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La rivista della cannabis dal 1985

www.softsecrets.com | Numero 3 - 2021 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

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Walter ha vinto la battaglia per l'autocoltivazione medica Il fatto non sussiste. Con questa formula il tribunale di Arezzo ha assolto Walter De Benedetto, quarantanovenne malato di artrite reumatoide, finito alla sbarra con l'accusa di spaccio di stupefacenti per aver coltivato alcune piante di cannabis nella serra di casa. La stessa cannabis che lo Stato avrebbe dovuto fornirgli come terapia. Una grande vittoria per tutti quelli che da anni ormai chiedono a gran voce la possibilità di coltivare la propria medicina. Un'evidente sconfitta per lo Stato e la Sanità nazionale, da tempo messi all'indice per non aver dato un seguito effettivo alle promesse del 2007, anno a partire dal quale - per legge - in Italia è lecito curarsi con la cannabis terapeutica. Ma torniamo al nostro eroe e alla sua storia. All'età di 16 anni Walter ha scoperto di essere affetto da una severa forma di artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica autoimmune che colpisce in maniera elettiva le articolazioni e che lo costringe in un letto nella sua abitazione a Ripa di Olmo, alle porte di Arezzo. Per sopportare i dolori lancinanti che questa malattia provoca e per evitare gli effetti collaterali dei medicinali tradizionali, Walter ha iniziato dal 2011 ad utilizzare la cannabis a scopo medicinale.

Nel suo piano terapeutico, concordato con il medico, la quantità prevista dalla ASL è di circa un grammo al giorno. Troppo poco per lenire i dolori di Walter, che così decide di sopperire a questa mancanza coltivando piantine di cannabis nella serra adiacente la sua abitazione. Per fare questo si fa aiutare da un amico che si occupa di innaffiare le piante. Nel 2019 una soffiata e conseguentemente il blitz dei carabinieri nell'abitazione di Walter, porterà alla denuncia per lui e per l'amico. Quest'ultimo è già stato processato e condannato ad un anno e due mesi. Il quantitativo di cannabis, scriverà il giudice aretino nell'ordinanza che lo incriminava "non era congruo" per un consumo destinato ad una sola persona e così Walter ha dovuto affrontare un processo lungo quasi due anni per dimostrare come 1 grammo di cannabis al giorno non possa essere "congruo" per la cura di una malattia cronica. Per fortuna non ha dovuto combattere da solo: attorno al caso di Walter c’è stata una grande mobilitazione che ha visto quasi 500 persone digiunare in solidarietà e oltre 20.000 firmare un appello per indurre il Parlamento a rivedere la legge sulla cannabis terapeutica.

Con una sentenza diventata caso politico (davanti al tribunale di Arezzo c'erano infatti parlamentari del M5S, Riccardo Magi deputato di +Europa-Radicali Italiani, rappresentanti dei Radicali Italiani, di Volt, Azione, l'Associazione Luca Coscioni e Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale), sociale (con una mobilitazione social in favore dell'imputato e delle associazioni del malato) e civile (con la riapertura del dibattito sull'uso legale della cannabis a scopo terapeutico e sull'annoso problema delle minime quantità reperibili) la battaglia di Walter ha trovato la sua meritata e giustissima conclusione. Noi di Soft Secrets ci auguriamo che questa sia davvero l'ultima battaglia e che finalmente, grazie a alla sentenza di Arezzo, i malati non debbano più temere ritorsioni giudiziarie quando sopperiscono alle mancanze dello Stato. di Giovanna Dark


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