Synaxis 1998 XVI 2

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Giuseppe Ruggieri

pongono una conoscenza di Dio, quella dei puri di cuore, che non sen1bra possa essere identificata con la conoscenza cristiana di Dio. L'orizzonte delle Beatitudini è infatti estraeccclesiale. I discepoli partecipano ad esse solo

nella n1isura in cui tcsti1noniano la causa di Gesù. Co111e ha 111ostrato il padre Dupont, le Beatitudini nel loro tenore originario non descrivono le condi-

zioni n1orali per partecipare al Regno di Dio, 1na la sovranità di Dio sulla storia che si esprin1e attraverso la sua predilezione per coloro che non hanno posto secondo il co111une 1netro della valutazione u111ana. In questo senso, [e

Beatitudini, e in genere rannuncio del Regno da parte di CJesù, ci rin1anclano ad una storia più an1pia di quella "cristiana", di cui Dio è il vero sovrano. In questa prospettiva, oggi non si pone il problen1a di una rico111pre11sione delle altre religioni soltanto, 111a della rico111prensionc non strun1entale, non ecclesiastica della religione del popolo cristiano. Dal 111isticis1110 cli alcune culture giovanili sino al persistere cli riti ancestrali della religione 1neridionale, sorge la stessa questione. La Chiesa non può guardare con sufficienza a questi feno111eni e ncn1111eno deve cercare di "assorbirli", di integrarli pedagogican1ente o, 1Jcggio, strun1entaln1entc. Ma è vero che non possian10 che balbettare le risposte. Per troppo tempo, nei confronti del fenomeno religioso) la Chiesa ufficiale e la teologia hanno accettato un profilo di confronto basso. Il concilio ha anche da questo punto di vista invertito la tendenza e noi ne possia1110 vedere i frutti in alcuni passaggi della Recle111JJforis A1issio 9 . lJn confronto autentico con la religione popolare presuppone quindi una profonda accoglienza, una saggezza evangelica che è cosa ben diversa da ogni 111oralis1no ecclesiastico e di ogni sociologis1110. Significa accogliere la gioia vitale e la sofferenza della gente, quale si esprin1c nella religione vissuta dal popolo, persino nei suoi tratti pagani, instaurando un rapporto pastorale dove ognuno possa collocare la propria fan1c e il proprio bisogno, l'angoscia della 111orte e dell'assenza, 111a anche la gioia "pagana" del vivere, in una esperienza di niisericordia. A tale scopo occorre supcrnre sia le strategie cc-

'>Si può così 111cttere a raffron1o l'cnciclicn Rede111j)toris missio 11 20 e un pnssaggio dcl docun1cnto contc1npon1nco del Conseil Pon1ifical pour le Dialoguc lntcrrcligicu.\'. cl la Congrégation pour l'Evangélisaltion dcs Pcuples. Cfr 1 DuPUIS. L'Église. le Hèg11e de J)ie11 et /es "A11tres'', in .I. [)ORÉ - CHR. Tlll·:OBALD. Penser la foi. Rechcrchcs cn théologie a11jo11rd'h11i. J\Jélanges ojfcrts à Jospch i\1oingt, [laris 1993. 327-349: 336--·-338. Cfr adesso. co111c testi1nonianza autorevole della considcraziouc delle religioni in a1nbito callolico. il docun1ento della C01'v1M!SSIONE TEOLOGICA INTL:RNAZIONALE, Christia11is111us et religiones. in (7regoria11u111 79/3 ( 1998) 427-472.


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