Printlovers, n. 98, 2023

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DESIGN, MATERIALI E TECNICHE PER LE APPLICAZIONI DI STAMPA printlovers.net

STRATEGO GROUP | Via Cassanese, 224 | 20054 Segrate (Milano) | ITALIA | € 14,00 PRINT BUYER | 98/2023

Design

Dario Frattaruolo Design

Carta supporto

Soporset Premium Offset FSC™ 300 gsm

Carta etichetta

UPM Raflatac Silver Orion Ice FSC™

Nobilitazioni

Oropress 590F99 Transparent Iridescent

Oropress 464S39 Ultra Matt Light Blue

Oropress 422A50 Silver Rainbow

STAMPA E NOBILITAZIONE

PRINTlovers 100 sarà un numero monografico, un riferimento a cui tornare per ispirarsi, da consultare nel tempo.

Vuoi raccontare il tuo modo di amare la stampa? Scrivici a: sales@strategogroup.net

MODI DI AMARE LA STAMPA

NEL

novero degli oggetti difficilmente perfettibili, che hanno attraversato i secoli senza cambiare granché forma e funzione, figurano sicuramente le bandiere. Storicamente eredi dei vessilli ed entrate in uso durante le crociate, le bandiere sono ancora oggi una presenza fissa del mondo della comunicazione visiva, tanto che, secondo l’ultimo rapporto Print Census di Fespa Global, il 13% delle aziende di stampa specialistica e grande formato intervistate su scala globale le produce. Sembrerebbe solo un oggetto molto formale, quasi vetusto, questo lembo di tessuto multicolore fissato a un’asta che si affida ai capricci del vento per essere completamente leggibile, invece è più contemporaneo che mai e ha una vita sociale molto attiva anche al di fuori dei contesti istituzionali di cui è simbolo per eccellenza. Basti pensare agli ultimi due mesi: giugno, in ricordo dei moti di Stonewall del 1969, è il mese del Pride della comunità LGBTQIA+, mentre luglio è stato proclamato mese del Disability Pride. Dei due, certamente il Pride LGBTQIA+ è quello più noto e frequentato, tanto che ogni anno sempre più brand tingono i propri loghi, avatar, gadget dei colori dell’arcobaleno. Se alcuni di loro sono in bilico sul filo del “rainbow washing”, i più aggiornati non si limitano allo spettro arcobaleno della classica “freedom flag” creata a San Francisco da Gilbert Baker nel 1978, ma hanno aggiunto anche il nero, il marrone, il celeste, il rosa e il bianco di una delle più recenti bandiere LGBTQIA+: il plurale è d’obbligo visto che le bandiere del Pride sono in costante evoluzione, e ogni nuovo accostamento di colori e forme è simbolo di una diversa comunità coinvolta nella lotta per i diritti. Meno nota, per il momento, è la bandiera nera solcata dalla saetta multicolore del Disability Pride disegnata da Ann Magill nel 2019, poi affiancata da una versione più “soft” senza spigoli e dai colori attenuati, che dà voce a ogni forma di disabilità: fisica, neurologica o cognitiva, invisibile o non diagnosticata, psichiatrica e sensoriale, mentre il fondo nero ricorda le vittime di violenza abilista. L’orgoglio di mostrarsi per ciò che si è si serve di simboli unificanti e identificativi per rivendicare il proprio giusto spazio nel mondo, per essere visti e riconosciuti, e le bandiere sono irrinunciabili in virtù della loro immediatezza comunicativa, della facilità di realizzazione e di una democratica economicità. Anche in questo design e stampa sono davvero grandi alleati del progresso: sarà anche merito loro se “the dreams that you dare to dream/Really do come true”.

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OVER THE RAINBOW
L'EDITORIALE di MICHELA PIBIRI

Allegrini, pioniera della innovazione responsabile

L’azienda di Grassobbio che produce detergenti professionali e amenities per l’hotellerie promuove un cambiamento culturale anche attraverso il packaging.

Una nuova generazione di pet food

Come comunica oggi e quali requisiti deve rispettare un prodotto che non si rivolge ai consumatori finali ma a chi si occupa di loro?

Stampa e retail

Le applicazioni, i materiali e le tecniche protagonisti dell’allestimento in-store. In equilibrio tra efficacia comunicativa, sostenibilità e budget di spesa.

Come fare i PDF pronti per la stampa

Poche, ma necessarie, cose da sapere per trasformare un bel progetto in un bello stampato. Senza che la prestampa debba sostituirsi al lavoro del designer.

La customizzazione dell’interior décor

Dall’home al contract, progettisti e architetti esplorano nuove strade puntando sulla personalizzazione estrema e tecnologie di stampa sempre più evolute.

PAG PAG PAG PAG PAG DI ACHILLE PEREGO DI ROBERTA RAGONA DI MICHELA PIBIRI DI LORENZO CAPITANI DI CATERINA PUCCI 12 18 26 35 42

DIRETTORE RESPONSABILE

Enrico Barboglio

COORDINAMENTO EDITORIALE

Michela Pibiri michela.pibiri@strategogroup.net

HANNO COLLABORATO

Lorenzo Capitani, Achille Perego, Elena Panciera, Caterina Pucci, Roberta Ragona

TRADUZIONI

Marta Sanders – The Language Switch

Robilant Associati ha firmato la nuova Hangar Lounge di ITA Airways all’Aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino: un luogo capace di trasmettere i valori fondanti del brand.

Il 26 e 27 ottobre al Garage 21 di Milano si terrà Brand Revolution con un concept dedicato al fattore umano nella creatività. Tra le novità di quest’anno, un intenso ciclo di workshop aperti a tutti

Il TNT è uno dei materiali più versatili e diffusi al mondo, utilizzato in moltissimi settori industriali. Ma come è fatto e come si stampa?

PERCORSI DI SOSTENIBILITÀ 24

La nobilitazione sostenibile di Luxoro

GRANDANGOLO 31

Più carta kraft per una missione ecologica

PERCORSI DI LABELING 32

Il multilivello nell’etichetta

GRANDANGOLO 47 Come stai? Gaetano Pesce per Bottega Veneta

ART DIRECTOR

Stefano Torregrossa › onicedesign.it

PRINTLOVERS www.printlovers.net redazione@printlovers.net

STRATEGO GROUP srl Via Cassanese 224, 20054 Segrate (MI) amministrazione@strategogroup.net

PUBBLICITÀ Deborah Ferrari | t. +39 389 9004599 › deborah.ferrari@strategogroup.net Segreteria pubblicità

› brando.zuliani@strategogroup.net

REA MILANO 1190227

Autorizzazione Tribunale Milano n. 706 | 11/10/2004

STAMPA

PRESSUP – Nepi (VT)

ABBONAMENTI

T. + 39 02 49534500 | F. +39 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net

Annuale 60 euro – Bonifico bancario a

STRATEGO GROUP srl

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Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Stratego Group srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Enrico Barboglio [enrico.barboglio@strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

EDITORIALE di Michela Pibiri 5 Over the rainbow COM'È FATTO PRINTLOVERS #98 8 I materiali e le tecniche NEWS 1 0
GRANDANGOLO 16 Etichette di lusso rispettose dell’ambiente
PERCORSI DI ECCELLENZA 50 Applicazioni di stampa vincenti AWARDS 66 I progetti premiati a OneMorePack
ABBIAMO PARLATO DI 68 Persone e aziende citate in questo numero CREATIVE FRAME 69 Essentia Regia di Dario Frattaruolo Design PAG PAG PAG
DI ELENA PANCIERA
MICHELA PIBIRI 56 61 48
2023
DI ANGELO FERRARA
DI
Un viaggo nello
“Human Park”
Sembra tessuto ma non è
PRINT BUYER NUMERO 98/2023
Il cielo in una livrea

La rivista è ricca di contenuti digitali: inquadra i QR code con il tuo smartphone per accedere.

Oropress 422A50 Silver Rainbow

CARTA COVER E CONTROCOVER

Soporset Premium Offset FSC™

300 g/m² e 250 g/m²

La carta Soporset, studiata per l’industria grafica, è il risultato di un forte investimento in tecnologia e innovazione. È realizzata al 100% con fibre di Eucalyptus globulus, ottenute da foreste gestite responsabilmente e certificate; la superficie della carta è naturale, si presta a un’ampia varietà di progetti di stampa offset e ha un costo competitivo rispetto ai fogli patinati. Le sue caratteristiche sono la qualità premium, l’estrema luminosità, l’elevata opacità per una trasparenza minima e la nitidezza delle immagini in ogni stampa. Soporset si presenta in un’ampia gamma di grammature e formati.

Oropress, fondata nel 1952, si è affermata nel mercato italiano e internazionale grazie alla sua ampia gamma di soluzioni per la nobilitazione dello stampato in svariati settori industriali tra i quali editoria, etichette, packaging, automotive, cosmetica, moda e sicurezza. Le risorse di Oropress offrono il proprio know-how tecnico e le competenze acquisite in settant’anni di attività fornendo la massima collaborazione al cliente, dalla fase progettuale creativa fino alla produzione stessa, proponendo materiali idonei a ogni supporto e soluzioni di stampa personalizzate. Investendo nella continua ricerca, Oropress mette a disposizione della propria clientela soluzioni di trasferimento sempre innovative e diversificate adatte a molteplici tipologie di applicazioni, quali stampa a caldo e a freddo, film per laminazione e stampa digitale, transfer personalizzati e non, silk foil.

C www.oropress.it

Grafical nasce nel 1982 nel cuore della Valpolicella, dove opera da oltre 30 anni nel settore grafico, coniugando tradizione e innovazione per creare un prodotto di eccellente qualità. Ad oggi conta 90 collaboratori tra cui 35 nel reparto prestampa e amministrativo e gli altri 55 nella sala stampa. L’azienda si è specializzata, grazie alle tecnologie offset, serigrafica e digitale in rotolo, nella stampa di etichette autoadesive per il settore vitivinicolo. I macchinari utilizzati sono tutti d’ultima generazione e permettono di lavorare con le tecniche più esclusive e con materiali selezionati. Il successo di Grafical è derivato in buona parte dai punti di forza su cui fa leva da sempre: ottima qualità dei prodotti e brevi tempi di creazione ed evasione degli ordini. L’azienda è inoltre certificata FSC® e BRCGS. www.grafical.it

COLORE A CALDO STAMPA E NOBILITAZIONE

CARTA ETICHETTA

Silver Orion ICE FSC™

La carta scelta per l’etichetta è Silver Orion ICE FSC™, una carta perlescente, texturizzata, antispappolo e barrierata da 130 g/m². Ideale per applicazioni premium nei settori Wine & Spirits offre un’ottima resa di stampa con tecniche offset, flexo, tipografiche, serigrafiche e trasferimento di lamine a caldo.

Benvenuti nel mondo di Machete Gin, un’etichetta che porta con sé l’eccitazione e l’adrenalina dei videogiochi, trasformando ogni sorso in un’epica avventura. Ispirata all’immaginario dei giochi retro arcade degli anni ‘80, con una profonda metafora sulla vita. L’etichetta racchiude un mondo virtuale, con tratti iconici e dettagli curati che richiamano l’atmosfera dei giochi coin-op. Ogni elemento grafico, dalla tipografia alle illustrazioni dettagliate, trasmette l’energia e l’atmosfera di sfide e avventure videoludiche. Machete Gin va oltre il puro estetismo e offre una metafora affascinante sulla vita stessa. Come nei videogiochi, la vita è un’avventura imprevedibile, piena di ostacoli, ma anche di opportunità. L’etichetta Machete Gin ci invita ad affrontare le sfide della vita con coraggio, concentrazione e una buona dose di spirito di avventura. Ogni sorso diventa un momento per raccogliere nuove esperienze, crescere e superare i nostri limiti, proprio come faremmo nei videogiochi. GAME OVER.

C pagina 85

Grafical ha stampato e nobilitato etichetta e controcover di supporto. Controcover: stampa a 4 colori offset, impreziosita da  lamina a caldo e vernice serigrafica glow in the dark. Etichetta: Stampa a 4 colori digitali, nobilitata con 3 lamine a caldo, debossing e vernice lucida serigrafica.

LE NOBILITAZIONI

Oropress 590F99 Transparent Iridescent

Foil trasparente dall’effetto iridescente. Con i suoi riflessi mobili e cangianti dà vita al kimono indossato dalla donna in primo piano.

Oropress 464S39 Ultra Matt Light Blue

Foil satinato che dona una resa visiva dall’aspetto vellutato grazie alle speciali resine di cui è composto e al supporto in poliestere opaco che caratterizza il film.

Oropress 422A50 Silver Rainbow

CARTA COPERTINA E CONTROCOPERTINA

The Navigator Company è un produttore integrato di foreste, pasta di cellulosa, carta, tissue, imballaggi sostenibili e soluzioni bioenergetiche, la cui attività si basa su stabilimenti in tutto il mondo dotati di tecnologie all’avanguardia. È riconosciuta come un punto di riferimento di qualità nel settore a livello mondiale. Soporset Premium Paper fa parte di The Navigator Company, gode della massima notorietà del marchio, della migliore percezione della qualità ed è il marchio principale utilizzato dagli stampatori di tutta Europa. Questo è il risultato dei continui investimenti del marchio in ricerca, tecnologia, innovazione e buone pratiche ambientali.

C www.thenavigatorcompany.com

Foil olografico argento metallizzato ad effetto laser che illumina le scritte mettendole in evidenza proprio come in un videogioco.

CARTA ETICHETTA

UPM Raflatac, multinazionale finlandese, è uno dei maggiori produttori mondiali di materiali adesivi per la produzione di etichette. Ad oggi conta 12 impianti produttivi, 3.200 dipendenti e circa 1,8 miliardi di euro di fatturato a livello globale. La sua ambizione è diventare la prima industria nel settore ad andare oltre i combustibili fossili.

C www.upmraflatac.com

IL DESIGN DI COVER E CONTROCOVER È DI

NOBILITAZIONI OROPRESS, IL NUOVO CATALOGO DÀ UN BOOST ALLA CREATIVITÀ

In occasione dell’edizione 2023 di Packaging Première, Oropress ha presentato il nuovo catalogo di foil per la stampa a caldo e a freddo per il settore grafico. Si tratta di un importante strumento di lavoro dedicato in particolar modo a brand, agenzie di comunicazione e studi grafici che troveranno al suo interno un’ampia gamma di colori e finiture adatti a tutte le tipologie di supporti. Un boost alla creatività dato anche dal design unico e accattivante, che lo rende un prezioso oggetto da mettere in mostra. www.oropress.it

AZIENDE POZZOLI CELEBRA I SUOI PRIMI 55 ANNI

Nel 2023 Pozzoli celebra una passione lunga oltre mezzo secolo, nata nel 1968 a Inzago per opera di Aldo Pozzoli, scomparso lo scorso febbraio, e che oggi prosegue nel segno del suo fondatore. Dall’iniziale specializzazione nella produzione di packaging per il mondo dell’intrattenimento nel settore della Musica, con l’apertura del primo impianto produttivo per CD in Italia negli anni ’80, all’espansione internazionale, tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000. Senza dimenticare, negli stessi anni, l’approdo a nuovi mercati: Cosmetics & Perfumery, Wine & Spirits, Fashion & Accessories e Food. Fino alla nascita, nel 2018, di Pozzoli Couture a Marano Vicentino (VI) e l’inaugurazione, nel 2020, del nuovo magazzino automatizzato a Inzago, passando per i tanti brevetti firmati dal R&D Pozzoli. Oggi l’azienda produce astucci in cartoncino teso, scatole rivestite e realizza progetti speciali per edizioni limitate, nonché packaging brevettati, per conto di alcuni tra i più importanti brand nazionali e internazionali. www.pozzolispa.com

CARTA BLOSSOM, COLLEZIONE DI BORSE DI LUSSO DI CARTA

Dalla collaborazione tra Lessebo Paper e la celebre artista Susan Szatmáry è nata la collezione di borse di carta fatte a mano Blossom, una celebrazione del potere trasformativo della creatività. La maestria artigianale di Szatmáry, affinata in anni di esperienza, si manifesta in ogni borsa, trasformando i fogli della serie Lessebo Colours in splendide opere d’arte. Il mix unico di tecniche tradizionali e design innovativo dà vita a una collezione elegante e contemporanea, mentre i colori evocano la vivacità della primavera e le infinite possibilità della carta come supporto. La carta pregiata di Lessebo Paper funge infatti da solida base per la visione artistica di Szatmáry, consentendole di sperimentare con colori, texture e forme. www.lessebopaper.com/susan-szatmary/

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AWARDS

AWDA, GIURIA INTERNAZIONALE E PREMIAZIONI IL 10 NOVEMBRE

Si terrà il 10 novembre 2023 nel Salone d’Onore della Triennale di Milano la premiazione della quinta edizione dell’AIAP Women in Design Award, il premio che mette in luce le professionalità femminili della comunicazione visiva. Le vincitrici saranno selezionate nel corso dell’estate da una giuria di alto profilo proveniente da diversi Paesi del mondo, composta da John L. Walters (UK), Solace Emefa Adzel (Pan-Africa), Cinzia Ferrara (Italia), Fabiana Ielaqua (Italia), LaTigre (Italia), Jonas Liugaila (Lituania), Stina Löfgren (Svezia), Susana Machicao (Bolivia), Zahra Pashaei (Iran), Amanda Schutz (Canada) e Zeynep Tonguç (Turchia). Una seconda giuria, formata da docenti universitari e critici italiani con esperienze internazionali (Marta Bernstein, Dario Carta, Benedetta Crippa, Luciana Gunetti, Laura Moretti, Jonathan Pierini, Daniela Piscitelli) valuterà i lavori della categoria Ricercatrici. Un comitato scientifico assegnerà il Premio alla Carriera, che potrà anche essere alla Memoria. www.aiap-awda.com

FORMAZIONE HP LIFE, E-LEARNING PER I BUSINESS

Una ricca offerta di corsi di formazione gratuita messi a punto da HP con il progetto HP LIFE, che si rivolge a imprenditori, startupper e long-life learner in tutto il mondo, è disponibile online gratuitamente e in diverse lingue (ma non in italiano, per il momento). I corsi sono volti ad acquisire competenze nel campo della comunicazione efficace in ambito business, dell’economia circolare e delle imprese sociali, fino alla stampa 3D, al reperimento di fondi e alle basi della finanza aziendale; dalla creazione di siti web efficaci al marketing per le vendite online, fino alla gestione di inventari e all’efficienza energetica in ambito aziendale. Il programma completo e la piattaforma di e-learning si trova su www.life-global.org

EVENTI A MONACO ARRIVA LUXE HOME

Luxe Pack Monaco, che si terrà dal 2 al 4 ottobre 2023, ha annunciato Luxe Home, una nuova area dedicata alla cura della casa, alle candele e ai profumi per interni. Luxe Home mira a catturare quello che Luxe Pack ritiene essere un mercato in crescita. Il mercato globale delle candele è valutato a 6,8 miliardi di dollari nel 2021 e si stima che raggiungerà i 9,9 miliardi di dollari entro il 2028. Inoltre, secondo Businesscoot, il mercato dovrebbe registrare una crescita annua media del 6,3% fino al 2026. «Sulla scia della pandemia, le persone si sono concentrate su se stesse e sulle loro case, con l’idea di dare un’identità ai loro interni», spiega Magali Farion, direttrice degli acquisti di bellezza del gruppo Galeries Lafayette. L’area si concentrerà su candele, profumi per la casa, bruciatori di incenso, diffusori e spray, portacandele, lampade a olio, tagliastoppini, fiammiferi e astucci. www.luxepack.com

CARTA LA NUOVA COLLEZIONE ICMA METALLIC

62 carte perlescenti e metallizzate, che spaziano dai toni caldi ai toni freddi, dai colori saturi ai pastello. Grazie a patine uniche, frutto di anni di esperienza di ICMA – che ha festeggiato quest’anno i suoi primi 90 anni – e all’ampia proposta di goffrature, la carta si “trasforma” in metallo e in madreperla, con riflessi e bagliori magnetici. La collezione comprende anche carte 100% riciclate, certificate FSC Recycled Credit in vari colori – blu metallizzato, oro in diverse sfumature, canna di fucile, platino e rame. Metallic continua il percorso avviato dalla collezione Kind, volto a nobilitare basi 100% riciclate e a sostituire, ove possibile, la cellulosa vergine, creando così carte meravigliose e sostenibili, perché la loro produzione non comporta l’abbattimento di alberi ma proviene dalla cellulosa riciclata. www.icma.it

11 Per le ultime notizie visita www.printlovers.net NEWS

ALLEGRINI, PIONIERA DELL’INNOVAZIONE RESPONSABILE

PAROLA AI BRAND
di ACHILLE PEREGO 12

Care che usa carta 100% riciclata da scarti e sfridi dell’industria grafica. Promuovendo, così, un cambiamento anche culturale.

Passione, competenze, servizio, innovazione e sostenibilità. Sono i valori che caratterizzano il passato, il presente e il futuro di Allegrini, il gruppo chimico leader in Italia nella produzione di detergenti professionali e cosmetica per l’hotellerie con sede a Grassobbio, in provincia di Bergamo. I quasi 80 anni di esperienza hanno permesso all’azienda fondata nel 1945 da Carlo Allegrini, controllata dal 2020 dal Fondo Metrika e guidata oggi dalla terza generazione della famiglia – Maurizio Allegrini Ceo e il fratello Ottaviano managing director della divisione cosmetica – di sviluppare tutte le competenze necessarie per la diffusione, in oltre 47 Paesi nel mondo, delle sue Business Unit.

Quella della detergenza per il settore alberghiero, il mondo attorno all’automotive, compresi l’autolavaggio e le officine, la lavanderia professionale, l’ambito sanitario e ospedaliero, il comparto dedicato alla zootecnia, includendo tutta la filiera agro-alimentare, la ristorazione commerciale e collettiva e anche le compagnie navali, le imbarcazioni da diporto e il settore safety. Non meno importante è la Business Unit Cosmetica che produce e distribuisce linee cortesia standard e luxury, sia a marchio proprio che private label, rivolgendosi a tutto il mondo alberghiero; nonché cosmetici e fragranze per ambienti anche per il settore retail, in cui è presente già dal 2017 con una propria linea, Hemp Care, realizzata con un’alta componente di ingredienti naturali. Proprio quest’anno, inoltre, è stata costituita la nuova Business Unit Pharma che propone alle migliori farmacie e parafarmacie italiane una linea a marchio Allegrini Pharma, che comprende gocce oculari lenitive a base di acido ialuronico per portatori di lenti a contatto e non, sapone liquido con antibatterico e spray nasale e la nuova linea beauty care Blandìes, brand frutto dello sviluppo interno, composta da prodotti cosmetici ad alta performance.

Con sedi attive in Italia, Nord America e in Russia, per distribuire la qualità italiana dall’Europa al Medio Oriente, dal Sud-Est Asiatico al Canada, il gruppo bergamasco oggi conta circa 150 dipendenti e nel 2022 ha generato un valore economico di circa 36,5 milioni di euro. Proprio negli ultimi anni, come ricorda Maurizio Allegrini, la società di Grassobbio ha registrato una crescita significativa, posizionandosi come leader del settore. Un successo «da attribuire agli investimenti strategici in ricerca e sviluppo, alla continua innovazione e all’approccio incentrato sul cliente».

Monitorare gli impatti sull’ambiente, con l’obiettivo di studiare delle soluzioni che possano limitarli il più possibile.

In particolare, nel 2022 l’acquisizione di due realtà molto significative per il business di Allegrini ha permesso di espandere ulteriormente i confini dell’offerta. La prima, DEP Srl, è una società di Bologna altamente innovativa, responsabile della nascita e dello sviluppo della piattaforma B2B Hotelify.com, nata come distributore di linee di cortesia per B&B di lusso e Boutique Hotel, oggi e-commerce leader in Italia e in Europa nella vendita online di forniture per hotel, bed and breakfast, ristoranti, bar e Airbnb. La seconda, Cliners Srl, è una società proprietaria del marchio Cliners, presente da oltre 50 anni nel settore della detergenza e sinonimo di prodotti innovativi e sempre all’avanguardia per soddisfare qualsiasi esigenza nel settore delle lavanderie industriali.

Innovazione e sostenibilità ambientale sono da sempre parte integrante dell’identità di Allegrini, che si impegna a seguire tutte le fasi di realizzazione dei prodotti in ogni dettaglio, dal design alla selezione delle materie prime e del packaging fino allo smaltimento finale, e a monitorare gli impatti sull’ambiente, con l’obiettivo di studiare delle soluzioni che possano limitarli il più possibile. La società, aggiunge Maurizio Alle-

13 PAROLA AI BRAND
L’azienda di Grassobbio produce detergenti professionali per differenti settori e amenities per il mondo dell’hotellerie. L’impegno? Formulazioni intelligenti, concentrate, sostenibili e packaging innovativi, come quello della linea Hemp

grini «è infatti consapevole che la sostenibilità sia l’unica strada da percorrere per innovare in maniera responsabile».

L’impegno alla sostenibilità si concretizza sia nei prodotti sia nei loro imballaggi. Tra le soluzioni per la detergenza, si trova la linea certificata Ecolabel, una gamma di detergenti realizzati con materie prime di origine vegetale che assicurano, a parità di efficacia, massima biodegradabilità e un maggior equilibrio tra prodotto e imballo.

Principi attivi validati in laboratorio e l’impiego di tecnologie sofisticate hanno portato poi allo sviluppo di TopFormula+, una gamma di detergenti super concentrati che, grazie a un metodo appositamente studiato e ai sistemi di dosaggio e diluizione professionali, consentono una riduzione degli sprechi di prodotto, ma soprattutto un saving sugli imballi (rispetto ai flaconi monouso) che dispiega effetti positivi anche sulle movimentazioni logistiche per il trasporto. Effetti confermati dallo studio LCA (Life Cycle Assessment) che Allegrini ha condotto tra detergenti concentrati e pronti all’uso. Paragonando infatti tre referenze di prodotto pronto all’uso con le stesse referenze in versione concentrata, i risultati sono stati sorprendenti. Per ogni 1.000 litri di prodotto con la versione concentrata si risparmia l’86,4% di emissioni di

CO₂ rispetto al pronto uso nella referenza vetri, il 91,5% nella referenza sgrassatore e il 92,8% in quella multiuso.

Centrale è l’attenzione all’ambiente anche tra le Cosmetic Solutions con DPlanet, l’innovativa linea cosmetica (hand wash, shower gel e shampoo) realizzata senza l’utilizzo di acqua, conservanti e completamente plastic-free. Un prodotto etico, vegano e accuratamente testato sulla pelle, con oli e ingredienti vegetali avvolti in una carta riciclata e riciclabile. Anche per questo prodotto è stato condotto lo studio LCA, ed è emerso che, in termini di packaging, produzione e trasporto, il cosmetico solido impatta sull’ambiente in misura minore rispetto all’equivalente quantitativo della tradizionale versione “liquida” delle medesime referenze, con una riduzione delle emissioni di CO₂ equivalenti in atmosfera del 73% circa.

L’impegno sostenibile sul fronte del packaging ha visto recentemente Allegrini essere la prima azienda a utilizzare la carta Prima prodotta da Grafiche Paciotti, realtà del settore print & packaging con cui l’azienda bergamasca collabora da diversi anni. Prima è una carta completamente riciclata e prodotta dall’impresa di Perugia grazie a una partnership con Cartiere di Trevi, esclusivamente a partire dagli scarti di lavorazione. È riciclata al 100% e a km

zero, poiché lavorazione e distribuzione avvengono entrambe in Umbria. Per produrre 1 kg di carta Prima si crea un impatto di emissioni di CO₂ ridotto del 70% rispetto alla carta di pura cellulosa e del 40% rispetto alla carta riciclata comune, abbassando anche del 90% le emissioni dovute ai trasporti. «Abbiamo scelto di utilizzare la carta Prima a impatto zero – spiega sempre Maurizio Allegrini – per tutto il packaging secondario della linea lifestyle Hemp Care, prodotti cosmetici realizzati con olio di canapa italiana e bio, destinati al canale retail, interamente formulati, prodotti e confezionati in Italia, nello stabilimento di Grassobbio». Del resto, come aveva sottolineato al suo lancio Marco Bracalente, socio e partner di Grafiche Paciotti, «con carta Prima vogliamo proporci come esempio replicabile per tutte le aziende italiane del settore, sostenendo la crescita di una filiera corta e sostenibile. Quello che auspichiamo è anche un cambio culturale. La nostra carta, interamente prodotta da scarti, non subisce processi di sbiancamento chimico e questo la rende “imperfetta”, ma la perfezione è sostituita da un valore ambientale e morale molto più potente e che rende la scelta di Prima non solo ecologica ma anche culturale». Oltre agli effetti positivi generati dall’essere pioniera nell’uso della carta Prima, Allegrini, grazie agli acquisti di carta e stampati effettuati dal proprio principale fornitore, che aderisce al progetto “Impatto Positivo” di Regusto, ha contribuito a generare un beneficio per l’ambiente e la comunità, che si è tradotto in 8.668 pasti distribuiti; 4.334 kg di CO₂ evitata; 8.668 m³ di acqua risparmiata e 13.002 m² di suolo risparmiato. L’occhio di riguardo alla sostenibilità vede anche il pack secondario della line extension di Hemp Care (CBD Supreme) realizzato in carta ottenuta per il 50% da materiale riciclato e per l’altro 50% da fibre di canapa. Inoltre la Business Unit Cosmetica si sta adoperando per diminuire l’utilizzo di plastiche vergini in favore di quelle riciclate. Un impegno, dai prodotti agli imballaggi, a 360 gradi che ha trovato recentemente un riconoscimento con l’assegnazione della Menzione Speciale per la “Miglior definizione puntuale degli obiettivi di crescita ESG” nell’ambito del Premio “Bilanci di Sostenibilità 2023” promosso da Corriere della Sera e NeXt. E tra i vari obiettivi ESG pubblicati nel report di sostenibilità di Allegrini c’è anche quello di diventare un’azienda “paperless”: ciò significa digitalizzazione dei processi, degli archivi e di tutto il materiale di comunicazione, da cui deriva un minor utilizzo di carta e quindi un minore impatto ambientale. Da qui la scelta sostenibile di utilizzare flyer in carta riciclata riportanti un QR Code per visionare la versione digitale della presentazione del prodotto/servizio di riferimento. Infine l’immagine del brand Allegrini viene veicolata ancora sulla carta stampata, attraverso l’acquisto di spazi pubblicitari su riviste di settore o giornali nazionali, ma anche attraverso i canali digital, quali pubblicazioni online e social media.

15 PAROLA AI BRAND
La carta, prodotta interamente da scarti, è imperfetta. La perfezione è sostituita da un valore ambientale e morale molto più potente.

ETICHETTE DI LUSSO RISPETTOSE DELL’AMBIENTE DI FEDRIGONI SELF-ADHESIVES

In un’epoca in cui la responsabilità ambientale e l’economia circolare non sono più una semplice richiesta ma una necessità, le aziende che scelgono di dare priorità a questi aspetti non solo soddisfano istanze urgenti, ma raccolgono anche i frutti del loro impegno. Il Gruppo Fedrigoni è noto da tempo per i suoi continui investimenti in pratiche sostenibili, attraverso studi approfonditi e tecnologie avanzate.

La divisione Self-Adhesives ha realizzato diversi prodotti per l’etichettatura con carte riciclate premium di notevole qualità e bellezza: tale impegno verso l’eccellenza è evidente nella nuova gamma di carte riciclate autoadesive premium a brand Manter. L’azienda fa parte del Gruppo Fedrigoni dal 1993 con un’offerta completa che la pone ai vertici del settore dell’etichettatura. Grazie a materiali selezionati e finiture particolarmente raffinate, designer e stampatori di tutto il mondo sono in grado di offrire etichette che catturano per la loro bellezza, sia che si tratti di vini, liquori o cosmetici di alta gamma.

I prodotti autoadesivi sviluppati con materiale riciclato hanno caratteristiche meccaniche ed estetiche pari a quelle dei prodotti realizzati con materia prima vergine: le elevate prestazioni forniscono l’appeal estetico perfetto per applicazioni di lusso, offrendo un’esperienza visiva e tattile di sicuro effetto.

Una qualità destinata a durare Ciò che distingue queste carte riciclate è la loro capacità di mantenere la bellezza e la qualità durante tutto il ciclo di vita del prodotto. Grazie a trattamenti specializzati come le tecnologie H+Opacity™, Ultra WS e Barrier, i materiali possono far fronte ai cambiamenti di temperatura, all’umidità, all’esposizione all’acqua, mantenendo il loro aspetto originale nel tempo.

La naturale collaborazione fra le due divisioni Paper e Self-Adhesives porta a ulteriori vantaggi: dalle soluzioni esclusive, con la maggior parte dei frontali prodotti da Fedrigoni Paper, fino alla combinazione coordinata di collarini, etichette e le stesse carte per il packaging, così da realizzare presentazioni impeccabili.

La gamma di prodotti autoadesivi in carta riciclata a brand Manter offre quindi agli operatori del settore enologico la possibilità di fare scelte attente all’am-

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biente senza sacrificare il loro fascino estetico. Potendo offrire un’elevata funzionalità, adattabilità e prestazioni eccezionali, non solo l’impatto ambientale è ridotto rispetto ai materiali tradizionali, ma queste carte materiche esaltano l’artigianalità e la preziosità dei prodotti che adornano, aggiungendo un tocco di eleganza alla presentazione complessiva.

L’importanza di curare ogni dettaglio

L’attenzione ai particolari è ciò che fa la differenza: è fondamentale curare la prima impressione, che cattura l’attenzione del cliente e può distinguere un marchio dagli altri. Ecco perché anche le etichette per il collo delle bottiglie svolgono un ruolo cruciale nel valorizzare l’intero packaging, in particolare nel settore Wine & Spirit. Fedrigoni Self-Adhesives è orgogliosa di proporre la nuova gamma di materiali appositamente progettati per quest’ambito: certificati FSC™, combinano efficienza tecnologica, qualità superiore e minore impatto ambientale. Inoltre, questi prodotti sono meticolosamente stu-

diati per superare il tipico edge lifting, molto frequente quando le etichette vengono applicate su superfici dal diametro ridotto: il problema è stato risolto utilizzando una carta con la grammatura appropriata e scegliendo un adesivo adatto a essere utilizzato su superfici in vetro umide. Naturalmente tale diminuzione della quantità di polpa contribuisce ulteriormente a ridurre l’impatto ambientale.

Una realizzazione di grande effetto

Un esempio di notevole suggestione è il design della confezione realizzato per Azteca Mezcal, un liquore messicano, utilizzando materiali Manter by Fedrigoni Self-Adhesives. Per disegnare l’etichetta ci si è ispirati al calendario azteco e alla Pietra del Sole: il suo design complesso che ne rispecchia la rappresentazione è ricco di elementi di grande fascino. L’etichetta si compone di tre diverse carte stampate con i colori della bandiera messicana e con punzonatura in oro, che simboleggiano l’origine del prodotto. La ricchezza delle immagini centrali è stata otte-

nuta disegnando sulle carte Sorolla

Recycled H+O WS FSC™ e Ispira Bianco Purezza Ultra WS FSC™.

Nella parte inferiore dell’etichetta è stato realizzato un suggestivo sistema pop-up, che consente di personalizzare il nome e le informazioni sul prodotto; il fondo dell’etichetta è poi abbellito da un’incisione che raffigura i sacrifici rituali che venivano compiuti sulla pietra dalle popolazioni azteche. In questo caso è stata usata la carta Cotone Extra White, stampata a secco con debossing: anche il collarino si è avvalso dello stesso tipo di carta, dove però la stampa è avvenuta con un rilievo serigrafico.

Infine, il tappo della bottiglia riprende le forme semplificate della Pietra del Sole ed è ornato da una sontuosa finitura dorata.

La versatilità di un’ampia scelta

L’approccio “Making Progress” guida ogni azienda del gruppo Fedrigoni: i principi dell’economia circolare vengono applicati in tutti i processi produttivi, ottimizzando la gestione delle

materie prime e sperimentando materiali innovativi. Questo porta a una piena sinergia fra le diverse realtà del gruppo, specie fra le divisioni Self-Adhesives e Paper: la gamma di prodotti autoadesivi creati con materiale riciclato nasce dall’esperienza maturata su carte iconiche, come ad esempio Tintoretto, una delle più popolari di Fedrigoni. Tutte queste soluzioni sono composte al 100% da fibre riciclate e sono sviluppate per raggiungere le più elevate prestazioni tecniche.

Fedrigoni si impegna affinché ogni prodotto di lusso riceva la migliore presentazione. Questo avviene con materiali che combinano funzionalità, attenzione all’ambiente e qualità senza compromessi: consentendo ai brand di emergere e di lasciare un’impressione duratura sui clienti più esigenti.

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Design: Javier Garduño EdD / Photography: Pablo Andrés

Una nuova generazione di pet food

PACKAGING TRENDS
di ROBERTA RAGONA

Cosa comprerebbero cani e gatti se potessero scegliere? Come si comunica un prodotto che non vende ai “consumatori finali” ma a chi si occupa di loro? Quali sono le sfide tecniche e le tendenze di design nel pet food, e come cambia il packaging tra canali di vendita fisici e digitali? Ne abbiamo parlato con Giulia Di Bartolomeo di White Studio e Raffaele Russo di The Village, studi specializzati in brand e packaging design, e Roberta Polettini di Amusi, azienda di pet food made in Italy di nuova concezione.

Dieci milioni di gatti, quasi nove milioni di cani, per non parlare di pesci, uccelli, piccoli mammiferi e rettili: gli animali che vivono insieme a noi sono quasi 65 milioni secondo l’ultimo rapporto ASSALCO (Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) presentato a maggio 2023 in occasione di Zoomark, una delle più rilevanti fiere del settore. Una moltitudine di individui con necessità, preferenze, specificità e idiosincrasie per quello che riguarda il cibo. Ma a differenza di –

quasi – tutti noi, non si occupano di acquistare e preparare il cibo. Nutrire tutti questi animali è un mercato in crescita costante per volumi e fatturato: quasi il +5% tra il 2019 e il 2020, e oltre il +11% tra il 2021 e il 2022.

Ma quali sono le necessità tecniche e le modalità di comunicazione di un mercato in cui chi si occupa degli acquisti non è chi consuma il prodotto? Quali sono le specifiche della conservazione del pet food e i modelli d’acquisto?

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Funzionalità e sicurezza innanzitutto

La prima regola si potrebbe riassumere in: guida la funzionalità. Spiega Giulia Di Bartolomeo, fondatrice di White Studio: «Nell’ambito del pet food abbiamo quattro tipologie principali di packaging, in cui la divisione principale è tra umido e secco, con le rispettive necessità: in un caso di conservare l’umidità evitando la degradazione del prodotto, e nell’altro di tenere fuori l’umidità mantenendo inalterato il valore nutrizionale. Per l’umido si prediligono le lattine e le vaschette monodose, in alluminio stampato o con etichetta e packaging secondario in carta o cartone, a cui si sono aggiunte negli ultimi anni le bustine flessibili monodose con zip. Per il secco invece il packaging è pensato per poter stoccare in sicurezza grandi quantità di cibo, con sacchi da 5, 15 e 20 chili per cui vengono utilizzati principalmente film di materiale poliaccoppiato.

In entrambi i casi – prosegue Di Bartolomeo – a guidare sono le necessità tecniche: devono rispondere ai requisiti MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con gli Alimenti), c’è bisogno di una tecnologia estremamente affidabile in grado di garantire una shelf life molto lunga senza perdita di qualità del prodotto. Questo significa materiali che proteggano dai raggi UV, da cambiamenti significativi di temperatura e umidità in fase di trasporto, conservazione e vendita. Dal punto di vista delle tecnologie di stampa, invece, sono i canali di vendita a far optare per l’uso di nobilitazioni, lamine e effetti di texture. Si ragiona su come verrà percepito in mezzo ai suoi competitor.

Per un marchio il cui canale principale di contatto col consumatore è la GDO diventa necessario mettere in campo tutti gli strumenti del packaging design per fare sì che il proprio prodotto venga individuato facilmente in un settore affollato: quindi verniciature UV, contrasti lucido/ mat, film oro/argento o effetti materici che mettono in conto anche la sensazioni fisiche del packaging quando il consumatore prende in mano le diverse confezioni per compararne le caratteristiche e le qualità. Per chi invece utilizza un modello di distributore diretta o tramite i canali online, il consumatore arriva al brand già informato e non ha bisogno di individuarlo a scaffale. Questo permette di fare scelte diverse anche optando su una maggiore ricerca grafica e di comunicazione, che sia efficace senza i costi aggiuntivi delle nobilitazioni in fase di stampa».

Un’offerta personalizzata

Osservazioni confermate dall’esperienza diretta di Roberta Polettini, brand and business manager di Amusi, start-up di pet food di nuova concezione che mette la nutrizione personalizzata e il Made in Italy al centro della propria offerta: «Noi abbiamo optato per un packaging completamente riciclabile in accoppiato carta/plastica con carta con finitura antigrasso e film plastico che fa da barriera per l’ossigeno. Ci siamo appoggiati alle ricerche sulle esperienze di player esteri che portano avanti questa scelta da tempo, e che hanno i dati a conferma dell’affidabilità del materiale per la conservazione di un prodotto con

un’importante componente grassa e una shelf life che arriva sino a 18 mesi. Avendo un prodotto in abbonamento che va direttamente al consumatore abbiamo potuto lavorare diversamente, evitando il poliaccoppiato plastica/alluminio che viene smaltito in modalità diverse da comune a comune – non garantendo quindi una riciclabilità per tutti i consumatori a prescindere da dove si trovino. Parallelamente abbiamo lavorato sul packaging secondario, con box di spedizione pensate per poter resistere agli strapazzi delle spedizioni tramite corriere. Dal punto di vista visivo – prosegue Polettini – la comunicazione Amusi si stacca da un certo tipo di comunicazione pet food molto “muscolare”. Abbiamo voluto creare un senso di appartenenza a una community di persone unite da un sentire comune rispetto al rapporto coi propri animali, a partire dal lavoro di copywriting sino all’immagine coordinata, che predilige i toni caldi e gli accoppiamenti cromatici morbidi».

Trasmettere informazioni

Dal punto di vista delle informazioni al consumatore, i trend ricalcano i filoni del food, motivo per cui l’esperienza delle agenzie nel packaging del settore alimentare è una fonte di competenza e ispirazione importantissima, come conferma Raffaele Russo, co-founder di The Village: «La maggior parte dei prodotti in questo momento rientra nella definizione del fenomeno “rich in” o quello che nel settore dell’alimentazione per le persone sono gli arricchimenti coi cosiddetti “superfood”. Prodotti accomunati dalla presenza di ingredienti

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Così come nell’alimentazione umana assistiamo a un allargamento dei prodotti “free from” o “zero”, altrettanto nell’alimentazione pet: dal “senza glutine”, “senza olio di palma” “senza conservanti”, sono in crescita per chi è sensibile alle intolleranze alimentari.

funzionali o arricchiti di nutrienti fondamentali, come prebiotici, vitamine, fibre o Omega 3. Allo stesso, modo, così come nell’alimentazione umana assistiamo a un allargamento dei prodotti “free from” o “zero”, altrettanto nell’alimentazione pet: dal “senza glutine”, “senza olio di palma” “senza conservanti”, sono in crescita l’offerta al consumo per chi è sensibile alle intolleranze alimentari, o con fonti proteiche monoproteina o con minore contenuto di sale. Da una parte ragioni funzionali, dall’altra un riflesso dell’attenzione alla salute del cibo che si riverbera sull’alimentazione degli animali d’affezione».

Un’opinione confermata anche dalle rilevazioni di Osservatorio Immagino, lo studio semestrale che incrocia i dati NielsenIQ su venduto nella GDO con le rilevazioni di Immagino, il servizio web di digital brand content management di GS1 Italy Servizi, che ha digitalizzato e analizzato le immagini dei prodotti e le informazioni presenti sulle etichette permettendo l’analisi aggregata di oltre 4.700 prodotti di pet food presenti nella grande distribuzione e delle informazioni in etichetta, dalle tabella nutrizionali alla descrizione passando per certificazioni, allergeni, materiali del packaging e conferimento del packaging a fine vita del prodotto.

Il passaggio di informazioni al consumatore impatta anche sul lavoro di design, come nel caso del packaging sviluppato da Giulia Di Bartolomeo per Giramico: «L’azienda mi ha contattato per

sviluppare delle linee di prodotto che valorizzassero la propria esperienza in termini di ricerca e selezione di fornitori di materie prime di qualità. Ho dedicato particolare attenzione al sistema infografico per il packaging, in cui tenere assieme la chiarezza informativa in merito alle specificità delle singole linee con un sistema di icone che fosse coerente con l’immagine coordinata e avesse anche una sua piacevolezza estetica. I prodotti hanno bisogno di una forte differenziazione comunicativa, perché uno dei fattori trainanti nella vendita del pet food è la percezione del consumatore che il prodotto sia tarato specificatamente sulle necessità del proprio animale. Siamo partiti dalla linea principale, Health Program, e da lì abbiamo lavorato sul logo, l’immagine coordinata e tutte le linee specifiche. Essendo specializzata in fotografia food abbiamo lavorato per valorizzare la qualità delle materie prime con un design che avesse al centro delle foto di impatto e una grafica all’insegna della semplicità».

I nuovi influencer della qualità

A garantire al consumatore la qualità di quello che sta acquistando sono le figure degli esperti, come nel caso del lavoro di The Village sui marchi Alleva e Neobreeder: «Abbiamo avuto la possibilità di lavorare per quattro anni per Diusapet, azienda multinazionale del pet food, prima sul marchio Alleva, e poi sul progetto Neobreeder sotto la guida dell’Head of Marketing Paolo Santini.

Il packaging classico del pet food specialistico da negozio di animali è eredità di un’epoca della

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comunicazione in cui il pet food funzionale era quello che veniva consigliato dai veterinari, per cui anche il packaging tendeva a emulare la serietà istituzionale di un prodotto con una valenza quasi clinica. Al giorno d’oggi l’esperto di riferimento, soprattutto per i cani di razza, è l’allevatore. È lui la prima linea del processo d’acquisto, che consiglia al proprietario come alimentare in maniera bilanciata il proprio animale. Tutto il lavoro di comunicazione e di immagine coordinata fatto intorno a Neobreeder gira intorno a questo concetto: la prima linea di alimenti per cani testata e raccomandata dagli allevatori, che sono diventati anche i testimonial della campagna B2B».

Sostenibilità e fidelizzazione

Ma quali sono i trend di mercato nel prossimo futuro? Come sempre, al primo posto la maggiore sostenibilità del packaging. L’approfondimento dell’Osservatorio Immagino dimostra che l’interesse nei confronti della sostenibilità è raccontato sia dal lato dell’offerta, che propone quasi 140 prodotti con packaging biodegradabile o riciclabile, sia dal lato della domanda, che si esprime con una crescita di fatturato e volumi.

Di Bartolomeo sottolinea che anche la diversificazione dei canali sarà un veicolo di cambiamento: «Un fattore cardine è il canale di distribu-

zione, sia dal punto di vista delle aspettative del consumatore, che dal tipo di sollecitazioni a cui è sottoposto il packaging in magazzino e a scaffale. Un consumatore più attento prediligerà una filiera più breve, permettendo di utilizzare packaging più semplici da smaltire perché il tempo di permanenza e conservazione del prodotto al suo interno è differente, mentre un utente della grande distribuzione si aspetterà di trovare una gamma di prodotti dal primo prezzo al premium, che quindi dovranno avere shelf life più lunghe, più semplici da stoccare anche per lunghi periodi e spesso in quantità superiori».

Secondo Raffaele Russo per i produttori, spesso, la discriminante è il costo: «Per il secco la ricerca si sta concentrando sul monomateriale, soprattutto lavorando sull’abbattimento dei costi di produzione. Se su carta e alluminio lo smaltimento è piuttosto lineare, la vera sfida sono i sacchi. La filiera dello smaltimento dei poliaccoppiati è molto disomogenea a seconda delle zone d’Italia. In un futuro più distante il passaggio successivo sarà sicuramente il biofilm, le plastiche da fonti vegetali e le bioplastiche; oltre che packaging pensati per l’acquisto online, il riutilizzo e il refill, anche con formule in abbonamento in cui i contenitori per lo stoccaggio di lungo periodo vengono

comprati una sola volta e in seguito riforniti col prodotto spedito in un packaging di carta barrierata, che deve proteggere il prodotto per un tempo inferiore a quello della logistica a scaffale».

Un target di consumatori che nel caso di Amusi costituisce già il nucleo principale: «I nostri principali clienti sono persone tra i 35 e i 55 anni, che vivono nei centri urbani e per cui gli acquisti online sono parte del panorama di acquisto abituale. Sono informati e abituati ad acquistare anche tramite formule in abbonamento i servizi che si sposano meglio con le proprie necessità e che non sono necessariamente disponibili nei punti vendita fisici. Sono anche consumatori disposti a spendere di più se in cambio ricevono qualità e servizi. L’abbonamento è una forma di fidelizzazione che si costruisce sull’esperienza del cliente, che toglie un pensiero all’acquirente perché sa che riceverà direttamente a casa la quantità di cibo giusta per il periodo calibrata sulle necessità del proprio animale. La frontiera al momento è l’allargamento ai prodotti non food. Abbiamo notato che una volta che i consumatori sono convinti dal prodotto food sono più che disposti a estendere la stessa fiducia anche a prodotti per l’igiene e il benessere, perché si fidano del fatto che saranno realizzati con alla base gli stessi valori di fondo».

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Un consumatore attento prediligerà una filiera più breve, permettendo di utilizzare packaging semplici da smaltire perché il tempo di permanenza e conservazione del prodotto al suo interno è differente.
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LUXORO

Luxoro è partner esclusivo in Italia del Gruppo KURZ, player mondiale e punto di riferimento nella produzione di attrezzature e tecnologie per la stampa a caldo, a freddo e digitale. Attraverso le sue ispirazioni, Luxoro vuole diffondere un nuovo modo di pensare il packaging e l’immagine dei brand, soluzioni di nobilitazioni inedite e materiali di altissima qualità studiati per design unici. Che si tratti di packaging, etichette, editoria, alta sicurezza, cosmetica, automotive, elettrodomestici o moda, le proposte dedicate alla nobilitazione sono sempre all’avanguardia e sorprendenti. Grazie a rigorose politiche aziendali volte alla sostenibilità ambientale, Luxoro è da tempo una realtà a energia 100% rinnovabile e sostenitrice di progetti volti alla promozione della cultura e alla tutela della fauna e dell’ambiente sul territorio nazionale.

www.luxoro.it

La nobilitazione è sostenibile, parola di Luxoro

IL PROGETTO SLIM: UNA RIVOLUZIONE IN ATTO

L’avvento del nuovo anno è stato segnato da importanti novità per il gruppo tedesco Kurz, leader nel settore del packaging. Dopo un lungo periodo di ricerca e moltissimi test sul campo, Kurz e Luxoro hanno raggiunto un sostanziale punto di svolta nel processo di responsabilità ambientale e nello sviluppo della stampa. Una vera e propria “rivoluzione evolutiva”, una netta “evoluzione rivoluzionaria”. Visibile perché decisiva, invisibile perché sempre più sottile. Si tratta del Progetto Slim, un programma di riduzione del PET che non ha precedenti.

«Vorrei parlare di quanto i nostri prodotti di trasferimento, grazie al processo di produzione, ai materiali base e allo spessore totale, siano sempre stati all’avanguardia in un contesto di mercato in cui si prestava poca attenzione alla sostenibilità» racconta Alessandro Carnevale, Brand Ambassador di Luxoro. «Ora che il tema è diventato centrale, Kurz ha deciso di agire in modo propositivo, investendo nello sviluppo di un prodotto ancora più ecologico. I brand, sia grandi che piccoli, stanno concentrando sempre di più la loro comunicazione sull’importanza della sostenibilità, specialmente per quanto riguarda il packaging, e ciò ci riempie di fiducia. Abbiamo af-

frontato la sfida e grazie al progetto Slim l’abbiamo ampiamente superata».

Come affermato, le tecnologie Kurz si sono sempre distinte per l’eccezionale qualità di stampa, per l’efficienza di lavorazione e per l’elevato grado di riciclabilità, ma, da quest’anno, lo spessore del PET presente sui prodotti di trasferimento diventa ancora più thin e di conseguenza più green. Per la stampa a caldo, si riduce passando da 12µm a 10µm. Per la stampa a freddo, invece, si parla di KPS Slim e di un vero e proprio dimezzamento: da 12µm a 6µm. L’In-visible R-evolution del Progetto Slim raggiunge, così, un traguardo mai ottenuto prima.

Inoltre, è interessante sapere che lo spessore dell’alluminio di un effetto Kurz è, da tempo, 6000 volte inferiore rispetto a quello di un capello; dunque, i materiali decorati con prodotti Kurz sono tutti tecnicamente riciclabili. Dopo questa rivoluzione lo spessore totale del prodotto di trasferimento diventa sostanzialmente il più sottile presente sul mercato.

Per quanto riguarda il processo di transizione, per la stampa a caldo si tratterà di un passaggio graduale: tutte le qualità inerenti a questa tipologia di stampa saranno disponibili indicativamente entro la fine del

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2023. Per la stampa a freddo, invece, i prodotti sono già in via di sostituzione, sia per la stampa a foglio che per la stampa a bobina: sono stati realizzati diversi test e il risultato è stato eccezionale. Non solo in termini di resa ma anche di rispetto della natura. Grazie all’esperienza maturata con i test sulla qualità LUXOR® MSU e alle lunghe prove condotte in diverse condizioni a livello globale, oggi Kurz e Luxoro affermano con certezza i vantaggi del Progetto Slim.

J La nuova versione più sottile risulta ugualmente performante. Il Progetto Slim garantisce migliore copertura, presenta più nitidezza nei dettagli sottili e nei rilievi e arriva a ottenere un altissimo grado di definizione nei risultati di stampa.

J Il prodotto non risulta più delicato, la resistenza resta inalterata, il processo di applicazione non subisce modifiche e, di conseguenza, l’operazione di stampa non deve essere adattata alla versione più sottile.

J Ha un’ottima resa anche sui substrati più complessi.

J È in grado di operare su tutti i tipi di macchine presenti sul mercato.

J Il prodotto di trasferimento più sottile è chiaramente più leggero e comporta meno scarti di produzione, quindi meno sprechi, facilitando così il processo di smaltimento dei rifiuti aziendali.

J A parità di lunghezza il rotolo è più sottile e più leggero: ciò comporta un minore costo di trasporto.

E lo racconta anche Alessandro Carnevale: «Prima di andare sul mercato Kurz e Luxoro hanno predisposto dei test per capire se ci fosse un impatto in termini di resa industriale ed estetica e i risultati sono stati stupefacenti. La lavorazione non comporta nessuna modifica né di processo né di resa, anzi, nel caso della stampa a freddo a foglio i risultati sono persino migliori, la nobilitazione risulta ancora più brillante e precisa e la sovrastampa garantisce risultati eccezionali, per questo le possibilità di design diventano infinite. Designer e Brand Owner possono stare tranquilli: i termini di qualità dei prodotti di nobilitazione Kurz non sono assolutamente da mettere in discussione». Conclude Marco Gaviglio, Business Manager del settore

grafica: «È un cambiamento significativo e importantissimo per il mercato del packaging e della nobilitazione in generale. Un passo decisivo verso la sostenibilità. È un progetto a cui la Kurz sta lavorando da tempo e siamo davvero contenti di poter finalmente presentare un’evoluzione concreta che garantisce indiscutibili vantaggi per tutti a 360 gradi». Il progetto Slim è, a tutti gli effetti, un importante passo nella nobilitazione, per la sostenibilità e per il futuro!

Scopri di più sul sito luxoro.it, approfondisci il tema sul social @luxorokurz e contatta l’azienda per richiedere maggiori informazioni: sarà un piacere poter fare ulteriore chiarezza! #seetouchfeel!

25 PERCORSI DI SOSTENIBILITÀ NEL PROSSIMO NUMERO NON PERDETE LA PARTE IV: RECOSYS & RECOPOUND Lo strato di PET, Recosys, Recopound.

Quello del retail tradizionale, con punti vendita fisici, è uno mondo complesso e in evoluzione. Certo non è cambiato nella sostanza, come invece si paventava nei primi mesi del lockdown del 2020 in cui si sono immaginati molti futuri alternativi, ma Confesercenti stima che nel decennio tra il 2012 e il 2022 in Italia abbiano chiuso oltre 100.000 attività di commercio al dettaglio, e le cause sono da ricercarsi nei tagli alla spesa attuati dai consumatori –e quindi una difficoltà economica generalizzata –e nell’incremento degli acquisti online, cui si aggiunge una “gentrificazione” che porta allo spopolamento dei centri urbani a favore di turisti e fasce più abbienti. La crisi del commercio di prossimità, tuttavia, è un fenomeno internazionale che fa parlare di “Retail Apocalypse”: gli analisti di Wall Street prevedono che entro la fine del 2027 chiuderanno circa 50.000 negozi negli Stati Uniti e che le chiusure saranno direttamente proporzionali alla crescita dell’e-commerce, che passerà –si stima –dall’attuale 20% al 27% entro il 2027. Apocalisse o no, è evidente da anni quanto sia necessario ripensare i modelli classici di distribuzione, puntando su strategie capaci di integrare fisico e digitale e offrire un’esperienza in negozio coinvolgente, confortevole e accessibile. Tra chi fa esperimenti di inte -

Le applicazioni di stampa mantengono un ruolo centrale nell’allestimento in-store, e si evolvono insieme alle esigenze dei brand e alle sfide di nuovi modelli di vendita. Tutto tende alla conquista di un delicato equilibrio tra qualità, soluzioni ecosostenibili e limiti di spesa, come ci racconta una recente ricerca condotta da FESPA Italia tra gli operatori della stampa specialistica e di grande formato.

Photo: Messe Düsseldorf/ctillmann di
MICHELA PIBIRI
Stampa e retail Le applicazioni, i materiali, le tecniche

monomarca: è proprio qui che i fornitori hanno la possibilità di declinare l’identità del brand in diverse applicazioni. Per i clienti di questi e altri settori vengono realizzati in prevalenza PoP come booth, corner, espositori autoportanti ed espositori da banco (per quasi il 60% delle aziende intervistate), sfondi e quinte per vetrine scenografiche a fondo chiuso o semichiuso, pannelli decorativi rigidi e retroilluminati, vetrofanie. Molta importanza hanno anche le carte da parati, la segnaletica orizzontale e verticale e gli arredi personalizzati all’interno dei punti vendita. Le diverse applicazioni di stampa hanno un ciclo di vita medio che oscilla tra i tre e i nove mesi prima di essere sostituite con nuovi elementi. Supporti e tecniche di stampa più utilizzati La ricerca rivela che nell’allestimento di vetrine il supporto di stampa più utilizzato (19%) è il tessuto sintetico per il soft signage, seguito a pari merito (10%) da tessuti naturali e cartone ondulato. Per quanto riguarda gli arredi, cartone ondulato e fo -

fornitori italiani di stampa del mondo retail, associati e non, per delineare il presente e le prospettive degli allestimenti in-store. Dalle vetrine scenografiche, primo punto di contatto e porta di accesso all’esperienza del cliente, alla segnaletica, dai PoP all’in -

terior decoration, la ricerca mette in luce le caratteristiche delle applicazioni attualmente più in uso, le principali scelte in fatto di supporti e tecniche di stampa e le richieste dei brand specializzati in diversi settori merceologici e con diversi modelli di distribuzione, dal negozio monomarca alla GDO. Di grande importanza anche i dati sulla sostenibilità, dai costi di produzione alle buone prassi, e l’importanza di servizi di stampa flessibili e ad alto tasso di personalizzazione. I settori e le applicazioni Arredamento e design, food, moda (sia alto di gamma che fast-fashion) e profumeria e cosmetica sono i settori che più rappresentano, in media, i clienti delle aziende di stampa coinvolte nella ricerca, con un modello di distribuzione prevalentemente

grazione col metaverso come Benetton e chi, come Carrefour, riserva delle “quiet hour” alle persone autistiche (e neurodivergenti in genere) riducendo al massimo l’intensità degli stimoli sensoriali dei negozi, l’ascolto e il soddisfacimento di esigenze diverse è la chiave per tenere vicino a sé il maggior numero di persone nel momento dell’acquisto.

Cosa si stampa, e come si stampa, per l’allestimento dei negozi: i dati FESPA Italia È impossibile tracciare uno scenario esaustivo e omogeneo per quanto concerne il ruolo della stampa nel retail contemporaneo, perché ogni punto vendita è un ambiente complesso che richiede diverse tipologie di applicazioni che sempre più spesso convivono con forme di comunicazione visiva dinamica. Per fare luce però sulle applicazioni attualmente più in uso e sulle richieste dei brand, FESPA Italia, associazione che riunisce cinquanta attori della filiera della stampa specialistica e di grande formato, ha condotto tra aprile e maggio 2023 una ricerca tra i

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Photo: Messe Düsseldorf/ctillmann

Glossario Minimo

Applicazioni

PoP

Con Point of Purchase si intende la collocazione strategica dei prodotti all’interno di un punto vendita, che si serve di espositori da terra o da banco o altre tipologie di struttura (booth, corner) personalizzati per mettere in evidenza marche, prodotti o promozioni.

Pop-up store

È un negozio temporaneo che letteralmente “salta fuori” dal nulla creando un evento inatteso, giocando sull’elemento esperienziale e sulla durata limitata (in media si va dai tre giorni ai tre mesi). Se di piccole dimensioni è spesso collocato all’interno di stazioni, aeroporti, centri commerciali.

Retroilluminato

Anche detto backlit, nella visual communication è uno stampato su tessuto, montato su una cornice dotata di led ad alta efficienza energetica, che illumina dal retro e fa risaltare la grafica dello stampato soprattutto in ambienti scarsamente illuminati.

Vetrina scenografica

È un tipo di allestimento di visual merchandising che prevede l’utilizzo di elementi grafici stampati in grande formato su diversi supporti, a formare delle quinte che ambientano l’esposizione dei prodotti.

Vetrofania

Anche detti adesivi per vetrine, le vetrofanie sono materiali autoadesivi che vengono stampati e applicati su superfici vetrate.

Supporti di stampa

Blueback

È una speciale carta per la stampa grafica che presenta un retro di colore blu. L’accorgimento è molto utile nell’applicazione di manifesti sovrapposti ad altri, perché evita che il manifesto sottostante si veda in trasparenza.

Foam board

Supporto di stampa composto da una schiuma di polistirene rivestita di cartoncino o cartone bianco, che rappresenta la superficie stampabile. È rigido, estremamente leggero e resistente e adatto alla creazione di pannelli e materiale espositivo.

Forex

Supporto di stampa composto da PVC espanso, leggero e resistente che si può sagomare nelle forme più svariate per creare pannelli e materiale espositivo. È impermeabile e quindi utilizzabile anche in esterni.

Tessuto di poliestere

È una fibra sintetica polimerica largamente utilizzata per il soft signage: striscioni e banner, bandiere, rivestimenti edili, i cosiddetti backlit o retroilluminati, ombrelloni, gonfiabili, gazebo.

Inchiostri

Ad acqua

Anche detti water based, sono inchiostri che utilizzano l’acqua come principale solvente. Garantiscono grande brillantezza e definizione delle immagini anche su supporti di difficile aderenza.

Latex

Gli inchiostri HP Latex sono composti da acqua, pigmenti e particelle di lattice. Una volta attivato lo strato di lattice, i pigmenti producono sul materiale un’immagine estremamente resistente e le stampe sono pronte all’uso.

Serigrafico

I principali inchiostri utilizzati in serigrafia sono derivati dalla plastica – come quello più comunemente utilizzato nella stampa direct-to-garment – quelli a base d’acqua e

quelli a base solvente. I componenti base di un inchiostro serigrafico sono il legante, la carica, il pigmento, il solvente e gli additivi.

Solvent ed ecosolvent

Contengono solventi oleosi, oltre a pigmenti e resina, che fungono da vettore per mantenere inchiostro e resina allo stato liquido fino all’applicazione per poi evaporare. Possono essere utilizzati per la stampa diretta su plastica, vinile e altri materiali non assorbenti e sono molto resistenti agli agenti atmosferici, i graffi e le radiazioni ultraviolette. Gli inchiostri ecosolvent (o morbido) producono meno fumi durante l’asciugatura e sostanze organiche.

Sublimatico

Gli inchiostri a sublimazione si legano chimicamente al poliestere: mediante l’applicazione di calore e pressione esercitata da una calandra o termopressa passando dallo stato solido a quello gassoso per poi tornare allo stato solido sul tessuto. La stampa sublimatica può essere diretta o indiretta con carta transfer.

UV

Sono inchiostri sviluppati per iniziare la polimerizzazione con la luce ultravioletta (UV tradizionale, con lampade ai vapori di mercurio, e UV LED) e non con il calore, e possono quindi essere applicati anche su diverse tipologie di materiali, anche termosensibili.

UV gel

Ideati da Canon, sono inchiostri reagenti alla luce ultravioletta per solidificarsi. Hanno consistenza di gel una volta applicati su supporto, che permette di arginare la dilatazione tipica delle gocce liquide, prima della solidificazione.

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Qui puoi vedere e ascoltare la presentazione completa della ricerca FESPA Italia

ondulato proveniente da macero. Inoltre, il 29% dei clienti degli intervistati si preoccupa attivamente del fine vita degli stampati e lo gestisce in maniera sostenibile; il 43% delle aziende che compiono scelte sostenibili sulla fornitura di stampati lo comunica al pubblico; infine, il 38% degli stampatori intervistati, allo stato attuale, offre ai clienti un servizio di ritiro e smaltimento o avvio al riciclo dei materiali stampati che hanno fornito, ma si tratta di una percentuale destinata a crescere: diverse aziende, infatti, hanno dichiarato di avere intenzione di attivare il servizio. Il futuro del retail è di cartone? La sostenibilità nel retail è anche principale trend emerso nel corso dell’edizione 2023 di Euroshop, la principale fiera internazionale di riferimento per il retail che si tiene a Düsseldorf con cadenza triennale. I prodotti presentati hanno mostrato una predilezione per materiali di origine naturale, tra cui il legno, mentre l’utilizzo estensivo di pannelli di cartone a nido d’ape ha

esigenze di differenziazione dei punti vendita in base alla collocazione geografica (28%) e per il lancio di capsule collection o limited edition (24%). Inoltre, consente di stampare just-in-time

senza costi di avviamento e di produrre esattamente quel che serve quando serve, senza eccedenze e scorte di magazzino, con un notevole risparmio economico e ambientale.

A proposito di sostenibilità: aspettative e realtà

L’ultimo aspetto su cui si concentra la ricerca sono le inten -

zioni e le effettive azioni dei brand in merito alla sostenibilità: emerge che se il 78% dei clienti richiede agli stampatori solu -

rex si contendono a pari merito il primato rappresentando insieme il 40% dei supporti. Il wallpaper è realizzato in prevalenza (37%) su carta, con applicazioni anche su PVC e tessuti sintetici (16% ciascuna voce). Il materiale più utilizzato per i PoP è il cartone ondulato (25%) con una buona rappresentanza anche di forex (21%), cartone teso e foam board. Quest’ultimo materiale, infine, è il più rappresentativo (25%) della categoria dei pannelli decorativi. Tra le possibili tecnologie di stampa il digitale inkjet rappresenta il 70% del totale, con un utilizzo prevalente di inchiostri UV (41%) per via della versatilità su diversi tipi di supporto, l’eccellente qualità di stampa e l’asciugatura istanta -

zioni ecosostenibili, di questi richiedenti solo il 24%, una volta ricevuto il preventivo, è disposto a spendere di più per averle.

Questo perché il costo rispetto alle soluzioni “tradizionali” in fatto di supporti e stampa aumenta in media del 21,5%, con una forbice che varia tra lo 0 e il 50% a seconda dell’applicazione. L’unico converter e stampatore intervistato che non rileva oscillazioni di prezzo produce e stampa esclusivamente cartone

nea che permette di evadere in tempi rapidissimi le commesse. Molto ben rappresentata anche la stampa Latex, proprietaria di HP (22%) e la stampa sublimatica (14%). La netta prevalenza della stampa digitale rende l’offerta degli stampatori intervistati estremamente flessibile sia per tirature sia per quanto concerne le necessità di personalizzazione degli stampati, che i clienti richiedono soprattutto per offerte stagionali (67%), ma anche per

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In alto: photo Messe Düsseldorf/ctillmann. In basso a sinistra: pop-up store Havaianas. licenza Creative Commons. In basso a destra: progetto per Microsoft e Liberty London presentato ai FESPA Awards 2023.

ne verso i prodotti sostenibili e la disponibilità a pagare di più per averli. E a proposito delle ecolabel così richieste dai consumatori, nel mondo ne esistono ben 456 diverse, afferenti a 25 settori industriali in 199 Paesi. I fornitori, infine, si stanno concentrando su questi tre aspetti: design sostenibile, e quindi una progettazione che tenga in considerazione il fine-vita del prodotto, che si tratti di riciclo o di riutilizzo; riduzione delle emissioni di CO2; trasparenza sui materiali, sugli inchiostri utilizzati, sui metodi di produzione e sul riciclo a fine vita degli stampati. Attraverso una serie di case history relative a PoP e allestimenti –da GreenPea a Torino a Benetton a Firenze, fino a Nike, Ikea e Decathlon su scala internazionale –Lister ha poi evidenziato come le richieste del retail contemporaneo rappresentino una grande opportunità per il mondo della stampa, chiamato a collaborare per progettare e offrire soluzioni in equilibrio tra qualità, sostenibilità e costi.

evento dedicato proprio alla stampa del corrugated organizzato da HP a Tel Aviv. Lister ha messo in luce i presupposti storici della ricerca di sostenibilità e il cambio di passo delle aziende, che stanno evolvendo dalla CSR –Corporate Social Responsibiliy –all’ESG –Environmental, Social e Governance, ossia da una forma di autoregolamentazione che si pone obiettivi sociali di natura filantropica ed eticamente orientati a una valutazione della coscienza collettiva dell’azienda rispetto ai fattori sociali e ambientali. Lister ha anche sintetizzato i trend che nel 2023 orientano le azioni di tre attori del mondo retail: brand e rivenditori, consumatori e fornitori di materiali stampati. Tra i brand e i rivenditori spicca una grande attenzione verso i materiali, tra la demonizzazione di alcuni e la glorificazione di altri; grande attenzione al fine vita dei prodotti stampati e alla loro riciclabilità o riutilizzo; grande impegno nello sviluppo di linee guida per la sostenibilità nel design, nei materiali e nella produzione. Dal lato dei consumatori, invece, cresce la richiesta di etichette ambientali che diano garanzie; è sempre meno tollerato –e più facile da smascherare –il greenwashing; si conferma l’attenzio -

evidenziando come la linea di demarcazione tra espositori e arredi temporanei e semipermanenti vada assottigliandosi grazie

a una maggiore resistenza e durabilità. Si conferma, insomma, che il cartone è attualmente tra i supporti più utilizzati e in sicura crescita nelle diverse applicazioni: il merito va sia a metodi innovativi di ingegnerizzazione strutturale del materiale, sia a possibilità espressive impensabili prima che fosse tecnicamente possibile stamparlo in digitale. Il futuro del retail pare essere di cartone, dunque, ma non solo: c’è un grande impegno a livello internazionale per sviluppare supporti di nuova generazione provenienti da fibre alternative e dal riciclo di materiali, anche plastici: la plastica può infatti presentarsi in molte forme, riciclata, riciclabile, bio e progettata in ottica circolare.

Il contributo dell’industria della stampa all’evoluzione del retail

Un approfondimento sulla sostenibilità nel retail è stato presentato nel marzo scorso da Steve Lister, Sustainability Director –Global Brands & Retailers di HH Global nel corso di un

Photo: Messe Düsseldorf/ctillmann

PIÙ CARTA "KRAFT" PER UNA MISSIONE ECOLOGICA

Con IPACK™, la gamma di carte kraft da imballaggio, MM Group offre una grande varietà di possibili utilizzi e allo stesso tempo fa del suo meglio per proteggere l’ambiente.

I consumatori si sono espressi: sono sempre più numerosi quelli che sentono la necessità di uno stile di vita più sostenibile e adeguano il loro comportamento di conseguenza. Il che ha delle implicazioni in termini di scelta del prodotto: i clienti prestano maggiore attenzione non solo a ciò che stanno acquistando, ma anche a come il prodotto viene confezionato. Le soluzioni di imballaggio più sostenibili riscuotono un alto gradimento, rendendo le carte kraft da imballaggio di MM più importanti che mai.

Biodegradabile e riciclabile

Anni di attività di ricerca e sviluppo sono stati dedicati a garantire una qualità costante della gamma di prodotti IPACK™: carta kraft completamente biodegradabile, progettata per proteggere e promuovere i beni di

consumo di uso quotidiano. Disponibile sia in bianco sia in marrone, questa carta rifinita a macchina (MF) è prodotta nello stabilimento MM Kwidzyn in Polonia con il 100% di fibra vergine. Aiutare a proteggere l’ambiente è fondamentale in ogni fase della produzione, a cominciare dalla materia prima ottenuta da foreste gestite in modo sostenibile, come evidenziato dai certificati FSC® (FSC-C007894) e PEFC (PEFC/32-31-049). Fino alla fine del suo percorso, la carta kraft IPACK™ rimane fedele alla propria missione ecologica: grazie agli elevati standard di riciclabilità, è la scelta giusta per i consumatori attenti all’ambiente e responsabili.

Idonea al contatto diretto con gli alimenti

IPACK™ è una buona opzione per molte esigenze in vari settori di imballaggio

flessibile. La sua notevole resistenza e l’elevata flessibilità garantiscono un’ottima stampabilità e una perfetta macchinabilità durante complessi processi di produzione di materiali da imballaggio. Soprattutto per il settore della panetteria e pasticceria la carta kraft IPACK™ potrà offrire i parametri ideali per vari usi. Si possono realizzare anche imballaggi più complessi e flessibili: la carta kraft IPACK™ è disponibile in un’ampia gamma di grammature e può essere utilizzata come ottima base per aggiungere barriere e rivestimenti termosaldabili che ne consentono l’utilizzo per usi finali complessi che richiedono un’elevata protezione degli alimenti da vapore acqueo, ossigeno, aromi, oli minerali o grassi.

Per gli standard igienici più esigenti, la gamma di prodotti IPACK™ offre una

variante idonea per la siliconatura in ambito autoadesivo, con il nome di IPACK™ ULTRA. Il prodotto viene utilizzato principalmente come carta base per la spalmatura di silicone, per la paraffinatura e ceratura. Ora, due anni dopo il lancio del prodotto in edizione limitata, IPACK™ ULTRA è disponibile per tutti i clienti.

Siete interessati alla gamma di carte kraft da imballaggio? Potete scrivere all’indirizzo: IPACK@mm.group o visitare il sito www.ipackpaper.com

31 GRANDANGOLO

Mario Coppola e Antonella Coppola

CEO E MARKETING MANAGER DI SO.VE.MEC.

Antonella Coppola è specializza in Marketing e Business internazionale. Dopo aver lavorato come Assistant Brand Manager Marketing in un’azienda di import e posizionamento di prodotti italiani in Cina, nel 2019 torna in Italia e crea l’ufficio Marketing all’interno dell’azienda di famiglia, occupandosi sia di vendite sia promuovendo il profilo aziendale in eventi, fiere e contest.

Mario Coppola si è specializzato in Economia e commercio, lavorando fin da piccolo nell’azienda di famiglia in concomitanza con gli studi. Ha imparato l’arte della stampa acquisendo sempre di più le abilità da stampatore che gli consentiranno di investire sempre di più nelle nuove tecnologie per ampliare la produzione aziendale.

Il multilivello nell'etichetta

So.ve.mec.

La So.ve.mec. nasce da un’idea di Antonio Coppola a Nola (NA) nel lontano 1984 come azienda per modulistica varia e successivamente si apre anche al settore delle etichette adesive. Negli anni a seguire, grazie all’ingresso in società delle nuove generazioni, si specializza con stampe a caldo, rilievo a secco, serigrafia tattile e oro tridimensionale. Infine, in risposta alle esigenze del settore del beverage, la So.ve.mec. decide di avviare anche un reparto produttivo dedicato al packaging, offrendo ai suoi clienti capsule per bottiglie di vino, olio, liquori etc.

La So.ve.mec anche quest’anno ha partecipato a Packaging Première, la fiera del packaging di lusso tenutasi a Fieramilanocity, esponendo le etichette più innovative nel campo della stampa, diventate ormai veri e propri trend nel settore del packaging. Ciò che ha destato più curiosità e attenzione è stata soprattutto la tridimensionalità dell’etichetta, che invoglia il consumatore a toccare e percepire ogni dettaglio che comunica il design. Il multilivello è un effetto che dona tridimensionalità all’etichetta e, come suggerisce la parola, crea diversi livelli di rilievo su carta. Si può ottenere in diversi modi: con la vernice UV a rilievo, con la lamina colata oppure con un rilievo a secco, quindi creando il rilievo non attraverso l’applicazione di una vernice ma con la goffratura della carta.

Vernice UV a rilievo

Con vernice UV a rilievo si intende una vernice, trasparente o no, che applicata direttamente sull’etichetta dona un effetto spessorato. La vernice a rilievo conferisce maggiore

prestigio ed eleganza a loghi e scritte grazie allo spessore percepibile anche al tatto; può essere opaca o lucida, sabbiata o glitterata. L’etichetta “Anima Etnea” del cliente Feudo Maccari, progettata dai designer di Nju:design, ha voluto ricreare la texture della parete rocciosa del vulcano dell’Etna. La “A” è stata resa con una vernice a spessore contenente piccoli granelli che conferiscono il particolare effetto “roccioso”. Grazie alla preziosità e allo spessore di questa verniciatura vengono messi in rilievo, e dunque in evidenza, i dettagli significativi dello stampato grazie a un sistema digitale che riveste tridimensionalmente la superficie con inchiostro UV trasparente.

Lamina colata

Unendo la serigrafia UV spessorata con la stampa a caldo si ottiene l’effetto “oro colato”, una lamina che, a differenza della sola tecnica a caldo, risulta in rilievo. L’applicazione consiste in una resina su cui viene poi attaccata una lamina metallizzata. Con l’aiuto di questa particolare tecnica si può creare un effetto molto

32 PERCORSI DI LABELING
PERCORSI
DI LABELING

simile a quello della colatura di metallo fuso; il risultato che ne deriva è di altissima precisione e lucentezza.

Grazie alle nostre tecnologie in digitale il multilivello creato dalle vernici spessorate è diventato sempre più personalizzabile: prima l’altezza massima del rilievo delle vernici era 250 micron, mentre i nostri macchinari possono raggiungere uno spessore di circa 950 micron riuscendo così a ricreare un grafismo che quasi si stacca dall’etichetta. Esempio lampante di questa applicazione è l’etichetta “Marcianus” di Petra Marzia realizzata dal designer Ciro Manzo. Su un fondo stampato con diverse sfumature è stato ricreato l’effetto della pelle di serpente, realizzando le squame con una vernice lucida a spessore sul fondo vellutato, mentre il serpente che si attorciglia alla bottiglia è realizzato in oro colato lucido a registro. Il serpente ha uno spessore talmente alto che sembra un elemento di metallo aggiunto successivamente sull’etichetta.

Rilievo a secco

Il rilievo a sbalzo, detto anche rilievo a secco, non è altro che la stampa a rilievo con l’utilizzo di un cliché, che crea l’effetto embossing e debossing. Il risultato è particolarmente elegante e raffinato, oltre che sensibilmente percepibile al tatto e alla vista. Si ottiene con l’utilizzo di una matrice premuta sul retro o sul fronte della carta su una contromatrice, modellando così la carta a seconda del grafismo impresso sulla matrice. È l’unica lavorazione esistente a non utilizzare vernici, inchiostri o colori, ma è il rimodellamento della carta stessa che nobilita l’etichetta, e per questo è considerata una scelta più green rispetto all’uso degli inchiostri.

Il multilivello può essere reso anche con l’unione di diverse tecniche, come nel caso dell’etichetta “Machiarano” dell’azienda Effe Company. Al centro dell’etichetta è stata ricreata la pennellata grazie a una stampa combinata di lamina lucida e rilievo a secco.

33 PERCORSI DI LABELING
DEFINING EXCELLENCE
SE GU ITECI T U TT O L’A NNO SU OSC A RD EL LASTAMPA.IT CON I FILM ATI DELLE P REMI A ZIONI 2022 E LE VO TA ZIO N I 2023 G LI OSCAR DELL A S TAMPA VI DANNO APP UNTAME NTO A L 2023
IN PRINTING

HOW IT'S MADE COME FARE PDF PRONTI PER LA STAMPA

Ecco le cose, poche ma necessarie, da sapere per trasformare un bel progetto in un bello stampato, senza che la prestampa debba sostituirsi al lavoro del designer quando si consegna l’esecutivo allo stampatore.

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È ormai diventata prassi consolidata che la prestampa intervenga per correggere gli errori negli esecutivi come abbondanze mancanti, basse risoluzioni, mancanza di profili, colori non previsti, font non stampabili, testi neri a 4 colori. Ma la prestampa dovrebbe operare per la stampa: normalizzare i pdf, fare le ciano e dopo il visto si stampi, avviare il lavoro in stampa. Un tempo, tra la fase artistica e quella produttiva, c’era la fotolito che consolidava gli impaginati e realizzava esecutivi corretti per la stampa, poi i software sempre più accessibili, i processi digitalizzati e il taglio dei costi hanno accorciato la filiera, internalizzando una serie di lavorazioni con l’illusione che tutti possono fare tutto, anche senza una conoscenza tecnica adeguata. E così gli stampatori sono finiti a fare di necessità virtù, preferendo intervenire piuttosto che rimandare al cliente il lavoro con il rischio di dover spiegare qual è il problema e magari come risolverlo.

Eppure le cose a cui fare attenzione non sono poi così tante e nemmeno così difficili, ma sono cruciali per trasformare un bel progetto in un bello stampato. Programmi come InDesign o Acrobat, per citare i più usati, hanno da tempo strumenti di preflight, ovvero di controllo degli errori presenti negli impaginati e nei pdf. Questi controlli sono un aiuto indispensabile, ma da soli non bastano: fanno sì verifiche formali in base a norme predefinite, ma non conoscono il contesto. Allora quello che occorre è una corretta progettazione a monte e un attento controllo consapevole a valle. Ecco una checklist ragionata che riassume i problemi più comuni che è indispensabile conoscere, utile prima di consegnare i pdf allo stampatore. La regola sempre valida è: quando avete un dubbio, ragionate non da grafico ma da stampatore, o meglio, parlateci.

Organizzazione del lavoro

Spesso gli elementi di un progetto grafico arrivano in momenti diversi e non sono subito definitivi, così si finisce per partire a impaginare senza aver dato una corretta organizzazione al lavoro, con le immagini e i font sparsi per il computer o, peggio, nelle cartelle condivise con il gruppo di lavoro. Per un errore o una svista, qualche file può essere modificato o eliminato e al momento di fare i pdf ci si trova con immagini o font mancanti. Appena consolidato il progetto salvatelo con il comando Pacchetto che crea una cartella in cui InDesign raccoglie il file InDesign con estensione .indd, quello con estensione .idml (che può essere aperto con versioni precedenti del programma), il file pdf del lavoro, la cartella contenente tutti i font utilizzati nel documento e quella contenente tutte le immagini e gli altri collegamenti esterni. Ora, ogni volta che si aggiungeranno elementi basterà inserirli in questa struttura o modificare quelli già presenti. Quando si faranno i pdf stampa tutti i componenti saranno a disposizione e basterà rifare il pacchetto per avere anche l’archivio dei file nativi dell’esecutivo.

36 HOW IT'S MADE

Formato pagina

Se si inizia a impaginare un documento da zero, la prima cosa che InDesign chiede è la dimensione delle pagine; una volta stabilita, queste saranno tutte uguali, anche qualora se ne aggiungessero delle altre, a meno che non si intervenga puntualmente sulla dimensione di ciascuna. Di per sé avere pagine di dimensioni differenti nello stesso impaginato non è un errore, lo diventa se lo stampato doveva avere pagine tutte uguali.

Pensiamo alla copertina con alette di una brossura: il modo corretto di impostare il documento è creare 5 pagine affiancate e impostare per ciascuna le misure di aletta sinistra, IV di copertina, dorso, I di copertina e aletta destra. Facendo il pdf a documenti distesi, avremo la copertina stesa e i suoi segni di piega e di taglio. Lo stesso se dovessimo impaginare un 8vo a battente. Ma se impaginiamo un libro o un catalogo le pagine dovranno essere tutte uguali. Lo stampatore in fase di imposition crea un documento che ha le dimensioni del formato chiuso dello stampato e in esse centra ciascuna pagina del

pdf fornito. Se le pagine sono diverse, quelle più piccole potrebbero mostrare i crocini. Attenzione soprattutto se realizzate stampati editoriali in cui i materiali arrivano da diverse fonti (ad esempio pagine pubblicitarie inserite in una rivista) o assemblate in Acrobat un documento usando pagine che provengono da pdf diversi: abilitate le preferenze Mostra sempre dimensione pagina documento e Visualizza ArtBox, TrimBox e BleedBox, così da avere sempre evidenza della geometria della pagina. Inoltre, con il comando Imposta riquadri di delimitazione pagina sotto Controlli margine avrete le dimensioni esatte della pagina.

MediaBox, TrimBox e BleedBox

Identificano le diverse aree della pagina: il MediaBox rappresenta le dimensioni del supporto e contiene tutti gli altri box; il TrimBox rappresenta l’area di rifilo e definisce il formato del lavoro finito refilato oltre il quale c’è il BleedBox, ovvero l’area delle abbondanze, che dovrebbe essere di almeno 3 mm. Sono queste le aree minime che ogni pdf deve avere per andare in stam-

pa. In particolare, le aree di refilo e di abbondanza sono indispensabili per le operazioni di ripping e imposition che si basano proprio su di esse. Settando correttamente le impostazioni di creazione del pdf e facendo smarginare tutti gli elementi grafici oltre il taglio avrete in automatico le tre aree definite e le abbondanze necessarie.

Esistono anche il CropBox (o box di ritaglio) che in genere coincide col Media box e corrisponde all’area visualizzata in Acrobat, e l’ArtBox, che individua l’area della pagina interna al Trim entro la quale tenere gli elementi che non vanno al vivo (almeno 5 mm) ed è anche l’area usata quando il pdf verrà importato in un altro software.

Pagine singole

A meno di copertine, flyer o altri impaginati particolari per i quali lo stampatore lo richieda esplicitamente, non fornite mai pdf di documenti distesi: si può impaginare tranquillamente a pagine affiancate, ma al momento di realizzare il pdf l’opzione Pagine affiancate deve essere deselezionata e i pdf devono essere a pagina singola.

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+ + + Avere pagine di dimensioni differenti nello stesso impaginato non è un errore, lo diventa se lo stampato doveva avere pagine tutte uguali.

Sequenza delle pagine

Già l’impaginazione ha le sue complessità e variabili, perché complicarsi l’esistenza alterando la sequenza delle pagine cercando di metterle in caduta macchina? È quanto di peggio si possa fare. Anche se si deve stampare un semplicissimo 16mo a punto metallico, lasciate fare allo stampatore. È suo il compito di decidere come impostare la piega e di conseguenza la segnatura. Limitatevi a inserire il numero sulla pagina, se previsto dal progetto grafico, e a numerare correttamente le pagine con il comando Opzioni numerazione e sezione che consente di impostare i numeri di pagina e sezione (per esempio le romane per gli apparati e le arabe per il testo): in questo modo il pdf rispecchierà la numerazione corretta e indicherà allo stampatore la sequenza, i numeri di pagina e il numero della pagina all’interno di ciascuna sezione.

Abbondanze

Anche se state impaginando un libro di testo nero a correre senza elementi che vanno in taglio, il pdf non deve mai essere fornito al vivo, deve avere Trim e BleedBox e deve avere Tutti i segni di stampa: segni di taglio, crocini di registro e informazioni pagina. E deve essere definita l’area di pagina al vivo (BleedBox) e l’area delle indicazioni. In InDesign questi settaggi sono nella tab Indicatori pagina al vivo. In particolare le misure di pagina al vivo dipendono da come si

è impostato il documento al momento della creazione. Già in quella fase è necessario impostare le Misure di pagina al vivo (3 o 5 mm per lato), cioè di quanti millimetri sarà l’area delle abbondanze e a quale distanza dal Trim saranno posti i segni di stampa, e l’Area indicazioni. In questo modo basterà abilitare Usa impostazioni pagina al vivo del documento, senza preoccuparsi di altro. Impostando subito le misure di pagina al vivo, il documento apparirà con un bordo esterno utile per sapere fin dove estendere immagini e grafismi. Attenzione solo a non confondere queste misure con i Margini, che invece definiscono un’area interna alla pagina entro la quale stare per evitare di posizionare grafismi troppo vicino al bordo pagina (per esempio i numeri di pagina di un punto metallico con tante pagine).

Se gli fornite un documento al vivo senza abbondanze, lo stampatore centrerà il pdf nel formato: se non ci sono elementi al vivo potrebbe non essere un problema, ma con elementi al vivo non ci saranno abbondanze e, per quanto sia preciso il taglio e bravo il legatore, è impensabile tagliare perfettamente dove finisce il colore, quindi si vedrà una sgradevole linea bianca tra la fine del colore e la fine della carta.

Crocini

Una pagina senza indicatori equivale a una pagina al vivo per lo stampatore, che si chiederà se deve stare al file o

alle misure che gli avete passato con la descrizione del lavoro. Ci sono sedicenti grafici che hanno la cattiva abitudine di creare un documento (MediaBox) in formato A4 e centrare in esso la pagina nel formato da refilare, poi esportano il pdf senza i crocini: spesso si tratta di documenti di solo testo che per inesperienza vengono “impaginarti” in Word senza definire il formato pagina corretto e senza poter inserire i crocini. Ora, al di là dell’inopportunità di usare un word processor per impaginare e creare dei pdf stampa, cosa per altro indirettamente consentita dal fatto che il testo resta vettoriale e quindi stampabile, basterebbe, una volta creato il pdf, modificare le dimensioni pagina in Acrobat (Verifica Preliminare/ Azioni/Pagine/Crea area pagina al vivo) e aggiungere i crocini da Aggiungi indicatori ritaglio e pagina al vivo.

Formato e foliazione

Quando si progetta uno stampato andrebbe considerata non solo la sua macchinabilità, ma anche la sua ottimizzazione. Il formato quadrato ad esempio è molto bello, ma ha uno spreco di carta molto alto e vincola parecchio anche la confezione. Allo stesso modo considerate anche il numero delle pagine: teoricamente basta che sia multiplo di 4, ma in realtà dipende dalle segnature. Se per un libro potrebbe non essere un problema avere qualche pagina bianca in fondo per arrivare

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+ + + I margini definiscono un’area interna alla pagina entro la quale stare per evitare di posizionare grafismi troppo vicino al bordo pagina.

a quadratura, per quasi tutti gli altri stampati non è così. Spesso avere una spaccatura di segnatura può incidere sui costi. Ragionate quindi in funzione di 8vi e 16mi ovvero di segnature ottimali e confrontatevi con lo stampatore.

Documento con immagini in bassa risoluzione

Mentre le immagini vettoriali possono essere ingrandite all’infinito senza subire perdite di qualità e definizione, per le immagini raster la risoluzione (e non la definizione, come si trova in tanti tutorial) è determinante per la qualità di stampa. La risoluzione di un’immagine impaginata, ovvero dimensionata per la pagina, in genere deve essere compresa tra i 240 e i 300 dpi, viceversa una risoluzione più bassa o l’ingrandimento eccessivo generano immagini pixelate. È buona prassi portare tutte le immagini in alta risoluzione prima di metterle in pagina così da avere consapevolezza della loro effettiva dimensione nella risoluzione di stampa. Attenzione a non rimpicciolire troppo immagini molto grandi perché si rischia il moiré.

È comunque possibile forzare la risoluzione tramite il Ricampiona di Photoshop, attivando Mantieni dettaglio 2.0 che aumenta i pixel mancanti, interpolando quelli esistenti con particolari algoritmi di IA, purché non si esageri (Riduci Disturbo riduce eventualmente l’artefatto) o si

può usare la nuova funzionalità Super Resolution, introdotta nella versione Camera Raw 13.2, che crea un’immagine con dimensioni raddoppiate rispetto all’originale oppure un numero totale di pixel quadruplicato.

In qualsiasi sistema di preflight la risoluzione insufficiente è ben evidenziata con indicazione delle dimensioni effettive, della posizione nel documento e della risoluzione in pagina. Attenzione anche al fattore di compressione, ovvero a quanto un’immagine è stata compressa: maggiore è la compressione, maggiore la potenziale perdita di qualità (oltre il 10x è segnalato un errore). Immagini in alta che vengono segnalate per un fattore di compressione alto vanno verificate puntualmente.

Le tinte piatte

L’uso delle tinte piatte è ammesso solo se previsto dal progetto. Se stampiamo solo in quadricromia, tutte le tinte piatte devono essere convertite prima di esportare il pdf e consapevolmente, ovvero controllando che il risultato sia quello atteso. La conversione al momento del pdf o addirittura lasciata allo stampatore che convertirà sicuramente nel modo migliore, ma pur sempre arbitrario rispetto alle attese, non è la scelta migliore. Le tinte piatte possono essere usate per i tracciati di fustella, per la maschera della verniciatura o per altre nobilitazioni come embossing o debossing, ma devono essere messe in un livello dedicato e chia-

ramente indicato. Quando controllate usate il profilo congruente al numero di colori previsto dalla stampa: se il lavoro è a 4 colori usate profili che escludono la presenza di tinte piatte mentre se il lavoro è solo con tinte piatte o prevede almeno una tinta piatta usate un profilo che le preveda.

Convertire in CMYK

Lasciare elementi in RGB nei pdf di stampa “tanto poi li sistema lo stampatore” è sbagliato perché, per quanto lo stampatore possa farlo nel modo migliore, il colore risultante potrebbe essere corretto numericamente, ma non essere quello che vi aspettavate. E nemmeno l’alibi “converto all’ultimo perché non so come stamperò il lavoro” è valido, perché l’ultimo momento non è quando consegno il pdf, ma quando realizzo il pdf da consegnare. Il flusso corretto, una volta per tutte, è post produrre in RGB e creare una sorta di master digitale, dal quale partire per ogni canale previsto: quindi, nel caso della stampa, procedere con la conversione in CMYK nel momento in cui un’immagine inizia il suo processo per essere stampata, ovvero viene impaginata. E questo vale a maggior ragione per l’applicazione dei profili.

Allo stesso modo, quando impaginate, create o convertite subito i campioni di colori in CMYK, o in tinta piatta se è prevista, e non lasciate alcun colore in spazi diversi. Anzi, prima di fare il pdf

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L’uso delle tinte piatte è ammesso solo se previsto dal progetto. Se stampiamo solo in quadricromia, tutte le tinte piatte devono essere convertite prima di esportare il pdf.

finale, eliminate i colori non usati. In questo modo anche le prove colore che derivano dal pdf saranno affidabili purché siano realizzate secondo gli standard di certificazione.

Anteprima di Output

La funzione di Acrobat è estremamente utile per verificare i diversi colori di un pdf in base a un profilo di simulazione. Partendo dal profilo di simulazione mostrato, che è quello del documento, attivate Simula sovrastampa per verificare sovrastampa e foratura: ogni oggetto inserito nel documento di default buca tutti gli elementi sottostanti così da mascherare i piccoli fuori registro. In InDesign, l’anteprima della sovrastampa è disattivata di default, quindi va attivata per averne evidenza.

Fa eccezione il K 100: se sormonta un altro elemento colorato lascia trasparire quello che c’è sotto. Per i testi non è un problema ma un fondino prende forza eccessiva nei punti di sovrapposizione. In questo caso disattivate la sovrastampa. In Anteprima in Separazioni controllate che la copertura massima della somma dei colori non superi il 310% e che i colori presenti siano quelli che effettivamente saranno usati in stampa: se appare una tinta piatta non prevista dovete rifare il pdf con il Predefinito di stampa corretto. Attivate Copertura area totale e fissate il valore a 320%: in verde si evidenzieranno tutte le aree con copertura eccessiva di inchiostro. Infine, se avete delle tinte piatte o dei canali usati per lavorazioni particolari come colori di rinforzo, tracciati di fustella, riserve di vernice o altre nobilitazioni, attivate o disattivate i singoli colori in Separazioni per verificare che lavorino come previsto. In questo caso quando preparate gli esecutivi date un nome parlante ai colori spot delle lavorazioni così che non si confondano con quelli di stampa.

I valori minimi dei colori

Abbiamo accennato alla copertura massima del colore che non dovrebbe eccedere il 310% per evitare problemi di rifiuto, asciugatura e controstampa, ma vanno considerati anche i valori minimi. Un grafismo eccessivamente piccolo con percentuali di colore basse rischia di apparire incompleto, quasi “smangiato”: il caso emblematico sono i testi in caratteri graziati o i filetti fini. Non a caso i programmi di preflight avvisano se ci sono linee estremamente sottili: evitate linee sotto i 2 pt e testi sotto i 5 pt. Se in offset si riesce a riprodurre spessori di 0,1 pt, in digitale potrebbe non essere possibile. Inoltre, l’assorbimento della carta e le tolleranze in scrittura delle lastre suggeriscono di evitare retini estremamente leggeri. Infine, nel costruire la palette di colori di un progetto eliminate le percentuali molto basse di

un inchiostro perché possono causare instabilità in fase di stampa e rendere il colore diverso non solo tra diverse tirature, ma anche all’interno della stessa.

Grafismi scavati

L’attenzione ai grafismi minimi va posta anche nel caso di testi o elementi scavati o bucati. Se un testo positivo colorato si espone al rischio del fuori registro con antiestetici sdoppiamenti, l’effetto sui testi negativi è quello di avere le grazie, gli occhielli e i segni di interpunzione chiusi, talvolta illeggibili. Ancora una volta, attenzione ai testi molto piccoli.

Incorporare i font

Quando esportate in pdf un impaginato, assicuratevi di avere settato il 100% alla voce Incorpora sottinsieme di font se la % è inferiore. In questo modo, anche se un solo carattere è in un determinato font, tutto quel font sarà incorporato nel pdf. Così sarà possibile fare anche una piccola modifica di testo direttamente nel pdf e si scongiurano problemi di riproduzione di un carattere soprattutto se il font usa attributi simulati (il bold o l’italic imposto localmente e non il corrispettivo font Bold o Italic): in questo caso vale sempre la raccomandazione di ricorrere ai fogli stile di carattere e di paragrafo che usano il corretto sottoinsieme del font. La verifica sulla corretta inclusione dei font si fa in Acrobat nella tab Font delle Proprietà o nel resoconto di Verifica Preliminare, con il vantaggio di poter vedere dove effettivamente è usato il font. Se un font è “parzialmente incorporato” vuol dire che sono stati inseriti solo i caratteri effettivamente utilizzati nel documento: per la stampa è sufficiente, ma le modifiche potrebbero non essere possibili.

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Il nero K100 si usa per i testi o i grafismi neri fini, non si usa per i fondi o per tutti gli elementi neri che ne sormontano altri colorati.

Font convertiti in tracciato

Non convertite mai in tracciato un testo a meno che non si tratti di un logo o di un font usato per grafica o titoli di grande dimensione che devono mantenere assolutamente determinate caratteristiche senza la possibilità di essere modificati. Tutti gli altri testi, specialmente quelli lunghi, non vanno assolutamente tracciati. Un tempo si faceva per evitare problemi di compatibilità, oggi non serve più, anzi è una prassi dannosa in quanto il testo non è più modificabile, il file con tracciati è molto più pesante e, oltretutto, bisogna sempre tenerne un’altra copia con i font non tracciati nel caso ci fosse bisogno di modifiche (e nove volte su dieci è così). Infine, il tracciato non è mai fedele all’originale e presenta grazie, occhielli o curve alterate. Per lo stesso motivo non rasterizzate i testi: diventando immagini si espongono a tutte le problematiche di un’immagine con l’aggravante che perdono di definizione rispetto a un font.

Uso corretto del nero

Il nero K100 si usa per i testi o i grafismi neri fini, non si usa per i fondi o per tutti gli elementi neri che ne sormontano altri colorati. Il nero da solo, sia pure a densità massima, sui fondi appare slavato e svuotato, quasi grigio, soprattutto se la carta tende ad assorbire. Ci sono due opzioni a seconda del rischio di fuori registro. Si usa un nero rinforzato con il 50% di un secondo colore, che però avrà inevitabilmente una dominante a seconda del colore scelto (di solito ciano o magenta), o il “nero ricco” (rich black) fatto dai 4 colori di quadricromia ottenuto con diverse combinazioni. Ogni grafico ha la sua ricetta, l’importante è non esagerare con le

percentuali di inchiostri che, sommate, non dovrebbero superare il 310%. Ricordate che in Photoshop esistono il nero di quadricromia (C75, M65, Y60, K80 con coprenza 280%), che si ottiene convertendo il nero piatto dallo spazio RGB al CMYK, e il cosiddetto nero di Photoshop (C91, M79, Y62, K97 con coprenza 330%).

Mentre in InDesign il nero di base è il K100, eventuali altri neri si ottengono componendoli con i 4 inchiostri, come qualsiasi altro colore. Non si usa mai il nero [Registro]: si tratta di un campione colore, che non può essere modificato o rimosso, ottenuto dalla percentuale massima dei 4 colori, che viene riportato in ogni canale e viene usato per i segni di stampa.

Sovrastampa, foratura, trasparenze e ombre Impaginando è possibile che alcuni oggetti ne sovrastino altri. Normalmente tutti i colori del livello superiore, all’output forano quelli sottostanti. Il nero invece, essendo il colore più scuro, dovrebbe sovrastampare, di fatto, però, il K100 fa trasparire l’immagine sottostante. Per ovviare al problema impostatelo in foratura, solo dove serve.

Il pdf

Oggi fare un pdf di stampa è questione di un paio di clic, ma devono essere i clic giusti. Partiamo da InDesign, lo standard di fatto per l’impaginazione: il comando è Esporta, il vecchio metodo di “stampare” il pdf in PostScript per poi distillare non va più usato perché è obsoleto e tra l’altro non supporta i profili ICC né le trasparenze e richiede

un interprete, il che vuol dire che non converte correttamente in pdf il vostro impaginato.

Dopo aver scelto la cartella di esportazione, le opzioni chiave sono in Generali, Predefinito Adobe PDF, Standard e Compatibilità. Il preset [Stampa di alta qualità] non è sufficiente per la stampa perché non opera alcuna gestione del colore. [Qualità tipografica] invece converte i colori in uscita in base al profilo scelto e ottimizza la compressione delle immagini in alta risoluzione, ma non certifica il pdf e soprattutto ha una compatibilità limitata a Acrobat 5 (PDF 1.4), ormai obsoleta. Se non avete i profili dello stampatore o non sapete quali usare, usate quelli del Ghent Workgroup. Sul sito (https://gwg.org/application-settings) trovate i profili corretti per le diverse tecnologie: GWG_SheetCmyk_2015 CMYK per la stampa in quadricromia e GWG_SheetSpot_2015 CMYK per la stampa con tinte piatte. Il pdf così è certificato PDF/X-4:2010 e compatibile Acrobat 7 (PDF 1.6), esporta tutti i livelli visibili e stampabili, non effettuerà downsampling sulla risoluzione delle immagini conservando l’originale, ma comprimerà testi e grafica ritagliando le immagini in base al box in cui sono impaginate; indicatori e specifiche delle aree di abbondanza (non le abbondanze che dovete dare voi agli elementi che vanno al vivo) sono impostati, i colori gestiti correttamente e i font inclusi. Questi profili sono presenti anche in Verifica Preliminare di Acrobat nella library Prepress con l’indicazione GWG 2015.

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+ + + Non convertite mai in tracciato un testo a meno che non si tratti di un logo o di un font usato per grafica o titoli di grande dimensione.

Dall’home al contract, la customizzazione estrema conquista l’interior décor

Progettisti, architetti, designer esplorano nuove strade, puntando sulla personalizzazione estrema, supportati dall’introduzione di tecnologie di stampa sempre più all’avanguardia

INTERIOR
CATERINA PUCCI
di

La possibilità di personalizzare gli ambienti di casa e conferire un look più attuale a una singola parete o stanza ha aperto infinite opportunità creative nell’ambito della decorazione d’interni. Non solo i privati, ma sempre più anche le aziende guardano alla carta da parati quale soluzione ideale per migliorare l’aspetto dei propri uffici. Architetti e designer hanno quindi cominciato a ricorrere al wallpaper per progettare ambienti che trasmettano la personalità di chi li vive. Grazie alla varietà di fantasie, materiali e finiture e all’uso di tecnologie di stampa sempre più innovative, il segmento del wallpaper è in piena espansione.

Sebbene la rotocalco resti il metodo più utilizzato nella realizzazione di alte tirature dai motivi ripetuti, la stampa digitale si è conquistata la sua fetta di mercato, grazie alla possibilità di aggirare i limiti dimensionali imposti dai classici cilindri e alla riduzione dei costi di avviamento e produzione. Sul fronte dei materiali, l’introduzione di supporti innovativi ha consentito di ampliare l’offerta in termini estetici e funzionali. Esistono carte da parati lavabili, ignifughe, fonoassorbenti, durature e facili da rimuovere e per questo applicabili anche a superfici dove sarebbe stato impensabile fino a qualche anno fa: soffitto, angolo cucina, bagno, pareti esterne.

I fornitori di servizi di stampa si sono equipaggiati con soluzioni in grado di far fronte alle nuove richieste del mercato dell’interior, e di pari passo stampatori e produttori di carte da parati hanno diversificato la propria attività e rinnovato il proprio portfolio in nome della customizzazione estrema, abbracciando anche la strada dell’e-commerce. Nelle prossime pagine raccontiamo come la commistione tra creatività e tecnologia possa dar vita a progetti di interior décor unici attraverso le parole di Alessandra Nazzari (Ambientha), Paolo Organo (Canon Italia), Loreto di Rienzo (D-house) e Markus Benesch.

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Il minimalismo ha fatto il suo tempo

Basta sfogliare le principali riviste del settore per rendersi conto di come il mondo dell’interior design si sia lasciato alle spalle il concetto di minimalismo, per abbracciare il trend della personalizzazione estrema, che gioca sull’accostamento di un’infinita gamma di materiali, finiture e accessori. L’obiettivo è creare ambienti che comunichino unicità, grazie a particolari scenici importanti e ricchi di elementi realizzati su misura. In tal senso l’apripista è stata la decorazione murale, dove si avverte una sempre maggiore richiesta di soluzioni decorative ad hoc, che nulla hanno a che vedere con il concetto di tappezzeria tradizionale. Tra le aziende che hanno saputo cogliere il potenziale della progettazione di wallpaper ad hoc c’è Ambientha. Fondato nel 2019 da Maurizio e Alessandra Nazzari, rispettivamente padre e figlia, il progetto si fregia della pluriennale esperienza nell’ambito del graphic design e della comunicazione di CIP srl, società attiva nella decorazione grafica di showroom, fiere e congressi fin dagli anni Sessanta. Oggi, all’interno dello shop online di Ambientha, è possibile scegliere tra decine di collezioni di wallpaper differenti o progettare passo passo la propria carta da parati personalizzata.

Durante il Fuorisalone 2023, l’azienda ha presentato in anteprima COLPO DI SCENA – Unpredictable Wallpaper Collection 2023, una serie di carte interamente realizzata con tecnologia di stampa digitale di grande formato Canon Colorado 1650 UV gel. «Tra i temi che hanno ispirato questa nuova collezione c’è l’Inspiration Book, ricco di suggestioni e ricerche che possono servire come fonte di ispirazione per gli artisti che collaborano con noi» racconta Alessandra Nazzari, Co-founder e Head of Communication di Ambientha. «Quest’anno il libro racconta di forme agili, colori shakerati, simbologie urbane e ovviamente dell’abbraccio di madre natura». Rispetto agli scorsi anni, la progettazione di COLPO DI SCENA si è avvalsa della collaborazione della designer e stylist Angela Ceriotti e di Micaela Picasso di Metainitaly Creative Team, che hanno dato vita a un documento importante, ricco di interior, colori e fashion trend, ma soprattutto di stimoli creativi. Quel che emerge è la volontà di fondere le tendenze stilistiche internazionali con le visioni più intime dei designer, lasciando che la creatività dei singoli prevalga sulle proposte minimali e rigorose in voga fino a pochi anni fa.

Questa carica espressiva è resa possibile da un intenso lavoro di ricerca e sviluppo sui prodotti e sui processi «Sperimentiamo ogni giorno materiali e processi, non ultima la tecnologia di stampa. Eravamo alla ricerca di una soluzione che ci garantisse un alto livello qualitativo e allo stesso tempo fosse affidabile dal punto di vista della gestione cromatica. Canon Colorado 1650 ci è sembrata la soluzione più indicata alle nostre esigenze durante tutto il processo di lavorazione, dalla prototipazione alla campionatura, fino alla produzione vera e propria» dice Nazzari.

Raccontare di sé, rafforzare la brand identity

La comunione d’intenti tra produttori di carte da parati, designer e fornitori di tecnologie è sostenuta anche da un cambiamento nelle richieste da parte degli utenti. «I clienti – prosegue Nazzari – riconoscono nella decorazione d’interni, in particolar modo delle superfici, potenzialità creative per soluzioni estetiche di alto profilo. Oltre che per la versatilità e al tempo stesso l’unicità di questi prodotti, anche per l’esigenza di parlare di sé.

Se nel residenziale infatti è semplice immaginare l’importanza di rendere personale, intimo e accogliente l’ambiente, in tutti gli altri settori questo significa trasmettere la propria identità. Basta pensare a un albergo, una catena di negozi o di ristoranti: spesso l’elemento decorativo diventa parte integrante della brand identity ed elemento memorabile per la clientela».

INTERIOR 44

La stampa digitale rappresenta un valore aggiunto, per questi rivestimenti, di cui interior designer, architetti e contractor di tutto il mondo vogliono sfruttare fino in fondo le potenzialità. Ma cosa cerca esattamente un progettista in una soluzione di stampa digitale? Secondo Paolo Organo, Product Business Developer DP&S Planning, Marketing & Innovation di Canon Italia, «fruibilità, personalizzazione, costanza qualitativa, basso costo di produzione e ripetibilità sono tra gli ingredienti più ricercati dagli ideatori di design per la carta da parati. Il mondo dell’interior design e i suoi attori stanno cercando di creare una user experience più incentrata sul cliente, questo implica la necessità di offrire una maggiore rapidità di realizzazione e facilità di acquisto di rivestimenti murali ed elementi decorativi, in qualsiasi momento arrivi l’ispirazione».

Rispetto alle tecnologie analogiche tradizionali come la rotocalco, il digitale permette di stampare tirature ridotte, anche one-off con un elevato grado di personalizzazione. «Nello specifico – prosegue Organo – la tecnologia UVgel assicura una resistenza meccanica allo sfregamento e agli agenti chimici senza pari, che rende possibile l’applicazione delle carte in diverse tipologie di ambienti, tra cui uffici e showroom. Siamo in grado di garantire un’intensità cromatica e una definizione del dettaglio impareggiabile; inoltre le nostre stampe sono completamente inodore, resistenti e rispettano le più stringenti certificazioni del settore. A queste caratteristiche si aggiunge l’esclusiva tecnologia FLXFinish+ che consente di ottenere due finiture (lucida e opaca) in un’unica stampa, aggiungendo valore al prodotto finito senza incrementarne il costo stesso. Ultimo aspetto l’inchiostro bianco, elemento chiave recentemente introdotto, che consente di ampliare il range (già premium) di applicazioni che Colorado M Series è in grado di produrre, a una velocità di produzione fino a oggi impensabile, il tutto senza la necessità di presidio costante alla produzione da parte di un operatore, né complesse operazioni di manutenzione.

Esperienze immersive site-specific, in dialogo costante tra tecnica e arte

In questo clima di rinnovata collaborazione tra designer e fornitori di tecnologie si iscrive anche l’esperienza di D-house e del designer Markus Benesch che hanno collaborato con Kornit Digital alla realizzazione di un’esperienza immersiva che promuove i nuovi paradigmi tecnologici per la moda, il design e l’arredamento.

D-house nasce nel cuore di Milano a gennaio 2020 come hub di innovazione responsabile con un approccio pionieristico alla R&D, all’applicazione di nuove tecnologie, alla sostenibilità e alla formazione. Un laboratorio urbano che si pone come punto di riferimento e motore nella creazione di una filiera responsabile in cui le tecnologie più avanzate vengono applicate ai settori della moda, del design, dell’automotive e dell’arte. Costola innovativa dell’azienda abruzzese Dyloan Bond Factory, leader nell’innovazione tecnologica applicata alla produzione di semilavorati, accessori e capi finiti, entrata a sua volta nel Gruppo Pattern nel 2022, D-house rappresenta quindi oggi il centro di Ricerca e Sviluppo del Gruppo, il primo Luxury Design and Production Center italiano. In occasione della Design Week, all’interno del proprio quartier generale a Milano, ha presentato due stanze progettate interamente con il sistema Presto MAX di Kornit Digital, in cui i visitatori hanno potuto sperimentare display coinvolgenti, che dimostrano le possibilità illimitate della tecnologia di stampa digitale se abbinata alla visione creativa di un artista. Secondo Loreto Di Rienzo, direttore Ricerca e Sviluppo del Gruppo Pattern, «D-house ha deciso di abbracciare la tecnologia Kornit Digital perché rappresenta una delle più avanzate del

La stampa digitale, il “gioco preferito” di ogni creativo
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Il mondo dell’interior design e i suoi attori stanno cercando di creare una user experience più incentrata sul cliente

mercato. Una soluzione che si rivolge a diverse categorie di prodotto, dalla pelle alla lana, al cotone, ai sintetici su cui è importante capire quali sono le performance più estreme che queste tecnologie ci permettono di ottenere. La tecnologia Kornit Digital è incredibilmente stimolante sia dal punto di vista tecnico che dell’impatto ambientale. Questo ci ha dato molte ragioni per pensare di introdurla nel mondo del lusso». Il sistema Presto MAX di Kornit Digital offre una creatività infinita e la più ampia gamma di tessuti per trasformare l’arredamento della casa con i disegni più vivaci, colorati e innovativi. Sfruttando le potenzialità di Kornit XDi, i creativi hanno dato vita a tessuti 3D che donano un look innovativo all’arredamento d’interni, come il ricamo senza fili, il vinile ad alta densità e la stampa di bianchi brillanti su tessuti scuri.

Markus Benesch, il creativo che ha curato l’installazione, sin dal 1989 lavora come designer industriale e d’interni, collaborando con brand come Aspesi, Benetton, Bacardi, Campari, Fiat, Samsung, Yoox tra gli altri. Lo spazio è un denominatore costante della sua ricerca, che, attraverso l’interazione tra superfici, oggetti, pattern diversi, crea un mondo di grafiche, colori e motivi.

A proposito del processo creativo che ha portato alla realizzazione del progetto per il Fuorisalone, Benesch ha dichiarato: «Voglio sempre incontrare le persone con cui lavorerò e vedere lo spazio in cui si svolgerà l’installazione. Al nostro primo incontro sono arrivato e ho visto l’imponente struttura del cimitero monumentale e poi l’edificio D-house. Entrambi sono bellissimi edifici in mattoni, quindi mi sono innamorato della struttura stessa. Poi ho pensato: in questi tempi folli, in cui molte cose sembrano sottosopra, perché non combinare la struttura rigida dei mattoni e l’aspetto surreale dei nostri tempi? Mi sono sempre sentito vicino ai grandi surrealisti italiani e questo è stato il punto di partenza del progetto che ha portato all’ideazione della prima stanza dell’installazione, composta di mattoni morbidi e fluidi. Nell’altra stanza abbiamo usato il mattone non come modello, ma come blocco da costruzione, come i blocchi che si usano fin da bambini. Perché non usare questi mattoni, blocchi migliori in una scala molto più grande, in modo che l’installazione diventi un grande parco giochi?».

L’idea era quella di creare uno spazio che fosse costantemente in transito e cambiasse a ogni incontro con i visitatori. Tutti i blocchi sono stati rivestiti con motivi astratti di pesci tropicali, che chiudono il cerchio con la fluidità dei mattoni della prima stanza. «La collaborazione con Kornit Digital è stata una grande esperienza, soprattutto per lavorare direttamente con gli esperti di stampa. La stampa digitale permette di realizzare prototipi istantanei e di ricevere risultati immediati come designer. Questo è un enorme vantaggio perché consente di fare ping pong tra il processo di progettazione e quello di produzione. Si ottiene il risultato giusto molto più rapidamente», conclude Benesch.

Decorare gli interni oggi, questione di tempo e cura

Il mercato ha maturato un grande interesse verso la possibilità di personalizzare gli ambienti di casa, ma anche di uffici e showroom per conferire un look più attuale agli interni. È in corso una rivisitazione dei vecchi paradigmi dell’arredamento che guarda ai rivestimenti come fossero opere d’arte dal forte impatto emozionale, in grado di trasmettere pensieri e sensazioni differenti a seconda della prospettiva da cui le si osserva e dall’ambiente a cui sono destinate. Non più motivi o texture standard, ripetute all’infinito, ma immagini che ambiscono a restare uniche e irripetibili. In questo panorama, la carta da parati è in grado di trasmettere una matericità superiore rispetto ai materiali a base PVC e proprio su questa matericità si focalizza buona parte della ricerca odierna. La rivoluzione in atto è per molti versi simile a quella avvenuta nella moda: alle collezioni annuali si stanno sostituendo collaborazioni ad hoc con artisti multidisciplinari e designer con i quali produttori di carte e fornitori di tecnologia cercano di raggiungere il sodalizio perfetto, lavorando fianco a fianco, investendo il tempo che serve e tutta la cura necessaria per dare vita a un progetto perfetto, e per forza di cose irripetibile.

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La stampa digitale permette di realizzare prototipi istantanei e di ricevere risultati immediati come designer.

COME STAI? IL LIBRO DI GAETANO PESCE PER BOTTEGA VENETA È STAMPATO DA NAVA PRESS

Tra i progetti più recenti stampati e confezionati da Nava Press c’è l’esclusivo Come Stai?, un libro d’artista e da collezione frutto della collaborazione tra Bottega Veneta e l’artista e designer Gaetano Pesce, prodotto e pubblicato da Mousse Publishing. Quando il nuovo direttore creativo del brand, Matthieu Blazy, ha invitato Pesce a creare lo spazio per la sfilata dell’estate 2023 di Bottega Veneta a Milano, è nata una ricca collaborazione che ha messo al centro della scena la sedia Come Stai?, oggetto che esprime la ricerca di individualità e diversità dell’opera dello scultore e progettista spezzino. Le sedie, ognuna

unica nel suo genere, sono realizzate con una tela di cotone ispirata al tradizionale tessuto toile, immersa in resina colorata e impreziosita da disegni fatti a mano. «Questa sedia – dice l’artista – è un tributo alla diversità, riguarda l’essere umano: siamo tutti diversi». Il libro esplora l’ideazione, l’approccio e il processo della collaborazione attraverso un’approfondita intervista tra Pesce e Hans Ulrich Obrist, rivelando molte connessioni tra le pratiche creative e i valori di Pesce e Blazy. I contributi di Blazy e Maria Cristina Didero documentano le origini del progetto e la sua collocazione nella più ampia

opera di Pesce, mentre un apparato fotografico di Stephen Shore e Sander Muylaert illustra lo sviluppo e la produzione della sedia.

Il volume d’artista, realizzato in 1.700 copie, riprende il design della sedia

Come Stai? con un profilo atipico, tagliato in diagonale, e una copertina realizzata in tela e resina. Ogni copertina è unica a sottolineare il valore dell’unicità degli individui

Come è fatto il libro Come Stai?

Il volume è sagomato a trapezio, con il lato del controdorso inclinato che misura al piede cm 21,5 cm e alla testa

cm 19,5 x 30 cm di altezza. La copertina cartonata, spessa 2,5 mm, è rivestita con tessuto Bottega Veneta a trama orizzontale. La stampa di copertina è serigrafica, cui si aggiunge una colatura di resina diversa per ogni copia nella forma e nel colore. Il blocco libro è costituito da 120 pagine autorisguardate realizzate con carta Sappi Magno Volume da 135 gsm, stampate in UV LED a 4/4 colori. La confezione è una cucitura a filo refe con dorso quadro e capitello bianco, con la particolarità del taglio diagonale del blocco libro.

47 GRANDANGOLO

Hangar lounge ITA, il cielo in una livrea

capace di trasmettere fin dal primo impatto i valori fondanti del brand ITA Airways, delineando una nuova idea di lounge aeroportuale attraverso la celebrazione del mondo avionico. La nuova “Hangar Lounge” di ITA Airways, presso l’Aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino – un progetto interamente realizzato da Robilant – si presenta come uno spazio progettato per instaurare un dialogo innovativo e contemporaneo tra la compagnia e i propri passeggeri, il punto di contatto tra la compagnia aerea e quella parte di clientela interessata al bello e all’attitudine, tipicamente Italiana, alla relazione e all’ospitalità. È un progetto autentico e unico nel suo genere, pensato, disegnato e costruito dalla nostra agenzia insieme ad una selezione di partner di eccellenza che consentono ai viaggiatori di vivere un’esperienza speciale, un vero e proprio “viaggio dentro il viaggio” all’insegna del benessere.

Unluogo

48 SPAZIO ROBILANT ASSOCIATI

Angelo Ferrara

Esperto di Corporate Branding e linguaggi di Marca. Dopo aver maturato un’esperienza di oltre 15 anni nelle più interessanti realtà del settore a Londra, Angelo Ferrara ha assunto la direzione strategica e creativa dell’area Corporate Branding di Robilant Associati, di cui è diventato Partner nel 2012. Un raro talento nel cristallizzare design e strategia lo ha portato ha sviluppare e dirigere progetti di branding per clienti di altissimo profilo. È a capo delle attività di Corporate Social Responsability di Robilant Associati ed è responsabile dei progetti pro-bono e di comunicazione interna che l’azienda realizza.

La Lounge ha una dimensione di quasi mille metri quadrati con una capienza massima di 150 persone, e grazie a importanti sinergie con alcuni tra i marchi italiani più prestigiosi a livello internazionale rappresenta l’incontro delle migliori espressioni del Made in Italy.

Il piacere del viaggio inizia non appena si entra: la metafora della carlinga si esprime con una fila di poltrone avvolgenti in pelle di colore blu scuro, ricreando un set di “premium class”. La speciale conformazione della poltrona, insieme al tavolino e la lampada a forma di oblò, ricreano il piacere del volo in tutto il suo comfort e privacy. Lo spazio centrale è domi-

nato da un grande banco di forma affusolata che funge da open bar, richiamando attraverso la sua silhouette la livrea di un aereo della compagnia. Sovrastato da una impattante carlinga luminosa, il banco diventa punto focale con cui celebrare i diversi momenti della giornata legati al food e al beverage, dal caffè alla cena passando per pranzo e aperitivo. A completare lo scenario, un’installazione visiva composta da 72 cloche blu ITA con ciascuna un video di tutte le destinazioni della compagnia. Un elemento di meraviglia, il cielo, viene invece ricreato con preziosi mosaici, esaltando ogni dettaglio e ogni componente di un “viaggio fra le nuvole”.

La nuova Hangar Lounge di ITA Airways si configura come un inter-spazio che rappresenta la massima espressione del Made in Italy a 360 gradi. Dal food al beverage, dalla moda al design, dalla cortesia al bel vivere, la Lounge diventa messaggera e showroom del meglio dell’Italian luxury living: da Poltrona Frau a B&B Italia, da Lema a Bisazza, e ancora Reggiani, Campari, 1895 by Lavazza. Un luogo unico, dedicato a quei passeggeri che cercano qualcosa in più di un semplice momento di ristoro.

49 SPAZIO ROBILANT ASSOCIATI

Awards un successo di filiera

Alcuni dei progetti di packaging e labeling premiati negli ultimi tempi, con un focus sulla collaborazione tra stampatori e designer.

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PERCORSI DI
ECCELLENZA
di MICHELA PIBIRI

Tripletta di Grafical alla 27° Vinitaly International Design Competition

TTantissime le etichette in gara, ma solo le migliori sul podio del concorso di design della più importante fiera italiana e internazionale dedicata al vino. Grafical, azienda di Marano di Valpolicella con un’altissima specializzazione nelle etichette, si è aggiudicata tre premi: Etichetta d’Oro nella categoria 9 – Distillati, Etichetta d’Argento nella categoria 5 – Vini rossi tranquilli e il premio speciale Etichetta GDO. L’Oro è andata all’etichetta creata da Martina Poiana per l’Amaro Hàntak di Viere Hänte, stampata su carta naturale a 4 colori Indigo con l’aggiunta di un Pantone rosso serigrafico. «Siete davvero un esempio – ha affermato Poiana rivolgendosi a Viere Hänte – di come un brand possa fare cultura e la vostra dedizione e impegno sono stati un’ispirazione per me. La fase di ricerca e studio alla base di questo progetto è stata davvero incredibile». Le altre due etichette vincitrici sono state progettate dall’agenzia creativa Advision, ed entrambe stampate con la stessa tecnica pur ottenendo risultati diversissimi tra loro: HP Indigo CMYK Electroink, braille serigrafico e oro a caldo di Luxoro su carta Avery Dennison. L’Argento è andato a “L’Oreste”, un Veneto IGT rosso 2020 della Soc. Agricola Bendazzoli. «Un’etichetta come “l’Oreste” – dichiara Advision – nasce da un la-

voro di ascolto, ricerca e attenzione ai dettagli. Così il territorio sassoso vicino alle sponde dell’Adige è diventato un’illustrazione ad acquerello dei sassi che ne compongono la riva. La firma di Oreste, il papà dei fratelli Bendazzoli, completa il design. Il risultato è un progetto speciale, che è riuscito a riportare sul fronte della bottiglia tutto quello che la cantina ha messo all’interno. I materiali selezionati per la produzione ci hanno aiutato nell’esaltare il design delle etichette sia dal punto di vista cromatico sia nell’utilizzo della tecnica di debossing».

A vincere il premio speciale GDO è stato invece il Valcalepio DOC Rosso Riserva della Cantina Sociale Bergamasca, in cui geometrie e colori si fondono per raccontare la storia di Bergamo e dei suoi monumenti. Valcalepio DOC rappresenta il vino Bergamasco per eccellenza, la cui produzione è consentita esclusivamente all’interno della provincia di Bergamo. Il visual narra l’unicità del prodotto grazie alla raffigurazione artistica della cattedrale di sant’Alessandro, luogo di culto nel cuore della città, in piazza Duomo. Tutti gli elementi creano un’etichetta dal carattere ineguagliabile, che ne sottolinea la territorialità, mentre i colori brillanti rendono l’etichetta immediatamente riconoscibile.

PERCORSI DI ECCELLENZA

Retail Pak vince il premio speciale Packaging Box a Vinitaly e la menzione “Concept Innovativo” a OneMorePack 2023

RÈ un riconoscimento a tutta l’azienda e al lavoro di squadra il premio speciale Packaging Box conferito lo scorso aprile alla beer box “Brew Art” progettata da Andrea Basile ADV con Resistenza alla Vinitaly International Design Competition, ed è per questo che, come racconta Luca Angiolillo, direttore generale di Retail Pak, a ritirarlo sono andati insieme, designer e stampatore. «Siamo tutti molto fieri – dice Angiolillo – perché è un lavoro in cui la collaborazione e il portato di ciascuno sono stati fondamentali. Andrea Basile ha creato la parte estetica in collaborazione con l’illustratore portoghese Tiago Galo e il type designer Giuseppe Salerno, noi abbiamo fornito una soluzione tecnica all’esigenza del suo cliente, Profilia. La richiesta era quella di uno speciale pack natalizio per omaggiare i clienti più fedeli con il prodotto, sei lattine di Italian Keller, e qualcosa in più: un’agenda, un calendario da tavolo e un block notes. Siamo quindi partiti dalle caratteristiche del prodotto, sei lattine di birra piene, per concepire un pack abbastanza solido e spazioso da poter contenere tutto».

È nata quindi una scatola in microonda accoppiato, dotata di manici per il trasporto, apribile, che nella parte superiore contiene i gadget e che, grazie a due fori per le dita, permette di tirare fuori una box più piccola da cui vedere le etichette e tirare fuori le lattine. E dopo il riconoscimento della giuria di Vinitaly, è giunta anche, lo scorso giugno, la menzione speciale “Concept Innovativo” a OneMorePack, il premio organizzato ogni anno da Grafica Metelliana: «Per l’originalità del progetto, di bahaussiana memoria, e delle illustrazioni realizzate da Tiago Galo. La scelta innovativa per il settore di riferimento è premiante, fortemente espressiva e decisa» è la motivazione della giuria nell’attribuire la menzione al progetto. Si tratta di un altro tassello nella lunga serie di riconoscimenti al valore della collaborazione tra Retail Pak e Basile ADV, ma la cosa più importante, alla fine, è che «Il cliente ha gradito moltissimo la soluzione realizzata».

52 PERCORSI DI ECCELLENZA

EEtichetta d’Oro Vinitaly a So.ve.mec per le etichette dell’Italian Keller di Profilia

Dal packaging alle lattine: il progetto di Basile ADV e Resistenza per la Italian Keller di Profilia si è aggiudicato anche l’Etichetta d’Oro nella categoria 11 – Confezioni di birra per il pack primario, e in particolare per le etichette applicate sulle lattine da 33 cl. Lo stampatore è So.ve.mec, etichettificio di Nola (NA) che racconta le peculiarità del progetto: «L’etichetta è stata progettata in sei varianti, abbinate due a due con una continuità nel design, in modo che una volta sovrapposte si compongano tre immagini diverse» spiega Antonella Coppola, Marketing manager di So.ve.mec. La peculiarità, oltre al versioning delle splendide illustrazioni abbinate al pack secondario, è l’utilizzo

PERCORSI DI ECCELLENZA

Etichetta d’Oro di Vinitaly per Grafiche Federighi con Grotte di Santità

EAndrea Castelletti Studio si è aggiudicato due premi alla Vinitaly International Design Competition: con le cinque etichette di Ama Terra (Coop. Sociale Ama Aquilone) il Premio speciale “Immagine coordinata 2023”, mentre un’Etichetta d’Oro è andata a Grotte di Santità nella Categoria 7 – Confezioni di vini spumanti prodotti con fermentazione in autoclave (metodo charmat) e con fermentazione in bottiglia (metodo classico), la cui etichetta è frutto della collaborazione tra Castelletti e Grafiche Federighi, azienda di Camerata Picena (AN) specializzata in etichette di pregio autoadesive e a colla. Grotte di Santità, della Cantina dei Colli Ripani, è un Marche IGT Sangiovese rosato spumante ancestrale che prende il nome dal labirinto di cunicoli preistorici che attraversa il paese di Ripa-

transone, dove si trova la Cantina. «Questa struttura sotterranea si estende per circa 2.000 metri quadrati sotto il paese, creando percorsi, labirinti, racconti e leggende. Un luogo ancestrale, come il metodo di produzione di questo spumante dalle bollicine delicate e persistenti» spiega Andrea Castelletti. «Ogni bottiglia di questo vino è unica, con un proprio numero e una sensazione coinvolgente in ogni bicchiere. Per ricreare la profondità delle grotte su questa splendida e complessa etichetta abbiamo utilizzato tre materiali fustellati e sovrapposti. L’etichetta è stampata su Fedrigoni Materica Kraft Ultra WS e Bereber Sand Ultra WS, entrambe carte naturali autoadesive certificate FSC, mentre il primo materiale di supporto è un lucido trasparente».

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SCEGLI il tuo potere e diventa un eroe creativo! BE YOUR HERO! CREATIVEHERO.IT Siamo stati gli eroi creativi per 16 briefer nelle edizioni precedenti e altri 3 in arrivo per quest’anno ANCORA PIÙ GRANDI... 2000 STUDENTI, 680 SQUADRE, 40 SCUOLE UN PERCORSO PIÙ RICCO sessioni formative creative e tecniche UN’ESPERIENZA PIÙ FORTE 2 giorni di bootcamp residenziale PIÙ PREMI E MENZIONI SPECIALI, MA SEMPRE... un unico vincitore! PROMOTORE COLLABORAZIONE MEDIA PARTNER SUPPORTO

BRAND REVOLUTION 2023, due giorni nello "Human Park" della creatività

Appuntamento il 26 e 27 ottobre 2023 al Garage 21, in Via Archimede 26 a Milano.

Un nuovo allestimento, sei progetti nati dal LAB, tante opportunità di incontro e una novità assoluta: una serie di workshop aperti a tutti che esplorano diversi aspetti della creatività.

Sei uno stampatore, un fornitore di materiali o tecnologie e vuoi essere parte di Brand Revolution 2023? Scrivi a sales@strategogroup.net

Si chiama “The Human Park” il concept dell’edizione 2023 di Brand Revolution: un parco dei divertimenti contemporaneo in cui il fattore umano dialoga con le intelligenze artificiali per espandere e aumentare la creatività. Questo è tutto ciò che è dato sapere sul fil rouge visivo che lega le diverse anime dell’evento che si terrà a Milano al Garage 21 il 26 e 27 ottobre prossimi: nello sviluppo del concept che caratterizzerà l’immagine coordinata e l’allestimento è impegnata la tech-agency Experiency, specializzata in realtà aumentata, metaverso, NFT e uso di AI per la creazione di esperienze rilevanti per i clienti. Quel che invece si sa già è che The Human Park sarà il contenitore di esperienze diversificate che coinvolgono tutta la filiera della comunicazione stampata. A partire dal LAB: il nucleo storico e portante dell’esperienza di Brand Revolution.

I protagonisti del LAB

Sono sei, oltre all’allestimento e al catalogo, i progetti di comunicazione stampata che stanno già prendendo vita nel Laboratorio. Sei i brand protagonisti abbinati ad altrettante agenzie: Cartaria Italiana, produttore di packaging per il settore Ho.Re.Ca., con ArteficeGroup; Conviv, nuovo brand di spirits analcolici, con O,Nice! Design; Coppa Milano-San Remo, la corsa automobilistica più antica d’Italia, con Effige 2,0; Silverskin, marchio di base layer tecnici, con Advision; Storytel, audiolibri, podcast ed ebook con DLV BBDO; This Unique, subscription box di assorbenti sostenibili con Smith Lumen. I partner tecnologici, di stampa e materiali coinvolti nella realizzazione dei progetti sono: Fontana Grafica, Grafical, ICO, Luxoro, myCordenons, Oropress, SEI Laser, Valtenna e Varigrafica.

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di
MICHELA PIBIRI

Un unico evento, diverse occasioni d’incontro

Quest’anno Brand Revolution darà ancora più spazio a occasioni di incontro per tutti gli attori della comunicazione stampata, offrendo ai partner differenti opportunità di partecipazione: Printing & Materials, per dare al mercato l’opportunità di raccontare materiali e supporti in relazione alla loro possibilità e resa di stampa; Touch & Chat, in cui gli stampatori condividono progetti, idee e lavori non solo con tutta la filiera ma anche con il grande pubblico e possono accogliere gli ospiti in un proprio salotto; le Talk, appuntamento in cui figure di spicco raccontano trend e necessità di mercato e presentano le risposte che hanno trovato.

I workshop

Un progetto creativo è composto da molti elementi. Più si conoscono nei dettagli, maggiore è la creatività. Per questo Brand Revolution ha organizzato una serie di workshop che si terranno il 26 e 27 ottobre contemporaneamente all’esposizione dei progetti e all’evento conclusivo del Lab. I workshop di Brand Revolution sono a disposizione di tutte le persone che vorranno acquisire nuove competenze per realizzare un progetto di comunicazione. Sono tenuti da professioniste e professionisti del settore e sono a numero chiuso.

Ecco il programma completo.

26 ottobre

Letters are things

Workshop condotto da Alessandro Bombieri, Art Director, Graphic & Type Designer Durata: 2 ore, dalle 10 alle 12

Il workshop di sperimentazione tipografica “Letters are things” è un’esperienza creativa che invita i partecipanti a esplorare l’arte della tipografia al di là delle convenzioni tradizionali. Attraverso esercizi pratici e stimolanti, i partecipanti avranno l’opportunità di rompere le regole, sfidare le forme predefinite e creare composizioni tipografiche uniche ed espressive. Prendendo in prestito la frase “Letters are things” del maestro Eric Gill, il workshop offre uno spazio di libertà in cui esplorare il mondo delle lettere come oggetti fisici, combinando diversi stili, manipolando forme e colori, creando così opere tipografiche innovative e audaci. L’obiettivo del workshop è ispirare la creatività, spingere i partecipanti a pensare in modo non convenzionale e consentire loro di scoprire nuove possibilità artistiche nell’ambito della tipografia sperimentale.

Altre informazioni

Numero massimo di partecipanti: 8

Costo: 80 euro + IVA

Diversamente pagine: quando economia circolare e legatoria si incontrano

Workshop condotto da Federica Nassetti, Graphic/storytelling/visual merchandising

Durata: 2 ore, dalle 10 alle 12

Packaging di biscotti, latte e cereali cambiano forma e si riempiono di pagine. Un workshop alternativo incentrato sul cambio di prospettiva e rivolto a chi, per passione o professione, intende acquisire il know how teorico e pratico per realizzare in piena autonomia due tipologie di legatura. Si partirà da materiali si scarto di uso quotidiano per realizzare due elaborati: notebook a pamphlet singolo e notebook a 3 pamphlet. Verranno utilizzati carta riciclata, punteruoli, aghi, fili e cutter.

Altre informazioni

Numero massimo di partecipanti: 10

Costo: 80 euro + IVA

Il materiale utilizzato durante il corso è fornito dall’organizzazione

Legatoria giapponese e vecchie cartine geografiche

Workshop condotto da Federica Nassetti, Graphic/storytelling/visual merchandising. Durata: 4 ore, dalle 14 alle 18

Strade, montagne, città e mare: le cartine geografiche un tempo fondamentali per orientarci e spostarci, oggi rimangono come colori impressi su carta ancora immensamente belli. E allora riprendiamole in mano per trasformarle in qualcosa da portare sempre con noi! Durante il workshop verrà realizzato un quaderno partendo dalla composizione dei piatti di copertina, si preparerà il blocco carta e verrà cucito il tutto seguendo le tracce della tecnica giapponese. Verranno utilizzati carta riciclata, punteruoli, aghi, fili, colla e cutter.

Altre informazioni

Numero massimo di partecipanti: 10

Costo: 120 euro + IVA

Il materiale utilizzato durante il corso è fornito dall’organizzazione

EVENTI
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Manifesto

Workshop condotto da Alessandro Bombieri, Art Director, Graphic & Type Designer

Durata: 4 ore, dalle 14 alle 18

“MANIFESTO” è un workshop che esplora il potere espressivo della tipografia come mezzo di espressione personale e sociale. Utilizzando una varietà di caratteri tipografici, strumenti e tecniche di stampa, avrai la possibilità di tradurre la tua visione in un manifesto tipografico. Potrai interagire con altri partecipanti, condividendo idee e ispirazione, creando un ambiente collaborativo e stimolante. Alla fine del workshop ogni partecipante avrà la soddisfazione di vedere la sua idea prendere vita attraverso la stampa tipografica, una testimonianza tangibile della tua visione e della tua convinzione, pronta per essere condivisa con il mondo. Questo workshop è un’occasione unica per esplorare la potenza della tipografia come mezzo di espressione personale e sociale, permettendoti di comunicare in modo efficace l’idea in cui credi più profondamente.

Altre informazioni

Numero massimo di partecipanti: 6

Costo: 120 euro + IVA

Correzione del colore: contiamo i numeri che contano

Workshop condotto da Tiziano Fruet, Italian Adobe Guru (Freelancer) for the Creative Publishing

Durata: 2 ore, dalle 10 alle 12

Le problematiche nella riproduzione dei colori in stampa sono già molteplici di per sé, e se anche le informazioni digitali del colore in origine sono approssimative (o non correttamente codificate) diventa proprio una battaglia. In questo breve incontro si concentreranno le logiche di confronto numerico tra i vari metodi colore, evidenziandone limiti e vantaggi, ponendo le basi per i metodi di controllo e correzione migliori.

Alle tecniche correttive verranno affiancate le doverose premesse strumentali e metodologiche per non incorrere in errori irrecuperabili lungo la catena di lavoro.

Altre informazioni

Numero massimo di partecipanti: 16

Costo: 80 euro + IVA

Ai partecipanti è richiesto di:

• portare il proprio portatile con Photoshop installato

• conoscenza base di Photoshop

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EVENTI
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ottobre 27 ottobre

27 ottobre

Creare pattern allover: tecniche e ispirazioni

Workshop condotto da Michela Tannoia, illustratrice professionista specializzata nelle tecniche di china e colore digitale

Durata: 4 ore, dalle 14 alle 18

Se desiderate creare delle fantasie uniche per i vostri progetti di design, di decorazione tessile o per ambienti, ma non sapete da dove iniziare, questo workshop di illustrazione rappresenta la soluzione perfetta per voi! Durante il laboratorio si apprenderanno le tecniche fondamentali per la creazione di pattern allover, a partire da forme elementari. L’incontro di quattro ore si strutturerà in due fasi: una parte teorica e una parte pratica, per consentire di acquisire le conoscenze necessarie e metterle subito in atto. Nella prima fase, saranno illustrate le diverse tipologie di decorazioni a saturazione della superficie, fornendo gli strumenti adeguati per riconoscerle. Nella seconda fase, si potranno sperimentare diverse composizioni per creare moduli ripetibili utilizzando soggetti elementari o botanici stagionali come ispirazione. Si costruirà la griglia modulare di rapporto continuo e, infine, si disegnerà su carta il proprio allover unico!

A chi è adatto?

Questo workshop è adatto a tutti i livelli di esperienza: dai principianti di disegno che abbiano tanta voglia di imparare una pratica illustrativa affascinante, ai professionisti del settore del design che vogliono approfondire la conoscenza di questa antica tecnica di decorazione per poterla praticare ovunque, anche senza l’ausilio di un computer e di un programma digitale.

Altre informazioni

Numero massimo di partecipanti: 10

Costo: 120 euro + IVA

Il materiale utilizzato durante il corso è fornito dall’organizzazione

La forza del segno espressivo nelle progettazioni grafiche

Workshop condotto da Elisa Fior, graphic designer Durata: 4 ore, dalle 14 alle 18

Ogni persona è il pezzo unico per eccellenza.

Partendo da questo punto, si concentrerà l’attenzione su 5 caratteristiche che ci contraddistinguono. Queste daranno le linee guida per esplorare e trovare segni che vadano verso l’aggettivo che si vuole rappresentare. Si utilizzeranno strumenti in uso nel mondo della calligrafia ma anche oggetti di uso comune, capendone le potenzialità comunicative. Individuata la strada si lavorerà sulle iniziali del proprio nome al fine di creare un monogramma in linea con le scelte iniziali sviluppate durante la ricerca. Una volta creato il proprio monogramma si scansioneranno gli elaborati per creare un file utile alla progettazione digitale. Un workshop per esplorare l’incontro tra un gesto analogico fatto di materia, carta, inchiostro (e relativi effetti a sorpresa) e il suo uso nell’ambito digitale.

Altre informazioni

Numero massimo di partecipanti: 10

Costo: 120 euro + IVA

Materiale necessario:

• strumenti in uso nel mondo della calligrafia

• inchiostri, tempere

• qualsiasi cosa possa lasciare un segno di vostro gradimento (spazzolini da denti, legni, gomme, rimmel, forbici, taglierino, matite, pennarelli ecc..)

• un computer portatile per la parte digitale con installato Photoshop

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EVENTI
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Sembra tessuto ma non è

Il tessuto non tessuto è uno dei materiali più versatili e diffusi al mondo: viene usato nell’edilizia e nell’automotive, nel food e nella comunicazione visiva, nel medicale e nell’agricoltura. E non solo. Ma come è fatto e come si stampa il TNT?

Il TNT è un materiale diffusissimo, impiegato nei settori più disparati e “insospettabili”, come l’ingegneria civile o la manifattura industriale. Oltre che per le sue caratteristiche fisiche e chimiche, che peraltro variano e di molto a seconda delle materie prime, viene apprezzato per la sua capacità di essere prodotto in grandi quantità (una sola fabbrica può produrre anche più di 3.000 chili di TNT l’ora) a costi contenuti. Ma ha anche alcuni punti deboli, che devono assolutamente essere tenuti in considerazione: il principale è la sua scarsa resistenza meccanica. Per questo viene usato soprattutto come materiale usa e getta.

Conoscere le caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche dei TNT aiuterà a scegliere in maniera più consapevole i materiali da stampare. Come sempre, bisogna tenere a mente alcune domande-guida: Qual è la destinazione d’uso del prodotto finito? Dove verrà usato fisicamente il prodotto finito? Che resistenze sono necessarie? Quali lavorazioni sono necessarie per arrivare al prodotto finito? Quali tecniche di decorazione posso usare?

Non tutti i tessuti non tessuti vengono stampati: anzi, sono solo una piccola parte quelli che hanno la dignità di essere visti. Molti, se anche vengono stampati o decorati in qualche modo, hanno una destinazione d’uso funzionale e non

MATERIALI
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Piccolo glossario dei materiali, delle proprietà e delle tecnologie

Agugliatura o needle punching processo con cui si compatta il materasso di fibre uscito dalla carda, attraverso aghi in metallo che si muovono in verticale.

Agugliatura ad acqua, hydroentanglement o spunlace processo di coesione del materasso di fibre simile all’agugliatura tradizionale, realizzata tramite getti d’acqua ad alta pressione.

Artificiale

materiale creato a partire da materiali naturali, elaborati attraverso un processo chimico.

Cardatura

processo che assottiglia e raddrizza la massa di fibre tessili passandole in una “carda”, una macchina composta da due rulli muniti di dentini in metallo.

Decitex (dtex)

unità di misura della densità lineare di un filo o filato, comunemente usata in ambito tessile; corrisponde al peso in grammi di 10 km di filo.

Denaro (den)

unità di misura della densità lineare di un filo o filato, comunemente usata in ambito tessile; corrisponde al peso in grammi di 9 km di materiale.

Densità o finezza

unità di misura del TNT; misura la quantità di fibra per centimetro quadrato (fibra/inch²).

Fibre tessili prodotti fibrosi naturali, sintetici o artificiali che possono essere trasformati in filati e tessuti. Possono essere discontinue, in inglese staple fiber (che nel caso in cui vengano filate danno origine a filati), oppure continue (fili).

Filo

materiale composto da una fibra continua. L’unico filo naturale è la seta; gli altri sono di origine artificiale o sintetica.

Filato

materiale composto da fibre corte, filate insieme. Sono filati la lana, il cotone, la canapa, ma possono esserlo anche materiali sintetici e artificiali.

Finezza: v. densità.

Finissaggio processo chimico, fisico o meccanico che agisce sull’aspetto e sulle resistenze di un filo, un filato, un tessuto.

Idrofobia o idrofobicità proprietà di un materiale di non assorbire e non trattenere acqua né all’interno né sulla superficie.

Interlacciatura o coesionamento tecnica che conferisce compattezza al materasso di fibre, dando origine al TNT senza usare la tessitura.

Mangano

macchina formata da tre cilindri rotanti che comprimono il tessuto; la manganatura schiaccia il filato in modo da appiattirlo e chiudere gli interstizi.

Ovatta semilavorato di alcune lavorazioni tessili, costituito da un insieme disordinato di fibre; opportunamente trattata o sterilizzata viene usata nel settore sanitario, in sartoria e tappezzeria.

Sintetico materiale creato a partire da materiali non naturali, attraverso un processo di sintesi chimica.

Spunlace: v. agugliatura ad acqua.

Termoplasticità proprietà di un polimero acquistare plasticità (passando a uno stato viscoso, e quindi formabile), all’aumentare della temperatura, in modo reversibile.

Titolo

la finezza di un filo o un filato, ovvero la relazione tra lunghezza e peso. Per le fibre sintetiche è usata la titolazione diretta, che si misura in Decitex.

Through-air o thru-air bonding tecnica di coesionatura della fibra che impiega aria calda.

TNT o tessuto non tessuto prodotto industriale simile al tessuto, ottenuto però da procedimenti diversi rispetto alla tessitura e alla maglieria. Le fibre non sono disposte in modo ordinato, ma casuale.

MATERIALI

decorativa o comunicativa. Ma bisogna anche ricordare che sono numerosi i materiali usati nel settore della visual communication che hanno un’anima in TNT: non viene stampato direttamente il tessuto non tessuto, ma il materiale che lo ricopre.

È quindi necessario circoscrivere l’argomento: in questo articolo parleremo dei TNT in generale, ma ci focalizzeremo su quelli che sono effettivamente stampati (o almeno stampabili) direttamente.

Il TNT è stato particolarmente presente nelle nostre vite negli ultimi anni. Sono realizzati in tessuto non tessuto molti dispositivi medici e di protezione individuale (DPI) così necessari durante l’emergenza coronavirus. Ma questo materiale è molto più diffuso di quanto crediamo, ogni giorno e in settori molto diversi.

Le materie prime

Oltre il 90% dei TNT è composto da fibre sintetiche (come il poliestere o il polipropilene) o artificiali (come la viscosa), ma i tessuti non tessuti possono essere fatti anche di fibre naturali (come il cotone o la lana). Nei settori che ci interessano (comunicazione visiva, food & beverage e igienico-medicale) sono le fibre sintetiche a farla da padrone, o al limite composizioni miste (per esempio, i fazzolettini igienici umidificati sono di viscosa

e poliestere). I polimeri più usati per realizzare TNT sono il nylon, il polietilene, ma soprattutto il poliestere e il polipropilene – e proprio su questi ci concentriamo in questo articolo. Insieme costituiscono quasi il 90% delle fibre usate nel mercato (fonte: Nonwoven Textiles 1997-2007 World Survey, Tecnon).

Circa due terzi del TNT prodotto in tutto il mondo è in polipropilene

(fonte: Nonwoven Textiles 1997-2007 World Survey, Tecnon): perché questo successo? Anche il polipropilene, noto anche come PP, è un polimero termoplastico, proprio come il poliestere. È il materiale di cui sono fatti moltissimi oggetti di uso quotidiano, dagli zerbini agli scolapasta, dalle etichette delle bottiglie di plastica alle custodie dei CD, fino alle capsule

per il caffè. È particolarmente apprezzato per produrre TNT per vari motivi: innanzitutto fonde a circa 160 °C, mentre il poliestere si deforma a temperature comprese tra i 225 e 240 °C, e questo rende più economici i processi di interlacciatura termici (li vediamo nel dettaglio più avanti). Inoltre ha una densità specifica inferiore a quella del poliestere: questo significa che un TNT in polipropilene, a parità di volume, sarà più leggero di uno in poliestere. Ha un’idrofobia intrinseca che può essere modificata con finissaggi in massa e superficiali. È anche stabile dal punto di vista chimico (non si deteriora); resiste al degrado biologico (muffa e sudore); non si sporca facilmente. Ha infine una buona resistenza meccanica e all’abrasione (v. Handbook of Nonwovens, 2007). Nel settore della comunicazione visiva vengono però spesso privilegiati i TNT in poliestere: questo perché è possibile stamparli anche in sublimazione (il polipropilene fonderebbe).

Il deposito delle fibre continue e discontinue

I TNT in materiali sintetici e artificiali possono essere prodotti a partire da fibre discontinue o da fibre continue. Nel caso della fibra discontinua il processo produttivo si svolge in due passaggi: prima vengono pro-

63 MATERIALI
Oltre il 90% dei TNT è composto da fibre sintetiche (come il poliestere o il polipropilene) o artificiali (come la viscosa), ma i tessuti non tessuti possono essere fatti anche di fibre naturali (come il cotone o la lana).

dotte e tagliate le fibre, e poi si procede alla fabbricazione del TNT. Nel caso della fibra continua il processo produttivo è continuo: si parte dalla materia prima per arrivare direttamente al rotolo di prodotto finito.

La lavorazione della fibra discontinua

Ci sono diversi modi per trasformare una balla di fibra tessile discontinua in un velo pronto per essere interlacciato. Le tecniche di deposito sono: il dry-laid, ovvero una sorta di cardatura (come quella che viene fatta per la lana o il cotone), in cui le fibre vengono separate e direzionate; l’air-laid, che si può considerare in effetti un tipo di dry-laid, in cui le fibre vengono trasportate su un tamburo in modo pneumatico; e infine il wet-laid, in cui le fibre vengono trasportate da un getto d’acqua. In questi ultimi due casi (air-laid e wet-laid) le fibre vengono depositate in modo casuale, non hanno una direzione precisa. La tecnica del dry-laid trae la sua origine dal mondo tessile, mentre quella del wet-laid dal mondo della carta (la cui tecnica produttiva in effetti presenta numerose analogie con quella del TNT). I TNT ottenuti tramite dry-laid costituiscono il segmento più ampio del mondo dei non tessuti.

Le fibre del materiale ottenuto possono essere disposte in modo random, a croce, oppure allineate longitudinalmente o trasversalmente. Se questo materiale non subisce ulteriori lavorazioni si definisce “ovatta”, e viene impiegato per esempio nel settore igienico-sanitario o in sartoria e tappezzeria.

La lavorazione della fibra continua

I TNT da fibra continua vengono prodotti in un unico passaggio, dalla materia prima al prodotto finito. Il processo produttivo è compatto ed economicamente conveniente. La tecnica di deposito delle fibre continue, sintetiche o artificiali, viene detta polymer-laid. Si parte dai polimeri in forma di granuli (detti anche chip o pellet): vengono inseriti in un estrusore, un cilindro al cui interno

gira una vite che mescola e fonde tutto il materiale. Al polimero possono essere aggiunti additivi che servono a modificarne alcune caratteristiche e proprietà: elasticità, idrorepellenza, resistenza al fuoco o alla luce. Il polimero fuso entra nella filiera, da cui escono fili molto sottili: pesano circa 2 o 3 denari e il loro diametro può andare dai 15 ai 25 micron. I fili prodotti hanno caratteristiche diverse a seconda di come vengono ottenuti; alcuni tipi di TNT prendono nome dal processo di estrusione dei fili da cui sono composti: i fili dello spunbond vengono semplicemente fusi; quelli del meltblown sono fusi e per favorire l’indurimento

ne e la stabilità dimensionale. In ogni caso bisogna tenere presente che nessun TNT avrà le stesse resistenze meccaniche di un tessuto o di una maglia. Esistono diverse tecniche per interlacciare le fibre. L’agugliatura in inglese è detta needlepunching, letteralmente “punzonatura ad ago”: sono infatti aghi in metallo a interlacciare le fibre in modo da renderle più stabili dimensionalmente (in modo unidirezionale o multidimensionale, o ancora in modo da creare texture particolari). È una tecnica usata spesso con TNT prodotti tramite dry-laid. Lo spunlace o hydroentanglement, letteralmente “intreccio ad acqua”, è una tecnica di interlacciatura

passano attraverso un getto di gas ad alta velocità; quelli del flashspun cambiano composizione chimica a causa della rapida evaporazione del solvente proprio durante l’estrusione. Per aumentarne la resistenza meccanica, i fili subiscono un processo di stiro che ne orienta le molecole. Lo stiro viene svolto con aria oppure attraverso un processo meccanico, passando il filo in rulli a diversa velocità. Solitamente i fili usati per i TNT vengono stirati ad aria e successivamente raffreddati.

L’interlacciatura

A questo punto le fibre sia discontinue sia continue (sotto forma di rete bidimensionale, detta web, o tridimensionale, detta batt) vengono depositate su un tappeto aspirato e sottoposte a una lavorazione che gli permette di mantenere la coesio-

simile all’agugliatura, ma in questo caso gli aghi sono sottilissimi ma potenti getti – veri e propri aghi – d’acqua. Più delicata dell’agugliatura tradizionale, non rovina le fibre tessili. Il termobonding e il through-air bonding sono tecniche che usano il calore per stabilizzare le fibre: nel termobonding il calore è diretto, impresso tramite cilindri riscaldati e puntinati; nel through-air bonding è indiretto, trasmesso tramite getti di aria calda. Le fibre possono essere coesionate anche con un procedimento chimico, attraverso sostanze adesive spruzzate, imbevute o cosparse sul tessuto e fissate con un passaggio in calandra o mangano. Un’altra tecnica consiste nella cucitura, con filo o senza: si chiama stitchbonding o maliwatt (dal tipo di telaio con cui viene prodotto il TNT). Un’ulteriore tecnica di coesionatura prevede infine l’uso di ultrasuoni.

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A seconda del materiale di cui sono composti, delle loro caratteristiche e delle destinazioni d’uso dei prodotti finiti, i TNT possono essere stampati con tecnologie analogiche oppure digitali.

Il finissaggio: bruciapelo e trattamenti superficiali

Nel mondo tessile tutte le lavorazioni che servono a migliorare le caratteristiche di un tessuto vengono definite “finissaggio” (o “finitura”). Questo vale anche per il TNT, che viene trattato proprio come un tessuto vero e proprio. Come possiamo immaginare, la superficie dei TNT non è particolarmente liscia e omogenea. Per eliminare i peli, i tessuti non tessuti possono passare in una macchina detta “bruciapelo”, che brucia la peluria con becchi a gas o sbarre arroventate. Il TNT può anche subire trattamenti superficiali (bagni o spray) che ne migliorano determinate caratteristiche: idrorepellenza, resistenza al fuoco, resistenza agli acari, antibattericità… Rispetto agli additivi aggiunti in massa questi trattamenti sono meno resistenti e duraturi, perché non penetrano nella fibra. Lo stesso avviene per la tinta: se realizzata a questo punto del processo produttivo interessa solamente la parte superficiale dei fili. Le chimiche usate dipendono dai materiali di base.

Altri finissaggi: accoppiatura, resinatura, coatizzazione, laminazione

Il TNT viene spesso usato insieme ad altri materiali: hanno un’anima in TNT, per esempio, i banner in PVC e le borse in pelle sintetica, ma anche i tubi di gomma. Proprio come i tessuti, anche i TNT possono subire diversi finissaggi. Possono essere accoppiati ad altri materiali, magari impermeabili. Possono essere “resinati” sul retro o “coatizzati” sul fronte, per aumen-

I settori d'impiego del TNT

Il TNT viene apprezzato e usato in numerosi settori per i bassi costi e la rapidità di produzione:

→Igienico

→Sanitario e medicale

→Filtrazione (liquidi e gas)

→Biancheria per la casa

→Arredamento

→Edilizia

→Costruzioni

→Manifatturiero

→Comunicazione visiva

IMPIEGHI

→Pannolini, tamponi e assorbenti; fazzoletti e salviette asciutti o umidificati (wipe); lenzuola usa e getta

→Mascherine e camici; tamponi e materiale chirurgico; materiale per bendaggi e ingessature

→Tè, liquidi; assorbimento di olio; filtri respiratori; filtri industriali

→Tovaglie e tovaglioli; poggiatesta per mezzi di trasporto; biancheria da letto e federe; fodere; tendaggi

→Moquette e piastrelle in moquette; tappeti per auto e moto

→Pavimentazioni; tetti; isolamento termico e acustico

→Substrati nelle strade, nei terreni; sistemi di drenaggio dell’acqua

→Supporti per spalmatura, accoppiatura, stampa: pelle sintetica, gomma

→Banner, pettorali, borse, shopping

tare la stampabilità ma conferire anche proprietà antisfilo, di resistenza al fuoco e idrorepellenza, resistenza all’acqua, protezione dai raggi UV e antimuffa.

La coatizzazione modifica intensamente la natura del materiale: il TNT diventa di fatto un supporto per la resina, e passa (letteralmente) in secondo piano. La pelle sintetica spesso non è altro che TNT coatizzato. Infine, i tessuti non tessuti possono essere laminati, cioè protetti con una lamina funzionale o decorativa, trasparente o colorata. La laminazione conferisce al materiale una perfetta impermeabilità, e per questo viene adottata per esempio nella produzione di dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale (DPI).

La decorazione: stampa e goffratura I TNT, ovviamente, possono essere anche decorati. A seconda del materiale di cui sono composti, delle loro caratteristiche fisiche e delle destinazioni d’uso dei prodotti finiti possono essere stampati con tecnologie analogiche oppure digitali.

Tra le tecnologie analogiche vengono usate la serigrafia, la flessografia, la stampa a rotocalco. Anche il getto d’inchiostro viene usato spesso: eco-solvent, latex, UV e UV-LED (magari con pretrattamenti specifici per migliorare l’adesione degli inchiostri). Nel caso in cui il TNT sia di poliestere (e quindi sopporti le temperature necessarie per il passaggio in calandra) è particolarmente diffusa la stampa a sublimazione, soprattutto indiretta: il fatto di non dover stampare diretta-

mente la superficie irregolare e pelosa del tessuto non tessuto minimizza i rischi per le testine. Quando si stampa il TNT si devono usare alcune accortezze, come fare delle prove per valutare l’eventuale restringimento longitudinale e trasversale in seguito all’asciugatura o al passaggio in calandra. Le prove di stampa servono anche a controllare la resa dei colori ed eventuali viraggi dovuti alle sostanze usate nel processo di fabbricazione del materiale. Sono elementi potenzialmente critici, e quindi da tenere in considerazione, anche la finezza e la planarità del tessuto.

Un’altra lavorazione alla quale può essere sottoposto il TNT è la goffratura, realizzata con una calandra in acciaio che incide una decorazione lineare. Con la nobilitazione di stampa e goffratura anche un materiale “umile” come il TNT può così ricoprire un ruolo da protagonista in un mercato esigente come quello della comunicazione visiva.

Contributo tecnico e scientifico di Mauro Balossi (Greenprint)

Giuseppe Bosio (esperto tessile)

Enrico Buriani (RadiciGroup)

Giancarlo Miotto (TicTac Stampa), Marco Scatto (Polymer Scientist)

Nella stesura di questo articolo è stato consultato, tra gli altri, il volume Handbook of Nonwovens, a cura di S.J. Russell, pubblicato da Woodhead Publishing Limited e The Textile Institute nel 2007.

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OneMorePack 2023, i progetti premiati

Si è conclusa la nona edizione di OneMorePack, l’iniziativa sul packaging design messa in campo da Grafica Metelliana. Il 9 giugno scorso, infatti, durante il Forum alla Città della Scienza a Napoli, sono stati annunciati i due vincitori nelle categorie Packaging e Label, i due vincitori della sezione studenti (il primo premio è andato a Eleonora De Filippis, School of Design di Napoli, mentre il secondo a Emanuele Rubellini, Accademia di Comunicazione di Milano) e sono state assegnate cinque menzioni. I premi e le menzioni sono stati decretati da una giuria tecnica presieduta da Ornella Formati, tranne la menzione “apprezzamento del pubblico” al progetto che ha raccolto più preferenze sul sito di OneMorePack.

PRIMO CLASSIFICATO CATEGORIA PACKAGING

Ottagono. A star is born

Agenzia: Spazio di Emiliano De Masi

Motivazione: Per il minimalismo che caratterizza ogni scelta di progettazione: dalla soluzione cartotecnica all’eleganza della grafica, fino alla scelta della scala cromatica dell’intero coordinato che riesce a raccontare con pochi elementi fornendo, al contempo, un aspetto premium al packaging che contiene alici, tonno e colatura, piena espressione delle bontà della Costiera Amalfitana.

AWARDS
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CONCEPT INNOVATIVO

BREW ART

Agenzia: Basile ADV ft Resistenza

MENZIONE STORYTELLING

Label Azienda Agricola Guerritore

Agenzia: Nju Design

MENZIONE APPREZZAMENTO

DEL PUBBLICO

Machetto Parlante

Pestato di alici al mortaio

Agenzia: idea studio creativo

MENZIONE NOBILITAZIONI:

Giochi di Spiaggia

Designer: Dario Frattaruolo

MENZIONE DESIGN

Itinerari Leggendari di GAY ODIN

Agenzia: Antville

PRIMO CLASSIFICATO CATEGORIA LABEL

MONO, Francesco Cillo

Agenzia: La Furia Studio

Motivazione: Per il connubio tra antico e contemporaneo dati dalla scelta della lamina bronzo, dal colore vivace, dal lettering e dal typo. Per l’ottimo rapporto label/bottiglia e la scelta non convenzionale di usarne una tipica dei distillati, che rende il prodotto fortemente riconoscibile e caratterizzato a scaffale. La giuria ha anche apprezzato la revisione e il rimando di elementi e stilemi noti, citati su questa etichetta con eleganza e senza eccessi.

67
AWARDS

ABBIAMO PARLATO DI | WE TALKED ABOUT

68 Advision 51, 56 AIAP 11 Allegrini ......................................................... 12 Allegrini Maurizio ..................................... 13 Ambientha 43 Amusi 20 Andrea Castelletti Studio 54 Angiolillo Luca 52 Antville 67 ArteficeGroup 56 Avery Dennison 51 Basile ADV 52, 67 Basile Andrea .............................................52 Benesch Markus 43 Bombieri Alessandro 57 Bottega Veneta 47 Bracalente Marco 15 Brand Revolution 56 Canon 28, 43 Carnevale Alessandro 24 Cartaria Italiana 56 Cartiere di Trevi ......................................... 14 Castelletti Andrea ................................... 54 Ceriotti Angela 44 CIP 44 Cliners 13 Conviv 56 Coppa Milano-Sanremo 56 Coppola Antonella 32, 53 Coppola Mario............................................32 Creative Hero ............................................ 55 Dario Frattaruolo Design................. 9, 69 DEP 13 D-house 43 Di Bartolomeo Giulia 20 Di Rienzo Loreto 43 DLV BBDO 56 Effige 2.0 ...................................................... 56 Experiency .................................................. 56 Fedrigoni 16, 54, 69 Ferrara Angelo 49 FESPA Italia 26 Fior Elisa 59 Fontana Grafica 56 Frattaruolo Dario 67, 69 Fruet Tiziano 58 Galo Tiago ....................................................52 Gaviglio Marco .......................................... 25 Grafica Metelliana 52, 66 Grafical 2, 8, 51, 56 Grafiche Federighi 54 Grafiche Paciotti 14 HH Global 30 HP 11, 29, 51 ICMA 11 ICO ................................................................... 56 idea studio creativo ............................... 67 ITA Airways 48 Kornit Digital 45 Kurz gruppo 24, 69 La Commerciale 69 La Furia Studio 67 Lessebo Paper 10 Lister Steve 30 Luxe Pack Monaco ........................... 11, 23 Luxoro .............................................. 24, 51, 56 Manzo Ciro 33 Metainitaly Creative Team 44 MM Group 31 Mousse Publishing 47 myCordenons 56 Nassetti Federica 57 Nava Press.................................................... 47 Nazzari Alessandra 43 Nju:design..............................................32, 67 O,Nice! Design 56 Organo Paolo 43 Oropress 8, 10, 56, 71 Pattern gruppo ......................................... 45 Pesce Gaetano 47 Picasso Micaela 44 Poiana Martina 51 Polettini Roberta 20 Pozzoli 10 Retail Pak 3, 52 Robilant Associati 49 Russo Raffaele 20 Salerno Giuseppe .....................................52 Santini Paolo 21 Sappi 47 SEI Laser 56 Silverskin 56 Smith Lumen ............................................. 56 So.ve.mec..............................................32, 53 Spazio 66 Storytel 56 Tannoia Michela........................................59 The Navigator 9, 72 The Village 20 This Unique 56 UPM Raflatac................................................9 Valtenna ....................................................... 56 Varigrafica 56 White Studio 20

DARIO FRATTARUOLO DESIGN

Dario Frattaruolo Design è uno studio creativo multidisciplinare con sede in Toscana, specializzato in Branding, Packaging e Illustrazione. Premiato con riconoscimenti e premi internazionali, da oltre 20 anni utilizza nuovi metodi di ricerca applicata a tutti gli ambiti della comunicazione fino alla creazione di concetti innovativi per il prodotto. Studiando l’evoluzione dei caratteri tipografici, le trasformazioni della grafica nei vari contesti storico culturali e delle sue tendenze più attuali, creando un’identità grafica capace di stimolare la percezione. Lo studio collabora con brand internazionali e come relatore tenendo seminari e workshop con La Sapienza Università di Roma, l’Università per gli stranieri di Perugia, Università degli studi della Tuscia.

www.dariofrattaruolo.com

Essentia Regia

Essentia Regia è un amaro di genziana artigianale nato dalla collaborazione dell’Executive Chef Fabio Valtorta del ristorante Hespresso con la famiglia di imprenditori Scrocca, recuperando una ricetta del XVIII secolo proveniente da un remoto monastero balcanico. L’etichetta ideata da Dario Frattaruolo è ricca di elementi geometrici, figurativi e lettering che si integrano per restituire quell’idea di fusione e miscela proprie dell’amaro. La scultura rappresenta re Genzio, ultimo re dell’Illiria cui si deve la scoperta delle virtù della Genziana Lutea, in una chiave contemporanea che scompone alcune porzioni in elementi ondulati e sinuosi. In questo modo la figura sembra staccarsi dal piano bidimensionale e animarsi nel tripudio dei fiori delle varie tipologie di genziana. Le lavorazioni sono studiate per dare tridimensionalità ai disegni e un supporto maggiore per la presa della bottiglia. Gli elementi tipografici principali sono realizzati con lamina a caldo MTS 349 rame (Kurz) e presentano microincisioni in embossing. La scritta nera sul lato dell’etichetta è in debossing. Tutte le zone di impronta che servono a dare una maggiore presa alla bottiglia sono realizzate con un rilievo a tondo. La scultura è realizzata con un rilievo modellato e arricchita di dettagli con serigrafia opaca. La stampa, realizzata da La Commerciale così come le nobilitazioni, è a 5 colori offset su carta Cotone Bianco Ultra WS di Fedrigoni Self-Adhesives, mentre la bottiglia in vetro ultrachiaro con doppio fondo, che conferisce eleganza e solidità, è Estal. Il progetto è stato premiato con due Bronzi: uno alla London Spirits Competition 2023 e uno agli European Design Awards 2023.

CREATIVE FRAME
COVER E CONTROCOVER DI QUESTO NUMERO SONO DI

Precision

All of this is made possible by The Navigator Company’s expertise and the choice of a key natural resource: the Eucalyptus globulus, from its responsibly managed forests. Its uniquely thick fibres allow us to produce more paper with less wood, as well as making it lighter and more recyclable. Therefore, is the best option for a sustainable premium paper. Just like Soporset is the best match for a unique printing experience.

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