Il Poligrafico, n. 156, Agosto - Settembre 2014

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SPECIALE verniciProblematiche E PROCESSI SPECIALE vernici E PRO di stampa tecnica stampa

Variazioni di tinta

L’indesiderato effetto sullo stampato del viraggio di alcuni colori speciali a campione e la resistenza a vernici, solventi e luce rappresentano fenomeni sempre attuali da conoscere e approfondire. di ALBErtO siRONI

Capita frequentemente, negli ultimi tempi, di trovarsi coinvolti in spiacevoli problematiche di viraggio o sbiadimento di alcune tinte speciali, prevalentemente se composte con l’utilizzo di basi appartenenti alla cosiddetta e famigerata famiglia delle “lacche blu”, sia pur aggiunte in piccole parti percentuali. In realtà è noto sin dall’inizio dell’utilizzo delle vernici UV (cioè da circa 30 anni) che gli inchiostri a base di blu riflessi, porpora, rodamina, warm red, blu 072, violet Pantone o inchiostri equivalenti, se verniciati corrono elevati

rischi di viraggio di tinta. Ciò avviene in special modo con le vernici UV, ma anche con vernici a dispersione (acriliche all’acqua) ad alta viscosità, il cui impiego si è sempre più diffuso col tempo, e persino con film di plastificazione, in particolare se utilizzano adesivi a base acquosa. Tali applicazioni, infatti, nella finitura degli stampati possono portare come conseguenza indesiderati fenomeni di variazione della tinta nello stampato stesso. La spiegazione risiede nel fatto che alcuni pigmenti presenti negli inchiostri vengono

test di laboratorio - solidità alla luce

2. CAMPO DI APPLICAZIONE La procedura si applica agli inchiostri colorati sotto forma di stampe calibrate / rullate o su stampati di macchina.

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3. RIFERIMENTI - Esecuzione strumentale di stampe calibrate. - Manuale d’uso dello strumento. - Procedimento proposto nel P.I. Printing 2P - 51 del Packing Institute (342 Madison Avenue - New York, 17).

4. DEFINIZIONI La solidità alla luce è strettamente correlata alla struttura chimica del pigmento: esistono pigmenti molto resistenti e altri scarsamente resistenti. Il colore sotto l’azione delle radiazioni di luce tende generalmente a diminuire d’intensità, specie nei colori chiari. Quando il colore invece tende a diventare scuro senza perdere l‘intensità, a fianco dell’indice di valutazione si metterà una “D” che significa appunto “dark” cioè “scuro”. La differenza cromatica fra il colore sottoposto al test e l’originale si esprime in termine di perdita d’intensità mediante l’analisi colorimetrica o densitometrica. L’esposizione è sempre accompagnata dall’impiego della “scala lana da 0 a 8” che serve per la determinazione esatta degli indici di solidità. 5. PROCEDURA 5.1 Materiali - stampe calibrate / rullate o stampati. IPI 156/14

1. SCOPO Gli inchiostri, in base al tipo di pigmenti contenuti, presentano una sensibilità più o meno marcata nei confronti della luce. Il fenomeno si concretizza nella perdita dell’intensità del colore o in una variazione di tinta (viraggio). Il test consiste nella determinazione sperimentale della resistenza alla luce simulando la luce solare e si conduce su stampe / rullate calibrate degli inchiostri possibilmente con uno standard di riferimento. Il supporto cartaceo impiegato per le prove deve essere preferibilmente resistente alla luce.


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