Luglio :agosto 2017

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T ablet incontra di Paola Ferrini

A Centro Giano

un posto in paradiso per le arti nobili

tablet

Cultura, teatro, musica, canto e tanto altro. Sono solo alcune discipline integrate di recente nelle attività parrocchiali per volere di Don Enzo, il parroco di Santa Maria del Ponte e San Giuseppe, la chiesa di Centro Giano che coinvolge un bacino d’utenza di 3500 persone residenti e quindi di credenti e non credenti, di giovani e anziani, di donne e bambini, di italiani e stranieri. La comunità è stata fondata negli anni settanta da Monsignor Luigi Di Liegro, (solo Don Luigi per i parrocchiani di Centro Giano) e da egli stesso seguita personalmente anche dopo la nomina a Direttore della Caritas Diocesana di Roma e oltre, fino agli ultimi giorni di vita di questo straordinario sacerdote che tanto del bene ha saputo fare a chi aveva bisogno di aiuto, di una dimora, di un piatto caldo per sfamarsi, di una mano per risollevare la testa e magari ricominciare a marciare sulla forza delle proprie gambe. Negli anni ’80 fu lui a promuovere e realizzare in tutta Roma ostelli e mense per i poveri, luoghi d’accoglienza per i senza tetto e per i più disagiati. Dopo la sua scomparsa, la comunità parrocchiale di Centro Giano ha avuto un lungo periodo di declino e l’attività istituzionale si limitava alle funzioni religiose dei giorni festivi e poco più, senza veri tentativi d’aggregazione dei fedeli e dei cittadini generalmente non frequentanti gli ambienti ecclesiali, fin quando è giunto come parroco Don Enzo il quale, una volta studiata la situazione, la fruibilità degli spazi prospicienti la chiesa, la disponibilità di alcuni parrocchiani a collaborare su nuovi progetti per il coinvolgimento delle persone del quartiere sotto un profilo di carattere culturale anziché attraverso un approccio esclusivamente pastorale, ha voluto puntare sulla rinascita di una comunità a tutto tondo e, a fianco delle attività di preghiera, ha voluto creare uno spazio culturale, affidandone la progettualità e la direzione artistica a Ermanno De Cristofaro, impresario e talent scout che da quarant’anni organizza attività e spettacoli per l’Italia, coinvolgendo artisti di primaria rilevanza. Il risultato, in poche settimane, è stata una rivitalizzazione degli spazi della curia, con frequentazioni di centinaia e centinaia di cattolici ma anche di altrettante persone che non avevano tra le loro priorità una vita parrocchiale. 34 Ermanno De Cristofaro Direttore Artistico

È così nata una scuola di teatro per giovani che annovera al proprio interno anche una classe di adulti, tutti coordinati e messi in scena già il prossimo 14 luglio, dall’attore e regista Paolo Mannozzi. Ci sarà per l’anno a venire anche una scuola di Don Enzo canto e di pianoforte, per chi vorrà imparare a tirar fuori il proprio estro in campo artistico musicale. Le iscrizioni saranno aperte a partire da settembre ma dalle preadesioni il tutto esaurito sembra una notizia più che scontata. La bellezza di scoprire realtà dinamiche da far conoscere agli altri abitanti del X Municipio, consente alla parrocchia di S. Maria del Ponte e San Giuseppe ma anche a TabletRoma di fornire ai propri lettori uno spaccato della società territoriale, magari non ancora conosciuta a fondo, con la speranza che le buone pratiche nate da iniziative spontanee, possano trovare analoghe soluzioni altrove nel territorio del Municipio, sulla scorta delle esperienze e dell’esempio già sperimentato con successo da altri, come in questo caso. La curiosità ci ha spinto ad incontrare il protagonista di questa svolta culturale per un paio di domande. D. Don Enzo, cosa l’ha indtta a coltivare un sogno così difficile da realizzare? R. Lo studio del tessuto sociale con i cambiamenti degli ultimi tempi: famiglie nuove ancora senza figli, single, stranieri speranzosi di un’accoglienza degna di questo nome. Siamo partiti da lì. Sono un prete, il mio compito è quello di costruire ponti attraverso la fede, l’amicizia e la cultura. I risultati poi non hanno tardato a venire, visto che abbiamo lo stesso afflusso di altre grandi parrocchie ma con un bacino d’utenza molto inferiore. D. Ha trovato particolari difficoltà a realizzare questa svolta? R. I buoni risultati dell’iniziativa “giugno sotto le stelle”, le sinergie con il Comitato di Quartiere e con la locale Polisportiva nonché la preparazione della festa patronale del 14, 15 e 16 luglio, lasciano spazio ad un ottimismo crescente, anche tra i miei collaboratori per lo sviluppo di queste iniziative, collaboratori che in taluni casi vengono anche da “esperienze” e “credo” diversi da quelli canonici della chiesa cattolica. Una comunità senza spazi e senza idee è una comunità con grandi deficit. Il primo punto da sviluppare è necessariamente uno spazio psicologico, poi con la volontà si fanno cose fantastiche e spesso inimmaginabili e quindi la risposta direi che c’è e la si è vista in tutto il suo splendore.


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