Numeri
a cura di: ALBERTO CASPANI
SPECIALE
29 settembre 2010
+21% Arrivi stranieri gen.-ago. 2010
7Visitatori mln
gen.-ago. 2010
795.000
Italiani in Egitto gen.-ago. 2010
Una meta dai costi contenuti
Più voli dalla primavera
Il prezzo rappresenta sempre una delle variabili tenute in maggiore considerazione nella scelta dell’Egitto. A PAGINA 10
Egyptair e Wind Jet registrano una sostanziale tenuta del mercato e si preparano al 2011. A PAGINA 14
Egitto Tutti alla corte dei faraoni. Sono stati ben 794 mila 354 gli italiani in visita in Egitto da gennaio ad agosto, mese in cui il Belpaese si è addirittura classificato al secondo posto assoluto fra i mercati internazionali più rilevanti per il turismo locale. Risultato: +6,9% rispetto allo stesso periodo del 2009 (ma a livello di arrivi internazionali il dato schizza a +21%, pari a 7 milioni di visitatori) ed entusiasmo alle stelle per una destinazione che dipende sempre meno dagli alti e bassi stagionali. Basti pensare che il giro d’affari nella prima metà del 2010 ha raggiunto i 5,58 miliardi di dollari, contro i 4,6 collezionati nello stesso periodo l’anno precedente, benché l’obiettivo miri al tetto dei 12,8. «Grazie a una più stretta collaborazione con gli operatori italiani - osserva Mohamed Abd El Gabbar, direttore dell'ente del turismo egiziano in Italia - ma in virtù anche di un programma di incentivazione dei voli charter, disponiamo oggi di un prodotto estremamente duttile. In particolare stiamo veicolando l’interesse verso il sud del Paese, dov’è migliorato il livello delle infrastrutture presenti e risulta dunque più semplice organizzare nuovi pacchetti. Luxor e Aswan sono i due poli di riferimento, ma il fascino del deserto cresce di stagione in stagione, complice l’affermazione di alcune nicchie molto redditizie quali quelle del turismo golfistico o fitness. Senza dubbio la scelta di ospitare la finale di Golfitaliano a Taba, il prossimo novembre, o di proporre una maratona internazionale a Luxor, in dicembre, ha finito per giocare un ruolo trainante a favore dei due segmenti». Vero è che la vacanza tipo in Egitto si conferma quella in formula all inclusive, della durata di 8/9 giorni, grazie a offerte economicamente competitive durante tutto l’anno e per lo più spostate verso il bacino del mar Rosso. Al fine di estendere il periodo di soggiorno e meglio distribuire le entrate derivanti dal turismo, l’ente egiziano ha però organizzato un terzo roadshow dedicato all’altro Egitto, “Other Egypt” appunto (www.otheregypt.net) e forte del contributo dell’architetto Vincenzo Valenti: un progetto di promozione calibrato più sulle risorse culturali e paesaggistiche della Terra dei Faraoni, con focus sulle oasi ancora poco note del deserto a ovest del Nilo, così come su alcune località incontaminate della costa mediterranea. «Sebbene grandi appassionati di Sharm El Sheikh e delle crociere sul Nilo - aggiunge El Gabbar - gli italiani stanno iniziando a percepire il fascino delle risorse alternative del nostro Paese. Auspichiamo pertanto che attorno ai nuovi circuiti si crei un turismo repeater analogo a quello già affermatosi sul mar Rosso, ma che al contempo consenta di entrare in modo più approfondito
nella nostra cultura e permetta di vivere esperienze legate al folclore vivo delle comunità egiziane. Vogliamo cioè che il nuovo turismo si sviluppi preservando l’identità territoriale e distribuendo ricchezza direttamente alle comunità coinvolte, soprattutto nelle aree più isolate come quelle dei governatorati di Matrouh e Siwa, di Minya lungo il medio corso del Nilo, oltre che nella New Valley e nel Fayoum». Un progetto che punta a “riunificare” turisticamente il Paese, oggi ancora troppo squilibrato fra zone ad alta densità di visitatori e altre quasi isolate, con conseguenti disagi a livello di sviluppo infrastrutturale e di servizio (in tal senso l’Egyptian Resorts Company ha cominciato a lavorare con la prestigiosa società iBahn, leader nelle soluzioni tecnologiche per il settore ricettivo, affinché gli hotel egiziani si allineino agli standard occidentali). Entro i prossimi anni la capacità ricettiva dell’Egitto dovrebbe dunque salire dalle attuali 250 mila camere a 330 mila, trainata dalla maggior accessibilità degli scali più importanti: non a caso l’aeroporto di Sharm è stato rinnovato di recente, mentre a Il Cairo il terzo terminal lavora ormai a pieno regime. La valorizzazione territoriale verrà poi accompagnata da prodotti attenti ai trend internazionali, dando perciò enfasi ai soggiorni spa e all’ecoturismo nel deserto, ma in modo tale che queste esperienze possano sposarsi ad eventi stagionali di richiamo: fra questi, ad esempio, il festival del cavallo arabo ad Al-Sharkia, il festival internazionale del cinema ad Alessandria, e ancora il festival per la scoperta della tomba di Tutankhamon a Luxor in ottobre. Grazie al supporto del governo egiziano, recentemente ha preso anche avvio un programma di certificazione internazionale delle strutture legate al circuito del wellness, facendo leva sull’autorità della tedesca Tuv Rheinland (in luglio il primo riconoscimento è stato attribuito al beach hotel Steigenberger Al Dau sul mar Rosso, primo hotel fuori dall’Europa ad avvalersi del titolo Best health international). Grandi speranze sono poi riposte nella rigidità del clima europeo durante l’inverno: le eccezionali condizioni dello scorso anno, soprattutto in Russia, hanno infatti dimostrato che esiste una connessione manifesta fra il gelo e le partenze verso l’Egitto, tant’è che i mercati cresciuti in modo più consistente sono stati proprio quelli dove il meteo si è rivelato più impietoso. Persino i mesi fuori dal periodo vacanziero classico stanno registrando forti impennate a livello di prenotazioni, come attesta il +75% di settembre rilevato dal sito www.lowcostholidays.com.
“che Auspichiamo sui nuovi circuiti si crei un turismo repeater analogo a quello affermatosi per il mar Rosso
”
Mohamed Abd El Gabbar
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