Printlovers, n. 72, Aprile 2018

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T Y P E

TIPOGRAFIA/// CLASSIFICARE I CARATTERI Progettare un carattere — seconda lezione

COLO PRO

L'ultimo censimento dei caratteri digitali risale al 2012, ad opera del progetto Creative Market. Dall'indagine, risulta un impressionante numero di oltre 90.000 famiglie di caratteri, per un totale di quasi mezzo milione di singoli font. Il dato è ancora più significativo se consideriamo che l'incremento nella pubblicazione di caratteri tra il 2010 e il 2012 è addirittura del +30%, e che un carattere su tre appartiene alla cosiddetta categoria "Display".

Con la capillarità di internet e la diffusione di software di type design sempre più intuitivi e automatizzati, il numero dei singoli font di cui disponiamo ha raggiunto la cifra vertiginosa di un milione. Saper classificare un carattere è dunque una competenza indispensabile, non soltanto per orientarsi in questo universo così affollato, ma soprattutto per poter individuare nuovi spazi di progettazione.

di S T E F A N O

TO RREGRO S SA

C

Classificare i caratteri tipografici è un'arte antica. Ci aveva provato per primo il francese Francis Thibaudeau nel 1921, individuando quattro famiglie principali, seguito da Maximilien Vox con i suoi nove modelli. L'italiano Aldo Novarese, trent'anni dopo, si era basato sullo stile di grazie e terminali per identificare dieci principali categorie. La più recente classificazione ufficiale della letteratura di settore è invece quella di Robert Bringhurst, nel suo noto testo "The Elements of Typographic Style" del 1997, che propone otto fondamentali famiglie di caratteri. L'autore, tuttavia, non aveva ancora fatto i conti con la completa esplosione della tipografia digitale: l'esponenziale aumento dei software di type design, combinato con la diffusione dei mercati online dove è possibile vendere e acquistare caratteri con un click, ha comportato in pochi anni un vertiginoso aumento dei font a disposizione dei designer.

È più che prudente, quindi, stimare che oggi i singoli font stiano per raggiungere quota un milione. Oggi più che mai è necessario rivedere e ampliare il modello di classificazione di Bringhurst, tenendo conto del considerevole aumento di font, stili e categorie degli ultimi vent'anni. La proposta di classificazione ragionata che trovate nelle pagine seguenti, che comprende comunque buona parte della classificazione ufficiale, è frutto dell'esperienza e dell'osservazione personale, oltre che del confronto attivo e costante con la comunità online.

R

Resta il fatto che classificare un carattere non è solo un mero esercizio teorico: aiuta nella comprensione dell'origine storica e culturale della tipografia, permette una migliore organizzazione e identificazione della propria libreria di font e, non da ultimo, getta le migliori basi per progettare un carattere secondo stili codificati e condivisi ad ogni livello.

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