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ANNEE SCOLAIRE 2014/2015 Textes des élèves de III D Istituto comprensivo “Dante Alighieri” Scuola secondaria di I grado Cornate d’Adda Italia

1 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Un giorno d’estate Un giorno d'estate, in Romania dai miei nonni, mi venne un ghiribizzo.

Decisi di andare ad aiutare mio nonno a raccogliere le prugne e a raggruppare il fieno nelle “montagnette”, secondo un metodo tradizionale.

Il frutteto di mio nonno si trova in montagna, per arrivarci ho dovuto attraversare un fiume e salire una strada sterrata abbastanza ripida e lunga.

Quando lo raggiunsi mi buttai per terra e iniziai a rotolare su quelle piccole collinette erbose finché non arrivai alla fine del giardino.

Mio nonno mi aspettava con una mia amica, Silvia.

Era una ragazza piena di albagia , ma a volte un po' zuzzurellona, snella, con i capelli castani e gli occhi verdi come l'erba dei prati.

Ci sedemmo per terra sotto un melo a guardare il cielo.

Inevitabilmente il profumo del fieno e del frutteto ci avvolse con tutte le sue fragranze.

La cosa che amo di più di quel posto sono gli alberi, alti e imponenti che con la loro maestosità offrono riparo e relax.

Nei decenni passati mio nonno piantò di continuo centinaia di alberi e ortaggi.

Alcune di queste piante sono dei meli, quelli più piccoli sono “estivi” e quelli più grandi sono “autunnali”. Io preferisco le mele estive perché sono succose. Vi sono una quantità enorme di pruni che, purtroppo, ultimamente non rendono come gli anni scorsi.

Dopo esserci rincorse per le collinette, tra cadute e risate, decidemmo di arrampicarci sull'albero più alto.

2 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Arrivate in cima colsi delle mele e ci fermammo lassù a mangiare tranquillamente, godendoci quel sapore insostituibile.

Da lassù il paesaggio sembrava una valle incantata delle fiabe.

Ogni giorno io e Silvia ci davamo appuntamento per prendere il sole in quel nostro piccolo angolo di paradiso, dove potevamo rilassarci, dimenticando tutto e tutti. In piena armonia con la natura.

Andra Mihai

3 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Atmosfere magiche nel giardino dei nonni

La mamma mi ha lasciato dai nonni mentre lei sarebbe andata in ospedale per fare una visita dal cardiologo per verificare la regolarità delle onde sfigmiche. Niente di grave, per fortuna: un semplice controllo per verificare la regolarità delle pulsazioni arteriose.

Io ne approfitto per andare a trovare il nonno Fabio e la nonna Lucia, che non vedo da mesi perché abitano molto lontano da casa mia.

La casa dei nonni si trova in un piccolo paesino sperduto della campagna.

La casa è grandissima, ma la parte più bella è il giardino.

Il giardino è semplicemente fantastico: la siepe d’ortensie è piena di fiori rosa, blu dalle differenti tonalità.

All’interno del giardino gli alberi sono tagliati secondo l’antica arte topiaria ed hanno quasi sempre forme sferiche e lì il giardino è ancora più bello ed originale, se solo ciò fosse possibile.

Il profumo di gelsomino che si spande ovunque fa tornare alla memorie fiabe di principesse, fate ed unicorni. Ma l’angolo del giardino che preferisco è l'enorme distesa di erba che io e mio cugino usiamo per correre, rotolarci e per giocare a calcio.

I nonni sono molto affezionati al loro giardino. La nonna, una donna molto religiosa e pia, vi trascorre molta parte del suo tempo. Mio padre la prende in giro dicendole che quando non è inginocchiata davanti all’altare è inginocchiata davanti ad un’ aiuola per togliervi le erbacce. Mio padre ha soprannominato la nonna , con po’ di cattiveria, “la mangiamoccole”.

4 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Allora la nonna, con grande calma, ribatte al figlio che un uomo che di professione palletizza le merci, non può certo capire gli aneliti e le inquietudini dello spirito.

Mentre mi perdevo in queste riflessioni non mi sono resa conta che ormai la luce del tramonto indorava la sommità degli alberi.

Ho trascorso una giornata fantastica nel giardino dei nonni.

Francesca Nava

5 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Un labirinto di speranze Era il 28 giugno, io e Silvia avevamo conosciuto ad un concerto a Milano, Alessia, una ragazza gentile, educata e molto simpatica. Passammo tutta la serata insieme: fu strano perché mi trovavo talmente bene con lei che mi sembrava di conoscerla da sempre. Finito il concerto, prima di tornare a casa ci scambiammo i numeri di telefono e ci abbracciammo.

Sapevo già che mi sarebbe mancata, dato che non sarebbe stato facile incontrarci di nuovo perchè lei abitava in Sicilia.

Dopo una settimana feci un sogno strano, io, Silvia ed Alessia ci trovavamo in un enorme giardino; in realtà non era un semplice giardino, aveva qualcosa di speciale. Infatti un cartello avvertiva: “Entrate e potrete dimenticare l’abominio delle ingiustizie quotidiane. In questo giardino si realizzeranno tutti i vostri desideri”. Era il Giardino dei Desideri. L' entrata era sbarrata da un portone che si aprì immediatamente appena noi ci avvicinammo: un labirinto formato da siepi si parò davanti ai nostri occhi.

Mi apparve una visione dall'alto del giardino-labirinto e seppi così che il mio compito era raggiungere il suo cuore. Sapevo già che percorrere questo labirinto non sarebbe stata una cosa semplice, vi entrammo, tuttavia, con un atteggiamento tracotante e iniziammo a incamminarci decise verso la nostra meta.

Il labirinto era pieno di archi ricoperti di aulenti fiori colorati, un vero spettacolo per la vista e per i sensi. A mano a mano che ci avvicinavamo al cuore del labirinto il percorso diventava sempre più difficile e il profumo dei fiori era così forte che ci stordiva. Mentre percorrevamo il labirinto mi immaginavo come potesse essere il cuore del giardino. Eravamo molto stanche ed assetate. Stavamo camminando da più o meno quattro ore, quando ad un certo punto, si intravide un arco particolare… a forma di cuore. Ipotizzammo di essere quasi arrivate al cuore del giardino. Dopo aver oltrepassato l'ultimo arco, arrivati nel centro del labirinto, sentii una voce che mi chiamava.

Era mia madre che mi diceva che dovevo svegliarmi per andare a scuola. Non ero riuscita a finire il sogno. Da quel giorno ho cercato di immaginarmi come avrebbe potuto finire quel sogno e cosa avrei potuto desiderare.

Chiara Mone 6 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Giardino d’estate Era un pomeriggio d’estate e come al solito mi recai nel giardino di mia nonna.

L’aria era fresca e, per la gioia, mi misi a correre tra i fiori colorati che costellavano il prato: sembrava di correre su un arcobaleno.

Gli uccelli cinguettavano e bevevano dalla fontanella, le api ronzavano intorno ai fiori su cui si erano posate colorate farfalle…ed io correvo alla velocità di un terzuolo in picchiata, senza che nulla mi ostacolasse.

All’improvviso vidi una bambina che saltava alla corda e le chiesi di giocare con lei. Mi guardò in modo torvo e mi disse di no poiché provava una vera idiosincrasia per il mio modo di parlare. Non capii bene la risposta, ma subito pensai

che

ben ed

la

strana. io

me

bambina

fosse

Infine mi cacciò

ne

andai

sconcertato.

Decisi,

comunque,

avremmo

che

dovuto

diventare amici;

così tornai da lei

nei

seguenti, ma fui

giorni

sempre respinto.

Un

decisi

presentarmi con

di

mattino

una scatola di biscotti e di proporle di mangiarli insieme, ma non la trovai.

Iniziai a cercarla per tutto il giardino ed alla fine la trovai nell’orto di mio nonno che piangeva…innaffiando così i rapanelli. Le andai incontro e la consolai. Fu allora che si confidò e mi raccontò della sua vita vagabonda e dei maltrattamenti subiti dai genitori: aveva iniziato a fidarsi di me e da quel giorno ci incontrammo sempre sotto lo stesso albero per confidarci e consolarsi a vicenda.

Era uno degli ultimi giorni d’estate quando, incamminandomi per il solito appuntamento, scorsi già da lontano un cumulo di ciarpame sotto al nostro albero.Un senso di inquietudine mi pervase e si dissolse solo quando, molte ore dopo, riuscimmo a liberare quel luogo da tutti quei rifiuti restituendolo alla sua bellezza ed alla sua armonia.

Daniel Cancellara 7 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Giornate d’estate

A Roma, come ogni giorno d'estate, in piazza si radunano vari gruppi di ragazzi che tutte le nonne chiamano pipinare.

Questi ragazzi giocano sempre a calcio, in ogni angolo libero della città o al parco di Villa Borghese, dove ci sono degli immensi giardini… ma anche i pizzardoni. I ragazzi in questione sono sempre molto rumorosi, antipatici e assai maleducati: buttano lattine nel prato, deridono le persone, compiono matterie per il la città e, quando qualcuno li riprende , scappano via in bicicletta od in motorino.

Domani partirò con i miei genitori per una vacanza in Norvegia e tutto questo bailamme estivo sarà solo un ricordo.

Alloggeremo in un albergo, con un immenso giardino, con betulle, larici e pini. Andremo fare una lunga gita in barca, in mare aperto.

Incontreranno molte specie animali marine, tra cui la balena, un grande mammifero dotato di spiracolo, che gli consente di respirare.

Sarà uno spettacolo vedere il momento in cui la balena spruzzerà l'acqua verso il cielo dal suo spiracolo!

Filippo Scarabelli

8 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Il giardino del vampiro Come tutti gli anni eravamo a Viterbo con la mia famiglia per trascorrere le vacanze estive dai miei cugini. Il giardino di Bomarzo era sempre stato oggetto delle nostre discussioni notturne. Non posso negare il fatto che ero ossessionato da quel luogo, ma soprattutto dal vampiro che si diceva vivesse al suo interno.

Era quasi la mezzanotte di un martedì particolarmente caldo quando la curiosità prese il sopravvento sulla paura. Decisi di andarvi.

Presi una torcia, misi i miei mocassini preferiti, indossai un cappello da esploratore (alquanto eccentrico in verità) e mi incamminai con la mia andatura dinoccolata che mi rendeva riconoscibile da molto lontano. L’avventura iniziò molto male. Appena arrivai mi accorsi subito che per entrarvi, avrei dovuto passare attraverso una terribile bocca.

La paura era tanta, ma non avevo scelta.

Controllai in tasca se avevo con me dell'aglio (avevo letto tutti i libri sul conte Dracula, quindi sapevo che l'aglio mi avrebbe protetto dal maledetto vampiro che viveva dentro al giardino). Feci un profondo respiro e mi incamminai verso la porta. Appena entrai non riuscii a credere ai miei occhi: una luce intensa rendeva tutto perfettamente visibile.

Un enorme elefante mi sbarrava il sentiero, ma allo stesso tempo una bellissima ragazza (che mi ricordava molto Jennifer Lopez), affacciata al balcone di una casa pendente e con due enormi panini in mano, mi invitava a mangiarne uno con lei. Non avevo dubbi, sarei andato a mangiare il panino con “la pupa” e poi sarei tornato di corsa a casa perché si era fatto veramente molto tardi. Appena davanti alla ragazza mi presentai “Piacere sono Anass, e tu come ti chiami bella ragazza?” “Jessica” - rispose -“mangiati questo buon panino, l'ho preparato per te”. Non esitai a mangiarlo e sferrai il primo morso: neanche il tempo di assaporarlo ed il panino era già finito. A quel punto dovevo proprio andarmene. “Ciao” - le dissi.

“Perché vai via” – rispose - “ritornerai domani a trovarmi? Qui mi sento sempre molto sola. Sei la prima persona con cui parlo da quando è morto mio padre, lui era il custode di questo bellissimo giardino. Io non ho nessun amico. Tutti a scuola mi prendono in giro per via dei miei denti un po’ troppo aguzzi, mi chiamano “il vampiro del giardino di Bomarzo.”

Capii allora che quella dell’esistenza del vampiro era solo una sciocca superstizione!

Anass Bayoud 9 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Il giardino e la bambina

Un inebriante profumo di rose mi attirò in giardino.

Si trattava di un giardino appena fiorito e rigoglioso, pieno di colori ed emozioni.

E lì vidi una piccola bambina, con dei bellissimi boccoli biondi che saltellava di qua e di là e ogni tanto raccoglieva una rosellina bianca.

Un po' di brina si era posata sui petali che facevano luccicare e brillare il fiore.

In quel momento tutto intorno alla bambina si espandeva un’aura candida e pura, come quella flora che la circondava.

La vegetazione dettagli.

era curata fin nei minimi

Le composizioni così armoniche, sia

nei colori che nella forme, ricordavano armonie degne di un quadro; E anche la bellezza della bambina nella sua semplicità faceva parte di quella meravigliosa opera.

La bambina dopo un po’ si sdraiò sull’erba fresca di rugiada e, come se si trattasse del suo cuscino,

la

sprimacciò.

Poi cadde lentamente nel sonno.

Gaia Steficic

10 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

CALZABRACA

Calza usata nel Medioevo; Attillata, fasciante ed aderente, Lunga fino alle caviglie.

Zuzzurellone si sente colui che l’indossa ed Appariscente durante le feste.

Bella e con stile essa si palesa Raramente acquistata dall' Alta borghesia Colorata vivacemente, diventa oggi Adatta a qualsiasi momento

.

Lazzaroni Nicolò

11 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

LA PRINCIPESSA e IL PESCIVENDOLO Molto tempo fa esisteva un castello dove abitava una bellissima principessa di nome Luna. Luna era una strana principessa dal momento che viveva senza servitù nel suo castello, unica sua compagnia erano le guerdie. Forse era per questo che non invitava nessuno nel suo castello né dava feste. Nel castello c'erano quadri di valore, il salone era ricoperto completamente d'oro e le piastrelle del pavimento erano di preziosi vetri trasparenti.

Il castello era circondato da un giardino bellissimo, molto grande con alberi di mele che producevano frutti di un rosso intenso, con profumati fiori e delimitato da cespugli di alloro.

Un giorno la principessa uscì dal suo castello per andare dal pescivendolo.

Il pescivendolo nutriva una certa curiosità per il castello di Luna e appena la vide entrare nella bottega non resistette e incominciò a farle molte domande.

In realtà il pescivendolo, malgrado la sua umile origine, era appassionato di arte e desiderava impossessarsi dei magnifici quadri custoditi nel castello.

La sera stessa il pescivendolo, si mise ad elucubrare un piano per entrare nel castello. La sera seguente egli riuscì furbescamente ad entrare nel giardino e a nascondersi dietro a un cespuglio di alloro. Il pescivendolo spiava la principessa senza che lei si accorgesse di niente.

Dopo alcune ore, la principessa spense tutte le luci del castello e si mise a letto.

Il giorno dopo, visto che era il suo genetliaco, Luna si mise a provare mille vestiti meravigliosi, ma non sapeva quale scegliere visto che erano tutti meravigliosi. Alla fine scelse e indossò un vestito rosso molto elegante.

Quando uscì dalla stanza per recarsi in salone non vide i quadri. Si mise a gridare e a piangere per la perdita irreparabile.

Decise che le guardie montassero la guardia anche di notte per sorvegliare 12 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

il castello, cosa che non era mai avvenuta prima. Le guardie rimasero sorprese , ma obbedirono anche se erano impaurite a quel pensiero.

Quando arrivò la notte si misero a strillare perché in un cespuglio di alloro videro muoversi le foglie e non sapevano cosa fosse. Risultò poi trattarsi di un coniglietto impaurito.

Le guardie fecero un sospiro e il coniglio scappò via.

Intanto nel castello la principessa non riusciva a dormire per la paura che entrasse qualcuno nel castello a rubare.

I giorni seguenti trascorsero nella tranquillità più assoluta ed alla fine la principessa si decise a ritornare alla routine di tutti i giorni.

Fu così che si decise a tornare dal pescivendolo. Grande fu la sua sorpresa quando vide che la pescheria si era trasformata in un raffinato negozio di antiquariato con un misterioso magazzino il cui accesso era negato ai più!

Martina Massardi

13 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Un giardino a festa Oggi mia cugina mi ha detto che, la prossima settimana, festeggerà il suo compleanno.

Sua mamma è già molto agitata perchè ha paura di non riuscire ad organizzare la festa in tempo: grida per tutta la casa con mia cugina perchè non riescono a trovare un accordo sulla scelta degli inviti. Mia cugina, ormai disperata, mi chiede un un aiuto per abbellire gli inviti, scelti dalla mamma, ma a suo giudizio troppo semplici. In un attimo recuperiamo tutti i pastelli ed i pennarelli disponibili in casa e li spargiamo sul tavolo che si trasforma in un arcobaleno. I bigliettini, nel giro di poco tempo, diventano davvero graziosi: palloncini e fiocchetti multicolore risaltano sulla carta di un lilla molto delicato.

Li mostriamo subito a sua mamma che , piacevolmente stupita, ci raccomanda di consegnarli subito perché, afferma, procrastinare non è mai una bella cosa.

A quel punto, come due pazze, ci scapicolliamo per le scale. Portiamo con noi anche un pesante fermalibro di bronzo che avremmo dovuto consegnare alla nonna di Lorena.

Malauguratamente il fermalibro mi cade sulle scale con un terribile tonfo. Mio zio accorre spaventato, ma subito si tranquillizza e mi dice di non preoccuparmi perchè le piastrelle che ricoprono le scale sono di una ceramica molto molto resiliente.

Subito dopo usciamo di casa per consegnare gli inviti agli amici.

Nel totale delirio, arrivò il giorno della festa che si si sarebbe svolta in un grande giardino. Il giardino, che di solito sembrava abbandonato ed aveva un aspetto piuttosto inquietante e triste, ora era irriconoscibile. Abbellito con palloncini colorati, con festoni di carta crespa multicolore e con gazebi contornati di tulle, ora appariva un invito alla gioia.

Dolcetti fantasiosi ed elaborati erano elegantemente disposti sui tavoli ricoperti da eleganti tovaglie. Al centro del giardino, sotto un grande gazebo di tulle lilla svettava una grande torta.

Dopo aver giocato sui gonfiabili venne l'ora della torta, tutti si fiondarono intorno al tavolo per cantare “Tanti auguri ” alla festeggiata.

Tagliata la torta, tutti ebbero la loro fetta e la mangiarono con voracità.

Le preoccupazioni iniziali si rivelarono inutili…la festa fu un gran successo!

Matilde Stucchi 14 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Oltre il giardino misterioso Ieri pomeriggio io ed il mio migliore amico Andrea, poco più alto di me e con due bellissimi occhi verdi, ci siamo avventurati in un sentiero in mezzo ad un bosco.

Dopo aver camminato a lungo, senza sapere cosa ci aspettasse e senza sapere dove saremmo finiti, ci fermammo per mangiare un panino. Alla fine del lungo tragitto ci ritrovammo in una radura e alzando lo sguardo, vedemmo molti uccelli di specie diverse . Il suono dei loro canti, a volte melodico, altre stridulo, ci guidò verso un grande giardino abbandonato e mal curato, con tante erbacce alte e fiori secchi ovunque. Decidemmo subito di avventurarci per scoprire cosa ci fosse oltre. Nel bel mezzo di quella natura così selvaggia vedemmo una casa che ci suscitò molta paura. Anch'essa era abbandonata, con i muri rovinati. Il sole iniziava a calare ed io in quel momento iniziai ad avere ancora più paura di quanta non ne avessi mai provata. Andrea decise di entrare nella casa ed io, non volendo restare sola, lo seguii.

Quella casa era proprio un posto TETRO, ma fortunatamente in una stanza trovammo una torcia per fare un po' di luce. Mentre controllavamo se nelle stanze ci fosse qualcosa di interessante e magari anche di prezioso, entrammo nell'ultima stanza in fondo al lungo corridoio. Di colpo si sentì un rumore strano provenire proprio dal corridoio. Era INELUTTABILE che il terrore ci assalisse. La torcia iniziava a scaricarsi e ogni tanto si spegneva. Risentimmo di nuovo quel rumore provenire alle nostre spalle, mentre ci girammo davanti ai nostri occhi un topolino che portava un pezzo di formaggio fuggiva verso la sua tana. Nella stanza a fianco trovammo una cassa piena di formaggi ammuffiti che di sicuro erano di gradimento del topino. Scoppiammo a ridere e uscimmo senza più paura. Ci mettemmo in cammino, attraverso il bosco, per tornare a casa. Vi giungemmo che ormai era quasi mezzanotte. Avevamo vissuto un'esperienza divertente di cui ci resterà, purtroppo, un ricordo EFFIMERO. Michela Cambareri

15 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

UN POMERIGGIO AL PARCO Era venerdì. Io ed Edoardo eravamo al Parco Sotto Casa di Vimercate con alcuni nostri amici, Luigi e Giancarlo. Stavamo giocando a rugby in un prato verde pieno di margherite, ci circondava un profumo fortissimo e fresco di fiori. Il terreno ci sembrava morbidissimo, forse perchè dopo un po’ di placcaggi e cadute per terra uno ci si abitua.

Terminata la partita, vedemmo una bici desueta buttata vicino ad un tavolo di legno che conoscono solo in pochi perchè è nascosto dalle piante. Ci siamo avvicinati: un signore anziano blaterava da solo, come un matto.

Siamo scoppiati a ridere istintivamente.

Una volta smesso di ridere, Luigi gli chiese - Sta bene, signore ?

E lui rispose - Sì, grazie è solo che.... e Luigi - Che ??? e il signore rispose - Non puoi capire sei troppo piccolo ma Luigi testardo replicò - Io capisco tutto - e si arrabbiò.

Il signore fece un sorrisino e continuò a blaterare da solo.

Ce ne andammo stupiti: non è cosa di tutti i giorni vedere un signore che blatera da solo.

Avevamo quasi raggiunto l’uscita, quando Luigi propose di ritornare indietro e di nasconderci dietro alle siepi che circondavano il luogo in cui l’anziano signore teneva il suo soliloquio. Fu così che ci nascondemmo tra i cespugli di biancospino, in assoluto silenzio. Dopo poco scoprimmo che i discorsi dell’anziano non erano così strampalati. Non parlava da solo, ma si rivolgeva ai fiori della grande magnolia che lo sovrastava ed ad ogni fiore dedicava un ricordo della sua gioventù.

Tornai a casa dopo il mio particolare pomeriggio al parco e a cena, raccontando l’accaduto a mia madre, scoprii che lo strano personaggio che avevamo incontrato era un poeta che, ormai consapevole che la sua ora stava arrivando, aveva deciso di affidare la sua poesia al profumo dei fiori perché la diffondessero in ogni dove.

Nicola Dessì 16 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Una splendida interrogazione Un giorno dei ragazzi di nome Ned, Simon ( per tutti Cook) e Suzie si ritrovarono nella grande biblioteca della loro scuola media per accordarsi su dove andare nel pomeriggio per svolgere la ricerca di scienze sulle piante.

Simon era convintissimo che fossero andati in biblioteca per cincischiare e perdere la lezione dell'ora dopo, ma i suoi amici, stupiti, gli fecero subito capire che le loro intenzioni erano ben diverse.

I tre amici si arrovellarono per tutta la quarta ora. Infine Ned e Suzie, alquanto perplessi, decisero di incontrarsi nel giardino della Torre Inazuma ( chiamata così in onore della più grande federazione calcistica del paese ) dove, secondo Ned, non sarebbero stati disturbati e avrebbero potuto svolgere il loro compito. Arrivata l' ultima ora, prima del suono della campanella, i ragazzi chiesero al bidello Alessandro di farli uscire un poco prima.

Il povero bidello si era addormentato per le troppe sfacchinate imposte dal vice preside e alla voce dei ragazzi si svegliò di soprassalto, ma quando comprese le richieste dei ragazzi la campanella suonò. I ragazzi finirono “ spiaccicati “ contro la porta dell' uscita travolti dagli studenti che non vedevano l’ora di andarsene. Il vice preside sentendo tutto quel trambusto uscì dal suo ufficio per far ritornare tutto sotto il suo controllo. I ragazzi, vedendolo arrivare, si zittirono all' istante ma, come in tutte le scuole, i soliti bulletti trovarono l' occasione per far ridere tutta la scolaresca. Il capo gruppo Billy si avvicinò ad un compagno esile e minuto e si rivolse a lui con tono beffardo dicendogli che era la persona più inutile al mondo.

A quel punto si spalancarono le porte dell'uscita e i ragazzi corsero per prendere il pullman lasciando il povero bidello a pulire e Billy impunito. Ned, Suzie e Simon si trovarono all'ingresso della torre Inazuma. A prima vista sembrava un posto abbandonato e spettrale, ma una volta entrati ci si ritrova in un giardino immenso e molto ben curato. Al suo interno si trovavano un roseto e un boschetto con dei tavoli per i picnic. I ragazzi entrarono con tutto il loro materiale, ma 17 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

prima di iniziare fecero merenda. Terminata la merenda andarono diretti a fare il compito senza dare nemmeno un'occhiata al roseto. Arrivati al boschetto iniziarono a osservare le piante e a dire i loro nomi sforzandosi di non sbirciare dal libro. Passarono circa 2 ore prima che si fermassero e si riposassero almeno un po'... Suzie chiese agli altri di seguirla verso il roseto. Ned e Simon rimasero perplessi dalla proposta, ma poi si lasciarono convincere e presero a camminare sul sentiero che porta al roseto. Mentre camminavano, Suzie chiedeva ai ragazzi il nome delle piante o che tipo di foglie avessero, ma Ned non la ascoltava. Ad un certo punto Suzie per attirare l’attenzione di Ned gli chiese se voleva diventare il suo fidanzato. Ned, stupito ( ed eccitato ) rispose di sì, ma Suzie, a quel punto, per vendicarsi della sua disattenzione gli disse che era uno scherzo. Dopo 15 minuti di cammino arrivarono davanti ad un grande distesa di rose bianche e rosse. I ragazzi erano così meravigliati che decisero di fare un selfie davanti a quello spettacolo di colori, dicendo che avrebbero ricordato quel giorno come il migliore dell'anno. Il giorno dopo i ragazzi andarono a scuola abbastanza tesi perché avrebbero dovuto essere interrogati sulla loro ricerca. Al suono della campana che segnalava l’inizio dell’ora di scienze i ragazzi esposero la loro ricerca senza alcun intoppo o dimenticanza. Il loro professore di scienze rimase stupito dalla loro esposizione, infatti non avevano ripetuto in modo pedissequo la lezione, ma avevano esposto con passione ed originalità le loro conoscenze. Fu contentissimo di dare un 10 al gruppo.

Sara Ravanelli

18 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

IL SOGNO DI JOHN John era figlio unico di una famiglia molto povera e non aveva i giochi ed i cellulari degli altri ragazzini. Era molto altruista e gentile. Queste e molte altre qualità gliele avevano insegnate i suoi genitori che pensavano che il valore più importante fosse la famiglia.

La sua famiglia arrivava a malapena alla fine del mese.

Fra qualche giorno sarebbe stato il compleanno di John e, per fargli una sorpresa, i suoi genitori volevano regalargli una vacanza dove aveva sempre desiderato : Sharm El Sheikh. John era rimasto affascinato dai racconti dei suoi amici che ne avevano sempre parlato benissimo… e finalmente ora avrebbe potuto andarci.

La madre e il padre facevano economie da tempo e risparmiavano anche sul cibo, mangiando il minimo indispensabile per realizzare il desiderio più grande del figlio: con il passare del tempo diventavano sempre più esili e segaligni.

Il “grande giorno” arrivò e John, quando scoprì quale fosse il suo regalo, rimase a bocca aperta per lo stupore e non smise più di abbracciarli e di ringraziarli.

Arrivò anche il giorno della partenza.

Appena arrivato in albergo notò subito che esso era circondato da un giardino meraviglioso con palme altissime e fiori esotici dal profumo inebriante. Dedicò molto tempo alla perlustrazione del giardino e vi scoprì un vecchissimo fico sicomoro, rivoli d’acqua costeggiati da ciuffi di canne e di papiro. Nell’angolo più remoto del giardino si trovava un delizioso stagno con delicate ninfee loto. Rimase a lungo incantato ad osservare le palme di dattero con le loro foglie pennate.

Ormai sul fare della sera tornò in albergo e lo trovò pieno di stranieri e di arabi che si salutavano facendo tanti salamelecchi.

Tutti i giorni, con la sua famiglia, alla mattina andava in spiaggia e il pomeriggio gironzolava nel giardino. Secondo John il mare era fantastico, l'acqua era limpida e la barriera corallina era molto vicina alla spiaggia.

La mattina, sotto l’ombrellone, John leggeva poesie e biografie di poeti ( abbiamo già detto come fosse un animo sensibile); un giorno restò colpito dalla definizione che il famoso poeta contemporaneo Andrea Zanzotto diede del lavoro del poeta: “Quando si scrive una poesia è frequente la serendipità: miri a conquistare le Indie e raggiungi l'America.”

19 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Gli ultimi giorni andarono a fare delle escursioni e la più divertente fu quella nel deserto, a dorso di cammello. A ”guidare“ i cammelli c'erano due ragazzini arabi, dalla corporatura asciutta, che si assomigliavano molto. Ad un certo punto uno dei due si arrabbiò con un turista e gli diede un calcio. Fu un errore sesquipedale perché il suo capo lo vide e lo licenziò in tronco. Questo evento, tuttavia, non riuscì a guastare il ricordo di quella giornata.

Venne il momento di partire e per tutta la famiglia fu difficile abbandonare quel luogo meraviglioso, tanto più che il tempo era splendido.

Alessandro Biffi

20 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

“SERAFICO SON” Sono emozionato per domani perché E' un giorno speciale per me; Rimarrò in casa Ad aspettare, Felice e allo stesso tempo calmo, Il ritorno di mio padre Con il regalo per il mio compleanno Oltre modo meraviglioso

Mirko Corno

21 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

GIARDINO DI PRIMAVERA

Dal giardino di casa arrivò un inebriante profumo.

Mi affacciai al balcone e vidi un'accozzaglia di persone, ma ciò che attirò la mia attenzione furono le rose del giardino appena sbocciate che avevano un profumo dolce e rilassante.

Quel giardino pieno di piante e fiori in primavera si trasformava in un vero e proprio arcobaleno di colori.

Scesi di corsa e mi misi in un angolino, sotto tre imponenti pini verdi. Mi sdraiai sul morbido prato e sentii quella sensazione di freschezza

dell'erba

bagnata

che

mi

diventò

una

ricordava la mia infanzia.

Il

cinguettìo

degli

uccellini

musica rasserenante, sembrava quasi fossero in una buffa conversazione, come se stessero a sfruculiandosi.

Mi misi con il naso all'insù e iniziai a guardare il cielo azzurro.

Tanta bellezza e serenità mi mandò in sollucchero e poco dopo mi addormentai.

Silvia Bonomini

22 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Tormentato viaggio intrapreso da marinai Robusti e esperti nel loro lavoro che, Entrati in un mare burrascoso e senza fine, Bagnati dalle onde alte e Increspate, Si ritrovarono finalmente salvi Ove sorgeva un enorme Nonchè importante faro per la città Dove tutti i marinai trovavano conforto in seguito a un Ardua perdita di rotta Alice Mileto

23 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Un eroico giardino Giulia era una ragazza di vent’ anni bella da togliere il fiato , con gli occhi cerulei in cui era facile perdersi e di carattere timido ed introverso. La casa di Giulia affacciava su un giardino lussureggiante con imponenti di ciliegi e disseminato di rose di colore rosso fuoco e di schive violette.

Giulia ogni tanto andava a prendersi cura del giardino: annaffiava le rose e le viole e, nelle belle giornate, si sedeva all’ombra di un ciliegio a leggere un libro.

Fu proprio in un caldo giorno d’estate mentre stava annaffiando le rose che Giulia vide un uomo che la stava osservando. Si impaurì perché aveva l’aspetto di un vero gaglioffo.

Per le due settimane successive la ragazza si recò in giardino per trovare sollievo dalla calura estiva e ogni volta vide l’uomo osservarla furtivo.

Infine,

un

pomeriggio

in cui il cielo si

rabbuiò per

un

improvviso

temporale

estivo, l’uomo le

si avvicinò

per

cercare

di

aggredirla.

Giulia iniziò la

sua

trovando riparo

tra le siepi

di

biancospino

che,

stranamente, infittirsi

fuga

sembrano al

passaggio

del malvivente; proseguì cercando riparo tra i cespugli di rose e con stupore vide che le spine non davano tregua all’uomo. Infine si diresse nella parte più selvaggia del giardino dove i ciliegi e gli altri alberi da fusto creavano un fitto labirinto di rami e di radici che lei ben conosceva, ma che non lasciò scampo all’uomo che cadde ferendosi.

Giulia riuscì così a scappare e a chiamare la polizia; il gaglioffo venne arrestato.

Giulia

da

quel

giorno

in

poi

si

prese

cura

amorevolmente e quotidianamente del giardino che le aveva salvato la vita.

Issam Bouaimbi

24 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Un felice incontro Silvie, una giovane donna in carriera, lavora per una rivista di moda a Parigi.

La sua principale preoccupazione è il lavoro che occupa la maggior parte del suo tempo settimanale.

Negli ultimi tempi, però, l'assale sempre più il desiderio di staccarsi dal suo impegno lavorativo.

Anche Sophie, una studentessa universitaria, è in cerca di un luogo calmo e isolato dai frastuoni parigini per passare un pomeriggio tranquillo.

Casualmente si scontrano: Silvie è occupata a cercare mete per il suo relax sul navigatore del suo smartphone di nuova generazione e Sophie, invece, ha il naso incollato sulla cartina che tiene disordinatamente fra le mani. Entrambe sono alla ricerca di parchi e di zone tranquille della città.

Solo quando alzano lo sguardo, si rendono conto di aver trovato quello che stavano cercando.

Un enorme giardino tempestato da verdeggianti alberi, si apriva davanti a loro.

Un piccolo laghetto artificiale con un ponticello giapponese di un colore rosso sbiadito portò sulle facce tese e preoccupate delle ragazze, un'espressione calma e rilassata.

Gli alberi di nespolo avevano un dolce profumo a metà tra il miele e l'anice. I frutti, che si potevano facilmente raccogliere, avevano la buccia vellutata e morbida.

Le due ragazze apparivano già rilassate e senza pensieri, l'oblio aveva avvolto le loro menti, si sentivano senza ricordi e senza preoccupazioni. Passeggiavano ammirando le piante di magnolie ricoperte da fiori bianchi con sfumature rosa, dal dolce profumo.

Al centro del giardino c'era un’installazione di un artista moderno: in una tavola riccamente imbandita sedevano un uomo ed una donna che si accingevano a consumare una pantagruelica cena, all’altro capo della tavola diversi uomini, donne e bambini scheletrici si dividevano un tozzo di pane. Silvie e Sophie si avvicinarono silenti e pensierose ad ammirare l’opera. Si sentivano soltanto i delicati cinguettii dei merli.

25 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Si sedettero sotto una grande quercia, chiacchierando e scambiandosi i pensieri scoprirono di avere tante cose in comune.

Amavano la tranquillità che regnava in quel posto.

Senza nemmeno rendersi conto, passarono le ore, si fece buio e la luna e le stelle illuminarono il giardino rendendolo ancora più magico.

Era tutto fantastico e meraviglioso, ma come succede nei sogni, al risveglio tutto svanì.

Era giunta l'ora di tornare alla vita di sempre.

Valeria Nardiello

26 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda

Un giardino palestra Rocky non amava il calcio come tutti i ragazzi: amava la boxe. Viveva in una piccola città e non vi era nessuna palestra dove andare ad allenarsi, per questo era costretto a farlo nel giardino di casa sua.

Questo ormai era contaminato dai tipici sacchi, corda per saltare, copertoni di auto.

attrezzi della disciplina: pungiball,

Durante le vacanze estive e quelle di Natale si allenava più duramente del solito e ingaggiava combattimenti clandestini, anche quando era lapalissiano che avrebbe perso, perchè pensava che fosse un buon allenamento.

Durante uno di questi combattimenti un osservatore sportivo lo notò e si dichiarò disponibile ad aiutarlo. Fu così che Rocky, la settimana seguente si trasferì nella capitale e vide, per la prima volta, una vera palestra di boxe.

Quando tornò a casa fece una descrizione icastica della palestra ai suoi genitori che, immediatamente e con precisione, si immaginarono la palestra nei minimi dettagli.

Essi erano al contempo felici e molto preoccupati per la carriera che il loro figlio stava intraprendendo. Fu con questo spirito che si recarono ad assistere al primo combattimento ufficiale di RocKy.

Mentre i genitori aspettavano sugli spalti, Rocky negli spogliatoi rivolgeva domande a chiunque incontrasse, ma tutti gli rispondevano con burbanza poiché era il “pivellino” di turno.

Salì sul ring con ancora più determinazione e con il ricordo del verde e dei profumi della sua palestra-giardino nella testa.

Nessuno saprà mai se fu per questo o per l’incitamento dei suoi genitori che vinse, contro ogni pronostico.

Niccolò Passoni

27 I.C. Dante Alighieri – Cornate d’Adda