marzo2013

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Marzo 2013 Reg. n. 2/2011 del 19/01/2011 al Registro Stampa del Tribunale di Terni direttore responsabile: Michele Di Schino foto di copertina: Mauro Amati


FRANCESCA LEONARDI FOTO: MICHELE DI SCHINO

L'Ora della Terra 2013

“Il 23 Marzo si spengono le luci in tutto il mondo per un’ora.” – WWF


L'Ora della Terra 2013

Quanta terra “mangiamo” ogni anno? Un

problema da lasciare in eredità a dei “po-

pianeta e mezzo. È più o meno quanto ser-

steri” molto lontani nel tempo, e non ai no-

ve all’umanità (soprattutto quella dei Paesi

stri figli.

più ricchi) per mantenere l’attuale stile di vita divorando, appunto, le risorse della Terra. Risorse energetiche e naturali, tutto viene fagocitato dal modello di vita delle popolazioni del Pianeta, con scarsa o nulla preoccupazione per quanto accadrà domani, un domani che è già oggi, in alcuni casi ieri… Consumiamo molto più di quello che siamo in grado di produrre, ma sembra un

Per questo, come ogni anno, il WWF promuove per il 23 marzo alle 20,30 (a seconda dei fusi orari) l’appuntamento “L’Ora della Terra”, per “spegnere” il mondo per un’ora e sensibilizzare l’opinione pubblica al risparmio energetico: monumenti, case, uffici, città resteranno al buio per testimoniare l'impegno di cittadini, governi e orga-

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nizzazioni nella lotta al cambiamento climatico e per uno stile

In Italia, più di 280 Comuni spegneranno i loro più suggestivi monumenti.

di vita sostenibile. Tantissimi i luoghi, i monumenti simbolo che verranno “spenti”, in tutto il mondo, partendo dal Pacifico sabato alle 7,30 (ora italiana) per proseguire per tutte le 24 ore di fuso orario: dalla House di Sydney a Table Mountain, dalle Torri Petronas alla Porta di Brandeburgo, dalla Torre di Tokyo all’Empire State Building, per oltre 150 i Paesi che parteciperanno in tutto il mondo. In Italia, più di 280 Comuni spegneranno i loro più suggestivi monumenti: partendo dalla cupola di San Pietro a Roma, poi il David di Michelangelo e l’insieme dei monumenti storici di Firenze (Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio, Palazzo Sacrati Strozzi e Duomo), la basilica di San Francesco ad Assisi, i portici palatini di Torino, il teatro alla Scala e il Castello Sforzesco di Milano, la Torre di Pisa, la mole Antonelliana, l’Arena di Verona, l’Acquario di Genova, Piazza del Plebiscito a Napoli, Piaz3


za Maggiore a Bologna, le mura di Lucca, la Fontana Maggio-

Dalle 19 alle 20.30 l’ora della terra sarà anche in diretta su Radio2 Rai.

re di Perugia, la Torre dell’Elefante di Cagliari, la statua di Garibaldi a Trapani, i ponti di Calatrava a Reggio Emilia sono solo una minima parte delle meraviglie d’Italia che saranno “testimonial a lume di candela” dell’evento, testimoni silenti di quanto anche un piccolo gesto di un’ora possa aiutare il nostro mondo. Dalle 19 alle 20.30 l’ora della terra sarà anche in diretta su Radio2 Rai.

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FRANCESCA LEONARDI FOTO: PAOLO BALISTRERI

Sfida per salvare il mondo

“Io farò se tu farai, una sfida per contro il riscaldamento globale” – WWF


Sfida per salvare il mondo

Cosa puoi fare per salvare il mondo? Cosa

territorio, nuovi modi di produrre e consu-

sei disposto a fare per salvaguardare la tua

mare, tutto questo è possibile solo se an-

terra? Sei pronto alla sfida? In occasione

che i singoli si mettono in gioco, accettano

dell’Ora della Terra 2013, WWF lancia la

la sfida, promuovono in prima persona uno

“sfida per salvare il mondo”: inventa, pro-

stile di vita sostenibile per il nostro Piane-

poni e metti in sfida la tua azione quotidia-

ta. A partire dalle piccole cose. Per questo

na per combattere il riscaldamento globa-

ognuno di noi può lanciare la sua sfida, al

le.

grido di “io farò se tu farai” scelto dal

Una nuova economia, una nuova alimentazione, un differente modo di muoversi e viaggiare, una strategia per reinventare il

WWF, una sfida a compiere un’azione di rispetto nei confronti del Pianeta e di miglioramento della vita quotidiana.

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Come fare? Accedi alla pagina dedicata di youtube:

Di atteggiamenti da modificare e da promuovere ce ne sono di innumerevoli.

http://www.youtube.com/earthhour e clicca sul pulsante “carica la tua sfida”. Potrai scegliere di accettare una delle sfide caricate oppure di caricarne una nuova. Definisci ciò che farai per il Pianeta se anche gli altri faranno qualcosa, metti una scadenza e quante persone sfidare, carica il video di presentazione della tua sfida… e impegnati! E di atteggiamenti da modificare e da promuovere ce ne sono di innumerevoli, partendo dalla produzione energetica, che bruciando combustibili fossili è la prima fonte di inquinamento di CO2. Quindi, prima di tutto, risparmia l’energia: spegni la luce quando non serve, fai lavatrici e lavastoviglie a pieno carico e imposta i lavaggi a basse temperature, perché 10 gradi in meno equivalgono a un risparmio energetico del 10%, e quando vai ad acquistare un elettrodomestico, scegline sempre uno di classe A o superiore. L’energia puoi anche produrla, 7


quindi diventa autoproduttore di energia e calore con il solare

Lancia la tua sfida al grido di “io farò se tu farai” scelto dal WWF.

e con le fonti rinnovabili. Oppure acquista solo energia verde certificata e rifiuta di acquistare energia prodotta con i combustibili fossili, carbone in testa. Tanti piccoli gesti possono far respirare meglio il Pianeta, e se la Terra respira meglio, respiri meglio anche tu. Ma le azioni quotidiane possono essere ancora più semplici. Puoi partire da quello che mangiamo: le attività connesse con l’allevamento e l’agricoltura consumano risorse naturali ed emettono nell’ambiente scarti e rifiuti, tra cui gas serra che contribuiscono a surriscaldare il Pianeta. Si sfrutta il territorio fino al suo sfinimento, si spreca l’acqua, anche quella potabile, per irrigare i campi: tu rispetta una filiera agroalimentare coerente e corta, che eviti il trasporto su gomma, acquistando prodotti di stagione e locali, riduci il consumo di carne e, se puoi, coltiva il tuo orto personale, ne beneficerà anche il verde 8


urbano. E sui mezzi di trasporto puoi fare ancora di più, visto

Energia, consumi, mezzi di trasporto: tutto può essere oggetto di un’azione a tutela dell’ambiente e del Pianeta.

che rappresentano la seconda fonte di emissioni di CO2, e soprattutto considerato che, dell’auto privata, non riusciamo proprio a farne a meno. Non si tratta di prendere una risoluzione drastica, non ne saremmo capaci: e allora almeno una volta alla settimana utilizziamo i mezzi pubblici, magari quelli alimentati a metano o elettrici, e prendiamo la bicicletta quando il tempo lo permette, specie se dobbiamo fare un tragitto di poche centinaia di metri. E se proprio non possiamo fare a meno dell’auto, almeno guidiamola in modo efficiente e curiamola con una corretta manutenzione: potremo ridurre consumi ed emissioni fino al 15%.

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MARTA BONUCCI FOTO: PAOLO BALISTRERI

La storia (infinita?) delle bioshopper

“Italia finalmente in linea con le direttive UE sui bioshopper.” – Unione Europea


La storia (infinita?) delle bioshopper

Sulle bioshopper continua ad aleggiare lo

lanciare una consultazione pubblica sul te-

spettro dell'Ue. A tirarlo in ballo è il mini-

ma, quindi a interrogare cittadini e sta-

stro dell'Ambiente Corrado Clini che parla

keholders circa gli effetti che la riduzione

di definitiva “chiarezza sulla normativa che

delle buste di plastica potrebbe avere. In-

regola i sacchetti di plastica, incrementan-

somma, ci sta ragionando.

do l’uso di quelli ecofriendly”.

Roma invece si è spinta ben oltre, con la

Clini canta vittoria: siamo finalmente in li-

legge sui sacchetti biodegradabili che per

nea con l'Ue. In realtà, sul tema Bruxelles

certi versi anticipa l'Unione europea. Ma

non si è spinta così oltre – o almeno non

che, comunque, non può dirsi in linea con

tanto da proporre una direttiva sulle buste

le indicazioni comunitarie in materia.

di plastica biodegradabili. Si è limitata a

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E non a caso, sull'Italia pende una procedura d'infrazione pro-

Sulle bioshopper continua ad aleggiare lo spettro dell'Ue.

prio a causa della messa al bando dei sacchetti di plastica, legata alla mancata notifica dell'entrata in vigore del decreto e ai contenuti del divieto stesso. Clini comunque sembra sicuro di sĂŠ. E riguardo la procedura, si dice ottimista: “Dovrebbe essere presto chiusaâ€?.

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MICHELE DI SCHINO FOTO: VALERIA DI SCHINO

Our Nutrient World

“Il rapporto dell’ONU sull’utilizzo indiscriminati dei fertilizzanti.” – ONU


Our Nutrient World

Sono i fertilizzanti e i concimi chimici a pro-

mosfera. Una situazione di disequilibrio ne-

vocare la riduzione della produzione ali-

gli ecosistemi che rischia di sfinire la terra,

mentare mondiale. Quello che potrebbe

distruggere la biodiversità e favorire la proli-

sembrare un controsenso, è messo nero

ferazione di alghe tossiche.

su bianco nel rapporto “Our Nutrient World” dall’ONU, secondo cui l’applicazione massiva di azoto, fosforo e altre sostanze nutritive necessarie per la crescita delle piante, se da un lato avrebbe avuto enormi vantaggi per l’alimentazione mondiale e la produzione di energia, dall’altro sta causando l’inquinamento delle reti idriche e dell’at-

La denuncia dell’ONU è chiara e diretta: “Mentre il recente dibattito scientifico e sociale sull’ambiente si è concentrato in particolare sulle emissioni di CO2 in relazione ai cambiamenti climatici – si legge nel rapporto – si vede che questo è solo un aspetto di un insieme molto più ampio e com-

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plesso di cambiamenti che si verificano ai cicli biogeochimici

Ciò che servirebbe, secondo l’ONU, è una gestione omogenea dei fertilizzanti a livello globale.

del mondo. In particolare, diventa sempre più chiaro che l’alterazione dell’azoto e dei cicli del fosforo nel mondo rappresenta una grande sfida emergente che ha ricevuto finora troppo poca attenzione”. Da un lato una parte consistente del nostro Pianeta per la quale la scarsa disponibilità di fertilizzanti rimane un ostacolo alla diffusione dell’agricoltura, dall’altra terreni sfruttati allo sfinimento e che hanno visto le proprie falde acquifere definitivamente inquinate. Ciò che servirebbe, secondo l’ONU, è una gestione omogenea dei fertilizzanti a livello globale, e un ritorno all’utilizzo di colture capaci di fertilizzare secondo un processo naturale, con piante che fissino l’azoto in atmosfera come trifoglio e legumi, o mediante l'applicazione di concime animale: solo in questo modo si potrà arrestare il degrado dei terreni a coltura ed evitare che le risorse del suolo vengano definitivamente perdute.

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FRANCESCA LEONARDI FOTO: MAURO AMATI

Treno Verde 2013

“Il treno di Legambiente e Ferrovie dello Stato attraversa le città Italiane.” – Legambiente


Treno Verde 2013

Il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie

ma è anche una mostra speciale e gratuita

dello Stato è in viaggio lungo tutto lo stiva-

che conduce, carrozza dopo carrozza, alla

le per accrescere la cultura ambientale,

scoperta della mobilità e del costruire so-

combattere l'inquinamento e i mutamenti

stenibili, dell’energia pulita, degli stili di vita

climatici, costruire insieme un futuro miglio-

virtuosi, dell’importanza del verde urbano,

re ripensando il modo di spostarci, costrui-

all’insegna della tutela dell’ambiente e del-

re, vivere.

la qualità della vita, una vera e propria città

Alla sua venticinquesima edizione, il Treno Verde rappresenta un appuntamento fisso sul monitoraggio del livello d’inquinamento acustico e atmosferico nelle nostre città,

del futuro su rotaia per dimostrare, e mostrare, che un’idea differente, intelligente e sostenibile delle nostre città è possibile e perseguibile nell’immediato.

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La mostra è aperta tutti i giorni tranne la domenica dalle 8,30

Il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato è in viaggio lungo tutto lo stivale per accrescere la cultura ambientale.

alle 14,00 solo per le scuole prenotate. Dalle 16,00 alle 19,00 per tutti i cittadini. Per le classi che vogliono prenotare una visita e per qualsiasi altra informazione i contatti: trenoverde@legambiente.it - tel. 06.86268417 – 418 – 419.

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© SO.ECO Srl Società Editrice: SO.ECO. Srl, via Cavour, 14 - 05100 Terni (TR).

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