Rivista T : Autunno / Inverno 2022

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Le stazioni del nostro viaggio

Autunno / Inverno 2022
INVITO
SOGNARE A MARRAKECH Wieki
ISPIRAZIONE PURA
Ristorante Più SOSTA ROMANTICA A ZUGO Luis Vallejo
A
Somers
Panca Exbury Royal Mansour Marrakech - Marocco © Isaac Ichou

Le stazioni del nostro viaggio

Una pagina dopo l'altra, ti fermerai nelle stazioni che abbiamo percorso in questa nuova edizione della rivista T. Conoscerai i creatori, ma anche i luoghi intimamente legati all'universo culturale di Tectona. Abbiamo fatto sosta a Zugo, una città situata sull'omonimo lago e ai piedi delle montagne della Svizzera tedesca. Qui abbiamo visitato il nuovo ristorante Più, per il quale Tectona ha allestito l'area con i tavoli all'aperto con la collezione Clubhouse di BIG-GAME. Nei Paesi Bassi, abbiamo chiesto alla designer Wieki Somers di raccontarci la genesi della collezione Grasshopper, disegnata per Tectona nel 2010. A quanto pare, una cavalletta salita su una molla si è trasformata nel mobile elegante, giocoso e robusto che conosciamo. Poi abbiamo fatto rotta per l'atelier Tectona in Normandia, al fine di condi videre i segreti di produzione della panca Muse, una creazione di Isabelle Baudraz per il Musée National Picasso di Parigi, poi sviluppata e curata da Tectona.

Il viaggio prosegue in compagnia del paesaggista spagnolo Luis Vallejo, esperto di giardini dall'arte ispano-moresca. In sua compagnia, a Marrakech, abbiamo visitato la lussureggiante oasi che ha pro gettato per il Royal Mansour e che ha arredato con i mobili Tectona per un semplice motivo: "la purezza delle linee e la durevolezza del legno". Si tratta di una scelta condivisa da molte istituzioni culturali, di cui Tectona è partner fin dalla sua creazione nel 1977. Restando in questo mondo fatto di relax e comfort, parleremo di alcune delle nostre panche più emblematiche. L'ultima stazione è un omag gio al fotografo Éric Poitevin, che ci ha gentil mente concesso di esporre nelle nostre boutique alcuni dei suoi lavori dedicati alle piante infestanti, immortalate alla maniera di un erbario.

.3 EDITORIALE

Una sinfonia vegetale

Abbiamo incontrato Luis Vallejo

Si dice che i giardini siano il volto visibile del Paradiso. L'oasi verde del Royal Mansour, a Marrakech, lo dimostra in tutti i sensi, uno spazio meraviglioso, dove l'infinita tavolozza di verdi (pallido, salvia, smeraldo ecc.) incontra l'azzurro del cielo e l'ocra delle pareti. Il paesaggista spagnolo Luis Vallejo ha creato una sinfonia vegetale in cui lo splendore del Marocco vibra al ritmo del patrimonio andaluso e del gusto per la purezza del Giappone.

Il Royal Mansour di Marrakech non è un hotel. A pochi passi dalla frenesia di piazza Jemma El Fna, può essere considerato una città nella città, un immenso giardino in cui trovano riparo, dietro le loro facciate, i riad più belli del settore alberghiero di oggi. Il tutto condito dal fruscio delle fontane, dal canto degli uccelli, dalla danza rilassante dei rami di ulivo, palma e limone che vengono accarezzati dalla brezza.

"Ogni giardino appartiene alla storia e alla cultura del luogo in cui si trova. In questo progetto mi sono ispirato ai paesaggi agricoli marocchini, alle valli dello Ziz e del Todra, e naturalmente ai giardini arabi tradizionali, con i loro ingegnosi sistemi di irrigazione, i patii, i frutteti...", spiega Luis Vallejo. Il paesaggista sa bene di cosa parla: nato a Madrid e cresciuto accanto a un padre vivaista, Luis Vallejo conosce la leggendaria bellezza dei giardini andalusi, a partire dall'Alhambra di Granada.

Lavora molto nei paesi con temperature alte, da Saint-Tropez agli Emirati Arabi passando per Tel Aviv e Maiorca. Per questo motivo, nessuno meglio di lui sa trasformare le terre aride in un Eden di pace. È una questione di ingegneria, certo, ma soprattutto di sensibilità.

.4 GIARDINI DI CUI INNAMORARSI
Fiore di albicocca © Fernando Maquieira

Alla maestria dei giardini francesi, Luis Vallejo preferisce una certa idea di libertà, anche se, come lui stesso afferma, "quando si consegna un progetto, il compito principale è trovare il giardiniere che continuerà a prendersene cura". Perché i giardini non hanno una fine: ogni stagione è diversa. Ogni anno porta con sé delle sorprese.

Allo stesso modo di un artista, apporta dei ritocchi, segue gli sviluppi dell'opera e dà consigli su uno dei luoghi più belli (e segreti) di Marrakech. E poiché si tratta di un ambiente ideale per passeggiare e meditare, i giardini occupano i tre spazi principali di cui si compone: la Medina, la Piscina e l’Orto. Proprio l’Orto è lo spazio in cui ha scelto di inserire gli arredi Tectona, il motivo alla base di questa scelta è semplice: "la purezza delle linee e la longevità del legno”, sono requisiti imprescindibili.

Affinché i visitatori possano godersi appieno questi spazi da sogno, Luis Vallejo ha pensato in maniera minuziosa a ogni singola prospettiva da cui poterli ammirare, perché le sedute e le panche devono fondersi alla perfezione con il quadro disegnato dal paesaggista. Cresciuto in una famiglia tanto numerosa quanto sensibile (la maggior parte dei suoi otto fratelli e sorelle ha scelto la musica), Luis Vallejo continua a seguire un percorso straordinario, sia per i clienti

privati che per quelli pubblici, come dimostrano gli ospedali spagnoli in cui ha lasciato la propria firma: Burgos, Madrid e Valladolid.

La cura di ogni singolo dettaglio è la diretta conseguenza del suo rapporto con il Giappone. A metà degli anni Sessanta, il padre si reca negli Stati Uniti per partecipare a una conferenza di ingegneria del paesaggio, portando con sé alcuni libri al momento del ritorno a casa. Per Luis Vallejo, che ora li conserva gelosamente, fu una rivelazione. Il suo gusto per l'armonia dei bonsai lo ha reso un punto di riferimento a livello mondiale. La sua collezione è custodita nel museo di Alcobendas che porta il suo nome ed è tra le più belle al mondo. Nel 2008, questa passione gli è valsa l'Ordine del Sol Levante, la più alta onorificenza conferita dal governo del Giappone a un cittadino straniero che promuove la cultura giapponese.

Anche se ogni giardino è legato inestricabilmente al territorio in cui si trova, Luis Vallejo è in grado di apportare un tocco personale e unico a ciascuno dei suoi progetti. La sua filosofia artistica è come un albero, che pone le radici nella terra in cui è piantato, ma senza mai perdere di vista il cielo, l'altrove: una miscela incredibile che, dal Marocco alla Provenza e dall'Oriente alla Penisola Iberica, non smette mai di stupire. Il tutto cercando di orchestrare la questione identitaria attraverso la natura.

.5 GIARDINI DI CUI INNAMORARSI
Royal Mansour Marrakech, Marocco © Luis Vallejo Giardino privato a Cadice, Spagna © Miquel Tres

Ristorante Più

Una perla tra lago e montagne

Oggi il magazine T vuole portarti a Zugo, una pittoresca cittadina della Svizzera tedesca, tra Zurigo e Lucerna, sulle rive dell'omonimo lago. Famosa per il suo centro storico fatto di stradine strette e tortuose, la città è il luogo ideale per passeggiare, per rilassarsi in una bella serata estiva o per godersi il più romantico dei tramonti sul lago.

© Sarah Vonesch Photography

UNO SCRIGNO ARCHITETTONICO

Inaugurato ufficialmente il 1° giugno 2022, il ristorante Più si trova nel centro della città, nella maestosa hall cen trale dell'antica Posta e in Place de la Poste. Classificato come "monumento storico" dal 1995, è uno degli edifici emblematici della città, notevole per la sua architettura neo classica, come testimoniano la facciata e la scalinata di ingresso. Creato dal gruppo italiano Bindella, Più Zoug è il quarto Più aperto in Svizzera. Il suo menù generoso si ispira alla cucina tradizionale napoletana, pur dando libero sfogo alle influenze della gastronomia contemporanea.

Situato in Place de la Poste, l'area esterna è l'ideale per pranzi e cene con gli amici in un'atmosfera particolar mente accogliente. Per quanto riguarda i mobili, NADER INTERIOR ha scelto la collezione Clubhouse, progettata da BIG-GAME per Tectona, per il suo design pulito ma caldo, funzionale e facile da usare, e anche per la qualità del legno: il teak premium Tectona.Le sedie e i tavoli sono resistenti sia al sole che alla pioggia. L'assemblaggio del legno massiccio è totalmente meccanico, attraverso incastri a tenone e mortasa che permettono di produrre mobili estremamente resistenti e solidi. Le dimensioni ridotte della base dei tavoli non solo consentono di sistemarli senza troppi grattacapi in termini di spazio, ma garantiscono anche più superficie per le gambe. La struttura delle sedie consente di impilarle facilmente.

I NOSTRI BELLISSIMI LUOGHI

UN DESIGN TRANSALPINO

Affidato a NADER INTERIOR, l'allestimento del risto rante (120 posti a sedere), del bar-caffetteria (42 posti a sedere) e dei tavoli all’aperto (64 posti a sedere) è caratterizzato da arredi funzionali dal design sofis ticato, sia per la nobiltà dei materiali che per la purezza delle forme. L'arredamento contemporaneo rende omaggio al rigore del design elvetico, che viene combinato in maniera sottile con la Grandezza italiana, come dimostrano l'uso del marmo, del legno massiccio (come il teak pregiato Tectona) o il forno in pietra nera per la pizza.

E BIG-GAME

Da oltre vent'anni, Tectona lascia il segno nel mondo del design contemporaneo accogliendo nei suoi laboratori molti giovani designer, tra cui Ronan ed Erwan Bouroullec, Pierre Charpin, Inga Sempé, Barber e Osgerby e Christophe Delcourt, tutti nomi che si sono poi affermati sulla scena del design internazionale. Dal 2017, questo impegno ha visto Tectona collaborare con l'ÉCAL di Losanna alla creazione di mobili progettati dai neolaureati presso la celebre università, tra cui i tre membri di BIG-GAME. Dopo la laurea, nel 2004 hanno fondato il loro studio di design. Nel 2017, su richiesta di Tectona, hanno creato la collezione Clubhouse, ampliata con una versione in alluminio nel 2021. Questo dialogo con i giovani designer contribuisce alla vitalità e al dinamismo della marca, valorizzando al contempo il suo knowhow tradizionale al servizio della creazione contemporanea.

I NOSTRI BELLISSIMI LUOGHI
TECTONA © Sarah Vonesch Photography

Eric Poitevin

Un atelier distante

I paesaggi, i ritratti e le nature morte del fotografo Éric Poitevin sono allo stesso tempo inclassificabili e immediatamente decifrabili. Le immagini esplorano un universo che richiede tempo ma, talvolta, una rapidità gradita. Tectona accoglie una sua esposizione che è semplicemente affascinante.

Fotografo del singolare, il suo lavoro rifiuta qualsiasi connotazione di genere. Non c'è ricercatezza ossessiva nell'inquadra tura. Sfuggendo alle etichette e agli ossi mori, Éric Poitevin nasce nel 1961 in un paesino a nord della Mosa, dove vive e lavora, ai confini della Meurthe e Mosella. Solo dodici chilometri separano la sua dimora dal suo laboratorio. Per comprendere la scelta di restare nella sua amata terra di origine, dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, quando all'inizio del suo percorso artistico Éric Poitevin doveva fare i conti con un'economia di "sopravvivenza". Non che non abbia mai viaggiato, scoperto il mondo o fotografato l'altrove. Ha solo continuato a produrre le sue immagini con poche risorse. Ho sempre cercato di non met termi in disparte ma di essere distante...

Per quanto riguarda i suoi esordi, tro viamo Villa Medici a Roma, nel 1989, dove ha realizzato una piccola serie di ritratti in bianco e nero di suore e cardinali. Due anni dopo, Éric Poitevin espone ovunque: Bruxelles, Bordeaux, Ginevra, Metz, Atene, e Parigi. Tra gallerie e musei, lo ritroviamo nelle col lezioni del Frac (Fondo regionale per l'arte contemporanea), in alcune espo sizioni in Lussemburgo, a Lisbona, ecc.

Inoltre, è docente presso la scuola di Beaux-Arts di Parigi. La possibi lità di insegnare la sua arte è fonte di soddisfazione? Soddisfazione è soltanto una parola. Si tratta di una "sensa zione" che non provo quasi mai e che non riguarda questa esperienza. Scegliere di tramandare le mie conoscenze è una grande responsabilità. A volte è un lavoro "ingrato", ma anche una fonte di grande piacere, perché si condi vidono sfide e problemi comuni. L'idea è quella di fornire il miglior supporto possibile ai giovani che amano l'arte, che il più delle volte sono determinati a diventare artisti.

Torniamo all'atelier della Mosella per parlare del metodo e della scelta della macchina da presa che conduce alla riflessione, all'anticipazione dell'immagine, alla sua

costruzione. L'improvvisazione o il raffazzonamento sono impossibili. Per quanto mi riguarda, credo che la macchina fotografica permetta di entrare in un rapporto con lo spazio che nessun altro dispositivo consente. I costi di produzione, in particolare nel formato 20 × 25, possono rappresentare un freno e costringere a fare delle scelte. Penso che sia abbastanza salutare. Tutte queste condizioni generano uno stato di consapevo lezza e creano le basi per la comparsa dell'immagine che mi interessa. D'altra parte, Éric Poitevin non nasconde di scattare fotografie anche con il cellulare. Se la fotocamera 20 × 25 è sinonimo di lentezza, di rifles sione e tempo sedimentato, il cellulare garantisce velocità. E alcune immagini a volte ne hanno bisogno.

Autore di numerosi libri, la sua prima pubblicazione è Le chemin des hommes, che raccoglie cento ritratti in bianco e nero di persone che hanno combattuto durante la Prima Guerra Mondiale. “Si tratta di una delle mie prime indagini fotografiche monotematiche”. Era il 1987, quando Éditions Cenomane, “una pic cola casa editrice di recente fondazione, diede vita a questa avventura con entu siasmo e molto coraggio”. Poi abbiamo Anatomie d’une collection, una mostra di pezzi storici del Musée de la Mode Galliera, o Servez citron con Troisgros padre e figlio. L'ultima pubblicazione, intitolata Je plumerai les canards en rentrant (spennerò le anatre quando tornerò a casa), risale a qualche mese fa, “in occasione di una mostra personale appena conclusa al Musée des Beaux-Arts di Lione. È opera della magnifica casa editrice Macula”. Éric Poitevin è sostenuto e promosso da tre importanti gallerie: Bernard Jordan a Parigi, Christian Egger a Neuchâtel, in Svizzera, e Albert Baronian a Bruxelles.

È grazie a un'amicizia, “che oggi definirei di lunga data”, con Arnaud Brunel, conosciuto per la sua passione per la fotografia, che Éric Poitevin ha accettato di collaborare con Tectona e di esporre le sue opere.

.13 FOTOGRAFIE

Segreti di produzione

produzione

Oggi Tectona apre le porte del suo laboratorio per condividere le fasi di produzione della panca modulare "Muse". Nel 2017, il Musée National Picasso di Parigi ha chiesto all'ÉCAL, la celebre scuola di design svizzera, di organizzare un concorso per rinnovare le sedute del museo.

Il progetto selezionato è quello della giovane designer Isabelle Baudraz, sviluppato e prodotto da Tectona. Realizzata in rovere, questa panca combina le tradizionali tecniche di ebanisteria e lavorazione del legno di Tectona con la precisione dell'intaglio a controllo numerico.

Dal tronco alla panca Muse, tutte le fasi di lavorazione del legno fino al prodotto finale.

Dal tronco al piano di seduta

Il tronco viene segato trasversalmente alla sega formando dei cilindri e poi longitudinalmente in blocchi. La sezione trasversale di un blocco da cui si estraggono le doghe della panca mostra gli elementi del tronco dall'esterno verso il midollo:

1. corteccia e alburno, ovvero il legno giovane in formazione, entrambi inutilizzabili per la lavorazione.

2. sciaveri, falsi quarti e quarti da cui viene rimosso il midollo perché soggetto a fessurazioni. In questo ordine, le doghe vengono tagliate dalla più piccola alla più grande.

Elaborazione delle doghe

Una volta ottenute le doghe, si effettuano quattro operazioni:

1. piallatura per conferire un aspetto regolare e rettilineo;

2. fresatura per trasformare il bordo longitudinale della doga in una modanatura semitonda;

3. traforo per ricavare forme semicircolari cave nella modanatura.

4. smussatura degli spigoli vivi sugli angoli retti della doga.

Ed ecco a voi: Muse!

Le doghe vengono assemblate da doppi incastri a tenone e mortasa, che garantiscono la robustezza necessaria per poter usufruire della panca. Infine, le doghe vengono fissate al loro supporto trasversale tramite viti inserite in pioli di legno, il tutto poggiato su quattro gambe di rovere.

I moduli ottenuti possono essere uniti a due o a tre per formare isole di sedute di varie forme.

.16 SEGRETI DI PRODUZIONE
DEL TRONCO
FISSAGGIO DEL PIANO MEDIANTE VITI E TASSELLI
TRASFORMAZIONI

Panche per tutta la

vita!

Panca Glenwood

Che siano in teak o in alluminio laccato, le panche Tectona rispondono a una sola esigenza: durare nel tempo. La loro solidità viene garantita dalla scelta di lavorare il teak in sezioni intere e di preservare le antiche tecniche di assemblaggio, come l'incastro a tenone e mortasa. Gli stessi requisiti tecnici sono applicati all'alluminio laccato, che è per sua natura resistente alla corrosione.

Banc 1800 trasparenza pura

Circle Bench, una prospettiva a 360°

La panca ideale per godersi il panorama. È un'icona assoluta dell'artigianalità rigorosa praticata da Tectona. Le linee trasversali dello schienale e le doghe della seduta sono ricavate nel teak, attraverso un processo di lavorazione del legno che assicura una perfetta stabilità e una resistenza infallibile.

Nel 2006, Tectona produce il suo primo mobile in alluminio laccato rielaborando una panca, originariamente in ferro battuto, in stile Direttorio. La sua struttura fine ed equilibrata, di colore grigio-blu o nero, le conferisce un'eleganza unica che da allora ispira la collezione 1800.

Tecto

ispirata alle strutture portanti tradizionali

La bellezza naturale del teak viene esaltata dalla disposizione delle doghe in legno, che danno forma a un'intelaiatura al tempo stesso minuziosa e leggera, semplice e sofisticata, classica e contemporanea. Gli incastri a tenone e mortasa, e i tasselli in legno che nascondono le viti, mettono in risalto il savoir-faire artigianale di Tectona.

Exbury

un classico che è ancora attuale

Sin dalla sua creazione, nel 1977, Exbury è diventato un grande classico di Tectona. Le sue maestose sezioni ricavate da un unico pezzo di teak vengono montate secondo le tecniche dell'ebanisteria, con incastri a tenone e mortasa. Grazie alla sua eleganza senza tempo, Exbury sfida il tempo e le mode.

.19 SPECIALISTI DI PANCHE

Wieki Somers immaginazione e delicatezza

Alla costante ricerca di nuovi talenti, Tectona ha realizzato collaborazioni speciali con lo Studio Wieki Somers (Dylan van den Berg & Wieki Somers) che sui progetti combina fantasia e rigore, comfort, funzionalità, tecnica e poesia. Tectona è stata letteralmente catturata dalla cura delle forme e dalla leggerezza del movimento dei suoi vasi.

Durante una vacanza in montagna, Wieki Somers ha trovato l'ispirazione giusta per ideare la sua collezione Grasshopper. La designer rivela i segreti di produzione di questo progetto senza tempo, pubblicato nel 2010 e costituito da due tavoli e una sedia, sviluppati con una minuziosità estrema.

© Anne Timmer

Qual è l'idea da cui nasce la collezione Grasshopper?

La postura slanciata di questa linea si ispira a una cavalletta salita su delle molle.

Volevamo concepire una collezione in grado di integrarsi perfettamente sia in un ambiente tradizionale che in uno più contemporaneo. I mobili dovevano essere realizzati con materiali resistenti, ma leggeri ed eleganti al contempo, con la solidità di un martello e l'immaterialità di un foglio di carta. Il metallo perforato consente di creare un rapporto unico con gli elementi naturali: entrando e uscendo, la luce del sole gioca con i fori, mentre la pioggia li attraversa senza lasciare alcuna traccia. Il nostro impegno consiste nell'afferrare la meraviglia della vita quotidiana e nel rivelarla agli altri.

Fantasia e tecnologia: sono due valori a cui tieni molto. Ci puoi dire come li hai coniugati in questa collezione?

La nostra parola d'ordine è sperimentazione. Mettendo alla prova materiali e tecniche, cerchiamo di creare opere persuasive che scatenino l'immaginazione delle persone. Il nostro approccio è caratterizzato da una combinazione di invenzione tecnica e sensibilità verso forme e materiali.

Ogni oggetto che creiamo è la celebrazione del processo che ha portato alla sua progettazione.

Allo stesso tempo, però, vogliamo che la tecnica non sia troppo evidente, in modo da lasciare fluire la fantasia.

La forma delle gambe e il colore verde sono due segni distintivi di Grasshopper. Come nasce questa scelta?

Tutto è iniziato con una cavalletta che abbiamo osservato da vicino durante una vacanza in montagna.

Le gambe dei tavoli e della sedia si ispirano proprio alle sue zampette lunghe e strette, che sono poggiate elegantemente a terra, oltre che alla sua posizione graziosamente inclinata. Forme eleganti e robuste al contempo. Volevamo dare vita a una collezione che fosse leggera per gli occhi e non troppo invadente, ma anche solida, che combinasse comfort e stabilità.

La scelta del colore verde è un riferimento evidente ai colori della cavalletta.

Anche questa collezione sembra ispirarsi al modernismo del dopoguerra, un periodo importante nella storia del design...

In effetti, la struttura della sedia può ricordare i mobili degli anni '50, con le gambe inclinate, il colore fuori moda e le forme semplici ed eleganti. Ad essere sincera, durante il processo di progettazione non abbiamo mai preso in considerazione questi riferimenti storici, ma spesso il design sorprende se stesso e solo in un secondo momento rivela punti in comune con altre epoche o autori.

In generale, nei tuoi progetti, la natura è una fonte di ispirazione?

Con le sue forme imprevedibili e il suo rapporto ambiguo con l'uomo, la natura è una fonte d'ispirazione inesauribile, più o meno diretta a seconda del progetto.

In questo caso, le cavallette sono una fonte diretta. Sembrano vulnerabili, fragili, come piccoli rami, ma sono anche in grado di creare una sorta di mimetismo raffinato, finalizzato alla protezione, alla seduzione, alla predazione. Tanta complessità nascosta in un insetto minuscolo, che assetto incredibile!

PARLIAMO DI DESIGN
PARLIAMO DI DESIGN

Mobili selezionati

Tectona è un brand leader nel settore dell’arredamento outdoor. L’azienda utilizza la conoscenza approfondita dell'ebanisteria per creare pezzi eccezionali destinati all'interior design. Quattro opere illustrano questo impegno all'insegna della bellezza, dell'artigianalità e del gusto per un'arte di vivere sublimata.

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Dall’esterno...

Glenwood, a prova di futuro

Ispirata ai mobili tradizionali inglesi, la panca Glenwood è progettata per la vita all'aperto. Bella e confortevole, offre una seduta ampia e profonda, uno schienale sufficientemente alto da sostenere perfettamente la schiena e dei braccioli leggermente incurvati. La lavorazione a tenoni e mortase, la sagomatura delle gambe posteriori, tagliate in un unico pezzo dalla massa del teak, assicurano la stabilità e la solidità della panca.

Batten, l'eleganza contemporanea del teak

Progettata nel 2017 dal duo di designer THINKK Studio, la collezione Batten (poltrona e tavoli) risponde all'esigenza di voler vivere all'aperto, sempre più evidente anche nelle città e nelle sue magnifiche terrazze. Realizzata in teak, questa collezione combina la sobrietà contemporanea della sua architettura con la valorizzazione del legno lavorato a grandi doghe secondo il know-how tradizionale di Tectona.

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... all'interno.

Biblos,

Progettata da Alexis de La Falaise (1948-2004), questa libreria per interni in teak, verniciata e satinata, è montata su ruote ed è girevole. La sua forma a obelisco traforato permette di accedere rapidamente a libri di qualsiasi dimensione, dall'alto verso il basso, dai grandi libri d'arte ai romanzi tascabili.

.26 CLASSICO CONTEMPORANEO
per gli amanti dei libri
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Grande Écurie, la storia di Versailles

Questa collezione si ispira a due panche in rovere appartenenti alle collezioni del patrimonio della reggia di Versailles. La prima panca arrivò a Versailles nel 1855, dopo aver fatto parte dell'arredamento delle scuderie del Castello Reale di Saint-Cloud. La seconda era presente nell’elenco dell'inventario delle Petites Écuries di Versailles.

Il design semplice è stato adattato dall'Atelier Tectona per essere utilizzato principalmente da privati ma anche dal grande pubblico, compresa la reggia di Versailles. A tal fine, il legno di rovere ha sostituito il velluto della seduta, che ora è più ampia e confortevole.

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Tectona Al servizio della cultura

Sin dalla sua fondazione, nel 1977, Tectona applica e trasmette il suo know-how esclusivo in materia di arredamento. I mobili si distinguono non solo per la combinazione di elementi classici e contemporanei, ma anche per la resistenza e la durevolezza. Queste qualità sono molto ricercate nei luoghi aperti al pubblico, come musei, parchi e giardini di istituzioni prestigiose.

1977

Nel 1977, la panca Glenwood è stata scelta per accogliere i visitatori nel giardino del Museo Rodin di Parigi. 45 anni dopo, senza mostrare alcun segno di invecchiamento, la stessa panca offre una comoda sosta, non solo in questo giardino parigino, ma anche nei viali alberati del parco di Chambord.

1992

Bordeaux, CAPC Musée d’Art Contemporain

Nel 1992, Tectona ha realizzato la panca disegnata da Andrée Putman per il CAPC Musée d'Art Contemporain di Bordeaux.

2017

Parigi, Museo Picasso

Roma, Villa Medici 2021

Nel 2021, Tectona avvia una collaborazione con Villa Medici, polo culturale per il classicismo e l'arte contemporanea. I visitatori dei giardini della Villa possono rilassarsi sulla panca Circle Bench all'ombra di un albero secolare, oppure godersi l'eccezionale vista della Città Eterna sdraiati sull'accogliente Copacabana.

Reggia di Versailles 2020

Dal 2020, la panca Grande ÉcurieVersailles accompagna i visitatori durante la loro visita al Castello di Versailles. Realizzata e curata da Tectona, il suo stile si ispira ai mobili di Jacob-Desmalter, il principale fornitore di arredamenti della reggia a metà del XVIII secolo. Questa edizione è il risultato di una partnership tra la reggia di Versailles e Tectona.

A seguito di un concorso organizzato nel 2017 dall'ÉCAL e dal Musée national Picasso, la panca Muse, ideata dalla designer Isabelle Baudraz, è stata scelta per rinnovare le sedute del museo. Sviluppata da Atelier Tectona, questa panca modulare in rovere fa parte del catalogo della marca.

Panca Platforme 10

© Daniela Droz & Tonatiuh Ambrosetti

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Hyères, Villa Noailles 2022

Villa Noailles è una residenza per artisti che dal 2006 organizza un concorso aperto a dieci giovani designer, offrendo loro una vetrina professionale e un supporto unico. A confermando del suo impegno a favore dei giovani designer e dei poli culturali in cui i talenti possono esprimersi, Tectona ha invaso il piazzale della Villa con una vera e propria icona del design: l'ombrellone Roma.

Losanna, Plateforme 10

Il 18 giugno 2022, Plateforme 10 ha aperto ufficialmente le sue porte al pubblico. Questo maestoso centro culturale si estende su circa 25.000 metri quadrati a Losanna e comprende tre musei cantonali e due fondazioni. In qualità di partner di questo progetto dal 2019, Tectona ha indetto un concorso internazionale di design per la creazione di una panca destinata al pubblico presente nelle sale. Pierre Charpin, vincitore del concorso, ha progettato una panca che poi Tectona ha realizzato in sezioni di rovere massiccio, la cui evidente semplicità svanisce elegantemente di fronte alle opere esposte.

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