Centonove - 6 Giugno 2014

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6 Giugno 2014

A TU PER TU. Parla il deputato siciliano dei 5 Stelle che ha criticato la linea dettata da Grillo su elezioni e alleanze

Currò, se canta il grillino «Sto portando avanti una battaglia per un Movimento che sia pluralista, non intendo proprio abbandonarlo. Vogliono buttarmi fuori? Non ne vedo il motivo». Il suo obiettivo? Passare dagli insulti al dialogo con gli avversari DI

DANIELE DE JOANNON

Il suo essere “eretico” subito dopo le europee, gli ha fatto guadagnare le prime pagine e le televisioni, ma a chi pensa che Tommaso Currò, classe 1973, milazzese di nascita ma catanese d’adozione, voglia abbandonare il Movimento Cinque Stelle, si sbaglia di grosso: «Sto portando avanti una battaglia per quello che deve essere il movimento, ovvero un soggetto pluralista e democratico al suo interno, che proponga temi innovativi e che contribuisca a riformare il paese su ogni fronte. Poi, se loro mi vogliono cacciare, ma non ne vedo il motivo, procedano pure...». Currò, cosa si prova a subire le dinamiche della rete? L’attacco a testa bassa da parte dei vostri sostenitori contro chi è fuori dal coro, adesso sta colpendo anche lei... «Lo ammetto, subendo mi sono reso conto che la dinamica esistente non va bene e distorce ogni comportamento democratico. Ritengo che le parole espresse dai singoli debbano uscire dal perimetro ristretto dell’esperienza politica di parte. In fondo, l’opinione è un diritto sancito dalla Costituzione, e io sono abituato ad assumermi la responsabilità di dire ciò che penso rispetto alle singole questioni. Sono cosciente che il 5 Stelle è portatore di una rabbia sana, ma se questa sconfina negli insulti, allora è dimostrazione del fatto che si deve portare avanti una battaglia per il pluralismo delle idee». Voi avete un programma e degli indirizzi, ma quando vi trovate di fronte a un problema contingente, come fate? Dovete

Tommaso Currò

attendere la decisione della rete o un post di Grillo, per parlare? «Funziona così. Su temi sui quali il movimento aveva una impostazione di indirizzo, ad esempio la partecipazione democratica, l’ambientale, l’economia di denuncia, allora una posizione esiste già. È chiaro, però, che le declinazioni che assumono possono avere indirizzi differenti, ed è in questi casi che ci affidiamo al giudizio dei colleghi delle commissione. Certo, il problema che ho riscontrato in questi mesi riguarda le scelte di tecnica politica, le alleanze, o temi caldi, come quello dell’emigrazione. Questi sono casi in

cui si può ingaggiare una battaglia interna, nel senso buono del termine. Ad esempio, proprio sull’immigrazione ho presentato una mozione insieme ai colleghi, eliminando le smussature esistenti. È chiaro, però, che registro una scollamento tra il nostro lavoro in parlamento e il blog di Grillo». A proposito del Blog, è normale che sia una fonte di guadagno ogni volta che si innesca una polemica e i contatti volano alle stelle? «Beh, a guadagnare è la Casaleggio, che gestisce tutto. Secondo me, i banner pubblicitari non devono essere

utilizzati nel sito di un movimento politico. È un fatto etico». Da aderente ed eletto, come giudica la posizione dei Cinque Stelle, dall’incontro con Bersani in poi, che vi ha portato a essere solo opposizione? «Col senno del poi, ma anche del prima, sono stato uno dei pochi che ha sostenuto la forma dialogica del confronto politica, provando a tramutare un rapporto delatorio in un ragionamento sui temi. Già un anno fa mi ero esposto e aggiungo che quando Grillo è andato da Renzi, su input della rete, mi attendevo che andasse per parlare e per insultare». A proposito di Renzi: con gli ottanta euro in più si è “comprato” gli intaliani? «Non condivido la visione espressa sugli ottanta euro. Li vedo come una misura di economia e di reddito disponibile, null’altro». Come è mutato il rapporto con i suoi colleghi, dopo le ultime esternazioni? «È assolutamente migliorato. Nonostante non abbia avuto seguito ufficiale, il mio pensiero ha avuto effetti. Le mie stesse critiche sono state espresse, in assemblea, anche da altri». E in Sicilia, come sono state accolte? «Devo dire che dopo le mie sortirte sulla stampa il rapporto si è reso più complesso, anche se non tutti mi vedono di cattivo occhio. A Milazzo, per esempio, a differenza di Catania, il rapporto si è rafforzato, portando a risultati concreti». All’Ars c’è qualcuno che condivide le sue posizioni? «Con i portavoce regionali non ho avuto modo di raffrontarmi molto, perché i terreni di interesse sono differenti. Si tratta solo di una questione tecnica». Come Movimento lottate i costi della politica, ma sia a Palermo che alla Camera avete fatto assunzioni... «Non conosco le questioni dell’Ars. Alla Camera, invece, abbiamo assunto perché erano necessarie alcune figure non a disposizione del gruppo».

IN RETE

Le critiche su Facebook IL RAPPORTO TRA SOLIDARIETÀ E INSULTI, IN BACHECA, È DI UNO A DIECI. ECCO LE ACCUSE AL PORTAVOCE UNo su dieci: è un questo il rapporto tra i favorevoli e i contrari all’interno del Movimento Cinque Stelle dopo le esternazioni di Tommaso Currò. A dare la misura è la sua bacheca Facebook, senza contare gli sms che giugnono quotidianamente al cellulare del deputato. Qualche esempio? Ecco cosa scrive il Movimentocinquestelle Candida Av: “Da non credere, abbiamo già tutti i media contro e Tommaso Currò cosa fà, non perde occasione per sminuire il lavoro dei nostri

parlamentari con continue invettive giornaliere fatte attraverso tg e trasmissioni di servi come agorà... C'è qualcosa che non torna, sembra di rivedere Orellana, Battista e Bocchino, per me a questo punto il lavoro di questi nostri eletti è solo quello di destabilizzare dall'interno il M5s, in quanto cellule dormienti del Pd... la cosa oramai inizia ad essere molto evidente... prepariamoci ai continui attacchi giornalieri di Tommaso Currò ai danni del movimento...”. Più netto, poi, tale Roberto Linaldelli: “Se non ti sta bene stare nel movimento Tommaso Currò, nessuno ti obbliga a restarci....ma non criticare ne Beppe ne gli altri parlamentari...o stai con noi o contro di noi...questo deve essere chiaro....”. Ma nella selva di coloro che sono contro, si leggono anche messaggi come quello scritto da Serena D’Incecco: “Salve Tommaso. Complimenti per il coraggio dimostrato. Vi è

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in tutta Italia una parte moderata che sta per mollare perchè inascoltata ed apprezzo il tuo/vostro tentativo di evidenziare che i cerchi magici incontrastati servono a molto poco. Nelle realta' regionali la strada del dialogo è impossibile: si usa imitare la macro-scala, attraverso decisioni soggettive e di pochi, che non contemplano l'ampio consenso e che usano la strada dell'epurazione o dell'isolamento nei confronti di chi fa una proposta diversa. Tutto questo è molto pesante da tollerare, oltre che molto grave. Si tende inoltre a sostituire la vecchia guardia di attivisti con gente nuova, magari fanatica, di sicuro passiva, che poco sa del Movimento e della storia che lo ha costruito, in modo tale da non doversi confrontare con critiche consapevoli. Ad oggi mi chiedo se valga ancora la pena sostenere questo progetto, che usa i valori come copertura a nascondere la grande povertà umana che vi è dietro”.


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