Socialmente Aprile 2015

SOCI@LMENTE periodico quadrimestrale di informazione della Fondazione Internazionale “Il Giardino delle Rose Blu O.N.L.U.S viale Europa, 38 - 03100 Frosinone Poste Italiane S.p.A - Spedizione in abbonamento postale - DL. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 e 3, Aut. n. C/FR/103/2010

Soci@lmente Anno VI - N° 1 - Aprile 2015

ACCOGLIENZA

Solidarietà a porte aperte... un dono per tutti

IN-FORMAZIONE

Il Consulente Coniugale e Familiare : il perchè di questo nome

SOLIDARIETA’

L’ albero come entità

Antonio Pompeo

INCONTRI

Soci@lmente •

1

Soci@lmente Anno VI - N° 1 - Aprile 2015 In copertina

Antonio Pompeo

Foto

E. Palmesi, M. Julia, S. Pascolini, A.Testani, E. D’Onofrio, G. Ludovici F. Boccadamo, Archivio Fondazione Il Giardino delle Rose Blu

Direttore Responsabile Andrea Renna

Direttore Editoriale Ermanno D’Onofrio

Caporedattore

Monia Minnucci

Redazione

VIA SISTINA 121 - 00187 ROMA

Giampiero Fabrizio Aurelio Cesaritti Monia Minnucci Sara Felici Venera Oi Mara Biondi Maria Mattei Annarita Di Felice Simona Neri

Hanno collaborato:

AGENZIA 131 - FROSINONE

Anna Maria Lazzari Abballe Sandra Mattei Maria Sara Felici Aurelio Cesaritti Fondazione Boccadamo Monia Minnucci Patrizia Cotticelli Gianluca Ludovici Antonio Asarsi

Grafica

Carla Campoli Nicola D’Amore

Stampa

Nuova Stampa litografica di Caramitti M. & C. s.a.s. via Amando Fabi, 327 03100 FR

Editore Ferentino - Frosinone

2 • Soci@lmente

Fondazione Internazionele Il Giardino delle Rose Blu ONLUS Viale Europa, 38 - 03100 Frosinone Tel./Fax: 0775 233011 C.F - P.IVA: 02549680607

SOMM@RIO

7

05

INCONTRI

5

Antonio Pompeo Intervista al Presidente della Provincia di Frosinone di Anna Maria Lazzari

ACCOGLIENZA

di Ermanno D’Onofrio

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14

SOLIDARIETA’

Un chicco di Riso

di Fondazione Boccadamo

VOCI DALLA CROAZIA 26

Una presidente in Europa per aprire una porta verso i balcani di Aurelio Cesaritti

VOCI DALLA BOSNIA 27 Papa Francesco

Il Papa venuto dai confini del mondo, edificatore di pace di Aurelio Cesaritti

L’albero come entità Conoscere la natura come nostra compagna di vita di Sara Felici

Haiti un’ emergenza senza fine Il colore della speranza e la volontà di riscatto

16

di Monia Minnucci

INFORMAZIONE

REPORTAGE

18 “Mattone su Mattone” è bello ricostruire!

08 Il cammino La Valle Roveto commemora l’inverno del ‘43

di Mattei Maria Il Consulente Coniugale e Familiare: il perchè di questo nome

16

24

LE PAGINE DELLA FONDAZIONE

07 Solidarietà a porte aperte: un dono per tutti

di Abballe Sandra

09

PAROLE IN LIBERTA’

20 Integrazione

di Ermanno D’Onofrio

21

24

SOCIETA’

Giornata della Pace Un pomeriggio insieme per un messaggio di pace

28

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Il viaggio di Papa Francesco Fraternità, pace amicizia e dialogo interreligioso... di Monia Minnucci

ANGOLO DEL LIBRO

Angolo del Libro Autenticamenteincammino di Patrizia Cotticelli

di Monia Minnucci

SPIRITUALITA’

Luciano Cupia Maestro, Guida e Padre di Don Ermanno D’Onofrio di Ermanno D’Onofrio

VISITA LA CITTA’

In viaggio verso Fiuggi La città che fa bene di Gialuca Ludovici

BUONE NOTIZIE

30

31

Redazione

di Aurelio Cesaritti Soci@lmente •

3

EDITORI@LE Ecco a voi il primo numero della rivista del 2015, dopo un po’ di fatica, dovuta a tanto lavoro arretrato, Socialmente si è messo a pari grazie all’ impegno di tante persone che vorrei ringraziare di cuore all’ inizio di questo mio intervento.

Monia Minnucci è Capo Redattore già dai numeri del 2014, la ringrazio per il suo impegno e la sua attenzione alla nostra rivista che da oggi condivide con una nuova Redazione appena costituita che mi auguro possa procedere efficacemente con un lavoro di squadra capace di mettere su carta contenuti, idee, emozioni che, condivise, diventano una ricchezza per tutti i lettori ed i soci partecipanti del Giardino delle Rose Blu. Come potete notare la rivista ha indossato, da questo primo numero del 2015, un nuovo abito grafico che l’ha resa ancora più bella e comunicativa e per questo ringrazio Nicola D’Amore e Carla Campoli che hanno iniziato a curare questo aspetto.

Il mio grazie anche al Direttore Responsabile, Andrea Renna che si avvicenda a Franca Roma che ci ha seguito sin dalla fondazione della rivista.

Il grazie più profondo e sincero è ai lettori che sono i destinatari privilegiati del nostro impegno e a cui chiedo di aiutarci a condividere la Rivista con amici e conoscenti, proponendo loro di riceverla a casa attraverso il tesseramento alla Fondazione Internazionale Il Giardino delle Rose Blu ONLUS. Solo così potremmo divulgare i nostri sogni e i nostri progetti e infoltire le fila di chi, coraggiosamente, li porta avanti in prima linea.

Chiudiamo questa rivista a ridosso dell’estate che rappresenta, per il Giardino delle Rose Blu, un tempo fecondo per vivere intensamente le diverse attività estive di servizio e di volontariato che troverete ben descritte nella bella ed originale brochure allegata alla Rivista.

Vi chiedo di condividere anche questa, affinché tanti altri possano conoscerci e condividere con noi esperienze di amore e di servizio che aiutano a crescere e a toccare, con le mani e con il cuore, l’essenza vera del senso della vita che, come spesso amo ripetere, è piena soltanto nella misura in cui riusciamo a rendere felici gli altri e a farci dono, mettendo a disposizione le nostre risorse, i nostri talenti e, in un mondo che ce lo annulla, il nostro tempo.

Ecco, allora, che vi consegno queste tre parole: RISORSE, TALENTI E TEMPO, affinché ognuno di noi, dopo un attento esame di coscienza, possa individuarle e, soprattutto, riuscirle a donare, mettendole al servizio degli altri anche attraverso la realtà del Giardino delle Rose Blu che ha sempre più bisogno di giardinieri: volontari volenterosi ed entusiasti che amino sporcarsi le mani e servire, senza aspettarsi nulla in cambio.

Ermanno D’Onofrio 4 • Soci@lmente

@

INCONTRI Noi viviamo nel mondo e così ci capita di incontrare tanti personaggi che accettano di parlare con noi e di condividere una parte della loro esperienza esistenziale. L’intervista con il personaggio della nostra copertina è sempre di attualità.

ANTONIO POMPEO

Intervista al presidente della Provincia

di A. M. Lazzari

Antonio Pompeo, Presidente della Provincia di Frosinone Fotografia: Archivio Internet

C

ome prima domanda mi

musica, soprattutto italiana e sono tifosis-

partecipare insieme alla Sua famiglia alla

piacerebbe chiederLe di

simo del Torino.

festa tradizionale che si svolge durante

aiutarci a conoscerla, parlandoci un po’ della sua

la Tendopoli. Pensa di poterVi prendere 1 - Conosce il Giardino delle Rose Blu?

parte?

vita e della sua carriera…

Conosco ed apprezzo il lavoro de

Sarebbe per me una splendida occasio-

La mia vita si divide tra famiglia, lavoro ed

“Il Giardino delle Rose Blu”, sia per la

ne per rinnovare il legame con il mondo

impegno amministrativo. Sono sposato con

qualità di quanto riescono a realizzare nei

dell’associazionismo che non ho mai abban-

Beatrice, padre di due bambini: Giuseppe

progetti di assistenza e di aiuto rivolti a

donato, tra l’altro e su cui sto investendo in

e Gabriele. Svolgo la professione di avvo-

soggetti svantaggiati, sia per la mia amicizia

maniera importante a Ferentino, auguran-

cato. In più, ricopro il ruolo di Sindaco di

personale con don Ermanno. Ma soprattut-

domi di potere esportare lo stesso mod-

Ferentino e Presidente della Provincia di

to apprezzo la Fondazione, perché comune è

ello virtuoso di sinergia pubblico-privato

Frosinone. Ho sempre considerato fonda-

la convinzione che la vita debba essere indi-

in tutta la Provincia, adesso che ricopro il

mentale l’impegno per la comunità in cui

rizzata all’aiuto e al sostegno di chi è in dif-

ruolo di Presidente dell’Amministrazione

vivo. Da giovane, ho iniziato a dedicarmi

ficoltà. In particolare se si tratta di bambini.

provinciale. Ce la metterò tutta per essere

al sociale e al mondo dell’associazionismo,

presente alla Tendopoli, anche perché è

da cui è scaturita, quasi come una naturale

2 - Da quanto tempo e in quale occasione?

un’esperienza che già hanno fatto, diversi

conseguenza, l’attività politica.

Si tratta di una conoscenza quasi venten-

anni fa, i miei genitori. Intendo partecipare,

Da circa 15 anni ricopro incarichi di

nale che risale alla fine degli anni novanta,

tenendo comunque conto che sono Sindaco,

amministrazione nella mia città: prima di

quando Ermanno non era ancora sacerdote

Presidente della Provincia, avvocato e,

Assessore allo sport e alla cultura, mentre

in servizio nella Parrocchia di S. Valentino,

soprattutto, padre e marito. Tanto tempo

ora, sono Sindaco di Ferentino. E da otto-

a Ferentino. Ho avuto modo di apprezzarlo

libero, dunque, non ne ho.

bre ricopro anche l’impegnativa carica di

e stringere legami di amicizia con lui pro-

Presidente della Provincia di Frosinone.

prio in quel periodo.

4 - Lei, in qualità di Presidente dell’Amministrazione Provinciale, quali

Insomma, una bella fatica.

In più, per dare qualche informazione di

3 - Sappiamo che durante la Sua visita alla

iniziative pensa di attivare per sensibiliz-

carattere personale, amo rilassarmi con la

nostra Sede, don Ermanno l’ha invitata a

zare il nostro territorio su tematiche di Soci@lmente •

5

INCONTRI

Il presidente della Provincia di Frosinone con Don Ermanno in Fondazione

Il Presidente con alcuni volontari della fondazione “il Giardino delle Rose Blu” Fotografie di Maria Julia

pressante attualità quali la violenza sulle

incapace di intercettare le esigenze e le neces-

7 - La crisi economica sta colpendo

donne, il bullismo adolescenziale e la dis-

sità dei cittadini e diventa autoreferenziale.

pesantemente la nostra provincia, creando

criminazione razziale?

Io credo, invece, che “fare politica” significa

disagi, preoccupazioni ed un fenomeno

La Provincia di Frosinone, anche nel suo

stare tra le persone, incontrale e ascoltarle.

comunemente chiamato “guerra fra pove-

nuovo ruolo di Ente di coordinamento del

Infatti, è dall’ascolto e dall’attenzione che si

ri” che contrappone persone di origine di

territorio, può essere strumento importante

sviluppa la capacità di sapere tradurre in atti

diversa innestate nel più ampio scenario

per veicolare messaggi di legalità e di atten-

amministrativi quanto è necessario ad una

della povertà, della disoccupazione e/o

zione nei riguardi di problematiche attuali

comunità per crescere e svilupparsi.

della precarietà: quali progetti pensa di poter attivare per incidere positivamente

come la violenza sulle donne, il bullismo e la discriminazione razziale.

6 - Ad oggi, visti i gravi disagi che viviamo

sull’emergenza in corso?

Già stiamo lavorando in tal senso, soprat-

e che vivono le popolazioni afflitte dalla

La Provincia non ha competenze dirette

tutto in sinergia con le tante associazio-

guerre, dalla calamità naturali e dalle

rispetto a tali tematiche, tuttavia può e deve

ni che operano sul territorio. Anzi, colgo

povertà in genere, il volontariato sem-

svolgere un ruolo fondamentale come

l’occasione per sottolineare la vivacità

bra avere un posto di primissimo piano.

incubatore di progetti di rilancio e di

e il fermento che si respira nella nostra

La nostra Fondazione, “Il Giardino delle

sviluppo che puntino non solo su consueti

Provincia rispetto a tali tematiche.

Rose Blu”, offre aiuto in più modi, sia in

settori produttivi legati all’industria, ma

Non solo sensibilizzazione da parte della

Italia che all’estero, cosa pensa di questi

anche investendo su quelle ricchezze endo-

Provincia, comunque, siamo anche impeg-

progetti e quale consiglio ci offre per riu-

gene come il turismo, la cultura, l’agricoltura

nati per avviare progetti e servizi mirati

scire a far sì di ottenere più attenzione da

che, se opportunamente valorizzate, posso-

per contrastare tali problematiche, specie in

parte delle istituzioni preposte?

no realmente costituire il volano di crescita

raccordo con la Regione Lazio

Ritengo la cooperazione internazionale un

per il territorio.

fondamentale strumento di intervento nelle

Su questo intendiamo investire, anche riat-

5 - Essendo attenti allo scenario politico,

zone che scontano conflitti e crisi di pov-

tivando il Comitato per il Lavoro e lo

abbiamo riscontrato un notevole distacco

ertà, soprattutto per alleviare i disagi delle

Sviluppo.

fra le persone comuni e la politica isti-

popolazioni.

Credo che possano essere questi gli stru-

tuzionale, secondo lei: in che modo si può

Anzi, sarebbe auspicabile un investimento

menti più idonei per fronteggiare la povertà,

correggere questa preoccupante e nociva

maggiore da parte delle Istituzioni in tali

la disoccupazione e la precarietà.

distanza?

iniziative, soprattutto rafforzando la part-

La distanza nasce quando la politica diventa

nership pubblico-privato nella gestione.

6 • Soci@lmente

ACCOGLIENZA Il momento essenziale e più delicato del nostro contatto con chi chiede di essere ascoltato. Parliamo del metodo e delle esperienze, ma anche di argomenti riguardanti le tematiche della nostra missione,portata avanti, in modo particolare, dal Consultorio Familiare Anatolè.

SOLIDARIETA’

A porte aperte... un dono per tutti

di Abballe Sandra

Sandra Abballe con i bambini della famiglia che ha visitato Fotografia della fondazione

E

cosi’ è stato!

insieme ai bambini che ci hanno dato più

Ci avete aperto le porte delle

di quanto noi abbiamo dato loro e questo

vostre case e ci avete accolto,

scambio di amore è fonte di una grandis-

con i nostri doni ed i nostri

sima grazia che di sicuro proviene da Dio.

sorrisi. E’ stato don Ermanno a proporre

Per tale motivo, il primo pensiero riguardo

quest’iniziativa domiciliare di solidarietà.

alla Solidarietà, uno degli otto pilastri su cui

Si, solidarietà, è questa una parola bellissima

è costruita la “mission” della Fondazione Il

che ha un suo significato etico - sociale.

Giardino delle Rose Blu ONLUS, è stato:

Solidarietà come comprensione che si

essere solidale è sì, un dono, ma è anche una

esprime venendo incontro alle esigenze

conquista e lo sottolineo, perché nessuno

di chi ha bisogno, rendendosi utili agli

rimanga indifferente e perché la presenza

altri. Cosi, nel giorno di Santo Stefano, io,

del Signore sia percepita in ogni fratello che

Daniele, Alessandra, Don Ermanno, i suoi

incontri.

nipoti con la sorella e il marito, abbiamo

E’ questo il vero “Incontro alla vita” e, per

fatto visita alle famiglie di un quartiere

chi è volontario e non solo, lo scopre e lo

disagiato alla periferia della stazione di

matura ogni giorno.

Frosinone.

Abbiamo donato ad ogni famiglia pacchi di Natale con panettoni ed ogni bambino ha ricevuto, da me personalmente, oltre che dolci e caramelle, anche giocattoli.

“Dobbiamo sempre sorridere, essere portatori di Gioia.

Colui che da con gioia è colui che dona di più...”

La mattinata si è conclusa con abbracci, foto e sorrisi!

Lasciamoci guidare dal suo esempio e dalle

Oggi che scrivo questo articolo è come se

sue parole!

stessi rivivendo quelle poche ore di gioia Soci@lmente •

7

ACCOGLIENZA

IL CAMMINO

La Valle Roveto commemora l’inverno del ‘43

C

i sono stati, nella nostra storia

e scolaresche in quella che, alla fine, sembra

nazionale, momenti di enorme

essere una festosa “gara di accoglienza”.

sofferenza che hanno mostrato

E’ così che, un serpentone costituito da

quanto l’uomo possa far scend-

centinaia di persone, attraversa quei luoghi,

di Mattei Maria

ere nella propria anima le tenebre.

dove si ricorda chi ha sacrificato persino la

Nelle stesse circostanze, altri uomi-

propria vita pur di non tradire l’ impegno

ni hanno invece brillato per generosità,

preso con chi non aveva nulla e chiedeva

altruismo e compassione. E’ quello che ci

tutto. Gli abitanti di questi piccoli paesi, pur

insegna la popolazione di una piccola valle

rischiando la fucilazione da parte dei tede-

dell’Abruzzo: la Valle Roveto.

schi, nell’inverno del ’43, non si tirarono

Da ormai due anni, il 31 maggio, 1 ° e

indietro di fronte alla disperata richiesta di

2° giugno, il Cammino dell’Accoglienza ci

accoglienza che rivolgevano loro di migliaia

permette di percorrere la Valle, ammiran-

di prigionieri delle più svariate nazionalità,

done le bellezze ma soprattutto facendo

dopo essere fuggiti dal campo di prigionia

conoscere, specie ai più giovani, fatti storici

di Avezzano. Erano azioni così pericolose

Nel suo caso nulla successe, altri, invece,

e atti di eroismo e profonda umanità (di cui

che, anche a distanza di anni, molti anziani

andarono incontro alla morte, come

molti degli abitanti della Marsica si sono

non volevano rievocare, tanto era viva in

Giuseppe Testa ed i fratelli Durante, che

resi protagonisti durante la grande guerra).

loro la paura del pericolo corso. Anche mio

furono torturati affinché rivelassero i

Il cammino permette, in prima persona, di

nonno, originario della valle, aveva nas-

nascondigli dei fuggiaschi.

sperimentare la generosità dei paesi coin-

costo un soldato inglese e, ci racconta, si era

In particolare, il paesino di Morrea, 500

volti che si mettono a disposizione lungo

sentito in pericolo di vita la notte in cui fu

anime appena, in quel periodo ha accolto

tutto il percorso, per accogliere escursionisti

fermato da un drappello di soldati tedeschi.

ed assistito circa 5000 fuggiaschi.

Cammino di valle Roveto

Al Consultorio si accede per appuntamento: Tel. e Fax: 0775 835038 info@consultorioanatole.it www.consultorioanatole.it Si è concluso il 12 febbraio 2015 il V corso

Consulente Familiare e Direttore del

incontrato il Gruppo delle coppie per un

di preparazione all’Affido Familiare.

Consultorio Familiare Anatolè;

confronto sul percorso appena concluso;

Tre sono state le coppie che hanno com-

2° Incontro: Introduzione all’Affidamento

8° Incontro: Colloquio individuale.

pletato il percorso e si sono rese dis-

Familiare 1, tenuto dalla dott.ssa Angela

Il corso si è concluso con la visita domicil-

ponibili ad accogliere temporaneamente

Perna Assistente Sociale;

iare. Grazie alle Famiglie che hanno aperto

nella loro famiglia una situazione che vive

3° Incontro: Introduzione all’Affidamento

il loro cuore e la loro casa all’accoglienza!

un momentaneo disagio nella famiglia

Familiare 2, tenuto dalla dott.ssa Angela

Grazie ai professionisti che con passione

di origine. Il corso ha avuto lo scopo di

Perna Assistente Sociale;

hanno reso interessante il percorso!

preparare le famiglie che si dichiarano

4° Incontro: Approccio relazionale con il

Ora ci stiamo preparando per il prossimo

disponibili all’affidamento familiare e si è

bambino nella gestione quotidiana, impli-

corso! Intanto continueremo a seguire le

svolto in 7 incontri di gruppo ed uno indi-

cazioni psicologiche e problematiche,

coppie appena formate e nel momento in

viduale chiamato “di restituzione”, in cui la

tenuto dalla dott.ssa Rosa Campese,

cui si concretizzerà l’affido è previsto un

coppia tira le somme sul proprio percorso

Psicologa e Psicoterapeuta;

Gruppo di Sostegno con incontri mensili

e sulla iniziale motivazione all’accoglienza.

5° Incontro: Legge 184/83 e la 149/01,

programmati per accompagnarle, guidarle

Durante gli incontri con i nostri profes-

tenuto dall’Avvocato Elisabetta Di Mascio;

ed incoraggiarle nella quotidianità.

sionisti sono stati trattati i seguenti temi:

6° Incontro: Testimonianza di una famiglia

1° Incontro: Conosciamoci, motivazioni ed

affidataria;

aspettative, tenuto da Alessandra Testani

7° Incontro: Tutti i Professionisti hanno

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IN-FORMAZIONE Comunicazione, conoscenza e crescita delle nostre attitudini a svolgere bene il ruolo che ci è assegnato e tanti argomenti approfonditi per chi vuole essere un bravo professionista nel sociale. Tutto ciò, riguarda essenzialmente il CISPeF, nostro Ente di formazione.

IL CONSULENTE Coniugale e Familiare: il perché di questo nome

S

di Ermanno D’Onofrio

empre e con maggiore intensità, si sta diffondendo in Italia la figura del Consulente coniugale e familiare: professionista nella relazione di aiuto che, grazie all’operato dell’AICCeF, l’Associazione Italiana Consulenti Coniugali

e Familiari, nata nel 1977, ha oggi assunto una fisionomia chiara, trasparente, specifica ed efficace. Proprio per questo motivo, possiamo affermare che “il consulente della coppia e della famiglia è il professionista socio-educativo che (…) si avvale di metodologie specifiche che agevolano i singoli, le coppie e il nucleo familiare nelle dinamiche relazionali a mobilitare le risorse interne ed esterne per le soluzioni possibili”. Questo professionista ha una fisionomia professionale che, anche alla luce della definizione appena riportata e ripresa integralmente dallo Statuto dell’AICCeF, possiamo definire chiara, trasparente, specifica ed efficace. E’ chiara perché non rischia alcuna confusione con le altre professioni che fanno capo alla professione di aiuto e, da esse, si differenzia per il fine che vuole perseguire ma, soprattutto, per la metodologia e le tecniche che utilizza; infatti “l’attività del Consulente Familiare si basa sulla libertà e sulla autonomia della professione di Consulente Familiare (…)”. E’ trasparente perché vuole rispettare le altre professioni e promuovere, soprattutto in seno ai consultori familiari, un lavoro complementare di equipe, dove il suo stesso intervento può integrarsi con quello di altri professionisti, ma nel pieno rispetto dei diversi codici deontologici e delle specificità proprie di ogni singola professione.

Alessandra Testani direttore del consultorio familiare Anatolè Consulente Coniugale e Familiare - foto di Edoardo Palmesi

Nello Statuto dell’AICCeF possiamo leggere che: “si integra, dove

la rearizzazione di sportelli d’ascolto, studi associati o centri di aiuto

occorre, con altri specialisti (…)”. E’ specifica la fisionomia del

alla famiglia, andando così ad attuare quanto espresso nel Codice

Consulente Familiare perché, come anticipavamo pocanzi, non ha

Deontologico dell’AICCeF, in cui leggiamo: “la consulenza coniugale

bisogno di prendere e fare suoi gli strumenti appartenenti ad altre

e familiare si qualifica come una relazione di aiuto che tende a fare

professioni, ma utilizza ciò che, nella sua lunga storia, è diventata

della persona la protagonista del superamento della sua difficoltà,

una specifica metodologia socio-educativa, arricchita dai contributi

instaurando un rapporto di fiducia e di collaborazione, affinché

di diversi professionisti che continuano a mettere a punto specifici

l’utente con le sue stesse risorse, superi il momento di disagio”.

strumenti e preziose metodologie, oltre che produrre pubblicazioni

Sarebbe interessante approfondire le origini storiche di questa pro-

riguardanti il Consulente Coniugale e Familiare e la consulenza

fessione che nasce grazie al confluire di teorizzazioni e, soprattutto,

familiare. Si pensi, a tal proposito, agli strumenti realizzati da

buone prassi, attuate in diversi paesi del mondo. Pare che i primi

Raffaello Rossi, come utilissima cassetta degli attrezzi specifici; molti

servizi di consulenza matrimoniale siano sorti negli Stati Uniti e,

di questi sono stati pubblicati nella rivista dell’AICCeF:

quasi contemporaneamente, in Finlandia. Alcuni autori segnano,

“Il Consulente Familiare” e, teoricamente approfonditi, nel testo de

come data d’inizio, l’anno 1920. Il 1928 è indicato come l’anno in cui,

“L’ascolto costruttivo”; si pensi anche al contributo creativo di Rita

sotto la direzione del Dott. Emily Mudd in Finlandia e del Dott. Paul

Roberto che attraverso l’utilizzo del mandala labirinto, ma anche di

Popenor a Los Angeles, i primi Consultori cominciarono a funzion-

altre forme creative, ha donato alla consulenza familiare un immenso

are. Fu proprio in Finlandia che l’espressione “marriage counseling”

bagaglio specifico di strumenti utilizzabili con efficacia nella relazi-

venne adoperata, probabilmente per la prima volta. Alla fine degli

one di aiuto con il cliente ed, infine, si pensi alle pubblicazioni realiz-

anni 30, questa figura professionale è nata in Canada. E’ stata vista

zate dallo scrivente che hanno contribuito a dare valore ed unicità a

immediatamente come una figura di aiuto, principalmente alla cop-

questa professione. Possiede, infine, una fisionomia efficace, infatti

pia: era un Consulente Matrimoniale (marriage counselor) perché,

sempre più numerosi sono i percorsi attuati da questi profession-

in questi paesi, molto prima dell’Italia, si è verificato il problema

isti e portati a buon fine, con risultati tangibili per il benessere del

della crisi della coppia. Nel 1942 si formò l’”American Association of

cliente. In particolar modo all’interno dei Consultori Familiari di

Marriage Counselors”: un’ organizzazione professionale nazionale di

ispirazione cristiana e nell’ambito della libera professione, attraverso

consulenti matrimoniali.

Soci@lmente •

9

IN-FORMAZIONE

Equipe formativa del CISPeF di Frosinone - Foto di Edoardo Palmesi

Si deve proprio a questa Associazione se oggi, e già da diverso

in cui la Bartholini, forte della personale esperienza professionale

tempo negli Stati Uniti, i Consulenti Matrimoniali hanno qualifiche

vissuta negli anni ’70 nei Consultori francesi e belgi, capisce che

professionali e la Consulenza Familiare è diventata molto presente.

servono professionisti capaci di aiutare la famiglia in senso pieno.

Il Consulente Familiare e Matrimoniale è una figura professionale

A tal riguardo spicca, appunto, la figura fondamentale di Giovanna

apparsa successivamente nei paesi di cultura anglosassone. E’ molto

Bartholini: primo Presidente dell’AICCeF che attinse all’idea e alla

presente nella vita di queste comunità, dove è giunta in seguito al

proposta del Consulente Familiare all’estero. Infatti, partecipando ad

passaggio nei paesi di cultura spagnola, soprattutto in Sud America,

un importante stage organizzato dall’OMS (Organizzazione mon-

arrivando progressivamente in Francia, luogo in cui, grazie alla

diale della sanità) e dal CIE (Centre International de l’Enfance di

scuola del Prof. Lemaire, noto psicoterapeuta e studioso della cop-

Parigi), della durata di tre mesi, nel periodo a cavallo tra il 1972-73,

pia, ha avuto risonanza per il suo valore scientifico. In Inghilterra,

lei conobbe numerosi interventi, attuati in ambito familiare, che

già nel 1938, nasce il “Marriage Guidance Council” quale frutto della

arricchirono la sua formazione di Assistente Sociale e le fecero intu-

collaborazione di una equipe di medici, di sacerdoti metodisti e di

ire l’efficacia di questa figura professionale.

assistenti sociali, preoccupati del problema del divorzio, scaturito

Nel 1974, in collaborazione con l’Association francaise des centres

dall’introduzione della legge Herbert Matrimonial Act del 1937. Nel

de consultation coniugale di Parigi, diretto dai coniugi Lemaire e

1946, venne organizzato dai cattolici il “Catholic Marriage Advisory”,

da M.me Colette, in collaborazione con il Centro di Psicoterapia e

a Londra. Fu questo il primo di una lunga serie di consultori (1952 a

Psicopedagogia di Torino, si tenne il primo corso per Consulenti

Liverpool, nel 1953 a Oxford, nel 1954 a Blackpool…).

Familiari, in Italia, presso il Punto Famiglia di Torino. E’ da questo

Nel 1956 fu fondato, a Malta, il Movimento di Cana da don Charles

primo corso per Consulenti Familiari che nascono i percorsi forma-

Vella e fu dall’operato di questo movimento che, in quel paese,

tivi ed, in particolare, le Scuole per Consulenti Coniugali e Familiari

sorsero i Consultori prematrimoniali, già dal 1957. Tali pratiche nella

che l’AICCeF riconosce e a cui demanda la delicata funzione di for-

relazione di aiuto hanno trovato terreno fertile anche in Italia, per

mare tali professionisti.

inserirsi in quei contesti di aiuto alla famiglia e alla persona che sono

Alla prima Scuola, nata in Italia, a Roma, nel 1976, ad opera di

stati i Consultori Familiari di ispirazione cristiana, i quali iniziano a

Luciano Cupia, è seguita quella voluta da Domenico Correra che

nascere e a diffondersi in Italia dopo la realizzazione, ad opera di don

nasce nel 1998 a Napoli, sempre nel 1998 citiamo la scuola fondata

Paolo Liggeri nel 1948, del Primo Consultorio Familiare all’interno

a Bologna da Raffaello Rossi, poi, nel 2004, la scuola di Taranto ed,

dell’Istituto “La Casa di Milano”, nata nel 1943. Possiamo certamente

infine, la Scuola Triennale per Consulenti Coniugali e Familiari,

affermare che don Liggeri aveva certamente intuito l’esigenza di un

nata nel 2010 all’interno del CISPeF di Frosinone ad opera del

professionista specifico che potesse essere sintesi, all’interno del

sottoscritto. Ci tengo a sottolineare che oggi è presente in diverse

Consultorio familiare, tra tutti gli specialisti operanti, anche se non

città di Italia, dove ha attivato 21 corsi per Consulenti Coniugali e

parla ancora esplicitamente di Consulente Coniugale e Familiare,

Familiari, compresi quelli a Scerne di Pineto, Chieti e Frosinone,

ne parla certamente quando, nel 1965, scrive nel testo: “A sostegno

attivati nell’anno formativo in corso, 2014/2015. Tutta questa affasci-

della famiglia”, edito dall’Istituto la Casa nel 1965, “ tanto per fare

nante storia fa sorgere una domanda che molte persone ci rivolgono

un paragone, che ritengo però inadeguato, possiamo rassomigliare il

incuriosite quando ci incontrano: “perché vi chiamate Consulenti

Consultorio ad un OROLOGIO; il direttore ne è la MOLLA, gli spe-

Familiari? Che differenza c’è con i Counselor?”. Intanto bisogna

cialisti le diverse ROTELLE dell’INGRANAGGIO, ma il Consulente

sottolineare l’importanza dell’usare la denominazione completa,

è il BILANCERE. Assolve, cioè, un compito particolarmente vitale

senza abbreviazioni che risultano essere molto rischiose ed incidono

per il funzionamento di tutto l’ingranaggio, perché il movimento

sull’efficacia e, soprattutto, sulla specificità della professione. Infatti la

di tutto l’ingranaggio sia scorrevole, preciso, equilibrato e pulsante

denominazione corretta è “Consulente Coniugale e Familiare” e non

di vita”. Tutto ciò ha trovato il suo massimo sviluppo nel momento

semplicemente “Consulente Familiare” né, tantomeno, “Consulente”.

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IN-FORMAZIONE IN-FORMAZIONE Ecco che, troppo spesso e per un fattore di comodità, andiamo a togliere le qualificazioni “coniugale e familiare” al sostantivo consulente, rischiando di renderlo indefinito, così come, a mio modesto parere, è il sostantivo “counsellor” o, nella versione inglese, “counselor” che rischia di essere troppo generico e non esprime la specificità di una professione.

Inoltre, a sostegno di questa tesi, si potrebbero citare dubbi percorsi di formazione, attualmente presenti in Italia e molto pubblicizzati, che portano al conseguimento del diploma da “counselor” a metà, ad esempio, di uno specifico percorso quadriennale in psicoterapia.

Ciò ha portato, molto spesso, ad identificare il così chiamato “counselor”, con uno psicologo in miniatura che si addentra nella dottrina psicologica, appropriandosi degli strumenti e delle competenze dello psicologo e, così, inizia ad agire nella cura di problematiche psicopatologiche, insinuandosi nel campo specifico della cura dello Psicoterapeuta. Illuminante, a tal proposito, è l’ Albo redatto da CNEL delle allora professioni non regolamentate che parla di “esperto di counseling” e non di “counselor” questo, probabilmente, a con-

Maria Grazia Baldanzi docente presso il CISPeF di Frosinone Foto di Edoardo Palmesi

forto della tesi sopra esposta, dal momento che colui che apprende il “counseling” è un esperto di counseling, intesa come una tecnica utile nella relazione di aiuto che ha una sua teorizzazione che trova in rollo May e Karl Roger, i padri. E il Consulente Familiare?

Da quanto appena espresso si evince tutta la sua autonomia e specificità professionale. Certamente, anch’egli si serve del “counseling”, ed in particolare del “marriage counseling”come tecnica, ma non si limita solo ad esso.

Infatti nella sua cassetta degli attrezzi ci sono anche tecniche specifiche che fanno capo all’ascolto attivo, alla creatività e alla Consulenza Coniugale e Familiare come buona prassi utilizzata nel corso della storia a partire dal già citato “marriage counseling”.

Dunque, la questione che la parola “consulente” da sola non è efficace e non deve essere assolutamente utilizzata e sottolineato che essa, per indicare una professione di aiuto, deve assumere in sé, in modo inscindibile, uno o più qualificatori, ci domandiamo perché questo professionista di cui stiamo parlando si chiama coniugale e familiare?

L’ esperienza come Familiare e, soprattutto, come formatore di futuri

Alessia Vona Vice direttore della scuola del CISPeF di Frosinone Foto di Edoardo Palmesi

consulenti familiari, mi ha portato a dare sei risposte che integrate tra loro potrebbero offrire una risposta piuttosto completa che, pur se frutto di riflessione e di studio, non vuole imporsi come unica ed inattaccabile ma intende aprire, per la prima volta nella storia, un dibattito costruttivo che possa permettere ad ogni Consulente Coniugale e Familiare di essere maggiormente congruente ed autentico nel proclamarsi tale e di poter fornire risposte sensate ed univoche alle tante domande con cui viene certamente bersagliato.

Il primo motivo è che il Consulente Coniugale e Familiare trova nel “marriage counselor” il suo antenato principale.

Tale professionista, apparso sia in America che in Finlandia, nacque per fronteggiare essenzialmente i problemi legati alla crisi della famiglia. Ecco che, l’attuale denominazione in uso in Italia, è una buona ed incisiva traduzione di ciò che in altri paesi è nato prima.

Questo professionista, (ed è questo il secondo motivo), è presente all’interno dei “Consultori Familiari”, in essi ha il suo ambiente privilegiato di servizio e, proprio nei Consultori UCIPEM,

Maria Rosaria Spaziani consulente coniugale e familiare Anatolè di Frosinone Foto di Edoardo Palmesi

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IN-FORMAZIONE

costituisce insieme all’Equipe, come ha detto Sergio Cammelli

2 del testo “Il Consultorio Familiare e le sue dimensioni fondanti”

a Recoaro nel IV Congresso Nazionale UCIPEM del 1975, lo

(Edizioni Aracne, Roma 2011), è paragonato ad una casa, luogo in

STRUMENTO che li caratterizza. Il Consultorio Familiare è

cui vive, appunto, la famiglia. Ecco, dunque, che questa professione

l’ambiente privilegiato di servizio e di lavoro, è l’habitat specifico, il

ha una sua specificità che non deve assolutamente essere confusa con

campo applicativo principale, anche se non esclusivo (libera profes-

quella delle altre professioni di aiuto. Ognuno, secondo le sue compe-

sione, mondo della scuola, centri famiglia, sportelli di ascolto…) di

tenze e nel pieno rispetto della deontologia professionale, può essere

questo professionista. Come terzo motivo, vorrei sottolineare che il

protagonista attento e rispettoso nella relazione di aiuto e quindi

cliente che viene a chiedere aiuto è considerato sempre una “famiglia”,

capace di accogliere ed accompagnare il cliente verso un maggior

egli non è un singolo ma, nella relazione di aiuto, porta sempre con sè

benessere ed una qualità di vita più alta e positiva.

la sua famiglia, quella di origine o quella che vive attualmente. Inoltre, egli non è un’isola ma vive di relazioni e di conseguenza appartiene ad un gruppo, ad una comunità e ad una società.

Secondo il quarto motivo, dobbiamo ricordare che il Consulente Coniugale e Familiare è attento ed interessato, in modo particolare, alle problematiche familiari, a questo punto è doveroso rammentare che agli albori, questo professionista lavorava quasi esclusivamente con la coppia. Come quinto motivo adduciamo che egli è un professionista che non lavora solo; nella sua professione vive l’esperienza fondamentale dell’appartenenza all’Equipe, momento in cui vive e riproduce la dimensione “familiare” che ha la capacità di aiutarlo, sostenerlo ed aiutarlo a superare le eventuali difficoltà professionali ed emotive. Di conseguenza, vive in prima persona questa dimensione relazionale e, quindi, familiare.

Gli strumenti che egli utilizza, ed è questo il sesto motivo, quali, l’accoglienza incondizionata, l’ascolto attivo e l’empatia profonda, sono abilità che possono essere racchiuse nell’ambito di un “clima familiare” avvolgente che deve caratterizzare il suo intervento, il “setting” in cui lavora e la relazione di aiuto stessa. Il Consultorio Familiare, come dicevamo, è il suo ambiente prioritario di lavoro e di servizio ed, in una metafora utilizzata dallo scrivente nel capitolo

Don Ermanno D’Onofrio Consulente Coniugale Familiare fondatore e direttore della scuola il CISPeF di Frosinone Foto di archivio Fondazione La Cooperativa CISPeF ha deciso di cambiare la dicitura da Centro di Consulenza Familiare, Intervento, Sostegno, Psicoterapia, Prevenzione e Formazione a Centro Italiano Studi Professionali e Formazione, per dare maggiore rilievo all’aspetto formativo.

Il “CISPeF O.N.L.U.S.” o “Consultorio Familiare ANATOLE’ O.N.L.U.S.” è una cooperativa sociale costituita il 10 dicembre 2007. La cooperativa è di ispirazione cristiana e cattolica, pur rispettando ed accogliendo le persone di ogni credo religioso.

Questo Ente agisce come Anatolè quando attua percorsi basati sulla relazione di aiuto, primo tra tutti la Consulenza Familiare. L’operato del CISPeF, invece, si esplica attraverso attività di formazione sia nel campo della Consulenza Familiare che in campi affini e afferenti, comunque, al mondo del sociale.

Per mettere dunque in rilievo il ruolo di Ente di formazione professionale e professionalizzante, si è deciso di cambiare denominazione al CISPeF: da Centro di Consulenza Familiare, Intervento e Sostegno Psicologico, Prevenzione e Formazione, a Centro Italiano Studi

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Professione e Formazione.

In questo modo, appare subito evidente la connotazione fortemente orientata all’ambito della formazione. Il CISPeF, infatti, è oggi un Ente di formazione che propone una vasta offerta formativa: Scuola triennale per Consulenti Coniugali e Familiari, Corso annuale di perfezionamento per operatori di strutture residenziali e Corso annuale di formazione alla clownterapia.

Il suo fiore all’occhiello è certamente la Scuola triennale per Consulenti Coniugali e Familiari. Tale servizio formativo è in grande crescita, con l’ausilio di validi professionisti interni, la collaborazione di alcuni docenti universitari in ambito educativo e sociale, la partecipazione di figure professionali di spicco nella Consulenza Coniugale e Familiare e, attraverso la formazione di gruppi sia presso la sede di Frosinone che in diverse città italiane,

cresce di giorno in giorno promuovendo l’efficacia e l’importanza del Consulente Coniugale e Familiare.

Il CISPeF gestisce, inoltre, giornate di studio, corsi e convegni che hanno come destinatari privilegiati: consulenti familiari, educatori, psicologi, assistenti sociali, operatori del sociale, insegnanti, etc.

Infine, il cambio di denominazione vuole sottolineare la crescita del CISPeF come Ente forte e credibile nel panorama di proposte formative ed essere anche di buon auspicio per la realizzazione di due grandi sogni nel cassetto: l’accreditamento regionale per gestire e promuovere interventi di formazione professionale e/o di orientamento finanziati con risorse pubbliche, nel rispetto della programmazione regionale e la nascita di una scuola di specializzazione in Psicoterapia.

SOLIDARIETÀ Lo spirito che ci anima e che ci spinge a metterci al servizio di coloro che hanno bisogno di sostegno. Come comportarci e condividerne le esperienze di vita. Questo spazio fa anche riferimento alla Fondazione de Il Giardino delle Rose Blu: alla sua “mission”.

L’ALBERO COME ENTITÀ Conoscere la natura come nostra compagna di vita

C

di Sara Felici

i sono luoghi in cui la natura non esiste. Il continuo avanzare della cementificazione, annienta tutta quella bellezza

che non siamo più capaci di conservare. Ogni albero tagliato per far spazio a palazzi, case, parcheggi o centri commerciali, è un albero strappato alla vita che non crescerà più. Il mondo in cui viviamo non viene deciso da qualcun altro, ma da ognuno di noi. Il potere delle scelte di ogni singolo individuo, determina il suo futuro.

Questo potere, elevato a livello universale, determina a lungo termine la costruzione di un mondo migliore o peggiore.

Le persone incolpano una vita troppo frenetica, per giustificare la mancanza di attenzione e cura nei riguardi della nostra compagna di viaggio in questa vita meravigliosa, nei riguardi di una natura che cerca di sorriderci con i suoi profumi, i suoi colori e che troppe volte non viene degnata neanche di uno sguardo. La terra potrebbe essere un giardino meraviglioso. Così come un essere umano morirebbe senza polmoni, come potrebbe vivere il nostro pianeta senza gli alberi? Ma che cos’è un albero? Una pianta legnosa perenne o qualcosa di più? L’uomo non può negare che trascorrere del tempo

Foto di archivio Internet

immerso nella natura, non lo rilassi e non

Dio diede all’uomo gli alberi e le piante come

Tale albero, precisamente il fico, nei secoli e

lo aiuti a rigenerarsi. Il nostro desiderio di

fonte di cibo e sostentamento e donò alle

tuttora, è sacro ai buddhisti.

vivere a contatto con la natura è ancestrale

foglie svariate proprietà curative.

La fisionomia dell’albero, inoltre, viene par-

quanto la natura stessa. Essa e tutte le specie

Basti pensare alla Fitoterapia che si serve

agonata a quella umana. Con il corpo, rap-

che la abitano, è la prima cosa che, secondo

delle piante per curare molteplici patologie.

presentato dal tronco, egli vive ed è presente

il Testo Sacro della Genesi, è stata creata da

Nella religione celtica, il bosco rappresenta

in questa esistenza. I suoi piedi, ben saldi

Dio. La natura è un’entità che vive e respira

un luogo di connessione attraverso il quale

nella terra, contrastano con le braccia che si

con noi. Lei esiste da sempre e sempre esist-

entrare in contatto con il Divino.

estendono verso l’infinito, simboleggiate dai

erà. Alcune culture credono che l’uomo serva

Per i celti, ad esempio, l’ albero sacro è la

rami che si innalzano al cielo e che aspirano

alla natura per continuare il suo costante

quercia che, rimanendo verde anche durante

a qualcosa di più elevato.

processo di crescita e di rigenerazione. Lei è

il periodo invernale, simboleggia la soprav-

L’ uomo è alla costante ricerca della propria

la nostra compagna di viaggio ed ogni volta

vivenza della vita alla morte.

spiritualità e la raggiunge, spesso, attraverso

che ce ne dimentichiamo è come se ci dimen-

Il vischio che ne viene estratto ha proprietà

strade e scelte personali.

ticassimo di curare i rapporti con coloro che

anti tumorali e calmanti sul sistema circola-

Incoraggiare l’amore verso la natura, indip-

amiamo e che fanno parte della nostra vita.

torio e in passato ufficiava le cerimonie sacre

endentemente dalla propria cultura religiosa,

L’albero è una figura simbolica che ricorre in

dei sacerdoti celti, i druidi. Ai piedi di un

è un dovere che abbiamo per dar voce a quel-

molte culture e religioni. In quella cristiana,

albero, Siddhartha Gautama detto il Buddha,

la parte di mondo vegetale, così silenziosa,

l’ albero della vita è al centro del giardino

maestro religioso, fondatore del Buddhismo,

che non può esprimersi e che può contare

dell’Eden.

trovò la sua illuminazione.

solo sul nostro buon senso.

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SOLIDARIETÀ

UN CHICCO DI RISO

Sulla casella della scacchiera sociale

S

di Aurelio Cesaritti

ono passati tanti anni da

rive. Il cavallo sembrava incatenato al fondo

Altri germogli erano cresciuti alla sua

quel

tramonto,

e, pur cercando di scalciare per liberarsi dai

ombra e si ergevano ormai rigogliosi tutto

l’ultimo prima della defini-

famoso

legacci invisibili ma potenti della generosità

intorno al lago per sorvegliare quanto vi

tiva metamorfosi, quando il

altrui, non riusciva a muoversi tanto quanto

accadeva. I venti più devastanti, che un

cavaliere residuale si inabissò insieme al suo

avrebbe dovuto per poter poi riemergere.

tempo erano stati alleati del cavaliere, non

destriero per non più risorgere dalle acque

Il cavaliere aveva perso tutti i colori che

riuscivano a penetrare quella selva giovane

del lago nella foresta. Non che quell’insieme

un tempo erano stati addirittura una delle

ed a raggiungere la superficie del lago per

indissolubile di uomo e bestia non ci pro-

sue armi più efficaci e potenti: avvolto

favorire la liberazione della bestia sconfitta.

vasse: tutt’altro. I tentativi di riprendere

ora nel grigio perlaceo della profondità

Queste nuove vite unite contro la barbarie

il potere erano praticamente quotidiani,

asfissiante, restava inerte ed ondeggiante a

consentivano quindi che la storia evolvesse

anzi continui, ma c’era un ostacolo, sempre

cavalcioni della groppa inarcata della sua

in modo forse inatteso ma silenziosamente

lo stesso, che accresceva continuamente

fedele bestia. Gli uomini avevano abbando-

sperato da sempre. I cantastorie andavano

la sua forza e la sua capacità di difesa. Gli

nato le tradizionali pratiche di sopraffazione

in giro raccontando la terribile epopea del

anziani delle contrade circostanti ricorda-

del forte sul debole, del furbo sul coer-

cavaliere della metamorfosi e della sua fine,

vano ancora lo storico evento di quando il

ente, dell’avido sul generoso, del malfattore

non mancando, però, di sottolineare agli

molteplice cavaliere della distruzione glo-

sull’onesto, per riconoscersi sempre gli uni

ascoltatori più giovani la necessità di emu-

bale era stato sconfitto da un semplice gesto

negli altri, facendo quindi il bene che avreb-

lare la potenza imbattibile del grande gesto

di enorme generosità. Mentre il cavallo

bero desiderato fosse fatto a loro stessi. Le

di un semplice ramo per proteggere un

montato dall’ultimo cavaliere di morte civile

abitazioni, sia le più povere (che tendevano

povero germoglio indifeso. Di quando in

caracollava ancora una volta attraverso la

a scomparire), che le più ricche (sempre

quando le stelle cadenti delle notti agostane

natura atterrita per raggiungere il centro

più numerose) venivano lasciate aperte e

sembravano rallentare la loro folle corsa e

del lago, dimora del suo potere estremo,

nessuno ne approfittava. Ai bambini ed agli

si raggruppavano per poi precipitarsi tutte

un ramo di un albero si era abbassato, a

adolescenti non mancava mai la presenza

insieme verso il lago ed illuminare per un

suo rischio e pericolo, per proteggere un

di un educatore e le competizioni sociali

attimo il cielo sovrastante. Molti ritenevano

germoglio che rischiava di essere travolto.

si svolgevano nel massimo rispetto delle

che si trattasse di una specie di miracolo,

Era bastato questo semplice sconvolgimento

nuove regole di vita comunitaria. ... Ma il

ma forse era soltanto un’impressione o il

delle regole, consolidate da secoli di egois-

cavallo, sconfitto eppure indomito, continu-

frutto dell’immaginazione, perché nessuno

mo, per cambiare il corso usuale degli eventi

ava ad agitarsi nelle acque limpide e fredde

poteva credere che addirittura le galass-

e determinare la sconfitta della macchina da

del lago, in balia di una corrente di amore

ie avessero saputo e volessero celebrare

guerra biologica che della capitolazione non

che dalla riva si scioglieva fin verso il fon-

quell’avvenimento ... o no?

aveva mai conosciuto l’amaro sapore. Da

dale limaccioso, creando onde invisibili ma

allora il mondo aveva cominciato a rendersi

potenti. Dalle froge aperte salivano piccole

conto di quanto poco sarebbe bastato da

bolle d’aria che a malapena raggiungevano

sempre per vivere un’evoluzione della storia

la superficie, dato che la speranza di risorg-

più pacifica e gratificante per tutti, anche

ere non muore mai, neanche nel cuore dei

se non mancavano gli scettici di scuola tra-

malvagi. Il germoglio che era stato protetto

dizionalista. I viandanti che, non più timo-

dal ramo era cresciuto robusto, all’ombra

rosi, passavano per i viottoli e le gole della

protettrice della quercia, e dopo pochi anni

zona, comunque raccontavano che sentiva-

aveva raggiunto in altezza l’albero che ne

no spesso il mugghiare gorgogliante di una

aveva consentito l’esistenza. Memore della

terribile presenza venire dal lago, mentre la

generosità ricevuta, aveva a sua volta pro-

superficie delle acque si increspava ciclica-

teso i suoi rami sul terreno circostante per

mente quasi a preannunciare l’emersione di

proteggere altri virgulti (anche se il pericolo

una nuova violenza. Nonostante gli avverti-

maggiore sembrava comunque cessato) e,

menti, alcuni avventurosi avevano osato get-

ad un dato momento, per prendere il posto

tarsi nelle acque limpide per vedere ancora

della quercia che, spossata, aveva ceduto

più da vicino quello che percepivano dalle

all’avanzare del tempo.

Foto di Archivio Internet

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SOLIDARIETÀ Partire per Gornja Bistra: Il bene si fa bene!

Percorso di Formazione dei volontari

Uno dei venticinque progetti della Fondazione Internazionale Il Giardino delle Rose Blu, è “Il bene si fa bene”.

Questo progetto nasce nell’ agosto 2014, con l’arrivo del nuovo Direttore dell’ Ospedale Pediatrico di Gornja Bistra il Dott. Renato Mittermayer, dopo aver firmato il Protocollo Di Intesa tra la Fondazione Internazionale de Il Giardino delle Rose Blu, ONLUS, e

Formazione Obbligatoria per partire per Gornja Bistra - Foto di Salvatore Pascolini

l’Ospedale Pediatrico di Gornja Bistra.

Questo progetto prevede una formazione obbligatoria per chiunque decidesse di fare una esperienza di volontariato all’estero presso l’ ospedale di Gornja Bistra: è aperto a chiunque e senza limiti di età e si svolge in tutta Italia su richiesta degli interessati, inviando una e-mail a: segreteria@ilgiardinodelleroseblu.com o compilando un modulo online disponibile sul nostro sito internet: www.ilgiardinodelleroseblu.com Vi stiamo aspettando! di Antonio Asarsi

I volontari dela campo Medjugorie - Foto di Archivio Fondazione

Invitiamo tutti volontari e tutte le persone interessate a fare la meravigliosa ed utile esperienza dei Campi estivi di volontariato.

E’ possibile iscriversi subito alle diverse attività previste dal progetto “Tendopoli e Campi di Volontariato”.

Per le iscrizioni contattate la sede della Fondazione il Giardino delle Rose Blu, O.N.L.U.S. Viale Europa n.38 – 03100 Frosinone, oppure tramite fax e telefono al: 0775 233011; tramite mail all’indirizzo: segreteria@ilgiardinodelleroseblu.com o info@ilgiardinodelleroseblu.com Riportiamo di seguito le date dei Campi di Gornja Bistra, Cerska, Medjugorie ed il Campo per i croati in Italia in collaborazione con le associazioni U.N.I.T.A.L.S.I. e SILOE di Frosinone :

Campo in Italia (Frosinone) per i croati dal 9 al 18 luglio 2015 Campo di Medjugorie dal 24 al 30 luglio 2015 Tendopoli di Gornja Bistra dal 3 al 12 agosto 2015 Campo di Cerska dal 22 al 29 agosto 2015

VI STIAMO ASPETTANDO! Soci@lmente •

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REPORTAGE

Condividiamo luoghi e paesaggi suggestivi, ma partecipiamo anche ad eventi dei quali siamo protagonisti e li raccontiamo attraverso i nostri reportage fotografici..

HAITI UN EMERGENZA SENZA FINE Il colore della speranza e la volonta’ di riscatto

A

di F. Boccadamo

lle 16.53 del 12 gennaio 2010 un sisma di magnitudo 7.0 della Scala Richter ha causato ad Haiti duecentotrentamila vittime, ed oltre un milione e mezzo di sfollati.

A cinque anni di distanza dal sisma la ricostruzione continua a rimanere soltanto un’utopia. Le strade sono dissestate, il paesaggio si divide tra macerie, case fatiscenti, baracche e tendopoli logorate dal tempo. Cité Soleil è la più grande bidonHaiti condizioni del quartiere Sits Soleil - Foto: Fondazione Boccadamo

ville della capitale Port au Prince. Nascosta dietro un nome che evoca luce e gioia, si cela in realtà un’enorme discarica di immondizia a cielo aperto. Vivono qui cinquecento mila persone senza elettricità, acqua corrente e potabile. In questo angolo di inferno un bambino su due non va scuola, gioca nel fango e nell’immondizia, è esposto ai pericoli della strada.

E’ in questo contesto che opera, con amore e costanza, Padre Richard Frachette, un sacerdote americano che ha scelto di spendere la sua vita al fianco degli ultimi. Originario del Connecticut, è un omone dal fisico possente e dallo sguardo limpido e puro come quello di un bambino.

Padre Rick, direttore di NPH Haiti, l’organizzazione rappresen-

Haiti maiale che si ciba nella discarica - Foto: Fondazione Boccadamo

tata in Italia dalla Fondazione Francesca RAVA, si è impegnato in prima persona nel progetto di ricostruzione del quartiere Cité Soleil attraverso la costruzione di un nucleo di abitazioni e di servizi per la comunità. Una iniziativa realizzata grazie anche al sostegno dell’azienda Boccadamo che, con la sua donazione di 200mila euro, ha consentito di costruire quaranta coloratissime casette destinate alla popolazione locale. Grazie alla forte sensibilità del Commendatore Tonino Boccadamo la maison di gioielli, nel Maggio 2011 ha lanciato sul mercato la colorata linea TooBe e, attraverso l’iniziativa “Un Metro per la Vita”, ha avviato la raccolta di 200mila euro interamente destinati al progetto volto a finanziare le opere ad Haiti. Le graziose dimore sono di circa cinquanta metri quadrati, hanno il bagno

Boccadamo ad Haiti - inizio lavori - Foto: Fondazione Boccadamo

e la cucina, una piccola veranda, ricordano i colori del mare dei Caraibi e rappresentano un forte contrasto tra la povertà e il degrado delle baracche distanti soltanto pochi metri.

Su una facciata di queste casette, ben visibile, campeggia il logo Boccadamo, un omaggio concesso all’azienda per il suo grande cuore e per aver restituito dignità e speranza a chi per troppo tempo ne è stato privato.

Quando nasci nel Paese più povero delle Americhe, sei vestito di stracci ed ogni giorno combatti la guerra contro la fame e la disperazione, affronti la vita faticando ad immaginare un mondo diverso. Ma se vedi trasformare la tua “città del sole” in un villaggio fatto di casette colorate e di servizi di prima necessità, ecco che nei tuoi occhi si accende la luce della speranza, ed allora è lecito immaginare che esista un riscatto per questo

Haitiani che lavorano nel Rue Boccadamo Foto: Fondazione Boccadamo

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lembo dannato di terra.

REPORTAGE Padre Rick, direttore di NPH Haiti, l’organizzazione rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca RAVA, si è impegnato in prima persona nel progetto di ricostruzione del quartiere Cité Soleil attraverso la costruzione di un nucleo di abitazioni e di servizi per la comunità. Una iniziativa realizzata grazie anche al sostegno dell’azienda Boccadamo che, con la sua donazione di 200mila euro, ha consentito di costruire quaranta coloratissime casette destinate alla popolazione locale. Grazie alla forte sensibilità del Commendatore Tonino Boccadamo la maison di gioielli, nel Maggio 2011 ha lanciato sul mercato la colorata linea TooBe e, attraverso l’iniziativa “Un Metro per la Vita”, ha avviato la raccolta di 200mila euro interamente destinati al progetto volto a finanziare le opere ad Haiti.

Le graziose dimore sono di circa cinquanta metri quadrati, hanno il bagno e la cucina, una piccola veranda, ricordano i

Rue Boccadamo casette realizzate Foto: Fondazione Boccadamo

colori del mare dei Caraibi e rappresentano un forte contrasto tra la povertà e il degrado delle baracche distanti soltanto pochi metri.

Su una facciata di queste casette, ben visibile, campeggia il logo Boccadamo, un omaggio concesso all’azienda per il suo grande cuore e per aver restituito dignità e speranza a chi per troppo tempo ne è stato privato.

Quando nasci nel Paese più povero delle Americhe, sei vestito di stracci ed ogni giorno combatti la guerra contro la fame e la disperazione, affronti la vita faticando ad immaginare un mondo diverso. Ma se vedi trasformare la tua “città del sole” in un villaggio fatto di casette colorate e di servizi di prima necessità, ecco che nei tuoi occhi si accende la luce della speranza, ed allora è lecito immaginare che esista un riscatto per questo lembo dannato di terra.

Bambino Haitiano con le tooBe rosso Foto: Fondazione Boccadamo

Haitiano che lavora nel Rue Boccadamo Foto: Fondazione Boccadamo

Veduta dall’ alto Rue Boccadamo realizzato - Foto : Fondazione Boccadamo

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LE PAGINE DELLA FONDAZIONE

Non tutti vivono quotidianamente l’impegno in Fondazione: condividiamo il nostro operato e tutti i nostri progetti, intervistando i responsabili ed i referenti e facendo entrare i lettori nel mare delle nostre esperienze umanitarie.

“MATTONE SU MATTONE” … è bello ricostruire!

Roberta Campoli e Mattia Marullo Foto di Archivio Fondazione

L

di Monia Minucci

Casa Zelko prima dei lavori di ristruturazione Foto di Archivio Fondazione

Casa Zelko dopo i lavori di ristruturazione Foto di Archivio Fondazione

a redazione di Socialmente decide di incontrare

Roberta: dopo aver iniziato il corso di Consulente Familiare pro-

il Responsabile di Progetto Mattone su Mattone

mosso dal CISPeF, mi è stato chiesto di affiancare il responsabile di

Mattia Marullo e la Responsabile Operativa, Roberta

progetto per seguire le pratiche di realizzazione dei lavori.

Campoli.

Una piccola presentazione di entrambi i responsabili: parlateci di

Sarebbe interessante capire come mai questo progetto si chiama

voi, in breve…

“Mattone su Mattone”…

Sono Mattia Marullo, ho 22 anni e sono nato a Catanzaro. Sono

Il progetto Mattone su Mattone prende nome proprio dall’azione

studente di Scienze Politiche presso l’università Statale di Milano e

vera e propria del progetto che, come detto precedentemente, pre-

studente della scuola per consulenti familiari CISPeF di Frosinone.

vede appunto di “mettere un mattone su un altro mattone” per dare

Sono Roberta Campoli, ed ho 22 anni. Sono nata a Ferentino e

la possibilità, lì dove i postumi della guerra e la situazione economica

frequento il triennio Pop presso il Conservatorio Licinio Refice

hanno segnato le vite di tante persone, di permettere ai meno fortu-

di Frosinone, sono anche studentessa di Scienze dell’educazione e

nati e di avere un tetto e una casa.

della formazione e, in ultimo, sono iscritta alla scuola per consulenti familiari CISPeF.

Dunque, il vostro è un progetto che si esprime attraverso la costruzione e la ristrutturazione di case e di strutture, di cosa avete bisogno perché

Quando e in quale occasione siete entrati in contatto con la Fondazione

possiate procedere nei vostri interventi e a chi sono rivolte le vostre

Il Giardino delle Rose Blu e, in particolare, con il progetto Mattone su

azioni umanitarie?

Mattone?

Affinché il progetto progredisca e tutte le richieste di intervento per-

Mattia: ho avuto modo di entrare in contatto con la Fondazione

venuteci vengano realizzate, necessitiamo naturalmente di volontari

nell’estate 2012, durante un campo - lavoro presso la comunità “

esperti che abbiano voglia di mettersi in gioco.

Cittadella Cielo di Nuovi Orizzonti” a Medjugorje.

Naturalmente non bastano solo le buone intenzioni, abbiamo bisog-

Da lì ho cominciato ad interessarmi alla “mission” della Fondazione

no anche di sostegni economici, cosa che fino ad ora risulta essere

e, nell’estate dell’anno seguente, dopo il primo campo di volontariato

sempre più scarsa. I nostri interventi sono rivolti a chiunque lo rich-

di Medjugorje, durante il quale ho partecipato alla ricostruzione

ieda. Siamo intervenuti a Domanovici, in un ospizio che ospitava

della casa di Anto e dei suoi nonni, mi è stato chiesto di seguire il

oltre 100 signori anziani.

progetto.

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LE PAGINE DELLA FONDAZIONE Siamo intervenuti con lavori di ristrutturazione all’interno ed

entrino acqua, vento e neve… sarebbe bello ricostruire MATTONE

all’esterno dell’Ospedale Pediatrico di Gornja Bistra, ma sono più che

SU MATTONE !

frequenti gli interventi che includono famiglie povere e bisognose.

Cosa vi ha lasciato e cosa avete dato nel corso delle esperienze vissute Mattone su Mattone è uno dei progetti storici del Giardino delle Rose

durante questo progetto?

Blu, iniziato 20 anni fa con la ristrutturazione dell’Ospedale pedi-

Inizialmente, tanta tristezza ed incredulità, poi, guardandoci indiet-

atrico di Gornja Bistra, nel lontano 1998, da allora sono stati realizzati

ro e vedendo tutto ciò che Mattone su Mattone ha realizzato finora, ci

diversi progetti, volete parlarcene?

ha dato tanta forza e coraggio per rimboccarci le maniche e darci da

La ristrutturazione dell’ospedale di Gornja Bistra è stato il tram-

fare. Ci ha dato l’opportunità di donare un sorriso e una condizione

polino di lancio del progetto. Da all’ora siamo intervenuti in altre

migliore di vita a chi non ha questa fortuna.

8 azioni di restauro, azioni che hanno coinvolto l’intera Regione bosniaca e croata. Naturalmente non ci limitiamo a pitturare qual-

Volete aggiungere qualcosa?

che parete e a stuccare qualche muro. Contrariamente a quanto si

La Responsabile Operativa, Roberta Campoli, metterà a dispo-

potrebbe pensare, questo progetto ha molteplici scopi, tra questi

sizione il proprio talento di musicista per sostenere la Fondazione “Il

anche l’insegnamento del

Giardino delle Rose Blu”, organizzando eventi e concerti.

rispetto e della tutela degli ambienti

appena risistemati.

Ci raccontate un’esperienza in particolare che vi è rimasta nel cuore?

“MATTONE SU MATTONE”

Mattia: l’esperienza che senza dubbio mi ha più segnato è stata la

Azioni in lista di attesa

ristrutturazione della casa della famiglia MUSTAC (Azione Orsa Minore CHASMA HR). Ero appena stato nominato responsabile del progetto e mi trovavo difronte ad una realtà più cruda, rispetto a

N AZIONI BENEFICIARI LUOGO SITUAZIONE E LAVORI DA EFFETTUARE ° 1

Altair

2

Orione

Sokac Mato

3

Andromeda

Krminac Gordana

4

Mizar

Ruzic Branko e Marina

5

Pleiadi

Sosic Franjo

quelle che avevo vissuto in precedenza.

Una famiglia poverissima che viveva in una casa che si teneva in piedi per miracolo, senz’acqua e senza finestre. Senza letti e pavimenti. Grazie all’aiuto dei nostri volontari e dei nostri benefattori siamo riusciti a renderla più accogliente e confortevole.

Non a caso, ora, i bambini godono di una bella cameretta corredata di lettini, mobili e tutto il necessario per condurre una vita dignitosa.

Roberta: “La vita ci dice che esistono persone che non hanno molti soldi, persone che non hanno cibo, persone che non hanno case belle e sistemate come le nostre.

Ebbene, ho sempre pensato che questi fossero racconti risalenti ai tempi della guerra dei nostri nonni.

Invece, viaggiando per le strade della Croazia, ho visitato case con il tetto bucato, senza porte, senza pavimento, senza bagno, senza cucina, senza luce, a volte, e dentro ci ho visto abitare persone con le scarpe rotte, senza una TV e senza un frigorifero dove poter conservare il cibo che in realtà, spesso, non hanno. Ho visto la fame, quella vera!

BosniaLa famiglia è composta da 5 figli e i genitori, la Erzegovina mamma con disagio psicologico importante.

Vivono attualmente in una casa fatiscente e vecchia, avevano iniziato a costruire una nuova casa ma i lavori sono fermi da anni.

L’intervento porterebbe a compimento il piano terra della nuova casa con due camere e cucina-soggiorno.

Croazia Il loro figlio minore, Josip, è ospite nell’Ospedale di Gornja Bistra mentre il grande, affetto da patologia psichiatrica, vive con loro. La casa in cui vivono è fatiscente e vecchia, manca di riscaldamento e impianti.

L’intervento sarebbe finalizzato a ristrutturare l’esistente per permettergli una vita migliore.

Croazia Una mamma e due figli di 13 e 15 anni vivono in un sottotetto non rifinito di una casa di proprietà del padre che, separato dalla moglie, vive in Germania. La figlia grande vive in un Istituto. L’intervento sarebbe finalizzato a rifinire (con impianti, pavimento, intonacatura e tinteggiatura delle pareti) i luoghi occupati dalla famiglia.

Bosnia La coppia genitoriale è entramba malata. Con Erzegovina loro vive il figlio di 19 anni, mentre le due figlie più piccole vivono in un Orfanotrofio e la grande con il fidanzato. La casa è una sorta di container/baracca con due piccolissime stanze, senza impianti, riscaldamento e bagno.

Anni fa avevano iniziato la costruzione di una nuova casa. L’intervento vorrebbe aiutarli a completare la casa iniziata.

BosniaLa famiglia è composta da 5 persone, tre sono i Erzegovina figli di 18, 16 e 12 anni. Con loro vive anche l’anziana nonna. La casa non è finita ed è molto vecchia e mal messa. L’intervento vorrebbe aiutarli nel rifinire la casa e ristrutturare l’esistente per renderlo più dignitoso e funzionale.

Di cosa avete bisogno per potenziare ed innalzare la qualità del pro-

Si può contribuire al progetto “Mattone su Mattone” in diversi modi:

getto ed estendere il vostro aiuto ad altre famiglie bisognose?

dando la propria disponibilità a partire per i luoghi interessati dal

Abbiamo bisogno di gente in gamba (tutti ne hanno due!),

progetto, specie se si sanno fare lavori di manovalanza, oppure rac-

volenterosa, esperta e che abbia voglia di mettersi in gioco e di fare

cogliendo fondi e bonificandoli: con causale “Mattone su Mattone”

del bene. Non dimentichiamo però che servono anche i fondi, per

e specificando il nome di una azione specifica che si vuole aiutare.

aiutare quante più famiglie sia possibile aiutare.

Cosa direste alle persone che non hanno mai vissuto una tale esperienza per coinvolgerle nel progetto?

Sarebbe bello ricostruire le abitazioni di questa gente, sarebbe bello donare loro una casa accogliente, colorata e soprattutto una casa con

Per donazioni conto corrente intestato a FONDAZIONE INTERNAZIONALE IL GIARDINO DELLE ROSE BLU ONLUS : IBAN – BCC: IT02L0832714800000000000990 CODICE SWIFT: ROMAITRR

un bagno, con una cucina, un pavimento ed un tetto da dove non Soci@lmente •

19

PAROLE IN LIBERTA’

In questa rubrica, don Ermanno D’Onofrio, Fondatore e Presidente de Il Giardino delle Rose Blu, approfondisce di volta in volta una dimensione portante della “mission” della Fondazione stessa. Infatti, i temi trattati: servizio, condivisione, accoglienza, ospitalità, gratuità, libertà, integrazione e solidarietà, sono proprio i pilastri su cui la Fondazione basa il suo impegno nel sociale. Impegno rivolto non solo all’infanzia, ma a tutti coloro che ne hanno bisogno.

INTEGRAZIONE di Ermanno D’Onofrio

Don Ermanno D’Onofrio con due bambini Rom. - Foto di Archivio Fondazione

S

iamo

giunti

a

Iva ospite nell’ospedale di Gornja BistraFoto di Archivio Fondazione

presen-

l’integrazione è concretamente una con-

per aprirsi ed accogliere l’altro. Generosi

tare la quinta parola che

vivenza pacifica di persone provenienti da

di vivere una effettiva condivisione in cui

fa pienamente parte della

culture e paesi diversi che si impegnano nel

si verifica uno scambio profondo ed una

mission della Fondazione

raggiungimento degli stessi obiettivi, nella

autentica relazione che permette all’altro di

Internazionale Il Giardino

realizzazione dei medesimi progetti e nella

arricchirsi di ciò che io possiedo e, a me,

delle Rose Blu ONLUS, una dimensione

testimonianza di valori identici. Alla base

di ricevere, nei miei schemi mentali e nel

importante e speciale, raffigurata anche in

dell’integrazione c’è la certezza che la diver-

mio modo di essere, tutto ciò che l’altro può

un particolare del bel murales che il carissi-

sità è ricchezza reciproca e che nell’incontro

offrirmi anche se mette in discussione le

mo Maestro Spaziani ha realizzato sul muro

con lo straniero non sono chiamato soltanto

mie certezze e il mio apparente benessere.

esterno della nostra sede, che ha caratteriz-

a dare ma, soprattutto, a predisporre il mio

Una dimensione difficile, dunque, e non

zato la nostra realtà sin dall’origine. Infatti,

cuore e la mia mente a ricevere ciò che

scontata. Un atteggiamento impegnativo e

già i primi viaggi in Croazia ed in Bosnia-

egli saprà donarmi. Superare il pregiudizio

non superficiale. Una scelta coraggiosa e

Erzegovina, ci hanno posto in relazione

è un altro prerequisito fondamentale per

non subita. Un impegno importante che

con persone appartenenti a culture, etnie e

vivere l’integrazione: pregiudizio che lo stra-

ogni individuo dovrebbe vivere per ren-

religioni diverse, così come la cultura mul-

niero sia pericoloso, pregiudizio che coloro

dere migliore il mondo che abita e dove

tietnica in cui viviamo, anche in Italia, ci ha

che provengono da altri Paesi siano meno

è accolto ed integrato. L’integrazione è il

donato non solo la possibilità di aiutare tanti

importanti e colti, pregiudizio che tutti gli

frutto di un lavoro di squadra e non può

fratelli e sorelle provenienti da altri paesi,

appartenenti ad una determinata cultura

attuarsi soltanto per i meriti e le convinzi-

ma anche di condividere, con diversi di

o etnia siano cattivi e ribelli. Infatti per

oni di qualcuno. Tutti devono concorrere

loro, l’esperienza del volontariato, tutto ciò

attuare una vera integrazione bisogna essere

alla sua realizzazione ed ognuno deve, con

si è intensificato da quando più di qualche

colti, intelligenti, sensibili e molto generosi.

coraggio, perdere qualche parte di sé per

immigrato ci ha chiesto di entrare a far parte

Colti per comprendere, capire, confrontarsi

andare incontro all’altro in modo empatico

del Giardino delle Rose Blu e lo ha fatto

e mettere in pratica dei veri e propri pro-

ed incondizionato. Se ogni uomo vivesse

realmente. Una dimensione, dunque, che ci

cessi sociali e culturali che possano favorire

con impegno e convinzione tale dimensione

descrive e che è insita nell’agire quotidiano

l’integrazione; intelligenti per combattere

si potrebbe giungere al frutto più bello ed

di una realtà associativa che si definisce

il pregiudizio che spesso è innato nella

importante per il mondo intero: la pace!

internazionale. Il mondo diventa la stessa

nostra mente o, certamente, alimentato ed

L’integrazione, dunque, porta la pace e la

casa di tutti e le provenienze geografiche,

accresciuto da chi vive accanto a noi e dalla

pace comunica gioia e serenità e questo è

culturali e religiose diventano delle declin-

società; sensibili a determinati valori che ci

ciò che auguriamo ad ogni persona, al di là

azioni della stessa essenza. Ecco, allora, che

chiedono di rinunciare a qualcosa di nostro

della sua diversità.

20 • Soci@lmente

SOCIETÀ Per assolvere alla nostra “mission”, dobbiamo farci conoscere per poter parlare con tutti, in qualsiasi contesto dell’articolazione della nostra società.

GIORNATA DELLA PACE Un pomeriggio insieme per un messaggio di pace

I

Il 27 giugno 2014, Il Giardino

17.30, in presenza dell’allora Presidente

delle Rose Blu di Frosinone

della regione Patrizi e del sindaco Ottaviani,

non poteva mancare di cel-

la nostra amica Maria Arab, insieme al rap-

ebrare la Giornata per la

presentante della comunità evangelica e ad

pace nell’area circostante la Fondazione,

alcuni volontari della Fondazione, hanno

con un gesto simbolico e rappresentativo

piantato l’ulivo; dopo questo rito, preg-

dell’unità e della pacifica coesistenza fra

no di significati, don Ermanno ha letto la

religioni diverse. L’iniziativa si è aperta con

preghiera per la pace. L’evento si è concluso

la lettura di una preghiera da parte di don

con l’intervento del Sindaco Ottaviani, il

Ermanno, dopo di lui, Maria Arab, volon-

quale si è espresso a favore delle risorse

taria musulmana, ha recitato una preghiera

economiche da investire in opere di bene,

del Corano per poi passare il microfono ad

fondi che, visto il grave momento di crisi,

una rappresentante della chiesa Evangelica

devono essere spesi con proprietà. Ha par-

di Frosinone che ha parlato dell’ulivo come

lato di speranza per il futuro e di un Dio

simbolo di pace. Cos’è la pace se non la

che può essere diverso per ognuno ma,

libera e pacifica condivisione del nostro

alla fine, è uno per tutti. Questa edizione

modo di essere e di pensare, della nostra

di “Insieme per la pace” si è ispirata a Papa

fede o indirizzo politico e tutto quanto ci

Francesco, ed ha dato spazio a riflessioni

differenzi, senza necessariamente sentirsene

profonde sull’accoglienza, la solidarietà e

minacciati. Infatti, le differenze possono

l’integrazione fra i popoli, perché ci vuole

arricchirci se non le utilizziamo per annien-

più coraggio per fare la pace che la guerra.

tare e soverchiare gli altri.

Concludo questo articolo con un brano del messaggio del Santo Padre Francesco per la

“Siamo chiamati a testimonianza, siamo ad immagine e somiglianza di Dio, indifferentemente dal nostro credo. Non importa se siamo cattolici, arabi o altro.”

Queste sono le parole che più ricordo del brano degli Ecclesiastici 12 della Bibbia: un sunto di saggezza che, se concretamente applicato ai nostri tempi turbolenti, potrebbe davvero risolvere molti dei conflitti che straziano tante nazioni. Dopo il momento delle preghiere si sono susseguiti i canti dei ragazzi della comunità “Nuovi Orizzonti”, ed infine c’è stata la gara delle torte. E’ stato allestito un tavolo imbandito da torte preparate dai partecipanti alla gara e presto giudicate da una giuria d’eccezione: Vittorio Mantelli (il proprietario del Vesuvio) e Testani Angela che hanno assaggiato le prelibatezze esposte ed eletto le tre finaliste: Savone Arianna, Bernardi Teresa e Stirpe Maria, di seguito premiate. Alle

celebrazione della XLVII giornata mondiale per la pace:

“Nell’anno trascorso, molti nostri fratelli e sorelle hanno continuato a vivere l’esperienza dilaniante della guerra, che costituisce una grave e profonda ferita inferta alla fraternità. Molti sono i conflitti che si consumano nell’indifferenza generale. A tutti coloro che vivono in terre in cui le armi impongono terrore e distruzioni, assicuro la mia personale vicinanza e quella di tutta la Chiesa.

Quest’ultima ha per missione di portare la carità di Cristo anche alle vittime inermi delle guerre dimenticate, attraverso la preghiera per la pace, il servizio ai feriti, agli affamati, ai rifugiati, agli sfollati e a quanti vivono nella paura.

La Chiesa alza altresì la sua voce per far giungere ai responsabili il grido di dolore di quest’umanità sofferente e per far cessare, insieme alle ostilità, ogni

di Monia Minucci

sopruso e violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Per questo motivo desidero rivolgere un forte appello a quanti con le armi seminano violenza e morte: riscoprite in colui che oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e fermate la vostra mano! Rinunciate alla via delle armi e andate incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione per ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi! «In quest’ottica, appare chiaro che nella vita dei popoli i conflitti armati costituiscono sempre la deliberata negazione di ogni possibile concordia internazionale, creando divisioni profonde e laceranti ferite che richiedono molti anni per rimarginarsi.

Le guerre costituiscono il rifiuto pratico a impegnarsi per raggiungere quelle grandi mete economiche e sociali che la comunità internazionale si è data».

Tuttavia, finché ci sarà una così grande quantità di armamenti in circolazione come quella attuale, si potranno sempre trovare nuovi pretesti per avviare le ostilità. Per questo faccio mio l’ appello dei miei Predecessori in favore della non proliferazione delle armi e del disarmo da parte di tutti, a cominciare dal disarmo nucleare e chimico.

Non possiamo però non constatare che gli accordi internazionali e le leggi nazionali, pur essendo necessari ed altamente auspicabili, non sono sufficienti da soli a porre l’umanità al riparo dal rischio dei conflitti armati. È necessaria una conversione dei cuori che permetta a ciascuno di riconoscere nell’altro un fratello di cui prendersi cura, con il quale lavorare insieme per costruire una vita in pienezza per tutti. È questo lo spirito che anima molte delle iniziative della società civile, incluse le organizzazioni religiose, in favore della pace.

Soci@lmente •

21

SOCIETÀ Mi auguro che l’impegno quotidiano di tutti continui a portare frutto e che si possa anche giungere all’effettiva applicazione nel diritto internazionale del diritto alla pace, quale diritto umano fondamentale, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti”.

presenza del Patriarca di Costantinopoli,

gamma dei comportamenti utili per creare

Bartolomeo, insieme hanno piantato l’ulivo

un mondo migliore, popolato da persone

a simbolo di una storica invocazione di pace

con un più accentuato spessore umano.

fra le tre grandi religioni monoteiste e fra i

Abbiamo dunque colto l’occasione di pro-

rappresentanti di due popoli in conflitto da

porre la stessa iniziativa di Papa Francesco,

sempre, le cui trattative di pace sembrano

nel nostro piccolo ma grande Giardino della

fallire di volta in volta. Questo gesto sem-

Fondazione. Detto questo, vi proponiamo il

plice è altamente simbolico, perché intende

programma, articolato in diversi step, della

mostrare al mondo intero, la possibilità di

nostra giornata di Insieme per la Pace:

aprire e percorrere una nuova strada, basata

Un primissimo momento è dedicato

sulla fiducia ed il rispetto dei rispettivi

all’accoglienza, infatti saranno presenti rap-

Abbiamo descritto questa edizione di

credo religiosi, laddove la politica stagna in

presentati delle tre comunità: cattolica, cris-

Insieme per la Pace, già trascorsa, per ren-

annose ostilità e diffidenze. Tutto questo ci

tiana evangelica e musulmana. La preghiera

dere appetibile la vostra adesione alla nostra

ha colpiti profondamente, poiché è da molto

per la pace coinvolgerà soprattutto i bam-

terza edizione di “Insieme per la Pace”: iniz-

tempo che cerchiamo di sperimentare la

bini che ringrazieranno il Signore ed invo-

iativa prevista per sabato 26 giugno 2015

dimensione dell’integrazione sociale, etnica,

cheranno la Pace nel mondo, nelle nostre

che avrà inizio alle ore 18:00, presso la Sede

culturale e religiosa. La nostra Fondazione,

case e nelle nostre relazioni, affinché le

centrale della Fondazione de Il Giardino

infatti, è frequentata da persone di ogni

future generazioni possano sapere che si

delle Rose Blu, a Frosinone. Siamo oramai

nazionalità e religione che, spontaneamente,

può scegliere di crescere nella tolleranza

alla terza edizione, con l’intento di trasfor-

hanno poi deciso di offrirsi come volontari!

e nel rispetto. Alle 19:30, i rappresentanti

mare questo evento in una festa tradizio-

E’ questa un’operazione meravigliosa ed

delle diverse religioni pianteranno l’ulivo

nale strettamente legata ad “Alimentiamo

una lezione di civiltà per tutti noi e per tutti

nel Giardino sottostante la Fondazione, alla

la Solidarietà”, un progetto che si propone

quelli che osservano l’incredibile amalgama

presenza delle autorità civili locali e di tutti

di offrire aiuto e sostegno sia ai singoli che

di colori, canti, preghiere, profumi, cibi

gli ospiti de Il Giardino delle Rose Blu.

alle famiglie che versano in un, speriamo

tipici ed insegnamenti culturali e, senza

Prima dell’aperitivo, che concluderà questa

momentaneo, disagio economico (situazi-

mai porre l’accento su alcuna differenza,

nuova giornata di festa, assisteremo alla

one fin troppo comune in questo particolare

si cammina insieme come fratelli e figli di

premiazione del concorso di pittura “Colora

periodo storico).

uno stesso padre, la cui autorità non giace

la Pace”, aperto a bambini e ragazzi delle

Dunque, per allietare gli animi e portare

nella diversità del nome, ma nella capacità

scuole inferiori ed ai figli delle famiglie che

unione e conforto, abbiamo dato vita a

di cogliere i comuni insegnamenti ed obi-

ci frequentano: la creatività in sinergia con

questo momento di fraternità che fonda le

ettivi, fra i quali, appunto, spicca la pace!

l’aspetto pedagogico li coinvolgeranno in

sue origini in un gesto semplice, ma potente,

Infatti, il dialogo interreligioso fra volontari

una modalità espressiva capace di descri-

iniziato da Papa Francesco. Tutto ebbe inizio

di credo diverso, ci ha fatto capire che non

vere le loro emozioni, riflessioni e idee

quando, nei giardini del Vaticano, nel gior-

c’ è nulla di più “cattolico” che considerarci

sulla Pace. Infine, i ragazzi della Clown

no della Pentecoste, insieme al Presidente

come fratelli, rispettarci reciprocamente per

terapia ci travolgeranno con la loro conta-

Israeliano

culture e fedi, qualsiasi esse siano e per chi

giosa allegria, per terminare insieme questa

è ateo, come me, tutto questo rientra nella

nuova edizione di Insieme per la Pace!

Papa Francesco

Shimon Perez e Abu Mazen,

il Presidente Palestinese,

con la aulica

Giornata della pace Frosinone 2014 Giuseppe Patrizi (ex commissario prefettizio della provincia di FR ) con i volontari della Fondazione - Foto di archivio Fondazione

22 • Soci@lmente

Giornata della Pace 2014 (Frosinone) Foto di archivio Fondazione

SOCIETÀ GIORNATA DELLA PACE GORNJA BISTRA

Giornata della pace parco dell’ospedale di Gornja Bistra da sinistra verso destra: Dott. Luca Laudiero Primo segretario(Ambasciata italiana in Croazia)Antonio (ITALIA) Fatai (NIGERIA), S.E. Alessandro D’Errico Nunzio Apostolico in Croazia, Don E. D’Onofrio, Dott. Renato Mittermayer Direttore dell’ospedale di Gornja Bistra In basso da sx: Gabriel (ROMANIA),Marcela (CROAZIA), Marin (BOSNIA-ERZEGOVINA) Foto di Salvatore Pascolini

D

omenica, dieci agosto 2014,

Insieme ad Alin, che rappresenta il suo

Alin Gabriel Grajdeanu, un

paese, la Romania, alla giornata per la pace

ragazzo proveniente dalla

sono presenti altri giovani:

Romania, partecipa alla

Marcela per la Croazia, Antonio Asarsi per

Giornata della Pace e scrive questa bellis-

l’Italia, Fatai Ajibola Oseni per la Nigeria e

sima e delicata poesia. Parole gentili e

Marin Raguz’ per la Bosnia.

ispirate dallo spessore emotivo dell’evento

La giornata si è svolta nel parco dell’ospedale

che affonda i suoi contenuti in una parola

di Gornja Bistra con l’autorevole presenza

tanto ambita quanto osteggiata… la “Pace”.

del Nunzio Apostolico della Croazia, S. E.

Non dimenticherò mai quei momenti, perché mi hanno fatto sentire che conto e che sono importante, ed anche se mi sentivo piccolo e insignificante per la pace nel mondo intero, anche se ero uno solo del mio paese, perchè eravamo in pochi a rappresentare i paesi riuniti nel nome della pace, celebrando quel momento, io mi sono sentito importante.

Ero importante, ma mi sentivo una goccia.

Noi eravamo importanti come le gocce che riempiono l’oceano.

Non importa la grandezza o la quantità dei nostri vissuti, ma quanta gioia e amore abbiamo messo nella sepoltura di quelle radici, radici di pace dentro la terra… attraversata dal simbolo dell’ulivo.

Alin Gabriel Grajdean

Mons. Alessandro D’Errico che, dopo aver salutato gli intervenuti alla manifestazione, ha celebrato la Santa Messa.

E’ stata

un’iniziativa intensa, arricchita

dalla partecipazione dei volontari della Tendopoli, delle autorità del posto, del rappresentante dell’Ambasciata italiana in Croazia, il Dott. Luca Laudiero ed, oltre al direttore dell’ospedale pediatrico di Gornja Bistra, il Dott. Renato Mittermayer, insieme ad alcuni piccoli degenti ed il personale infermieristico, erano presenti anche gli abitanti del posto.

Anche a Gornja Bistra, l’undici agosto 2015, è prevista la nuova edizione di “Insieme per la Pace”.

Giornata della pace Gonja Bista: giovani croati, bosniaci e rumeni piantano l’albero d’ulivo - Foto di repertorio Fondazione

Soci@lmente •

23

SPIRITUALITÀ

Pur nel rispetto di coloro che non hanno incontrato Dio o di chi si professa di un’altra religione, dobbiamo vivere la nostra appartenenza alla Chiesa cattolica e l’amore per il Vangelo.

LUCIANO CUPIA Maestro, Guida e Padre

di ErmannoD’Onofrio

Padre Cupia - Foto di repertorio Fondazione

T

ra le mani stringevo un foglietto con gli angoli stropic-

volo, andai a Roma a cercare Luciano Cupia.

ciati, tagliato irregolarmente e un po’ consumato, a

Ero completamente all’oscuro di ciò che mi aspettava.

furia di arrotolarlo su se stesso.

Lo trovai nel suo studio, dietro la scrivania, sorridente ed accoglien-

Viaggiando verso Roma, in treno, leggevo e rileggevo:

te. Era nella sua stanza, piena di ricordi e di emozioni vive, legate ad

“Padre Cupia, via della Pigna a Roma”. La bella calligrafia con cui

ogni oggetto, icona o fotografia che rendevano così caldo e familiare

era stato scritto, con inchiostro verde, segno di premura e amore,

il suo studio.

era di don Salvatore Boccaccio, all’epoca Vescovo Ordinario della

Ci sedemmo sulle poltrone a parlare e si commosse quando gli dissi

mia Diocesi di Frosinone - Veroli - Ferentino, la data ottobre 2006

che don Salvatore era in Ospedale, nessuno di noi avrebbe mai pen-

ed il luogo dove il biglietto era stato preparato, era l’Ospedale civile

sato che da lì a due anni ci avrebbe lasciato per sempre, donandomi

di Ceccano, in provincia di Frosinone, dove il Vescovo Salvatore era

questo Maestro così sapiente, empatico e responsabile che, senza

ricoverato e mi volle per assisterlo lungo la prima notte in Ospedale.

troppi fronzoli o frasi di circostanza, mi mandò, di punto in bianco,

Penso che sia stata una delle notti più intense e meravigliose della

in segreteria, per iscrivermi alla Scuola per Consulenti Familiari

mia vita dove, in un clima intimo e di condivisione, attraverso un

che nel lontano 1976 aveva fondato a Roma ed aveva preso piede in

legame di affetto che realmente lega un padre ad un figlio, don

numerose città e Diocesi d’Italia.

Salvatore, a poco più di cinque anni dalla mia ordinazione sacerdo-

Tale proposta non mi trovò entusiasta, dal momento che ero reduce

tale, mi chiedeva di lasciare la guida pastorale della Parrocchia di

da ben due Scuole di Specializzazione in Psicoterapia ed avevo già

S. Nicola ad Arnara (FR) per trascorrere del tempo con lui in

portato a termine diversi master.

Ospedale, confrontandomi sul suo ardente desiderio di creare in

Tornare in un gruppo di formazione non era certo la mia attuale

Diocesi una ONLUS che potesse realizzare un Consultorio Familiare

aspirazione. Lo feci per obbedienza al mio Vescovo e tale gesto mi

ed una esperienza di formazione per gli operatori del sociale e della

tornò indietro centuplicato, in gioia e grazia, facendomi strumento

relazione di aiuto, fondata sull’esempio di ciò che lui stesso aveva

di meraviglie nuove e intensi progetti di cui sono stato, ed indegna-

conosciuto e sperimentato a Roma quando, ancora sacerdote nella

mente continuo ad essere, umile strumento di attuazione.

Chiesa di S.Luca, conobbe Padre Cupia.

Iniziai la Scuola nella sede di Roma e la conclusi, successivamente,

Infatti, liberandomi da ogni impegno pastorale, mi chiese di andare

nella sede di Cassino ma, contemporaneamente, grazie ai consigli

a cercare questo sacerdote che mi avrebbe indicato la strada e mi

di Padre Luciano e Rosalba Fanelli, iniziammo un primo anno di

disse di fare tutto ciò che mi avrebbe chiesto, senza timore né riserve.

formazione anche a Frosinone, proprio nella casa di don Salvatore,

Entusiasta per il nuovo incarico affidatomi e con il cuore pieno di

precisamente nel suo soggiorno e, per lui, era una gioia poter passare

gioia nel sentirmi così compreso nel mio intenso desiderio di aiutare

a salutare il gruppo, prima dell’inizio di ogni Gruppo Esperienziale o

ogni persona umana a ritrovarsi e a superare le difficoltà che nella

accogliere l’inaugurazione dell’anno formativo nel Salone della Curia

vita si presentano e che rischiano di atterrare ogni slancio ed ogni

dove, ancora oggi, si svolge.

24 • Soci@lmente

SPIRITUALITÀ A queste persone Egli ha suggerito di iscriversi alla Scuola e quante persone ancora oggi lo fanno, spinte dal suo ricordo.

Oltre la Scuola CISPeF di Frosinone che, in poco tempo, ha aperto sedi in diverse parti di Italia e conta oggi più di 100 allievi in formazione ed altrettanti consulenti familiari già diplomati, spinto dall’esperienza di Padre Luciano, che rese concreti i sogni e i desideri di don Salvatore, fondammo, nel centro di Frosinone, anche il Consultorio Familiare Anatolè che il Vescovo riuscì ad inaugurare prima di partire per il Cielo e ad affidare ai sacerdoti della Diocesi, durante gli esercizi spirituali del mese di novembre 2007, come luogo dove inviare tutti coloro che sono feriti e vogliono ritrovare la gioia di vivere.

Padre Luciano che fu Maestro ineguagliabile, mi affidò la responsabilità di creare un Consultorio Familiare che fosse una casa. Un luogo accogliente per ogni forma umana di povertà e sofferenza.

Fu lui ad incoraggiarmi in quella che mi sembrava un’impresa ardua e a sostenermi nelle numerose difficoltà e incomprensioni che si

Padre Cupia e Alessandra Testani - Foto di archivio Fondazione

verificavano e che, come lui spesso affermava, rendevano tale impresa ancora più entusiasmante.

La fatica di camminare, lungo i pendii in salita della montagna, rende il cammino più entusiasmante e pieno di novità e sorprese, rispetto alla monotonia della pianura, dove già vedo davanti ciò che devo raggiungere. Inoltre, la fatica di una scalata, rende più intensa la gioia del raggiungimento della croce sulla vetta che è meta di quel cammino, rispetto ad una camminata leggera, piana e senza ostacoli né difficoltà.

In tutto ciò, è racchiusa l’essenza e l’insegnamento del Maestro che, allorché don Salvatore, in punto di morte, gli sussurrò commosso che gli affidava la mia persona e il Consultorio familiare, divenne per me e per l’Equipe del Consultorio Anatolè, anche guida, assumendo per due anni pieni, in tandem con la cara e competente Rosalba, il ruolo di supervisore della nostra Equipe che è potuta crescere professionalmente ed umanamente all’ombra della sua intensa tenerezza, efficace

Padre Cupia e Don Ermanno D’Onofrio - Foto di archivio Fondazione

tolleranza e leale trasparenza.

E’ stato guida e modello di vita, perché ha permesso al mio essere prete e al mio essere psicoterapeuta di ritrovare la sintesi e l’armonia attraverso la consulenza familiare che oggi è diventata, per me, una dimensione ed una scelta di vita che va al di là di ogni ruolo rivestito e di ogni competenza già posseduta.

Perderlo è stato duro, ma il suo Insegnamento di Maestro che poneva la Tolleranza al centro del suo insegnamento, la sua Luce di Guida che faceva della Trasparenza lo strumento principe ed il suo Affetto di Padre che donava e chiedeva Tenerezza come modo di essere, sono perennemente vivi.

Il nostro Consultorio Familiare, la nostra Scuola per Consulenti Familiari CISPeF, il mio essere Consulente Familiare, la mia stessa vita e il dono vocazionale che essa racchiude, sono e saranno sempre un inno di lode a questo uomo meraviglioso.

La sua foto è in Consultorio, nel mio studio, sulla mia scrivania e, prima di ogni consulenza familiare o psicoterapia che mi aspetta, mi piace guardarla per qualche istante e chiedergli di donarmi almeno

Padre Cupia con Sandra Alteri - Foto di archivio Fondazione

un po’ della sua competenza, della sua umanità e delle sue profondi doti umane.

Soci@lmente •

25

VOCI DALLA CROAZIA

Una delle attività di solidarietà che svolgiamo è in Croazia, presso l’Ospedale Pediatrico di Gornja Bistra: ascoltiamo la voce di chi vi opera con amore. Ascoltiamo i nostri volontari, italiani e croati, ed i racconti delle esperienze in quel Paese.

UNA PRESIDENTE

In Europa, per aprire una porta verso i Balcani

Il presidente della Repubblica Croata Kolinda Grabar Kitarović visita l’ Ospedale di Gornja Bistra con i volontari Croati - Foto archivio Fondazione

D

di Aurelio Cesaritti

Don Ermanno D’Onofrio incontra Kolinda Grabar Kitarović - Foto archivio fondazione

al 1 luglio 2013 la Croazia

messaggi di buonsenso e di moderazione ai

coli pazienti, accarezzandoli amorosamente,

è entrata nell’unione euro-

quali ci ha abituati.

sorridendo ed informandosi circa le loro

pea e, ragionando sul lungo

La Croazia è un Paese al quale la nos-

condizioni.

periodo, questo dovrebbe

tra Fondazione è particolarmente vicina,

portare benefici anche alla

dati i circa 20 anni di collaborazione ed

In un’atmosfera particolarmente commov-

confinante repubblica federale di Bosnia.

assistenza prestata dai nostri volontari pres-

ente, di grande partecipazione ed affetto

Estrema importanza per il futuro dell’area

so l’Ospedale di Gornja Bistra.

umano, la visita si è protratta per diverse

balcanica saranno le mosse politiche che la

ore, insieme ai familiari di molti dei degenti

nuova Presidente della Repubblica Croata,

La fiducia reciproca ha portato le più alte

ed a numerosi volontari.

sig.ra Kolinda Grabar Kitarović, metterà in

Autorità croate a visitare più volte le nostre

Ma la sig.ra Presidente non si è limitata a

atto nei prossimi mesi.

tendopoli, insieme agli Ambasciatori ital-

questo: con grande spontaneità e generosità,

iani pro-tempore ed al Nunzio Apostolico

avendo verificato l’esistenza di necessità

Eletta alla presidenza nel mese di feb-

di Zagabria. Un’associazione nata da una

logistiche nonostante la buona conduzione

braio 2015, ed erede politico ideale

costola della Fondazione opera da qualche

della struttura, e l’impegno del personale e

dell’indimenticato Franjo Tuđman, del par-

tempo in Croazia, nell’ambito di una nuova

dei volontari, ella ha lasciato una consistente

tito dell’Unione Democratica Croata di ispi-

attenzione per il volontariato che il governo

donazione in denaro all’Ospedale, pari a

razione conservatrice, la nuova presidente

croato sta dedicando al fenomeno, anche

circa €uro 27.000.

sta impegnandosi nel processo di normal-

grazie all’esempio che i nostri volontari ital-

izzazione, seguendo anche i suggerimenti

iani hanno portato in quella regione.

La Direzione della struttura non ha posto

della Unione Europea.

Con un gesto ed una iniziativa piuttosto

tempo in mezzo ed ha subito impiegato quei

inusuali, dati i tempi tecnici istituzionali,

fondi per acquistare alcuni letti di concezi-

La Croazia circonda geograficamente la

la Presidente della Repubblica di Croazia,

one più moderna e funzionale, per alcuni

Bosnia-Erzegovina e la viva speranza di

sig.ra Kolinda Grabar Kitarović si è recata

dei degenti che sono costretti a letto.

tutta l’area balcanica è che questo abbraccio

in visita all’Ospedale di Gornja Bistra il 12

Il gesto non è stato importante soltanto per

di monti, di fiumi e di fertili campagne alla

aprile 2015, praticamente subito dopo la sua

il sostegno finanziario, ma anche per una

regione montuosa della Bosnia si consolidi

elezione, dando un segnale di grande atten-

forma di invito implicito a tutti i croati ad

sempre più in un rapporto di cooperazione

zione ai problemi sociali che coinvolgono i

essere generosi con chi ha meno, a rendersi

economica, se non ancora politica.

più sfortunati.

disponibili per aiutare chi, senza proprie

Papa Francesco è sceso dall’ aereo recando

risorse, ha bisogno degli altri.

rami di ulivo, e con la sua presenza “storica”

La Presidente ha visitato tutti i reparti, le

I nostri volontari lo fanno da tempo, ed il

ha portato anche nei Balcani i suoi forti

stanze, soffermandosi accanto a tutti i pic-

seme gettato sta dando i suoi frutti.

26 • Soci@lmente

VOCI DALLA BOSNIA Anche in Bosnia Erzegovina abbiamo presidi di assistenza ad anziani e minori in difficoltà: raccontiamo le esperienze dei volontari e dei collaboratori che vi lavorano.

PAPA FRANCESCO

di Aurelio Cesaritti

Il Papa venuto dai confini del mondo, edificatore di pace

A

ll’inizio Papa

di

quest’anno

Francesco,

una

mossa

con

che

ha

spiazzato le diplomazie di tutta Europa, ha annunciato

che il 6 giugno 2015 si sarebbe recato in visita a Sarajevo, capitale della Bosnia e Erzegovina, repubblica federale nata dalla suddivisione in regioni della ex-Jugoslavia.

La visita si è puntualmente svolta, è

durata una sola giornata, ma la sua

eccezionalità risiede nei difficili rapporti tra le varie etnie e le varie confessioni religiose delle popolazioni, ancora divise da confini sorvegliati giorno e notte.

Nelle

regioni

balcaniche

si

è

storicamente affermato il principio che la nazione si identifica con la fede religiosa più che con la comunanza della lingua, dei costumi e delle tradizioni, per cui i cattolici croati ed i cattolici bosniaci non si sentono completamente integrati e di appartenenza sovrapponibile nel Paese.

I cattolici croati, infatti, si stanno progressivamente allontanando dalla Bosnia.

Papa Francesco è il capo spirituale dei cristiani cattolici, che hanno una presenza importante nella Bosnia, ma che sono principalmente croati di origine.

La fede religiosa è un grande elemento di identificazione ed il cattolicesimo è molto vivo, soprattutto intorno ai tre grandi,

Papa Francesco - Foto di archivio internet

guerra, nel 1992, quando le varie etnie si

luogo di dialogo e pacifica convivenza”.

fronteggiarono in un conflitto devastante.

Sottoposta ad ogni sorta di violenza, la città

Successivamente

è

stata

praticamente

popolazione,

soprattutto

appartenenza

croata,

egli

ha

incontrato

distrutta,

la

l’ Arcivescovo di Sarajevo, il cardinale Vinko

quella

di

Puljic, prima di parlare ai giovani di

ha

abbando-

nato le abitazioni, emigrando altrove.

Bosnia

ed

Erzegovina

e

concludere

la sua missione nella regione balcanica.

Egli ha corso il rischio di essere visto,

Da subito dopo la fine della guerra, la

in Bosnia, come il Papa che rappresenta più

ricostruzione ha reso la città di nuovo vivibile,

gli ancora invisi cattolici croati, che sono

anche se restano, indelebili, numerosissime

la quasi totalità dei cittadini della repub-

tracce di quella follia umana che è la guerra.

blica confinante, che i cattolici bosniaci:

Simbolo di questa guerra è il famoso

la sfida storico-politica di questo viaggio ha

ponte di Mostar, a sud di Sarajevo, che

consistito proprio nel tentativo di sconfigge-

venne distrutto dai croati nel 1993 e che la

re questo dualismo di natura confessionale.

popolazione volle fosse ricostruito per salvare quel simbolo di unificazione, nella

Questo viaggio ha costituito una priorità per

speranza di riportare finamente una

Papa Francesco, che ne ha avvertito l’urgenza

pace vera. È in questa realtà, che ancora

e l’ opportunità nel suo spirito mansueto

porta le cicatrici dolorose di un conflitto

e pacifico che lo spinge a saltare gli osta-

inevitabile ma neanche prevenuto, che la

coli che si frappongono alla realizzazione

visita di Papa Francesco ha potato il

di una costruttiva convivenza tra i popoli.

senso della sua aspirazione alla pace ed alla

La grande massa di persone che ne ha

fratellanza. Egli ha incontrato il Presidente

ascoltato le parole dovunque testimo-

Sarajevo.

della Repubblica Federale di turno.

nia che questa prima, significativa tappa

Durante

ha

verso una più convinta integrazione tra

La città di Sarajevo è sempre stata un simbolo

sottolineato: “È per me motivo di gioia

le varie etnie, si è compiuta con successo.

antichi monasteri, ed alla recente realtà di Medjugorie (a sud di Mostar), nella quale la tradizionale, storica presenza dei francescani ha sviluppato un grande flusso di viaggi e presenze, sull’onda emozionale e fideistica delle apparizioni mariane.

Simbolo emblematico di questa commistione izioni

sociale

e

delle

storico-politiche

è

contradd-

di pace tra le varie religioni, tanto da essere identificata come la Gerusalemme dei Balcani.

Questo,

fino

allo

scoppio

della

l’incontro

Francesco

trovarmi in questa città che ha tanto sofferto per i sanguinosi conflitti del secolo scorso e che è tornata ad essere Soci@lmente •

27

VOCI DALLA BOSNIA

IL VIAGGIO DI FRANCESCO Fraternità, pace, amicizia e dialogo interreligioso…

I

di Monia Minnucci

l primo febbraio scorso, al ter-

to nella Cattedrale, dove ha parlato con

nativo - aggiunge - quello di creare una

mine della recita dell’Angelus

le religiose ed i religiosi, oltre che con

cornice di sicurezza adeguata per la visita

in piazza San Pietro, dalla fin-

i seminaristi. Poi, alle 17.30, si è svolto

papale, anche perché sin dall’inizio del suo

estra del Palazzo Apostolico

l’incontro ecumenico e interreligioso nel

mandato il Pontefice insiste sul ridurre la

in Vaticano, il Papa si è rivolto ai fedeli con

Centro internazionale studentesco frances-

protezione: rifiuta la “papamobile” blindata

queste precise parole:

cano. Alle 18.30, Sua Santità ha incontrato

e spesso si muove tra la gente e questo rende

i giovani nel centro diocesano “Giovanni

tutto più difficile”. Ad ogni modo, il Papa è

Paolo II”. La giornata si è conclusa alle 19.45

atterrato a Sarajevo e la sua sicurezza è stata

con la cerimonia di congedo all’Aeroporto

garantita al 90 per cento, fortunatamente,

Internazionale. E’ partito da Sarajevo alle

la preoccupazione per quel 10 per cento di

20:00, ed è giunto a Roma allele 21.20. Papa

pericolo individuato nell’ impossibilità di

Francesco, dunque, ha deciso di visitare la

controllare totalmente il mare di folla riv-

capitale di una delle nazioni più devastate

ersatasi nelle strade, si è rivelata infondata.

d’Europa, la stessa che vent’anni fa importò

Sicuramente ciò è anche dipeso dalla collab-

da Afghanistan e Algeria gruppi di “muja-

orazione fra servizi di intelligence.

heddin” che servirono a combattere i serbi, e

Oggi le distanze geografiche non signifi-

poi se li è tenuti in casa, fino a veder nascere

cano molto, Nigeria, Africa, Medio Oriente,

nel suo interno scuole e moschee di fede

è come se si trovassero tutte nel nostro

wahabita e una nuova generazione di guer-

quartiere. Il Papa sarà a Sarajevo ma la sua

Il viaggio di Papa Francesco a Sarajevo, è

riglieri che adesso combatte in Iraq e Siria.

difesa passa da Zagabria, Belgrado, Roma

l’undicesimo viaggio internazionale in soli

In qualche villaggio di montagna com-

ed Istanbul. Solo in questo modo è stato

due anni di Pontificato: una giornata ricca

paiono perfino le bandiere nere dello Stato

possibile fermare le eventuali minacce.

di incontri all’insegna del motto

islamico. Pochi giorni fa un “martire” ha

Noi siamo sempre stati fiduciosi, sia prima

attaccato la stazione di polizia di Zvornik e,

che dopo l’evento, e continuiamo ad espri-

uccidendo un poliziotto, è stato ucciso a sua

mere la nostra vicinanza a Papa Francesco.

“Desidero annunciare che sabato 6 giugno, a Dio piacendo, mi recherò a Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina.

Vi chiedo fin d’ora di pregare affinché la mia visita a quelle care popolazioni sia di incoraggiamento per i fedeli cattolici, susciti fermenti di bene e contribuisca al consolidamento della fraternità e della pace, dell’amicizia e del dialogo interreligioso”.

“ La pace sia con voi ”

volta al grido di: “Allah è grande”.

Anche don Ermanno D’Onofrio, insieme

7:30

Papa Francesco ha fatto una scelta corag-

ad una piccola delegazione di volontari

dall’aeroporto di Fiumicino, per poi giun-

giosa che, però, non ha mancato di destare

de Il Giardino delle Rose Blu, si sono

gere nella Capitale della Bosnia Erzegovina

una certa preoccupazione, infatti si è

uniti al mare di folla e hanno partecipato

alle 9:00; mezz’ora dopo ha tenuto la ceri-

esposto ai pericoli che una nazione ancora

all’evento. Un evento atteso con gioia, per-

monia di benvenuto, nel piazzale antis-

instabile può presentare. Il professor Mirko

ché Francesco è un Papa umano.

tante il Palazzo Presidenziale, cui è seguita

Bilandzic, esperto di sicurezza, ci spiega

Un Papa che ci mostra il Vangelo con

la visita di cortesia alla Presidenza della

che per Papa Francesco la paura non fun-

l’esempio della sua condotta.

Repubblica e l’incontro con le autorità, a

ziona, anzi, affrontare qualsiasi rischio pur

Un Papa coerente che piace al di là del risp-

questo punto, Papa Francesco ha pronun-

di testimoniare la propria fede è, per Lui,

etto dovuto ad ogni alta carica:

ciato il suo primo discorso.

una vera missione. A sua volta, Il generale

Ben tornato, Francesco!

Verso le undici, si è recato allo Stadio

in pensione, Mate Lausic, che organizzò la

Kosevo per la celebrazione della Santa

cornice di sicurezza per la visita di Giovanni

Messa: è stato accolto da circa 150.000 per-

Paolo II a Sarajevo, si esprime con queste

sone, le quali si sono raccolte attorno allo

parole: “La visita di Papa Francesco non

stadio per la celebrazione della Santa Messa

è stata annullata perché questa sarebbe

e dinnanzi alla presidenza, per la cerimonia

già stata una vittoria per i terroristi e una

di benvenuto.

grande sconfitta tutti coloro che vogliono la

Nel pomeriggio, dopo l’incontro e il pran-

pace in Bosnia, e fra questi il Papa è certa-

zo con i vescovi e con il seguito della

mente uno dei primi.

Nunziatura apostolica, Francesco si è reca-

È stato un lavoro particolarmente impeg-

E’

partito

per

Sarajevo

28 • Soci@lmente

alle

Papa Francesco - Foto di archivio internet

ANGOLO DEL LIBRO Abbiamo una nostra collana editoriale: “Incontro alla Vita”, ma leggiamo anche altro e ne parliamo ai nostri lettori.

ANGOLO DEL LIBRO Autenticamenteincammino

I

di Patrizia Cotticelli

l 10 dicembre è stato pre-

nell’era di Facebook e di Internet, una scelta,

ità ed i soci-volontari dell’AISM, autori

sentato a L’Aquila il libro

quella della carta stampata, che privilegia il

del libro, hanno sperimentato la verità di

“Autenticamenteincammino

tempo lento e cadenzato della pagina che si

tutto questo. E’ per questo che il titolo

– note di emozioni condi-

accarezza, si assapora, si sfoglia, si rilegge.

è scritto senza staccare le parole, infatti,

vise”. Questa pubblicazione è stata real-

Interviene poi, Cinzia Raparelli, la psicolo-

questo aspetto formale che è un limite,

izzata con il finanziamento del Centro

ga dell’AISM che ha coordinato il gruppo di

può arricchire chi legge, interrogandolo e

di Servizio per il Volontariato della pro-

lavoro, la quale ci parla del concetto di “per-

rendendolo partecipe di una provocazione

vincia de L’Aquila e distribuita da AISM

sona al centro”, per definire che, quando si

che non offre nulla di scontato.

(Associazione Italiana Sclerosi Multipla)

parla di volontariato, non esistono presup-

Alla fine del libro c’è la ricetta di una torta

Sezione Provinciale di L’Aquila, a fronte

posti astratti, ma occorre partire dai bisogni

“impossibile” che non prevede l’utilizzo del

di una donazione libera che, per volontà

reali della persona, occorre mettere da parte

latte, uova e burro e che pure è una torta

degli autori, sarà destinata all’Associazione.

ogni altro impulso e mettere l’altro al centro

a tutti gli effetti, un torta nella quale dei

Ci

gra-

del proprio intervento, per non rischiare

limiti sono stati trasformati in possibilità.

zie all’invito di un’amica che però non ci

di donare tempo ed energie che potreb-

Di seguito, Manuela ci parla degli inizi del

ha voluto anticipare di cosa si trattasse.

bero non essere effettivamente calibrate sul

gruppo, quando si sono trovati insieme

Arriviamo alla sala e subito restiamo impres-

bisogno dell’altro. Sulla linea rogersiana

come perfetti sconosciuti, con età, espe-

sionati dal gran numero dei partecipanti.

dell’attenzione alla persona, ci spiega che

rienze e realtà di provenienza diverse.

La nostra amica ci accoglie radiosa e ci

ogni attività di servizio alla persona dovreb-

Dice:“abbiamo riso e pianto tanto, ci siamo

introduce subito in un’atmosfera festosa da

be partire da questa premessa. Il microfono

confrontati, supportati e sopportati e abbi-

cui arriva, però, la sensazione di una grande

passa poi ai singoli autori che cominciano

amo imparato a guardare ai nostri lim-

serietà e di un grande impegno. Ci accomo-

a parlare di sé, ma soprattutto del “gruppo”.

iti come a delle insospettate possibilità”.

diamo sulla nostra sedia e da lì osserviamo,

Sulle prime si ha l’idea che si parli sem-

tangibile, l’emozione dei sei autori seduti a

plicemente del gruppo degli autori.

semicerchio dietro i tavoli: dai loro sorrisi

Autori che fanno i volontari, senza

trasuda una commozione ed un coinvol-

che si capisca bene in quale ambito.

gimento che ancora non riusciamo a capire.

Ognuno dice la sua, con timidezza, con

Eugenio che coordina gli interventi,

riserbo, ma anche con la volontà ferma di

ci presenta il libro come “un manuale

“condividere”. Si parla anche di una raga-

di vita” da leggere e rileggere più volte.

zza, Elisabetta, che non c’è più, ed è pro-

E’ un libro - dice - che va assaporato con

prio a lei che è stato dedicato il libro.

lentezza e da cui ci si deve lasciar penetrare.

Dopo i primi interventi si capisce che la

Un libro, come dice il sottotitolo, che ci parla

forza di queste persone è tutta nel gruppo.

delle emozioni degli autori, ma solo perché

Grazie a loro comprendiamo che il gruppo

ci si interroghi riguardo le proprie emozioni.

è nato per imparare a gestire lo stress. Ben

Gianni

del

presto si fa strada nell’uditorio la verità:

Consiglio Direttivo del CSV e compo-

quelle bellissime persone stanno condivi-

nente della Commissione che ha esami-

dendo con la platea, “autenticamente” e

nato i progetti, sottolinea

presentiamo

alla

cerimonia

Pappalepore,

membro

che l’obiettivo

con estrema semplicità, la loro malattia

dell’iniziativa è stato quello di promuovere

e tutto il cammino che sono riusciti a

la trasmissione di messaggi positivi. Parla

fare per sopravvivere allo shock di aver

di Volontariato, del tempo che si sceglie

ricevuto una diagnosi che lascia poche spe-

di donare agli altri e non perché non si

ranze, come quella di Sclerosi Multipla.

abbia nulla da fare, ma perché del dono

Il tema cardine che la psicologa ha evi-

del proprio tempo si fa una scelta di vita.

denziato, nei due anni di crescita del

Non

sua

gruppo, è che tutti abbiamo dei limiti, ma

soddisfazione nel vedere stampato un libro

ogni limite può diventare una possibil

nasconde

la

Stampato dalla Tipografia Arti Grafiche Aquilane.

Per ogni altra necessità il riferimento è Cinzia Raparelli, tel.

3345036639 cinzia.raparelli@gmail.com

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VISITA LA CITTÀ

Siamo presenti con i nostri volontari in moltissime città, mentre in altre, lo saremo presto e sempre più numerosi.

In questa rubrica accompagniamo i nostri lettori nel viaggio alla riscoperta delle nostre radici e delle nostre comunità cittadine.

IN VIAGGIO VERSO FIUGGI La citta che fa bene

F

di Gianluca Ludovici

iuggi, in così poche lettere è racchiuso un capolavoro del creato che rende la cittadina termale famosa in tutto il mondo, più

unica che rara. È raggiungibile in auto, in treno o in pullman, salendo dalla piana di Anagni, fino a raggiungere una galleria, un varco sotto Monte Porciano che segna l’ingresso in un luogo magico.

Già! Basta oltrepassare quel tunnel, abbassare il finestrino della propria auto, respirare a pieni polmoni e ci si rende immediatamente conto che l’ aria è un perfetto mix, un delicato cocktail che dona freschezza a chi lo degusta, respiro dopo respiro. Non occorre molto per capire il perché di un’aria così “buona”; lo sguardo non è obbligato in alcuna direzione, perché dovunque lo si volga si cattura verde, solo verde, piante sane e rigogliose, padrone incontrastate di un panorama silvestre.

Pochi metri ancora ed il verde si fa più chiaro, piano, raso… È un campo da golf con 18 buche, conosciuto dai più grandi campioni, apprezzato da Costantino Rocca e sempre a disposizione dei numerosi visitatori di Fiuggi. Adiacente al campo da golf, si può ammirare un altro miracolo della natura: il lago di Canterno.

Un lago di origine carsica, riserva naturale, meta gradita dai naturalisti.

A piedi o in bici, si può fare il giro completo del lago, apprezzando la quiete lacustre, interrotta soltanto dal salto dei pesci. Sullo sfondo, i monti innevati, dal primo autunno fino a primavera. Proseguendo, 300 metri sulla destra, è presente un centro sportivo completamente attrezzato con pista di atletica, pista ciclo pedonale, campi da calcio, campi coperti, piscina olimpionica e tanto altro a disposizione della popolazione “fiuggina” e dei fortunati turisti.

Ecco, finalmente gli alberghi, dall’aspetto curato, quasi tutti attrezzati con Centri Benessere di ultima generazione, SPA com plete di piscine riscaldate, docce scenogra

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Ingresso delle Terme di Fiuggi - Foto di Gianluca Ludovici

fiche, saune, percorsi emozionali e chi più ne ha, più ne metta! Pensate solo che oltre il 30 % dei primi dieci centri benessere d’Italia sono concentrati a Fiuggi, in meno di 3 Km. Possibile? Si! Provare per credere.

Ma Fiuggi non è famosa soltanto per questo.

Infatti, c’è altro… molto altro.

Fiuggi è famosa per la sua acqua naturale medicamentosa, bevuta ed apprezzata già da Papa Bonifacio VIII e da Michelangelo Buonarroti che ne lodavano le qualità miracolose e gli ottimi risultati nella cura della calcolosi renale. Un’ acqua pura, leggera, oligominerale, capace di “sciogliere” e far espellere i calcoli renali: sassolini di calcare che si formano nei reni e fanno soffrire con forti dolori, accumunati anche a quelli del parto naturale, milioni di persone.

L’ acqua è stata per Fiuggi il volano di uno sviluppo durato secoli che ha portato alla costruzione di splendidi parchi termali, oggi meta di migliaia di turisti che ne godono il verde curatissimo, i lunghi vialetti, le splendide fontane, nonché lo stile architettonico del maestro Arch. Luigi Moretti.

L’ acqua Fiuggi viene anche commercializ zata in bottiglia liscia, imbottigliata nello stabilimento situato a meno di 100 metri

dalle fonti di Bonifacio VIII, distribuita e apprezzata in tutto il mondo.

Attualmente, sono in corso i lavori per la costruzione di un Palazzo dei Congressi di concezione ultramoderna, dall’ architettura perfettamente integrata nel verde, il cui progetto è opera dell’ equipe di architetti già vincitrice, tra l’altro,

del Concorso

internazionale per la progettazione della nuova sede del Parlamento Europeo a Lussemburgo.

C’ è moltissimo altro da scrivere sulla storia, sull’architettura stile “Liberty” che arricchisce diverse zone del paese, sul borgo della “Fiuggi Alta”, con i vicoli, il Ghetto, i ristoranti tipici, il Teatro Comunale con la sua “Bomboniera”, già Casinò fino agli anni 30, il convento dei frati cappuccini nel quale fu ordinato San Felice da Cantalice, il convento delle Sorelle Faioli, la torre della Madonnina, i percorsi naturalistici per trekking e mountain bike nonché il prezioso circondario con Anagni, Subiaco, Trisulti, Monte Cassino, Campo Catino e Roma ad appena 60 km.

Insomma, Fiuggi è salute, natura, sport, cultura, architettura, acqua, terme, alberghi, storia e … tanto altro!

BUONE NOTIZIE In questa rubrica, che chiude la nostra rivista, vi mettiamo al corrente dell’aspetto più umano e significativo che lega i volontari della Fondazione: ricorrenze importanti, compleanni, matrimoni ed altre curiosità vi aiuteranno a conoscerci meglio, non solo come volontari, bensì, come persone!

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