Riflettori su...
MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO DIRETTO DA SILVIA AROSIO
Anno III - N. 12 Gennaio 2021 Seguici sui social Riflettori su...
DANIEL LUMERA
La rivoluzione "gentile" per uscire dalla crisi
DONATELLA PANDIMIGLIO La sua voce rompe il silenzio del lockdown
ica S e D n Christia
MUSICLIFE.LIVE
È online la piattaforma dei professionisti
LA NOSTRA INTERVISTA AL PIÙ AMATO DEGLI ATTORI DEL CINEMA E DEL TEATRO
INTERVISTE●ANTICIPAZIONI●CASTING●PERSONAGGI●TOURNÉE●LIBRI
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DONATELLA PANDIMIGLIO
CHRISTIAN DE SICA
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SOMMARIO
DANIEL LUMERA
MUSICOTERAPIA PER ANZIANI
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GUARDA LA MUSICA
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MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO Anno 3 - Numero 12 - Gennaio 2021 • Supplemento alla testata www.silviaarosio.com (Reg. al Tribunale di Milano n°249 del 21/11/2019) • Dir. Resp.: Silvia Arosio • Art Director: Daniele Colzani • Contatti: riflettorisumagazine@gmail.com • Foto cover: Gianmarco Chieregato • Contributors: Fabio Bellinzoni - Christine Grimandi - Simon Lee - Antonello Risati - Agnese Omodei Salè - Filippo Sorcinelli - Maurizio Tamellini - Angela Valentino - Federico Veratti • Hanno collaborato: Emanuela Cattaneo - Stefania Parma - Bianca Maria Sacchetti - Luca Varani - 88 Studio / Ufficio Stampa e Pr - Associazione Civita - Ella Studio - Fondazione Nazionale C.Collodi - Manzo Piccirillo PR & PRess - Maria Chiara Salvanelli Press Office & Communication - Show Bees - Studio BElive Edizione Digitale: www.issuu.com/riflettorisu
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LA Mic&LAEli
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L'INIZIATIVA # PERILCINEMA
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ELISA CIPRO 3
SOMMARIO LA STRADA DEI GIARDINI STORICI
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LE CORTI DI GABRIELA
I GIARDINI PROFUMATI DI LOMBARDIA
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LET'S DRY JANUARY
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PEDALANDO NELLE MARCHE
LE STANZE DEL SALE
Le rubriche
dei nostri contributors
46 - IL COMPOSITORE 62 - STUPORI E ODORI 54 - IL DANZATORE
64 - LA TRUCCATRICE
56 - LA COREOGRAFA 66 - LO SCENOGRAFO 58 - IL COSTUMISTA
68 - PAROLE D'ARTISTA
60 - IL FOTOGRAFO e ancora...
84 - PROGETTO 1.61 92 - LA LIBRERIA
38 - VIVAIO TALENTI 86 - SERIE TV
94 - PINK FLOYD LEGEND
44 - RADIORAMA
96 - OROSCOPO
88 - HOSPITALITY
76 - GALLERIA CORSINI 90 - GOURMET 4
98 - MINERVA PICTURES
LA VOCE DEL DIRETTORE La pandemia ha modificato il rito: il teatro è il rito che ci manca
IL TEATRO È RAPPRESENTAZIONE DELLA VITA E DELLE DINAMICHE DEL RITO: RIPERCORRIAMO IL "CERIMONIALE" DELLO SPETTACOLO
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ite la verità: quanti di noi sono riusciti in questo Capodanno a rispettare tutte quelle tradizioni, quei riti che ci hanno sempre accompagnato, da che mondo è mondo? Il brindisi, i baci allo scoccare della mezzanotte, il trenino, o più semplicemente qualcosa di rosso, qualcosa di nuovo, qualcosa di usato e ovunque pailettes, cotillons e lingue di Menelik? Quanti riti la pandemia ha cancellato e quanti nuovi ne ha inventati? Da sempre, le situazioni di emergenza hanno portato a fortificare i riti e a crearne di nuovi. L’antropologo francese Arnold Van Gennep, sul finire del 1800, codificò i riti di passaggio, strutturati e radicati nel folklore di secoli, che spesso venivano eseguiti senza una vera consapevolezza.
Pensate a tutti quei riti che il coronavirus ci ha tolto o almeno limitato: tutte quelle cerimonie che vanno dal battesimo alla morte, e che hanno reso ancora più duro, spesso, la separazione definitiva dai nostri cari. Secondo Giovanni Gugg, Docente di antropologia urbana alla Federico II di Napoli e ricercatore associato all’Università Côte d’Azur di Nizza, che ha coniato l’espressione “riti in emergenza”, dopo aver studiato il rapporto delle popolazioni col rischio vulcanico del Vesuvio, in situazioni di crisi le ritualità che ricerchiamo assumono una rilevanza ancora più forte. Attraverso i riti, giocati non sul piano razionale, ma su quello emozionale, si mettono in condivisione i drammi: pensate al personale medico di alcuni istituti che danzano Jerusalema, o ai canti sul balcone di inizio pandemia, o agli arcobaleni con la scritta Andrà tutto bene. Sappiamo perfettamente che non tutto andrà bene, ma lo scriviamo per esorcizzarlo, per sperare che almeno qualcosa vada per il verso giusto. O almeno per quello migliore. I riti, scaramantici, di passaggio o di iniziazione, ci accompagnano da sempre,
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dai tempi più remoti, in ogni fase della nostra vita. I riti, per essere tali, hanno dei tempi prestabiliti e spesso dei luoghi deputati, ma soprattutto richiedono la collettività e la partecipazione emotiva. Ogni rito è chiaramente codificato e segue un ordine preciso di gesti; il rito, poi, è reiterato, si ripete sempre uguale a se stesso; ed infine, il rito modifica in qualche modo lo stato dei partecipanti, anche se l’efficacia può essere solo mentale o spirituale. Ora. Quali riti ci sono mancati per il 2020, quali per le feste di Natale e Capodanno, oltre ai trenini ed i baci sotto il vischio? Quali riti collettivi sono stati mantenuti e quali abbiamo perso? Quelli religiosi? Solo in parte: le Messe forse sì. Tutti gli altri Sacramenti, molto meno. Quelli sportivi?
quando il sipario si alza e si viene proiettati in un’altra dimensione. Ricordate, se ci riuscite, dopo questi mesi, al liberatorio e catartico applauso finale, a quel curtain call, in cui ci si “apre” e si viene reintegrati con il vicino di posto, spesso con le lacrime agli occhi, che le luci invereconde riaccese in sala, possono solo mettere in evidenza. Pensate ai riti degli attori, prima di entrare in scena, al “Merda merda merda” (concedetemi la parola scaramantica, in questo inizio anno) nel retropalco o nei camerini, ai gesti ripetuti, al trucco e parrucco fatto in un certo modo, ai track e i tick dell’Istrione, ai lazzi dei guitti. E di tutto questo, il teatro in tv e in streaming, seppur utilissimo per la causa, può esserne solo un bigino, un ripasso, un Bignami del rito collettivo. Non ci trucchiamo per vedere uno spettacolo online, non prendiamo un caffè al bar, non
salutiamo i vicini di posto. Perché se il teatro è rito, è anche per definizione contatto, collettività, gesti ripetuti, spazi sacri che non possono essere schermi, ma che sono sale con poltrone, fossero anche distanziate ed igienizzate, ma tangibili e reali, tutte in riga davanti ad un palco di legno e separati da un sipario di velluto. Perché a Capodanno e a Santo Stefano, ci è mancato andare a teatro con le famiglie a brindare e ci è mancato tutto l’anno. Auguriamoci di tornare al più presto a questi riti collettivi e partecipati, abbandonando, magari tutti quei riti scaramantici domestici, che ci hanno portato ad affacciarci ai balconi e a cantare, o a “vedere” un concerto online, dimenticandoci quanto è bello farlo tutti insieme, in una sala sulle poltrone rosse, a più di un metro dal vicino, ma comunque insieme. Auguri. • RS
Silvia Arosio
© Visit Emilia
Anche qui, in parte. Gli sport di gruppo sono stati banditi (ma chissà perché il calcio è quello che ha resistito di più… ma qui apriremmo una parentesi troppo lunga). Se abbiamo guadagnato in qualche rito apotropaico domestico, abbiamo perso il rito collettivo del teatro e dello spettacolo dal vivo. Perché, vedete, andare a teatro è un rito. Per tornare a Van Gennep, l’antopologo osservò durante i suoi studi la tripartizione in tre stadi dei riti di iniziazione: separazione (fase pre-liminale), transizione (fase liminale; limen in latino significa "confine") e reintegrazione (fase post-liminale. Ricordate come vi preparavate per andare ad una Prima teatrale? Agli outfit o al parrucchiere? Al trucco waterproof? Alla cena post teatro? Pensate al pubblico, seduto in una sala teatrale - luogo sacro, separato dagli altri dal buio e dallo spettacolo tramite un sipario. Immaginate l’emozione
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IL PERSONAGGIO
Christian
De Sica,
una vita da protagonista
AMATISSIMO DAL PUBBLICO HA SAPUTO CATTURARE LA SIMPATIA E L'AMORE DEGLI SPETTATORI DI TEATRO E TV
C
hristian De Sica è in pratica uno dei pochi veri showman completi in Italia. Pochi sanno che hai iniziato in Venezuela e come cantante a Sanremo nel 1973. La tua prima parte nel cinema fu in Blaise Pascal, con la regia di Roberto Rossellini, e poi il debutto ufficiale con Paulina 1880 (1972), diretto da Jean-Louis Bertuccelli. Quale “vocazione” sentivi più forte da bambino, il cantante o l’attore? Ma io volevo fare il pompiere! In realtà, mio padre mi ha avuto tardi, a 51 anni: per questo motivo, non ho mai potuto giocare a pallone o andare in bicicletta con lui. perché l’ho visto sempre con i capelli
bianchi… Per giocare con noi, papà si era inventato di fare il regista (anche) a casa: organizzava degli spettacoli nel salotto, che chiamava “teatro lampo”, e, da seduto, dirigeChristian De Sica e Renato Rascel al Charlie Club nel 1977
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va mio fratello Manuel e me, facendoci vestire tutti di nero. Mio fratello aveva sette anni e io ne avevo cinque e mio padre scriveva degli sketch appositamente, in cui noi sembravamo due cornacchie vestite di nero che recitavano delle piccole scene per degli adulti, con tematiche molto forti, come cittadini che protestano per qualcosa o suicidi, e ci faceva cantare delle canzoni, accompagnati da un chitarrista che veniva appositamente in casa. Affittava le sedie ai suoi colleghi ed il nostro pubblico era prevalentemente composto da personaggi come Alberto Sordi, Renato Rascel, Paolo Stoppa, Gino Cervi e via dicendo, e, dai e dai, mio fratello è diventato musicista ed io sono diventato attore. Quando, poi, studiavo all’università, di nascosto andavo a fare le serate nelle feste di piazza, nelle balere, nei night
© Angelo Radaelli
di Silvia Arosio
club e mi sono costruito un mestiere. Ho smesso di fare gli esami in università, ma è stata la mia salvezza: mi ha permesso, quando papà è morto, e io avevo soltanto 23 anni, di ricostruire tutto perché quella che
ci aveva lasciato non era in una situazione finanziaria rosea. E poi, ho fatto tanti film, fatto tanta televisione, Ad un certo punto, è stata mia moglie Silvia che mi ha spinto a fare teatro. Mi ricordo che gli dicevo: “No, tu mi rovini, io
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non sono un attore di teatro, io sono un comico, di cinema..,” Alla fine, mi convinse e mi ricordo che il primo spettacolo che feci fu Un americano a Parigi, Omaggio a George Gershwin: restammo al Teatro Nuovo di Milano 4 mesi, cosa impossibile oggi, con Manuel Frattini, Lorenza Mario, Monica Scattini e Paolo Conticini, con un’orchestra meravigliosa diretta da Marco Tiso e la regia di Franco Miseria. E pensa che con lo spettacolo incassò allora, nel 2000-2001, qualcosa come 11 miliardi e quattrocentocinquanta milioni di lire... Immagina cos’era il teatro allora (nda io c’ero e posso confermare)! Poi, sono venuti tutti gli altri spettacoli, tra cui Parlami di me, Cinecittà, Il Principe Abusivo... Quest’anno cercherò di riportare sulle scene questo spettacolo che già è andato in scena, tra gli altri, agli Arcimboldi di Milano e all’Auditorium Parco della Musica a Roma, che si intitola Una serata tra amici, insieme a Pino
Strabioli ed un’orchestra di 40 elementi, dove attraverso le canzoni, ricordo tutto quello che mi è successo nella vita. Anzi. In anteprima ti dico che questo spettacolo sarà registrato alla fine di febbraio, appena finisco il film che sto girando con Alessandro Siani, qui a Roma, per RaiUno, e che andrà in onda in prima serata subito dopo il Festival di Sanremo. Christian De Sica ha sempre amato il Musical. Ricordo che sei stato Presidente di giuria, a Roma, al Brancaccio, per l’Italian Musical Awards, premio organizzato da Niccolò Petitto. Come mai il musical ancora oggi in Italia non sfonda come dovrebbe? Guarda, anni fa feci un film, nato in origine per il teatro, che si chiamava The Clan, con Paolo Conticini e Sebastien Torkia, il primo interprete de La Febbre del sabato sera in
Italia: fu forse il film che registrò meno successo popolare tra tutti i 110 film che il fatto. Forse, a teatro avrebbe avuto più successo, ma il problema è che il musical in Italia non è ancora particolarmente amato. Purtroppo, è un fenomeno più americano, che in Italia ha difficoltà a emergere, soprattutto se non c’è una storia forte tipo Cabaret. Ultimamente, mi sono un po’ di disamorato. Che potevo fare? My fair lady un’altra volta, in cui faccio il professor Higgins e Serena Autieri fa Elisa? Non so, mi sembra tutto un po’ ammuffito... Ogni Musical, per essere fatto bene, deve prevedere un grosso budget: io ho visto a Los Angeles tre anni fa La cage aux
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Folles, ma questo spettacolo deve essere fatta con 20 attori che non devono essere 20 travestiti, ma devono essere 20 straordinari showman. Se lo fai con semplici travestiti, senza una lira, con costumi approssimativi, chi lo viene a vedere? Con questo timore, ho deciso quindi di non fare musical. Mi sono detto: “Sai
© Claudio Porcarelli per gentile concessione di GENTE
che faccio? Sto da solo, mi prendo una bella orchestra, un amico, racconto quello che mi è successo di divertente, di tenero, anche di tragico, come nella vita di tutte le persone, con delle canzoni, perché a me piace molto cantare e mi faccio il mio spettacolo”... Adesso mi diverte molto di più fare un One man show, anche se è bellissimo il rapporto con i colleghi, le ballerine ecc, ma la vedo ormai un’operazione difficile, soprattutto perché non ci sono i soldi nel nostro paese. E questa chiusura dei teatri? Riapriremo? Io mi auguro si possa ripartire al più presto possibile, perché ci sono 480.000 persone dello spettacolo a spasso, solo a Roma. Io sono stato fortunato, e ogni volta che apro la finestra al mattino dico Grazie Gesù per tutto quello che ho ottenuto. Ancora adesso sto girando un film con Alessandro Siani a Cinecittà, ho fatto una parte nell’ultimo film di Gabriele Salvatores che si chiama Comedians, che riprende una commedia che lui fece tanti anni fa all’Elfo di Milano: quindi a me va bene, ma molto colleghi non hanno lavoro. Spero davvero che si riapra il prima possibile: ho voglia di tornare sul palcoscenico e ho molta fiducia in questo vaccino e se tutti quando si vaccineranno si potrà riuscire. Tu hai partecipato a diversi varietà Rai da giovanissimo. Oggi, sei stato giudice di Tale e Quale show, dove hai scoperto anche tanti talenti. Come è cambiata la tv da allora? Perché non esiste più quel tipo di varietà? Anche in televisione, il discorso è lo stesso, mancano i soldi: in questi giorni ho registrato una trasmissione con Carlo Conti, quelle tra-
smissioni che vanno oggi tipo quelle dei “pacchi” che hanno sostituito il varietà di Antonello Falqui. Io ho cominciato con Enzo Trapani e Antonello Falqui, da Bambole non c’è una lira, passando per Due come noi con Ornella Vanoni o Al Paradise, ma era un altro modo di fare televisione. C’era Gino Landi come coreografo, Cesarini da Senigallia faceva le scene, i costumi erano di Corrado Colabucc. Noi facevamo sei puntate, e per ogni puntata ci mettevamo un mese per registrarla: c’era la possibilità di poter fare grande varietà internazionale in televisione.
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Oggi in due ore devi fare tre puntate, con un cantante come ospite ed il resto sono giochetti. Speriamo che passi, ma io sono ottimista: le cose hanno sempre un ciclo e torneranno. Nel cinema, hai creato un tipo di film che non c’era. Il mio editoriale di questo mese parla proprio dei “riti” ed uno dei riti di Natale o Santo Stefano, dopo le mangiate con i parenti, era quello di andare al cinema a vedere i cinepattoni. Nel 2018, dopo 13 anni di separazione, Christian De Sica è tornato sul grande schermo assieme a Massimo Boldi con il film dal titolo Amici
tato giù questa sceneggiatura. Abbiamo girato questa pellicola sotto covid, chiusi in un teatro di posa a Cinecittà. È stata una vera scommessa e grazie a Dio andata bene. È andato bene come tutti gli altri tuoi film di questo tipo: alcuni tuoi modi di dire sono entrati nel linguaggio di tutti, anche dei giovanissimi! Posso dirti una cosa. Dall’alto dei miei anni di lavoro, io non mi giudico né un grande attore né un mediocre né un
© AStefano Schintu
come prima ed il 13 dicembre 2020 è uscito il nuovo film con Boldi, intitolato In vacanza su Marte. Per via della pandemia COVID-19 è stato distribuito sulle varie piattaforme streaming. Per l’occasione ritorna alla regia Neri Parenti. Come è stato accolto dal pubblico? È andato bene pur essendo stato un film fatto di corsa… Io avrei dovuto fare il film di Siani che poi è stato rimandato ad oggi, ed in fretta e furia con Neri Parenti abbiamo but-
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cane, questo lo deve decidere il pubblico, però credimi che l’affetto che ricevo da parte dei ragazzi e delle ragazze che sono amici dei miei figli e che quando mi vedono per strada mi chiamano Zio! Fatti dare un bacio! Ti posso abbracciare? …ecco, questo raramente l’ho visto in altri colleghi. Riscontro un affetto da parte di tutti, anche giovanissimi che per me è una vera ventata di vitalità. Tanta gavetta e tanta professionalità per De Sica: cosa vuoi dire ad un giovane che voglia fare questo mestiere? Quando vado a fare qualche lezione qua e là, in qualche università o in qualche scuola di recitazione, io dico sempre che questo è un mestiere che deve piacere veramente tanto, perché è una professione costruita sull’acqua e non ti dà nessuna certezza: non bisogna intraprendere questa carriera né per la notorietà né per il denaro, perché è come andare al casinò a scommettere. Consiglio sempre quello che dissi a mio padre: io provo un anno e se dopo un anno non sono diventato un numero uno, ma sono soltanto un nu-
mero due o un numero tre, è una vita da mendicante, perché non c’è cosa peggiore di salire scendere le scale dei produttori cercando una scrittura. A vent’anni lo puoi fare poi diventa tragico. So che posso sembrare duro, ma avendo due figli mi sento in grado di consigliare al meglio e soprattutto, ribadisco, questo percorso deve piacere molto: ci sono parecchi ragazzi che pensano che questo sia un mestiere d’oro, che il mio sia un ambiente meraviglioso e invece non è così. Quello che appare, è tutta fuffa, sono tutte paillettes, fumo negli occhi: la vita dell’attore ma anche della soubrette è una vita dura, come lo sono anche la vita di un giornalista, di un avvocato o di un operaio, non è un gioco. Tante cose hai realizzato e a tante stai lavorando in questi 70 anni, di cui molti di carriera. Qual è un tuo sogno nel cassetto? Da tanti anni, ho scritto un film che si chiama La porta
del cielo e che non mi hanno ancora mai fatto fare, sempre per problemi di denaro e perché io, essendo un comico, difficilmente vengo visto come attore drammatico. È la storia d’amore tra mio padre mia madre, quando erano rinchiusi a San Paolo aspettando che gli americani liberassero l’Italia dal nazismo. È una storia bellissima scritta 15 anni fa, insieme a Graziano Piana e Manfredi e non sono mai riuscito a montarla. Oggi vorrei farla non più come attore, ma come regista e chissà...
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speriamo che questo tuo articolo qualcuno lo legga e ci pensi! In conclusione, cosa vuoi dire a ci nostri lettori? Spero che questo anno 2021 porti lavoro a tutto il mondo dello spettacolo: dico al nostro ministro che, come hanno fatto lavorare i preti ed i calciatori, pure noi abbiamo bisogno di lavorare. Aprite i teatri ed i cinema perché sennò muore completamente il nostro settore! Grazie, Christian, e tantissimi auguri! • RS
L'INTERVISTA
La voce di
Donatella
Pandimiglio
rompe il silenzio del lockdown
UN NUOVO SIGNIFICATO PER L'IMMORTALE BRANO DEL 1968 FIRMATO DA MOGOL, ELIO ISOLA E PAOLO LIMITI
© Servizio fotografico Filippo Antognielli
L
a chiusura dei teatri e dello spettacolo dal vivo sta suscitando movimenti spontanei che partono proprio dagli artisti, che sono maggiormente toccati dalle restrizioni. Donatella Pandimiglio, attrice, cantante, autrice, docente e coach, che ha lavorato per anni con Nicola Piovani, è scesa in campo abbracciando la causa. Ha pensato così di dare un nuovo significato al brano La voce del silenzio (Mogol - E.Isola - P. Limiti), con un videoclip speciale che presto vedremo sui suoi canali. “Premesso che questo brano lo amo fin dalla prima volta che lo ascoltai da bambina e fin da allora sognavo di interpretarlo, finalmente è arrivato il giorno in cui decisi di inserirlo in un mio recital, dal titolo Be Italian, dedicato in particolare alla canzone italiana, mettendo
in luce dei veri gioielli musicali tra cui proprio questo. La cosa che mi venne in mente che suggerii al mio arrangiatore, fu quella di far partire il brano solo con un vocalizzo proprio perché per me il senso forte doveva essere quello di una voce sola che arrivasse dal silenzio, per poi entrare nel vivo del brano”. Oggi, in un momento dove per gli artisti è impossibile esprimere la nostra anima dai palcoscenici, ha così identificato ne La voce del silenzio , il suo messaggio di voler gridare forte a voce piena al mondo la voglia di rompere questo assordante silenzio dei teatri vuoti per tornare a far vivere il meraviglioso scambio emozionale magico dello spettacolo dal vivo con il pubblico. Donatella, ti ricordi di preciso quando ascoltasti questa canzone per la pri-
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ma volta? Che cosa ti suscitò? Sì, anche se ero una fanciulla mi colpì subito a San Remo nel 1968 cantata da Dionne Warwick e quando poi la sentii cantata da Mina
di Silvia Arosio
confermai il mio amore per questo brano...sicuramente pensai che un giorno lo avrei voluto interpretare. Avevi già deciso che avresti fatto il tuo mestiere? Premettendo che segni di passione per il teatro, la musica e lo spettacolo li ho mostrati fin da piccolissima, (non avevo neppure 2 anni e ballavo davanti alla televisione che aveva solo un canale e i programmi credo ci fossero solo il sabato sera), nel 1968 avevo già percorso lo studio del pianoforte poi lasciato e cantavo sempre da sempre sognando di recitare i ruoli che vedevo in quegli anni nei film americani. Come è nata l’idea di un videoclip, che di solito appartiene più al mondo del pop? In questo momento di “letargo” artistico la voglia di
condivisione col pubblico non si è mai fermata dentro di me, quindi vedendo grandi Musical mandati in streaming in visioni straordinarie ho riflettuto cercando una chiave diversa per poter arrivare comunque a comunicare la mia voglia di condivisione e quale modo migliore se non quello di ricorrere ad un linguaggio oggi molto usato!?! Però non volevo registrare un brano per farne un video e basta…non avrebbe avuto senso…perché non avrei dovuto spingere un nuovo singolo ma volevo mandare la mia “Voce” dell’anima più lontano possibile con tutta la mia energia come un grido per rompere questo “Silenzio” assordante e La voce del silenzio sarebbe stato il brano giusto rivisitato con un nuovo significato. Hai scelto uno staff di numeri uno, per realizza-
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re questo clip: la regia per esempio è stata di Saria Cipollitti. Chi è? Nel momento in cui avevo preso questa decisione, dato che come detto avrebbe dovuto raccontare, fotografare un mio stato d’animo (sicuramente condiviso sia dai miei colleghi che dal pubblico), ho sentito l’esigenza di farmi affiancare da perso-
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il video de La voce del silenzio
ne di grande sensibilità artistica ma di forte competenza per arrivare ad un prodotto di peso diverso. Saria, che conoscevo da tempo, bravissima ballerina e performer di grandi spettacoli (dalla collaborazione col teatro Sistina a Dirty Dancing firmato da Federico Bellone) per la regia ricordiamo su tutte quella in cui dirige per la città di Torino la mostra multimediale Plart
Visione, figlia d’arte, dato che il suo papà Gabriele Cipollitti è grande regista RAI che firma tutti i programmi da oltre 30 anni di Piero e Alberto Angela, sarebbe stata la persona giusta, perfetta per un progetto così e con mia immensa gioia alla mia proposta si è immediatamente innamorata creando un lavoro a livello cinematografico e presente sul set per le riprese(durate moltissime ore), oltre che con grandissima competenza con una autorevolezza, pazienza che pochi possiedono. Dove è stato girato il video? Al Teatro dell’Unione di Viterbo (La sua costruzione ed il suo nome derivano dalla “unione” di un gruppo di cittadini viterbe-
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si che nel 1844 formarono la “Società dei palchettisti” con a capo il conte Tommaso Fani Ciotti - Costruito su progetto dell’architetto Virginio Vespignani, il teatro venne inaugurato nel 1855), che è un teatro all’italiana meraviglioso, di proprietà del Comune di Viterbo gestito da ATCL Lazio. Parlando del mio progetto con il Sindaco della città, mio carissimo amico, Sig. Giovanni Arena si è adoperato per poter fare in modo che tutto si potesse realizzare anche in un momento così. Chi ha curato la fotografia ed il montaggio e di chi sono invece le splendide foto che vediamo a corredo di questo articolo? La fotografia e il montaggio sono stati a cura di Ennio Dotti operatore di lunga esperienza televisiva sia RAI che Mediasetsotto la costante guida di Saria. Mentre le foto sono di Filippo Antognielli che è amante dell’arte fotografica da anni, già fotografo per 4 stagioni dell’importante rassegna
letteraria di successo Caffeina, e soprattutto il mio amato figlio…è stato molto emozionante dopo oltre 40 anni di carriera finalmente condividere un progetto a me così caro con lui. Dove potremo vedere questo videoclip? Lo pubblicheremo sicuramente sul mio canale YouTube Donatella Pandimiglio Official e sicuramente poi sarà postato anche su i social. So che hai già altri progetti in mente… ci vuoi anticipare qualcosa? Sto lavorando alla preparazione di uno spettacolo nuovo la cui idea è nata la scorsa estate, che porta in scena una combinazione del tutto inconsueta…ci stiamo lavorando e più andiamo avanti più ci appassiona, naturalmente mi farò affiancare da persone che lavorano con me da tempo a partire dal direttore musicale Roberto Gori. Di più non svelo perché come sai per scaramanzia non si possono dire troppe cose prima che tutto sia pronto ma promesso che il tuo giornale sarà il primo a parlarne a spettacolo montato pronto al debutto. Hai una carriera ricchissima e piena di soddisfazioni. Cosa ricordi con più affetto? Istintivamente mi saltano alla mente due ricordi entrambi molto forti e molto diversi: la preparazione al mio primo spettacolo col gruppo live all’età di 14 anni e il momento in cui l’amministratore del Teatro Sistina diretto dal grande Pietro Garinei nel dicembre 1988 mi comunicò che sarei dovuta andare a firmare la mattina dopo il contratto…quel momento cambiò decisamente il passo alla mia carriera…lo spettacolo era I 7 Re di Roma da cui in un sol colpo entrarono nella mia vita Gigi Proietti, col quale collaborai come attrice, come insegnante nel suo
laboratorio, Nicola Piovani col quale da quel momento fino al 2015 avrei lavorato quasi ininterrottamente, Pietro Garinei e il grande Luigi Magni. Perché manca così tanto lo spettacolo dal vivo oggi? Lo spettacolo dal vivo manca perché checché se ne dica è una sorta di ossigeno vitale per le menti e le anime delle persone….quindi per quanto narcotizzati da un incremento alimentare chiusi nelle nostre case e soffocati da una over informazione sulla pandemia e tutto quello che gli gira intorno dall’economia alla politica, potremmo sembrare troppo distratti per sentirne la mancanza e invece questo grande senso di pesantezza dipende proprio da questa carenza di respiro
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culturale che rende le nostre vite più piene e al contempo più “leggere”! Cosa vorrebbe fare Donatella Pandimiglio appena i teatri riapriranno? Sicuramente vorrei sperare di mettere in scena il nuovo progetto e vorrei anche in cuor mio riprendere il recital che mi produsse e diresse Gigi Proietti nel 1997, dal titolo Melodica, che oltre la ripresa nel 1999 poi non fu più ripreso nonostante il grande successo riscosso. Un sogno nel cassetto non ancora realizzato? Interpretare un grande ruolo in un film diretta da un grande regista...ho sempre trascurato il cinema ma solo perché l’attrazione per il teatro è sempre stata più forte. • RS
L'INTERVISTA
La gentilezza ci salverà:
Daniel
Lumera e la sua
"rivoluzione gentile"
DA QUESTA PANDEMIA USCIREMO MIGLIORI? FORSE SÌ, SE SAPREMO PUNTARE SULLA CONSAPEVOLEZZA E SU VALORI CHE IL SOCIOBIOLOGO DESCRIVE IN QUESTA INTERVISTA
B
iologia della Gentilezza, scritto dal sociobiologo Daniel Lumera e dalla docente di Harvard Immaculata De Vivo, spiega come essere gentili abbia ripercussioni positive sulla nostra salute e sui nostri geni. Parliamo di questo e di molto altro con Daniel Lumera. Daniel, il tuo libro Biologia della gentilezza ha avuto un grande successo in Italia, e non solo, perché presto sarà tradotto e pubblicato a New York e in Sudamerica. Su Riflettori su Magazine, stiamo seguendo il file rouge di quanto l’arte e le discipline non convenzionali possano contribuire al benessere dell’uomo. Anche l’OMS ha introdotto la meditazione come aiuto e supporto,
Immaculata De Vivo
in questo momento di pandemia. Che cosa significa “rivoluzione gentile”? Prima di tutto, significa comprendere il momento storico in cui viviamo: questo è un’era in cui, a livello globale, per creare il nostro senso di appartenenza, il nostro senso di comunità, il nostro senso di identità, si fa leva spesso su un linguaggio estremamente aggressivo, su un linguaggio violento, tipico di un antropocentrismo patriarcale. Si fa leva sull’imposizione sull’altro, anche in termini economici, mettendo in evidenza strumenti di competizione, di forza, fisica e psicologica. Al contrario, oggi siamo chiamati a riscoprire elementi di femminilità, una femminilità intesa come energia creativa, presente anche nel genere maschile: un’energia che possa permetterci di riscoprire dolcezza, empatia, compassione e gentilezza, gratitudine e reciprocità, che fino adesso, in questo sistema, sono state considerate debolezze. Tutto questo invece ha delle ragioni profondissime e non solo sociali: immaginiamo
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quanto rivoluzionario oggi possa essere un pensiero che genera il senso di identità a partire non dalla colpevolizzazione, dalla esclusione o dalla creazione di un nemico, ma attraverso processi inclusivi, attraverso la cura dell’altro. È un elemento che abbiamo perduto. Ci viene in soccorso la scienza, che oggi sta dimostrando come questo
IMMACULATA DE VIVO • Scienziata di origini italiane, classe 1964, è fra le massime esperte mondiali nel settore dell'epidemiologia molecolare e della genetica del cancro. • È docente di Medicina alla Harvard Medical School e professoressa di Epidemiologia alla Harvard School of Public Health.
di Silvia Arosio
DANIEL LUMERA • Sociobiologo, classe 1975, è docente, scrittore, conferenziere internazionale e riferimento internazionale nell’area delle scienze del benessere, della qualità della vita e dell’educazione alla consapevolezza. • Ideatore del metodo My Life Design®, è fondatore della My Life Design Onlus, dell’Accademia dei Codici, dell’International School of Forgiveness (I.S.F.) e della Giornata Internazionale del Perdono.
genere di valori siano medicine naturali, che hanno un enorme impatto genetico e sulla nostra longevità, grazie a quelle porzioni dei nostri geni che sono definite telomeri. I telomeri sono i cappucci dei nostri cromosomi e che fattori che provengono dallo stress, dall’alimentazione, dalla rabbia, dalle emozioni negative, indeboliscono e accorciano: essendo questi telomeri gli indicatori biologici della nostra salute e della nostra longevità, è stato dimostrato che chi è gentile, chi è compassionevole, chi è grato nella vita, li ripara e li tiene meglio conservati. Tutto questo comporta come per stare meglio su questo pianeta, la strategia migliore sia quella della dolcezza e della gentilezza e non quella della forza. Tra l’altro, proprio un paio di mesi fa, nel mio editoriale ho parlato di energia femminile come di energia creativa. Leggendo il tuo libro e seguendo le tue meditazioni online, compreso l’evento mondiale del 31 dicembre, ho imparato che spesso il termine gentilezza viene dalla parola gens, che in latino indicava l’appartenenza alla stessa famiglia, non di solo sangue ma di affinità. Pensando all’energia femminile come creatrice, arriviamo alla
musica e alla parola. A causa della pandemia, uno dei tuoi elementi dal vivo è stato trasformato in online ma avuto comunque un grande successo. Si tratta di Manas Trayati, che vuole dire proprio “libera la mente”: liberare la mente attraverso il suono. Come la parola ed il suono possono lavorare per questo?
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Innanzitutto, la mente che si libera da ogni pensiero, è una mente capace di rigenerare il cervello, quindi di avere un impatto neurobiologico altissimo: la mente di un meditatore è una mente vuota, creativa, presente ed ispirata, che però agisce anche sui processi di infiammazione, sul tono dell’umore, sulla produzione di citochina e su tutte quelle sostanze che poi portano ad esempio alla depressione. L’utilizzo del suono che induce la mente a liberarsi è quanto di più importante possiamo fare per la prevenzione e anche per la cura di tante situazioni spiacevoli. Quello che posso aggiungere è che nelle culture antiche sapienziali dell’India, attraverso le quali mi sono formato, c’è un principio che dice “Cerca quel legame che libera da tutti legami, cerca quel pensiero che ti libera da tutti i pensieri” e questo è un concetto dimostrato oggi dalle neuroscienze. Come facciamo a liberare la nostra mente dai pensieri? Focalizzandoci su un unico pensiero, che deve avere delle caratteristiche specifiche, come quelle di leggerezza, di creatività, di luminosità, che però ci
permette di eliminare tutti gli altri pensieri. L’esempio che faceva il mio maestro, Antony Elenjimittam, che è stato un discepolo diretto di Gandhi, è questo: “Immagina di avere la tua mano piena di spine e di non avere un ago, però puoi sempre utilizzare un’altra spina per levare le altre”. Quando la disciplina mentale, l’utilizzo corretto dell’attenzione, e della concentrazione creano questo focus su un unico pensiero che ha le caratteristiche migliorative del nostro essere, allora la nostra mente si svuota ed entra in una condizione generativa: attraverso questo
IL MOVIMENTO ITALIA GENTILE • Il libro ha ispirato la nascita del movimento Italia Gentile, che dal primo lockdown causato dal Covid-19 sta tuttora unendo l’intero Paese in una rete virale di atti gentili a beneficio della collettività. Sono ad oggi oltre 200.000 gli italiani in tutto il mondo che hanno aderito al movimento con azioni spontanee e con “l’atto di gentilezza sospeso”, in cui l’oggetto lasciato in dono è proprio il libro; inoltre, più di un centinaio tra imprese, enti profit e non profit, istituzioni e comuni in tutta la penisola, da nord a sud, hanno avviato progetti e iniziative volte a riconoscere e diffondere la gentilezza come valore sociale in grado di incrementare benessere e longevità; infine, la Repubblica di San Marino è stata proclamata primo Stato Gentile al mondo e, a coronamento di un anno di impegno all’insegna della gentilezza, ospiterà la prossima estate la prima edizione del Festival Internazionale della Gentilezza. • Italia Gentile è un progetto volto a incentivare lo sviluppo delle realtà aderenti in linea con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, con l’obiettivo di valorizzare la relazione tra istituzione, cittadino, territorio e natura attraverso la promozione di una nuova educazione alla consapevolezza e al benessere individuale, relazionale e collettivo ad alto impatto sociale.
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tipo di procedimento, possiamo indurre il nostro corpo e le nostre emozioni a ripulirsi e armonizzarsi con l’esterno e con l’interno. Ci sono quindi dei suoni particolari che danno questo effetto, ma molto dipende dall’intenzione con cui noi “abitiamo” le nostre parole. Questo fa veramente la differenza. La preghiera stessa cattolica potrebbe essere considerato questo tipo di suono: pensiamo ad esempio al "Kyrie eleison", oltre a tutti i mantra orientali. Si tratta quindi della ripetizione con intenzione di un certo suono? Certo, tutto ciò che viene ripetuto ed abitato attraverso il respiro ed un’intenzione profonda di purificazione, di amore, di devozione e dedizione ha un impatto straordinario a diversi livelli, tra cui quello biologico, ma anche su molti altri livelli. Dobbiamo ricordarci di scegliere la preghiera o il mantra giusto, come ad esempio anche il Rosario Cristiano, che ci lega a concetti, ad archetipi, ad una narrazione interiore che apre un paesaggio interiore estremamente ricco. Ricordiamoci quindi che anche la nostra cultura ha questi elementi, ma andando al di là dell’appartenenza culturale, ci accorgiamo che nel corso della storia dell’umanità
questo genere di approccio è stato da sempre utilizzato: pensiamo ai tamburi rituali delle tradizioni sudamericane sciamaniche, o alla tradizione tibetana o al taoismo. Anche la contemplazione del silenzio, che anch’esso è un suono, ha un impatto molto forte: è sempre la nostra presenza nel silenzio che ne determina le caratteristiche. So che hai recentemente lanciato anche il progetto dei “comuni gentili” ed addirittura uno Stato gentile, quello della Repubblica di San Marino… La gentilezza è una grande esigenza, oltre che sociale, evolutiva ed attorno ad essa si è creato un movimento a cui hanno aderito oltre 250mila persone, qualcosa di assolutamente inaspettato, perché accaduto in pochissimi mesi. Sono tante le città ed i comuni che hanno già partecipato, tra cui, Bari, Prato,
Palermo, o Corleone, che addirittura ha dedicato un parco gentilezza, nel giorno conto la violenza sulle donne, facendo piantare alcuni alberi agli uomini: ad ogni albero dedicato ad una donna è stato legato un nastro rosso, come gesto simbolico di gentilezza. La gentilezza si sta espandendo: quello che vogliamo fare, e si sta creando spontaneamente, è quello di creare una rete, dove si capisca che la gentilezza sia da coltivare dentro di noi - la gentilezza verso di noi, nel nostro sentire – ma anche all’esterno, attraverso gesti disinteressati ed autentici che possano aprire il cuore. La gentilezza, secondo studi scientifici, è “virale”, è contagiosa, sia nel farla, sia nel riceverla, che anche semplicemente nell’osservarla. Vogliamo creare un’ondata di gentilezza: i comuni che vogliono partecipare devono solo fir-
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Inquadra il QRcode e guarda il canale Youtube di Daniel Lumera mare un manifesto di otto punti, dove le istituzioni si assumono la responsabilità di creare spazi dove si coltivi la gentilezza, eventi culturali e progetti che la portino nelle scuole o negli ospedali, come buona pratica e come valore sociale. Quello che vorrei fare nel 2021 è dare vita ad una grande meditazione, quando potremo rivederci tutti quanti insieme, con almeno 20mila persone in piazza o in uno stadio: siamo alla ricerca di co organizzatori. Lo abbiamo già fatto virtualmente, in un evento in cui c’erano circa 10mila persone live collegate: ora aspettiamo di farlo in presenza. In chiusura, come dice il tuo libro, Biologia della Gentilezza, acquistabile nelle librerie e online, vorrei consigliare ai miei lettori di cominciare con tre gentilezze al giorno, verso una vegetale, verso un animale e verso un essere umano. Intanto, so che proseguiranno i tuoi appuntamenti gratuiti online sulla meditazione, finché durerà questa situazione di pandemia, alle 19, sul tuo canale YouTube (Daniel Lumera). Grazie, Daniel, per questo dono. Grazie a te, Silvia. • RS
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PROGETTI
Con "Guarda la musica",
l a ' rte è accessibile a tutti
IL LINGUAGGIO DEI SEGNI VIENE USATO PER SENSIBILIZZARE IL PUBBLICO ALLE DIFFICOLTÀ DELLE MINORANZE
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ario Viglianesi è un performer di 24 anni, diplomato alla Scuola Del Musical (SDM) di Milano. Con lui, continuiamo in questo numero ad approfondire l’utilizzo della musica come mezzo di contatto e come fonte di benessere per l’uomo e parliamo di Guarda la Musica, un nuovo progetto inclusivo multisensoriale, no-profit, che nasce dalla necessità di rendere l’arte più fruibile ad un pubblico mai abbastanza integrato. La missione di Guarda la Musica si traduce nella duplice volontà di creare una risorsa per coloro che non hanno adeguato accesso all’arte e sensibilizzare il pubblico consueto alle difficoltà delle minoranze. In questo caso, il progetto riguarda i non udenti. Mario, come ti è venuta l’idea del progetto? L’idea del progetto è nata qualche anno fa grazie alla visione di una performance del revival 2015 di Spring Awakening. Revival che vedeva come quarto canale di comunicazione (oltre il canto, la recitazione e la danza) il linguaggio dei segni. Dopo aver visto quell’esibizione, mi sono reso conto che tutti i “prodotti artistici” illimitatamente accessibili erano sporadici, rari e mai continuativi nel tempo. Quali sono gli obiettivi? Gli obiettivi sono tanti e molto ambiziosi. Lo scopo principale è promuovere la
Lingua Italiana dei Segni (LIS) come linguaggio istituzionalmente riconosciuto; tutelando le persone disabili e assicurando un format inclusivo. Per farlo, cerchiamo di usare l’arte in ogni sua forma e nel suo pieno significato universale. Mi sembra di capire che Guarda la Musica si proponga ad una platea illimitata di persone e non solo ai non udenti… Sì, esatto. E’ un progetto nato per sensibilizzare ma accessibile a tutti. Come può un musical essere fruito dai non udenti? Esistono diverse strategie applicabili. Prendendo in analisi il revival di Spring Awakening; tanti personaggi venivano rappresentati contemporaneamente da due performer: uno ne era la voce e l’altro, quello che parlava la lingua dei segni, il corpo.Oppure in altre scene
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veniva usato l’espediente della lavagna per sottotitolare il dialogo tra i personaggi “udenti”. I metodi applicabili sono vari, l’unico limite è la fantasia del regista. Come si devono preparare gli artisti? Nel caso di Guarda la Musica sono presenti diverse figure. Per gli interpreti (se-
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Inquadra il QRcode e guarda il promo del progetto
di Silvia Arosio
gnatori e cantanti) siamo soliti fare delle riunioni in cui ci presentiamo e ci confrontiamo sul brano in questione, analizzandone la storia e la trama, la musicalità e le sensazioni che ci regala, così da poter usare la stessa chiave di lettura. Mentre nel “backstage” (creativi e tecnici) cerchiamo di captare più informazioni possibili su questo meraviglioso “mondo sordo”, studiando e informandoci su questa meravigliosa realtà che ci era sconosciuta fino a poco tempo fa. Come state lavorando in questo periodo di chiusura dei teatri? Il progetto, essendo nato durante il primo lockdown, si è sviluppato in forma telematica. Svolgiamo tutto da remoto e da più parti del paese. Questo anche se più difficile da gestire è sicuramente stimolante perché ci permette di collaborare con artisti che altrimenti sarebbero impossibilitati a prenderne parte. Quando si potrà andare in scena, come vi muoverete? Il nostro desiderio è quello di poter organizzare dei concerti. Chiaramente, essendo un progetto no profit nato da poco,
cercheremo un appoggio negli enti di competenza in grado di supportarci. Come stanno rispondendo le persone a questo progetto? Abbiamo trovato una partecipazione attiva da parte di tutti e un coinvolgimento che non ci aspettavamo, sia dai collaboratori che dal nostro pubblico. Chiaramente ancora è presto per fare dei pronostici ma ad oggi sono molto fiero dei risultati ottenuti.
Come intendete espandere e fare conoscere Guarda la Musica? Stiamo puntando molto sull’aspetto social (mezzo potentissimo specialmente durante una pandemia). Anche se siamo rimasti sorpresi di quanto il classico “passaparola” sia stato proficuo. A tal proposito, essendo ancora una start up, rimaniamo aperti a nuove potenziali collaborazioni. • RS
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ATTUALITÀ
La musicoterapia
al servizio degli anziani
STEFANIA PARMA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA E DI COME UTILIZZA IL LINGUAGGIO DELLA MUSICA
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olti di voi avranno visto sui social il video virale della ballerina in una RSA che rivive oggi i movimenti della danza classica ascoltando le note de Il Lago dei Cigni. La musicoterapia è molto usata come mezzo di contatto con i malati di Alzheimer, demenza o con i diversamente abili. Stefania Parma fa proprio questo: lavora con gli anziani nel milanese, utilizzando il linguaggio della musica. Stefania, qual è stato il tuo percorso? Come hai capito di voler fare questo nella vita? Lavoro da sempre con gli anziani nelle RSA, scelta quasi casuale, diventata poi una scelta di vita; ho rivestito diversi ruoli, dapprima come assistente socio-sanitaria e successivamente nell’amministrazione. Parallelamente ho sempre coltivato interesse per la musica, senza avere,
a suo tempo, la possibilità di studi accademici, ma formandomi nel corso del tempo in canto, chitarra, pianoforte, teoria musicale e percussioni. Svolgevo, nel posto di lavoro, una RSA in cui ero impiegata, alcuni brevi progetti musicali, quasi a titolo volontaristico con buoni risultati, quando mi sono detta che mi sarebbe piaciuto fare questo, cioè lavorare con la musica, attraverso la musica. Ho quindi intrapreso dapprima un corso annuale di “Animatore sociale” con specializzazione in musicoterapia ma una volta “scoperta” la musicoterapia mi sono iscritta al corso triennale di Musicoterapia Umanistico Trasformativa, presso il Cesfor di Bolzano, con la Direzione di Roberto Ghiozzi e mi sono diplomata nel 2017. Dal 2018, nella RSA dove lavoravo come impiegata, ho iniziato a lavorare
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come musicoterapista e da allora lavoro anche in altre realtà e fasce d’età. Che cosa si intende per “musicoterapia”? Quando è nata? La World Federation of Music Therapy, nel 1996, ha dato questa definizione della musicoterapia: “La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa me-
di Silvia Arosio
glio realizzare l’integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.” La definizione è complessa ma in sostanza (o per dirla semplice) è l’uso della musica e delle sue componenti per mediare la relazione terapeutica. La musica è sempre stata utilizzata dall’uomo per “curare” e per il benessere ma diciamo che nella sua forma moderna e strutturata è nata negli Stati Uniti intorno agli anni ’50 e in Italia la prima associazione di musicoterapisti è stata costituita nel 1975. È una professione in continuo divenire, ma che si configura sempre più come professione sanitaria in cui la musica non viene “applicata” come fosse un medicinale (ci sono indirizzi terapeutici in tal senso, suonoterapia, vibrazioni etc., che hanno una propria specificità ma non sono musicoterapia in senso stretto); la musica è invece il mezzo, il “mediatore” della relazione tra paziente e terapista, opportunamente formato, ed è indirizzata a qualunque fascia d’età, ma, proprio perché si avvale di un linguaggio così universale è particolarmente adatta a “tessere” relazioni là dove non ci si può avvalere di parole, gesti, ragionamenti. Lavora sull’aspetto affettivo/ emotivo, che si gioca nella relazione, ed è attraverso quest’ultima che può avvenire il cambiamento terapeutico auspicato. Entriamo nel dettaglio del lavoro: come vi approcciate agli anziani? Il mio lavoro è principalmente individuale con pazienti con demenze gravi o con disturbi comportamentali, tali che non si riesca alcun altro tipo di approccio educativo o animativo. I pazienti vengono segnalati dall’equipe e iniziano un percorso di valutazione in cui cer-
co di capire se la musicoterapia possa aiutarli in qualche modo; se accettano il rapporto “musicale”, cioè riescono a restare nel setting e interagire con me attraverso voce, strumenti, ritmo, o semplicemente l’ascolto, vengono poi presi in carico con l’individuazione di “obiettivi” terapeutici propri; li incontro poi una volta la settimana per un periodo di tempo. Faccio anche lavoro di piccolo gruppo, in cui l’obiettivo è condiviso, e in cui le attività che siano il fare musica, il canto o l’ascolto sono fatte insieme, ricercando anche di ricreare la
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dimensione di gruppo e favorire la socialità; in questo caso i pazienti sono meno gravi, per permettere lo scambio relazionale tra tutti i presenti. Che genere di musica utilizzate? Vi avvalete di musica registrata o anche suonata dal vivo? Non c’è una musica “buona” per tutto e tutti, proprio come dicevo prima non lavoriamo applicando una musica, ma facendo della musica il motore della relazione, dello stare insieme nel presente, dello scambio intersoggettivo; perciò, ogni musica scaturisce dalle storie del
paziente, dalla storia del terapista e personalmente, fino a che possibile, faccio in modo che la musica, il suono, sia co-creato in quel momento, sia cioè improvvisato. L’ascolto musicale, di musiche registrate, lo utilizzo nei momenti in cui c’è bisogno di concentrarsi o rilassarsi o quando non è possibile fare musica in modo diverso: allora utilizzo alcune musiche che so preferite dal paziente o che so, per esperienza siano particolarmente indicate allo scopo. Ci sono alcuni studi proprio sull’efficacia di alcune musiche per “indurre” stati emotivi, ma il campo è vastissimo e non fidatevi di chi vi dice che la tal musica curerà il tal problema; pensateci: musiche che a voi rilassano sicuramente a qualcun altro innervosiscono; i meccanismi con cui agisce la musica sulle nostre emozioni sono complessi e oggetto di studio. Sicuramente la musica dal vivo ha un’efficacia maggiore, è esperienza comune, spesso io stessa suono e canto per il mio paziente, piuttosto di usare una musica preregistrata. Ma ascoltare passivamente musica dal vivo NON è musicoterapia.
Come reagiscono gli anziani? È ormai prassi consolidata che la musicoterapia sia efficace con gli anziani, in particolare i nostri anziani cioè quelli nati intorno alla Seconda guerra mondiale per cui la musica era un collante sociale e usata, molto più di oggi, nel canto che sottolineava il quotidiano e nelle musiche da ballo che sottolineavano la vita sociale. È davvero raro trovare un anziano che non apprezzi la musica in genere. Quanto è diffusa la musicoterapia nelle rsa? Nella mia regione (Lombardia) in moltissime RSA lavorano i musicoterapisti, quindi è molto diffusa, benché sia ancora un problema far capire alle istituzioni che la musicoterapia NON è l’animazione musicale (cosa che anch’io faccio quando richiesto), che non ha pretese di essere terapeutica, né di avere degli obiettivi precisi se non un generale senso di benessere e serenità. Si può utilizzare anche con i propri cari a domicilio? Qualche consiglio?
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Se si inten- de la musicoterapia come detto finora, si può fare anche a domicilio. Certo, ma è necessario che ci sia la presenza di un musicoterapista qualificato e formato. A volte lavorare con i suoni ingenuamente, potrebbe essere più disturbante che di aiuto. Cosa si sente di consigliare a chi volesse intraprendere questa carriera? Anzitutto di formarsi bene, sia dal punto di vista musicale, visto che è il materiale con cui si lavora, cioè sapere suonare anche più strumenti, saper utilizzare la voce a avere una discreta conoscenza del panorama musicale nei secoli (dalla classica al rock, al moderno), poi di trovare una buona scuola (almeno triennale) in cui oltre la preparazione teorica ci sia una solida preparazione personale, perché se siamo esperti di relazione dobbiamo sapere chi siamo e come ci mettiamo in gioco nella relazione stessa (personalmente dopo la scuola di musicoterapia ho intrapreso gli studi universitari in scienze e tecniche psicologiche, proprio perché sentivo che mi serviva approfondire meglio questi aspetti). È un lavoro non semplice ma che dà molta soddisfazione, approccia alla persona nel suo essere, nella sua identità, al di là della malattia, del dolore, del disagio. È, come dico sempre, un incontro di anime. • RS
7 6 E DI ZI O NI DI ST R A OR DI N A R I O S U C C ESS O !
edizioni frate indovino Via Marco Polo, 1 bis - 06125 Perugia (PG) CONTATTI: Telefono 075 5069369 | Fax 075 5051533 www.frateindovino.eu - E-mail: info@frateindovino.eu www.facebook.com/frateindovino WhatsApp: 333 7786132 (solo messaggi di testo)
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L'INTERVISTA / 2
Parola d 'ordine? Condividere!
UNA REGISTA, UN'INTERPRETE LIS, UNA PASSIONE SFRENATA PER IL TEATRO. UN INCONTRO CASUALE CHE HA UNITO LE LORO VITE E LE HA TRASFORMATE
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© Servizio fotografico Caterina Rossi Photography
ic&LAEli sono un duo professionale assolutamente trasversale, formato da una regista ed un’attrice. Correva il lockdown dell’anno 2020... scoppia una pandemia e tutti si rifugiarono sui social per capire cosa fare della propria vita... ecco che anche Mic e LAEli erano in quella fase... Ancora non sapevano dell’esistenza l’una dell’altra ma entrambe erano iscritte ad un gruppo di formazione su facebook... e da lì… Prima di tutto, presentatevi
singolarmente… Sono Michela Mirabucci, Mic, regista teatrale e speaker radiofonica. Quasi 41 anni. Circa 16 anni fa ho iniziato il mio percorso al Teatro Verdi di Pisa con l’opera lirica, sia come attrezzista che come assistente di regia del Maestro Stefano
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Vizioli. Ho conosciuto e lavorato con molti nomi dello spettacolo, il mio maestro teatrale è Vittorio Viviani, con il quale abbiamo girato l’Italia con Le allegre comari di Windsor che vedeva come protagonisti Vittorio, Corinne Clery e Antonio Salines, altro mio grande maestro e direttore del Teatro Belli a Roma. Nel 2013 dopo anni di scuola di teatro per bambini e ragazzi, io e mia sorella abbiamo fondato la Tutto Fa
di Silvia Arosio
so di teatro in una compagnia di teatro itinerante biellese a livello amatoriale, appassionandomi sempre di più. Il mio debutto è stato con il monologo della Principessa sul pisello, testo dell’Accademia della Tosse di Genova, seguita da Veronica Rocca. All’età di 20 anni, mi iscrivo ad un corso riconosciuto ENS (Ente Nazionale Sordi) per diventare interprete Lis, appassionandomi alla traduzione di testi poetici e canzoni per permettere anche ai sordi di poter accedere alle emozioni che l’arte suscita in noi. La prima canzone che ho interpretato in Lis è stata Alegria del Cirque du Soleil ed è la prima canzone che propongo nei miei stage di Lis in Theatre. Ho interpretato canzoni gospel, con il “Biella Gospel Choir” in diverse occasioni. Insieme alla mia insegnante di danza h o por-
I VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il canale Twitch di Mic&LAEli
Brodway Golden Theatre Academy che ha due sedi, una a Bagno a Ripoli (Fi) ed una a Sangiustino (Pg) Si tratta di un percorso pre accademico per ragazzi dai 6 ai 18 anni. Molti dei nostri ragazzi dopo la nostra scuola entrano nelle prestigiose accademie teatrali Italiane, con basi solide e ottimi risultati. Elisabetta Marigo, 37 anni, sagittario. Ho inizia-
to con la danza classica e contemporanea all’età di 12 anni... e ho proseguito fino i 30 anni (ho ballato fino al 6 mese di gravidanza e sembravo l’ippopotamo del film Fantasia). Ho sempre avuto una passione per il teatro ed adoro l’opera lirica. Ho iniziato a frequentare un cor-
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tato la Lis in diversi suoi spettacoli, unendo il movimento del corpo all’espressività delle mani e del volto. Arrivando a oggi, dove insieme a Mic, proponiamo masterclass formative proprio sul musical e Lis in theatre.
Il vostro progetto nasce dal formatore comune che vi affidava delle prove da superare: vogliamo parlarne? MIC - Sono stati mesi molto intensi quelli del primo Lockdown e ancora a dire il vero ne
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subiamo le conseguenze. Eli mi ha incuriosito da subito, perché era davvero super creativa e preparata! Le prove erano legate al Feng shui o comunque tutte intente a formare una buona bolla di energia positiva. In questo numero di Riflettori su (mamma mia, come siamo interconnessi!), abbiamo parlato della lingua dei segni. So che anche voi avete dato vita a Lis in theatre: ne vogliamo parlare? MIC - Io so solo che ho visto un suo pezzo mentre “segnava” e da lì è nata l’idea di farlo come Stage presso la mia accademia! Tutt’ora su piattaforma web, Eli continua a fare lezioni. Il giorno prima del suo Stage, Eli è anche salita sul palco della Limonaia di Villa Strozzi dove ha segnato la canzone di Mannarino Vivere la Vita. A ottobre, siamo invece riuscite anche a montare un omaggio al Cirque du Solei”con il loro brano Alegria interamente segnato, ognuno dalla propria abitazione. Per seguire il fil rouge del gior-
IL PROGETTO "ARTAD"
• 15 incontri per 30 ore di formazione:
- 4 ore con Mic:2 incontri per: montaggio Grease, scene in Sketch clip teatrale and Flash mob; - 4 ore con LAEli:2 incontri per: Lis in theatre, montaggio del pezzo “Alegria del Cirque du Soleil; - 4 ore con Luisa Noli:2 incontri con l'attrice e insegnante di recitazione dell’Accademia TFB, sul Sogno di una notte di mezza estate; - 10 ore in 5 incontri con il maestro Vittorio Viviani, attore cinema Rai e Mediaset Un posto al sole, Braccialetti rossi e Elisa di Rivombrosadocente Dams Roma attore; farà masterclass intensa di regia teatrale e actor coaching (esperienza unica); - 2 ore di Drammaturgia con Federico Guerri autore, attore e regista (idea di scrittura creativa); - 2 ore di Video Making con Andrea Fortuni (l’arte dei video, dall’idea al montaggio); - 2 ore di vocalità con due performers una da Londra e una dalla Germania Elisa Cipro e Valentina Garavini che ci spiegheranno le tecniche vocali in teatro; - 2 ore con Antonello Antonelli, stage sullo speakeraggio radiofonico e per il doppiaggio; - Extra Bonus - 2 ore con MIC&LAEIi - Partecipare a Twitch tv, podcast, trucchi per la comunicazione.
nale, quanto è importante l’arte per il benessere dell’uomo e per la disabilità secondo voi? LAEli - Quando si parla di disabilità, si parla di difficoltà della persona a sviluppare abilità comunicative idonee al mondo che le circonda, a mio parere c’è la necessità di creare un ambiente adatto a stimolare la loro capacità di contatto. L’arte è molto importante perché può essere un atto comunicativo sostitutivo al linguaggio comune. L’arte usata come terapia è un modo per mettere a proprio agio le persone che
hanno difficoltà ad esprimere i propri stati d’animo, le proprie emozioni e aiutando a sviluppare l’integrazione tra i soggetti. L’arte è un canale comunicativo comune a tutti gli esseri umani e quindi va sfruttato per abbattere quegli ostacoli invisibili trovando un punto comune tra persone “abili e disabili”. So che avete anche molti altri progetti. Uno di questi, ad esempio, è il nostro canale
L'INTERVISTA
Inquadra il QRcode e guarda l'intervista di Mic&LAEli a Silvia Arosio 31
Twitch. Cosa troviamo in questo canale? Qualche nome degli intervistati? Troviamo persone vive, artisti, ragazzi appassionati. Maurizio Marchini, Silvia Arosio (non so se la conosci), Martina Panini, Vittorio Viviani, Luisa Noli, Martina Panini e tanti altri che intervisteremo a breve. Altro progetto che avete all'attivo è ARTAD: 30 ore di formazione in cui professionisti di alto livello mettono a disposizione la loro esperienza per insegnare arte a tutto tondo: di cosa si tratta? ARTAD, incredibile gioco acronimo della DAD - didattica a distanza che diventa "Teatro A Distanza" con il prefisso Art "Arte" Perché dico questo? Semplice, stiamo costruendo un percorso accademico (vedi box a lato per la struttura del progetto). Nell’immediato futuro su cosa punterete? Speriamo di poter tornare quanto prima con i nostri “STAGE LIVE” dove facciamo teatro musical, Lis in theatre e public speaking! Porteremo avanti la nostra accademia e inseriremo percorsi che formeranno in 4D e 4k ogni aspetto di un artista. • RS
ATTUALITÀ
Le star del cinema italiano
e l’iniziativa # Perilcinema IL PROGETTO VUOLE SOSTENERE ESERCENTI E OPERATORI DEL SETTORE CINEMATOGRAFICO COLPITI DALLA CRISI
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l 2020 ha messo a dura prova il mondo del cinema italiano e tutta l’industria ad esso associata. Anche per il mese di febbraio, i cinema continueranno a restare chiusi, con forti
ripercussioni su tutte le fondamentali professioni collegate. Per questa ragione nasce l’iniziativa #PerIlCinema, volta a offrire un aiuto concreto ad esercenti e operatori del settore. E sono già in molti gli attori e i registi che in queste ore hanno sostenuto sui loro social l’iniziativa. Chiunque, infatti, potrà acquistare sulla piattaforma dedicata perilcinema.com 1 voucher valido per 1 ingresso in uno dei cinema aderenti. Per ogni buono cinema acquistato, Campari sosterrà
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le sale cinematografiche scelte dagli utenti regalando, ai primi 20.000 acquirenti, un secondo buono cinema. Entrambi saranno utilizzabili nel corso di tutto l’anno 2021, mentre il
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il promo del progetto
di Daniele Colzani
corrispettivo verrà immediatamente versato ai cinema da QMI: un ottimo incentivo per dare un aiuto concreto e tempestivo all’economia del settore. CHI HA ADERITO Ad oggi hanno aderito più di 320 cinema, tra cui i circuiti The Space Cinema, UCI Cinemas e UNICI (Unione Cinema), ma l’elenco è in continua crescita. Inoltre, sono numerosi i partner attivi all’interno dell’industria cinematografica che hanno aderito con grande entusiasmo al progetto, per supportare e dare gran voce a un’iniziativa così speciale come #PerIlCinema: Vision, 01, Medusa, LuckyRed, Eagle, Notorious, Koch Media, Bim, Fenix ed Europictures per le distribuzioni cinematografiche. Indigo, Cattleya, Lotus, Indiana, IIf e Lucisano Media group, Fandango, Rai cinema, Cinema Undici, Fabula, One More, Martha Production, Minerva, Groenlandia, Ascent e Pepito Produzioni del mondo delle produzioni cinematografiche. E tanti altri di rilievo: Lucca Comics & Games, Giffoni Film festival, Alice nella cit-
tà, Ciak Magazine, Infinity, Filming Italy. Il progetto rappresenta un proseguimento dell’importante percorso che Campari ha intrapreso anni fa, scegliendo di associarsi al mondo del Cinema - fatto di creatività e passione – e offrendo l’opportunità di far raccontare la propria Red Passion a grandi artisti internazionali come a giovani talenti emergenti. “Campari #PerIlCinema rappresenta per noi motivo di grande orgoglio e siamo entusiasti di dare vita, insieme ai nostri partner d’eccezione, a
questa importante iniziativa” - afferma Clarice Pinto, Senior Marketing Director di Campari Group Italia – “Crediamo fortemente nel ruolo fondamentale rappresentato dal Cinema italiano nella cultura e nella società e siamo per questo pronti a offrirgli, con la passione che ci contraddistingue, supporto in questo periodo così difficile”. Campari si fa così portavoce di un messaggio chiaro e forte, volto a sostenere attivamente professioni, enti e persone che ogni giorno lavorano con passione per costruire storie e racconti straordinari che prendono vita grazie al mondo del Cinema. • RS
L'INIZIATIVA SOCIAL
• Grazie alla realizzazione di una cornice appositamente creata per il progetto, chiunque potrà dare voce e supportare l’iniziativa anche sul proprio profilo Facebook, attraverso alcuni semplici passaggi. Sarà sufficiente infatti: - Accedere al proprio profilo Facebook - Cliccare sull’icona della macchina fotografica presente sulla foto profilo attuale. Si aprirà a questo punto un box intitolato “Aggiorna l’immagine del profilo” e selezionare all’interno del box la voce “Aggiungi motivo” - Successivamente sarà necessario ricercare nell’apposito campo (lente di ingrandimento) la Facebook Frame intitolata “Campari #PerIlCinema”. - Una volta selezionata la cornice Campari verrà sovrapposta alla propria immagine di profilo e sarà possibile adattare l’immagine a proprio piacimento. Per completare l’operazione cliccare su “Usa come immagine di profilo".
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PROGETTI
della Redazione
River: il brano che unisce
gli artisti italiani all’ estero LA STORIA DI QUATTRO PERFORMER CHE REALIZZANO UN PROGETTO MUSICALE E UN VIDEOCLIP A DISTANZA
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iver, il nuovo singolo di Elisa Cipro, cantante bolognese esportata a Londra ed è uscito su tutte le piattaforme musicali la vigilia di Natale ed è accompagnato dal videoclip cortometraggio firmato da Daniel Cati, regista emergente italiano residente a Berlino. “Daniel ed io siamo cresciuti nella provincia bolognese e da adolescenti ci interrogavamo già, seduti su un marciapiede, sul senso della vita.” racconta Elisa Cipro e continua: “Entrambi abbiamo lasciato il Bel Paese per trovare quel senso e nuove opportunità lavorative, vivere di arte in Italia è difficile” La canzone è una cover omaggio a Joni Mitchell (dall’album Blue del 1971), riarrangiata per l'occasione dalla stessa cantante insieme al producer inglese Tokota. “Ho cercato di tenermi attiva e sfruttare al meglio il tempo durante i lockdown, il Governo inglese mi ha sostenuto econo-
micamente e così ho potuto esplorare collaborazioni che sognavo da tempo.” racconta Elisa Cipro e poi continua “Ho bisogno di sentirmi vicina ad altri artisti pur non avendone la possibilità fisica. Ho scelto questa canzone per dare voce ai tanti, soprattutto i connazionali all'estero, che quest'anno si sono trovati, come me, di fronte a scelte di vita difficili, rinunce e perdite.” Daniel Cati, diplomato alla New York Film Academy ed il filmmaker Thomas Sturniolo, entrambi ex giocatori di football americano che sotto l’armatura sfoggiano cuori da artista, ci trasportano nel mondo di un uomo che lascia la famiglia per inseguire un sogno e che si ritrova poi la vigilia di Natale di trent'
anni dopo a cercare quella moglie e quei figli che aveva lasciato. Per ovviare ai limiti e alle restrizioni dovute alla pandemia, Thomas Sturniolo ha coinvolto nelle riprese tutta la sua famiglia. Debora Masetti, fotografa italiana nel Regno Unito e autrice degli scatti che accompagnano l'uscita del brano, completa questo gruppo di artisti italiani prestati all’estero. • RS
Thomas Sturniolo
Daniel Cati
Debora Masetti
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LOCATION
Corte di Gabriela, emozioni nel cuore della laguna
UN LUXURY BOUTIQUE HOTEL PER VIVERE ESPERIENZE PERSONALIZZATE E SCOPRIRE I TESORI NASCOSTI DI VENEZIA
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enezia d’inverno è un’emozione privata. La città si fa più silenziosa e mette in mostra tutta la sua rara bellezza. Soprattutto quest’anno, fuori dal turismo di massa, occasione per visitare luoghi normalmente inaccessibili. Per cogliere l’essenza della città lagunare, la stagione fredda è il momento migliore per esplorare e godersi i palazzi storici, il fascino delle gondole, i musei, veri e propri templi dell’arte, i misteri e le atmosfere di una Venezia che permette ora come non mai di vivere un viaggio nel tempo. Un’esperienza che si fa
unica al luxury boutique hotel Corte di Gabriela, palazzo ottocentesco veneziano vicino Piazza San Marco, ma isolato e distante dal circuito turistico.
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Cucito sugli ospiti come un abito sartoriale di pregiata finezza, il boutique hotel è concepito come una casa dove l’ordinario lascia il posto allo straordinario. Le camere e suite esprimono signorilità e lusso, design e comfort, sostenibilità e attenzione. I servizi sono pensati sulle singole esigenze, tanto che c’è un concierge 24 ore al giorno, la colazione è curata come se si andasse al ristorante fin dal mattino, il brunch, la biblioteca, la bellissima corte interna arricchita da un'antica vera da pozzo, sono sempre a disposizione.
di Emanuela Cattaneo
Elementi di design contemporaneo firmati da Philippe Starck, Mises Van der Rohe, Kartell, Flos, Vitra, Ingo Mauer, Alivar dialogano con perle del passato in un’armonia di lampade moderne e pezzi in legno massiccio e ferro battuto, chaise longue futuristiche e affreschi. Grazie ai consigli del proprietario di casa Gian Luca Lorenzet e di sua moglie Ga-
briella, la città e il soggiorno si vivono in modo totalmente personalizzato. Come un pezzo di design d’autore. A partire dalle meraviglie del palazzo di Corte di Gabriela, un tempo abbandonato e poi trasformato in residenza di lusso con affreschi, bifore e gessi originali e preziosi elementi di artigianato veneziano, ci si perde tra le calli e i ponti incontrando altre facciate in-
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tarsiate, cancelli che si aprono sui canali. Si passeggia accompagnati dal suono dei remi delle gondole che muovono le acque, immaginando dogi, nobili e signore coperti di stoffe preziose e maschere raffinate. È facile stimolare l’immaginazione a Venezia d’inverno. Dalla Giudecca, uno dei luoghi particolarmente consigliati da Gian Luca, che riserva sempre itinerari insoliti per gli ospiti del boutique hotel, la laguna al tramonto è una visione esclusiva. Corte di Gabriela è in una posizione privilegiata per vivere la Venezia più autentica. È tra il Canal Grande e il Ponte di Rialto, tra Piazza San Marco e il Teatro La Fenice, è vicina a Palazzo Grassi e al Museo Fortuny, con l’Accademia e il Museo Guggenheim. Inoltre, in caso di acqua alta, la speciale vasca impermeabile a contenimento e le paratie in acciaio, garantiscono che il soggiorno sia sempre asciutto Corte di Gabriela organizza, inoltre, tour guidati per scoprire gli aspetti di Venezia meno conosciuti, magari in taxi boat con motore elettrico. • RS
INIZIATIVE
di Emanuela Cattaneo
La bellissima realtà
del
Vivaio dei Talenti
UN LUOGO SENZA BARRIERE, DOVE I LIMITI FISICI E COGNITIVI PERDONO IMPORTANZA
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a anni, in provincia di Varese, esiste una Comunità per persone con disabilità, dove si praticano la socioterapia e l'agricoltura biodinamica, fondati sugli insegnamenti dell’antroposofia di Rudolf Steiner in un orto meraviglioso: è la fattoria sociale La Monda che, attraverso l’attività agricola, si occupa dei suoi ospiti, valorizzando le loro competenze, aiutandole ad accrescere la propria autostima e favorendone l’autonomia e l’inclusione sociale. Obiettivi che trovano un’ulteriore e concreta realizzazione in un nuovo progetto, il Vivaio dei Talenti, un luogo senza barriere, dove i limiti fisici e cognitivi perdono importanza perché tutti possono sviluppare i propri talenti dedicandosi all’agricoltura, in
particolare al vivaismo con sementi biodinamiche per la produzione locale. Uno spazio che assume ancor più valore alla luce dell’attuale situazione che stiamo vivendo e che rende ancor più urgente la necessità di disporre di un luogo di terapia all’aperto, in un contesto sicuro e protetto. Molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare: servono nuovi banchi di lavoro, un nuovo impianto di irrigazione per le piantine e altre attrezzature che aiuteranno gli ospiti nelle loro attività di ogni giorno. Il sostegno di tutti è importante: anche un piccolo seme
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contribuirà a rendere più grande e più bello il Vivaio dei Talenti. NaturaSì vuole promuovere e sostenere questo progetto nel suo complesso, per il valore sociale, spirituale ed agricolo. • RS
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RICONOSCIMENTI
La Strada Europea
dei Giardini Storici LO STORICO GIARDINO GARZONI DI COLLODI È NEL PERCORSO BOTANICO, ARCHITETTONICO E CULTURALE
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a notizia da tempo attesa è arrivata: la Strada Europea dei Giardini Storici ha ottenuto la certificazione di Itinerario culturale dal Consiglio d’Europa (la delibera è di fine ottobre, ndr) e lo Storico Giardino Garzoni di Collodi è uno dei 35 giardini che formano questo straordinario percorso botanico, architettonico e culturale che tocca vari Paesi.“Con il riconoscimento della via europea dei giardini storici, salgono a quaranta le strade europee certificate ad oggi dal Consiglio europeo” spiega Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi che gestisce da anni
direttamente il giardino garzoni e lo ha inserito nel progetto dei luoghi collodiani del Parco Policentrico Collodi Pinocchio. La professoressa Maria Adriana Giusti del Politecnico di Torino, membro del consiglio direttivo della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, è il responsabile scientifico dello Storico Giardino Garzoni. C’è poi un secondo itinerario che la Fondazione Collodi ha ideato e che sta definendo; siamo infatti agli ultimi passaggi per la richiesta di certificazione della Via Europea della Fiaba che in questi ultimi mesi ha trovato nuove e importanti adesioni.
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L’ITINERARIO EUROPEO DEI GIARDINI STORICI La strada europea dei giardini storici (www.europeanhistoricgardens.eu - european route of historic gardens #ERHG), è una associazione nata nel 2016 a Lloret de Mar (Spagna) per promuovere la salvaguardia e la valorizzazione dei giardini storici europei. Lo Storico Giardino Garzoni fa parte della route dal 2017 che, al momento, include oltre trenta giardini, di vari paesi: Spagna, Portogallo, Germania, Italia, Polonia, Georgia. I membri italiani della Route, oltre allo Storico Giardino Garzoni, sono: il Museo Storico e il Parco del Castello di
di Daniele Colzani
Miramare, il Giardino di Boboli, la Reggia di Caserta, Villa Adriana e Villa d’Este. Da anni i membri hanno lavorato per ottenere la certificazione europea e organizzato iniziative per promuovere la conoscenza di questo patrimonio, come la Giornata europea dei giardini storici del 26 aprile. “L'obiettivo centrale del programma “Vie Europee” è contribuire alla promozione dell'identità e della cittadinanza europea attraverso la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio comune dell'Europa e lo sviluppo di legami culturali e dialogo all'interno dell'Europa, nonché con altri paesi e regioni – spiega l’istituto europeo degli itinerari culturali - Il programma Itinerari culturali del Consiglio d'Europa mira a formare uno spazio culturale comune attraverso lo sviluppo di itinerari culturali al fine di incoraggiare la sensibilità verso il patrimonio, l'istruzione, la creazione di reti, il turismo sostenibile internazionale di alta qualità e altre attività correlate. Un itinerario culturale del Consiglio d'Europa, dunque, è un progetto di cooperazione nel campo del patrimonio culturale, dell'istruzione e del turismo europeo, finalizzato allo sviluppo e alla promozione di uno o più percorsi basati su un percorso storico, un concetto culturale, un individuo o un fenomeno con importanza e significato, tendente alla comprensione e al rispetto dei valori comuni europei. Può essere un percorso fisico o una rete di siti del patrimonio”. LA VIA EUROPEA DELLA FIABA La Via Europea della Fiaba (EFTR – European Fairy Tale Route) è un itinerario culturale turistico dedicato alle fiabe e alla promozione della lettura tra i giovani cittadini europei.
Al momento ne fanno parte 16 partner da 13 paesi europei e l’obiettivo è ottenere la certificazione di itinerario culturale dal Consiglio d’Europa. “La Fondazione Collodi ambisce a coinvolgere in questa Via culturale e turistica gli enti pubblici e privati europei associati ai luoghi e ai personaggi delle fiabe europee. L’ambizione è quella di coinvolgere enti di tutti i 47 paesi appartenenti al Consiglio d’Europa” spiega Bernacchi. L’Associazione della Via Europea della Fiaba perseguirà i seguenti obiettivi: • connettere località europee che sono associate alle fiabe europee; • promuovere il dialogo e lo scambio di buone pratiche tra i membri dell’Associazione; • rafforzare la collaborazione internazionale tra musei, biblioteche, parchi, centri culturali dedicati alle fiabe; • riunire bambini e adulti e fargli apprezzare una storia e un’eredità condivise; • creare un itinerario attraente per i turisti, basato su un nuovo tema;
• organizzare attività educative per i bambini, incluse attività basate sulla tecnologia; • perseguire l’inclusione sociale mettendo in contatto persone di diversa provenienza; • sostenere la ricerca sulle fiabe europee, approfondendo il modo in cui tali fiabe si connettono ad una cultura specifica e /o a una più generale identità europea; • promuovere un rapporto produttivo con le istituzioni europee e le organizzazioni internazionali; • sostenere valori comuni a molte fiabe, come l'amicizia, il rispetto per l’altro, il rispetto per la natura e per gli animali; • sostenere il rafforzamento di una società europea più giusta, in cui si possa convivere in amicizia e con pari dignità, essendo consapevoli del nostro patrimonio culturale; • partecipare a progetti europei come "Europa Creativa" ed "Erasmus+", che consentiranno di rafforzare gli obiettivi sopra elencati e di consolidare il ruolo della Via Europea della Fiaba nel campo culturale ed educativo. • RS
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TERRITORIO
Il circuito dei giardini profumati lombardi
UNA SINERGIA PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO NATURALE, STORICO E SCIENTIFICO DELLA NOSTRA REGIONE
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utelare il patrimonio naturale, storico e scientifico custodito nelle proprie sedi con azioni di formazione, educazione e comunicazione comuni: la Rete degli orti botanici della Lombardia e ReGiS, la Rete dei Giardini Storici della Lombardia, per la prima volta lavoreranno insieme per la tutela di un patrimonio straordinario. L’accordo, sottoscritto da Laura Sabrina Pelissetti, presidente di ReGiS e Martin Kater, presidente della Rete degli orti botanici della Lombardia, è fondato sulla condivisione delle buone pratiche di manutenzione e gestione del patrimonio verde ma anche di spazi, informazioni e iniziati-
ve rivolte agli amanti del verde ma non solo. In particolare, la Rete degli orti botanici coinvolgerà ReGiS nelle iniziative di aggiornamento tecnico e di formazione sui temi riguardanti la manutenzione del patrimonio verde e amplierà il circuito delle mostre realizzate nei suoi orti botanici di Bergamo, Bormio, Milano Brera e Città Studi, Pavia e Toscolano Maderno ai giardini storici di ville e realtà aderenti a ReGiS presenti nei comuni di Cinisello Balsamo, Monza, Lainate, Cuggiono, Desio, Cesano Maderno, Legnano, Rho, Sesto San Giovanni e Milano. Un circuito di giardini e di realtà selezionati rispettando
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alti standard di qualità e di rilevanza botanica e storica. La Rete orti botanici della Lombardia dedicherà a ReGiS percorsi di formazione sulla “botanica di base” per giardinieri e volontari e “Heritage Interpretation - Interpretazione del patrimonio” rivolta al personale che opera all’interno dei siti ReGiS. Gli educatori che collaborano con gli orti botanici lombardi saranno infine disponibili per svolgere attività didattica presso le diverse sedi di ReGiS, ovvero progettare percorsi autoguidati di tipo interpretativo – oggi fondamentali per permettere visite distanziate in totale sicurezza – per il pubblico. Un progetto ambizioso per un patrimonio
di Daniele Colzani
naturalistico, paesaggistico e culturale come quello delle realtà aderenti alle due Reti, che nei prossimi due anni rappresenterà una grande opportunità per restituire centralità a giardini, orti e dimore storiche, soprattutto ora che la pandemia sta frenando il turismo. LA RETE DEGLI ORTI BOTANICI DELLA LOMBARDIA La Rete degli Orti Botanici della Lombardia, è una Associazione non profit, che opera per favorire e promuovere le azioni degli Orti Botanici aderenti. Ne fanno parte: l’Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”; il Giardino Botanico Alpino “Rezia” di Bormio; gli Orti Botanici milanesi di Brera e Città Studi; l’Orto Botanico di Pavia e il Giardino Botanico “G.E Ghirardi” di Toscolano Maderno (BS). La Rete, nata nel 2002 per valorizzare e mettere in comune le reciproche esperienze, e costituitasi in Associazione nel 2009, si occupa inoltre della tutela, della conoscenza, della
promozione e della valorizzazione del patrimonio culturale vegetale degli Orti Botanici, con particolare attenzione alla conservazione delle piante, alla divulgazione scientifica e alle attività educative. REGIS RETE DEI GIARDINI STORICI La Rete dei Giardini Storici è un’associazione no profit nata del 2008 con l’obiettivo di coadiuvare le Amministrazioni locali e gli Enti territoriali nella tutela, conservazione e gestione di giardini e parchi storici. Numerose le iniziative
promosse da ReGiS per diffondere a cultura del giardino attraverso attività di valorizzazione dei siti aderenti. Alla ReGiS aderiscono: il Comune di Cinisello Balsamo con il giardino di Villa Ghirlanda Silva (sede e capofila), il Consorzio Reggia di Monza con il Parco della Villa Reale, il Comune di Lainate con il giardino di Villa Visconti Borromeo Litta, il Comune di Cuggiono con il parco di Villa Annoni, il Comune di Desio con il giardino di Villa Cusani Traversi Tittoni, il Comune di Cesano Maderno con il giardino di Palazzo Borromeo. L'elelnco prosegue con il Comune di Gorgonzola con il parco Sola Cabiati, il Comune di Legnano con il parco dell’ex sanatorio Regina Elena, il Comune di Rho con il giardino di Villa Burba, il Comune di Sesto San Giovanni con i giardini delle ville Zorn e Mylius, il Politecnico di Milano (Centro PaRID), le scuole per giardinieri di Fondazione Minoprio e Scuola Agraria del parco di Monza per finire con la Soprintendenza milanese. • RS
WWW.RETEORTIBOTANICILOMBARDIA.IT / WWW.RETEGIARDINISTORICI.COM 43
RADIORAMA
di Luca Varani
L 'intramontabile fascino della narrazione radio
SULLE FREQUENZE DELL'ETERE E FRA LE ONDE DEL WEB FEDELE COMPAGNA NEL LOCKDOWN
© Joe007 da Pixabay
• La radio, insieme naturalmente
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nauguriamo questo mese un nuovo spazio dedicato - l'avrete certamente capito dal titolo di questa rubrica - al mondo della radio. Un media più che mai in espansione, che appassiona segmenti di pubblico molto diversi fra loro. Se, ormai da tempo, sono costantemente in aumento gli ascoltatori dai 35 ai 64 anni, la radio non ha mai perso la vocazione di mezzo giovane: nel segmento 18-24 anni raggiunge il 76,25% degli italiani. Fra i 15 e i 45 anni è il media più seguito: addirittura l’82,05%! Il livello di scola-
rizzazione dei suoi utilizzatori è superiore alla media nazionale: dati sempre alla mano, il 66,97% possiede una Laurea o un diploma di Media Superiore. Sulla "vecchia" modulazione di frequenza, online con una miriade di stazioni web (parecchie strutturate anche molto professionalmente) e in DAB il messaggio audio, la forza persuasiva della voce umana e della musica funzionano anche quando ci stiamo occupando d'altro. Una canzone di successo o la voce di un conduttore che ci piace particolarmente evocano
L'EPOPEA DI STEREONOTTE • Per la radiofonia italiana RaiStereoNotte rappresenta un programma leggendario, in onda dal 1982 al 1995. Un segmento notturno che è riuscito, complice il contesto ma soprattutto la qualità dei suoi conduttori e della musica proposta, a diventare punto di riferimento per milioni di ascoltatori che, per necessità o piacere, rimanevano svegli per ascoltarlo. Giampiero Vigorito ne racconta l'epopea nel libro Raistereonotte (Iacobelli Editore, 20,00 euro), con i contributi di Ligabue, Baglioni, Bennato e Arbore. Prefazione di Carlo Massarini.
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al piccolo schermo, ha rappresentato la principale compagnia per noi italiani durante il periodo del lockdown di marzo e aprile 2020. Non è un dato che stupisce, quello pubblicato di recente dall’Istat, in una indagine nata per monitorare il consumo di libri duranti i mesi più duri della pandemia. La lettura ha coinvolto oltre sei italiani su dieci (esattamente il 62,6%) ed è risultata la terza attività maggiormente svolta in ambito di tempo libero. Radio e tv (che sono state inserite in questa ricerca come categoria univoca) hanno conquistato il primo posto con il 93,6%, mentre al secondo posto si sono collocate le videochiamate con parenti ed amici (74,9%). L'ennesima conferma del potere della parola, soprattutto radiofonica, in grado di stimolare l'immaginazione di ben 35 milioni di ascoltatori al giorno.
emozioni, ricordi e senzazioni impossibili da ignorare anche quando la radio rappresenta solo un tappeto di sottofondo. Mese dopo mese cercheremo di raccontarvela, attraverso i personaggi che la animano, i libri che la celebrano, le iniziative che la vedono coinvolta in prima linea, le trasmissioni più seguite e meritevoli d'attenzione, le grandi emittenti che abbiamo memorizzate sulla nostra autoradio ma anche le piccole web radio che cercano, con coraggio e tenacia, di emergere. Ma ora basta parlare... è arrivato il momento di premere il tasto "on" del vostro apparecchio e di selezionare la vostra stazione preferita. Buon ascolto. • RS
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I nostri
contributors
CHRISTINE GRIMANDI PRODUCTION ORGANIZATION AND CASTING DIRECTOR
SIMON LEE
MAURIZIO TAMELLINI
MUSIC SUPERVISOR E DIRETTORE D’ORCHESTRA
DIRETTORE ARTISTICO FESTIVAL DEI 2 MARI DI SESTRI LEVANTE
AGNESE OMODEI SALÉ COREOGRAFA E DIRETTRICE BALLETTO DI MILANO
FEDERICO VERATTI
FABIO BELLINZONI
COSTUMISTA E COREOGRAFO
FOTOGRAFO DI BALLETTO
ANGELA VALENTINO MAKE UP ARTIST
FILIPPO SORCINELLI
ANTONELLO RISATI
ARTISTA, SARTO, E CREATORE DI PROFUMI
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IL COMPOSITORE
Musiclife, la piattaforma dei professionisti
UNA NUOVA RUBRICA CHE DÀ SPAZIO A VOCI AUTOREVOLI DEL PANORAMA INTERNAZIONALE DEL MUSICAL
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uon Anno e ben ritrovati! Fino a quando il lockdown non ha sconvolto il mondo intero, a Londra, capitale del Musical Theatre, in uno spazio ridotto di mezzo miglio quadrato, venivano rappresentati circa 20.000 spettacoli all’anno. Ma come riuscire ad entrare in questa macchina professionale di altissimo livello e soprattutto quali possibilità potresti avere quando hai, quella voglia di teatro e di musica che ti impedisce di pensare ci possa essere qualcosa di più importante per la tua vita, quando rincorri la cultura e ti brillano gli occhi come quando, bambino, guardavi stupito l’albero di Natale o abbracciavi il tuo giocattolo preferito! La risposta è semplice? Applicarsi e cercare di entrare in contatto con la realtà professionale a cui aspiri perché, sogno e realtà possono stringersi la mano condividendo disciplina e studio. In questa rubrica approfondiremo con voi la conoscenza di alcuni insegnanti straordinari della Piattaforma Online Musiclife.live - Global
Andy Findon
Christine Grimandi e il maestro Simon Lee
Arts Academy. Musicisti a noi molto cari, sia per la loro simpatia comunicativa che per la loro enorme esperienza artistica musicale. Come noi, condividono l’idea che: “è nostra responsabilità donare e consegnare ai giovani l’immensa esperienza professionale maturata in decine di anni di lavoro!”. Se possiedi solide basi e un po’ di esperienza, è possibile continuare a crescere Online dove, le distanze si annullano e potrai lavorare con alcuni tra i migliori insegnanti che saranno felici di offrirti la loro ineguagliabile esperienza! Li abbiamo intervistati per voi! ANDY FINDON Nella sua lunga carriera è stato definito il "Pearl Flutes International Artist", suona diversi generi musicali e innumerevoli strumenti a fiato. E’ il flautista che ha registrato più colonne sonore, tra le
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quali James Bond movies, Lord of the Rings, Star Wars, Harry Potter, Musical come Phantom of the Opera, Sweeny Todd, Cats, Evita, Mamma Mia! e ha collaborato e registrato con artisti internazionali come Michael Nyman Band, Pat Metheny, Stevie Wonder, Joni Mitchell, Tony Bennett, Cilla Black, The Beach Boys, Katherine Jenkins eccetera. E’ inoltre compositore e produttore di centinaia di music library tracks Online. JOHN G. SMITH Pianista, direttore musicale e compositore. Attualmente è Musical Director associato nel West End di Hamilton e The Tina Turner Musical. Ha suonato e registrato tra altri con Michael Bublè, Joss Stone, Mica Paris, Mari Wilson, Darcey Bussel, Elaine Paige, The Nolans, Georgie Fame, Paul Carrack (of Mike and the Mechanics), Robbie Williams, Chris Moyles and N-Dubz. Ha suonato per innu-
di Cristine Grimandi John G. Smith
merevoli colonne sonore e serie cartoon come Nickelodeon, France TV1 e Disney Channel, inclusi Lola e Virginia, Sandra the Fairytale Detective e Lucky Fred. ANDY MCGLASSON Batterista eccezionale che negli anni ha collaborato e suonato con Lady Gaga, Beyonce, Lionel Richie, Tinie Tempah, Take That, Michael Bublé, One Direction, Paloma Faith… Gli spettacoli: School of Rock, Kinky Boots, Groundhog Day, The Bodyguard, Hairspray, Ghost, Made in Dagenham, Saturday Night Fever, The Producers, Tell Me On A Sunday, Jesus Christ Superstar, Evita, The Full Monty, Spamalot, The Beautiful Game, Charlie and The Andy McGlasson
Chocolate Factory… È considerato il più famoso batterista del West End dove, nonostante i suoi mille altri impegni lavorativi, continua sempre a suonare. RORY DEMPSEY Ha studiato al Royal College of Music e suona differenti stili musicali dalla musica classica al jazz, dal tango al pop. Ha suonato con The Who, John Cale, Tim Minchin, James Blunt, Apex Twin, UNKLE e Goldie. La sua esperienza spazia dal contrabbaso al basso elettrico e nel West End ha suonato in An American in Paris, Charlie & the Chocolate Factory, Top Hat, Wind in the Willows, The King and I, The Prince of Egypt e tanti altri. Come ha iniziato e come ha deciso di intraprendere la carriera artistica? Andy Findon: “Mio papà era un musicista, quindi per me è stato naturale. Ero ancora un bambino quando iniziai a raccogliere gli strumenti musicali sparsi in casa. Divertendomi a suonare, sfuggivo i miei compiti scolastici e, contemporaneamente, diventavo “una piccola celebrità” durante i concerti scolastici. Mi divertivo molto e ben presto mi accorsi che avrei potuto ottenere grandi soddisfazioni. Non appena lasciai il Colle-
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ge, trovai immediatamente opportunità lavorative, ma decisi comunque, per ampliare le mie conoscenze musicali, di continuare la mia ricerca musicale continuando a studiare differenti generi e stili. John G Smith: “Fin da piccolo ascoltavo brani e, appena riuscii, iniziai a prendere lezioni di pianoforte. Sognavo di diventare come Arthur Rubinstein, ascoltandolo suonare il Notturno di Chopin. Un amico cieco mi insegnò a suonare ad orecchio, combinando la melodia, gli accordi e suonando con la mano sinistra i bassi. Crescendo pensai che avrei voluto diventare come Oscar Peterson e Scott Joplin, ma i miei genitori non erano entusiasti del mio desiderio di intraprendere una carriera musicale. Mi diplomai in Fisica, per accontentarli, ma continuavo a suonare il jazz. Quando lasciai l’Università mi mantenevo suonando. Avevo provato veramente a diventare uno scienziato, ma, il mio cuore, voleva solamente suonare. Andy McGlasson: “Sono nato e cresciuto in Scozia. Battevo il tempo, ascoltando la musica, seduto al fianco di mio padre. Assecondato dai miei genitori, iniziai a prendere lezioni e ci sono caduto dentro! Per anni ho studiato la tecnica suonan-
Rory Dempsey
do quotidianamente la batteria. Giorno dopo giorno scoprivo il mio amore per il jazz e così iniziai a suonare nei Festival Jazz in Scozia. Suonavo anche Pop, Rock, Country e all’età di 21 anni mi sedetti al fianco, per giorni e giorni di un batterista, nel Pit dell’Orchestra del Tour di Les Miserables. Ero rimasto affascinato e, tornato a casa, mi misi a suonare e studiare per ore. Finalmente il mio giorno arrivò e mi chiesero di suonare. Mi ritrovai completamente pietrificato e insicuro di fronte alla batteria. Ricordo che, duran-
te l’intervallo pensai seriamente di essere stato un disastro e quindi iniziai a chiedermi cosa avrei potuto fare per iniziare un’altra carriera. Ma, con mia enorme sorpresa, alla fine dello spettacolo, ricevetti i complimenti dal direttore d’orchestra! Rory Dempsey: “All’età di 15 anni cominciai ad ascoltare un bassista che suonava in una rock band e tutto cominciò da lì. Iniziai a studiare a Cork, in Irlanda. Lì c’erano solamente un paio di ragazzi che suonavano il contrabbasso e cominciai anche a suonare stili differenti dal jazz
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alla musica classica, al rock iniziando a collaborare con cantanti e compositori. Diventò un’ossessione. Amavo il suono! Quando ascoltavo delle registrazioni di famosi musicisti e sentivo cosa si poteva fare con quello strumento, ero affascinato e rimasi agganciato! Suonare stili differenti, mi ha aiutato in seguito per riuscire a entrare nel mondo del lavoro. Un episodio che ha cambiato radicalmente il suo destino e/o la sua vita artistica? Andy Findon: “All’età di 15
anni, sono entrato nella National Youth Orchestra d’Inghilterra e ho suonato con loro per 3 anni (2 anni come primo flauto). Avevo realizzato il mio sogno. Suonavamo brani straordinari ed era per me affascinante poter lavorare, mangiare e bere accanto a talentuosi musicisti contemporanei con i quali, ho mantenuto, negli anni, una grande amicizia e contatti professionali. E’ stato sicuramente il miglior modo per iniziare la mia carriera musicale! Durante la mia vita, ho vissuto innumerevoli differenti esperienze artistiche che, per quante siano state, non le potrei elencare tutte, ma spero,
comunque, ce ne siano ancora tante che potranno sorprendermi in futuro! John G Smith: “Sono stato molto fortunato ad avere due grandissimi insegnanti: Mr Herdmann ci faceva ascoltare l’emozionante ed eccitante musica di Stravinsky o di Vaughan Williams raccontandoci storie tristi e descrivendo scene spaventose e, il mio insegnante di piano, era il grande concertista Ronald Smith che mi insegnò un’ottima tecnica, avendo un’attenzione accurata per ogni singola battuta musicale. Un momento importante della mia crescita musicale fu quan-
do, a 18 anni, incontrai John Dankworth in un Summer Festival di Jazz. In quell’occasione incontrai tanti giovani musicisti e iniziai a trascrivere sulla mia agenda i loro contatti. Da quel momento iniziai a suonare, a guadagnare e, per la mia età, a vivere una favola. La persona che ha cambiato la mia carriera artistica è stato il Maestro Simon Lee. Un giorno mi chiese di dirigere il mio primo Show nel West End e in breve tempo diventai Musical Director di diversi spettacoli, tra i quali, Lion King, Les Miserables, Carole King The Musical e tanti altri.
Andy McGlasson: “Mi trasferii a Londra per sedere accanto a Ralph Salmins, batterista di ruolo nel West End. Fu una spaventosa doccia fredda scoprire quanto ancora dovessi apprendere. Per un paio di giorni pensai seriamente che sarebbe stato più semplice tornare a casa! Ero perfettamente consapevole: non avevo le sue capacità, la sua tecnica e la sua musicalità, ma mi convinsi che sarei rimasto per trarre, da quell’opportunità, la mia sorgente di ispirazione. La mia prima volta nel Pit nel West End ero estremamen-
te nervoso, ma, alla fine dello Show ricevetti, soddisfatto, un applauso dall’intera orchestra. Da quel momento, la mia carriera cominciò a prendere il volo. Ecco perché è così importante suonare in uno Show, soprattutto del West End, perché è un banco di prova. Lì potrai incontrare musicisti con una preparazione incredibile, i migliori al mondo. Un’esperienza ineguagliabile!”
rei di considerare ogni genere di lavoro con entusiasmo e rispetto sia per i tuoi colleghi che per i tuoi datori di lavoro. Devono avere una buona ragione per considerarti nuovamente per il loro prossimo progetto, considerando che possono trovare tanti altri artisti là fuori! Devi essere sempre preparato al meglio e non pensare mai che qualcosa possa essere semplice o “di poca importanza”. Devi immaginare che ogni nuovo lavoro sia una nuova opportunità per raggiungere sempre il massimo delle tue possibilità.
Cosa suggerirebbe a un giovane? Andy Findon: “Gli suggeri-
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John G Smith: “L’importante è avere fede se vuoi vivere mantenendoti come musicista e devi sempre continuare a lavorare sulle tue potenzialità. Se sarai un buon pianista, sarai la soluzione per il problema di qualcuno! Ma non è una carriera facile, quindi se un giovane pensa che puoi essere felice facendo un altro mestiere, gli consiglio di cambiare mestiere prima possibile e senza pensarci due volte! Tutti i musicisti professionisti non sarebbero felici se non facessero quello che hanno scelto di fare. Ti chiederai, come pos-
so sapere se sono bravo abbastanza? La risposta è semplice: contatta musicisti professionisti e chiedi di sedergli accanto quando suonano, per guardare e ascoltare. Così facendo riuscirai ben presto ad avere un’idea di quanto lavoro tu debba fare per arrivare al loro livello. Andy McGlasson: “Per riuscire a lavorare devi essere versatile. E’ molto importante capire cosa sia importante per lo spettacolo. Può capitare che ti sia data libertà, ma la maggior parte delle volte devi suonare
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esattamente quanto è scritto sulla partitura. Potrei dire che un professionista deve essere capace di suonare come un bravo batterista, ma i migliori rimangono quelli che non vogliono impressionare nessuno con la loro ultima registrazione postata su You Tube. Meglio ricordare che, per suonare otto spettacoli la settimana, viene richiesta una grandissima disciplina, una preparazione tecnica e tanta costanza. Rory Dempsey: “Ottima domanda! Devi saper suonare bene, ma a parte questo, ci sono
altre cose importanti. Come ad esempio, devi riuscire ad andare d’accordo con i tuoi colleghi. Anche a Londra il giro dei musicisti è piccolo, incontri sempre la stessa gente ed è meglio riuscire ad andare d’accordo con tutti. Molto importante è essere puntuali e sempre ben preparati! Suggerisco inoltre di ascoltare tanta musica e generi musicali differenti. Come è stato reclutato per insegnare alla Global Arts Academy Online e cosa ne pensa degli studenti italiani? Rory Dempsey: “Il mio amico Simon Lee mi chiese di essere parte di questo innovativo progetto Online. Con lui avevo già lavorato su diversi progetti discografici e spettacoli. Non ho dubitato un solo momento e ho accettato! Fino ad ora ho avuto solamente uno studente italiano, quindi non posso parlare in generale. Ma Matteo Tiozzo è molto appassionato e interessato: la sua preparazione, per quello che ho visto e ascoltato fino
ad ora, è molto buona e il suo inglese è molto meglio del mio italiano! MATTEO TIOZZO 24 anni, studia al Conservatorio Venezze di Rovigo, non è ancora diplomato e dal 2019 suona con l’Orchestra Casadei e diverse Band del territorio. Matteo, come sei venuto a conoscenza di questo Piattaforma Online? “Nel Dicembre del 2019 ho conosciuto Christine Grimandi e ho partecipato a due Masterclass con il Maestro Simon Lee che si sono rilevate occasioni formative importanti. Durante il primo lockdown Christine mi ha informato che insieme al Maestro Lee stavano lavorando ad un innovativo progetto Online. Musiclife.live, è una piattaforma Online di didattica artistica e scambio per allievi e professionisti di alto livello e caratura internazionale. Ho conosciuto Online il Maestro Rory Dempsey, docente di basso elettrico e contrabbas-
so. Avevo grandi aspettative per queste lezioni, ma questa esperienza è migliore di quanto potessi immaginare. Oltre all’immensa preparazione e professionalità, il Maestro è molto disponibile ed è una persona fantastica. Abbiamo appuntamenti settimanali o bisettimanali e non vedo l’ora di fare lezione con lui Online perché, confrontarsi con personalità di questo spessore è un’occasione veramente unica! • RS
Un luogo d ' i ncontro per lo spettacolo
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IL PROGETTO MUSICLIFE.LIVE PERMETTE DI VIVERE TANTE ESPERIENZE ONLINE E IN STREAMING
usiclife.live è il prodotto di questo particolare periodo storico che la musica e in generale tutto il mondo dello spettacolo sta ancora pesantemente vivendo. Da un’idea di Astralmusic, il portale Musiclife.live permette di poter ascoltare un concerto live online, imparare uno strumento musicale, partecipare a seminari di approfondimento, acquistare beat per fare musica, essere informato sui festival e sui vari casting, rimanendo
sempre connessi insieme ad altre persone che condividono gli stessi interessi degli utenti. Il lockdown ha allontanato le persone tra di loro ed aumentato le distanze soprattutto tra chi fa musica. L’idea è stata quella di creare un luogo di incontro, in cui canalizzare tutto ciò che sia un professionista dello spettacolo che un aspirante possa cercare. Imparare a suonare uno strumento musicale o affinare le proprie tecniche già acquisite,
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trovare ILnuovi contatti e nuove PROGETTO opportunità di lavoro semplicemente mettendosi in contatto con artisti, direttori di orchestra, musicisti, attori, registi, tecnici del suono e delle luci ecc… L’obiettivo è creare una dimensione LIVE nel senso di contatto. Collegandosi alla piattaforma si ha la possibilità di vedere i corsi, le masterclass e tutti gli argomenti proposti dai docenti. La Inquadra nota distintiva di muscilife. il QRcode live è l’opportunità di contattae visita il sito re direttamente il docente e di
farsi programmare un piano di studio ad hoc, su misura, secondo le proprie esigenze o necessità. Non si propongono video lezioni preconfezionate ma un incontro dal vivo, online, con il professionista. Al professionista dello spettacolo è riservato un settore in materia burocratica e legale, che permette di ridefinire la propria dimensione sotto il profilo fiscale: Astralmusic, che si occupa di assistenza fiscale e lo studio legale Vittorio Costa e Associati sotto il profilo legale. Ai fruitori della musica è riservata tutta la sezione dei concerti online, la possibilità di collegarsi comodamente da casa e poter vedere uno spettacolo. In Italia non è abitudine diffusa guardare concerti in streaming, cosa che in altri paesi, come negli Stati Uniti è una pratica adottata da molti artisti, da diversi anni. Nella sezione live-music sono proposti concerti, gratis o a pagamento, che le produzioni hanno deciso di fare in streaming. Musiclife.live ti permette di acquistare o partecipare in maniera del tutto gratuita attraverso l’aggiunta al carrello e l’acquisto dello spettacolo scelto e vedersi recapitare in email il link dal quale può accedere per la visione. Tutto molto semplice. Un vero e-commerce musicale.
L'ACCADEMIA
Inquadra il QRcode e visita la sezione ACADEMY del sito
LE COLLABORAZIONI Nel portale sono presenti anche due accademie, Global Arts Academy e National Music Schools. La collaborazione con Global Arts nasce da una masterclass con Simon Lee organizzata presso Astralmusic Academy a Castelplanio in provincia di Ancona. L’incontro con Simon è stato illuminante, la grande professionalità e la grande umiltà ci hanno subito conquistati. Simon è una persona di grande cultura musicale che ama il suo lavoro, la sua giornata è stata coinvolgente e allo stesso tempo divertente. Con la direzione di Christine Grimandi, coordinatrice accademica, e Simon Lee direttore artistico, ci siamo messi subito al lavoro durante il lockdown, approfittando del fermo, reclutando docenti tra l’Inghilterra e l’Italia di una certa caratura, mettendo a disposizione artisti professionisti che in altro modo sarebbero stati inarrivabili. Con National Music Schools la collaborazione è iniziata grazie a Franco Rossi, direttore dipartimento di batteria, già nostro collaboratore da diversi anni attraverso l’ Accademia di Musica Moderna di Milano. Stiamo sviluppando anche un social network, interno al portale, per la condivisione dei propri progetti, le proprie competenze e la possibilità di proporsi ai progetti condivisi da altri utenti, creare nuove opportunità di lavoro per casting, tour e attività in studio di registrazione.
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LA STRUTTURA • Dipartimento Direzione d’Orchestra: il supervisore musicale di Andrew Lloyd Webber Simon Lee, il supervisore musicale per Cameron Mackintosh Stephen Brooker, i direttori e arrangiatori Toby Higgins, Rob Rayner e Michael Bradley. • Dipartimento di Musica: il direttore John G Smith, il chitarrista Peter Callard, il direttore artistico della London Brass Andrew Crowley, il contrabbassista Rory Dempsey, il flautista Andy Findon, il batterista Andy McGlasson, il violinista Jonathan Hill, il cornista David Lee e il percussionista Julian Poole. • Dipartimento Regia / Recitazione, Teatro e Film: il fondatore dell’Opera Factory David Freeman, i registi attori Luca Biagini, Giuseppe Alessio Nuzzo, Emmanuel Suarez e Victor Carlo Vitale, i registi attrici Monica Bonomi e Sarah Falanga, la cantante attrice Barbara Lo Gaglio, il coach attore e direttore artistico della PM5 Agency Giuseppe Mastrocinque, il cantante attore Andrea Matthias Pagani e la regista Ilene Winkler.
• Dipartimento di Canto: i soprano Marie Angel, Janet Mooney e Manuela Ochakovsky. • Dipartimento Tecnico: il supervisore sound editor Tim Clark, il lighting designer Maurizio Montobbio e il pluripremiato sound designer Gareth Owen. Appuntamento speciale con il direttore casting David Grindrod. Al progetto collabora anche la National Music Schools, che offre lezioni di musica di alto livello per tutti gli strumenti , corsi tematici, corsi di tecnologia e produzione musicale con artisti di fama nazionale ed internazionale, con la direzione artistica di Diego Peres. • Sezione Batteria: Franco Rossi direttore della AMM National Music, David Garibaldi dei Tower of Power, Skip Hadden dalla Berklee College of Music, Israel Varela vincitore dell'Euro Latin Award, Camillo Colleluori, Ignazio Di Fresco, Luca Casagranda, Sergio Pescara, Archelao Macrillò, Paolo Bertorelle, Nicola Montagnoli, Federico Fazi, Carlo Catalano, Diego Dalla Turca, Marco Bellagamba, Ri-
CONTATTI PER RICHIESTA INFORMAZIONI • MUSICLIFE.LIVE: info@musiclife.live • MUSICLIFE.LIVE ACADEMY: academy@musiclife.live • GLOBAL ARTS ACADEMY: global.arts@musiclife.live cky Roma e Nico Roccamo, • Sezione Chitarra: Roberto Vanni. • Sezione Voce: Karin Mensah (Mariah Carey, Anggun, Miguel Bosè). E poi il sassofonista clarinettista Mauro Negri (Kenny Wheeler, Billy Cobham, Albert Mangesldorff, Gato Barbieri), il contrabbassista Luca Pisani (Barry Harris, Steve Grossman, Bob Bonissolo), il tecnico audio Alessio Malesiani, il direttore d'orchestra Pietro Montanti. Sulla piattaforma sono presenti anche altri prestigiosi insegnanti indipendenti dalle accademie che presenteranno i loro programmi, tra i quali la cantante e coach Roberta Faccani (ex Matia Bazar, musical Rent, Romeo e Giulietta ama e cambia il mondo di David Zard), il trombonista Max Dedo (Max Gazzè, Carmen Consoli, Nicola Piovani), il bassista Mario Guarini (Claudio Baglioni) e il chitarrista
Renato Caruso (Consulente Musicale Mediaset). Oltre a tutte le news artistiche, ci sarà una sezione dedicata ai professionisti dello spettacolo di materia burocratica e fiscale con il supporto dell’ufficio legale Vittorio Costa e Associati e Astralmusic. IL PROGETTO E LA SUA MISSIONE L’idea di MUSICLIFE. LIVE nasce da Astralmusic, agenzia di rappresentanza artistica per tutti gli operatori dello spettacolo che dal 1998 opera principalmente nei settori di consulenza artistica e fiscale, produzione discografica, accademia musicale, promozione e organizzazione eventi con sede legale a Castelplanio nelle Marche e altre sedi a Roma, Milano, Londra e Doha in Qatar. Lo staff di giovani professionisti specializzati nei vari settori è coordinato dai due soci fondatori e titolari, i fratelli Giordano e Graziano Tittarelli. • RS
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IL DANZATORE
Terminologia e significato dei passi di danza
Le arti sono legate tra loro per mezzo di una sola catena. La poesia, la musica, la pittura e la danza hanno grandi affinità in comune. Il canto che esprimeva un piacere diede luce ad un’altra arte sconosciuta, che noi chiamiamo danza. La musica è sempre andata di pari passo con la danza. Già nell’antichità Platone, discepolo di Socrate, fa nascere la danza dalla propensione che hanno tutti gli animali per il salto, e che l’uomo spinto dalla sua indole ad operare in ca-
denza e in misura, volle con la musica fortemente risvegliarsi. Egli chiamò danza, l’unione della cadenza e dell’anima. Gli italiani, ancor prima del 1600, furono i primi a dettar le regole della danza, sulle quali scrissero alcuni libri. Il più antico di essi fu dato alle
© Bernard-Verougstraete da Pixabay
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on tutti sanno che il giorno della nascita di Jean-George Noverre, il 29 aprile, ricorre la Giornata Internazionale della Danza, istituita quasi 40 anni fa e che inizialmente i passi di danza furono codificati dai maestri dell’Acadèmie Royale de Danse, istituita da Luigi XIV nel 1661, e soprattutto dal coreografo e maestro Pierre Beauchamp. Tralasciando queste piccole ma importanti informazioni, voglio aprire uno spiraglio culturale per tutti quei danzatori/ ci e maestri che insegnano la danza e in qualche modo ragguardare e incuriosire i lettori.
© Anna La Naia
IL DIRETTORE ARTISTICO DEL FESTIVAL DEI 2 MARI DI SESTRI LEVANTE CI RACCONTA IL SUO MONDO
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di Maurizio Tamellini
stampe a Milano nel 1468, con titolo Il ballerino perfetto di Messer Rinaldi Rigoni e ristampato a Venezia nel 1581 dal titolo II ballerino di Messer Fabrizio Caroso da Sermoneta. La danza come la pittura, la musica e la poesia non è altro che un’arte per imitazione e perciò ha per scopo quello di esprimere le diverse azioni degli uomini e le loro passioni, servendosi a tale oggetto di gesti e movimenti del corpo, a cui si sottopone ad un’armonica e regolata cadenza. Attenendomi a questa breve storicità, ne convengo che il significato dei passi è davvero insolito e curioso e i nomi sono stati presi dal vocabolario italiano-toscano e poi tradotti in francese, ma il più delle volte il significato non corrisponde al passo in se stesso. Un esempio: una mia amica, ripetitrice dell’Opéra di Parigi, quando io dissi a lezione pas de chat, mi disse che in realtà non esiste il passo del gatto, ma il salto del gatto, cioè saut de chat. Concludo con un pensiero di un grande maestro di ballo della fine dell’Ottocento: "Il Pierre Beauchamp
maestro di ballo deve riunire in se stesso tutti quei raggi di luce che una coscienza delle belle arti sparge sopra lo spirito e deve abbellire e migliorare la sua arte e renderla degna del posto che occupa". Se Newton riuscì a calcolare l’infinito, se un Raffaello dipinse, se uno Shakespeare scrisse, dove un Archimede inventò, un Bramante e un Michelangelo scolpirono e un Molière e un Racine fioriro-
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no, perché la danza che fiorì in Italia, dove nacquero grandi maestri che fondarono grandi accademie in Europa e grandi coreografi, non viene messa su un piedistallo come tutte le altre arti? Non dovrebbe essere relegata a solo piacere e divertimento, poiché la danza sa far sognare, sa avvicinare lo spirito insito dentro di noi e ci rende migliori. La danza forma, esprime, è bellezza e soprattutto gioia, quel sentimento che nel corpo gioisce e nello spirito risale. • RS ... Nata in Italia e grande in Francia cui Blasis poi sublima e di modeste Grazie leggiadre al patrio ciel ridona (Anonimo)
LA COREOGRAFA
Danzando per...,
video progetto per le città
L'IDEA DELLA DANZA URBANA CHE ESCE DAL TEATRO PER RAGGIUNGERE NUOVI TERRITORI E NUOVE PLATEE
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l 2020 ha segnato indelebilmente le esistenze di tutti noi e le immagini del lockdown, entrato così prepotentemente nelle nostre vite, resteranno per sempre impresse. Immagini di città deserte, così profondamente intrise di significati. Immagini dolorose anche, e soprattutto, per tutto ciò che rappresentavano. Eppure non nego che nell’osservazione di tanta
desolazione, alla stretta al cuore si faceva via anche un’immagine quasi affascinante e nel silenzio assordante delle strette viuzze dei centri storici o della magnificenza architettonica delle grandi piazze, potevo vedere la danza. La danza in tutta la sua bellezza e libertà. Quella danza che era, ma purtroppo ancora oggi è, negata. È nata così l’idea di Danzando per…,
Angelica Gismondo e Alessandro Orlando
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un video progetto a favore delle Città per valorizzare con la creatività coreografica i luoghi più suggestivi, utilizzando piazze, vie e parchi come palcoscenici. Sicuramente la danza non è nuova a progetti realizzati in luoghi non convenzionali e sono molti i coreografi ed artisti che hanno sperimentato relazioni con i territori creando veri e propri itinerari performativi. Basti pensare ai tanti festival di danza urbana in cui la danza entra nei tanti contesti della vita di una città e anche Danzando per…, nato in un particolare momento storico, si propone di raggiungere nuovi territori ed un’audience sempre più ampia, superando le convenzioni tradizionali dei teatri per immergersi nelle bellezze del paesaggio urbano. “La bellezza nella bellezza”, queste le parole del Sindaco di Assisi Stefania Proietti (che per prima ha accolto con grande entusiasmo il progetto) alla conferenza stampa di presentazione. Ed effettivamente, quale migliore cornice potevo mai sperare per Danzando per…? La danza sarebbe tornata pro-
di Agnese Omodei Salè
BIOGRAFIA
• Dopo il diploma in danza classica presso Istituto Civico Musicale Brera e si è perfezionata in varie tecniche con professeur di fama mondiale tra cui R. Hightower, C. Zingarelli, M. Popescu, E. Villella, M. Mattox, T. Beatty. Ha iniziato la carriera professionale nel 1978 e ha fatto parte di importanti corpi di ballo (Teatro alla Scala, Arena di Verona, Teatro Comunale di Bologna) dove ha ricoperto anche ruoli solistici e dove ha avuto modo di lavorare con grandi coreografi e interpreti. • Ha preso parte a numerose produzioni liriche nonché produzioni di danza contemporanea, trasmissioni televisive di successo, convention, pubblicità e sfilate per importanti aziende. Direttrice, maître e coreografa del Balletto di Milano per la Compagnia ha creato numerose coreografie tra cui i balletti Verdi in Danza, rappresentato con successo in Italia, Marocco, Estonia e Lettonia e Carmen. Ha inoltre al suo attivo numerose collaborazioni per i balletti in ambito lirico anche per importanti festival internazionali come La Perla (Pfäffikon, Svizzera), Saaremaa Opera Festival (Estonia), nonché per serate di gala, convention e spettacoli per ragazzi. • Nel 2017 ha firmato le coreografie per La Vedova Allegra prodotta dall’Orchestra Filarmonica del Marocco a Rabat. È spesso invitata in commissioni di concorsi di danza, giurie, incontri e convegni. è direttore di redazione del periodico tuttoDanza e cura progetti ed iniziative dedicate alla danza.
tagonista in una città meravigliosa ed unica, ricca di tesori come Assisi, dove si respira il messaggio universale di pace e di amore. Non potendo lavorare ad una produzione specifica ho pensato di proporre il pas de deux creato per Angelica Gismondo ed Alessandro Orlando sul preludio de I Masnadieri di Giuseppe Verdi. I due primi ballerini del Balletto di Milano, non solo coppia artistica ma di vita, erano ad Assisi, città natale di Angelica, per il lockdown. Abbiamo lavorato a distanza sull’adattamento per la Città di questo passo a due neoclassico, molto lirico e di grande impat-
to emotivo che mette in luce la grande artisticità dei protagonisti. Avendo Angelica, non solo interprete sensibilissima, ma danzatrice dalle linee ineguagliabili, punte forti e perfette e un fisico duttile e flessuoso ho cercato di far emergere tutte le sue qualità, potendo anche contare su un partner eccezionale come Alessandro. Trovo interessante andare in sala sì con delle idee, ma mi piace lavorare anche sull’improvvisazione, plasmando la coreografia sugli interpreti ed essere pronta anche a stravolgere l’idea originale. Credo che i miei lavori migliori siano nati
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così ed anche per I Masnadieri mi ero lasciata condurre dalle sensazioni, poi tradotte in passi di danza, suggerite dalla straordinaria partitura verdiana. Per la realizzazione di un video tra suggestive atmosfere ed arte sono stati scelti i luoghi più rappresentativi della Città di Assisi. La maestosa Basilica di San Francesco, la Basilica di Santa Chiara, la Basilica di Santa Maria degli Angeli, la Chiesa di San Damiano e il Tempio di Minerva sono stati sfondi eccezionali per la coreografia e hanno collaborato alla realizzazione anche Carla Brizi che ha curato i costumi, Renato Elisei per le foto e Jean Carlos Gonzales che ha realizzato le riprese e montaggio del filmato. • RS
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il video di Danzando per Assisi
IL COSTUMISTA
Il tutù e il suo
scandaloso passato
FEDERICO VERATTI RACCONTA LA STORIA E L'EVOLUZIONE DEL COSTUME TEATRALE
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uando pensiamo ad una ballerina classica è inevitabile collegarla alle scarpette da punta, lo chignon e il “famoso” tutù. Quest’ultimo accessorio è stato oggetto anche di scandalo, ma soprattutto ha avuto un’evoluzione stilistica paragonabile all’evoluzione della moda . Dobbiamo viaggiare nel passato e arrivare a circa metà '700 per poter parlare di rivoluzione stilistica anche nei costumi teatrali e di balletto. Le prime ballerine ed interpreti Marie Camargo e Marie Salle furono le pioniere di questa rivoluzione stilistica, liberandosi delle pesanti strutture di questi abiti formati da rigidissimi corsetti, scarpe con il tacco e gonne troppo
lunghe che impedivano qualsiasi tipo di movimento . Marie Camargo decise di eliminare il tacco nelle calzature e decise di accorciare la gonna, mostrando le caviglie in pubblico, atto che per l’epoca era considerato troppo scandaloso. Marie Sallé decise invece di eliminare l’enorme struttura o panier che si trovava sotto le gonne. Queste modifiche spinsero a modificare sempre più velocemente la visione dei costumi teatrali, ma dovremmo aspettare il 1832 per poter parlare di vero e proprio tutù. La prima ballerina italiana Maria Taglioni fece il suo de-
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butto in Sylphide indossando un meraviglioso abito composto da corsetto e tutù. Strati e strati di tulle che durante la sua esibizione, composta per lo più da salti, ondeggiavano nell’aria, dando senso di agilità e leggerezza con quel non so che di etero. Il tulle che che componeva quella bellissima gonna non aiutava ad enfatizzare
di Federico Veratti
IL SOCIAL
Polina Semionova in Vertiginous Thrill of Exactitude
Inquadra il QRcode e guarda il suo profilo Instagram solo le capacità tecniche della Taglioni, ma solletticava la fantasia erotica degli uomini dell’epoca solamente intravedendo due gambe nude. Questo dettaglio portò i coreografi e registi ad illuminare sempre più questa parte corporea delle gambe, purtroppo a volte portandole alla morte, in quanto le luci a gas riscaldavano i tessuti non ignifughi dell’epoca e prendevano fuoco. (consiglio la lettura di Fashion Victims). Persino NapoleoneIII ne bandi l’uso nel 1859, fino all’arrivo di un tulle ignifugo Maria Taglioni, la prima grande ballerina romantica
creato da Jean- Adolphe Carteron. Purtroppo questo tessuto non dava l’effetto di leggerezza, anzi il contrario quasi fin troppo rigido . Le ballerine arrivarono a firmare liberatorie e assumendosi le proprie responsabilità anche in caso di morte, solo ed esclusivamente per utilizzare un tutù di vecchio stampo. Quindi oggetto di piacere ma anche tortura. Il tutù romantico diventa quasi obbligatori in tutti i balletti che presentano un ballett blanc, un atto bianco in un cui i ballerini interpretano figure fantastiche ed eteree, come per esempio Sylphide, Giselle o le ballerine nei quadri di Degas. Successivamente nacque il tutù piatto, colui che lascia totalmente le gambe scoperte utilizzato per molti
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BIOGRAFIA
• Federico Veratti, ex primo ballerino del Balletto di Milano, insegnante e coreografo freelance, dopo diversi anni nel mondo della danza, decide di specializzarsi in costume e sartoria teatrale. • Ha sempre avuto una passione per la moda e la storia del costume:questa è stato il via che lo ha spinto ad aprire una sua sartoria/ atelier. • Grazie alla possibilità offertagli da Carlo Pesta e Agnese Omodei Salè nel 2016 ho intrapreso la carriera da costumista, disegnando e dirigendo la sartoria per il SAAREMA OPERA FESTIVAL in Estonia e successivamente lavorando per teatri, privati e case di moda.
stili di balletto, da La Bella Addormentata fino ad arrivare ad un tutù con una visione più contemporanea come nel balletto di William Fosythe, The vertiginous thrill of exactitude. Il tutù oggi richiede circa 18 ore di lavorazione, tagliando e cucendo circa 70 metri di tulle. Capo magico sia nella costruzione che nella resa finale. Scandaloso. Intramontabile. Meraviglioso. • RS
IL FOTOGRAFO
Le regole che vanno rispettate da tutti
"LA DANZA È LA CREAZIONE DI UNA SCULTURA CHE È VISIBILE SOLO PER UN MOMENTO": IL MIO COMPITO CONSISTE NEL CATTURARLO IN UNA FOTOGRAFIA , RENDENDOLO ETERNO
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iao a tutti, mi chiamo Fabio e sono un fotografo di balletto; quest’oggi vi esporrò alcune regole che un fotografo non deve assolutamente trasgredire mentre fotografa uno spettacolo in teatro. Il teatro ed il cinema sono cose differenti, profondamente differenti, ma purtroppo vengo spesso comparati come simili. In un teatro non si mangia né si beve durante uno spettacolo, non si possono fare storie con smartphone per poi pubblicarle, bisogna mantenere un atteggiamento decoroso ed un ab-
bigliamento adeguato. Questo vale per gli spettatori come per gli addetti ai lavori, fotografi compresi: durante un’esibizione di balletto è obbligatorio la camicia ed un abito elegante; ricordatevi che bisogna essere invisibili e dalla massima discrezione per non interferire con lo svolgimento del balletto. Le maschere hanno abbigliamento adeguato, gli spettatori hanno abbigliamento adeguato; presentarsi in pantaloncini e maglietta, oltre che inopportuno, provocherebbe distrazioni davvero fastidiose.
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Passando al lato più pratico, un fotografo di balletto, non ha tanta scelta sul dove posizionarsi. Il suo compito è quello di immortalare per intero uno spettacolo, cercando di fornirne il maggior numero possibile di dettagli; ecco quindi che l’unica postazione adeguata al fine di ottenere un buon lavoro è quel-
di Fabio Bellinzoni
la centrale in fondo alla platea, evitando continui movimenti all’interno del teatro onde evitare di disturbare spettatori ed artisti sul palco. Il primo investimento da fare quindi sarà un buon teleobiettivo molto luminoso, che permetta di fotografare a lunga distanza e sfruttando le luci naturali. Proprio le luci naturali sono un altro argomento da prendere in considerazione: spesso, e purtroppo, mi è capitato di vedere colleghi fotografare uno spettacolo di danza utilizzando flash o comunque luci aggiuntive. No, non si fa; si rischia di distrarre ballerini e ballerine durante l’esibizione portandoli all’errore, e sarebbe una cosa imperdonabile; si infastidisce gli spettatori che fino a prova contraria hanno pagato un biglietto per godersi la visione dello spettacolo e giustamente non vogliono essere infastiditi da continui lampi di luce; il prodotto finito potrà essere più luminoso, ma completamente “piatto”, privo dell’atmosfera di scena creata dalle luci del teatro. Immaginereste mai un
Lago dei Cigni privo delle caratteristiche luci dalle tonalità fredde che fanno da cornice a tutto il corpo di ballo?! Finito lo spettacolo non bisogna schizzare via perché si ha voglia di tornare a casa, si aspetta che il teatro si svuoti e si salutano tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo dandoti la possibilità di fotografarlo. Fotografare un balletto in un teatro è una possibilità non ovvia, per niente scontata e che va sempre sfruttata a valorizzata al meglio. Essere bravi fotografi di teatro non significa avere solo macchine fotografiche nuove, obiettivi molto performanti o essere “famosi” sui social; essere educati e rispettosi nei confronti degli altri lavoratori è la base di un ottimo lavoro. Troppo spesso mi è capitato di vedere colleghi invadenti che si comportano come se fossero nella propria casa con atteggiamenti da “sono qui a lavorare faccio quello che voglio”: è sbagliato e profondamente maleducato. Ricordo che si è all’interno di un teatro e non di
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una discoteca dove si grida e ci si spintona. Tutti questi consigli, che di primo acchito posso sembrare superficiali, in realtà sono fondamentali; provate a mettervi nei panni di una ballerina o di uno spettatore ed immaginate di avere a che fare con un fotografo che si presenta in maglietta e pantaloncini, che usa il flash da inizio a fine spettacolo, che non sta mai fermo, che fa chiasso perché discute con chiunque, come vi sentireste?! Rifletteteci e se vi va ne parliamo insieme! • RS
IL SOCIAL
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STUPORI E ODORI
Incenso e silenzio
L'ARTISTA, SARTO E CREATORE DI PROFUMI CI ACCOMPAGNA IN UN VIAGGIO SENSORIALE
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pecialmente in questo periodo, abbiamo bisogno di comprendere. E per comprendere è necessario chiudere i rubinetti emotivi verso l’esterno e cercare, nel bosco del nostro privato, ogni sapore. Il ricordo è un aiuto, un odore è la dimostrazione. Se il luogo è uno spazio, il silenzio è il suo eco. Penso ad un deserto, penso alle occasioni, penso al sibilo continuo delle cose che appartengono al nostro quotidiano e le annullo. È quantomai necessario fare della nostra cassa toracica un luogo nuovo dove si vive, dove regna l’assenza di parola per ascoltarsi dentro e cogliere quella materia semplice ma rivelata. Cosa può aiutarci oggi,
in un momento come questo dove le nostre abitudini sono frantumate? Cosa può occupare oggi questo vuoto motorio e sociale? Ogni pericolo di cambiamento può costituire un pericolo per l’uomo, perché crea caos e disorientamento: i giorni sono brevi ma densi di ombre preoccupanti sul futuro. Ci vengono incontro soltanto le radici e con esse le tradizioni: sono proprio loro che aiutano l’uomo a non sentirsi solo e a riordinare il suo equilibrio. Il digiuno sociale imposto aiuta la mente a sognare; prendersi cura dei sogni, indi-
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rizzarli verso una strada dritta, fa pulire la nostra stanza da storture ed angosce. Solo l’incenso che annebbia la vista e annulla le forme, appiattisce le inquietudini. È la sua materia fumigante che ci offre l’alternativa al dolore perché soffia dentro la nostra stanza interna e alimenta i desideri più alti. Le fumigazioni per millenni
di Filippo Sorcinelli
IL SOCIAL
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sono state parte essenziale per la vita dell’uomo. In quasi tutte le epoche erano una pratica cerimoniale di ogni giorno, già dall’Età della Pietra stabiliscono un legame indissolubile tra la materia e l’assoluto. È l’incenso la vera materia terapica che dovrebbe accompagnare le nostre giornate isolate; sono i suoi aromi che ardono ed offrono, attraverso il loro assorbimento corporeo, un nuovo e disteso mondo; sono le sue spirali ordorose che trasfigurano l’anima e inducono al cambiamento.
Sì, abbiamo bisogno di cambiare, e attraverso il fumo (per-fumum) solcare un cammino nuovo ed autentico. Perché noi siamo unici, non marionette telecomandate, vocati ad essere pubblicamente risvegliati non più dai pessimi odori dell’industria ma percet-
tivamente collegati verso i più alti profumi-valori, liberando l’anima al piacere e alla bellezza delle cose. L’incenso ci regala un viaggio alle sorgenti della nostra vita e ne percepiamo l’eternità del pensiero, quel pensiero silenzioso che soffia sulle nostre miserie, aiutandoci a cercare il solco definitivo del cammino nel luogo nuovo. Sarà questo il nostro primo viaggio, tra la storia dimenticata e i valori sopiti da riscoprire. • RS
BIOGRAFIA
• Pittore, musicista, direttore creativo, fotografo, grafico. Nato a Mondolfo nel 1975. Diplomato Maestro d'Arte presso l'Istituto d'Arte di Fano (Italia), inizia ben presto a lavorare negli atelier di artisti contemporanei. • Oltre all'arte ha compiuto studi musicali, presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro e presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. • Fin dall’età di tredici anni è stato organista a Rimini, Fano e San Benedetto del Tronto presso le Cattedrali del paese. È anche diventato direttore artistico di molti prestigiosi festival musicali in Italia. Ha partecipato a numerose mostre di pittura e installazioni d'arte in Italia e all'estero. • Nel 2001 ha creato LAVS, Atelier che realizza Paramenti Sacri per la liturgia del culto cattolico e che L'Atelier in breve temo un punto di riferimento degli ultimi due Papi: Benedetto XVI e Francesco. • Per la sua operosità, Filippo riceve richieste da musei che vogliono accogliere le sue opere; altre agenzie chiedono consigli d'arte. • Filippo è anche fondatore e art director di di un’omonima maison che produce profumi d’eccellenza. Le fragranze sono caratterizzate da rigorose ricerche che hanno le loro origini nella storia, nei viaggi, nell'arte di Filippo. È fondatore e direttore artistico di SYNESTHESIA Festival, unico in Italia dedicato ai cinque sensi. • È organista e direttore artistico della Chiesa della Croce di Senigallia, gioiello barocco tra i più importanti in Italia. • Nel 2015 riceve la Benemerenza Civica per i meriti artistici dal Comune di Santarcangelo di Romagna.
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LA TRUCCATRICE
Il make teatrale per
invecchiare una persona
IN VIAGGIO CON LA MAKE UP ARTIST ANGELA VALENTINO NEL MONDO DEL TRUCCO ARTISTICO
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l trucco come ben sappiamo costituisce un accessorio molto importante per la bellezza di ogni donna , le rende più belle , eliminando i difetti e mettendo in risalto i lineamenti caratteristici del viso , come gli occhi , o la bocca. Il trucco teatrale o scenico non separato dal mondo degli effetti speciali ed è caratterizzato dal rimarcare o alterare i tratti somatici del viso in modo
da restituire allo spettatore un aspetto realistico di personaggi di fantasia. Un fattore importante , oltre ovviamente alla qualità dei prodotti utilizzati , è il tempo di applicazione e la durata: a volte i prodotti vanno applicati tra una scena e l altra e dovranno durare molte ore per esempio con il caldo delle luci
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e tutto deve rimanere al suo posto. Ma il trucco non serve solo per farsi belle, è utile anche per cambiare la fisionomia di una persona , sia per migliorarla o per peggiorarla , come ad esempio il trucco teatrale. Questa volta si parlerà proprio di questo, come invecchiare una persona rispetto alla sua età , parlando appunto di invecchiamento teatrale. Il trucco teatrale tende a far risaltare i lineamenti del viso a distanza , quindi sarà un make up più marcato rispetto al tradizionale che siamo abituati a vedere. Non da meno quello che si realizza per invecchiare un soggetto , facendogli dimostrare qualche anno in più. Nel trucco teatrale , gli occhi , le sopracciglia e le labbra , vengono delineate e sottolineate con la matita , sia che si tratti di attori di sesso maschile che femminile. La base per ogni make up è sempre il fondotinta per coprire eventuali imperfezioni. Occorrerà utilizzare un fondotinta più chiaro tendente quasi al giallo in modo che il viso risulti più pallido e spento. Fronte, zigomi e mento verran-
di Angela Valentino
no illuminati segue una curva verso il basso per dare l’effetto cadente della vecchiaia. Si utilizzerà una matita marrone per delineare il naso, gli zigomi scavati e le borse gonfie , le palpebre cadenti, le rughe della fronte, le zampe da gallina, il mento segnato. Le labbra spioventi e le rughe del collo. Tutte le linee dovranno essere sfumate per dare un effetto di invecchiamento naturale e poi con la stessa matita marrone ridisegnare per far risultare delle vere e proprie rughe nette. Per quanto riguarda i capelli, dovremmo trattarli con un finta tinta bianca ,per ingrigire pos-
siamo usare il borotalco insieme alla lacca per capelli. Cosa più importante la realizzazione delle rughe è la base del trucco d’invecchiamento, ed andrà attuata sfruttando i segni d’espressione presenti e la fisionomia del soggetto da truccare. Infine scurire le gote e il contorno degli occhi per conferire un aspetto poco sano, ed invecchiare il viso dell’attore. Si dovrà marcare le due zone che partono dalla parte finale del naso e scendendo lateralmente verso il mento, questa parte, molto appesantita dal trucco, invecchierà notevolmente l’aspetto di ogni viso. • RS
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BIOGRAFIA
• Angela Valentino una giovane Make up artist italiana con una forte inclinazione per le arti del makeup. • La sua passione è iniziata con le arti dello spettacolo durante il liceo artistico. Laureata in Scenografia e costume per lo spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e diplomata in Truccatore artistico alla BCM Cosmetics di Milano. Successivamente, ha lavorato per diversi teatri, televisione , cinema e moda. • Ha vinto due premi come miglior truccatrice a Los Angeles e a New York. Ora vive da sei anni a New York.
LO SCENOGRAFO
Baldassarre Peruzzi e il teatro che visse 2 giorni!
IL PRODUCTION DESIGNER E "ARCHITETTO DELL'EFFIMERO" RACCONTA IL SUO LAVORO
I
l 2021 finalmente e’ sbocciato con il grande fardello dell’anno appena passato e come tutte le cose quando si hanno grandi aspettative, non ci si può permettere di sbagliare, altrimenti la delusione è molto grande! I teatri al momento sono ancora chiusi, le voci si susseguono su delle possibili aperture ma ancora la luce in fondo al tunnel sembra lontana, è pur vero che non si può continuare a tenere fermo un intero settore con tutto quello che ne consegue. I set cinematografici sono ripartiti da tempo con delle regole giustamente legate all’emergenza, le funzioni religiose altrettanto, invece il teatro rimane sempre al punto di partenza. In queste condizioni non si possono programmare spettacoli, sicuramente con l’entrata in campo dei vari vaccini
Baldassarre Peruzzi
si potrà cominciare a capire se ci sarà una ripresa definitiva ma la ripartenza dei teatri e degli eventi dal vivo sembra lontana. Tutto appare proiettato alla stagione 2021-22 però l’incertezza alberga in tutti gli addetti ai lavori e i rinvii sono all’ordine del giorno. Cerchiamo di resistere il più possibile perché una piccola speranza di rinascita potrebbe sorgere! Ripartiamo dalla nostra storia con il teatro all’italiana, il suo primo esempio lo troviamo in un teatro concepito come provvisorio, voluto da papà Leone X e ubicato dove ora sorge una piazza molto famosa: piazza del Campidoglio a Roma. Siamo nell’anno 1513, la piazza che fu in seguito ridisegnata dal grande Michelangelo Buonarroti non si presentava come adesso. Il teatro era stato concepito per festeggiare la cittadinanza romana del fratello di papa Giuliano de’ Medici. La struttura era provvisoria anche se il progetto fu affidato all’architetto Pietro Rosselli che ideò un edificio di forma rettangolare con ben sette ordini di gradinate su tre lati che avevano una capienza di circa 3000 persone. La parte scenografica con rappresentazioni pittoriche che celebravano l’avvenimento che si stava festeggiando rivisto in chiave storica, fu
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affidata a Baldassarre Peruzzi. Il teatro operò soltanto per due giorni: il 13 settembre 1513, giorno in cui avvenne la cerimonia di cittadinanza ed il giorno dopo, in cui si mise in scena il Poenulus di Plauto. Il grande scenografo Peruzzi, non adottò la scena prospettica che secondo il Vasari si deve proprio a lui, ma venne introdotta molto probabilmente per la prima volta, l’anno successivo nelle scene per La Calandria del Cardinal Bibbiena, rappresentata in onore di Isabella d’Este Gonzaga, e
TRA I SUOI LAVORI
• Assistente Scenografo: 2000 teatro Buonanotte Mamma regia L. Salveti; 2001 teatro Otello regia G. Del Monaco; 2002 teatro Tancredi regia M. Gasparon; 2003 teatro Proserpine regia M. Gasparon; 2003 teatro Orfeo regia M. Gasparon; 2015 teatro Una coppia in provetta regia G. Corsi; • Scenografo: 2006 Premiere del film animato The Wild (Disney), 2017 Design Area Kids Family Hotels, 2018 teatro Romeo e Giulietta regia M. Iacopini. 2019 teatro La leggenda di Thor regia A. Ronga
di Antonello Risati
IL VIDEO
Piazza del Campidoglio
Inquadra il QRcode e guarda i suoi lavori
Pianta Teatro Campidoglio
fu ripetuta in un altro allestimento, la Bacchiate di Plauto nel 1531. La disposizione planimetrica della scena peruzziana consisteva in una triplice divisione del palcoscenico nel senso della profondità. La prima e la seconda sezione corrispondevano rispettivamente al proscenio e all’inizio del declivio e raffiguravano una piazza che era la parte destinata all’azione degli attori. L’ultima sezione che raffigurava una strada in lontananza, serviva da sfondo alla scena.
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I “casamenti” così da lui denominati, quattro per ciascun lato, erano formati da una coppia di telai: uno sistemato in “maestà” quindi frontalmente e l’altro di “sfuggita” lungo le diagonali dell’asse centrale che si stringevano verso il fondale. Ripartire dal nostro teatro e dalla nostra storia sarà per me la chiave di volta che ci aiuterà in questo nuovo anno. Sarà per noi teatranti l’anno zero da cui ripartire, non vedo l’ora di tornare a respirare la magica polvere che tutti noi stiamo aspettando da diversi mesi! Alla prossima... • RS
PAROLE D'ARTISTA
L ' e nignamtico mondo di René Magritte
IN POCHI CONOSCONO IL LATO LETTERARIO DEL PAPÀ DELLA FAMOSA OPERA CECI N'EST PAS UNE PIPE
A
lla scoperta del secondo protagonista di questa nuova fantastica rubrica dedicata agli artisti, alle loro parole che ci fanno capire senza trasposizione e interpretazione la loro arte. Questa volta, parleremo di un artista molto conosciuto e pubblicizzato negli ultimi anni ma che in pochi conoscono veramente, la sua storia non fatta di eccessi ma di arte enigmatica e surreale! Immaginate un giovane Magritte che a diciotto anni scriveva romanzi polizieschi, a ventuno dipingeva come i cubisti e i futuristi, a ventisette rimaneva folgorato da un’opera del nostro maestro De Chirico su una rivista dal nome Valori Plastici. Quest’ultima nata per la diffusione delle idee estetiche della pittura metafisica e di altre avanguardie europee, fu edita dal 1918 al 1921.
Souvenir de voyage
Dopo questo “incontro” Magritte dipinse un quadro con 2 pipe, la prima come modello, la seconda come copia e sotto scrisse: “questa non e’ una pipa”, ormai lo possiamo definire un pittore surrealista! Le tracce di De Chirico sa-
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ranno ancora presenti ma poi se ne perderà ogni traccia, man mano l’artista dominerà sempre di più i suoi quadri. Queste sono le sue parole riguardo la sua arte : “il mistero non è una fra le tante possibilità del mondo reale, il mistero e’ assolutamente necessario per il mondo reale esista”. Ad una conferenza tenuta il
di Antonello Risati
20 novembre del 1938 al Musée Royal des Beaux-Arts di Anversa, interessante fu la sua risposta riguardo gli oggetti fuori posto all’interno dei suoi quadri: “essendo mia precisa volontà di far letteralmente urlare, se possibile, gli oggetti più familiari, l’ordine nel quale generalmente si collocano gli oggetti doveva venire evidentemente sconvolto. Le crepe che vediamo nella case e sui nostri volti, le trovavo più significative nel cielo. Le gambe di tavolo in legno tornito perdevano l’innocenza esistenza che si conferisce loro se parevano dominare d’improvviso una foresta (...)” In queste poche righe l’artista ci spiega la sua poetica e nella prossima “chiacchierata” ci descriverà la sua vita: “la mia vita non ha nulla di particolarmente pittoresco. Provengo da una famiglia borghese. Ho fatto degli studi. Ho imparato
La voix des airs
a dipingere in un’accademia a Bruxelles. Sono andato un po a tentoni”, l’arte non e’ una linea retta ma sperimentazione e qui Magritte lo ribadisce, “ho cercato di meditare a fondo. Ciò mi ha indotto a correggere non la forma ma la sostanza della pittura... Ho scelto di andare a fondo delle cose, di far della pittura uno strumento per approfondire la conoscenza del mondo, una conoscenza inseparabile dal suo mistero (...) Io ricerco dunque non rappresentazioni del mistero, ma immagini del mondo visibile riunite in un ordine che evoca il mistero.” L’arte è mistero, ricerca, meditazione e tante altre cose che gli artisti tramite le parole ci aiutano a comprendere cosa pensano e dove ci vogliono portare, tutto questo ci aiuta a scoprire sempre nuovi mondi e nuove sensazioni tutte da vivere. Alla prossima. • RS
La traversée difficile
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BENESSERE
Rigenererarsi
nelle stanze del sale
L'ORO BIANCO, PREZIOSO FIN DALL’ANTICHITÀ, È UN ALLEATO DEL BENESSERE E DELLA BELLEZZA DELLA PELLE
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© Infraordinario (2)
icco di minerali, il sale è ideale per esfoliare la pelle e contrastarne l’invecchiamento; combatte la ritenzione idrica e, se inalato, contrasta i disturbi respiratori. Tra peeling, bagni purificanti, massaggi e grotte di sale, alcuni suggerimenti per testarne i benefici.
per le vie aeree, che arricchisce la suggestiva esperienza nella CXI SPA. Già buen retiro della famiglia reale dell’Impero Asburgico e di molta aristocrazia Novecentesca, oggi qui vengono di cacciatori di relax in cerca di esperienze sensoriali straordinarie: 1500 metri quadrati
LA STANZA DEL SALE SUL LAGO DI GARDA (TN) Sulle rive del Lago d’acqua dolce, una magia di sale: nella CXI SPA del Lido Palace di Riva del Garda (TN) c’è una Stanza del Sale con pareti in salgemma, minerale dal colore rosa, una temperatura costante di 30 gradi e lettini di rilassamento ad acqua, per sentirsi come senza peso, per una sensazione di benessere e relax che dura a lungo. Un vero e proprio trattamento rigenerante per la pelle e remineralizzante
di trattamenti, alta tecnologia, prodotti naturali e linee cosmetiche d’alta gamma. Il sale viene poi utilizzato nei trattamenti di esfoliazione per il corpo sul pancone in tiepido corian, studiato in preparazione a tutti i trattamenti per ammorbidire la pelle
Lido Palace Stanza del Sale
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di Daniele Colzani
Info: 0464/02.18.99 www.lido-palace.it
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LA SPA SALINA IN VALLE AURINA (BZ) Tra i 3mila mq di benessere di “The Art of Beauty by La Prairie” - esclusiva SPA del 5 stelle Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat in Valle Aurina (BZ) - incastonata come una gemma, splende la SPA Salina, dove lasciarsi completamente andare al rilassamento totale. La zona è composta dalla suggestiva parete d i
gradazione salina, che sviluppa nell’aria il suo effetto benefico, da inspirare profondamente sdraiati sui lettini caldi, prima di immergersi nella piscina salina, avvolti dai giochi cromotarapici. Da provare anche gli impacchi di sale marino, dall’azione tonificante, depurante e stimolante della rigenerazione cellulare. Le sostanze minerali naturali contenute nel sale, come potassio, calcio, magnesio, ferro e ioduro, regolano il bilancio idrico, depurano i tessuti, stimolano il metabolismo e favoriscono l’idrata-
Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat SPA salina
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zione della pelle. Viene applicato un olio per corpo tonificante sulle zone critiche per preparare la pelle alle sostanze minerali. Dopo la speciale tecnica degli impacchi segue una fase di relax. Info: Tel. 0474/67.02.30 www.alpenpalace.com LA GROTTA DI SALE ALL’ALPE DI SIUSI (BZ) Nella Grotta di sale, scavata nella roccia, del Romantik Hotel Turm di Fiè allo Sciliar (BZ) - zona relax fuori dal comune - è stata versata una tonnellata di sale marino, che rende l’aria iodata e quindi curativa chi ha problemi respiratori. Sull’acqua è stato p o i cre-
© Infraordinario
Romantik Hotel Turm Grotta del Sale
BAGNO IPERSALINO VICINO AL LAGO DI CAREZZA (BZ) Nel cuore del centro benessere di 1500 mq del Romantik
Hotel Post Cavallino Bianco di Nova Levante (BZ) spicca la Grotta Salina. È una stanza in cui campeggia una grande vasca per il bagno ipersalino a 35%, con un contenuto di sale al 28%. Le immersioni sono molto efficaci contro l’invecchiamento cutaneo, la tensione nervosa e le irritazioni della pelle. Molto piacevoli la sensazione dell’assenza di gravità e la vista
Romantik Hotel Post Grotta Salina
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panoramica sulle Dolomiti del Latemar e del Catinaccio, che si gode dalla grande vetrata. Si può poi provare il Peeling alpino con estratti di fieno, arricchito con purissimi cristalli di sale rosa, che deterge la pelle in profondità. Il peeling stimola la rigenerazione conferendo alla cute un aspetto luminoso. Info: 0471/61.31.13 - www. romantikhotels.com • RS
© Irene Ferri
ato un breve percorso di ciottoli levigati, distanti un passo l’uno dall’altro, che conducono a morbidi lettini di design di pelle su cui distendersi e rilassarsi dopo i trattamenti, accompagnati da musica soft, con il canto degli uccelli e il naturale mormorio dell’acqua che scorre dalle pareti. La grotta di sale è inclusa in ogni formula di pernottamento ed è a disposizione tutto il giorno. Per una pelle satinata si consiglia il peeling al miele e sale con vinaccioli (con un miscuglio di vinaccioli, miele biologico dell’Alpe e sale). Già nel Medioevo i prodotti del vino venivano usati anche con uno scopo estetico. Il dolce calore della pietra calda ha un effetto rilassante. Il peeling elimina le cellule morte della pelle: fortemente consigliato prima di ogni massaggio o trattamento al corpo affinché la pelle possa assorbire meglio i prodotti e gli oli. Info: 0471/72.50.14 - www. romantikhotels.com
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Quotidiano on line www.silviaarosio.com
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73 Per informazioni e acquisto di spazi pubblicitari: riflettorisumagazine@gmail.com
TENDENZE
L yre’s
Dry January: buoni
propositi senza rinunce UN MESE DI DETOX DALL’ALCOOL MANTENENDO IL PIACERE DI UN BUON DRINK
Mark Livings, CEO di Lyre's
T
ra i buoni propositi dell’anno che inizia c’è sempre quello di purificarsi dopo gli eccessi delle Feste. Il Dry January nasce in Gran Bretagna quasi 10 anni fa e prevede di dedicarsi 30 giorni di detox dalle bevande alcoliche. Lyre’s, brand leader nei distillati analcolici, propone un mese senza alcool ma senza rinunciare a occasioni di socialità, seppur ristrette o virtuali, e al gusto dei vostri drink preferiti. Una sfida per ripensare al proprio rapporto con l’alcool e un’occasione per depurare corpo e mente. Che sia per esigenze nutrizionali, per via di un particolare regime alimentare o per
puntare a una rapida remise en forme, sono sempre di più i consumatori che scelgono un'alternativa responsabile all'alcool, specie dopo le festiLyre's Dry London Gin And Tonic
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vità natalizie e i relativi stravizi ed eccessi calorici. I dati a riguardo sono impietosi: si stima che dal 24 dicembre al 6 gennaio si possa aumentare di oltre 2 kg ingerendo fino a 20.000 kcal tra cenoni, pranzi, festeggiamenti. Un ruolo importante lo giocano i drink alcolici, specialmente in un anno come quello che è stato il 2020. Quella di ridurre il livello dell’alcool consumato è dunque diventata, da alcuni anni, una vera e propria tendenza che trova in gennaio il suo mese di riferimento. Si tratta del Dry January, letteralmente “gennaio a secco”, che arriva dai paesi anglosassoni e prevede per estimatori, fruitori e
di Daniele Colzani
appassionati di bevande alcoliche, una volontaria rinuncia a consumarle. Nell’anno appena trascorso, sono state oltre 4 milioni le adesioni al Dry January e più di 8,6 milioni i consumatori che, a partire da lì, stanno attivamente moderando la loro attitudine al bere alcool. Non solo, secondo gli attivisti di Alcohol Change Uk per i partecipanti al Dry January i vantaggi sono molti: il 70% di chi ha aderito ha migliorato la qualità del sonno, il 66% si è sentito più energico e l’86% ha risparmiato denaro. Su questa scia sono moltissimi gli imprenditori che scelgono la strada dei “drink low alcool” o “no alcool”, fra l'altro incentivati dalla difficile fase Coronavirus: è stata proprio l'OMS a segnalare che anche l’abuso di alcool può danneggiare il sistema immunitario e favorire l’infezione da Sars - CoV – 2. Se, dunque, il tema del bere responsabile si diffonde ogni giorno di più in tutto il mon-
Lyre's Americano
do, sempre di più saranno anche le persone alla ricerca di alternative sofisticate all’alcool. Lyre’s, azienda australiana leader nei distillati analcolici, nasce proprio con questa mission: creare nuove, libere e gratificanti possibilità di consumare i propri drink preferiti. Dry London Spirit (gin), Italian Orange (bitter), Aperitif Rosso (vermouth), Amaretto, Spiced Cane Spirit (rum speziato) sono fra le proposte che il brand Lyre's ha appena
UN PO' DI STORIA • DA START-UP ALLA CONQUISTA DEL MONDO: Lyre’s sta rapidamente conquistando i mercati ed è oggi disponibile in più di 30 Paesi tra i quali Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Regno Unito, Hong Kong, Singapore e Cina e Paesi Bassi. Lyre’s vede il mercato italiano come un mercato chiave per l'espansione. All'inizio di questo mese, il marchio ha ricevuto un finanziamento di quasi 10 milioni di euro per continuare a crescere, guidando così lo sviluppo globale nella categoria non alcolica. Mai prima d’ora era stato riconosciuto un investimento così importante per questa categoria di prodotti. • IL MARCHIO NON ALCOLICO PIÙ PREMIATO: i prodotti Lyre’s vengono realizzati utilizzando essenze, estratti e distillati completamente naturali in modo da riprodurre l'aroma, il gusto e l’aspetto del distillato a cui si ispirano, ma senza utilizzare l'alcool come base. La qualità dei distillati Lyre’s è stata riconosciuta in diversi test alla cieca da sommelier importanti. Il marchio raggiunge sempre livelli alti e ha vinto molti premi internazionali, tra i quali la London International Spirits Competition e la San Francisco World Spirits Competition 2020. Lyre’s, infatti, supera spesso i corrispettivi originali a base di alcool. Di recente, al brand è stato riconosciuto il merito di “miglior distillato analcolico” con il più alto punteggio al mondo all’International Wine & Spirits Competition. • I MIGLIORI BAR DEL MONDO: i cocktail di Lyre’s sono già stati inclusi nei menu di alcuni dei 100 cocktail bar migliori al mondo, come l’Happiness Forgets a Londra, il Manhattan Bar a Singapore e il Trick Dog a San Francisco. La gamma è disponibile anche in negozi internazionali di riferimento tra i quali Selfridges, Sainsbury’s, Dan Murphy’s and BevMo.
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lanciato sul mercato italiano. Si tratta di un brand in decisa crescita, presente stabilmente in più di 30 Paesi tra i quali Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Regno Unito, Hong Kong, Singapore e Cina e Paesi Bassi. Recentemente, grazie ad un finanziamento da 10 milioni di euro ricevuto per continuare a crescere, è arrivato a guidare lo sviluppo globale nella categoria dei drink low alcool. Il brand Lyre’s è pronto a contribuire a far crescere la tendenza no alcool nel nostro Paese, ancor più in questo gennaio così particolare. Una selezione di set accuratamente assemblati per realizzare cocktail analcolici perfetti può essere acquistata online su www.lyres.eu. Fra le proposte: l’Espresso Martini, l’Americano, il Martini Dry, lo Spritz e molto ancora. L'ambizione di Lyre’s non è quella di creare sapori nuovi, ma di avvicinarsi il più possibile a quelli originali dei liquori iconici, collaudati e universalmente amati, e rendere loro omaggio. La gamma Lyre’s ha inoltre un basso contenuto calorico, è priva di glutine e latticini ed è adatta anche ai vegani e vegetariani. • RS Lyre's Amaretti Sour
HTTPS://LYRES.EU
PROGETTI
di Emanuela Cattaneo
Il restauro delle consoles
rococò di Galleria Corsini LE GALLERIE NAZIONALI BARBERINI CORSINI E ASSOCIAZIONE CIVITA INSIEMEPER UNA NOBILE INIZIATIVA DI RECUPERO
L
per i lavori sulle preziose consoles. Le consoles furono realizzate da una delle più prestigiose botteghe di intagliatori romani del Settecento, quella di Giuseppe Corsini e della moglie Lucia Barbarossa. Fu proprio lei – che guiderà la bottega alla morte del marito – a seguire la realizzazione di questi capolavori del gusto rococò, in cui lusso, elegan-
© Alberto Novelli
e Gallerie Nazionali di Arte Antica avvieranno il restauro delle straordinarie consoles rococò collocate nella Prima Galleria della Galleria Corsini, grazie ai proventi raccolti con la vendita del Vino Civitas che, anche quest’anno, rinnova l’impegno dell’Associazione Civita, in partnership con la Tenuta Caparzo di Montalcino, nel sostenere il restauro di opere particolarmente significative del museo, in seguito all’accordo sottoscritto nel 2019 e valido fino al 2021. I proventi delle vendite dello scorso anno del Vino Civitas, prodotto da Caparzo di Montalcino, hanno già coperto gli interventi di restauro avviati lo scorso mese sulla Madonna del latte di Bartolomé Esteban Murillo, mentre quelli di quest’anno saranno utilizzati
za e sinuosità si uniscono per ricreare un effetto d’incanto che cattura l’attenzione di chi lo guarda. Commissionate insieme a molti altri arredi dal Cardinal Neri Maria Corsini e suo fratello Bartolomeo per il palazzo su via della Lungara che acquisirono nel 1736 trasformandolo in un grandioso edificio destinato a celebrare la grandezza della famiglia. • RS
Galleria Corsini
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TURISMO
Pedalando nelle
Marche
tra natura e borghi
ANCHE NELLA STAGIONE PIÙ FREDDA ANDARE IN BICICLETTA RAPPRESENTA UN OTTIMO MODO PER TENERSI IN FORMA
Vincenzo Nibali a Urbania
letto che ha visto nella regione un luogo di “Rinascita”, coniando il concetto di “Marche Rebirth” e associando la sua opera più rappresentativa - il Terzo Paradiso rappresentato da tre anelli concentrici - ai vari percorsi di Marche Outdoor. Ecco una proposta di itinerario, da Sud a Nord delle Marche, per scaldarsi
Campagne di Ascoli Piceno
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pedalando tra gli incantevoli paesaggi della regione, scoprendo lungo il percorso piccoli paradisi verdi quasi incontaminati e gioielli di un patrimonio millenario. PARTENZA CON IL SECONDO ANELLO DI ASCOLI REBIRTH Punto di partenza è la provincia di Ascoli Piceno, dove
© Maria Uspenskaya
L
e Marche offrono infinite possibilità di itinerari cicloturistici, che toccano borghi magici tra i più belli d’Italia. In particolare c’è Marche Outdoor, il progetto ideato e realizzato dalla Regione Marche con l’obiettivo di mettere in rete il territorio e valorizzare le strade secondarie che attraversano il paesaggio marchigiano, dal mare alla montagna, che vanta ben 24 percorsi ciclabili – in continuo aumento e aggiornamento – che possono essere percorsi in bicicletta da tutti i tipi di ciclisti, dai principianti ai più esperti. Marche Outdoor promuove un turismo lento ed ecostotenibile che fa assaporare tutta la magia del territorio attraverso lo sport. La filosofia del progetto proprio per questo è stata sposata anche dall’artista Michelangelo Pisto-
di Daniele Colzani Venarotta, Chiesa di San Francesco
© Zitti
il consiglio è quello di seguire l’itinerario del secondo anello di Ascoli Rebirth, un percorso che si compone di ben 77 chilometri di pedalata con un dislivello di 1465 mt, che permette anche di visitare una delle città medievali più belle d’Italia: Ascoli Piceno, la città delle cento torri. Ma prima, seguendo l’anello si toccano Palmiano e Venarotta, due tappe del Cammino Francescano della Marca, che ripercorre il viaggio che San Francesco d’Assisi compì nel 1208 dall’Umbria ad Ascoli Piceno. In città da non perdere assolutamente la magnifica Piazza del Popolo, considerata una della più belle d’Italia, in stile rinascimentale, che riprende le teorie vitruviane con proporzione 1:3 e la cui pavimentazione nelle giornate di pioggia ha un suggestivo effetto specchiante, e Piazza Arringo, la più antica piazza monumentale della città, abbellita da importanti palazzi tra cui Palazzo Fonzi, il Palazzo dell’Arengo, il Palazzo Vescovile, il Duomo di Sant’Emidio e il Museo Diocesano. Ascoli è interamente edificata sul travertino, un particolare e affascinante marmo che si trova nel territorio
e che, dal periodo umanistico, è diventato parlante grazie all’incisione sugli architravi delle porte dei palazzi di frasi, motti e proverbi, religiosi o irriverenti, in latino e in volgare di cui oggi se ne contano oltre cento lungo le sue “rue” (così sono soprannominate le vie della città). PROSEGUENDO PER I MONTI SIBILLINI Il suggerimento è poi quello di continuare il giro in bici raggiungendo il primo anello di
Il panorama dei Monti Sibillini
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Sibillini Rebirth, itinerario tra i più appassionanti e suggestivi con i suoi 86 km e 1907 mt di dislivello, che attraversa parte del Parco dei Monti Sibillini. La prima parte del percorso è collinare, poi da Piantipiega al km 38 ci si dirige verso le Gole del Fiastrone, uno degli ambienti più naturali e spettacolari dei Monti Sibilini. Qui il paesaggio muta rapidamente, con scorci montani e tornanti risalendo fino a Fiastra. Da qui si sale ancora verso Bolognola, scorgendo le principali vette dei Sibillini e si passa per Pintura e si arriva al famoso Valico della Maddalena con il bellissimo balcone panoramico con una visuale che va dal Conero fino a San Benedetto del Tronto. Infine ripercorrendo nel verso opposto la famosa salita Sarnano – Sassotetto, scoglio di diverse Tirreno-Adriatico ed inserita tra le 10 più belle salite nella graduatoria Red Bull, si arriva appunto a Sarnano, uno dei Borghi più belli d’Italia. Il centro storico conserva la struttura medievale di “castrum”, ovvero un impianto fortificato che si snoda in cerchi concentrici dalla Piazza Alta. Su di essa si affacciano i principali monumenti del borgo: il Palazzo del
della chiesa di S. Giovanni Battista, Lapedona con la chiesina di S. Maria di Manù e i palazzi di Monsampietro Morico, che custodisce un prezioso trittico di Carlo Crivelli nella Chiesa di S. Michele Arcangelo. E ancora Monte Rinaldo con l’area archeologica La Cuma e Monte Vidon Combatte, posto su un colle costellato di rosseggianti edifici in cotto e pieno di scorci incantati E infine ‘i calanchi della Valle dell’Ete’ e i tre archi gotici di Petritoli, che contraddistinguono il bel borgo medievale affacciato sulla Valle dell’Aso.
Il caratteristico borgo di Samano
Popolo, trasformato nell’800 nello splendido Teatro della Vittoria; il Palazzo dei Priori e quello del Podestà. Da non perdere anche, nelle vicinanze del borgo, le cascatelle di Sarnano, una piccola oasi immersa tra gli alberi, e la Cascata della Gola dei tre Santi. RAGGIUNGENDO LA PROVINCIA DI FERMO Continuando l’itinerario ad anelli di Marche Outdoor, si raggiungerà poi la provincia di Fermo, dove il consiglio è di percorrere il primo anello di Fermo Rebirth, un percorso di 92 chilometri con 1361 mt di dislivello che dal mare porta all’entroterra, per scoprire questa provincia in tutte le sue sfaccettature. Per quanto lontani dai caldi venti estivi, non è da disdegnare una suggestiva passeggiata in bici sul lungomare: la pista ciclabile tra Porto S. Elpidio e Porto S. Giorgio e è lunga 16 chilometri, e permetterà di godere appieno dell’incantevole bellezza del mare invernale. Assolutamente da non perdere poi è la frazione di Fermo Torre di Palme, un borgo medievale che, sorgendo su un punto elevato molto vici-
no al mare, gode di una veduta panoramica sul litorale davvero mozzafiato. Arrivando a Fermo ci si può immergere nel più autentico Rinascimento, passando per Piazza del Popolo, sulla quale si affacciano il Palazzo dei Priori e la Pinacoteca, che custodisce la Natività di Rubens e la Sala del Mappamondo. Poi una teoria di piccoli borghi ricchi di sorprese: Grottazzolina con i pregevoli stucchi
Uno scorcio di Monte RInaldo
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TRA LE COLLINE DEL MACERATESE Si raggiunge poi la provincia di Macerata, da percorrere seguendo il primo anello di Macerata Rebirth che vi condurrà da Civitanova Marche, località balneare che, oltre all’abitato costiero, custodisce anche un antico borgo posto su un’altura e racchiuso tra le mura di un castello medievale. Per visitare al meglio la zona, il consiglio è quello di fare un percorso nel percorso seguendo l’itinerario dei Colli della Vernaccia, dove si produce l’uva del famoso e
fensi, situato nella parte più alta del paese, il Palazzo dei priori e il Palazzo della Giustizia adibito dal 1692 a Monastero Corpus Domini. Dalla Torre della Vittoria, un imponente costruzione di 21 metri, si può ammirare uno splendido panorama che si estende dal Monte Conero alla Maiella, dai Sibillini all'Adriatico. Loro Piceno è anche la patria del vincotto, il saporito vino perfetto per il fine pasto ricavato dalla bollitura del mosto nelle caldaie di rame.
Veduta di Serrapetrona
apprezzato spumante rosso naturale, la cui storia si intreccia con quella del meraviglioso borgo medievale arroccato sulle colline della provincia di Macerata, Serrapetrona. Il piccolo borgo, situato a 500 metri sopra il livello del mare, prende il suo nome dal termine “Serra”, di origine longobarda, che indica un abita-
to fortificato a difesa di una valle “Petrona”, cioè di pietra. Vale una visita anche il vicino borgo di Loro Piceno, che si trova sulla sommità di una collina in lieve declivio, a sud del torrente Fiastra. Caratterizzato da un centro storico rimasto pressoché intatto, da non perdere il castello Brunforte, appartenuto ai FarIl borgo di Offagna
© Sergio Ramazzotti
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L’ANELLO DI ANCONA Si prosegue poi nella provincia di Ancona, per percorrere il primo anello di Ancona Rebirth con i suoi 102 km e un dislivello di 1200 mt. Il punto di partenza è Numana, situata alle pendici del monte Conero, che divide in due la costa Adriatica. Si prosegue quindi lungo la dorsale del promontorio attraversando Sirolo, per raggiungere Camerano, adagiato su pendii che degradano verso le rive del fiume Aspio, circondati da vigneti da cui nasce il vino Rosso Conero. Si prosegue poi fino a giungere nella valle dell’Aspio, piccolo fiume che nasce sotto la cittadina di Offagna e si dirige verso il Conero. Dopo 29 km, si sale leggermente, 3-4% circa verso Polverigi, direzione Santa Maria Nuova, pedalando su di una delle più belle e panoramiche strade della provincia d’Ancona, la provinciale del Vallone, dove a destra si può ammirare la valle Esina, mentre a sinistra quella del fiume Musone. Una volta oltrepassata Santa Maria Nuova, si prosegue verso Jesi, città di grande importanza sia storica che industriale, tanto da essere conosciuta come “La Milano delle Marche”. Città imperiale di grande rilevanza durante il governo di Federico II e dei suoi figli, può
LA PROVINCIA DI PESARO L’ultima parte di questo lungo percorso in bici che attraversa le Marche da Sud a Nord è quello che fa capo al secondo anello di Pesaro Rebirth di 138 km e un
Vista mozzafiato a Sassocorvaro
© Danilo Romanini
vantare numerosi monumenti di grande interesse storico, come la Piazza Federico II, il teatro pergolesi, il Corso Matteotti e la bellissima villa del conte Adriano Colocci-Vespucci. Si potrà approfittare, poi, per visitare il territorio circostante, chiamato Vallesina, caratterizzato da una serie di borghi storici cinti da mura che si ergono sulle colline, tutti ricchi di cultura e storia, i cosiddetti “Castelli di Jesi”: Ultima tappa da non mancare è Osimo: cinta da possenti mura romane, la città offre tante esperienze da vivere: si potrà fare visita all’antica Fonte Magna, dove si fermò il grande Pompeo durante la guerra civile contro Cesare, o risolvere l’enigma delle statue romane senza testa all’ingresso del Palazzo comunale, realizzato nel corso del Seicento in stile barocco, poi ammirare Palazzo Campana, progettato dall’architetto Andrea Vici, o infine varcare la soglia delle misteriose Grotte, un labirinto sotterraneo ricco di passaggi segreti.
dislivello di 1768 mt che attraversa luoghi ricchi di storia e cultura. Solo per citarne alcuni Urbino, città patrimonio Unesco e patria di Raffaello, Pergola dove si possono ammirare i Bronzi di Cartoceto, l'unico gruppo scultoreo in bronzo dorato di provenienza archeologica rimastoci dell'epoca romana e Urbania con il Barco, residenza estiva dei duchi di Montefeltro. Allungandosi poco oltre, il consiglio è quello di percorrere l’itinerario delle Vedute Feltresche di 64,5 km e 1665 di dislivello che permetterà di scoprire la meravigliosa natura e la storia del Montefeltro toccando suggeLa sallta del Pirata
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stivi borghi e paesaggi affascinanti. Anch’esso è un percorso ad anello, quindi percorribile partendo da uno qualsiasi dei comuni attraversati. Partendo da Lunano si può raggiungere Sassocorvaro passando per il Lago di Mercatale per poi tornare a Lunano attraverso il Monte San Leo. Seguendo il sentiero del Beato Lando si raggiunge Carpegna, e poi passando per Montefiorentino si arriva a Frontino e successivamente a Belforte all’Isauro. Da qui attraverso Piandimeleto si chiude l’anello del tracciato. È un percorso che tocca questi splendidi borghi dove Rocche, Castelli e promontori disegnano uno skyline unico. La Rocca Ubaldinesca e il Lago a Sassocorvaro, la Torre del Castello e il Convento di Monte Illuminato a Lunano, il Palazzo dei Principi e il Parco del Sasso Simone e Simoncello a Carpegna, il Castello e il Parco Faunistico a Frontino, il Castello di Belforte all’Isauro e quello dei Conti Oliva a Piandimeleto. Infine, una piccola deviazione da non perdere: La salita del Pirata, un percorso ripido che risale il Monte Carpegna, chiamata così in onore di Marco Pantani che preparava qui le sue vittorie. • RS
Guarda in faccia la tua vera Natura.
emozionati, impara, divertiti! 42 ettari di Collina Morenica, oltre 1.500 animali di 250 specie selvatiche provenienti da tutto il mondo, una serra tropicale, uno zoo safari e un percorso dedicato ai giganti del passato. Un grande Parco, vivo ed emozionante, dove conoscere il passato e il presente della Natura e capire come possiamo proteggerla per portarla con noi nel futuro.
83 B u s s o l e n g o Ve r o n a w w w. p a r c o n a t u ra v i va . i t
APPUNTAMENTI
della Redazione
L ' improvvisazione aurea contro la "staticità"
L’OBIETTIVO DI 1.61 GOLDEN SECTION È QUELLO DI DARE UNA NUOVA DIMENSIONE ALLA VIDEO-DANZA
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roseguirà fino al 18 febbraio 1.61 GOlden sectiON, il progetto realizzato dall’agenzia londinese di management artistico Only Stage in collaborazione con il Teatro degli Arcimboldi di Milano e Edizioni Musicali Curci e con il supporto dell’Arts Council Cultural Recovery Fund. Il concept artistico, ideato da Davide Garattini in collaborazione con Barbara Palumbo e Delilah Gutman, nasce per sostenere gli artisti di Only Stage in questo periodo di pandemia. L’obiettivo di 1.61 GOlden sectiON è quello di dare una nuova dimensione alla video-danza grazie all’utilizzo della tecnologia che diventa parte integrante del progetto. La compositrice e pianista Delilah Gutman ha creato 61 brevi tracce musicali basate sul principio dell‘improvvisazione. Le 61 tracce sono state inviate a 61 danzatori provenienti da ogni parte del mondo che, seguendo alcune linee guida necessarie a rendere il progetto uniforme, danzano sul tema dell‘improvvisazione aurea, cioè perfetta, riprendendosi attraverso le telecamere dei propri smartphone. Il video non è il risultato di una pubblicazione in ordine cronologico, bensì è basato su una sorta di ipotetico fil rouge che emerge dalle improvvisazioni. I 61 video vengono pubblicati uno al giorno (alle ore 21:00) e diffusi attraverso le piattaforme social (Youtube, Vimeo, Facebook e Instagram) delle tre organizzazioni Only Stage, Teatro degli
Arcimboldi e Edizioni Curci. A ogni artista è stata lasciata la libertà di divulgare sia i propri contenuti sia il progetto stesso attraverso i canali personali, garantendone la massima visibilità. La caratteristica che contribuisce a rendere unico il progetto 1.61 GOlden sectiON è l‘utilizzo della tecnologia non come semplice mezzo di divulgazione di un‘arte concepita per essere fruita dal vivo, bensì come parte integrante del progetto artistico stesso. Ecco che l‘insieme dei singoli video crea un‘opera d‘arte unica restituendo allo spettatore la tridimensionalità del movimento attraverso la bidimensionalità dello schermo. Perché 1.61? Il numero periodico si riferisce alla sezione aurea e indica il rapporto fra due lunghezze disuguali delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Tale rapporto ha
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condizionato fin dall’antichità il mondo della scienza, dell’arte figurativa e della musica. Un numero che è stato oggetto di studio per secoli e che bene esprime il nostro progetto: 1 video per 61 artisti. La sezione aurea è stata ritrovata anche come costante all‘interno di parametri medici relativi al movimento umano, e la danza non è, forse, la sua massima espressione? 1.61 è un numero facilmente identificabile da tutti coloro che utilizzano la numerazione araba, un riferimento chiaro, leggibile e indice di perfezione, da lì si vuol partire per valorizzare il movimento del corpo contro la staticità, a cui la pandemia ci ha forzato: l‘apertura contro la chiusura, la danza come risposta all‘immobilità fisica e di pensiero; l‘arte di Tersicore, qui intesa come massima espressione di libertà, quella libertà a cui ci è impossibile rinunciare. • RS
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TELEVISIONE
Le serie tv che ci fanno compagnia in salotto
UNA CARRELLATA DI NUOVI TITOLI PER TROVARE LA VOSTRA SERIE TV PREFERITA SCEGLIENDO TRA VARI GENERI
Bridgerton
A
lzi la mano chi, durante una fredda domenica d'inverno non ha trascorso l'intero pomeriggio davanti alla tv per godersi la propria serie tv preferita. Vi abbiamo pensato ed ecco una rassegna dei titoli del momento. Buona visione a tutti! BRIDGERTON La serie narra le vicende della famiglia Bridgerton: Violet, Lady Bridgerton; i suoi quattro figli Anthony, Benedict, Colin e Gregory e le sue quattro figlie Daphne, Eloise, Francesca e Hyacinth. Altra famiglia protagonista sono i Featherington, composti da: Portia, Lady Featherington; suo marito, il barone; le tre figlie Philippa,
Prudence e Penelope. Siamo nell’alta società londinese nella stagione in cui le giovani donne cercano marito e le madri sono in fermento, intente a trovare una buona sistemazione per le proprie figlie. Protagonista della prima stagione è Daphne Bridgerton che, al debutto nell’alta società, incontrerà il duca di Hastings, Simon, scapolo ambìto e amico di suo fratello Anthony. LUPIN La serie è liberamente ispirata ai romanzi di Maurice Leblanc e hanno come protagonista il celebre ladro Arsenio Lupin. Il quattordicenne Assane Diop vede la
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sua vita completamente stravolta dopo la morte del padre, condannato per un crimine che non ha commesso, fatto che lo porta a covare un’irrefrenabile voglia di vendetta e giustizia verso la ricca famiglia che l’ha
Lupin
di Daniele Colzani
accusato. Venticinque anni dopo Assane, che intanto lavora come addetto alle pulizie al Museo del Louvre, decide di portarla a compimento traendo ispirazione dal romanzo Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo, regalatogli a suo tempo dal padre. BLOOD & WATER Ambientata a Città del Capo, la serie televisiva è incentrata sulla protagonista, Puleng Khumalo, un’adolescente che in seguito ad un incontro ad una festa dei giovani facoltosi della città, decide di trasferirsi nella loro scuola privata d’élite. L’obiettivo è quello di indagare su un caso irrisolto della scomparsa della sorella, avvenuto 17 anni prima: la ragazza, infatti, è convinta che Fikile Bhele (la stella del nuoto dell’istituto) sia sua sorella maggiore, rapita alla nascita e mai conosciuta, se non dai racconti della madre ancora oggi ossessionata dalla figlia perduta. UNDOING - LE VERITÀ MAI DETTE Grace e Jonathan Fraser sono due professionisti affermati di
Undoing Le verità mai dette
New York (lei psicoterapeuta, lui oncologo pediatrico) e sono sposati felicemente. Hanno una bella casa a Manhattan, sono benestanti e loro figlio dodicenne Henry frequenta una prestigiosa scuola privata. Tutto questo castello dorato comincia a crollare quando muore la mamma di un compagno di scuola e Jonathan, che improvvisamente sparisce, diventa il sospettato principale. Le menzogne che ci sono nel rapporto apparentemente idilliaco tra Grace e Jonathan cominciano ad essere scoperte.
PERDIDA - SVANITA NEL NULLA Mosso dalla responsabilità di ritrovare la propria figlia rapita tredici anni prima, Antonio si spinge fino alle prigioni in Colombia. Una volta arrivato, però, il protagonista rimane coinvolto in una serie di pericolosi eventi che finiscono per raggiungere sempre più persone e coinvolge boss del narcotraffico locali, avvocati e giudici di primo piano. Riuscirà alla fine Antonio a trovare la piccola Soledad prima che sia troppo tardi? • RS Blood & Water
Perdida - Svanita nel nulla
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HOSPITALITY
Masseria Le Carrube,
l 'amore per la propria terra RISOCPRIAMO IL SAPORE PIÙ AUTENTICO DELLA PUGLIA TRA NATURA, SILENZIO E CUCINA DELL’ORTO
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asseria Le Carrube accoglie gli ospiti con il consueto calore, per un soggiorno a contatto con la magnifica natura pugliese, tra orti, ulivi e macchia mediterranea. La Masseria nasce dall’amore della famiglia Melpignano per la propria terra d’origine e condivide la filosofia che accomuna tutte le strutture del gruppo: far in modo che l’unico impegno dell’ospite sia la ricerca del benessere fisico e mentale. L’imbiancatura a calce, tipica della città bianca di Ostuni - da cui dista solo 6 chilometri -, il classico tetto a coppi e la struttura in pietra caratterizzano questa antica masseria restaurata nel pieno rispetto della tradizione architettonica pugliese. Un luogo incantato, dove il biancore abbagliante esaltato dal contrasto con il verde della vegetazione, la vista del mare dall’alto e i tramonti mozzafiato
sono un invito ad abbandonare le tensioni della vita quotidiana per assaporare il silenzio e i ritmi lenti della campagna. Per chi desidera immergersi in quest’atmosfera unica, Masserie Le Carrube offre 14 accoglienti camere e suites, caratterizzate da uno stile semplice e rispet-
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toso delle origini rustiche del luogo, dotate di tutti i comfort a cui l’ospite contemporaneo è abituato, in un connubio perfetto tra tradizione e tecnologia. Il giardino mediterraneo che circonda la masseria e le due piscine, situate nella corte interna un tempo adibita ad ovile, sono
a cura della Redazione
il luogo ideale dove rilassarsi e godere in silenzio dello scorrere del tempo. La natura è protagonista anche al Ristorante Masseria Le Carrube, piccolo paradiso gastronomico dedicato alla cucina vegetariana, in grado di soddisfare i palati più esigenti e di catturare quelli più scettici. Alla guida troviamo lo chef pugliese Massimo Santoro che ha approfondito lo studio di tecniche e sperimentazioni contemporanee di pari passo con la riscoperta delle tradizioni, che non solo non ha mai trascurato, ma anzi ha ricercato e declinato secondo il suo stile, con grande rispetto. Le materie prime, di altissima qualità, sono le vere protagoni-
ste: provengono dagli orti della Masseria o da produzioni locali, e il menu cambia settimanalmente per seguire la stagionalità e la disponibilità del raccolto. Per far conoscere questo aspet-
to importantissimo della sua cucina, la Masseria ha ideato l’esperienza “dall’orto alla tavola”: gli ospiti possono accompagnare lo chef a selezionare e raccogliere le verdure nell’orto biologico insieme al contadino che si prende cura delle coltivazioni, imparando a riconoscere quando sono al meglio. Da qui si passa direttamente in cucina dove, con la supervisione attenta di Massimo e i sui preziosi insegnamenti, si procede alla preparazione di piatti imparando i segreti del mestiere e della tradizione pugliese. Il percorso, davvero a km 0, si conclude a tavola, degustando piatti buoni, sani e dai sapori autentici, profondamente legati alla terra. In carta troviamo proposte in linea con questa filosofia come l’originale Panino ripieno al vapore, fonduta di canestrato al rosmarino, uovo in camicia e fiori, o il delicato Fiore di zucca alla ricotta e cedro, crosta di semi bio e maionese di zucchina: ricette che uniscono verdure dell’orto, erbe e fiori spontanei e prodotti del territorio elaborati con tecniche sapienti che esaltano le materie prime con un tocco di creatività. Masseria Le Carrube inoltre, grazie ai grandi spazi esterni e alle tre sale interne, tra cui un antico frantoio con tradizionale macina in pietra, è la location ideale per ospitare matrimoni da favola. • RS
INFO & CONTATTI • MASSERIA LE CARRUBE Contrada Spennati 72017 SS Fasano-Ostuni KM 873 Ostuni (BR) • info@masserialecarrubeostuni.it • www.masserialecarrubeostuni.it
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GOURMET
EVO
Bardolino, per vivere
la vera esperienza del gusto UN IMPERDIBILE UNIVERSO GOURMET DOVE RITROVARE “...TUTTA L’INTENSITÀ DEI SAPORI MEDITERRANEI...”
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e avete intenzione di andare a scoprire le bellezze della sponda orientale del Lago di Garda, non potete fare a meno di visitare Bardolino, un tipico borgo lacustre caratterizzato da acque incredibilmente azzurre e circondato da uliveti che producono il famoso olio del Garda DOP, rinomato per leggerezza e delicatezza. Dopo aver passeggiato lungo i caratteristici vicoli e goduto delle numerose suggestioni artistiche e storiche, vale la pena fare una tappa da EVO, il ristorante di AQUALUX Hotel SPA Suite &Terme Bardolino aperto anche agli ospiti che non soggiornano in hotel, e che rappresenta una meta imprescindibile per chi desidera vivere una vera e propria esperienza di gusto. EVO infatti è un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati gourmet che siedono ai suoi tavoli non solo per la piacevolezza raffinata e al tempo stesso accogliente della location, ma soprattutto per percorrere un viaggio tra i sapori e gli ingredienti - prevalentemen-
te biologici - di questo territorio adagiato tra lago, montagne e laguna veneta, e assaporarne gli abbinamenti che il giovane chef Simone Gottardello studia nei dettagli sorprendendo di volta in volta e secondo la stagionalità. Tradizione e creatività si fondono in un mix armonico nel rispetto dei principi di una sana alimentazione ma con tutte le superbe suggestioni che solo l’alta cucina è in grado di trasmettere. Un’esperienza, quella proposta da EVO, apprezzata anche da una delle più rappresentative Guide ai Ristoranti d’Italia, quella del Gambero Rosso, che per il 2020 ha inserito questa “tavola ambiziosa” tra i 2685 indirizzi selezionati oltre che per la cucina, per il servizio, per la cantina e per l’ambiente. Ma è anche il recente inserimento nella 66ma edizione della
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prestigiosa Guida Michelin a confermare il successo di questa top destination che si rinnova quotidianamente nella soddisfazione degli ospiti, e che rappresenta un giusto riconoscimento anche per la serietà e l’impegno dello chef. Le chicche del territorio, ossia i prodotti che solo la ricchezza di questa zona sa offrire, sono senza alcun dubbio le protagoniste: come il riso vialone nano, il tartufo nero del Monte Baldo, le lumache – o chiocciole -, gli ortaggi come il radicchio rosso, l’asparago bianco e il sedano di Verona, prevalentemente biologici e provenienti da selezionati produttori della zona. La carta solletica anche i palati più diffidenti con proposte che non smentiscono le prerogative: come la Spuma soffice di patate all’olio Garda DOP, pesci di lago affumicati, uova di pesci di lago e Kaffir lime, o la Tartare
a cura della Redazione
INFO & CONTATTI • EVO BARDOLINO Via Europa Unita, 24/b 37011 Bardolino (VR) • +39 045-62.29.950 • info@evobardolinoristorante.it • www.evobardolinoristorante.it di Garronese veneta al coltello, mandorla affumicata, mirtilli, gelato ai funghi porcini, passando per il grande classico rappresentato da Riso Vialone nano veronese mantecato al riserva Corrado Benedetti 48 mesi, porcini freschi e secchi, aglio nero. I piatti sono inoltre esaltati dall’abbinamento a vini a base di uve autoctone - Soave, Valpolicella, Amarone, Bardolino - e al pregiato Olio EVO Viola. In fatto di degustazioni incuriosiscono e divertono quelle suggerite da Simone lasciando spazio alla fantasia. Come Baccalà che trionfa mantecato alla veneziana, con cipolla in saor, olive e lenticchie beluga, oppure cotto nell’olio di oliva Viola, con salsa di baccalà alla vicentina, aglio nero di Voghera e frutto della passione. Ed è un trionfo anche Mare con Spaghettone Monograno Felicetti, “busara” di scampi dell’adriatico, battuto di scampi marinati, alghe e agrumi, e Triglia di scoglio, zuppetta di triglia, vongole, fasolari, melanzana affumicata. • RS
LA RICETTA PER RIFLETTORI SU... Per i lettori di Riflettori su... lo chef Simone Gottardello ha preparato una irresistibile ricetta: Faraona, zucca, melograno, verza, salsa alla grappa e cacao. Ecco tutti i passaggi da seguire INGREDIENTI PER 2 PERSONE & PROCEDIMENTO: 2 petti di faraona con osso - 100 gr. di zucca Delica (detta anche veneta o mantovana) - rosmarino - cannella - 1 spicchio d’aglio - 1 melograno - 4 foglie di verza - 1 spicchio di aglio - ½ cipolla - ½ carota - 1 costa di sedano - vino rosso - 15 gr. di grappa secca - 8 gr. di cacao amaro in polvere - olio extra vergine di oliva - olio di semi di girasole - burro. • Cuocere la zucca al cartoccio, in forno, a 140° per 45’ circa con il rosmarino, la cannella e un filo di olio extra vergine di oliva. Togliere dal cartoccio, eliminare gli aromi e frullare. Sistemare di sale e tenere da parte. • Spremere il melograno e recuperare il succo, filtrarlo con un colino a maglia fine e metterlo in un pentolino. Cuocere a fuoco lento il succo di melograno finché’ non risulta sciropposo. • Mondare le foglie di verza e tagliarle a julienne. Rosolare, lasciandole croccanti , in un fondo di olio extra vergine di oliva, aglio e rosmarino. Pulire i petti di faraona, tenere da parte le ossa. • In una casseruola mettere sedano, carota e cipolla a pezzetti. Rosolare in un fondo di olio di semi di girasole, aggiungere le ossa di faraona, cuocere a fuoco vivace e sfumare con vino rosso. • Far evaporare il vino, aggiungere del ghiaccio fino a coprire, abbassare la fiamma e sobbollire delicatamente per 4 ore. Filtrare e recuperare il fondo ottenuto, porlo in un altro pentolino e farlo ridurre. • Una volta che la salsa acquista una consistenza densa e concentrata, montare con l’aiuto di una frusta, aggiungendo burro freddo a fiocchetti, la grappa e il cacao, regolare di sale e tenere da parte. In una casseruola, con un fondo di burro, rosmarino e aglio, rosolare i petti di faraona dal lato della pelle. Porli in una placca e infornare a 160° per 15 ‘ circa. • Togliere dalla placca, far riposare qualche minuto, scaloppare i petti di faraona e comporre il piatto come in foto.
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LA LIBRERIA LE NOVITÀ DELLE CASE EDITRICI E I NOSTRI CONSIGLI PER SCEGLIERE IL TITOLO GIUSTO PER VOI Ilaria Tuti LUCE NELLA NOTTE
Chiara Montani IL MISTERO DELLA PITTRICE RIBELLE Firenze 1458. Lavinia è la giovane e vivace nipote di Domenico, un bottegaio d’arte nel centro di Firenze. La ragazza, affascinata dal mestiere dello zio e dotata anch’essa di talento artistico, segretamente ne studia e osserva le movenze, la tecnica pittorica, l’uso sapiente della tavolozza di colori. Quando nella bottega entra un carissimo amico che porta il nome di Piero della Francesca, il destino della ragazza è destinato a cambiare. (Garzanti - 366 pg - €17,90)
Chiara ha fatto un sogno. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell’albero l’ha sconvolta. Forse non era un sogno ma una spaventosa realtà. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo a smettere di tremare. Teresa Battaglia si rimette ancora in gioco perchè in lei batte ancora un cuore bambino. (Longanesi - 256 pg - € 16,80)
Phan Que Mai NguyenQUANDO LE MONTAGNE CANTANO Dal loro rifugio sulle montagne, la piccola Huong e la nonna Dieu Lan sentono il rombo dei bombardieri americani e scorgono il bagliore degli incendi che devastano Hanoi. Fino a quel momento, per Huong la guerra è stata l’ombra che ha risucchiato i suoi genitori, sta avvolgendo lei e la nonna. Tornate in città, scoprono che la loro casa è completamente distrutta, eppure non si scoraggiano e decidono di ricostruirla, mattone dopo mattone. (Nord - 384 pg - € 18,00)
IL VOLUME SOTTO I RIFLETTORI... MIX - OGGI PER TE - MIX è il recente libro del prof. Marzio Bonferroni, scrittore e docente italiano, attivo soprattutto nell'ambito della comunicazione e degli studi di marketing. Uscito a dicembre, è dedicato agli aspetti immateriali che sono alla base nella nostra psiche di opinioni, decisioni e progetti. Il libro è dedicato a contrastare quello che filosofi e non solo dicono sia il vero virus attuale, l’egoismo. La via alternativa che nel libro si cerca di tracciare, e che ognuno potrà integrare secondo il proprio sentire, porta a sviluppo, partecipazione e collaborazione, attraverso la soddisfazione e la felicità dei collaboratori e dei clienti nelle imprese, professioni e famiglie. Bonferroni continua così il cammino che lo ha portato in tutta Italia, nelle imprese e nelle università, a spiegare la sua teoria della human satisfaction, considerata evolutiva del modello "consumatore". (Ancora - 176 pg - € 13,00)
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di Daniele Colzani
PER I LETTORI PIÙ CURIOSI THE GLOBAL CITY (di Simona Maria Frigerio e Instabili vaganti con testo drammaturgico di Nicola Pianzola) - Un diario di un viaggio nello spazio e nel tempo per ricostruire un'avventura teatrale e di vita. Sette anni di lavoro ed esperienze a cavallo di quattro continenti, gli incontri e il dietro le quinte di un progetto multidisciplinare di respiro internazionale, che Instabili Vaganti hanno costruito per step, cercando di indagare il presente distopico della globalizzazione attraverso le sue megalopoli, i suoi abitanti e le centinaia di performer con cui sono venuti in contatto. A cavallo tra narrazione, diario, studio antropologico e analisi teatrale - grazie al contributo delle note di regia di Anna Dora Dorno, della presentazione del filosofo Enrico Piergiacomi, del testo dello spettacolo firmato da Nicola Pianzola e di una ricca sezione iconografica - The Global City vuole restituire il senso di quell'avventura umana che appartiene a mistici ed esploratori, teatranti e artisti. (CuePress - 240 pg - € 35,00)
Carlotta Perego - IO CUCINO A SCARTO ZERO
Roberto Cimpanelli - LA PAZIENZA DEL DIAVOLO Ermanno D’Amore, un ex ispettore che dopo aver lasciato la polizia ha rilevato la libreria di famiglia a Roma, tiene a bada i propri demoni stordendosi col sesso. Quando il vecchio collega Walter Canzio si rifà vivo chiedendogli una mano nelle indagini su una serie di efferati delitti, accetta malvolentieri. Qualcuno sta massacrando a colpi di fiocina da sub dei colpevoli di gravi reati sessuali che per un motivo o per l’altro erano riusciti a farla franca. (Marsilio - 448 pg € 18,00)
Sapevi che puoi usare le bucce delle carote per un risotto o le foglie per un pesto? Le bucce della zucca per un pane integrale? E i gambi del cavolfiore per un gratin? È tempo di cambiare modo di cucinare. Ridurre gli sprechi in cucina è possibile, e lo si può fare in modo creativo utilizzando tutte le parti degli ingredienti. Seguendo le ricette e i consigli di questo libro, reinventare gli “scarti” non sarà mai stato tanto facile e soddisfacente. (Il Castello 192 pg - € 24,00)
Mirjam Pressler con Sualzo ANNA FRANK LA MIA VITA La vittima per eccellenza del nazismo. In questo ritratto a tutto tondo la scopriamo energica, passionale e volitiva. Decisa a farsi strada attraverso la scrittura. Non una vittima, ma una ragazza coraggiosa. È arrivato il momento di conoscere la vera Anne Frank. La biografia definitiva approvata dalla Fondazione Anne Frank di Basilea. (Sonda - 224 pg - € 14,90) - Dai 12 anni
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APPUNTAM;ENTI
Pink
della Redazione
Floyd Legend
in streaming su Livenow
CINQUE PUNTATE DEDICATE AI PIÙ GRANDI SUCCESSI MUSICALI DEL CELEBRE GRUPPO INGLESE componenti dell›associazione italiana che raggruppa alcuni tra i più famosi collezionisti al mondo dei Pink Floyd. Parole e musica, quindi: Talking About, in cinque appuntamenti, grazie all’esecuzione live dei più grandi successi, oltre al racconto di aneddoti e storie, offrirà al pubblico un nuovo modo per riscoprire e rivivere l’infinita bellezza della musica dei Pink Floyd, la formazione divenuta, grazie a 50 anni di musica, uno dei capisaldi rock di tutti i tempi. Nati nel 2005, i Pink Floyd Legend sono oggi riconosciuti come il gruppo italiano che rende, in ogni loro spettacolo, il miglior omaggio alla musica dei Pink Floyd, grazie alla realizzazione di show perfetti, frutto dello studio approfondito delle partiture e dei concer-
ti live che la band inglese ha proposto nel corso degli anni. Talking About è una co-produzione Menti Associate, Giokat, LIVEnow. Biglietti su www.live-now.com. Singolo evento 4,99€. Abbonamento a 5 eventi: 15,00€ • RS
GLI APPUNTAMENTI
• 21 gennaio: GREATEST HITS,
tutti i brani che hanno reso la band inglese. • 28 Gennaio: DARK SIDE OF THE MOON, il capolavoro assoluto dei Pink Floyd. • 11 Febbraio: ATOM HEART MOTHER, le cui partiture orchestrali furono scritte dal giovane compositore sperimentale Ron Geesin. • 25 Febbraio: THE WALL, uno dei concept album più acclamati di tutti i tempi. • 11 marzo: THE LATER YEARS, il periodo post Roger Waters, con i più grandi successi
© Roberto Scorta
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l protrarsi della chiusura dei teatri a causa dell’emergenza Covid 19 non ferma l’attività dal vivo dei Pink Floyd Legend che, dopo essersi esibiti, negli ultimi tre anni, davanti a più di 100.000 spettatori, approdano su LIVENow, l’innovativa piattaforma internazionale che consente di assistere in streaming a concerti ed eventi sportivi di tutto il mondo. Dal 21 gennaio, alle ore 21.30, grazie all’esclusivo format Talking About i brani suonati dal vivo dai Pink Floyd Legend - dal palco del VINILE di Roma - insieme alle interviste del regista Maurizio Malabruzzi, ci condurranno nel mondo del celeberrimo gruppo inglese. In ogni appuntamento troveremo, inoltre, in qualità di ospiti speciali, The Lunatics, i
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L'OROSCOPO DI FEBBRAIO TORO (21/4 - 20/5)
ARIETE (21/3 - 20/4) LAVORO: Giove e Saturno favorevoli porteranno a soluzione alcuni problemi datati, novità nei contratti, soldi in arrivo. AMORE: Per San Valentino occasione di nuovi incontri che potrebbero anche avere un seguito,favoriti anche i ritorni e amori passati, colpi di fulmine. BENESSERE: Dopo molti mesi di energia in calo avrete una grande ripresa e un notevole miglioramento dell’umore.
LAVORO: Mese abbastanza complesso evitate decisioni affrettate e non fatevi prendere dal nervosismo, evitate ogni tipo di azzardo. AMORE: Molti legami verranno rimessi in discussione e potrebbero verificarsi rotture o riunioni clamorose. Attenzione a non lasciarsi prendere da pensieri distruttivi. Tutto sta per cambiare. BENESSERE: Siete stanchi ma sta per iniziare un rinnovamento eccezionale.
GEMELLI (21/5 - 21/6) LAVORO: Siamo di fronte ad un cielo spettacolare sono favoriti i cambiamenti, le iniziative e i contratti. La parola d’ordine è muoversi, è tempo di rivalsa per cui approfittate per realizzare ciò che vi sta a cuore. AMORE: Il cielo protegge le coppie e sopratutto chi desidera figli, mese imporante anche per nuove conoscenze e relazioni. BENESSERE: Buona ripresa dopo una lunga fase sottotono.
LEONE (23/7 - 23/8)
CANCRO (22/6 - 22/7) LAVORO: Finalmente qualcosa si muove. Saranno molte le occasioni e molti i progetti che potrebbero partire. Favorite le nuove collaborazioni, attenzione alle spese e alle finanze ancora un po’ limitate. AMORE: Arrivate da un periodo di confusione o di solitudine. Siete molto selettivi e diffidenti, ma non esagerate se non volete perdere buone occasioni. BENESSERE: Cercate di evitare lo stress.
LAVORO: Mese carico di tensioni bisogna mantenere la calma e non lasciarsi sopraffare dallo stress. Siete la voce fuori dal coro e per questo venite ostacolati. Attenzione alle spese. AMORE: Rapporti difficili col partner nelle coppie stabili, mentre quelle nuove rischiano clamorosi litigi. Il consiglio è di aspettare a prendere decisioni. BENESSERE: Situazione di nervosismo generale, cercate relax.
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VERGINE (24/8 - 22/9) LAVORO: Mese tutto sommato positivo. Periodo di tensione intorno al 18,19,20 cercate di non prendere decisioni affrettate e attenzione alle spese. Usare prudenza a fine mese. AMORE: Il consiglio è di fare chiarezza, la persona che vi interessa non vi aspetterà in eterno. Soprattutto cercate di capire cosa davvero volete per voi. BENESSERE: Qualche disturbo legato al freddo, in generale tutto bene.
di Gabriella Bonomi
SCORPIONE (23/10 - 22/11)
BILANCIA (23/09- 22/10) LAVORO: Mese di apparente stallo, in realtà potete utilizzare questo periodo per progetti o cambiamenti, che vedranno la luce in estate. Colpi di fortuna e offerte inattese. AMORE: Tornano in auge vecchi progetti come figli, viaggi, acquisto di una nuova casa. Chi ha sofferto per una rottura sentimentale potrebbe avere il ritorno della persona amata. BENESSERE: Grande recupero dell’energia e relax.
LAVORO: Periodo di dubbi e d’incertezze, mese caratterizzato dall’ansia. Cercate di non reagire a questo in modo troppo deciso che potrebbe compromettere alcuni rapporti lavorativi già critici. Cercate di progettare ma a lungo termine. AMORE: Mese difficile per le coppie usate estrema prudenza per non innescare discussioni che potrebbero sfociare in chiusure. BENESSERE: No ad ogni azzardo.
SAGITTARIO (23/11 - 21/12) LAVORO: Mese in generale buono con possibilità di contratti o inizi di attività. Molte le novità in arrivo e riscontri su vecchi progetti. Buoni i rapporti con tutto l’ambiente di lavoro. AMORE: Possibilità di nuovi incontri da cui potrebbero nascere grandi amori. Molto bene anche le coppie di vecchia data. Riconciliazioni. BENESSERE: Avete bisogno di muovervi, iniziate a fare dello sport.
ACQUARIO (21/1 - 19/2)
CAPRICORNO (22/12 - 20/1) LAVORO: Mese pieno di energia e iniziative. Nuove idee e vecchi progetti danno riscontri positivi. Alcuni faranno in campo lavorativo vere e proprie rivoluzioni. Sogni che finalmente si potranno avverare. AMORE: Molto bene per le coppie stabili ma attenzione dove invece ci sono dei problemi perchè se non avrete l’impegno nel risolverli potrebbe saltare il rapporto. BENESSERE: Fate attenzione al freddo.
LAVORO Molti cambiamenti in generale positivi, voglia di cambiare settore lavorativo o mansione. Arriverà anche qualche somma di denaro attesa da tempo. Novità importanti sia nel lavoro che nello studio. AMORE: Parola chiave: cambiamento. Coppie che cambiano casa o programmi futuri. Possibili cambiamenti di partner e grandi passioni. BENESSERE: Avete tirato troppo la corda quindi ora rilassatevi.
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PESCI (20/2 - 20/3) LAVORO: Mese adatto a fare programmi e progetti. Per chi ha un’attivtà in proprio grande desiderio di rinnovo. Associazioni produttive, attenzione però alle spese cercate di non esporvi troppo. AMORE: Potrebbero chiudersi rapporti che si stanno trascinando lasciando il posto a nuovi amori. Mese importante proprio per i nuovi incontri. BENESSERE: Mese di ripresa, adatto ai trattamenti estetici.
NOVITÀ
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di Emanuela Cattaneo
Minerva Pictures
c' è la storia del cinema
IL NUOVO CANALE TV OFFRIRÀ AI SUOI ABBONATI I TITOLI DI GRANDI REGISTI E INTERPRETI INTERNAZIONALI
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inerva Pictures Group ha annunciato che il canale Minerva Pictures è ora disponibile tra i canali Apple TV in Italia sull'app Apple TV su iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, smart TV Samsung, LG e Sony, dispositivi Roku e Amazon Fire TV, console PlayStation e Xbox. Il canale Minerva Pictures offre, per la prima volta, la sua intera collezione di titoli disponibili in un unico luogo, molti dei quali sono famosi per aver fatto la storia del cinema in Italia e nel mondo: Adua e le Compagne, Carne Tremula, Scanners, Mimì metallurgico ferito nell'onore e molti altri. Molti film sono di grandi registi, tra cui Pietrangeli, Pasolini, Wertmuller, Almodovar, Ozpetek, Lynch, Caligari, Cronenberg, Bertolucci, Bellocchio, Petri,
Dario e Asia Argento, Monicelli, Godard, Rossellini, Kubrick. Inoltre, il canale offrirà una selezione di film americani con le star e i generi che hanno affascinato il pubblico italiano. I clienti possono iscriversi a una prova gratuita di sette giorni e iscriversi direttamente all'app Apple TV al prezzo di 3,99 euro al mese. Gli abbonati al canale Minerva Pictures su Apple TV possono guardare online o scaricare offline i loro programmi e film preferiti sull'app Apple TV. Attraverso la funzione In famiglia, fino a sei membri della famiglia possono condividere gli abbonamenti ai canali Apple TV utilizzando il proprio Apple ID e la propria password sui propri dispositivi. L'app Apple TV riunisce tutti i modi per guardare serie e film in un'unica app ed è disponibile
su iPhone, iPad, iPod touch, Apple TV, Mac, alcune smart TV Samsung, LG e Sony, dispositivi Roku e Amazon Fire TV, console PlayStation e Xbox. L'app Apple TV dispone anche di Apple TV+, il servizio di abbonamento video di Apple che offre produzioni originali, film e documentari dei registi più creativi al mondo, oltre ad altri canali Apple TV, consigli personalizzati e curati e film da acquistare o noleggiare. Fondata nel 1953, Minerva Pictures è un'iconica società italiana di produzione e distribuzione cinematografica indipendente con sede a Roma. La società ha acquisito e consolidato una cineteca di oltre 2000 titoli, tra film, serie TV e documentari, e ha sviluppato una delle più forti competenze digitali in Europa nel settore cinematografico. • RS
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