseguidos en Norteamérica en muchos sectores, la realidad del 2005 es la de otro año de crecimiento récord, apoyado por el crecimiento de la ocupación y de los consumos, donde el mercado inmobiliario ha jugado una vez más un papel importante. También el incremento de los costes energéticos, bruscamente aumentados recientemente, pero ya en subida en el curso del 2005, no ha influido negativamente sobre la evolución de la situación norteamericana, mientras la inflación ha quedado contenida dentro los límites previstos. Éste ultimo elemento ha sido también compartido por el área de la Unión Europea, que sin embargo ha vivido un crecimiento general inferior a lo previsto, si bien con un aumento en la segunda parte del año. El cambio euro-dólar se ha redimensionado con respecto a los años precedentes y esto ha mejorado progresivamente el contexto de los intercambios para las empresas y las producciones europeas. En los primeros 11 meses del 2005 el dólar ha recuperado frente al euro y al yen y se ha estabilizado substancialmente a 1,20 dólares por un euro. Los países emergentes, en su mayoría, han mejorado su posicionamiento internacional, sobre todo en ciertas áreas tecnológicamente avanzadas. China, India, Brasil y Rusia han conducido el proceso de crecimiento, contribuyendo al avance general de forma absolutamente determinante. China ha recientemente revisado las estadísticas oficiales sobre los índices de crecimiento de los últimos doce años, presumiblemente en aumento. Es sobre todo el sector terciario, precedentemente subestimado porque subrepresentado en fase de adquisición, él que crece, dando a entender que ha habido una reestructuración constante de la economía china, sobre todo en términos de incidencia de los consumos sobre el PIB. Creciente es también la atención hacia las diferencias, todavía demasiado profundas, entre áreas desarrolladas, generalmente urbanas, y áreas subdesarrolladas, generalmente rurales. De poco inferior es la tasa de incremento de la economía de India, donde el papel desarrollado por los servicios, por la búsqueda y la producción de alta tecnología ha sido y es muy elevada. El resultado ha sido un flujo elevado de inversiones hacia el extranjero, en aumento frente al 2004. También Brasil ha seguido creciendo, si bien más lentamente que en el 2004, así como buena parte de la América Latina, donde por fin la explotación de los recursos propios y de las materias primas se convierte en una valorización autónoma y en un incremento de la riqueza interna. La valorización de los recursos también ha permitido la evolución positiva de la economía rusa, la cual se ha decisivamente aventajado con la valoración del petróleo y del gas, si bien con algunos rebotes de la inflación más marcados con respecto a otros países. Europa sigue siendo el área industrializada con el ritmo de crecimiento más lento. En particular hacia el cierre del año, Alemania, Francia e Italia han visiblemente ralentizado y siguen en una situación de incertidumbre, si bien con una reactivación en curso. La subida del coste de las materias primas ha

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influido, así como influyó el ritmo de los consumos internos, generalmente inferior a lo esperado. Pero el panorama es muy variado y se pasa de la ralentización del sector de las construcciones en Alemania, al incremento del sector residencial de Francia, hasta la disminución del valor añadido en el sector manufacturero italiano. Los esfuerzos que los países europeos están haciendo para reescribir el contexto del welfare y del mercado del trabajo, no son extráenos al clima de prudencia en las inversiones y en los consumos, en particular por parte de las familias. También las perspectivas para el año que ha iniciado son de todas maneras positivas a nivel internacional, tanto para los mayores países industrializados como para las nuevas economías en expansión. En un panorama de crecimiento generalizado, además, algunos de los principales desequilibrios en las cuentas con el exterior por parte de protagonistas de la escena internacional podrían encaminarse más fácilmente hacia la reducción progresiva, sin grandes sobresaltos (que, no obstante, siempre son posibles, en condiciones de tensiones imprevistas o de situaciones particularmente difíciles).

EL SECTOR DE LA PIEDRA INTERNACIONAL Hace ya muchos años que el sector de la piedra a nivel internacional está en una fase de expansión general, debida en primer lugar a los dos grandes motores que alimentan la economía internacional. Seguramente, también en este caso, la función desarrollada por Estados Unidos y China es muy fuerte, y tal se ha mantenido por todo el 2005. Sin embargo, no han sido estos los únicos países que han contribuido a incrementar y a dar fuerza al sector de la piedra mundial, sobre todo si se considera que el papel que han desarrollado es diferente, y de todas formas debe ser comparado, en ambos casos, con el desarrollado por los demás países. A Estados Unidos compete en mayor medida el perfil de grande consumidor de materiales, sobre todo transformados, tanto acabados como semi-acabados, mientras a China pertenece una colocación internacional de consumidor, pero aún más de productor y transformador de piedra, mármoles, granitos y otros materiales. También en este año, China ha atravesado un periodo de grande protagonismo en todas las fases del ciclo del lapídeo: desde la producción de materia prima, pasando por la adquisición de materia producida por otros, la transformación de material propio o de otros, la comercialización en todas las áreas del mundo, hasta llegar al consumo, sobre todo interno, pero también en los mercados de las áreas cercanas. Es una actividad compleja y total que se va desarrollando desde hace ya algunos años, con mucho dinamismo por parte de muchos productores y operadores de la República Popular, que también en éste 2005 ha continuado reforzándose y creciendo. Pero después de tanto tiempo, los ritmos de crecimiento del sector interno, es decir de la producción en primer lugar, han empezado a decrecer, evidenciando un incremento que ya no es de dos cifras como el del año anterior, pero que no obstante se mantiene en términos de variación positiva con respecto al 2004 y de todos modos sobre cifras que dejan atrás cualquier competidor, con la única excepción, quizás, de la India. Los motivos que están detrás de esta ralentización relativa son varios e importantes e incluyen aquéllos dictados por la necesidad de replantear los métodos de desarrollo, los parámetros de elaboración, de actividad económica, en particular extractiva, que el País está intentando reordenar. Muchos temas y factores de desarrollo, que generan también problemas hasta aquí desatendidos en la urgencia del crecimiento económico, se están volviendo ya ineludibles, generando también preocupaciones que ya no se pueden ignorar, o que, mejor dicho, hay que afrontar, para no encontrarse después en emergencia y con situaciones incómodas o indeseadas. Y así los factores ambientales, de seguridad y de otro tipo, han llevado a la inclusión del sector de la piedra en el panorama de las actividades de minera y cantera por reglamentar, a través de una normativa que se va a producir para todo el territorio de la República. A pesar de esto, las novedades del país conciernen principalmente dos aspectos: por un lado

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la ampliación del papel de comprador extranjero de materia prima, mármoles y granitos, a través de la apropiación directa no solo de materia prima en la cantera, si no también de la cantera misma, incluso en países lejanos del área extremo-oriental. Por el otro lado, la ligera ralentización de los consumos y del desarrollo general del sector, que empieza a consolidar los resultados alcanzados hasta ahora, y, sobre todo, a percibir esa ralentización. Por ejemplo, el incremento de los consumos internos, que ha beneficiado del impulso generado por la perspectiva de las Olimpiadas del 2008, empieza a reducirse a medida que los planes de trabajo alcanzan niveles avanzados de actuación y realización, quedando por debajo de las dos cifras de crecimiento sobre base anual. De hecho, no obstante se trate de un país de dimensiones de un continente, cuando se superan ciertos limites es difícil mantener una curva de desarrollo. Será seguramente un mercado grandísimo y un productor ya consolidado para el sector internacional, aunque ya sin ritmos de crecimiento ultrarrápidos. Queda, por otro lado, la actividad hacia el exterior, sobre todo con esta fisonomía relativamente nueva: la adquisición directa de canteras y estructuras productivas extranjeras, para permitir una cadena de abastecimiento y distribución más elástica, más eficiente y más internacionalizada. Para representar mejor lo que ha sucedido en los últimos tres años vamos a ofrecer una tabla sinóptica de los movimientos declarados directamente por la República Popular China, sin considerar los intercambios con Hong Kong y Taiwán. Tabla 1A. China - Todos los países/Importación, datos en miles de toneladas 2005

2004

2003

Brutos

Elaborados

Brutos

Elaborados

Brutos

Elaborados

MÁRMOL

2388,16

44,54

2173,56

37,40

1771,59

36,37

GRANITO

2044,60

9,65

1934,09

11,59

1545,17

9,96

TOTAL

4432,77

54,19

4107,65

49,00

3316,76

46,32

Tabla 1B. China - Todos los países/Exportación, datos en miles de toneladas 2005

2004

2003

Brutos

Elaborados

Brutos

Elaborados

Brutos

MÁRMOL

59,42

613,28

55,79

418,13

103,95

Elaborados 261,51

GRANITO

1770,52

6160,28

1041,77

5371,83

608,92

4860,42

TOTAL

1829,94

6773,56

1097,56

5789,96

712,87

5121,93

El deseo de internacionalización ha sido fuerte también para otros países, haciendo emerger una red productiva, comercial y organizativa mucho más compleja con respecto al pasado, también para otros sujetos importantes del sector internacional. Aunque el de Estadios Unidos siga siendo el mercado de consumo más apetecido, vivaz y receptivo, es desde aquí que hay que empezar para descifrar algunos aspectos del sector, que ahora están asumiendo connotados más fuertes y por lo tanto más definidos e importantes que antes. Hablamos de un fenómeno que concierne en medidas diferentes casi todos los abastecedores de este mercado que es exigente, calificado, pero también de grandes volúmenes y dispuesto a pagar lo que se pida. Se trata de una articulación progresiva del panorama productivo, sobre todo de granitos elaborados destinados a este país, productos que se transforman en lugares que corresponden siempre menos a los del país que asegura y coordina el entero abastecimiento: los países donde se extrae la materia prima, primero se equipan en manera creciente para transformarla, y la empresa que coordina el trabajo ofreciendo las garantías frente al destinatario es siempre más de perfil internacional, o de todas maneras con la participación de sujetos no sólo locales. A veces, es simplemente un proceso de terciarización de la producción, que es garantizada en calidad y en abastecimiento por

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un tercer sujeto con respecto al productor físico, evidenciando un doble aspecto del fenómeno. Se tiene, por un lado, la desmaterialización de algunos roles, que aún siguen siendo fundamentales para la red comercial y de distribución del trabajo: pensamos a la garantía y a la responsabilidad frente al cliente, a la gestión de las relaciones comerciales y a las competencias generales en la provisión de un pedido, aunque a menudo se trate de productos no particularmente complejos. Sabemos bien, de hecho, que por ejemplo en el caso de Italia, cuando se trata de algunas producciones especiales, el desarrollo en las empresas italianas es particularmente importante para un buen éxito de la provisión. Por otro lado, no obstante, hay que enfrentarse a la necesidad de abaratar algunos costes, por ejemplo de transporte y de producción total, trabajo incluso, y entonces la respuesta de la “globalización” se hace inevitable, apoyada como es también por la internacionalización del trabajo, hecha posible gracias a la tecnología, siempre más a la disposición de todos. La elaboración “al lado de la minera” se convierte pues en la solución, aunque la “minera” en cuestión es en realidad una cantera, y el trabajo se extiende realmente de forma internacional a todos los países productores, sobre todo si son cercanos físicamente al mercado final y competitivos en los costes de producción. Crecen las relaciones de colaboración productiva entre sujetos de diferente procedencia, geográfica y económica, y la internacionalización del sector de la piedra natural procede siguiendo un recorrido suyo específico, siempre más cercano al de otros sectores y siempre más complejo y evolucionado. Es cierto que los países productores de materia prima, de este modo y según este proceso, se desarrollan y se encaminan hacia un perfil de autonomía siempre más marcada y completa, aunque de momento a menudo no haya evidencia suficiente de su función en las tablas de intercambio internacional. Pero cuando veremos también en esos datos lo que ahora ya se puede apreciar de manera indirecta, el proceso de crecimiento se habrá completado, y el rol de los países actualmente “padres adoptivos” del desarrollo sectorial e histórico será diferente y aún más sutil e inmaterial. Son los caminos de una evolución total del modelo internacional del sector de los lapídeos que se coloca siempre más en el panorama mundial como un sector articulado, difundido en todo el mundo y constituido cada año por un numero más significativo de protagonistas. Al margen de estos aspectos generales (pero importantes) que ilustran como estén creciendo algunos sujetos, que mañana seguramente serán más autónomos, activos y más concientes de su propia importancia, podemos notar algunos aspectos más contingentes relativos a un 2005 marcado otra vez por un crecimiento del sector a nivel internacional, si bien no con la misma velocidad que se apreciaba en los últimos años. Como hemos visto, China empieza a ralentizar su performance general, insostenible a largo plazo hasta para una realidad tan en expansión, realidad que no obstante, se va asomando al sector internacional siempre más como sujeto que se apropia directamente de materia prima, incluso en terceros países, a través de adquisiciones y participaciones al extranjero asumidas en primera persona. Pero otras industrias nacionales, sin embargo, continúan moviéndose rápidamente en el trend del desarrollo sin límite: Brasil continua excavando, transformando y exportando piedras en cantidades cada año superiores a las del año anterior, aunque sus exportaciones de elaborados, brutos y semibrutos a menudo resultan por debajo del valor medio unitario expresado en dólares estadounidenses. India continua produciendo cantidades considerables de materiales siempre muy apreciados, consolidando relaciones de colaboración y de intercambio con los países cercanos. Empieza, sin embargo a importar en medida creciente y no sólo materia prima. Toda la zona de Oriente Medio demuestra una vitalidad sectorial que los números formales, a menudo desfasados temporalmente con respecto a los proveedores y productores occidentales, no consiguen representar de forma adecuada. Se trata de actividades de intercambio y de integración operativa recíproca creciente, pero también abierta a la contribución de otros países productores, en un modelo de mercado y de línea productiva realmente completo, y en cierto sentido, ejemplar. Es fuerte y marcado el papel representado por Turquía, como país importante de proximidad, un país que continua

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expandiéndose de forma calificada y vigorosa, si bien dedicada principalmente a los mármoles, y mucho menos a los granitos. Ha exportado mucho a Siria y a China (bloques), mientras hacia Estados Unidos y otros países han predominado los elaborados (cabe notar que muchas transacciones de elaborado tienen lugar en zonas definidas “francas” y por lo tanto no es posible reconstruir el recorrido real de las mercancías). Su presencia en el mercado norteamericano es ya más importante que aquella histórica de los productores europeos, en particular para los mármoles elaborados, y el año pasado ya habíamos evidenciado el “adelanto” que había tenido lugar con respecto a Italia. El camino de crecimiento para la industria de la piedra natural turca continua, sostenido por la receptividad de los mercados finales y por la calidad de los productos, como materiales, como elaboraciones y como oferta general. La presencia de realidades más dinámicas a nivel del sector de la piedra mundial, en efecto, también para el 2005, sigue siendo más fuerte en el granito que en el mármol, pero también los materiales calcáreos han sido valorizados y apreciados este año en muchos mercados del mundo, y Turquía ha dado una contribución importante. ¿Cómo se coloca la Europa continental en este panorama? Los productores más históricos, como Italia España, Francia, Portugal, padecen un poco los contragolpes de una competición que mantiene válidas sus ventajas, sobre todo donde se habla de transformación para terceros países. El rol desempeñado por el euro en el 2005, visto el reforzamiento del dólar estadounidense respecto al comportamiento medio mantenido en el 2004, seguramente ha mitigado un poco la negatividad del año precedente. Pero los factores estructurales de dificultad en la competición con los competidores más nuevos siguen inalterados, y, sobre todo para los países transformadores, los efectos sobre la marcha general del sector se hacen notar. Va resistiendo bastante bien España, con su amplio abanico de mercados de destino, y que para sus bloques y sus tableros de mármol ha encontrado en China un desemboque muy válido. Para los demás productores, sobre todo los que son importantes en la fase de transformación, el año no ha sido fácil. En general, para los productores europeos de materia prima, el panorama ha sido más favorable, mientras la elaboración ha resultado más penalizada. Inciden, de hecho, todos aquellos factores que contribuyen a la construcción de los costes totales, vinculando las empresas a un sistema normativo comparablemente más estricto y complicado con respecto a situaciones más “frescas” y con problemas menos estratificados históricamente. Un último elemento que merece ser mencionado: para este año han continuado creciendo también los movimientos de materiales elaborados, y no sólo en bruto, a demostración que realmente el sector se está renovando profundamente, continuando con sus procesos de reposicionamiento de los protagonistas y de los mercados. Un rol ha sido seguramente cubierto por China, pero también Brasil y Turquía, entre los que ya se han visto, han dado su contribución al fenómeno.

EL SECTOR DE LA PIEDRA ITALIANO Leyendo los datos relativos a la piedra natural en Italia, resulta difícil juzgar objetivamente sobre lo que ha ocurrido ya que la dialéctica interior y la articulación general del panorama han sido muy relevantes y no siempre unívocas. La influencia de algunos acontecimientos y praxis recientes, además, contribuye a convertir el panorama, haciéndolo aún más variado, mientras cambia la posición de Italia en el panorama internacional. También en este sector influyen más funciones y componentes inmateriales, de competencia, control y gestión, con respecto a otros ámbitos donde tales factores ya han alcanzado desde hace tiempo niveles elevados de importancia. Empecemos por los datos del balance general, iniciando por las relaciones con el exterior: Italia ha cerrado las exportaciones del año 2005 substancialmente a la par con el 2004, con pequeñas diferencias

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negativas sobre el total de las partidas mayores, como los materiales más apreciados tanto en bruto como en elaborado, y pequeños incrementos en partidas de menor significado industrial, como el granito y el polvo. Las tablas que ofrecemos, como de costumbre al final del texto, en el anexo estadístico, permiten una lectura analítica y detallada de los movimientos, importaciones inclusas, y permiten evaluar en los particulares la relación entre volúmenes y valores, para cada clase de producto y cada área de desemboque del mercado. Este conjunto de datos proporciona un panorama de substancial estabilidad frente a los resultados del 2004 y del 2003, confirmando la capacidad general de resistencia del sistema nacional del sector también frente a una competición que, lo hemos visto ya desde algunos años, es siempre más combativa y que cambia continuamente. Hay estrategias actuadas por los productores italianos que se han desarrollado en el curso de los últimos dos o tres años y que evidencian la capacidad de plena internacionalización del sector de la piedra internacional, siguiendo estándares adecuados a los tiempos y en evolución organizativa y comercial, además de productiva. Lo que resulta de las cifras en las tablas del Anexo Estadístico, lo recordamos, es solamente lo que pasa por las aduanas del país, y traduce en “números” los movimientos físicos de las mercancías. Así, no resulta en estas tablas todo el trabajo que las empresas italianas desarrollan materialmente fuera del país, que sin embargo es trabajo seguido y garantizado por profesionales y presencia italiana también en el extranjero. Sabemos, por otro lado, que la producción y la resistencia del sector nacional pasan también por las relaciones articuladas de la red productiva global, que garantiza la relación con el mercado de destino, con la destinación del producto lapídeo aceptado, escogido y acreditado por ser “producto italiano”. Es la parte inmaterial de la producción que apoya la parte material, la completa, y en buena parte la garantiza: un desemboque y un perfil funcional que hasta para este sector, tan ligado a su innegable materialidad, eran inevitables, y van mostrando toda la vitalidad y la capacidad de evolucionar hacia modelos más complejos. Los datos muestran la producción material que Italia lleva al extranjero, en cantidad y en valor. Es importante considerar las dos cosas contemporáneamente, porque los valores medios unitarios de los dos productos más importantes, los elaborados, han aumentado sobre base anual, respectivamente: los mármoles elaborados del +2,7% y los granitos elaborados del +8,1%. Todo esto durante un año de ulterior crecimiento de las capacidades productivas y competitivas de los mayores productores internacionales, durante un año en que el mayor país consumidor de piedra, Estados Unidos, ha visto las exportaciones de elaborados de Brasil (que es el primer proveedor para ese mercado) aumentar muchísimo en cantidad y contemporáneamente disminuir fuertemente en valor medio. Es la confirmación del posicionamiento siempre elevado de la industria italiana de la piedra natural, que mantiene sus factores máximos de competitividad sobre la calidad del output doméstico: también en condiciones de desventaja cuantitativa, mantiene el liderazgo en la calidad, es más, la aumenta y la refuerza precisamente en el mercado de consumo más importante y más competitivo. Pero veamos mejor donde se han colocado las producciones italianas destinadas al extranjero. Razonando por áreas geográficas de destinación, como siempre, la Unión Europea, con sus 25 países, que pronto aumentaran nuevamente, sigue siendo categóricamente el área de referencia respecto a todas las demás, si bien en ligero declino de algún punto porcentual en la cuota valor. Cuentan mucho algunas tipologías importantes, en volúmenes y en valores de exportado, y el declino en cuota valor favorecen África del Norte y más aún el Oriente Medio, que se va reproponiendo otra vez como mercado en expansión, capaz de absorber productos provenientes de Italia, en toda la gama de calidad, incluyendo la franja más alta. Crece también la Europa no comunitaria, sobre todo en calidad del producto, mientras el Extremo Oriente disminuye en volúmenes también este año, pero queda más o menos estable en los valores totales.

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Tabla 2. Exportación italiana por áreas geográficas/todas las partidas 2004

2005

Cuota Cantidad

Cuota Valor

Cuota Cantidad

Cuota Valor

45,4

36,8

46,4

36,3

7,7

9,8

7,7

9,7

ÁFRICA

10,4

3,1

12,0

3,6

NORTEAMÉRICA

15,1

32,5

12,0

32,2

CENTRO Y SUDAMÉRICA

1,1

1,4

1,6

1,5

ORIENTE MEDIO

9,8

6,8

11,1

7,5

EXTREMO ORIENTE

9,9

8,0

8,7

7,9

OCEANÍA

0,6

1,6

0,5

1,4

100,0

100,0

100,0

100,0

UNIÓN EUROPEA RESTO DE EUROPA

TOTAL

Si pensamos que Norteamérica está constituido solamente por dos países, de los cuales uno es decididamente mayor que el otro, resulta claro como Estados Unidos sea seguramente el mercado individual más importante para la industria de la piedra italiana, entre todos los mercados extranjeros. Italia ha declarado una exportación en ligera flexión en las partidas mayores hacia esta área, y en este año, en que el cambio entre dólar y euro ha visto el aumento de valor del primero frente al segundo, las cantidades merecen atención tanto como los valores y como los valores medios por tonelada de producto. La única excepción en el proceso de disminución porcentual ha sido la partida de los valores de elaborados en granito. Es una buena excepción, porque el incremento es apreciable y se traduce principalmente en aumento del valor medio por unidad de producto exportado y por lo tanto en incremento de la calidad media, pero esto no ha sido suficiente para llevar a Italia al primer lugar en la clasifica de los proveedores extranjeros de Estados Unidos, no sólo para los granitos elaborados si no también para los mármoles. África, sobre todo del Norte, ha tenido también un buen aumento, tanto en cantidad como en valor, principalmente en los mármoles, mucho más relevantes que los granitos. Es interesante seguir todo el panorama de éste área en el intercambio general con Italia, porque ya desde hace algunos años resultan importantes tanto las exportaciones como las importaciones de materiales, en una relación con Italia que la pone como interlocutor de creciente importancia, sobre todo frente a las realidades del Mediterráneo africano. Una relación total, que vive de intercambios y de colaboraciones de reciproco impulso productivo, y que concierne también la provisión de tecnologías, maquinarias y servicios.

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Tabla 3A. Exportaciones italianas hacia África. Exportación ITALIA - ÁFRICA

2004

2005

dif.% 2005/2004

Ton.

Euro

Ton.

Euro

% Cant.

195.231

19.349.831

249.825

24.601.948

27,96

27,14

3.539

859.511

18.417

2.617.105

420,40

204,49

MÁRMOL ELABORADO

87.477

21.776.757

86.534

23.418.115

-1,08

7,54

GRANITO ELABORADO

12.936

6.810.270

12.058

5.808.077

-6,79

-14,72

731

228.398

380

99.087

-48,02

-56,62

Subtotal Bloques, tablas y elaborados

299.914

49.024.767

367.214

56.544.332

22,44

15,34

GRANULADOS Y POLVOS

189.212

6.461.847

203.691

7.273.809

7,65

12,57

Subtotal con granulados y polvos

489.126

55.486.614

570.905

63.818.141

16,72

15,02

0

0

27

21.027

0,00

0,00

132

47.694

204

65.224

54,55

36,76

Enero-diciembre 2004/2005 MÁRMOL BLOQUES Y TABL. GRANITO BLOQUES Y TABLEROS

OTRAS PIEDRAS ELABORADAS

PIZARRA EN BRUTO PIZARRA ELABORADA PIEDRA PÓMEZ TOTAL

% Val.

365

98.025

260

99.029

-28,77

1,02

489.623

55.632.333

571.396

64.003.421

16,70

15,05

Tabla 3B. Importaciones italianas desde África Importación ITALIA - ÁFRICA Enero-diciembre 2004/2005

2004

2005

dif.% 2005/2004

Ton.

Euro

Ton.

Euro

% Cant.

MÁRMOL BLOQUES Y TABL.

157.694

21.785.636

188.546

22.307.332

19,56

% Val. 2,40

GRANITO BLOQUES Y TABLEROS

302.716

65.983.871

331.438

77.833.040

9,49

17,96 67,40

MÁRMOL ELABORADO

4.601

1.565.551

7.623

2.620.750

65,68

GRANITO ELABORADO

1.025

1.195.390

612

1.305.416

-40,29

9,20

20

9.702

40

3.501

100,00

-63,92

466.056

90.540.150

528.259

104.070.039

13,35

14,94

OTRAS PIEDRAS ELABORADAS Subtotal Bloques, tablas y elaborados GRANULADOS Y POLVOS Subtotal con granulados y polvos PIZARRA EN BRUTO PIZARRA ELABORADA PIEDRA PÓMEZ TOTAL

0

0

1

829

0,00

0,00

466.056

90.540.150

528.260

104.070.868

13,35

14,94

0

0

0

0

0,00

0,00

186

90.247

357

143.404

91,94

58,90

13

11.568

0

0

-100,00

-100,00

466.255

90.641.965

528.617

104.214.272

13,38

14,97

Las importaciones italianas superan, sobre todo en valor, las exportaciones hacia este continente, un aspecto compartido por Extremo Oriente y por Sudamérica, dos zonas con grandes producciones de materia prima. Pero a diferencia de estas ultimas dos áreas, África, en su mayoría, es un interlocutor comercial y productivo más equilibrado en las dos grandes categorías de materiales, y es en general muy dialéctico con Italia. Las expectativas para el futuro de los intercambios de lapídeos son positivas para ambos interlocutores, tanto en los números que se pueden activar como para las relaciones que pueden nacer a nivel de sector.

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Como siempre, las relaciones con Extremo Oriente son muy complejas, debido a las dificultades inducidas por la distancia y a la velocidad de las mutaciones en acto, además de la presencia efectiva de realidades y momentos diferentes, a veces en contradicción entre ellos, lo que vuelve el panorama siempre en movimiento y diferente de las expectativas. Los países individuales tienen comportamientos diferentes, y también en su interior resultan marcadamente distintos frente al mundo exterior. En conjunto, todas las partidas tienen un balance negativo en el año pasado, aunque los valores medios crecen apreciablemente. Se trata, sin embargo, de un volumen de intercambio que no se recupera suficientemente, y sufre aquí, mucho más que en otros sitios, las mutaciones de rol y las innovaciones en el panorama mundial del sector. ¿Cuáles países y para cuáles productos han sido los mayores partners de Italia de la piedra en el 2005? Para los mármoles en bloques y tableros, el primer proveedor para Italia se ha recientemente convertido Egipto, seguido por Turquía, Túnez, España y Portugal. No es una novedad, ni tampoco una sorpresa, pero es cierto que el incremento es rápido y merece atención. También Croacia juega su rol, pero es difícil interpretar los números que activa, porque a menudo ha sufrido distorsiones por parte de productos de menor precio. Sobre todo, Croacia está en ligera flexión frente al 2004, junto a Turquía y a España, mientras Egipto y Túnez están en aumento. Las exportaciones italianas de la misma partida tienen otros asociados importantes, tanto en Europa como fuera de ella. España, otra vez, por lo que concierne Europa. Y luego Estados Unidos. Líbano por lo que concierne Oriente Medio, junto a Jordania y a muchos otros estados de esa zona, para acabar con China y algo de India. Pero la partida no es entre aquellas realmente importantes para nuestras exportaciones, o mejor dicho, lo es solamente para algunos sectores de producción muy especializados. En granitos en bloques y en tableros, nuestras exportaciones se hacen notar un poco más con respecto al 2004, pero sólo en volúmenes. Los valores bajan apreciablemente y la partida en su conjunto cuenta siempre menos. Disminuyen también las importaciones, confirmando que los países productores son siempre más dirigidos a la transformación in situ de sus materiales, mientras para Italia queda la categoría especializada de producción, que encuentra un desemboque importante en el mercado interno, doméstico y regional europeo, pero también exterior, más lejano y calificado. Los grandes proveedores son, como siempre, India, que se confirma como el más importante, aunque en apreciable flexión de volúmenes, Sudáfrica, en buena recuperación con respecto al año pasado, Brasil, que al contrario disminuye las exportaciones directas de materia prima hacia productores italianos, y por fin Noruega, Finlandia y Zimbawe. Se presenta una novedad positiva, en el panorama del granito en bloques: el retorno, después de mucho tiempo, de Angola en el grupo de los productores importantes de granitos. Si bien muy lejano de los niveles de un tiempo, y sobre todo de sus inmediatos competidores, el ritmo de crecimiento es muy vivaz, y sus materiales, otra vez, se están viendo, comprando y apreciando. Las partidas que tienen un rol decisivo para la marcha de la industria de la piedra italiana, no obstante, son relativas a los elaborados, de mármol y de granito, en exportación. Aquí el panorama se hace decididamente más variado, y requiere una lectura mas detallada. Teniendo en cuenta que las producciones internas de materia prima son muy significativas también frente a los mercados exteriores, porque en las exportaciones italianas los mármoles nacionales juegan un papel relevante, las cifras de balance de las transferencias hacia el extranjero no son confortantes, ya que van siguiendo un ciclo de erosión progresiva de volúmenes que lleva ya algunos años. Europa y Norteamérica cuentan de manera mayoritaria, y en Europa, Alemania, junto a España y al Reino Unido, han iniciado un ciclo de sensible disminución de los volúmenes de importación desde Italia. La competición con Turquía, y de otros, se hace notar, y el euro como moneda compartida no es suficiente para colmar las diferencias de costes finales que se descargan sobre los mármoles elaborados italianos. Rusia constituye

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así una buena excepción en el panorama general del continente, y si bien sobre niveles medios, ya alcanza Suiza, mercado histórico, además de limítrofe, para Italia. También en disminución en las declaraciones estadísticas italianas, Estados Unidos sigue siendo importantísimo y dominante como mercado final para los mármoles, los granitos y los travertinos, y sigue siendo el distrito de Carrara y de Toscana el primer interlocutor y asociado, sobre todo en valor: los mármoles blancos, pero aún más las elaboraciones y la profesionalidad, son presentes de forma incisiva y calificada, seguidos por lo que se produce en la región de Véneto. Pero las novedades más positivas llegan del Medio Oriente, donde Arabia Saudita y los Emiratos han tenido una buena performance, principalmente sobre los valores. El balance positivo del panorama del área entera se debe sobre todo a ellos, mientras los volúmenes han crecido en porcentaje sobre todo en Líbano y en pocos otros países. No cambia mucho, al contrario, el área extremo oriental: aunque Corea del Sur y Singapur hayan constituido ambos mercados positivos, China no arranca para los productos italianos, mientras Japón, siempre importante, sigue sin salir del ciclo de negatividad si se lo compara con el año precedente. Los granitos elaborados siguen constituyendo en la Unión Europea y en sus 25 países el área de mayor interés, que cubre ella sola más del 44% del total para esta partida. Y si Alemania es siempre el mercado más importante, resulta en reducción de volúmenes, y se trata de una reducción apreciable, que en las costumbres alemanas esta compensado por las importaciones de China, en medida siempre creciente, y de la apreciación de la media de productos provenientes de Italia, de valor unitario más calificado. Pero detrás de Alemania, que podríamos definir un mercado bello pero lentamente declinante, crecen mercados nuevos, siempre centroeuropeos, decididamente menores pero vivaces y generalmente en rápido progreso, como Polonia, República Checa, Hungría, Eslovenia y las Repúblicas Bálticas. Sólo con el tiempo se podrá constatar la estabilidad de estas performances, pero de momento ellas constituyen una realidad positiva, si bien contenida y joven, para la producción italiana. En aumento, aunque ligero y bastante opaco en la definición real de los flujos de materiales y de sus destinos, el área del norte, compuesta por Bélgica, Luxemburgo, Holanda y Dinamarca, mientras los mercados reales de consumo, también en aumento, son Reino Unido, Irlanda y Francia. Es toda la Unión, más o menos, a parte algunas importantes excepciones como España, que da signos de expansión y de recuperación, que es difícil interpretar en términos de reactivación estable, pero lo que es cierto es que el panorama general se funda sobre estructuras de mercado estables y organizadas y sobre canales comerciales tradicionalmente bien definidos. En la Europa no comunitaria, como siempre, es positiva y muy importante Suiza, mientras Rusia sufre una disminución aparente, sobre todo en los valores: desde algún tiempo, no obstante, este país muestra oscilaciones de año en año, que con el tiempo muestran un trend substancialmente positivo y en general importante. Fuera de Europa tenemos otra vez EE.UU., en crecimiento sólo en los valores, medios y absolutos, y aún primer mercado de consumo, bien cubierto por dos mayores distritos italianos del sector de la piedra, mientras el área medio oriental recupera cuotas de parte de Arabia Saudita y de Qatar, pero en niveles inferiores a aquellos recientes de Eslovenia, por ejemplo. En Oriente Extremo, solo Singapur y Tailandia dan signos positivos, y toda el área queda un poco al margen de nuestro panorama. En resumen, pues, para la industria italiana de la piedra al exterior, el 2005 ha sido un año de oscilaciones: un primer trimestre positivo seguido por una disminución y una recuperación al final, que parece seguir en el 2006, dejándonos esperar en una “racha” que se transforme en reactivación, sostenida por mercados importantes en desarrollo edil e inmobiliario, calificado y estable por algunos tiempos. El crecimiento económico de un país conlleva siempre un aumento del nivel medio de la calidad de la vida, que pasa también por el mejoramiento de la vivienda, donde las piedras, nuestras y de otros, encuentran una colocación y un rol: lo que está ocurriendo en algunos países europeos, sobre todo de Europa centro-oriental es significativo, en tal sentido. Se aprende velozmente, en el curso del

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desarrollo, a trabajar y a valorizar un producto que se convierte en bien de consumo y recurso en si mismo, en el uso, en la producción y en la transformación. En Italia, al contrario, el mercado interno ha ralentizado, y se trata de una ralentización que continúa en el año en curso. Eso se sabía, porque Italia ha vivido en los años 90 y en los primeros 2000 el ciclo expansivo del sector de la edilicia más largo en la historia de la posguerra. Aunque el sector inmobiliario siga siendo muy fuerte y fuertemente especulativo, las construcciones requieren inversiones también por parte de las familias y de los inversionistas privados pequeños y medio-pequeños, que están disminuyendo progresivamente, gracias a un objetivo estado de saturación del mercado. Se han añadido además una serie de incertidumbres sobre las políticas económicas del país que han ralentizado también las inversiones en el bien-refugio más clásico para las costumbres italianas: el “ladrillo”. Las familias italianas son en grandísima parte propietarias de la casa en que viven, y la manutención y la recalificación de la vivienda son partidas de gasto que han sostenido hasta ahora el sector en el segmento privado, en amplia medida. Ahora el país está viviendo una pausa, y es difícil decir si las cosas volverán rápidamente a crecer, empezando por la confianza en el futuro de las nuevas generaciones y de los nuevos ciudadanos. Quedan las obras públicas, de las cuales hay necesidad y con las cuales el sector de la piedra ha siempre tenido momentos importantes de encuentro, pero también dificultades, por la competición con otros materiales rivales y por sus mismas modalidades de presencia demasiado difusa. Si conseguirá aprovechar bien estos factores y las oportunidades que conllevan, al sector de la piedra domestico se le pueden abrir buenas perspectivas, hasta ahora sólo parcialmente exploradas. Pero debe quedar firme la conciencia que no existen áreas de mercado protegidas, ni tampoco segmentos de especialización que den reparo de los vientos de la competición exterior: materiales alternativos, con grandes capacidades de penetración en los mercados, productores alternativos competitivos en los precios y en la oferta final del bien, que solo por ahora no es adecuada a nuestro mercado domestico, son todos elementos ya conocidos y experimentados en otros sitios, que empiezan a hacerse sentir también “en casa” y que sentiremos siempre mas en el futuro. Toca al sector adecuarse y estructurarse para responder en los tiempos y en el modo oportuno. En su complejo, un año de novedades nacidas en el tiempo, pero ahora finalmente más transparentes, para el sector de la piedra italiano: un crecimiento no tanto de mercado, cuanto de estatura evolutiva, de capacidad de internacionalización, de nivel de complejidad en la presencia externa. El confronto con realidades que obligan a crecer rápidamente y a adaptarse, pena la marginación del panorama internacional, evidentemente acaba por favorecer la entera estructura productiva, o mejor dicho aquella parte que sobrevive: este es el punto que tiene mayor peso y significado, de hecho. Las empresas del sector de los lapídeos están conociendo un proceso de reposicionamiento progresivo, no sólo en el panorama internacional de los mercados, si no sobre todo en su propio interior, como organización productiva. La pequeña dimensión ha experimentado un sufrimiento siempre más agudo, por motivos objetivos de límites de rendimiento mínimo de la actividad, que ahora más que nunca necesita inversiones en tecnología, en formación y profesionalidad en las competencias y en la gestión, en capacidad de business general: límites que se alzan rápidamente, y necesitan recursos y dimensiones adecuadas. Y las pequeñas empresas, si no tienen perfiles muy particulares de especialización, de inserción en una línea productiva que la incorpore a su interior y la valorice, de segmento específico hasta que dura, tienen crecientes dificultades en mantener el perfil actual. Si crecen y se evolucionan, mucho mejor; si no la competición es demasiado fuerte, o cambian a la fuerza, o mueren. El sector, muy posiblemente, va a salir reforzado de esto, más articulado y complejo, así como más articulado y complejo es el mundo exterior de los lapídeos; pero el proceso podría no ser indoloro, sobre todo en zonas donde el nivel de especialización conlleva aspectos territoriales y sociales no fácilmente tratables de manera apropiada, si el proceso tuviera ulteriores aceleraciones. El panorama exterior, al contrario, genera urgencia, mete prisa a todos, imponiendo tiempos rápidos de respuesta y de reacción. El factor

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del tiempo es el elemento verdaderamente estratégico para el desarrollo del sector o para su involución, como ya hemos dicho desde hace años, y la industria italiana de los lapídeos tiene que darse prisa. Tiene los recursos, técnicos, humanos y estructurales, para hacerlo y tener éxito, y por lo que hemos visto, los primeros pasos importantes ya se han dado. Ahora es necesario seguir adelante con la conducción del proceso en nuestro territorio, al interno de nuestro propio panorama nacional y local.

MÁQUINAS También por lo que concierne a las maquinas, en el sector italiano de producción, ha habido algunas dificultades en el 2005. No es aún posible, de todas maneras, conocer los datos relativos al curso general del intercambio mundial. Lo que se conoce seguramente es que algunos países han ralentizado en la importación de algunas categorías de aparatos, pero sobre todo, lo que se sabe, es que las exportaciones italianas de maquinas-herramienta han sufrido una ralentización, si bien posterior a un año como el 2004, que había sido un año de grande expansión para los productores nacionales. En conjunto, en el 2005 Italia ha exportado 426 millones de euros, considerando solamente las máquinas de transformación seguramente dedicadas al sector de la piedra y excluyendo las maquinas de cantera y aquellas para otros posibles usos. En el 2004 se había exportado más de 462 millones, con una reducción del 8% sobre base anual. Ante todo, la partida especifica de las máquinas de corte ha seguido una vez más un trend de mejoría, lo cual significa que hay otra vez países que se equipan en forma calificada para la primera transformación de los bloques. La producción italiana en este ámbito es muy renombrada, sobre todo entre los productores tradicionales del sector de la piedra natural, y es precisamente este modelo de desarrollo, relativo a la presencia de las empresas en terceros países para la transformación en las cercanías de los sitios de extracción, el que lleva consigo el uso de tecnologías evolucionadas y fiables. La misma evolución de las tecnologías, aunque difícil de apreciar año por año, siendo a menudo un proceso incremental o progresivo, lleva a momentos de expansión alternados a momentos de contracción, que se manifiestan como verdaderos ciclos, a veces de duración más larga y a veces también muy breves. Vemos entonces que, en el curso de los últimos años, a menudo se han tenido mini-ciclos de expansión y contracción, con alternancia entre transformación primero y acabado después, por tipos de países, en un camino que refleja de forma bastante fiel el ciclo de desarrollo-consolidación-expansión de los momentos productivos atravesados por el mismo país. Son procesos de crecimiento a “oleadas” que, sin embargo, desde hace algunos años están acompañados por el brote de nuevos protagonismos en la producción y en la difusión de tecnología en el sector. Italia, desde hace mucho tiempo productor avanzado de tecnología, de aplicaciones y de investigación en el sector, vive un poco de todos estos aspectos, incluida la reciente competición, también en este terreno, de nuevos productores que se presentan en el mercado con capacidad de oferta no siempre tan renombrada, pero seguramente competitiva y en constante aumento. Para delinear mejor este proceso y sus características, puede ser útil la lectura de algunos datos de exportación mundial relativa a los últimos tres años, producidos por la Organización de las Naciones Unidas: tales datos proporcionan una panorámica de los intercambios, aunque el 2005 no puede ser incluido porque todavía incompleto. 1 1

Nos limitamos únicamente a las exportaciones, para evitar todos los problemas que la comparación entre importaciones y exportaciones conlleva en las estadísticas internacionales. De hecho siempre hay sensibles desfases entre los datos, porque estos proceden a menudo de países individuales reclasificados, dependiendo que se trate de estadísticas emitidas por los exportadores o por los importadores, y porque hay diferencias técnicas entre declaraciones cif y declaraciones fob entre las dos categorías de datos.

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Tabla 4. Exportación de máquinas para la elaboración de la piedra, sólo Exportaciones/porcentajes calculados sobre valores en millones de dólares estadounidenses. ITALIA - PORC. SOBRE EXP. MUNDIAL

2004

2003

2002

MÁQUINAS PARA CORTE

23,90

29,97

25,34

MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO

19,96

25,71

25,62

MÁQUINAS-HERRAMIENTAS

33,23

39,59

32,63

TOTAL GENERAL

24,83

31,17

28,07

Una vez más el trend de desarrollo internacional ha marcado el ritmo de la oferta y del mercado, en un panorama general donde el principal competidor de la industria italiana ha sido a menudo Japón, y en algunas tecnologías, Estados Unidos y Corea del Sur. La especialización principal de Italia en las máquinas-herramienta ha seguramente apoyado su papel en este sector especifico, pero en el 2005 se han notado más aquí que en otros lugares las consecuencias de las oscilaciones exteriores y de la competición de terceros países. Resisten bien, aunque en un año difícil, las maquinas de corte, sobre todo como valor de business general y particularmente en la Europa no comunitaria, en Norteamérica y en Oriente Medio. De manera análoga a lo que hemos visto para el año pasado, las exportaciones italianas en el mundo se pueden describir, en su distribución por áreas geográficas y en su comportamiento, según la siguiente tabla. Tabla 5. Exportaciones italianas de máquinas para mármol, 2005/valores en miles de euros. MÁQUINAS PARA CORTE

Unión Europea Resto de Europa África Norteamérica Centro y Sudamérica Oriente Medio Extremo Oriente Oceanía Total

Valor Dif.% 000 € ’05/’04 Cuota 35.020 -0,8 24,2 20.167 22,8 13,9 10.635 4,3 7,3 22.893 72,1 15,8 9.729

-27,7

31.640 13.610 1.316 145.010

42,4 -7,4 -13,1 14,1

6,7

MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO Valor Dif.% Cuota 000 € ’05/’04 23.727 18,1 30,0 10.152 48,8 12,8 2.386 -33,7 3,0 14.292 -36,4 18,1

MÁQUINASHERRAMIENTAS

TOTAL

Valor Dif.% Valor Dif.% 000 € ’05/’04 Cuota 000 € ’05/’04 52.930 -11,3 26,3 111.677 -3,0 25.104 -38,3 12,5 55.423 -13,4 23.426 -13,5 11,6 36.447 -10,9 23.153 3,2 11,5 60.338 3,7

Cuota 26,2 13,0 8,6 14,2

6.154

65,4

7,8 12.643

-28,0

6,3 28.526

-17,9

6,7

21,8 15.065 9,4 5.113 0,9 2.241 100,0 79.132

37,8 -50,3 74,4 -0,1

19,0 39.173 6,5 21.572 2,8 3.474 100,0 201.552

-31,5 -24,7 39,7 -21,2

19,4 85.878 10,7 40.295 1,7 7.031 100,0 425.694

-5,0 -24,8 33,0 -7,9

20,2 9,5 1,7 100,0

El área que en su conjunto ha tenido un mejor rendimiento es la norteamericana, que incluso en volumen tiene un resultado positivo, demostrando que no se trata solamente de una cuestión de valor medio más elevado, sino también de consumos más fuertes y bien calificados. La Europa no comunitaria, al contrario, se coloca todavía en la clase de las maquinas de trabajo más grandes, pero no en la de las máquinas-herramienta. La Unión Europea se confirma también para el 2005 como el mercado más importante también para el sector de las tecnologías. No hay solamente cercanía, sino también unidad monetaria, además de conocimiento del mercado y de facilidad de alcance del mismo: son factores que cuentan evidentemente más de los otros, que no obstante, también se irán haciendo siempre más importantes en el futuro.

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CONSIDERACIONES FINALES El proceso de adecuación del sector de la piedra internacional a los perfiles de sectores más avanzados y evolucionados ha vivido un año de ulterior crecimiento. No es fácil delinear las características ni individuar los periodos exactamente, ya que no se pueden definir claramente en días o meses, no obstante, el resultado, a distancia de un año, es apreciable. Cada día más los mecanismos de intermediación se enrobustecen y los operadores se van adecuando y encuentran los detalles finales, mientras las cifras estadísticas, agrupadas en forma sinóptica en función de países y códigos, dan una idea de las profundas corrientes que atraviesan el sector. No son procesos fácilmente cuantificables, ni las cifras pueden ser objeto de una interpretación superficial o atrevida, ya que a menudo crean incluso más dudas y confusiones de las que resuelven, no obstante, algunas cosas aparecen evidentes. 1) La “globalización”: es un termino del que se abusa para describir un proceso real e irrefrenable, que está cambiando profundamente la fisonomía del sector de los lapídeos. Puede que algunos comportamientos estén al inicio, como es posible que hayan retornos parciales a modelos y a praxis más tradicionales, pero lo que no se podrá hacer será borrar lo que se ha construido en estos últimos dos o tres años. La internacionalización de importantes producciones, dadas las diferencias existentes en la cadena de construcción de costes entre países históricos industrializados y países también industrializados pero menos históricos y menos vinculados, no está solamente encaminada, sino que también está desarrollada y ampliamente operativa, y no permite una simple cancelación. No sólo ya no sería posible, tampoco sería oportuno, porque la nueva ordenación constituye, a este punto, un elemento de estabilidad, incluso para la evolución, del sector. Por un lado muchos países productores individúan modalidades de desarrollo y de valorización de sus propios materiales, y esto va siendo siempre más el criterio de desarrollo no de empresa, sino sectorial y regional de los lapídeos, como lo es para otras mercancías y bienes. Por otra parte, está la posesión de los canales comerciales y de los conocimientos técnicos y productivos que permiten funcionar de interfaz activa entre demanda y oferta a través de diferentes formas de participación en ellas, y de entrelazamientos productivos. Se crean, en otras palabras, nodos de red que participan en el encuentro entre producción y mercado, de forma más inmaterial, pero en conjunto más compleja de cuanto no se hiciera incluso hace poco tiempo, ofreciendo integración y coordinación entre diferentes lugares de producción y entre conocimientos y roles diferentes business to business, según perfiles funcionales que solamente hace algunos años eran mucho más difíciles y antieconómicos de realizar. De esta forma las relaciones de mercado son más “opacas” con respecto a los números formales pero igualmente claras, si se interpretan a la luz de las relaciones de producción y de colaboración en una línea productiva compleja. La línea productiva, en otras palabras, ya no se halla simplemente en un área de producción, sino que se reagrupa en más formas, en más lugares y con más modalidades, para capturar mejor la demanda y ofrecer una respuesta adecuada según la situación: el distrito de producción, supuesto que sobreviva, se abre y en cierto sentido se levanta de la estricta radicación local, para adquirir las ventajas competitivas de las demás áreas productivas, tratando de hacerlas suyas. Es el verdadero efecto de la internacionalización, de la automación creciente en las tecnologías y del ingreso de medios de comunicación instantánea a distancia, que permiten hacer frente a aquellas carencias que pueden inducir la distancia física de los lugares de producción. Así la línea se complica, y al mismo tiempo se articula en modelos funcionales más complejos, pasando por una redefinición de los roles de competencia en función de los mercados. Han habido realizaciones recientes, hechas con materiales de un país, por cuenta de otros, y con las elaboraciones hechas en otros más: esto es sólo el inicio, y la disponibilidad de tecnología,

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comunicaciones, capitales y trabajos compartidos o compartibles a nivel internacional van a hacer que procesos de ese tipo siempre más difundidos y despersonalizados. 2) ¿Cuáles mercados? En primer lugar hemos visto como Estados Unidos, incluso hacia finales del 2005, siga siendo el mejor lugar de consumo de materiales lapídeos producidos en todo el mundo: consumen mucho y consumen bien, también actualmente. Si este mercado tuviese, por un cualquier motivo, que entrar bruscamente en una crisis, antes de un ulterior crecimiento abierto y decidido por parte de los demás consumidores con rol alternativo, el entero sector sufriría seriamente por esa situación. Dentro de algunos años, cuando los impulsos evolutivos al consumo de otras regiones, en primer lugar aquella medio oriental, pero también aquella europea (con la Unión en fase de recuperación y con los demás en crecimiento general) serán suficientemente encaminados, esto no será un riesgo tanto cuanto lo es ahora. Mientras tanto, las perspectivas de ralentización del consumo de China, en vista del término del 2008, el año de las Olimpiadas, constituyen una posibilidad de disminución general del desarrollo del sector, incluso manteniendo firmes las demás previsiones. Tocará a otras áreas geográfico-económicas tomar en sus manos el testigo de las dinámicas expansivas de los procesos que más nos interesan, para el desarrollo económico general y el del sector de la piedra y edil. 3) Y entonces, ¿Cuales áreas? De nuevo va a ser Extremo Oriente, con el otro gigante productivo y consumidor que es India, que aunque reciba aún poco con respecto a otros mercados, va creciendo, en la liberalización de los intercambios de lapídeos, tanto en plan regional que en circuitos más amplios, y como productor. E India no crece sólo con los volúmenes y con la capacidad de oferta, sino también como perfil sectorial, como presencia compleja y avanzada en el panorama internacional. Hay distritos productivos que han demostrado una dinámica rápida de inversión y desarrollo, así como una amplia capacidad tecnológica, que se junta con el empuje a la expansión de otros países vecinos, como Corea del Sur y Japón, aún presente y receptivo para muchos tipos de productos diferentes. Las actividades de inversión en el sector se van intensificando, operando con modalidades de vanguardia que en otros países hay más dificultad en adoptar, incluso en países que nominalmente operan desde hace más tiempo y con una presencia internacional “histórica”. Juegan a su favor las dimensiones y la capacidad de innovación, el rol geo-económico y la historia sectorial, y al final los resultados son más que positivos, no sólo en las cifras sino que también en las perspectivas. Es decir que India constituye una realidad del presente, pero también, y sobre todo, del futuro del sector. Luego está el Oriente Medio, que sigue invirtiendo en el uso y en la producción de mármol y de piedra, intensificando las actividades que absorben elaborados de toda la gama, y que aún representa con sus criterios y sus actividades en el sector un mercado fundamental y de perfil total. También en esta zona encontramos la confirmación de que el sector puede inserirse de manera natural y estimulante en el desarrollo de zonas y distritos locales importantes, y que el área puede dar una contribución a la evolución general del panorama internacional del sector de la piedra: aplicaciones de vanguardia, intensidad de uso, capacidad de intermediación comercial y operativa, rol de interfaz entre sujetos productores y consumidores, y, entre fases de la línea productiva incluso muy distantes entre ellas, son todas funciones que encuentran aplicación optima y evolucionada, en muchas partes del área. Es cierto que coexisten, como en otros sitios, más mercados al interior del mismo mercado, pero esto deja simplemente espacio a más operadores para funcionar y encontrar cada uno su propio espacio y su propia colocación. De África del Norte hemos hablado ya varias veces. También se coloca en esta perspectiva de futuro para el sector: Países como Egipto se están poniendo en dialéctica fuerte con muchos sujetos, como Italia y España por un lado, y China por el otro. Además Argelia, Túnez, Marruecos, se

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encuentran todos muy adelante en la explotación autónoma de los recursos propios, en materiales, en elaboración y en uso. También el resto de África está creciendo y dedicándose a políticas de valorización de sus recursos también a través de la colaboración con sujetos europeos y extra europeos. El regreso de Angola en el panorama internacional puede ser precisamente en este sentido un signo de la ampliación del abanico de oportunidades ofrecido por el sector y del cual se aventaja, en un momento de apertura de perspectivas positivas y de fermento de desarrollo, sectorial y no sectorial. También América Latina ha hecho sentir su voz para prever el próximo futuro: el papel que ha desarrollado en estos últimos dos años, por ejemplo, un país como Brasil, es ejemplar: produce, consume, transforma, exporta y se asegura espacios siempre más amplios en mercados importantes. El único factor de riesgo está en el valor del exportado nacional, que hacia algunos mercados está viviendo un momento de flexión media unitaria, mientras la valorización del producto nacional debe ir al mismo paso con el desarrollo de las autonomías productivas y de oferta general. Quedan también los grandes mercados históricos europeos, en que se experimentan productos innovadores, en los cuales el nivel de uso de los mármoles y de las piedras siempre ha quedado por encima de la media del resto del mundo, y donde Alemania, Reino Unido, España, Italia y Francia siguen consumiendo, produciendo, experimentando, empleando de forma totalmente nueva y con formas y contenidos de investigación que no conocen límites. Hay perspectivas también en los nuevos mercados europeos del este, que crecen y se suman a aquellos más tradicionales, a según que las condiciones generales mejoran y las perspectivas de desarrollo se expanden y se van consolidando. Todo esto ocurre mientras la innovación del producto se suma a la del proceso y de la aplicación. 4) La innovación: empezando por las tecnologías, la innovación contribuye a acelerar con vigor el proceso de internacionalización de la línea productiva y del sector entero, del cual hemos hablado hace poco, cambiando la contribución de las profesionalidades especificas y de la investigación. Mejor dicho, contribuye la tecnología que aplica la innovación, que la engloba en si misma, presentando al mercado un producto evolucionado y fácil de usar en todos los momentos del ciclo. La innovación puede aplanar las diferencias, así como puede evidenciarlas allá donde ellas no existen, por la capacidad de utilizarla, de transferirla de otras aplicaciones o de verla donde antes no estaba. En el sector de la piedra, sobre todo en el producto, las novedades existen, pero no siempre lo nuevo es verdaderamente, enteramente mejor de lo tradicional, y la historia reciente del sector nos recuerda varios intentos de fuga hacia productos atrayentes, que luego se han abandonado porque no pagaban el esfuerzo innovador que requerían. La innovación reaparece pues en otros aspectos del sector, en las garantías genéricas del producto y del entero proceso, como en la seguridad, por ejemplo, o en las modalidades de gestión del ambiente de trabajo, del pedido, de los controles, en fin, de la parte más inmaterial del ciclo. La cosa importante, sin embargo, es que también en este caso se están abatiendo progresivamente barreras, que antes constituían limites de ingreso mucho más elevados y selectivos, en sentido conservador: antes era mas difícil, para quien no fuera ya al interior del sector, poder entrar en ello y desarrollar un papel. Hoy los límites siguen existiendo, pero son diferentes y tratables de formas diferentes. De aquí la discusión se desplaza a temas y consideraciones de orden más macroeconómico. Las economías, también del sector de la piedra, son siempre más vinculadas entre ellas, y el empuje hacia una redefinición de los roles, y una reincorporación de los mismos es fuerte e irrefrenable. Tal empuje, a veces puede asumir connotaciones instables, con consecuencias potencialmente no previsibles al inicio del fenómeno: por ejemplo, pueden mover los ejes de la competitividad hacia nuevos sujetos y nuevos

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protagonistas, que podrían también no desarrollar el rol que los viejos sujetos han cubierto por mucho tiempo, dejando expuestas funciones y áreas de actividad en una forma que antes era impensable. Y así, para mantener el éxito, es necesario también saberse inserir en un contexto de alto riesgo individual, que requiere dimensiones de escala, eficiencia y operatividad, y capacidad de flotar en una situación mucho más inestable y mutable con respecto al pasado. Se intenta, entonces, sobre todo por parte de los nuevos ingresos en el panorama sectorial, de volver a colocar los términos de la competición sobre parámetros más “usuales”: un factor importante, en la evolución del sector de la piedra, sigue siendo decididamente el precio final en el mercado, acompañado por los tiempos y los modos de suministro. Así el conjunto de los sujetos que continúan investigando, produciendo y experimentando novedades en sus productos, en las aplicaciones y en la contención de la competición de otros sectores como la cerámica, se reduce, y los problemas de la innovación vienen después. Se van dejando siempre más a quien de la innovación tiene que hacer un instrumento para la manutención del mercado y del rol, y la capacidad de enfrentarse con ellos debe ir al mismo paso con la capacidad de defender los resultados que se obtienen. Esto es el punto más difícil, en este momento: la innovación es siempre más transferible y transferida, y las ventajas de llegar primeros a la solución de un problema complejo a menudo son borradas por los costes soportados en relación a la duración de los mismos beneficios. Se trata de un elemento que puede redefinir, una vez más, los términos de perspectiva y de panorama en que se coloca el sector, y, sobre todo, puede llevar a una redistribución ulterior y nueva de los roles de los protagonistas actuales, internacionales y regionales, con caminos y desarrollos difícilmente predecibles hoy. El futuro, también en el sector de los lapídeos, sólo acaba de empezar.

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Allegato statistico Statistical annex Annexe statistique Anexo estadistico

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AVVERTENZE PER LE TAVOLE STATISTICHE Le seguenti tavole sono costruite a partire da dati ufficiali, forniti da istituti locali e/o associazioni: si tratta sempre di Istituti governativi di raccolta dati statistici, per quanto riguarda i movimenti doganali delle merci, e talvolta di associazioni di produttori locali, o di altre fonti ufficiali, riguardo alla produzione. Laddove si tratta di stime non documentabili, la cosa viene ogni volta segnalata, ricorrendo ai caratteri in corsivo. Facciamo inoltre presente alcune avvertenze indispensabili per un corretto uso delle tavole seguenti. Particolarmente le informazioni relative alle importazioni ed esportazioni dei vari Paesi, classificate nelle Tavole C richiedono alcune premesse, che possono sembrare banali, ma che invece sono necessarie, poiché servono ad evitare errori banali e fraintendimenti. 1. Le cifre riportate nelle tavole di importazione ed esportazione C1, C2, C3, C4 sono riferite al saldo globale di ogni Paese da/verso tutto l’insieme dei suoi Paesi partner. Ovviamente, la nostra lista non comprende tutto l’insieme di tutti i Paesi, per cui i totali delle importazioni e i totali delle esportazioni non possono essere coincidenti. Inoltre, le quantità denunciate da ogni Paese nei confronti di ciascun partner non coincidono quasi mai con il viceversa denunciato dal Paese partner, e questo, oltre ad aggravare la cosa, vale non solo per il settore lapideo, ma per tutte le merci, al punto che tutte le fonti di dati internazionali di interscambio usano riportare, nelle tavole a incrocio, entrambe le dichiarazioni, arrivando sino a quattro voci per incrocio (quantità e valori per entrambi i dichiaranti), in import e in export. Il motivo è appunto questo: raramente c’è coincidenza, e talvolta nemmeno approssimazione, tra i dati di import da un Paese, dichiarati dal Paese importatore, e quelli di export verso lo stesso, dichiarati dal Paese esportatore, nonostante siano dati riferiti alla stessa categoria di movimento e allo stesso periodo. Aggiungiamo che in parte contribuiscono anche i tempi di trasporto, sia pure in termini minimi, a spostare le coincidenze, come pure i differenti regimi doganali e modalità (non sempre proprio armonizzate, a dispetto dei grandi accordi formali) di classificazione e trattazione statistica delle merci tra le istituzioni di differenti Paesi. 2. Le Tavole di seguito riportate sono costruite secondo i seguenti criteri: due tavole dedicate all’import export per materiali, marmo e granito, senza rivalutazione dei trasformati a grezzo, e due tavole dedicate all’import export per tipologie di materiale scambiato, grezzi e trasformati, riportati a grezzo laddove entrano in gioco i trasformati, e senza distinzione tra calcarei e silicei. Le somme tra tavole sono chiaramente possibili solo a due a due: marmi + graniti, oppure grezzi + trasformati, con coincidenza dei risultati finali solo laddove si abbia l’accortezza minima di eliminare il riporto a grezzo dei trasformati. Aggregando altrimenti le tavole, si commettono due errori, sia di conteggio doppio delle quantità pure, che di conteggio aggiuntivo del riporto a grezzo dei trasformati. Di nuovo, la somma delle importazioni con la somma delle esportazioni non può coincidere, per le ragioni già esposte. Le nostre tavole, infatti, ripetiamo, non sono tavole di incrocio tra Paesi, ma solo di quantificazione delle entrate e uscite, relative ai soggetti più significativi per il settore. Esse costituiscono comunque uno strumento informativo adatto ad approssimare i movimenti di materiale lapideo, che intercorrono tra Paesi all’interno del comparto, e in questo senso, riteniamo, strumento utile a chi abitualmente o per necessità momentanea, voglia confrontarsi con le statistiche del settore. 3. Spesso le fonti dati non hanno lo stesso aggiornamento, o addirittura i metodi di calcolo del periodo non coincidono (per es. l’anno islamico adottato da alcuni paesi): abbiamo cercato di segnalarlo ogni volta che occorreva. Inoltre, talvolta ci sono anche delle vere e proprie correzioni dei dati già

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forniti, e questo comporta aggiornamenti anche da un anno all’altro, con revisione continua dei risultati. Inoltre, abbiamo utilizzato un criterio differenziato per paesi nel conteggio delle voci: spesso infatti i metodi di classificazione dei vari uffici doganali sono diversi, e quando la cosa era palese, siamo intervenuti per correggere le difformità più evidenti. Ci siamo premurati di segnalarlo ogni volta. La raccolta dati di produzione, anche per l’Italia, diventa sempre più difficoltosa e incerta. Accanto a Regioni che si dotano di strumenti precisi di rilevazione, ci sono Regioni che rinunciano definitivamente a qualunque tentativo di analisi, lasciando in difficoltà anche le poche fonti locali di volenterosi. In questi casi, abbiamo azzardato una stima sulla base degli andamenti congiunturali e delle fonti locali, ma siamo consapevoli che il risultato rimane una stima. Tutte le tavole riferite all’Italia, inoltre, sia ai macchinari che ai lapidei, riportano il dato dei valori in migliaia di Euro. Questo inserimento ha comportato delle operazioni di arrotondamento e/o troncamento, che includono un errore tecnico inevitabile: si tratta comunque di un errore molto contenuto, essendo limitato all’ultima cifra dei totali.. La voce “Granulati e polveri” è stata modificata, con l’eliminazione di un codice HS che riportava chiaramente dati non più pertinenti al settore. Pertanto, anche i valori relativi agli anni precedenti sono stati ricalcolati con il nuovo criterio. LA CLASSIFICAZIONE DEI DATI ISTAT RELATIVI ALL’EXIMPORT DELLE TECNOLOGIE È STATA MODIFICATA, ESCLUDENDO DUE VOCI RITENUTE ORMAI POCO ATTINENTI CON IL SETTORE, E DANDO SPAZIO ALLA VOCE AUTONOMA RELATIVA ALLAE MACCHINE UTENSILI PER LA LAVORAZIONE DELLA PIETRA NATURALE. Le tavole relative all’Unione Europea e agli Altri Paesi d’Europa sono state modificate in seguito all’allargamento dell’Unione Europea, avvenuto il primo maggio 2004: i dieci nuovi paesi sono stati inseriti nelle tavole relative all’Unione Europea, anche per il periodo precedente alla data di ingresso nella comunità, e anche per tutto il 2003, al fine di rendere i dati omogenei e paragonabili


NOTES ON STATISTICS TABLES The tables below have been calculated on the basis of official figures from local agencies and/or associations: all of them are governmental agencies that collect statistical data on customs’ traffics and sometimes associations of local producers or other official sources on productions. Any figure that could not be documented has been specified in italics. Please find below some words of caution for a proper use of the following tables. In particular, information on the countries’ imports/exports, as listed in Tables C, require some preliminary explanation that may seem all too clear but is instead necessary, since it helps to avoid common mistakes and misunderstandings. 1. The figures listed in the import/export tables C1, C2, C3, C4 refer to the overall balance

of each country from/to all of its partner countries. Obviously, our list does not include the whole of all countries, so total imports cannot tally with total exports. In addition, the amounts reported by each country for each one of its partner country almost never tally with the opposite amounts reported by the partner country, and this, as well as aggravating the situation, applies not only to the stone sector but to all goods, so much so that all the world’s trade data sources usually list both statements in their cross-tables, sometimes even with up to four entries per crossing (the amounts and values of both partners) in the import and export tables. The reason is that the import figures from one country, as stated by the importing country, and the export figures to the same country, as stated by the exporting country, are seldom in agreement, sometimes they actually differ very much, even if referred to the same trade classes and periods. It must also be noted that this level of agreement is also affected by transport times, however slightly, as well as by the different customs legislation and goods classing and statistical processing methods (that, despite important formal agreements, have not always been very well standardised) used in each country. 2. The tables below have been based on the following criteria: two import/export tables classed by materials, marble and granite, where finished goods have not been recalculated as raw materials, two import/export tables classed by type of traded goods, raw and finished goods, where finished goods have been recalculated as raw materials and with no distinction between calcareous and siliceous materials. Additions among the tab les can only be made two by two: marble + granite, or else raw + finished goods, where the end results tally only if finished goods are not recalculated as raw materials. Aggregating the tables otherwise would cause two errors, i.e. pure amounts would be counted twice, and finished goods, recalculated as raw materials, would be counted one more time. Once again, total imports cannot tally with total exports for the above reasons. Our tables are not cross-tables, but have just been designed to quantify incoming and outgoing materials for the most significant actors of the trade. They provide, however, the information needed for an approximation of stone traffics between different countries, and in this respect they are, we think, useful for those who may have to check stone statistics on a permanent or temporary basis.

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3. Often, data sources are not equally updated or sometimes the methods used for the

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calculation of periods may differ (some countries use, for instance, the Islamic year): we have tried to specify it whenever it occurred. In addition, the supplied data have sometimes been heavily corrected, so these figures have had to be updated on a yearly basis and the end results are being reviewed all the time. In addition, when counting the entries we have used different criteria for each country, since each customs office uses different classing methods, and when the fact was obvious we corrected the most evident inconsistencies. It has been specified every time. The collection of data on production is becoming more and more complicated and uncertain for Italy as well. Alongside regions that have equipped themselves with accurate surveying instruments, there are regions that have given up all attempts, leaving those few local sources of willing people to deal with all the problems. In these cases, we have ventured an estimate on the basis of economic trends and local sources, but we are aware that the result is just an estimate In addition, all tables concerning both Italian machinery and stone products are in thousand euros. This conversion has involved the rounding off and/or cutting off of some figures, which include an unavoidable technical error: it is however a very low error level since it only concerns the last figure of the totals. The “Chips and dust� entry has been changed by removing a HS code that clearly indicated data that are no longer relevant to the sector. Values concerning the previous years have therefore also been recalculated using the new criteria. ISTAT (CENTRAL STATISTICS OFFICE) TECHNOLOGY EXPORTS/IMPORTS DATA FROM HAVE BEEN DIFFERENTLY CLASSED BY IMM, BY REMOVING DATA FROM TWO ITEMS THAT ARE NOW CONSIDERED UNRELATED TO THE STONE INDUSTRY AND BY INCLUDING SEPARATE DATA FROM DIMENSIONAL STONE PROCESSING MACHINE TOOLS. Following the expansion of the European Union, occurred on may 1st, 2004, the Tables referring to EU and the Other European Countries have been revised: the ten new countries have been included in the EU Tables even for the period of time previous to the date of their entrance in the community, and for all 2003, in order to submit harmonized and comparable data.


AVERTISSEMENTS POUR LES TABLEAUX STATISTIQUES Les tableaux suivants ont été construit en partant des données officiels, fournis des instituts locales et/ou des associations: il s’agit toujours d’Instituts gouvernementales de récolte de donnés statistiques, pour ce qui concerne les mouvements des marchandises à travers la douane, et parfois d’associations de producteurs locales, ou d’autres sources officielles concernant la production. Alors qu’il ne s’agit pas d’estimes qui peuvent être documentés on le signale en utilisant le caractère italique. Nous signalons en autre certains avertissements indispensables pour une correcte utilisation des tableaux qui suivent. En particulière les informations concernents les importations et exportations dans les différentes Pays classés dans le Tableau C nécessitent certaines prémisses, qui peuvent paraître banales mais qu’au contraire sont nécessaire, parce qu’elles servent à éviter des erreurs banales et des faux sens. 1. Les chiffres dans les tableaux d’importation et exportations, C1, C2, C3,C4 se réfèrent au solde globale de chaque Pays de et vers tous ses Pays partenaires. Bien évidemment notre liste ne comprend pas tout l’ensemble des Pays, le totale des importations et des exportations ne peut pas coïncider avec celui dénoncé par le Pays partenaire, et cela vaut pour tous les secteurs et non seulement pour le lapidaire, au point que toutes les sources de donnés internationales d’échange rapportent d’habitude, dans les tableaux croisés, les deux déclarations, arrivant jusqu’à quatre voix par croisement (quantités et valeurs pour chaque déclarant), en import et export. La raison est que rarement ils coïncident, et des fois on ne trouve même pas une approximation parmi les donnés d’import d’après un Pays, déclaré du Pays importateur, et ceux d’export vers le même, déclarait par le Pays exportateur, même si les donnés se réfèrent à la même catégorie de mouvement et à la même période. Ajoutons qu’une partie de cette discordance est donné par les temps de transports, ainsi que les différentes régimes des douanes et les modalités de classement et traitement statistique de la marchandise(non pas toujours harmonisés au-delà de grands accords formels). 2. Les tableaux qui suivent ont été construit selon les critères suivantes: deux tableaux dédies à l’import export de matériaux, marbre et granit, sans revalorisation des transformé en blocs et deux tableaux dédiés à l’import export par typologie de matériel échangé, bruts et transformé,rendus bruts là où les transformés entrent en jeux, et sans aucune distinction entre calcaires et siliceux. Les sommes des tableaux sont clairement possibles seulement à deux à deux: marbres+granits, ou bien bruts+transformés, avec une coïncidence des résultats finales seulement là où l’on prend la précaution minimum d’éliminer le remblayage à brut des transformés. Réunissant autrement les tableaux, on fait deux erreurs, le double compte des quantités pures et le compte ajouté du rajoute à bruts des transformés. Nos tableaux, on le répète, ne sont pas tableaux croisés entre Pays, mais seulement de quantification des entrés et des sorties, relative aux sujets les plus significatifs du secteurs. 3. Souvent les sources des donnés n’ont pas la même mise à jour, ou les calcules de la période ne coïncident pas (par ex. l’an islamique adopté par certain Pays): nous avons cherché de le signaler à chaque fois qu’il le fallait. En autre, des fois on trouve des vraies corrections des données fournis, et cela comporte de mises au jour d’un année à l’autre, avec une révision continue des résultats. 4. En autre, nous avons utilisé un critère différent par Pays dans le compte des voix, le classement des différentes bureaux de douane sont souvent différentes, et quand cela était évident nous sommes intervenus pour en corriger les diversités les plus évidentes. Nous l’avons à chaque fois signalé. 5. La récolte des donnés de production devient de plus en plus difficile et incertaine pour l’Italie aussi. A coté de régions qui se douent d’instruments précis de relevé, il y a des régions qui renoncent

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définitivement à tout tentative d’analyse, laissant en difficultés les peu de sources locale de ceux qui ont de la volonté. Dans ces cas on a tenté une estimation sur la base des mouvements conjoncturels et de sources locales, même si on est conscient que le résultat reste une estime. Tous tableaux qui se referant à l’Italie, en autre soit aux machines soit aux lapidaires, ont le donné des valeurs en millier d’euro. Cette intégration a comporté des opérations d’arrondissement et/ ou tranchement qui incluent un inévitable erreur technique: en tout cas il s’agit d’un erreur très contenu, en étant limité à la dernière chiffre des totales. La voix “Granulés et poudre” a été modifiée, avec l’élimination d’un code HS qui rapporte clairement des donnés qui n’appartiennent pas au secteur. Donc, les valeurs concernant les années précédentes ont été calculé selon le nouvel critère. LE CLASSEMENT DES DONNÉS ISTAT CONCERNENT L’EXPORT IMPORT DES TECHNOLOGIES A ÉTÉ MODIFIÉ, EXCLUANT DEUX VOIX QUI NOUS SEMBLAIENT AVOIR PEU DE RAPPORTS AVEC LE SECTEUR, ET DONNANT DE L’ESPACE À LA VOIX AUTONOME RELATIVE AUX MACHINES OUTILS POUR LE TRAVAIL DE LA PIERRE NATURELLE. Les tableaux relative à l’Union Européenne et aux autres Pays d’Europe ont été modifiés après l’élargissement de l’Union Européenne du premier Mai 2004: les dix Pays nouveaux ont été ajoutés dans les tableaux, même pour la période précédente la date d’entrées dans la communauté, et même pour tout le 2003, à fin de rendre les données plus homogènes et comparables.


NOTAS PARA LA CONSULTA DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS Las tablas siguientes están basadas en datos oficiales, facilitados por entidades locales estatales y algunas asociaciones. Las primeras son siempre de instituciones gubernamentales para la recopilación de datos estadísticos sobre los movimientos aduaneros de las mercancías. En el segundo caso, la información suele proceder de asociaciones de productores locales, o de otras fuentes oficiales, en lo que a la producción se refiere. Los estimados no documentables aparecerán en letra cursiva. Hacemos además presentes algunas advertencias imprescindibles para el uso correcto de las tablas que se detallan a continuación. Nos referimos, en particular, a los datos sobre las importaciones y exportaciones de los varios países, clasificadas en las Tablas C las cuales requieren algunas premisas de orden teórico y técnico, que aunque puedan parecer banales a simple vista, son, sin embargo, necesarias para evitar errores de cálculo e interpretación. 1. Las cifras descritas en las tablas de importación y exportación C1, C2, C3, C4 se refieren al saldo global de cada país hacia y desde la totalidad de sus países asociados. Por supuesto, nuestra lista de datos no incluye todo el conjunto de todos los países asociados por cada país catalogado, por lo tanto, los totales de las importaciones y los totales de las exportaciones no pueden coincidir. Además, las cantidades declaradas por cada país con respecto a cada asociado no concuerdan casi nunca con el equivalente declarado por el país asociado en cuestión, y esto no solo ocurre en el sector de la piedra, sino también en el de las otras mercancías hasta tal punto que todas las fuentes de datos internacionales de intercambio se ven obligadas a mencionar ambas declaraciones en las tablas de cruce, llegando en muchos casos a registrarse hasta cuatro diferentes partidas por cruce (cantidad y valor por ambos declarantes), en importaciones y en exportaciones. El motivo es precisamente éste: que raramente hay coincidencia, y a veces ni siquiera aproximación, entre los datos de importación de un país, declarados por el país importador, y los de exportación hacia el mismo, declarados por el país exportador incluso en los casos de datos relativos a la misma categoría de movimiento y al mismo periodo. Añadiremos que, en parte, aún que sea en forma mínima, los tiempos de transporte también contribuyen a las diferencias así como los diferentes regímenes aduaneros y los sistemas de clasificación y elaboración estadística de las mercancías entre las instituciones de los diferentes países (a menudo poco armonizados, a pesar de los grandes acuerdos formales en vigor). 2. Las Tablas que siguen están construidas según los siguientes criterios: dos tablas dedicadas a la importación / exportación de materiales, mármol y granito, sin reevaluación en bruto de los transformados, y dos tablas dedicadas a la importación /exportación por tipo de materiales intercambiados, brutos y transformados, llevados en bruto donde entren en juego los transformados, y sin distinción entre calcáreos y silíceos. Las sumas entre tablas son claramente posibles solo de dos en dos: mármoles + granitos, o brutos + transformados, con coincidencia de los resultados finales, sólo donde se haya tenido el cuidado de eliminar el pasaje a bruto de los transformados. De lo contrario, agregando las tablas, se habrán cometido dos errores: el del doble computo de las cantidades puras y el del computo adicional del pasaje a bruto de los transformados. Así pues la suma de las importaciones con la suma de las exportaciones no pueden coincidir, por las razones ya indicadas. Nuestras tablas, repetimos, no son tablas de cruce entre países, si no simplemente tablas de cuantificación de entradas y salidas, relativas a los sujetos más significativos para el sector. Ellas constituyen, de todas formas, un instrumento informativo que puede ser usado para hacer estimados aproximados sobre los movimientos de material en piedra que tienen lugar entre países al interior del sector, y, en este sentido, consideramos que sean un instrumento útil para aquellos que habitualmente o por necesidad temporánea quieran compararse con las estadísticas del sector.

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3. A menudo, los orígenes de los datos, no tienen la misma actualización, o los métodos de cálculo del periodo no coinciden (por ejemplo el año islámico adoptado por algunos países) y hemos intentado señalarlo cada vez que esto ocurre. A veces, también hay verdaderas correcciones de los datos facilitados, y esto produce actualizaciones también entre un año y otro, con revisión continua de los resultados. 4. Hemos además usado un criterio diferenciado para los países en el calculo de las partidas: a menudo los métodos de clasificación de las varias oficinas aduaneras son diferentes, y cuando esto es evidente, hemos corregido las diferencias más visibles. Hemos procurado señalar esto en cada ocurrencia. 5. La obtención de datos de producción, también de Italia, se hace siempre difícil e incierta. Al lado de regiones que tienen instrumentos precisos de estimación, hay regiones que renuncian totalmente al uso de cualquier instrumento de análisis, creando dificultades también para las pocas zonas locales con buena voluntad. En estos casos hemos intentado hacer una estimación sobre la base de la marcha coyuntural y de los datos de origen local, pero sabemos que el resultado siempre será un estimado. 6. Todas las tablas referentes a Italia, tanto en las maquinarias como en la piedra, llevan el dato de los valores recalculado en miles de Euros. Esta inserción ha supuesto la realización de algunas operaciones de redondeo y/o de truncamiento, que incluyen un error técnico inevitable: se trata, de todos modos, de un error muy limitado, que solo se refleja en la última cifra de los totales. 7. La partida “Granulados y polvos” ha sido modificada con la eliminación de un código HS que contenía datos ya no relevantes para el sector. Por lo tanto, también los valores relativos a los años anteriores han sido recalculados con el nuevo criterio. 8. LA CLASIFICACIÓN DE LOS DATOS DEL INSTITUTO NACIONAL DE ESTADÍSTICAS (ISTAT), RELATIVA A LA IMPORTACIÓN Y EXPORTACIÓN DE TECNOLOGÍAS HA SIDO MODIFICADA, EXCLUYENDO DOS PARTIDAS CONSIDERADAS YA POCO PERTINENTES AL SECTOR Y DEJANDO ESPACIO A LA PARTIDA AUTÓNOMA RELATIVA A LAS MÁQUINASHERRAMIENTA PARA LA ELABORACIÓN DE LA PIEDRA NATURAL. 9. Las tablas relativas a la Unión Europea y a los demás países de Europa han sido modificadas tras la extensión de la Unión que ha tenido lugar el primero de mayo del 2004. Los diez nuevos países han sido incluidos en las tablas relativas a la Unión Europea, también para el periodo anterior a la fecha de ingreso en la comunidad y también para todo el 2003, para obtener datos homogéneos y comparables.

88


INDICE DELLE TAVOLE STATISTICHE ALLEGATE ANNEXED STATISTICAL TABLES INDEX INDEX DES TABLES STATISTIQUES ANNEXES INDICE DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS ANEXAS Tav. A

Produzione internazionale di cava International raw material production Production internationale de matières premierès Produccíon internacional de materias primas

Tav. B

Produzione italiana di cava Italian raw material production Production italienne de matières premierès Produccíon italiana de materias primas

Tav. C

Import export internazionali/Lapidei International import export/Stone materials Import export international/Pierres Importaciones y exportaciones internacionales/Piedras C1

C2

C3

C4

marmo marble marbre mármol granito granite granite granito grezzi raw materials matières premières brutos/materias primas lavori riportati a grezzo processed materials, blocks equivalent équivalent en blocs de matériaux produits equivalente en bloques de los materiales elaborados

89


Tav. 1

Tav. 2

Tav. 3

Tav. 4

Tav. 5

Tav. 6

Grafici Graphs Graphiques Gráficos

90

Import export italiano/Lapidei Italian import export/Stone materials Import export italien/Pierres Importaciones y exportaciones italianas/Piedras Import export italiano per aree geografiche/Lapidei Italian import export by geographical areas/Stone materials Import export italien/Pierres Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Piedras Import export italiano per Paesi/Lapidei Italian import export by countries/Stone materials Import export italien pour pays/Pierres Importaciones y exportaciones italianas por países/Piedras Import export italiano/Macchine Italian import export/Machinery Import export italien/Machines Importaciones y exportaciones italianas/Maquinaria Import export italiano per aree geografiche/Macchine Italian import export by geographical areas/Machinery Import export italien pour zones géographiques/Machines Importaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Maquinaria Import export italiano per Paesi/Macchine Italian import export by countries/Machinery Import export italien pour pays/Machines Importaciones y exportaciones italianas por países/Maquinaria


TAV. A. PRODUZIONE INTERNAZIONALE DI GREZZO (TONN.) PAESI ARABIA SAUDITA AUSTRALIA BRASILE CANADA CINA CROAZIA EGITTO FINLANDIA FRANCIA GIORDANIA GIAPPONE

2001

2002

2003

2.004

2005

600.000

600.000

1.220.000

1.220.000

nd/na

31.180

51.114

40.000

40.000

40.000

3.059.542

3.710.000

6.000.000

6.400.000

6.900.000

118.134

113.066

113.620

135.988

134.874

16.800.000

18.000.000

18.600.000

20.600.000

22.000.000

168.000

177.000

186.000

174.000

175.000

1.300.000

1.450.000

1.950.000

2.200.000

2.500.000

733.592

717.563

631.448

864.677

800.000

1.249.000

1.235.100

1.231.500

1.189.020

1.100.000

58.900

72.641

62.070

65.000

70.000

211.590

204.283

191.154

178.224

180.000

2.000.000

2.100.000

2.100.000

2.100.000

2.100.000

INDIA

10.150.000

10.500.000

11.200.000

11.200.000

12.500.000

IRAN

nd/na

9.311.000

10.000.000

10.400.000

10.400.000

GRECIA

ITALIA

10.703.135

10.109.920

10.810.623

10.872.797

10.194.920

KAZAKISTAN

301.590

280.000

476.042

499.077

400.000

NORVEGIA

324.550

340.000

330.000

nd/na

nd/na

POLONIA

554.600

823.500

800.000

1.100.000

1.100.000

3.295.022

2.919.751

2.792.545

2.950.190

3.000.000

718.635

651.726

700.000

750.000

100.000

46.310

33.690

35.000

nd/na

40.000

SPAGNA

8.770.000

7.616.000

7.625.000

8.573.000

8.700.000

STATI UNITI D

1.220.000

1.260.000

1.340.000

1.460.000

1.460.000

869.900

730.600

511.500

574.600

750.000

PORTOGALLO SIRIA SLOVENIA

SUD AFRICA TAILANDIA

82.040

78.500

101.712

90.540

100.000

TURCHIA

2.625.000

3.150.000

6.200.000

7.725.000

8.250.000

TOTALE

65.990.720

76.235.454

85.248.214

91.362.113

92.994.794

91


Note relative alla tavola B: Tutti i dati in corsivo sono di stima Molte regioni sono in forte ritardo nella rilevazione dei dati, ed adottano criteri di raccolta e classificazione dei dati soggetti a variazioni di anno in anno Per la Regione Lazio, sono state inserite le produzioni di tufo per gli anni 2003, 2004 e 2005

Notes on Table B: All data in italics are estimates Many Regional Governments are late in data collecting, and use data collecting and classifying criteria which vary from one year to the other For the region of Lazio we have included the tuff productions, relating to years 2003, 2004 and 2005

Notes relatives au Tableau B: Tous les données en italique sont d’estime Nombreuses régions ont un fort retard dans la révélation des données, et elles adoptent des critères d’assemblage et de classement des données sujet à des variations d’une année à l’autre. En ce qui concerne la région Lazio nous avons considéré les productions de tuf des années 2003, 2004 et 2005

Notas para la consulta de la Tabla B Todos los datos en letra cursiva son estimaciones Muchas regiones están en fuerte retraso en la adquisición de los datos y adoptan criterios de recolección y de clasificación que pueden variar de año en año. Por la Región Lazio, nos hemos incluydo las producciones de toba por los años 2003, 2004 y 2005.

92


TAV. B. PRODUZIONE ITALIANA DI GREZZO (TONN.) REGIONE CAMPANIA VALLE D’AOSTA PIEMONTE

2001

2002

2003

2004

2005

655.240

495.000

515.900

500.000

500.000

27.216

32.400

26.100

16.500

19.200

700.000

610.000

410.400

430.910

510.000

LOMBARDIA

1.071.986

991.605

1.000.523

948.917

800.000

TRENTINO

1.139.613

1.140.200

1.046.807

1.036.000

950.000

FRIULI V. G.

150.000

180.000

165.500

170.000

170.000

VENETO

373.523

380.000

590.748

625.318

640.000

LIGURIA

130.000

113.615

105.000

67.000

81.150

1.678.980

1.577.100

1.525.715

1.450.000

1.300.000

82.150

61.000

64.000

131.280

202.580

LAZIO *

1.200.000

1.300.000

2.238.147

2.200.000

1.400.000

PUGLIA

1.200.000

1.000.000

1.000.000

1.000.000

1.000.000

SICILIA

1.178.227

1.255.000

1.316.383

1.518.272

1.823.990

SARDEGNA

1.116.200

974.000

805.400

778.600

798.000

10.703.135

10.109.920

10.810.623

10.872.797

10.194.920

TOSCANA MARCHE

TOTALE

Fonti: fonti locali ufficiali (Uff. regionali, Associazioni di categoria, ecc..)

93


Note relative alle tavole C • Austria: l’interscambio con la Germania nell’export blocchi e nell’import blocchi per l’anno 2004 è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile • Cina: l’interscambio con Hong Kong nell’export blocchi è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile. • Germania: l’import di granito in blocchi dalla Norvegia è stato modificato, escludendo una voce non ritenuta affidabile; • Iran: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005 • Marocco import blocchi granito per l’anno 2005 manca la voce 251612 • Paesi Bassi l’interscambio con la Germania potrebbe contenere dati riferiti ad altri prodotti in pietra; l’interscambio con il Belgio Lussemburgo è stato modificato, perché ritenuto non affidabile; • Regno Unito: l’interscambio di granito in blocchi con la Francia e la Norvegia è stato escluso, perché ritenuto non affidabile; • Singapore: l’import di granito blocchi dalla Malesia è stato escluso, perché ritenuto non affidabile. Notes on tables C • Austria: trade flows of exported/imported blocks to/from Germany for 2004 have been changed by removing an assumedly unreliable item. • China: trade flows of exported blocks to Hong Kong have been changed by removing an assumedly unreliable item. • Germany: imported granite blocks from Norway have been changed by removing an assumedly unreliable item; • Iran: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005; • Morocco: item 251612 is missing in imported granite blocks for 2005. • Netherlands: trade flows to/from Germany could include figures referring to different stone products: trade flows to/from Belgium and Luxembourg have been removed as assumedly unreliable; • United Kingdom: trade flows of granite blocks to/from France and Norway have been removed as assumedly unreliable; • Singapore: imported granite blocks from Malaysia have been removed as assumedly unreliable.

94


Notes relatives au tableau C • Autriche: l’échange avec l’Allemagne dans l’exportation et l’importation des blocs pour l’année 2004 a été modifié, excluant une voix retenue peu fiable • Chine: l’échange avec Hong Kong dans l’export de blocs a été modifié excluant une voix non fiable; • Allemagne: l’importation de granits en blocs de la Norvège a été modifié excluant une voix non fiable ; • Iran: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005 • Maroc: dans l’import de blocs de granit pour l’année 2005 manque la voix 251612 • Pays-Bas: l’échange avec l’Allemagne pourrait contenir des donnés qui se réfèrent à d’autres produits en pierre; l’échange avec le Luxembourg Belgique a été modifié parce que non fiable ; • Royaume Unis: l’échange de blocs de granits avec la France et la Norvège a été exclus parce que non fiable ; • Singapore: l’importation de blocs de granit de la Malaysia a été exclus parce que retenu non fiable. Notas para la consulta de las tablas C • Austria: el intercambio con Alemania en la exportación de bloques y en la importación para el año 2004 ha sido modificado, excluyendo una partida no considerada atendible • China: el intercambio con Hong Kong en la exportación de bloques ha sido modificado, excluyendo una partida no considerada atendible. • Alemania: la importación de granito en bloques de Noruega ha sido modificada, excluyendo una partida no considerada atendible • Irán: 2003: 2002-2003; 2004: 2003-2004; 2005: 2004-2005 • Marruecos, importaciones de bloques de granitos para el 2005: falta la partida 251612 • Holanda - el intercambio con Alemania podría contener datos relativos a otros productos de piedra. El intercambio con Bélgica Luxemburgo ha sido modificado, ya que no se ha considerado atendible. • Reino Unido: el intercambio de granito en bloques con Francia y Noruega ha sido excluido ya que no se ha considerado atendible • Singapur: las importaciones de granito en bloques de Malasia han sido excluidas ya que no se han considerado atendibles.

95


TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati

IMPORT

TOTALE MARMO

Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA

2003

2004

2005

05/’04

05/’03

04/’03

Pa

15.650

26.390

nd/na

nd/na

nd/na

68,6

AR

AU

AUSTRIA

20.070

18.530

22.320

20,5

11,2

-7,7

BELGIO

109.020

103.420

106.650

3,1

-2,2

-5,1

BE

BRASILE

37.660

41.690

47.900

14,9

27,2

10,7

BR

CANADA CINA COREA DEL SUD

8.030

5.240

9.340

78,2

16,3

-34,7

CA

1.807.960

2.210.960

2.432.700

10,0

34,6

22,3

CI

184.430

175.360

213.070

21,5

15,5

-4,9

CO

DANIMARCA

10.320

9.940

8.980

-9,7

-13,0

-3,7

DA

EGITTO

14.410

39.660

73.270

84,7

408,5

175,2

EG

1.130

1.390

1.170

-15,8

3,5

23,0

FIN

FRANCIA

77.200

68.220

75.010

10,0

-2,8

-11,6

FR

GERMANIA

66.130

72.750

76.380

5,0

15,5

10,0

GE

GIAPPONE

85.170

80.810

89.450

10,7

5,0

-5,1

GI

GRECIA*

224.980

253.120

272.790

7,8

21,3

12,5

GR

HONG KONG*

126.310

137.870

126.430

-8,3

0,1

9,2

450

7.470

9.340

25,0

1975,6

1560,0

IR IR

FINLANDIA

IRAN* IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO

HO

10.390

14.980

12.210

-18,5

17,5

44,2

480.820

512.060

528.070

3,1

9,8

6,5

ITA

10.220

21.820

13.080

-40,1

28,0

113,5

KA

128.420

124.010

125.480

1,2

-2,3

-3,4

LIB

39.300

52.060

nd/na

nd/na

nd/na

32,5

MA

NO

NORVEGIA*

2.600

2.460

4.130

67,9

58,8

-5,4

PAESI BASSI

30.830

30.590

43.080

40,8

39,7

-0,8

PA

POLONIA

23.980

nd/na

32.400

nd/na

35,1

nd/na

PO

PORTOGALLO

42.070

39.990

38.720

-3,2

-8,0

-4,9

PO

REGNO UNITO*

56.340

81.900

94.740

15,7

68,2

45,4

RE

REPUBBLICA CECA

4.870

4.210

4.220

0,2

-13,3

-13,6

RE

RUSSIA

34.200

45.990

63.620

38,3

86,0

34,5

RU

SINGAPORE

45.860

33.610

25.950

-22,8

-43,4

-26,7

SI

7.749

6.080

5.710

-6,1

-26,3

-21,5

SL

SPAGNA

345.450

345.850

331.040

-4,3

-4,2

0,1

SP

STATI UNITI D’AMERICA

838.370

1.018.010

1.394.520

37,0

66,3

21,4

ST

16.990

24.850

33.140

33,4

95,1

46,3

SU

SLOVENIA

SUD AFRICA* SVEZIA*

6.910

11.640

10.790

-7,3

56,2

68,5

SV

TAIWAN

172.620

210.160

213.690

1,7

23,8

21,7

TA

THAILANDIA

12.968

34.930

23.530

-32,6

81,4

169,4

TH

TURCHIA

17.640

13.260

17.160

29,4

-2,7

-24,8

TU

UCRAINA

7.650

10.600

11.300

6,6

47,7

38,6

UC

5.125.167

5.891.880

6.591.380

11,9

28,6

15,0

TO

TOTALE

96


TAV. C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMO Grezzo + lavorati

EXPORT

TOTALE MARMO

TOTALE MA Variazioni percentuali

03

Paesi / Resto del mondo

8,6

ARABIA SAUDITA

7,7

AUSTRIA

5,1

BELGIO

0,7

BRASILE

4,7

CANADA

2,3

CINA

4,9

COREA DEL SUD

3,7

DANIMARCA

5,2

EGITTO

3,0

FINLANDIA

,6

2003

2004

2005

05/’04

05/’03

04/’03

61.700

59.430

nd/na

nd/na

nd/na

-3,7

6.900

5.820

6.430

10,5

-6,8

-15,7

130.810

75.980

183.450

141,4

40,2

-41,9

14.120

12.020

14.350

19,4

1,6

-14,9

300

1.270

1.410

11,0

370,0

323,3

363.590

470.030

667.070

41,9

83,5

29,3

260

640

960

50,0

269,2

146,2 -18,9

4.700

3.810

1.890

-50,4

-59,8

269.819

533.930

720.670

35,0

167,1

97,9

330

260

370

42,3

12,1

-21,2

FRANCIA

13.910

13.300

10.330

-22,3

-25,7

-4,4

0,0

GERMANIA

28.070

6.940

10.190

46,8

-63,7

-75,3

5,1

GIAPPONE

712,5

2,5

GRECIA*

9,2

HONG KONG*

0,0

IRAN*

4,2

IRLANDA

6,5

ITALIA

3,5

KAZAKISTAN

3,4

LIBANO

2,5

MAROCCO

5,4

NORVEGIA*

0,8

PAESI BASSI

na

POLONIA

4,9

PORTOGALLO

5,4

REGNO UNITO*

3,6

REPUBBLICA CECA

190

4,5

RUSSIA

6.530

6,7

SINGAPORE

5.830

1.610

,5

0,1 ,4

SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA

80

650

290

-55,4

262,5

382.360

362.720

335.150

-7,6

-12,3

-5,1

49.780

64.350

43.780

-32,0

-12,1

29,3

364.393

475.260

468.210

-1,5

28,5

30,4

530

110

110

0,0

-79,2

-79,2

1.749.990

1.775.670

1.760.720

-0,8

0,6

1,5

140

220

250

13,6

78,6

57,1

25.390

30.260

33.690

11,3

32,7

19,2

46.900

33.350

nd/na

nd/na

nd/na

-28,9

3.500

4.530

2.990

-34,0

-14,6

29,4

3.600

3.710

7.400

99,5

105,6

3,1

600

nd/na

540

nd/na

-10,0

nd/na

296.100

333.120

358.690

7,7

21,1

12,5

7.740

3.510

3.960

12,8

-48,8

-54,7

300

240

-20,0

26,3

57,9

7.850

3.130

-60,1

-52,1

20,2

1.480

-8,1

-74,6

-72,4

3.990

4.240

5.190

22,4

30,1

6,3

776.270

911.750

982.610

7,8

26,6

17,5

56.910

62.400

64.870

4,0

14,0

9,6

700

170

360

111,8

-48,6

-75,7 113,0

6,3

SUD AFRICA*

8,5

SVEZIA*

230

490

320

-34,7

39,1

,7

TAIWAN

18.070

16.910

13.840

-18,2

-23,4

-6,4

1.660

2.470

1.230

-50,2

-25,9

48,8

9,4

THAILANDIA

4,8

TURCHIA

1.901.400

2.281.970

2.668.530

16,9

40,3

20,0

8,6

UCRAINA

50

70

100

42,9

100,0

40,0

5,0

TOTALE

6.597.442

7.561.120

8.374.800

10,8

26,9

14,6

97

Paesi / Resto d

ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD CROAZIA DANIMARCA EGITTO FILIPPINE FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE GIORDANIA GRECIA HONG KONG INDIA INDONESIA IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO NORVEGIA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CEC RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D’AM SUD AFRICA SVEZIA SVIZZERA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA TOTALE


TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati

IMPORT

TOTALE GRANITO

Variazioni percentuali Paesi / Resto del mondo

203

2004

2005

05/’04

05/’03

04/’03

Pa

89.360

100.670

nd/na

nd/na

nd/na

12,66

AR

AUSTRIA

142.300

146.350

160.440

9,63

12,75

2,85

AU

BELGIO

384.680

450.780

506.320

12,32

31,62

17,18

BE

ARABIA SAUDITA

BRASILE

940

740

570

-22,97

-39,36

-21,28

BR

CANADA

139.640

227.440

654.720

187,86

368,86

62,88

CA

CINA

1.555.130

1.945.680

2.054.250

5,58

32,10

25,11

CI

COREA DEL SUD

1.641.190

1.610.590

1.518.400

-5,72

-7,48

-1,86

CO

257.780

356.120

340.450

-4,40

32,07

38,15

DA

2.650

1.550

9.060

--

--

--

11.570

17.430

19.820

13,71

71,31

50,65

FRANCIA

287.790

286.310

299.450

4,59

4,05

-0,51

FR

GERMANIA

653.540

784.180

788.250

0,52

20,61

19,99

GE

GIAPPONE

1.366.750

1.309.080

1.337.860

2,20

-2,11

-4,22

GI

77.810

103.300

122.760

18,84

57,77

32,76

GR

118.660

122.520

140.730

14,86

18,60

3,25

HO

--

--

--

--

--

--

IR

36.320

37.930

54.870

44,66

51,07

4,43

IR

1.779.820

1.963.300

1.902.590

-3,09

6,90

10,31

ITA

5.570

16.350

14.421

-11,80

158,90

193,54

KA

LIBANO

71.460

85.870

75.180

-12,45

5,21

20,17

LI

MAROCCO

19.250

8.050

nd/na

nd/na

nd/na

-58,18

NORVEGIA

21.460

26.550

38.620

45,46

79,96

23,72

NO

PAESI BASSI

337.130

279.720

429.110

53,41

27,28

-17,03

PA

POLONIA

640.220

nd/na

319.380

nd/na

-50,11

nd/na

PO

PORTOGALLO

116.730

114.550

112.550

-1,75

-3,58

-1,87

PO

REGNO UNITO

209.440

236.040

263.420

11,60

25,77

12,70

RE

DANIMARCA EGITTO FINLANDIA

GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN

REPUBBLICA CECA RUSSIA

EG FI

MA

29.930

25.230

28.420

12,64

-5,05

-15,70

RE

112.650

145.260

165.170

13,71

46,62

28,95

RU

SI

SINGAPORE

42.750

49.490

63.090

27,48

47,58

15,77

SLOVENIA

23.424

21.350

18.910

-11,43

-19,27

-8,85

SL

977.100

952.580

953.030

0,05

-2,46

-2,51

SP

1.818.520

2.212.680

2.529.910

14,34

39,12

21,67

ST

33.950

29.220

47.620

62,97

40,27

-13,93

SU

SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA SUD AFRICA SVEZIA

26.860

20.900

30.210

44,55

12,47

-22,19

SV

TAIWAN

729.740

1.225.200

2.394.760

95,46

228,17

67,90

TA

THAILANDIA

122.319

139.900

154.190

10,21

26,06

14,37

TH

TURCHIA

103.410

175.610

243.260

38,52

135,24

69,82

TU

UCRAINA TOTALE

98

4.940

6.720

8.750

30,21

77,13

36,03

UC

13.992.783

15.235.240

17.800.541

16,84

27,21

8,88

TO


TAV. C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITO Grezzo + lavorati

EXPORT

TOTALE GRANITO

Variazioni percentuali

03

Paesi / Resto del mondo

2003

2004

2005

05/’04

66

05/’03

04/’03

ARABIA SAUDITA

51.320

155.360

nd/na

nd/na

nd/na

202,7

85

AUSTRIA

22.390

22.740

18.280

-19,6

-18,4

1,6

18

BELGIO

214.230

246.490

256.250

4,0

19,6

15,1

28

BRASILE

1.292.170

1.485.320

1.771.500

19,3

37,1

14,9

88

CANADA

188.960

129.160

87.300

-32,4

-53,8

-31,6

11

CINA

5.469.340

6.413.600

7.930.800

23,7

45,0

17,3

86

COREA DEL SUD

22.800

12.820

12.150

-5,2

-46,7

-43,8

15

DANIMARCA

14.220

13.740

12.620

-8,2

-11,3

-3,4

820

2.230

5.090

--

--

--

337.520

348.640

376.680

8,0

11,6

3,3

--

EGITTO

65

FINLANDIA

51

FRANCIA

99

GERMANIA

22

76

25

HONG KONG

67.010

52.020

67.590

29,9

0,9

-22,4

IRAN

16.596

36.130

58.078

60,7

250,0

117,7 -49,0

--

91.540

91.894

89.110

-3,0

-2,7

0,4

177.270

118.930

116.180

-2,3

-34,5

-32,9

GIAPPONE

33.860

37.700

53.900

43,0

59,2

11,3

GRECIA

13.790

7.540

8.330

10,5

-39,6

-45,3

43

IRLANDA

31

ITALIA

3.980

2.030

680

-66,5

-82,9

1.298.970

1.380.650

1.341.340

-2,8

3,3

54

KAZAKISTAN

6,3

14.540

22.990

nd/na

nd/na

nd/na

58,1

17

LIBANO

18

MAROCCO

11.960

13.560

16.370

20,7

36,9

13,4

12.370

26.300

nd/na

nd/na

nd/na

112,6

72

NORVEGIA

03

PAESI BASSI

518.790

341.120

288.170

-15,5

-44,5

-34,2

47.350

101.740

127.130

25,0

168,5

114,9

na

POLONIA

118.420

87

PORTOGALLO

362.040

nd/na

137.490

nd/na

16,1

nd/na

343.110

385.890

12,5

6,6

70

REGNO UNITO

5.820

-5,2

6.320

8.170

29,3

40,4

70

REPUBBLICA CECA

8,6

12.800

10.640

12.030

13,1

-6,0

-16,9

95

77

RUSSIA

9.050

8.190

11.030

34,7

21,9

-9,5

SINGAPORE

5.420

9.700

4.850

-50,0

-10,5

79,0

85

SLOVENIA

51

SPAGNA

67

STATI UNITI D’AMERICA

172.630

189.560

93

SUD AFRICA

746.030

680.900

7.900

8.650

10.360

19,8

31,1

9,5

531.780

545.370

531.810

-2,5

0,0

2,6

227.420

20,0

31,7

9,8

803.370

18,0

7,7

-8,7 15,1

19

SVEZIA

280.210

322.520

155.000

-51,9

-44,7

90

TAIWAN

18.390

29.560

27.640

-6,5

50,3

60,7

37

THAILANDIA

48.070

4.150

11.400

174,7

-76,3

-91,4

82

TURCHIA

148.110

215.240

220.410

2,4

48,8

45,3

03

UCRAINA

94.770

119.960

147.920

23,3

56,1

26,6

88

TOTALE

12.483.236

13.556.574

15.332.558

13,1

22,8

8,6

99


TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO IMPORT

TOTALE GREZZO Paesi / Resto del mondo ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO

Variazioni percentuali 2003

2004

2005

05/’04

05/’03

04/’03

Pa

26.990

27.780

nd/na

nd/na

nd/na

2,9

AR

37.310

43.530

41.140

-5,5

10,3

16,7

AU

272.170

278.430

282.420

1,4

3,8

2,3

BE

BRASILE

5.910

7.940

8.440

6,3

42,8

34,3

BR

CANADA

100.680

91.440

107.840

17,9

7,1

-9,2

CA

3.316.760

4.107.650

4.432.760

7,9

33,6

23,8

CI

47.800

39.060

29.130

-25,4

-39,1

-18,3

CO

231.620

311.210

304.060

-2,3

31,3

34,4

DA

17.060

41.210

67.650

64,2

296,5

141,6

EG

7.070

8.950

9.890

10,5

39,9

26,6

FI

FRANCIA

232.610

214.680

206.820

-3,7

-11,1

-7,7

FR

GERMANIA

221.120

276.950

187.090

-32,4

-15,4

25,2

GE

CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA

GIAPPONE

93.970

87.180

72.600

-16,7

-22,7

-7,2

GI

GRECIA

256.030

289.830

311.280

7,4

21,6

13,2

GR

HONG KONG

117.880

109.890

114.040

3,8

-3,3

-6,8

nd/na

nd/na

nd/na

nd/na

nd/na

nd/na

IR

IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO

HO

22.430

25.170

12.600

-49,9

-43,8

12,2

IR

2.019.750

2.130.760

2.016.760

-5,4

-0,1

5,5

ITA

5.200

7.130

8.561

20,1

64,6

37,1

KA

116.980

107.500

100.600

-6,4

-14,0

-8,1

LI

MAROCCO

30.440

8.970

nd/na

nd/na

nd/na

-70,5

NORVEGIA

15.350

20.190

28.030

38,8

82,6

31,5

MA

NO

PAESI BASSI

237.520

137.640

247.200

79,6

4,1

-42,1

PA

POLONIA

PO

604.270

nd/na

272.810

nd/na

-54,9

nd/na

PORTOGALLO

90.980

82.760

84.960

2,7

-6,6

-9,0

PO

REGNO UNITO

122.790

140.590

166.810

18,6

35,8

14,5

RE

REPUBBLICA CECA

12.910

7.610

7.810

2,6

-39,5

-41,1

RE

RUSSIA

48.820

69.360

60.910

-12,2

24,8

42,1

RU

SINGAPORE

32.770

28.980

31.150

7,5

-4,9

-11,6

SI

SLOVENIA

11.791

10.740

9.200

-14,3

-22,0

-8,9

SL

1.166.480

1.102.790

1.064.480

-3,5

-8,7

-5,5

SP

393.030

384.280

356.050

-7,3

-9,4

-2,2

ST

22.950

14.100

15.380

9,1

-33,0

-38,6

SU

SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA SUD AFRICA SVEZIA

22.750

22.200

30.620

37,9

34,6

-2,4

SV

TAIWAN

780.400

1.308.550

2.455.580

87,7

214,7

67,7

TA

THAILANDIA

134.040

173.720

176.880

1,8

32,0

29,6

TH

TURCHIA

67.290

111.810

132.900

18,9

97,5

66,2

TU

UCRAINA

1.830

2.500

2.080

-16,8

13,7

36,6

UC

10.945.751

11.833.080

13.456.531

13,7

22,9

8,1

TO

TOTALE

100


TAV. C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO EXPORT

TOTALE GREZZO

03

Paesi / Resto del mondo

,9

Variazioni percentuali 2003

2004

2005

05/’04

05/’03

04/’03

ARABIA SAUDITA

40.010

85.860

nd/na

nd/na

nd/na

114,6

,7

AUSTRIA

12.910

11.810

7.930

-32,9

-38,6

-8,5

,3

BELGIO

210.830

165.990

270.430

62,9

28,3

-21,3

,3

BRASILE

843.730

838.370

1.019.220

21,6

20,8

-0,6

,2

CANADA

137.170

77.080

39.770

-48,4

-71,0

-43,8

,8

CINA

712.870

1.097.560

1.829.940

66,7

156,7

54,0

,3

COREA DEL SUD

16.920

5.540

5.100

-7,9

-69,9

-67,3

,4

DANIMARCA

1.470

840

1.280

52,4

-12,9

-42,9

,6

EGITTO

270.639

536.160

480.610

-10,4

77,6

98,1

,6

FINLANDIA

313.070

324.370

342.370

5,5

9,4

3,6

,7

FRANCIA

49.940

52.794

47.500

-10,0

-4,9

5,7

,2

GERMANIA

183.000

100.290

96.460

-3,8

-47,3

-45,2

,2

GIAPPONE

,2

GRECIA

,8

HONG KONG

na

IRAN

,2

IRLANDA

,5

ITALIA

,1

KAZAKISTAN

,1

LIBANO

,5

MAROCCO

,5

NORVEGIA

32.710

37.170

52.570

41,4

60,7

13,6

274.310

244.380

231.610

-5,2

-15,6

-10,9

87.510

81.000

90.090

11,2

2,9

-7,4

269.420

349.990

378.550

8,2

40,5

29,9 -94,8

960

50

20

-60,0

-97,9

864.570

940.240

992.120

5,5

14,8

8,8

14.060

22.390

nd/na

nd/na

nd/na

59,2

22.460

28.810

31.310

8,7

39,4

28,3

50.920

56.560

nd/na

nd/na

nd/na

11,1

521.280

345.090

290.200

-15,9

-44,3

-33,8

,1

PAESI BASSI

17.310

44.710

58.070

29,9

235,5

158,3

na

POLONIA

82.430

nd/na

98.230

nd/na

19,2

nd/na

,0

PORTOGALLO

423.260

432.040

508.100

17,6

20,0

2,1

,5

REGNO UNITO

8.810

4.840

5.330

10,1

-39,5

-45,1

,1

REPUBBLICA CECA

-9,8

,1

RUSSIA

,6

SINGAPORE

,9

SLOVENIA

,5

SPAGNA

,2

,6

8.800

7.940

8.770

10,5

-0,3

12.960

12.630

13.720

8,6

5,9

-2,5

1.570

3.390

2.420

-28,6

54,1

115,9

2.407

2.810

4.350

54,8

80,7

16,7

795.790

1.002.920

1.026.480

2,3

29,0

26,0

STATI UNITI D’AMERICA

167.140

172.520

191.400

10,9

14,5

3,2

SUD AFRICA

269.500

115.490

176.130

52,5

-34,6

-57,1

,4

SVEZIA

278.280

321.070

154.010

-52,0

-44,7

15,4

,7

TAIWAN

8.220

8.170

8.060

-1,3

-1,9

-0,6

,6

THAILANDIA

48.000

2.850

2.310

-18,9

-95,2

-94,1

,2

TURCHIA

1.260.380

1.432.160

1.618.970

13,0

28,5

13,6

,6

UCRAINA

77.950

102.240

120.650

18,0

54,8

31,2

,1

TOTALE

8.393.566

9.068.124

10.204.330

12,5

21,6

8,0

101


TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO IMPORT

TOTALE LAVORATI RIPORTATI A GREZZO Paesi / Resto del mondo

R

Variazioni percentuali 2003

2004

2005

05/’04

05/’03

04/’03

Pa

ARABIA SAUDITA

156.040

198.560

nd/na

nd/na

nd/na

27,25

AR

AUSTRIA

250.120

242.700

283.240

16,70

13,24

-2,97

AU

BELGIO

443.060

551.540

661.100

19,86

49,21

24,48

BE

BRASILE

65.380

68.980

80.060

16,06

22,45

5,51

BR

CANADA

93.980

282.480

1.112.440

293,81

1083,70

200,57

CA

CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA

92.660

97.980

108.380

10,61

16,97

5,74

CI

3.555.640

3.493.780

3.404.680

-2,55

-4,25

-1,74

CO

72.960

109.700

90.740

-17,28

24,37

50,36

DA

nd/na

nd/na

29.360

nd/na

nd/na

nd/na

EG

11.260

19.740

22.200

12,46

97,16

75,31

FI

FRANCIA

264.760

279.700

335.280

19,87

26,64

5,64

FR

GERMANIA

997.100

1.159.960

1.355.080

16,82

35,90

16,33

GE

GIAPPONE

2.715.900

2.605.420

2.709.420

3,99

-0,24

-4,07

GI

93.520

133.180

168.540

26,55

80,22

42,41

GR

254.180

301.000

306.240

1,74

20,48

18,42

HO

900

14.940

nd/na

nd/na

nd/na

nd/na

IR

48.560

55.480

108.960

96,40

124,38

14,25

IR

481.780

689.200

827.800

20,11

71,82

43,05

ITA

21.180

62.080

37.880

-38,98

78,85

193,11

KA

165.800

204.760

200.120

-2,27

20,70

23,50

LI

MAROCCO

56.220

102.280

nd/na

nd/na

nd/na

81,93

MA

NORVEGIA

17.420

17.640

29.440

66,89

69,00

1,26

NO

260.880

345.340

449.980

30,30

72,49

32,38

PA

PO

GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO

PAESI BASSI POLONIA

119.860

nd/na

157.940

nd/na

31,77

nd/na

PORTOGALLO

135.640

143.560

132.620

-7,62

-2,23

5,84

PO

REGNO UNITO

285.980

354.700

382.700

7,89

33,82

24,03

RE

REPUBBLICA CECA

43.780

43.660

49.660

13,74

13,43

-0,27

RE

RUSSIA

196.060

243.780

335.760

37,73

71,25

24,34

RU

SINGAPORE

111.680

108.240

115.780

6,97

3,67

-3,08

SI

38.764

33.380

30.840

-7,61

-20,44

-13,89

SL

SP

SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D’AMERICA SUD AFRICA

312.140

391.280

439.180

12,24

40,70

25,35

4.527.720

5.692.820

7.136.760

25,36

57,62

25,73

ST

55.980

79.940

130.760

63,57

133,58

42,80

SU

SVEZIA

22.040

20.680

20.760

0,39

-5,81

-6,17

SV

TAIWAN

243.920

253.620

305.740

20,55

25,34

3,98

TA

THAILANDIA TURCHIA UCRAINA TOTALE

102

2.494

2.220

1.680

-24,32

-32,64

-10,99

TH

107.520

154.120

255.040

65,48

137,20

43,34

TU

21.520

29.640

35.940

21,26

67,01

37,73

UC

16.344.398

18.588.080

21.870.780

17,66

33,81

13,73

TO


TAV. C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO EXPORT

TOTALE LAVORATI RIPORTATI A GREZZO

03

Paesi / Resto del mondo

25

ARABIA SAUDITA

97

AUSTRIA

48

BELGIO

51

57

74

CINA

74

36

na

EGITTO

31

FINLANDIA

64

FRANCIA

33

07

41

GRECIA

42

HONG KONG

na

IRAN

25

IRLANDA

05

ITALIA

11

KAZAKISTAN

50

93

Variazioni percentuali 2003

2004

2005

05/’04

05/’03

04/’03

146.020

257.860

nd/na

nd/na

nd/na

76,59

32.760

33.500

33.560

0,18

2,44

2,26

268.420

312.960

338.540

8,17

26,12

16,59

BRASILE

925.120

1.317.940

1.533.260

16,34

65,74

42,46

CANADA

104.180

106.700

97.880

-8,27

-6,05

2,42

10.240.120

11.572.140

13.535.860

16,97

32,18

13,01

COREA DEL SUD

12.280

15.840

16.020

1,14

30,46

28,99

DANIMARCA

34.900

33.420

26.460

-20,83

-24,18

-4,24

nd/na

nd/na

490.300

nd/na

nd/na

nd/na

49.560

49.060

69.360

41,38

39,95

-1,01

111.020

104.800

103.880

-0,88

-6,43

-5,60

GERMANIA

44.680

51.160

59.820

16,93

33,89

14,50

GIAPPONE

2.460

2.360

3.240

37,29

31,71

-4,07

243.680

251.760

223.740

-11,13

-8,18

3,32

58.560

70.740

42.560

-39,84

-27,32

20,80

223.138

322.800

295.476

-8,46

32,42

44,66

7.100

4.180

1.540

-63,16

-78,31

-41,13

4.368.780

4.432.160

4.219.880

-4,79

-3,41

1,45

1.240

1.640

440

-73,17

-64,52

32,26

LIBANO

29.780

30.020

37.500

24,92

25,92

0,81

MAROCCO

16.700

6.180

nd/na

nd/na

nd/na

-62,99

26

NORVEGIA

2.020

1.120

1.920

71,43

-4,95

-44,55

38

PAESI BASSI

67.280

121.480

152.920

25,88

127,29

80,56

na

POLONIA

73.180

nd/na

79.600

nd/na

8,77

nd/na

84

PORTOGALLO

469.760

488.380

472.960

-3,16

0,68

3,96

03

REGNO UNITO

9.500

9.980

13.600

36,27

43,16

5,05

27

REPUBBLICA CECA

8.380

6.000

7.000

16,67

-16,47

-28,40

34

RUSSIA

08

SINGAPORE

5.240

6.820

880

-87,10

-83,21

30,15

19.360

15.840

7.820

-50,63

-59,61

-18,18

89

SLOVENIA

35

SPAGNA

18.966

20.160

22.400

11,11

18,11

6,30

1.024.520

908.400

975.880

7,43

-4,75

-11,33

73

STATI UNITI D’AMERICA

124.800

158.880

201.780

27,00

61,68

27,31

80

SUD AFRICA

954.460

1.131.160

1.255.200

10,97

31,51

18,51

17

SVEZIA

4.320

3.880

2.620

-32,47

-39,35

-10,19

98

TAIWAN

56.480

76.600

66.840

-12,74

18,34

35,62

99

THAILANDIA

3.460

7.540

20.640

173,74

496,53

117,92

34

TURCHIA

1.578.260

2.130.100

2.539.940

19,24

60,93

34,97

73

UCRAINA

33.740

35.580

54.740

53,85

62,24

5,45

73

TOTALE

21.374.224

24.099.140

27.006.056

12,06

26,35

12,75

103


TAV 1 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 Valore 000€

Tonn. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

468.104 1.548.658 59.980 150.680 203.262 553.723 8.286 15.332 16.778 3.024.803

77.166 325.671 30.464 51.517 25.816 26.446 1.168 12.429 1.490 552.167

104

Tonn. 458.263 1.672.506 53.808 176.130 114.676 475.675 8.056 14.346 12.630 2.986.090

Valore 000€ 79.556 327.390 26.826 44.539 16.009 21.638 1.241 11.750 1.579 530.528

EXPORT 2004

2005

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

LAPIDEI

Tonn.

Valore 000€

Tonn.

Valore 000€

787.143 205.010 973.639 938.326 197.844 1.321.171 1.278 20.605 329.135 4.774.151

151.621 55.334 674.030 777.982 37.573 60.044 906 13.047 6.413 1.776.950

737.552 202.727 1.038.217 981.572 196.407 1.204.847 1.560 21.466 336.823 4.721.171

155.973 64.540 700.035 753.179 38.070 52.613 1.084 14.092 6.794 1.786.380

Differenza in % Quantità 2,15 -7,41 11,47 -14,45 77,25 16,41 2,86 6,87 32,84 1,30

Valore -3,00 -0,53 13,56 15,67 61,26 22,22 -5,89 5,78 -5,59 4,08

Differenza in % Quantità 6,72 1,13 -6,22 -4,41 0,73 9,66 -18,08 -4,01 -2,28 1,12

Valore -2,79 -14,26 -3,72 3,29 -1,31 14,12 -16,40 -7,42 -5,62 -0,53


TAV 2A ITALIA - EUROPA ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 EUROPA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 199.430 370.607 25.407 26.808 25.319 553.030 7.202 2.343 16.721 1.226.867

34.481 73.050 14.744 10.381 3.272 26.280 897 8.400 1.382 172.887

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Tonn. 93.550 149.238 252.280 593.438 193.977 1.050.256 1.010 12.138 238.131 2.584.018

Tonn. 215.155 387.024 25.395 28.073 7.833 475.481 7.273 2.324 12.288 1.160.846

Valore 000€ 36.701 75.756 14.903 9.401 1.460 21.588 1.004 8.098 1.413 170.324

EXPORT 2004

2005 EUROPA

LAPIDEI

Valore 000€ 37.753 35.463 205.857 437.910 35.402 50.634 738 7.174 4.197 815.128

Tonn. 96.227 146.423 279.189 630.459 192.753 968.091 892 11.021 181.967 2.507.022

Valore 000€ 42.294 40.811 221.605 435.398 36.260 44.270 652 6.840 3.843 831.973

Differenza in % Quantità -7,31 -4,24 0,05 -4,51 223,24 16,31 -0,98 0,82 36,08 5,69

Valore -6,05 -3,57 -1,06 10,43 124,17 21,74 -10,58 3,73 -2,17 1,51

Differenza in % Quantità -2,78 1,92 -9,64 -5,87 0,64 8,49 13,23 10,14 30,87 3,07

Valore -10,74 -13,11 -7,11 0,58 -2,37 14,37 13,27 4,89 9,21 -2,03

105


TAV 2B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 UNIONE EUROPEA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 58.079 191.569 11.037 23.753 11.289 210.993 7.101 2.088 9.186 525.095

14.294 27.667 9.217 9.021 2.243 19.404 860 8.200 884 91.790

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

106

Tonn. 75.272 92.746 204.296 451.204 164.358 981.660 666 7.520 237.234 2.214.956

Tonn.

Differenza in %

Valore 000€

67.587 214.704 10.419 22.285 5.947 120.529 6.994 1.973 3.758 454.196

15.984 33.708 8.699 7.702 1.211 14.642 892 7.805 849 91.492

EXPORT 2004

2005 UNIONE EUROPEA

LAPIDEI

Valore 000€ 32.576 24.135 159.538 343.257 29.054 45.764 405 5.013 4.023 643.765

Tonn. 78.389 95.743 232.629 490.562 160.729 898.884 502 6.544 180.733 2.144.715

Valore 000€ 35.691 22.085 177.827 344.574 29.206 39.511 312 4.682 3.556 657.444

Quantità -14,07 -10,78 5,93 6,59 89,83 75,06 1,53 5,83 144,44 15,61

Valore -10,58 -17,92 5,95 17,13 85,28 32,52 -3,58 5,06 4,13 0,33

Differenza in % Quantità -3,98 -3,13 -12,18 -8,02 2,26 9,21 32,67 14,91 31,26 3,28

Valore -8,73 9,29 -10,28 -0,38 -0,52 15,83 29,80 7,07 13,12 -2,08


TAV 2C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 ALTRI PAESI D`EUROPA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 141.351 179.038 14.370 3.055 14.030 342.037 101 255 7.535 701.772

20.187 45.383 5.528 1.360 1.029 6.876 37 200 498 81.098

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Tonn.

Differenza in %

Valore 000€

147.568 172.319 14.977 5.788 1.885 354.952 280 351 8.530 706.650

20.717 42.048 6.203 1.699 249 6.946 111 293 563 78.829

EXPORT 2004

2005 ALTRI PAESI D`EUROPA

LAPIDEI

Tonn.

Valore 000€

Tonn.

Valore 000€

18.278 56.492 47.984 142.235 29.619 68.596 344 4.617 897 369.062

5.177 11.327 46.318 94.654 6.347 4.869 333 2.161 174 171.360

17.839 50.679 46.560 139.897 32.025 69.206 390 4.477 1.234 362.307

6.603 18.727 43.778 90.824 7.054 4.759 339 2.158 287 174.529

Quantità -4,21 3,90 -4,05 -47,22 644,30 -3,64 -63,93 -27,35 -11,67 -0,69

Valore -2,56 7,93 -10,90 -19,92 313,33 -1,01 -66,65 -31,76 -11,67 2,88

Differenza in % Quantità 2,46 11,47 3,06 1,67 -7,51 -0,88 -11,80 3,13 -27,31 1,86

Valore -21,59 -39,51 5,80 4,22 -10,02 2,32 -1,95 0,17 -39,32 -1,81

107


TAV 2D ITALIA - AFRICA ANNO 2004/2005

LAPIDEI IMPORT 2004

2005 AFRICA MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 188.546 331.438 7.623 612 40 1 0 357 0 528.617

22.307 77.833 2.621 1.305 4 1 0 143 0 104.214

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

108

Tonn. 249.825 18.417 86.534 12.058 380 203.691 27 204 260 571.396

Valore 000€

157.694 302.716 4.601 1.025 20 0 0 186 13 466.255

21.786 65.984 1.566 1.195 10 0 0 90 12 90.643

EXPORT 2004

2005 AFRICA

Tonn.

Differenza in %

Valore 000€ 24.602 2.617 23.418 5.808 99 7.274 21 65 99 64.003

Tonn. 195.231 3.539 87.477 12.936 731 189.212 0 132 365 489.623

Quantità 19,56 9,49 65,68 -40,29 100,00 0,00 0,00 91,94 -100,00 13,38

Valore 2,40 17,96 67,40 9,20 -63,92 0,00 0,00 58,90 -100,00 14,97

Differenza in %

Valore 000€ 19.350 860 21.777 6.810 228 6.462 0 48 98 55.633

Quantità 27,96 420,40 -1,08 -6,79 -48,02 7,65 0,00 54,55 -28,77 16,70

Valore 27,14 204,49 7,54 -14,72 -56,62 12,57 0,00 36,76 1,02 15,05


TAV 2E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 AMERICA SETTENTRIONALE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 1.668 34.980 341 9.722 0 0 0 0 4 46.715

647 10.523 600 7.024 0 2 0 0 12 18.808

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Tonn. 21.020 11.198 213.963 273.686 2.255 687 85 7.032 44.980 574.906

Differenza in %

Valore 000€

1.604 26.195 127 2.815 0 0 95 0 4 30.840

545 7.496 255 2.252 2 1 48 0 66 10.665

EXPORT 2004

2005 AMERICA SETTENTRIONALE

Tonn.

Valore 000€ 16.963 11.356 247.061 288.968 1.187 265 52 4.935 567 571.354

Tonn. 24.659 15.543 236.446 276.778 1.146 2.485 369 8.911 147.099 713.436

LAPIDEI

Valore 000€ 23.263 15.640 265.705 266.581 742 437 281 6.364 1.398 580.411

Quantità 3,99 33,54 168,50 245,36 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 51,48

Valore 18,62 40,39 135,74 211,94 -100,00 129,73 -100,00 0,00 -82,30 76,37

Differenza in % Quantità -14,76 -27,96 -9,51 -1,12 96,77 -72,35 -76,97 -21,09 -69,42 -19,42

Valore -27,08 -27,39 -7,02 8,40 59,84 -39,27 -81,45 -22,46 -59,44 -1,56

109


TAV 2F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 10.354 260.115 1.002 24.520 68.125 86 361 7.521 0 372.084

3.775 64.059 458 6.183 9.934 24 147 2.560 0 87.140

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

110

Tonn. 8.383 485 40.134 4.765 20 22.014 24 259 96 76.180

Differenza in %

Valore 000€

10.378 308.348 1.742 27.494 49.779 122 192 8.707 3 406.765

3.662 69.608 790 6.310 7.120 16 79 2.683 12 90.280

EXPORT 2004

2005 AMERICA CENTRALE E DEL SUD

Tonn.

Valore 000€ 3.291 312 18.688 3.144 27 572 11 201 39 26.285

Tonn. 6.795 984 39.852 5.190 172 560 264 327 146 54.290

LAPIDEI

Quantità -0,23 -15,64 -42,48 -10,82 36,86 -29,51 88,02 -13,62 -100,00 -8,53

Valore 3,09 -7,97 -42,00 -2,02 39,51 49,63 86,28 -4,61 -100,00 -3,48

Differenza in %

Valore 000€ 2.291 464 18.400 3.107 109 61 130 200 138 24.900

Quantità 23,37 -50,71 0,71 -8,19 -88,37 3831,07 -90,91 -20,80 -34,25 40,32

Valore 43,63 -32,75 1,57 1,20 -75,06 836,13 -91,62 0,84 -71,62 5,56


TAV 2G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 VICINO E MEDIO ORIENTE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 41.885 53.145 3.076 402 20 0 0 0 0 98.528

9.814 14.264 1.587 202 2 0 0 0 0 25.869

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Tonn. 136.999 11.664 259.680 32.257 206 43.946 21 31 43.267 528.071

Tonn.

Differenza in %

Valore 000€

49.464 67.791 2.266 371 0 0 0 0 0 119.892

11.404 17.886 1.009 170 0 0 0 0 0 30.469

EXPORT 2004

2005 VICINO E MEDIO ORIENTE

LAPIDEI

Valore 000€ 14.297 2.209 95.556 19.674 176 1.192 15 80 551 133.750

Tonn. 116.167 8.168 259.245 30.038 395 42.637 0 144 4.848 461.642

Valore 000€ 13.486 1.393 85.492 19.741 248 1.209 0 30 323 121.922

Quantità -15,32 -21,61 35,75 8,36 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -17,82

Valore -13,94 -20,25 57,25 19,21 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -15,10

Differenza in % Quantità 17,93 42,80 0,17 7,39 -47,85 3,07 0,00 -78,47 792,47 14,39

Valore 6,01 58,59 11,77 -0,34 -28,89 -1,43 0,00 164,59 70,70 9,70

111


TAV 2H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 ESTREMO ORIENTE MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 24.558 494.009 22.459 88.618 109.759 606 723 5.110 54 745.896

5.589 84.605 10.397 26.421 12.604 139 123 1.326 97 141.301

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

112

Tonn. 276.474 13.585 107.207 15.410 964 451 72 179 2.260 416.602

Tonn. 23.268 575.234 19.655 116.344 57.044 71 495 3.130 322 795.563

Valore 000€ 5.179 88.959 8.291 25.199 7.414 33 110 879 76 136.140

EXPORT 2004

2005 ESTREMO ORIENTE

LAPIDEI

Valore 000€ 53.899 3.093 69.240 11.386 656 97 47 122 894 139.434

Tonn. 297.037 27.850 119.859 18.463 1.170 1.715 5 100 2.299 468.498

Valore 000€ 54.181 5.223 69.598 12.145 381 145 4 66 949 142.692

Differenza in % Quantità 5,54 -14,12 14,27 -23,83 92,41 753,52 46,06 63,26 -83,23 -6,24

Valore 7,91 -4,90 25,39 4,85 70,02 319,81 11,46 50,93 27,60 3,79

Differenza in % Quantità -6,92 -51,22 -10,56 -16,54 -17,61 -73,70 1340,00 79,00 -1,70 -11,08

Valore -0,52 -40,79 -0,51 -6,24 72,26 -33,25 1103,73 85,34 -5,83 -2,28


TAV 2I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2004/2005 IMPORT 2004

2005 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 1.662 4.364 73 0 0 0 0 0 0 6.099

553 1.338 56 0 0 0 0 0 0 1.947

MARMO BLOCCHI E LASTRE GRANITO BLOCCHI E LASTRE MARMO LAVORATI GRANITO LAVORATI ALTRE PIETRE LAVORATI GRANULATI E POLVERI ARDESIA GREZZA ARDESIA LAVORATA PIETRA POMICE TOTALE GENERALE

Tonn. 890 424 13.841 6.707 40 126 38 763 141 22.970

Differenza in %

Valore 000€

700 5.198 22 7 0 0 0 0 0 5.927

279 1.702 12 12 4 0 0 0 0 2.009

EXPORT 2004

2005 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

Tonn.

Valore 000€ 799 284 14.162 9.677 26 11 22 469 65 25.515

Tonn. 1.436 221 16.149 7.701 39 146 30 833 99 26.654

LAPIDEI

Quantità 137,43 -16,05 231,82 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2,90

Valore 98,17 -21,39 356,89 -100,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -3,10

Differenza in %

Valore 000€ 1.107 148 17.449 8.690 102 11 17 545 46 28.115

Quantità -38,02 91,86 -14,29 -12,91 2,56 -13,70 26,67 -8,40 42,42 -13,82

Valore -27,83 91,66 -18,84 11,35 -74,46 -6,43 29,81 -13,88 43,04 -9,25

113


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI IMPORT 2004

2005 Tonn.

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA

100.726,00 798,00 350,00 417,00 1,00 67.635,00 109.766,00 25.925,00 21.232,00 22,00 13,00 4.655,00 5,00 47.687,00 3.308,00 54,00 43.958,00 95.071,00 3.461,00 12,00 525.096,00

7.865,00 305,00 117,00 162,00 5,00 9.764,00 19.220,00 8.701,00 4.519,00 24,00 140,00 1.394,00 34,00 9.955,00 8.621,00 41,00 2.156,00 18.086,00 666,00 14,00 91.789,00

33.208,00 281,00 606,00 219,00 89,00 65.515,00 120.861,00 36.034,00 15.422,00 341,00 5.173,00 28,00 49.628,00 2.059,00 41,00 12,00 13.342,00 108.851,00 2.475,00 10,00 454.195,00

2.736,00 102,00 154,00 83,00 9,00 9.530,00 18.757,00 12.923,00 5.060,00 264,00 1.672,00 28,00 10.178,00 8.019,00 41,00 35,00 2.073,00 19.271,00 547,00 11,00 91.493,00

203,32 183,75 -42,26 90,50 -98,86 3,24 -9,18 -28,06 37,67 -93,69 0,00 0,00 0,00 0,00 -10,02 -81,76 -3,91 60,62 34,11 -100,00 229,47 -12,66 39,83 23,19 15,61

187,44 199,84 -24,09 95,71 -46,68 2,46 2,47 -32,67 -10,68 -90,80 0,00 0,00 0,00 0,00 -16,66 24,84 -2,18 7,51 2,03 -100,00 3,99 -6,15 21,81 28,64 0,32

ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ANDORRA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CITTA’ DEL VATICANO CROAZIA GEORGIA GIBILTERRA ISLANDA ISOLE CANARIE KAZAKISTAN KIRGHIZISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA TURKMENISTAN UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA

9.030,00 55,00 620,00 5.277,00 73.585,00 100,00 22,00 31,00 3.589,00 6,00 1.528,00 415.228,00 3.129,00 68,00 125,00 549,00 53.363,00 117.835,00 17.634,00 701.774,00

475,00 5,00 114,00 790,00 8.333,00 30,00 8,00 3,00 14,00 1.252,00 15,00 380,00 38.676,00 1.212,00 54,00 26,00 145,00 8.068,00 16.952,00 4.544,00 81.096,00

3.744,00 90,00 285,00 5.439,00 77.057,00 197,00 11,00 4.480,00 428.437,00 3.840,00 1.021,00 759,00 48.550,00 120.557,00 12.182,00 706.649,00

240,00 16,00 60,00 663,00 9.000,00 64,00 8,00 1.721,00 38.198,00 1.720,00 162,00 180,00 7.273,00 16.369,00 3.156,00 78.830,00

141,14 0,00 -38,46 0,00 0,00 117,56 -2,99 0,00 -4,51 -49,17 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 -19,89 0,00 0,00 -3,08 -18,51 -93,38 0,00 -27,66 9,91 0,00 -2,26 0,00 44,75 0,00 -0,69

98,31 0,00 -68,28 0,00 0,00 91,33 19,24 0,00 -7,41 -53,42 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 -27,27 0,00 0,00 1,25 -29,56 -66,37 0,00 -19,25 10,93 0,00 3,56 0,00 43,96 0,00 2,88

TO

172.885,00 1.160.844,00

170.323,00

5,69

1,50

TO

TOTALE EUROPA

114

EU UN

TO

ALT

1.226.870,00


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI EXPORT 2004

2005 Tonn.

,44 ,84 ,09 ,71 ,68 ,46 ,47 ,67 ,68 ,80 ,00 ,00 ,00 ,00 ,66 ,84 ,18 ,51 ,03 ,00 ,99 ,15 ,81 ,64 ,32

EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA

,31 ,00 ,28 ,00 ,00 ,33 ,24 ,00 ,41 ,42 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,27 ,00 ,00 ,25 ,56 ,37 ,00 ,25 ,93 ,00 ,56 ,00 ,96 ,00 ,88

ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ANDORRA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CITTA’ DEL VATICANO CROAZIA GEORGIA GIBILTERRA ISLANDA ISOLE CANARIE KAZAKISTAN KIRGHIZISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA TURKMENISTAN UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA

,50

TOTALE EUROPA

122.617,00 195.883,00 6.729,00 12.444,00 2.233,00 3.657,00 170.042,00 769.408,00 14.263,00 10.716,00 1.106,00 668,00 6.994,00 5.093,00 158.887,00 27.487,00 4.145,00 343.446,00 15.020,00 11.703,00 30.317,00 118.977,00 151.793,00 31.327,00 2.214.955,00

15.009,00 136,00 247,00 64,00 1.012,00 18.066,00 3.325,00 91,00 54.213,00 238,00 10,00 2.462,00 12,00 1.601,00 621,00 1.267,00 2.286,00 337,00 505,00 4.644,00 15.198,00 22.918,00 5.146,00 3.310,00 182.468,00 28.900,00 2.109,00 2.868,00 369.063,00 2.584.018,00

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

46.965,00 135.574,00 28.241,00 167.228,00 4.842,00 7.647,00 10.034,00 11.175,00 1.906,00 1.407,00 3.211,00 3.590,00 64.894,00 162.519,00 253.325,00 873.646,00 5.669,00 18.199,00 9.742,00 9.417,00 1.035,00 1.064,00 511,00 858,00 3.928,00 6.636,00 2.267,00 10.010,00 26.949,00 71.322,00 13.035,00 24.779,00 2.340,00 4.129,00 69.835,00 290.996,00 8.042,00 19.051,00 4.051,00 8.388,00 9.653,00 28.838,00 47.866,00 131.125,00 13.729,00 124.679,00 11.696,00 32.438,00 643.766,00 2.144.715,00

50.159,00 22.814,00 5.250,00 9.597,00 1.313,00 3.187,00 60.475,00 275.818,00 5.961,00 8.033,00 830,00 840,00 3.455,00 2.705,00 25.223,00 11.859,00 2.039,00 72.013,00 9.291,00 2.923,00 8.151,00 54.735,00 10.620,00 10.154,00 657.445,00

-9,56 17,14 -12,00 11,36 58,75 1,86 4,63 -11,93 -21,63 13,80 3,95 -22,15 5,41 -49,12 122,77 10,93 0,40 18,03 -21,16 39,52 5,13 -9,26 21,75 -3,43 3,28

-6,37 23,79 -7,76 4,55 45,10 0,74 7,31 -8,16 -4,90 21,28 24,60 -39,11 13,70 -16,20 6,85 9,91 14,75 -3,02 -13,44 38,59 18,43 -12,55 29,28 15,19 -2,08

2.526,00 229,00 437,00 137,00 359,00 4.657,00 1.396,00 11,00 17.533,00 193,00 31,00 863,00 6,00 1.934,00 154,00 1.388,00 615,00 174,00 207,00 4.606,00 4.821,00 20.493,00 2.275,00 1.693,00 90.967,00 7.662,00 2.182,00 3.805,00 6,00 171.360,00

14.485,00 13,00 131,00 43,00 509,00 20.655,00 2.909,00 54.365,00 300,00 1.152,00 783,00 1.101,00 1.889,00 234,00 1.872,00 11.843,00 23.209,00 10.496,00 186.803,00 11,00 24.636,00 2.157,00 2.636,00 77,00 362.309,00

2.240,00 54,00 157,00 24,00 238,00 4.998,00 1.392,00 16.355,00 536,00 507,00 843,00 940,00 541,00 128,00 2.046,00 4.652,00 20.574,00 5.143,00 91.392,00 3,00 14.230,00 2.819,00 4.611,00 104,00 174.527,00

3,62 980,77 89,49 48,85 99,05 -12,54 14,28 0,00 -0,28 -20,79 0,00 113,77 0,00 104,45 0,00 0,00 15,09 21,01 44,13 0,00 148,10 28,33 -1,25 0,00 -68,47 -2,32 -100,00 17,31 -2,23 8,82 -99,71 1,86

12,75 320,67 178,88 471,61 50,94 -6,83 0,29 0,00 7,20 -63,92 0,00 70,30 0,00 129,29 0,00 0,00 47,65 13,65 35,70 0,00 125,14 3,62 -0,39 0,00 -67,09 -0,47 -100,00 -46,15 -22,58 -17,47 -94,20 -1,82

815.126,00 2.507.024,00

831.972,00

3,07

-2,03

115


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI IMPORT 2004

2005 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE CIAD COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA GUINEA GUINEA - BISSAU LIBERIA MALI MAURITANIA NIGER NIGERIA SENEGAL SIERRA LEONE TOGO TOTALE AFRICA OCCIDENTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE ANGOLA CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GABON GIBUTI GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MALAWI MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAIRE ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE TOTALE AFRICA

116

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AF AF 3.071,00 139.864,00 28,00 12.901,00 41.095,00 196.959,00

370,00 15.350,00 6,00 2.394,00 5.075,00 23.195,00

386,00 106.551,00 15.261,00 35.361,00 157.559,00

28,00 12.353,00 3.057,00 4.169,00 19.607,00

696,18 31,27 0,00 -15,47 0,00 16,22 25,01

1.201,73 24,26 0,00 -21,68 0,00 21,71 18,30

440,00 249,00 42,00 731,00

1,00 81,00 145,00 12,00 239,00

22,00 728,00 750,00

4,00 261,00 265,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -65,72 0,00 0,00 0,00 -2,53

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -44,25 0,00 0,00 0,00 -9,81

41.996,00 80,00 358,00 8.916,00 16,00 125,00 7.458,00 14.886,00 190.793,00 319,00 65.981,00 330.928,00 528.618,00

9.912,00 15,00 3,00 172,00 6.367,00 13,00 996,00 1.592,00 5.291,00 41.026,00 184,00 15.211,00 80.782,00 104.216,00

26.043,00 228,00 7.347,00 96,00 55,00 12.984,00 19.591,00 162.440,00 581,00 78.582,00 307.947,00 466.256,00

4.930,00 196,00 6.344,00 105,00 497,00 2.629,00 5.835,00 32.469,00 290,00 17.474,00 70.769,00 90.641,00

61,26 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 56,81 21,35 -83,27 128,85 -42,56 -24,02 17,46 -45,15 0,00 0,00 -16,04 7,46 13,38

101,07 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -12,35 0,36 -87,65 100,12 -39,43 -9,33 26,35 -36,60 0,00 0,00 -12,95 14,15 14,98

TO

AF

TO

AF

TO TO


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI EXPORT 2004

2005 Tonn.

,73 ,26 ,00 ,68 ,00 ,71 ,30

AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE

,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,25 ,00 ,00 ,00 ,81

AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE CIAD COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA GUINEA GUINEA - BISSAU LIBERIA MALI MAURITANIA NIGER NIGERIA SENEGAL SIERRA LEONE TOGO TOTALE AFRICA OCCIDENTALE

,07 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,35 ,36 ,65 ,12 ,43 ,33 ,35 ,60 ,00 ,00 ,95 ,15 ,98

AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE ANGOLA CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GABON GIBUTI GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MALAWI MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAIRE ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE TOTALE AFRICA

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

59.134,00 48.002,00 134.130,00 58.821,00 142,00 239.025,00 539.254,00

9.463,00 7.674,00 11.652,00 10.214,00 183,00 13.369,00 52.555,00

57.101,00 30.085,00 99.653,00 46.355,00 547,00 225.938,00 459.679,00

10.160,00 4.925,00 9.162,00 6.860,00 245,00 12.890,00 44.242,00

3,56 59,56 34,60 26,89 -74,05 5,79 17,31

-6,86 55,83 27,17 48,90 -25,22 3,72 18,79

447,00 6,00 117,00 3.895,00 292,00 1.017,00 352,00 4,00 347,00 21,00 732,00 10.798,00 3.188,00 304,00 194,00 21.714,00

107,00 1,00 65,00 633,00 128,00 247,00 61,00 11,00 77,00 68,00 116,00 3.226,00 769,00 51,00 54,00 5.614,00

473,00 178,00 88,00 10,00 2.216,00 181,00 551,00 350,00 25,00 133,00 53,00 826,00 10.679,00 4.638,00 195,00 339,00 20.935,00

121,00 505,00 42,00 49,00 397,00 47,00 213,00 48,00 5,00 38,00 14,00 165,00 3.867,00 1.052,00 34,00 61,00 6.658,00

-5,33 -96,35 32,95 -100,00 75,81 61,42 84,52 0,63 0,00 -100,00 162,05 -60,53 -11,39 1,11 -31,25 55,64 -42,88 3,72

-11,93 -99,72 53,01 -100,00 59,41 170,77 15,61 25,20 0,00 -100,00 103,14 371,83 -29,66 -16,58 -26,90 51,06 -12,62 -15,68

76,00 1.919,00 597,00 14,00 186,00 733,00 203,00 36,00 54,00 176,00 65,00 5.832,00 423,00 25,00 57,00 30,00 10.426,00 571.394,00

30,00 589,00 719,00 3,00 29,00 427,00 260,00 35,00 19,00 109,00 34,00 3.203,00 326,00 4,00 16,00 31,00 5.834,00 64.003,00

64,00 1.182,00 440,00 83,00 127,00 638,00 45,00 723,00 147,00 4,00 269,00 4.856,00 363,00 23,00 47,00 9.011,00 489.625,00

164,00 348,00 330,00 16,00 60,00 69,00 17,00 618,00 99,00 15,00 1,00 166,00 2.479,00 227,00 43,00 78,00 4.730,00 55.630,00

18,91 62,29 35,82 -83,35 45,61 14,97 -100,00 -71,95 -75,53 1.262,43 -100,00 -34,54 0,00 0,00 20,09 16,62 7,41 0,00 -35,28 15,70 16,70

-81,87 69,40 118,12 -79,77 -51,22 516,26 -100,00 -57,95 -64,46 29,28 -100,00 -34,60 0,00 0,00 29,20 43,73 -91,16 0,00 -60,88 23,34 15,05

117


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI IMPORT 2004

2005 Tonn. AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AM AM 9.685,00 37.029,00 46.714,00

5.212,00 13.596,00 18.808,00

9.910,00 20.932,00 30.842,00

4.125,00 6.540,00 10.665,00

-2,26 76,90 51,46

26,35 107,91 76,35

AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANGUILLA ANTIGUA E BARBUDA ARGENTINA ARUBA BAHAMAS BARBADOS BERMUDE BOLIVIA BRASILE CILE COLOMBIA COSTARICA CUBA DOMINICA ECUADOR EL SALVADOR GIAMAICA GRENADA GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE CAYMAN ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI MESSICO MONTSERRAT NICARAGUA PANAMA PARAGUAY PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA SAN VINCENZO SANTA LUCIA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD

70.065,00 335,00 289.931,00 39,00 17,00 16,00 165,00 19,00 32,00 8.978,00 108,00 50,00 789,00 1.024,00 517,00 372.085,00

10.107,00 335,00 73.929,00 25,00 9,00 2,00 70,00 9,00 8,00 2.061,00 25,00 8,00 181,00 240,00 131,00 87.140,00

59.086,00 770,00 332.373,00 405,00 176,00 50,00 65,00 93,00 883,00 27,00 10.752,00 635,00 623,00 20,00 741,00 64,00 406.763,00

8.004,00 888,00 77.879,00 151,00 83,00 5,00 6,00 38,00 167,00 2,00 2.594,00 143,00 133,00 8,00 169,00 11,00 90.281,00

0,00 0,00 18,58 0,00 0,00 0,00 0,00 -56,50 -12,77 -90,27 -90,43 -100,00 -75,71 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 77,76 0,00 0,00 0,00 -97,84 0,00 -100,00 -16,50 -82,96 0,00 0,00 0,00 26,72 -100,00 0,00 0,00 0,00 38,28 713,32 -8,53

0,00 0,00 26,27 0,00 0,00 0,00 0,00 -62,31 -5,07 -83,41 -88,86 -100,00 -73,70 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 84,44 0,00 0,00 0,00 -94,53 0,00 -100,00 -20,57 -82,71 0,00 0,00 0,00 36,34 -100,00 0,00 0,00 0,00 41,55 1.104,51 -3,48

TO

TOTALE AMERICA

418.799,00

105.948,00

437.605,00

100.946,00

-4,30

4,96

TO

118

TO

AM


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI EXPORT 2004

2005 Tonn.

,35 ,91 ,35

AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE

,00 ,00 ,27 ,00 ,00 ,00 ,00 ,31 ,07 ,41 ,86 ,00 ,70 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,44 ,00 ,00 ,00 ,53 ,00 ,00 ,57 ,71 ,00 ,00 ,00 ,34 ,00 ,00 ,00 ,00 ,55 ,51 ,48

AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANGUILLA ANTIGUA E BARBUDA ARGENTINA ARUBA BAHAMAS BARBADOS BERMUDE BOLIVIA BRASILE CILE COLOMBIA COSTARICA CUBA DOMINICA ECUADOR EL SALVADOR GIAMAICA GRENADA GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE CAYMAN ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI MESSICO MONTSERRAT NICARAGUA PANAMA PARAGUAY PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA SAN VINCENZO SANTA LUCIA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD

,96

TOTALE AMERICA

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

45.621,00 529.285,00 574.906,00

39.596,00 531.757,00 571.353,00

39.511,00 673.924,00 713.435,00

35.637,00 544.774,00 580.411,00

15,46 -21,46 -19,42

11,11 -2,39 -1,56

2,00 12,00 5.066,00 23,00 47,00 299,00 243,00 125,00 36.247,00 2.981,00 3.389,00 206,00 179,00 1.383,00 93,00 271,00 21,00 41,00 109,00 150,00 405,00 16,00 19,00 36,00 9.137,00 54,00 60,00 1.782,00 9,00 875,00 1.180,00 105,00 43,00 212,00 1.086,00 10.275,00 76.181,00

1,00 25,00 2.123,00 7,00 118,00 565,00 317,00 31,00 6.550,00 1.340,00 1.216,00 155,00 300,00 518,00 23,00 194,00 13,00 30,00 66,00 74,00 499,00 58,00 18,00 42,00 5.410,00 29,00 60,00 978,00 8,00 482,00 697,00 201,00 68,00 120,00 423,00 3.526,00 26.285,00

51,00 4.945,00 34,00 117,00 435,00 199,00 86,00 14.751,00 2.491,00 4.268,00 233,00 559,00 22,00 681,00 127,00 291,00 2,00 84,00 192,00 96,00 286,00 134,00 11,00 24,00 9.798,00 36,00 1.674,00 63,00 977,00 1.879,00 118,00 386,00 1.204,00 8.034,00 54.288,00

58,00 2.035,00 16,00 131,00 504,00 221,00 46,00 5.642,00 1.110,00 1.423,00 103,00 493,00 11,00 299,00 32,00 193,00 2,00 61,00 95,00 102,00 350,00 118,00 21,00 30,00 5.429,00 16,00 950,00 2,00 558,00 1.084,00 144,00 313,00 544,00 2.765,00 24.901,00

0,00 -77,43 2,44 -32,07 -59,58 -31,36 22,25 44,35 145,73 19,67 -20,60 -11,77 -68,01 -100,00 103,22 -27,33 -6,88 825,00 -50,90 -43,05 57,05 41,84 -88,05 70,52 48,48 -6,74 48,48 0,00 6,44 -85,77 -10,41 -37,20 -10,88 0,00 -45,19 -9,80 27,90 40,33

0,00 -57,27 4,36 -55,78 -10,37 11,96 43,44 -31,62 16,10 20,66 -14,54 50,25 -39,06 -100,00 73,58 -26,91 0,77 575,56 -50,87 -30,12 -27,74 42,77 -51,28 -15,41 43,03 -0,35 86,30 0,00 2,89 248,17 -13,68 -35,66 39,51 0,00 -61,79 -22,27 27,53 5,56

651.087,00

597.638,00

767.723,00

605.312,00

-15,19

-1,27

119


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI IMPORT 2004

2005 Tonn. ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AS VIC 41.780,00 132,00 2.121,00 137,00 41.834,00 4.172,00 40,00 6.558,00 55,00 1.699,00 98.528,00

9.969,00 159,00 402,00 25,00 12.295,00 1.960,00 6,00 849,00 27,00 178,00 25.870,00

52.176,00 435,00 846,00 335,00 51.151,00 3.715,00 1,00 11.012,00 23,00 199,00 119.893,00

12.349,00 141,00 205,00 96,00 14.951,00 1.521,00 1,00 1.167,00 8,00 29,00 30.468,00

-19,93 0,00 -69,65 150,72 -59,02 0,00 -18,21 12,31 6.566,67 -40,45 139,57 0,00 755,39 0,00 -17,82

-19,27 0,00 12,33 95,77 -74,22 0,00 -17,77 28,82 352,82 -27,18 227,41 0,00 513,72 0,00 -15,09

ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN BANGLADESH BHUTAN BRUNEI CAMBOGIA (CAMPUCEA) CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA LAOS MACAO MALAYSIA MALDIVE NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE

196.719,00 36,00 419,00 41,00 172,00 528.697,00 573,00 460,00 11,00 4.424,00 1,00 1.034,00 68,00 568,00 12.671,00 745.894,00

4,00 39.952,00 53,00 429,00 37,00 90,00 96.183,00 433,00 88,00 5,00 1.132,00 4,00 305,00 139,00 513,00 1.936,00 141.303,00

184.880,00 493,00 45,00 44,00 589.901,00 332,00 46,00 4.995,00 23,00 2.913,00 110,00 409,00 11.372,00 795.563,00

35.708,00 1,00 504,00 42,00 78,00 95.025,00 238,00 44,00 1.289,00 7,00 948,00 233,00 373,00 1.650,00 136.140,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 6,40 0,00 13.063,37 -14,96 -9,86 289,07 -10,38 72,62 0,00 0,00 -75,28 0,00 0,00 -11,43 -96,90 -64,52 -38,62 38,90 11,42 -6,24

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 11,89 0,00 4.884,65 -14,79 -13,06 15,28 1,22 81,75 0,00 0,00 -89,66 0,00 0,00 -12,21 -39,08 -67,86 -40,55 37,65 17,30 3,79

TO

TOTALE ASIA

844.422,00

167.173,00

915.456,00

166.608,00

-7,76

0,34

TO

120

TO

ES


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI EXPORT 2004

2005 Tonn.

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

,27 ,00 ,33 ,77 ,22 ,00 ,77 ,82 ,82 ,18 ,41 ,00 ,72 ,00 ,09

ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE

156.191,00 1.337,00 107.533,00 2.857,00 47.795,00 2.760,00 87,00 44.831,00 41.097,00 54.374,00 1.871,00 16.183,00 47.285,00 3.871,00 528.072,00

48.160,00 645,00 33.689,00 71,00 3.291,00 180,00 225,00 5.428,00 16.647,00 8.437,00 1.142,00 11.535,00 3.090,00 1.212,00 133.752,00

157.142,00 1.941,00 69.275,00 39.415,00 14,00 44.115,00 45.426,00 60.118,00 1.282,00 4.509,00 35.952,00 2.453,00 461.642,00

42.406,00 667,00 35.215,00 4.358,00 31,00 5.210,00 19.367,00 8.046,00 745,00 2.804,00 2.308,00 765,00 121.922,00

-0,61 -31,10 55,23 0,00 21,26 0,00 530,46 1,62 -9,53 -9,56 45,95 258,92 31,52 57,79 14,39

13,57 -3,31 -4,34 0,00 -24,48 0,00 614,91 4,17 -14,04 4,87 53,24 311,32 33,90 58,42 9,70

,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,89 ,00 ,65 ,79 ,06 ,28 ,22 ,75 ,00 ,00 ,66 ,00 ,00 ,21 ,08 ,86 ,55 ,65 ,30 ,79

ESTREMO ORIENTE AFGANISTAN BANGLADESH BHUTAN BRUNEI CAMBOGIA (CAMPUCEA) CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA LAOS MACAO MALAYSIA MALDIVE NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE

9,00 2.305,00 63,00 264,00 7,00 156.421,00 26.624,00 242,00 29.482,00 39.120,00 68.956,00 16.238,00 54,00 658,00 4.116,00 1,00 395,00 1.649,00 10.755,00 7.494,00 7.852,00 43.798,00 98,00 416.601,00

37,00 261,00 35,00 337,00 26,00 27.161,00 18.233,00 129,00 22.307,00 15.891,00 15.631,00 8.824,00 11,00 324,00 950,00 24,00 62,00 582,00 10.101,00 1.447,00 5.789,00 11.213,00 57,00 139.432,00

5.529,00 164,00 112,00 187.453,00 17,00 30.680,00 131,00 35.499,00 44.329,00 61.715,00 16.649,00 435,00 99,00 4.128,00 7,00 91,00 958,00 10.671,00 11.864,00 9.506,00 48.395,00 68,00 468.500,00

848,00 113,00 158,00 29.462,00 18,00 16.328,00 163,00 25.162,00 18.351,00 14.878,00 10.198,00 57,00 15,00 954,00 12,00 11,00 335,00 7.590,00 2.219,00 3.265,00 12.531,00 28,00 142.696,00

0,00 -58,31 0,00 60,79 -94,17 -16,55 -100,00 -13,22 85,54 -16,95 -11,75 11,73 -2,47 -87,60 564,73 -0,29 -87,58 333,95 72,12 0,78 -36,83 -17,39 -9,50 45,90 -11,08

0,00 -69,25 0,00 199,56 -83,37 -7,81 -100,00 11,67 -20,97 -11,34 -13,41 5,06 -13,47 -81,36 2.111,68 -0,36 112,62 471,60 74,08 33,09 -34,81 77,31 -10,52 102,67 -2,29

,34

TOTALE ASIA

944.673,00

273.184,00

930.142,00

264.618,00

1,56

3,24

121


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI IMPORT 2004

2005 Tonn.

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI GUAM ISOLE TOKELAU MARIANNE SETTENTRIONALI NORFOLK NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA TONGA TOTALE ASSENTE

6.099,00 6.099,00

1.947,00 1.947,00

5.920,00 6,00 5.926,00

1.998,00 4,00 8,00 2.010,00

3,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -100,00 2,92

-2,53 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 -100,00 -3,13

AU AS

TO

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

6.099,00

1.947,00

5.926,00

2.010,00

2,92

-3,13

TO

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

-

-

-

-

0,00 0,00

0,00 0,00

TO

TOTALE DIVERSI

-

-

-

-

0,00

0,00

TO

552.169,00 2.986.087,00 4,00 8,00 2.010,00 8.219,00

530.528,00 2.543,00

1,297 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -27,90

4,079 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -20,96

TO

2.543,00

-27,90

-20,96

TO

TOTALE GENERALE NORFOLK NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE TONGA VANUATU TOTALE ASSENTE TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

DIV AS

3.024.808,00 6,00 5.926,00 5.926,00

2.010,00

8.219,00

TO

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

-

-

80,00 80,00

18,00 18,00

-100,00 -100,00

-100,00 -100,00

TO

TOTALE DIVERSI

-

-

80,00

18,00

-100,00

-100,00

TO

530.528,00 2.687.702,00

478.052,00

11,10

10,98

TO

TOTALE GENERALE

122

DIV AS

2.986.087,00


TAV 3 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

LAPIDEI EXPORT 2004

2005

Differenza in %

Tonn.

000€

Tonn.

000€

Quantità

Valore

,53 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,13

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI GUAM ISOLE TOKELAU MARIANNE SETTENTRIONALI NORFOLK NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA TONGA TOTALE ASSENTE

20.680,00 10,00 2,00 1,00 2,00 2.182,00 74,00 20,00 22.971,00

23.060,00 30,00 16,00 10,00 3,00 2.358,00 27,00 10,00 25.514,00

23.834,00 6,00 1,00 17,00 16,00 2.707,00 73,00 26.654,00

24.838,00 20,00 2,00 80,00 3,00 9,00 3.125,00 38,00 28.115,00

-13,23 47,93 55,38 -100,00 0,00 -100,00 -88,69 -19,39 2,48 0,00 0,00 -13,82

-7,16 47,63 671,63 -100,00 0,00 -100,00 -67,02 -24,56 -27,95 0,00 0,00 -9,25

,13

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

22.971,00

25.514,00

26.654,00

28.115,00

-13,82

-9,25

,00 ,00

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

6,00 6,00

1.480,00 1.480,00

10,00 10,00

736,00 736,00

-41,05 -40,00

101,21 101,09

,00

TOTALE DIVERSI

6,00

1.480,00

10,00

736,00

-40,00

101,09

079 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,96

TOTALE GENERALE NORFOLK NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE TONGA VANUATU TOTALE ASSENTE

4.774.149,00 1.776.945,00 4.721.178,00 1.786.383,00 3,00 16,00 9,00 15,00 7,00 2.707,00 3.125,00 2.134,00 2.174,00 73,00 38,00 150,00 78,00 1,00 2,00 26.654,00 28.115,00 29.908,00 28.749,00

1,122 0,00 9,37 26,83 -51,41 0,00 -100,00 -10,88

-0,528 0,00 39,76 43,76 -51,45 0,00 -100,00 -2,21

,96

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

26.654,00

28.115,00

29.908,00

28.749,00

-10,88

-2,21

,00 ,00

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

10,00 10,00

736,00 736,00

11,00 11,00

276,00 276,00

-11,02 -9,09

166,76 166,67

,00

TOTALE DIVERSI

10,00

736,00

11,00

276,00

-9,09

166,67

,98

TOTALE GENERALE

4.721.178,00 1.786.383,00 4.355.506,00 1.731.419,00

8,40

3,18

123


TAV 4 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

2005

758 109

794

143

663 1.530

7.172 12.339

951 2.116

2005

21.108 8.246

79.132

8.346

25.191 54.545

201.552 425.694

33.303 61.469

124

Differenza in % Quantità

Valore

-25,83

-51,76

1.751

-23,78

-54,64

9.048 19.864

-30,28 -27,69

-20,73 -37,88

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 19.820 127.134

Valore 000€ 145.010

Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 1.022 9.065

Valore 000€ 4.373

Tonn. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

MACCHINE

Differenza in % Quantità

Valore

6,50

14,06

79.205

-1,20

-0,09

255.849 462.188

-24,36 -11,26

-21,22 -7,90


TAV 5A ITALIA - EUROPA ANNO 2004/2005

MACCHINE

2005 EUROPA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

413 70

Valore 000€ 2.848 609

459 942

5.933 9.390

Tonn.

2005 EUROPA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

7.377 2.918

Valore 000€ 55.187 33.879

7.962 18.257

78.034 167.100

Tonn.

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 764 7.838 113 1.549 842 1.719

8.664 18.051

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 6.285 51.738 2.543 26.907 11.222 20.050

100.421 179.066

Differenza in % Quantità

Valore

-45,94 -38,05

-63,66 -60,71

-45,49 -45,20

-31,52 -47,98

Differenza in % Quantità

Valore

17,38 14,75

6,67 25,91

-29,05 -8,94

-22,29 -6,68

125


TAV 5B ITALIA - UNIONE EUROPEA ANNO 2004/2005

2005 UNIONE EUROPEA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

126

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 687 7.634

363

Valore 000€ 2.575

33

409

89

349 745

4.780 7.764

543 1.319

Tonn.

2005 UNIONE EUROPEA

MACCHINE

4.429 1.929

23.727

1.856

4.510 10.868

52.930 111.677

5.677 11.966

Tonn.

Quantità

Valore

-47,16

-66,27

879

-62,92

-53,50

5.581 14.094

-35,73 -43,52

-14,35 -44,91

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 4.433 35.309

Valore 000€ 35.020

Differenza in %

Differenza in % Quantità

Valore

-0,09

-0,82

20.084

3,93

18,14

59.704 115.097

-20,56 -9,18

-11,35 -2,97


TAV 5C ITALIA - ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO ANNO 2004/2005

2005

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 77 204

MACCHINE DA TAGLIO

50

Valore 000€ 273

MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA

37

200

24

MACCHINE UTENSILI

110

1.153

TOTALE GENERALE

197

1.626

ALTRI PAESI D`EUROPA

Tonn.

2005

Valore

670

54,17

-70,17

299

3.083

-63,21

-62,61

400

3.957

-50,75

-58,92

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 1.852 16.429

990

10.152

687

MACCHINE UTENSILI

3.452

25.104

TOTALE GENERALE

7.390

55.423

MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA

Quantità

33,61

2.948

MACCHINE DA TAGLIO

Tonn.

Differenza in %

-35,07

Valore 000€ 20.167

ALTRI PAESI D`EUROPA

MACCHINE

Differenza in % Quantità

Valore

59,18

22,76

6.823

44,11

48,80

5.544

40.717

-37,73

-38,35

8.083

63.969

-8,57

-13,36

127


TAV 5D ITALIA - AFRICA ANNO 2004/2005

MACCHINE

2005 AFRICA

23

Valore 000€ 25

0

0

0

29 52

74 99

0 0

Tonn.

MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

2005 AFRICA MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

128

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 0 0

2.320 605

2.386

488

5.001 7.926

23.426 36.447

5.192 8.359

Tonn.

Quantità

Valore

0,00

0,00

1

0,00

-100,00

5 6

0,00 0,00

1396,64 1587,36

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 2.679 10.198

Valore 000€ 10.635

Differenza in %

Differenza in % Quantità

Valore

-13,40

4,29

3.597

23,98

-33,65

27.090 40.885

-3,68 -5,18

-13,52 -10,85


TAV 5E ITALIA - AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2004/2005

2005 AMERICA SETTENTRIONALE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

36 17

114

11

10 63

213 626

18 59

2005 AMERICA SETTENTRIONALE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 30 529

Valore 000€ 299

Tonn.

1.799 1.210

14.292

1.943

1.847 4.856

23.153 60.338

1.724 4.855

Differenza in % Quantità

Valore

20,00

-43,54

119

54,55

-3,63

111 759

-44,44 6,78

91,30 -17,52

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 1.188 13.305

Valore 000€ 22.893

Tonn.

MACCHINE

Differenza in % Quantità

Valore

51,43

72,06

22.473

-37,73

-36,40

22.431 58.209

7,14 0,02

3,22 3,66

129


TAV 5F ITALIA - AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2004/2005

2005 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

27

Valore 000€ 43

5

12

0

0 32

4 59

1 9

Tonn.

2005 AMERICA CENTRALE E DEL SUD MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

130

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 8 38

2.175 1.125

6.154

474

1.956 5.256

12.643 28.526

2.685 5.516

Tonn.

Differenza in % Quantità

Valore

237,50

13,21

1

0,00

795,74

6 45

-100,00 255,56

-38,63 28,48

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 2.357 13.459

Valore 000€ 9.729

MACCHINE

Differenza in % Quantità

Valore

-7,72

-27,71

3.721

137,34

65,39

17.549 34.729

-27,15 -4,71

-27,96 -17,86


TAV 5G ITALIA - VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2004/2005

2005 VICINO E MEDIO ORIENTE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

26 0

0

0

21 47

153 281

6 71

2005 VICINO E MEDIO ORIENTE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 65 209

Valore 000€ 128

Tonn.

4.188 1.307

15.065

1.044

4.892 10.387

39.173 85.878

7.893 11.783

Differenza in % Quantità

Valore

-60,00

-38,68

0

0,00

0,00

49 258

250,00 -33,80

213,46 9,18

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 2.846 22.225

Valore 000€ 31.640

Tonn.

MACCHINE

Differenza in % Quantità

Valore

47,15

42,36

10.933

25,19

37,79

57.215 90.373

-38,02 -11,85

-31,53 -4,97

131


TAV 5H ITALIA - ESTREMO ORIENTE ANNO 2004/2005

2005 ESTREMO ORIENTE MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

132

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 140 330

233

Valore 000€ 1.029

18

60

18

144 395

793 1.882

84 242

Tonn.

2005 ESTREMO ORIENTE

MACCHINE

3.152 926

5.113

1.742

3.294 7.372

21.572 40.295

4.322 10.326

Tonn.

Quantità

Valore

66,43

211,67

81

0,00

-26,43

211 622

71,43 63,22

275,94 202,37

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 4.262 14.695

Valore 000€ 13.610

Differenza in %

Differenza in % Quantità

Valore

-26,04

-7,39

10.288

-46,84

-50,30

28.636 53.619

-23,79 -28,61

-24,67 -24,85


TAV 5I ITALIA - AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2004/2005

2005 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

Valore 000€

Tonn. 0

1

0

0

0

0 0

1 2

0 13

2005 AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. MACCHINE DA TAGLIO MACCHINE PER LAVORAZIONE E LEVIGATURA MACCHINE UTENSILI TOTALE GENERALE

IMPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 13 121

96 155

2.241

112

239 490

3.474 7.031

265 581

Tonn.

Differenza in % Quantità

Valore

-100,00

-99,38

0

0,00

0,00

1 122

0,00 -100,00

55,14 -98,26

EXPORT 2004 Valore Tonn. 000€ 204 1.514

Valore 000€ 1.316

MACCHINE

Differenza in % Quantità

Valore

-52,94

-13,07

1.285

38,39

74,41

2.486 5.285

-9,81 -15,66

39,74 33,04

133


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE IMPORT 2004

2005 Tonn.

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA

43,00 17,00 136,00 153,00 31,00 42,00 107,00 5,00 43,00 1,00 5,00 153,00 9,00 745,00

1.087,00 193,00 2,00 948,00 2.705,00 190,00 262,00 525,00 54,00 613,00 17,00 26,00 964,00 179,00 7.765,00

112,00 127,00 15,00 143,00 300,00 70,00 27,00 94,00 17,00 8,00 4,00 391,00 9,00 1,00 1.318,00

1.666,00 459,00 5,00 1.412,00 6.366,00 2,00 730,00 210,00 178,00 69,00 131,00 9,00 3,00 2,00 2.513,00 281,00 58,00 14.094,00

-62,13 -86,72 -100,00 0,00 0,00 955,56 -4,83 -49,00 -100,00 -100,00 0,00 0,00 -56,02 0,00 55,11 14,33 -69,19 448,16 -100,00 500,00 25,53 -60,77 -3,56 -100,00 -43,48

-34,76 -57,90 -100,00 0,00 0,00 400,00 -32,87 -57,51 -100,00 -100,00 0,00 0,00 -73,98 0,00 24,71 194,07 -21,25 367,07 -100,00 460,00 1.461,19 -61,63 -36,19 -100,00 -44,91

ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CROAZIA GEORGIA ISLANDA KAZAKISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA

1,00 7,00 31,00 1,00 1,00 8,00 2,00 2,00 119,00 22,00 2,00 196,00

74,00 61,00 53,00 77,00 1,00 27,00 21,00 32,00 1.084,00 193,00 3,00 1.626,00

20,00 55,00 3,00 21,00 3,00 46,00 2,00 243,00 7,00 400,00

144,00 26,00 172,00 378,00 10,00 104,00 43,00 3.027,00 52,00 3.956,00

-96,29 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -44,47 0,00 0,00 0,00 0,00 -53,51 -95,29 0,00 0,00 180,80 -94,73 16,05 0,00 0,00 -51,11 0,00 219,07 0,00 0,00 -51,00

-48,67 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 106,47 0,00 0,00 0,00 0,00 -55,11 -99,70 0,00 0,00 164,22 -80,00 -26,17 0,00 0,00 -64,19 0,00 269,28 0,00 0,00 -58,90

TO

TOTALE EUROPA

941,00

9.391,00

1.718,00

18.050,00

-45,23

-47,97

TO

134

EU UN

TO

AL


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE EXPORT 2004

2005 Tonn.

,76 ,90 ,00 ,00 ,00 ,00 ,87 ,51 ,00 ,00 ,00 ,00 ,98 ,00 ,71 ,07 ,25 ,07 ,00 ,00 ,19 ,63 ,19 ,00 ,91

,67 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,47 ,00 ,00 ,00 ,00 5,11 ,70 ,00 ,00 ,22 ,00 ,17 ,00 ,00 ,19 ,00 ,28 ,00 ,00 ,90 ,97

EUROPA UNIONE EUROPEA AUSTRIA BELGIO CIPRO DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA ALBANIA ARMENIA AZERBAIGIAN BELORUSSIA BOSNIA-ERZEGOVINA BULGARIA CROAZIA GEORGIA ISLANDA KAZAKISTAN KOSOVO LIECHTENSTEIN MACEDONIA MOLDAVIA MONTENEGRO NORVEGIA ROMANIA RUSSIA SERBIA SERBIA E MONTENEGRO SVIZZERA TAGIKISTAN TURCHIA UCRAINA UZBEKISTAN TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

98,00 438,00 100,00 64,00 31,00 74,00 1.062,00 889,00 742,00 278,00 15,00 10,00 35,00 40,00 270,00 273,00 1.030,00 1.516,00 72,00 43,00 196,00 3.478,00 90,00 24,00 10.868,00

1.075,00 5.650,00 1.051,00 809,00 318,00 851,00 12.617,00 10.084,00 8.140,00 2.770,00 130,00 137,00 394,00 644,00 3.011,00 2.035,00 7.826,00 17.638,00 1.039,00 141,00 1.372,00 32.521,00 1.171,00 255,00 111.679,00

79,00 649,00 271,00 35,00 34,00 55,00 1.008,00 1.148,00 772,00 204,00 65,00 29,00 34,00 20,00 277,00 260,00 671,00 2.156,00 124,00 40,00 306,00 3.493,00 84,00 154,00 11.968,00

1.039,00 7.244,00 1.586,00 466,00 342,00 528,00 11.487,00 10.747,00 6.878,00 2.146,00 413,00 426,00 448,00 50,00 2.726,00 2.612,00 6.342,00 19.885,00 1.119,00 445,00 2.318,00 33.759,00 1.134,00 959,00 115.099,00

24,09 -32,53 -63,03 84,18 -8,98 34,81 5,31 -22,59 -3,90 36,52 -76,63 -64,28 3,34 100,58 -2,38 5,12 53,58 -29,68 -41,76 7,02 -35,92 -0,45 7,45 -84,16 -9,19

3,44 -22,00 -33,75 73,68 -7,13 61,27 9,83 -6,17 18,35 29,09 -68,46 -67,72 -12,09 1.192,62 10,45 -22,09 23,41 -11,30 -7,10 -68,20 -40,81 -3,67 3,24 -73,44 -2,97

191,00 107,00 26,00 20,00 107,00 280,00 475,00 4,00 8,00 63,00 5,00 1,00 79,00 6,00 4,00 80,00 718,00 1.643,00 62,00 56,00 367,00 2.188,00 574,00 324,00 7.388,00

439,00 1.318,00 78,00 120,00 259,00 3.620,00 2.847,00 39,00 61,00 769,00 6,00 54,00 420,00 96,00 28,00 978,00 3.354,00 13.074,00 207,00 277,00 4.258,00 9,00 15.406,00 4.078,00 3.629,00 55.424,00

228,00 130,00 18,00 93,00 128,00 383,00 9,00 1,00 70,00 1,00 106,00 4,00 130,00 552,00 857,00 219,00 258,00 42,00 3.935,00 522,00 398,00 8.084,00

234,00 927,00 269,00 322,00 1.065,00 1.838,00 22,00 24,00 520,00 19,00 689,00 49,00 1.840,00 1.651,00 11.378,00 912,00 3.733,00 444,00 27.578,00 4.341,00 6.113,00 63.968,00

-16,17 -18,17 0,00 7,56 15,94 119,64 24,08 -53,33 447,14 -10,14 0,00 -19,64 -25,68 80,22 0,00 -38,87 30,16 91,80 0,00 -74,43 42,08 -99,48 -44,39 9,93 -18,51 -8,61

87,71 42,18 0,00 -55,58 -19,48 239,81 54,91 76,13 155,78 47,86 0,00 182,74 -39,03 94,55 0,00 -46,86 103,08 14,90 0,00 -69,57 14,08 -97,88 -44,14 -6,08 -40,64 -13,36

18.256,00

167.103,00

20.052,00

179.067,00

-8,96

-6,68

135


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE IMPORT 2004

2005 Tonn. AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AF AF 23,00 15,00 38,00

25,00 3,00 28,00

-

1,00 1,00 2,00

0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 4.900,00 0,00

0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 385,65 1.300,00

-

-

-

-

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE ANGOLA CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GABON GIBUTI GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAMBIA ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE

14,00 14,00

71,00 71,00

-

4,00 4,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 6.740,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.563,56 0,00 0,00 0,00 0,00 1.675,00

TO

TOTALE AFRICA

52,00

99,00

-

6,00

0,00

1.550,00

TO

AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA GUINEA MALI NIGERIA SENEGAL TOTALE AFRICA OCCIDENTALE

136

TO

AF

TO

AF


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE EXPORT 2004

2005 Tonn.

,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,65 ,00

AFRICA AFRICA SETTENTRIONALE ALGERIA EGITTO LIBIA MAROCCO SUDAN TUNISIA TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE

,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

1.480,00 2.855,00 575,00 1.538,00 36,00 300,00 6.784,00

7.791,00 9.254,00 2.727,00 7.959,00 187,00 1.001,00 28.919,00

2.241,00 2.348,00 555,00 1.551,00 95,00 463,00 7.253,00

14.111,00 9.771,00 2.365,00 6.784,00 702,00 1.564,00 35.297,00

-33,96 21,58 3,61 -0,83 -62,32 -35,16 -6,47

-44,79 -5,29 15,29 17,32 -73,30 -35,99 -18,07

AFRICA OCCIDENTALE BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA GUINEA MALI NIGERIA SENEGAL TOTALE AFRICA OCCIDENTALE

137,00 6,00 2,00 2,00 2,00 37,00 129,00 9,00 324,00

877,00 49,00 1,00 2,00 35,00 327,00 795,00 6,00 2.092,00

77,00 12,00 159,00 248,00

1,00 896,00 81,00 2,00 355,00 1.335,00

-100,00 77,41 0,00 0,00 0,00 -83,82 -100,00 0,00 -19,32 0,00 30,65

-100,00 -2,10 0,00 0,00 0,00 -57,37 -100,00 0,00 123,97 0,00 56,70

,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,56 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00

AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE ANGOLA CAMERUN CONGO ERITREA ETIOPIA GABON GIBUTI GUINEA EQUATORIALE KENIA MADAGASCAR MAURIZIO MOZAMBICO NAMIBIA SUD AFRICA TANZANIA UGANDA ZAMBIA ZIMBABWE TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE

3,00 95,00 10,00 7,00 302,00 7,00 18,00 334,00 36,00 6,00 1,00 819,00

60,00 3,00 500,00 172,00 63,00 471,00 73,00 3,00 181,00 3.330,00 530,00 14,00 32,00 5,00 5.437,00

80,00 1,00 1,00 68,00 213,00 8,00 9,00 44,00 25,00 50,00 6,00 282,00 3,00 2,00 63,00 855,00

92,00 4,00 20,00 442,00 799,00 31,00 41,00 590,00 215,00 36,00 1,00 85,00 1.647,00 12,00 23,00 212,00 4.250,00

-100,00 400,00 -74,83 -100,00 -55,60 -100,00 -100,00 0,00 -84,48 1.085,77 -85,65 48,00 215,18 18,47 1.143,07 178,05 0,00 -99,53 -4,21

-100,00 1.398,20 -86,94 -100,00 -37,45 -100,00 -100,00 0,00 -89,33 119,10 102,56 226,92 112,72 102,20 4.142,94 -40,80 0,00 -97,72 27,93

,00

TOTALE AFRICA

7.927,00

36.448,00

8.356,00

40.882,00

-5,13

-10,85

137


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE IMPORT 2004

2005 Tonn. AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA S.PIERRE E MIQUELON STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AM AM 12,00 52,00 64,00

25,00 601,00 626,00

10,00 48,00 58,00

12,00 747,00 759,00

12,64 0,00 7,54 10,35

107,38 0,00 -19,57 -17,52

-

4,00 -

9,00 -

40,00 -

0,00 0,00 0,00 0,00 -98,71 0,00

0,00 0,00 0,00 0,00 -90,59 0,00

COLOMBIA COSTARICA CUBA ECUADOR EL SALVADOR GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE MESSICO PANAMA PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD

32,00 32,00

7,00 48,00 59,00

1,00 10,00

6,00 46,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 220,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 28,26

TO

TOTALE AMERICA

96,00

685,00

68,00

805,00

41,18

-14,91

TO

AMERICA CENTRALE E DEL SUD ARGENTINA ARUBA BARBADOS BOLIVIA BRASILE CILE

138

TO

AM


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE EXPORT 2004

2005 Tonn.

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

,38 ,00 ,57 ,52

AMERICA AMERICA SETTENTRIONALE CANADA S.PIERRE E MIQUELON STATI UNITI D’AMERICA TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE

455,00 122,00 4.279,00 4.856,00

6.416,00 490,00 53.432,00 60.338,00

435,00 79,00 4.342,00 4.856,00

6.077,00 339,00 51.794,00 58.210,00

4,49 55,40 -1,44 0,00

5,58 44,49 3,16 3,66

,00 ,00 ,00 ,00 ,59 ,00

AMERICA CENTRALE E DEL SUD ARGENTINA ARUBA BARBADOS BOLIVIA BRASILE CILE

112,00 11,00 2.238,00 74,00

1.341,00 1,00 101,00 9.166,00 569,00

763,00 2,00 16,00 2.592,00 211,00

5.040,00 37,00 36,00 14.241,00 1.713,00

-85,33 0,00 -100,00 -35,75 -13,68 -65,03

-73,39 0,00 -100,00 179,64 -35,63 -66,77

,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,26

COLOMBIA COSTARICA CUBA ECUADOR EL SALVADOR GUATEMALA HONDURAS ISOLA BONAIRE ISOLE TURKS E CAICOS ISOLE VERGINI BRITANNICHE MESSICO PANAMA PERU’ REPUBBLICA DOMINICANA TRINIDAD E TOBAGO URUGUAY VENEZUELA TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD

52,00 1,00 17,00 23,00 3,00 117,00 1.801,00 142,00 51,00 259,00 6,00 350,00 5.257,00

490,00 14,00 125,00 64,00 49,00 2,00 873,00 11.386,00 4,00 1.120,00 258,00 2.263,00 72,00 626,00 28.524,00

137,00 90,00 12,00 34,00 271,00 44,00 1,00 121,00 1,00 887,00 133,00 192,00 11,00 5.518,00

767,00 1.335,00 299,00 117,00 1.550,00 755,00 17,00 562,00 6,00 6.417,00 840,00 925,00 72,00 34.729,00

-62,01 0,00 -80,52 98,83 -100,00 -98,99 -100,00 -96,44 -3,01 -100,00 103,09 0,00 6,98 -73,59 0,00 0,00 3.165,15 -4,73

-36,14 0,00 -90,63 -78,61 -100,00 -96,81 -100,00 -87,27 55,48 -100,00 77,43 0,00 33,36 -72,11 0,00 0,00 774,20 -17,87

,91

TOTALE AMERICA

10.113,00

88.862,00

10.374,00

92.939,00

-2,52

-4,39

139


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE IMPORT 2004

2005 Tonn. ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AS VIC 32,00 11,00 5,00 48,00

109,00 130,00 42,00 281,00

50,00 2,00 19,00 71,00

24,00 12,00 221,00 257,00

-100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1.608,07 -45,15 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -32,39

-100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 793,07 -41,13 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 9,34

ESTREMO ORIENTE BANGLADESH CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA MACAO MALAYSIA NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE

318,00 62,00 5,00 8,00 1,00 394,00

827,00 950,00 21,00 77,00 7,00 1.882,00

229,00 2,00 1,00 10,00 242,00

488,00 72,00 5,00 8,00 42,00 6,00 2,00 623,00

0,00 38,62 0,00 0,00 0,00 3.421,61 -100,00 -100,00 0,00 0,00 -48,06 0,00 0,00 2.733,33 0,00 0,00 181,51 0,00 62,81

0,00 69,42 0,00 0,00 0,00 1.218,05 -100,00 -100,00 0,00 0,00 -50,15 0,00 0,00 1.240,93 0,00 0,00 360,78 0,00 202,09

TO

TOTALE ASIA

442,00

2.163,00

313,00

880,00

41,21

145,80

TO

140

TO

ES


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE EXPORT 2004

2005

,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,07 ,13 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,34

ASIA VICINO E MEDIO ORIENTE ARABIA SAUDITA BAHRAIN EMIRATI ARABI UNITI GAZA E GERICO GIORDANIA IRAK IRAN ISRAELE KUWAIT LIBANO OMAN QATAR SIRIA YEMEN TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE

,00 ,42 ,00 ,00 ,00 ,05 ,00 ,00 ,00 ,00 ,15 ,00 ,00 ,93 ,00 ,00 ,78 ,00 ,09

ESTREMO ORIENTE BANGLADESH CINA COREA DEL NORD COREA DEL SUD FILIPPINE GIAPPONE HONG KONG INDIA INDONESIA MACAO MALAYSIA NEPAL PAKISTAN SINGAPORE SRI LANKA TAILANDIA TAIWAN VIETNAM TOTALE ESTREMO ORIENTE

,80

TOTALE ASIA

Differenza in %

Tonn.

000€

Tonn.

000€

Quantità

Valore

1.462,00 24,00 522,00 61,00 210,00 162,00 4.842,00 1.123,00 25,00 166,00 959,00 164,00 625,00 43,00 10.388,00

6.993,00 184,00 3.928,00 210,00 756,00 110,00 55.001,00 7.914,00 272,00 289,00 6.467,00 714,00 2.548,00 492,00 85.878,00

1.275,00 108,00 789,00 10,00 147,00 5.948,00 336,00 23,00 451,00 1.152,00 66,00 1.478,00 2,00 11.785,00

8.514,00 222,00 4.257,00 41,00 405,00 60.668,00 1.247,00 248,00 1.812,00 5.963,00 547,00 6.427,00 22,00 90.373,00

14,67 -78,02 -33,89 492,80 42,55 0,00 -18,59 234,63 11,73 -63,25 -16,77 150,05 -57,74 2.035,19 -11,85

-17,87 -17,17 -7,73 411,27 86,79 0,00 -9,34 534,89 9,77 -84,04 8,45 30,49 -60,36 2.087,09 -4,97

77,00 1.174,00 8,00 281,00 123,00 22,00 4.391,00 403,00 14,00 84,00 191,00 10,00 23,00 142,00 16,00 411,00 7.370,00

439,00 5.582,00 20,00 1.818,00 2,00 3.230,00 246,00 19.349,00 3.647,00 153,00 1.998,00 1,00 1.413,00 199,00 247,00 654,00 281,00 1.016,00 40.295,00

682,00 1.791,00 158,00 7,00 145,00 11,00 5.602,00 348,00 92,00 662,00 12,00 1,00 578,00 45,00 191,00 10.325,00

2.451,00 15.165,00 2.785,00 147,00 2.642,00 78,00 18.556,00 2.492,00 1.429,00 1.932,00 130,00 8,00 3.981,00 249,00 1.575,00 53.620,00

-88,66 -34,46 0,00 78,28 -98,45 -14,74 100,72 -21,62 15,78 0,00 -9,29 0,00 -71,08 -14,73 4.340,34 -75,38 -64,70 115,39 -28,62

-82,09 -63,19 0,00 -34,74 -98,86 22,25 216,40 4,28 46,34 0,00 39,82 0,00 -26,89 53,17 3.101,66 -83,57 13,21 -35,49 -24,85

17.758,00

126.173,00

22.110,00

143.993,00

-19,68

-12,38

141


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE IMPORT 2004

2005 Tonn.

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA TOTALE ASSENTE

AU AS -

2,00 2,00

13,00 13,00

122,00 122,00

-99,74 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -100,00

-98,26 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 -98,36

TO

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

-

2,00

13,00

122,00

-100,00

-98,36

TO

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

-

-

-

-

0,00 0,00

0,00 0,00

TO

TOTALE DIVERSI

-

-

-

-

0,00

0,00

TO

1.531,00 13,00

12.340,00 122,00

2.112,00 -

19.863,00 -

-27,51 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

-37,87 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

TO

13,00

122,00

-

-

0,00

0,00

TO

TOTALE GENERALE FIGI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE TOTALE ASSENTE TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

DIV AS

TO

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

-

-

-

-

0,00 0,00

0,00 0,00

TO

TOTALE DIVERSI

-

-

-

-

0,00

0,00

TO

2.112,00

19.863,00

1.348,00

12.825,00

56,68

54,88

TO

TOTALE GENERALE

142

DIV AS


TAV 6 ITALIA - TUTTI I PAESI ANNO 2004/2005

MACCHINE EXPORT 2004

2005 Tonn.

000€

Tonn.

Differenza in % 000€

Quantità

Valore

,26 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00 ,36

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. ASSENTE AUSTRALIA FIGI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE SAMOA AMERICANA TOTALE ASSENTE

394,00 96,00 490,00

5.844,00 2,00 1.182,00 2,00 7.030,00

511,00 69,00 580,00

4.663,00 1,00 618,00 2,00 5.284,00

-22,99 0,00 -100,00 38,43 -100,00 0,00 -15,52

25,33 0,00 -100,00 91,33 -100,00 0,00 33,04

,36

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

490,00

7.030,00

580,00

5.284,00

-15,52

33,04

,00 ,00

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

1,00 1,00

79,00 79,00

-

23,00 23,00

111,91 0,00

243,04 243,48

,00

TOTALE DIVERSI

1,00

79,00

-

23,00

0,00

243,48

,87 ,00 ,00 ,00 ,00 ,00

TOTALE GENERALE FIGI NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE NUOVA ZELANDA POLINESIA FRANCESE TOTALE ASSENTE

54.545,00 69,00 580,00

425.695,00 1,00 618,00 2,00 5.284,00

61.472,00 24,00 5,00 1.309,00

462.188,00 4,00 1,00 167,00 9,00 9.105,00

-11,27 -100,00 -43,44 183,66 -97,54 -55,69

-7,90 -100,00 3,47 270,40 -73,93 -41,97

,00

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.

580,00

5.284,00

1.309,00

9.105,00

-55,69

-41,97

,00 ,00

DIVERSI ASSENTE PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE ASSENTE

-

23,00 23,00

-

7,00 7,00

53,93 0,00

208,45 228,57

,00

TOTALE DIVERSI

-

23,00

-

7,00

0,00

228,57

,88

TOTALE GENERALE

61.472,00

462.188,00

54.931,00

382.766,00

11,91

20,75

143


10.000.000

1.000.000

100.000

10.000

1.000

100

10

1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA FRANCIA

MARMO GREZZI + LAVORATI

GERMANIA GIAPPONE GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO NORVEGIA PAESI BASSI

EXPORT

POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA

2003 2004 2005

144


10.000.000

1.000.000

100.000

10.000

1.000

100

10

1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA FRANCIA

GRANITO GREZZI + LAVORATI

GERMANIA GIAPPONE GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO NORVEGIA PAESI BASSI

EXPORT

POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA

2003 2004 2005

145


10.000.000

1.000.000

100.000

10.000

1.000

100

10

1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE

TOTALE GREZZO

GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO

EXPORT

NORVEGIA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA

2003 2004 2005

146


100.000.000

10.000.000

1.000.000

100.000

10.000

1.000

100

10

1 ARABIA SAUDITA AUSTRIA BELGIO BRASILE CANADA CINA COREA DEL SUD DANIMARCA EGITTO

TOTALE LAVORATI RIPORTATI A GREZZO

FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE GRECIA HONG KONG IRAN IRLANDA ITALIA KAZAKISTAN LIBANO MAROCCO NORVEGIA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO

EXPORT

REGNO UNITO REPUBBLICA CECA RUSSIA SINGAPORE SLOVENIA SPAGNA STATI UNITI D'AMERICA SUD AFRICA SVEZIA TAIWAN THAILANDIA TURCHIA UCRAINA

2003 2004 2005

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BREVE DIZIONARIO DEI TERMINI PIÙ USATI BRIEF DICTIONARY OF MOST USED TERMS BREF DICTIONNAIRE DES TERMES LES PLUS UTILISES BREVE GLOSSARIO DE LAS PALABRAS MÁS USADAS Marmo blocchi e lastre

Marmo lavorati Granito lavorati Altri/altre pietre Ardesia grezza Ardesia lavorata Granulati e polveri

Marble, blocks and slabs Granite, blocks and slabs Processed marble Processed granite Others/other stones Raw slate Processed slate Chips and powders

Mármol, bloques y tableros Granito, bloques y tableros Mármol elaborado Granito elaborado Otras piedras Pizarra en bruto Pizarra elaborada Granulados y en polvo

Macchine da taglio Macchine da lavorazione e lucidatura

Cutting equipments Working and polishing equipments

Frantoi Macchine per mattonelle sintetiche

Crushing plants Synthetic tiles plants sintéticas

Lapidei Macchine

Stone materials Machinery

Máquinas cortadoras Máquinas para la elaboración y el pulido Trituradoras Maquinaria para baldosas synthétiques Piedras Maquinaria

Grezzo Riportato a grezzo Produzione Quantità Valori (mgl euro)

Raw Blocks equivalent Quarried materials Quantities Values (thousand euros)

Anno/anni

Year/years

UE/Unione Europea Nord America Centro e Sud America

European Union North America Central and South America Middle East Far East Other regions/Other Countries Rest of the World

Granito blocchi e lastre

Vicino e Medio Oriente Estremo Oriente Altre aree/Altri Paesi Resto del Mondo

Bruto Equivalente en bloques Producción Cantidades Valores (en miles de Euros) Año/años UE/Unión Europea Norteamérica Centro y Sudamérica Medio Oriente Extremo Oriente Otras regiones/ Otros Países Resto del mundo

Blocs et dales de marbre Blocs et dales de granit Marbre travaillé Granit travaillé Autres pierres Ardoise brute Ardoise travaillé Granulé et podres Machines coupantes Machines d’élaboration et de polissage Broyeurs Machines pour carreaux

Lapidaires Machines Brut Equivalent en blocs Production Quantité Valeurs en euro An/Ans Union Européenne Amérique du Nord Amérique centrale et du sud Moyen Orient Extreme Orient Autres zones/autres Pays Le reste du monde

149



INDICE S. Napoli:

Stone Sector 2005, industria italiana e congiuntura internazionale Allegato statistico Avvertenze per le tavole statistiche Indice delle tavole statistiche allegate Tavole statistiche

Breve dizionario italiano/inglese/francese/spagnolo dei termini più usati

5 79 81 89 91 149

SUMMARY S. Napoli:

Stone Sector 2005, Italian Industry and International Trends Statistical annex Notes on statistical tables Annexed statistical tables index Statistical tables

Brief dictionary of most used terms

23 79 83 89 91 149

INDEX S. Napoli:

Stone Sector 2005, Industrie Italienne et Conjoncture Internationale Annexe statistique Avertissements pour les tableaux statistiques Index des tables statistiques annexes Tables statistiques

Bref dictionnaire des terms les plus utilisés

41 79 85 89 91 149

INDICE S. Napoli:

Stone Sector 2005, la Industria Italiana y la Coyuntura Internacional Anexo estadístico Notas para la consulta de las tablas estadísticas Indice de las tablas estadísticas annexas Tablas estadísticas

Glosario breve italiano/inglés/francés/español de las palabras más usadas

59 79 87 89 91 149

151


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Finito di stampare nel mese di Maggio 2006 presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A. Ospedaletto • Pisa


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