SHC-I News 2009-4 Inverno

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News Inverno 2009

miei leader che non avevano lasciato la pista battuta, e che aveva provveduto a fermare, mettendoli a guinzaglio La gioia di poterli riabbracciare mi fece tornare improvvisamente con i piedi per terra e mentre Renato, che aveva seguito tutta la scena, mi aiutava a sistemare la linea, i miei ragazzi, quasi a scusarsi della loro fuga, mi riempirono il viso di coccole come solo loro sanno fare quando vogliono farsi perdonare qualche marachella. Ripartimmo dopo pochi minuti in cui, ognuno dei componenti il gruppo dava la sua versione dell’accaduto, e ci trovammo di fronte ad un altro ostacolo naturale che avrebbe sancito la notturna come una delle tappe più impegnative. Oramai eravamo prossimi all’arrivo e anche le ultime motoslitte ci avevano superato per raggiungere la piazza di Cerreto Laghi dove ad attenderci c’era anche un nutrito stuolo di autorità, ma rimaneva da percorrere il muro di neve delle piste da sci della nota località. Tre strappi da trecento metri circa ciascuno, ci attendevano nel buio assoluto di quella nottata, illuminata solo dalla luce residua delle nostre frontaline e dal timido riflesso degli occhi dei nostri ragazzi. Avanzavamo in silenzio, cercando di risparmiare noi stessi e i cani, spingendo la slitta che a volte sembrava fermarsi tanto era la pendenza, nonostante i ragazzi dessero il meglio di loro, per impegno e dedizione, senza mai scomporsi. Raggiunta la cima, dovevamo percorrere un pianoro che avrebbe portato alla strada che ci conduceva nella piazza del paese, quando la voce di un ragazzo dell’organizzazione, mi invitò a salire verso di lui, illuminando con i fari della motoslitta una pista che la testa del mio team aveva appena superato. Diedi il Come haw, con il timore che la stanchezza avesse offuscato non solo il miei di riflessi ma anche quelli dei miei due magnifici Leader che un’ora prima, avevano abbandonato il team, al contrario, non ebbero la minima esitazione e presero a risalire, ripagando il mio orgoglio di musher, di una meravigliosa riconoscenza.

L’arrivo fu veramente spettacolare, fra due ali di folla plaudente, raggiungemmo la piazza dove ogni musher si complimentava con l’altro e dove il primo arrivato, aiutava quello che era arrivato dopo, sancendo ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo spirito di sincero rispetto l’uno verso la prova dell’altro. Abbracciai tutti i miei Ragazzi e in particolare Thelma che si lasciò coccolare e mi piace pensare che si aspettasse che lo facessi, perchè non si mosse e non brontolò come fa di solito quasi a volermi dire, “ti perdono anche se mi hai fatto prendere uno spavento”.

Quarta e Quinta tappa Il maltempo ancora una volta, costringeva l’organizzazione a improvvisare i percorsi così anche per la 4° tappa, decise di cambiare itinerario e dopo un lungo trasferimento fra le tortuose strade dell’Appennino Reggiano, raggiungemmo Pratizzano un grande pianoro,dal quale saremmo partiti per la tappa che io giudico la più rilassante. Da tre giorni i cellulari non erano in funzione e il distacco dalla quotidianità era assoluto e l’esperienza della notturna aveva rafforzato la mia autostima di Musher liberandomi da ogni perplessità, sulle mie qualità di conduttore. La partenza fu anche qui spettacolare, tutti i team avevano imbragato allo stesso momento e, aperti a ventaglio, aspettavano il segnale della partenza. Solo con un cenno della mano si poteva simulare l’ordine della partenza dei team,perchè

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