il Poligrafico 115/2010 - Maggio

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aziende fiori all’occhiello

Il Gruppo Arvato Print Italy, controllato da Bertelsmann, comprende: Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche, Eurogravure e Arti Grafiche Johnson per la stampa; Distriberg per legatoria e distribuzione.

Quali sono le tecnologie vincenti per il prossimo futuro? Per i prodotti di stampa si aspetta certamente la risposta: la macchina da stampa digitale! Non è facile fare previsioni sull’andamento futuro delle tecnologie di stampa. E non è facile perché siamo persone abituate a pensare perlopiù in termini tecnici, basta avere una nuova macchina e il business è fatto. Ma qualche volta questo si rivela un errore commesso in passato soprattutto da noi stampatori. Per me è chiaro che anche nei prossimi vent’anni tutti i sistemi di stampa esistenti continueranno a coesistere e ad essere concorrenziali tra di loro, solo per citare i tre più importanti: rotocalco, offset e stampa digitale. Ciascuno di questi sistemi implica vantaggi e svantaggi in ragione delle proprie specifiche di stampa in termini di formato, tiratura, foliazione e colore. Il rotocalco, per esempio, sconta costi fissi che sono da tre a cinque volte più alti di quelli del roto-offset (incidere otto cilindri costa 8mila euro, incidere otto lastre da 1000 a 1500!) e per questo le previsioni dicono che sarà quello che nei prossimi anni rischia di perdere quote di mercato rispetto alla stampa piana e roto. Il problema però sarà piuttosto quello di rassegnarci al fatto che il mercato della stampa non è destinato a crescere bensì a rimpicciolirsi sempre più nei prossimi vent’anni. I dispositivi elettronici mobili, come gli e-book, stanno conquistando il grande pubblico. Secondo Lei come si posizioneranno sul mercato rispetto ai libri tradizionali? Fra i prodotti tascabili economico, cartonato e volume illustrato, l’e-book guadagnerà rapidamente quote di mercato soprattutto nel tascabile economico, se riuscirà a dimostrasi veramente pratico all’uso. Gli altri prodotti si adegueranno di conseguenza. Che cosa ne pensa delle tecnologie di stampa inkjet ad alta produttività che si stanno affacciando sul mercato (vedi soluzioni di HP e Kodak) e che entreranno in competizione con la stampa offset per applicazioni, quali il book-on-demand, transpromo, ma anche quotidiani, riviste e cataloghi? La tecnologia di stampa inkjet rappresenta un’alternativa interessante soprattutto per i libri in bianco e nero. I limiti sono dati dai tipi di carta utilizzabili, dalla mancanza di sicurezza di produzione, da un elevato prezzo di acquisto e da costi variabili incomprensibilmente elevati, per cui la stampa offset resta concorrenziale fino a tirature di 500-800 copie. Certo, questa soglia, grazie anche alle innovazioni tecnologiche che riguardano le nuove macchine da stampa digitale, si sta alzando, ma credo che la stampa digitale sia destinata, almeno da qui al 2015, a crescere ma non a esplodere! L’internazionalizzazione è secondo Lei un elemento da “coltivare” da parte di aziende grafiche italiane forse ancora eccessivamente dipendenti dal mercato locale? Noi stampatori italiani siamo i migliori! Se non siamo noi internazionali, chi altro lo è? Molte tipografie italiane raccolgono infatti oggi fino al 50% e anche più del fatturato proprio all’estero. Del resto grandi Paesi come la Francia stanno dimostrando di non essere in grado di fare gli investimenti tecnologici degli stampatori italiani e questa, per noi, è una grande fortuna.

IPI 115/10

Che cosa ne pensa delle aggregazioni? L’unione fa la forza? È vero che l’unione fa la forza. Ancora oggi le joint-venture rappresentano un aspetto impor>segue a pag. 81 tante ma hanno un po’ modificato il proprio focus.

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