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Collaborare con una Foodblogger ai tempi del Social Marketing
from Swed in Mag 04/2023
by Swedlinmag
Editoriale di Davide Longo

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Tra le novità che abbiamo introdotto nel 2022 c’è stata quella di collaborare con una foodblogger: l’idea era di promuovere il nostro brand e alcuni macchinari in particolare attraverso la novità degli ultimi anni, rappresentata da queste figure che preparano ricette all’interno del web usando macchinari di aziende partner. Dopo aver ricevuto una richiesta da parte di una foodblogger, si è deciso, tra le tante azioni commerciali, di promuoverci anche attraverso il canale web dei social con questa figura particolare, che conoscerete nell’intervista presente in questo numero. Così è nata la collaborazione con Alma, a cui abbiamo inviato dei macchinari, scelti insieme perché più adatti, con cui lei potesse preparare delle ricette e quindi parlare di noi.
L’idea di inserire Alma tra le tante strategie commerciali è arrivata per avere una completezza della nostra mission pubblicitaria, allo stesso tempo, dopo il periodo più restrittivo della pandemia, abbiamo ripreso a fare corsi professionali in sede. In passato avevamo fatto già corsi, ma dimostrativi; nell’anno appena trascorso abbiamo dato spazio alla formazione per i rivendi- tori con corsi dedicati ai tecnici dei nostri rivenditori o agli stessi concessionari. La possibilità è di conoscere integralmente ogni aspetto dei nostri macchinari, ovviamente dalla parte tecnica, meccanica o elettronica, non solo dalla parte commerciale: abbiamo così voluto dare risalto al lavoro che i tecnici svolgono quando vanno a fare assistenza per le nostre macchine, fornendo loro i giusti strumenti. Con cadenza bimestrale, organizziamo degli eventi durante i quali tecnici provenienti da tutta Italia sono accolti in azienda e sono spiegate loro le nozioni necessarie, facendo vedere con dimostrazioni pratiche come utilizzare e fare manutenzione del prodotto.
Tutto questo è stato sempre collegato al discorso dell’innovazione del macchinario perché, come detto anche da Leonello durante l’intervista pubblicata in questo numero, l’idea di innovare sempre di più o cambiare qualcosa nel design del macchinario significa poi doverlo comunicare: è necessaria la parte commerciale e del marketing, ma anche lavorare prima sull’aspetto tecnico. Se un macchinario lo rinnoviamo, lo miglioriamo, cambiando alcuni dettagli, dobbiamo poi ufficializzare questi cambiamenti al reparto tecnico e, di conseguenza, informare i tecnici che andranno poi a occuparsi delle varie assistenze, per far loro sapere che l’affettatrice, la sottovuoto e il segaossa sono cambiati e per cui vanno usati alcuni accorgimenti e si deve lavorare in un altro modo. Questi aspetti, quindi, sono fortemente collegati: l’innovazione del macchinario, che arriva anche da una forte collaborazione con l’ingegneria gestionale presente all’interno dell’azienda nella figura di Francesco Grassi, e la comunicazione del prodotto nuovo, attraverso il marketing, di cui la foodblogger è una voce, e la comunicazione tecnica, perché il nostro è un settore tecnico. Tutti questi aspetti, intrecciati tra loro come vi ho spiegato, saranno analizzati in questo numero, attraverso la voce di chi se ne occupa e portandovi dentro un corso per tecnici tenuto alla Swedlinghaus, cosicché possiate vedere come si fa innovazione, formazione e collaborazione commerciale ai tempi del social media marketing.
Davide
Managing Director
Progettazione e Innovazione alla Swedlinghaus
Intervista a Leonello Virgili

Leonello Virgili è la figura meno nota tra le due a capo della Swedlinghaus; un po’ per la sua indole schiva, un po’ per il suo settore di competenza che lo assorbe completamente, il reparto ricerca e innovazione. Vogliamo farvelo conoscere proprio parlando con lui di questo aspetto così importante per un’azienda tecnica come la nostra perché il nostro successo si costruisce anche sulla capacità di rendere una macchina perfezionata nel suo funzionamento ormai da tempo, un prodotto che sa rinnovarsi continuamente.
Dopo tanti anni d’esperienza – dal 1987, cioè da quando sono entrato in quest’azienda – pian piano ho fatto mia la parte dell’innovazione dei modelli e dei vari aggiornamenti che si fanno anche a livello di normative perché ogni tanto quelle sulla sicurezza sono aggiornate dalle istituzioni e noi dobbiamo modificare di conseguenza la struttura delle macchine che produciamo. Oltre a questo, dall’anno scorso abbiamo messo in produzione un nuovo modello, che è andato a sostituire un modello già esistente da molti anni e ormai era datato dal punto di vista della struttura. In particolare, davanti a ogni cambio generazionale cerchiamo di migliorare i modelli sotto l’aspetto della facilità di pulizia delle varie parti, di modo che sia facile pulirle per chi lavora con la macchina. È quello a cui fanno più caso ora i clienti e che ci richiedono. Inoltre, negli anni le normative igieniche sono cambiate e anche questo ci ha spinto a rendere più facile la pulizia perché poi eventuali controlli non trovino ragione per sanzioni. Sicurezza e facilità di pulizia, quindi, sono le due priorità quando andiamo a progettare: l’affettatrice è sempre quella, da trenta o quarant’anni a questa parte, non c’è tanto che si può fare per rendere migliore un oggetto già sviluppato al meglio. Si lavora un po’ sulla parte estetica perché l’occhio vuole la sua parte, compreso quello di chi vede il macchinario dietro al bancone di una gastronomia o nel ristorante. Ognuno utilizza la macchina come vuole, però noi dobbiamo renderla a norma di legge, questo è il principio con cui lavoriamo: facile da pulire, sicura da utilizzare, bella da vedere, duratura nel tempo.
Quando è il momento di fare innovazione quindi?
Noi del settore delle attrezzature per il food ci comportiamo come le case automobilistiche: quando un’azienda tira lancia un modello nuovo particolare, con un design accattivante, con una tecnologia diversa, le altre dello stesso settore seguono la sua scia. Che sia più bello esteticamente o più performante per l’utilizzatore finale, chi prima propone, poi fa da capofila per le altre aziende e anche noi seguiamo queste tendenze perché poi il cliente cerca quelle novità periodiche.
Immaginiamo che ci siano delle mode che si alternano anche in questo settore, come l’immagine accattivante dei Volano con il loro aspetto che ricorda il passato.
Sì, anche di queste facciamo diverse varianti, tra cui quelle che ricordano le vecchie macchine manuali, ma facciamo anche le versioni telonate, che hanno un trattamento utile soprattutto per i luoghi in cui si tagliano spesso i formaggi perché dimi- nuisce l’aderenza – infatti si tratta dello stesso trattamento delle pentole antiaderenti. Parlando del lato estetico, abbiamo prodotto affettatrici nere, che hanno un impatto diverso e attirano molto lo sguardo. Queste sono un po’ le varie direzioni in cui sviluppiamo le macchine oggi.
Ricordando l’evento di Milano, l’Host, che si tiene ogni due anni, avete preparato qualche novità da presentare là?
Sto lavorando sul rinnovo della nostra macchina della serie top, ma per Milano non riusciremo a presentarla perché ancora c’è tanto lavoro da fare e l’ufficio sviluppo, che sarei io, è un po’ impegnato anche da altre cose in azienda, quindi ci vuole tempo. A Milano facciamo di solito le presentazioni delle novità, come diceva Davide nel numero precedente, e ci tenevamo a presentare la nuova macchina a ottobre, ma i tempi sono troppo stretti, quindi se non riusciremo, si rimanderà il lancio al successivo appuntamento con la fiera. Ci vuole tempo a ripensare una macchina, che è poi quella su cui puntiamo di più perché è molto richiesta dalla GDO e in quell’ambito vogliono una macchina da accendere la mattina, far lavorare tutto il giorno senza intoppi, perché il loro ritmo è serrato, e da spegnere la sera. Va quindi pensata di modo che si possa utilizzare in condizioni che possiamo definire estreme. Oltre questo, ci vuole tempo perché io in azienda faccio anche altro, come già detto, inoltre da quando disegno il prototipo e poi lo sviluppo in 3D, facciamo le prime prove con i primi campioni, che difficilmente vanno bene subito, passa del tempo prima che si arrivi alla produzione. In ultimo, va ricordato che dipendiamo anche dagli stampisti, quindi aziende esterne alla nostra, ed è per questa somma di fattori che realizzare una nuova affettatrice, degna di entrare a far parte della famiglia Swedlinghaus, richiede un lungo percorso, ma il risultato vale sempre la pena del lavoro fatto.
Alma Delia l’ho conosciuta durante una videochiamata nella sala riunioni dell’azienda, mentre stavamo mettendo a punto i dettagli della Swedlinghaus Tasting Experience e abbiamo concordato con lei i testi dei video da pubblicare sui diversi canali social. L’ho trovata una persona disponibile e precisa, una donna diretta, che se non sa fare una cosa te lo dice e ti dà modo di aiutarla a farlo. Credo sia anche questo suo carattere un ingrediente del suo successo perché di foodblogger ce ne sono tanti e non è facile emergere. Chiedo a lei come abbia fatto ad avere successo, da quanto tempo crea contenuti su internet e come è arrivata alla Swedlinghaus.
Buongiorno Delia, la mia prima domanda riguarda il tuo lavoro di content creator: da quanto lo fai e come funziona la collaborazione con le aziende?
Io vengo da una famiglia di cuochi: mio padre, i miei zii, erano tutti coinvolti in cucine professionali. Sono albanese e sono arrivata in Italia a 22 anni, ho iniziato subito a lavorare, prima in un albergo e poi nei ristoranti perché era quella la mia passione