ForesYoung

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Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane dell’Istituto R. Foresi in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

FORESYOUNG

Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

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ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana
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ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Quando mi è stata sottoposta per la prima volta l'idea progettuale di ForesYoung ne ho subito intercettato il grande potenziale ispiratore e creativo per i nostri giovani studenti: la possibilità di cominciare a dialogare con le opere, proprio come fossero esseri umani; il privilegio di potersi muovere liberamente per qualche ora all'interno del nostro piccolo ma preziosissimo Museo cittadino; la sfida suggerita loro di tracciare – nemmeno troppo silenziosamente – nuovi orizzonti e destinazioni per quelle stesse opere. Ebbene, tutto questo mi è sembrato un piccolo atto rivoluzionario, un incoraggiamento al fare.

Dopo anni di emergenza e restrizioni quotidiane, spazi e socialità da riconsiderare, familiarità scolastiche disgregate, distanziamenti emotivi e pratici piuttosto violenti, io credo che non ci sia stato modo migliore per riprendere a sfiorare delicatamente – ma con la mano, col potere del tatto – la realtà dell'Arte, quella potentissima forza che ha fatto da sempre sognare visionari, geni, maestri e che ci permette di aprire delle porte anche laddove, di porte, non ve ne sono.

Ecco dunque che il mio augurio più sincero e profondo per tutti i partecipanti a questo progetto, ormai prossimi a lasciare per sempre i banchi di scuola ed avviarsi coraggiosamente verso gli orizzonti dell'età adulta è proprio quello di continuare – come hanno fatto con questo progetto – a sovrapporre, inventare, decostruire, scardinare in nome di una visione, un'ideale o un desiderio.

L'arte, quella dentro noi stessi (e c'è in ognuno) guarisce ed eleva. Buona fortuna a tutti voi!

Assessore alla Cultura del Comune di Portoferraio

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Agli esordi di questa storia la prima cosa che ho amato di questo progetto, ancor prima di immaginare che ci saremo avventurati tutti insieme in un percorso meraviglioso e ricco di belle sorprese, è stato il titolo. ForesYoung: quale migliore sintesi per unire in un unico nome la meritatissima centralità dei ragazzi in questa nuova avventura, e la parola Foresi che in questo caso ha una duplice, ma in realtà unica, valenza.

Forsiana è il nome proprio della Pinacoteca portoferraiese. Deve la sua intitolazione alla famiglia Foresi che nel lontano 1914 donò la propria collezione privata al comune con la nobile intenzione che diventasse cosa pubblica, ma è anche il nome dell’Istituto scolastico protagonista di questo progetto: l’I.S.I.S Raffaello Foresi, in memoria dell’illustre intellettuale nato a Portoferraio nel lontano 1820, padre di quel Mario che si fece promotore della nascita della Pinacoteca. Storie, trame e orditi di un passato che ci sembra ormai preistoria, e di un presente così profondamente contemporaneo e giovanile che sa urlarci in faccia tutta la trasformazione avvenuta in questi decenni.

Due realtà che si intrecciano, una scuola e un museo civico, che condividono un legame ed una storia lontana comune troppo spesso dimenticata e che oggi, curiosamente, si guardano negli occhi l’una con l’altra dalle finestre dei rispettivi edifici, situati, uno di fronte all’altro, in Salita Napoleone. Quest’anno la Foresiana, aperta al pubblico per la prima volta nel settembre 1924, compie i suoi primi cento anni, un bel traguardo per un piccolo museo.

Sono certa del fatto che questo progetto rappresenti uno dei migliori “regali di buon centenario” che la Pinacoteca potesse ricevere, e che in questo “catalogo delle emozioni vere” che sanno animare i quadri fino a renderli parlanti, sia stato reso omaggio alle intenzioni del suo fondatore che donò questo incredibile patrimonio alla comunità proprio affinché fosse di tutti e per tutti.

Negli ultimi anni, se son stato invitato a convegni e conferenze su vari ambiti, sicuramente non mi è mancato di sentire frasi come: “Bisogna parlare ai giovani”, oppure “La cosa più importante è agganciare i giovani”.

Spesso, a pronunciare queste affermazioni sono uomini di mezza età, con molti spazi e privilegi a disposizione, che a un certo punto ci tengono a ricordare – gli piace proprio farlo – com'era migliore il mondo quando i social non esistevano, quando si prendeva la bici urlando alla mamma “Vado alle Ghiaie” senza cellulari né tablet in tasca, quando telefonare a qualcuno costava monete ed amarcord vari. Io non so, sicuramente sbaglio, ma credo che se si accetta l'idea di progredire, andare avanti, cambiare, si debbano anche ripensare forme e spazi. Se poi senza giudizio...wow: avremmo fatto bingo.

Credo che lo spazio digitale possa fornire grandi opportunità. Credo che abbia stravolto la vita di molte persone afone, timide, recluse, fornendo loro uno strumento da cui generare per la prima volta un suono. Quel suono, per molti, è la propria voce. Credo che meno regole ha, più bello quello spazio diventa. Soprattutto – ed è il motivo per il quale ho scritto questo progetto mesi fa – sono convinto che non si debba “agganciare” nessun giovane. Si debba solo prendere un pò dei nostri tantissimi spazi e privilegi a disposizione e darveli: per farne quello che volete. Disegnare una sigaretta elettronica sul ritratto di un intellettuale, sovrapporre la foto ricordo di vostra nonna ad una tela che vi ha fatto emozionare, organizzare vernissage immaginari ad Acquarilli.

Va bene ragazzi, è ok. È il vostro spazio, è la vostra voce.

Io non credo ci sia niente di più importante, oggi, che conquistarvi un posto sicuro da cui dirci chi siete. Io vi ringrazio per avermi fatto sorridere e riflettere.

Buona fortuna per il vostro percorso futuro.

Giacomo Alberto Vieri

Responsabile Comunicazione S.M.Ar.T

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L’Istituto Foresi incontra la Pinacoteca Foresiana. L’associazione semantica può apparire scontata, ma non lo è affatto. Si tratta di una convivenza a pochi metri di distanza, tra due istituzioni forse troppo vicine per guardarsi frequentemente.

A Portoferraio si specchiano frontalmente sui lati della stessa via, la nota “Salita Napoleone”: da una parte l’Istituto scolastico intitolato a Raffaello Foresi, uno dei più rilevanti letterati e studiosi di mineralogia del secondo Ottocento italiano, dall’altra la Pinacoteca Foresiana, generoso lascito (insieme alla Biblioteca Foresiana) di Mario Foresi, figlio di Raffaello, alla città di Portoferraio. Due eredità “foresiane” che necessitavano di un dialogo e di interlocutori “specifici”, individuati nelle classi quinte del nostro Liceo di Scienze Umane.

L’idea di partenza è stata individuare la possibilità di inserire nel programma di Storia dell’arte una sezione “locale” in cui scoprire in modalità diretta e personale una collezione di opere di significativo valore presenti a pochi passi dalle nostre aule. In questo modo il percorso espositivo della Pinacoteca si è trasformato in un manuale interattivo che stavolta è stato scritto direttamente dai ragazzi, con le loro esperienze e le loro emozioni.

Le fasi operative sono state di diversa tipologia: dall’analisi diretta delle opere in sala agli elaborati personali, dagli incontri con esperti alla progettazione di gruppo e alle interviste sul territorio, fino a consolidarsi in un prodotto finale ha saputo armonizzare attori diversi con uno scopo finale unitario: aggiornare e divulgare il patrimonio culturale attraverso l’apporto della didattica scolastica e potenziare l’apprendimento e la crescita culturale degli alunni attraverso la risorsa museale.

Alessandra Rando

Dirigente Scolastica ISIS Raffaello Foresi

Immaginate una scuola che ha per sorella una pinacoteca. Una scuola le cui finestre dialogano con i pannelli di una delle collezioni di arte macchiaiola più prestigiose della Toscana. Immaginate che le vostre classi siano due quinte curiose, un pò introverse e un pò effervescenti, in attesa della giusta scintilla: praticamente due classi “macchiaiole” nello spirito. In comune uno spirito leggero e determinato, con un obiettivo: portare la Foresiana dal 1924 al 2024. Cent’anni dopo la sua inaugurazione, cos’è diventata questa istituzione? Per rispondere, è iniziata la nostra missione.

Prima fase: conoscere la Direttrice Valentina Anselmi, e insieme a lei immergersi in una visita approfondita alle collezioni, fianco a fianco con i capolavori noti così come con i dipinti “segreti” riemersi dai depositi del museo. A quel punto dividersi in team operativi, incaricati ciascuno del restyling personalizzato di una rosa selezionata di opere: chi ha proposto un nuovo allestimento o un sottofondo musicale da inserire nelle sale, chi ha organizzato un talk show con tanto di ospiti, chi scritto una poesia dedicata appositamente a un paesaggio del cuore, chi ha coinvolto i nonni per ritrovare la mitica “Tamerice” dipinta da Llewelyn Lloyd. E poi la parte più imprevista e “coraggiosa”: scendere in città tra i passanti per condurre una campagna divulgativa del museo, sottoponendo incauti passanti a interviste e sondaggi sul loro rapporto con l’arte.

ForesYoung è questo e molto altro. ForesYoung è immaginazione che si fa progetto reale. Grazie a tutti coloro che lo hanno immaginato insieme a noi.

Alessio Zipoli

Professore di Storia dell'Arte ISIS Raffaello Foresi

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ForesYoung

L'arte della Pinacoteca Foresiana entra nelle aule di scuola

È stato scelto un nome emblematico, ForesYoung – che subito richiama alla mente l'idea di uno spazio museale sempre più contemporaneo e all'avanguardia, – per il progetto targato S.M.Ar.T. rivolto a due classi V del Liceo delle Scienze Umane Raffaello Foresi di Portoferraio.

Il progetto, pensato per coinvolgere gli studenti nello studio delle opere conservate all'interno della Pinacoteca Foresiana, si inserisce nella scia degli Engaging with learning teens projects, ovvero attività di ricerca e collaborazione fra scuola ed enti museali e culturali locali per restituire, attraverso la partecipazione attiva e fattuale degli studenti, del materiale prodotto proprio dagli stessi che può a sua volta essere utilizzato anche come oggetto di relazione e valutazione per esami, verifiche o tirocini curriculari. Portare le giovani generazioni dentro le strutture museali locali significa rinsaldare il legame fra territorio e cultura, attraverso l'utilizzo di linguaggi multimediali contemporanei che siano in grado di attrarre e stimolare i ragazzi, ricostruendo una lingua nuova, inclusiva comune, fra passato e presente e fruibile a tutti.

ForesYoung, che si inserisce come primo tassello di un'idea progettuale più ampia e strutturata – da realizzare in differenti passaggi, nel tempo – vuole intanto fare uno screening delle principali opere presenti all'interno della Pinacoteca Foresiana, mettendole in relazione con i commenti, la visione

e gli spunti dei ragazzi in una sorta di connessione fra il dentro e il fuori dal museo.

Partendo proprio dai ritratti dedicati ai componenti della famiglia Foresi per passare ad opere di estremo valore artistico e storico sociale – come la Tamerice di Llewelyn Lloyd, il Ritratto di Pietro Gori a firma di Plinio Nomellini, le Saline di Portoferraio di Giuseppe Mazzei, fino ad arrivare a tante altre opere contenute nelle sale della Pinacoteca ed ancora poco esplorate e raccontate fuori dal contesto museale – il progetto mira ad estrapolare la visione dei ragazzi del patrimonio artistico locale attraverso anche parallelismi, incroci, mescolanze col presente e con il territorio circostante.

Dopo una prima e approfondita visita guidata alla collezione della Pinacoteca Foresiana per gli studenti tenuta dalla Direttrice del Sistema, Valentina Anselmi e coordinata dal Professor Alessio Zipoli, i ragazzi hanno avuto il compito di associare alle opere analizzate e studiate direttamente in loco dei prodotti multimediali da loro scelti (tracce audio, componimenti letterari, video e immagini). Il risultato è un compendio 3.0 pensato per ascoltare e accogliere la visione delle giovani generazioni sull'arte e sul patrimonio locale.

Un omaggio sincero dei ragazzi verso questo piccolo grande museo locale che in questo anno solare, il 2024, festeggia il suo primo centenario. Un tassello, seppur piccolo, verso musei più nuovi. Musei più... Young.

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Tamerice

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1925
— Llewelyn Lloyd
54x31
Olio su tavola
cm
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DANIEL BARBIERI

Viene rappresentata una pianta di tamerice che proietta la sua ombra sopra un muretto. Nello sfondo è presente il mare e il luogo raffigurato è Marciana Marina. La Tamerice è un quadro che nella sua semplicità esprime delle emozioni fortissime. Il mare crea un senso di infinito, raggiunge distanze a cui la vista non può arrivare. L'ombra

sul muretto creata dalla pianta genera un luogo di ristoro, all'ombra, su cui ci si può riposare. Crea in me un senso di tranquillità e mi fa dare un sospiro di sollievo, di calma.

Guardando il quadro la mia mente si immagina i cittadini di Marciana Marina del tempo che camminano di fronte alla Tamerice del quadro.

DAPHNE CARDENTI

La Tamerice è un’opera in cui mi rivedo. Guardando il quadro mi sono immedesimata in esso, e mi sento come se io stessa fossi la Tamerice rivolta verso il mare. Sono convinta che il mare trattenga i ricordi più di quanto lo faccia la nostra mente. Quando mi sento giù di morale spesso esco di casa per stare da sola ed ogni volta

finisco sempre davanti ad una spiaggia,fissa a guardare le onde che si infrangono sugli scogli. In quei momenti tutti i miei pensieri, belli e brutti che siano escono e mi mandano svariate emozioni indescrivibili ma che in qualche modo riescono a pacare tutte le paranoie che fino al momento prima mi stavano tormentando.

2° STEP

"L'ombra sul muretto creata dalla pianta genera un luogo di ristoro, all'ombra, su cui ci si può riposare. Crea in me un senso di tranquillità e mi fa dare un sospiro di sollievo".

Come foto da associare a "La Tamerice" ho scelto la foto della tamerice presente nel dipinto oggigiorno. Mi sono recato a Marciana Marina e dopo una ricerca sul lungomare ho trovato la tamerice in questione.

Sulle orme di LLoyd:

Il Monte Capanne da San Giovanni

La particolarità che mi ha colpito è la scelta del paesaggio stesso, infatto, viene raffigurata casa di mia nonna.

Sono convinta che il mare trattenga i ricordi più di quanto lo faccia la nostra mente.

Le onde

Le onde mi danno un senso di inquietudine e di forza, è come se ogni volta che si scontrano con la scogliera volessero abbatterla. Come se volessero far capire di non arrendersi mai davanti alle difficoltà e di essere sempre più forti davanti a tutti gli ostacoli che la vita ci mette davanti.

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o m e f o t o d a a s s o c i a r e a " L a t a m e r i c e " h o s c e l t o l a f o t o d e l l a t a m e r i c e p r e s e n t e n e l d i p i n t o o g g i g i o r n o M i s o n o r e c a t o a M a r c i a n a M a r i n a e d o p o u n a r i c e r c a s u l l u n g o m a r e h o t r o v a t o l a t a m e r i c e i n q u e s t i o n e
C
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Tu Tamerice che il mare guardi da dietro quel muretto che ti protegge dal vento e dagli sguardi, tu ispiratrice di pittori ammaliati dai tuoi umili trascorsi, sembri gracile agli occhi di chi non ti conosce.

Un bel giorno un grande osservatore munito solo di una tela ed un pennello carpisce il tuo splendore mentre il tuo tronco si sporgeva quasi a guardare il mare e fu lì che venisti accolta dal calore dell'azzurro del cielo e fu subito amore.

Si tamerice, leggero e forte alberello che dipinto nell'incertezza del cambiamento prima che germogliassero i tuoi fiori sei stata immortalata con meritato acclamamento.

La tamerice si soffermò a guardare quel pittore dal nome strano e chinando un pò la chioma in segno di veemenza ma riconoscendolo con un pizzico d'ironia avrebbe voluto dirgli che la differenza stava che era dell'Elba e non dell'Ardenza.

Come immagine ho scelto una fotografia della pianta di tamerice che si trova nella spiaggia di Felciaio a Capoliveri.

La motivazione di questa di questa aggregazione è appunto la somiglianza che c’è in quella posizione tra la pianta sulla spiaggia e il dipinto di Lloyd.

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SOFIA SIVIERO
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Ritratto di Mago Chiò

Signorini 1888 Tempera su legno 13x9,5 cm 21 20
Telemaco
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RACHELE GAMBA DARIO GELSI

Questo quadro a livello emozionale mi ha suscitato molta tristezza, solitudine e riflessione… egli sembra ritratto in un momento pensieroso, tra se e se. I colori freddi contribuiscono a dare un immagine cupa al ritratto, che sembra quasi incompiuto, l’idea che mi da è che questo quadro fosse stato fatto anticamente, messo su un muro e poi coperto da una parete dipinta color legno e poi appunto riscoperto. Il soggetto dipinto, su un sfondo grigio che ne mette in risalto maggiormente la figura, è una persona comune, un umile popolano dell’isola d’Elba, noto però per le sue stravaganze. Il dipinto raffigura il profilo di un uomo a mezzo busto.

La silohuette del volto trova il suo apice nel naso pronunciato a cui si contrappongono, nella parte inferiore del volto, l'andamento sfuggente del mento e, in alto, la punta sporgente della falda del cappello. Ci appare con un sguardo divertito e orgoglioso. Con una giacchetta dello stesso colore dello sfondo e un cappellaccio da buttero in testa. Chiò ha uno sguardo come già accennato pensieroso, baffi alla tartara, naso importante da contadino e un sorriso non proprio intelligentissimo.

Il dipinto mi fa immaginare che quest’uomo sia uno scrittore, sia per la postura che per l’abbigliamento.

Il dipinto rappresenta il profilo di Mago Chiò a metà busto. Viene raffigurato con un naso marcato sporgente e con uno sguardo penetrante accentuato dagli occhi socchiusi e dalle labbra serrate come se stesse cercando qualcosa all’orizzonte. Il vestiario che indosso lascia intendere che sia un uomo appartenente ad un ceto semi basso, un contadino che però sembra sicuro di ciò che vuole. Lo sfondo è neutro proprio per dare importanza alla figura che và a contrasto.

Ho scelto il doppio ritratto dei duchi di Urbino, di Piero Della Francesca, dove però mi sono focalizzato su Federico da Montefeltro, il soggetto raffigurato a destra, viene rappresentato su uno sfondo volutamente in contrasto con l’abito completamente rosso. Il volto è caratterizzante da un naso sporgente e con una discreta gobbosità e uno sguardo sicuro e convinto. Tra i due si può percepire una connessione e si può capire di fatto dai vestiti che appartengono all’alta borghesia.

Associare un’opera d’arte

Ritratto della scienziata Rachel Carson, 2023 (illustrazione) di Alessandro Lonati.

È autrice di molti libri tra cui Primavera silenziosa (Silent Spring) che ebbe un enorme successo negli Stati Unitid'Americae lanciò il movimento ambientalista.

Primavera silenziosa ebbe un grande efetto negli StatiUniti incitando un cambiamento nella politica nazionale sui fitofarmaci. Ho associato queste due opere perché per me molto simili nella tecnica pittorica, nella posizione del viso, nell' "espressione e forse un pò" simili anche nella posizione degli occhi. Potrebbe quasi sembrare una riproposta di Mago Chiò dei giorni nostri, dato che quest’opera è stata dipinta nel 2023.

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ELIA LUCCHI IRENE MANGANINI

Nel ritratto di Francesco Grassi detto Mago Chiò, abbiamo un esempio delle teorie pittoriche e sociali nate con l’Italia postrisorgimentale, poichè il soggetto dipinto, su un sfondo grigio che ne mette in risalto maggiormente la figura, è una persona comune, un umile popolano dell’Isola d’Elba, noto però per le sue stravaganze. Ci appare con un sguardo divertito e orgoglioso insieme: giacchetta e gilet dello stesso colore

dello sfondo, calzoni bianchi, scarpe nere e un cappellaccio da buttero in testa, leggermente inclinato sulle 23 in una botta di civetteria.

Collego le due immagini perché quest’opera mi ricorda i tempi in cui è stata strutturata, parliamo della Strada alla Capponcina di Telemaco Signorini.

Il Ritratto di Mago Chiò è un'opera eseguita da Telemaco Signorini, importante artista elbano, appartiene al movimento pittorico dei "macchiaioli", sviluppatosi tra '800 e '900 in toscana. Questi artisti si occupavano sostanzialmente di ritrarre la realtà quotidiana dell'Italia del tempo, e l'opera Ritratto di Mago Chiò ne è la piena rappresentazione. Con questa opera infatti, abbiamo la vera applicazione delle idee e delle teorie sociali e artistiche dei macchiaioli, data soprattutto la scelta del personaggio ritratto. Mago Chiò era un uomo umilissimo, figlio di contadini e noto per sopravvivere grazie a piccoli furti. Era un uomo molto stravagante e sicuro di se, ciò che lo caratterizzava era il suo abbigliamento: maglietta bianca con sopra una giacca, e cappello nero, quasi sempre presente. Questo lascia intendere sicuramente il ceto

sociale basso. Certamente l'uomo è stato ritratto da Signorini esattamente così, il ritratto infatti si ferma un pò prima del busto e mostra un uomo di profilo, con sguardo fiero e con indosso cappello nero, maglia bianca, e giacca.

L'opera che ho scelto di paragonare al Ritratto di Mago Chiò" è questa copertina di un recente quotidiano che tratta la cultura nell'arte, e in particolare analizza gli archetipi artistici che si sono mantenuti nel tempo. Nella foto è ritratto Van Gogh, appena sopra il busto, con una sorta di cappello nero, una giacca sul verde scuro ed una maglietta bianca, proprio come Mago Chiò nel ritratto eseguito da Telemaco Signorini. Inoltre, i colori vivaci nello sfondo dietro la foto possono far pensare alla vivacità e stravaganza, tipiche qualità che Mago Chiò possedeva.

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Abbiamo scelto un accompagnamento musicale, precisamente della musica stravagante, proprio come lo era lui. Secondo noi è lo strumento più adatto ad attirare l’attenzione delle persone sopratutto se collocato (questo quadro) in una strada, come quella che abbiamo selezionato...

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Ritratto dell'onorevole

Pilade del Buono

1890-1910

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— Giuseppe Mazzei Olio su tela 71x54,5 cm ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Pilade del Buono è stato un imprenditore e un politico italiano. Il ritratto Pilade del Buono è un opera molto importante eseguita con la tecnica olio su tela, dall’artista Giuseppe Mazzei. Il quadro rappresenta la figura di Pilade del Buono che viene ritratta fino a sotto la vita. Lo sfondo è scuro con toni verdi, il quale risalta la figura dell’uomo vestito a toni chiari e messo in primo piano. Il volto è serio e presenta una postura sicura. Indossa indumenti tipici della borghesia dell’epoca.

Questo ritratto mi trasmette serietà e sicurezza data dall’imponenza dell’uomo ritratto.

Il Mausoleo Tonietti si trova a Cavo, sul monte Lentisco in una posizione isolata e panoramica. Fu progettato intorno al 1900 dall'architetto

fiorentino Adolfo Coppedè per la famiglia Tonietti. La costruzione fu voluta da Ugo Ubaldo Tonietti, figlio di Giuseppe, che nel 1888 aveva ricevuto l'appalto per la gestione delle miniere dell'Isola d'Elba e a cui era subentrato in seguito alla morte del padre. La direzione delle miniere era affidata invece a Pilade del Buono.

All'epoca la società fondata da Tonietti e del Buono non solo era stata creata per gestire il minerale isolano, ma puntava alla costruzione di un'industria siderurgica all'Isola d'Elba. Il 29 luglio, aggiudicandosi anche l'appalto del 1897, Ugo Ubaldo fondò con il socio “L'Elba società anonima di miniere e altiforni”.

È in questo periodo di ascesa che Tonietti volle far costruire il Mausoleo in ricordo del padre Giuseppe e come tomba di famiglia privata.

Questo dipinto del pittore elbano Giuseppe Mazzeii raffigura il politico e industriale Pilade del Buono. L'opera, realizzata con la tecnica dell'olio su tela lascia allo spettatore un forte senso di sicurezza ma al contempo di intimidazione; la postura e lo sguardo serio, quasi minaccioso fanno percepire una vera e propria discussione con il ritratto. L'immagine sovrastante è stata scattata nel primo '900 e raffigura un gruppo di operai portoferraiesi.

Ho deciso di associare questa fotografia poichè spesso ci si dimentica che anche l'isola d'Elba ha avuto un periodo di forte industralizzazzione tra il IXX e il XX secolo, creando una decisa forza lavoro e importantissimi imprenditori e politici come Pilade del Buono. La presenza di industrie conferma la creazione di un ambiente borghese molto sviluppato e altolocato nonostante la sfavorevole posizione geografica del territorio.

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NICOLE BALLINI LORENZO MINELLI
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La spiaggia delle Ghiaie

1900-1949

74,5x123 cm

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— Filippo Marfori Savini Olio su tavola ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

ELISA URSELLA SERENA CROCIANI

Caro diario oggi per raggiungere il mare ho attraversato un parco, i suoi alberi con le sue folte chiome mi hanno protetta dal calore estivo e dall’aria afosa tipica dell’Isola d’Elba. Mi sono sentita serena e libera come la barchetta bianca che avevo di fronte. Le ombre create dalle foglie segnavano un percorso da seguire in fondo al quale spiccava per me il sole di mezzogiorno.

Ho scelto questo quadro di Nevio Leoni, perchè raffigura un pezzetto della spiaggia delle Ghiaie, facile da riconoscere per lo scoglietto presente sullo sfondo.

Questo quadro è tra i miei preferiti perchè mi trasmette serenità e spensieratezza così come il quadro precedente.

"Le ombre create dalle foglie segnavano un percorso da seguire

in fondo al quale spiccava per me il sole di mezzogiorno".

A prima vista il dipinto suscita in me un senso di calma e di tranquillità. L’ ombra dei pini e il cielo così limpido fanno pensare ad una prima giornata di primavera con il sole che risplende dopo un inverno freddo ed umido, il mare cosi calmo mi trasmette un senso di stupore e la barca che si vede in lontananza mi riporta ad un senso di libertà e spensieratezza. Ma allo stesso tempo mi riporta alla mia infanzia e quindi ad un senso di malinconia perché crescendo non ho più potuto essere spensierata come lo ero da bambina, non gioco più dopo un inverno passato al chiuso, non rido più dopo essere andata sullo scivolo e non sento più l’ aria che mi arriva fortemente in faccia dondolando su un’ altalena.

Io sono fin troppo giovane per poter immaginare quanto fosse bello quel parco prima che arrivassero gli scivolo e le altalene, tuttavia sono spaventata perché al giorno d’ oggi pur tornando al parco delle ghiaie che ha segnato gli anni più belli della mia vita e anche quella

degli altri bambini, non ci troviamo molte persone o le file di bambini per lo scivolo o per le altalene anzi sembra desolato , ma perché adesso i ragazzi e i bambini sono sempre attaccati ad uno schermo e non escono per andare al parco per socializzare, ma non tutta la colpa va attribuita ai genitori che dovrebbero mostrare ai loro figli quanto sia sata bella la loro infanzia.

Negli anni , il parco si è rivoluzionato, perché sono stati aggiunti giochi per bambini sia grandi che più piccoli, sono stati aggiunti anche due campetti da gioco, uno da calcio e uno da basket. Sono stati aggiunti anche dei tavoli che adesso sono il punto di ritrovo dei giovani, sono stati aggiunti anche dei bar e dei ristoranti per accogliere i turisti nel pranzo o nella cena dopo il mare. ma allo stesso tempo si è tolta una vista fantastica ma il rumore delle onde che si infrange sulla riva quello rimarrà per sempre ed è la cosa più bella e tranquillizzante che ci possa essere.

Ma allo stesso tempo mi riporta alla mia infanzia e quindi ad un senso di malinconia perchè crescendo non ho più potuto essere spensierata come lo ero da bambina, non gioco più dopo un inverno passato al chiuso, non rido più dopo essere andata sullo scivolo e non sento più l’aria che mi arriva fortemente in faccia dondolando su un’ altalena.

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Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario
ForesYoung
della Pinacoteca Foresiana

Progetto foresyoung

Per l'oggetto immagine ho pensato di fare una "comparazione" tra l'opera il parco della Ghiaie al giorno d'oggi. Il parco presenta molte differenze da come viene rappresentato nell'opera, più che altro per un motivo "evolutivo"; con il passare degli anni il parco delle Ghiaie è diventato un parco pubblico con aree dedicate ai più piccoli, dove possiamo trovare scivoli, dondoli, altalene e due piccoli campetti, uno da calcio e uno da basket. Il parco presenta anche delle aree per i più grandi dove possiamo trovare dei tavoli da pic nic che sono diventati il ritrovo per moltissimi giovani.

Inoltre è stata aggiunta una recinzione con sbarre di metallo e dei cancelli dalla quale si può passare per raggiungere il parco, sono stati aggiunti due bar e due ristoranti… uno dei bar è ben visibile nella foto proposta. L’aggiunta dei bar e dei ristoranti è stata una

cosa decisamente buona per i turisti che vengono a passare le loro giornate sulla spiaggia delle ghiaie ma purtroppo coprono buona parte della vista che si poteva ammirare dal parco. Questi cambiamenti hanno influito negativamente sul parco perché non spicca più quella bellissima vista che può essere notata nell’opera, tuttavia da alcuni è ancora visibile e anche se non è più come una volta la parte più bella, per me, c’è sempre… poter ascoltare il rumore del mare mentre si è al parco.

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R E C E N S I O N E E M O Z I O N A L E E O G G E T T O I M M A G I N E
melissa ulivelli 5 A scienze umane
Un
delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della
ForesYoung
progetto
Pinacoteca Foresiana

Ritratto di Raffaello Foresi

1868-1872

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— Antonio Ciseri Olio su tela 67x53 cm ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Nato all’isola d’Elba nel 1820, conosciuto per i suoi studi letterari - anche se la sua passione più grande fu la critica musicale. Un personaggio di prestigio, noto per la sua intelligienza, e soprattutto per la grande curiosità di conoscenza. In questo ritratto spicca la figura scura dell’uomo, contrastante con il chiaro tendaggio che fa da sfondo, apparendo maestosa, ed a tratti quasi intimidatoria. Il signor Foresi è raffigurato con indosso abiti al quanto signorili che denotano la sua appartenenza all’altasocietà dell’800. Particolare attenzione va posta alle mani, collocate in primo piano, che tramite un pugno ben stretto (mano destra) ed un sigaro accesso contribuiscono alla descrizione di un uomo forte e sicuro. Questo suo lato caratteriale è ancor più accentuato dall’espressione facciale, caratterizzata da uno sguardo magnetico, ricco disapere, che sembra voler esprimere il grande bagaglio culturale di Raffaello, incutendo

un pizzico di timore, come se l’osservatore venisse“giudicato” dal protagonista dell’opera.

Come oggetto-immagine simbolo, da accostare al ritratto di Raffaello Foresi, ho deciso di utilizzare una fotografia risalente al 1970 circa, raffigurante mio padre (cerchiato in rosso) e la sua classe delle elementari. Si dà il caso che, la scuola elementare di Portoferraio dell’epoca, si trovasse proprio nella stessa struttura che oggi ospita l’attuale liceo classico e scientifico, che nel 1892 venne intitolato a Raffaello Foresi, grazie al figlio Mario. L’istituzione scolastica ha un ruolo imprescindibile nella nostra società; essendo considerata la “casa” della cultura e dell’educazione, non è stata sicuramente un caso l’intitolazione del vasto plesso scolastico in onore di Raffaello Foresi, grande uomo di cultura e sete di conoscenza.

ALESSIA COLOMBI

Osservando l’opera Ritratto di Raffaello Foresi dipinta da Ciseri Antonio e sapendo degli studi umanistici e soprattutto musicali di Foresi si potrebbe immaginare, data la sua espressione perplessa/disgustata , un folle salto spazio temporale durante la posa per il dipinto dove anziché ascoltare le opere classiche del suo amico Gioachino Rossini gli sia capitato di avere come sottofondo “Hace Calor” del noto trapper italiano Sfera Ebbasta. Provate anche voi ad immaginare che sensazioni può suscitare il passaggio da melodie classiche a musica moderna e controversa, che anche al giorno d’oggi crea accese discussioni, la sua espressione parla, masecondo me nonostante questo potrebbe comunquefarsi prendere dal

ritmo, indispettire il ritrattista eballare per tutta la stanza!

Ricollegandomi con lo step uno ho deciso di associare al quadro come oggetto attualele “AirPods” ovvero le cuffie bluetooth per eccellenza che al giorno d’oggi hanno condizionato il modo di ascoltare lamusica, sono sicura che se Foresi appartenesse alla nostra generazione ne avrebbe sicuramente un paio.

Come aggiunta allo step due ho voluto provare a creare un’immagine di Raffaello Foresi modernizzata, con ovviamente indosso le AirPods. Come sarebbe un noto letterato italiano nel 2024? Beh... eccolo qui!

43 42 SOFIA TOZZI
2^ STEP: E T T O - I M M A G I N E m m a g i n e s i m b o l o , d a a c c o s t a r e a l o F o r e s i , h o d e c i s o d i u t i l i z z a r e u n a n t e a l 1 9 7 0 c i r c a , r a f f i g u r a n t e m i o t o i n r o s s o ) e l a s u a c l a s s e d e l l e i l c a s o c h e , l a s c u o l a e l e m e n t a r e d i l l ’ e p o c a , s i t r o v a s s e p r o p r i o n e l l a h e o g g i o s p i t a l ’ a t t u a l e l i c e o c l a s s i c o n e l 1 8 9 2 v e n n e i n t i t o l a t o a R a f f a e l l o i , g r a z i e a l f i g l i o M a r i o a s t i c a h a u n r u o l o i m p r e s c i n d i b i l e e t à ; e s s e n d o c o n s i d e r a t a l a “ c a s a ” e d e l l ’ e d u c a z i o n e n o n è s t a t a
ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

La scelta di uno sfondo scuro tendente al nero, permette di mettere il risalto e donare brillantezza alla straordinaria cornice dorata che abbraccia il ritratto, facendo contrasto con il chiaro parquet che illumina la stanza. In primo piano troviamo una semplice seduta che permette all’osservatore di soffermarsi sull’analisi dell’opera, posta di fronte ad un piccolo mobile contenente dei libri riguardanti l’artista ed ilpersonaggio dell’opera (es: “Conoscere, amare e morire” di Ilaria Monti), e delle cuffie per un approfondimento tramite un’audioguida.

BASTIANELLI

A destra del quadro, troviamo una targhetta descrittiva, con le principali informazioni dell’opera.

Data la passione di Raffaello foresi verso i minerali, abbiamo deciso di organizzare un evento nelle famose Miniere del Ginepro di Capoliveri dove verrà fatta una vista guidata delle miniere e del museo dei minerali, nel quale sarà temporaneamente esposto il noto quadro

Ritratto di Raffaello Foresi

A seguire verrá offerto un aperitivo con musica!

A

La scelta di un permette d brillantezza alla abbraccia il ri

chiaro parquet piano troviamo all’osservat dell’opera, pos contenente d personaggio de morire” di Ila approfondim

A destra del q descrittiva, con le principali informazioni dell’opera:

“Ritratto di Raffaello Foresi” Antonio Ciseri

1868 - 1871 olio su tela

45 44
SOFIA TOZZI, ALESSIA COLOMBI, GUIDO
3^ STEP
L L E S T I S C I I L M U S E O
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Darsena di Portoferraio

— Telemaco Signorini

1868-1872

Olio su tela 16,5x27,5 cm
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ForesYoung
Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario
della Pinacoteca Foresiana

LUCIA RIFORMATO

Personalmente la prima cosa che noto guardando quest'opera è il punto di vista, avendo a che fare con la bellissima darsena di Portoferraio ogni giorno non posso fare a meno di notare che si tratta di un punto vista un pò isolato, distante è lo stato d'animo che mi ha trasmesso al primo sguardo è stato quello dell'esclusione di un qualcuno che guarda questo panorama sognando di immergersi in esso; in secondo luogo noto i colori un pò freddi che vanno a ricordarmi e suscitatrmi uno stato di malinconia e in parte solitudine. In conclusione trovo l'opera molto bella poiché non è scontata e mi racconta una storia precisa, romantica e condivisibile penso anche che l'autore abbia voluto valorizzare molto le sensazioni e la bellezza di Portoferraio.

L’artista con questo dipinto ha rappresentato la darsena di Portoferraio da un punto di vista inedito, si vede solo metà della calata e un ombra che ricopre un terzo dell'opera dando un senso di freddezza, nonostante il tempo non sia dei migliori sembra essere estate o primavera ma comunque per chi guarda sembra far freddo.

Se potessi avere un colloquio con l'autore del dipinto, la prima cosa che chiederei sarebbe il perchè del punto di vista particolare e soprattutto dei colori così freddi e chiederei anche se sia malinconia e tristezza quella che vorrebbe trasmettere con la sua opera.

VIRGINIA MUTI

Questo dipinto si affaccia sulla strada interna alla darsena che, inizialmente è larga, invece guardando a sinistra del cancello verde, la via si restringe. Verso destra si può notare la parte della darsena di Portoferraio, dove i palazzi si affacciano sul mare.

Osservando questo dipinto, l’impressione che si ha è di un ambiente vuoto e tranquillo che si svolge alla sinistra nella via interna alla darsena, volgendo però lo sguardo alla parte destra la tranquillità lascia spazio alla luce e al mare e al movimento che ne consegue attraverso gli scambi commerciali marittimi. In questo quadro si può notare in primo piano il contrasto delle

luci e delle ombre che si alternano tra loro dando una sensazione di freddezza e solitudine in una giornata calda e piacevole.

L’immagine portata qui di fianco è associata al quadro di Telemaco Signorini perché anch’essa rappresenta la darsena di Portoferraio, anche se da una diversa angolazione.

In questa foto scattata nella parte della darsena vicino alla torre della Linguella, si può vedere com’è oggi illuminata e piena di vita e con molte più barche. Ho scelto questa foto anche perché il colore del cielo con le nuvole mi ricordano il dipinto di Telemaco Signorini che lascia al cielo un ampio spazio.

ALESSANDRO GAMBINI

Quest'opera rappresenta l'immagine della darsena di Portoferraio. Quest'ultima suscita in me una notevole sensazione di benessere e spensieratezza. Il mare limpido, il cielo velato da nuvole, le montagne in lontananza, sono tutti elementi che riescono a trasmettermi un grande senso di compiacimento. Nelle emozioni che mi trasmette non può mancare però la nostalgia, poichè mi riporta alla mente la mia infanzia e per

questo é difficile che riesca a sottovalutarla. Quest'opera rappresenta invece la darsena della città di Napoli, elaborato da Van Wittel Gaspar nel 1702. Questo dipinto è stato eseguito su tela tramite pittura a olio.

Osservandola riesce a trasmettermi sensazioni molto simili all'opera precedente,tramite delle notevoli somiglianze: il mare (tranquillità), il cielo (fantasia), il molo (ricordi) e le navi (viaggio).

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ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Step 3:

Allestisci il museo:

-Colore della parete: Verde chiaro, in r ferimento al cancel o verde, a color del mare e ag i a beri n alto presenti ne l opera

ALESSANDRO GAMBINI,

-Didascalia da apporre vicino all opera: “Quadro dip nto da Telemaco Signorini ne 1888, dip nto o io su te a Inquadra prec samente la strada d Via Guerrazzi su la sinistra e al centro del ’ opera, sul a destra la parte de la darsena di Portoferraio ”

-Supporti didattici/immersivi: cuff e con musica c ass ca d sottofondo per guardare l opera in tranqu l ità

S t e p 4 :

V e r n i s s a g e :

e rimanere trova ora, t o n : M o d a l i t à d i d i v u l g a z i o n e : A Il quadro potrebbe essere divulgato tramite dei talk con invito ospiti e della pubblicità sui social(Facebook o Instagram) Come attività un aperitivo, sia perché in zona calata/centro di Portoferraio ci sono già dei laboratori per bambini e sia perché gli aperitivi e anche il cinema che si trova nello stesso luogo, raccolgono più persone

51 50 ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Ritratto di Pietro Gori

1894

— Plinio Nomellini post Olio su tavola 64,7x51,4 cm ForesYoung
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Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana 53

SIMONA TROVATO

L’opera è un ritratto a mezzo busto, il soggetto è posto in maniera frontale ma porge il suo sguardo verso destra. Quest'inquadratura da, a chi la osserva, la sensazione di essere all’interno del salotto del protagonista e di trovarsi proprio

davanti alla sua figura. Lo sfondo scuro, privo di dettagli, lascia spazio all'immaginazione degli spazi in cui egli si trova. Qui sotto è riporta un'immagine della stanza dove potrebbe essere stato dipinto il quadro.

GIUDITTA SGHERRI

Un vuoto noto sul suo volto osservante ciò che gli provoca fierezza, nei suoi occhi però si avverte del sentimento che tiene stretto a se di cui tutti ignari son. Dietro la sua serietà sembrerebbe esserci un uomo colto ma spontaneo se mai qualcuna glielo permette. Spalle dritte, mani nelle mani dietro la schiena e petto all’infuori, caratteristiche proprie di chi vuole o vorrebbe sembrare agli occhi altrui una persona di spiccata serietà e razionalità ma che sotto al suo abito di sartoria ha un cuore che vale più di tutte loro messe insieme.

"Un vuoto noto sul suo volto osservante ciò che gli provoca fierezza, nei suoi occhi però si avverte del sentimento che tiene stretto a se di cui tutti ignari son".

Pietro Gori uomo con ideali anarchici, giornalista, avvocato, poeta, scrittore, compositore uomo dalle mille passioni, da una grande forza e da una grande determinazione che esprimeva con le sue canzoni. In questo quadro viene emanata la sua altezzosità, rappresentato in colori scuri, soffusi, con i suoi baffi perfetti, il suo sguardo deciso e pensante nello stesso momento. Dal suo abito impeccabile e tutti i dettagli composti minuziosamente traspare la sua eleganza e per un verso emette anche calma,

una calma affascinante ma spaventosa come se dietro celasse un qualcosa di più grande. La sua libertà e soprattutto la sua voglia di essere libero saranno eterni in questo ritratto.

Questa foto la associo al ritratto di Pietro Gori un pò per il richiamo al verde degli alberi alla parete, per l’altezzosità dovuta alla loro grandezza che richiamano Pietro Gori, per la loro altezza che ricordano la libertà, la libertà tanta esaltata da Pietro Gori.

55 54 LETIZIA BARRA
ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Soldato a cavallo

— Giovanni Fattori 1850-1899 Penna su carta avorio
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19,3x13,6 cm ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

GIULIA FERRINI

L'esposizione del quadro avviene in un luogo particolare, un'osteria. È un posto alquanto diverso ed alternativo allo stesso tempo per esporre un quadro, ma spazio alla fantasia e via gli stereotipi! Qui ogni persona, che anche se per un solo istante entrerà nel locale, potrà dedicare qualche minuto della sua giornata ad

osservarlo, senza doversi recare appositamente in un vero museo. Questa mostra è stata ideata soprattutto per chi non ha tempo, voglia, ma anche disponibilità economica di visitare un museo. La mostra è aperta a tutti, vi aspettiamo numerosi, ma anche per cenare assieme accompagnati dalla nostra musica dal vivo.

MARTINA ORZATI

L’opera dell’artista Giovanni Fattori rappresenta un bozzetto raffigurante un soldato sopra al suo cavallo, il portamento del soggetto principale emana la sua maestosità, la sua tenacia nell’affrontare la sua prossima mansione, ignaro del suo futuro destino ma pronto a combattere. Il disegno mostra un’idea di come sarà l’opera finale, l’autore, con delle semplici matite, è riuscito a raffigurare dettagli particolari, così da arricchire l’opera.

La fotografia cattura l’istante di una zebra, da qui si può fare un riferimento con il passato e con il presente, infatti ad oggi gli animali non sono più utilizzati per le spedizioni militari mentre è comune vedere rappresentati dei soldati con vicino i cavalli nei dipinti di epoche precedenti alla nostra.

Oggetto-immagine
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step
ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

ANNA MONTALBANO

Giovanni Fattori nacque a Livorno il 6 settembre 1825. La madre era la fiorentina Lucia Nannetti, il padre si chiamava Giuseppe Fattori.

Rinaldo, primogenito di Giuseppe, titolare di un prosperoso banco di affari, sempre a Livorno, era più vecchio di Giovanni di una quindicina d'anni e instaurò con lui un rapporto speciale, quasi da padre e figlio. Fu per questo motivo che Giovanni Fattori, abbandonati gli studi alla scuola elementare, andò a lavorare nella banca d'affari del fratello, dove comunque imparò a leggere e a scrivere. Giovanni, tuttavia, rivelò ben presto un'innata vocazione per il disegno: dopo aver intuito le sue inclinazioni artistiche, pertanto, la seppur disagiata famiglia affidò il giovane alla scuola privata di Giuseppe Baldini, il migliore e «unico» artista della città.

Ciò malgrado, egli non fu un bravo maestro per il Fattori, che in tarda età lo avrebbe ricordato come un uomo frivolo e vanaglorioso: dopo aver quindi preso consapevolezza

dell'inconcludenza dei suoi studi, egli si trasferì a Firenze e si iscrisse all'Accademia di belle arti di Firenze, dove studiò svogliatamente sotto la guida di Giuseppe Bezzuoli. Numerosi furono i suoi compagni di studi, tutti della medesima età ed estrazione sociale, unitamente animati da vivi sentimenti democratici e tra loro estremamente solidali. Erano costoro Costantino Mosti, suo primo compagno di stanza a Firenze; Odoardo Lalli, col quale per qualche tempo condivise lo studio dopo essersi trasferito in via della Pergola in seguito alla prematura scomparsa di Mosti; Alfonso, Clarissa, Penelope e Amalia Nardi; Verulo e Alcibiade Bartorelli; Enrico e Nicola Kutufá; Ferdinando e Lucia Baldesi. Alla comitiva si aggiungevano anche un tal Giordanengo, Giovanni Paganucci (che condivise con il Fattori una soffitta in via Nazionale intorno al 1855), Ferdinando Buonamici e Luigi Bechi (futuri frequentatori, insieme al Fattori, del Caffè Michelangiolo).

61 60
classi
delle Scienze
ForesYoung Un progetto
delle
V del Liceo
Umane in
occasione
del
Centenario della Pinacoteca Foresiana

Portoferraio vista da San Giovanni

— Filippo Marfori Savini 1900-1949
63 62 ForesYoung
classi V del
Scienze Umane
Olio su tavola 38x44,5 cm
Un progetto delle
Liceo delle
in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

FRANCESCO LUPI

Caro San Giovanni

Ciao San Giovanni, come stai? È da tanto tempo che non ti vengo a trovare purtroppo e me ne pento. Sei un posto meraviglioso, ricco di storia e che suscita molta tranquillità, perfetto per passare momenti da soli per riflettere e per rilassarsi. Da piccolo venivo spesso a trovarti e ti portavo sempre un fiorellino per ringraziarti delle belle giornate che mi facevi trascorrere e, quando ti dovevo salutare, ero triste e pensavo già a quando la mia mamma mi avrebbe riportato da te. L'ultima volta che

ti sono venuto a trovare era con una persona speciale che avevo piacere di farti conoscere e perché mi sembravi un posto perfetto per portarla a fare un giro, per il tuo paesaggio e la spettacolare vista su Portoferraio, che suscita sempre fascino e stupore.

Grazie di tutti i momenti passati insieme e spero di venire di nuovo da te il prima possibile, per portarti un altro fiorellino e quel tuo sassolino, che ancora conservo da quando sono bambino.

Francesco.

ANITA MANUGUERRA

La vista é bellissima. Mi trovo a San Giovanni, una piccola località di Portoferraio da cui si possono ammirare le maestose fortezze medicee. In lontananza si scorgono le industrie caratteristiche del mio paesino, le fabbriche di ferro, perché l’Elba è molto ricca di questo materiale. Sento un odore strano, ma presumo siano quest’ultime, dato che producono molto fumo e gas bianco. Mentre stavo passeggiando con la mia ancella, mi fermo a guardare ciò che sta succedendo: è mezzogiorno e ci sono Pierluigi e Antonio (padre e figlio) che stanno rientrando insoddisfatti dopo la battuta di pesca. Ciò si capisce dal linguaggio scurrile usato da Antonio, il ragazzino sulla barca, che continua a lamentarsi con il padre perché non é riuscito a prendere neanche una bavosa e, dopo aver pronunciato quella frase, Antonio iniziò a piangere. Oltre alla loro barchetta, ce ne sono altre nove, che sono rispettivamente di Mario, un signore abbastanza anziano sulla sessantina che porta sempre le sue nipotine a prendere il sole nelle calde giornate di agosto, di Agostino, promesso in sposo a una delle nipotine di Mario, il quale va spesso a pescare insieme a Bellisario, Elia, Ettore e Michele, conosciuti da tutto il paese

come “i 5 fulmini”, soprannominati così perché, essendo giovani, erano molto forti e veloci a remare, e infine le ultime due barche non le ho mai viste prima d’ora, presumo siano di qualche turista in villeggiatura, arrivato a riva dalle lontane ma visibili barche a vela. È ora di pranzo. Io e Marta, la mia ancella, ci sediamo a mangiare sul ponticello dove prima c’erano Antonio e Pierluigi. Sono molto affamata ma appena Marta prova a tirare fuori un pò di formaggio, arrivano subito i gabbiani che ce ne rubano un pezzo. Inizio a rincorrerli come una bambina in mezzo ai campi che vuole far volare un aquilone, ma non riesco a prenderli perché loro iniziano a volare e io a pensare. Chissà dove volerà quel gabbiano, forse andrà in un posto lontano, oppure andrà a sfamare i suoi piccoli e, tornando indietro verso il pontile, mi perdo in mille pensieri, ammirando la mia

Ho scelto questa foto perché é Portoferraio vista a differenza del dipinto che fa vedere Portoferraio

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ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

COSTANZA LUPI

Questo quadro esprime essenzialmente la vista di Portoferraio da San Giovanni, il modo in cui è stato dipinto suscita in me tranquillità, i colori chiari e il senso di aria pulita, mi fanno proiettare questo quadro nel periodo di una dolce primavera, e le barche per questo simboleggiano l’affollamento delle persone che arrivano sull’isola. Il posto da cui si osserva questo panorama mi mette felicità, infatti poco più in là, si trova una panchina in legno da cui poter osservare ció, e su quella panchina trascorrevo i primi pomeriggi abbracciata al mio ragazzo.

Questa foto è stata scattata da me a ottobre del 2023, ho scelto questa foto perchè ha in comune con il quadro il luogo, al momento dello scatto mi trovavo esattamente dove è stato fatto il dipinto solo in momenti diversi.. erano le 16:36 e il cielo mi ha regalato questo miscuglio di colori rosa.. mancano le barche e questo simboleggia la fine dell’affollamento turistico citato prima.

Portoferraio, 30 aprile 1930

Ciao amico mio, è da tanto tempo che non ti scrivo. Non so neanche più come stai. Ti scrivo da questo piccolo angolo di paradiso, che ho deciso di rappresentare, perché esprime una tranquillità e una calma, che soloun piccolo porticciolo riesce a donare, un piccolo porto, che non ha neanche l’ambizione di diventare commerciale, perchè preferisce dedicarsi alle passioni della gente umana, rispetto a rincorrere il denaro. Vengo qua ogni giorno da quasi un anno, accompagnato da un buonlibro e un qualcosa da bere. Questo posto mi fa viaggiare

nella fantasia, ogni stagione i colori sono diversi e le persone, semplici nella loro unicità, hanno sempre qualche aneddoto da raccontare. Posso però ammettere che la primavera gli dona dei colorispettacolari e l’arrivo dei primi caldi, fa uscire anche i pescatori meno appassionati. L’unico dettaglio che rovina questo panorama idilliaco, la fabbrica fumante delle acciaierie, un fulmine a ciel sereno, che spezza in due la superbia di questo panorama, e rappresenta, secondo me, lagoccia di cattiveria che sarà sempre presente, anche nel bene più assoluto.

67 66
MASCI
AZZURRA
Buona giornata ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

o r t o f e r r a i o

G i o v a n n i

A Z Z U R R A M A S C I , C O S T A N Z A L U P I ,

F R A N C E S C O L U P A N I T A M A N U G U E R R A

Lavoro di gruppo

V i s t a d a S a n

La Didascalia

N o m e d e l l ’ a r t i s t a : F i l i p p o

M a r f o n i S a v i n i ( U r b a n i a

1 8 8 2 - F i r e n z e 1 9 5 2 )

S o g g e t t o : P o r t o f e r r a i o

v i s t a d a S a n G i o v a n n i

A n n o : 1 9 0 0 - 1 9 4 9

M i s u r e : 3 3 x 4 5 c m

T e c n i c a : O l i o s u t e l a

L ’ o p e r a , n e l l a m o s t r a , v e r r à e s p o s t a i n u n a s t a n z a

i n s i e m e a d a l t r e o p e r e p a e s a g g i s t i c h e d i P o

p e r r a c c o n t a r e i l p e r c o r s o

I l c o l o r e s c e l t o d e l l a s t a n z a , l ’ a z z u r r o , p o r t a a l

Colori e sensazioni

p e n s i e r o i l m a r e , i n o l t r e , s e c o n d o l a p s i c o l o g i a , è u n

c o l o r e c h e d à t r a n q u i l l i t à

N e l l a s t a n z a s a r à p r e s e n t e u n a f i n e s t r a , d a c u i s i v e d e

i l m a r e , f a c e n d o c i s e n t i r e a n c o r a p i ù v i c i n i a q u e s t o

C i s a r a a n c h e u n p r o i e t t o r e d i f u m o , p e r r i c o r d a r e q u e l l o p r o d o t t o d a l l e a c c i a i e r i e

Francesco Lupi, Anita Manuguerra, Azzurra Masci, Costanza Lupi
P
r t o f e r r a i o ,
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ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana 68 69

Le antiche saline

71 70 ForesYoung
delle classi V del Liceo delle Scienze
Un progetto
Umane
in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana — Guseppe Mazzei 1890-1898 Olio su tela 104x174 cm

ALICE PALMIERI GABRIELLA CHELTUITOR

Questo dipinto a me trasmette tranquillità, allo stesso tempo si può percepire la fatica dei lavoratori sotto questo sole, non si riesce a capire in quale stagione ci si trovi a causa di questi colori tenui sia caldi che freddi, e ci possono far pensare ad una primavera o l’autunno. In questo dipinto le persone sulla destra (coloro che smuovono il sale) sembrano lavoratori comuni, dati dal loro abbigliamento, mentre le persone sulla sinistra (coloro al lato dell’acqua) sembrano dei carcerati che svolgono dei lavori socialmente utili, appunto come ho detto prima dalla divisa, da quello che possiamo intravedere dal dipinto hanno una tuta interna grigia mentre gli altri hanno dei vestiti più comuni come delle camice e dei

pantaloni, notiamo anche una differenze dei capelli appunto perché abbiamo dei lavoratori sulla destra dei semplici cappelli di paglia, mentre quelli di sinistra sembrano avere una fascia rossa.

Queste sono attualmente quelle che erano le antiche saline, naturalmente possiamo vedere la netta differenza tra il prima e il dopo, anche semplicemente dalle foto posiamo percepire che prima l’aria era molto meno inquinata rispetto ad ora, adesso al posto delle saline ci troviamo un parco commerciale, costruito artificialmente, le saline servivano per avere un minor inquinamento e per risparmiare sull’acqua togliendo il sale utilizzando quella marina.

All’interno di quest’opera vengono raffigurate delle persone,rappresentate come lavoratori, che la rogano le saline elbane. Essi sono segnati da un numero sulla maglietta che ritrae i numeri penali. Questo dipinto mi trasmette fatica, impegno, ma mi rappresenta anche una giornata molto calda e la tranquillità dei lavoratori.

Ho associato questa foto, perché a mio parere si avvicina molto al quadro. Mi suscita il lavoro di squadra, poi l’attrezzatura usata si avvicina molto a quella del quadro.

Poi, quando intorno è spenta ogni altra luce e tutto il resto tace, senti il picchiare del martello, senti la sega del falegname, che nella bottega chiusa veglia al lume della lucerna, e si dà da fare affrettandosi per finire il suo lavoro prima del chiarore dell’alba.

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classi
ForesYoung
Un progetto delle
V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

MICOLE CARDELLA

In quest'opera viene riportata una scena che ritrae degli uomini che lavorano nelle saline di Portoferraio, ci troviamo negli anni '800\900. Quest'immagine mi trasmette sensazioni contrastanti: la luce del sole illumina il paesaggio, il cielo non è del tutto limpido ma è sereno, e questi elementi mi danno una sensazione di calore, mi riportano al primo pomeriggio di una bella giornata di primavera. Quando ho visto il quadro alla Pinacoteca ho notato, inoltre, che ha una cornice in legno, su cui sono incise figure marine come polpi e pesci e questo mi fa pensare alla stagione estiva, quindi ad un clima caldo. Allo stesso tempo però i lavoratori non sembrano vestiti proprio come in estate, anzi sono abbastanza coperti, quindi forse ci troviamo all'inizio dell'autunno o della primavera, in una di quelle belle giornate ma che quando tramonta il sole l'umidità bagna le strade e inizia a far freddo.

Mi immagino di fare una passeggiata sotto il sole di quella giornata e percepisco tranquillità,

serenità, ma non penso sia lo stesso per i salinieri che trasmettono invece più una sensazione di fatica, sono infatti ritratti in movimento, mentre lavorano, come se qualcuno gli avesse scattato una foto catturando quel momento quotidiano.

Da associare all'opera di Giuseppe Mazzei non ho scelto una foto tanto d'impatto, però è l'unica che mi trasmette quella sensazione di caldo/freddo di cui ho parlato.

Ho scattato questa foto l'anno scorso a fine settembre per pubblicarla come storia su instagram, ero seduta con una mia amica sui sassi di una spiaggia dopo aver guardato il tramonto e poi ce ne siamo andate perchè avevamo quel “freddino” umido che viene dopo una bella giornata di sole di inizio autunno o primavera, e il quadro mi ricorda proprio quel tipo di clima. Inoltre ritrae una scena all'Isola d'Elba, che non può non farmi pensare al mare.

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ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Maddalena penitente

77 76 ForesYoung
classi V
1800-1855 Olio su tela 64,5x81 cm
Un progetto delle
del
Liceo delle
Scienze
Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana
Guseppe Bozzuoli

SHEILA GALLETTI ASIA LEONELLI

L’opera, la Maddalena Penitente è un dipinto olio su tela, realizzata nel 1850 circa, oggi si trova nella Pinacoteca Foresiana, all’interno degli spazi della storica ex Caserma De Laugier, presso Portoferraio, all’Isola d’Elba.

La Maddalena penitente è un quadro di Giuseppe Bezzuoli, partendo dalla cornice la possiamo descrivere come una cornice in oro e molto elaborata, la donna raffigurata è la Maddalena quasi nuda, ricoperta solamente da un velo rosso, che le copre la parte inferiore del corpo, lasciando quella superiore seminuda, in testa ha un velo sempre di colore rosso ed è posta su una pietra. Possiamo vedere nella parte bassa dell'opera

un teschio che ritroviamo anche nella Maddalena penitente di Canova. L'espressione che ha sul volto potrebbe sembrare di disperazione o stanchezza.

L'immagine attuale che ho scelto di associare all’opera della Maddalena penitente è quella di una ragazza con un volto stanco dopo un lungo tempo passato al computer per lavoro. Ritroviamo in entrambe le foto il volto stanco e disperato; ho scelto questa foto che descrive a pieno il mondo d'oggi, che sfrutta la tecnologia in ogni ambito.

La Maddalena Penitente è un quadro che suscita forti emozioni, dà il senso di preghiera, malinconia, ma anche pentimento, con il braccio teso in avanti implica senso di arresa ad un qualcosa di superiore. Simbolo macabro del teschio rovesciato, come se fosse caduto e una vasetto di colore blu notte. Lei, donna semplice, sdraiata su un fianco con il petto appoggiato ad una roccia, con il seno quasi scoperto, ma semi-rivestita da un telo rosso e bianco, con uno sguardo languido, come se stesse aspettando qualcosa.

Ho associato il dipinto a quest’immagine molto forte e d’impatto che rappresenta una donna ormai allo stremo, impaurita e angosciata, è una foto scattata durante la brutale e attuale guerra tra Ucraina e Russia, dove sono i civili a sacrificare la propria vita, rischiando ogni giorno la morte.

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ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Della Maddalena Penitente di Giuseppe Bezzuoli a primo impatto mi ha colpito la cornice, tutta oro, molto elaborata e ricca di dettagli, la trovo bellissima.

L’opera in se mi ha suscitato un insieme di stupore, tristezza e meraviglia. Sono di effetto i dettagli con cui ha ritratto la donna pensierosa e addolorata.

Ho associato il quadro alla Maddalena Penitente di Canova in quanto entrambe mi trasmettono le stesse sensazioni, anche se la Maddalena di Canova mi suscita più tristezza e angoscia rispetto a quella di Bezzuoli.

Entrambe sono molto elaborate ed hanno come protagonista la Maddalena.

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GAIA MELES
ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

Vorremmo che la nostra opera avesse come sottofondo la melodia di Fryderick Chopin “Prelude op 28 no.4 “Suffocation”. Per una fruizione completa dell’opera, aggiungiamo dei divanetti e in più la fragranza di lavanda

Vorremmo che l'opera venisse esposta all’Acquarilli’s Bar, nel comune di Capoliveri.

Vernissage alla Reggia di Caserta

Per poter partecipare alla mostra del quadro della Maddalena Penitente, è necessario ricevere un invito esclusivo.In aggiunta si terrà un accompagnamento musicale con della musica rock e un aperitivo.

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Sheila Galletti Asia Leonelli ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

La spiaggia delle Ghiaie vista dall'alto

— Filippo Marfori Savini 1900-1949
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progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in
del
Olio su tela
Un
occasione
Centenario della Pinacoteca Foresiana

SARA ALESSANDRI

Questo quadro rappresenta una spiaggia della nostra Isola. Possiamo ammirare un mare calmo, con sfumature che vanno dal celeste a un blu scuro, il mare è affascinante e amato da tutti; i bambini amano il mare per l’opportunità che da loro di divertirsi, gli adulti lo amano perché da un senso di pace e quiete, per il rumore delle onde che ci da modo di pensare e riflettere. Nel quadro possiamo osservare anche un bambino con dei volatili, che sembrerebbero dei piccioni, dall’immagine sembra che il

bambino gli stia dando da mangiare. Il quadro è dipinto molto bene, si fa ampio uso di colori e trasmette calma e serenità, l’acqua è limpida e il cielo azzurro e luminoso.

Questa è una foto recente della spiaggia delle ghiaie. Ho scelto questa foto perché l’immagine mi ricorda molto il quadro,anchequa è presente un mare caldo celeste e blu,un cielo luminoso e il paesaggio trasmette serenità.

Quest’opera di Filippo Marfori Savini presenta la oggi affollata spiaggia delle ghiaie durante un momento di tranquillità in un periodo presumibilmente caldo, visto gli abiti che indossa il bambino. Nell’immagine si può osservare in primo piano appunto il bambino che si accinge a dare da mangiare ai piccioni mentre fa un leggero sorriso. Il quadro mi trasmette molta tranquillità sia per la situazione inquadrata, che per il mare calmo, sopratutto il paesaggio non è contaminato da palazzi e case e ciò fa sembrare tutto molto più distante dalla realtà o semplicemente più libero.

La migliore foto che possa ricordare il quadro ricevuto, è lo stesso luogo, ma in un periodo completamente diverso. È incredibile come lo stesso posto ma dopo la costruzione di abitazioni ed edifici, sia completamente cambiato il sentimento che suscita il passaggio. In questo quadro le emozioni che provo sono un senso continuo di movimento e di affollamento ma anche allegria.

Il mare può fare anche paura, perché può trasformarsi e diventare minaccioso, ma il momento più bello è al tramonto, in cui il cielo si tinge e tutto sembra surreale.

ISABELLA APOPEI

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LUCA
ZOTTOLA
ForesYoung Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane in occasione del Centenario della Pinacoteca Foresiana

FORESYOUNG

Un progetto delle classi V del Liceo delle Scienze Umane

in occasione del Centenario

della Pinacoteca Foresiana

/ Sistema Museale dell’Arcipelago

Toscano S.M.AR.T.

Direttore scientifico

Valentina Anselmi

Responsabile della Comunicazione

Giacomo Alberto Vieri

/ Comune di Portoferraio

Sindaco

Angelo Zini

Assessore alla cultura

Nadia Mazzei

/ Isis Raffaello Foresi

Dirigente scolastico

Alessandra Rando

Docente di Storia dell’Arte

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/ Progetto grafico e impaginazione

Maurizio Lirussi

Finito di stampare nel mese di Maggio 2024 da

Nidiaci Print Srl

Via della Pergola, 12 / 53037 - Badia A Elmi (Siena)

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