La finitura di questa box per bocce da pétanque nasce dall'incontro tra due tecnologie complementari: Zeroplast® è un esclusivo processo di metallizazione su cartoncino completamente privo di plastica; Natureal è l’effetto lente che modella immagini 3D sulla superficie, pur rimanendo piatto al tatto. Due expertise. Un risultato che ridefinisce gli scenari del luxury packaging.
2025
Oro della Stampa, l’unico e il più ricercato riconoscimento all’eccellenza dell’industria della stampa e del converting in Italia
CANDIDA LA TUA AZIENDA A VINCERE UN
ORO DELLA STAMPA
Le candidature sono aperte a tutte le aziende con sede produttiva in Italia coinvolte direttamente nella produzione di stampati.
La tua azienda verrà valutata da una giuria qualificata secondo questi criteri:
• Profilo etico
• Investimenti tecnologici e strutturali
• Certificazioni
• Accordi Merger and Acquisition (M&A)
• Internazionalizzazione dell’offerta
• Visibilità/ campagne adv/ marketing
• Iniziative ESG
• Formazione
• Risultati di bilancio negli ultimi 3 anni
La cerimonia di premiazione si terrà il giorno 27 NOVEMBRE 2025
È UNA INIZIATIVA DI
Trovi il regolamento e tutte le informazioni per partecipare su www.orodellastampa.it
UN ATTO DI RESISTENZA
L'Editoriale di MICHELA PIBIRI
Illustrazione di Serena Ferrero
@santamatita
culto
Un progetto editoriale rivoluzionario che 45 anni fa ha reso l’arte accessibile senza rinunciare alla qualità e all’audacia sperimentale. Ne abbiamo parlato con l’editor Nora Dohrmann
Con parole e immagini
Si può leggere in molti modi, ma in alcuni la comunicazione visiva è parte integrante del testo e in questi casi il design editoriale gioca un ruolo più importante che mai.
L’EDITORIALE di Michela Pibiri 5
Un atto di resistenza
COM'È FATTO PRINTLOVERS 107 8
I materiali, le tecniche, i partner
GRANDANGOLO 11
Le patinate speciali di Cartiere del Garda
Analisi dello stato di salute dell’editoria italiana
La gamma Galerie di Sappi
Fondata da un editore-artigiano col pallino della tipografia, Longanesi continua a fare la storia dell’editoria italiana, come ci racconta il suo direttore editoriale Giuseppe Strazzeri.
Libri di qualità alla prova del tempo
Formati insoliti, rilegature artistiche, stampa e finishing di sicuro effetto. Vi parliamo di tre segmenti editoriali accomunati dalla capacità di evolversi senza mai passare di moda.
PAT’S SUITCASE 22
Innovazione e connessione emotiva nella stampa editoriale
Chi ti può ancora incantare?
del libro è
Persone e aziende citate in questo numero
DI MICHELA PIBIRI
DI MICHELA PIBIRI
DI ROBERTA RAGONA
DI MELISSA CECCON
La forma del libro
Tra marketing social, estetica Dark Academia e packaging deluxe, ecco come l’editoria italiana reagisce al calo di lettori puntando sulla cura dell’oggetto libro.
Materia da legare
Tele, tessuti e carte speciali. Nella legatoria industriale, la scelta dei materiali non è più una questione solo tecnica ed estetica, ma una vera e propria leva strategica.
62
Il rinascimento delle riviste
L’editoria periodica sta cambiando pelle e abita spazi diversi dalle edicole. C’è spazio per formati ibridi e di ricerca, in cui la competenza dello stampatore è parte del progetto.
Carta, materia intelligente
La carta è il campo di prova di una sfida industriale che deve coniugare sostenibilità ambientale ed efficienza produttiva, tra recupero e decarbonizzazione.
PRINT BUYER NUMERO 107/2025
DIRETTORE RESPONSABILE
Enrico Barboglio
COORDINATRICE EDITORIALE
Michela Pibiri michela.pibiri@strategogroup.net
HANNO COLLABORATO
Lorenzo Capitani, Paola Carbone, Melissa Ceccon, Angelo Ferrara, Pat McGrew, Caterina Pucci, Roberta Ragona, Alexia Rizzi
TRADUZIONI
Philip Sanders – The Language Switch
ART DIRECTOR
Stefano Torregrossa › onicedesign.it
PRINTLOVERS SU WEB www.printlovers.net redazione@printlovers.net
STRATEGO GROUP srl Via Cassanese 224, 20054 Segrate (MI) amministrazione@strategogroup.net
T. + 39 02 49534500 | F. +39 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net Annuale 60 euro – Bonifico bancario a STRATEGO GROUP srl IBAN: IT70 C034 4020 6000 0000 0264 200
Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Stratego Group srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Enrico Barboglio [enrico.barboglio@strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
DI LORENZO CAPITANI
DI ROBERTA RAGONA
DI PAOLA CARBONE
DI CATERINA PUCCI
Plastigraf Trevigiana è un punto di riferimento in Italia nelle applicazioni di rivestimento su carta e cartoncino, tramite accoppiamento con layer o spalmatura di coating. L’azienda, a direzione familiare, fu fondata nel 1979 e oggi conta 37 dipendenti, 4 linee di accoppiamento a bobina e 9 linee di accoppiamento a foglio. Dal 2024 è partner dell’azienda francese Eurobrillance, grazie alla quale ha raddoppiato le capacità produttive. Gli investimenti crescenti in Ricerca e Sviluppo hanno permesso di sviluppare soluzioni all’avanguardia, conformi alle normative internazionali o capaci di anticiparle, portando l’azienda a specializzarsi anche sull’accoppiamento di bioplastiche, sulla realizzazione di prodotti a bassissimo spessore, di prodotti riciclati e riciclabili nonché sulla spalmatura di dispersioni acquose volte a barrierare direttamente la carta e il cartoncino. C www.plastigraftrevigiana.com
VIVE LE ROI!
Un libro che si apre, una testa coronata che affiora.
Il re muore, e nello stesso gesto rinasce.
Così l’editoria: cambia volto, si trasforma, ma non smette di regnare.
Ogni pagina è un addio e insieme un inizio, un atto di coraggio che custodisce la promessa di un nuovo splendore.
GardaMatt Rough, prodotta da Cartiere del Garda, è una carta patinata senza legno con superficie materica e leggermente ruvida, che unisce il fascino delle carte naturali alle prestazioni delle patinate. La sua dualità si esprime nella resa di stampa — dettagli precisi, colori brillanti, uniformità — e nel fascino delle carte non trattate, con volume 1.1 che le conferisce una consistenza equilibrata e corposa, ideale per progetti editoriali di pregio. Per gli interni di PRINTlovers è stata scelta la grammatura 120 g/m², capace di valorizzare immagini nitide, contrasti profondi e colori vividi. Non semplice supporto, GardaMatt Rough è uno strumento espressivo che rende la carta parte integrante del messaggio editoriale.
Varigrafica opera nel settore delle Arti Tipografiche da oltre 50 anni, e oggi si posiziona come azienda leader a livello nazionale, grazie all’esperienza e il knowhow si propone con lo stesso carattere distintivo verso i mercati internazionali. Affidabilità e qualità sono divenute sempre più parole chiave, grazie alla passione presente nella proprietà e nei collaboratori; passione che supporta ed è supportata da uno straordinario parco macchine dalla prestampa alla finitura. Al centro del processo di produzione vengono posti prodotto e cliente così da sottolineare sì la qualità e le caratteristiche tecnologiche all’avanguardia, ma soprattutto l’aspetto tipico del Made in Italy: regalare un’esperienza sartoriale dove il prodotto è ideato e creato su misura ricercando soluzioni sempre nuove per rispondere alle mutevoli richieste del mercato. C www.varigrafica.com
LA CARTA DEGLI INTERNI
LA CARTA DELLA COPERTINA
Condat matt Périgord è una carta patinata opaca senza legno di alto profilo prodotta da Cartiere del Garda. Presenta una superficie matt elegante e sofisticata, uno spessore consistente e una particolare composizione fibrosa che le conferisce elevato volume, unendo leggerezza e maneggevolezza: caratteristiche ideali per il settore editoriale. Ha un grado di bianco elevato, che garantisce una resa cromatica intensa, immagini contrastate e colori vividi. In fase di stampa offre ottime prestazioni grazie a macchinabilità, stampabilità eccellente e rapidi tempi di asciugatura, risultando una scelta affidabile e performante anche per produzioni esigenti.
RIVESTIMENTO E NOBILITAZIONE
La cover si distingue per un rivestimento argento KTM (KURZ Transfer Metal), nuovo prodotto introdotto nell’offerta di Luxoro, un sottile strato metallizzato riciclabile che sostituisce la plastificazione tradizionale. La base neutra e riflettente mette in risalto un volto che sembra emergere dalla superficie grazie alla tecnologia TRUSTSEAL® SFX di KURZ, un’illusione ottica tridimensionale che però non presenta rilievi reali. Le sfumature del viso catturano lo sguardo e invitano alla scoperta tattile, mentre blocchi cromatici sovrastampati dimostrano la compatibilità del materiale con l’uso di inchiostri. Gli accenti stampati a caldo in rosso metallizzato LUXOR® 392 aggiungono un tocco drammatico e si armonizzano con l’argento. La combinazione di KTM, SFX e LUXOR® 392 dimostra come le superfici possano raccontare storie sensoriali riducendo al contempo l’impatto ambientale.
METALLIZZAZIONE
La metallizzazione è stata effettuata da Plastigraf Trevigiana con il processo Zeroplast®, sviluppato per il mercato Luxury: una tecnologia di trasferimento di uno strato di alluminio verniciato ultra-sottile a protezione e nobilitazione del substrato cellulosico. Il prodotto laminato risulta quindi privo della pellicola di plastica, che viene recuperata e inviata al riciclo (PIR), ma dotato di brillantezza estrema e buona resistenza al graffio, nonché idoneità per le successive nobilitazioni di stampa. Qui Zeroplast® è stata combinata con la tecnologia di incisione Natureal che permette di aggiungere alla superficie anche effetti di profondità 3D a registro, senza rilievo.
STAMPA E NOBILITAZIONE
Varigrafica ha ricevuto i fogli metallizzati con il processo Zeroplast® col quale è stato applicato il KTM. Il passaggio successivo è stato stampare un bianco a riserva per dare un effetto opaco alla quadricromia, mentre la stampa diretta sul rivestimento argento mostra un effetto cangiante e metallizzato. La stampa mostra così una doppia personalità, che dà vita a uno straordinario contrasto con un unico passaggio offset con Komori H-UV. L’unica parte non sovrastampata è lo scorcio tridimensionale ottenuto con tecnologia TRUSTSEAL® SFX. Ultimo passaggio, la nobilitazione con stampa a caldo LUXOR® 392 rosso metallizzato e un unico cliché h+m.
MATERIALI PER LA NOBILITAZIONE
Luxoro è il partner esclusivo in Italia del Gruppo KURZ, leader globale nelle tecnologie di nobilitazione per la stampa a caldo, a freddo e digitale. Con uno sguardo rivolto al futuro, ridefinisce il concetto di finitura, trasformando visioni creative in soluzioni sostenibili e all’avanguardia. Va oltre il prodotto fisico, collaborando con brand e designer per valorizzare il packaging e l’identità visiva attraverso innovazione, eccellenza tecnica e responsabilità ambientale. L’impegno per la sostenibilità si traduce in materiali certificati, finiture riciclabili e compostabili e iniziative pionieristiche come il recupero dei carrier in poliestere esausti. Luxoro è un’azienda a energia 100% rinnovabile e sostiene progetti culturali e ambientali, incarnando una visione in cui creatività e responsabilità guidano il futuro della nobilitazione. C www.luxoro.it
Polyedra SpA, parte del Gruppo Lecta, è un distributore di carte e prodotti per il mercato grafico e cartotecnico, carte per ufficio e materiali per la visual communication, per il wrapping e per la decorazione di interni. L’hub logistico ha un assortimento di oltre 10.000 articoli su un’area di 20.000 mq: da qui partono quotidianamente le spedizioni per tutto il territorio italiano con consegne tracciabili nelle 24/48 ore. La Società ha un proprio Centro di Taglio, per offrire al mercato delle cartotecniche, della scolastica e dell’editoria una vasta scelta di prodotti in formati su misura, oltre alle lastre di materiali rigidi in dimensioni on demand. Polyedra ha tracciato un percorso di sostenibilità, e oggi possiede le seguenti certificazioni: PEFC e FSC® C011032 per i prodotti di origine forestale, ISO 9001 per la Qualità, ISO 45001 per la Salute e Sicurezza sul Lavoro e UNI Pdr 125 per la Parità di Genere e le Pari Opportunità. C www.polyedra.com
CARTA COPERTINA E INTERNO
Condat matt Périgord 250 g/m²
EDIZIONI D’ARTE, MODA E DESIGN: LE PATINATE SPECIALI DI CARTIERE DEL GARDA – DISTRIBUITE DA POLYEDRA – PER LE ESIGENZE DI UN SETTORE IN CONTINUA EVOLUZIONE
Nel mondo dell’editoria la ricerca di supporti che garantiscano prestazioni eccellenti e siano al contempo in linea con le politiche di sostenibilità è ormai una priorità. Gli editori e i brand più innovativi cercano materiali capaci di valorizzare contrasti di colori, monocromie, immagini e testi, creando progetti esclusivi e distintivi. Per rispondere a queste esigenze, Lecta, leader europeo nella produzione di carte patinate, naturali e speciali, ha sviluppato un assortimento completo di carte patinate editoriali altamente performanti.
Tra le proposte più innovative spicca GardaRecycled Print, una carta patinata 100% riciclata prodotta nello stabilimento di Cartiere del Garda, che si distingue per la sua alta qualità di stampa, la tonalità naturale e l’elevata opacità, oltre a essere certificata FSC® C011032 Recycled Credit, a testimonianza dell’impegno di Lecta verso l’economia circolare e la tutela ambientale.
La gamma di carte patinate dedicate all’editoria si amplia con GardaPremium Natural, una carta senza legno caratterizzata da un colore naturale ottenuto senza imbiancanti ottici. Ideale per progetti fotografici e editoriali di alta qualità, si distingue per la superficie liscia, l’elevata opacità e la buona resistenza alla piega. Disponibile in diverse grammature (150, 170 e 200 g/m²), permette di valorizzare al massimo immagini a colori e in bianco e nero.
Per esigenze di spessore e resa superiore, la linea include GardaPat 13, una carta vellutata e totalmente opaca, perfetta per book fotografici e progetti di alta gamma. Con una superficie che garantisce risultati di stampa eccellenti e una resa superiore del 40% rispetto alle normali patinate, GardaPat 13 è disponibile in tre sfumature di bianco: BIANKA (bianco puro), KIARA (offwhite delicato) e KLASSICA (crema calda). Le grammature variano da 90 a 250 grammi a seconda della tinta.
Per chi cerca una carta con una mano importante ma meno spessa, è stata ideata GardaPat 11, disponibile in varianti di bianco Extra white e Ivory, con grammature che vanno dai 115 ai 250 grammi. Questa carta senza legno, opaca e di facile macchinabilità, garantisce una nitidezza di stampa straordinaria e tempi di asciugatura ridotti. Completano l’offerta GardaMatt Ultra, una patinata matt ad alto spessore con un bulk 1.0, un’alta rigidità e buona brillantezza in stampa, e GardaMatt Rough, una carta con superficie ruvida che coniuga il tatto naturale a risultati di stampa di alta qualità. La robustezza e il contrasto elevato di GardaMatt Rough la rendono preferita da molti brand per progetti di grande impatto visivo. Tutte queste carte sono state presentate alla Fiera del Libro di Francoforte 2024, dove hanno riscosso grande interesse grazie alla possibilità di toccare con mano i risultati di stampa e le edizioni di prestigio realizzate dai brand internazionali. Tutte certificate FSC® C011032, sono distribuite da Polyedra e prodotte nello stabilimento Cartiere del Garda di Lecta, che gode delle più rigorose certificazioni internazionali di gestione ambientale ISO 14001 ed EMAS (sistema volontario di ecogestione e audit), di catena di custodia PEFC e FSC® C011032, oltre alle certificazioni di efficienza energetica ISO 50001, di qualità ISO 9001 e di salute e sicurezza sul lavoro ISO 45001.
Editoria italiana, un mercato in trasformazione
Qual è lo stato di salute dell’editoria italiana? I dati AIE presentati al Salone Internazionale del Libro di Torino 2025 parlano di una contrazione della domanda che tocca tutti gli editori e i canali di vendita. E Innocenzo Cipolletta, presidente dell’AIE, sollecita un’azione pubblico-privata che rimetta il libro al centro.
di MICHELA PIBIRI
È un biennio complesso quello che sta vivendo l’industria editoriale italiana. È quello che emerge dal Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2024 a cura dell’AIE (Associazione Italiana Editori) e dagli ultimi dati aggiornati ai primi quattro mesi del 2025, elaborati insieme a NielsenIQGfk e presentati all’ultimo Salone Internazionale del Libro di Torino. La congiuntura economica è incerta e le dinamiche di consumo sono in forte competizione con forme di intrattenimento molto pervasive. Tuttavia il comparto mostra importanti aree di tenuta ed è propositivo verso il cambiamento.
Dopo una lieve flessione dello 0,1% a valore nei primi sei mesi del 2024 (675,8 milioni di euro), il settore trade ha registrato nei primi quattro mesi del 2025 una contrazione più marcata: -3,6% a valore e -3,2% a copie rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le vendite si sono attestate a 431,3 milioni di euro, con quasi un milione di copie in meno su 29,2 milioni di copie complessive, per una minor spesa di 15,9 milioni di euro. Si sono dimostrati più colpiti dal calo gli editori
medi (-13,1%) e piccoli (-7,3%), mentre i grandi gruppi con un venduto superiore a cinque milioni di euro nell’anno precedente hanno mostrato maggiore stabilità (-1,3%).
«Il mercato – ha spiegato il presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta – sconta il venir meno delle misure di sostegno, in particolare il calo degli acquisti con le Carte per i neo-diciottenni e quelli delle biblioteche, ma al netto di questo tiene in un contesto caratterizzato da tendenze di lungo periodo». Il raffronto con il 2019 restituisce, infatti, una crescita significativa, segno che la lettura ha mantenuto una buona capacità attrattiva nel medio termine.
Un elemento da considerare nel calcolo del valore è l’abbassamento del prezzo medio del venduto (14,76 euro), in flessione dello 0,3 % rispetto al 2024, in controtendenza rispetto a un’inflazione generale del 2%.
L’editoria per l’infanzia tiene testa. Le librerie fisiche guadagnano terreno rispetto all’online
Il calo delle vendite interessa tutti i generi a eccezione dell’editoria per l’infanzia e l’adolescenza, le cui vendite sono aumentate del 5,4%.
La saggistica specialistica è calata del 12,4%, la manualistica del 7,7%, la saggistica generale del 2,7%, la narrativa straniera del 2%, la narrativa italiana dell’1,5%, i fumetti dell’1,4%. Nei libri per l’infanzia, a trainare è la fascia 0-5 anni (più 13,5%) e calano tutte le altre, mentre nei fumetti prosegue la discesa dei manga che perdono il 5,8% mentre, in controtendenza, i fumetti di fascia kids e young adults crescono del 14,5%.
Cosa si pubblica e cosa si legge
Per quanto riguarda i canali di vendita, nei primi quattro mesi del 2025 risultano tutti interessati dalla flessione degli acquisti, ma si conferma un trend di crescita delle librerie fisiche sull’online, già visto nel 2024. La grande distribuzione perde il 6,6% delle vendite a valore, gli store online il 5,2%, le librerie di catena e indipendenti il 2,1%. Tuttavia, nell’equilibrio complessivo della distribuzione, la quota delle librerie fisiche cresce ancora e raggiunge il 55,6%, l’online si riduce al 40% e la grande distribuzione si attesta a un residuale 4,5%. Questi dati segnalano, con le dovute cautele, una rinnovata centralità dei punti vendita fisici come luoghi di scoperta e relazione culturale.
«Non possiamo limitarci a monitorare
i cali: serve una strategia industriale organica per rilanciare il settore».
INNOCENZO CIPOLLETTA
PRESIDENTE AIE
Nel Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2024 si legge che nel 2023 sono stati pubblicati 85.192 titoli a stampa, di cui 13.000 autopubblicati, con un catalogo attivo di 1,5 milioni di titoli, reso accessibile anche grazie all’e-commerce e al print-on-demand. Il digitale continua a crescere: 38.400 nuovi e-book pubblicati nel 2023, per un totale di 619.000 titoli disponibili, 32.000 dei quali in versione accessibile certificata da Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili).
Sempre nello stesso rapporto si legge che nel 2023 il 74% degli italiani tra i 15 e i 74 anni ha letto almeno un libro o ascoltato un audiolibro. Il 28% legge tutti i giorni, il 67% almeno una volta a settimana. Il tempo medio settimanale dedicato alla lettura è di 4 ore e 18 minuti. Il 65% ha acquistato almeno un libro cartaceo, con una differenza significativa di genere: il 71% tra le donne, contro il 59% tra gli uomini. Sono numeri incoraggianti, ma che richiedono attenzione: la competizione con altri contenuti
(serie tv, social media, videogiochi) resta forte, così come la necessità di intercettare nuovi pubblici e abitudini di consumo. Innocenzo Cipolletta ha sottolineato come l’editoria abbia bisogno di politiche strutturali a sostegno della domanda, della lettura e dell’innovazione. «Non possiamo limitarci a monitorare i cali: serve una strategia industriale organica per rilanciare il settore e prepararlo alle sfide dell’intelligenza artificiale, del cambiamento tecnologico e del ricambio generazionale».
L’internazionalizzazione come asset strategico
A fronte di un panorama che presenta numerose sfide, bisogna rilevare che sempre secondo il report AIE 2024 l’export editoriale italiano è in crescita. I diritti di traduzione venduti all’estero nel 2023 sono quadruplicati rispetto al 2001. Le coedizioni internazionali sono 1.845, concentrate in gran parte nel settore kids e young adults (1.350 titoli). I principali mercati restano Europa (65,8%), Asia (15,3%) e Medio Oriente. Gli editori
italiani riescono a essere presenti con continuità sui mercati globali, attraverso fiere, incontri professionali e bandi per la traduzione anche grazie a iniziative di sostegno pubblico di promozione estera del Ministero degli Esteri, dell’Agenzia ICE e del Centro per il libro e la lettura, afferente al Ministero della Cultura. Questi sostegni, però, non esauriscono la complessità della congiuntura sfavorevole: quel che è certo è che c’è una necessità di comprendere e adattarsi, quando non anticipare, i cambiamenti in atto come ha ribadito Innocenzo Cipolletta: «Il calo demografico, l’impatto delle nuove tecnologie sui modi e i tempi della lettura, modalità di studio differenti che nelle università tendono a marginalizzare l’approfondimento sui libri sono fenomeni che dispiegano i loro effetti a largo raggio sull’industria editoriale e che hanno riflessi sulla vita culturale del Paese. È necessaria una riflessione e azioni collettive, degli attori pubblici e privati assieme, che rimettano il libro al centro».
Libri eccellenti e fatti in Italia
Il libro come luogo di esperienza, la stampa come “arte della resistenza”.
La filiera italiana del libro di pregio si è raccontata alla Fiera del Libro di Francoforte, con visione, passione e strategia industriale.
di MICHELA PIBIRI
In occasione dell’edizione 2024 della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, che ha visto l’Italia nel ruolo di Ospite d’Onore, la Federazione Carta e Grafica ha organizzato il convegno “L’eccellenza della filiera italiana nella progettazione e stampa del libro d’alta gamma”, riunendo esponenti di primo piano del settore editoriale, museale, tipografico e cartario. Obiet tivo: indagare il valore culturale, tecnico e strategico del libro d’arte e di pregio – dai coffee table book ai cataloghi illustrati – come emblema di una filiera che ha fatto del Made in Italy un marchio di qualità riconosciuto a livello globale.
Un’industria che fa sistema
«La qualità – nella stampa, nei materiali, nella grafica – non è un dettaglio estetico, ma parte integrante della funzione culturale del libro».
MICHELE LANZINGER PRESIDENTE ICOM ITALIA
Emanuele Bona, consigliere della Federazione Carta e Grafica con de lega all’editoria, ha tracciato una mappa precisa dell’industria italiana della carta e della stampa, sottolineando la centralità di una filiera integrata e la capacità del sistema di affrontare sfide globali come la digitalizzazione e la transizione verso la sostenibilità. «La Federazione è nata nel 2017 proprio con l’idea di mettere insieme produttori di carta, stampatori e costruttori di macchine», ha spiegato. «È un’industria che vale 27 miliardi di euro, rappresenta l’1,3% del PIL e si distingue in Europa e nel mondo: siamo il terzo produttore mondiale di macchine per stampa e converting, e leader in settori strategici come il tissue e il book paper». Ma non si tratta solo di performance economiche. Bona ha ricordato l’impegno della Federazione su due assi fondamentali: digitalizzazione e sostenibilità. «Abbiamo sviluppato software dedicati per aiutare le imprese a misurare e comunicare l’impatto ambientale della produzione libraria. E continuiamo a promuovere progetti educativi per un uso equilibrato tra digitale e carta, specie nel mondo della scuola. Il nostro obiettivo è rafforzare una cultura industriale che sappia coniugare innovazione, responsabilità e qualità del prodotto».
Il libro come playground dell’immaginazione
Michele Lanzinger, presidente di ICOM Italia (International Council of Museums), ha offerto una riflessione profonda sul ruolo del libro d’arte all’interno dell’esperienza museale e nella società contemporanea. Il libro, sostiene Lanzinger, non è solo oggetto fisico, ma elemento di appropriazione cognitiva e sociale. «Entrare in un museo è un gesto personale e collettivo, che alimenta curiosità, costruisce relazioni, genera benessere. Il libro, in questo senso, è il prolungamento di quell’esperienza: lo porto a casa,
anche progettuale. «Entrambi sono spazi di narrazione. Sono playground dell’immaginazione, strumenti che danno forma ai pensieri e identità alle comunità. Ecco perché la qualità – nella stampa, nei materiali, nella grafica – non è un dettaglio estetico, ma parte integrante della funzione culturale del libro».
Oggetto da leggere, oggetto da conservare: la lezione di Erik Spiekermann Icona del design tipografico contemporaneo, Erik Spiekermann ha offerto una visione intensa e pratica del libro come oggetto progettato per durare. «Il libro non si butta», ha detto. «Si legge, ma si conserva. È un oggetto culturale e affettivo, fatto per essere tenuto in mano, sfogliato, esposto. E se è ben fatto, lo si regala con orgoglio». Spiekermann ha de-
«Bisogna leggere prima di progettare, comprendere la voce dell’autore, scegliere materiali e caratteri tipografici che parlino il linguaggio del testo».
ERIK SPIEKERMANN DESIGNER
scritto il processo creativo che guida la progettazione editoriale: leggere prima di progettare, comprendere la voce dell’autore, scegliere materiali e caratteri tipografici che parlino il linguaggio del testo. «La carta, il colore, la dimensione, la grana, tutto deve contribuire a trasmettere l’atmosfera del contenuto. Un romanzo barocco non può avere lo stesso design di un reportage contemporaneo».
Ma la qualità non nasce dal caso. «Abbiamo 500 anni di regole tipografiche alle spalle. Basta seguirle: margini proporzionati, interlinea corretta, coerenza visiva. Sembra banale, ma quanti editori trascurano l’essenziale?». Spiekermann ha anche evidenziato il ruolo dell’Italia come luogo ideale per la produzione: «Stampare in Italia significa incontrare competenza, passione e cultura del dettaglio. E questo fa la differenza».
La filiera italiana di carta e stampa come rete di progetto
La parola è poi passata agli attori industriali della filiera, che hanno raccontato come stampa e produzione cartaria si stiano evolvendo da attività “a valle” a protagonisti strategici nella progettazione editoriale. Emanuele Bandecchi, direttore commerciale e marketing di Rotolito, ha raccontato l’evoluzione della figura dello stampatore: «Oggi non siamo più l’ultimo anello della catena. Entriamo nei progetti sin dall’inizio, suggeriamo materiali, finiture, soluzioni. Ogni libro è un progetto unico. Anche un libro di cucina o un romanzo young adult richiede scelte specifiche. Ecco perché la complessità è aumentata: non basta più avere macchine eccellenti, serve una cultura editoriale diffusa». Sandro Berra, responsabile culturale di Grafiche Antiga, ha parlato di stampa come arte della resistenza. «Stampare è af-
frontare vincoli: quelli tecnici, quelli economici, quelli visivi. Ci sono buone macchine ovunque, ma ciò che ci distingue è la nostra cultura del fare. Stampare bene significa conoscere il progetto, capire l’intento narrativo, costruire un oggetto che generi sorpresa e valore. Per farlo servono le persone giuste, la filiera giusta».
A chiudere la tavola rotonda è stato Alessandro Nardelli, international publishing coordinator di Cartiere del Garda (Lecta Group), che ha affrontato il tema della concorrenza globale e del posizionamento dell’industria cartaria italiana. «Oggi tutti producono bene: la qualità è aumentata ovunque. Ma il valore aggiunto lo fa il modo in cui pensiamo e innoviamo. Abbiamo imparato a produrre carta pensata per i libri: direzione delle fibre, tonalità, opacità, tattilità, tutto deve dialogare con il progetto. Lavorare con stampatori, editori, designer è l’unico modo per essere davvero parte attiva della filiera». Ma c’è anche un altro ingrediente: «Il Made in Italy è valore culturale, e dobbiamo continuare a investirci con creatività, coerenza e qualità».
Il futuro è di chi sa collaborare
L’incontro di Francoforte ha dimostrato quanto sia vivo e reattivo l’ecosistema italiano della stampa e dell’editoria di alta gamma. Un sistema che sa coniugare visione culturale, competenza tecnica e intelligenza industriale. Che dialoga con musei, designer, case editrici internazionali, e che si candida a interpretare un futuro sempre più complesso. Nel mondo dell’informazione istantanea e della sovraesposizione a stimoli di ogni tipo, il libro resta un oggetto pieno di senso. Un manufatto culturale che chiede tempo, cura, alleanze. Un’opera collettiva.
TASCHEN Dal libro al culto
È un nome iconico dell’editoria globale, ma è soprattutto una rivoluzione. TASCHEN è infatti la casa editrice che ha reso l’arte e la cultura visiva accessibili senza mai rinunciare alla qualità e mai temere la sperimentazione. E non è un caso che nella sua audacia progettuale, per stampare e rilegare abbia nell’Italia un punto di riferimento. Ci racconta tutto Nora Dohrmann, che in TASCHEN, da tanti anni, lavora come editor.
di MICHELA PIBIRI
@ TASCHEN, Rem Koolhaas, Elements of Architecture, design by Irma Boom
Forse non ha bisogno di presentazioni, perché chiunque di noi, prima o poi, ha incontrato sulla propria strada un libro della TASCHEN. Magari piccolino, un compendio tematico o la monografia di un artista. Oppure grande, monumentale, strabiliante e indimenticabile per contenuto, qualità di stampa e confezione. Fatto sta che questa presenza così facilmente riconoscibile per qualità e stile ha una storia inaspettata alle spalle, cominciata 45 anni fa con un negozio di fumetti, e si è nutrita di una visione strategica e imprenditoriale straordinaria, quella di Benedikt e Marlene Taschen, rispettivamente il fondatore e sua figlia, oggi CEO determinata e innovatrice. Una visione piena di passione, che ha permesso di coniugare l’accessibilità alla cura maniacale dei dettagli, e di raggiungere appassionati d’arte e cultura visiva in tutto il mondo. Ma come è possibile avere una tale diversità e qualità di proposte editoriali capaci di posizionarsi anche su mercati distanti, di raggiungere il grande pubblico come le nicchie più specializzate, di fare divulgazione e diventare oggetto di culto? Ci racconta tutto, guardando anche alle sfide del presente e del futuro, Nora Dohrmann, storica editor della casa editrice.
Oggi TASCHEN è considerato il più importante editore di libri d’arte su scala globale. Come è nato e come si è relazionato nel tempo ai gusti e alle tendenze del panorama culturale contemporaneo?
A soli 18 anni, Benedikt Taschen aprì un negozio di fumetti a Colonia. Con una profonda passione per la cultura visiva e un fine istinto per ciò che il pubblico desiderava ma non riusciva ancora a trovare, costruì rapidamente una casa editrice specializzata in libri d’arte, rivoluzionando il mercato dei volumi illustrati. Nel 1984, acquistò 40.000 copie invendute di una monografia su Magritte a una fiera negli Stati Uniti, rivendendole in Europa a un prezzo accessibile: un esempio precoce e significativo della sua convinzione che i libri d’arte dovessero essere tanto belli quanto accessibili.
Negli anni ’80 e ’90, Benedikt trasformò TASCHEN in una casa editrice globale, celebrata per il suo approccio audace e multilingue e per aver sfidato le convenzioni del settore. Introdusse monografie di alta qualità a prezzi democratici e successivamente pubblicò volumi monumentali come “SUMO” di Newton, “GOAT” su Muhammad Ali, e i lavori di Annie Leibovitz. “SUMO” di Newton, che misura 50x70 cm, è una combinazione audace di formato, artigianalità e ambizione culturale, che ha rivoluzionato completamente il concetto di libro d’arte.
Oggi Benedikt Taschen e la figlia maggiore Marlene gestiscono insieme la casa editrice. Marlene è entrata a far parte di TASCHEN a tempo pieno nel 2011 e dal 2017 è CEO, guidando importanti sviluppi operativi e strutturali, tra cui l’espansione degli uffici internazionali e dei punti vendita, collaborazioni con artisti e designer come Marc Newson e Jorge Pardo, e il rafforzamento della strategia digitale, in particolare per quanto riguarda e-commerce e marketing. Marlene ha anche avviato nuove iniziative editoriali con artisti di rilievo come Ai Weiwei e brand prestigiosi come Ferrari, espandendosi in categorie come la sostenibilità, i libri per bambini, l’arte culinaria, le collaborazioni artistiche in edizione limitata e titoli commissionati a figure come Virgil Abloh, Mary McCartney e The Gourmand.
Marlene e Benedikt condividono un senso degli affari tanto forte quanto audace. Invece di seguire le tendenze esterne, fondano il programma editoriale di TASCHEN sulla loro inesauribile curiosità e profonda comprensione dell’arte e della cultura. L’interesse per un tema e le relazioni personali con artisti e membri del team sono il cuore pulsante di ogni pubblicazione.
Continuate a investire nel libro fisico in un mondo sempre più digitale. Qual è il valore dell’esperienza del libro cartaceo nella vita delle persone? Chi sono oggi i vostri lettori e come affrontate l’interazione tra formati cartacei e digitali?
In TASCHEN siamo mossi dall’esperienza dell’arte e della cultura attraverso l’aspetto fisico del libro. Crediamo nell’artigianalità e nella qualità della stampa e della carta per raccontare storie. I nostri lettori sono amanti dei libri che si immergono profondamente nei temi sfogliando pagine curate con attenzione. Investiamo costantemente nel nostro mestiere sviluppando nuovi formati e design, testando materiali e tecniche di stampa per creare libri che riflettano lo splendore dell’arte. Pur abbracciando il mondo digitale come strumento di comunicazione e ispirazione, crediamo fermamente nel valore duraturo del libro stampato come oggetto fisico, estetico e significativo.
Il vostro catalogo comprende formati che democratizzano l’accesso all’arte, fino alle edizioni di lusso come i coffee table books. Come gestite il design di questi diversi prodotti e in che modo tali scelte contribuiscono alla narrazione dei contenuti?
Il catalogo TASCHEN è suddiviso in due programmi: pubblicazioni originali e ristampe/ riedizioni di libri esistenti. Nel corso degli anni abbiamo sviluppato serie e formati che si integrano bene con la nostra linea di produzione. All’inizio di ogni progetto, valutiamo il soggetto e il materiale per capire se rientra in un formato già esistente o se è necessario crearne uno nuovo. Collaboriamo con designer interni e art director, così come con grafici esterni. Benedikt e Marlene sono noti per il loro coinvolgimento personale in ogni libro: lavorano a stretto contatto con artisti, autori, editori e designer per curare meticolosamente ogni pagina.
PAROLA
@ TASCHEN, America’s Cup. Marc Newson Art Edition
Spesso producete volumi “monumentali” — anche per peso e dimensioni. Come bilanciate l’impatto estetico con la funzionalità in produzione e distribuzione? C’è un volume in cui la sperimentazione produttiva ha richiesto soluzioni non convenzionali, spingendovi oltre i limiti tecnici?
Siamo specializzati nei grandi formati, e con il supporto della nostra legatoria a Milano riusciamo a soddisfare le esigenze di ogni pubblicazione di grande dimensione, standardizzando allo stesso tempo i processi. Tuttavia, ci entusiasma quando un libro richiede un trattamento speciale che spinge i limiti della stampa e della rilegatura.
La scelta dei materiali, le tecniche di stampa, le copertine, le rilegature e l’attenzione ai dettagli sono tutti elementi identitari dei vostri volumi, soprattutto per le edizioni più pregiate.
Qual è l’approccio che guida queste decisioni produttive e come selezionate i fornitori?
Le nostre pubblicazioni originali sono principalmente prodotte in Italia, dove possiamo contare su una vasta rete di stampatori e rilegatori di altissimo livello. Inoltre, TASCHEN gestisce una legatoria nei pressi di Milano per garantire standard elevati e sperimentare nuovi formati. Il programma delle ristampe è più ampio e flessibile, con tempi di produzione più brevi. Per questo collaboriamo con un numero più vasto di fornitori internazionali, tra cui tipografie in Bosnia, Italia e Cina, in grado di gestire abilmente grandi volumi. Due team interni distinti supervisionano la produzione di titoli originali e di catalogo. Mentre i team editoriali e di design lavorano tra Los Angeles, New York e Colonia, i team di produzione operano dalla sede centrale a Colonia e nella legatoria di Milano. Come la nostra curatela e progettazione, anche la produzione si basa su collaborazioni durature con i fornitori, con frequenti visite agli stabilimenti e prove di stampa per garantire una stretta collaborazione.
Lavoriamo a stretto contatto con designer e team di produzione per sviluppare nuove tecniche. Un esempio emblematico è “Element of Architecture” di Rem Koolhaas, progettato da Irma Boom, celebre per il suo approccio quasi scultoreo ai libri. Sebbene il formato fosse relativamente piccolo (20x25,5 cm), il volume contava ben 2.528 pagine. Per permettere un’apertura fluida, Boom ideò una soluzione innovativa: invece di una singola struttura in cartone, il dorso fu diviso in due parti, permettendo al libro di aprirsi completamente in piano.
Un altro esempio riguarda l’uso creativo dei colori di stampa. Per “Information Graphics”, il team progettò l’uso estensivo di colori fluorescenti, uno per ogni capitolo. Stampare cinque colori speciali sarebbe stato molto costoso. La soluzione fu dividere i capitoli in segnature stampabili con un solo colore spot ciascuna. Così, sebbene il libro contenga cinque colori spot, fu stampato come se ne usasse uno solo per volta. Questo metodo fu poi replicato nei volumi successivi della serie, arrivando a sei colori spot, ma senza aumentare i costi di produzione.
Nel programma TASCHEN ci sono anche le speciali “Collector’s Editions”. Oltre a essere in grande formato, queste edizioni includono ope-
PAROLA AGLI EDITORI
re d’arte, supporti speciali, cofanetti. Ciascuna richiede soluzioni produttive uniche: dalla straordinaria pre-stampa per riportare allo splendore originale i disegni originali di Stan Lee nella serie Marvel, alla serigrafia su seta per i foulard di Ai Weiwei. Recentemente, per una pubblicazione sulla regata America’s Cup, abbiamo collaborato con Louis Vuitton e Marc Newson per creare una custodia in tela di cotone e un supporto in fibra di carbonio ispirato alla chiglia di una barca a vela. Questi progetti spesso ci portano oltre i confini della stampa tradizionale.
In che modo la sostenibilità — dai materiali alla catena di approvvigionamento — influenza le vostre scelte? Quali sfide prevedete per TASCHEN e per il settore dell’editoria di alta gamma nei prossimi anni?
Oltre a privilegiare prodotti certificati FSC e PEFC, ridurre l’uso della plastica, ottimizzare la logistica e ricercare partner produttivi attenti all’ambiente, il nostro contributo più significativo alla sostenibilità è la collaborazione con il programma di riforestazione dell’Instituto Terra, a Minas Gerais, in Brasile, fondato da Lélia Wanick Salgado e Sebastião Salgado. TASCHEN è onorata di sostenere da anni questo impegno, avendo pubblicato anche raccolte fotografiche cruciali dei Salgado come Exodus, Genesis e Amazônia, celebrazione urgente della bellezza e delle culture indigene della foresta pluviale.
Instituto Terra è stato fondato nel 1998 su un terreno appartenente alla famiglia Salgado. Un tempo ranch ricavato dalla foresta atlantica, era diventato arido e sterile, con fiumi prosciugati e vegetazione ridotta a sterpaglie. In oltre vent’anni, Lélia e Sebastião Salgado hanno rimboschito la valle con le specie originarie. Da allora, è avvenuta una trasformazione miracolosa. Ogni anno, compensiamo le nostre emissioni di carbonio acquistando crediti presso Instituto Terra.
@ TASCHEN, Ai Weiwei. The Silk Scarf ‘Cats and Dogs’
SAPPI PRESENTA LA GAMMA GALERIE. PERCHÉ LE CARTE NON SONO TUTTE UGUALI.
Per i progetti di stampa premium, le opzioni non mancano, ma esiste una scelta naturale… che le supera tutte. La scelta naturale per come viene prodotta, per il valore aggiunto e per le performance di stampa
La gamma Galerie, con le sue straordinarie nove carte editoriali, proviene dallo stabilimento di Kirkniemi, nel cuore della Finlandia, un Paese noto per l’eccellenza nel design e nell’innovazione. La linea unisce standard di stampa elevatissimi e vantaggi concreti in termini di valore e sta già conquistando gli editori di riviste e cataloghi di alta gamma in tutto il mondo.
Una carta senza paragoni
Le carte Galerie sono diventate la scelta preferita per le pubblicazioni più raffinate in Europa e nel mondo: riviste e cataloghi nei settori moda, design, viaggi e lifestyle, che catturano lo sguardo e invitano a sfogliare ogni pagina con curiosità e piacere.
Quando si ricerca una carta in grado di offrire una qualità d’immagine straordinaria, un’ottima opacità e un’esperienza di lettura impareggiabile, Galerie rappresenta una risposta ideale. E nel momento in cui qualità e flessibilità devono andare di pari passo, la versatilità della gamma si dimostra vincente: finiture lucide, setose e matt, con grammature comprese tra 35 e 100 g/m², oltre a versioni standard e ad alto spessore. La linea include, tra le altre, Galerie Fine Gloss – il top di gamma per la brillantezza, con una resa d’immagine sorprendente su una superficie di un bianco luminoso – e Galerie Brite Silk, che abbina il suo eccellente spessore a una finitura setosa e brillante, disponibile in un’ampia gamma di grammature. E questi sono solo due dei nove protagonisti della gamma.
Una storia diversa da tutte
In un mondo in cui ogni scelta viene osservata al microscopio, editori e let-
tori attenti alla qualità vogliono sapere non solo come appare, si tocca o si comporta una carta, ma anche quale storia racconta. A partire da quella legata alla sostenibilità.
Con Galerie, la storia è solida e concreta. Lo stabilimento di Kirkniemi, sede esclusiva della produzione, ha beneficiato di oltre 80 milioni di euro di investimenti in dieci anni, con una riduzione delle emissioni di CO₂ superiore al 90%, trasformandosi in un modello esemplare di produzione sostenibile. Il risultato? L’impronta di carbonio della gamma Galerie si è ridotta del 70% dal 2022, permettendo di abbattere quella dei singoli progetti editoriali fino al 50%. Una storia da raccontare, e da condividere con orgoglio.
Galerie Book
L’ultima novità firmata Sappi arriva direttamente dalla cartiera d’eccellenza di Kirkniemi ed è una carta naturale con legno di alta qualità, pensata per
rispondere alle esigenze specifiche del mondo editoriale, dalla narrativa alla saggistica, con l’affidabilità di un brand solido e riconosciuto.
Disponibile in diverse grammature e spessori, questa nuova carta è ottimizzata per tutte le principali tecnologie di stampa: offset, inkjet digitale, coldset e heatset. Dopo approfonditi test condotti con successo presso numerosi stampatori, Galerie Book è già richiesta e utilizzata da editori e stampatori in tutta Europa. Una nuova scelta naturale, firmata Galerie.
Pat’s Suitcase —
Innovazione e connessione emotiva potenziano la stampa editoriale
Pat McGrew, fondatrice e managing director di McGrewGroup, Inc. e di MC2 Services, è una famosa industry evangelist del mondo del printing: con oltre 30 anni di esperienza nel settore, supporta i clienti nel raggiungere il successo attraverso progetti di comunicazione. Noi la conosciamo anche per la valigia con cui gira il mondo, sempre piena di campioni delle ultime innovazioni nel mondo della stampa: in questa rubrica la apre per i lettori di PRINTlovers.
→ pcm@mcgrewgroup.com
C’è qualcosa di magico in un libro che si adatta perfettamente alla mano, o in una rivista le cui pagine invitano a essere sfogliate lentamente. Che si tratti di un catalogo di un marchio di lusso stampato su una carta texturizzata sottilissima o di un libro per bambini reso vivo da colori intensi ed effetti tattili, il mondo dell’editoria continua a offrire opportunità straordinarie per gli stampatori disposti a evolversi con i bisogni del pubblico moderno.
In questo articolo esploriamo il mondo dell’editoria di alta gamma e ad alto impatto. Un segmento ricco di tradizione e artigianato, ma anche colmo di opportunità per chi è pronto a reinventare che cosa possa essere un libro, un catalogo o una rivista nel 2025. Grazie a tecnologia e immaginazione, ogni stampatore editoriale può avviare nuove conversazioni con i clienti e creare valore in un’epoca di personalizzazione, nobilitazioni e sofisticate basse tirature.
Oltre il Contenuto: La Promessa Tangibile della Stampa
Nonostante il ritmo della trasformazione digitale, libri e riviste non solo resistono: sono diventati ancora più preziosi. Nel mercato del lusso, i materiali stampati restano l’ancora dell’identità. Coffe table book che celebrano momenti familiari, grandi mostre, la storia di un marchio o monografie d’arte che documentano una collezione di design sono oggi elementi essenziali con cui le aziende di fascia alta comunicano eredità e prestigio. La tradizione editoriale porta con sé secoli di influenza artistica; i fornitori di servizi di stampa hanno l’opportunità unica di offrire soluzioni editoriali su misura per questo mercato raffinato. L’opportunità? Approcciare l’editoria non solo come riproduzione di parole e immagini, ma come una collaborazione orientata al design. La carta, il tipo di rilegatura e le nobilitazioni comunicano qualità e determinazione.
Gli stampatori che propongono in modo proattivo esempi, mazzette di carta e prototipi con trattamenti unici – come plastificazioni soft-touch, copertine in rilievo o a secco, bordi colorati e verniciature UV texturizzate – sono quelli che conquistano relazioni durature con editori e brand storyteller.
Editoria aziendale: il nuovo flagship store
L’editoria aziendale sta vivendo una vera rinascita. I brand vedono oggi cataloghi e bilanci come espressioni curate della propria cultura e missione. Invece di documenti asciutti e standardizzati, molti investono in “pezzi iconici”, pubblicazioni a basse tirature che fondono sensibilità editoriale, design audace e produzione di alta qualità.
Gli stampatori che offrono consulenza creativa fin dalla scelta della carta fino alla rilegatura e alle nobilitazioni sono sempre più visti come partner, non semplici fornitori. Questo è particolarmente vero nei settori moda, automotive e interior design. Qui, i materiali trasmettono il messaggio: carte naturali e non patinate esprimono autenticità; i foil metallici trasmettono opulenza; finestre fustellate stimolano la curiosità. Aggiungendo la personalizzazione – come il nome del destinatario sulla copertina o sulla pagina di apertura – il catalogo si trasforma in uno strumento di comunicazione one-to-one. I nuovi strumenti basati su intelligenza artificiale si integrano facilmente nei flussi di lavoro per personalizzare nobilitazioni e creare elementi grafici su misura. Grazie all’inkjet e alle tecnologie digitali di nobilitazione, questi tocchi premium sono oggi accessibili anche per basse tirature. E tutto questo può essere realizzato in modo sostenibile!
SOPRA
Paul Hudson di Hudson
Printing mostra ai designer come l’aggiunta di texture e brillantezza alle copertine cambi il modo in cui si interagisce con i libri.
A DESTRA
Milkshake è la rivista che Hudson
Printing invia ai propri clienti per mostrare cosa è possibile realizzare. La copertina di Milkshake è impreziosita da elementi in rilievo, tattili e dettagli ad alta brillantezza.
A DESTRA
Una storia aziendale e una spiegazione del processo di produzione del libro sviluppate da Meccanotecnica.
A SINISTRA
Questo libro a bassa tiratura è stato realizzato per celebrare un 75° compleanno ed è stato donato a tutti i membri della famiglia. È stato utilizzato un modello predefinito per immagini e testi, per aiutare la famiglia a costruire la storia.
Il potere delle basse tirature per l’editoria per bambini e di nicchia
Non dimentichiamoci di uno dei segmenti editoriali più affascinanti: i libri per bambini. Un tempo dominio esclusivo dell’offset per la fedeltà dei colori e le alte tirature, oggi questa editoria è pienamente accessibile alla produzione digitale grazie ai progressi in qualità di stampa, supporti e finiture.
Immaginate di offrire basse tirature o anche copie singole per autori indipendenti e piccoli editori. Non è solo una questione di quantità, ma di agilità. Un prototipo di libro per bambini può essere stampato digitalmente, nobilitato con effetti tattili (come vernici UV in rilievo per simulare gocce di pioggia o pelliccia!) e presentato rapidamente a editori o buyer, accorciando il time-to-market.
Gli stampatori in grado di unire capacità di basse tirature con soluzioni creative – come rilegature lay-flat, formati cartonati o inserti interattivi – sono destinati a prosperare in questa nicchia. La stessa agilità si applica anche all’editoria educativa e formativa, dove gli aggiornamenti frequenti rendono rischiose le lunghe tirature. Gli stampatori italiani che operano in questi mercati possono ora offrire produzioni just-in-time con qualità eccellente e dettagli creativi.
Personalizzazione: dal mercato di massa alla connessione emotiva di massa
La personalizzazione non è una novità, ma il suo ruolo nell’editoria si sta evolvendo. Non si tratta più solo di stampare un nome sulla copertina, ma di trasformare l’esperienza di lettura. Pensate a una guida di viaggio personalizzata con l’itinerario di una famiglia, o a un brand book per un cliente di lusso che includa la cronologia dei suoi acquisti e una copertina incisa col suo nome. Grazie agli strumenti di workflow moderni, oggi tutto questo è possibile anche per singole copie. Nei mercati in cui è apprezzata l’artigianalità, la personalizzazione è una naturale estensione della tradizione su misura. Gli stampatori che sanno combinare dati variabili, automazione intelligente e tecnologie di nobilitazione potranno accedere a nuove fonti di ricavo aiutando editori e brand a creare oggetti stampati “con l’anima”. E sì, la personalizzazione può essere scalabile! Dalle edizioni d’arte in tirature limitate ai kit di onboarding personalizzati per team aziendali, la capacità di unire produzione di massa e unicità individuale è una vera rivoluzione.
Finishing: dove la connessione emotiva incontra la tecnologia
Un libro o una rivista non è davvero finito finché non è “finito”: rilegatura, rivestimento, taglio e nobilitazione sono ciò che lo rende memorabile. I buyer editoriali cercano sempre più un effetto sensoriale. Foil a freddo, metallici digitali, UV spot, vernici texturizzate e rilievi scultorei non sono più appannaggio solo del packaging: sono oggi perfettamente rilevanti anche per la stampa editoriale.
PAROLA AGLI EDITORI
Longanesi
Anticonformismo e Bibliodiversità
di MICHELA PIBIRI
Fondata quasi 80 anni fa da Leo Longanesi, editore-artigiano con il manuale tipografico di Bodoni sulla scrivania, la casa editrice omonima è oggi parte di Gems e si distingue nel campo della narrativa, saggistica e varia. Tra digitalizzazione, nuovi approcci alla lettura e congiuntura economica, abbiamo parlato delle sfide presenti e future con Giuseppe Strazzeri, direttore editoriale di Longanesi.
Era un anticonformista, Leo Longanesi, editore appassionato di tipografia – fu l’amico pittore Giorgio Morandi a trasmettergli l’amore per la ricerca e il recupero dei tipi – oltre che scrittore e artista, che nel 1946 fondò a Milano la casa editrice che ancora oggi porta il suo nome e la rivista “Il Libraio”, bollettino di informazione editoriale. Rilevata dopo varie traversie da Messaggerie Italiane nel 1977 e riportata agli antichi splendori nel corso degli anni ’80 e ’90 da Mario Spagnol, Longanesi oggi si trova dentro la Holding Gruppo Messaggerie come parte di Gems, Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, e del DNA originario del suo fondatore conserva proprio quella vocazione a pensare fuori dagli schemi, l’originalità delle proposte e un orizzonte a 360 gradi tra narrativa, saggistica e varia. Tra i grandi successi del passato la casa editrice annovera autori e titoli come “La storia infinita” di Michel Ende, “Il mondo di sofia” di Jostein Gaarder o “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani, cui oggi si affiancano nomi come Donato Carrisi, Massimo Gramellini, Ilaria Tuti e Alessia Gazzola. Con uno sguardo all’editoria nel suo complesso e alle specificità della casa editrice, abbiamo parlato con Giuseppe Strazzeri, direttore editoriale di Longanesi dal 2009.
crime e del thriller. Autori come James Patterson, Lee Child, ma anche Donato Carrisi o Alessia Gazzola, hanno fatto di Longanesi un marchio di garanzia per l’entertainment di qualità.
Grazie a una distribuzione capillare i libri Longanesi sono presenti contemporaneamente su tutti i canali di vendita, dal retail alla grande distribuzione, al digitale e più di recente anche sul canale vendita degli audiobook, in percentuali variabili rispetto genere e tipologia di autori. Ci sono scrittori consolidati di crime fiction, come appunto Child o Patterson, le cui vendite si avviano a una suddivisione equa tra formato cartaceo e digitale, mentre per la saggistica invece la quota digitale perlopiù è ancora ampiamente minoritaria.
I libri Longanesi sono presenti contemporaneamente su tutti i canali di vendita, dal retail alla grande distribuzione al digitale, fino agli audiobook.
Quali sono i generi editoriali su cui oggi Longanesi punta maggiormente e come si articola la distribuzione?
Il totale delle uscite per Longanesi oscilla intorno alle cento novità all’anno, fatte approssimativamente per il 60% da titoli di narrativa e per il 40% da titoli di saggistica e varia. I generi tradizionalmente più indentificativi per la casa editrice, e su cui più immediata è la riconoscibilità prima di tutto presso i librai, sono quelli del
Possono coesistere proficuamente, nella vostra strategia, libri di carta, e-book e audiolibri?
Assolutamente sì, e il decollo recente di un mercato come quello dell’audiobook, in crescita costante da qualche anno dopo decenni di sostanziale stallo, indica chiaramente che c’è una nuova modalità di fruizione del prodotto editoriale, da affiancare e seguire con attenzione perché avente caratteristiche sue proprie. Ad esempio oggi sappiamo per certo che il successo di un audiolibro può essere dettato dalla qualità del suo lettore o lettrice, secondo criteri che non sono meramente recitativi (il lettore di audiolibri, per quanto possa sembrare il contrario, non è un attore e ha caratteristiche diverse). Quanto all’ebook, è una modalità ormai consuetudinaria per una minoranza del mercato che non sembra volere crescere oltre il 10% del mercato, fatti salvi i casi di singoli autori o specifici generi, specie se legati alla serialità, che ne favoriscono la fruizione in digitale ben oltre questa media percentuale.
In un mercato fortemente competitivo, quanto sono importanti nel successo di un libro cartaceo le scelte in termini di formato, grafica, carte, tecniche di stampa e legatoria?
C’è sicuramente in corso un fenomeno apparentemente controintuitivo e per questo particolarmente interessante, ossia il fatto che di recente il segmento di lettori (e forse dovrei più correttamente dire di lettrici) più giovani, parlo di quella fascia detta “Young Adult” o “New Adult” tra adolescenza e prima età adulta, quindi la più “nativa digitale” che ci si possa immaginare, sempre più sembra apprezzare edizioni molto curate graficamente, formati eccedenti rispetto agli standard, materiali “ricchi” come lamine metalliche o superfici “soft touch”, o edizioni con interventi speciali come i cosiddetti “sprayed edges”. Sono caratteristiche ricercate principalmente nel mondo del rosa, in particolare nella sua declinazione più contemporanea del cosiddetto “romantasy”, mix appunto di rosa e fantasy, ma la stessa cosa la si può rilevare nei generi del fantasy puro o della science fiction. L’acquisto di un oggetto fisico tangibilmente impreziosito sembra avere su questo pubblico
Il libro, per la stragrande maggioranza dei lettori, resta il libro di carta, e non ci sono indicatori che suggeriscano che questa situazione cambierà nel breve o medio periodo.
un doppio effetto, ossia un effetto “Instagram” (o re sui social, e un effetto “di presenza”, ossia di oggetto da portare con sé alle presentazioni e ai firma copie delle autrici o degli autori, vere e proprie kermesse in cui le comunità digitali di vano, uniti dalla passione per il medesimo autore o autrice e toriali che avete dovuto gestire con i vostri fornitori fuori dai consueti standard creativi o
eccezione per Longanesi è costituita dall’edizio ne originale di “La storia infinita” che prevede l’impiego di due colori per la stampa, rosso e verde acqua, il rosso per rappresentare le scene del mondo reale e il verde acqua per il mondo di Fantàsia. Si tratta di un’edizione che abbiamo ripristinato in occasione dell’anniversario del la prima pubblicazione, nel 2021, e che è stata molto apprezzata dai fan di questo libro senza tempo.
Quali sono gli aspetti cui si fa più attenzione –sia come casa editrice sia come Gruppo – nella scelta dei partner della catena di fornitura per la produzione di libri?
all’indiscussa qualità di stampa, la flessibilità nei tempi di produzione: i libri che non nascono da una commissione ma che sono frutto di creativi tà individuale, in particolare quelli di narrativa, hanno dei tempi di consegna legati strettamente all’artigianalità dell’autore e non sempre i tempi
rità, trattandosi di un editore “Trade” piuttosto lane di illustrati o di fuori formato. Una storica
di consegna e messa in stampa possono essere garantiti a monte con assoluta precisione, quindi occorrono fornitori adattabili quanto affidabili, anche perché si parla di tirature che a volte possono anche superare le centomila copie.
Che ruolo gioca oggi la sostenibilità ambientale lungo la filiera di produzione del libro?
Un fatto è ormai assodato, perlomeno nel nostro paese: il libro, per la stragrande maggioranza dei lettori, resta il libro di carta, e non ci sono indicatori che suggeriscano che questa situazione cambierà nel breve o medio periodo. Questo comporta di necessità l’implementazione di politiche di sostenibilità e che vanno dall’uso ormai invalso in tutte le case editrici del gruppo di carte certificate PEFC, alla politica attenta di riciclo delle carte e di smaterializzazione dei documenti, alla gestione sempre più attenta dei cicli di ristampa, reso e macero, come anche alla riduzione progressiva degli imballaggi.
RISPLENDO NON BRUCIO ILARIA TUTI
I dati AIE relativi al 2025 parlano di una contrazione generalizzata del mercato editoriale italiano. Come sta affrontando Longanesi la congiuntura e quali proposte per aumentare l’interesse dei diversi pubblici verso la fruizione e l’acquisto di libri si potrebbero fare?
L’unica risposta possibile che l’editoria “trade” ha da contrapporre ai periodi di stanca è quella della creatività editoriale e della reinvenzione del prodotto.
Si tratta, io credo, di andamenti ciclici e periodici e specificamente legati, per quanto riguarda il momento presente, a una intenzione di spesa inferiore da parte degli italiani a causa di un diffuso clima di incertezza e inquietudine che non coinvolge ovviamene il solo settore del libro ma altri comparti di beni che possiamo definire voluttuari. Credo che l’unica risposta possibile che l’editoria “trade” ha da contrapporre a questi periodi di stanca sia quella della creatività editoriale e della reinvenzione del prodotto. Un esempio fruttuoso che posso portare in questo senso è stata la recente serie di romanzi di Alessia Gazzola, autrice bestseller presente sul mercato da più di un decennio, dedicati al nuovo personaggio di Miss Bee. Per questi ro-
manzi, rispetto alla tradizione consolidata di publishing riservato a questa autrice, abbiamo ripensato un diverso formato, passando da un cartonato con sovracoperta a una brossura con alette, il che se da un lato ha abbattuto i costi di produzione, ci ha permesso al tempo stesso di adottare degli abbellimenti grafico-produttivi inediti come i risguardi stampati a colori o l’uso di trancia metallica sia per i lettering sia a scopo di impreziosimento del visual di copertina. Tutto questo, unito a un cambio radicale di programmazione di uscita (tre romanzi a distanza di soli tre mesi l’uno dall’altro, con un ritmo serrato che intendeva mimare in qualche modo i meccanismi di attesa della serialità televisiva), ha determinato il particolare successo dell’iniziativa. Spunto creativo dell’autrice, packaging, publishing e programmazione editoriale hanno dunque interagito in modo nuovo, facendo sì che una scrittrice ampiamente consolidata, su cui l’editore avrebbe potuto decidere per una prudente continuità, potesse vedere ulteriormente crescere le sue tirature e il suo consenso, e tutto questo proprio in una contingenza di mercato sfavorevole.
ROMANZO
CON
E PAROLEPAROLE
IMMAGINI
di ROBERTA RAGONA
Qui e nella pagina accanto, pubblicazioni di Quinto Quarto
Parlare di libri illustrati
è parlare di un vasto universo di prodotti accomunati dal racconto per immagini. Cosa implica per il design editoriale questo linguaggio? L’abbiamo chiesto ad Agnese
Pagliarini, art director che ha lavorato con Minimum Fax e Quinto Quarto, Francesco
Ceccarelli di Bunker e Leonardo Sonnoli, fondatore dell’omonimo studio.
Si può leggere in molti modi, ma ci sono libri in cui la comunicazione visiva è parte integrante del testo, l’esperienza di lettura è sinestetica: i libri illustrati. Si va dalla monografia d’arte al catalogo museale, dal reportage fotografico alla narrativa per immagini, passando per cucina, storia del costume, albi per ragazzi. Cosa significa questa componente visiva predominante, in un progetto editoriale?
Il materiale di partenza
Innanzitutto, come spiega Leonardo Sonnoli, fondatore di uno studio specializzato in comunicazione di eventi culturali e progetti editoriali sulle arti visive, è il materiale iconografico che guida: «Il progetto dei libri al cuore del nostro lavoro – fotografia, cataloghi, arte e design – deve tenere conto di due cose. Una sono i materiali di partenza: che immagini abbiamo e qual è la qualità dell’archivio rispetto agli originali? L’altro è il portato culturale del contenuto, che suggerisce come affrontare il design: che artista o movimento è? Qual era la sua poetica? Bisogna fare una ricerca nel corpus dei materiali col curatore del volume. Se lavoriamo alla monografia di un contemporaneo andiamo a vedere tutte le pubblica-
zioni, in particolare quelle seguite direttamente dall’artista che ci dicono che idea aveva della propria opera. Una ricerca dal risvolto visivo: i caratteri usati, le legature, i formati: tutto finisce nei dati di progetto».
La voce della casa editrice, in questo tipo di lavoro, emerge non da un’omogeneità stilistica su ogni testo, ma da una filosofia editoriale, come conferma Agnese Pagliarini: «Nella progettazione di collana il lettore si fida dell’editore sapendo che troverà un certo tipo di proposta e la grafica aiuterà a riconoscerla. Nel caso di Minimum Fax, suggerisce il posizionamento: andare in direzione obliqua, indipendente e in parallelo a nessun altro. Nel caso degli illustrati il lavoro invece è sul singolo progetto per formato e materiali, e la voce dell’editore deve emergere dalla selezione di titoli e dalla progettualità, il cui segno tangibile è il logo: nel logo di Quinto Quarto c’è l’idea del respiro tra una segnatura e l’altra, un quartino e l’altro – il quinto quarto – e il quinto quarto in senso metaforico, una materia prima insolita ma di valore».
Collane e “podcast su carta” E quando si progetta una collana? Anche qui è la materia di partenza a suggerire la direzione, come sot-
tolinea Sonnoli parlando del progetto di “Oilà” per Electa: «Una collana è più della somma dei singoli autori. Gli Oilà – storie di protagoniste del Novecento creativo italiano e internazionale – hanno un formato riconoscibile, che nasce da un’idea della curatrice, Chiara Alessi: fare dei podcast su carta, che del podcast riprendono la durata contenuta, le puntate in dialogo fra loro, il taglio del racconto o la tematica. Quindi un libro piccolo che si legge velocemente, da portare con sé come il telefono. Non un saggio, ma il seme di una curiosità: alla fine di ogni volume c’è una bibliografia per approfondire. Anche l’apparato iconografico è ridotto, solo tre foto che mostrano la persona più che il personaggio. Anche in virtù del piccolo formato gli Oilá dovevano avere una grafica che si facesse sentire. È un omaggio a una collana progettata da Munari, i 100 pagine Einaudi, anch’essi piccoli libri con fasce colorate in copertina diverse per ogni uscita e un diverso carattere per ogni titolo. Nel nostro caso il font di copertina è uno e la caratterizzazione – oltre che col colore – è data da due
fasce di icone che creano un alfabeto visivo. Sono libri dal prezzo contenuto e caratteri distintivi: gli angoli stondati e la labbratura nera».
Portare nel contemporaneo un classico degli illustrati è ciò che ha fatto anche Bunker per Franco Cosimo Panini sulla Pimpa, come racconta Francesco Ceccarelli: «Vico Magistretti diceva che il design nasce dalla chiacchiera: per arrivare a un risultato serve dialogo. Creare un clima di apertura è fondamentale per fare proposte che siano sentite nell’interesse del progetto. Il caso della Pimpa – che quest’anno ha festeggiato 50 anni – è emblematico: è un’icona, ma i libri avevano un’identità frammentata nell’arco di 50 anni: progetti con formati, font, colori diversi. Dopo la mostra di Altan al MAXXI di Roma abbiamo iniziato con l’editore a sistematizzare le collane, trovando dei fili conduttori: Pimpa legge, Pimpa viaggia, Pimpa colora. Abbiamo scelto una tipografia unica per tutti i libri: il VAG Rounded, un carattere non graziato tondeggiante, storicamente usato dalla Pimpa e appena ripubblicato
AWDA. Quante donne ci sono nella stanza (delle professioni creative)?
How Many Women Are in the Room? è una domanda simbolica e un invito a mantenere alta l’attenzione sulla rappresentanza femminile, nel design come altrove. Il volume documenta la quinta edizione di AWDA – Aiap Women in Design Award, prestigioso premio internazionale dedicato alle designer della comunicazione visiva. Attraverso progetti premiati, saggi e interviste, il libro offre una panoramica ricca e sfaccettata di approcci visivi, temi e linguaggi che intrecciano design e femminismo: lavoro, diritti, disparità, attivismo. A firmarlo sono studentesse, professioniste e ricercatrici da tutto il mondo, affiancate da contributi di attiviste, designer e studios che riflettono sul ruolo del progetto come strumento critico. Il libro parla anche del premio speciale conferito in partnership con PRINTlovers. Curato da Cinzia Ferrara, Laura Moretti e Carla Palladino, con design di Costanza De Luca, Lucia Tonelli e il team AWDA, è pubblicato in coedizione AIAP – the Printing Office, marchio editoriale di Lazy Dog Press. Un’edizione bilingue (ITA/ENG), stampata su carta Wabi-Sabi crema Icma, con stampa offset e Pantone di Tiburtini e nobilitazioni in viola 341 di Luxoro. www.aiap-awda.com
e rivisto per l’accessibilità. Abbiamo realizzato un font a partire dal lettering di Altan, che ha disegnato anche piccole icone da mettere in quarta per indicare a colpo d’occhio la collana. Abbiamo lavorato per argomenti, fasce d’età e per rendere più semplice distinguere i libri autoriali dagli activity book. Abbiamo ridefinito la palette basandoci sui colori di Altan, che sono davvero suoi: usa dei pennelli colorati non più in produzione, a partire dai quali è stata realizzata la palette per la colorazione digitale, riducendo il numero di colori lavorando su contrasti e leggibilità. Dopo questo lavoro, però, si notavano alcuni piccoli difetti del vecchio logo, su cui abbiamo fatto una proposta di redesign molto rispettoso, accolto sia dal direttore di collana che da Altan. Questa apertura si ha solo col dialogo».
La voce del libro
Il lavoro del designer, quindi, è al servizio della voce del libro, specie quando si lavora su un testo in fase di proposta che deve trovare la sua forma in fatto di materiali e carto-
SCELTI DA NOI
tecnica. Agnese Pagliarini porta un esempio: «Spesso nel caso degli illustrati il designer deve aiutare l’autore o l’autrice a esprimere la propria idea nel mondo più chiaro ed espressivo. Il “Libro del dildo” è un esempio perfetto: Pamela Cocconi, PAMCOC, ha una cifra stilistica molto riconoscibile di illustrazioni in bianco e nero fortemente contrastate in cui grafica e hand lettering sono strettamente integrate. Il ruolo della casa editrice è stato costruire intorno alla sua idea un approfondimento contenutistico e grafico che rafforzasse il progetto. Abbiamo affiancato al bianco e nero una copertina che evocasse sinesteticamente il contenuto, in cartone rivestito con una gommatura magenta molto acceso effetto soft touch, con un embossing del titolo. Tutti elementi che rimandano subito con precisione a un immaginario, e che ci ha fornito anche il colore di accento utilizzato negli interni».
Un principio che vale anche per i titoli acquisiti all’estero, che possono avere bisogno di adattamenti per entrare in sintonia coi lettori italiani: «Quando si fa un’acquisizione
bisogna restare fedeli all’edizione originale, trovando soluzioni fruibili per il proprio mercato. Per Arte Drag con Quinto Quarto abbiamo scelto la lamina oro per richiamare il glitter, che è una parte fondamentale dell’iconografia drag e un’estetica massimalista. L’edizione originale aveva una cordonatura alla giapponese. Un dettaglio di pregio non sempre capito sul mercato italiano: ad alcuni lettori evoca qualcosa di rotto. Bisogna ragionare anche sulla percezione culturale dell’adattamento».
Progettazione in dialogo con i canali di distribuzione Ascoltare è fondamentale non solo quando si progetta, ma anche quando si lavora con canali di distribuzione diversi, come librerie generaliste, bookshop museali o specializzate. Leonardo Sonnoli, parlando di “Oilà”, sottolinea l’importanza del dialogo tra progettisti ed editori, inclusi i reparti commerciali. Le scelte progettuali – come evitare un astuccio per motivi pratici o rinunciare a uno stand espositore, di solito poco gradito ai librai – nascono proprio
dal confronto. Nessuno può prevedere quale copertina venderà di più, ma un ascolto attivo aiuta a trovare soluzioni efficaci.
Come cambia invece la progettazione se la destinazione è bookshop di un museo? Francesco Ceccarelli descrive il progetto grafico per le guide del MAXXI, pensate come volumi tascabili ed economici, ma con dettagli curati che esprimessero il rigore del museo. Il libro, strutturato in sezioni – introduzione narrativa di Mauro Covacich, servizi (mappe, biblioteche) e focus su fotografia, arte e architettura – ha una rilegatura bodoniana, con dorso telato e copertine in cartoncino. Per facilitare la gestione nei bookshop, le edizioni italiana e inglese hanno dorsi di colore diverso (rosso e blu), richiamati anche nei dettagli interni. Le sezioni di servizio sono stampate su pagine più strette per facilitarne l’individuazione, mentre i contenuti principali usano un font piccolo, ispirato alle didascalie museali. Gli stessi principi grafici sono stati ripresi per l’edizione dedicata alla sede del MAXXI
La collana Oilà, Leonardo Sonnoli
Guida del MAXXI, Bunker
SCELTI DA NOI
Stampare complicato: Tree of Codes e la letteratura ergodica
di FRANCESCA MAGGIORA
a L’Aquila, utilizzando il giallo come colore distintivo.
Agnese Pagliarini sottolinea quanto la filiera produttiva influenzi le scelte progettuali di un libro. È essenziale che il volume, pur passando per magazzini e logistica, arrivi in libreria in perfette condizioni, trasmettendo al lettore la sensazione di essere il primo a sfogliarlo. L’aumento dei costi delle materie prime, tuttavia, ha reso più difficilmente realizzabili progetti ambiziosi come “Tempi di Recupero”, di Quinto Quarto, stampato su carte realizzate con sottoprodotti agroindustriali (nocciole, mandorle, olive, mais) e nobilitato con una lamina oro in copertina «perché il libro parla di recupero in cucina, che non è un’arte povera, ma di nobilitazione, letteralmente».
Per amor di collezione
Parlando del rapporto tra progettazione, contenuto e aspetti produtti-
Cosa succede quando a rendere ostica la lettura di un romanzo è il formato di stampa del libro piuttosto che il suo contenuto? È il caso di alcuni romanzi ergodici, opere letterarie che richiedono uno sforzo di lettura non banale, con strutture narrative complesse, ma anche caratteri tipografici o impostazioni di stampa fuori dal comune. “Tree of Codes”, scritto dall’autore americano Jonathan Safran Foer, è l’esempio perfetto. Questo libro è stato infatti creato dalla designer Sara De Bondt da una pazza idea dello scrittore: prendere solo alcune parole e frasi da un altro romanzo, per creare un libro completamente nuovo. Una scelta artistica che avrebbe richiesto un lavoro di fustellatura estremamente complesso, che è stato infatti rifiutato da diverse aziende di stampa finché lo stampatore belga Die Keure ha accettato la sfida. L’autore ha selezionato le parti di testo da tenere e da eliminare, con cui poi designer e stampatore hanno creato i file di stampa e le fustelle. Il libro così non è più “solo” contenitore di una storia, ma un vero e proprio strumento che arricchisce la narrazione.
vi, c’è un elemento che mette insieme appassionati d’arte e amanti della narrativa di genere: il collezionismo. Rileva Agnese Pagliarini: «Nel successo recente di progetti editoriali complessi, con labbrature, angoli stondati, letterpress, nobilitazioni e altri dettagli di pregio c’è l’incontro tra il mondo dei booktokers e un interesse del pubblico per la narrativa di genere, fantasy, sci-fi, romantasy. Generi in cui il collezionismo va spesso di pari passo con la lettura: è l’offerta di un valore aggiunto: non solo leggere, ma possedere ed esporre».
Senza perdere di vista la funzione delle nobilitazioni, come conclude Leonardo Sonnoli: «Il pensiero sulla nobilitazione è parte del progetto, ma bisogna sempre ricordare a cosa servono gli elementi del libro: la copertina serve a coprire, quindi a difendere, e i risguardi a proteggere la prima pagina. Sono letteralmente elementi di packaging, nati per con-
servare il più possibile un materiale fragile, la carta. La stessa labbratura una volta era veramente metallica, per impedire agli insetti di accedere alla carta. Conoscere i motivi per cui una cosa è stata inventata serve a usarla. Per questo è fondamentale che chi fa progettazione si confronti con chi stampa e produce.
I progettisti possono essere attori di innovazione, sperimentando con tecniche di stampa e materiali. Questo diventa ancora più rilevante quando si lavora con dei materiali che non sono quelli classici della progettazione editoriale, come la plastica mirror utilizzata per un artista concettuale degli anni Sessanta che lavorava con le superfici specchiate, o il cartone microonda su un testo si occupa di un artista che lavorava coi materiali di scarto. Il design non deve essere una disciplina insulare: gli stessi materiali, le stesse tecniche in applicazioni diverse possono nutrirsi a vicenda».
Collezione La Pimpa, Bunker
Libri di qualità alla prova del tempo #
Ci sono libri che sono molto più di “semplici” prodotti editoriali. Sono oggetti da collezione, ambasciatori della storia di un’impresa o compagni di immaginario per le persone più piccole, che si collocano in uno spazio e un tempo che al digitale non sarà mai concesso. Tre segmenti molto diversi che però hanno in comune la capacità di generare stupore e sincere emozioni. Per le storie raccontate, certo, ma soprattutto per il livello di creatività, ricerca e innovazione nella loro realizzazione. Formati particolari, rilegature artistiche, materiali di qualità estrema, stampa e finishing di sicuro effetto. Ecco perché i libri d’arte, i libri d’impresa e i libri per l’infanzia cambiano nel tempo, ma non passano mai di moda.
Libri e cataloghi d’arte #
C’è chi li acquista come oggetto di design da esporre, chi li colleziona, chi li consulta per studio. I libri d’arte sono un’estensione del pensiero dell’artista e dello spazio espositivo, una forma d’arte in sé, capace di raccontare, custodire e talvolta persino amplificare l’opera. Libri-oggetto che si muovono tra marketing, funzionalità e creazione artistica. Un settore certamente di nicchia ma con incoraggianti prospettive di crescita, focalizzata sulla qualità. «Ci troviamo di fronte a un panorama molto variegato – racconta Anna Bergamasco, Exhibitors Liaison di miart & Project Manager di Lenz Press – che possiamo suddividere in tre macro-categorie: i grandi cataloghi istituzionali commissionati da musei o centri d’arte; i volumi autoprodotti da gallerie,
spesso pensati anche come gadget d’accompagnamento alla mostra; e infine gli artist book, che diventano quasi un’estensione dell’opera stessa». La differenza si riflette anche nelle tirature: se i libri nati da committenze museali possono superare le migliaia di copie, artist book e visual essay restano intorno alle poche centinaia di esemplari. Il valore, tuttavia, si misura nella qualità e nella loro shelf-life, ovvero la capacità del libro di sopravvivere alla mostra. Il libro di alta gamma nel settore artistico si distingue proprio come prodotto volutamente materico, più simile a un oggetto di design che a un semplice volume da consultare. Come per esempio il volume “Rego and Varejão. Between Your Teeth”, pubblicato da Lenz Press, casa editrice indipenden-
A sinistra, “Rego and Varejão. Between Your Teeth”, pubblicato da Lenz Press. In basso, libri realizzati da Nava Press e L.E.G.O.
La magia di Erredue 1973 per “The Burning Man”
Nel corso della sua consolidata esperienza nella stampa editoriale di alta qualità, Erredue 1973 ha dato vita a un progetto straordinario: “The Burning Man”, un volume d’arte che celebra la creatività, la libertà e lo spirito fuori dagli schemi di uno degli eventi più iconici al mondo. Nel cuore del deserto, il “Burning Man” è più di un evento: è un’esperienza di trasformazione. L’essenza di questa magia è stata catturata in una serie limitata di 100 copie numerate e un totale di 500 copie finali, pensata per ispirare e coinvolgere profondamente chi la sfoglia. Il volume si distingue per la sua raffinata eleganza: copertina cartonata con dettagli dorati, interni squisitamente stampati su pregiata carta Symbol Matt Freelife Plus di Fedrigoni, scelti per garantire una resa visiva e tattile di altissimo livello. Ogni pagina è un invito a esplorare un mondo fatto di arte, espressione e libertà radicale. A custodire il volume, un cofanetto cartonato con chiusura magnetica, rivestito in Tela Bukram di Manifattura del Seveso, solido ed elegante, pensato per proteggere e valorizzare l’opera. Un’edizione da collezione, che fonde eccellenza artigianale e potenza narrativa per trasportarti nel cuore pulsante del Burning Man. www.erredue1973.com
te con sede a Milano, specializzata in pubblicazioni d’arte contemporanea, architettura, cultura visiva e critica in collaborazione con il Centro de Arte Moderna Gulbenkian di Lisbona. Un grande formato, 136 pagine stampate in quadricromia su carta da 130 g/m² con verniciatura, copertina con alette su carta patinata lucida da 300 g/m² e lamina a caldo su fronte, dorso e retro. La rilegatura cucita filo refe sottolinea il valore editoriale e collezionistico dell’oggetto. Ogni dettaglio del libro – dal layout alla scelta dei materiali – appare studiato per restituire al lettore un’esperienza estetica coerente con il contenuto.
Ma cosa rende un libro d’arte un buon libro d’arte? La ricerca del bello e dell’unicità è una motivazione costante in questo settore, alimentata
dalla maestria artigianale e dall’innovazione tecnologica. La riproduzione fedele delle opere è naturalmente centrale, e questo impone scelte tecniche precise. «Carte patinate o uso mano di alta qualità, stampa offset per garantire fedeltà cromatica, necessari per un’ottima riproducibilità dei testi, delle immagini e soprattutto dei colori delle opere – sottolinea Lorenzo Mason, graphic designer che collabora con Lenz Press – a cui si aggiungono dettagli raffinati come telature, materiali speciali (PVC, carte materiche), lamine a caldo, embossing o finiture tattili». Oltre al valore estetico, è Bergamasco a sottolineare una funzione più concreta: «questi volumi agiscono anche come strumenti di valorizzazione e legittimazione istituzionale per il lavoro
SCELTI DA NOI
degli artisti». Due i settori principali: quello dell’arte contemporanea, che spesso ricerca linguaggi editoriali innovativi, e quello dell’arte storicizzata, dove il catalogo funge da supporto critico e da ponte con la storiografia. In entrambi i casi, il libro non è solo uno strumento per conservare la memoria, ma uno spazio vivo di riflessione, fruizione e racconto. Nel segmento digitale, invece, le pubblicazioni di tipo saggistico vengono talvolta proposte in versione e-book, ma il libro d’arte resta fortemente legato al suo statuto materiale. La fisicità del volume – la carta, il peso, la nobilitazione – partecipa alla sua identità. Ogni libro o catalogo d’arte diventa un piccolo spazio espositivo in sé: fatto di materia, certo, ma anche di tempo, attenzione e di una visione capace di resistere alla fugacità dell’immagine digitale.
LuxLab trasforma l’idea in materia
Nel design dei progetti stampati l’idea non basta. Serve vederla brillare, toccarla, testarne l’impatto. LuxLab, il laboratorio creativo di Luxoro, nasce per trasformare l’intuizione in materia, con mockup capaci di replicare fedelmente l’estetica, la struttura e il linguaggio del prodotto finale.
Il cuore del processo sono le nobilitazioni a caldo, a freddo e digitali, applicate con una maestria tecnica che coniuga precisione industriale e sensibilità artigianale. Effetti metallizzati, rilievi, microincisioni, giochi di luce e combinazioni multilivello prendono vita su carta e supporti reali, dando forma a prototipi che sembrano già pronti per la vetrina. Per designer, agenzie e brand, LuxLab è uno strumento strategico: consente di testare concept con finiture autentiche, ottimizzare il dialogo creativo con il cliente e accorciare i tempi di sviluppo. Nessuna simulazione: solo oggetti concreti, ad alto impatto sensoriale, prodotti con le stesse tecnologie della linea industriale.
LuxLab è dove il design incontra la produzione, senza mediazioni. Un luogo dove la nobilitazione non è un dettaglio decorativo, ma un linguaggio, un’identità, un valore che prende forma.
Al Luxe Pack Monaco 2025 è possibile conoscere più da vicino la novità di LuxLab nello stand di Kurz DA09. www.luxoro.it
Libri d’impresa #
Il
libro d'impresa narra con profondità la storia, i valori tangibili e intangibili, il patrimonio culturale e le prospettive future dell’azienda.
Chi ha detto che i libri d’impresa sono roba da archivi polverosi o strumenti superati? Al contrario, le monografie aziendali stanno vivendo una nuova stagione. A raccontarci il valore e l’evoluzione di questo segmento è Tiziana Maria Sartori, direttrice dell’Osservatorio Monografie d’Impresa, associazione italiana dedicata alla conservazione e valorizzazione di questo peculiare prodotto che, a differenza del company profile o della brochure, rappresenta un vero e proprio autoritratto aziendale. Non si limita, infatti, a una semplice presentazione promozionale, ma narra con profondità la storia, i valori tangibili e intangibili, il patrimonio culturale e le prospettive future dell’azienda. Sartori sottolinea: «È uno strumento strategico per costruire reputazione e rafforzare il legame
SCELTI DA NOI
In queste pagine, libri d’impresa custoditi dall’Osservatorio Monografie d’Impresa APS
con stakeholder interni ed esterni, dai dipendenti al territorio, dalla comunità ai clienti. Non si tratta di promuovere prodotti, ma di consolidare l’identità e l’immagine aziendale attraverso un racconto duraturo e coinvolgente». La sua natura fisica la rende spesso un oggetto da collezione, realizzato con materiali pregiati e confezioni esclusive.
«Molte monografie sono concepite come edizioni di pregio, tirate in copie limitate e dotate di packaging di alto livello, capaci di diventare veri e propri coffee table book, oggetti da esposizione e collezione», conferma Sartori. La qualità della monografia d’impresa nasce dall’incontro armonioso tra contenuti, design e produzione tipografica. «Le tecniche di nobilitazione grafica – come plastificazioni, stampa a caldo, goffrature –
Il lusso di Exteta nel volume realizzato da Arti Grafiche Turati
In un tempo dominato dall’effimero, scegliere di stampare un catalogo significa dare forma concreta a un pensiero, costruire uno spazio fisico per contenere un’identità. Ed è così che nasce il volume realizzato da Arti Grafiche Turati: come oggetto che rappresenti in modo tangibile il mondo dell’arredamento di lusso firmato Exteta. Ogni dettaglio è stato scelto con cura per restituire la qualità sensoriale dei materiali, la luce degli ambienti, e la filosofia che anima ogni prodotto. Stampare non è solo trasferire immagini su carta: è interpretare, bilanciare, rendere visibile un’intenzione, trasformare un file in un’esperienza. Arti Grafiche Turati ha lavorato con macchine di alto livello controllando manualmente ogni fase. Il lavoro preciso ed esperto ha tradotto la visione del cliente in qualcosa di tangibile. La copertina, rivestita in tela con stampa a caldo in embossing con foil nero, presenta un bassorilievo rettangolare che accoglie una foto stampata in CMYK con plastificazione lucida. Il capitello in seta nera e i risguardi in carta Fedrigoni Sirio sabbia da 170 g anticipano l’attenzione che caratterizza ogni dettaglio del volume. Per le pagine interne è stata scelta Fedrigoni X-Per da 140 g, una carta capace di evocare solidità senza appesantire, in perfetto equilibrio tra naturalezza e precisione. La stampa offset a quattro colori restituisce fedelmente luce e materiali. Stampare bene significa rendere visibile un’idea: qui Arti Grafiche Turati c’è riuscita. www.agturati.it
contribuiscono a trasformare la monografia in un oggetto emozionale e distintivo», spiega Sartori. A fare la differenza, aggiunge, «sono quattro elementi interconnessi: contenuti testuali, graphic design, iconografia e produzione tipografica, intesa come scelta della carta, rilegatura, inserti e materiali speciali. Un testo eccellente, infatti, rischia di perdere valore se accompagnato da una stampa scadente o da un’impaginazione poco curata».
La ricerca dell’eccellenza si estende anche alle sperimentazioni con materiali e finiture: l’archivio digitale dell’Osservatorio documenta una grande varietà di soluzioni produttive, a testimonianza della vitalità e dell’innovazione nel campo del libro d’impresa. Si osservano tendenze
come la riduzione delle carte patinate a favore di quelle uso mano o marcate, e una crescente sperimentazione nelle rilegature. Oltre alle classiche cartonate con sovraccoperta, sono sempre più frequenti la bodoniana, la brossura svizzera e quella giapponese con cuciture a vista. Non mancano inserti fuori formato, segnature intonse, cuciture Singer e cofanetti realizzati in materiali come legno, metallo, seta, fino a elementi persino alimentari come il cioccolato. Anche la sostenibilità ambientale si afferma come criterio sempre più centrale nella progettazione editoriale. Le imprese infatti inseriscono nelle loro monografie i risultati raggiunti in ambito ambientale e sociale, facendo della monografia uno specchio dell’impegno etico e della responsabilità d’impresa. Carte certificate FSC
SCELTI DA NOI
Grafiche Calabria fa “assaggiare” l’eccellenza grazie alla stampa
o PEFC, inchiostri ecologici, processi di stampa a basso impatto ambientale sono sempre più frequenti e spesso vengono evidenziati nel colophon come un valore aggiunto e distintivo. Guardando al futuro, l’Osservatorio è ottimista. Il formato fisico continua a offrire un valore che il digitale non può replicare: «Uno stampato è un oggetto tangibile che l’azienda può donare agli stakeholder, creando un legame più forte e duraturo. Il libro d’impresa è uno strumento di marketing esperienziale e branding di lunga durata».
Nel competitivo mondo del Food & Beverage, il catalogo non è solo uno strumento commerciale: è un’estensione del brand, un’esperienza sensoriale che comunica qualità, artigianalità e cura. Come nel catalogo realizzato da Grafiche Calabria per Pregiata Forneria Albanesi. Ogni dettaglio è stato curato con attenzione: la scelta della carta myStardream Quarz di myCordenons, le finiture pregiate con lamina oro in copertina e l’impaginato sobrio ma d’impatto rendono questo progetto un vero oggetto da collezione. Le fotografie, che ritraggono i prodotti interi e porzionati, evocano le fragranze e anticipano la bontà degli ingredienti. Dalla fase di briefing con il cliente, sono emerse esigenze chiare: valorizzare l’eccellenza, mantenere un equilibrio tra lusso e budget, creare un’esperienza immersiva per buyer di alta ristorazione, rispettare tempi serrati per eventi fieristici. Il concept grafico si è tradotto in fotografie d’effetto e schede prodotto su fondi neutri, per focalizzare l’attenzione. Il risultato ha superato le aspettative: «Sfogliando il catalogo sembra di sentire il profumo dei panettoni» ha dichiarato il cliente. «La carta è piacevole al tatto e l’hot stamping oro ha elevato l’immagine del nostro brand. Tempistiche impeccabili. Una collaborazione da replicare». www.grafichecalabria.it
Libri per l’infanzia #
I libri per bambini da 0 a 5 anni hanno rappresentato oltre il 53% del valore dell’intero settore ragazzi, registrando un +9,2% in valore rispetto all’anno precedente.
Nel settore dell’editoria per l’infanzia, i pre-libri e gli albi per la fascia 0-3 anni stanno attraversando una stagione di intensa trasformazione, in cui materiali, tecniche e design si fondono per costruire esperienze di lettura sempre più immersive. A dispetto della contrazione generale del mercato editoriale, la fascia prescolare regge bene, forte di una filiera che integra editori specializzati, librerie indipendenti, biblioteche e realtà educative. Un dato su tutti: i libri per bambini da 0 a 5 anni hanno rappresentato oltre il 53% del valore dell’intero settore ragazzi, registrando un +9,2% rispetto all’anno precedente. È questa la fotografia scattata all’ultima edizione della Bologna Children’s Book Fair. Tra gli oltre 600 titoli segnalati nel dossier “Visto in fiera” redatto dall’associazione Hamelin, sono emersi con forza alcuni
SCELTI DA NOI
trend: la ricerca sul libro-oggetto, l’incontro con le arti visive e performative, l’uso creativo dei materiali e l’attenzione alla multisensorialità. Un esempio è la nuova collana “Libri di feltro” di La Coccinella: piccoli albi maneggevoli, morbidi al tatto, con superfici esplorabili e giochi di sovrapposizione. Edizioni del Borgo ha puntato su leporelli in feltro dotati di specchi e fustellature, stimolando la percezione visiva e il gioco simbolico. Minibombo ha riproposto in formato cartonato tre albi molto amati trasformando un semplice foro geometrico in una finestra narrativa da esplorare con le dita e con l’immaginazione, mentre Terre di Mezzo ha inaugurato la collana “Il mondo in tasca”, con schede cartonate ad anello da portare in giro durante le esplorazioni all’aria aperta. Tra le tendenze visive più interessanti emerse negli ultimi anni,
Con Thinking PLA’s® il PLA diventa finitura di pregio
Thinking PLA’s® è l’esclusiva linea di film in PLA biorientato di Plastigraf Trevigiana che porta il PLA, materiale tradizionalmente limitato al flessibile, a essere accoppiato a carta e cartoncino. Una lavorazione innovativa che supera per sempre il compromesso tra estetica di alto livello e responsabilità ambientale. Una collezione di layer in bioplastica, dotati di brillantezza naturale e caratteristiche uniche, sviluppati per il luxury packaging ma che trova ampie applicazioni anche in editoria e cartotecnica specializzata. I film sono ricavati da materie prime rinnovabili e per oltre l’80% di origine vegetale, premiati con il marchio CONVENTIONAL PLASTIC FREE® Material, che distingue i prodotti a ridotto contenuto fossile dai materiali tradizionali. Vasta la gamma di finiture: lucida, opaca, soft-touch, antigraffio, colorata, argento, oro, olografica o personalizzabili con colori su codice Pantone®. Tutte le superfici sono stampabili a caldo, in offset UV o serigrafia, per offrire agli editori soluzioni inedite per copertine, sovraccoperte e prodotti editoriali di pregio, che coniugano lusso e sostenibilità. www.plastigraftrevigiana.com
anche grazie alla mostra “Fluobooks. Lit up Books” allestita durante la fiera di Bologna del 2022 che raccoglieva pubblicazioni degli ultimi dieci anni, si segnala l’uso crescente di colori fluorescenti. Un linguaggio visivo già diffuso nella moda e nel graphic design che, oltre ad avere un forte impatto estetico, è utilizzato per costruire contrasti visivi, stimolare la percezione e rafforzare la riconoscibilità delle immagini. La mostra ha raccolto oltre 150 titoli da tutto il mondo stampati con tecniche miste – serigrafia, stampa digitale, risograph – dimostrando come il fluo possa essere integrato nel processo creativo editoriale, anche attraverso stand immersivi con luce nera che restituiscono ai lettori un’esperienza interattiva. Tra i progetti più significativi sul piano della ricerca visiva e cartotecnica spicca anche il lavoro di Topipittori, che
nella primavera 2025 ha pubblicato due titoli firmati dal graphic designer Paul Cox: “Il mistero degli eucalipti” e “Una storia d’amore”. Cox, ospite d’onore quest’anno a Bologna con l’installazione “Wallbook”, ha trasformato il libro illustrato in uno spazio espositivo, in cui l’immagine frammentata si ricompone tra le pagine.
Un esempio particolarmente significativo, infine, è “Dalla finestra”, edito da Start Edizioni e vincitore del BolognaRagazzi Award 2025 (categoria New Horizons): un libro tattile in nero e braille, pensato per lettori vedenti e non vedenti. Nasce dalla collaborazione tra Laura Cattabianchi (testo e immagini tattili) e Patrizio Anastasi (grafica e tipografia), con l’ambizione di coniugare accessibilità e potenza visiva «Tutto il ragionamento è partito da una
SCELTI DA NOI
“Dalla Finestra”, Start Edizioni. Ph. Juan Jerez
tecnica di produzione compatibile con le esigenze contenutistiche, tecniche ed estetiche del libro tattile illustrato», raccontano da Start Edizioni. Il progetto si sviluppa a partire da immagini realizzate a mano, poi tradotte in illustrazioni visive, in un processo inverso rispetto al consueto. Ogni dettaglio – dal formato alla rilegatura – è pensato per una fruizione multisensoriale. Il braille è stampato direttamente su carta, le immagini sono protette tra doppie pagine e la copertina adotta una rilegatura svizzera. «Siamo intervenuti anche sulle macchine da taglio, perché il braille
e i rilievi non possono essere compressi». Accompagna il volume un kit creativo con finestre fustellate e carte da ritagliare. Prodotto in 300 copie, è un oggetto raffinato che testimonia come «un libro accessibile può essere anche bello, potente, narrativo». In una stagione editoriale che guarda sempre più alla qualità dell’esperienza – prima ancora che alla quantità di lettori – il libro per la primissima infanzia si conferma uno dei terreni più fertili per l’innovazione tipografica. Dove vedere, toccare e immaginare tornano a essere – insieme – i primi alfabeti della lettura.
Due Emme Pack Group, la boutique della carta al servizio dell’editoria
Per essere valorizzata, la cultura ha bisogno di sostegno. Due Emme Pack Group lo sa bene. Sostegno di persone, che ricoprono un ruolo chiave per tramandarla, ma anche il sostegno di materiali adeguati alle necessità che si perseguono. Nell’editoria scolastica, ad esempio, prevalgono esigenze di chiarezza, immediatezza e durabilità. Nella narrativa, è fondamentale la coerenza con la tipologia di prodotto proposto. Nel campo della divulgazione, qualità e personalità giocano un ruolo chiave dato che l’impatto dei materiali concorre pienamente alla trasmissione del messaggio dell’artista. Con le sue soluzioni personalizzate, Due Emme Pack Group è diventata un riferimento per editori di editoria scolastica, varia e narrativa. Non solo l’ampia gamma di prodotti permette di trovare soluzioni ideali per tutte le esigenze, dalle carte naturali e patinate leggere per l’editoria scolastica alle carte volume per libri di narrativa, fino a quelle d’alta finitura per la stampa di cataloghi e libri museali. Ma a fare la differenza è anche il collegamento strategico tra produttore e utilizzatore attraverso la consulenza di un’ampia rete commerciale altamente qualificata, con il servizio di taglio sartoriale a formato ottimizzato da bobina a foglio che garantisce precisione e flessibilità. Sul sito www.dueemmepackgroup.it è disponibile l’ampia gamma di prodotti con caratteristiche di applicazione e specifiche tecniche.
“Ray” di Marianna Coppo. In basso a sinistra, illustrazione di Anna Pirolli. Le due autrici sono state intervistate su PRINTlovers 97.
Grazie a:
Anna Bergamasco, Exhibitors Liaison di miart & Project Manager di Lenz Press
Lorenzo Mason, Graphic designer Lorenzo
Mason Studio
Tiziana Maria Sartori, Direttrice Osservatorio Monografie d’Impresa APS
Claudia Tanzi, Ufficio Stampa & Social Media, Bologna Children’s Book Fair
Giuliana Riunno, fondatrice dell’associazione
Start
SCELTI DA NOI
STRATOSFERA
Stratosfera e Sappi: insieme per un packaging premium, sostenibile e performante
Una collaborazione solida, una visione condivisa e il desiderio comune di innovare. È con questo spirito che, dal 2005, Stratosfera e Sappi lavorano fianco a fianco per portare sul mercato soluzioni di packaging d’eccellenza. Tutto ha avuto inizio con il lancio della gamma Algro nelle sue declinazioni, il cartoncino premium di pura cellulosa prodotto da Sappi: tagliato, nobilitato e distribuito da Stratosfera. Oggi, questa partnership si traduce in progetti su misura per i settori più esigenti — dal lusso al food & beverage, dalla cosmetica all’editoria — combinando eccellenza tecnica, estetica e sostenibilità. Un dialogo costante tra competenze complementari che punta a superare gli standard di mercato, anticipando le esigenze di un futuro sempre più attento all’ambiente.
Accoppiamenti su misura per un packaging d’eccellenza
Stratosfera è specializzata nella nobilitazione e trasformazione di carta e cartoncino, in particolare negli accoppiamenti carta-carta, che permettono di lavorare da bobina a bobina su una vasta gamma di grammature e formati: da supporti sottilissimi, inferiori a 100 micron, fino a spessori complessivi di 1 mm. La combinazione di materiali differenti consente di dare vita a soluzioni tecniche e visive su misura per settori altamente specializzati, come moda, editoria, profumeria, cosmetica e alimentare. Nel food, in particolare, Stratosfera ha sviluppato soluzioni barriera di nuova generazione, pensate per offrire alternative plastic-free senza rinunciare a performance tecniche ed estetiche. Grazie alla combinazione dei cartoncini Algro Design o Fusion Topliner di Sappi con carte funzionali e coating a dispersione, è possibile realizzare strutture monomateriale, riciclabili e completamente prive di plastica. Il processo di laminazione specializzato preserva la stampabilità e la lavorabilità dei cartoncini Sappi, garantendo al contempo protezione da ossigeno, aromi, umidità e contaminanti. Soluzioni ideali, queste, per prodotti alimentari freschi, grassi o delicati, dove è richiesta una barriera affidabile e certificabile.
La linea Eco Sfera nasce per rispondere alle nuove sfide ambientali del mercato. Integrando materiali di alta qualità come i cartoncini premium Algro Design e Fusion di Sappi, Stratosfera è in grado di offrire prodotti finali completamente riciclabili, senza compromessi su performance tecniche o resa estetica.
Ogni fase della lavorazione avviene utilizzando energia rinnovabile al 100%, di cui il 75% autoprodotta tramite fotovoltaico e il restante 25% acquistato da fornitori certificati green. L’azienda ha avviato inoltre il percorso per ottenere la certificazione ambientale ISO 14001, in aggiunta alle certificazioni già acquisite: FSC®, PEFC™ e BRCGS. La carta si dimostra così un materiale prezioso e versatile in grado di guidare il cambiamento verso un packaging più responsabile, senza sacrificare funzionalità e bellezza.
A proposito di Stratosfera
Stratosfera è un’azienda italiana a conduzione familiare, attiva dal 1967 e specializzata nella produzione, spalmatura e nobilitazione di carta e cartone. Da oltre cinquant’anni, trasforma materiali cartacei in supporti tecnici ed estetici d’eccellenza, scelti da brand leader nei settori luxury, beauty e food per packaging personalizzati, cofanetti, astucci e materiali promozionali di alta gamma.
Ogni progetto è pensato per coniugare impatto visivo, funzionalità e rispetto per il pianeta, grazie a una filiera sempre più orientata alla sostenibilità.
L’azienda opera su tutto il territorio nazionale e, grazie alla sede logistica di Marcianise (CE), è in grado di offrire una distribuzione più efficiente e sostenibile anche nel Centro-Sud Italia.
www.stratosfera1967.com
WELINO DI WINTER & COMPANY: PIÙ CHE UNA CARTA, ISPIRAZIONE MATERIALIZZATA
WELINO REVERSO:
UNA CARTA, DUE FACCE
Welino Reverso è più di una nuova carta: è un invito a ripensare il design. La goffratura su entrambi i lati apre possibilità creative oltre il consueto. Il fronte colpisce con una struttura piramidale finemente rialzata, potente al tatto, chiara nell’estetica. Il retro mostra una controgoffratura discreta, sottile, calma, raffinata. Entrambe le superfici offrono un fascino unico: indipendenti, ma ugualmente valorizzabili. Welino Reverso ispira chi cerca materiali che non solo accompagnano le idee, ma le modellano. Una carta, due facce. Libertà senza limiti.
WELINO NATURAL:
AUTENTICITÀ SENZA GOFFRATURA
Chi cerca la naturalezza la trova in Welino Natural. Questa carta tinta in pasta naturale trasmette calma, chiarezza ed espressività. Rappresenta un design consapevole che colpisce nel segno: essenziale ma mai banale.
UNA COLLEZIONE CON STILE
Welino fa parte della rinomata collezione di carte tinte in pasta di Winter & Company, con un tocco fresco e distintivo. Che sia Reverso o Natural, entrambe le varianti incarnano qualità, estetica e innovazione. Ideale per packaging, copertine o cartotecnica, Welino dà carattere ai progetti ed è un vero gioiello della collezione.
SOTTILI DIFFERENZE, GRANDE IMPATTO
Welino Natural convince con 120 g/m², alta opacità e una superficie setosa, perfetta per stampe di pregio. Soddisfa elevati standard di resistenza e lavorabilità, per progetti in cui estetica e funzionalità vanno di pari passo.
SOSTENIBILITÀ VISIBILE
Welino è una dichiarazione di design sostenibile. Prodotto in Europa, parte della collezione Wrup-Cycling di Winter & Company, contiene il 40% di fibre riciclate provenienti da scarti industriali. Certificato FSC™ (FSC-C007992) e rispettoso dell’ambiente :
• 100% riciclabile
• Vegano, conforme a REACH e senza cloro
• Privo di PVC, plastificanti e metalli pesanti. Per marchi e creativi che vedono nella sostenibilità un’opportunità.
UN MATERIALE CHE
DÀ SPAZIO AL DESIGN
Welino è perfetto per packaging di lusso, copertine, etichette, hangtag, shopping bag e stampe raffinate. Che si tratti di stampa serigrafica, digitale, offset, a secco o a caldo, Welino si distingue in ogni applicazione.
COLORI CON CARATTERE
La collezione comprende 12 tonalità armoniose, dall’eleganza urbana alla naturalezza calda. Welino è più di una carta. È ispirazione materializzata: uno strumento per creativi, un simbolo di qualità e visione.
HOW IT'S MADE LA FORMA DEL LIBRO
Tra marketing social, estetica Dark Academia e packaging deluxe, l’editoria italiana reagisce al calo dei lettori puntando sull’oggetto libro, perché si legge (e si compra) con gli occhi prima che con la mente.
di LORENZO CAPITANI
Quando, agli inizi degli anni Duemiladieci, con l’affermarsi del digitale discutevamo della fine della carta o di una redistribuzione di pesi ed equilibri, ci sbagliavamo. Avevamo uno sguardo miope, incapace di comprendere davvero cosa stava succedendo: del resto il primo iPhone era stato presentato solo nel 2007 e sembrava l’evoluzione di un bel iPod che sapeva telefonare, mentre il primo Kindle era uscito nel 2009 con dei brutti tasti fisici per scorrere le pagine. Allora credevamo che il nemico del libro di carta fosse la sua versione digitale, mentre era lo smartphone, e il suo complesso ecosistema, che nel biennio 2015-2017 sarebbe diventato davvero per tutti, cambiando definitivamente le carte in tavola. Pensavamo a un affiancamento di media, mentre stavano cambiando radicalmente i contenuti che avremmo consumato nei dieci anni successivi.
Reading is a sacred act.
It’s like a prayer
Come scrisse Paul Auster, “leggere è come pregare” e quindi ci vogliono il tempo, la concentrazione e la volontà di affidarci a qualcosa che può farci star bene: la lettura, e gli infiniti mondi che scaturiscono da essa, richiedono un nostro sforzo mentre tutto quel che c’è in uno smartphone è lì, raggiungibile in un attimo. In quella mattonella di vetro e terre rare c’è la nostra vita, il nostro lavoro, i nostri ricordi, le nostre passioni, la musica, i podcast, i video, i film, le serie, i giochi, le notizie e la socialità, insomma tutto. Ecco perché riempiamo ogni momento morto chini su quello schermo, alzando lo sguardo a ritmo di reel ogni 15-30 secondi con lo stesso movimento del capo di tanti uccelli da cortile. E i dati lo confermano: l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha calcolato che il tempo libero veramente autodiretto di un europeo medio, cioè il tempo di cui ciascuno di noi dispone liberamente, è di 3 ore al giorno, spezzettato in micro slot sparsi per la giornata. E il tempo dedicato alla lettura è passato dalle 3 ore e 32 minuti alla settimana del 2022 alle 2 ore e 47 minuti, secondo la rilevazione dell’Osservatorio dell’AIE su dati Pepe Research.
Ma tra molte ombre, qualche luce
Non sorprenderanno, quindi, i numeri dell’AIE sul mercato del libro in Italia nei primi quattro mesi del 2025, basati su dati NielsenlQ-Gfk, che registrano un calo di 16 milioni di euro delle vendite rispetto al 2024 (che ne aveva già persi 15 rispetto al 2023): significa quasi un milione di copie vendute in meno, nonostante i 5.308 editori attivi in Italia nel 2023. Tiene solo il settore bambini e ragazzi, stranamente visto l’andamento demografico, mentre perdono la narrativa, storicamente forte, la saggistica e il settore fumetti e manga. Non se la passano meglio la scolastica e la manualistica universitaria: la prima inizia a risentire del calo demografico, la seconda, sotto i colpi dell’intelligenza artificiale che inizia a “salire in cattedra”, perde il 12%.
I dati AIE parlano chiaro, l’editoria è in sofferenza, ma dare la colpa di questa flessione “alla forte diminuzione dei sostegni alla domanda”, come la Carta cultura e la Carta del merito che hanno sostituito la 18app, come si legge nel comunicato finale del Salone del Libro
I dati AIE parlano chiaro, l’editoria è in sofferenza.
Ma il problema è strutturale: quello che manca è il lettore, non si legge su carta né in digitale
di Torino, è ignorare che il problema è strutturale: quello che manca è il lettore, non si legge su carta né in digitale.
Fortunatamente, gli editori ne sono consci più delle istituzioni e stanno provando un approccio più imprenditoriale, anche se formule promozionali e una politica di pricing in contro tendenza rispetto all’andamento dell’inflazione sembra non stiano dando i risultati sperati.
E così cambiando la prospettiva si prova a investire sul libro in sé, valorizzandone la forma, esaltandolo quasi fosse un packaging, andando oltre la sua funzione culturale. Passeggiando per gli stand del Salone di Torino o entrando in libreria, si percepisce subito questo approccio. Dimenticando i numeri, a guardare la quantità dei libri sugli scaffali e il loro aspetto si è portati a pensare che questo libro-oggetto goda di buona salute, soprattutto in settori come la narrativa di genere, in particolare fantasy e romance. Del resto lo scriveva già nel 1995 Vittorio Spinazzola ne ‘L’immaginazione divertente’: “La letteratura di genere è per sua natura consolatoria: rassicura perché ripete, e
ripetendo, ordina. La ripetizione non è banalizzazione, ma è promessa mantenuta. È un piacere rituale”.
La nuova dimensione dei social Quanto siamo lontani dal 2021 quando Paul Sahre, illustratore del New York Times, diceva che “Amazon sta cambiando la progettazione delle copertine, non solo nelle proporzioni: hanno bisogno di essere leggibili su tutti gli schermi, spesso in dimensioni ridotte. Nella maggior parte dei casi, le sottigliezze del libro fisico nel digitale non si traducono bene”. Nel giro di quattro anni il mondo è cambiato: se prima ci si doveva adattare alle vetrine virtuali bidimensionali degli e-commerce, oggi ci si deve adeguare a un’altra realtà digitale: il social, TikTok e Instagram soprattutto, e proprio in questa prospettiva si spiega l’esaltazione della tridimensionalità e della fisicità del libro.
È un cambio di prospettiva, dicevamo, che ha portato gli editori a inseguire ciò che cercano i lettori, abdicando al loro ruolo di guide culturali; del resto sono imprese e come tali devono fare utile e quindi anche i social vanno bene, come
sono andati bene per altri tipi di prodotto. È sui social che i libri si mostrano, vengono toccati, rigirati tra le mani degli influencer, raccontati e commentati feticisticamente dai BookTokers, non solo per i loro contenuti, ma soprattutto per la loro forma. Il tutto nasce nel 2020 con BookTok, la sotto-comunità di TikTok dove si condividono recensioni, consigli e si discute su libri, principalmente young adult, fantasy e romance. Nel 2024, i libri promossi tramite BookTok hanno venduto 5,8 milioni di copie in Italia, cioè quasi il 6% del mercato totale di narrativa e saggistica. Titoli come “Fabbricante di lacrime” di Erin Doom e “It Ends with Us” di Colleen Hoover, dopo esordi nella media, hanno visto un aumento esponenziale delle vendite in seguito alla riscoperta su questi canali. E se il fenomeno sta spingendo questi generi, sta progressivamente influenzando le tendenze di lettura e le strategie di marketing editoriale di tutti gli editori, non solo mainstream. Le case editrici stanno sempre più collaborando con i BookTokers, li elevano a editor sperando di trovare la pietra filosofale, per scovare il prossimo best-seller in mezzo alle migliaia di no-
vità pubblicate. Un post di @labibliotecadidaphne e @levv97, solo per citarne un paio, vale quanto un passaggio televisivo. E questo si riflette sulla forma del libro.
Stop scrolling
Paradossalmente il libro acquista fisicità per essere ben comunicabile digitalmente: con un neologismo potremmo dire che deve essere “instagrammabile”. Tradotto nel concreto, per dirla con gli americani: “bold colors, big typography, and a visual hook”, ovvero lettering grande e audace, sparato in copertina in colori vivaci per catturare l’attenzione degli utenti sui social media, dove le immagini devono spiccare rapidamente e fermare lo scroll. Le copertine con illustrazioni stilizzate e design minimalisti, con elementi simbolici o astratti evocano il contenuto del libro, come nel caso di “La canzone di Achille” di Madeline Miller, che utilizza motivi mitologici per rimandare al tema centrale del romanzo. Per i libri con temi più oscuri o introspettivi, è nata addirittura un’estetica ben codificata chiamata Dark Academia, sottogenere del fantasy nato da “Dio di illusioni” di Donna
+ + + Il libro acquista fisicità per essere ben comunicabile digitalmente: con un neologismo potremmo dire che deve essere “instagrammabile”
Tartt, che incorpora palette di colori scuri, elementi gotici e riferimenti a college inglesi o americani, creando un’atmosfera misteriosa vagamente intellettuale.
Al di là della grafica, in risposta alla crescente attenzione per l’estetica dei libri, molti editori hanno introdotto elementi tattili e dettagli speciali nel volume nella sua interezza. Caratteristiche come bordi colorati o decorati (sprayed edges), tanto di moda oggi, rilievi e finissaggi particolari sono diventate comuni, trasformando i libri in oggetti da collezione.
E qui si arriva a un punto centrale. Nonostante l’idea comune che la Generazione Z legga poco o solo in digitale, sono i giovani tra i 16 e i 25 anni che stanno rivalutando il libro cartaceo come oggetto, estetico ed emozionale, forse da collezione, non solo come veicolo di testo. Secondo l’indagine Nielsen del 2024, il 42% dei lettori under 30 acquista libri principalmente per la loro bellezza, la qualità della copertina e la sensazione tattile, più che per il contenuto. Gli editori stanno cercando di rispondere alla domanda della Gen Z proprio con l’instagrammabilità delle
edizioni, pensate per essere fotografate e condivise, quindi deluxe, illustrate o con legature e packaging ricercati, come cofanetti, slipcase e carte speciali, copertine nobilitate con foil, embossing e tagli colore. Un esempio su tutti “Fourth Wing” di Rebecca Yarros (Sperling & Kupfer), che ha venduto migliaia di copie grazie a un’edizione deluxe con bordi neri e illustrazioni interne. E in questo senso si può leggere anche la scelta di Mondadori di uscire con un’edizione speciale heritage di 20 titoli per festeggiare i 60 anni degli Oscar.
Marginalia mania
Per capire il peso dei social, basta prendere i dati Nielsen BookScan e AIE, secondo i quali il 72% dei lettori under 30 dichiara di aver acquistato un libro dopo averlo visto su Instagram o TikTok e il 47% degli editori italiani nel segmento narrativa trade valuta la resa social del prodotto grafico già in fase di concept cover, tanto che gli art director ormai tengono ben presente anche la resa in foto della copertina e gli editor la riconoscibilità del libro, mantenendo molto spesso il titolo originale.
Secondo Nielsen BookScan e AIE, il 72% dei lettori under 30 dichiara di aver acquistato un libro dopo averlo visto su Instagram o TikTok
Il libro diventa un oggetto di valore affettivo e sociale, spesso regalato o mostrato come segno di appartenenza a una comunità, tanto che è di tendenza il fenomeno dell’“annotated book” o il “marginalia mania”, ovvero la pratica di rendere assolutamente personale un libro annotandolo, evidenziandolo e appiccicando ovunque adesivi e postit, classificando ogni parte del testo per categorie emozionali (rosa>amore, blu>tristezza, viola>colpo di scena), con tanto di guide online e tutorial su YouTube.
Alcuni editori stanno sperimentando edizioni “annotation friendly” con margini e spazi bianchi ampi per le note, carta adatta all’evidenziatore e alla scrittura con penne e matite, sezioni vuote come risguardi disegnabili e pagine bianche per le note. In pratica il libro, un po’ come avvenuto con le serie e le saghe, diventa merchandising da fandom, estensione tangibile di quel mondo. Come spiega l’editor e art director inglese Tom Sanderson, “la fisicità del libro è un’estensione del mondo narrativo. Deve sembrare un portale, non solo un contenitore.”
Convincere il lettore
Ma qual è l’approccio degli editori italiani? Si va dal massimalismo da abbuffata grafica con composizioni ricche e multicromatiche, con lettering ingombranti, caratteri inglesi leziosi come in “Our Infinite Fates” di Laura Steven (Rizzoli), all’uso di sagome e illustrazioni con colori a contrasto ed elementi che evocano le atmosfere della storia come in “Butterfly” di Marta Kaukonen (Longanesi) o in “Two Twisted Crowns” di Rachel Gillig (Giunti); ma non mancano le foto, anche lavorate, ma quasi sempre grandi, a volte tanto da far sparire quasi autore e titolo come nella collana Pensiero Libero di Luiss University Press; e c’è spazio anche per la grafica neo retrò, un po’ vintage, che crea un senso di familiarità e induce una nostalgia come in “Wild Side. Spirito selvaggio” di Elsie Silver per Newton Compton. Scendendo più nel dettaglio, se l’estetica del libro-oggetto è decisamente condivisa tra gli editori, il divario si apre tra i grandi e i piccoli su come interpretarla; in generale si può parlare di estetica artigianale: si va da “Onyx Storm” di Rebecca Yarros (Sperling & Kupfer) a “Le
Foto
dal blog di Ayesha Abed
allacciature” di Elia Falliti, libro in stoffa, realizzato a mano dall’autore per Libri Tattili Illustrati. Due facce della stessa medaglia: da una parte l’artcraft su scala industriale e dall’altra l’ostentazione della cura dell’artigiano; ovviamente il driver principale rimane il costo. I grandi, facendo economia di scala, possono permettersi il boom degli spredges per gli hardcover con sovraccoperta sulla scia dell’ascesa dell’hashtag #spredges su BookTok, lavorazioni che danno l’illusione delle miniature dipinte sui libri nel XVII e XVIII secolo; i piccoli cercano l’aspetto artigianale, l’errata corrige su cartiglio imbavato, le legature in tela, i risguardi illustrati, le carte di pregio, una cura minimalista ma potente con font puliti sans-serif leggibili e gerarchie visive chiare.
In equilibrio tra budget e design
In mezzo, tra l’estetica esclusiva di massa e i recuperi artigianali, ci sono i medi editori che adottano un linguaggio visivo che unisce estetica e funzionalità. Le copertine seguono le tendenze del design grafico più attuali, come il minimalismo dinamico, che unisce la
semplicità del design essenziale con elementi fluidi, asimmetrie e contrasti visivi per creare composizioni pulite ma visivamente vive e coinvolgenti, i gradienti cromatici audaci, come in “Ipnocrazia” di Jianwei Xun (Tlon), tipografia 3D e dark mode per aumentare l’impatto visivo sia in libreria sia online. Per illustrazioni e pattern, invece, si prediligono curve irregolari, linee fluide e strutture ispirate alla natura come in “Katie” di Michael McDowell (Neri Pozza) o “Godkiller” di Hannah Kaner (Mondadori). Non si disdegna l’uso dell’AI e non si hanno falsi pudori a che si capisca che si è usata l’intelligenza artificiale come in “Il potere dei luoghi” di Marco Ardizzi (Egea). In termini di legatura e materiali, si ottimizza con l’uso di copertine rigide senza sovraccoperta o brossure con alette, carte certificate FSC e finiture ecosostenibili, ma si personalizza e si nobilita anche grazie alle possibilità offerte dalla stampa digitale. Il risultato è un prodotto editoriale curato, riconoscibile e coerente con le nuove abitudini di fruizione visiva, che strizza l’occhio ai grandi, come con “Sporca estate” di Nicolò Zancan per Capricorno.
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Da una parte l’artcraft su scala industriale e dall’altra l’ostentazione della cura dell’artigiano: il driver principale rimane il costo
Forse è vero che leggiamo meno, che la concentrazione vacilla, che il tempo ci scivola via a colpi di swipe. Ma in un mondo sempre più fluido e smaterializzato, l’oggetto-libro, concreto, curato, bello, ha un senso. Un libro che si fa toccare, collezionare, fotografare, annotare, condividere è un qualcosa che comunque resta nella nostra vita sempre, più connessa, e nella share economy, in cui tutto è servizio e non più possesso. E, in tempi disattenti, non è poco. Resterebbe da riflettere sul valore dei contenuti, ma questo viene dopo l’acquisto del libro e poi è decisamente materia più per critici letterari.
DARE FORMA ALLE IDEE PER RISCOPRIRE IL VALORE DELLA STAMPA
Dal catalogo sbagliato di OFFF alla nuova campagna di 4Graph: perché la carta è ancora uno strumento decisivo.
Nel 2022, durante OFFF TV, è stato distribuito un catalogo ufficiale fuori dall’ordinario: immagini mancanti, testi “Lorem ipsum”, font errati generati con l’AI, copertina capovolta, rifilatura non ortogonale. Sbagliato in tutto, ma intenzionalmente. Si intitola A Beautiful Mistake ed è il risultato di una collaborazione tra il team creativo di Zetafonts Foundry e 4Graph.it, tipografia online 100% sostenibile. Un progetto editoriale che ha trasformato gli errori tipografici in atto creativo. Dieci errori stampati con la massima precisione per mostrare, con ironia, quanto sia delicato il mestiere della stampa.
Ma A Beautiful Mistake non è solo una provocazione estetica. È diventato il punto di partenza per un discorso più ampio, che oggi prende forma nella campagna istituzionale “Dai forma alle tue idee”, con cui 4Graph invita
aziende e creativi a riscoprire il valore autentico della carta.
In un contesto dominato dalla comunicazione digitale, scegliere di stampare non è nostalgia, ma un gesto intenzionale. La carta diventa estensione fisica dell’idea, veicolo di identità, esperienza concreta. Un catalogo, un pieghevole, una rivista ben progettata stimolano i sensi, costruiscono relazione, attivano fiducia. Questa visione non è solo culturale, ma anche supportata dai dati. Uno studio pubblicato su Harvard Business Review (Jonathan Z. Zhang, 2022) dimostra che i cataloghi cartacei generano un ROI superiore del 60% tra i clienti retail. La stampa funziona, anche per chi opera online.
Per rispondere a questa esigenza, 4Graph ha sviluppato un servizio che consente di spedire direttamente ai clienti finali materiali personalizzati,
confezionati singolarmente e pronti all’invio. Una soluzione concreta per trasformare la carta in uno strumento di marketing diretto ed efficace. Il tutto si inserisce in un modello produttivo sostenibile: carte certificate FSC®, processi ottimizzati e lavorazioni alimentate da fonti rinnovabili. Una scelta chiara, che unisce efficienza e responsabilità ambientale. A Beautiful Mistake ci ha mostrato che persino l’errore può comunicare. Oggi, con Dai forma alle tue idee, 4Graph rilancia: stampare è un modo per distinguersi. E dare alle idee lo spazio – e la forma – che meritano.
Dopo il debutto a Print4All, la campagna tornerà protagonista a Viscom Milano (1–3 ottobre) Ancora una volta per ribadire che la carta, oggi, è più che mai attuale.
Il Rinascimento delle riviste
di ROBERTA RAGONA
Illustrazione da “Cose – La sicurezza degli oggetti” (Il Post e Iperborea)
Se per anni le edicole sono state il centro di ogni quartiere e le riviste un rito settimanale, l’arrivo delle notizie online ha cambiato profondamente le abitudini di chi legge. Ma l’editoria periodica sta cambiando pelle, e a emergere sono progetti dall’identità forte. C’è spazio per formati ibridi e di ricerca, in cui la competenza di chi stampa è parte integrante della filosofia di progetto. Ne abbiamo parlato con Anna Frabotta (Frab’s), Arianna Cavallo (Il Post) e Sveva Ciaravolo (Corraini Edizioni).
Esiste ancora chi ama la stampa periodica, ma rispetto al passato ha decisamente cambiato abitudini. Nello spazio che si è generato con l’informazione online sono nati periodici nuovi che fanno della carta un mezzo per contenuti destinati a durare. Dai magazine indipendenti alle bookzine, dalle librerie ai musei, passando dalle edicole, bisogna intercettare chi ama le riviste nel giusto spazio. Anna Frabotta, fondatrice di Frab’s, negozio dedicato alla cultura del magazine indipendente, racconta: «Ho cominciato con un profilo Instagram in cui ogni giorno raccontavo una rivista della mia collezione. Intorno si è raccolta una comunità. Sono quindi partita con un e-commerce, fino ad aprire Frab’s come negozio fisico, luogo di divulgazione della cultura dei magazine. Ogni settimana facciamo eventi e organizziamo un festival, Mag to Mag, l’unico in Europa esclusivamente sui magazine indipendenti».
Intercettare il pubblico negli spazi che abita può anche voler dire trasportare la voce di un giornale
dall’online alla stampa, come ci racconta Arianna Cavallo, giornalista che per Il Post si è occupata della progettazione della rivista “Cose”, nata per valorizzare un archivio molto ricco attraverso raccolte tematiche. «Abbiamo realizzato un prototipo tramite un servizio di print on demand, ma quando è arrivato abbiamo visto che non funzionava, avevamo sottovalutato l’importanza dell’aspetto grafico. Qualche anno dopo abbiamo ripreso in mano il progetto grazie alla collaborazione con Iperborea, che nel 2020 aveva lanciato Passenger, un periodico in cui ogni numero era dedicato a una destinazione di viaggio diversa. Da lì abbiamo immaginato di offrire una panoramica esauriente di un tema di ogni numero, tramite rubriche ricorrenti e un glossario, contrassegnati visivamente con i colori e il progetto grafico. Il lavoro di progettazione portato avanti con Giacomo Papi, Iperborea e studio Tomo Tomo per la grafica è servito a portare i contenuti in un formato dai limiti diversi da quelli con cui si ha a che fare online: si è trattato di tradurre la voce del Post in un medium differente».
MMa come si progetta un periodico pensato per essere collezionato e consultato? Innanzitutto tenendo conto del fatto che è un formato con una propria specificità, come sottolinea Frabotta: «In Italia la rivista si vede ancora come un prodotto di secondo piano rispetto al libro, eppure può costare quanto un libro, se non di più. Il design editoriale di un magazine da collezione è diverso da una rivista di consumo: le carte sono più resistenti e pregiate, cambia il tipo di stampa – spesso offset – e i formati non sono necessariamente standard. Le rilegature sono più robuste, a volte brossurate o cucite a filo refe, ma anche con legature svizzere o bodoniane. Il costo di produzione del singolo
Il negozio Frab’s Magazines & More a Milano
Loretoprint e HiroAndCo, eccellenza e sostenibilità nella stampa
Loretoprint, la tipografia digitale di Milano, e HiroAndCo, associazione culturale con la mission di sensibilizzare il piacere della lettura su carta, festeggiano cinque anni di collaborazione. Dal 2020, Loretoprint è il partner esclusivo per la stampa dei magazine di HiroAnd Co, nati solo cartacei e destinati a diventare pezzi di una collezione senza tempo. Per Loretoprint, l’impegno ambientale è un valore fondamentale, concretizzato nella stampa digitale su carta riciclata al 100%, assicurando prodotti di altissima qualità con un impatto ambientale minimo. L’impiego della tecnologia digitale permette flessibilità e riduzione degli sprechi tipici della stampa offset, minimizzando gli scarti e consentendo tirature mirate. Ciò permette a Loretoprint di produrre le sole copie necessarie ottimizzando la gestione del magazzino, contestualmente l’uso esclusivo di carta riciclata permette a HiroAndCo di offrire una rivista ricca di contenuti e simbolo del loro impegno ecologico. Questo anniversario conferma che l’eccellenza editoriale e rispetto per il pianeta possono coesistere, e che, condividendone i valori, il futuro della stampa è indubbiamente verde. www.loretoprint.it www.hiroandco.it
pezzo può essere più alto perché si lavora sui numeri effettivi, sapendo che quasi niente andrà al macero».
Un esempio di pubblicazione periodica che ha fatto della progettazione grafica la propria ragione d’essere è “Un Sedicesimo”, come racconta Sveva Ciaravolo: «Nasce nel 2007 da un’idea di Pietro Corraini di rivista che non parlasse di grafica ma che facesse grafica, da affidare in ogni uscita a un artista diverso. Per noi, per gli artisti e per le tipografie è uno spazio di ricerca, di totale libertà sul contenuto e dal punto di vista costruttivo: “Un Sedicesimo” non ha una gabbia grafica, ha avuto carte diverse, inchiostri Pantone, tagli e fustellature, alcuni erano un unico foglio stampa piegato, in altri casi sono rilegati. L’unico aspetto fisso è il sedicesimo, un formato ottimizzato per la stampa perché su ogni foglio macchina sono contenuti due sedicesimi. Un lavoro così eterogeneo su materiali, tecniche e lavorazioni, fa sì che le tipografie siano partner del progetto, è un dialogo continuo. Gli artisti fanno delle richieste, e lo stampatore rilancia con la proposta migliore per il progetto,
In
anche l’ordine dei colori, come nel caso dell’ultimo Sedicesimo in cui uno dei Pantone è metallico e per ottenere determinate sovrapposizioni devi fare affidamento sulla perizia di chi stampa».
LLe specificità della stampa periodica deve essere insomma parte integrante della filosofia del progetto, dai tempi al pubblico potenziale che si intende raggiungere. Il canale principale di vendita, che siano le edicole, le librerie, o spazi dedicati deve essere parte della fase di progettazione editoriale.
Ma chi è e come si raggiunge il pubblico di questo ventaglio di prodotti editoriali così diversi? Spesso al centro ci sono gli abbonati, che sono
queste pagine: copertine di “Un Sedicesimo” (Corraini Edizioni) e di “Cose” (Il Post e Iperborea)
SCELTI DA NOI
però solo una parte dei possibili interlocutori, come fa notare Arianna Cavallo: «Trovare un equilibrio tra una foliazione che permetta di affrontare un argomento in maniera esauriente e i costi di stampa è un tema di progettazione, se si vuole fare un prodotto che rientri nel budget per i consumi culturali dei nostri lettori. All’inizio uscivano due numeri di “Cose” l’anno, ora sono quattro, e vengono sempre proposti in anteprima agli abbonati: sono i nostri lettori forti, che lo regalano anche a persone che non leggevano Il Post per avvicinarli al nostro lavoro. La rivista è un biglietto da visita del nostro modo di fare giornalismo: il giornale, ma anche le newsletter e i podcast».
Anche per Un Sedicesimo gli abbonati sono al centro, come spiega Sveva Ciaravolo: «Prima arriva agli abbonati, poi viene comunicato, affinché sia una sorpresa totale per chi ci dà fiducia. Abbiamo cercato sin dall’inizio di tenere il prezzo di vendita il più basso possibile per renderlo accessibile a un pubblico giovane e agli studenti, comunque proponendo loro una rivista di qualità, di ricerca
grafica e artistica. “Inventario” (la bookzine sul design curata da Beppe Finessi, che ha anche vinto nel 2014 il Compasso d’Oro) invece è supportato dall’azienda Foscarini, in un ruolo di puro mecenate. Sia Un Sedicesimo che Inventario una volta esauriti non vengono più ristampati. In entrambi i casi il lavoro sulle riviste è integrato rispetto alla casa editrice: una volta arrivati agli abbonati i passaggi successivi sono bookshop e librerie in tutto il mondo, in particolare i bookshop museali. Nell’ultimo paio d’anni
Un Sedicesimo è stato anche in mostra in spazi dedicati alla grafica e al design come Salotto New York o al Museo Moca a Seul».
In tutto questo fermento anche le edicole e i grandi editori hanno cominciato ad andare incontro a un mondo molto diverso da quello della stampa periodica del passato, come nota Anna Frabotta: «Ultimamente
molti gruppi editoriali stanno lanciando pubblicazioni simili alle riviste indipendenti nei linguaggi e nei formati per intercettare pubblici focalizzati. L’attenzione dei grossi gruppi può dare una spinta al settore, ma rischia di togliere ossigeno agli indipendenti da cui prende ispirazione».
Al centro di tutto, le abitudini di due generazioni di lettori che vivono molto diversamente il rapporto con la stampa periodica, come rileva
Illustrazione da “Cose – La sicurezza degli oggetti”
Arianna Cavallo: «Questo ritorno forse nasce all’incrocio tra i millennial, che sono cresciuti con i supporti fisici e che hanno vissuto l’avvento di internet, e la Gen Z che non ha vissuto le riviste come una presenza ubiqua e sta scoprendo il fascino del formato. Le subculture hanno sempre avuto nelle riviste il loro spazio aspirazionale e di aggregazione. Le riviste e i libri offrono un momento di isolamento e concentrazione rispetto ai social, dove la lettura tende a essere più spezzettata e frammentata».
E proprio su questo pubblico di vecchi e nuovi appassionati si sta costruendo la seconda vita di un settore che ha cambiato forma, ma continua ad avere una rilevanza, anche se in modi diversi dal passato. Conclude Anna Frabotta: «I giovani comprano
le riviste in base al contenuto del numero, raramente si affezionano a una testata. I collezionisti veri spesso hanno un’età alta, potere di spesa e sono metodici: se una rivista esce con una copertina variant, comprano tutte le variant. Tra i due estremi c’è la maggioranza di pubblico, tra cui molti professionisti dei settori creativi per cui una rivista di ricerca è come uno strumento di lavoro. Poi ci sono i curiosi e gli appassionati. Negli ultimi anni molte accademie creative hanno introdotto un corso di editoria sul magazine design: prima non aveva così tanto peso. Quando vedo in negozio ragazze e ragazzi di vent’anni, penso che stiamo trasmettendo l’importanza di una delle poche cose che può diventare archivio e testimonianza tangibile di un’epoca».
Become
FACHPACK.
Il negozio Frab’s Magazine & More a Milano.
LA NUOVA ERA DELLA STAMPA EDITORIALE
Oggi più che mai, dietro ogni pagina stampata c’è un mix perfetto di ingegno umano e innovazione tecnologica. Il libro nella sua essenza resta lo stesso, ma i sistemi per produrlo continuano a rinnovarsi.
Quando si parla di stampa editoriale il pensiero corre inevitabilmente al passato: alla rivoluzione tipografica dei caratteri mobili che ha trasformato il sapere in oggetto fisico riproducibile e trasmissibile su larga scala. Il libro ha attraversato i secoli rimanendo sorprendentemente fedele alla sua forma originaria: una sequenza di pagine raccolte, stampate, rilegate. Eppure, ciò che è cambiato progressivamente, e oggi in particolare rapidamente, è il modo in cui questo prodotto culturale prende vita.
Se è vero che il fascino romantico del libro stampato risiede nella sua capacità di resistere ai formati digitali, è altrettanto vero che dietro le quinte della sua produzione c’è un universo tecnologico avanzatissimo. Importanti investimenti in ricerca e sviluppo vengono stanziati per mettere a punto sistemi in grado di rendere ogni volume più efficiente da produrre, più sostenibile e persino più accessibile, grazie alla capacità di stampare on demand in tempi sempre più ridotti. Negli ultimi anni le linee di produzione si sono trasformate in ecosistemi automatizzati, capaci di gestire l’intero ciclo produttivo del libro — dalla prestampa al finishing — con livelli di efficienza, flessibilità e precisione che un tempo erano riservati soltanto ad altri settori industriali.
Offset, la regina del book publishing
La stampa offset, moderna protagonista della produzione editoriale, resta un riferimento soprattutto per le tirature medio-alte. Anche in quest’ambito si assiste a un rinnovamento profondo: le macchine sono oggi dotate di automazioni intelligenti, che permettono cambi lavoro rapidi, riduzione degli scarti e qualità costante anche su carte leggere. L’integrazione tra hardware e software consente di aumentare la produttività, monitorare in tempo reale i parametri di stampa e garantire risultati ripetibili con il minimo errore. Il tutto con sistemi sempre più semplici da gestire anche da remoto.
Rotative inkjet sempre più performanti
Parallelamente, la stampa digitale — e in particolare le tecnologie inkjet a bobina — sta guadagnando terreno. Velocità, affidabilità, qualità e possibilità di personalizzazione stanno ridefinendo le regole del gioco. L’on-demand è diventato lo standard per moltissimi editori, permettendo di produrre libri in poche ore dalla ricezione dell’ordine, senza rinunciare a qualità estetica e solidità. Non solo libri di testo, ma anche d’arte, cataloghi, fotoalbum, graphic novel.
Le rotative digitali hanno raggiunto livelli di
produttività impensabili fino a pochi anni fa, con risoluzioni elevate, gamme cromatiche estese e maggiore compatibilità con supporti convenzionali, anche patinati, senza trattamenti preliminari. In parallelo, l’attenzione alla sostenibilità ha portato allo sviluppo di inchiostri a base d’acqua, sistemi di asciugatura efficienti, minore consumo energetico e ottimizzazione dell’uso dei materiali.
Anche toner ed ElectroInk fanno la loro parte I sistemi a toner e quelli con tecnologia ElectroInk offrono vantaggi che li rendono ideali per brevi e medie tirature e per la stampa di copertine. Le macchine proposte dai principali produttori includono colori speciali come oro, argento, bianco, fluo e vernici, oltre alla compatibilità con grammature elevate, ideali per copertine di forte impatto visivo.
Finishing, l’anello forte della catena di produzione
Anche il finishing ha compiuto un balzo in avanti. Rilegatura, taglio, piegatura e confezionamento sono ormai gestiti da sistemi completamente automatizzati, con intervento umano ridotto alla supervisione. A drupa 2024 abbiamo visto linee che, partendo dal pallet di carta
o dalla bobina, stampano e allestiscono il libro in autonomia. Come visto anche agli Hunkeler Innovationdays 2025 e a Print4All 2025, sono numerosi i produttori di linee di finitura dedicate al libro, da sistemi industriali a soluzioni compatte semiautomatiche.
L’integrazione delle fasi consente di passare dal file digitale al libro finito senza interruzioni, con tempi ridottissimi, flessibilità nei formati, uso di carte diverse e possibilità di variazione continua dei contenuti. Il risultato è una democratizzazione della stampa: oggi è possibile pubblicare anche in tirature minime senza perdere in qualità, aprendo la strada a progetti editoriali un tempo impensabili.
Soluzioni di embellishment e appeal del libro stampato
Finché la nobilitazione era un processo artigianale fuori linea, impreziosire copertine e contenuti richiedeva tempo, esperienza e budget elevati. Queste lavorazioni esistono ancora, ma oggi sono affiancate da sistemi digitali più economici e flessibili, che rendono la nobilitazione un processo sempre più accessibile. Consentono effetti differenti: lamine, glitter, vernici a spessore, stampa braille, olografie e altro ancora, fino alla perso-
nalizzazione delle singole copertine. Le macchine digitali, tramite teste inkjet, permettono anche la labbratura digitale, un trend che rende i libri più attrattivi in libreria.
Il ruolo centrale delle soluzioni per il workflow
La produzione di un libro stampato è oggi sostenuta da soluzioni software e workflow digitali che gestiscono l’intero ciclo con efficienza e rapidità. Dalla scrittura alla stampa, passando per revisione, impaginazione e produzione, l’editoria libraria si è trasformata in un ecosistema automatizzato.
Le piattaforme più moderne offrono ambienti collaborativi in cui autori, editor e grafici lavorano simultaneamente, con editing avanzato integrato a controlli di qualità per stile, coerenza e accessibilità. Alcuni workflow sono completamente automatizzati: dalla ricezione del manoscritto all’esportazione per stampa o pubblicazione digitale. La gestione centralizzata consente di tracciare ogni fase e ridurre drasticamente i tempi.
Anche l’impaginazione è cambiata, grazie a software che permettono controllo tipografico e stilistico con output nei principali formati editoriali. Le alternative open-source, ormai affidabili, offrono funzionalità simili alle soluzioni commer-
ciali, rendendo possibile l’adozione anche da parte di piccoli editori.
I workflow editoriali si basano sull’interoperabilità: conversione tra Word, Markdown, InDesign, XML, HTML garantisce uniformità tra formati, utile per chi lavora su carta, e-book, POD o online. Le piattaforme più evolute integrano anche stampa su richiesta e distribuzione automatizzata, abbattendo le barriere logistiche.
L’intelligenza artificiale e il machine learning stanno introducendo funzionalità come suggerimenti redazionali, controllo grammaticale, analisi semantica e previsioni di lettura. L’attenzione all’impatto ambientale spinge verso workflow paperless, cloud e tecnologie per ottimizzare materiali e produzione.
Il book publishing vive una trasformazione profonda: la creatività editoriale si fonde con l’efficienza tecnologica. Il libro nasce oggi da un processo industriale evoluto, in cui software, automazione e interoperabilità definiscono nuovi standard, aprendo una nuova era per la stampa editoriale.
Esperto di Corporate Branding e linguaggi di Marca. Dopo aver maturato un’esperienza di oltre 15 anni nelle più interessanti realtà del settore a Londra, Angelo Ferrara ha assunto la direzione strategica e creativa dell’area Corporate Branding di Robilànt Associati, di cui è diventato Partner nel 2012. Un raro talento nel cristallizzare design e strategia lo ha portato ha sviluppare e dirigere progetti di branding per clienti di altissimo profilo. È a capo delle attività di Corporate Social Responsability di Robilànt Associati ed è responsabile dei progetti pro-bono e di comunicazione interna che l’azienda realizza.
Scrolli. Scrolli ancora. Poi ti distrai. Poi scrolli di nuovo. Benvenuto nel ciclo ipnotico del digitale. Il contenuto ti scivola addosso. Il dito lavora, il cervello no. Ma ogni tanto succede qualcosa. Un oggetto ti blocca. Ti sfida. Ti costringe a usare più di un dito: una pubblicazione. Ma una vera. Non quella da scaffale, rilegata per farsi dimenticare. Parliamo di quella che non si fa sfogliare, si fa usare. Che si apre, si piega, si strappa. Che ti guarda e dice: “e adesso sfogliami” (capito il gioco di parole?). Oggi, una pubblicazione può essere tutto tranne che noiosa. È fisica, giocabile, sensuale, quasi arrogante. Coinvolge tutti i sensi: può profumare, pesare il doppio di quanto ti aspetti, tagliarti con una fustella improvvisa, rispecchiarsi in una stampa lucida. Nel nostro lavoro, mio e del team di Robilant, non pubblichiamo oggetti: costruiamo trappole per l’attenzione.
Ogni progetto è un piccolo sabotaggio del gesto automatico.
Copertine in cuoio che sembrano accessori moda. Formati XL che non entrano nello zaino, carte traforate che non ti fanno vedere ma desiderare, foto non ritoccate, trovate in salotti veri, non in set. Pubblicazioni che non cercano di piacerti: ti provocano.
Altro che scrolling. Qui si suda. Le pubblicazioni non vogliono più essere lette. Vogliono essere vissute. O smontate. O strappate. O appese. Addirittura indossate. Sono narrazione che occupa spazio. Che ti chiede tempo. Che vuole il tuo corpo, non solo i tuoi occhi. Non è nostalgia. È design editoriale hardcore. Un modo per dare massa e memoria a un messaggio, in un mondo che si cancella da solo.
Photo: Pierangelo Pertile
Uno dei nostri colpi preferiti? Un libretto per promuovere Robilant in Cina: 12 cartoncini blu elettrico di myCordenons in carta con inserti di seta (sì, seta vera), da piegare e trasformare in mini-sculture ispirate allo zodiaco cinese. Non si legge. Si monta. Si e spone. Si conserva. È una collezione. È un gesto. Questo progetto ha ricevuto l’attenzione del prestigioso Design & Art Directors Club Italia, a conferma del valore non solo estetico, ma esperienziale del design editoriale che osa.
Sfogliami. Anzi, Spogliami.
Dimentichiamo l’idea che le pubblicazioni servano solo a “contenere” contenuti. Oggi una pubblicazione cartacea non è un supporto: è un invito a giocare, toccare, cambiare forma. È un flirt con chi la sfoglia. È in quel momento, nel gesto imprevisto, nel piacere tattile, nella sorpresa che scatta, che si crea una relazione vera, fatta di emozione e memoria. Altro che swipe distratto: la carta ti seduce e poi ti resta addosso. Perché non è “migliore” dello schermo. È più spudorata. È fisica, ironica, imprevedibile. Gioca con te. È progettata per sorprendere, per diventare un oggetto impossibile da ignorare. È l’imprevisto. È il momento in cui qualcuno apre la tua pubblicazione e dice: “ok, questo non me l’aspettavo”. Altro che double click. È un’altra cosa. Più impertinente. Più fisica. Più libera. Più vera. Più tua.
IL VISUAL CALENDAR DI GRAFICAL DALLE ORIGINI ALLA GRAFISFERA
Una sbirciatina all’atteso condensato di design e sapere tipografico che ci accompagnerà per tutto il 2026 con una nuova storia.
Li si può scorgere appesi ai muri di grandi agenzie di comunicazione, negli studi dei designer, negli uffici di importanti aziende. Impossibile non notarli, impossibile confonderli. I Visual Calendar firmati Grafical sono diventati, in sedici anni, un simbolo riconoscibile, un piccolo culto per clienti e collaboratori che, puntuali, ogni anno si pongono la stessa domanda: “chissà cosa si saranno inventati stavolta?”
Tutto è cominciato quasi per scherzo, con un’intuizione che oggi si può definire geniale. Era il 2009. Sul tavolo, il solito calendario aziendale: grigio, im-
personale, identico a mille altri. In certi casi addirittura kitsch, con immagini fin troppo ammiccanti da far alzare le sopracciglia più che strappare sorrisi sinceri. E in quel momento, uno dei fondatori di Grafical si lasciò scappare una frase che suonò come una sfida: “ma perché nessuno fa un bel calendario colorato, bello davvero, stampato come si deve?”
La risposta non si fece attendere. Nel 2010 vide la luce il primo Calendario Grafical illustrato. L’anno seguente, arrivò “FFW” – avanti veloce – che invece proponeva fotografie d’autore.
Ma, com’è noto a chiunque conosca la filosofia Grafical, accontentarsi non è mai stata un’opzione. Anno dopo anno, quel calendario si è trasformato. È diventato più audace, più colorato, più eccentrico. Ma anche un vero e proprio manifesto delle potenzialità della stampa: un laboratorio di sperimentazione, un’esplosione di tecniche inaspettate. Vernici fosforescenti che si illuminano al buio, inchiostri profumati al limone o al rosmarino, lettering fuori scala, carte materiche, lamine e rilievi. E poi, ogni volta, un tema nuovo: per far sorridere, riflette-
re, stimolare la curiosità, raccontare il mondo da una prospettiva diversa. Grafical ha viaggiato tra le sottoculture urbane, ha indagato la relazione tra l’essere umano e ciò che lo circonda, ha attraversato universi immaginari, osservato la realtà attraverso il caleidoscopio delle esperienze. Per il 2026, la sfida è stata ancora più ambiziosa: un viaggio alla scoperta della Grafisfera. I più attenti ne avranno già colto un’anteprima lo scorso maggio a Milano, durante Packaging Première. Un assaggio di ciò che promette di essere l’edizione più sorprendente di sempre.
Grafisfera: il Visual Calendar 2026 di Grafical
Come accade nei racconti più avvincenti, anche il pianeta Terra rivela la propria essenza strato dopo strato. C’è la Geosfera, solida e potente, grembo della materia primordiale. Poi la Biosfera, palpitante e generosa, dove la vita esplode in tutte le sue forme. Ma il vero prodigio risiede in un terzo livello, più impalpabile e misterioso: la Noosfera. Qui il pensiero umano tesse la propria trama, dando vita a ciò che nessun’altra creatura riesce a generare.
È in questa dimensione, dove la co-
scienza si fa linguaggio e il pensiero si traduce in segno, che l’essere umano esercita la sua facoltà più sorprendente: trasformare l’idea in immagine, l’astrazione in racconto, l’invisibile in rappresentazione. Nessun altro essere vivente possiede questa capacità. Da questa scintilla unica, nasce il concetto stesso di Grafisfera: la sfera della rappresentazione grafica umana, un universo fatto di intuizioni visive e codici simbolici.
La Grafisfera è un regno. Forse reale, forse mentale, ma comunque tangibile nell’effetto che produce: qui i colori di-
ventano emozione, i simboli diventano messaggi, le forme raccontano storie. Ed è proprio in questo regno che il nuovo Visual Calendar 2026 di Grafical invita a entrare. Ogni mese, una finestra. Ogni pagina, un invito ad aprirne un’altra. Un viaggio che procede per scoperte, senza mai svelare tutto. Dal prossimo novembre, sarà disponibile online in una tiratura limitata di soli 100 esemplari. Un oggetto da collezione, raro, imperdibile.
Piccolo glossario di tele e tessuti per la legatoria
Tessuti spalmati
Supporti in cotone trattati con una resina acrilica colorata a base acqua e calandrati per uniformità e resistenza. Molto durevoli, sono ideali per libri da consultazione intensiva come enciclopedie e volumi da biblioteca. Oggi riscuotono interesse anche nel mondo della moda per il loro aspetto retrò.
Tessuti accoppiati
Cotoni, viscose, canape o acetati tinti con jigger e accoppiati a carte da 30 a 270 gr. Grazie all’accoppiatura, si comportano come carte stampabili e lavorabili su tutte le macchine da confezionamento. Perfetti per copertine di libri, packaging di lusso, cataloghi moda e shopper eleganti.
Tessuti viscosa
Realizzati con fibre di cellulosa rigenerata, disponibili in versione a filamenti (più lucida e serica) o a fiocco. Offrono tinte vivaci e buona stampabilità in offset, serigrafia e stampa a caldo. La qualità varia in base alla densità di fili in trama e ordito. Molto usati anche per la possibilità di certificazione FSC.
Tessuti acetati
Prodotti da filamenti continui, meno resistenti all’abrasione e con colori meno stabili alla luce. Sono una versione economica della viscosa, dalla quale si distinguono per prestazioni inferiori ma aspetto simile.
Tessuti in cotone
Materiale naturale e resistente, opaco e con finitura “matt”. Scelto in alternativa alla viscosa per progetti che richiedono sobrietà. Può essere fine o più grosso, e in mischia con lino o canapa è spesso utilizzato per libri d’arte o cataloghi di pregio.
Tessuti per stampa digitale
In cotone o viscosa, accoppiati o meno a carta, spesso trattati con resine specifiche per aumentare la resistenza. Adatti a tecnologie inkjet UV, possono essere certificati dai produttori di macchine per la stampa.
Le aziende – che si tratti di editori, produttori di packaging di alta gamma o brand di lusso – richiedono oggi materiali che uniscano performance elevate, valore estetico e sostenibilità ambientale. Vediamo insieme quali sono i criteri che guidano le scelte dei clienti in ambito editoriale.
Durabilità e affidabilità
Dal punto di vista tecnico c’è una grandissima attenzione alla resistenza meccanica, in particolare alla trazione e all’usura. Le tele da legatoria devono garantire stabilità dimensionale e durabilità nel tempo, anche in condizioni ambientali variabili. Si utilizzano spesso materiali trattati con resine acriliche o impermeabilizzanti che proteggono dall’umidità e dai raggi UV, stabilizzando le dimensioni del tessuto e prolungando così la vita del prodotto finito. Alcuni produttori utilizzano impregnazioni acriliche o resine sintetiche che creano una barriera protettiva senza compromettere la traspirabilità del materiale. Un segmento particolare è rappresentato dalle tele artist, materiali specificamente progettati per
edizioni di pregio e tirature limitate, che spesso incorporano fibre naturali selezionate, tinture vegetali e lavorazioni manuali che conferiscono unicità a ogni lotto di produzione. Anche le carte decorative devono garantire robustezza e flessibilità, soprattutto per volumi soggetti a un uso frequente, come manuali, cataloghi o agende. In questi casi, si prediligono grammature medio-alte (tra 90 e 120 g/m²), che assicurano resistenza senza compromettere la maneggevolezza. Le carte industriali moderne hanno raggiunto standard qualitativi molto elevati, riproducendo fedelmente motivi tradizionali grazie a processi di stampa avanzati. Questi materiali offrono uniformità cromatica, ottima resistenza ai raggi ultravioletti e stabilità dimensionale, requisiti fondamentali per la corretta conservazione dei volumi nel tempo. Le carte decorative più recenti sono spesso prodotte con cellulosa proveniente da foreste certificate FSC o PEFC, integrate con fibre riciclate o da fonti alternative come bambù, canapa e scarti agricoli. Le finiture sono prive di cloro e metalli pesanti, garantendo colori brillanti e una
In queste pagine: alcuni progetti nello stand “Best book design from all over the world” alla Fiera del Libro di Francoforte 2024. Ph. Michela Pibiri
LEGATURE COMMERCIALI
180 gradi
Legatura con dorso libero, in cui il blocco libro non è incollato al dorso ma ai piatti anteriore e posteriore. Si utilizza una striscia di carta o tela per unire le pagine, permettendo un’apertura totale. Le possibilità creative includono la personalizzazione della tela e l’uso di copertine con grammature o larghezze particolari. È una soluzione versatile, ideale anche per prodotti come agende e calendari.
LEGATURE DI PREGIO
Singer e legatura sul piatto
Tecnica di cucitura visibile con filo colorato, alternativa al punto metallico. Realizzabile sul dorso o direttamente sul piatto, offre grande impatto visivo. Richiede carte leggere e un numero limitato di pagine. Il processo è semi-artigianale e permette varianti estetiche interessanti, inclusa la catenella visibile.
LEGATURE ARTISTICHE
Incollatura al vivo e dorso a vista
Legatura destrutturata che mette in evidenza il dorso incollato e le cuciture, senza copertina. Esalta l’aspetto tattile e grafico dell’oggetto libro, con la possibilità di stampare anche sul dorso. Rappresenta una scelta creativa e concettuale, dove forma e contenuto dialogano visivamente.
Brossura svizzera
Prevede un blocco libro incollato solo alla base, con dorso rinforzato da garza e rivestito da carta o tela. Copertina e dorso restano liberi, garantendo un’apertura piatta e comoda alla consultazione. La finitura interna dei quadranti consente ulteriori personalizzazioni estetiche. Perfetta per volumi di pregio che richiedono eleganza e funzionalità.
Flexicover (Optabind)
Copertina flessibile applicata al blocco libro con dorso libero, rinforzato da una garza. Può essere realizzata con cartoncini spessi e cordonati. È meno rigida del cartonato ma più robusta della brossura standard. Ideale per pubblicazioni editoriali ed eleganti, con costi contenuti e buona resa industriale.
Legatura copta e giapponese
Tecniche antiche e artigianali. La copta prevede fascicoli cuciti a catenella visibile; la giapponese utilizza forature e cordini per unire fogli e copertina. Entrambe conferiscono eleganza e unicità ai volumi, offrendo un’alternativa manuale e decorativa alla rilegatura industriale.
LEGATURE DI PREGIO
Brossura con piega giapponese
Variante della brossura fresata, in cui le pagine sono unite sul lato opposto al dorso, creando coppie di fogli chiusi all’esterno. Offre effetti grafici inaspettati e un’estetica originale. È economica ma d’effetto, sebbene richieda attenzione alla grammatura della carta per evitare l’effetto ventaglio.
Olandese
Simile al flexicover, ma con copertine più morbide in carta plastificata, stoffa o materiali gommosi. La copertina viene incollata ai risguardi e può includere segnalibro, capitelli e nobilitazioni. Offre leggerezza e flessibilità, con un’estetica curata che si adatta a guide, dizionari o manuali di uso frequente.
Dos-à-dos e tête-bêche
Formati doppi in cui due testi condividono un dorso (dos-à-dos) o sono opposti testa-piedi (tête-bêche). Usati storicamente in testi religiosi e oggi in riviste o prodotti editoriali particolari. L’effetto visivo è accattivante e permette approcci narrativi o grafici originali.
Oggi legare significa sempre più nobilitare lo stampato. Ecco una rassegna di tecniche per rivestire il libro e farne un oggetto molto, molto speciale.
Bodoniana
Ispirata al tipografo Bodoni, unisce copertina rigida e blocco libro tramite risguardi e una tela di tenuta. Utilizza piatti di cartone rivestiti e nobilitati. Impiegata per volumi pregiati, è spesso realizzata in pelle con decorazioni a caldo o a secco. Coniuga robustezza e raffinatezza, adatta all’editoria di alta gamma.
Legatura Crisscross
Inventata da Anne Goy, questa legatura artigianale prevede la cucitura dei fascicoli uniti poi alla copertina senza colla. Il filo attraversa la copertina con un disegno incrociato, creando un oggetto estetico e completamente apribile. Un esempio raffinato di rilegatura artistica contemporanea.
lunga durata con un basso impatto ambientale.
L’attenzione al bello
L’aspetto estetico è al centro della progettazione. Nelle tele si cercano colori contemporanei, texture raffinate ed effetti visivi che spaziano dalla finta pelle al metallizzato, fino alle goffrature personalizzate. Questo perché la copertina diventa parte integrante dell’esperienza del libro. Anche la tattilità è fondamentale: i materiali devono trasmettere sensazioni di qualità e artigianalità. In questo caso si punta su tessuti misti, fibre naturali o finiture soft-touch.
Personalizzazione e flessibilità
Un trend ormai consolidato è la richiesta di piccole tirature personalizzate. I clienti industriali vogliono poter contare su fornitori in grado di offrire ampia varietà cromatica, possibilità di stampa diretta, effetti speciali e produzioni su misura. Questo è particolarmente vero nell’editoria d’arte e della comunicazione aziendale, dove l’identità visiva è fondamentale. Inoltre, la compatibilità con tecnologie moderne come la
stampa UV, il laser cutting o l’embossing a caldo è sempre più importante: i materiali devono poter dialogare con processi produttivi rapidi ma di alta qualità.
La spinta verso la sostenibilità I grandi committenti richiedono sempre più materiali certificati FSC, carte realizzate con fibre riciclate e colle prive di solventi. Anche nel caso delle tele, si prediligono fibre organiche e trattamenti privi di formaldeide o sostanze tossiche, non solo per rispondere a normative ambientali più stringenti, ma anche per incontrare le aspettative di un mercato sempre più attento all’impatto ambientale dei prodotti. L’innovazione non si limita alla scelta delle materie prime, ma si estende anche ai processi produttivi. Tecnologie come la stampa 3D e il taglio laser stanno permettendo una personalizzazione avanzata, con la creazione di forme e design complessi che prima erano difficili o costosi da realizzare.
Grazie a Massimo Pellegrini, provibiro TAGA Italia e AD di Legraf
Il futuro del libro
è on demand?
Un sistema editoriale basato sulla stampa su richiesta: zero magazzino, meno costi, più efficienza. Il Book-on-Demand sta cambiando la produzione e distribuzione del libro, grazie alla tecnologia digitale e a un modello di business flessibile. di CATERINA PUCCI
Tra formati digitali, audiolibri, piattaforme online e nuove abitudini di lettura, l’editoria sta vivendo un’evoluzione continua. In questo scenario, il Book-on-Demand (BoD) rappresenta una delle modalità più interessanti e innovative per produrre e distribuire libri. Niente più magazzini pieni, tirature da indovinare o sprechi da smaltire. Solo storie, idee, progetti che prendono forma in tempo reale, sulla base della richiesta. Questo modello di pubblicazione consente infatti la stampa di libri solo nel momento in cui vengono ordinati, superando i vincoli della produzione in larga scala e dello stoccaggio tipici dell’editoria tradizionale. Nato come soluzione per autori indipendenti e piccole case editrici, il BoD si è progressivamente affermato come un segmento di mercato capace di rispondere alla domanda di personalizzazione, sostenibilità e rapidità nei processi di pubblicazione. In un contesto segnato dalla digitalizzazione e dalla frammentazione del pubblico, oggi il BoD può rappresentare un modello per ridisegnare le dinamiche di produzione, distribuzione e consumo del libro?
Come nasce il BoD: dagli anni Novanta a oggi Il Book-on-Demand (BoD) nasce negli anni Novanta, parallelamente all’evoluzione delle tecnologie di stampa digitale e alla diffusione delle prime piattaforme editoriali online. Uno dei primi esempi concreti è Lightning Source, fondata nel 1997 come divisione di Ingram Content Group: per la prima volta diventa possibile stampare singole copie di un libro su richiesta, integrando direttamente la produzione con la rete distributiva. Ma è nei primi anni Duemila che arriva la vera svolta, grazie all’ingresso di Amazon nel settore con CreateSpace (poi confluita in Kindle Direct Publishing), che rende la pubblicazione e la distribuzione globale accessibili a chiunque, senza intermediari. Il BoD si afferma così come un modello editoriale e commerciale sempre più rilevante, in parallelo alla crescita dell’e-commerce e alla richiesta di soluzioni editoriali più flessibili, sostenibili e orientate ai bisogni del lettore contemporaneo.
Un nuovo modello editoriale
Il cuore del BoD è la produzione su richiesta: ogni libro viene stampato solo quando viene ordi-
nato, eliminando del tutto le tirature minime obbligatorie. Questo approccio riduce drasticamente sprechi, invenduti e costi di magazzini, evitando l’obbligo di anticipare grandi quantitativi senza certezze sulla vendita. A differenza della stampa offset, non sono richiesti investimenti iniziali né impegni su grandi tirature: il costo per copia resta costante, anche per una sola unità.
Grazie ai continui progressi nella stampa digitale – sia toner che inkjet ad alta definizione – oggi è possibile ottenere una qualità di stampa paragonabile all’offset, sia nella resa del colore che nella nitidezza tipografica. La filiera è essenziale e diretta: dalla ricezione dell’ordine alla spedizione possono bastare 24–72 ore, consentendo ristampe rapide, aggiornamenti continui e una forte reattività alla domanda del mercato. Molti servizi BoD sono integrati con piattaforme di vendita online o store editoriali, permettendo una distribuzione automatizzata e capillare, senza passare per i canali tradizionali. Un libro, così, non va mai “fuori catalogo”: può restare disponibile a tempo indefinito. Questo ha trasformato la vita commerciale di titoli di nicchia, saggi specialistici e opere con vendite lente ma costanti.
Una scelta ecologica e su misura Oltre alla flessibilità, il BoD offre anche un vantaggio ambientale. Stampando solo ciò che serve, riduce gli sprechi di carta e inchiostro, accorcia la filiera logistica e limita l’impatto ambientale rispetto ai modelli editoriali tradizionali. «Oggi possiamo stampare fino a 1000 copie in digitale con una qualità paragonabile all’offset. Le differenze, semmai, si giocano nei dettagli di confezione: rifilo, rilegatura, plastificazione» racconta Lapo Ferrarese, responsabile del marchio Phasar Edizioni, una delle prime realtà italiane specializzate in stampa on demand. «All’inizio il modello era guardato con diffidenza, perché la tecnologia non era ancora competitiva. Oggi è cambiato tutto: molte case editrici trovano tra le 100 e le 300 copie la tiratura ideale. In certi casi lavoriamo anche su 12 o 20 copie. Un esempio? Abbiamo stampato una Bibbia da 1140 pagine in 300 copie». Il vantaggio più evidente? Nessuno stock, nessun rischio. «Le librerie stesse – racconta Ferrarese –ordinano “solo al bisogno”, riducendo il rischio del macero e lavorando sulla domanda reale. Più che un’alternativa alla grande editoria industriale, il BoD si sta dimostrando una scelta intelligente,
ecologica e su misura, che valorizza contenuti di qualità, rende sostenibile la pubblicazione di opere indipendenti o specialistiche, e adatta il libro ai ritmi di un mercato che cambia».
Il libro del futuro: filiere corte e intelligenti… Anche secondo Donato Corvaglia, founder di Youcanprint, piattaforma italiana di self-publishing che permette agli autori di pubblicare, distribuire e vendere libri in formato cartaceo, digitale e audiolibro, il Book-on-Demand è passato dall’essere una curiosità marginale a diventare un’infrastruttura portante dell’editoria, spostando il baricentro del potere editoriale dalle mani degli editori a quelle di autori, lettori, educatori e formatori. Se da un punto di vista tecnico la stampa digitale ha fatto passi da gigante, occorre comunque una progettazione consapevole: scelta di formati standard, attenzione al peso del file, uso corretto dei margini di stampa, delle abbondanze, delle grammature disponibili. «Non tutto si adatta bene al print-on-demand: libri fotografici, volumi illustrati o con grammature particolari ri-
chiedono compromessi. Noi lavoriamo molto sulla formazione dell’autore e sulla consulenza progettuale, per adattare i contenuti alle possibilità reali della stampa digitale. Anche questo fa parte della “nuova editoria”: meno illusioni, più strategia. È una nuova editoria fatta di meno illusioni e più strategia» spiega Corvaglia. «La copertina deve funzionare bene anche senza plastificazione di pregio o effetti speciali: deve comunicare subito, reggere il colpo anche in bianco e nero se serve. È una scrittura anche visiva, oltre che tipografica».
Sul fronte del pubblico, la saggistica specialistica e l’editoria accademica sono state fra le prime a beneficiare del BoD, seguite dal self-help, la manualistica e le guide tematiche che hanno trovato nuova linfa in questo modello. Per la narrativa, il passaggio è stato più lento, ma oggi anche i romanzi autoprodotti hanno un pubblico fedele, grazie anche al digitale e ai social.
Sul fronte della distribuzione, la sfida maggiore è quella culturale. «Le librerie devono capire che non serve avere tutto in magazzino, ma un sistema intelligente per accedere a qualunque ti-
tolo su richiesta». Guardando al futuro, Corvaglia immagina un’integrazione crescente con l’intelligenza artificiale: «I libri diventeranno contenuti adattivi, personalizzati per fasce d’età, regioni o contesti educativi, con copertine e dediche stampate su misura». La sostenibilità, secondo lui, sarà un fattore chiave: il BoD è sostenibile per definizione, ma serve investire in materiali ecologici e filiere corte, è una questione di etica oltre che di marketing. Tra i casi di successo più significativi, Corvaglia ricorda con orgoglio il progetto di un’insegnante in pensione che, grazie al BoD, ha pubblicato un manuale di dialetto salentino vendendo oltre 2.000 copie in pochi mesi, «un risultato impensabile per un libro che non avrebbe mai trovato spazio nella grande editoria».
… e sostenibili?
Si potrebbe arrivare a dire che il Book-on-Demand rappresenta una scelta editoriale sostenibile, che risponde in modo efficace alla sovrapproduzione di titoli e alla crescente inefficienza del sistema tradizionale. «Da un lato, ci troviamo di fronte a costi elevati per la distribuzione e il magazzinaggio, con una continua accumulazione di titoli che non raggiungono mai il pubblico, generando resi altissimi e sprechi enormi. Dall’altro, la mancanza di visibilità sui punti vendita rende difficile per gli autori e le piccole case editrici raggiungere il successo, a meno che non abbiano una community solida o una nicchia definita» racconta Chiara Beretta, editor e direttrice dell’agenzia editoriale Beretta Mazzotta. Riflettendo sulla stampa delle sole copie prenotate, è possibile calibrare meglio le tirature e adottare il modello di Book-on-Demand anche per piccole ristampe. Questo approccio non solo ottimizza i costi, ma riduce drasticamente gli sprechi di risorse, come carta, inchiostri, energia e trasporti, facendo sì che ogni libro pubblicato sia il frutto di una scelta mirata e non di un automatismo industriale.
In definitiva, il Book-on-Demand non è solo una risposta pratica ai problemi logistici dell’industria, ma una vera e propria rivoluzione verde che ridisegna la produzione editoriale, rendendola più agile, efficiente e, soprattutto, rispettosa dell’ambiente.
GRAZIE A:
Lapo Ferrarese, responsabile Phasar Edizioni
Donato Corvaglia, Youcanprint
Chiara Beretta, editor e direttrice dell’agenzia
editoriale Beretta Mazzotta
CARTA, MATERIA
In questo articolo ci concentreremo su come l’industria cartaria, soprattutto quella italiana, stia rinnovando impianti e processi. Un’evoluzione necessaria per rispondere alla crescente domanda di soluzioni a basso impatto ambientale e sostenibili anche dal punto di vista economico.
Riciclo, deinking, ottimizzazione dei consumi idrici ed energetici, uso di materie prime seconde: sono questi gli assi su cui si sviluppano le innovazioni del settore. Un’evoluzione che riguarda tanto gli aspetti tecnici quanto le logiche industriali, nella direzione di un modello produttivo circolare e competitivo a livello internazionale.
«La sostenibilità nelle nostre cartiere non è mai stata un semplice obbligo normativo, ma una straordinaria opportunità per ridurre i costi e migliorare i processi» - spiega Paolo Zaninelli, responsabile didattico Associazione Formazione Cartaria. «Questo approccio pragmatico nasce da un bisogno preciso: l’Italia è un paese povero di risorse naturali come energia, acqua e materie forestali. In questo contesto essere sostenibili non è solo un atteggiamento ideologico ma una necessità. L’industria della carta ha trasformato i limiti strutturali in vantaggi competitivi nella quale l’efficienza dei processi, il recupero degli scarti e il riciclo sono gli elementi chiave. E si sono imposte sia a livello europeo che mondiale come modelli di produzione a basso impatto».
Più con meno: è possibile?
L’insieme dei processi termici e meccanici che trasformano la fibra in fogli - spappolamento, raffinazione, asciugatura, patinatura e calandratura - sono estremamente energivori. Come si fa a mantenere alta la qualità del prodotto utilizzando meno energia? La risposta risiede, innanzitutto, nella selezione delle materie prime. Dal momento che la maggior parte della fibra vergine viene importata, è fondamentale scegliere quelle già dotate delle caratteristiche desiderate, riducendo al minimo la necessità di interventi trasformativi.
La sostenibilità della lentezza
La stampa tradizionale può non essere un ritorno nostalgico al passato, ma un gesto consapevole, quasi rituale, fatto di cura, precisione e attenzione. Una pratica lenta di cui i nostri tempi hanno bisogno. Del resto nella comunicazione di alta gamma, la stampa artigianale non è mai scomparsa del tutto. E i giovani designer la approcciano per sperimentare nuove matrici, mescolare linguaggi, rimettere le mani sulla materia.
Sul fronte della sostenibilità, la stampa artigianale ha molto da dire per materiali e tecniche. I supporti sono quasi sempre carte in cotone o paste realizzate con processi a basso impatto. Gli inchiostri dalla consistenza pastosa sono composti da oli minerali e pigmenti e non contengono solventi acrilici. Anche la resa è enorme: con un singolo chilogrammo di inchiostro tipografico, che ha un costo compreso tra i 6 e i 25 euro, si stampano quintali di carta. Per effetti di embossing si sfruttano resine naturali gonfiate con il calore.
Dunque le botteghe tipografiche di oggi non sono musei viventi, ma veri laboratori di ricerca. Che oltre alla produzione filologica, permettono di sperimentare e contaminare i materiali con le esigenze del presente. Un sapere antico che non si conserva, ma si trasforma. E resta vivo.
IL PROCESSO DI DEINKING
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Sminuzzamento e sospensione
La carta da macero viene sminuzzata e mescolata con acqua per creare una sospensione di fibra
Prelavaggio e filtraggio
Si rimuovono le impurità come graffette, colla e altri detriti tramite il filtraggio
Attualmente, per la carta destinata all’editoria, si utilizzano principalmente due tipi di fibra vergine: quella di abete, proveniente dal Nord Europa, e quella di eucalipto, coltivata in zone più calde come Sudafrica e Brasile. Accanto a questo, l’impiego di fibra riciclata riduce il volume della materia prima importata. L’Italia vanta un sistema di riciclo tra i più avanzati al mondo. Già nella nostra tradizione industriale, la carta non si butta mai. Negli anni ‘70, quando la sensibilità ecologica era agli albori, le tipografie più avvedute conservavano religiosamente ogni ritaglio, ogni fondo di bobina, ogni scarto di lavorazione. Il recupero è dunque una prassi consolidata nel settore. Chi stampa sa quanto vale questo materiale.
Oggi questo approccio è arrivato a numeri importanti trasformandosi in un tangibile vantaggio economico. Se una tonnellata di cellulosa vergine può costare oltre i 1.000 euro, il macero di qualità si attesta intorno ai 400 euro. Un’assurdità considerarli rifiuti! Nell’editoria la necessità di una carta bianca e luminosa può essere soddisfatta grazie a un’accurata selezione dei “maceri bianchi”, cioè di carte riciclate già chiare in partenza. Così la rilavorazione è semplice e immediata. Molte cartiere italiane acquistano regolarmente bobine scartate, rifili e altri materiali bianchi, detti pre-consumer, da reinserire nel ciclo produttivo. Il trattamento è relativamente semplice: dopo una accurata selezione, la carta di recupero viene ridotta in poltiglia, pronta per essere riutilizzata.
L’arte del riciclo: il deinking
Ben più complesso è invece il trattamento della carta già stampata, che richiede il processo di disinchiostrazione. Il deinking, è questo il termine tecnico, può essere immaginato come un gigantesco lavaggio nel quale il materiale da riciclare, ridotto in fibra, viene letteralmente ripulito con tensioattivi e aria. In un prodotto editoriale standard,
Flottazione e rimozione dell'inchiostro
L'aria iniettata nella sospensione crea bolle a cui si lega l'inchiostro. La schiuma viene poi rimossa
Aggiunta di reagenti
Viene aggiunta una soluzione saponosa che lega le particelle di inchiostro, facilitandone la rimozione
almeno il 20% della carta è costituito da materiale pre-consumer rilavorato internamente alla cartiera stessa. Ma altro materiale di recupero è acquistato direttamente presso aziende specializzate che si occupano della lavorazione completa del macero. Il deinking è un processo complesso perché la carta da riciclare non è solo stampata. La superficie presenta molte sostanze accumulate durante la produzione, stampa e l’uso. Oltre all’inchiostro, presente in varie formulazioni, di derivazione naturale o sintetica, vi si trovano residui di colle, vernici, plastificanti, sostanze adesive, agenti patinanti, ma anche materiali provenienti dal packaging come sabbia, polveri minerali, vetro, fogli plastici e particelle metalliche. A questi si aggiungono i composti provenienti dalle tecnologie di stampa digitale e dagli imballaggi multilayer, che rendono ancora più delicata l’operazione di recupero. Lo scopo del processo di riciclo non è solo quello di rimuovere queste impurità, ma anche di preservare l’integrità della fibra, evitando danneggiamenti o alterazioni chimiche che ne pregiudicherebbero il riuso.
Il processo di deinking
Il deinking prevede più stadi, in cui interagiscono in modo controllato forze fisiche, reazioni chimiche e condizioni termiche mirate. Tutto ha inizio nella vasca di dispersione – il pulper – dove la carta da macero viene mescolata con acqua a temperature comprese tra 35 e 55 gradi. Qui l’azione meccanica rompe i legami idrogeno che tengono unite le fibre, permettendo la dispersione del materiale e liberando le particelle di inchiostro, che iniziano a separarsi dalla struttura fibrosa. Per rendere efficace il distacco si interviene
Flottazione
Il processo può essere ripetuto fino a ottenere la qualità di purezza della polpa necessaria
Sbiancamento (se richiesto)
Avviene con preparati a base di ossigeno e aggiunta di silicato di sodio come stabilizzatore
aggiungendo tensioattivi (saponi), sostanze capaci di ridurre la tensione dell’acqua permettendole di legarsi alle resine degli inchiostri.
Il controllo del pH è altrettanto importante: l’aggiunta di idrossido di sodio mantiene un ambiente alcalino favorevole alla saponificazione delle resine e all’idrolisi dei leganti dell’inchiostro.
Una volta ottenuta una sospensione stabile, il passo successivo consiste nella separazione delle particelle di inchiostro attraverso la tecnica della flottazione. Viene immessa dell’aria che forma una schiuma. Le bolle si legano alle micelle che intrappolano i pigmenti e le trasportano verso l’alto così da essere facilmente eliminate mentre la polpa resta sul fondo.
Carta bianca
La carta per l’editoria deve avere requisiti di luminosità e bianchezza. Si utilizzano agenti sbiancanti e il più utilizzato è il perossido di idrogeno. Questo ossidante contribuisce alla degradazione selettiva dei residui organici colorati, migliorando al tempo stesso la dispersione delle fibre.
Tuttavia, il perossido è instabile ed è efficace in ambiente alcalino. Per questo si aggiunge il silicato di sodio, che non solo stabilizza l’ambiente di reazione ma sospende efficacemente i pigmenti residui ed evita che si riattacchino alle fibre.
È l’ora degli enzimi
Negli ultimi anni, i trattamenti enzimatici hanno acquisito un ruolo centrale nelle operazioni di recupero e valorizzazione della carta da macero. Gli enzimi agiscono in modo mirato sulla composizione della fibra, facilitano il distacco degli inchiostri e la loro rimozione. Rispetto ai metodi tradizionali a base chimica, il deinking enzimatico presenta vantaggi significativi per la sostenibilità: riduce l’uso di agenti chimici aggressivi, abbassa la temperatura operativa e limita la produzione di fanghi secondari. A livello industriale, l’applicazione di enzimi ha dimostrato di migliorare
Raffinazione
La pasta di fibre viene ulteriormente trattata per migliorare la sua qualità e le sue proprietà
Riassemblaggio e asciugatura
La pasta raffinata viene quindi compattata e trasformata in nuovi fogli di carta
LESSICO ESSENZIALE DEL DEINKING
Pulper
Macchinario che miscela carta da macero con acqua fino a formare una sospensione fibrosa. È il primo passaggio del riciclo per separare le fibre dagli altri componenti nella carta stampata.
Saponificazione
Reazione tra un grasso (come un residuo d’inchiostro) e una base forte (es. idrossido di sodio). Utile nei processi di deinking per emulsionare e rimuovere residui grassi.
Flottazione
Tecnica usata per separare le particelle d’inchiostro dalla sospensione fibrosa. Si immette aria nella miscela, le particelle precedentemente legate a un sapone si legano alle bolle e salgono in superficie, dove vengono rimosse. Metodo chiave nei processi di riciclo.
Micelle
Aggregati sferici formati da molecole tensioattive (come i saponi) disperse in acqua. Le loro code idrofobe si orientano verso l’interno, intrappolando sostanze insolubili come l’inchiostro, mentre le teste idrofile restano rivolte verso l’esterno, a contatto con l’acqua.
Sbiancamento (bleaching)
Trattamento della pasta cellulosica per aumentarne la luminosità e rimuovere impurità cromofore. Le tecnologie moderne privilegiano processi a basso impatto ambientale, come l’uso di perossido di idrogeno o ozono, rispetto al cloro usato in passato.
Enzimi
Catalizzatori biologici che accelerano specifiche reazioni chimiche. Nella produzione di carta riciclata, enzimi come le cellulasi e le lipasi migliorano l’efficienza del deinking e riducono l’uso di sostanze chimiche aggressive.
IL NOSTRO PAESE È OGGI IL SECONDO UTILIZZATORE
EUROPEO DI MACERO DA RICICLARE.
LA QUANTITÀ DI MACERO UTILIZZATA È PARI AL 56% DELLA PRODUZIONE TOTALE DI CARTA IN ITALIA. L’ITALIA SI DISTINGUE INOLTRE PER L’EFFICIENZA DELLA RETE DI RACCOLTA: IL
TASSO DI RICICLO DEGLI IMBALLAGGI CELLULOSICI HA SUPERATO IL 90%
la resa delle fibre e la qualità finale della pasta ottenuta, sia in termini di grado di bianco che di proprietà meccaniche (resistenza alla trazione, rigidità, stampabilità). Gli enzimi possono essere usati in sinergia con i trattamenti fisici e chimici. Si ottiene una fibra di alto livello qualitativo ma con minori quantità di sostanze chimiche. Questo non solo riduce i costi di processo, ma contribuisce a migliorare il profilo ambientale complessivo dell’impianto. Si tratta di una frontiera in continua evoluzione che costituisce un passo avanti dei processi di recupero della carta.
Acqua ed energia: creare i circoli virtuosi
Quando si parla di sostenibilità ci si rivolge non solo ai materiali e al loro riciclo ma anche alle altre risorse necessarie nei processi produttivi: acqua ed energia. Storicamente, il consumo d’acqua nelle cartiere è sempre stato elevato. Oggi l’acqua viene recuperata e riutilizzata in ciclo chiuso. Senza sostituirla periodicamente, si preferisce che contenga sostanze disciolte dalle quali i batteri anaerobici riescono a produrre biogas. L’energia prodotta alimenta gli impianti interni, riducendo ulteriormente i consumi.
Anche le emissioni che si vedono fuoriuscire dai camini sono spesso fraintese. Nella maggior parte dei casi si tratta di semplice vapore acqueo. In alcuni stabilimenti viene condensato e recuperato per produrre ulteriore energia.
Il vero nodo ambientale resta il consumo energetico, necessario soprattutto nelle fasi di asciugatura della carta. Ma su questo fronte, molto dipende dalle scelte del sistema energetico nazionale più che dalle singole cartiere, i cui consumi sono paragonabili ad altre industrie metallurgiche o chimiche.
Più con meno: è possibile!
«Quello che una volta era considerato un limite – la mancanza di materie prime – si è rivelato il nostro punto di forza», sottolinea Paolo Zaninelli. «Abbiamo imparato a fare di più con meno e in questo percorso abbiamo scoperto che la vera sostenibilità è quella che unisce rispetto per l’ambiente, efficienza produttiva e vantaggio economico». I numeri più recenti lo confermano. Secondo i dati 2024 di Assocarta, il nostro Paese è oggi il secondo utilizzatore europeo di macero da riciclare. La quantità di macero utilizzata è pari al 56% della produzione totale di carta in Italia. L’Italia si distingue inoltre per l’efficienza della rete di raccolta: il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici ha superato il 90%, una percentuale tra le più alte del continente. L’Agenda globale 2030 per lo sviluppo sostenibile chiarisce un punto fondamentale: la sostenibilità deve essere compatibile con la crescita economica. Non solo un dovere ambientale ma anche visione di strategie produttive. Rivedere i processi, ottimizzare le risorse, ridurre i consumi: tutti elementi che possono generare vantaggi concreti per le imprese.
Così, mentre sfogliamo le pagine di un libro o di una rivista, vale la pena ricordare che ogni pagina racconta anche una storia industriale fatta di innovazione e intelligenza. Una storia che continua a evolversi, foglio dopo foglio.
GRAZIE A:
Paolo Zaninelli, Responsabile didattico Associazione
Riccardo Tassini, Esperto settori cartario e stampa
FESPA Italia rappresenta gli interessi di tutto il mercato della stampa specialistica, dei suoi settori applicativi – Textile, Interior Decoration, Product Decoration, Out & Digital Out of Home (OOH e DOOH),
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