RIFLETTORI SU... 8

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produciamo i lavori di giovani compagnie, e anche per questo abbiamo tanti giovani tra il pubblico. Ero presente alla presentazione del cartellone, un’innovativa diretta no stop, anche di notte, dal teatro, con il tema del silenzio. Come mai questa scelta? Siamo stati tra i primi, 15 anni fa, a intitolare la stagione a partire da un tema che fosse una scelta artistica da declinare attraverso le varie proposte di programmazione. E abbiamo sempre cercato, di evitare gli slogan, le frasi shock, ad effetto. Nel tempo abbiamo iniziato a sentire la fatica di una pressante richiesta di iperproduzione, caratteristica del sistema teatrale che chiede continuamente “novità” da proporre ed è nata in noi la necessità di fare silenzio e di cercare, in quel vuoto, gesti artistici forse soffocati da una generica distrazione. La diretta radiofonica di 24 ore che ha inaugurato la stagione, un’idea di Renzo Martinelli, ha voluto dare spazio a voci che raccontassero il processo nascosto della creazione artistica, del pensiero: tutto ciò che esula da una dimensione spettacolare eppure ne è il fondamento e l’origine. Il silenzio potrebbe purtroppo essere il tema portante di questo momento. Teatro I sta comunque lavorando online? Abbiamo scelto, in un certo senso, di “rimanere in silenzio” e non alimentare il sistema delle opinioni e delle risposte preconfezionate. Stiamo attraversando qualcosa di epocale. Il contesto pone domande alte e siamo ancora in una fase di risposte fallimentari. Abbiamo scelto di non usare lo streaming, di usare gli archivi, le immagini. Abbiamo deciso invece di

produrre pensiero e abbiamo elaborato una programmazione social che fosse coerente. C’è l’appuntamento con le #parolediteatroi, ovvero le parole e le domande sulla nostra epoca, che abbiamo ritrovato nella drammaturgia di spettacoli da noi prodotti. Il recupero dei tesori delle parole delle Francesca Garolla passate produzioni e le parole nuove incarnate dagli #esercizidilibertà di Francesca Garolla, che rappresentano prio quella di un silenzio visivo, uno sguardo poetico sul presen- rappresentativo, ma popolato di te. Ci sono i video delle brevi parole e pensiero. storie nate dalle conversazioni Come crede che si potrebbetra Renzo Martinelli e France- ro riaprire le sale teatrali? sco Tricarico, piccole chicce Ci sono le direttive per i dimusicate e narrate dallo stesso versi settori. E diversi tavoli a Tricarico nelle vesti del dottor cui sta lavorando Agis che rapFranz. E i #pensiericondivisi, presenta molte anime del nostro di rilancio di articoli e analisi settore. Siamo un teatro piccolo, critiche. La scelta è stata pro- di 80 posti. Noi saremmo molto penalizzati dalle misure di cui si parla ora e impossibilitati alla riapertura perché, avendo già una capienza limitata, potremmo far entrare circa 20 persone alla volta. Il che non sarebbe sostenibile da un punto di vista economico; poi ci sarebbero le sanificazioni e le altre norme a cui adempiere.. è difficile pensare ad una riapertura con le condizioni attuali. Il pubblico avrà ancora voglia di andare a teatro? Crediamo di sì. Ma ora le persone hanno problemi più grandi da fronteggiare, tra cui quelli economici. Tuttavia, c’è una voglia di Federica condivisione artistica negli Fracassi esseri umani che non muoin Erodiàs re mai.

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© Laila Pozzo (2)

di Silvia Arosio


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