Q-Magazine Gennaio 2013

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09. EDITORIALE 10. IL PERSONAGGIO Gaetano Navarra - L’elogio dei contrasti 14. ARTE & CULTURA Il sogno e la realtà secondo Chiovitti Scatti di Roma Contemporanea 22 CINEMA Sandra Bullock - La ragazza della porta accanto Alessandro Magno - In Grecia, versione virtuale Prime Visioni 2013 34 VIAGGI Malta, l’isola senza stagione Amsterdam e le sue mille leggende Israele secondo Amos Oz Massachusetts, il Paese della libertà Grecia, itinerari mitologici 50 ARCHITETTURA & DESIGN Un Design Hotel da Brivido La casa Domotica Squish, arte sull’Oceano 56 SOCIETÀ Patrizia Prestipino - L’Homo Sindaco di Roma L’Opinione di Cecchi Paone Il Matrimonio Gay negli USA A tu per tu con Alfonso Signorini 62 A TAVOLA Il ristorante by Frankie Morello 64 CURIOSITÀ & ATTUALITÀ DI VIAGGIO In giro per il mondo con Ciro di Maio Vip Lounge - Prego si accomodi Oltre l’esplorazione del consentito 69 PUBBLI-REDAZIONALE Absolute Unique - Unica e per tutti 70 VIAGGI E TECNOLOGIE Vacanze e rete - Consigli per l’uso Hotel & Piste Hi-Tech

In copertina foto di Roberto Chiovitti Modello Edoardo Figara

Video, Foto e Musica, oltre ai contenuti cartacei, disponibili su q-magazine.it e nella versione iPad presente su Apple Store.

74 MODA & TENDENZE Uomo Donna - Primavera/Estate 2013 78 EVENTI Gennaio/Giugno 2013 80 LIBRI Alessandro Fullin 83 RUBRICA Lettere al Direttore

colophon DIRETTORE EDITORIALE: Alessio Virgili GRAFICA & IMPAGINAZIONE: Studio Grafismi - Donatella Ferrucci STYLING & ART DIRECTION: Alessio Virgili e Andrea Cosimi H ANNO COLLABORATO A QUE STO NUMERO: Alessandro Cecchi Paone, Alfonso Signorini, Mauro Fanfoni, Letizia Strambi, Olga Mazzoni, Andrea di Stefano, Viola Spinelli, Diego Arena, Andrea Cosimi. FOTOLITO & STAMPA: Artigrafiche Srl

EDITORE:

Sonders and Beach Italy S.r.l. Sede di Roma - Via della Consulta, 52 - 00184 Sede di Milano - Via Mauro Macchi, 8 - 20124 P.IVA/Codice Fiscale n. 05592970965 Iscrizione ROC Lombardia n. 21970 ISSN 2281 – 6186 Quiiky

PUBBLICITA’: M.U.S. S.r.l. - info@mus-marketing.com Tel. 06.45595887

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Cari lettori

come sapete da anni il gruppo Sonders & Beach, che ho l’onore di rappresentare, si è fortemente impegnato nel sostegno all’integrazione della comunità glbt nel nostro Paese. È stato sempre un impegno forte e reale, ad iniziare dal rispetto e dalla valorizzazione di tutte le diversità presenti in azienda, fino allo sviluppo di servizi per la soddisfazione di qualunque tipo di esigenza dei nostri clienti. Con perseveranza oggi siamo ancora qui, più forti di prima, a presentarvi un nuovo progetto che parte con questo nuovo anno e che siamo certi ci aiuterà nella nostra missione di diffondere “la cultura del viaggio” a più persone possibili. Con orgoglio vi annuncio la nascita di Q-Magazine, una rivista che tratta una vasta gamma di argomenti tutti legati da un'unica anima, un unico fil rouge che è il turismo.

Acuto, Smart, Cool: Q-Magazine è la prima rivista semestrale italiana di Turismo & Lifestyle gay friendly per gli uomini e le donne che amano il bello. Una rivista che ama definirsi aperta a tutti, comunque si è, come si intuisce dallo slogan "Per lui, per lei, ma soprattutto per Te!". All'interno tante notizie sul mondo del turismo, della moda e delle nuove tendenze, del cinema e del teatro, della politica e dell'attualità, della cucina e del gourmet, delle nuove tecnologie e della musica. Il tutto in una veste “gay friendly”. A dare un tocco personale alla rivista una sezione dedicata agli eventi più cool, ai racconti di viaggio dei nostri lettori, consigli dai nostri esperti ed interviste a personaggi dello spettacolo, della politica e della società. Testimonial d'eccezione della rivista Alessandro Cecchi Paone. Il marchio che la rappresenta è una stilizzazione originale della lettera “q” che richiama un po’ anche l’immagine del fumetto, proprio perché il nostro obiettivo primario sarà dar voce a tutti Voi e alle Vostre storie. Allo stesso tempo vi comunicheremo novità e destinazioni con uno stile narrativo tutto nostro. Nel marchio troverete un QrCode da cui potrete scaricare ad ogni edizione contenuti multimediali gratuiti ed inediti. A nome mio e di tutta la redazione vi ringrazio per la fiducia che continuate a rinnovarci seguendoci oramai da oltre cinque anni. Per questo continueremo a lavorare come sempre con passione e dedizione pronti a ricevere anche le critiche per migliorare nel nostro lavoro. Grazie e Buona Lettura!!!

Alessio Virgili Direttore Q-Magazine 9


Il personaggio

GAETANO

di Letizia Strambi

NAVARRA

L’ELOGIODEICONTRASTI Biografia Bolognese di origine spagnola Gaetano Navarra ha sviluppato e coltivato, sin da piccolo, la passione per la moda. Il 1986 lo vede debuttare con la sua prima collezione di pret–à–porter in maglia nell’ambito di Milano Collezioni. Capelli cortissimi e tatuaggi giapponesi old style che gli decorano il corpo stanno ad indicare il suo carattere di uomo libero. Nel 1992 lo stilista collabora per quattro anni con il gruppo Genny da cui nascerà l’omonima linea. Mario Bandiera, nel 2001, sceglie di chiamare Navarra per disegnare le linee del gruppo Les Copains: Les Copains Blu e Les Copains Jeans. E’ un vero successo. Nel 2006, il creativo ha siglato un accordo con Saverio Moschillo che è divenuto il distributore per l’Italia e l’estero della linea Gaetano Navarra Uomo.

Collezione 2011

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L’advertising recita: la creatività è un prodotto dell’innocenza. Gaetano Navarra sa dunque quello che vuole dire attraverso la sua moda. Una sorta di noblesse trasgressiva trasuda dai suoi modelli, un rigore frammentato. Non a caso il suo regista preferito è Luchino Visconti. Questo ci dice molto sul suo modo di essere. L’apoteosi degli anni 90 in cui sfilarono per lui Linda Evangelista e Naomi Campbell, Kate Moss e Veruschka, si perpetua in una ricerca di volumi, fasti e innovazione, come per Visconti si celebrò, in ogni suo film, assieme alla contemplazione dell’innocenza, l’eclisse di una nobiltà, la sua splendida caduta, il tramonto perfetto e senza fine. Vorrei soffermarmi su un punto di partenza fondamentale per Lei: Bologna. Ha un’immagine, un ricordo di formazione… cosa deve a questa citta? E poi anche un punto di arrivo che segnò la sua carriera da giovane: l’Oscar della Moda ritirato nello scenario del teatro greco di Taormina. Cosa ricorda di quella sera, di quel momento? La città di Bologna mi ha dato tutto. Sono debitore e per questo ancora oggi non me ne distacco, infatti la sede della mia maison è qui. A Bologna devo la mia formazione scolastica e umana, poi lavorativa.


Il personaggio L’Oscar della moda è stato uno step importante della mia carriera, soprattutto perché sono arrivato a quel premio quando ero ancora molto giovane. Quella sera, in quel momento esatto, in quella splendida location, ebbi la consapevolezza che qualcosa era cambiato e sarei andato avanti. Dedicai quel premio a mia nonna, la persona più importante della mia vita. Mi ha insegnato il mestiere, mi ha insegnato a vivere, mi ha insegnato tutto. Devo a lei quello che sono, come stilista e come uomo. Che studi ha fatto? Nulla di particolare: l’Istituto d’Arte, poi ho imparato lavorando subito; mia madre aveva un maglificio nel quale sono cresciuto. Cosa della cultura bolognese ha influenzato il suo stile? Bologna è per tradizione una città universitaria, dove si sente in anticipo l’innovazione, il cambiamento per via dei giovani che qui affluiscono da tutto il mondo arricchendola di idee e confronti. Questo ha influito su di me più che la cultura pittorica o architettonica: la ricchezza e la freschezza umana. Abbiamo visto che lei viene definito un “giovane stilista” come molti altri colleghi della sua età che hanno battuto parecchie passerelle… Quando si diventa uno stilista e basta? Infatti! Ritengo che alla mia età uno debba essere un “bravo” o un “pessimo” stilista e non più un “giovane” stilista. Me lo chiedo anch’io, sono venticinque anni che lavoro e sono sempre “giovane”. Perché l a sua generazione e anche la successiva spende molto tempo nella ricerca di materiali diversi, innovativi? Perché tutto è stato detto sui volumi soprattutto negli anni venti, e poi il tema è stato esaurito definitivamente negli anni ottanta. Da allora abbiamo cominciato a guardare ai nuovi tessuti per studiare qualcosa che fosse veramente diverso rispetto al passato. Il volume è tutto, la moda è una ricerca continua del volume giusto. La moda “è” volume. Mi spieghi meglio quest’assioma. La moda è fatta di volumi, di millimetri, di centimetri. Portare un punto di vita su di tre centimetri

Collezione Primavera/Estate

cambia profondamente lo stile di un capo e la moda di una stagione, stesso dicasi per la lunghezza di una gonna, per l’ampiezza di un pantalone. I volumi dettano la moda e sono stati tutti esplorati e rivisitati. Alcuni pittori dedicavano molto tempo al dis egno pri ma di dipingere come Leonardo, e ce ne sono altri come Tizi ano che addirit tura non di segnavano, talmente era importante per loro il colore. Ci sono degli stilisti che fanno del taglio un diktat e altri che non vivono senza cucito e ricami infinitesimali. Mi sembra che lei appartenga alla prima categoria… Dal taglio nasce tutto. L’arte è lì nel cartamodello. Anche se nei miei abiti ci sono molti aspetti difficilissimi legati al cucito. Quindi entrambi sono importanti per me. 11


Il personaggio

Lei fa uso del verde acqua nel la sua ultima collezione, è una scelta unica e arditissima… Le scelte dei colori si fanno molto prima, al momento del confronto con i fornitori da cui si intuisce quali saranno i colori che andranno la stagione successiva. Assodato che sarebbero stati di moda i colori pastello ognuno ha osato secondo le proprie corde. C’è chi si adegua con un color pesca e c’è chi, come me, azzarda un lilla e un verde acqua. E può anticiparci cosa andrà nell’autunno-inverno 2013? Gonne lunghe, cappotti lunghi, le cose più interessanti saranno giocate sulle lunghezze. Le fantasie avranno un ruolo meno preponderante, dovuto al momento che impone un certo rigore. Non per tutti, ci sono Paesi che sono in crescita, in quali nazioni viene maggiormente apprezzata la moda di Gaetano Navarra? In Cina, Russia e America stiamo lavorando molto bene, mentre in Europa sembra tutto molto fermo. Qual è il s uo desiderio per sé stesso e per i l suo staff? Per il mio staff vorrei che crescesse sempre di più il lavoro e la gloria. Per me vorrei un vitalizio da parlamentare e nient’altro.

Collezione Primavera/Estate

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Arte & Cultura

IL SOGNO E LA REALTÀ SECONDO

CHIOVITTI rto i Robe echi d h C i r u J

tti Chiovi

di Letizia Strambi

Le persone sono il mondo di Roberto Chiovitti. Il cosiddetto “ritratto” fotografico in tutte le sue forme. Non applica a tutti la sua impronta, come fecero alcuni grandi maestri (David LaChapelle ad esempio) ma entra in punta di piedi, evitando di essere egocentrico, e scontando così il vantaggio della riconoscibilità. Vorreb be talvolta stravolgere, anche in modo irriverente, per tirare fuori lati insospettabili, ma non forza nessuno a scelte che non gli appartengono.

...l’attitudine al sogno è solo una diversa realtà.

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Alex Britti di Roberto Chiovitti


Arte & Cultura Così i ritratti si fanno diversi tra loro e le copertine delle riviste si piegano alle testate in cui sono pubblicate tra stylish e faceto. Classico per Rossella Brescia avvolta in un sonno volatile e fucsia, naturale per Massimiliano Rosolino così quotidiano da apparire irriconoscibile. La libertà interpretativa invece si scopre nel mondo notturno, abbagliante delle drag queen come Marlene, e nello studio dei corpi nelle loro tensioni più forti: durante lo sport, la danza, il movimento. “La luce ha per me un valore fondante – ci racconta Roberto Chiovitti – ho imparato a sviluppare da solo in camera oscura quando ancora non esisteva il digitale e questo mi dà oggi una grande consapevolezza dell’uso strumentale di photoshop: il mio mestiere è il fotografo, non il grafico”. “Non serve un’attrezzatura da 20.000 euro e un computer per essere un grande fotografo e questo non è chiaro a molti”. Ricordiamo con nostalgia una mostra di polaroid di Helmut Newton in proposito, e sfiorando appena la polemica del mancato riconoscimento della professionalità del nostro Paese torniamo agli sportivi: “Di solito chi è molto sicuro di sé stesso di lascia andare, ad esempio Juri Chechi mi ha concesso delle foto particolari; gli atleti in genere sono più spontanei”. Stefano Pistolato di Roberto Chiovitti

Vladimir Luxuria di Roberto Chiovitti

Francesco Facchinetti di Roberto

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Arte & Cultura Roberto ha appena pubblicato un libro di nudi maschili “Disclosed Desires” (edito da Bruno Gmünder) che lui stesso definisce “Molto fetish”. A casa confessa di avere solo poche foto alle pareti, scorci di viaggi stampati a mano in bianco e nero, “immagini diverse da quelle che vendo”. Confessa che oggi quando viaggia si porta solo una compatta. “Voglio divertirmi, non lavorare”. Nella magione giganteggia, anche, inevitabile, un poster di Robert Mapplethorpe. Quando gli chiediamo che cosa è rimasto nel fotografo Roberto del bambino Roberto, ci risponde “la grande capacità di osservare, l’attitudine a sognare ciò che vedevo”. Sognare è per lui una dimensione diversa della realtà quindi, non un’ambizione. “Non sogno di diventare il Bruce Weber, voglio solo lavorare continuando a fare quello che mi piace senza stravolgere le altrui personalità, ma neanche le mie passioni”.

Maria Grazia Cu

cinotta

di Rob erto C hiovitt i

Rossella Brescia/Massimiliano Rosolino di Roberto Chiovitti

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Arte & Cultura

SCATTI di

ROMA CONTEMPORANEA

Scatti di Roberto Chiovitti per Q-Magazine – Modello Edoardo Figara – Ponte della Musica Roma 18


Arte & Cultura

di

ROBERTO CHIOVITTI

Scatti di Roberto Chiovitti per Q-Magazine – Modello Edoardo Figara – Ponte della Musica Roma 19


Arte & Cultura

Scatti di Roberto Chiovitti per Q-Magazine – Modello Edoardo Figara – Museo Maxxi Roma

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Arte & Cultura

Scatti di Roberto Chiovitti per Q-Magazine – Modello Edoardo Figara – Art Hotel Roma

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Cinema

SANDRA

BULLOCK

LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO di Letizia Strambi

“Io non cerco di sfuggire all’idea che il

pubblico ha di me. Se la gente ha bisogno di un’etichetta per credere di potermi trovare tra i fagiolini in scatola

e il sedano nella grande drogheria della vita, per me va bene”.

Detective, Miss, Agente Fbi, attivista, lesbica, ragazza della porta accanto: i mille volti dell’attrice meno innocente di Doris Day, meno smielata di Barbra Streisand, ma più pagata di Angelina Jolie. Arriva alla soglia dei 50 anni per vincere un Oscar zom22

pettando con ironia per evitare le bucce di banana che lo star system le ha messo nella sua personale walk of fame, sortendo l’effetto opposto: la popolarità antidivica, una rarissima chimera per ogni star sotto il cielo di Los Angeles.


Cinema

COMING SOON ! Sarà nelle sale americane il 5 aprile 2013, The Heat di Paul Feig commedia al femminile interpretata da Sandra Bullock al fianco di Melissa McCarthy. Sandra è un agente Fbi presa poco in considerazione dai colleghi maschi, finché non incontra la compagna di avventura Melissa. Le due sono agli antipodi sia fisicamente che per metodi di lavoro, ma ognuna si arricchirà dalla frequentazione dell’altra. Queste donne “maschiaccio” o comunque i contrasti di stile alla My Fair Lady sembrano essere i personaggi prediletti di Sandra Bullock che ama le contaminazioni, le trasformazioni.

“A Roma qualche anno fa ha presentato Miss Detective e Two Week Notice. Sandra Bullock è scesa all’Hotel Hassler con tutta la sua graziosa minutezza. Carina, d’una bellezza semplice, ma superiore nella realtà rispetto al grande schermo, simile in qualche modo ai personaggi che interpreta. Una cosa è certa non riesce a nascondere una grande verve e il suo anelito all’indipendenza.”

Sempre in movimento, scegl ie ruoli o produce film frenetici, perché? Mi piacciono molto i ruoli che utilizzano la fisicità, mi piace usare il mio corpo perché mi sento in forma. Ad esempio tra la Grace detective maschiaccio e quella miss, mi sento più vicino alla prima. Questo non vuol dire che non ami essere femminile, ma semplicemente ritengo che nella vita di tutti i giorni ci sia spazio per la comodità. E nel la vita di ogni giorno l ei com’è? Non ho faticato a trasformarmi in una detective sciatta. Ho fatto quello che faccio normalmente. Amo i jeans, la moda comoda, le

scarpe basse. Diciamocelo… (si avvicina come per parlare in confidenza ndr) nessuna può onestamente affermare di camminare bene sui tacchi alti. Non credo li abbia inventati una donna. Ma l a ri sata s guaiata di Mi ss Detective è un capolavoro... C’è poco da essere fieri, non ho fatto particolari sforzi per ottenerla: quella è la mia vera risata. Per il film è stata perfetta, è nella vita che… Sembra quindi ostile a quel tipo di donna che bada molto all’esteti ca e partecipa ai concorsi di bellezza… È sicuramente frustrante stare

davanti alla televisione ingozzandosi di porcherie, preoccupate del proprio aspetto fisico, mentre queste donne perfette sfilano davanti a milioni di persone. Pensavo che chi vi partecipasse fosse un po’ superficiale, ma non sempre è così. Molte utilizzano il concorso come un veicolo per uscire da realtà più ristrette della provincia americana Lei ha un caratterino abbastanza determinato, è divenuta, i nfatti, anche produttrice e regista fuori dal coro. Ha girato più di un film non proprio di cassett a. Vol eva delle parti che non l e venivano offerte? Mi piace competere con me stessa e non con le altre attrici e 23


Cinema

FEMMINA... CON BRIO! per questo cerco ruoli interessanti che per le donne non sono poi molti... Io mi produco da sola e così mi tiro fuori dalla bagarre e mi concentro sulla qualità. I fi lm in cui lei s i autoproduce sono molto diversi da quelli dove è solo interprete, più intelligenti, i ronici; perché i produttori non vedono le sue vere possibilità? Mi piace fare quello che la gente dice che non posso fare. Trovo in questo un senso di sfida. So che i miei film sono diversi anche se non faccio solo commedie. Ho prodotto anche film drammatici negli Stati Uniti che poi non sono stati distribuiti all’estero. In sostanza Hollywood la vuole solo in certi film, lei se ne infischia e decide di fare quello che vuole con chi le piace di più. Ess ere produttri ce e attrice può essere faticoso… A fare la produttrice e l’attrice mi sono rovinata… (ride) A parte gli scherzi… Ho deciso di produrre 24

ad esempio Two Week Notice perché altrimenti non avrei mai potuto lavorare con Hugh Grant. E Hugh Grant come l ’ha ripagata? Mi ha regalato una scacchiera nella quale ogni pezzo interpretava una posizione del Kamasutra. Erano tutti fatti a mano e ogni tanto qualche parte anatomica, soprattutto nei soggetti maschili, cadeva e bisognava rincollarla e soffiarci sopra. Un regalo pieno di utili suggerimenti. In futuro pens a di recitare in un ruolo sexy? Non me l’hanno mai proposto. Evidentemente non mi considerano una donna sensuale. Dovrei andare in giro nuda. Lei è una delle attrici più amate dal la comunità gay internazi onale, come si spiega questa cosa? Ebbene sì… Una volta era un

uomo... Dicono a Hollywood che non hai raggiunto il successo vero finché nessuno ti ha additato come gay. Quindi questa è una buona notizia. Non so perché sono amata dai gay. Forse perché ho fatto celebrare il matrimonio di un mio amico gay nel giardino di casa mia…


Cinema

ALESSANDRO

MAGNO V V

IN GRECIA, ERSIONE IRTUALE

di Letizia Strambi

Oliver Stone

Alessandro Magno: dalle Aiges al Mondo. Si chiama così un Museo Virtuale su piattaforma web che sarà lanciato nel 2013 dalla Sovrintendenza alle Antichità Preistoriche e Classiche e il Museo di Aiges in Grecia. L'annuncio è stato dato durante i lavori di un recente Congresso scientifico internazionale dal titolo "Alla scoperta del Mondo di Alessandro Magno" svoltosi a Mieza, vicino a Naussa, una cittadella della Grecia del Nord. Non passa un mese, da 2300 anni, in cui in qualche modo Alessandro il Grande non sia ricordato dal mondo. Ha conquistato il mondo in dodici anni. Era il solo modo per viaggiare, per conoscere, e Alessandro Magno è stato innanzitutto un viaggiatore, perché ha sempre nutrito un profondo rispetto per le popolazioni conquistate, integrandosi lui stesso con i costumi, le religioni, le filosofie al-

trui. Alessandro Magno ha attraversato l’impero Persiano, ovvero l’Iran, la Siria e tutto il moderno Medio Oriente. Si è affacciato in Egitto fondando Alessandria e viaggiando fino all’Oasi di Siwa ancora tappa di molti viaggiatori odierni per il suo fascino misterico. Arrivò a Marsa Matrouh di fronte a quel mare azzurrissimo, dove sorgono gli odierni villaggi turistici Egiziani e ancora su, attraverso i deserti, e le impervie montagne del Pakistan, dell’Afghanistan, fino all’India. Nato nella Macedonia greca, una regione tuttora considerata come una provincia “barbara”, deve a questi natali la sete di sapere. Oggi questa regione, ha conservato questo suo fascino di Grecia “alternativa” ed è molto interessante da visitare a partire dalla capitale Salonicco. Vi si trovano proprio degli itinerari sulle tracce di Alessandro. Fu un eroe senza precedenti e po-

tremmo anche dire senza eredi, tanto che tutti vollero impossessarsi delle sue radici e dei suoi lasciti. Lo troviamo infatti citato sia nella Bibbia che nel Corano. Il viaggio alla scoperta di se stesso Migliaia sono le leggende da lui stesso create con la complicità della madre. Da molti fu considerato quale figlio stesso di Zeus il quale avrebbe preso le sembianze di un serpente e giaciuto con la madre. La visita all’Oracolo di Amon (come Zeus nella mitologia greca) in Egitto rappresenta un po’ la sintesi della ricerca delle sue radici originarie. Percorse 200 miglia nel deserto. Di quel viaggio si tramandano gli episodi più incredibili, come i corvi che gracchiavano avvertendo i viaggiatori che avevano intrapreso la strada sbagliata o serpenti parlanti che gli avrebbero fatto da guida. Giunto dall’oracolo Alessandro 25


Cinema rono le tombe dei due e Alessandro pose una ghirlanda sulla tomba di Achille ed Efestione una su quella di Patroclo. Questo simboleggerebbe Efestione quale l'erómenos di Alessandro, come Patroclo lo era stato di Achille. L’amore di Alessandro per Efestione si potrebbe misurare dalla grandezza del dolore per la sua morte. Fu un dramma incontenibile per Alessandro che fece tagliare tutte le criniere e le code ai cavalli in segno di lutto. Ordinò che fossero abbattuti i bastioni delle città vicine, e che venissero banditi flauti ed ogni altro tipo di intrattenimento musicale. Appena morto Efestione Alessandro giacque disteso sul suo cadavere tutto il giorno ed poi l'intera notte. Fece giustiziare il medico, Glaucia, per negligenza, e radere al suolo il tempio di Asclepio dio della medicina. A Babilonia per le sue esequie Alessandro spese una somma che equivale a 300 milioni di euro odierni. Come Achille per Patroclo Alessandro si rase a zero in segno di lutto gettando i capelli nella pira funebre del suo compagno. Poi inviò dei messaggeri a Siwa per chiedere agli dei se il suo amico potesse essere adorato come un dio. L'amicizia fra Alessandro ed Efestione si perde nella loro infanzia: il giorno in cui si conobbero, Efestione offrì al nuovo compagno un dente da latte che gli era caduto durante la notte, insieme alla promessa di amicizia. Allora Alessandro, per non essere da meno, si staccò un dente e lo donò ad Efestione, dicendo che sarebbero stati amici fino alla morte.

Efestione

chiese se avesse vendicato la morte del padre ma gli venne risposto che non si trattava di suo padre in quanto lui era una divinità. In effetti, ancora oggi non si sa se Alessandro uccise suo padre Filippo con la complicità della madre. Allora riformulò la domanda chiedendo se fra gli uccisori di Filippo vi era rimasto qualcuno ancora in vita e se lui sarebbe diventato signore degli uomini. La risposta fu positiva per entrambe le richieste. Davanti ai suoi alleati non volle però vantare la sua natura divina. Alessandro e Efestione L’apertura mentale di Alessandro è dovuta agli insegnamenti di Aristotele che lo educò alla cultura somma della Scuola Ateniese assieme al suo compagno Efestione. Aristotele, riferendosi al rapporto tra i due, parlò di "una sola anima dimorante in due corpi". Il loro rapporto voleva ripercorrere i passi di Achille e Patroclo difatti da ragazzi visita26

Poco prima della morte, Efestione aveva sposato Dripetide, una delle figlie di Dario III, mentre Alessandro ne sposava una sorella. Si dice che il Re macedone avesse voluto così affinché i figli suoi e di Efestione fossero cugini. A quel tempo infatti il concetto peccaminoso di omossessualità non esisteva, tutti gli uomini erano bisessuali, perché non vi era ancora il concetto di colpa di cultura ebraica e di peccato nell’evoluzione cattolica. In ogni caso specie in Macedonia, erano molti gli uomini forse più affini a poeti che a veri omosessuali si amavano platonicamente l'uno con l'altro con qualche scambio sessuale che era considerato comunque secondario all’affetto. Così Alessandro si sposò con Roxane, una bellissima figlia di un re indigeno, di cui si dice fosse follemente innamorato e soffrì profondamente quando non riuscirono ad avere un figlio insieme. Quindi Alessandro era bisessuale poiché nutriva un profondo sentimento per Efestione e per la sua sposa. Oliver Stone racconta Alexander Un ritratto credibile e una nuova popolarità alla figura di Alessandro Magno fu data dal film Alexander di Oliver Stone. Quando venne a Roma per presentare il film fu fatta questa intervista. Era reduce da un vero e proprio flop sul mercato americano data il minimo di rigore storico della pellicola cui il pubblico statunitense non era abituato. Disse innanzi tutto che sperava nel mercato europeo meno “bigotto” di quello statunitense e per sua stessa ammissione anche meno “ignorante”. Lei è particolarmente bravo a raccontare luci e ombre della società americana, cosa l’ha spinta a girare un film storico su un personaggio della classicità? Questo film è costato 155 milioni di dollari: è budget più alto che abbia mai avuto nella mia carriera, soprattutto se si considera che per girarlo abbiamo impiegato


Cinema solo 94 giorni. Ci siamo inoltre spostati su tre continenti tra Marocco, Thailandia e Inghilterra. E’ stato veramente molto impegnativo: immaginate solo la logistica di cavalli ed elefanti, le armature, le comparse. Insomma se mi sono preso un impegno di questa portata era perché già da tempo sognavo di fare un film su questo personaggio. Non amo un genere in particolare: ho fatto film sullo sport, thriller, film di guerra, ho parlato di mio padre in Wall Street, ma per tutta la mia vita ho ammirato quest’uomo e l’ho ammirato sia come figura che come persona. La sola idea che un uomo fosse chiamato “magno”, “il grande” mi entusiasmava. In questa brama di conquista per istruire i popoli alla civiltà molti hanno letto delle somiglianze con il comportamento dei vertici politici americani. E’ voluto? Alessandro era un conquistatore, ma il suo scopo era di ampliare i propri domini per rendere il mondo unito. Attraverso le sue guerre ha portato una serie persone dell’ovest verso l’est, lui stesso ha sposato tre straniere. Spesso ha donato i territori vinti restituendo le risorse; Bush ha fatto delle guerre per il petrolio finendo il lavoro di conquista iniziato dal padre. Conquistano per arricchire l’America, non i paesi che invadono. Alessandro invece è stato il primo a sognare un mondo senza confini. Dopo la sua morte il mondo era migliorato. Era un esploratore e un valoroso guerriero, un uomo di straordinaria apertura mentale che ha fondato 80 nuove città, si è evoluto facendo sue tutte le usanze, la cultura, i principi dei popoli che ha conquistato, senza mai imporre i propri. Del suo coraggio parla Tolomeo che lo racconta come uomo che conquistava per la paura della morte. E’ la paura della morte, infatti, che secondo Alessandro distruggeva gli uomini. Infine il suo valore è indiscutibile: è stato ferito otto volte in modo quasi mortale, ma non ha

Alessandro Magno

mai smesso di combattere. Cosa la affascina delle biografie? Le biografie, questa, come anche quella sui Doors, sono di grande interesse per me, ma anche molto impegnative, perché devi fare i conti qualcuno che è esistito realmente, e non puoi fare come ti pare. Vista l’importanza data al rapporto edipico di Alessandro con la madre, al centro del film c’è di più la narrazione o l’emozione? Il cuore di questo film risponde alla domanda: cosa sapeva Alessandro della morte di suo padre? Rimane fino in fondo il contrasto, il rimorso, il dubbio nei confronti della madre. D’altra parte non aveva altro modo per diventare re se non vedere morire il padre. Nessuno può dire stori-

camente se abbia partecipato al complotto per la sua uccisione. Personalmente credo che amasse il padre. Secondo me Alessandro ha avuto per tutta la vita un grande desiderio di amore. Guardando ad alcune scene di amore fra Alessandro ed Efestione sembra che non sia voluto andare fino in fondo… erano classiche scene da bacio, ma senza bacio, messo magari in altri momenti dove non era così indispensabile… Questa storia della sessualità di Alessandro mi ha dato un sacco di problemi di cui non voglio più parlare. Alessandro era eterosessuale, omosessuale, bisessuale o forse transessuale… anzi direi pansessuale perché amava chi voleva… sono sofismi stupidi era aperto e allo stesso tempo vulne27


Cinema Angelina Jolie con Colin Farrel

rabile; peccato ci sia questa reazione verso la liberta. Bisogna avere apertura mentale per capire, cosa che sembra difettare agli americani. Il fatto che il film in America sia stato criticato per l’aspetto dell’omosessualità sembra pesarle molto. Non mi stupisco dei pregiudizi critici nei confronti di un’epopea su un personaggio come Alessandro Magno che viene giudicata per i suoi gusti sessuali. Io però ho il diritto di fare i film che voglio: a basso budget come Talk radio, o milionari come Alexander. Non ho pregiudizi di alcun tipo, ma ho bisogno di fare un film come mi piace. Oggi l’americano medio non vede più in televisione o al cinema quello che si vedeva un tempo. Non si vedono mai storie di operai o altri aspetti “poveri” della vita sociale. Mi viene in mente l’imperialismo sovietico, dove non si doveva mai rappresentare alcune realtà. Negli Stati Uniti oggi è lo stesso: alcune cose non possono circolare e tra que28

ste la descrizione dell’omosessualità. Gli americani sono arrivati a trasformare un eroe illuminato in “Ale il gay”. Non potevo prevederlo, però c’era da aspettarselo da un popolo che neanche conosce la sua storia - che è di appena trecento anni – un popolo che vede Il Gladiatore o Troy e pensa che quella sia la vera storia dei romani e dei troiani e che quindi non può arrivare a capire un film così curato storicamente come Alexander. Io ho raccontato la storia di Alessandro un uomo che ha creato un impero in dieci anni, una cosa che non è mai più successa nella storia dell’umanità e mi sono ritrovato a parlare della lunghezza dei gonnellini. Ha avuto anche problemi politici per le sue dichiarazioni inerenti al film? Il film è stato giudicato ancor prima di essere visto: la sinistra ha subito fatto il paragone con “Bush il conquistatore” con il quale sono stati fatti erronei parallelismi e la destra mi ha accusato di aver glorificato un omosessuale.

Nei suoi film fa spesso uso di sceneggiature ricche di monologhi, perché? Cerca di approfondire il messaggio che vuole dare? I monologhi non sono scritti per mandare messaggi, ma per dare emozioni. A tempi di Alessandro Magno inoltre c’era un modo di parlare abbastanza spigoloso per questo ho scelto anche Colin Farrell in quanto irlandese ha una mimica e un modo di esprimersi più vicino ai canoni classici. E’ completamente soddisfatto della grande opportunità ma anche del difficile compito che ha assegnato a Farrell? Sicuramente Colin è stato molto bravo: ha fatto quasi tutto da solo, anche nelle scene di battaglia tra polvere e condizioni di disagio, siamo ricorsi agli stunt solo rare volte. Val Kilmer si conferma uno dei suoi attori preferiti Beh in questo caso l’ho preso perché voleva seguire da vicino Angelina. Angelina Jolie è una madre fin


Cinema troppo bella e giovane… forse un po’ troppo per apparire la madre di Colin Farrell… Angelina è una delle donne più mature che conosco per la sua età: è cresciuta, si è sposata e divorziata, ha adottato figli… credo che sia la più anziana trentenne del mondo… Poi Val Kilmer si era innamorato di lei - non corrisposto- e ho dovuto prenderla per lui. Val Kilmer in Alexander Un uomo di un carisma incredibile, quell’aria appena strafottente da artista e giullare che lo ha resto un perfetto Jim Morrison ed oggi un grande re padre in Alessandro magno. Val Kilmer adempie agli obblighi di un paio di domande senza essere scortese, ma allo stesso tempo senza rispondere realmente. Le è mai capitato di sentirsi solo nonostante il potere e il successo come il suo personaggio? Non ho mai avuto la sensazione che Filippo fosse un uomo solo e triste, forse era solo stressato dalla moglie, come molti. Come si è preparato ad affrontare questo ruolo? Ho bevuto e mangiato molto. Seriamente… Cosa vuole che le dica... Ho scelto questo ruolo perché c’era la scena in cui dovevo rigirarmi nel letto con Angelina Jolie, una delle cose migliori che possano capitare nella vita di un uomo.

naggio è sempre di quel tipo. Sì… in Alexander, sono un ubriacone che finisce per morire: sembra rientrare nell'elenco di Morrison & Co…

Un vero e proprio maleducato con i piedi sulla scrivania, il codino spettinato e l’aria boriosa, convinto di aver conquistato il mondo come il personaggio che interpreta solo perché le teenager spalmano i loro lipstick alla fragola sul poster che lo ritrae appeso in cameretta.

Cosa pensa di Oliver Stone? Ammiro molto Stone, soprattutto come sceneggiatore, perché si pone delle questioni su una storia che non riesce a capire e cerca risposte dagli stessi personaggi. Per esempio, Alessandro era conteso dall'amore dei genitori, un tema nel quale Oliver si ritrova per ragioni personali e quindi cerca di capirne i motivi interrogando i personaggi.

Chi è Alessandro Magno per lei? Talvolta il cinema ci aiuta a capire e a conoscere la storia antica del mondo in cui viviamo. Fa parte di tutti noi la storia del mondo antico, come anche la voglia di conoscere in dettaglio la storia di un uomo come Alessandro Magno.

Colin Farrell interprete di Alessandro Magno

Non mi ha risposto Davvero?

Se negli Stati Uniti hanno preso le misure del suo gonnellino in Europa hanno riso della sua tinta bionda e più di un critico si è chiesto perché Oliver Stone abbia affidato un personaggio così importante a Colin Farrell, uno che fino al giorno prima aveva fatto il poliziotto sbruffone e che si comporta analogamente anche di fronte ai suoi fan e ai giornalisti.

Cosa pensa dei film indipendenti americani, pensa che non esistano più? Ne farebbe uno dopo questo successo in questo kolossal? A me non me ne frega niente, indipendente o commerciale ogni idea è buona se il regista sa cosa va bene e cosa non va bene.

Val Kilmer

Ha spesso interpretato ruoli di personaggi "maledetti". Perché le viene proposto sempre questo tipo? Nella mia carriera sono stato molto fortunato perché ho avuto la possibilità di interpretare personaggi molto diversi, ma non so perché il pubblico mi ricorda solo per i personaggi estremi. Spesso più le produzioni hollywoodiane sono grandi, meno significative sono le interpretazioni. Tuttavia in Alexander pur essendo una grande produzione, il perso29


Cinema

PRIME

2013

VISIONI

a cura della Redazione di Q-Magazine

Carey Mulligan e Leonardo di Caprio in una scena del film in uscita in Italia a Maggio 2013.

il Grande Gatsby La stagione cinematografica passata ha visto i personaggi dei fumetti Marvel farla da padroni nel palinsesto cinematografico internazionale, insieme a numerosi sequel che finalmente sono giunti al termine, come Breaking Dawn 2 (la saga vampiresca con protagonista Il bel Robert Pattinson, che ha conquistato le teenager e non solo) e storie fiabesche come: "Lo Hobbit - un viaggio inaspettato". Quest'ultimo, caratterizzato da spunti ironici, ambientato prima delle vicende della "Trilogia dell'anello" nella famosa terra di mezzo de "Il Signore degli Anelli" 30

vedrà l’uscita del secondo capitolo: "Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug" a Dicembre 2013. Sempre sul filone Sci-fi in arrivo nelle sale a marzo 2013 il film Jack The Giant Slayer ispirato alla famosa favola inglese Jack e la pianta di fagioli. Per gli amanti delle storie di alieni il 2012 verrà ricordato sicuramente per "Prometheus" di Ridley Scott regista noto soprattutto per Alien, tornato sul filone sci-fi con un film che ha risposto ad alcuni dubbi rimasti disattesi tra gli appassionati del genere.

Ma se amate i comics, state tranquilli. Anche la prossima stagione riserverà nuove sorprese: dal sequel "Iron Man 3", che conferma Robert Downing Jr come protagonista nei panni dell'ironico ed affascinante Tony Starc, "Thor the dark world" in uscita a novembre 2013, The Wolverine e a seguire "Captain America - the winter soldier" per il quale dovremo attendere aprile 2014. Se, invece, vi siete appassionati al film "The Avengers", non potrete non vedere "Guardian of the Galaxy" in uscita ad agosto 2014 con una serie di altri eroi o meglio guardiani interstellari alle prese


Cinema

Capitan America 2 con la difesa della terra da una razza aliena. In questo panorama non mancheranno sicuramente alcune delle stelle di Hollywood che ci appassioneranno con le loro inimitabili doti artistiche. Leonardo di Caprio sarà nei panni che furono di Robert Redford nel film "Il grande Gatsby" (Maggio 2013) insieme a Mia Farrow sostituita nel film da Carey Mulligan. Un remake del film datato 1974 tratto dal romanzo di F. Scott Fitzgerald ambientato negli anni '20 tra feste, lusso e tradimenti. Con “Oblivion” (Aprile 2013) viene segnato il vero grande ritorno in azione di Tom Cruise, in uno tra i film più attesi della prossima stagione. Kolossal fantascientifico diretto da Joseph Kosinski, regista che già aveva dato prova di essere in grado di dirigere uno sci-fi del livello di “TRON: Legacy” e per il quale sono stati spesi più di 140 milioni di dollari. Arriverà nei cinema italiani l’11 aprile 2013 e vanta un cast stellare, da Cruise stesso, fino a Morgan Freeman e Olga Kurylenko. Le riprese del lungometraggio hanno avuto luogo negli Stati Uniti tra la California e la Louisiana ma anche l’Europa ha preso parte al set del

film, con qualche scena girata a Reykjavík (in Islanda), il tutto girato con una sorprendente risoluzione digitale 4K. Ambientato in uno spettacolare pianeta Terra futuristico dai tratti irriconoscibili, segue le vicende di Jack Harper (Cruise), un uomo si confronta col passato che lo porterà ad affrontare un viaggio di redenzione e ricerca mentre si batterà per salvare l’umanità. Se vi siete affezionati a Katniss, protagonista degli spietati “Hunger Games” che abbiamo visto nel primo film omonimo,

non preoccupatevi, “la Ragazza di Fuoco” sta per tornare ed è ancora più agguerrita di prima. Dodicesima pellicola della serie cinematografica del franchise Star Trek in uscita a Giugno 2013, è il sequel del film della saga datato 2009. Diretto dal creatore di “Lost“, il regista J. J. Abrams, è stato, per la prima volta nella storia del cinema, interamente girato in IMAX e poi convertito in 3D in post produzione, lasciando presagire un gradino importante verso una spettacolarizzazione ancora maggiore delle immagini. Ritroviamo l’Enterprise con il suo equipaggio, che al momento del ritorno sulla Terra, si rende conto che il pianeta è finito nel caos per mano di una forza talmente potente da aver decimato la flotta. Il Capitano Kirk, interpretato da Chris Pine, si imbarcherà nella ricerca dell’arma di distruzione di massa in grado di provocare tutto questo, un viaggio che gli costerà caro, nel quale rimarrà insieme al proprio equipaggio fino alla fine. Nel cast del progetto, ritroviamo tutti attori giovani tra cui Zachary Quinto nei panni di Spock, Zoë Saldaña e Simon Pegg. La pellicola arriverà nei cinema statunitensi a partire dal 17 maggio del 2013, in contemporanea con molti altri paesi nel mondo, mentre noi dovremo aspettare il 6 giugno per poterlo vedere.

Wolverine 31


Cinema

Liberace sarà interpretato da Michael Douglas mentre il suo amante Scott Thorson, che gli fece una causa milionaria, avrà il volto di Matt Damon, particolarmente entusiasta perché "Michael Douglas è un baciatore fantastico". Tra le altre pellicole INTERIOR. LEATHER BAR. di James Franco e Travis Mathews, LOS AMANTES PASAJEROS di Pedro Almodóvar e OUTING. FIDANZATI PER CASO di Matteo Vicino.

Star Trek 2 Tra le commedie dalle risate pungenti “Una Notte da Leoni 3” in uscita a maggio 2013 che ruoterà attorno alla fuga di Alan da un ospedale psichiatrico aiutato dai suoi soliti amici. Se amate, invece, il cinema d’azione, dal genio del regista Marc Forster a Giugno 2013 uscirà nelle sale World War Z con Brad Pitt, che in uno scenario apocalittico vede le principali metropoli del mondo invase da zombie ed il loro destino legato a quello di un funzionario dell’Onu che dovrà salvare l’umanità. La pellicola è costata 130 milioni di dollari oltre a quelli investiti direttamente da Brad Pitt per affermarsi come action hero.

furono rapiti da quest'uomo incredibilmente effeminato, affettato, ricoperto di pizzi, merletti e lustrini da capo a piedi, che arrivava con una pelliccia che strofinava sul pavimento, con mantelli di cincillà che pesavano fino a sessanta chili, una giacca ricamata d'oro a 24 carati, uno smoking con bottoni di diamanti, che faceva credere di avere dei poteri di guaritore, con un anello per ogni dito e gli immancabili candelabri su pianoforti senza fine, che chiacchierava di Dio e della famiglia."

Concludendo le anticipazioni, ve ne diamo una molto futuristica circa il prossimo film di Woody Allen attualmente in fase di riprese. Come sostiene lui stesso si tratterà di una pellicola seria e per questo ha scelto di non farne parte come attore essendo visto dall’immaginario collettivo come un comico. Tra le star protagoniste una coppia inedita, Cate Blanchett e Alec Baldwind in una storia sul mondo dei divorziati dal punto di vista in un’aristocratica newyorkese costretta a trasferirsi a San Francisco dopo il divorzio dal marito. Le notizie sono ancora poche perché le riprese sono svolte tutte in gran segreto, ma vi terremo aggiornati.

Per quel che riguarda, infine, la cinematografia a tematica Glbt il 2013 sarà sicuramente segnato da BEHIND THE CANDELABRA di Steven Soderbergh. Biopic realizzato per la televisione su Wladziu Valentino Liberace (1919-1987), musicista e performer gay di massimo successo negli Usa (ma negò l'omosessualità fino alla morte per Aids), celebre per il look esageratamente camp, descritto così da Massimo Consoli: "Per 40 anni gli americani 32

Oblivion



M A L T A L ’ I S O L A S E N Z A S TAG I O N E Viaggi

La Valletta – Malta

di Andrea Di Stefano

L’isola “dei cavalieri” è tra le destinazioni meno comuni quando si pensa al caldo fuori stagione e ai soggiorni di coppia o magari con una o due coppie di amici. Invece è una destinazione ideale. Romantica e seducente, con una natura selvaggia e brutale in alcuni casi oppure dolce e suggestiva. Carica di storia e ricca di magnetismo e fascino. Oltre alla ben nota eredità storica, Malta può proporre, infatti, un clima invidiabile anche per noi italiani dove la primavera è anticipata già a febbraio e le temperature sono miti addirittura fino alla fine di ottobre, a volte persino a novembre. Alle destinazioni più “colte”, inoltre, si possono affiancare le in34

Di solito quando si pensa ad una fuga romantica nella natura e al caldo, magari anticipando la stagione estiva o protraendola fin dentro l’autunno, si pensa a mete esotiche, lunghi viaggi e magari qualche scalo intercontinentale. Invece c’è un’isola, letteralmente a due passi dall’Italia, o forse sarebbe meglio dire a due bracciate, dove un weekend romantico al caldo primaverile in ottobre potrebbe divenire realtà: è Malta.

credibili viste panoramiche di un’isola a picco sul mare o di incantevoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato, con i tipici balconi verandati che si affacciano sul porto o su viuzze cariche di fascino. Se quello che si cerca, invece, è un vero soggiorno di relax lontano dal mondo l’arcipelago delle isole maltesi non può deludere. Ai paesini più piccoli dell’isola principale si può affiancare l’incredibile entroterra di Gozo dove la natura è davvero al suo stato più selvaggio e dove le splendide colline imperlate di paesini suggestivi degradano lentamente verso il mare aperto dove le famose saline non possono certo lasciare indifferenti gli amanti della natura o ancor di più gli ap-

passionati di fotografia: il bianco del sale disegna merletti cristallini tra gli azzurri del mare e del cielo. L’interno dell’isola, invece, è la destinazione ideale per chi ama le escursioni e il trekking. Non amate camminare e cercate solo un weekend di relax totale, l ontani dal trambusto ma i mmersi nelle comodità? Non mancano certo all’arcipelago sistemazioni anche per voi che volete solo isolarvi senza rinunciare assolutamente a nulla. Magari in uno splendido condominio con tanto di piscine private per ogni appartamento e con servizi degni di un hotel di alta classe. Magari una cena romantica preparata direttamente in


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La Valletta – Malta

Birgu – Malta

MALTA, LA DESTINAZIONE IDEALE, VICINO ALL’ITALIA, PER OGNI GENERE DI TURISTA. casa o uno show-cooking per imparare le basi della più raffinata interpretazione moderna delle tradizioni culinarie maltesi. Oppure una degustazione guidata agli ottimi vini maltesi che sempre di più stanno affascinando l’Europa. Siete più per un relax fisico? Perché non godersi, nella comodità del proprio appartamento per le vacanze, un percorso benessere appositamente studiato per voi o un massaggio rigenerante su una terrazza che, in lontananza, scopre il mare e l’orizzonte lontano... Se volete invece immergervi nella storia quale desti nazione mi gliore della capitale dei cavalieri

templari? Tra La Valletta, Birgu, Marsa e i molti paesi che fanno da corona all’antico porto ad est di Malta non mancano certo sistemazioni ideali. Dagli antichi palazzi oggi trasformati in alberghi e hotels a preziosi appartamenti nelle dimore storiche del centro delle città vecchie. Quasi superfluo, poi, parlare delle mete culturali maltesi. Chi non è attratto dal fascino dei cavalieri e dei palazzi medievali? Oppure da quel Caravaggio che proprio qui trovò riparo durante la sua fuga lontano dall’Italia e dove ha lasciato autentici capolavori. Proprio a Malta, inoltre, è nata

una delle società più antiche e misteriose che l’uomo abbia mai formato e che ci ha lasciato templi megalitici che racchiudono tutto il fascino degli insediamenti preistorici che ancora non abbiamo compreso fino in fondo. Non si pensi però a Malta e all’arcipelago solo come ad una destinazione di relax e di cultura. Non mancano certo locali, ristoranti o locali per chi vuole vivere la night life. Lungo la baia di St. Julian si trovano i più importanti locali maltesi e le strutture alberghiere delle catene più famose del mondo molte delle quali offrono anche importanti e lussuosi casinò per gli amanti del gioco. 35


A M S T E R D A M E LE SUE MILL E L EGGEND E Viaggi

di Mauro Fanfoni

La “Venezia del Nord Europa”

Ritenuta una delle capitali europee del divertimento e della cultura, Amsterdam è in grado di soddisfare le esigenze di tutti. Quando si parla di Amsterdam il primo pensiero cui la si associa, è certamente Vincent Van Gogh e il famoso dipinto “La casa gialla” con il suo mistero. “La mia casa qui è dipinta all'esterno di un giallo burro e ha le imposte verdi. Si trova in pieno sole in una piazza sulla quale si affaccia anche un parco di platani oleandri e acacie”. Così Van Gogh descrive la casa che nel maggio del 1888 aveva preso in affitto ad Arles, in Place Lamartine. Il dipinto fu realizzato proprio ad Arles nel settembre del 1888, quando Van Gogh attendeva l'arrivo di Gauguin, immaginando l'inizio di un felice sodalizio artistico. La casa gialla è la casa sulla quale aveva costruito tutti i suoi sogni, che avrebbe dovuto ospitare l’amico Gauguin e la loro comunità di pittori. In quella casa gialla, che fungeva da casa e da studio per i 2 amici, furono creati i dipinti che si possono ammirare e che si trovano nei musei di tutto il mondo. Un accordo segreto, ma anche la prova tangibile di un’amicizia al tempo stesso profonda e complicata tra 36

due giganti dell’arte. Non sarebbe stato Van Gogh a tagliarsi l’orecchio nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1888, ad Arles, ma sarebbe invece stato Gauguin a ferire l’amico al termine di un litigio, forse non per motivi artistici, ma piuttosto per colpa di «una certa Rachele». Gauguin avrebbe mozzato il lobo dell’orecchio di Van Gogh con una sciabola, che poi avrebbe gettato nel Rodano, al termine di un litigio «su una prostituta», Rachele appunto, e non su problemi d’arte, mentre l’amico avrebbe taciuto per proteggerlo. La mattina del 24 la polizia avrebbe poi trovato un uomo con il volto insanguinato e l’avrebbe fatto ricoverare in ospedale. La versione tradizionale, quella finora accreditata, è basata solo su affermazioni senza prove e sul racconto di Gauguin che non sarebbe nemmeno stato presente al fatto, un racconto pieno di contraddizioni e di punti oscuri. Non esiste un’inchiesta ufficiale e nemmeno un testimone indipendente. Van Gogh, per parte sua, non ha mai confermato niente. Una tesi dunque che smentirebbe un’automutilazione che avrebbe anticipato il suicidio di Van Gogh, sette mesi più tardi.

Pochi sanno che il pittore era afflitto da una rara malattia ereditaria: la porfiria acuta intermittente. Una patologia che si manifesta in età adulta con attacchi improvvisi, intervallati da periodi di benessere; disturbi gastro-intestinali gravi, neuriti periferiche, disturbi psichiatrici con allucinazioni che caratterizzano il quadro sintomatologico, nonché quello proprio della malattia di van Gogh. È noto inoltre che, come numerosi artisti dell'epoca come Manet, Degas, Toulouse-Lautrec, anche van Gogh facesse uso di una bevanda alcolica decisamente tossica ma assai in voga nella Francia di quel periodo: l'assenzio. Questo liquore dal colore verde intenso, che diviene giallo se allungato con acqua, si ricava dalla pianta Artemisia absinthium e contiene, oltre all'alcol, alcuni olii essenziali molto tossici, dagli effetti dannosi sul sistema nervoso, come il tuione in grado di provocare allucinazioni visive ed attacchi epilettici. Alcuni studi hanno tentato di mettere in relazione la malattia di van Gogh con la sua passione per il colore giallo, che predomina nelle tele del periodo francese. Offuscando un po' la sua "reale" creatività questi autori sostengono che i


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Dipinto “La Casa Gialla” di V. Van Gogh colori caldi, e così "veri", gli furono ispirati soprattutto dalle allucinazioni visive, in grado di alterare il senso cromatico e la percezione di forma e dimensione. Tutto questo e altro è possibile scoprirlo e vederlo nel Van Gogh Museum, perché Amsterdam è rinomata non solo come capitale del divertimento e del proibito, famosa per i suoi coffeeshop e la frenetica vita notturna, per le molteplici attività culturali, le architetture antiche e moderne, e i suoi musei che rappresentano una delle principali attrazioni turistiche. I più noti sono certamente il Van Gogh Museum, il Rijksmuseum e lo Stedelijk Museum. Ma la scelta è ampia, più di 50 musei che ogni anno attraggono milioni di visitatori accontentando i più svariati interessi. Accanto ai capolavori del Secolo d’Oro e dell’arte moderna e contemporanea si trova cinema, teatro, fotografia, storia e musei ‘tipicamente Olandesi’ come ad esempio lo Scheepvaart Museum con una replica di un veliero mercantile settecentesco ancorato all’esterno e visitabile e

l’Houseboat Museum. Definita la Venezia del Nord per il suo sistema di canali, Amsterdam è una delle mete turistiche più gettonate. Centinaia le performance ed eventi in altrettante location sparse per la città, alle quali si aggiungono gli show degli artisti di strada che intrattengono i turisti a tutte le ore del giorno. E al calar del sole, è facile essere conquistati dalla frizzante vita notturna della città cosmopolita ben presente nelle memorie della storia mondiale, famosa nel XVII secolo per lo splendore economico e oggigiorno con il titolo di città aperta e tollerante. Leidseplein può essere considerata un buon punto di partenza per avere una panoramica generale delle opportunità offerte da Amsterdam: Stadsschouwburg e altri teatri nell’area, café, pub con musica da vivo, ristoranti, centri culturali come il De Balie, cinema, Casinò, club e discoteche. Per scoprire gli eventi in corso si consiglia una visita all’Ufficio turistico situato proprio in Leidseplein, di fianco allo Stadsschouwburg. Amsterdam è comunque una città vivace durante l’intero corso

dell’anno e il clima non è mai estremo, per cui se ne consiglia la visita anche in bassa stagione perché voli e hotel sono meno cari, i locali meno affollati e ci sono sempre eventi interessanti come la Notte dei Musei in novembre e la fioritura dei campi di tulipani vicino ad Amsterdam nel periodo che va da metà aprile a metà maggio.

La Canal Parade di Andrea di Stefano All’inizio di Agosto si tiene la Canal Parade, il gay pride che coinvolge tutti gli abitanti e i turisti in visita. Infatti, diversamente da altri gay pride, tutta la gente partecipa alla parata, non a caso il motto è “Gay for a day”. Al posto dei soliti carri, qui si sfila tutti con la propria imbarcazione ognuna a rappresentare una parte della comunità Glbt, della società civile o le tante aziende che sponsorizzano la parata o che accolgono apertamente i propri dipendenti e clienti gay. Dalla Compagnia di bandiera KLM Royal Dutch, che prevede voli appositamente pensati per l’evento, agli alberghi che predispongono pacchetti ad hoc (come il Lloyd Hotel), tutta la città è in festa: manifesti di benvenuto alla comunità Glbt nella Stazione Ferroviaria Centrale o davanti ad ogni edificio pubblico e banner rosa appesi su ogni ponte della città. Ad Amsterdam la comunità Glbt ha saputo spiegare talmente bene le proprie ragioni che ha ottenuto ogni tipo di riconoscimento ed oggi è talmente integrata che non è più distinguibile dal tessuto sociale della città. Per questo non è più necessaria una protesta forte come avviene in altri gay pride al punto che qui è diventato una festa di tutti.

Curiosità: La città dei Diamanti di Alessio Virgili Amsterdam per oltre 400 anni è stata considerata la città dei diamanti. Ancora oggi è possibile visitare due importanti fabbriche che organizzano quotidianamente delle visite guidate, la Gassan Diamonds e la Coster Diamonds. La prima si trova in un’ex fabbrica di diamanti alimentata a vapore; un edificio

storico e monumentale, dove scoprire l’arte della lucidatura dei diamanti. Alla fine della visita, è possibile acquistare un vero diamante tagliato ad Amsterdam. Nella seconda fabbrica è possibile assistere al processo di taglio e levigatura dei diamanti. Questa azienda ha lucidato molti diamanti famosi, come il Koh-I-Noor,

un diamante blu-bianco di fama mondiale, parte dei gioielli della corona britannica, e il bellissimo diamante Dresden, parte dei gioielli della corona di Sassonia. Durante la visita sarà possibile vedere il Lucullan: la gemma non lucidata più grande del mondo.

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I S R A E L E SECONDO AMOS OZ Viaggi

di Mauro Fanfoni

Amos Oz

Un viaggio in Israele non può iniziare che da Tel Aviv, la città che non riposa mai, per poi passare a Gerusalemme il crocevia delle tre religioni monoteiste. Una destinazione fatta di tante sfaccettature che bisogna saper cogliere e saper leggere. Un viaggio in terra d'Israele quindi non può che iniziare dalla città che non dorme mai: Tel Aviv attiva 24 ore al giorno, rigogliosa di cultura, divertimento e commercio, con le sue spiagge, i mercati, la vita notturna e gli esclusivi centri commerciali. 38

Deserto del Negev

Non c'è modo migliore di conoscere Israele se non iniziando a leggere uno dei libri di Amos Oz, il cui cognome in ebraico significa "forza" e il cui vero nome è Amos Klausner. Oltre ad essere autore di romanzi e saggi, Oz è giornalista e docente di letteratura all’Università Ben Gurion del Negev, a Be'er Sheva. Sin dal 1967 è un autorevole sostenitore della "soluzione dei due stati" del conflitto arabo-israeliano. Il suo modo di presentare il suo Paese è tra sionismo, Israele e Gerusalemme. Una miscela di circostanze tra la madre ucraina Fania Mussman, e il padre Yehudah Arieh Klausner in parte lituano, gli amici, le emozioni, i lutti, gli innamoramenti su cui Oz usa la sua "visione" e quella speciale capacità di mettere a fuoco l'invisibile: come il modo di camminare che si poteva captare negli anni Quaranta e forse ancora oggi a Tel Aviv, "piena di ebrei abbronzati che sapevano nuotare. A Gerusalemme chi mai sapeva nuotare? Si era mai sentito di ebrei nuotatori?", a Tel Aviv dove "si camminava in modo diverso: si flottava, saltellando, un po' come Neil Armstrong sulla luna"; mentre a Gerusalemme la gente si muoveva "come quando si arriva in ritardo a un concerto: prima si metteva un po' avanti una scarpa, e si tastava prudentemente il terreno. Poi, con la gamba ormai posata per terra, non si aveva troppo fretta di muoverla: dopo duemila anni calpestiamo nuovamente il suolo di Gerusalemme, e non siamo disposti ad abbandonarlo così precipitosamente".


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Gerusalemme

Un’autentica metropoli cosmopolita, dove tradizione e modernità s’incontrano, tra l’architettura contemporanea e le vie dei tempi antichi. Una città dalle tante contraddizioni e dove un turista non si sente mai solo: basta avere una mappa della citta e l’aria un po’ persa e ci si ritrova circondati da abitanti gentilissimi che ti forniscono le indicazioni salutandoti con un "welcome in Israel!" E’ qui che quest'anno si celebrerà il Gay Pride 2013. E' qui che nel 1948, a Tel Aviv David Ben Gurion dichiarò l’indipendenza dello Stato di Israele. Estesa per circa 14 km sul Mediterraneo, Tel Aviv ha già compiuto 100 anni ma la sua linea di confine più a sud, è il porto di Jaffa che possiede una storia che risale ad almeno 5000 anni fa. L'attuale città vecchia risale al periodo ottomano, con le sue case di pietra e gli stretti vicoli che ospitano oggi il pittoresco quartiere degli artisti e il centro turistico. Tra le sue attrazioni il Gan HaPisga, il Summit Garden, con i suoi ristoranti, gallerie, negozi dall’atmosfera unica, la passeggiata lungo il mare, le mura della città vecchia, il porto di pesca e il centro turistico nella vecchia corte. Qui si trovano anche alcuni importanti luoghi della cultura cristiana, tra cui la chiesa di San Pietro, datata al XVII secolo, la casa di Simone il conciatore, dove Pietro ebbe una visione di animali proibiti e la tomba di Tabitha, la donna che Pietro resuscitò dalla morte. Nei dintorni di Jaffa si trovano la torre dell’orologio di epoca Ottomana, un vivace mercato delle pulci che è

consigliabile visitare, e il quartiere di Ajami. Tornando a Tel Aviv oggi Akhuzat Bayit, che si estende da Montifiori Street a Yehuda HaLevi Street, costituisce il nucleo storico della città, affiancato a Ovest da Neve Tzedek, primo quartiere ebraico esterno a Jaffa costituito nel 1887 e completamente rinnovato nel 1980, e oggi affascinante quartiere dove sono rimaste intatte molte delle costruzioni originali. Nei dintorni di Akhuzat Bayit, sono sorti numerosi palazzi nell’eclettico stile diffusosi a Tel Aviv negli anni ’20, visibile a Nakhlat Binyamin e all’interno del “cuore della città”, l’area triangolare che si estende tra Shenkin Street, Rothschild Boulevard e Allenby Street.

Eilat

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Hotel Beresheet L’Hotel Beresheet è situato nel cratere di Ramon all’interno del deserto del Negev (città di Mitzpe – a sole 2 ore da Tel Aviv) ed offre la possibilità di vivere un e speri enza uni ca. Di recente costruzione, l’Hotel offre ogni comfort ed una vasta gamma di escursioni nel des erto. Se volete ri lass ar vi la struttura dispone di Spa, vasca idromassaggio, s auna umi da e secca, bagno turco e solarium.

L’architettura della citta ha subito l’influenza di numerose correnti, tra cui la Bauhaus, la famosa scuola tedesca le cui opere sono caratterizzate da forme geometriche pulite e asimmetriche, che si diffusero nella zona intorno agli anni ’30, concentrandosi in quelle che sono le attuali aree di Rothschil d Boulevard e Dizengoff Center. La “Città Bianca” si estende da Allenby Street, a sud, verso il fiume Yarkon a Nord, e da Begin Boulevard verso il mare. Con oltre 20 musei, Tel Aviv è il centro nazionale della cultura. I principali da non perdere sono il Museo della Terra di Israele (Ha’aretz) e il famosissimo museo d’Arte di Tel Aviv, ma la varietà è infinita. Chi decide di soggiornare a Tel Aviv può scegliere tra hotels, case in affitto, ostelli, con un’ampissima scelta di sistemazioni e di costi, dalle più lussuose alle più semplici. Un viaggio in Israele, specialmente il

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primo, non è perfetto senza visitare Gerusalemme, la citta d’oro che non ha paragoni in tutto il mondo. Sacra alle tre grandi religioni monoteiste, e contesa per millenni da una varietà di popoli e nazioni, Gerusalemme è la capitale di Israele, ma si potrebbe dire che sia il centro della terra. I punti di riferimento tra le sue antiche mura sono molti, tanto che si può passare dall’uno all’altro senza vagare a lungo. Osservando le fondamenta del Muro Occidentale si può vedere tutto quello che rimane del Tempio di Salomone, distrutto dai Babilonesi nel 587 a.C. Qui ci si può incontrare dagli Ebrei in abito tradizionale hassidico alle adolescenti che si avvicinano alla sezione femminile del muro, giunti da ogni angolo del mondo mentre eseguono le preghiere rituali quotidiane e lasciano i loro messaggi rivolti a Dio, scritti su pezzi di carta e nascosti tra le pietre del muro. La visita al Santo


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Sepolcro, nel luogo dove si dice che Gesù sia stato giustiziato e sepolto, fa comprendere quante varietà di Cristiani vi siano: basta fermarsi qualche secondo in una delle 30 cappelle all’interno, e presto ci si ritrova circondati da sacerdoti Cattol ici , Greci, Russ i, Armeni , Copti ed Eti opi. La cupola della roccia, sul Tempio della Montagna, che domina ogni veduta di Gerusalemme, è un esempio dell’architettura Islamica. La roccia è ritenuta, da tutte le tre religioni, il luogo, dove Abramo si accinse a sacrificare il figlio a Dio, con quell’atto che divenne poi il fondamento del monoteismo. Qualunque sia la visione personale ogni passo fatto tra le strade di questa città sacra rammenta di essere in un luogo che ha avuto un profondo effetto nella storia del mondo, e che sicuramente è destinato ad avere un ruolo primario nel futuro. Sulla via Dolorosa, la rete di strade attraverso la quale Gesù portò la croce prima di essere giustiziato, si può ascoltare il richiamo alla preghiera dei Musulmani che si alterna con i canti Cristiani e le grida dei mercanti di spezie. Gerusalemme è collegata a Tel Aviv attraverso un comodo shuttle numero 480 che parte ogni 15 minuti dal Terminal Nord della città e in circa 50 minuti raggiunge la città d’oro. Il biglietto si può fare a bordo e una volta giunti al terminal di Gerusalemme una comoda metropolitana di superficie conduce a uno degli accessi della città vecchia.

La città offre un ventaglio di proposte riguardo l’hotellerie. Si consiglia di soggiornare almeno 1 notte a Gerusalemme per godere della visione emozionante del Muro al tramonto e in notturna. Una volta giunta la data di rientro, fate un bel respiro e non irritatevi per i lunghi e minuziosi controlli random che sono fatti nell’aeroporto di Tel Aviv, parliamo di una città piena di contraddizioni!

Jaffa Hilton Beach di Tel Aviv

TOP 10 Gay Beach Tel Aviv nel 2011 venne cl assi ficata tra l e prime 10 migliori città al mondo per il turismo gay con un indotto di oltre 20.000 turisti in più in occasione del gay pride. Recentemente s empre Tel Avi v è apparsa nella classifica Smartertravel.com e Yahoo! Viaggi delle 10 migliori spiagge urbane del pianeta con la spiaggia Frischman. Nuovamente, i nfi ne, Tel Avi v è stata da poco inserita nella Top10 delle spiagge gay del mondo da GayCities.com (sito che fornisce informazioni ai turisti gay su 215 città del mondo) con la Hilton Beach.

www.israele-turismo.it www.visit-tel-aviv-yafo.com/gay-vibe 41


M A S S A C H U S E T T S I L PA E S E D E L L A L I B E R T À Viaggi

Siamo andati in Massachusetts per scoprire questo fantastico stato americano e potervi raccontare quanto c ’è da fare e da vedere. Il Massachusetts ha molto da offrire a qualsiasi tipologia di viaggiatore, città sofisticate, pittoreschi villaggi costieri e dolci colline nel Berkshires. Lo Stato del Massachusetts è noto ormai da tempo per essere un luogo che dà il benvenuto ai turisti omosessuali. E’ stato infatti il primo Stato a legalizzare il matrimonio gay nel 2004! In questo stato troviamo Boston, una città internazionale frizzante dove si respira molto l’influenza della colonizzazione inglese, dai quartieri vittoriani come il South End (dapprima quartiere latino, oggi zona dove risiede gran parte della comunità GLBT) ai tanti giardini e parchi perfettamente curati. La città offre una vita notturna vibrante, eccellenti ristoranti e hotel di gran classe. Dagli edifici in arenaria del quartiere alla moda di South End, ai vialetti con lampioncini a gas di Beacon Hill al sobborgo di Dorchester, Boston vanta innumerevoli fascini dell’era vittoriana. Sicuramente avrete sentito parlare dei Bramini di Boston, ma 42

di Andrea Cosimi

non dimenticate che Boston ha anche una forte storia di radicalismo rivoluzionario…il cui primo esponente fu sicuramente Paul Revere! Appena arrivati non potrete non notare il profondo amore degli abitanti di questa città per gli animali; chiunque a Boston possiede un cane, molto spesso di razza labrador o golden retriver, e quas i tutti gli hotel sono pet friendly. Il contrasto tra “vecchio” e “nuovo” è ciò su cui tutto si basa a Boston. Quale location migliore di questa walking city per prendere parte al più grande Gay Pride del New England, il Boston Pride a giugno? Potrete inolt re par tecipare al Boston Gay and Lesbian Film and Video Festival, vi sitare i l nuovo Institute of Contemporary Art (ICA) oppure ascoltare le esibizioni del Boston Gay M en’s Chor us , uno dei cor i più grandi e famosi della comuni tà omosessuale. Non dimentichiamo che Boston è una città così viva ed eclettica grazie anche alla presenza di numerosi studenti universitari, offrendo lo-

cali di ogni tipo. Da molti chiamata la walking city, Boston è davvero una città da visitare a piedi o in bicicletta, soprattutto nel periodo primaverile estivo ed autunnale, percorrendo il fiume Charles che la attraversa. Gli alloggi sono tutti molto curati e la città è talmente ben collegata e fruibile, non solo con i mezzi pubblici, ma anche privatamente in bicicletta o a piedi, che la location dell’albergo ha davvero poca importanza. Nella vicina Cambridge, famosa per Harvard e l’M.I.T. (da cui uscirono alcuni tra i più importanti presidenti americani), da molti considerata un quartiere di Boston, ma che in realtà è una città con un proprio sindaco ed una propria indipendenza, è presente un ampia gamma di alloggi di livello e a prezzi davvero contenuti come il Kimpton Hotel Marlowe o il Royal Sonesta Boston Hotel, entrambi vicinissimi alla stazione della metro che con tre fermate vi porta direttamente a Boston downtown. Il Primo, appartenente ad una delle catene più Gay Friendly del mondo, è un


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Boston

hotel lussuoso, con tessuti e colori seducenti che risvegliano i sensi. Qui troverete Wi-Fi gratuito e un calice di vino di benvenuto e i vostri amici animali saranno ben accetti. Il Royal Sonesta, invece, situato proprio lungo il fiume Charles offre una spettacolare vista sulla città. Per gli amanti dello shopping, oltre agli stessi complimentary services del Marlowe, offre anche uno sconto per il vicinissimo centro commerciale fornito di tutte le migliori griffe internazionali e in estate mette a disposizione degli ospiti delle biciclette per raggiungere la vicinissima Boston attraverso la pista ciclabile percorribile lungo il fiume. Se, invece, preferite risiedere in pieno centro a Boston la scelta è davvero ampia. Qui la vita notturna e diurna è davvero eclettica. Dal Quincy Market, dove potrete mangiare qualunque tipo di cucina, dall’italiana alla thailandese, al quartiere Beacon Hill dove potrete passeggiare e fare acquisti tra vicoli caratteristici in stile inglese e negozietti ricercati. Per gli amanti dello shopping c’è

il Prudential Center, situato all’interno della Prudential Tower (uno dei due grattaceli simbolo di Boston), all’interno del quale si sviluppa un centro commerciale, un ristorante panoramico e un osservatorio situato all’ultimo piano da cui è possibile ammirare il panorama della città. Se cercate le grandi firme non potete allora non recarvi su Newbury St. considerata un po’ la via Condotti americana, è una strada che si interseca con vie che si succedono in ordine alfabetico. Qui troverete griffe da Louis Vuitton a Vittoria Secret’s nonché la famosa chiesa di Covenant che espone all’esterno il simbolo rainbow per indicare il benvenuto alla comunità GLBT. Passeggiando per la città vi capiterà di imbattervi in statue di bronzo, ognuna delle quali rappresenta una parte di storia di Boston. Dalla mamma anatra e i suoi anatroccoli (protagonisti della celebre favola per bambini) al famoso allenatore di basket dei Celtics Auerbach. Se cercate una sistemazione da jet set, il Liberty Hotel farà sicu-

ramente al caso vostro. Da Matt Damon a Sean Pen alloggiano qui quando vengono a Boston. Si tratta di un vecchio carcere della città, risalente al 1851 e convertito nel 2007 in un hotel di lusso e di design situato sul fiume Charles vicinissimo al quartiere di Beacon Hill e confinante con uno degli ospedali più importanti dello stato del Massachusetts, nonché servito dalla metropolitana che ha la fermata di fianco all’albergo. L’albergo è anche pet friendly ed offre gratuitamente connessione Wi-Fi, vino o champagne di benvenuto e acqua in camera. Se soggiornerete qui vi capiterà sicuramente di incontrare qualcuno di Hollywood come è capitato a me di incontrare a colazione l’attore Tim Robbins famoso anche per il film Mistic River con protagonista Sean Pen. Nel centralissimo quartiere di Back Bay potrete soggiornare nel bellissimo Back Bay Hotel, un tempo sede della Polizia di Boston, oggi classificato 4 diamonds è considerato uno degli hotel più favoriti della città. 43


Viaggi Cape Cod

Curato nei particolari e caratterizzato dal suo stile e dalle tante sculture irlandesi è un ottima struttura di design a prezzi ragionevoli che offre come servizi gratuiti il Wi-Fi e due bottiglie d’acqua in camera. Per le vostre serate l’American Grille con un menu caratterizzato da ingredienti locali e il Cuffs Irish Bar ideale per rilassarsi e gustare un cocktail. Tra South End e Back Bay un altro bellissimo hotel è il The Colonnade vicinissimo anche al Prudential Center, dal design sofisticato ed elegante costato circa 20 milioni di dollari a seguito dell’ultimo rinnovo, oppure il Copley Square Hotel, un boutique hotel fashion e di design. Per gli amanti degli hotel a basso costo sicuramente il 140 low budget hotel farà al caso vostro. Situato in zona centralissima in una traversa di Newbury St. è un ottimo compromesso tra qualità e prezzo. Nella parte portuale, dove un tempo sorgeva una sopraelevata, mostro architettonico frutto dell’edilizia degli anni ’70 e ’80, poi abbattuta, oggi vi è una rete di strade sotterranee sopra adornate da giardini che riqualificano di molto la città dal punto di vista estetico - urbanistico. Qui si trovano gli alberghi di lusso di 44

Boston, come l’Intercontinental o il Boston Harbour che hanno anche un servizio di water taxi per raggiungere l’aeroporto o altri punti della città attraverso la baia ed il mare. Per ciò che concerne la vita gay della citt à, Boston così come tutti gli Stati del New England ed in particolare il Massachusetts, è una città molto aperta e tollerante. I due quartieri simbolo sono certamente South End e Jamaica Plain. Quest’ultimo, un po’ periferico rispetto al centro, è considerato il quartiere degli artisti ed è raggiungibile comodamente con la metropolitana. Tutti gl i alberghi a Boston possono essere considerati tranquill amente Gay friendly così come ogni altro esercizio commerciale. Per questa parte degli Stati Uniti la questione “della tolleranza/accettazione della comunità GLBT” non è più un tema di dibattito. Noterete, infatti, che anche nel quartiere South End, dove la stragrande maggioranza degli esercizi commerciali o degli abitanti appartengono alla comunità GLBT, quasi nessuno più espone il simbolo rainbow e i locali o i ristoranti sono frequentati da una clientela per lo più mista a simboleggiare la vera integrazione che è avvenuta negli anni.

IL MASSACHUSETTS VA O LT R E B O S TO N Boston è una città interessante anche per la sua posizione strategica nella parte della East cost americana che consente di visitare tranquillamente città come New York, Philadelphia o Washington comodamente in macchina o con le linee ferroviarie Amtrak. In Estate questa città può offrire anche altri spunti per dei veri e propri fly and drive. A ovest è poss ibi le visi tare i l Nais mi th Memorial Basketball Hall of Fame mentre con il traghetto veloce da Boston in soli 90 minuti si raggiunge la penisola di Cape Cod, dove si trova Provincetown, considerata una delle migliori gay location in America. Se cercate feste e divertimenti, questa cittadina di mare offre molteplici eventi tematici durante tutta l’estate. Il Carnevale, la Women’s Week, le tea dances e le parate del 4 Luglio sono solo alcuni degli highlights di Provincetown. Per gli amanti dei rave party, è assolutamente da non perdere il David Flower’s Summer Camp, la più stravagante festa sul mare. Oppure se volete incontrare stelle del cinema potete partecipare al Provincetown International Film Festival. Chi frequenta il Cape sa che è una meta ideale anche fuori stagione, dove queste enormi spiagge deserte vi aiuteranno a ricaricare il vostro spirito. Provincetown è sicuramente una destinazione perfetta durante tutto l’anno, dove tutti sono i benvenuti e dove si celebra la sua ricca tradizione della diversità nonché la sua espressione creativa ed illuminata. A nord, invece, lungo la costa è possibile rivivere l’emozioni di film come “La Tempesta Perfetta” nella cittadina di Gloucester o vivere una notte nella città delle streghe, Salem. Sempre a Nord, lo stato del Vermont offre paesaggi mozzafiato ed esperienze culinarie indi-


Viaggi menticabili. Non a caso, i l Vermont è uno stato fondato sul rispetto della natura e il mantenimento di principi legati alla cucina sana e biologica. Basti pensare che le comunità cittadine di alcune contee del Vermont hanno firmato una petizione perché non venissero mai costruiti dei McDonalds che per loro simboleggiano una cattiva cultura del cibo “fast” e poco biologico. Anche il rispetto paesaggistico e l’armonia delle costruzioni con l’ambiente circostante sono alla base della cultura di questo stato americano, al punto che esiste il divieto di costruire sulle montagne o sulle colline, non è ammessa nessuna forma di pubblicità (cartelloni, etc..) e per costruire o ristrutturare uno stabile il cittadino deve attenersi a canoni pre-stabiliti dalla comunità al fine di garantire una certa armonia con il resto delle abitazioni. Ma il Vermont è anche la patria del famoso gelato americano, Ben and Jerry, azienda molto attiva nel sostenere le battaglie della comunità gay, che ogni anno indice delle giornate in cui distribuisce gratuitamente nelle proprie gelaterie il suo prodotto. Se amate l’arte e la cultura sicuramente il Berkshires, situato ad ovest del Massachusetts, è il luogo che fa per Voi, basti pensare che è considerato il primo luogo fuori New York più ricco di cultura, musica, arte, danza. A Stockbridge non potete non visitare il Norman Rockwell Museum, celebre museo che dispone della più grande collezione di opere di Norman Rockwell, inclusi oltre 700 dipinti e 150.000 fotografie. Non potrà poi mancare una sosta al Red Lion Inn, ubicato in posizione strategica nel Berkshires che con le sue 108 camere offre un elegante e squisita ristorazione oltre a rappresentare uno dei pochi Inn del New England che opera continuamente dal XVIII secolo ad oggi. A Pittsfield è d’obbligo la visita

ad Arrowhead che fu la dimora dello scrittore americano Herman Melville che scrisse la famosa opera Moby Dick e all’Hancock Shaker Village, un bellissimo villaggio restaurato, ubicato tra ettari di campagna e boschi che ospita edifici e manufatti della famosa comunità shaker. Una comunità cristiana che aveva una vita basata sul modello comunista. Uguaglianza, pacifismo, etc.. Vissero dal 1830. Uomini e Donne dormivano separati. Non c'erano abitazioni per famiglie ma vivevano tutti insieme in grandi abitazioni. Vita molto ligia e puritana. Inventarono i pomelli x appendere abiti e sedie per evitare che si sporcassero. Scopa piatta di paglia e raccogli mondezza, finestra blocca bile e vetri obblighi per far penetrare meglio la luce, ascensore porta pietanze. Shaker per il modo di pregare shekerandosi. Si sono estinti xche non concepivano figli ma li adottavano. Hanno ceduto le proprietà ad Hankok museum nel 1960 Coltivavano terra, allevavano bestiame, grandi ingenieri ed inventori, producevano erbe medicinali. Northampton è una viva cittadina in cui ha sede l’omonimo college con una forte comunità lesbica. La Northampton LGBT Pride March and Ral ly è un evento annuale molto popolare, come anche il Northampton Independent Film Festival, evento che propone numerosi

seminari per illustrare l’operato di registi indipendenti. Inoltre, è possibile visitare il più grande parco di divertimenti del New England a Six Flags, l’Out in the Park, nei pressi di Agawam, dove la comunità GLBT è la benvenuta con una giornata speciale interamente dedicata! Per terminare, nella cittadina collegiale del Berkshires, Wi lliamstown, dove ha sede l’omonimo College ed il Museum of Ar t, è presente anche l’Institute Clark fondato dalla nota Famiglia Clark ideatrice della macchina da cucire Singer. Nel museo, che dispone di una libreria con oltre 300.000 volumi, si possono trovare opere di Winslow Homer, circa 5.000 stampe, oltre 200 opere classiche europee di Piero della Francesca, Ghirlandaio, Nerio, Botticelli (La Vergine Maria con bambino e San Giovanni Battista ), Cremonini, Goya, Degas, oltre 30 tele di Renoir, Monet, Remington. Il museo è formato da un centro di ricerca, galleria e esposizione e si trova in ettari di verde con una struttura perfettamente integrata con l'ambiente circostante. Il museo annualmente porta circa 70 opere in giro per il mondo. Dal 2014 verrà smantellato il parcheggio e reso sotterraneo mentre al suo posto sorgerà un laghetto.

http://www.massvacation.it http://www.lgbtmassva cation.com/

Vermont

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G R E C I A I T I N E R A R I M I TO LO G I C I Viaggi

Culla della civiltà occidentale, della democrazia, dei Giochi Olimpi ci , d e lla f i lo s o f ia e l etteratura dell’Occi dente e di alcuni dei più i mportanti mi ti e di vi nità del mondo anti co, l a Grecia e l e sue numerose isol e continuano a essere una meta tutta da scoprire. di Mauro Fanfoni

Un vi aggio in Grecia non può che iniziare da Atene, la vivace capitale, per intraprendere un tour storico che tocca meraviglie come l’Acropoli, il Partenone, il tempio di Zeus Olimpio e l’arcaico stadio olimpico. Dalla capitale, ci si può spostare verso il centro della Grecia, in direzione di Salonicco, alla scoperta d’insediamenti preistorici, della Macedonia e dell’imponente Monte Olimpo. Vale la pena abbandonare l’entroterra per scoprire il proprio angolo preferito della Grecia: con oltre 3000 isole greche a disposizione, non sarà un’impresa difficile. Ciò che sorprende maggiormente delle isole è la bellezza che non ha rivali, da Cret a, la più grande, alla minuscola Idra, dove non esiste un’automobile. Isole con spiagge soleggiate, acqua limpida e cristallina, gustosi pranzi nelle tradizionali taverne greche, e dove all’interno racchiudono paesaggi montagnosi costellati di piccoli villaggi in cui sembra si sia fermato il tempo. Di certo, la cultura 46

e i miti sono gli elementi che caratterizzano le isole greche, dove gli abitanti hanno avuto a lungo uno strettissimo rapporto con il mare, che continua ancora oggi. La storia e la mitologia delle Isole Cicladi è chiaramente, strettamente correlata a quella della civiltà minoica e della Grecia Antica poiché proprio da queste prendono forma la cultura, la civiltà, i miti e le leggende che accompagnano la vita di queste stupende isole. La cultura greca ebbe inizio, almeno secondo la leggenda, con la 1° olimpiade, intorno al 776 a.C., e fine con la morte di Alessandro Magno e la costituzione del regno ellenico, suddiviso tra gli eredi intorno al 323 a.C. La civiltà minoica, ovvero, quella dell’isola di Creta si sviluppò intorno all’età dell’oro. Il termine deriva dal famoso re Minosse che costruì un impero commerciale ampio che controllava i territori dal Mar Egeo fino all’Egitto per arrivare fino in Siria e al Mar Nero. Mikonos, il cui nome si deve al figlio del re di Delos inizia la


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Santorini

sua storia con Ercole, in una delle sue 12 fatiche, che combatté contro i giganti uscendone vincitore. Una volta uccisi furono gettati in mare, dove i loro corpi si pietrificarono creando alle coste dell’odierna Mikonos. Nell’arco dei secoli l’isola rimase incatenata sotto il dominio e la sorveglianza della nota isola di Delos e non si conoscono molti fatti che la riguardano. Si conosce solamente, attraverso alcuni scavi, la presenza dei popoli Cares che poi furono sovrastati dalla potenza dei popoli fenici ed egiziani per giungere infine al dominio cretese e degli ioni. Durante l’alto medioevo come tutte le Cicladi anche Mikonos cadde sotto il dominio del Regno di Venezia. Milos invece fu abitata sin dai tempi del Neolitico che parte dal 7000 fino ad arrivare al 2800 a.C. Fu una delle isole a svilupparsi in maniera più veloce rispetto alle altre, grazie all’adattamento precoce alle impervie condizioni naturali e all’utilizzo di utensili prodotti con una tipica pietra autoctona. Dopo un lungo susseguirsi di abitanti nacque un nuovo popolo, i Dori, dalla fusione dei popoli autoctoni e dei micenei che ci hanno tramandato moltissimi oggetti dell’arte ceramica

Mykonos

tra cui la famosa Anfora di Milos. Santorini, altra isola famosa anticamente aveva un nome differente, Stronghili, che significa in greco “Rotonda”. Testi mitologici confermano che l’isola subì una violenta eruzione vulcanica, la stessa che causò la distruzione della civiltà minoica nel 1500 a.C., tanto da far pensare anche a una stretta relazione con la leggenda della sparizione negli abissi marini di Atlantide. Intorno agli anni del 1300 a.C., successivamente ai minoici, si stabilirono nell’isola i fenici che la controllarono per oltre 200 anni. Solo più tardi, nel periodo greco il suo nome venne ancora una volta cambiato, in Thira. Il nome Santorini risale a tempi più recenti. Isole e isolette, ognuna con la sua storia da raccontare, di cui però solo 167 sono abitate. La maggior parte delle isole si trova nel Mar Egeo, il mare che divide la Grecia dall'Asia Minore e si dividono in 8 gruppi. Le altre isole invece si trovano dall'altra parte del continente greco; di fronte al sud dell’Italia, nel Mar Ionio e sono suddivise in gruppi denominati in modo differente. I gruppi d’isole più grandi sono l'isola di Evia, le Cicladi, il Dodecanneso, le Sporadi, le 47


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Lalaria Beach - Skiathos

Kellan Lutz - Nei panni di Poseidon nel film Immortals

isole dell'Egeo orientale, l e i sole del Golfo Saronico e Creta. Le Cicladi hanno una denominazione molto antica che deriva dal fatto che sembrano formare un cerchio intorno all'isola sacra di Delos. Il Dodecanneso deve il nome alle dodici grandi isole principali, anche se in realtà ci sono molte altre isole più piccole e isolotti disabitati. A ovest della Grecia continentale si trovano le isole Ionie, nel mar Ionio, composte di decine d’isole, grandi e piccole. Alcune isole greche hanno origine vulcanica come Santorini, Milos, Kimolos e Nisyros. Il territorio delle isole è generalmente montagnoso e la conformazione delle coste è ricca e complessa. Penisole, promontori, baie, calette e spiagge si distinguono per la loro bellezza unica. Il Dodecanneso è situato nell'area sudorientale del Mar Egeo, a sud di Samos e Ikaria e a nord est delle Cicladi, a ovest dalla costa dell'Asia Minore e a est di Creta. E' è un complesso d’isole e isolotti, dei quali solo 14 sono abitate. Il clima è mediterraneo, e la storia e la 48

bellezza delle isole del Dodecanneso attraggono ogni anno migliaia di turisti. Le Sporadi sono il gruppo d’isole a nord dell'isola di Evia e a est della prefettura di Magnesia. Appartengono tutte alla prefettura di Magnesia, tranne Skyros, che invece appartiene alla prefettura di Evia. Le isole Sporadi sono molto incredibili foreste di pini. Con Isole Orientali dell'Egeo è identificato il gruppo d’isole che si trova nella parte nord orientale del Mar Egeo, a est delle Sporadi, a sud di Thasos, a nord ovest del Dodecanneso e delle coste dell'Asia Minore. Le isole maggiori sono: Chios, Limnos, Samos, Ikaria e Lesbo. Le Isole del Saronico si trovano molto vicine ad Atene e all'Attica. La maggior parte di loro si trova nel Golfo Saronico, mentre Spetses si trova nel Golfo di Argolis. Le più conosciute, sin dall'antichità, sono l'isola di Salamina e di Egina, le altre isole sono Poros, Idra e Spetses. Le Isole Ionie in Grecia identificano il gruppo d’isole poste nella parte occidentale della Grecia nel Mar Ionio. La più grande è l'isola di Corfù. La più nota, della mitologia greca, è l'isola di Itaca, l'isola di Ulisse. Le isole Ionie sono certamente quelle più visitate dagli italiani sia per la vicinanza sia per i meravigliosi paesaggi. Qualunque sia la desti nazi one prescelta, la Grecia sarà in grado di ammal iare con i suoi paesaggi e i miti che ne raccontano l a creazione: la parte difficile? Decidere quale isola visitare!



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UN DESIGN

HOTEL DA BRIVIDO di D. Arena Per tutti gli amanti del total White, per tutti coloro che necessitano di una pausa vera dalla vita quotidiana e non temono il freddo, questo è il posto che fa per voi.

Situato a 200 km dal circolo polare artico nel paesaggio fiabesco della Lapponia, avvolto da un bianco silenzio minimalista, illuminato da un perenne e roseo crepuscolo e dalla notturna aurora boreale, si trova il primo Hotel interamente fatto di ghiaccio al mondo, l’Ice Hotel. Ogni anno, verso metà novembre, artisti e designer scolpendo l’acqua ghiacciata del fiume Torne, danno vita ad elementi architettonici e sculture di ghiaccio che, supportate da una delicata illuminazione per lo più azzurrina, creano un’atmosfera surreale e molto suggestiva di un ghiacciaio in formazione. Ogni stanza è diversa dall’altra e per riuscire a dormire ad una temperatura di – 5 gradi, vengono forniti sacchi a pelo avvolti in pelliccia di renna. Per chi è disposto ad affrontare il freddo ma non tanto temerario da dormirci, ci sono anche stanze calde fatte in legno o cottage adiacenti alla struttura.

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Prima di affrontare la notte, e’ d’obbligo fare tappa al famoso IceBar e prendere un drink, sicuramente il ghiaccio lì non manca mai.

Se a qualcuno poi venisse in mente di celebrare il giorno più bello della sua vita in Lapponia potrebbe approfittare della chiesa di ghiaccio realizzata proprio all’interno dell’albergo. L’incanto svanisce allo scioglimento della neve solitamente nel mese d’aprile, ma visti i cambiamenti climatici globali di questi ultimi anni non e’ piu’ cosi’ facile dare un’indicazione precisa. L’intero Albergo è realizzato, con un basso impatto sull’ambiente incontaminato che lo circonda. il ghiaccio utilizzato ritorna al fiume Torne al momento del disgelo. Tutta l’energia usata proviene da fonti rinnovabili e L’IceHotel ha come obbiettivo di diventare Co2 negativo entro il 2015. Le giornate possono essere lunghe ma le attività organizzate sono molte e nel caso voleste fare un giro nello spazio l’IceHotel ha stipulato una partnership con la Virgin Galactic SpaceShipTwo, la prima agenzia spaziale che porterá i turisti a fare un giro nell’atmosfera terrestre partendo proprio dal circolo polare artico.

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LA CASA

DOMOTICA La tecnologia ci permette di realizzare un ambiente domestico attrezzato con impianti, strumenti e apparecchiature varie, in grado di svolgere parzialmente o completamente le loro funzioni.

niera efficace i problemi legati alla sicurezza, all’illuminazione, al comfort e all’irrigazione. di Mauro Fanfoni

Sembrano lontani anni luce i tempi in cui la tecnologia ci permetteva di poter aprire o chiudere le tapparelle comodamente da sotto le coperte. Passi avanti ed enormi nel futuro sono stati compiuti. Ora abbiamo la possibilità di realizzare una casa “completamente” domotica, che ci permette di migliorarare sensibilmente la nostra qualità di vita attraverso l’ottimizzazione del tempo da dedicare alla casa stessa, oltre, la riduzione dei costi di gestione e un risparmio sui consumi di elettricità, gas e altre utenze. Quando è un intero edificio che è costruito e integrato con criteri domotici, si parla di "building automation", automazione degli edifici, dove la gestione computerizzata dei vari sistemi (climatizzazione, acqua, gas, energia e sicurezza) ha come obiettivo la piena soddisfazione di tutti i condomini in termini di comfort, gestione e risparmio energetico. Ma cosa è la domotica? Possiamo dire che è una scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie che servono a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti. Il termine domotica deriva dal latino domus che significa appunto "casa". Un settore che unisce ingegneria edile, automazione, elettrotecnica, telecomunicazioni e informatica. Dalla semplice apertura delle tapparelle al controllo del sistema antifurto, l’impiego di un sistema domotico in una casa, quindi, permette di risolvere in ma52

La tecnologia domotica permette, inoltre, di eseguire una gestione remota dei dispositivi presenti nell’abitazione, potendo controllare gli ambienti domestici da un Pc, un’iPad o iPhone e tramite sms, avendo sempre il pieno controllo della casa ovunque ci si trovi. In un progetto di “domus” intelligente occorre avere ben chiari quali siano i requisiti del sistema d’interazione uomo/home da tenere in considerazione. La domotica è indirizzata a risolvere una serie di bisogni espressi dall'utente proponendo un sistema di soluzioni tecniche in parte integrate, utilizzando al meglio le sinergie ottenibili tra i diversi sistemi. Quando questa integrazione di funzioni e servizi hanno successo, in altre parole soddisfano i requisiti espressi dall'utente, si può dire di aver raggiunto positivamente la finalità preposta. Per il successo progettuale di una casa intelligente bisogna partire quindi da una chiara conoscenza e condivisione degli obiettivi che devono essere soddisfatti. Per questo motivo alcune applicazioni possono diventare rapidamente obsolete ed essere escluse dal mercato, pronto ad accogliere quelle più mature e, soprattutto, quelle che meglio si adattano a soddisfare i bisogni espressi dal consumatore. Secondo studi recenti, lo sviluppo di Internet a velocità sempre più alte potrà fornire un grande impulso allo sviluppo della domotica. Negli USA, per esempio, si sta sviluppando una ricca offerta di reti telematiche da casa.


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La domotica è una scienza interdisciplinare che si occupa delle tecnologie che servono a migliorare la qualità della vita nelle case e più in generale negli ambienti

Gli sviluppi maggiori del networking domestico potrebbero venire da soluzioni basate sull'utilizzo della rete elettrica e delle onde radio, perché solo con questi tipi di mezzi sarà possibile collegare i diversi dispositivi domestici che nel prossimo futuro potranno integrare al loro interno un browser Internet posto all’interno.

La diffusione, inoltre, di connessioni permanenti a banda larga e a tariffe vantaggiose aprirà nuove frontiere, tra cui lo sviluppo dei servizi di telegestione e telecontrollo, nonché di home banking ed e-commerce. Tra gli aspetti di questo nuovo modo di vivere la casa vale la pena segnalare come ogni elettrodomestico o servizio dell'abitazione sia visto non più come separato e isolato dagli altri ma completamente integrato nell’ambiente dove “convivenza” diventa la parola chiave. Oltre che da queste nuove opportunità tecnologiche, lo sviluppo e l'affermarsi della domotica è influenzato fortemente dall'evoluzione e dai cambiamenti in corso nella società. In Italia gli ultimi dati statistici hanno rilevato un aumento di single, donne con un impiego lavorativo, l’innalza-

mento della vita media, maggiore permanenza al di fuori dall'abitazione, incremento nell'acquisto di seconde case e un aumento della criminalità. Questi sono tutti elementi che hanno indirizzato la società verso la ricerca di una migliore qualità della vita e che di conseguenza possono incrementare lo sviluppo della domotica. Molti ritengono che l'avvento di queste tecnologie sia un altro passo che porterà verso modelli e stili di vita sempre più artificiali. La prospettiva di sviluppo della domotica può evocare per alcuni il verificarsi di situazioni “inquietanti & limitative” per la libertà personale, rischi d’intrusioni indesiderate nei dispositivi che governeranno le abitazioni domotiche e che vigileranno sulla loro sicurezza, alienazione ed eccessiva dipendenza dalle tecnologie. Altri, contrariamente, paragonano entusiasti quanto sta per accadere alla passata rivoluzione industriale, esaltando le potenzialità enormi che la “nuova” tecnologia potrà sviluppare nelle abitazioni, contribuendo a un generale miglioramento della qualità di vita. 53


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SQUISH ARTE SULL’OCEANO

Isola di Fogo, Capo Verde. Ăˆ qui che sorge, nella cittadina di Tilting, lo Squish Studio, un edificio dalla forma angolare di 7 metri di altezza dotato di ogni comfort, che accoglie artisti in cerca di ispirazione. Arroccato a 6 metri dal suolo in cima ad alcune rocce che affacciano sulla costa atlantica nord, lo studio gode di un panorama che rende questa location fonte di ispirazione per la bellezza artistica, se volete anche un po’ malinconica, della natura circostante che offre un paesaggio marino calmo e a volte dirompente soprattutto nei periodi di tempesta e brutto tempo. 54


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La struttura, realizzata dall’architetto Todd Saunders, dotata di ogni tecnologia ed alimenta grazie all’energia solare è ottima per vivere.

Oggi lo Squish Studio è abitato da Silke Otto-Knapp, un’artista tedesca sostenitrice della potenza ispiratrice di questo magico luogo.


Società

PATRIZIA PRESTIPINO L’HOMO SINDACO DI ROMA

I politici del suo stesso partito prendono le distanze da lei anche quando gli porta i voti con l’orecchio. Rutelli, Gasbarra, Renzi ne sanno qualcosa. Ma non la ignorano: ogni giorno uno stillicidio di anonimi rametti accresce il suo rogo di strega. Che colpa dovrà mai espiare Patrizia Prestipino? La diversità, non altro. I suoi uffici pubblici e la sua casa sono esplosioni di colori solari che la rappresentano in uno specchio aperto e inconsueto, dove si aggrovigliano biglietti di ragazzi, post it di sportivi, trofei paraolimpici, arcobaleni gay, magliette solidali, foto di bambine, di alunni del suo liceo, di cani e gatti. Wall di Twitter e diario di Facebook sono inondati di esplosioni di un affetto trasparente e sincero, giudicato puerile dal gotha della politica. E proprio questo suo modo di essere, colpa inestinguibile, è la forza di

questa donna tra la gente: pensionati che vogliono devolverle metà delle entrate mensili per vederla sindaco prima di morire, ragazzi che si offrono volontari per i suoi flash mob; laici, cattolici, ambientalisti, persone fragili, imprenditori, si alternano sulla sua bacheca assieme a dediche con Minnie. Gente senza tessera di partito, ma pronta a votare con la matita a scalpello, incidendo la scheda con la rara rabbia della moderazione e un’immensa fiducia in chi non li ha mai, mai, traditi. Il loro sogno è di vedere quell’ufficio in Campidoglio ridipinto di arancione, la Protomoteca illuminata da glitter, un portone sempre aperto sui Fori ad accogliere tutti, e dalla finestra più bella del mondo un saluto con un braccio avvolto in monili di caucciù e perline di desideri fucsia a dirci che qualcosa è cambiato.

di Letizia Strambi

È partita da un teatro colmo e commosso la campagna per la sua candidatura a sindaco di Roma per le Primarie del PD; come si è sentita quando è stata chiamata su quel palco? Come se fosse la prima volta che parlavo in pubblico. Sentivo che non era un intervento come quelli che faccio quotidianamente. Mi sono esposta. Anche se c’erano 500 persone che mi conoscevano, era come se rinascessi senza nulla oltre la mia pelle e i miei ideali. Era l’inizio di un’altra avventura appassionante, di una nuova fase della mia vita. 56

Renzi ha avuto una serie di fortunate coincidenze dalla sua: nemici eccellenti –tipo Marchionne- che gl i hanno dato, i nvolontariamente, una spi nta. E nonostante ciò ha dovuto combattere contro i suoi compagni di partito. Le tocca la stessa sorte, e in più lei è donna… Rottamartice e donna: non è uno dei punti di partenza più facili mi rendo conto. Tuttavia l’onestà che mi contraddistingue è uno dei punti di forza di questo percorso. Devo lottare invece per dimostrare le mie capacità di governo, di programmazione. E questo non dipende dall’essere donna.


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Lei è la prima però a indurre nell’equivoco: il pay off della sua campagna la definisce “l’uomo giusto per Roma”. Alcune donne non hanno gradito. Perché per dimostrare il nostro valore dobbiamo sempre definirci con attributi maschili? Assolutamente no, intendevo l’esatto opposto. “Homo” nel senso latino, essere umano. E’ un modo di dire “basta” sia al maschile che al femminile, creando un punto di discussione sull’individuo. Era una provocazione, mi è piaciuta e l’ho portata avanti. Matteo Renzi dopo il big bang della Leopolda, cui lei ha contribuito ampiamente, non ha ricambiato i l favore appoggiando la s ua candidatura a sindaco, anzi Lorenza Bonaccorsi, renziana del PD di Roma, disse che pur sti mandol a all e pri marie avrebbero votato Nicola Zingaretti. La Rottamazione non è un fatto di brontosauri o brontosaure (che sono ancora più dure ad estinguersi). La rottamazione riguarda politici che stanno in Parlamento da cinque legislature o si approcciano alla pubblica amministrazione con metodi che porteranno il PD al suicidio per annegamento da M5S. Dietro alle sue spalle, proprio al centro delle variopinte pareti di questo ufficio, c’è una sua foto da ragazza con Walter Vel troni. E’ da qui che parte questo vortice di emozioni e ricordi. Come si è sentita quando Renzi ha detto che Veltroni doveva andarsene in Africa… Un momento bui o dell a campagna, ancora più oscuro quando Veltroni se n’è effettivamente andato… Rimasi malissimo, mandai un messaggio a Walter che mi ringraziò per la solidarietà. Non so perché Matteo Renzi fu così duro…

…Forse per staccarsi di dosso l’etichetta di veltroniano, liberarsi di un mentore che poteva tarpargli le ali. Bisognerebbe chiederlo a Renzi. Certo fu molto aggressivo, ma eravamo nella fase più difficile del movimento della Rottamazione. E’ anche vero però che dobbiamo soprattutto a Veltroni, l’apertura di questa nuova fase. E’ stato molto chiaro sul taglio dei costi della politica. Lei cosa ne pensa? Sono d’accordo con Renzi. Sono scelte obbligate in questo momento, sono esempi che dobbiamo dare, altrimenti accadrà a livello nazionale quello che è accaduto a livello locale. Dobbiamo invece conquistare l’elettore maturo, che condivide le nostre istanze, ma che vuole chiarezza di programmi e un esempio etico di responsabilità politica. Lo dico con tutta la lucidità: saremo consumati dall’antipolitica se non usciamo fuori da certe logiche. Lo dico come donna, insegnante, e come amministratrice territoriale: bisogna fare i conti nelle nostre tasche, tagliare i privilegi. Se non lo diciamo chiaramente finiremo al ballottaggio e indovinate un po’ chi vincerà? Anche a Roma? Anche a Roma se candidiamo un uomo di apparato, uno che rappresenta un pacchetto di tesserati, andremmo sicuro al ballottaggio. 57


Società Sembra che lei raccoglierà molti voti dalla destra. Bene, non me li vado a cercare, ma non mi fanno schifo come a qualche mio collega di partito. Certo non è che apro le braccia a Casapound, ma perché non accettare qualcuno del PDL che ha deciso di cambiare e invece di non votare vota il PD: non solo Patrizia Prestipino, ma il PD! E quali saranno i punti principali del programma per il rilancio dell’economia? La cultura, il turismo. Questa è la ricchezza di Roma. Le stesse parole di M atteo Renzi, l ui aggiunge anche la tecnologia… E infatti è indispensabile. Per rendere accattivante il nostro patrimonio culturale dobbiamo adeguarci agli standard dei nostri competitor internazionali. E in tema di diritti civili? Siamo indietro come legislazione e come cultura. Siamo stati condizionati per anni a non prendere posizioni laiche. Eppure, figure come Andrea Riccardi, il Cardinal Martini ci hanno dato grandi dimostrazioni di apertura. Invece no, continuiamo con le nostre chiusure mentali. Un esempio? Adele Parrillo compagna di Stefano Rolla, vittima di Nassirya, si trova ogni volta a “imbucarsi” nelle manifestazioni ufficiali, non ha diritto neanche al dolore senza una fede al dito. Ecco, se sarò sindaco garantirò l’uguaglianza, abolirò tutte queste differenze tra mogli e compagne, tra maschi e femmine. Ma mi farò garante anche dei doveri, attenzione. Perché se è vero che tutti hanno dei diritti sarò implacabile con chi non rispetta le regole. Il pane e le rose insomma, ma con la pancia vuota è difficile discutere di diritti. Su twitter Vendola è stato attaccato duramente durante il dibattito per le Primarie proprio su questo aspetto. A parte che su twitter ci sono delle correnti che pilotano opinioni in modo sistematico, comunque è vero che un cassaintegrato, un precario, un disoccupato, una famiglia che non arriva a fine mese sia poco sollecitata su temi come i matrimoni gay. Ma invece si parte proprio da quello. Il tema dei diritti è fondante per dare il via a un cambiamento di tutto. Se non cambia il modo di pensare, non si apre la mentalità non ci si rinnova, è vanificato lo sforzo economico, l’investimento di scelta Fra raccolte di firme e punzecchiature varie lei si trova davanti tanti ostacoli in queste Primarie. Ora che Z ingaretti si è proposto alla Regione chi sono 58

i suoi avversari? Io non l’ho capito. Per molto tempo mi è sembrato che l’unica candidatura certa fosse la mia. L’unica cosa chiara era che quasi tutti mi sono contro nel mio partito e all’opposizione. La gente no invece. Per questo la mia campagna la farò in mezzo alla gente con la mia Pat-mobile, un furgoncino colorato con il quale ho iniziato a girare per la città. Poi vedremo, sono pronta. La verità è che il concetto di Primarie non è stata ben recepito. Si pensa di poter fare come la scorsa volta: un paio di cene a casa di Goffredo Bettini quando ritorna dalla Thailandia, il quale farà il suo nome per il sindaco, come fece quello di Rutelli, magari uno alla quarta o quinta legislatura. Così non solo regaliamo Roma a Beppe Grillo, ma scaviamo la fossa al PD. Lei è la compagna del senatore Riccardo Milana e negli ambienti poli tici romani, è inutile nas conderlo, si insinua malevol mente che parte del suo successo pol itico è dovuto a questa rel azi one. Quando non lo ha seguito nel l’Api e nell’UDC ha spiazzato tutti. Forse questa candidatura è anche una rivendicazi one personale, un modo di dire a tutti: guardate che ce la farò da sola… No, assolutamente. Questo è lo scotto che paghiamo noi donne. Se siamo brave è sempre perché siamo “mogli di”, “compagne di”. Guardi Isabella Rauti, una donna eccezionale, coltissima, una politica di grande spessore anche se di idee opposte alle mie. Quanto le potrà dar fastidio essere definita “moglie di Gianni Alemanno”? E lo stesso potremmo dire di Monica Cirinnà, moglie di Esterino Montino, e su fino a Nilde Iotti con Togliatti. Non c’è scampo: dobbiamo essere l’appendice di qualcuno. E invece no, per la miseria! Mi volevo candidare a sindaco e l’ho fatto senza padrini, né padroni. Staremo a vedere. Lei stessa scrisse anni fa quando ero solo una semplice consigliera municipale “attenti alla bionda pensante” ed è proprio così. State attenti.


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L’OPINIONE DI CECCHI PAONE CANDIDATI GAY: VENDOLA E CROCETTA

RIVOLUZIONE NELLA POLITICA E NEL COSTUME DEL NOSTRO PAESE

Al di là di chi ha vinto e di chi ha perso la presenza alle elezioni regionali siciliane e alle primarie del PD di due candidati gay dichiarati è stato senz'altro un fatto rivoluzionario nella politica e nel costume del nostro paese. Anche perchè la presenza di militanti della causa omosessuale per la prima volta ha riguardato sia la destra che la sinistra. Dopo un passato di presenze episodiche, isolate e dimostrative, che comunque hanno fatto storia, le Candidature di vertice di Nichi Vendola e di Rosario Crocetta hanno rappresentato un segnale da cui non si potrà più prescindere nel nostro paese per recuperare il tempo perduto sul versante dei diritti civili delle persone GLBT. Soprattutto perchè entrambi hanno rotto il fronte proibizionista cattolico (Crocetta è stato il candidato ufficiale anche dell'UDC, Vendola non ha mai nascosto la sua fede pur chiedendo di potersi sposare e di poter avere un figlio con il compagno canadese), e perché hanno lanciato un invito alla civiltà che parte dal Sud e non dal Nord d'Italia, come sembrava destino annunciato. Capite bene che l'ufficializzazione attraverso la politica della piena legittimità e dignità degli orientamenti sessuali alternativi a quelli tradizionali suona come un avvertimento anche a tutti coloro che non hanno visto o hanno finto di non vedere l'importanza e la potenziale redditività del segmento turistico gay friendly, e aprirà le porte, finalmente, ai viaggi legati al matrimonio, o molto più probabilmente al rico-

noscimento legale delle unioni gay e lesbiche. Premiando finalmente i pochi che sempre ci hanno creduto e che hanno vissuto oneri e onori di essere stati dei pionieri della libertà in amore.

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IL MATRIMONIO GAY NEGLI USA DOVE È CONSENTITO? Dal 2004 otto Stati degli U.S.A. hanno reso legale il matrimonio di coppie dello stesso sesso:

DATI & FATTI . Il matrimonio gay é protetto dall’impegno delle Costituzione Americana per la libertà e l’uguaglianza.

CT IA MA MD NH NY VT WA D.C.

CONNECTICUT (New England) 2008 IOWA 2009 MASSACHUSETTS (New England) 2004 MARYLAND 2013 NEW HAMPSHIRE (New England) 2010 NEW YORK 2011 VERMONT (New England) 2009 WASHINGTON 2012 DISTRICT of COLUMBIA 2010

Dati forniti da Thema Nuovi Mondi

. Negare il diritto di matrimonio a coppie omosessuali, per molti stigmatizza famiglie gay e lesbiche quali inferiori, ed invia un messaggio che rende accettabile la loro discriminazione. La Corte Suprema del Massachusetts scrisse la sua opinione il 3 Febbraio 2004 al Senato, sottolineando che non era accettabile offrire unioni civili quale alternativa al matrimonio gay, poiché “…it is a considered choice of language that reflects a demonstrable assigning of same-sex, largely homosexual, couples to second-class status.”. . Il Massachusetts, che divenne il primo stato a legalizzare il matrimonio gay il 17 Maggio 2004, ha avuto il più basso tasso di divorzi nel 2008. La percentuale di divorzi diminuì del 21% tra il 2003 ed il 2008. L’Alaska, il primo stato a cambiare la propria costituzione per proibire il matrimonio gay nel 1998, ha visto un incremento di divorzi del 17,2%. I sette stati che hanno registrato la più alta percentuale di divorzi tra il 2003 ed il 2008, avevano TUTTI bandito costituzionalmente il matrimonio gay. . Il 20 Dicembre 1999, la Corte Suprema del Vermont stipulò all’unanimità che alle coppie omosessuali, devono essere riconosciuti gli stessi diritti, protezione, e benefici delle coppie eterosessuali. Il 1 Luglio 2000 il Vermont divenne il primo stato degli Stati Uniti ad istituire unioni civili dando alle coppie omosessuali gli stessi diritti delle coppie eterosessuali sposate, senza per altro definirle sposate.

Curiosità Nel 2008 la tribù COQUILLE della costa meridionale dell’Oregon, Coos Bay, ha legalizzato il matrimonio omosessuale con una legge effettiva dal Maggio 2009. Benché l’Oregon proibisca matrimoni omosessuali, i COQUILLE sono una nazione sovrana federalmente riconosciuta, pertanto non legati alla Costituzione dell’Oregon. Per sposarsi secondo la legge Coquille, almeno uno dei due sposi deve essere un membro della tribù. "For our tribe, we want people to walk in the shoes of otherpeople and learn to respect differences," the tribal chief, Ken Tanner. La tribù SUQUAMISH dello Stato di Washington ha legalizzato il matrimonio omosessuale nell’Agosto 2011 seguendo un voto unanime del Consiglio Tribale Suquamish. Almeno uno dei due sposi deve appartenere alla tribù per potersi sposare nella giurisdizione. 60


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A TU PER TU CON ALFONSO SIGNORINI

Care lettrici e Cari lettori si fa un gran parlare in questi ultimi tempi di matrimoni gay. Il dibattito sulla loro liceità coinvolge tanti piani: da quello politico (Rosy Bindi e Nichi Vendola si fronteggiano su pareri opposti) a quello dell’intrattenimento (ne hanno parlato anche Leonardo Pieraccioni e Rocco Papaleo al recente Festival Gaber a Viareggio). Certamente il nosto Paese su questo punto non è all'avanguadia: siamo il fanalino di coda dell'Europa E non solo rispetto a Paesi di tradizione liberale, come la Francia (pioniera dei Pacs), ma anche rispetto a Paesi più tadizionali, come la Gran Bretagna (Cameron ha aperto alle nozze gay in chiesa), e cattolici (in Spagna il matrimonio tra omosessuali è legale dal 2005). Quanto poi le unioni, etero o gay che siano, c'entrino con la politica bisognerebbe capirlo: spesso sono solo degli specchietti per le allodole utili a procacciarsi una manciata di voti in più. Ma, se serve a discuterne, ben vengano anche le strumentalizzazioni. Siete in molti a chiedermi di esprimermi a riguardo. Devo confessari che sono contrario al matrimonio etero od omosessuale che sia. I miei genitori si sono molto amati, per cinquant'anni, e per me sono stati un esempio indimenticabile di unione e di fedeltà reciproca. Eppure, per come sono fatto io (lo ammetto sono fatto malissimo) non credo alle unioni che possano durare per tutta una vita. Non per superficialità, ma solo perché mi riesce difficile concepire un impegno a così lungo termine. Perciò non sono contrario ai matrimoni gay in quanto tali sono contrario ai matrimoni in generale. Detto questo,

mi piacerebbe che in ltalia si fronteggiasse una emergenza ancora più importante: quella delle coppie di fatto. Di chi, cioè, si mette insieme, costruendo un progetto di vita e non si vede riconosciuto dallo Stato alcun diritto. Ecco, questo è il vero scandalo. La vita di coppia, etero o omosessuale che sia, non può venire discriminata, soprattutto quando è il frutto di una scelta responsabile, vissuta, matura. è questa la battaglia più importante che, secondo me, dobbiamo combattere insieme. Alla prossima!

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A tavola Ristorante Can Loca - Formentera

IL RISTORANTE

BY

FRANKIE MORELLO a cura della Redazione di Q-Magazine

Curiosità

Sulla spiaggia di Es Pujols a Formentera sorge uno dei ristoranti più cool delle Baleari, il Can Loca. Caldo ed accogliente, a pochi passi dal bellissimo e cristallino mare, questo ristorante gode di una grande fama a livello internazionale ed è molto amato dai vip. Una delle particolarità che lo contraddistingue è l’intima atmosfera che si percepisce dagli arredamenti in antico stile isolano re interpretati in chiave moderna. Anche la scorsa stagione è stato decretato il ristorante più fashion di Formentera grazie alla joint venture con la Maison Frankie

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Morello che, dopo aver collaborato con uno tra i locali più cool di Milano, il Bianco e con il Tahiti Beach di Formenter, ha scelto di realizzare e personalizzare dalle divise all’arredo del locale. “E’ stato interessante affrontare questo progetto che ci ha permesso di completare il look già sofisticato del locale. Abbiamo unito eleganza e stile al la praticità e siamo davvero soddisfatti del binomio ot tenuto”, queste le motivazioni di Maurizi o Modica e Pierfrancesco Gigliotti proprietari del brand Frankie Morello.

AL RISTORANTE CON I VIP Una vacanza si caratterizza, non solo per la curiosità di scoprire nuovi posti e nuove culture, ma anche per poter apprezzare diverse specialità culinarie locali. In questo articolo cercherò di darvi qualche suggerimento con l’aiuto di alcune delle star hollywoodiane più conosciute al mondo. Lo faremo confidandovi i ristoranti più cool delle grandi cittadine americane frequentati per lo più da loro. Se capitate a Chicago, visitate il ristorante italiano RPM di proprietà di Bill e Giuliana Rancic che è stato scelto da Lay Gaga e il suo compagno Taylor Kinney dopo un evento benefico dei Chicago Bulls. I due hanno ordinato aragosta caprese, insalata, agnolotti d’anatra, arrosto di maiale alla siciliana, polpo Mediterraneo, bucatini al pomodoro e costolette d’agnello. Da quel giorno i due lo frequentano assiduamente. Da Miami, a solo un’ora di macchina, potreste raggiungere comodamente la bellissima cittadina di Fort Lauderdale. Qui se per cena dove-

ste essere colti da languore potreste provare il Rocco’s Tacos. Pensate, George Clooney, dopo la presentazione del lancio del suo nuovo brand Casamigos Tequila venne qui a festeggiare in compagnia dei suoi soci Rande Gerber e Mike Meldman. Alcuni maligni sostengono che George non si sia mai separato da Rande tutta la notte. Se volete provare una cena “presidenziale” allora non vi resta che provare il ristorante Alan Wong su South King Street ad Honolulu. Proprio qui, il Presidente americano Obama e la First Lady hanno cenato con amici creando alcuni inconvenienti al quartiere che è stato chiuso per Taylor Kinney motivi di sicurezza.



Curiosità e attualità di Viaggio

IN GIRO PER IL MONDO CON

CIRO DI MAIO

di Letizia Strambi

Com’è stato lavorare con Raffaella Carrà? Quando arrivò la chiamata per lavorare con lei proprio non me lo aspettavo. E’ una persona meravigliosa e una grande professionista, inoltre è molto materna e ha un modo tutto suo di mettere a loro agio le persone. L a tua coll aborazione con la Sitcom è iniziata dal l’Italia, cosa 64

Ha lavorato in Rai accanto a Raffaella Carrà poi, per caso, ha cominciato con i reportage di viaggio in Italia, ed ora parte una volta al mese da un capo all’altro del mondo per Diario di Viaggio in onda su Marcopolo, Tv della piattaforma Sky. Non si può dire che Ciro di Maio non sia un ragazzo fortunato agli occhi di un lettore di Quiiky magazine. Ma è anche vero che la fortuna aiuta gli audaci, perché Ciro ha saputo costruire reportage di viaggio ironici e fuori dagli schemi, ricchi di curiosità, in cui egli stesso rimane coinvolto, trascinando con sé il pubblico.

hai imparato da questa espe rienza? L’intento era quello di proporre week end e soggiorni brevi in Italia in località al di fuori dei soliti circuiti tradizionali basandosi sugli aspetti più cool. Ho girato soprattutto in Umbria, Toscana, Marche, sempre a caccia di piccoli borghi e mi sono reso conto di quanto poco valorizziamo risorse che all’estero si sognerebbero. Oggi sei il protagonista della tras mi ss ione di punta del canale Marcopolo, Diario di Viaggio, hai girato il mondo per due anni, cosa ti ha affascinato di più tra le mete che hai visitato?

E’ stata un’incredibile esperienza di vita: in due anni ho visto Paesi bellissimi come l’Australia dell’Outback, dove il nulla è protagonista assoluto. Un territorio aspro, estremamente affascinate per le luci, i colori. Mi hanno sorpreso anche le Cook Island, al lato opposto del pianeta: con dodici ore di fuso orario di differenza mi sono sentito veramente in un “altro luogo”. Ci sono altre località di mare stupende, come le Maldive, ma alle Isole Cook sono rimasto stregato dalla cultura Maori, dalle tradizioni di queste persone meravigliose: amo il loro legame col mare, le loro danze, la musica, il modo di


Curiosità e attualità di Viaggio

stare insieme tra loro e di farti sentire a casa, sempre sorridenti e di buon umore. Non potrebbe essere diverso, vivono in paradiso! Poi hanno tatuaggi stupendi. Stavo per farmelo anche io. Un giorno mi farò un tatuaggio rappresentativo di un viaggio per portarlo sempre sulla pelle. Sul medio raggio credo che le notti più divertenti le offra Barcellona, mentre dal punto di vista naturalistico e culturale ho adorato la Giordania, oltre Petra, che è talmente nota da apparire come qualcosa che già ti appartiene quando la vedi. Quello che mi ha colpito è stato il deserto del Wadi Rum una vera perla da scoprire angolo per angolo. Outback australiano, Wadi Rum… I deserti sono molto diversi fra loro e hanno formazioni diverse. Quale ti ha più colpito. Le Badlands del South Dakota; non proprio un deserto, ma un posto talmente inospitale e allo stesso tempo lunare da lasciarti senza parole: non si può neanche

camminare per le formazioni rocciose, non c’è nulla, ma al tramonto all’alba sono uno dei posti più spettacolari del mondo. Quali sono le destinazioni che ha trovato più gay friendly? Credo che ognuno possa andare dove vuole nel rispetto della cultura del Paese che lo ospita. Naturalmente ci sono delle difficoltà in alcuni paesi islamici. Non solo nei paesi arabi, ritengo potrebbe essere poco espansiva una luna di miele anche alle Maldive per una coppia gay. Ci sono destinazioni invece che si sono proprio costruite come mete gay, come Tel Aviv, dove l’accoglienza è al top e dedicata a questo turismo. Poi, troviamo mete gay divenute tali per caso, molte in Spagna, Gran Canaria soprattutto, anche se gli uffici del turismo non si sono adoperati per questo target. Sul lungo raggio Paesi come la Thailandia sono aperti a tutti, indipendentemente da scelte sessuali, credo religioso o altro. Ugualmente per il Canada e gli Stati Uniti; anche negli stati federali più “chiusi” c’è un concetto di libertà che travalica ogni pregiudizio. Infine il

Brasile dove sono stato nove volte: lo consiglierei a tutti gay e non; di tentazioni ce ne sono per tutti i gusti è la mèta della libertà sessuale e del divertimento per eccellenza. In genere tutta l’America latina è cattolica, ma non bigotta, anche perché è insito in questi popoli un desiderio quotidiano di divertirsi e di essere liberi. In quali Paesi è sviluppata al meglio la cultura dell’accoglienza? L’ospitalità thailandese non ha pari al mondo, indipendentemente da chi tu sia e da quanto sia ricco; in ogni parte del Paese ti fanno sentire sempre il re del mondo. Al contrario non mi piace l’ospitalità nei Paesi arabi, ci sono poche donne che lavorano in tutti i settori e anche nel turismo, e la differenza nell'accoglienza si sente proprio nel modo di fare, poco servile e a volte anche poco gentile col cliente rispetto a come dovrebbe essere a mio avviso. Ma è questione di cultura. Viaggiare può essere considerato per l’uomo una pri maria necessità per la propria crescita? Non ho ricercato questo lavoro, ma senz’altro ha coperto un mio bisogno primario. Scoprire il pianeta che è a nostra disposizione è un bisogno che si perde nella notte dei tempi, un anelito umano, naturale che ci ha spinto a navigare, a volare, ad andare oltre.

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Curiosità e attualità di Viaggio

VIP LOUNGE PREGO SI ACCOMODI

di Mauro Fanfoni

Territorio per pochi eletti, oggi le vip lounge sono sicuramente più vicine anche per chi viaggia in economy e vuole godere di qualche servizio in più, se magari si è in transito su un volo a lungo raggio. Quante volte in attesa del nostro volo, ci sarà capitato di imbatterci in aeroporto, in sale ad accesso riservato dette “vip lounge”. Ma cosa sono le vip lounge? Non sono altro che sale dedicate all’attesa più “comoda” per i frequent flyers. Dei veri e propri salotti in cui la compagnia che ospita offre un piccolo rinfresco, il giornale, e la possibilità di riposarsi in un ambiente selezionato e tranquillo, con servizi appositi e personale che avvisa quando bisogna imbarcarsi per il proprio volo. Delle vere e proprie “oasi” in quegli aeroporti più piccoli dove magari i servizi non sono elevati, un luogo allettante quando si vuole attendere in tutta comodità il proprio volo. Attualmente ci sono oltre 700 sale vip al mondo. Al primo posto Londra, che con i suoi tre scali ne conta ben 37. 66

A seguire Francoforte, che ne ha 26, in un solo aeroporto, e da NewYork, che ha ben 21 di lounge. La compagnia aere a con più sale vip al mondo, ovvero 65, è la British Airways, seguita dalle 54 di China Southern Airlines e dalle americane Delta e United Airlines, entrambe con 51 lounge. L’accesso alle VIP LOUNGE è riservato ai viaggiatori in business class, e ai titolari “premium” dei programmi di accumulo miglia delle compagnie, ovvero quei viaggiatori che nel corso dell’anno cumulano un numero di miglia così da garantire l’accesso nelle vip lounge. Ma ora l’accesso è più vicino a tutti! L’inglese CPP ha creato Airport Angel, un servizio che a seguito del pagamento di una quota annuale permette di accedere a più di 550 lounge vip. Ce n’è per tutte le tasche: l’abbonamento parte dai circa 75 ai 290 euro l’anno. Quasi gli stessi servizi sono forniti anche da Priority Pass, società nata nel 1992 con sede a Dallas, Hong Kong e Londra che da l’accesso a oltre 600 sale in più di 100 paesi e ben 300


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città di tutto il mondo, a prescindere dalla classe di viaggio o dalla compagnia aerea prescelta. Priority Pass offre tre tipologie di abbonamenti: Standard, Standard Plus e Prestige, che vanno dai circa 100 ai 400 dollari annui. Altra soluzione sono le numerose carte di credito che ora danno accesso alle SALE VIP degli aeroporti, spesso a costi veramente vantaggiosi. I soci Diners possono usufruire delle sale vip di oltre 350 aeroporti al costo di circa 20 euro. American Express e la compagnia di bandiera italiana hanno creato la Carta Alitalia Platino, con la quale si ottiene l’accesso illimitato e gratuito alle aree relax di tutti gli aeroporti del mondo dove vola Alitalia. Il “Priority Pass Airport Lounge Program” è invece il servizio di CartaSì, che permette ai possessori di CartaSì Black l’accesso alle oltre 600 lounge più esclusive in 300 città nel mondo. Altra soluzione è quella dell’acquisto direttamente al banco accoglienza all’interno della lounge oppure al momento del web check-in. Il costo dipende dal tipo di servizi offerti, ma rimane comunque una cifra accessibile per un single o una coppia. Per esempio a Monaco l’accesso a una delle due lounge costa circa 25 Euro, quello per la lounge nell’aeroporto di Vienna si aggira intorno ai 35 Euro.

Ultima soluzione, che prevede solo una semplice connessione alla rete, è quella di andare o sui siti degli aeroporti o su siti specializzati come tripextras.com, essentialtravel.co.uk, e gosimply.com, sui quali oltre a prenotare hotel, voli, rent a car, travel insurance, etc., si possono effettuare prenotazioni online anche per l’accesso alle lounge di tutto il mondo. Trascorrere qualche ora, in queste “oasi” tra un volo e un altro, può valerne realmente la pena!

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Curiosità e attualità di Viaggio

OLTRE L’ESPLORAZIONE

DEL CONSENTITO di Alessio Virgili

Vi è capitato mai in vacanza di curiosare un po’ al di fuori dei soliti percorsi turistici ? Se non vi è mai capitato ma l’idea vi attrae, ecco un nuovo tipo di vacanza avventura che sta riscuotendo molto successo al punto da ispirare pellicole cinematografiche, social network e siti di photo sharing: l’urban exploration che pensate è una pratica che si dice sia nata nel 1793 in Francia con le prime esplorazioni delle catacombe di Parigi. Gli Urban Explorer, così sono chiamati questi tipi di viaggiatori, amano documentare con la loro macchina fotografica il degrado e il loro unico gesto di trasgressione è quello di lasciare le impronte dei loro piedi in quei posti dimenticati dal mondo. Non a caso il loro motto è “take nothing but photographs, l eave nothing but footprints”. Spinti dal desiderio di documentare, curiosare o perché no vivere un ora da brivido con macchinetta fotografica o videocamera in spalla vanno 68

alla scoperta di zone periferiche delle città, cimiteri, edifici e fabbriche abbandonate, villaggi disabitati dove l’accesso non è consentito. Sull’onda di questa nuovo fenomeno turistico, nel 2011, un regista emergente Tedesco, Andy Fetscher, girò un film horror chiamato “Urban Explorer ” dove si narra la storia di quattro ragazzi che, in cerca di nuove emozioni, decidono di affidarsi ad un loro coetaneo più esperto, Kris, per esplorare il sottosuolo di Berlino e ammirare, così, i luoghi più sporchi e reconditi della città. Inizialmente i topi di fogna e i serpentelli acquatici sembrano i loro unici rivali ma, ben presto, i rozzi abitanti del posto si sentiranno minacciati dalla loro presenza. Non solo la cinematografia, ma anche il mondo social ha

trovato nuova linfa per ispirare i contenuti dei propri siti e blog. Forbidden-places.net ad esempio è un sito che raccoglie un elenco di luoghi abbandonati del mondo mentre su urbanexplorers.net gli urban explorer pubblicano i video e le foto delle loro esplorazioni e si scambiano notizie e consigli. Tra loro c’è chi pensa che per andare in missione basti armarsi del proprio buon senso e di una torcia e chi invece si prepara con un equipaggiamento di tutto punto per rendere più sicura l’esplorazione. L’occorrente di bas e consi ste in una macchina fotografica o una telecamera, una torcia (perché spesso si tratta di esplorare luoghi bui), batterie di scorta, un coltello, uno zaino per contenere tutto il materiale e, come abbigliamento, scarpe chiuse e pantaloni lunghi. E se poi si vuole esagerare anche una corda, un registratore, un respiratore, radio, acqua, mappe, penna e taccuino.


Pubbli-redazionale

ABSOLUTE UNIQUE UNICA E PER TUTTI

Quattro milioni di bottiglie diverse per una limited edition senza precedenti Una personalizzazione mai vista con quattro milioni di bottiglie Absolute Vodka: ciascuna dal design unico e tutte numerate. Un’idea che farà impazzire i collezionisti. Unico tratto comune il gusto inconfondibile della celebre vodka e la ricercata forma della bottiglia, già di per sé da collezione. La scelta sintetizza i tratti caratteristici del brand: creatività, estro e genialità. Per far sì che ciascuna bottiglia fosse un pezzo davvero unico Absolut ha dovuto rivedere tutto il processo produttivo. Reimpostando i macchinari, le bottiglie sono state personalizzate secondo principi di casualità definiti in modo scientifico da uno speciale algoritmo. Poi ciascuna ha avuto la sua l’etichetta numerata che ne attesta l’unicità. Il risultato ripaga appieno questo impegno.

Ogni bottiglia ha colori diversi e potrà rappresentare un regalo diverso che si sposa con i gusti e la personalità di chi lo riceve. Allo stesso tempo più bottiglie abbinate possono rappresentare il giusto sfondo di un cocktail bar, o di una festa. "L’effetto a prima vista è davvero strabiliante - afferma Laurent Schun, direttore marketing per l'Italia di Absolut - uno scintillio di colori che trasmette la sensazione di essere catapultati all’interno dello studio di un artista". Questa volta, dunque, nessuna firma d‘autore, no sleeve o collaborazioni illustri, per Absolut. Il nuovo progetto riflette l’immagine artistica e d’avanguardia dell’eclettico marchio svedese che sceglie di mettere la propria creatività al servizio dei suoi estimatori più appassionati, offrendo loro con Unique un pezzo veramente unico e irripetibile

di Letizia Strambi

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Viaggi e Tecnologie

VACANZE E RETE

CONSIGLI PER L’USO

di Mauro Fanfoni Un dato è certo: l’avvento d’internet ha portato grandi novità nell’universo dei viaggiatori, tutto, del viaggio è diventato telematico. Devo scegliere una meta ma non ho idee? Sulla rete posso reperire consigli su misura, secondo il periodo, del budget e delle mie passioni. Idem per gli spostamenti poiché il percorso stradale è consultabile in anticipo, i biglietti del treno o dell’aereo sono reperibili online e molte compagnie danno la possibilità di fare il check-in dalla propria poltrona di casa o ufficio, risparmiando tempo e denaro. Prenotabile online, ovviamente, anche l’alloggio, da selezionare in base ai giudizi dei clienti (Trip Advisor insegna) così come le visite ai musei e ai monumenti più importanti, evitando lunghe attese all’ingresso. Una volta in vacanza ci si potrebbe recare all’internet point, o business centre dell’Hotel, ma di certo avremo a portata di mano un PC o uno smartphone o un tablet, per cui sarà facile trovare indirizzi e telefoni, controllare gli orari di uno spettacolo o scaricare, magari, la traccia audio della visita guidata a una mostra. Internet non si limita a facilitare la vacanza, ci aiuta a portarci in vacanza nella vita di tutti i giorni. In che modo? Non ci sono scuse, neppure in viaggio, per non rispondere a una mail o non aggiornare il nostro stato su Facebook o Twitter. 70


Viaggi e Tecnologie

UNVANTAGGIO O UNACONDANNA? Come sempre dipende, quando si hanno a disposizione strumenti come internet, nella differenza di come sono usati. Ignari abitanti di Facebook non sanno, per esempio che postando le centinaia di foto delle loro vacanze, anziché esaltare il loro protagonismo, fanno il piacere della comunità virtuale che le guarda, commentando positivamente o negativamente il luogo fotografato e che indurrà nel futuro la scelta o meno di luogo di vacanza. Quasi un terzo degli utenti dei social media usano un app mobile per trovare prezzi scontati per i voli e gli alberghi, e il 15% ha scaricato un'applicazione specifica per un determinato viaggio. E proprio perché le persone hanno del tempo libero, hanno più tempo per usare le app mobile durante la vacanza. Secondo recenti statistiche oltre l'80% dei vacanzieri internazionali utilizza lo smartphone mentre si trova all'estero e circa il 70% posta

foto sui social network durante una vacanza. Sono ben il 46% che usano Facebook e Foursquare, per esempio, per controllare ristoranti e altri luoghi da visitare, con una quantità d’informazione impressionante. Ieri, nel passato, avremmo sfogliato varie brochure e cataloghi in una o più agenzie di viaggio, o magari letto tra le pagine di una guida in libreria, oppure ci saremmo lasciati ispirare dal racconto di amici durante una cena o dalle fotografie di un amico. Oggi attraverso l'accesso istantaneo a blog, video e social network abbiamo la possibilità di ampliare i nostri orizzonti, leggendo notizie sul cibo preferito degli abitanti delle Sulawesi, e quasi senza accorgersene, trovarsi al volante sulle strade dell’Overseas Highway, l’autostrada che con i suoi 42 ponti collega tutte le isole delle Florida Keys.

FINIREMOPERNONPARLAREPIÙTRAUMANI? La tecnologia, almeno per quanto riguarda il complesso mondo dei viaggi, deve saper continuare a parlare. Rimane fondamentale il lato umano, che significa integrare il canale web delle agenzie con un ottimo ser-

vizio assistenza clienti, e per quanto riguarda gli acquisti significativi rimane fondamentale la consulenza telefonica durante la fase di scelta dell’acquisto.

Isole Keys

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& PISTE

Viaggi e Tecnologie

HOTEL

HI-TECH

di Mauro Fanfoni

Burj Al Arab - Dubai 72

Un dato è cer to: la nostra società sta diventando sempre più tecnologica. Ne consegue quindi che alcuni ambiti devono adeguarsi per essere in grado di offrire dei plus aggiuntivi. Tra i settori in grande fermento tecnologico e che di conseguenza si sta attrezzando è quello degli alberghi. Location di tutto il mondo, che diventano sempre più Hitech per adeguarsi alla generazione Y, quella composta da chi è nato tra la fine degli anni ottanta e i primi anni duemila. Un target che sarà la clientela del 2020, cresciuta a latte e multitasking, e che si aspetta di trovare in albergo tecnologia non solo di alto livello, ma anche personalizzabile.

Dalla classifica stilata dal webmag HotelChatter, una guida guru che individua i dieci top hotel per “geek” per chi è un vero appassionato di Hi-tech tanto da sfiorarne la dipendenza, ne esce, purtroppo, che il nostro Paese fatica a seguire il trend, mentre il resto d’Europa di certo non sta a guardare. Per esempio a Parigi l’indirizzo più tecnologico a misura di viaggi, e non solo d’affari, è l’Hi Matic. Inaugurato lo scorso anno, è il primo Hotel completamente automatico, dove tutto è svolto grazie a Internet e distributori self service. La prenotazione è rigorosamente online. Una volta effettuata si riceve, sempre via mail, un codice di accesso da digitare al momento della regi-


Viaggi e Tecnologie strazione su un touch screen posto all’ingresso. E anche lo shopping non ha bisogno di personale grazie ai distributori di kit da viaggio, libri, Cd e Dvd. L’idea quindi è quella di offrire la possibilità di personalizzare la camera d’albergo attraverso la tecnologia, centralizzando le funzioni principali attraverso un qualsiasi smartphone con il quale il cliente può utilizzare i terminali e tutta la stanza per creare o ricreare il proprio mondo, attraverso il download di un’app che permetta di accedere a un menu per icone il quale, con un semplice gesto si può stabilire la profumazione da diffondere o compiere le operazioni di check-in e out. E visto che siamo durante la stagione invernale, anche le piste da sci si adeguano, diventando sempre più tecnologiche. L’Oscar per le piste da sci più Hi-tech spetta alla Svizzera. Con lo Swiss Snow Report di Svizzera Turismo si possono richiamare in modo rapido, comodo e semplice i bollettini della neve, il meteo, le live cam e le cartine delle piste per la gita giornaliera con gli sci. Una informazione alive sul numero di impianti aperti, meteo e offerte nel comprensorio sciistico di 250 stazioni di sport invernali della Svizzera. Altra interessante app è la «Slope Track» che registra le discese sulle piste (percorso, dislivello, velocità ecc.) e mette in guardia da pericoli particolari. Grazie alla collaborazione con Svizzera Turismo, alla voce «Check» è possibile visualizzare le webcam, consultare le previsioni meteo, informarsi sulle condizioni della neve o sapere quali sono gli impianti di risalita in funzione. E per concludere, non poteva certo mancare un’app dedicata al salvataggio. Nel momento in cui si lancia l'allarme iRega, l'applicazione iPhone gratuita della Rega, tra-

Hotel Straf - Milano

smette le coordinate della persona che chiama la Rega. In questo modo, chi è in situazione d'emergenza in Svizzera o all'estero guadagna tempo prezioso. L'uso dell'applicazione è già assai diffuso e si è rivelato utile in diversi casi. Al momento di una chiamata d’allarme alla Rega, l’addetto/a alla centrale operativa per prima cosa chiede dove si trova la persona che chiama. Spesso, localizzare l’utente non è possibile subito e occorre fare delle ricerche. Questo può richiedere alcuni preziosi minuti. In questi casi subentra l’applicazione iRega per iPhone, accelerando la procedura. iRega può essere utilizzata sia per emergenze in Svizzera, sia all’estero. Bastano due clic per far scattare l’allarme. iRega si collega con la centrale operativa e trasmette subito le coordinate e le generalità memorizzate precedentemente nell’app. Dopo il colloquio con l’utente, la Rega avvia immediatamente il salvataggio e/o altre misure necessarie. Atterraggio puntuale sul luogo d’incidente. Già diverse volte iRega ha potuto aiutare in caso di emergenze in Svizzera e all’estero.

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Moda & Tendenze

MODA UOMO CHIC & CHOC

a cura della Redazione di Q-Magazine La grande maggioranza delle collezioni della Primavera/Estate Uomo 2013 si contraddistingue per le linee molto ben definite e per un look al tempo stesso chic e casual. Giacche molto belle, maglioncini estivi leggeri, pantaloni dal taglio impeccabile così come impeccabili i soprabiti. L’uomo che abbiamo visto sfilare per la Moda estate 2013 è allenato, muscoloso ma molto magro, e non abbronzato. Molti modelli avevano un colorito pallido e abbiamo visto pochissime barbe. Capelli corti, ordinati con la riga di lato. Su alcune passerelle si sono ancora visti dei ciuffi lunghi, mentre la frangetta sembra essere tornata in voga. Controtendenza su alcune passerelle, come da Frankie Morello, John Richmond o Dsquared2, l'uomo più alternativo, meno ordinato, a volte hip-hop style, o rock con accessori molto esasperati e decisi. L’uomo Dsquared2 ad esempio è un po' underground, un po' rock, decisamente dark. Dean e Dan Caten hanno trasformato i loro modelli in veri e propri 'bad boys' che amano vestirsi di bianco e nero (con qualche tocco di jeans, of course!) e che impazziscono per coppole di pelle, sneakers mega e catene d'oro. Su braccia e gambe sfoggiano finti tatuaggi (che in realtà sono calze e manicotti color pelle con disegni a ragnatela). Il tutto viene contrastato da visi puliti dal colore sano e capelli 'bon ton'. Altro trend molto definito è stato l'uso di materiali quasi metallici, come visto da Burberry e da Neil Barrett. I metallici per l'estate 2013 sono molto lucidi e vivaci, fanno pensare alla carta stagnola in cui si avvolgono i cioccolatini... in passerella da Burberry abbiamo addirittura visto sandali metallici in colori brillanti.

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Moda & Tendenze

L’UOMO IN VACANZA È CONSAPEVOLE DEI NUOVI TREND ED AMA ESSERE GLAMOUR ANCHE IN VACANZA di Andrea Cosimi Il turista della Primavera/Estate 2013 è un turista consapevole dei nuovi trend che ama essere glamour ed attento alle nuove tendenze anche in vacanza. T-shirt con stampe colorate, non più geometriche, ma piuttosto astratte anche con fantasie floreali, l’importante è che siano molto colorate. Per il viaggiatore classico e poco eccentrico sicuramente pantaloni kaki, camicia bianca e maglioncino di filo, talvolta accompagnati da un cravattino o da un vezzoso papillon. In spiaggia non mancherà sicuramente un classico senza tempo, il bermuda, per essere freschi, comodi e sportivi senza perdere in eleganza. Se volete essere davvero glamour, il tradizionale panama o il turbante di colore sgargiante quest’anno non dovranno mancare nella vostra valigia. Per le passeggiate o per la sera, se non volete rinunciare al fresco allora shorts, cortissimi e coloratissimi faranno al caso vostro, magari in lino o cotone. Questo sarà indiscutibilmente l’anno delle giacche anche in estate; strette, avvitate, studiate per esaltare il corpo maschile. Il taglio è piuttosto squadrato, le linee secche e precise, le maniche avvitate, il tutto per un

Versace

Dolce&Gabbana

effetto super trendy. Per quanto riguarda le scarpe, la tendenza vede molti mocassini e sneakers coloratissime, pochi sandali e poche ciabatte. Infine, un vero must della prossima stagione estiva sarà la borsa non troppo grande, squadrata da portare rigorosamente a mano. Uno dei trend in assoluto più appariscenti per la prossima stagione estiva sarà sicuramente l'uso dei colori. Arancione, rosso chiaro, blu cobalto, giallo canarino, e verde. Da Salvatore Ferragamo abbiamo visto molti colori brillanti combinati tra di loro in maniera molto interessante, venivano alla mente Los Angeles e l'uso del colore di David Hockey. Il senape sarà una tinta veramente molto usata l'estate prossima, ma se volete un tocco più allegro potete anche virare sul giallo limone. Il verde bottiglia tornerà in auge. Nessuna sfumatura, il vero trend è proprio il verdone più spinto. Ma oltre ai colori vivaci e alle tinte brillanti abbiamo visto anche molte tonalità del grigio, del bianco e nero. Gucci ad esempio ha aperto la sfilata con tanto colore in passerella ma ha chiuso con un nero molto elegante.

Versace

Calvin Klein

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Moda & Tendenze

LA DONNA IN VACANZA VUOLE COGLIERE L’ATTIMO ED INSEGUIRE LA STRADA CON IL DESIDERIO DI LIBERTÀ di Viola Spinelli La turista della Primavera/Estate 2013 è una donna che vuole cogliere l'attimo, sentire il vento tra i capelli, inseguire la strada con il desiderio di libertà tipico della beat generation e la voglia di un viaggio senza meta e senza costrizioni. La collezione femminile punta perciò su abiti dai tagli pratici e confortevoli, pronti per essere sfilati e cambiati in qualsiasi momento, ma non per questo meno eleganti. Come per l’uomo, saranno di grande tendenza le T-shirt con stampe, di tutti i colori e di tutte le fogge, con una predilezione per grafiche che raccontano di mete inesplorate, tropicali, dell'America on the road, di viaggi nell’atmosfera degli anni 60/70. Non mancano anche le stampe pop viste sulla passerella di Moschino, perfette per una donna giovane e spiritosa ed i fiori, stilizzati, dipinti e stampati su abiti romantici dall'anima 70's come per Blugirl, o su vestitini dall'ispirazione anni Sessanta per Moschi no. Prada addirittura ne ha messi su occhiali da sole, scarpe e borse. I colori della stagione Primavera/Estate 2013 che hanno brillato durante le passerelle della moda sono i verdi ed i blu, accompagnati da nuance pastello e

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Victoria’s Secret

Emporio Armani

da qualche tinta intensa. Il verde smeraldo è sicuramente il colore del 2013, ma preparatevi ad accogliere nuovamente l’arancione, che sarà uno dei grandi protagonista della prossima stagione calda! E per le serate chic e romantiche, ritorna il rosso intenso. I costumi più trendy da sfoggiare in spiaggia saranno quindi quelli che sfoggiano fantasie coloratissime e nuance intense. Ma, si sa, il bianco e nero non passa mai di moda; il total white sarà di forte tendenza e non solo nell’abbigliamento: anche gli accessori infatti si tingono di questo “colore non colore”, per un look raffinato e ricercato. Scervino, Armani e Ferré sono stati tre perfetti interpreti di questo must irrinunciabile. Nell’outfit di una donna alla moda non possono mancare borse, scarpe ed accessori, dove assisteremo al boom della pelle, esotica come quella di serpente o coccodrillo, con borse in rettile così morbide da essere quasi impalpabili. Infine, non possono mancare nell’armadio della perfetta viaggiatrice i pantaloni trasparenti, a gamba larga e gli shorts!

Versace

Moschino


L W L P L O D ] Q H V

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Eventi

GENNAIO G IUGNO 2013

Cinema e Teatro Festival internazionale del cinema Academy Awards 2013 Theatertreffen Nabucco, prima delle prime Macbeth, prima delle prime

Cannes Los Angeles Berlino Milano Milano

dal 15 al 26 maggio 24 febbraio dal 4 al 21 maggio 16 gennaio 19 marzo

Eventi Gay Miami Winter Party Gay Pride Maspalomas Matinee Festival Disney Gay Days Sitges Gay Pride New York Pride Chicago Gay Pride Gay Pride

Miami Gran Canaria Las Vegas Orlando Sitges New York Chicago New Orleans

dal 6 all’11 marzo dal 6 al 12 maggio dal 25 al 28 maggio dal 29 maggio al 4 giugno dal 13 al 17 giugno dal 16 al 24 giugno dal 22 al 24 giugno dal 22 al 24 giugno

Mostre e Cultura Tiziano: Scuderie del Quirinale La Biennale di Venezia Salone internazionale del libro di Torino Lichtenstein: A Retrospective Manet: Portraying Life at the Royal Academy of Arts Celebrazioni 160° compleanno di Van Gogh (1853-2013) Riapertura Rijksmuseum dopo 10 anni di restauro Giornata della memoria (con tributo all’Homomonument) 78

Roma Venezia Torino Londra Londra Amsterdam Amsterdam Amsterdam

dal 5 marzo al 16 giugno dal 1 giugno al 24 novembre dal 16 al 20 maggio dal 21 febbraio al 27 maggio dal 26 gennaio al 14 aprile 30 marzo 13 aprile 4-5 maggio


Eventi Moda New York Fashion week Milan Fashion week London Fashion week Paris Fashion week

New York Milano Londra Parigi

dal 7 al 14febbraio. dal 20 al 26 febbraio dal 15 al 19 febbraio dal 26 febbraio al 6 marzo

Venezia Viareggio C in a

dal 26 gennaio al 12 febbraio dal 3 febbraio al 3 marzo 10 febbraio

Folklore Il carnevale di Venezia Il carnevale di Viareggio Capodanno cinese

Musica Maggio musicale fiorentino di Firenze New Orleans Jazz & Heritage Festival “Tosca” alla Royal Opera House “Don Giovanni” di Mozart alla Staatsoper di Vienna “Dubai International Jazz Festival”

Firenze New Orleans Londra Vienna Dubai

dal 2 maggio al 23 giugno dal 26 aprile al 5 maggio dal 2 marzo dal 2 marzo dal 14 al 22 febbraio

Pennsylvania Londra Francia Montecarlo

dal 26 agosto al 9 settembre dal 24 giugno al 7 luglio dal 29 giugno al 21 luglio dal 23 al 26 maggio

Las Vegas

dall'8 all'11 gennaio

Sport US OPEN Wimbledon Tour de France Gran Prix di F1

Scienza/Tenologia International Consumer Eletronics Show

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Libri

P O M O D O R I SULL’ORLO DI UNA

CRISI DI NERVI di Letizia Strambi

Per tutti è la professoressa di Zelig che insegna il tuscolano, per qualcuno l’esaminando nei surreali quiz del G Day di Geppi Cucciari, ma Alessandro Fullin è in realtà ben altro: un vulcano di idee e di ironia, con la fragilità e la dolcezza che solo taluni gay hanno. Quel garbo timido, tradito da una voce acutissima che gli ha risparmiato il coming out: “non ho avuto bisogno di dire che ero gay al mondo, già dall’asilo si ‘sentiva’ e mi invitavano a vestirmi da suora e non da Zorro”. Ricorda forse la leggerezza di Paolo Poli, ma non ne ha ereditato la satira più indocile. Colto, si dedica prima di tutto alla scrittura, come se la tv fosse per lui uno strumento di amplificazione di espressioni più profonde. Ha firmato infatti un esilarante manifesto similfuturista sul Cabaret Difficilissimo: abolizione del tormentone, blindamento della quarta parete… Ma lui stesso sembra disattendere da sempre queste sue stesse regole. Probabilmente si aspettava che qualcuno lo mettesse alla prova con un ruolo drammatico (inevitabilmente doppiato da Francesco Pannofino). Il suo ultimo sforzo è un manuale di gastronomia: “Pomodori sull’orlo di una crisi di nervi”. Forse ha intuito, dopo l’avvolgente romanzo “Ho 80

molto tempo dopo di te” che gli italiani non amano leggere e le italiane leggono solo porno harmony dalle sfumature di grigio represse o i ricettari di Benedetta Parodi, che più o meno hanno la stessa valenza di tortura. Oppure ha maturato la convinzione di voler diventare un sex symbol per i gay come Alessandro Borghese (da mangiare a morsi) o Carlo Cracco (da cui farsi mangiare a morsi dopo aver sbagliato una ricetta di Masterchef).


Libri

Ma ci confessa invece che non è così: “Ho uno specchio bello grande in bagno, mi ha detto molte cose, chiacchieriamo spesso mentre mi metto la base giorno, ma mai che potrei essere un sex symbol”. Non ci sono nemmeno reminiscenze infantili in questo amore per la cucina. “Mia madre mi diceva che avrebbe chiamato l’uomo nero se non finivo tutto quello che avevo nel piatto… Ancora lo aspetto con grandi speranze”. Tra i suoi precedenti lavori un libro che rafforzava il successo del personaggio della professoressa di Zelig (Tuscolana), un manuale per gay (Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna), un romanzo alla Allende transgender (Ho molto tempo dopo di te), e ora ha avuto bisogno di aiuto per mettersi alla prova in cucina. Forse anche a lui è stato detto “però come lo cucina mia mamma…” ed è caduto nella trappola. “La cucina - racconta - è un argomento che può regalare sorprese. Anche Piero della Francesca dipingendo un uovo in mezzo ad una tela ha cambiato la pittura dei suoi tempi”. Cerchiamo di scavare nel suo passato e scoprire qualche feticcio, tipo un libro di Wilde, cui ha dedicato uno spettacolo (Chi ha ucciso Oscar Wilde?), un film di Almodovar, cui si è ispirato per il titolo di questo ricettario, la bacchetta della professoressa cattiva che l’ha tanto influenzato come la crudele signorina addetta alle risorse umane, o un video di Raffaella Carrà con i pantaloni a zampa di elefante che invoca “Luca” nella migliore tradizione gay, ma lui non confessa; ritroso si limita a dire: “Raffaella no. L’ho guardata quando ero piccolo poi ho smesso. Si arriva ad un’età in cui non appare cosi interessante contare i fagioli in una boule”. Ci racconta che viaggia molto, soprattutto in Italia, “adoro le trattorie, le tovaglie a scacchi, i piatti bianchi, i bicchieri grossi di vetro: ho un po’ gli stessi gusti di Zia Molly in ‘Alla conquista del west’". Infine specifica, ove fosse ancora necessario, di non essere un comico “ma una missionaria” e se gli chiediamo se ha assolto alla sua missione nella vita, se gli manca qualcosa (o sente di avere qualcosa di troppo…) risponde: “una missionaria non finisce mai di lavorare. Di poveri (di spirito) è pieno il mondo...”.

Alessandro Fullin “Pomodori sull’orlo di una crisi di nervi”

La vera cucina gay italiana con le ricette di Stefano Chiara I gay cucinano o mangiano diversamente dagli eterosessuali? Naturalmente no, ma proprio da questo paradosso nasce l’idea di questo libro, il primo manuale gay che spiega come cucinare qualcosa di decente al proprio fidanzato, alla mamma di lui, alla vostra, agli amici che vi trovate in casa. Alessandro Fullin, da anni chef teatrale e letterario ironico e pungente, si allea con l’esperto di padelle Stefano Chiara per realizzare questo prezioso ricettario, con piatti assolutamente sperimentati, ma riletti in chiave camp e surreale. Bastano alcuni titoli per capire a quali vette può arrivare la cucina gay italiana: Coscette di pollo alla Kessler, Dieta Garbo, Banana Soraya, Invidia di piselli... E per non perdersi tra un Tacchino in foulard e una Faraona d’Egitto, un utile indice per distinguere un Piatto della Mamma da uno Per sedurre Lui, senza dimenticare i cocktail e una preziosa appendice con la ricetta dei biscotti per il chihuahua. Un nuovo modo quindi per trovarsi a tavola insieme a persone di ogni razza e sesso, gay, etero e metrosexual: che sia questo il prossimo traguardo della cucina «fusion»? 81



lettere La rubrica dei lettori Cari Lettori, con molto piacere vi annuncio che questa, d’ora in avanti, sarà una sezione dedicata completamente a Voi, alle vostre domande e curiosità.

Abbiamo d eciso di creare una rivista a doppio s ens o che oltre a comunicare notizie e storie, spero in modo chiaro e interessante, sarà anche aperta a ricevere da parte vostra commenti e richieste a cui ci prendiamo l’impegno di rispondere in tempi brevi ed in maniera seria e puntuale.

Un vero e proprio filo diretto con i lettori che crediamo sia fondamentale per costruire insieme a Voi quella nuova cultura del viaggio che stiamo cercando. Perciò non esitate a scriverci !

contest

Raccontaci il tuo Viaggio ! Dalla prossima uscita pubblicheremo le migliori stor ie raccontate da Voi lettori sulla vacanza che più vi ha entusiasmato. Per partecipare basterà i nviare il vostro racconto unitamente alle foto della vacanza a: redazione@q-magazine.it indicando nel l’oggetto dell’email “contest”. 83









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