Delucidazioni tra soggetti istituzionali

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Isola del Liri 30 settembre 2009 Egregio sig. sindaco, la lettera che ha ricevuto in questi ultimi frangenti amministrativi dal ‘Suo Vice’ necessiterebbe, almeno per il cittadino che non ha il carisma dell’acume politico, di qualche piccola delucidazione. Per me, che mi ritengo tra questi, voglio anche parlare di insufficienza cerebrale. Dal momento che è stata resa di pubblico dominio, inoltre, credo debba trattarsi di vera e propria corrispondenza istituzionale. Cosa, questa, che motiva la presente. Laddove Le viene fatto riferimento ‘ad una certa idea di ulteriore sviluppo della città’, ad esempio, non afferro bene se nel concetto convive anche quello che vuole intensificare le varie alienazioni dei beni comuni oppure no. Per non voler parlare di quelle più recenti, veda per tutte la ‘fabbrica’, acquistata e poi ceduta senza che il cittadino comune potesse rendersi conto del perché della doppia operazione. Personalmente non l’ho mai compresa e condivisa per cui può annoverarmi tranquillamente tra la schiera dei duri di comprendonio. Non sarei qui a chiedere lumi se non avessi, come dire, una mente incapace di esprimere perfino la più risicata sufficienza. Ma penso che un motivo istituzionale deve pur esserci dal momento che il Comune non è un ‘generico esercizio commerciale’. E non capisco nemmeno se nel richiamato concetto di sviluppo sia da annoverare anche quello che si vuole fortemente estendere… in modalità ‘verticale’… su piazza SS. Triade. A proposito della quale l’ultima informativa data al paese da queste pagine che mi ospitano mi sembra molto precisa e sostituisce, almeno per quanto mi riguarda, quella che non mi è mai arrivata per via istituzionale quando Le chiedevo, poiché tra le tante c’era anche la mia, che fine avessero fatte le firme raccolte a tutela di quel luogo. Tornando alla lettera che ha ricevuto, mi ha fatto molto piacere, invece, laddove si allude alla prossima tornata elettorale, il riscontrare l’immaginazione di una lista unita disponibile al sereno confronto, senza opportunisti ed arrampicatori sociali. A questo punto, però, nel mio povero cervello barcollano idee, consecutio e quanto altro. Riterrà con me, suppongo, che un simile concetto, inteso in senso assoluto, sarebbe di per sé una grossa garanzia se l’affermazione non sollevasse il legittimo dubbio di un parto fresco di circostanza. Come dire: il cittadino smarrito si potrebbe trovare di fronte alla ipotesi che finora non sia stato proprio così. Afferra? Insomma la puntualizzazione della necessità di non avere in gioco opportunisti ed arrampicatori sociali è come se volesse dire che finora così non è stato. Sicuramente no, ma messa in quel modo la cosa potrebbe suonare come una sorta di ‘excusatio non petita’. E siccome io non voglio pensare in negativo, desidererei che mi sciogliesse questa serie di dubbi in modo da farmi orientare ‘bene’ in quell’imminente consultazione elettorale che fa emergere, come ha potuto constatare, ‘certe’ preoccupazioni epistolari sul futuro assetto economico, urbanistico, sociale e culturale del nostro paese. Mi intriga, mi creda, il concetto di ‘assetto culturale’. Dulcis in fundo, poi, l’auspicio di una lista che dovrà avere il carattere della trasversalità attenta decisamente al mio residuo cerebrale ormai duramente provato. Ma non ne esiste già una, di lista, e trasversale proprio all’attuale coalizione di governo di cui si è parte attiva? Ci si può mettere di sghimbescio a se stessi? Cosa deve aspettarsi il disorientato cittadino da questo concetto che potrebbe essere definito per lo meno nebuloso da parte di chi non ne dovesse afferrare tutta la profondità filosofica … stante l’auspicato assetto culturale? In chiusura Le dico che se la lettera a Lei indirizzata e data in pasto all’opinione pubblica dovesse far parte di ‘questioni in famiglia’ tra chi non potrebbe più comprendersi dopo dieci anni di felice matrimonio (ma purtroppo le crisi sono sempre dietro l’angolo),sappia che non è mia intenzione entrare nel merito perché la cosa non mi riguarda. Non ritirerei, comunque, quelle considerazioni che si sono liberate d’impeto e che ora Le giro. Quelle, almeno, restano. Deferenti saluti Il Ponte Levatoio Presidente

Mario De Carolis


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