ANNO XXVII - N. 58-59 14-16 OTTOBRE 2015
GIORNALE DI INTERESSE PROFESSIONALE PER IL TURISMO - POSTE ITALIANE SPA - SPED.
Erv: modello tedesco per il Fondo di garanzia
Per intervenire nella costituzione di un’assicurazione di garanzia, Erv propone di attuare il modello tedesco. A PAGINA 2
IN
ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV.
Jsh si allarga e guarda all’estero
IN
L. 27.02.2004, N° 46), ART. 1,
Due nuove strutture nella primavera di Jsh Hotels Collection, che per il futuro guarda oltre confine. A PAGINA 8
Alitalia conferma i piani
Montezemolo: «Non solo continuiamo con il programma, ma mettiamo il turbo»
Hogan: «Non ci arrenderemo a Lufthansa e alle low cost» ROMA - «Il piano non solo è in atto, ma mettiamo il turbo» ha annunciato il presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo. Certo saranno fondamentali i rapporti e il sostegno del governo e di Adr. «Continuiamo a pagare un prezzo molto alto per quello che è successo a Fiumicino – ha detto Montezemolo -. Abbiamo bisogno di avere un terminal dedicato perché Fiumicino è il nostro hub». «Non ci arrendiamo a Lufthansa e alle low cost» ha infine ribadito il vicepresidente James Hogan. A PAGINA 2
UN BUON TTGINCONTRI di GIUSEPPE ALOE
Non voglio entrare nella polemica che ha visto contrapposti, negli ultimi giorni, gli operatori di Astoi e TtgIncontri. Dio me ne scampi. Ma una cosa la devo pur dire. TtgIcontri è andato bene, nonostante la mancanza di alcuni tour operator. Non voglio entrare nel merito della decisione degli operatori, non è mio compito, ma dir loro solamente, che quando il mercato è così in fibrillazione, assentarsi non è la soluzione migliore. Con la loro assenza, i tour operator, hanno lasciato campo libero alle piattaforme web che operano nel turismo e che, a ben vedere, avevano stand così affollati da agenti di viaggio che quasi non si riusciva ad entrare per le interviste. Credetemi, andare sull’Aventino non è mai stata un’idea vincente.
Vueling si rafforza su Roma
ROMA – Vueling rafforza gli investimenti su Roma con 13 nuove rotte e altri 11 aerei basati per il 2016. Assistenza ai passeggeri con il programma “Nuova destinazione. Soddifazione del cliente”. A PAGINA 6
PREZZO PER COPIA EURO 0,10
COMMA
1, DCB FIRENZE
Fate la carità
Franceschini ha annunciato che l’Enit avrà 10 milioni di euro aggiuntivi. Tutti contenti. Io no. I 10 milioni in più per il turismo italiano, rimangono, di fatto, nell’ambito dell’elemosina.
In crescita il fatturato di Valtur
MILANO – Forte di un 2015 che sarà chiuso con un incremento del 25% di fatturato «e di un notevole miglioramento della percezione del marchio» Valtur si prepara al lancio del nuovo catalogo 2016, disponibile dalla metà di dicembre. «Numerose le novità di prodotto – afferma Nikola Ljuljdjuraj, direttore vendite estero – con l’ingresso del marchio “Emotion Club” dedicato a strutture selezionate all’estero». Novità anche sul fronte distribuzione con il lancio del progetto Star, che prevede l’affiliazione di un panel di agenzie di viaggio indipendenti con un accordo per l’esclusiva territoriale. A PAGINA 4
SU QUESTO
NUMERO LO SPECIALE SEYCHELLES E MAURITIUS DA PAG. 9 A PAG. 12
Petrolio a 40 dollari al barile, ma i vettori non cancellano il fuel surcharge. Ecco perché
LA LETTERA
Caro Direttore, solo oggi ho letto l’articolo Uftaa: il fuel surcharge è un abuso vergognoso apparso sul numero del 30 settembre. A dire il vero è da un po’ che avrei voluto scriverti per chiederti gentilmente se potevi pubblicare questa lettera aperta ai vettori aerei. L’argomento è: il mancato adeguamento delle spese carburante sui biglietti aerei e la trasparenza dei prezzi di vendita. Se ne è parlato tanto nei mesi passati ma - per quanto accade tuttora in agenzia - nulla o quasi nulla è cambiato. Mi chiedo come mai la stragrande maggioranza dei vettori aerei non abbia ancora adeguato (al ribasso) il valore della “fuel surcharge”
nonostante il continuo calo del prezzo del petrolio (ai minimi da più di un anno). Il sovrapprezzo carburante cosiddetto “fuel surcharge” viene incassato per ogni emissione di biglietto aereo dalla stragrande maggioranza delle compagnie aeree attraverso le tasse aggiunte al prezzo base, tasse visibili sul biglietto e che hanno come codice di riconoscimento YQ/YR. Con i valori del prezzo del petrolio così bassi da oltre un anno il balzello potrebbe anzitutto essere ridotto (cosa che per la maggior parte dei vettori non è stata fatta) o meglio ancora scomparire del tutto per essere finalmente inglobato nel costo base del biglietto dando così a tutta l’industria del trasporto aereo un segnale di trasparenza verso il consumatore.
Ma perché tutto ciò non accade? Perché il sovrapprezzo carburante non si abbassa? La maggior parte dei vettori chiamati in causa sull’argomento tirano in ballo a loro discolpa i contratti di acquisto carburante effettuati attraverso contratti finanziari derivati “future e forward” (cosiddetti contratti “hedged”) che hanno lo
scopo di tenere bloccato il prezzo alla pompa e nei periodi di volatilità di ridurne le perdite. Ma per i consumatori quanto tempo dovrà ancora passare e quale valore dovrà raggiungere il prezzo del barile e per quanto tempo dovrà esser stabile al ribasso per vedere la riduzione o meglio ancora la fine definitiva del “fuel surcharge” sui
biglietti aerei? Potrebbe tornare utile sapere che il prezzo del barile era 105 dollari al primo giugno 2014, 80 dollari un anno fa e circa 40 dollari qualche giorno fa. I valori “future” del WTI prevedono che si arrivi a toccare 20 dollari al barile nei prossimi mesi (fonte Il Sole 24 Ore). Ma perché - ci chiedevamo la maggior parte dei vettori non vuole cancellare la fuel surcharge ed inserire il suo valore nel prezzo base del biglietto (evitando anche la furbata dell’altro sovrapprezzo, quello attraverso l’imposizione di una “Q surcharge” nella costruzione tariffaria)? Forse perché così facendo pagherebbero più commissioni alle agenzie? Forse perché così facendo le grosse agenzie (quelle con gli accordi di over-commission) raggiungerebbero più facilmente i
premi produzione di fine anno? Forse perché gestire “in-house” la casellina “YQ” o quella “YR” dà ai vettori maggiore velocità utile ad operazioni tattiche (poco trasparenti) per abbassare ed alzare il prezzo dei biglietti senza passare (e pagare) ATPCO o TCS (le società che “caricano” le tariffe worldwide nei Gds) e così risparmiando sui costi di distribuzione delle tariffe? O forse perché, incorporando la “fuel surcharge” nel prezzo base del biglietto, saranno obbligati a pagare più tasse? Eh sì perché finora - nessuno pare essersene accorto - ma gli introiti collettati attraverso le tasse YQ ed YR non sono soggette ad imposta (“Airline own use only” come recita il manuale di decodifica Iata). Ringrazio per l’ospitalità. Ugo Pa pa- Inter via
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