Storia di Maria

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Storia di Maria


Prefazione Noi della classe 3aB della Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Marconi” di Ceggia abbiamo iniziato l‟anno scorso – anno scolastico 2012-2013 – il lavoro di ricostruzione della storia verosimile di una donna ciliense (di Ceggia) di nome Maria, che avrebbe dovuto descrivere la sua vita dalla nascita fino al matrimonio. Abbiamo lavorato molto spesso usando il computer, sia a scuola che a casa. Tra i motivi che ci hanno spinto a realizzare questa storia vi è stato non solo l‟intento di partecipare al concorso Machestoria, ma anche la voglia di costruire un “prodotto” solo nostro e originale e di metterci in gioco per dimostrare quello che sappiamo fare. Siamo partiti cercando le fonti necessarie: testi, testimonianze, fotografie, perfino i nomi più usati di una volta. Poi abbiamo sviluppato questo lavoro dividendoci in gruppi e scrivendo vari tipi di testi classificati in “categorie” per, in seguito, assemblarli in un unico prodotto. Ovviamente abbiamo anche inserito immagini pertinenti al contesto, con l‟aiuto di nonni, internet, ecc. Infine abbiamo unito il tutto creando un opuscolo, terminando il lavoro nel mese di maggio 2014. Daniele e Mattia della classe 3aB dell‟Istituto Comprensivo “G. Marconi”

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Il 12 settembre 1944 fu impiccato uno dei partigiani più attivi della zona, il giovane studente di medicina Giovanni Girardini, e questo episodio inaugurò un periodo buio per la Resistenza locale. Il 30 settembre dello stesso anno, a Motta, ci fu un grande rastrellamento da parte delle truppe tedesche. I civili rastrellati furono circa 150. Molti altri furono gli episodi drammatici che accaddero a Motta di Livenza e molta fu la sofferenza patita dalla popolazione sotto il giogo nazifascista, ma la vita premeva con tutta la sua forza per continuare, nuove vite si affacciavano al mondo anche in questo periodo così tragico per il Veneto orientale e l‟Italia intera: tra queste, anche quella di Maria.

Il luogo di nascita Maria nacque in una casa colonica, all‟inizio del 1945, in piena seconda guerra mondiale, a Motta di Livenza, una cittadina del Veneto orientale, dove c‟era una piccola stazione ferroviaria, a causa della quale veniva spesso bombardata dagli aerei Alleati. I bombardamenti colpirono Motta soprattutto a partire dall‟estate 1944, quando gli aerei cominciarono a mitragliare la cittadina, concentrandosi, anche per questo tipo d‟azione, soprattutto sulla stazione, sui binari, sui treni in sosta e, talvolta, anche su quelli in movimento. Nel dicembre 1944 venne bombardato il centro e, in quella circostanza, il macello comunale andò completamente distrutto. Vi furono molti feriti e anche un morto. Tra i cittadini si respirava un‟aria di paura. C‟era il terrore di morire sotto le bombe. Nel gennaio 1945 ne caddero moltissime sulla città, sganciate soprattutto sulla passerella ferroviaria appena costruita. Maria, quindi, nacque sotto le bombe nemiche. Il clima di insicurezza e paura era stato alimentato a Motta e dintorni anche da una forte presenza in loco dei partigiani che, dopo aver saccheggiato alcune caserme, erano armati e risultavano più pericolosi per le forze nazifasciste.

Maria in braccio al papà

La 2^ guerra mondiale La seconda guerra mondiale è il conflitto che tra il 1939 e il 1945 vede confrontarsi le potenze dell'Asse e i paesi alleati. Inizia il 1º settembre 1939 con l'invasione della Polonia da parte della Germania; termina, in Europa, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e, in Asia, il 2 settembre con la resa dell'Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. È considerato il più grande conflitto armato della storia, costato all'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un totale di 55 milioni di morti. Nel corso della guerra si visse anche la tragedia dell'Olocausto, preparata dai nazisti nei confronti degli ebrei, delle etnie Rom e Sinti, degli omosessuali, dei Testimoni di Geova, dei Polacchi e di altre popolazioni slave. La 2^ guerra mondiale in Italia L‟Italia entra in guerra il 10 Giugno 1940 al fianco della Germania nazista contro Inghilterra e Francia. Il 25 Luglio 1943, crolla il regime fascista: Mussolini è arrestato e sostituito dal maresciallo Pietro Badoglio. Il 10 settembre, con la nascita del CLN ( Comitato di Liberazione Nazionale) prende il via la lotta partigiana. Il 12 Settembre i tedeschi liberano Mussolini dalla prigione del Gran Sasso e lo portano in Germania. Il 18 settembre egli preannuncia l‟Istituzione di una repubblica fascista nell‟Italia, controllata militarmente dai tedeschi. Il 23 settembre 1943 nasce la Repubblica Sociale Italiana, con sede del governo a Salò. L‟11 ottobre 1943 il maresciallo Badoglio preannuncia la guerra contro la Germania nazista a partire dal 13 ottobre. Il 16 ottobre viene rastrellato il ghetto di Roma, con la deportazione ad Auschwitz di oltre mille ebrei. Nel frattempo, a Trieste, nel rione di San Sabba, in una vecchia fabbrica per la lavorazione del riso, viene allestito l‟unico campo di sterminio italiano. Il 30 novembre la RSI ordina l‟arresto di tutti gli ebrei, il loro

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Il parto

rente, in cerca di qualcuno che prendesse la sua nascitura. La nonna posò con uno scatto la scopa e spalancò le gambe della madre di Maria. Tentò di scorgere la testa tra quel fiume rosso che scendeva come in piena. Si rimboccò le maniche decisa e comandò ferma – Fèmene, porteme uno strasso! La perde sangue! Un altro strasso per il neonato! Mi vedo a testa! Bea, portame qualcosa par tajliar! La nonna, saggia e con i rivoli di sudore, chiese alla partoriente di spingere, più che poteva, con sforzo. Prese tra le mani la testa della bambina imbevuta di sangue, la asciugò e continuò ad accompagnare il corpo che usciva. Passò lo straccio, tagliò il cordone ombelicale e guardò il sesso. Le comari si avvicinarono ed aspettarono in silenzio. La madre di Maria giaceva inerte. – Bea, te gà fat ’na bea putea! - urlò l'amica mentre le altre due scopavano.

Maria nacque con un parto turbolento, sia per il fatto che la madre stava per morire dissanguata che per il confronto “vivace” scoppiato fra le comari presenti all‟evento: la nonna, che non mancava mai, una cara amica e altre due parenti della madre di Maria. - Scoa! Scoa!- urlava la nonna all'amica della figlia. Questa spazzava il piscio delle mucche in stalla mischiato con il sangue della partoriente, che gridava di dolore, un grido acuto, carico di sofferenza. Le altre due comari continuavano a borbottare – No, no … Fora piove! Tose, non va ben! La superstizione condizionava le due comari, come molti in quell'epoca. La povera anima in fin di vita le guardava, soffe-

internamento in campi provinciali e poi nazionali e infine i sequestri di tutti i loro beni. L’occupazione tedesca in Italia Dopo l'8 settembre 1943 l‟esercito tedesco occupa gran parte dell'Italia centro-settentrionale. Con l'instaurarsi della Repubblica Sociale Italiana (RSI), la Germania riconosce al nuovo Stato fascista il possesso formale delle aree occupate, fatta eccezione per due zone, direttamente sottoposte all'amministrazione tedesca: la Zona di operazioni Prealpi e la Zona di operazioni Litorale Adriatico. La presenza dei nazisti in Italia ha un valore strategico dal punto di vista militare, per contenere l'avanzata angloamericana dal Sud, ma garantisce anche un importante bacino di risorse utili al proseguimento della guerra: i tedeschi, infatti, requisiscono per i propri scopi le risorse agricole e gli apparati industriali, e sfruttano la popolazione italiana attraverso la deportazione nei campi di concentramento d'oltralpe e il «reclutamento» nelle industrie tedesche di decine di migliaia di lavoratori coatti. Il regime di occupazione nazista è reso particolarmente feroce dai propositi di vendetta contro l'alleato italiano «traditore» e dall'andamento fallimentare della guerra: i tedeschi non solo si impegnano in una dura repressione della Resistenza, ma si rendono responsabili di un crescendo di stragi e di violenze anche nei confronti della popolazione civile. La lotta partigiana La Resistenza Italiana è l'insieme dei movimenti politici e militari che in Italia dopo l'8 settembre 1943 si oppongono al nazifascismo nell'ambito della guerra di liberazione. Alcuni storici hanno evidenziato più aspetti contemporaneamente presenti all'interno del fenomeno della Resistenza: "guerra patriottica" e lotta di liberazione da un invasore straniero; insurrezione popolare spontanea; "guerra civile" tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; "guerra di classe" con aspettative rivoluzionarie soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti. Il movimento della Resistenza è inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazifascista. La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana; l‟Assemblea Costituente è in massima parte composta da esponenti dei partiti che hanno dato vita al CLN (Comitato Liberazione Nazionale), i quali scrivono la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche ed ispirandola ai princìpi della democrazia e dell'antifascismo.

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Dopo la quarantena le comari si ritrovarono per La loro casa era molto grande ed era circondata scoprire il nome della neonata: da campi. La stanza più ampia era la cucina, do-Maria. Cussì a se ciama! ve c‟era un focolare intorno al quale si riuniva la famiglia. Le camere non erano numerose, infatti La famiglia, la casa, il lavoro dei campi in un letto dormivano più persone. I materassi erano di crini o di foglie di granturco. Vicino alla Maria si ritrovò ultima nata di una famiglia nu- camera c‟era il magazzino dove si tenevano i merosa, composta da due fratelli e due sorelle, i cereali. Al pian terreno c‟erano la cantina, la genitori, i nonni materni e uno zio celibe, fratello stalla, l‟ovile, il pollaio. In cantina, oltre al vino, della madre. all‟olio e all‟aceto, c‟erano i salami, le salsicce, i A casa sua, non appena terminò la guerra, tutto prosciutti e i formaggi. In casa non c‟era né luce iniziò a ruotare, com‟era stato per secoli in quel- elettrica né acqua corrente. Il gabinetto era fatto la zona, intorno al lavoro nei campi. di canne ed era situato fuori. Nei primi anni di vita venne accudita dai fratelli, Davanti alla casa c‟era un enorme cortile dove perché i suoi genitori erano occupati nel lavoro Maria e i suoi fratelli giocavano, mentre i loro agricolo. familiari lavoravano nei campi.

La casa di Maria

La vita quotidiana negli anni ’40 Le case contadine non disponevano di servizi igienici al loro interno: la maggior parte delle famiglie usufruiva di un gabinetto in legno, fatto come una turca, vale a dire un buco con un’asse sopra, collocato in cortile. Tutti si facevano il bagno in una tinozza di legno. L’acqua veniva scaldata sul fuoco e portata col secchio. Di notte si usava l’orinale per fare i bisogni. Non c’erano né le fognature né la fossa biologica. Per far luce si usavano le candele, l’acetilene (lume a carburo) e il lume a petrolio. Nelle stalle, d’inverno, gli uomini intrecciavano i cesti

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con i vimini e costruivano attrezzi. I mezzi di trasporto erano soprattutto le biciclette, che erano molto pesanti, alcune con la ruota fissa. Le possedevano poche persone, soprattutto i ragazzini. Le donne facevano il bucato in una stanza dove c’erano dei mastelli e le assi da lavare. Come detersivo usavano la “lisciva” ovvero il detersivo naturale per eccellenza. Per realizzare la lisciva occorreva avere una parte di cenere setacciata (rigorosamente di sola legna) e cinque parti di acqua. Gli ingredienti venivano fatti bollire in una pentola a fuoco basso per circa due ore. Successivamente si notava la lisciva a galla e la cenere depositata sul fondo. Si separava la parte liquida dalla cenere depositata.

Maria ricorda … un pomeriggio di giochi Se mi chiedeste cosa ricordi con maggior piacere della mia infanzia, io non potrei fare altro che raccontarvi di quel pomeriggio … … quel pomeriggio di sole in cui io e miei fratelli uscimmo in cortile e ci chiedemmo a che gioco potessimo giocare. Dopo lunghe trattative, perché ognuno voleva fare un gioco diverso, decidemmo di giocare … … ai rocchetti! Non ne avevamo a disposizione, perciò pensammo di costruirli: in fondo, a pensarci bene, la cosa migliore, nel giocare con i rocchetti, era proprio costruirli! La prima cosa che facemmo fu metterci alla ricerca del materiale. Dove trovarlo? Pensammo di andare a chiedere aiuto a papà. Lui disse che era d’accordo. Quel giorno non aveva molto lavoro da svolgere nei campi e così si fece coinvolgere dal nostro entusiasmo. Eravamo euforici. Era la prima volta che papà giocava con noi! Trovammo i materiali per lo più a casa: un cilindro di legno con i bordi rialzati, un coltellino, una ruota, due bastoncini, un piccolo ramo ricurvo e un chiodo. Mentre i miei fratelli e papà si dirigevano verso il parco, io avevo trovato le istruzioni per costruire i rocchetti. Quando ci ritrovammo, iniziammo subito a lavorare e ne costruimmo uno bellissimo. Veramente lo costruirono i miei fratelli, insieme a papà. E fecero anche molta fatica. Io no, perché io dettavo le istruzioni. Con quel bellissimo gioco giocammo quattro – cinque. ore e solo quando iniziò a farsi buio, ci incamminammo verso casa. Quando tornammo, ringraziammo tanto papà per averci dato una mano a costruire i rocchetti, ma soprattutto per esser stato con noi così a lungo, per la prima volta. 6


Più tardi ci sedemmo a tavola per mangiare una frugale cenetta; la mamma aveva preparato polenta, salame cotto e formaggio e, come contorno, un po’ di fagioli. Mentre cenavamo, le raccontammo quello che avevamo fatto nel pomeriggio: avevamo cercato i materiali, avevamo costruito i rocchetti secondo le istruzioni e infine ci avevamo giocato; anche il papà si era fatto prendere dall ’entusiasmo. Lei ci ascoltò intenerita e quasi commossa. Poi, terminata la cena, ci ordinò di andare subito a letto perché si era fatto tardi. Per noi era stata una bellissima giornata. Me la ricordo ancora oggi! I giochi di una volta Come in tutte le società povere, i bambini si costruivano da soli i loro giochi con i materiali che c‟erano a disposizione e usando la loro fantasia. I giochi si facevano prevalentemente per strada o nei tanti spazi che la natura concedeva. I maschi giocavano spesso, per esempio, con una specie di macchina primitiva di legno, con quattro cuscinetti a sfera al posto delle ruote, due dei quali (gli anteriori), montati su un manubrio di legno, alle cui estremità era legata una cordicella che veniva tenuta in mano dal guidatore. Un altro gioco era la “conta”: per giocare bastava un fazzoletto, un pezzo di gesso e una vecchia ruota. In cortile c‟era qualcuno che “faceva la conta”. Tutti i bambini e le bambine erano in un cerchio. Uno, al centro, obbediva ai comandi della canzoncina. Alla fine sceglieva un compagno, che prendeva il suo posto, mentre lui tornava fra gli altri. E si ricominciava. Si giocava, poi, a “bandiera”. Si formavano due squadre, schierate una di fronte all‟altra. Ogni giocatore dell‟una e dell‟altra squadra era distinto da un numero. Il “capitano” del gioco stava in mezzo e teneva ben sollevato un fazzoletto. Quando chiamava un numero, i due, di ogni squadra, che corrispondevano, cercavano di prendere il fazzoletto. Chi lo prendeva, doveva ritornare subito nella sua squadra perché, se veniva raggiunto prima, il punto era dell‟avversario. C‟era, poi, il campanon. In questo gioco, il giocatore entrava nella casella TERRA e tirava la pietra nella casella con il numero 1. Saltando su una gamba sola andava nella casella 1, raccoglieva la pietra, girava su se stesso e tornava alla casella TERRA. Poi tirava la pietra nella casella 2, saltava nella casella 1 e poi nella casella 2, raccoglieva la pietra e, sempre saltando, tornava indietro fino alla casella TERRA e il gioco andava avanti sempre allo stesso modo, fino alla casella CIELO. Poi doveva giocare in senso contrario, quindi dalla casella CIELO lanciava la pietra nella casella 8, poi nella casella 7 e così via fino a tornare sulla casella TERRA. Nelle caselle 4 - 5 e 7 - 8, si potevano appoggiare entrambi i piedi. Però se la pietra cadeva in una casella sbagliata o sopra una riga, il giocatore perdeva il turno e poteva ricominciare, partendo dalla casella dove aveva commesso l'errore, soltanto dopo che tutti gli altri avevano giocato. Vinceva chi finiva per primo. Un altro gioco molto conosciuto erano le cerbottane, che potevano essere tenute insieme da un sistema di mollette usate a mo' di impugnatura e/o di cartucciera e vi si poteva aggiungere anche il mirino. Le frecce, coni molto assottigliati ottenuti attorcigliando attorno a un dito strisce di carta che venivano appositamente tagliate in mazzetti regolari trattenuti alla cintola, venivano sparate a decine in guerre di cortile. Ottenuta la freccia, la si fissava con la saliva facendone roteare la punta fra le labbra. Con le biglie, che potevano essere di acciaio o di vetro, giocavano spesso, invece, anche le bambine. Potevano essere usate in modi diversi: lanciate attraverso percorsi improvvisati nella terra o nella sabbia, oppure stabilendo una linea di partenza e lanciando a turno la propria biglia, cercando di colpire quelle degli avversari per impadronirsene oppure, ancora, cercando di farle finire nelle piccole buche scavate nel terreno. Quando c‟era brutto tempo si giocava spesso a sasso, carta, forbici. Il concetto di fondo era che ogni simbolo era in grado di battere uno degli altri due, ma poteva essere battuto a sua volta dall‟altro, oppure si giocava con lo yo-yo che veniva costruito semplicemente arrotolando del filo

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Poco prima di compiere i sei anni Maria si trasferì a Ceggia, con tutta la sua famiglia, perché il padre era stato assunto presso lo Zuccherificio che era stato costruito qualche anno prima in paese.

sua cartella. La sua non era una cartella qualsiasi! Era la più bella della scuola. Un giorno, non era ancora iniziato il primo anno scolastico di Maria, suo padre si era accorto che la piccola riusciva a leggere alcune parole dall‟etichetta di un barattolo di marmellata, si era entusiasmato per le capacità della figlia e, anche se non erano molto ricchi, aveva deciso di portarla in un negozio per farle scegliere la cartella che le piaceva di più, senza badare più di tanto alla spesa, e le aveva comprato la più bella e costosa che c‟era. Maria ogni mattina, verso le 7.30, partiva per andare a scuola. Il tragitto lo percorreva a piedi e le ci voleva quasi mezz‟ora per arrivare. La sua casa - a Ceggia, con la sua famiglia (mamma, papà, nonni, zio e fratelli), era andata ad abitare in una casa abbastanza grande vicino alla stazione dei treni - non si trovava molto distante dalla scuola ma, dopo esserne uscita, si incontrava con la sua amica Luigia davanti alla Casa della Dottrina, poi passavano per il viale dove c‟è villa Bragadin, all‟incrocio svoltavano a sinistra lasciandosi alle spalle il comune, attraMaria su una vespa versavano la piazza, guardavano le vetrine dei negozi di alimentari, come il “Casoin”, La scuola, il lavoro, lo svago “Turchetto”, e il “Pavan Costante”. Superavano la Casa del Popolo, la farmacia, il negozio di Lì, nell‟anno scolastico 1951-52, cominciò a ferramenta “Caprile”, la parrucchiera e arrivavafrequentare la scuola elementare “Maria Pia di no a scuola. Savoia” Lungo il percorso parlavano dei compiti che In quegli anni la frequenza della scuola era già c‟erano per casa, si consultavano su quello che obbligatoria per tutti, per 5 anni. avevano fatto e qualche volta si accordavano per In prima, seconda e terza elementare la sua inse- incontrarsi il pomeriggio, quando c‟era da stugnante era stata Adele Fiscal, mentre negli anni diare per ripassare assieme. successivi aveva avuto come maestro Pio Cristofoletti, il noto «maestro Cristofoletti», che insegnò a Ceggia per molti anni. Era stato anche farmacista ed era benvoluto da tutti perché procurava le pillole ai bambini malati. Apparteneva a una famiglia molto benestante, qualcuno dice la più ricca di Ceggia. Suo padre, Romualdo, era titolare di diverse attività commerciali, tra cui una distilleria (molto importante) e un bar ristorante. Uno dei figli di Romualdo, omonimo del padre, ma da tutti chiamato Aldo per distinguerlo, era diventato prima Sindaco e poi Podestà (fu il più giovane Podestà d’Italia). Ogni mattina, per andare a scuola, Maria si vestiva sempre allo stesso modo: grembiulino nero, colletto bianco, fiocco rosso, mentre i suoi compagni maschi avevano il fiocco blu. Ma c‟eVilla Bragadin ra una cosa che la distingueva da tutti gli altri: la tra due bottoni belli grossi. Il filo veniva legato al dito medio e lo yo-yo iniziava la sua divertente corsa dall‟alto in basso. In cortile uno dei giochi dell'infanzia era quello del girotondo, che consisteva nel prendersi tutti per mano formando un cerchio e cantando una filastrocca e alla fine ci si buttava tutti giù per terra. L'ultimo che si buttava perdeva, e così via. 8


FOTO DI LAVORATORI IN ZUCCHERIFICIO

Lo zuccherificio di Ceggia Lo zuccherificio di Ceggia è stato costruito nel 1929, anche se il suo disegno architettonico può suggerire risalga a una data precedente. Era di proprietà del neonato Eridania Zuccherifici Nazionali, allora la più grande azienda italiana di produzione di zucchero. La sua creazione ha risposto al piano del governo fascista di autosufficienza nazionale in materia di prodotti agro-industriali, zucchero incluso. Infatti, l'impianto è stato situato proprio nel centro delle zone umide di recente bonificate, tra Veneto e Friuli, territorio molto adatto per la coltivazione delle barbabietole. La capacità iniziale della fabbrica era di circa 1000 tonnellate giornaliere di barbabietole trasformate, mentre lo stesso era il numero di persone impiegate. Non toccato dalle distruzioni della seconda guerra mondiale, lo zuccherificio è stato migliorato e ha raggiunto nel 1949 una capacità di lavoro di 1600 tonnellate al giorno. Tuttavia, dal dopoguerra questo zuccherificio ha dovuto affrontare più volte una possibile chiusura. La situazione è diventata particolarmente critica nei primi anni '80, quando un piano nazionale per la ristrutturazione dell'industria dello zucchero (Piano Bieticolo Saccarifero, 1984) ha costretto Eridania a disfarsi di alcuni siti, Ceggia inclusa. In risposta, gli operai occuparono la fabbrica per sette lunghi mesi nel corso del 1983. Infine, l'impianto è stato riattivato. In qualche modo aggiornato, nel 1987 la capacità di barbabietole trattate era di 3300 tonnellate al giorno. Alla fine degli anni '90 un gruppo di aziende private e cooperative ha deciso di acquisire Eridania, che era in cattive acque. L'acquisizione è stata firmata nel 2001 e, nello stesso anno, lo zuccherificio di Ceggia è stato chiuso a causa della sua ereditata inadeguatezza tecnologica.

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Arrivata a scuola, entrava insieme a tutti gli altri scolari e subito iniziava la lezione. Di solito cominciavano con la lettura di un testo da parte della maestra, o del maestro, che loro avrebbero poi dovuto riassumere, seguivano i calcoli matematici alla lavagna, un‟ora di bella scrittura e un‟ora di canto. In mezzo c‟era l‟intervallo, perché le lezioni duravano fino a mezzogiorno. Allora non era difficile mantenere l‟attenzione durante le spiegazioni, perché gli insegnanti erano autorevoli o, comunque, autoritari e i ragazzi li rispettavano: quando, una volta, uno dei ragazzini più pestiferi, avendo perso il controllo, si era messo a picchiare un suo compagno durante la lezione, il maestro Cristofoletti, prendendo in mano la situazione, aveva schiaffeggiato entrambi i ragazzi, mettendo immediatamente fine alla diatriba. Le materie erano uguali per tutti: religione, educazione morale, civile e fisica, lingua italiana, aritmetica e geometria, disegno e bella scrittura in prima e seconda elementare; a partire dalla terza anche lavoro, storia e geografia, scienze e igiene e canto. Maria era brava a scuola e prendeva sempre bei voti. Allora il voto massimo che davano gli insegnanti era 10 e lei aveva avuto il piacere di vederselo scrivere nel quaderno più di qualche volta. Era orgogliosa dei suoi voti e ogni volta non vedeva l‟ora di tornare a casa per mostrarli ai suoi genitori. Con la mamma, poi, tirava fuori i loro vecchi quaderni per confrontarli con i suoi, ma anche in quelli c‟erano sempre giudizi lusinghieri: spesso si trattava di un bel “lodevole”. Sì, perché durante il periodo fascista non c‟erano i voti, ma i giudizi: lodevole, buono, sufficiente, insufficiente.

La mamma le aveva raccontato che, quando andava lei a scuola, negli anni Trenta, appena entrati in classe si faceva addirittura il saluto al re e al duce.

Fronte e retro di una pagella di epoca fascista

Interno di una pagella di epoca fascista In quel periodo non era facile scrivere: si usava il pennino con l‟inchiostro nero e si rischiava in continuazione di macchiare il foglio. Per cancellare la matita, poi, di solito si adoperava la mollica del pane.

Le immagini usate in questa ricerca provengono quasi esclusivamente dagli archivi privati delle famiglie degli alunni e ritraggono, per lo più, loro familiari Alunno con pennino 10


In prima, seconda e terza per fare dei disegni nonostante ciò non usavano punizioni corporali: geometrici e nelle classi successive per fare dise- se gli alunni non eseguivano i compiti assegnati gni tecnici si usava il compasso. per casa, venivano sgridati e prendevano una nota. Anche suo fratello, birichino e poco amante dello studio, una volta portò a casa una brutta nota perché aveva mancato di rispetto al maestro. Suo padre, nonostante la gracile voce pentita del ragazzino presentatosi tremante al suo cospetto, lo aveva preso per un orecchio e sculacciato violentemente.

Particolare di un disegno di Maria Durante l‟anno scolastico a Maria capitava di partecipare a delle recite. Una volta, insieme alla maestra, avevano preparato un’esibizione da fare in chiesa, durante la quale dovevano recitare a memoria una parte del Vangelo. Ad ogni alunno era stata assegnata una frase e tutti erano molto agitati. Nessuno voleva dimenticarsi le battute o impaperarsi. Di fronte a loro ci sarebbero stati tutti i componenti della Comunità Cristiana. Il brano scelto narrava la discesa dello Spirito Santo sui dodici Apostoli. Maria doveva interpretare la Beata Vergine. Aveva imparato le battute perfettamente e sua madre le aveva cucito un velo e un vestito, le aveva poi lasciato liberi i capelli, mentre intrecciava il velo. Maria era preoccupata, tanto preoccupata. Quando erano saliti sull'altare per disporsi, aveva la gola secca. Si sedette al centro e rimase con gli occhi chiusi sino a quando lo Spirito Santo non discese su di loro e tutti sgranarono gli occhi. Lei aveva la prima battuta. Non guardò i volti che la scrutavano, ma il soffitto. Recitò divinamente e si calò nella parte portando la Chiesa a scoppiare in calorosi applausi.

Foto di classe con maestro. 1947 Durante l‟anno scolastico gli alunni venivano spesso interrogati a sorpresa, ma normalmente non facevano verifiche scritte. Le ragazze dovevano tenere i capelli raccolti e spesso Maria, la mattina, volendoli tenere sciolti, faceva i capricci con la mamma, che immancabilmente glieli legava in una bella coda o in due trecce. Non tutti avevano una bella cartella come quella di Maria, anzi alcuni bambini non ce l‟avevano proprio, ma andavano a scuola coi libri sotto il braccio, legati insieme da una cintura. A merenda Maria mangiava quello che si portava da casa, perché a scuola non c‟era la possibilità di comprare nulla: a volte si portava un panino, a volte una fetta di torta fatta dalla mamma o dalla nonna. Anche la sua compagna di banco Giovanna, nonostante fosse un po‟ più ricca di lei, si portava una fetta di torta o altrimenti un panino con la marmellata, anche quella fatta in casa col pentolone della nonna.

La scuola di Maria era abbastanza grande. C‟erano molte aule, il cortile - grande e ghiaioso - la segreteria, la direzione e la stanza delle bidelle. C‟era una bidella che si chiamava Ida, abitava in alcune stanze all‟interno della scuola, era come una seconda mamma e se qualche alunno stava male lei lo portava in cucina, al caldo. Le aule erano molto grandi e non sarebbe potuto essere Foto di classe con maestro diversamente perché una classe poteva essere Gli insegnanti di Maria erano molto severi, ma composta anche da 40 alunni, maschi e femmine. 11


A differenza di quanto accade oggi, nelle classi non c‟erano alunni stranieri: in quel periodo erano piuttosto gli italiani che emigravano in paesi stranieri per cercare lavoro. E non c‟erano alunni di altre religioni. I banchi erano di legno e costituivano un blocco unico con la sedia. Sopra ognuno di essi c‟era un buco all‟interno del quale andava collocato il calamaio, ed erano disposti uno davanti all‟altro, a coppie o singoli. Nella scuola frequenta da Maria, come in quasi

tutte, c‟erano degli alunni ripetenti. Erano, per lo più, molto dispettosi, alcuni violenti, ma le loro intemperanze non venivano lasciate passare: questi ragazzi venivano spesso mandati fuori dall‟aula, fatti inginocchiare sui sassi, messi dietro la lavagna, picchiati con una bacchetta sulle mani e, nei casi più gravi, sospesi dalle lezioni. Oltre ai ripetenti, naturalmente, vi erano altri alunni discoli e i metodi usati dagli insegnanti tranne quelli di Maria - con loro erano sempre gli stessi. Maria, invece, era un‟alunna modello, andava bene in tutte le materie e le piaceva molto andare a scuola e imparare: le sue pagelle erano piene di bei voti, più alti i primi anni, un po‟ più bassi in quarta, in quinta e in sesta elementare.

Alunno sul banco di scuola

Pagella di Maria. Classe I

In questa pagella, in basso a destra, è ben visibile la firma della maestra Adele Fiscal. Si tratta di un documento originale appartenente a un’alunna che ha frequentato la scuola elementare di Ceggia Pagella di Maria. Classe I 12


Pagella di Maria. Classe VI Il lavoro minorile nelle campagne e la bachicoltura Nelle campagne i bambini dopo la seconda o la terza elementare molto spesso erano tenuti a casa e mandati a lavorare nei campi. Si iniziava di buon’ora, verso le cinque del mattino e si lavorava sino al tramonto. Le figlie femmine si occupavano dei fratelli più piccoli, ad esempio li accompagnavano a scuola, oppure cucivano o si recavano al canale per fare il bucato, mentre i maschi lavoravano in campagna e nella stalla. Veniva insegnato loro a rastrellare l’erba medica e a zappare. Molti bambini lavoravano con i bachi da seta: preparavano griglie coperte da carte dove venivano deposte le larve. A queste larve bisognava dar da mangiare le foglie di gelso, tagliate sottilissime, ogni quattro ore; questo voleva dire che anche di notte i bambini venivano svegliati per svolgere questo compito. In Veneto i bachi da seta erano chiamati cavalieri. Si nutrivano per quaranta giorni in questo modo. A quel punto, diventati bruchi, si arrampicavano fino in cima, ognuno in un proprio rametto, collocato perpendicolarmente alla griglia. Con la loro bava producevano un filo di seta fino a formare un bozzolo. Quando la crisalide si chiudeva nel bozzolo, intervenivano i bambini che dovevano togliere i bozzoli dai rametti. Quelli brutti erano gettati, quelli sani venivano mandati nelle filande. I bambini più piccoli erano mandati a controllare i tacchini e le oche al pascolo. Inoltre, durante l’inverno venivano mandati nei campi a raccogliere la legna delle viti per alimentare il fuoco domestico. Molti non giocavano mai, se non la domenica, con palle di pezza fatte dalle mamme o a nascondino con gli altri bambini della casa colonica e i vicini.

L‟anno scolastico iniziava a ottobre e finiva a giugno, ma le sue occupazioni, durante quei mesi, non riguardavano solo gli impegni di studio. In primavera, appena finiti i compiti, come la maggioranza dei bambini del paese, andava nei campi ad aiutare gli adulti occupati in attività di semina e piantagione - molto comune nei campi 13

di questa zona era il mais, e panocie, che non aveva rivali nella flora locale: oltre a fornire le foglie per i materassi, rinnovate annualmente al nuovo raccolto, donava la regina della tavola, la polenta - in autunno aiutava a raccogliere il granoturco, in inverno si dedicava ai lavori domestici, mentre i suoi genitori andavano nei campi.


Il nonno di Maria era un bachicoltore di Villa Zeno Allevava bachi da seta per produrre il pregiatissimo tessuto. La mamma di Maria lavorava in casa insieme alla nonna, che non poteva piĂš lavorare nei campi. Lo zio allevava suini e bovini, che poi uccideva insieme al nonno e al padre di Maria. Uccidevano il maiale legandolo per le gambe e

mettendolo a testa in giĂš. Dopo avere pulito il corpo dellâ€&#x;animale, lo sgozzavano e raccoglievano il sangue che sgorgava dal suo collo: nessuna parte del maiale veniva sprecata! Le donne aiutavano a curare la bestia per produrre salame e altri derivati, i bambini ciondolavano intorno, anche se molti, dopo aver sentito le urla del povero animale, rimanevano scossi.

Foto consegna bozzoli a Villa Zeno

La nonna di Maria

Il nonno di Maria 14


La sera si ritrovavano tutti riuniti nella stalla, dove le donne lavoravano allâ€&#x;uncinetto, rammendavano, chiacchieravano e gli uomini giocavano a carte. Molte volte, quando erano tutti riuniti, le nonne raccontavano filastrocche e leggende ai giovani nipotini. Un aspetto particolare dellâ€&#x;infanzia di Maria e dei suoi fratelli era costituito dal legame particolare che essi avevano con gli animali: positivo da una parte ma inquietante dallâ€&#x;altra. Gli animali erano molto familiari ai bambini degli anni „50, che si divertivano a cacciare e a catturare le coccinelle, le locuste, i ramarri, le lucertole e a seviziarli in modo crudele. Per loro era un gioco, un divertimento come un altro.

Scena di caccia. 1957

Autorizzazione di macellazione suini. 1946

Carretto con botte trainato da ciuchino 15


Vecchio trattore

Il lavoro nei campi Erano rare le occasioni in cui i bambini potevano divertirsi o, addirittura, festeggiare. In alcuni casi poteva succedere per il compleanno. Quando Maria compiva gli anni, i suoi genitori le facevano sempre gli auguri appena alzata e le tiravano le orecchie: quella era la festa, perché non c‟erano soldi. Solo qualche volta era andata

in modo diverso. Per esempio quella volta in cui aveva ricevuto dal nonno una moneta da 5 lire e, finita la scuola, era andata al panificio per spendere quei soldi. Era stata ferma immobile a lungo, davanti al bancone, in attesa di decidersi se fosse meglio comprarsi un panino o un biscotto e, alla fine, si era decisa per il panino. Un‟altra volta era successo che, per il suo compleanno, la zia le avesse regalato delle uova da vendere. Lei, col ricavato, aveva sperato di potersi comprare un pallone – era un po‟ maschiaccio - ma poi, resasi conto che non le bastavano i soldi, aveva ripiegato su un bastone di liquirizia e un limone. Certo, negli anni ‟50 i compleanni dei bambini non avevano niente a che vedere con quelli dei bambini di oggi: a scuola Maria non aveva mai visto in nessuna classe svolgersi feste di compleanno né alcun bambino scambiarsi gli auguri con qualcun altro, perché nessuno sapeva le date di nascita degli altri e non c‟era l‟abitudine di informare i propri compagni dei compleanni. Quando divenne un po‟ più grande, precisamente per il suo tredicesimo compleanno, riuscì ad accumulare abbastanza soldi assieme agli amici che compivano gli anni lo stesso mese e tutti insieme si riunirono a casa sua per festeggiare: in quell‟occasione mangiarono biscotti, frutta e dei buonissimi dolci fatti in casa dalla mamma di Maria. Quel giorno si divertirono molto, giocarono a tombola, al gioco dell‟oca, saltarono la corda e ballarono. Quello che mancava era il regalo, ma Maria non ci pensava neanche, era per lei già una grande gioia ritrovarsi con gli amici per festeggiare il compleanno.

Esperienze di emigrazione Tra le cose che più avevano rattristato Maria, durante la sua infanzia, vi era stata la partenza di Lucia, una delle sue amiche più fidate, per la Svizzera. Lucia vi era emigrata con tutta la sua famiglia. Pochi giorni dopo la partenza , Lucia le aveva inviato una lettera:

Cara Maria, sto frequentando le scuole elementari in Svizzera. Sapessi cosa mi è successo oggi!!! Alle 7 ho fatto colazione con pane, burro, marmellata e una tazza di latte, poi mi sono vestita. Sono andata a scuola a piedi perché è a pochi minuti da casa mia, ma anche perché devo avere la patente per andare in bici! Per i libri ho una valigetta di pelle fatta da mia mamma a cui tengo molto. La scuola inizia alle 8 con una preghiera. Finisce alle 12, poi torno a casa, pranzo e ritorno a scuola dalle 14 alle 16. Qui c’è solo una maestra; noi scriviamo in un quaderno e abbiamo solo due libri e qualche volta facciamo verifica o interrogazione. Siccome ci danno anche punizioni corporali oggi, per sfor16


tuna e perché ero distratta mentre l’insegnante assegnava i compiti, non li ho fatti. Le conseguenze di questa mia dimenticanza sono state pesanti: tremende bacchettate sulle mani! Per fortuna, a casa, a tirarmi su, mi aspettava una fetta di pane e una mela. Finalmente a casa faccio i compiti e gioco con gli amici a campanon, al salto della corda e a nascondino, il mio preferito. Tu come stai? Quando sento la tua mancanza, guardo la foto della nostra comunione. Te la ricordi? Ce l’hai anche tu? Scrivimi presto.

Lucia

Dopo averla letta, Maria, si ricordò di aver visto soffrire anche gli adulti a causa del fenomeno migratorio. Le tornò in mente, in particolare, un episodio accaduto un anno prima. Era arrivata sua zia per farle visita e, mentre beveva il caffè con i suoi genitori, singhiozzando, si era messa a rivangare il passato e a ricordare, insieme a loro, il suo matrimonio e il successivo trasferimento in Belgio: a Maria sembrò di risentire le sue parole: Vi ricordate la prima volta che sono andata in Belgio? Era come turista, perché ci voleva troppo tempo per fare le carte. E poi sono andata con mio marito, venuto a casa per sposarsi, visto che lui era da quattro anni là. Venti giorni dopo la cerimonia abbiamo deciso di tornarci. Siamo partiti con il treno il 26 ottobre 1951 da San Donà di Piave fino a Mestre, da lì abbiamo preso il treno fino in Belgio. Ci abbiamo impiegato due giorni e una notte. In Italia non c’era lavoro, cos’altro potevamo fare? Mio marito lavorava in miniera, io, invece, dopo aver aspettato due mesi per il permesso, sono riuscita a trovare lavoro in una fabbrica di armi: si chiamava FN. Abitavo in un appartamento affittato. Ogni mese, all’epoca, se avanzavano dei soldi, spedivo un vaglia da centomila lire, che si dovevano dividere mio fratello e mia suocera. Abitavo a Liegi in via des Ècoles, cioè via delle scuole. La fabbrica dove lavoravo era a Herstal, dove c’erano solo industrie. In fabbrica facevo armi da guerra (fucili, pistole), ero pagata bene. Ed eravamo in regola, eh!. Po17


chi anni dopo è nata la mia prima figlia. Così ho deciso di tornare in Italia, perché mio marito non se la sentiva più di lavorare in miniera. Ma non ce lo siamo goduti il rientro, no! Poco dopo il mio vecchio ha scoperto di avere la silicosi. Povero il mio vecchio, è morto così giovane, aveva solo 58 anni. Certo, otto anni di miniera. Io ero stata lì quattro anni, ma lui otto! Poi la mamma aveva chiesto alla zia se sapeva qualcosa dei fratelli del loro nonno e la zia le aveva risposto: Ah sì, quelli che sono emigrati in Venezuela! Erano emigrati in Venezuela negli anni 1945-1950 per lavorare nelle miniere di carbone, erano emigrati per racimolare soldi per comprare una casa un po’ più accogliente di quella che avevano, perché erano in affitto. Nelle miniera hanno fatto molti sacrifici perché il lavoro era duro, dormivano per terra e il mangiare era poco. Con la polvere che c’era si sono rovinati i polmoni. Quando sono tornati a casa facevano impressione: erano così magri! Però erano felici di rivedere i famigliari e di essersi procurati i soldi per comprarsi una casa nuova. Il giorno dopo la zia era tornata con la foto di un gruppo di famiglia. Erano i tre figli di uno dei fratelli del nonno: Gino, Romina, Gayetano in Venezuela.

Quasi tutti gli alunni hanno dei familiari emigrati: chi in Svizzera, chi in Belgio, chi in Venezuela, chi in Argentina… Il Veneto è stata una delle regioni più interessate da questo fenomeno e scoprirlo parlando con i propri genitori e i propri nonni aiuta a comprendere meglio il significato e l’importanza del fenomeno. Oggi in classe gli alunni italiani convivono con alunni stranieri, che possono sentire più vicini e comprendere meglio se percepiscono il loro vissuto come non del tutto estraneo a quello che appartiene anche alla propria storia familiare. Gino, Romina, Gayetano in Venezuela 18


L’emigrazione italiana Alla fine della seconda guerra mondiale l‟emigrazione dall‟Italia riprende con vigore. Si va via perché non c‟è lavoro e il paese è distrutto dalla guerra, perché si è rimasti bloccati in Italia durante la guerra, come tanti figli di emigranti con passaporto estero che ora chiedono di tornare là dove i genitori erano emigrati, perché si proviene dai territori italofoni dell‟Adriatico balcanico, perché si è considerati fascisti e si teme per la propria vita oppure perché si è bollati come socialisti e comunisti e, quindi, con poche possibilità di lavoro dopo la sconfitta elettorale del 1948 e il fallimento dell‟occupazione delle terre. Si arriva nei paesi di destinazione perché questi hanno bisogno di manodopera, perché accettano “profughi” per motivi umanitari (gli istriani in Australia e in Canada) o politici (i fascisti nell‟Argentina peronista, i comunisti in Cecoslovacchia). In questo periodo le nuove mete degli Italiani sono il Canada, l‟Argentina, il Venezuela e l‟Australia, sostitutive degli Stati Uniti, da tutti sognati, ma ancora chiusi. Per quanto riguarda l‟Europa, va segnalata la sua assoluta preponderanza come meta privilegiata degli italiani che, allo stesso tempo, si muovono all‟interno della stessa Penisola. Le migrazioni interne, soprattutto dal Sud al Nord, raggiungono numeri importanti e cambiano la geografia umana del paese: la campagna e la montagna vengono abbandonate e ingenti masse si spostano dal Sud e dal Nord-Est verso il triangolo industriale e la capitale. Inoltre alcuni emigrano verso le frontiere settentrionali, perché là, continuando a risiedere in Italia, possono recarsi ogni giorno a lavorare in Francia, nel Principato di Monaco, in Svizzera o in Austria (i cosiddetti lavoratori frontalieri).

La nostra storia finisce qui. Il progetto da noi pensato prevedeva di accompagnare Maria fino al matrimonio, ma i tempi a nostra disposizione e, probabilmente, anche una certa inesperienza, non ci hanno consentito di fare di più. Rimane il fatto che svolgere un’attività di questo tipo (ricerca, lavoro di gruppo, utilizzo del computer, …) ha contribuito in modo importante allo sviluppo di competenze utili alla vita futura di ciascuno degli alunni coinvolti e questa è senz’altro la finalità principe di ogni attività didattica. Per meglio spiegare il lavoro svolto negli anni scolastici in cui ce ne siamo occupati (2012/2013 e 2013/2014), allegheremo un’appendice che contiene una specie di diario di bordo e alcuni strumenti da noi utilizzati.

Immagini di ragazzi della 3a B al lavoro 19


Postfazione Come avete già letto nella prefazione, questa lavoro di ricerca si riprometteva di ricostruire una storia di vita dalla nascita al matrimonio, ma si è fermato prima. La seguente lettera rappresenta un invito, per gli alunni che verranno, a proseguire il lavoro iniziato da noi.

Carissimi, il tempo è l ’unica cosa che noi, essere umani, non possiamo fermare. Il tempo. Non ne abbiamo avuto neanche noi abbastanza per completare il nostro progetto La storia di Maria. Purtroppo noi abbiamo finito il nostro tempo: la nostra clessidra, che ci indica gli anni da passare alle scuole medie, lascia cadere ormai gli ultimi granelli di sabbia. Potete, se volete, girarla per ricominciare il percorso da noi interrotto. Vogliamo passarvi il testimone in modo che voi, con il vostro entusiasmo, riusciate a terminarlo e a mantenere in vita il ricordo di un’epoca passata. Pensateci, riporterete alla mente i dolci ricordi dell ’infanzia dei vostri nonni, li farete sorridere e cantare allegre canzoni contro la noia. Noi l ’abbiamo fatto. Ci siamo insediati nella vita dei nostri avi e abbiamo appreso da loro le conoscenze sulla loro epoca, un’epoca senza internet, computer o cellulari, dove si viveva di lavoro agricolo e si giocava con i rocchetti. Ritroverete, poi, vecchie ma bellissime foto, cariche di significato, impregnate di storia. Se avete notato, in questo lavoro sono presenti diverse fotografie tutte originali provenienti dai polverosi album dei nostri parenti. Molti ragazzi della nostra classe ricordano con quanta gioia e soddisfazione hanno portato avanti il lavoro, in gruppo, singolarmente o in famiglia. Alcuni hanno riunito parte – anche buona parte – dell ’albero genealogico per riscoprire le radici del loro nome e cognome, per curiosare nella vita contadina e per stare accanto alle persone tanto amate. Perché alla fine succede così. Arrivano i sorrisi, le lacrime, riemerge anche qualche sopito rancore, rivivono le tragedie, le carestie e le malattie. Ci siamo divertiti a cercare nei libri e nei siti le storie più strane: come si uccide un maiale? Come si allevano i bachi da seta? Come si moriva nel ’900? Cosa accadeva in Veneto durante la Seconda Guerra Mondiale? Abbiamo imparato nozioni di storia, geografia, educazione alla cittadinanza, informatica, italiano senza dover ricorrere 20


a noiose lezioni, ma utilizzando il computer, strumento che abbiamo quasi tutti a casa in questo periodo. Ora tocca a voi, noi vi porgiamo il testimone … Lo accettate? Tramandate ai figli, ai nipoti, imparate le lezioni di vita, lasciatevi toccare il cuore dal passato, lasciate che ogni soffio di emozione penetri in voi, nella vostra anima, in attesa di trovarvi ciò che vi lega al tempo, agli antenati e agli spiriti. Angelica della classe 3aB dell‟Istituto Comprensivo “G. Marconi”

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Appendice

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Breve riassunto dell’attività svolta Lo scorso anno scolastico con quella che era la classe seconda B della Scuola Secondaria di Primo Grado G. Marconi di Ceggia, abbiamo intrapreso un percorso di ricerca storica finalizzato alla costruzione - o ricostruzione - di una storia personale. Abbiamo deciso di scrivere la storia – inventata ma verosimile – di una donna ciliense (di Ceggia) vissuta nel secolo scorso: il XX. Perché una donna? Perché di Ceggia? Il primo obiettivo che mi ero prefissa – come insegnante – era quello di mettere il contatto gli alunni con il Novecento coinvolgendoli in prima persona in un‟attività operativa che li avrebbe avvicinati alla storia generale attraverso un lavoro compiuto sul campo, in prima persona, con l‟aiuto dei loro stessi familiari. Il secondo era quello di mettere al centro della storia il genere femminile: sia per fare giustizia a un “soggetto escluso dalla storia” sia per guardare agli eventi da un punto di vista diverso, meno tradizionale, appunto quello femminile. La centralità del punto di vista femminile è stata fatta emergere subito: ai ragazzi è stato chiesto di raccogliere i primi dati utili per il nostro progetto dalle testimonianze delle loro nonne materne. E solo da quelle materne. I dati raccolti – essenzialmente di tipo anagrafico – sono stati riportati in tabelle, costruite in classe, confrontati ed esaminati insieme: essi sono serviti a scegliere il nome, la data e il luogo di nascita, il domicilio e il titolo di studio della nostra protagonista. Naturalmente, per svolgere una ricerca di questo tipo, non erano sufficienti le fonti orali, ma dovevamo avvalerci anche di altri tipi di fonte, per esempio quelle bibliografiche, in particolare locali. Così i ragazzi sono stati invitati a cercare i libri adatti e ne hanno trovati diversi. Poi ci siamo chiesti quali aspetti della vita di questa nostra ipotetica protagonista (della quale avevamo ora scelto – a maggioranza - il nome – Maria) fossero più interessanti, per noi, da approfondire. E abbiamo scelto, in primis, la scuola e, poi, la vita quotidiana. Quindi abbiamo incominciato ad approfondire la tematica della scuola, sia attraverso le fonti orali – le nostre nonne materne – che quelle materiali come, ad esempio, le pagelle. Intanto ad alcuni alunni sono stati assegnati degli incarichi specifici: c‟era chi doveva registrare le fonti materiali, chi quelle bibliografiche e così via. Contemporaneamente, in gruppo, i ragazzi dovevano occuparsi di sviluppare aspetti specifici della ricerca, che emergevano di lezione in lezione, a mano a mano che si scoprivano nuove informazioni Di volta in volta si programmava, sulla base del lavoro svolto fino a quel momento, come continuare l‟attività. Sia l‟insegnante che gli alunni tenevano un diario di bordo sul lavoro svolto. Sono emerse tematiche generali, come quella relativa alla seconda guerra mondiale e questioni relative alla realtà locale, come la presenza a Ceggia di uno zuccherificio. I ragazzi hanno intervistato i loro familiari, hanno cercato e trovato fonti iconografiche e materiali, hanno usato il pc e internet per scrivere e informarsi: insomma hanno lavorato moltissimo.

L’insegnante di lettere Morena Biason

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Anno scolastico 2012/2013

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SCHEDA UNITA’ DI APPRENDIMENTO SULLA STORIA IN VIA MATRILINEARE Denominazione

La storia in via matrilineare

Compito - prodotto

Ricostruzione di un’ipotetica storia (realistica) di una/due donna/e ciliense/i che attraversa/no il XX secolo ed, eventualmente, gli inizi del XXI Questa storia potrà essere presentata in forma cartacea (per esempio, pannelli con cui allestire una mostra contenenti documenti, foto, brani esplicativi di raccordo prodotti dagli alunni) o come prodotto multimediale La realizzazione o meno di un prodotto multimediale sarà condizionata dalle competenze delle risorse umane coinvolte nel progetto (alunni e insegnanti) … Competenze di madrelingua (relative all’ascolto, al parlato, allo scritto) Competenze informatiche Competenze culturali (relative, in particolare, alla conoscenza di alcuni aspetti della storia generale e locale) Competenze sociali (lavorare in gruppo, …) Competenze relative all’intraprendenza (relative al saper proporre modalità di lavoro, contenuti, …) … Conoscenze

Competenze mirate

Abilità/Capacità Reperire e utilizzare fonti

Uso internet

Usare i programmi di scrittura del pc

Programmi di scrittura del pc

Scrivere in modo corretto ed efficace

Storia generale, locale, familiare

Organizzare il proprio lavoro

Regole grammaticali utili alla scrittura corretta

Lavorare in gruppo

Utenti destinatari

La classe II (e nell’anno successivo III) B del plesso “Marconi” di Ceggia

Tempi

Un’ora alla settimana (mediamente) per due anni scolastici (circa 60 ore)

Che cosa fa l’allievo

I fase: RICOSTRUISCE LA PROPRIA STORIA IN VIA MATRILINEARE E QUELLA DEI COMPAGNI: Compila un questionario per raccogliere i dati sulle sue antenate, compila diverse tabelle (lavoro individuale e collettivo) per visualizzare i dati relativi alle antenate di tutti gli alunni della classe. Partendo dagli spunti proposti dal docente, dopo aver controllato i dati raccolti, individua tematiche significative e momenti storici importanti – locali o nazionali – da sviluppare (per esempio: presenza e importanza dello zuccherificio a Ceggia, le due guerre mondiali, la Resistenza, la ricostruzione, l’emigrazione, il boom economico ecc…) II fase: COSTRUISCE LA STORIA VEROSIMILE DI UNA O DUE DONNE CILIENSI DEL XX SECOLO: … I fase: PREDISPONE LA FASE DI RACCOLTA DATI, DI RIFLESSIONE SU DI ESSI, DI RECUPERO DELLE PROPOSTE E IDEE EMERSE: Prepara questionario da sottoporre alle mamme e alle nonne degli alunni Controlla e corregge in itinere il lavoro di raccolta dei dati degli alunni Prepara modello di tabella in cui inserire i dati ricavati Raccoglie tutte le tabelle per individuare gli elementi più interessanti da far emergere nel confronto in classe Propone spunti di riflessione (su differenze/ similitudini tra i dati raccolti, su conoscenza propria storia matrilineare, ecc…) … II fase: GUIDA LA COSTRUZIONE DELLA STORIA VEROSIMILE DI UNA O DUE DONNE CILIENSI DEL XX SECOLO: …

Che cosa fa il docente

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Esperienze attivate

Metodologia

Risorse umane interne esterne

Strumenti

Valutazione

Interviste in famiglia (mamme, nonne, …) Eventuali interventi di esperti Lavoro di gruppo Uso di strumenti informatici … Lavoro di ricerca individuale Lavoro di gruppo Apprendimento per scoperta in entrambe le modalità … Insegnante/i Famiglia (Valutare l’opportunità di far intervenire delle nonne a scuola) Eventuali esperti di storia locale … Strumenti tecnologici e multimediali (pc – uso di internet, scanner, stampante, macchina fotografica – per fotografare gli alunni mentre lavorano) Fonti (archivistiche, iconografiche …) Testi storici (libri e manuali di storia), narrativi, ecc… (dai quali trarre brani significativi per inquadrare i periodi storici affrontati): per esempio il libro sulla piazza di Ceggia, … Film e filmati (I giorni veri per la Resistenza; …) … 1. Valutazione del prodotto IN TERMINI COLLETTIVI: • efficacia nel contenuto e nella veste • congruità, correttezza formale e pertinenza del linguaggio • aderenza al target comunicativo (rispetto a chi è rivolto) • efficacia del prodotto stesso 2. Valutazione di processo SUGLI ALUNNI: • capacità di individuare e risolvere problemi • comportamenti responsabili • acquisizione consapevolezza • capacità di argomentare l’esperienza • partecipazione • sintesi individuale 3. AUTOVALUTAZIONE dell’alunno su come lui ha vissuto questo lavoro, su cosa ne ha ricavato 4. Valutazione del progetto A POSTERIORI, FATTA DAL/ IDOCENTE/I • sui tempi • sugli argomenti • sul percorso fatto

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QUESTIONARIO SULLE MAMME (la tua, quella della tua mamma, quella della mamma della tua mamma, …) Rispondi alle seguenti domande: Come ti chiami? (Scrivi nome e cognome) In che luogo e in che data sei nato/a? In che luogo/luoghi hai vissuto? Rispondi alle seguenti domande sulla tua mamma: Come si chiama? (Scrivi nome e cognome) In che luogo e in che data è nata? In che luogo/luoghi ha vissuto? Che titolo di studio ha? Che lavoro svolge attualmente? Quali altri lavori ha svolto nella sua vita? Rispondi alle seguenti domande sulla tua nonna materna: Come si chiama? (Scrivi nome e cognome) In che luogo e in che data è nata? In che luogo/luoghi ha vissuto? Che titolo di studio ha? Che lavoro svolge attualmente o ha svolto principalmente nella sua vita? Quali altri lavori ha svolto nella sua vita? Rispondi alle seguenti domande sulla tua bisnonna materna: Come si chiama? (Scrivi nome e cognome) In che luogo e in che data è nata? In che luogo/luoghi ha vissuto? Che titolo di studio ha o aveva? Che lavoro ha svolto principalmente nella sua vita? Quali altri lavori ha svolto nella sua vita? Rispondi alle seguenti domande sulla tua trisavola per parte materna: Come si chiama? (Scrivi nome e cognome) In che luogo e in che data è nata? In che luogo/luoghi ha vissuto? Che titolo di studio ha o aveva? Che lavoro ha svolto principalmente nella sua vita? Quali altri lavori ha svolto nella sua vita?

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PRIMA LEZIONE (29/09/2012) LA STORIA DI … (IL NOME - O I NOMI – LO/I SCEGLIEREMO NOI) RICERCA SUL PASSATO ↓ RACCOLTA DI DATI ↓ COSTRUZIONE DI UNA STORIA IMMAGINARIA MA VEROSIMILE (in power point? In forma di libretto?) RACCOLTA DI DATI QUALI DATI? DATI RELATIVI ALLE PROPRIE FAMIGLIE IN CHE MODO? ATTRAVERSO UN QUESTIONARIO (3 diapositive che riportano il questionario) IL QUESTIONARIO PRIMA OPERAZIONE (A SCUOLA): VIENE COMPILATO CON ORDINE IN TUTTE LE PARTI A CUI SI SA RISPONDERE SECONDA OPERAZIONE (A CASA): A CASA, CON L‟AIUTO DEI GENITORI, DEI NONNI E/O DI ALTRE PERSONE VIENE COMPILATO NELLE PARTI RIMANENTI SI USANO DUE DIVERSI COLORI: UNO PER LE RISPOSTE DATE DALL‟ALUNNO A SCUOLA, UNO PER QUELLE DATE DA ALTRI A CASA IL QUESTIONARIO DEVE ESSERE RICONSEGNATO COMPILATO ALL‟INSEGNANTE MERCOLEDÌ 3 OTTOBRE DIARIO DI BORDO SULL‟ATTIVITÀ OGNI ALUNNO TERRÀ UN DIARIO DI BORDO IN CUI SCRIVERÀ CHE COSA AVRÀ FATTO A CASA E A SCUOLA. PER SABATO 6 DOVRANNO ESSERE COMPILATE LE PAGINE RELATIVE ALLE ATTIVITÀ SVOLTE NELLE GIORNATE PRECEDENTI

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SECONDA LEZIONE PRIMO STEP: LETTURA DI ALCUNE PAGINE DEL DIARIO DI BORDO. CONTROLLO, REGISTRAZIONE DELL’ESECUZIONE DEL COMPITO ED EVENTUALE RACCOLTA DI ALCUNI DEI COMPITI SVOLTI SECONDO STEP: COMPILAZIONE INDIVIDUALE TABELLA DEI DATI

TABELLA NOME E DATA DI LUOGO DI LUOGO IN TITOLO COGNOME NASCITA NASCITA CUI VIVE O STUDIO HA VISSUTO

DI MESTIERE O ALTRI PROFESSIO LAVORI NE SVOLTI

ALUNNO/A

MAMMA

NONNA

BISNONNA

TRISAVOLA

TERZO STEP: ANALISI E OSSERVAZIONE TABULAZIONE DI ALCUNI DATI Nomi ALUNNI Christian Alessia Lisa Federico Veronica Camilla Alex Sara Mattia Angelica Emiljano Luca Vittoria Pietro Alessia Enrico Alice Maria Daniele

MAMME Daniela Lucia Milla (?) Rosanna Fiorella Giulietta Monica Michela Sabina Annalisa Silvana Donatella Cristina Barbara Flutra Letizia Luciana Zhen Zhen Alessia Rosa (?)

NONNE Silvia Rina Elisabetta Anna Maria Antonia Caterina Anna Anna Maria Ida Giuseppina Paola Andreina Maria Grazia Flora Gabriella Rita Luigia Hurma Norina Fernanda Shou Lù Adele Pina Rita Ida (?)

*Verificare che sia la trisavola e non la bisnonna!

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BISNONNE Matilde Emma Maria Antonia Emma Giovanna Giannina Elisa Giulia Giuseppina Angelica Bete (?) Maria Regina Yze Santa Clorinda

TRISAVOLE Rosa Maria Angela Emilia Emilia Giovanna

Elisa

Graziosa Elisabetta (?)* Ida


IPOTESI DEI RAGAZZI PER IL TITOLO DELL’ATTIVITÀ Federico: La vita nel XX secolo; Il ritorno nel passato delle donne Veronica: Un passaggio nell‟antichità/nel passato Lisa: Quei vecchi tempi Daniele: I bei vecchi tempi; La dinastia delle nostre nonne Sara: Il ritorno nel passato Mattia: La vita delle donne nel Novecento Pietro: La dinastia in rosa del Novecento Alessia V.: La storia antica delle nostre nonne; Un tuffo nel passato Christian: Una donna nel Ventesimo secolo Angelica: Vento di storia; Una voce nel tempo Alex: Passo passo fino al Novecento; La voce di una donna nel Novecento Camilla: Storia del Novecento

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Date di nascita Christian Alessia Lisa Federico Veronica Camilla Alex Sara Mattia Angelica Emiljano Luca Vittoria Pietro Alessia Enrico Alice Maria Daniele

ALUNNI 2000 2000 2000 2000 2000 2000 2000 2000 2000 2000 2000 1999 2000 2000 2000 2000 2000 1999 2000

MAMME 1971 1954 1975 1969 1962 1962 1974 1971 1970 1968 1982 1968 1968 1969 1981 1968 1968 1970

NONNE 1946 1930 1942 1944 1928 1923 1946 (?) 1950 1949 1934 1959

1934 1945 1943 1943 1943 1951 1948

BISNONNE 1917 1895

TRISAVOLE

1909 1887 1882 1927 1929 1916 1904 1928

1883

1915

1889

1887 1898 1880

1900 1904 1922

1890

Luoghi nascita Christian Alessia Lisa Federico Veronica Camilla Alex

ALUNNI Motta di Livenza Motta di Livenza Motta di Livenza San Donà di Piave San Donà di Piave Motta di Livenza Motta di Livenza

MAMME Lauken* Motta di Livenza San Donà di Piave Motta di Livenza Fossalta di Piave Caorle San Donà di Piave (?)

NONNE Brutenbach* Motta di Livenza Enego Cessalto Musile di Piave Vicenza Musile di Piave

Sara Mattia Angelica Emiljano Luca Vittoria Pietro Alessia

Motta di Livenza Motta di Livenza Ceggia (?) Albania*** San Donà di Piave San Donà di Piave Motta di Livenza San Donà di Piave

San Donà di Piave San Donà di Piave San Donà di Piave Albania San Donà di Piave San Donà di Piave San Donà di Piave Bago (Albania)

Fossalta di Piave Torre di Mosto Pola Albania Ceggia Piemonte Ceggia Bago

Enrico Alice Maria

San Donà di Piave Motta di Livenza Conegliano

San Donà di Piave ? Zhe Jiang (provincia)

Daniele

Portogruaro

?

BISNONNE Nunningen* Motta di Livenza

TRISAVOLE

Colfrancui Postioma Rosà San Martino di Lupari Fossalta di Piave Chiarano Rottenma** Albania

Ponte di Piave Postioma

Lorenzaga

Fossà

Ceggia Stebeg (?) (Albania) Cimadolmo

? Zhe Jiang (provincia) Cessalto

Ceggia

Cessalto

Eraclea Tiria**

Cimadolmo ?

*Verificare corretta grafia dei nomi di queste località (Christian) DOVE SONO?; ** Verificare corretta grafia dei nomi di queste località (Angelica); *** il nome della località? Angelica è nata a Ceggia?

QUARTO STEP: COSTRUZIONE TABULAZIONI COI DATI RACCOLTI L’INSEGNANTE FORNISCE I DATI RIMANENTI E GLI ALUNNI COSTRUISCONO LE TABELLE SUL MODELLO DI QUELLE VISTE 31


DIARIO DI BORDO Sabato 6 ottobre 2012 2 ore scarse di lezione. La lezione è proceduta secondo la progettazione fino alla presentazione dell‟ultima tabella, solo mostrata, e in merito alla quale gli alunni dovranno comunicarmi le correzioni da apportare. Non è stato effettuato il quarto step perché la lezione è stata disturbata da un problema di tipo disciplinare, che ha “distratto” l‟insegnante, la quale si è dimenticata di raccogliere le pagine dei diari di bordo e registrarne su un foglio l‟avvenuta stesura. La prossima lezione dovrà quindi ripartire dalla correzione della quarta tabella e continuare con il compimento del quarto step. Gli alunni hanno pensato a dei possibili titoli per l‟attività: ne abbiamo steso l‟elenco. Venerdì 12 ottobre 2012 L‟insegnante ha letto, corretto e valutato le pagine dei diari di bordo raccolte durante la settimana (ne mancano due). Alcune sono molto ben fatte. Altre piuttosto superficiali. Sabato 13 ottobre 2012 Durante la lezione di oggi sono state riconsegnate le pagine dei diari di bordo corrette, sono state fatte alcune osservazioni sulle medesime e sono state apportate alcune correzioni alle tabelle già compilate. Gli alunni hanno poi proceduto all‟esecuzione del quarto step con la costruzione guidata della tabella sui luoghi in cui avevano vissuto loro e le antenate e hanno iniziato a costruire quella sui titoli di studio. È subito emerso che le informazioni sui titoli di studio erano piuttosto scarse, per cui sono stati sollecitati a reperirne di ulteriori per la lezione successiva. La tabulazione dei dati si sta rivelando piuttosto impegnativa e il lavoro procede più lentamente di quanto l‟insegnante avesse previsto. Lezione non registrata da me, ma è stata terminata la stesura delle tabelle.

Venerdì 19 ottobre 2012

Venerdì 23 novembre 2012 Abbiamo scoperto che le ultime tabelle compilate e trascritte nei rispettivi quaderni dagli alunni non sono state salvate in pc!!! Mentre le prime, realizzate a casa dall‟insegnante – quelle sui nomi, le date e i luoghi di nascita – gli alunni non le hanno e bisognerebbe fornirle loro in fotocopia. Ricapitoliamo qual è lo scopo di questa ricerca: quello di ricostruire una storia verosimile di una donna, forse due, che vive/ono a Ceggia nel XX secolo. Dobbiamo decidere quale generazione deve essere quella da cui partire e scegliamo quella delle nonne, in quanto costituiscono una fonte storica più accessibile, perché più recente. L‟insegnante propone di scegliere a maggioranza alcune caratteristiche della ipotetica protagonista di questa nostra storia, visionando insieme i dati delle tabelle compilate. Sollecita gli alunni a indicare i motivi delle loro scelte. Dopo aver passato in rassegna la tabella dei nomi delle antenate degli alunni, si decide a maggioranza che la protagonista si chiamerà Maria e, dopo aver esaminato quella dei luoghi di nascita, si decide, sempre a maggioranza, di farla nascere a Motta di Livenza. L‟insegnante fa notare che poi bisognerà immaginare le circostanze che l‟hanno portata a Ceggia, perché quella che vogliamo scrivere è la storia di una donna ciliense. Notizie utili che emergono: la nonna di Veronica è stata per alcuni anni in Belgio; Enrico dice che porterà la foto di un familiare in divisa da bersagliere. Giovedì 29 novembre 2012 Christian ha portato i documenti di valutazione scolastica della nonna, che ha frequentato la scuola in Svizzera. Venerdì 30 novembre 2012 L‟insegnante propone di scegliere il tema da cui partire per ricostruire la storia di Maria e suggerisce come possibile argomento, dato che i documenti finora portati dagli alunni sono stati certificazioni scolastiche, quello della scuola, argomento che si presta a un confronto con l‟oggi, poiché l‟esperienza vissuta dai ragazzi ha molto a che fare con questo ambito. 32


L‟insegnante informa gli alunni sul prossimo passo da fare: costruire un questionario da sottoporre alle nonne sulla loro esperienza scolastica e, intanto, avvia parallelamente un‟attività di ricerca di fonti materiali e iconografiche utili ad arricchire la storia che stiamo andando a delineare. Nel frattempo la collega di sostegno verbalizza i contenuti della lezione. Mentre gli alunni elencano, l‟insegnante apre un documento word con la LIM e sintetizza nel modo riportato qui sotto, quanto emerge: Oggetti da richiedere: Per l‟argomento scuola

Per la ricerca in generale

quaderni scolastici

ricettari

compiti svolti per casa (suggestione venuta da Christian)

immagini e foto di luoghi e persone di Ceggia - informarsi sulla loro esatta – o quasi - datazione Capi d’abbigliamento (da fotografare) – informarsi sulla loro esatta datazione lettere

Tenere a disposizione gli oggetti utili alla ricerca Trarre informazioni utili anche da antenati non in linea matrilineare, se ciliensi “zeioti” o in grado di fornire informazioni su Ceggia Fonti bibliografiche: Alessia: volume su associazione calcistica ciliense Lisa: volume con informazioni su Ceggia Camilla e altri: libro su alluvione Ceggia Da ricordare per prendere spunto: nel 2013 è il sessantesimo del Carnevale (si ricorda, Maria, com‟era il carnevale ciliense quando era ragazzina?) ricordarsi che dobbiamo costruire una famiglia intorno a Maria (le foto serviranno anche a questo!!!)

Gli alunni partecipano con grande entusiasmo e rispondono alla sollecitazione dell‟insegnante elencando tutta una serie di fonti che ritengono di avere a disposizione. Alex dice di avere delle immagini di Ceggia, molti altri ritengono di poter portare delle foto – faccio loro presente che saranno molto utili per dare un volto ai familiari di Maria, che dovremo inventare. Angelica e Camilla possiedono capi d‟abbigliamento della prima metà del Novecento, Angelica persino capi di biancheria intima: suggerisco che potremmo fotografarli (l‟apparato iconografico sembra già prendere forma). Più di un alunno ritiene di poter portare dei quaderni di scuola e/o dei libri scolastici delle nonne. Alex menziona delle lettere, che dice di non poter portare se non in fotocopia. E così via. Alcuni alunni possiedono dei volumi che riguardano la storia, le tradizioni, i costumi locali. Molto gettonato risulta l‟argomento “Carnevale”, tradizione molto sentita a Ceggia, sulla quale, nel tempo, si sono prodotte diverse pubblicazioni, da cui si potrebbero ricavare informazioni e immagini utili. Molto interessante è il ricettario che Angelica dice passi di generazione in generazione alle donne della sua famiglia, proprio in via matrilineare! Ci si saluta con l‟accordo che la lezione successiva sarà impiegata per stilare un questionario sulla vita scolastica tra gli anni Quaranta e Cinquanta da somministrare, poi, alle nonne, per cui ognuno dovrà già arrivare a scuola con qualche idea per la formulazione di domande utili al nostro scopo. Inoltre, ciascuno porterà fonti materiali, scritte, iconografiche.

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7 dicembre 2012

Fonti:

Bibliografiche: Fabrizio Cibin, Libertas, La nostra storia (breve storia di Ceggia, le foto …) – Alessia V., Pietro. Paolo Frasson, Trent’anni di Carnevale a Ceggia (1954-1983) (foto…) – Alessia V. Fernando Cellotto e Paolo Frasson, Ceggia. Immagini ritrovate (foto…) – Alex, Pietro Paolo Frasson, Ceggia. Il Carnevale dei ragazzi (foto…) Alex, Lisa Ceggia. Alluvione (contiene interviste a prozia e nonna di Sara) – Lisa, Veronica, Sara, Pietro, Alessia V. F. Furlanetto, M. Manzato, F. Mariani, La piazza di Ceggia (foto, nomi caduti in guerra, saggio sulla scuola elementare di Ceggia) - Pietro, Morena Fonti multimediali Dvd la Comunione della nonna materna di Christian (1954) Materiali: Ricettario della bisnonna di Angelica Disegno svolto in seconda media dalla nonna materna di Daniele (scudo di Achille copiato da un libro) Un quaderno di matematica, un‟antologia greca (quarta e quinta ginnasio), un libro sulla Rivoluzione francese (Pietro) Foto (famiglia, guerra) (Pietro) Documenti di valutazione scolastica e certificato + compito di greco (Pietro) Santino della Prima Comunione (28.09.1952) (Pietro) Spunti per la ricerca: Raccontare uno dei Carnevali vissuti da Maria (Alex porta un testo dal quale partire) … RESPONSABILI REGISTRAZIONE FONTI BIBLIOGRAFICHE DISPONIBILI: Angelica e Mattia RESPONSABILI REGISTRAZIONE FONTI MATERIALI: Alex e Daniele RESPONSABILI RACCOLTA SPUNTI PER LA RICERCA: Federico ed Enrico

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Bozza questionario sulla scuola La scuola elementare Per quanti anni era obbligatoria la scuola elementare? Quanti mesi durava la scuola? Quanto duravano le lezioni? Quanto durava la giornata scolastica? A che ora iniziava e a che ora terminava? A che ora si faceva l‟intervallo? Come ti vestivi per andare a scuola? Quanti insegnanti c‟erano in una classe elementare? Erano severi? Che punizioni usavano? Come si chiamava la scuola elementare da te frequentata? In quale paese si trovava? Come si chiamavano i tuoi insegnanti? Quali materie venivano insegnate? Si poteva scegliere quali materie seguire? C‟erano alunni di altre religioni? Dovevano frequentare le lezioni di religione cattolica come gli altri? C‟erano libri di testo diversi per ogni materia insegnata? Con che cosa li si portava a scuola? C‟era l‟educazione motoria? Se sì, quali attività prevedeva? Quali erano gli arredi scolastici e com‟era la loro disposizione all‟interno dell‟aula? C‟era il riscaldamento? Con che cosa si scriveva? Come si cancellavano gli errori? È vero che per cancellare la matita si usava la mollica del pane? Quanti erano gli alunni in un‟aula? Erano divisi in maschi e femmine? Quante classi c‟erano? Quali altri spazi c‟erano a scuola oltre alle aule scolastiche? A cos‟erano adibite?

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21 dicembre 2012 Oggi si analizza in gruppo il materiale di: Pietro, Christian, Luca, Federico Ogni gruppo fa delle ipotesi sul possibile utilizzo del materiale, titolando il foglio di lavoro: IPOTESI UTILIZZO MATERIALE Alessia ha portato un testo sulla scuola materna di Lorenzaga. GRUPPI I gruppo: Lisa, Vittoria. Alessia V., Alex esaminano materiale di Pietro: Foto possibile papà di Maria in guerra Foto papà con altri due soldati Foto famiglia sei persone Foto fratelli e cugini Maria (5 persone) Santino Comunione Maria Due diplomi scolastici (avviamento; dattilografia …) se Maria l’ha frequentato Libri scolastici (da confrontare con altri – di Angelica, Daniele, Christian …) → Per venerdì 11 gennaio questo gruppo analizza Ceggia. Immagini… II gruppo: Alessia H., Camilla, Sara, Christian, Luca G. esaminano il materiale di Christian e di Luca: Foto di una famiglia con numerosi componenti (materiale Luca) Molte foto utili (scelta da fare in un secondo momento): con giochi di bimbe di una volta e carrozzine: carrozzina e giochi di Maria? Potrebbe essere stata all’estero da piccola (foto di una scuola in cui si studiava francese in Svizzera) Foto di una classe (VI o VII ) dalla quale ricavare il numero di alunni in una classe → Per l‟11 gennaio questo gruppo comincia a scrivere un canovaccio sulla storia di Maria ragazza (dai dieci ai vent’anni) III gruppo: Federico, Veronica, Enrico, Maria, Pietro esaminano il materiale di Federico: Pagelle elementari anni 1940-41; 41-42; 43-44 di un alunno nato nel 1934 (utile per giudizi degli insegnanti) : fratello di Maria? Certificato di guerra del ‟22 (nonno, zio?) Foto del ‟30 di una donna nata nel 1909 (mamma, zia?) Foto del ‟40 di una coppia (genitori, zii?) Foto del gennaio ‟43 soldato ferito (papà?) Foto ottobre ‟42 di mamma e figlio (mamma con fratello?) Foto del ‟49 di uno scolaro (fratello?) – Maria può avere più fratelli → Per l‟11 gennaio questo gruppo comincia a scrivere un canovaccio sulla storia di Maria bambina (fine scuola elementare) IV gruppo: Alice, Angelica, Mattia, Daniele analizza alcuni volumi. Dicitura del foglio: ANALISI CONTENUTI UTILI NEI TESTI Alice registra titolo e riferimenti nei testi: Volume sull‟alluvione: interviste dal cap. VIII al XIV (sei): alcune raccontano vicissitudini che potrebbero essere state anche vissute da Maria; nel cap. II ritagli dal Gazzettino Volume sul Libertas Ceggia: racconti/testimonianze di giocatori (papà o marito calciatore?) → Questo gruppo per l‟11 gennaio trae le interviste dal volume sull‟alluvione e i ritagli utili; cerca il possibile papà o marito o figlio calciatore di Maria

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QUESTIONARIO PER LE NONNE LA TUA SCUOLA ELEMENTARE Disposizioni per la somministrazione del questionario: prima di porre la domanda, trascrivila nel foglio. Solo dopo averla trascritta puoi porla all’intervistata mentre l’intervistata risponde, trascrivi la risposta nel foglio in modo preciso e puntuale. Se ti è sfuggito qualcosa, puoi chiederle di ripetere quanto ti interessa se l’intervistata aggiunge informazioni che non sono pertinenti alla domanda, ma comunque interessanti per la ricostruzione del passato, trascrivi pure quanto dice scrivi le risposte in modo completo (riprendendo la domanda) trascrivi le domande e le risposte in modo ordinato e poi consegnale all’insegnante (se decidi di usare il PC, adopera Times New Roman carattere 12 interlinea singola) puoi anche registrare l’intervista e poi trascriverla (è un lavoro molto più scientifico, ma anche decisamente più impegnativo – richiede moltissimo tempo ed è difficile mettere per iscritto il linguaggio parlato) Come ti chiami (nome e cognome)? Quanti anni hai? Qual è la tua data di nascita? Qual è il tuo luogo di nascita? Si pagava per andare a scuola? Se sì, quanto si pagava più o meno? Si potevano permettere tutti di andare a scuola? Era obbligatorio andare a scuola? Se sì, per quanti anni era obbligatoria la scuola elementare? Cosa si faceva se non si andava a scuola? Con quale mezzo di trasporto andavi a scuola? Quanto durava una lezione (dalle ore … alle ore …)? Quanto durava la giornata scolastica? A che ora iniziava e a che ora finiva? Si andava a scuola anche di pomeriggio? C‟erano molte festività? Erano uguali alle nostre? Quanti mesi durava la scuola? Come si svolgeva una giornata scolastica tipo? Quante materie c‟erano? Quali? Si poteva scegliere quali materie seguire? Si studiavano le lingue straniere? C‟era l‟educazione motoria? Se sì, per quante ore settimanali? Quali attività prevedeva? Quale era il voto massimo nelle materie scolastiche? In pagella avevate il voto di comportamento? Quanti libri di testo c‟erano? C‟erano libri di testo per ogni materia insegnata? Usavate materiale di disegno (squadra, righello, compasso…)? Con che cosa si scriveva? Come si cancellavano gli errori? È vero che per cancellare la matita si usava la mollica del pane? Quanto durava un vasetto d‟inchiostro? Le verifiche erano difficili? Gli alunni venivano interrogati? Si svolgevano delle recite o dei concerti? Quanti docenti insegnavano in una classe? Gli insegnanti erano severi? Usavano punizioni corporali? Cosa ti facevano gli insegnanti se andavi a scuola senza aver svolto i compiti per casa? Come ti vestivi per andare a scuola? C‟era un vestito particolare, un‟uniforme, una divisa per andare a scuola? Esistevano i grembiuli? Per le ragazze era obbligatorio tenere i capelli raccolti? Con che cosa si portava a scuola il materiale scolastico (libri, quaderni, ecc…)? Esistevano gli zaini? Avevi uno zaino o una borsa? 37


C‟era l‟intervallo? Quanto durava? Dove lo facevate? All‟intervallo, se mangiavate, cosa mangiavate? Gli alunni si portavano la merenda da casa? Si pranzava a scuola? Come si chiamava la scuola da te frequentata? In quale paese si trovava? Com‟era fatta la scuola (quante classi, quante aule e quante maestre…)? Quali altri spazi c‟erano a scuola oltre alle aule scolastiche? A cos‟erano adibite? Le aule erano grandi? Quali erano gli arredi scolastici e com‟era la loro disposizione all‟interno dell‟aula? I banchi erano comodi? Come erano disposti i banchi? C‟era la lavagna in classe? C‟era il riscaldamento? Esistevano i collaboratori scolastici? C‟erano le bidelle? C‟erano classi con alunni di un solo sesso? Quanti alunni c‟erano in una classe? Nella tua classe c‟erano degli alunni ripetenti? C‟erano alunni di altre religioni? Dovevano frequentare le lezioni si religione cattolica come gli altri? Che rapporti avevi con gli insegnanti? E con i tuoi compagni? Quale era la materia in cui andavi meglio? Quale era la materia in cui andavi peggio? Quale voto prendevi con più frequenza? Come si chiamavano i tuoi insegnanti? A quanti anni hai cominciato ad andare a scuola? Che anno era? AL TERMINE DEL QUESTIONARIO CHIEDI ALL‟INTERVISTATA SE HA CONTINUATO IL SUO PERCORSO DI STUDI OLTRE LA SCUOLA ELEMENTARE E QUALI ALTRE SCUOLE HA FREQUENTATO

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Esame questionari sulla scuola

10 gennaio 2013

Osservazioni sui questionari: Alunne non andate a scuola in Italia: nonne di Maria (Cina): 5. Si pagava; 20. Pingpong; 21: voto max.: 5; 29: no interrogazioni; 35: no grembiule; 40: non mangiavano all‟intervallo; 53: no bidelle; 56: no ripetenti; 57: no studio religione. Sì scuola media Christian (Svizzera): 14. Festività diverse dalle nostre; 19. Si studiava inglese; 21: voto max.: 1; 32. No punizioni corporali; 46. Dai 30 ai 45 alunni per classe; 51. C’era il riscaldamento; 64. Inizio frequenza a 7 anni (nel 1953) Emiljano (Albania): Festività diverse dalle nostre; 21. Voto max.: 5; 33. Ti tiravano sberle; 34. Divisa e grembiule; 36. Obbligatorio tenere i capelli raccolti; 51. Sì, con la legna portata da casa; 52. Non c‟erano collaboratori scolastici; 53. No bidelle; 57. Non c‟era religione; 64. Inizio frequenza a 7 anni (nel 1966) Nonne materne di: Angelica: 14. Festività diverse da oggi (v. esempi); 21. Voto non numerico all‟inizio (v. esempi); 23. Uno o due libri di testo (a seconda dell‟anno); 24. Sì materiale disegno (solo in V); 26. Si usava molto la brutta copia (interessante osservazione); 30. No. Saggi ginnici organizzati dal G.I.L. ; 31. Una suora insegnava religione; 34. Grembiule bianco; 37. Cartelle di cartone o pelle; 40. Panino con marmellata o cioccolata; 43. Scuola in via Epulo a Pola; 45. C‟era la palestra!; 51. C‟era una stufa; 55. Circa 40; 57. Bambina di religione ortodossa non obbligata a seguire religione; 64. Inizio frequenza a 5 anni (nel 1939). Sì scuola media + istituto magistrale e scuola di servizio sociale Alice: 16. La giornata scolastica inizia con il segno della croce e una preghiera; 23. Due libri di testo; 24. No materiale di disegno; 30. No recite o concerti; 35. Sì grembiule; 37. Cartella di stoffa; 40. Pane a merenda; 51. No riscaldamento. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1954). No scuola media Pietro: 14. Più festività di oggi; 19. Voto max.: 10; 27. Sì recite; 35. Anche una cintura; 42. In via Roma a Ceggia. Una bidella, la signora Ida, abitava in alcune stanze della scuola!; 49. Sì collaboratori scolastici; 60. Adele Fiscal e Pio Cristofoletti; 64. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1951). Daniele: 9. A servizio in delle case, apprendisti presso artigiani …; 25. Penna, pennino e calamaio; 43. A Cessalto, scuola “Marconi”; 47. Appesi al muro: cartelloni, carte geografiche, calendario; 63. Volpato Sergia. 64. Inizio frequenza a 5 anni (nel 1953). Sì scuola media (a Motta) + scuola superiore (a Oderzo) Enrico: 12 e 13. A scuola anche di pomeriggio a settimane alternate; 23. 5 libri di testo (è l‟unica a dare qs risposta?); 43. A Fossà, “Montegrappa”; 63. Moretto Vilma (?), don Pietro Zaros per religione. 64. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1949). Federico: 40 (ma 43). A Santa Maria di Campagna, San (?) Giovanni XIII; 60 (ma 63). Di Luca; Inizio frequenza a 6 anni Veronica: 6. Obbligatorio, ma alcuni non andavano comunque; 8. Obbligatorio fino alla terza; 13. Anche di pomeriggio per carenza aule; 17. Bambine vestite da piccole italiane e bambini da balilla per fare motoria; 43. A Musile, “Fossetta”; 47. Due foto di Mussolini e una del re Umberto di Savoia (?) “disposti nel muro davanti all‟entrata della scuola perché bisognava dargli il saluto”; 56. Anche uno che aveva ripetuto la prima elementare sei volte; 63. Dalla Bella Rotti Resi, Alice Treu, la bidella: Reginetta; 64. inizio frequenza a 6 anni (nel 1934) IN QS INTERVISTA MOLTI RIFERIMENTI AL FASCISMO Sara: 20. No ed. motoria (?); 36. Sì, sempre con le trecce; 43. A Fossalta di Piave; 54. Alunni di un solo sesso; 63. Bozzo Pia e sua sorella; 64. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1956) Frequenta scuola media professionale (Avviamento? Dove?) Luca: 7. No. Frequenta fino alla terza; 17. No motoria; 28. No verifiche; 43. A Ceggia, detta scuola lazzaretto (?); Mattia: 7. No obbligatorio; 33. Rifare i compiti più volte; 36. Obbligatori i capelli raccolti; 40. No cibo a merenda; 43. A Staffolo; 63. Edda Rana. 64. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1955) Nonne paterne di: 39


Alessia V.: 8. Obbligatoria per cinque anni; 13. A scuola anche di pomeriggio a turno;16. Molti esercizi alla lavagna, molta lettura; 21. Voto max.: lodevole; 24. Uso del compasso; 28. Solo i più bravi facevano le verifiche!; 30. Sì recite; 31. Due solo se c‟erano più di 40 alunni; 32. Bacchettate sulle mani; 33. In ginocchio sui sassi; 34. Grembiule nero, colletto bianco, fiocco rosso; 37. Cartella di stoffa; 43. A Torre di Mosto; 44. Maestra Ghibellini da Venezia; 45. No uffici, sì bagno; 51. Stufe a legna o a carbone; 64. Inizio frequenza a 7 anni (nel 1934). No scuola media Alex: 7. No obbligatoria frequenza; 20. No motoria; 43. A Staffolo; 63. Risotto Eda (da Venezia) e Romano Caterina. 64. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1947) Camilla: 20. No motoria; 28. No verifiche; 36. Obbligatori capelli raccolti; 39. No intervallo; 51. No riscaldamento; 53. No bidelle; 63. Maria Civita Scarpellino; 64. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1949); va a scuola in Lazio. Vittoria: nonna analfabeta. Giovanna Giove, n. il 9 settembre 1937 a Palaggianello (Puglia); ha 75 anni Lisa: 20. No motoria; 28. No verifiche; 43. A Tessera, “Carlo Collodi”; 45. Palestra dove si facevano le prove di canto; 63. Maria Fiozzo (?) Scala. 64. Inizio frequenza a 6 anni (nel 1950). Altre osservazioni: scuola elementare obbligatoria per 5 anni, ma non tutti ci andavano, si andava a scuola a piedi, 4 ore di scuola, ma non c‟è uniformità nell‟indicare l‟orario (8-12 o 8.30-12.30?), indicata diversa durata anche dell‟intervallo, più festività di oggi, no lingua straniera, due libri (lettura e sussidiario), ma non tutti dicono così, uso compasso e per i più non materiale di disegno, un docente per classe, grembiule nero con colletto bianco per i più, cartelle cartone, stoffa, riscaldamento con stufa a legna in genere; pane e frutta per merenda per lo più; alcune dicono no intervallo, alcune dicono che non si svolgevano verifiche, interrogazioni sì, alcune dicono che non c‟era motoria, non c‟è uniformità nell‟indicare il numero delle materie, recite sì e no, per alcune gli insegnanti usavano punizioni corporali, per altre no (erano comunque severi) Vedere risposte generali alle domande: 9, 25, 21 (alcuni lodevole – quelle che hanno frequentato negli anni Trenta, altri 10), … Verificare obbligo assolvimento scolastico negli anni in questione.

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1 febbraio 2013 Materiale in fotocopia a disposizione dell‟insegnante: pagelle (classi I-II-III-IV-VI scuola elementare di Ceggia primi anni ‟50); pagelle di II-III-IV-V primi anni ‟50; pagelle di I e V fine anni ‟50; pagella di IV primi anni ‟50; pagelle di I-II-IV primi anni ‟40; certificato di diploma elementare; due certificati corso professionale; diploma di avviamento; pagella avviamento; pagelle svizzere anni ‟50; foglio di congedo militare del 1925; foto di una signora (anni ‟30?); foto di un bersagliere e un soldato di frontiera PROGRAMMA DI LAVORO per venerdì 8 febbraio Tre gruppi si occuperanno di tre temi: II guerra mondiale (zona Motta) Vita contadina negli anni ‟40 e ‟50 (nella zona, specie Motta e Ceggia) La scuola negli anni ‟50 (a Ceggia) Tutti gli alunni della classe devono cercare e portare materiale utile per la ricerca (anche per gli altri gruppi) Maria … … nasce a Motta di Livenza nel 1944 o nei primi mesi del 1945 (TUTTI GLI ALUNNI DELLA CLASSE DEVONO CERCARE FOTO DI SOLDATI, BOMBARDAMENTI… E NOTIZIE SU SECONDA GUERRA MONDIALE IN ITALIA – VEDI, PER ESEMPIO, LIBRO SU LIBERTAS CEGGIA –- E NELLA ZONA DI MOTTA – PORTA MATERIALE L‟INSEGNANTE)…

Fanno ricerca e lavoreranno su questo aspetto per venerdì 8: DANIELE, ALEX, FEDERICO, ENRICO

…da una famiglia contadina – TUTTI GLI ALUNNI DELLA CLASSE CERCHERANNO IMMAGINI DI VITA CONTADINA CON LA DATA – CASE COLONICHE, ATTREZZI AGRICOLI, PERSONE IN ABBIGLIAMENTO CONTADINO… - E NOTIZIE SULLA VITA QUOTIDIANA DELLE FAMIGLIE CONTADINE ANNI ‟40 – decideremo in seguito il numero dei familiari.

Fanno ricerca e lavoreranno su questo aspetto per venerdì 8:

… va a scuola a Ceggia. AMBIENTE E VITA SCOLASTICA (UTILIZERANNO I QUESTIONARI E LE PAGELLE – TUTTI GLI ALUNNI DELLA CLASSE DEVONO PORTARE FOTO DI SCOLARESCHE E INSEGNANTI CON DATE)

Fanno ricerca e lavoreranno su questo aspetto per venerdì 8:

ANGELICA, PIETRO, VERONICA, SARA

ALESSIA V., CAMILLA, LISA, EMILJANO

DA ORGANIZZARE LAVORO PER LUCA, MATTIA, MARIA, VITTORIA, ALESSIA H., CHRISTIAN, ALICE (se prenotata aula PC I e IV ora, con collega De Luisa cercheranno immagini su internet (Luca, Christian, Vittoria) e notizie (Alessia H., Alice, Maria, Mattia) attinenti agli argomenti affrontati dagli altri 3 gruppi. Non scaricare tutto quello che si trova, ma fare una scelta oculata e – IMPORTANTE – indicare sempre l‟indirizzo del sito utilizzato. --

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8 febbraio 2013 Lavorano in aula computer per due ore i gruppi: Mattia, Maria, Alice, Alessia H.: su lavori dei bambini negli anni Cinquanta. Cercano su internet immagini e testi. Trovano una pagina sulla vita contadina (pare zona Treviso, di quegli anni) e una ricerca sul passato, simile alla nostra. Passano questo materiale al gruppo che si occupa della vita contadina. Mattia ha portato diverse foto, ma non abbiamo avuto il tempo di guardarle. Lavorano in armonia, partecipano tutti. Luca, Christian, Vittoria: sui giochi dei bambini contadini dell’epoca. Trovano descrizioni di alcuni giochi e delle immagini. Luca aiuta i compagni dei vari gruppi a risolvere problemi di ordine tecnico. Alex, Enrico e Federico (Daniele è assente): sulla 2^ guerra mondiale. Alex ed Enrico cercano notizie in internet sulla seconda guerra mondiale in generale e in Italia e sull‟occupazione tedesca in Italia (do loro indicazioni sulla brevità che devono avere i testi in questione, ma faticano a individuare il materiale ad hoc e a sintetizzare quanto trovato). Federico, nel pc accanto, lavora con la mia tesi di laurea, dalla quale cerca di ricavare informazioni sulla Motta del ‟44-‟45. Angelica, Pietro, Veronica e Sara: sulla vita contadina. Cominciano a stendere un testo a computer, servendosi delle notizie che hanno reperito (Angelica anche dal volume Mala aria). Porto loro un paio di volumi sulla vita contadina (uno sulle donne in particolare). Sara ha portato immagini di vita nei campi (che abbiamo fotocopiato – ha tutto lei) e di una casa colonica. Alessia V., Camilla e Lisa: sulla scuola. Scrivono un testo su Maria a scuola, servendosi delle informazioni e dei documenti trovati finora. Portano a casa i questionari che i compagni hanno somministrato alle nonne per continuare il lavoro. Viene chiesto a tutti i gruppi di trovarsi a casa almeno una volta prima di venerdì prossimo per continuare con il lavoro e ai singoli alunni di cercare e portare materiale utile e di chiedere ai nonni di parlare loro, in particolare, dei giochi di una volta.

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15 febbraio 2013 Si lavora per tre ore in aula pc. I gruppi sono i medesimi della lezione precedente: Mattia, Maria, Alice, Alessia H. proseguono il loro lavoro di ricerca su internet con serietà, ma faticano a trovare informazioni sull‟argomento assegnato. Alla fine dell‟ora hanno assemblato circa mezza facciata + una foto, ma rintracciano informazioni utili agli altri gruppi, che trasmettono. Mattia ha portato nuovamente le foto, ma anche oggi non ho avuto tempo di guardarle. Gli ho detto di continuare comunque a portarle, perché saranno senz‟altro utili e, il prima possibile, viste! Luca, Christian, Vittoria rielaborano una parte di testo passata loro da Pietro (che era stato dato a Pietro il venerdì precedente dal gruppo di Mattia). Mi mostrano, a inizio ora, i testi e le immagini sui giochi trovati la lezione precedente. Alex, Enrico, Federico, Daniele. Alex ed Enrico mi mostrano il lavoro prodotto venerdì scorso. Gli contesto i contenuti del paragrafo sulla II guerra mondiale in Italia, che poi rivedranno durante l‟ora. Gli suggerisco di aggiungere un trafiletto sulla lotta partigiana. Durante l‟ora lamentano difficoltà a trovare in internet notizie sulla II g. m. in Italia. Faccio notare loro che la cosa è assolutamente impossibile! Federico e Daniele terminano l‟estrapolazione di notizie dalla mia tesi di laurea (non sono riuscita a controllare il loro lavoro). Assegno loro una ricerca di immagini su internet relative a Motta e Ceggia negli anni ‟40 e ‟50, da salvare in un‟apposita cartella. Angelica, Pietro, Veronica e Sara. Hanno continuato col lavoro a casa. Mi siedo con loro. Riguardiamo insieme tutto e a mano a mano suggerisco loro ulteriori tematiche da approfondire, fonti da ricercare ecc…, inserendo il tutto nel loro testo, tra parentesi e scritto in grassetto corsivo. Il testo così modificato (dal titolo Vita contadina) viene stampato. Ogni alunno del gruppo ne porterà a casa una copia e si occuperà di approfondire una o più delle tematiche emerse. Pietro ha estrapolato dal libro che ha letto dei proverbi che vorrebbe inserire nel testo. Il gruppo lavora bene. Alessia V., Camilla, Lisa, Emiliano. È il gruppo con cui interagisco di più, lavorando sul loro testo con le medesime modalità adoperate col gruppo di Angelica. Il gruppo è partecipe e interessato. Torniamo in classe un po‟ prima del termine dell‟ora (la terza di lavoro) per approntare il lavoro di ricerca da fare a casa nelle due settimane successive (l‟aula pc è stata prenotata da un collega per il prossimo venerdì, ma tant‟è: io avevo previsto di fare il compito d‟italiano. Poco male!). Tutti gli alunni dovranno cercare a casa informazioni relative agli approfondimenti che ho chiesto di fare ai due gruppi che ho affiancato oggi, in modo da fornire notizie utili a questi due gruppi perché proseguano col lavoro (per esempio chiedere ai nonni di raccontare una lezione scolastica che si ricordano e molto altro Vd. i due doc. prodotti oggi con i due gruppi in questione – Vita contadina e Maria a scuola). Ad Alessia H. viene assegnato il compito di stendere l’elenco degli oggetti che i compagni rinverranno a casa o presso i nonni, utili per la nostra ricerca e da esporre in un‟eventuale mostra da allestire (il prossimo anno?) La prossima lezione sarà venerdì 1 marzo. Ho promesso al gruppo di Mattia che inizierò da loro il mio giro per fare il punto sul lavoro. Devo controllare il lavoro svolto da Federico e Daniele. Dobbiamo mettere insieme i dati significativi raccolti dagli alunni nelle due settimane. Oggi, a casa, ho pensato all‟eventualità di fare un cartellone da appendere in classe per avere chiari i ruoli di ciascuno in questo percorso di lavoro.

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CARTELLONE RUOLI Dal 30.11: Responsabili conservazione documenti: Pietro e Alex Dal 7.12: Responsabili registrazione fonti bibliografiche disponibili e usate: Angelica e Mattia Responsabili registrazione fonti materiali disponibili: Alex e Daniele Responsabili raccolta spunti per la ricerca: Federico ed Enrico Dal 21.12. Gruppi di lavoro a scuola e a casa: Lisa, Vittoria, Alessia V., Alex (esame materiale + analisi Ceggia. Immagini ritrovate) Alessia H., Camillla, Sara, Christian, Luca (esame materiale + stesura canovaccio II parte storia di Maria) Federico, Veronica, Enrico, Maria, Pietro (esame materiale + stesura canovaccio I parte storia di Maria) Alice, Angelica, Mattia, Daniele (esame volumi) Dallâ€&#x;08.01: Leggono: Angelica: Mala aria Pietro: Il pane nella sporta Dallâ€&#x;01.02: Gruppi di lavoro a scuola e a casa: Daniele, Federico, Alex, Enrico (II guerra mondiale) Angelica, Pietro, Veronica, Sara (la vita contadina) Alessia V, Lisa, Camilla, Emiliano (Maria a scuola) Luca, Christian, Vittoria (i giochi dei bambini) Mattia, Alessia H., Maria, Alice (il lavoro dei bambini)

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CALENDARIO ATTIVITĂ€ 29 settembre Presentazione attivitĂ Consegna questionario per raccolta dati 06, 13, 19 ottobre, 23 novembre Raccolta dati e loro tabulazione: costruzione tabelle; osservazioni 30 novembre Brain storming per far emergere fonti a disposizione; presentazione prossime tappe di lavoro Dal 30.11: Responsabili conservazione documenti: Pietro e Alex 7 dicembre Stesura bozza questionario sulla scuola Registrazione fonti e spunti di ricerca Dal 7.12: Responsabili registrazione fonti bibliografiche disponibili e usate: Angelica e Mattia Responsabili registrazione fonti materiali disponibili Alex e Daniele Responsabili raccolta spunti per la ricerca Federico ed Enrico 19 dicembre Consegnati questionari sulla suola da somministrare alle nonne 21 dicembre Lavoro di gruppo: analisi materiale Dal 21.12 Gruppi di lavoro a scuola e a casa: Lisa, Vittoria, Alessia V., Alex (esame materiale + analisi Ceggia. Immagini ritrovate) Alessia H., Camillla, Sara, Christian, Luca (esame materiale + stesura canovaccio II parte storia di Maria) Federico, Veronica, Enrico, Maria, Pietro (esame materiale + stesura canovaccio I parte storia di Maria) Alice, Angelica, Mattia, Daniele (esame volumi) 8 gennaio Raccolti questionari Dal 08.01 Leggono: Angelica: Mala aria Pietro: Il pane nella sporta 11 gennaio Osservazioni sulle risposte ai questionari 1 febbraio Esame materiale a disposizione in fotocopia Definizione ambiti di ricerca per i prossimi lavori di gruppo Dal 01.02 Gruppi di lavoro a scuola e a casa: Daniele, Federico, Alex, Enrico (II guerra mondiale) Angelica, Pietro, Veronica, Sara (la vita contadina) Alessia V, Lisa, Camilla, Emiliano (Maria a scuola) Luca, Christian, Vittoria (i giochi dei bambini) Mattia, Alessia H., Maria, Alice (il lavoro dei bambini) 8 febbraio Lavoro di gruppo in aula pc 15 febbraio Lavoro di gruppo in aula pc RICHIEDERE: A Lisa, Vittoria, Alex, Alessia V. : foglio con notizie tratte dal libro Ceggia. Immagini ritrovate

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01 marzo 2013 Si lavora in aula pc. Gruppo Angelica & company ha lavorato senza gran supervisione, per conto proprio. Federico e Daniele hanno terminato il lavoro su 2^ g. m. zona Motta e lavorano sullo zuccherificio (devono continuare per casa, insieme a Enrico e Alex). Enrico e Alex hanno terminato lavoro su 2^ g.m. Gruppo Mattia & c. ha terminato pagina sul lavoro minorile. Gruppo Lisa & c. ha aggiunto parti al suo lavoro. Gruppo Vittoria & c. deve semplificare /ridurre le pagine sui giochi. Materiale: Pietro porta un oggetto del calzolaio (anni „20); Alessia V. porta foto (di uno zio morto sul Don, …); Luca porta foto di lavoranti in zuccherificio (splendide!) e di un nonno o bisnonno in divisa; Angelica porta foto di una classe femminile del 1917 (con un maestro in divisa) e una classe maschile. Si ritornerà in aula pc il 15 marzo. Per quel giorno devono continuare col lavoro a casa e l‟insegnante deve predisporre l‟attività futura. 02 marzo 2013 I ragazzi fanno delle proposte su come proseguire l‟attività: -Pietro: somministrare un altro questionario alle nonne per decidere come andare avanti. Partire da un evento felice, per esempio un compleanno, per descrivere come veniva vissuto (ven 15 marzo tutti devono portare una breve descrizione dei festeggiamenti per i compleanni dei bambini e degli adulti negli anni ‟50): il gruppo di Mattia farà una sintesi di questo materiale; chiedere ai nonni se hanno vissuto l‟alluvione. -Mattia: riprendere gli stessi argomenti (giochi, tipi di lavoro, ecc…) approfondendoli. Ricercare altre informazioni sugli anni ‟40 nei libri; le invenzioni tipiche di quel tempo. -Veronica: approfondire l’argomento se Maria parlava dialetto oppure no. -Luca: cosa facevano i coetanei di Maria (e Maria) il pomeriggio. -Enrico: informarsi sulle tradizioni di quel periodo (bruciare la “casera” o “pan e vin”, …). -Alessia V.: come festeggiavano le feste (Natale, Pasqua, ecc…). -Federico: informarsi se i genitori seguivano i figli (sul rapporto genitori-figli): ci stanno già lavorando Angelica & c. -Angelica: ricette tipiche di quel periodo. -Sara: come si vestivano. Vedere foto, vestiti … -Christian: se andavano spesso a messa (rapporto con la religione, …) -Lisa: malattie di quel periodo … -Alex: se c‟erano periodi di crisi ...

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15 marzo 2013 In aula PC. L‟insegnante indica l‟attività da svolgere, portare avanti o terminare nel corso della mattinata e preannuncia che al termine darà indicazioni su come proseguire il lavoro. Il gruppo di Mattia & C. raccoglie i testi portati dai compagni su come si festeggiavano i compleanni e formula un testo. Il gruppo di Angelica & C., che ha continuato il lavoro a casa, termina a scuola la stesura del testo Vita contadina. Il gruppo di Christian, Vittoria e Daniele continua a sintetizzare e semplificare il materiale informativo trovato su i giochi del tempo. Nella fase finale della mattinata viene loro assegnata la stesura di un testo narrativo su un ipotetico pomeriggio di gioco di Maria e i suoi fratelli. Iniziano a scriverlo. L‟insegnante rivede, insieme al gruppo che ne è autore, il testo Maria a scuola e apporta ulteriori correzioni. Il gruppo di Federico & c. ha portato un testo sullo zuccherificio (che l‟insegnante non ha fatto in tempo a controllare). Federico e Alex scrivono un breve a testo sulla situazione a Motta di Livenza quando nasce Maria (1945). Al termine della mattinata l‟insegnante salva in usb il vario materiale prodotto per controllarlo e correggerlo e assegna i compiti a seguire: Ai due gruppi che si sono occupati della Vita contadina e della storia di Maria a scuola viene chiesto di incontrarsi a casa per mettere insieme i due testi nei quali, poi, dovranno essere incastonati anche gli altri. Al gruppo di Mattia & C. viene assegnato l‟incarico di scrivere una breve storia dell‟emigrazione italiana tra il 1945 e gli anni ‟60 circa. Federico, Alex e Luca dovranno raccontare lo zuccherificio di quegli anni e spiegare il trasferimento di Maria da Motta a Ceggia (papà che va a lavorare allo zuccherificio…) Nel pomeriggio l‟insegnante corregge i testi prodotti dai ragazzi e, in alcuni, inserisce suggerimenti per ulteriori sviluppi. 16 marzo 2013 Dopo aver visto i testi prodotti il giorno prima, l‟insegnante 1) incarica gli alunni di raccogliere una serie di informazioni utili ad arricchire i vari testi e di cercare immagini adatte (le richieste fatte sono specifiche); 2) stampa, fotocopia e consegna agli alunni i testi rivisti e corretti, in modo che possano partire da quella versione per proseguire l‟attività; 3) dà ulteriori indicazioni su come impostare il lavoro da consegnare per il 5 aprile; 4) anticipa che l‟attività, poi, proseguirà con un approfondimento della questione “emigrazione”, quindi 5) ipotizza l‟eventualità che Maria possa avere uno o più parenti emigrati anche in Paesi diversi e che un momento particolarmente importante sia vissuto in famiglia quando arrivano le lettere di questo/i parente/i, 6) perciò chiede di cominciare già a iniziare questa ulteriore ricerca, volta a scoprire se nella propria famiglia ci sono stati emigrati, dove sono andati, se se ne conservano delle lettere e così via …

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Per venerdì 5 aprile: Per tutti: Cercare aneddoti, notizie su Pio Cristofoletti e Adele Fiscal Chiedere che negozi c‟erano a Ceggia nei primi anni ‟50 (in piazza in particolare) Scrivere l‟attività tipica che si svolgeva a scuola. Per es. dettato, lettura … Raccontare un episodio curioso avvenuto a scuola (se c‟era un alunno particolarmente “asino” …); chiedere se era difficile mantenere l‟attenzione per tutta la mattinata, … Chiedere ai nonni di raccontare qualche contenuto specifico delle lezioni… Chiedere ai nonni una descrizione del cortile della scuola elementare di Ceggia Chiedere informazioni su alunni ripetenti: Chi? Quanti? Disturbavano? Venivano puniti? Come? Facevano i dispetti ai compagni? Erano violenti? Cercare una foto di un alunno con un pennino… (Angelica ha foto di classe che scrive, ma probabilmente non mista) (Federico ce l‟ha!!!) Trovare una foto di villa Bragadin Decidere quanti sono i familiari di Maria (chi possiede foto utili, si orienti considerando i soggetti) Per gruppo Mattia. Alice, Alessia H., Maria: lavoro di ricerca sull‟emigrazione italiana negli anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale SOLO PER DANIELE: portare disegno coi cerchi …

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Anno scolastico 2013/2014

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PROMEMORIA PER LEZIONE DEL 10 GENNAIO 2014 Vedere insieme testo assemblato Vita contadina e scolastica. Inserire nel testo (decidere dove e come): Inserto sui giochi – testo espositivo-informativo (sintetizzare e scegliere foto)

Christian e Vittoria devono costruirlo Aiutati da Daniele ed Enrico

Testo sul pomeriggio di Maria (finito?)

Fatto da Daniele ed Enrico

Testo sui compleanni di Maria bambina e ragazzina

Già fatto

Testo su emigrazione italiana

Già fatto

Testo su zuccherificio

Alex e Federico

Testo su seconda guerra mondiale in generale

Già fatto

Testo situazione a Motta quando nasce Maria

Alex e Federico

Testo sul lavoro minorile

Già fatto

Foto

Quali? Dove?

RICERCHE per le lezioni successive: FOTO DI COMPLEANNI TESTIMONIANZE E FONTI MATERIALI SUL FENOMENO MIGRATORIO RESPONSABILI: FONTI BIBLIOGRAFICHE: Angelica e Mattia (scrivere elenco libri e siti utilizzati, anche consultando i compagni) FONTI MATERIALI: Alex e Daniele (scrivere elenco fonti materiali – foto, pagelle ecc…, anche consultando i compagni) Diario di bordo 10 gennaio 2014 Oggi abbiamo ripreso in mano l‟attività, che abbiamo denominato di “storia matrilineare”, iniziata lo scorso anno scolastico e interrotta a metà aprile per esigenze di programma. A casa l‟insegnante aveva assemblato i due testi base prodotti dagli alunni su cui continuare a lavorare e una serie di indicazioni di massima da dare agli alunni per proseguire l‟attività (vd. PROMEMORIA PER LEZIONE DEL 10 GENNAIO 2014); aveva, inoltre, ricapitolato il materiale documentario e fotografico a disposizione e gli incarichi assegnati agli alunni. Sono state necessarie tutte le tre ore di lezione per rivedere insieme, con l‟ausilio della LIM, il testo assemblato, sull‟infanzia di Maria (sul quale, a mano a mano che procedevamo con la lettura, segnalavamo eventuali puntualizzazioni o approfondimenti da fare), e assegnare agli alunni i compiti da svolgere per la continuazione dell‟attività. Mentre l‟insegnante svolgeva questo lavoro, un segretario – Federico – verbalizzava le osservazioni più importanti, suddividendole poi in tre punti principali: 1) compiti assegnati alla classe per il 24 gennaio, 2) osservazioni sulle note al testo e relativi punti da chiarire; 3) osservazioni varie (alcune, ancora, riferibili alle note al testo esaminato insieme (vd. Appunti sulla lezione presi da Federico: STORIA MATRILINEARE 10/01 Veronica e Angelica hanno chiesto se possono portare il racconto di una storia risalente al periodo della seconda guerra mondiale e abbiamo, perciò, deciso di inserirle, se ne varrà la pena, tra degli ipotetici racconti fatti nella stalla durante il cosiddetto “filò”: l‟insegnante ha creato una cartellina apposita (STORIE PER IL FILÒ). Com‟eravamo rimasti d‟accordo lo scorso anno, abbiamo stabilito di dedicarci, in particolare alla tematica dell‟emigrazione, sulla quale Lisa, Federico, Veronica, Pietro, Alice ed Enrico pensano di avere materiale, mentre Alessia V. ha già portato una breve storia di emigrazione in Venezuela. I ragazzi si sono dimostrati entusiasti all‟idea di riprendere quest‟attività. Bene, ma mi aspettano giorni molto impegnativi!!! 50


Appunti sulla lezione presi da Federico STORIA MATRILINEARE 10/01 X 24/01: Christian ed Enrico devono costruire una breve storia di una ragazza italiana in Svizzera nata nel „38/40 + foto e doc.; Tutti portano le proprie foto con la data riportata per ognuna; Tutti si fanno raccontare una lezione scolastica; Angelica costruisce una breve storia sulla recita del Vangelo; Lisa, Camilla e Vittoria finiscono l‟inserto sui giochi; Alex e Federico completano e sistemano i testi sullo zuccherificio e sulla situazione di Motta quando nasce Maria; Tutti portano foto di compleanni prima degli anni ‟60; Tutti cercano informazioni sull‟emigrazione. Osservazioni sul testo finora prodotto: Nota 2: almeno due fratelli più grandi di lei (una sorella già più grande). Nota 6: approfondire il tipo di cereali. Nota 7: particolare attenzione alla foto (no casa ad un piano). Nota 8: aggiungere episodio da testimonianza orale della nonna di Pietro. Nota 9: verificare il nome del farmacista. Nota 12: Pietro ha diverse foto di villa Bragadin. Nota 17: sistemare meglio quella parte e aggiungere un piccolo trafiletto sull‟emigrazione italiana (da porre a fondo pagina? Con sfondo giallino? Con un altro carattere?) Nella seconda parte ricordarsi di trarre immagini dai libri: La piazza di Ceggia e Ceggia, immagini ritrovate. Inserire una foto di una pagella fascista (Veronica, Daniele, Federico e Christian). Inserire foto di saggio ginnico tratto da La piazza di Ceggia? Considerare ipotesi di far parlare Maria in prima persona per alcune parti del testo (per esempio quando si parla della scuola). Si introduce con una premessa (si fa in gruppo? Si fa alla fine!). Verificare se si tratta di avviamento per la sesta e la settima ora. Pesante ripartizione dei voti: semplificare. Pesante spiegazione sui bachi di seta? Fare un inserto? Verificare cosa sono le rughe. Diario di bordo 15 gennaio 2014 Oggi Alice ha portato alcune foto di emigrazione in Argentina (e la loro descrizione). L‟insegnante le ha scannerizzate e salvate nel suo pc. 24 gennaio 2014 Portano foto: Alice: una bellissima foto grande di una scolaresca (classe) del 1947 + altre (alcune con descrizione) Pietro (parecchie, di soldati, famiglie ecc… - già registrate da Alex - in fotocopia in cartellina) Daniele (6. Ambito scolastico, anni ‟50) Federico (varie: un alunno, bisnonno in divisa, coppia anni ‟40, …) Camilla (famiglia anni ‟50-‟70) Christian (due bambine + cartoline) Testi: descrizione di una lezione (Alice) “ (Enrico e Christian) Situazione a Motta 1945 e zuccherificio (Alex e Federico) (corretti dall‟insegnante e in pc) Giochi (Lisa, Camilla, Vittoria) in usb/pc 51


Angelica deve inviare via mail: testi su recita e discorso delle comari Veronica e Sara dovrebbero portare testi su emigrazione Lunedì 27 gennaio, Veronica anche foto 28 gennaio 2014 Oggi ho prenotato l‟aula pc, per me, la III ora e, per la classe, la V. Nell‟ora libera ho inserito nel desktop di quasi tutti i pc in aula il testo base sull‟infanzia di Maria e alcuni altri, mettendo tutto in una cartella per comodità. La V ora ho diviso la classe in quattro gruppi, già predisposti a casa, per farli lavorare su: Esame e scelta delle foto da inserire, tra quelle a disposizione (Alice, Alessia V., Federico, Alex, Sara) Esame materiale a disposizione sull‟emigrazione e ipotesi di utilizzo (Pietro, Daniele, Luca, Vittoria, Veronica) Esame testi già prodotti e scelta loro collocazione all‟interno del testo base (Mattia, Angelica, Christian, Camilla) Esame materiale già prodotto sui giochi e semplificazione dello stesso (Enrico, Lisa, Alessia H., Emiliano). Enrico, però, è uscito la V ora e non ha potuto partecipare all‟attività. Ogni gruppo si è piazzato davanti a un pc (in precedenza avevo già verificato quali erano troppo lenti per lavorarci) e ha iniziato l‟attività. Ho consegnato a tutti i gruppi il materiale con cui lavorare e un foglio di protocollo all‟interno del quale conservarlo e inserire nuove produzioni. Alla fine dell‟ora ho chiesto a coloro che avevano una chiavetta usb di salvarsi il testo base per guardarselo a casa e farsi venire nuove idee da condividere, poi, col gruppo durante la prossima lezione. Osservazioni: Pietro ha cominciato a leggere il diario che dovremmo utilizzare per un ipotetico fidanzato della sorella di Maria (nata nel ‟38, si chiamerà Anna). 30 gennaio 2014 Oggi abbiamo lavorato per quasi tre ore in aula pc. Il gruppo che doveva mettere insieme e sintetizzare il testo sui giochi è riuscito a condensare il tutto in una facciata A4 e ha salvato in un altro documento le foto da utilizzare, se lo riterremo utile. Il gruppo che ha lavorato sull‟emigrazione ha utilizzato la testimonianza della nonna di Christian per scrivere una lettera di un‟amica di Maria, dalla Svizzera (il gruppo che lavora sulle foto ha individuato una foto da poter inserire nella lettera – due bambine con la veste della Prima Comunione) e la testimonianza della nonna di Veronica per ricostruire un colloquio tra una zia di Maria – emigrata, ma in visita – e la mamma di Maria. A questo gruppo spetta articolare un discorso sull‟emigrazione, usando le fonti a disposizione. Il gruppo che si occupa di reperire le foto da inserire nell‟opuscolo, ne ha selezionate una ventina, attribuendo agli individui ritratti rapporti di parentela con Maria, età e via dicendo. Oggi pomeriggio Alex e Federico dovrebbero incontrarsi a casa di Daniele per scannerizzare le foto scelte. Il gruppo che si dedica all‟inserimento dei testi nel testo base, ha assemblato i vari testi a disposizione. Bisognerà aggiungervi quelli nuovi portati oggi da Angelica (quello sulle comari che assistono alla nascita di Maria e quello sulla recita scolastica). Enrico ha portato un bellissimo documento: un permesso per la macellazione del maiale del 1946. 31 gennaio 2014

Oggi abbiamo lavorato per circa due ore in aula pc. Il gruppo che ieri aveva terminato la riduzione del materiale sui giochi, oggi si è dedicato a un lavoro extra: la realizzazione di un cartellone sul dottor Korczac, il pedagogo ebreo polacco di cui abbiamo letto in classe la biografia e su cui abbiamo visto il film (era assente Lisa). Il gruppo che si occupa di organizzare in uno unico i vari testi prodotti ha integrato al testo base a disposizione ieri mattina due brani formulati da Angelica e rivisti da me ieri pomeriggio, quello sulla recita scolastica e quello sulle “comari”, e il testo sulla seconda guerra mondiale prodotto, a suo tempo, da Alex, Daniele, Federico ed Enrico. Hanno giustamente osservato che questo testo risulta un po‟ troppo lungo. Vedremo che collocazione dargli e se ridurlo o meno … 52


Al termine del lavoro, hanno stampato quest‟ultima versione ottenuta, per rivederla a casa e poter così suggerire, con cognizione di causa, modifiche, aggiunte, collocazioni ecc… la prossima volta che vi lavoreremo. Il gruppo che si occupa dell‟emigrazione (Veronica era uscita la seconda ora) si è diviso i compiti: Luca, Daniele e Vittoria hanno terminato l‟elaborazione dei testi da inserire nella loro parte; Pietro ha letto il diario dell‟emigrato in Svizzera che abbiamo a disposizione, ma non ci ha trovato niente che lo interessasse e, quindi, non ha scelto alcuna parte da utilizzare per la nostra ricerca. Dopo averlo visto, ho suggerito loro di trasformare una parte del testo prodotto, usando un registro più colloquiale, in modo da simulare una conversazione – come richiedeva il contesto all‟interno del quale questo testo era inserito: si sono divisi e hanno scritto due testi, poi io li ho letti e ne ho scelto uno. A casa Daniele lo trascriverà a pc. Il gruppo che si occupa delle foto ne ha scelte altre e i ragazzi che avevano scannerizzato le foto scelte ieri, le hanno salvate in pc con relative didascalie, ognuna, però, in una cartella diversa, perciò ho chiesto a Luca, di metterle tutte in una, a casa. Siamo rimasti d‟accordo che riprenderemo il lavoro tra due settimane. Intanto, io vedrò di tirare le fila, per organizzare la prossime fasi. 08 aprile 2014 Oggi ho mostrato ai ragazzi la prima impaginazione approssimativa dell‟opuscoletto –realizzata con Publisher (programma che ho aperto per la prima volta in vita mia qualche giorno fa). A loro è piaciuto molto! Abbiamo, poi, raccolto insieme le idee per scrivere una prefazione e una postfazione: Prefazione IL TUTTO IN FORMA MOLTO DISCORSIVA: -Chi siamo, come abbiamo lavorato, i motivi che ci hanno spinto a realizzare questo progetto (Concorso, voglia di costruire un “prodotto” solo nostro e originale, ....) -In cosa consiste il lavoro -Puntare l‟attenzione sulla multidisciplinarietà e l‟interdisciplinarietà di questo lavoro.

Postfazione -Spiegare che a causa dei tempi scolastici non si è riusciti a portare a termine il progetto iniziale e dire che, allora, abbiamo pensato di passare il testimone a un‟altra classe affinché continui il lavoro di ricerca da noi iniziato (discorso finale della postfazione) -porre l‟attenzione sulla provenienza delle foto (e quindi sull’originalità delle fonti) -quanto il progetto è piaciuto alla classe (è piaciuto: lavorare in gruppo, usare le fonti – guardare e confrontare le foto, per esempio -, scoperta di diverse curiosità e apprendimento di nuove conoscenze, scoprire cose sulle nostre famiglie che prima non sapevamo, far rivivere ai nostri familiari – specie i nonni – il loro passato…)

Infine ho chiesto due o quattro volontari per scrivere questi testi. Angelica si è offerta di scrivere la postfazione, Daniele la prefazione. Daniele avrebbe preferito essere affiancato da qualcun altro. Al momento non si era offerto nessuno, ma poi Mattia si è lasciato convincere. Ho assegnato questo compito per il 16 aprile. 09 aprile 2014 Oggi ho assegnato un nuovo incarico ad Alex, Alessia V., Alessia H. e Federico: devono portarmi, per il 16 aprile, un elenco delle fonti (bibliografiche, materiali, multimediali ecc…) per il 16 aprile. Devono mettere insieme informazioni che avrebbero dovuto aver già raccolto a mano a mano. Ho suggerito di indicarle anche in modo molto generico, se non riescono a farlo con precisione (discorso che vale soprattutto per i siti internet, che non sempre – quasi mai – hanno registrato) 53


23 aprile 2014 Il lavoro è concluso. Non c‟è alternativa, ormai l‟anno scolastico sta per finire. Non rimane che salvarlo in pdf, stamparlo e vedere come viene. Bisognerà restituire tutte le foto agli alunni, fornire loro una copia dell‟opuscolo e sperare che siano soddisfatti dei risultati raggiunti. Abbiamo tutti lavorato parecchio e con impegno, cercando di fare del nostro meglio. Le risorse che avevamo a disposizione erano piuttosto limitate, ma ci ha supportato l‟entusiasmo. Ci siamo avvalsi dell‟aiuto di diverse persone, in particolare di alcuni genitori sempre disponibili, e di alcuni docenti - i colleghi di sostegno alla classe e la vicaria dell‟Istituto Comprensivo cui apparteniamo. Siamo partiti con l‟intenzione di realizzare un progetto ambizioso - troppo ambizioso per le nostre forze - e strada facendo abbiamo aggiustato il tiro, rendendoci conto dei nostri limiti. Speriamo di aver realizzato un prodotto dignitoso, ma sappiamo che la cosa più importante è stato il percorso (un po‟ come nella vita!) che abbiamo condiviso: un percorso di crescita, che ci ha aiutato a conoscerci meglio, a imparare a lavorare insieme, a sviluppare alcune potenzialità, a esercitare specifiche abilità. Nonostante il suo limitatissimo expertise informatico, nella fase finale dell‟attività l‟insegnante è intervenuta un po‟ di più rispetto a quanto avesse fatto in precedenza, perché nessun alunno riteneva di essere sufficientemente esperto nell‟uso di software adatti a realizzare un opuscolo. Il risultato è stato quello che si vede: un prodotto certamente non raffinato, ma effettivamente realizzato da una scolaresca e la propria insegnante, con qualche piccolo aiuto da parte di altri adulti di riferimento. Vorrei ringraziare, oltre a quelle sopra citate, altre tre persone: la Dirigente Scolastica che ha prestato servizio presso il nostro Istituto Comprensivo nei due anni scolastici che hanno preceduto quello in corso, “responsabile” di avermi suggerito l‟idea poi sviluppata con questo progetto, la signora Silvia Zetto, che mi ha dato dei consigli importanti nella fase di avvio del lavoro e l‟attuale Dirigente Scolastica dell‟Istituto Comprensivo “Marconi” di Ceggia, che ci ha supportato nella realizzazione pratica dell‟opuscolo.

L’insegnante di lettere della classe III B dell’Istituto Comprensivo “Marconi” di Ceggia

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