Su Van Gogh e Vermeer

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L’ “eterno” e il “grande” in Van Gogh e Vermeer


Johannes van der Meer, inventa un genere‌. Jan Vermeer, Lo studio dell’artista, c. 1665-66, Kunsthistorisches Museum, Vienna

1632-1675 Muore a 43 anni


…Van Gogh, il visionario dell’emozione, il tratto grafico…. 1853 – 1890 Muore a 37 anni


Un fil rouge lega i due artisti: Van Gogh tra i primi ad accorgersi di Vermeer e della sua arte… MA cosa hanno in comune, oltre alla stessa nazionalità, questi due artisti apparentemente agli antipodi? Se si scava nelle loro vite sono accomunati dall’impegno che li ha resi unici nel loro genere.

CONTAMINAZIONI


Sia Vermeer, i cui dipinti soddisfacevano “l’intensità con cui gli olandesi godono di forme e oggetti (…), la loro incrollabile fede nella realtà concreta e nell’importanza delle cose terrene, conseguenza del profondo amore per la vita e dell’interesse per il proprio ambiente», sia Van Gogh, rappresentano una realtà diversa, desiderata, che per il primo si traduce nella dissimulazione, nel mistero, per il secondo nello sfogo, nella richiesta di aiuto.

CONTAMINAZIONI


L’immagine di Van Gogh in abiti casual che cammina per la strada tenendo per mano la ragazza con l’orecchino di perla ha fatto il giro del web nelle ultime settimane. Nasce da un’idea del giapponese Shusaku Takaoka,



l’opera di Vermeer è un universo luminoso, spoglio, rarefatto, in cui l’azione si annulla, trasfigura l’atmosfera dei dipinti pur se permane un rapporto preciso col reale


tracce di Vermeer nelle prime prove Diana e le ninfe, Cristo in casa di Marta e Maria ‌ Quando nel 1921 a Parigi viene organizzata una grande esposizione sulla pittura olandese, Johannes Vermeer, il mito della Golden Age olandese (1600), è poco piĂš di uno sconosciuto.


Johannes Vermeer, Diana e le sue ninfe, 1653-1654 L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis


Cristo nella casa di Marta e Maria 1654 circa Edimburgo, National Gallery of Scotland


Se il maestro di Delft sogna ad occhi aperti, vedi La ragazza dal capello rosso‌


dipinto autografo attribuito

Ragazza con cappello rosso, cm. 23 x 18 olio su tela National Gallery Washington


rappresenta un unicum nell’intera produzione di Vermeer affermazione della preminenza del colore che avvolge in un sapiente giuoco di luci e ombre il volto della ragazza che guarda verso gli spettatori/ammiratori, anch’essa circondata e sorpresa dalla meraviglia del rosso


qualità della resa pittorica e dal soggetto. cela un intimo segreto: la ragazza poggia un braccio sullo schienale di una sedia e guarda oltre la propria spalla. Immediato questo tipo di studio sul volto noto nell’arte olandese come troine. Il fascino si deve alla pregevole manipolazione del colore, e al controllo sugli effetti di luce (quasi fotografia/camera oscura?)


‌Van Gogh trasferisce sulla tela il suo tormento con pennellate aggressive, forti accostamenti cromatici‌tranne in eccezioni come ne La stanza di Vincent ad Arles (1888), in cui crea la sua isola felice, ideale domestico di quiete‌


…o negli interni senza tempo di Vermeer, con pochi oggetti personali – quadri, coperta rossa, brocca sul tavolo e caraffa ne La Coquette– che convivono in ordine e armonia….

La coquette o Due gentiluomini e donna (o coppia) con bicchiere dipinto autografo. Olio su tela - 1660


…o ancora l’influsso dei fiamminghi del ‘600 su Van Gogh ne Caffè di notte, Place Lamartine, Arles (1888). Il pittore stesso racconta in una lettera al fratello Theo che vi sono rappresentate “le tremende passioni dell’umanità”, evidenziate dai rossi e dai verdi stridenti, che suggeriscono “un temperamento ardente”,


‌mentre

in Vermeer l’impostazione del quadro, con le porte che si aprono sullo sfondo e il riflesso parziale della sala, suggerisce il moltiplicarsi degli spazi ne La lettera d’amore (1669-70), dove porte socchiuse fanno intravedere delle stanze a noi non completamente accessibili, le stanze segrete del cuore.


…e Van Gogh , in uno dei suoi Salici al tramonto (1888), ci svela il desiderio di portare verso l’alto le sue mani, come quei rami stopposi , alla ricerca di un abbraccio che lo faccia sentire per una volta “dentro” questo mondo freddo e distante…

Salici al tramonto 1888


..d’altro canto Johannes ci osserva da lontano, facendo schiudere le labbra alle sue muse, che sembrano dirci che niente, nella vita, è come appare.

Donna in azzurro che legge una lettera olio su tela 1663

L’Arte della pittura o L’Allegoria della pittura, 1666-1668 circa – olio su tela – particolare


Marito e padre ancor prima che maestro, Johannes Vermeer (1632-1675) prepara tele e colori, invitando le sue “juffertjes”, ovvero le piccole donzelle che di volta in volta gli fanno da modelle (la moglie Catharina, la domestica o la figlia del suo principale collezionista, Margarita) ad assumere, di fronte al suo occhio attento, pose naturali, che nobilitano l’intimità di quei gesti quotidiani che vengono cristallizzati per sempre, in un attimo che si riflette all’infinito


Intorno alla figura di Johannes, Jan Vermeer (1632-1675) vi è un alone di leggenda, una storia biografica mai completamente svelata, di vuoto cronologico mai del tutto colmato, come vedremo più avanti. Ma riguardo alla ammaliante bellezza delle opere del pittore olandese si accorse dunque Proust….


Nell’ottobre del 1902 Marcel Proust si recò a Bruges per l’esposizione dei primitivi fiamminghi, poi in Olanda. Il 18 ottobre all’Aia vide per la prima volta “La veduta di Delft” di Vermeer. Proust aveva allora 21 anni e come scriverà in seguito, da quel giorno aveva saputo “qual è il quadro più bello del mondo”


Ebbe occasione di vedere di nuovo “La veduta di Delft” nel 1921. Proust, malato da tempo, dormiva di giorno e scriveva di notte, usciva raramente, ma mandò un biglietto all’amico critico d’arte Jean-Louis Vaudoyer per chiedergli d’accompagnarlo al Museo Jeu de Paume (Sala del gioco della pallacorda odierno tennis): “…non sono andato a dormire per recarmi a vedere questa mattina Ver Meer . Volete condurre questo morto che sono io e che si appoggerà al vostro braccio…”.


...ne rimane colpito e dedica al dipinto una pagina del suo lungo romanzo Alla ricerca del tempo perduto. Da quel momento il pittore olandese è amato dalle avanguardie, dai collezionisti americani del primo Novecento


Particolarmente è colpito dalla presenza delle figure umane . Infatti i contemporanei di Vermeer inserivano personaggi umani per rappresentare attivitĂ commerciali, nella “Veduta â€? semplici figure.


Il quadro raffigura la zona del porto della città di Delft; riconoscibili: le mura, la porta di Schiedam con l’orologio, la porta di Rotterdam con le due torri gemelle, al centro, il campanile della Nieuwe Kerk. Il tema della veduta cittadina era frequente nell’arte olandese del Seicento, compariva spesso a margine delle grandi carte geografiche, famose in tutta Europa e riprodotte in numerosi dipinti dello stesso Vermeer.



Da Timothy Brook, Il cappello di Vermeer, (trad. di Annalisa Fontanesi) Einaudi, Torino 2015, …il Kolk (il porto fluviale da cui si salpava per navigare lungo il Reno), imbarcazioni per la pesca delle aringhe , il campanile della Chiesa Nuova, luogo in cui Vermeer risiedeva e lavorava, la torre a forma di cono dell’importante birrificio Parrot e il deposito della Compagnia olandese delle Indie orientali, alla quale andava ricondotta la gran parte delle attività navali ed economiche che si svolgevano nel porto. Insomma una panoramica esemplare di tutto quanto di rilevante avveniva in una delle città orgogliose prime attrici di un contesto sempre più realmente mondializzato, oltre che una fedelissima restituzione degli avvenimenti che stavano mutando il volto del globo.


Veduta di Delft olio su tela (96,5×117,5 cm) 1660-1661 Mauritshuis - l’Aia. firmata in basso sulla barca “IV M”.


Proust prediligendo il genio olandese, aveva giĂ immaginato Bergotte, uno dei personaggi del suo romanzo, davanti alla “Veduta di Delftâ€? alla mostra presso il Padiglione..

Padiglione Joeu de paume ( Gioco della pallacorda, il moderno tennis)


Mostra di Parigi . Prima pagine de L'Écho de Paris 24/04/1921 - source Gallica BnF

Exposition hollandaise. Tableaux, aquarelles et dessins anciens et modernes. Erano esposte altre due opere di Vermeer, La lattaia e La ragazza con l'orecchino di perla

TESTA DI GIOVANE RAGAZZA


nel quinto volume della “Recherche, “La Prisonnière”, che Proust stava scrivendo, tratta della visita al Jeu de Paume nella emozionante pagina in cui è descritta l’agonia di Bergotte mentre sillaba davanti al quadro “…le petit pan de mur jaune…” “piccola ala di muro giallo”.


Bergotte è affascinato dalla “piccola ala di muro giallo” rettangolare, a destra del dipinto, luminosa tra i tetti di ardesia verde blu. Bergotte pensa che avrebbe dovuto scrivere così: dando pennellate di colore per rendere le frasi dei suoi romanzi preziose come quello scorcio di muro giallo. Pochi secondi dopo si accascia morto sul divano.

Il colore non è steso uniformemente. Per realizzare la facciata di alcuni edifici al pigmento sono stati aggiunti granelli di sabbia.


Cosa piace tanto a Proust/Bergotte di Vermeer nella Veduta di Delft? la mancanza di artificiosità, lo scrupolo dei particolari (l’ala di muro giallo, la sabbia, i piccoli personaggi blu) che conferiscono alla scena una bellezza fine a se stessa. L’arte sta nel riprodurre la realtà com’è… Veduta di Delft olio su tela (96,5×117,5 cm) 1660-1661 circa Mauritshuis dell’Aia


Inoltre Vermeer, per Proust, era stato cosĂŹ generoso da "ricominciare venti volte qualcosa che susciterĂ ammirazione come il muro giallo dipinto con tanta raffinatezza da un artista per sempre ignoto, identificato appena sotto il nome di Vermeer."


1660 -61 sono gli anni della maturità, l’artista si avvicina maggiormente a ciò che avviene fuori casa; ecco come rende la descrizione delle strade della sua città: “La stradina“ capolavoro assoluto. La casa raffigurata è di stile tardo gotico e potrebbe essere stata abitata dallo stesso Vermeer, almeno fino al 1661 quando l’abitazione venne distrutta per far posto alla gilda di San Luca – corporazione dei pittori di Delft di cui fece parte

Intorno a 1657-1658


Penspoort – Trippa Gate

La Stradina di Delft, come era e come è oggi


NEL DIPINTO FORSE RAFFIGURATA LA CASA DELLA ZIA DI VERMEER Al Rijksmuseum vi è stata fino al 13 marzo di quest’ anno una mostra incentrata proprio su questa sorprendente scoperta, un evento “ di grande importanza”, secondo Pieter Roelofs, curatore dei dipinti seicenteschi del Rijksmuseum, “sia per il modo in cui guardiamo questo dipinto di Vermeer che per la nostra idea di Vermeer come artista”. L’indagine ha rivelato che la casa a destra nella Stradina di Delft apparteneva alla zia vedova di Vermeer, Ariaentgen Claes van der Minne, sorellastra di suo padre che provvedeva ai suoi cinque figli con la vendita di trippa: da qui il nome Penspoort – Trippa Gate dato al passaggio accanto alla casa. Sappiamo anche che la madre e la sorella di Vermeer vivevano sullo stesso canale, diagonalmente opposto. È quindi probabile che Johannes Vermeer conoscesse bene la casa e che ci fossero ricordi personali ad esso associati.


…afferma lo storico e critico olandese Huizinga, “nato in una città di provincia, morto giovane e presto dimenticato… lungo i canali di Amsterdam, le campagne dei Paesi Bassi. ..la chiara luce delle sue opere che si trasfigura nella dimensione del sogno. La sua pittura ci porta lontano dalla realtà del quotidiano, ci proietta nella profondità dell’anima umana che comunica col silenzio della solitudine”.

Quella di Vermeer, storia di un grande pittore dell’ Olanda del Seicento…


Il critico aggiunge “non arrivano a quaranta le sue opere presenti nelle maggiori raccolte mondiali e fino al 1866 il suo nome era pressoché sconosciuto. E il famoso dipinto Ragazza con l’orecchino di perla fu acquistata nel 1881 da Arnoldus Andries des Tombe per una cifra irrisoria; nel 1902, alla morte del collezionista, fu lasciata in eredità al museo dell’Aia, il Mauritshuis”.


Paesi Bassi- Nederland

La parte europea confina a sud con il Belgio e ad est con la Germania; a nord e a ovest è bagnata dal mare del Nord. La capitale costituzionale Amsterdam, quella esecutiva e legislativa L’Aia. Le altre due città principali dei Paesi Bassi sono Rotterdam e Utrecht. 12 le province dei Paesi


Olanda paese di mercanti e artisti province del sud piĂš agricole e con una forte presenza di nobiltĂ feudale, e 7 province del nord sviluppo mercantile



VERMEER avrebbe potuto celebrare il periodo eroico della Guerra d ‘Indipendenza, la gloria dei commerci, le navi che solcavano tutti i mari del mondo, l ‘audacia dei marinai. Scelse invece di collocare tali soggetti ai margini della penombra, investire di grazia e di luce il volto degli olandesi e delle olandesi per restituire con nitido realismo il significato della loro condotta virtuosa. Con approccio intimistico attingeva alle immagini della quotidianità privata cristallizzando quei valori civili e quegli avvertimenti morali riferiti dalla nettezza delle città, dalla pace domestica, dall ‘ abbigliamento decoroso dei soggetti. Con minuzia quasi impressionistica ( da qui il rapporto ideale con Van Gogh!!!) e attenzione per la materia di cui sono fatti gli oggetti, scelse di rappresentare con estremo rigore prospettico gli spazi casalinghi e le loro stanze interiori, resi accoglienti dagli effetti di riflesso e rifrazione della luce filtrata dai vetri trasparenti delle finestre.


L'elegante edificio del Mauritshuis, a L'Aia‌


‌il Rijksmuseum, Museo nazionale d’Olanda dedicato alle arti e alla storia di Amsterdam, Piazza dei musei nel quartiere sud di Amsterdam, vicino al Museo di Van Gogh


Il Museo Van Gogh, quartiere dei Musei a

poca distanza dal Rijksmuseum, ospita la piĂš ampia collezione al mondo di opere.


Il Van Gogh museum ieri e oggi


Il Van Gogh Museum nasce nel 1973 su progetto dell’architetto olandese Rietveld per ospitare la collezione privata che i discendenti avevano ereditato da Theo van Gogh, il fratello che sostenne e aiutò per tutta la sua vita, Vincent.


Nel 1999 il Museo conosce una ristrutturazione importante: alle spalle dell’edificio Kusho Kurokawa , ingegnere giapponese, progetta una dÊpendance per ospitare le mostre temporanee, donata al Museo dal Governo giapponese.


con la nuova ristrutturazione, vi è una luminosa hall di 800 metri quadri, ricoperta da enormi pannelli di vetro curvato. Questo nuovo spazio è stato concepito in maniera flessibile in modo che possa essere utilizzato per scopi diversi.




Vincent Van Gogh. Autoritratto Joanner Vermeer. Autoritratto


sulle tracce di Johannes Vermeer


Vermeer uomo nato a Delft (1632). Suo padre gestiva una locanda, commerciava in quadri e produceva tessuti simili al damasco. Sua madre era analfabeta. Aveva una sorella maggiore di 10 anni.

La veduta di Delft (un neonato in braccio a una donna) la sua famiglia?


Vermeer, personaggio misterioso sotto ogni profilo , misteriosa la sua pittura come densa di zone oscure anche la sua biografia. Da famiglia calvinista di Delft, gli venne dato un nome latino, Johannes; sposò Catharina Bolnes, figlia di una ricca famiglia cattolica, andando ad abitare in casa della suocera Maria, in quel quartiere di Delft che era stato ribattezzato l’ “Angolo dei Papisti”. Ma aldilà di queste scarne notizie, nulla sappiamo circa una sua ipotetica conversione. Ebbe problemi economici, nonostante potesse contare sulle ricchezze della famiglia della moglie. E quando morì nel 1675, poco più che 40enne lasciò quasi più figli, dieci, che quadri: quelli a lui attualmente attribuiti sono infatti solo 36 e su alcuni incombono anche incertezze.


dipinse al massimo 40-50 opere Non si conoscono i suoi maestri, non si sa con quale pittore fosse particolarmente amico, con chi discutesse d'arte. Dipingeva soggetti che molti pittori olandesi di quel tempo dipingevano, ma in lui c'era il genio. Negli ultimi decenni si sono approfonditi con tutti i mezzi tecnici disponibili i materiali dei quadri di Vermeer per carpire segreti o per cercare d'autenticare qualche quadro dubbio. Sulla tecnica pittorica da lui adoperata ormai si sa moltissimo, ma sulla storia, la cronologia, gli influssi sui suoi contemporanei si sa poco e si procede per intuizioni e supposizioni. In Olanda si scriveva pochissimo sull'arte. I pittori si esprimevano con la pittura e non avevano biografia.


Jan Vermeer, provenendo dal campo dei materiali e tessuti, fa proprio l’uso e il trattamento della luce con l’utilizzo del colore puntinato che gli permette colori trasparenti dando così rilievo agli oggetti. I drappeggi quasi toccabili, l’uso del blu e del giallo sono elementi riscontrabili in “La lattaia”, “La ragazza con l’orecchino di perla” e “La merlettaia”.

FORSE UN AUTORITRATTO


Una stanza disadorna e immersa nella penombra. La luce penetra dalla finestra a grate posta sulla sinistra e si posa sugli oggetti rendendoli vivi e palpitanti: la gerla appesa al muro, il paiolo d’ottone, la brocca lucida e smaltata, il chiodo nel muro, il cestino di vimini, le briciole sul pavimento, le mattonelle di Delft sudice che fanno da battiscopa, l’intonaco scrostato

La lattaia, olio su tela 16591660 Rijksmuseum - Amsterdam


frammento di un istante fermato per sempre


Vermeer rappresenta il silenzio che avvolge cose e persone, e offre messaggi nascosti dietro l’apparente normalità dei gesti. Il significato dell’opera potrebbe essere racchiuso in quello scaldino e nella piastrella raffigurante l’amorino, entrambi simbolo di affetto e di amore.


‌anche un banale pezzo dl pane può diventare una costellazione di punti luminosi. La luce è resa con piccolissimi punti di pennello. I contorni sfumati e le ombre colorate, in una combinazione straordinaria di indeterminatezza e precisione .


La ragazza con l’orecchino di perla” (o “Ragazza col turbante”) 1665 - 1666-olio su tela 44.5 x 39 cm Mauritshuis L’Aia

L’opera fa parte del genere

dei tronien (“tronie”): raffigurazione di personaggi veri o inventati in costumi tipici e folkloristici. Erano la rappresentazione di una particolare classe sociale o di una tipologia di persone con un determinato status sociale o economico. Ecco perché si dice che questa ragazza in realtà non sia mai esistita.


L’immagine perfetta armonia, suscita nell’ osservatore la sensazione di aver colto di sorpresa la ragazza. Tutto ruota intorno all’orecchino. La straordinaria tecnica pittorica di Vermeer è data anche dalla realizzazione. del gioiello reso da pennellate separate l’una dall’altra: la luce riflessa da una pennellata secca di biacca. È il nostro occhio che sintetizza la forma tonda dell’orecchino, sulla tela è reso solo da macchie di colore separate.

Particolare: orecchino.


‌passaggi dal chiaroscuro valorizzati dal copricapo e dagli abiti. Questi sono dipinti con maggiore libertà e tratti spessi. I passaggi di superficie e tono vengono resi con maggiore determinazione, linee e toni netti.


il più piccolo dipinto … firma dell’artista sulla parete di fondo, in alto sulla destra

LA MERLETTAIA - olio su tela 23,9×20,5 cm 1665- 66 Louvre


La giovane indossa una veste gialla, su cui spicca il bianco colletto, ha a fianco un tavolino coperto da un tappeto multicolore, su cui poggiano un libro ed un cuscino blu…, la parete di fondo è grigia. Tutto contraddistinto da purezza di luce e colori…, le tonalità dominanti sono giallo, del blu, del bianco,


Secondo il Descargues, la ragazza, in relazione all’elegante vestito che indossa, dovrebbe essere una “donna di qualità”. Il Malraux, invece, vi identifica – come in moltissimi altri quadri – la moglie del pittore, Catharina Vermeer, indicandone anche l’età. Il tappeto sul tavolo si è già visto in altri quadri. Qui riscontriamo un elemento non ricorrente nelle composizioni di Vermeer: la provenienza della luce da destra che ritroviamo nella “Ragazza con flauto“, nella “Ragazza con cappello rosso” e nella “Suonatrice di chitarra“).


Gli anni giovanili

Le opere giovanili di Vermeer hanno colori caldi ispirati ai dipinti della scuola di Rembrandt, mentre la composizione ed i soggetti subiscono l’influenza dei Caravaggisti.


Evoluzione pittorica scene di vita quotidiana che altri pittori avevano giĂ sviluppato con successo. Nel 1662 venne eletto capo della Gilda e confermato anche negli anni successivi, segno che era considerato un rispettabile cittadino. Ma nel 1672 una pesante crisi finanziaria, provocata dall’invasione francese della Repubblica Olandese, provocò un crollo delle richieste di beni di lusso come i dipinti e gli affari di Vermeer come artista e mercante ne risentirono, costringendolo a chiedere dei prestiti.


La morte Così travolto dai debiti morì quarantenne nel dicembre del 1675 e, l’anno dopo, la moglie, costretta a dichiarare bancarotta dichiarerà: “a causa delle grandi spese dovute ai figli e per le quali non disponeva più di mezzi personali, si è afflitto e indebolito talmente che ha perso la salute ed è morto nel giro di un giorno e mezzo”.


Stile Di lui pervenute circa quaranta opere a lui attribuite, solo sedici autografe. limitata produzione da attribuire alla meticolosità che metteva nell’eseguire i suoi quadri, che richiedevano un lungo tempo per essere finiti scelta dei colori o l’accostamento dei toni dosati dall’artista in relazione all’impatto psicologico sull’osservatore; i contorni sono spesso sfumati da un tratto di colore intermedio rispetto al fondo.


Vermeer ha mai dipinto sua moglie Catharina Bolnes? Molti credono che Catharina sia la modella di alcuni quadri di Vermeer e che sia stata dipinta da lui anche quando era incinta, come nella Donna in blu. Non c'è certezza su questo punto, ma si può intuire che la giovane moglie abbia posato per i suoi primi quadri. Catharina entrò probabilmente anche nei suoi quadri. Infatti conosciamo abbastanza della vita di Catharina circa i suoi legami con la pittura del marito.


Donna in blu - dipinto autografo - olio su tela- 1662-64- 46,5 x 39 cm. - Rijksmuseum Amsterdam.

Altri titoli sono: “Signora in azzurro che legge una lettera”, e “La lettrice”.

E. V. Lucas [1922] identificò nella “figura in blu” la moglie di Vermeer, che il Bodkin riconobbe gestante, aggiungendo che nessun’altra donna avrebbe potuto fare da modella in tali condizioni.


ECCO VAN GOGH----l’opera DONNA IN BLU insieme ad altre, piacque a Van Gogh. “Il maestro della luce olandese”, otteneva colori trasparenti applicando sulle tele il colore a piccoli punti ravvicinati, tecnica che due secoli dopo Seurat definirà “Pointillè”. Anche in questa opera luce e equilibrio cromatico, vitalità al volto e una sensazione di tattilità agli oggetti e ai tessuti dell’abito. La vividezza dei colori, dovuta alla cura posta nella preparazione dei colori e all’utilizzo dei migliori pigmenti dell’epoca, come il costosissimo blu oltremare, ottenuto dal lapislazzuli utilizzato puro o sfumato.



Donna con brocca, olio su tela 1658-60 cm. 45,7 x 40,5 Metropolitan Museum, New York. Autografo


In una stanza di un'agiata dimora olandese, una donna apre con una mano una finestra e con l'altra impugna una brocca di metallo. Forse una domestica: lo si capisce da velo e mantellina bianchi e inamidati, prepara la toeletta per la sua padrona o sta per innaffiare fiori sul davanzale. casa ricca: tappeto orientale sul tavolo, carta geografica alla parete, vetro battuto della finestra, sedia impunturata con la testa leonina, il bel vestito della donna- Vermeer aveva per clienti ricchi borghesi, mercanti, birrai e fornai benestanti, e ne ritraeva in piccole tele gli interni domestici, arredati con il raffinato artigianato locale.


Gli studiosi del Novecento riconobbero all’unanimità l’autografia del Maestro in questa opera:: “È una delle opere più raffinate di Vermeer. L’accordo dei colori è su azzurri e gialli, con tocchi di grigio: ciò che difficilmente un altro pittore avrebbe osato a quel tempo”.


dopo la sua morte fu dimenticato e anche in vita dipinto pochi quadri e venduti a pochissimi collezionisti, primo tra tutti il ricco Pieter van Ruijven. fama era diffusa a Delft. Inoltre nella sua epoca dipingevano in Olanda moltissimi bravi pittori che riempivano di tele le case degli olandesi benestanti. E cosĂŹ dopo la sua morte le poche opere di Vermeer anni cominciarono anche a perdere una loro identitĂ e a essere confuse con quelle di altri artisti che dipingevano soggetti simili.


riscoperta di Vermeer il giornalista francese Thoré nel il 1842 visitò il Museo dell'Aia e fu sorpreso da un "paesaggio molto singolare“. "Veduta della città di Delft, dal lato del canale, di Jan van der Meer." E cominciò la sua ricerca di altri quadri dell’ artista che lui soprannominò "la mia Sfinge" Come la Sfinge, Vermeer poneva sempre nuovi enigmi.


VERMEER E LA MUSICA ‌ La musica è sempre stata presente nelle arti visive ma nel Seicento il tema diventa diffuso nei ritratti, dove la presenza di uno strumento musicale poteva rivelare la classe sociale di appartenenza dei protagonisti dei dipinti.

Il concerto interrotto, olio su tela, 1658-1661, New York, Frick Collection


Il concerto interrotto, olio su tela, 1658-1661, New York, Frick Collection



Il concerto interrotto ( 1658-1661) una delle variazioni sul tema della musica, il vino e la lettera legate al corteggiamento, richiamato nel quadro dentro il quadro che rappresenta un Cupido a figura intera.


Detto anche Ragazza interrotta durante la lezione di musica: un uomo e una ragazza leggono spartiti musicali. La ragazza distoglie lo sguardo dal foglio, e osserva lo spettatore. L'uomo è assorto nella lettura. Forse la ragazza si è interrotta perchÊ innamorata: dalla rappresentazione del Cupido sul muro, alle spalle dei protagonisti. funzione simbolica per interpretare la scena: nella pittura olandese del Seicento infatti spesso anche le scene quotidiane erano portatrici di un significato allegorico.


in : “interno di salotto, gentiluomo di schiena, fra due giovani, quella di sinistra al clavicembalo e l’altra in piedi, che canta segnando il tempo. A sinistra, una tavola coperta da un tappeto turco, libri di musica e una citara; sul pavimento, a piastrelloni marmorei bianchi e neri, un violoncello” questo dipinto, così descritto nel catalogo del 1804 in occasione della “vendita” della baronessa van Leyden a Parigi.

Concerto a tre, cm. 69,2 x 62,8, Isabella Steward Gardner Museum, Boston


figura centrale del quadro è un gentiluomo in tenuta militaresca che suona il liuto, seduto di spalle. Ai lati due giovani donne rapite dalla sua musica. In secondo piano, Vermeer ha collocato un quadro all’interno del suo dipinto, raffigurante un’altra triade di figure inserite in una scena ambientata in un bordello. Quale messaggio voleva mandare l’artista?

dipinto autografo


L’ INSOLITO IN VERMEER…LA MEZZANA

Un quadro molto insolito per Vermeer, che pure mette in risalto la grossolanità di un evento mondano di basso spessore. Gli uomini sono impegnati a ispezionare il corpo femminile come fosse una cosa. Sono quasi prigionieri ed invasati. La donna si mostra come assuefatta alla propria recita anche e non proprio rassegnata. Tutto è nella messa in scena .


La mezzana 1656 olio su tela 143 x 130 cm. Staatliche Kunstsammlungen Alte Meister Dresda

Tra i dipinti ambientati in taverne, comuni nella pittura del Secolo d'oro olandese, il tema della mezzana, o scena di promiscuità che allude alla prostituzione, è frequente. La scena, sul tonalità calde del rosso e del bruno

firmato in basso a destra "IV Meer.1656".


La Mezzana rompe gli schemi tradizionali della bordeeltje (piccola scena bordelli) in piÚ di un modo. Le ragazze dei bordeeltjes erano sempre rappresentati con precise caratteristiche facciali, assumevano pose. La giovane ragazza di Vermeer è completamente rivestita con un elegante cappello bianco bordato con un merletto - insolito per la sua professione.


‌spiccano giallo e bianco indossati dalla donna in primo piano, quattro personaggi presso un tavolo d'osteria, coperto da un pesante tappeto orientale di lana, su cui uno degli uomini ha appoggiato la sua giacca scura.


La brocca di vino riccamente decorata è un vero tesoro poco diffuso nell’epoca. In nessun altro dipinto troviamo un altro oggetto dipinto con una tale precisione.


Insieme con la bella cortigiana, il giovane corteggiatore (probabilmente un soldato, poichÊ la sua giacca è di colore rosso), costituisce il nucleo della pittura.



Un musicista guarda lo spettatore impugnando il manico del suo strumento e un bicchiere (in questa figura è stata ipotizzato un autoritratto, indimostrabile nell'assenza di documentazione o opere di confronto).



tra gli studiosi L’

economista, John Montias Università di Yale nel 1975 approfondì lo studio della Gilda di San Luca di Delft. Scoprì che Vermeer aveva avuto un mecenate, Pieter van Ruijven, il quale acquistava molti dei suoi quadri


gilda s. f. [dal lat. mediev. gilda o gelda, di etimo incerto]. – Tipo di associazione medievale che, sorta in Inghilterra nel sec. 9° con lo scopo di mutua difesa, di assistenza religiosa e di vendetta, si sviluppò in seguito in senso mercantile e artigiano acquistando la funzione economica delle corporazioni medievali in Francia, Italia, Germania e Paesi Bassi, e divenendo, nel sec. 13°, elemento regolatore nei rapporti di lavoro, professionali e commerciali: la g. dei fabbri, dei pittori; la g. di San Luca di Anversa; ormai è nelle città che sorgono corporazioni e gilde composte di secolari che lavorano per le università (Eco).


Presunto autoritratto di Vermeer La Mezzana (dettaglio) 1656


atmosfera coinvolge lo spettatore e induce gli studiosi a trovare significati nascosti….come in Bicchiere di vino .Un uomo e una

donna. Lui tiene in mano la brocca e guarda la donna che termina il suo bicchiere di vino. Invito al pudore e alla moderazione nel vino come nell’amore.

Bicchiere di vino olio su tela c.1658-60, Staatliche Museen Preussischer Kulturbesitz, Gemäldegalerie, Berlin-Dahlem


Sul tavolo spartiti e sulla sedia uno strumento musicale. vino e musica temi ricorrenti nella iconografia del periodo relativo al genere “conversazioni amorose


La donna non si concede allo sguardo ha il volto quasi del tutto coperto dalla cuffia bianca e dal calice


Tra le trentasei opere attribuite al pittore olandese alcune come tema la musica. Tra gli strumenti più popolari nel 1600 liuto, cetra, chitarra e viola, nelle case dei borghesi olandesi del tempo il virginale o spinetta, clavicembalo in una cassa di legno. Ed è proprio in piedi davanti ad una spinetta che Veermer dipinge una giovane donna in una stanza arredata di una ricca abitazione di Delft. scena quotidiana. La giovane donna è una qualsiasi ragazza intenta a dilettarsi con la musica.



Altra opera ( 16621664) ritrae una donna intenta ad accordare il suo liuto

La donna con il liuto” o “Suonatrice di liuto” , Metropolitan Museum New York.


Narrazione della semplice vita di figure umane colte nella domestica luce pomeridiana che, penetrando per lo piĂš da sinistra nelle camere, illumina le ordinate case borghesi

La suonatrice di liuto


‌ sguardo della suonatrice attratto da qualcosa che noi possiamo solo immaginare. Con questo particolare Vermeer accende di una imprevista attesa tutta la tela


PARTICOLARE …dietro di lei carta geografica evoca tutto un universo tenuto sotto controllo dall’artista e vibrante di una luce piena di silenzi

la carta geografica appesa al muro, riprodotta con meticolosa fedeltà testimonia l’apertura del popolo olandese del 1600 verso il mondo.


Secondo storici dell’Arte la modella è Catharina Bolnes, moglie di Vermeer: varie ricerche hanno confermato che la Signora Bolnes Vermeer possedeva lo stesso abito giallo della suonatrice di liuto. La luce, fattore fondamentale, proviene dall’esterno mettendo in evidenza armonia, attenta rappresentazione degli oggetti, luce e ombra, perfetta prospettiva,

ottenuta grazie alla camera oscura


Ossessionato dall'idea di conquistare la dimensione della profondità , per lo studio della prospettiva quasi certamente usò la camera ottica

per definire le immagini che poi riproduceva sulla tela.

Lo strumento ingrandiva i dettagli dello sfondo, piĂš o meno come la lente grandangolare di una macchina fotografica. Un gran numero di studi hanno approfondito l'argomento e, sebbene la maggior parte concordino nel dire che Vermeer ha effettivamente utilizzato una camera oscura, si deve ancora stabilire con esattezza in quale misura lo abbia fatto.


USO CAMERA OTTICA

spazi e ambientazione de "Il bicchiere di vino�. posizioni di oggetti o parti di oggetti come le gambe di sedie e tavolo

1690


CURA DEI PARTICOLARI‌

Sedia con in primo piano uno strumento musicale con prospettiva da grandangolo


“Donna alla finestra” autografo , olio su tela 1657, 63 x 64,5 cm Gemäldegalerie Dresda

IN POSA… Sulla parete di fondo, a fianco della figura, si intravedono alcuni tratti residui della firma di Vermeer. COME IN POSA….Catharina BOLNES


ANCORA IN POSA…

“Astronomo” dietro luce soleggiata . In posa lo studioso rivolto al globo celeste….…. Astronomo - olio su tela (50×45 cm) 1668 - Louvre - firma e data sull’armadio: “IV Meer MDCLXVIII”.



FIRMA DI VERMEER E DATA


POSA PER IL VOLTO di giovane donna seduta al virginale: malinconia quiete e rassegnata tristezza

Giovane donna seduta al virginale 1670 - 1672 circa- olio su tela, 25.2 x 20 cm. New York, Collezione privata


studio PER UNA POSA-

colorazione accesa con tracce di blu di lapislazzuli insieme a miscela grigio chiara nella parete di fondo. Braccia e mani fotografate in ombra ma precise.


IN POSA PER tappeti e arazzi

Olio su tela, 53x46,6 cm. (1668-1669 circa)


firma di Vermeer



Elizabeth Lunday, giornalista texana specializzata in arte e architettura, è autrice di Vite segrete dei grandi artisti. Tutto ciò che non vi hanno mai voluto raccontare sui più grandi maestri (Electa, pp. 288, euro 19,90, illustrazioni di Mario Zucca). il libro getta luce nuova su alcuni grandi artisti. i geni non sono normali e il fatto che molti di loro abbiano condotto vite eccezionalmente sregolate, può tranquillizzare i "normali": il prezzo del talento.


Autoritratto 1888


Tutti conoscono le vicende che hanno reso cosÏ famosa la vita di Vincent Van Gogh. L’incontro con gli impressionisti a Parigi, il lavoro con i minatori di carbone, le delusioni amorose e professionali, la fame, il viaggio ad Arles, l’associazione di artisti indipendenti del sud, progetto dettato dal suo bisogno di essere giudicato e migliorarsi e di mostrare i suoi dipinti agli altri artisti‌








Nel 1869 all'Aia, lavora presso la succursale della galleria parigina Goupil, comincia ad interessarsi all'arte. Nel 1875 viene trasferito alla sede centrale di Goupil, a Parigi, ma, in piena crisi religiosa, dopo un anno si licenzia.

Vincent nel 1871, all’epoca in cui lavorava presso la Goupil. le sale di vendita della filiale dell’Aja della societĂ


To Theo van Gogh. Isleworth, Saturday, 25 November

1876…

Va a vivere a Ramsgate (Londra), e poi a Isleworth


…dove diventa aiuto predicatore di un pastore metodista. Nel 1877 parte per Amsterdam, per studiare teologia. Respinto agli esami di ammissione, si iscrive a una scuola per evangelizzatori e parte per il Borinage, regione mineraria del Belgio meridionale, dove vuole dedicarsi ai poveri.

E’ in questa scuola privata di Ramsgate che il giovane Van Gogh fu assunto per breve tempo in qualità di insegnante di francese


Nel 1879 ottiene un breve incarico a Wasmes, villaggio di minatori del Borinage, ma il suo fanatismo religioso non piace ai superiori, che non gli rinnovano il mandato. Van Gogh rivolge allora tutte le sue energie al disegno: ritratti paesaggi di nature morte. Comincia con fiducia il suo apprendistato di artista, aiutato finanziariamente e moralmente dal fratello Thèo, con il quale intrattiene una corrispondenza eccezionale. Vincent Van Gogh - Miniera di carbone nel Borinage



drammatiche le storie degli amori non corrisposti per la ventenne figlia della padrona della casa, in cui lui alloggiava, a Londra, sfumato il suo corteggiamento assillante nei confronti della cugina, rimasta da poco vedova, Vincent cercò di dedicarsi piĂš assiduamente alla pittura e allo studio. Ma soprattutto il fratello Theo, a lui legatissimo, era preoccupato oltre ad essere consapevole dell’impossibilitĂ di Vincent di condurre una vita normale


cugina



La vecchia torre di Nuenen con uomo all'aratro (Nuenen, febbraio 1884; Otterlo, Museo Kroeller-Muller)


Oltre allo studio di raccolte di incisioni e di opere tecniche, copia le opere di Millet, ne riprende i temi ne Il seminatore, acquisisce l'arte dei maestri fiamminghi e olandesi e le leggi della prospettiva, disegna in modo naturalistico (presso i suoi genitori, a Etten, nel 1881) paesaggi, strumenti agricoli, laboratori artigiani e ritratti.

Letter from Vincent van Gogh to his brother Theo, Etten, mid-September 1881 Photograph: Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)



Alla fine del 1883 Vincent Van Gogh torna in famiglia, a Nuenen. Qui allestisce uno studio e tiene lezioni di pittura. Dipinge scene di vita contadina e operai al lavoro, che culmineranno nell'opera "I mangiatori di patate" (1885


uno dei quadri più celebri di Vincent Van Gogh ed è stato compiuto nel 1885, (aprile-maggio), olio su tela, le 82×114 cm Museo Van Gogh- Amsterdam. primo capolavoro di Van Gogh punto di arrivo della sua prima fase pittorica chiamata “Periodo olandese”, precedente al trasferimento a Parigi e alla scoperta della pittura impressionista.




Paesaggio con covoni di grano e luna che sorge Olio su tela, cm 72 x 91,3 1889 KrĂśller-MĂźller Museum


l’artista dipinse Paesaggio con covoni di grano e luna che sorge maggio 1889 a maggio 1890 osservando quel paesaggio dalla finestra dell’ospedale in cui era ricoverato per gli attacchi epilettici, che frantumarono la sua psiche, ma non il suo spirito che guidava la mano.


IL SEMINATORE 1888 Otterlo (Olanda), Rijksmuseum Kroller Muller


1888 in Provenza, sud della Francia, dove l’artista si era recato alla ricerca di una luce più forte e di toni più accesi. due tinte fondamentali: il blu del campo e del contadino ed il giallo del cielo e del campo di grano. Al centro del dipinto c’è il sole, il seminatore è spostato più lateralmente. L’enorme disco del sole immerge tutto lo sfondo del cielo in un giallo intenso e carico. Il terreno, in primo piano, è in un blu con macchie di viola brillante. uno scambio vero e proprio dei colori e della realtà. Il campo, normalmente giallo, qui è riprodotto in blu, e il cielo, generalmente azzurro-blu, qui è giallo.


PRIMI PASSI Â CONTADINI CON BAMBINA Metropolitan Museum, New York , 1890


Il dipinto rappresenta una scena domestica, ambientata in un paesaggio rurale. in un orto delimitato da uno steccato sul quale sono stesi alcuni panni bianchi, mossi da un soffio di vento. tutto intorno la natura curata, addomesticata, crea un insieme armonioso, rassicurante e che dona un senso di fiducia. L’orto è abitato da un uomo, una donna e un bambino


Mezzogiorno – Riposo dal lavoro 1890 73 x 91 cm Musée d’Orsay, Parigi

Si respira tranquillità e pace nell’opera: basta guardare la donna che, stanca, appoggia la testa sulle proprie braccia, mettendosi accanto all’uomo che sta dormendo ed il cui volto è coperto da un piccolo cappello di paglia.


Particolare delle scarpe e della coppia di falcetti


Van Gogh ha sempre pensato che Millet fosse un pittore eccezionalmente moderno.

MILLET . LE QUATTRO ORE DEL GIORNO. RIPOSO


La méridienne ou La sieste (d'après Millet) [La Meridiana o la Siesta (ispirata a Millet)]

dipinta durante il soggiorno di Van Gogh a Saint-Rémy di Provence nel periodo ricoverato in ospedale. La composizione trae ispirazione da un disegno che Millet. Vincent spiega al fratello : "più che altro è come tradurre in un'altra lingua, quella dei colori, le impressioni del chiaroscuro in bianco e nero". Van Gogh riesce a fare completamente sua questa scena di riposo passa attraverso una sequenza cromatica basata sul contrasto dei colori complementari blu-viola e giallo-arancio.in quest'opera ritroviamo l'intensità unica dell'arte di Van Gogh.












L’arlesiana, 92 x 73 cm. olio su tela 1890 (periodo di Saint-Rémy), S. Paolo, Museu de Arte.

L’arlesiana o Ritratto della signora Ginoux (con vestito scuro, seduta, verso destra, parete di fondo rosa)


La composizione – realizzata durante il ricovero ospedaliero di Saint-Rémy – è una delle versioni che Van Gogh eseguì in moltissime varianti e raffigura la proprietaria di un bar ad Arles (la signora Ginoux), dove il pittore era solito trascorre le proprie serate. L’artista pare riprendere in maniera del tutto personale, un disegno realizzato pochi mesi prima da Paul Gauguin (novembre 1888). sintesi del dialogo pittorico comune dei due amici svolto durante il loro soggiorno invernale. Si mette in evidenza un impiego cromatico — assai lontano dai molteplici precedenti ritratti — alquanto pacato, dove spicca la prevalenza di colori biancastri, rosè, grigi e verdi.


Gauguin

Caffè di notte ad Arles , Night Café ad Arles , Madame Ginoux), 1890. Olio su tela, 73 x 92 cm Pushkin Museum, Mosca


All’inizio del mese di novembre del 1888 Vincent van Gogh scrisse al fratello che Gauguin stava tentando di immortalare il caffè di notte che lui aveva già dipinto. Madame Ginoux era titolare del Café de la Gare di Arles, dove Van Gogh aveva soggiornato al suo arrivo in città. Il locale era stato frequentato da prostitute, tre delle quali sono proprio raffigurato da Gauguin sullo sfondo della sua versione. Gauguin successivamente rielaborò la tela, aggiungendo la figura al lato estremo sinistro e l’uomo che conversa con le prostitute. Queste due figure, e Madame Ginoux stessa, erano già state dipinte – come detto – da Van Gogh, in altre opere.













Chi era davvero Vincent Van Gogh? Perché la sua vita, il suo personaggio, la sua arte, affascinano così tante persone? Ma soprattutto, perché durante la sua esistenza le sue opere e la sua sensibilità non furono del tutto comprese? Per capire davvero chi era Van Gogh quindi i suoi capolavori, bisogna ricostruire la sua vita, fatta di sofferenza e di rari momenti felici, tutti trasposti nelle sue pennellate.


Trovò il suo piĂš grande sostenitore nel fratello minore Theo, fondamentale appoggio economico e valvola di sfogo per Vincent, che gli scrisse numerosissime lettere, oggi ritenute dagli studiosi un’importantissima fonte di studio per comprendere la poetica del grande pittore.


Il campanile del vecchio cimitero nella neve (Nuenen, gennaio 1885; Collezione Niarchos)

CosĂŹ commenta nelle lettere a Theo, 1885, il motivo della Vecchia torre del cimitero: Ho voluto dire come quella rovina dimostri che lĂŹ da secoli i contadini vengono messi a riposare negli stessi campi in cui hanno lavorato da vivi. Ho voluto dire come morire e seppellire siano cose semplici, belle come la caduta delle foglie d'autunno; nient'altro se non un po' di terra rivoltata, una croce di legno. I campi che lo circondano formano un'ultima linea contro l'orizzonte, dove l'erba del cimitero finisce, oltre il muretto, come l'orizzonte del mare.


La memoria di tutto ciò non si esaurirà con il passare degli anni. E' significativo che così van Gogh si esprima ancora, nell'ultimo anno della sua vita, commentando alla sorella Will, 1890, il dipinto La Chiesa di Auvers: E' quasi lo stesso tema degli studi che ho fatto a Nuenen della vecchia torre e del cimitero. Solo che forse adesso il colore è più espressivo, più pieno.

La Chiesa di Auvers (Auvers-sur-Oise, giugno 1890; Parigi, Museo d'Orsay)


Notte stellata, giugno 1889, olio su tela, New York, Museum of Modern Art


Notte stellata è dipinto durante la permanenza di van Gogh nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence. È datato giugno 1889, un mese dopo l’ingresso, tredici mesi prima del suicidio. Il pittore scrive al fratello Theo: «La mia triste malattia mi fa lavorare con furore sordo, molto lentamente, ma dal mattino alla sera senza interruzione… credo che questo contribuirà a guarirmi». Soggetto di Notte stellata è il paesaggio di Saint-Rémy, filtrato però dai ricordi dei borghi olandesi della sua infanzia.


sfondo turchese un cielo brillante, limpido e sereno. Protagonista del dipinto pochi rami rigogliosi di un mandorlo in fiore. Ad illuminare la tela i boccioli bianchi purissimi. In questo frammento d’immagine racchiuso un insolito inno alla vita, che quasi non gli appartiene.In Ramo di mandorlo in fiore (1890) tutto si distende e si rasserena, una breve, intensa, parentesi di felicitĂ . Ramo di mandorlo in fiore (1890)


Il suo animo tormentato non trovò pace nella grigia Parigi e decise così di trasferirsi nella soleggiata Provenza. Lì, riuscì a catturare il secondo in cui i raggi del Sole entravano in contatto con il colore sulla tavolozza e quindi sulla tela in una produzione che è il trionfo della pittura anti-naturalistica. Vincent Van Gogh rappresentava la realtà come la percepiva esteticamente piuttosto che come fedele e concreta cronaca di ciò che egli vedeva in quel momento.


l ramo come la primavera significano rinascita, speranza, calore, ed è questo che per l’artista rappresenta la nascita del nipote Vincent Willem. Un’immensa e inspiegabile felicità che vuole raccontare come meglio gli riesce, con la sua arte. Dipinge questa tela pensando a lui, come un dono di vita e di gioia.


Girasoli, 1889. Van Gogh Museum, Amsterdam girasoli colti in ogni fase della fioritura, dal bocciolo all'appassire, con pennellate ruvide e dense. Domina la composizione il giallo cadmio, un pigmento all'epoca di recente invenzione.


Vaso con Iris, 1890. Van Gogh Museum, Amsterdam

Una delle rare nature morte realizzate al manicomio di Saint-RĂŠmy, in un barlume di serenitĂ ed entusiasmo. Van Gogh sperimenta l'accostamento di giallo e blu con l'effetto di esaltare entrambi.


Giardino con coppie, 1887. Van Gogh Museum, Amsterdam

giardino è un soggetto molto amato da Van Gogh, qui interpretato con originalità in tecnica del Pointillisme, lievi pennellate di forma e lunghezza variabile. L'effetto è di radiosa serenità, influenzato probabilmente dalla relazione che l'artista intrattenne a Parigi con Agostina Segatori.


Quando si trasferì a Arles 1888 per fondare una comunità di pittori che condividessero i suoi ideali di pittura, vi invitò l’amico e insegnante Gauguin, che grazie ai soldi di Theo, lo raggiunse. Il suo soggiorno nella Casa gialla, condivisa con Vincent, non fu né facile né lungo. Se ne andò due mesi dopo: il temperamento di Vicent era sempre più irascibile e imprevedibile tanto da spingerlo a minacciare con un rasoio l’amico, che fuggì a Parigi. Lasciato solo, Vincent si menomò, tagliandosi parzialmente l’orecchio. Autoritratto con l’orecchio bendato è la testimonianza di questo disperato gesto autolesionistico: Van Gogh si autoritrasse persino nella stessa stanza, che poco prima era stata oggetto del serafico dipinto La camera da letto.



Di lì a poco, decise di entrare in una casa di cure a Saint-Rémy, dove cominciò una produzione di autoritratti, di iris e cipressi e di stelle. È il periodo della famosissima Notte stellata. Non era più il Sole a dare la luce ai suoi quadri, ma la Luna e le stelle. Non era più il giallo il colore dominante ma le tonalità scure dei blu e dei verdi, ricorrenti anche nella sua successiva produzione a Auvers-sur-Oise, dove si trasferì, sperando invano in un miglioramento nelle proprie condizioni di salute. Una tragica notte di luglio 1890, si sparò con la sua pistola in un campo di grano. La ferita lo uccise due giorni dopo.


A fine Ottocento, Vincent Van Gogh, il pittore che oggi batte i record alle aste internazionali, vendette unicamente Il Vigneto rosso. Sapeva di non star vivendo per la sua generazione, bensì per «quella che verrà» del Post-impressionismo e dei Fauves francesi e dell’Espressionismo tedesco, che lo avrebbero riconosciuto un loro anticipatore.


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