Settimanale Centonove - 25 Luglio 2014

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ANNO XXI Numero 29 25 LUGLIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)

SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA

EURO 1,50

L’INCHIESTA SBARCANO A MESSINA I 561 SCAMPATI ALLE GUERRE E ALLA MORTE IN MARE. E MENTRE LA PROCURA APRE UN’INDAGINE, LA CITTÀ SI SCOPRE SOLIDALE

Sopravvissuti


25 Luglio 2014

il punto

EDITORIALE

Discariche, la guerra va all’Antimafia Sul problema discariche la commissione antimafia ha deciso di convocare prima il presidente della regione Rosario Crocetta e a ruota il vicepredente di Confindustria regionale Giuseppe Catanzaro, titolare del più grosso impianto di smaltimento a Siculiana, in provincia di Agriogento. E’ l’ultimo atto di una guerra strisciante, partita da lontano, tra l’ex magisratoassessore Nicolò Marino e Confindustria. Tema: la gestione privata delle discariche in barba alla legge e in nome della continua emergenza. Ora la Sicilia diventa un “caso” più di Napoli: dopo la chiusura della discarica di Motta Sant’Anastasia della famiglia Proto, il provvedimento sta per scattare anche per Mazzarrà Sant’Andrea, sul litorale tirrenico di Messina. In pratica la Sicilia Orientale resterà senza discariche. I veleni, però, più che dagli impianti non a norma, continuano a sollevarsi nella rete di ricatti incrociati che dal Piano dei termovalorizzatori in poi, con le relative tangenti pagate, ammorba il settore in Sicilia. Se è vero che gli Ato sono stati un ulteriore fallimento e l’unica cosa che hanno prodotto è un miliardo e mezzo di debiti per i Comuni, oggi il piano discariche in Sicilia risulta essere all’anno zero: l’impianto di Pace a Messina è ancora in fase di appalto, fra mille pasticci contabili e amministrativi. L’impressione è che l’estate sarà più calda quanto l’autunno: a Messina i Tir cui far guadagnare l’imbarco rischiano di essere quelli carichi di rifiuti, in direzione Germania. E’ quello che la Camorra è riuscita ad ottenere a Napoli. Dove di roghi e mazzette ne sanno quanto noi.

Matteo Renzi

La democrazia? Migliora con la democrazia Non è facile decidere se fidarsi del leader del Pd. Ma è inutile coltivare nostalgie da Assemblea Costituente, i tempi e le persone sono quelli che sono e con questi dobbiamo fare la minestra DI

DOMENICO BARRILÀ

Il dibattito sulla leadership di Matteo Renzi diventa più impegnativo a mano a mano che l’attenzione del presidente del consiglio si sposta sul delicato tema delle riforme, considerato che alcune di queste toccano cespiti sui quali settant’anni fa si erano esercitate menti di altro livello. Ma è inutile coltivare nostalgie da Assemblea Costituente, i tempi e le persone sono quelli che sono e con questi dobbiamo fare la minestra. Non è facile in realtà decidere se fidarsi del leader del Pd, miscuglio di vecchio e di nuovo, non necessariamente la parte migliore dell’uno e dell’altro. Se valutato su una scala di valori assoluti, ne viene fuori un politico piuttosto normale tendente al mediocre, che ci inonda di banale evocando, come una qualunque comare, gufi e invidiosi. Ostacoli presunti alla sua azione di governo, che al momento sembra solo una gara a chi schiaccia prima il pulsante, come nei telequiz di cui il premier, come Matteo Salvini, era concorrente da ragazzino. I costituenti venivano dalle università, i riformatori di oggi dalla palestra del telequiz e magari della Settimana Enigmistica, quando non dai centri estetici. Se messo a confronto con le classi politiche più recenti, il giudizio sull’ex sindaco di Firenze diventa più generoso, alla stregua però di un male minore, come quando si prescrive metadone per tenere lontana l’eroina. Un indizio significativo dei suoi orientamenti possiamo reperirlo nella notevole quantità di individui passivi e scarsamente critici che gli sono radunati attorno. Ovviamente non a caso, se ti senti intimamente scarso ti circondi di persone che non possono oscurarti e fai l’arrogante per compensare qualità che non possiedi. Quando si registrano tali attrazioni gravitazionali, risulta logico pensare che i reciproci finalismi, di dominio da parte del leader e di gregariato da parte dei seguaci, siano complementari. Forse c’era bisogno di altro, dovendosi mettere mano a congegni delicati e di forte interesse costituzionale, speriamo in ogni caso

Caporedattore Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: centonove@centonove.it

centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA

Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi

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che qualche riforma arrivi, la paralisi ci attanaglia da troppi anni e almeno in questo il personaggio potrebbe risultare utile. A volte servono delle spallate. Talune uscite lo fanno accostare istintivamente a Bettino Craxi, di cui peraltro non possiede né il carisma e neppure l’acume politico, ma Renzi è la creatura perfetta del nostro vuoto quotidiano. Un monocolo nel paese dei ciechi, di cultura raccogliticcia, come tutti i furbetti, capace di mettere insieme spezzoni di sapere presi dove capita e assemblati in discorsi organizzati per fare colpo ma che non dicono nulla di profondo. Come quando in Europa si è messo a evocare Talemaco, in sintonia col suo guru-psicoanalista, facendo ridere i polli e anche i leader europei, stufi di chiacchieroni provenienti dallo Stivale, pronti a chiedere sconti invece di fare i compiti a casa. Il presidente del consiglio non tollera dissensi, segno di intima insicurezza, invisibile solo nel recinto dei cortigiani. Fatto imbarazzante in una democrazia, soprattutto quando si stanno producendo delle riforme, poiché il modello di politica e di società che deriva da una leadership non si discosta mai dalla matrice che la ispira. Quando il renzismo passerà, e potrebbe accadere ben prima di quanto si pensi, la qualità della politica non sarà cresciuta granché, perché il metodo implementatovi da questo nuovo che sa di vecchio si rivelerà regressivo, esattamente come il berlusconismo, e lascerà spazio ai vecchi furbacchioni dal passato. Costoro, bruciato l’ennesimo sedicente rivoluzionario, torneranno a fare ciò che fanno da sempre e, dopo averci ridotto alla stato larvale, ci ingoieranno in un solo boccone. Per tale ragione, malgrado scadente nella gittata e rivedibile nello spirito democratico, noi speriamo che questo populista 2.0 combini qualcosa di buono, possibilmente facendosi aiutare da teste più attrezzate della sua, che qui in Italia non mancano.

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Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana


riservato MAGISTRATURA. Una lettera riservata di Napolitano rimescola le carte richiamando l’attenzione su 26 uffici giudiziari senza capo. I retroscena

Procura di Palermo, la nomina di Lo Forte in bilico MESSINA. E’ sul filo del rasoio la nomina a procuratore capo di Palermo di Guido Lo Forte. La quinta commissione del Csm, quella che si occupa degli incarichi direttivi, ha deciso di spostare a lunedì il dibattito, in attesa di un incontro chiarificatore tra il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, Udc, e il capo dello Stato Giorgio Napolitano, che presiede il Consiglio superiore della Magistratura. Ma cosa c’è dietro questa improvvisa “virata”? Una lettera riservata che Giorgio Napolitano ha affidato al segretario del Quirinale Donato Marra, nella quale si ricorda ai “distratti” consiglieri che “ancora ventisei uffici giudiziari” dal 2012 attendono la nomina dei capi”. Oltre “priorità e protocollo” nella missiva del Capo dello Stato si rileva anche un motivo di opportunità politica: non si sono ancora insediati i componenti laici che dovranno affiancare i “togati” già eletti e il risultato delle elezioni potrebbe risultarne in qualche modo squilibrato. Ma perché ora, in vista del pensionamento del procuratore capo di Palermo Francesco Messineo previsto per il primo agosto, è a rischio la nomina di Guido Lo Forte? In prima battuta Lo Forte, della Corrente per la Costituzione, ha avuto tre voti; uno lo ha preso Sergio Lari, della Corrente Area, procuratore capo a Caltanissetta e uno Francesco Lo Voi, consigliere del Csm di Magistratura Indipendente. Unicost, però, nelle recenti elezioni ha perso un seggio a favore di Magistratura Indipendente, corrente cui fa capo per l’Italia del Sud, Sebastiano Ardita.

ACQUEDOLCI

Si sblocca l’appalto per la raccolta rifiuti ACQUEDOLCI. Si sblocca l’appalto per l’Aro, il nuovo servizio di raccolta per i rifiuti, che investe l’area del comune tirrenico amministrato dal sindaco Ciro Gallo. E’ convocata infatti per il 31 luglio a Messina all’Urega, l’insediamento della commissione di gara, che dovrà poi espletare la selezione del contraente per l’appalto. A farne parte saranno come presidente Enrico Sanseverino, già presidente dell’Urega di Palermo, che sarà affiancato come vicepresidente nisseno, Michele Lauria. All’origine di queste nomine, la volontà di evitare “incompatibilità” con componenti locali dell’Urega, organismo nel quale si dovrebbe poi insediare a settembre Gaetano Sciacca, capo del Genio Civile a Messina. Sciacca rimarrà alla guida del Genio Civile fino a quando la commissione regionale tecnica, dell’assessorato alle Infrastrutture, non darà via alla nomina, che sarà controfirmata con un decreto presidenziale.

25 Luglio 2014

TOP SECRET TEATRO DI MESSINA

Contratto con gli orchestrali, la proposta di Saija MESSINA. Una convenzione per gli orchestrali del Teatro di Messina. A elaboraIa, il sovrintendente Antonino Saija, che ha chiesto ai professori che hanno presentato il ricorso al Tar contro il mancato finanziamento di ritirarlo e di costituirsi in associazione. Con questa, il Teatro potrebbe stipulare un contratto pluriennale in esclusiva con un minimo garantito, cui seguirebbe l’istituzione di una fondazione di partecipazione dove protrebbero confluire anche sarte e tecnici.

Sebastiano Ardita con Guido Lo Forte UNIVERSITÀ DI MESSINA

Dall’unione tra “Area” corrente composita dei giudici di sinistra, e dalla possibile “spaccatura” che si ventila all’interno di Magistratura Indipendente, gli equilibri potrebbero “saltare” e a farne le spese sarebbe la corrente più debole, quella di Lo Forte. Ai motivi di opportunità, sollevati da Napolitano dopo che la Procura di Palermo ha deciso di sentire il capo dello Stato come testimone nel processo in corso sulla “Trattativa” StatoMafia, si aggiungono poi le mai sopite ruggini tra i magistrati. Se Lo Forte è stato il Pm del processo Andreotti, conclusosi a metà tra prescrizioni e assoluzione, che andrebbe ad affiancare Roberto Scarpinato nella carica di procuratore

generale, Sergio Lari è il procuratore che ha “smontato” i falsi condannati delle stragi di Palermo, restituendo credibilità alla giustizia che non si affida ai pentiti. Ma lo stesso Lari è sfiorato poi dalle accuse incrociate con il procuratore Messineo, a proposito delle relazioni pericolose, ad avviso del Pm Antonio Ingroia, intrattenute dai magistrati con il direttore generale di Banca Nuova, Francesco Maiolini, che aveva assunto dentro l’istituto di credito più di un figlio di magistrati, suscitando la reazione di altri “pretendenti al posto” . Una storia di veleni sotterranei, sempre chiusi con indagini e archiviazioni-lampo, che ora rischia di esplodere con i nuovi equilibri che si delineano all’orizzonte.

SOMMARIO PRIMO PIANO 6/8. Messina, la terra promessa Dall’inferno degli scafisti allo Stretto, il viaggio dei 561 sopravvissuti alla strage

20. Depurate gente depurate Monito di Goletta Verde 22. Cuore matto, ci pensa il Papardo A Messina primato di un trapianto con l’Heartware

POLITICA 9. Finanziaria double face Tensioni all’Ars per la manovra ter 10. Salviamo il soldato Crocetta Pdr allunga la cintura di sucurezza al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta 12. Concussione off-limits A Giardini, il dipendente Gugliotta in manette

ECONOMIA 23. Filippello va alla guerra Il presidente del Cna pronto ad una class action contro la Regione 25. Comet Bio rinasce a Fondachelli Dopo il no di Furnari, il progetto cambia sede

SICILIA 13. Tir, i tre giorni di fuoco Botta e risposta sull’ordinanza anti camion 14-15. Mazzarrà, l’impianto puzza Domiciliari per Antonioli dopo l’operazione “Terra mia” 16. Parafarmacia, beffa costituzionale Si punta sulla Corte Europea per la vendita dei farmaci di fascia C 17. Oliveri, non gioco più Il luna park senza autorizzazione 18. Furci, c’è qualcosa nell’aria Azienda agrumaria nel mirino per i cattivi odori 19. Un progetto... con gli asini Testimonianza di un ingegnere a Roccalumera

POSTER 27. Messina, Servillo legge Napoli L’attore premio Oscar apre la stagione del Vittorio 28-29. Separatismo, alleati “assassini” L’opera prima di Salvatore Grillo 32-33. La Villa Romana delle Terme A Terme Vigliatore uno dei siti più affascinanti RUBRICHE 3. Riservato 4-5. Settegiorni 26. Consumatori / Consulenti 30-31. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola/Heritage/Ecologia 40. Eliodoro/Animal House 40. Antibuddaci/150 parole da Palermo

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Centro studi criminalità, designati i 5 componenti MESSINA. L’Università ha designato tutti i componenti del “Centro studi e ricerche sulla Criminalità mafiosa e sui fenomeni di corruzione politico-amministrativa”, nato dalle ceneri del vecchio “Centro di Documentazione della Criminalità mafiosa”. Oltre il già designato presidente, Giovanni Moschella, ci sono Antonio Gullo, Pietro Perconti, Daniela Rupo, Mario Bolognari, Rosario Battaglia e Andrea Romano. MESSINAMBIENTE

Decreto ingiuntivo contro Ato da sei milioni di euro MESSINA. Messinambiente torna a bussare alla porta dell’Ato3. E chiede sei milioni di euro. Dalla partecipata di via Dogali, all’indirizzo dell’altra partecipata di via Cavalieri della Stella, è partito un decreto ingiuntivo. La cifra riguarda la partita debiti/rediti delle due società. PALAZZO ZANCA

Inchiesta sui bilanci, Zaccone in audizione MESSINA. Dopo l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca e l’ex ragioniere generale Nando Coglitore, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ad essere ascoltato dal Pm Antonio Carchietti, nell’ambito dell’inchiesta sui bilanci del Cmune, è toccato al presidente dei revisori dei conti Dario Zaccone. Per lui, due ore e mezza di udienza.


25 Luglio 2014

settegiorni

CHI SALE

MESSINA. La proposta di Rinaldi

Franco Tomasello

Il Polo di eccellenza? Facciamolo al Papardo

MESSINA. Il consulente-trading del lavoro, sull'onda dei successi di Nibali, ha deciso di passare dal nuoto al ciclismo. Così inforcata la bici, sta studiando tutti i “vizi” e i rischi della pista ciclabile di via Garibaldi. “Un'opera da pirati...”.

Antonio Presti ACI TREZZA. Premio per la cultura in Sicilia “Ninfa Galatea” al mecenate di Fiumara d’Arte che ha creato il parco munumentale di sculture più grandi d’Europa, riqualificato il quartiere Librino e promosso l’arte in tutte le sue forme soprattutto nelle scuole. La cerimonia di consegna al Lido dei Ciclopi di Acitrezza, sabato 26 luglio ad Aci Trezza.

MESSINA. Il Polo di eccellenza materno-infantile? Facciamolo, ma al Papardo. Sarà questo il tema di un disegno di legge che sta per presentare all’assemblea regionale siciliana, l’onorevole Franco Rinaldi, capo dei deputati questori. Rinaldi ribalta le tematiche della questione e propone di trasferire all’Asl 5 la gestione del Piemonte e di tutti i servizi correlati, “struttura che

Carmelo Cardillo MESSINA. Il dirigente scolastico del Liceo “La Farina-Basile” è il nuovo segretario generale della Cisl Scuola di Messina. Cardillo è stato eletto il 24 dal Consiglio Generale della Federazione alla presenza di Dionisio Bonomo, reggente della Cisl Scuola Sicilia, e Tonino Genovese, segretario generale Cisl Messina. Il preside prende il posto di Laura Fleres, dimessasi dall’incarico per sopraggiunti limiti d’età, così come prevede lo statuto del sindacato.

Giusi Nicolini LAMPEDUSA. Onorificenza massonica “Galileo Galilei” al sindaco di Lampedusa. "Una donna coraggiosa che fa con naturalezza un gesto che altri non fanno: non respinge nessuno è un simbolo di pace", ha detto il Gran maestro del Grande Oriente d'Italia Stefano Bisi. Il riconoscimento istituito nel 1995 è destinato ai non massoni che si siano distinti "per l'impegno nella ricerca del vero e del giusto".

La notte Rosa al Castello di Milazzo MILAZZO. La violenza intra moenia. E’ il tema dell’incontro organizzato dal Kiwanis che si terrà al Castello di Milazzo il 25 luglio. Relatori: le dottoresse Roberta Bruzzone e Luisa Barbaro, la docente universitaria Annamaria Cocchiara e l’avvocato Carmen Currò. Previsto l’intervento artistico a cura di Rita Natoli e Associazione Tersicore. Seguirà la tavola rotonda “La Notte Rosa”. Alle ore 20.

Nuoto, in 110 per la traversata dello Stretto MESSINA. Record di partecipanti per la 50/ma edizione della Traversata dello stretto di Messina, gara internazionale di nuoto di fondo, in programma domenica 3 agosto tra Capo Peloro e la spiaggia di Cannitello. Vi parteciperanno 94 uomini e 16 donne, di tutte le età. Alla manifestazione, organizzata dal Centro nuoto Sud di Villa San Giovanni, parteciperanno tutti i big del nuoto di fondo italiano. Dieci i nuotatori stranieri provenienti da Stati Uniti, Lussemburgo, Germania, Inghilterra, Scozia, Olanda e Francia. Tra i veterani della traversata il villese Giuseppe Pellegrino, di 64 anni, e tra i più giovani due ragazze di 14 anni, Federica Saraceno e Valeria Cutrupi, quest'ultima classificatasi al quarto posto ai campionati di nuoto di fondo di Piombino la scorsa settimana.

Dedicata a Livatino l’aula consigliare di Santa Margherita Belice CANICATTI'. Sarà intitolata al giudice Rosario Livatino, il giovane magistrato ucciso in un agguato mafioso il 21 settembre 1990, l'aula consiliare del Comune di Santa Margherita Belice. La cerimonia domenica prossima alle 19.30. Per l'occasione nel comune agrigentino oltre ai rappresentanti di Libera interverranno anche i presidenti delle associazioni d'Impegno Civico ed Antimafia "Tecnopolis", degli "Amici del Giudice Rosario Livatino" ed il postulatore della causa di Canonizzazione don Giuseppe Livatino.

Caterina Chinnici PALERMO. L’eurodeputata S&D, entra a far parte della commissione parlamentare Libe (Civil liberties, justice and home affairs), con prestigiosi incarichi. Si dovrà occupare di Diritti umani e civili, lotta alle discriminazioni, sviluppo di uno spazio comune di giustizia e anche misure in tema di circolazione delle persone, gestione integrata delle frontiere esterne dell’Unione europea, asilo e migrazioni..

SOCIETÀ

MESSINA Franco Rinaldi

Cedav, interforce contro la violenza alle donne

gestisce gli ospedali provinciali ad accezione di quelli della città”. L’obiettivo del disegno di legge, di cui Rinaldi ha dato anticipazione ai sindacati, è quello di valorizzare un centro ospedaliero importante nel centro città come il Piemonte e al tempo stesso valorizzare il Polo materno.-infantile al Papardo, negli anni scorsi al centro di importanti investimenti che hanno valorizzato la struttura sanitaria.

MESSINA. In vista della entrata in vigore della Convenzione di Istanbul, che avverrà il 1 agosto, il Cedav Onlus (Centro donne antiviolenza) di Messina, presieduto da Carmen Currò, insieme alla Prefettura di Messina, ha siglato un protocollo interistituzionale che coinvolge Comune di Messina, Procura, Tribunale - compreso quello dei Minorenni, ospedali e Consultori familiari cittadini, Ufficio Scolastico, Ordine degli Avvocati, Università e la Consigliera di parità provinciale che si riuniranno con cadenza semestrale per discutere e formulare obiettivi e attività contro la violenza di genere. Il protocollo punta alla prevenzione, emersione e contrasto della violenza, nell’intento di pervenire ad una programmazione e gestione integrata e coordinata degli interventi in favore delle donne e in particolare delle donne e dei loro figli minori vittime di violenza.

PATTI. Il direttore generale promette di spostare gli esuberi dove ci sono carenze. La denuncia del sindacalista Cottone

Trasporto pazienti, la rivoluzione di Sirna PATTI. Dalla Cgil Fp alla Uil perché “ non si riconosce più nei valori e nella linea sindacale espressa dai dirigenti della funzione pubblica di Messina”. E’ la svolta del sindacalista Giuseppe Cottone che non ha condiviso il modo in cui i suoi ex dirigenti hanno gestito la vicenda che vedeva coinvolta un’infermiera che lamentava oppressioni da parte dello stesso Cottone mentre quest’ultimo chiedeva agli stessi superiori di andare incontro alle esigenze della dipendente, perché “non lavora in armonia con il resto del personale. I dirigenti della Cgil – continua Cottone - non parlano ai lavoratori in modo chiaro e non riescono più a portare avanti proposte organizzative nuove, non garantiscono più né il lavoratore né l’utente, e pensano solo a consolidare i loro ruoli dirigenziali. Così, dopo ampia riflessione, ho deciso di continuare l’attività sindacale a fianco del coordinatore ospedaliero della Uil, l’amico

Placido Salvo”. E fra i vari problemi di cui intende occuparsi Cottone vi è anche quello relativo al personale del pronto soccorso come gli autisti delle ambulanze: “Abbiamo un solo autista – dichiara Cottone – e ogni volta che occorre trasportare un paziente dobbiamo noleggiare un mezzo fra le tre ditte del 118 sborsando 300-400 per ogni viaggio”. Da rivedere, secondo il sindacalista, anche i due parcheggi riservati ai medici del

Giuseppe Cottone e Gaetano Sirna

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Presidio di primo intervento che “creano solo una classe privilegiata all’interno della struttura ospedaliera mentre credo che ne abbiano più diritto ginecologi e medici che si occupano di emergenze”. Per il direttore generale Gaetano Sirna la situazione è sotto controllo: “Sono a conoscenza che vi sono ospedali in cui c’è un esubero di autisti rispetto alle ambulanze presenti e ospedali in cui vi è una situazione opposta – dichiara Sirna per questo, ci stiamo già attivando per compensare queste carenze . Riguardo al problema dei parcheggi, non credo che sia un problema visto che all’ospedale “Barone Romeo” di Patti gran parte dell’area destinata a parcheggio è sempre libera. Anzi, a tal proposito, ho ricevuto una richiesta di incontro da parte del sindaco Mauro Aquino per discutere la possibilità di destinare una parte di quest’area alle esigenze del comune”. PAMELA ARENA


25 Luglio 2014

settegiorni MESSINA.Alla firma l’atto che dovrebbe smantellare la chiusura della strada pubblica da parte di una signora

TRADIZIONI

Via Nicaragua, arriva l’ordinanza anti-cancello

San Giacomo, tuffo nella storia a Capizzi

MESSINA. Qualche giorno per firmare l’ordinanza, il tempo della notifica, i sessanta giorni per presentare ricorso (cui si aggiungono i 120 per un ricorso al presidente della Regione) e una certezza: nel caso in cui a Concetta Giannetto non venisse riconosciuta la sospensiva dal Tar, il cancello con cui ha chiuso la via Nicaragua, a Messina, potrà essere immediatamente demolito. A confermarlo, il funzionario del Comune Roberto Bicchieri: «Gli atti, una volta firmati, saranno esecutivi». LA VICENDA. Nel 2011, alcuni cittadini di Via Nicaragua si rivolgono all’allora porespresidente della V Circoscrizione, Alessandro Russo, per impedire che Concetta Giannetto procedesse con la chiusura della parte alta di Via Nicaragua prospiciente l'accesso della sua abitazione. Secondo la donna, infatti, il tratto di strada era di sua proprietà dal momento della stipula del contratto di acquisto dall’Iacp. Via Nicaragua è una strada comunale parallela a Via Duca degli Abruzzi, sulla quale la V Circoscrizione aveva fatto installare la pubblica illuminazione e interveniva da

CAPIZZI. Tuffo nella storia a Capizzi dal 21 al 27 luglio, in occasione della Festa di S. Giacomo. Si inizia il 21 alle ore 16:30, nell’Aula consiliare del Municipio, con la presentazione di uno studio sul culto di San Giacomo. Il 22 (dalle 16) Corteo del Vessillo Aragonese con circa 50 figuranti in costume d’epoca, insieme a un gruppo di sbandieratori. Nella mattinata del 22, nei locali della Scuola Primaria, si alzerà il sipario sulla mostra mercato dei manufatti locali, si concluderà il 27. Il 24 sera è dedicato alla Processione delle Sante Reliquie. Il 26 luglio alle ore 19 San Giacomo viene portato in processione le vie del Paese. Il fercolo, per l’occasione, viene utilizzato a mo’ di ariete mediante il quale viene abbattuto il muro di una casetta. La leggenda vuole che là, grazie all’intervento miracoloso del Santo, sono stati sconfitti i saraceni, asserragliati dentro il loro luogo di culto.

Il cancello che chiude via Nicaragua sempre per la manutenzione del sistema fognario e del verde pubblico. Essendo area di pertinenza Iacp, apparteneva all'ente pubblico. Tuttavia, negli anni, con diversi accordi tra Comune e Istituto, si era proceduto al passaggio di competenza delle aree pertinenziali al Comune. Sulla base di questi accordi e di queste procedure, Russo invia nell’aprile 2011 una nota ai Carabinieri, stazione di Ritiro, in cui resoconta la vicenda, chiedendo un sopralluogo urgente. Nota che iniene inviata anche al Dipartimento Patrimonio del

LEGALITA’. Col movimento studentesco Aut le iniziative per Paolo Borsellino

Messina, nasce la sezione “Impastato” MESSINA. Concerti, mostre, tributi e discorsi dedicati ai martiri della lotta alla mafia come Paolo Borsellino. Tre giornate di mobilitazione organizzate a Messina e inserite in quel percorso di sensibilizzazione voluto dal Movimento studentesco Aut presieduto da Pasquale Andrea Calapso e dall’Associazione Peppino Impastato che segna così il suo debutto anche a Messina con la nascita del circolo prossimo alla costituzione ufficiale. I promotori della kermesse hanno iniziato da circa un anno e mezzo lavorando nelle scuole, nelle piazze, per ricordare proprio le parole di Borsellino "Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene." Venerdì scorso, infatti, nell'Aula Consiliare di Palazzo dei Leoni sono stati esposti tutto il materiale cartaceo riguardante l'ultimo anno di progetti (locandine, manifesti, documenti, ecc.) insieme ai tre contributi artistici regalati dal gruppo di artisti "ArtAut", composto principalmente da ragazzi dell'Istituto Artistico Ernesto Basile (nella foto in basso).

Comune. Passa il tempo, e si giunge a maggio 2013, momento in cui, con una lettera al Dipartimento Abusivismo del Comune, il presidente fa sapere che se si fosse proceduto alla chiusura della strada, l’amministrazione sarebbe dovuta intervenire. Ci sono le elezioni, e durante la fase di transizione politica, la signora, il 5 agosto, chiude la via. Finchè il caso riesplode con la venuta delle “Iene”. Da qui, una prima ordinanza, che andava corretta, e poi la seconda, che dovrebbe scrivere la parola “fine”.

CHI SCENDE Gioacomo D’Arrigo MESSINA. Il renziano dello Stretto, da sei mesi dire all'Agenzia nazionale giovani, promotrice già di 40 incontri in tutt'Italia per i progetti Erasmus, è a un bivio: dovrà scegliere tra la carica di consigliere comunale a Nizza di Sicilia, oppure quella più remunerativa di direttore dell'Agenzia. Provate a indovinare che deciderà?

Tonino Perna MESSINA. Momenti di ansia per l’assessore alla Cultura senza portafoglio del Comune di Messina. Perna è angosciato dall’approvazione del previsionale da parte dell’aula. Il motivo? In mancanza di fondi, non potrebbe mantenere le rassicurazioni fatte alle associazioni che hanno bussato alla sua porta.

Giglielmo Sidoti MESSINA. Il giovane senatore accademico dell’Università di Messina è riuscito a far fare la figura del “ribordino” anche al suo amico e compagno di battaglie Gabriele Lo Re, segretario dei Giovani Democratici. Sidoti, infatti, aveva detto “ci penso io” per avvertire che i due non avrebbero sfilato indossando le “Magliette di autore” dell’artista Simone Caliò. La conclusione? All’orario dell’evento, ancora si attendevano i due modelli.

Antonio Saitta

CASTELL’UMBERTO. Sarà ricordato il 23 luglio Aldino Sardo Infirri, ex sindaco di Castell’Umberto, parlamentare regionale del Psi e più volte assessore, scomparso il 17 luglio 2012. Alle 17.30 benedizione della tomba. Alle 18,30, al Comune, cerimonia con il sindaco, il presidente del Consiglio e gli amici.

MESSINA. Il prorettore alla Legalità, trasparenza e ai processi amministrativi crede nelle comunicazioni orali e a rate. Ogni qual volta è chiamato a illustrare le modifiche allo Statuto dell’Università che sta apportando su incarico del rettore Pietro Navarra, Saitta legge il testo che ha portato senza darne copia all’uditorio, che così riesce a seguirlo tanto quanto.

Dottore a 22 anni, dedica la laurea a Nunzio Astone

Pippo Laccoto

RACCUJA. Si è laureato in Lettere e Filologia a La Sapienza di Roma, a soli 22 anni Valerio Tripoli, di Raccuja. Discutendo la tesi “La tragedia di Aetna: storia degli studi sul dramma Eschileo”, ha conseguito il massimo dei voti e la Lode. Il neo dottore ha dedicato la laurea alle amate nonne e a Nunzio Astone.

MESSINA. Il deputato renziano del Pd all’Ars è il meno produttivo di Palazzo dei Normanni, almeno secondo i dati riportati dal sito web ufficiale dell’Assemblea regionale. Laccoto, infatti, fino ad ora risulta firmatario di un solo disegno di legge. Zero, invece, interrogazioni, mozioni e interpellanze. A risollevare il trend dei messinesi, invece, sono Valentina Zafarana (5 Stelle) e Nino Germanà (Ncd).

ROSA E NERO

Castell’Umberto ricorda Aldino Sardo Infirri

L’Ars ricorda i deputati Di Benedetto e Consiglio PALERMO. Con un minuto di raccoglimento durante i lavori d'aula, il parlamento regionale all'inizio della seduta di mercoledì 23 luglio ha ricordato due parlamentari della sinistra, entrambi dirigenti del Pci, Pds, Ds e Pd: Giacomo Di Benedetto, scomparso la scorsa settimana, e Nino Consiglio morto mercoledi scorso.

Ateneo in lutto, si è spento l’ex prorettore Franco Gatto MESSINA. È scomparso Franco Gatto, già ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale all’Ateneo di Messina. Era stato prorettore dal 2004 al 2013.

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25 Luglio 2014

primopiano

REPORTAGE. Dall’inferno degli scafisti allo Stretto, il viaggio dei 561 sopravvissuti alla strage

Messina, la terra promessa Mentre le forze dell’ordine arrestano gli scafisti e la Procura apre un fascicolo, la città si scopre solidale con una gara di generosità fatta di pannolini, giochi e vestiario. E tanti protagonisti instancabili

DI

ALESSIO CASPANELLO

MESSINA. Fino a qualche anno fa, nessuno ci avrebbe scommesso sopra un centesimo. Nessuno avrebbe scommesso sul fatto che una città come Messina, in cui i neri sono tutti, indistintamente marucchini, quale che sia la loro provenienza o etnia, si sarebbe scoperta accogliente, tollerante, pronta ad aprire cuore e portafoglio nei confronti di quegli uomini, donne e bambini che arrivano da un’inferno e dall’inferno ne vengono fuori, come mitologia insegna, traghettati da un Caronte che oggi ha le sembianze di uno scafista.

L’ESODO. L’arrivo di un’ondata di disperati, il pomeriggio di domenica 20 luglio, aveva qualcosa di biblico. Dalla pancia buia e maleodorante di una petroliera alla fonda a Paradiso, ne sono usciti, mezzi vivi e mezzi morti, ben 561 migranti: la gran parte siriani, poi subsahariani di diverse provenienze, in maggioranza dal Mali, pescati nel bel mezzo del canale di Sicilia, tra Libia e Malta, dalla petroliera danese Torm Lotte, che li ha fortunosamente prelevati dal peschereccio col quale avevano preso il mare speranzosi. In trenta, su quel peschereccio ci hanno lasciato la vita,

Clelia Marano

asfissiati dalle condizioni disumane in cui gli scafisti, cinque (tre arrestati a Messina, due già alla macchia), li avevano ridotti. E proprio quando sembrava che la salvezza stesse per arrivando che si è consumata la più beffarda delle tragedie: nel trasbordo dal peschereccio alla petroliera, un bambino è caduto in mare sotto gli occhi della madre, del padre e della sorellina. Aveva due anni, è morto annegato nel “mare nostrum”. L’INFERNO BLU. All’arrivo in città, ancora sotto shock, i sopravvissuti hanno iniziato a raccontare. A raccontare dei sessanta compagni di viaggio accoltellati e gettati tra le onde, di litigi sorti tra siriani e africani, i primi “privilegiati” dal fatto di aver pagato di più, cosa che dava loro diritto al ponte del peschereccio, i secondi ridotti nella claustrofobiche stive dell’imbarcazione. A raccontare delle due fazioni che si sono create subito dopo la partenza, tra chi per la libertà era disposto a tutto, anche a morire tra le onde e chi invece preferiva dire addio a soldi, speranza e sogni di libertà ma non alla vita. A raccogliere racconti e testimonianze, una volta a terra, rifocillati, rincuorati, lavati e vestiti, tra un grazie e l’altro, in uno stentato italiano, sono stati i volontari. Un esercito. Un esercito grazie al quale non è andato tutto a rotoli. LA MACCHINA FA ACQUA. E’ la terza volta che Messina si trova a fronteggiare uno sbarco così massiccio. Ed è la terza volta che la macchina organizzativa si inceppa, e resta miracolosamente in piedi grazie alla perseveranza dei volontari. “Fin quando l’ultimo migrante non se ne va io devo restare”, confessa Clelia

TESTIMONIANZE

Silenzio, parla il preside LE RASSICURAZIONI DI GIANFRANCO ROSSO DELLA PASCOLI: «NESSUN DANNO, È TUTTO TRANQUILLO. LO SCRIVA!»

La scuola Pascoli di Messina

MESSINA. “Ma quale danni, smettiamola di dire ‘ste cose. giusto poco fa ho fatto un giro con un collaboratore scolastico, ne facciamo di continuo: non è mai successo nulla. e c’è un clima di assoluta tranquillità. Lo scriva, per favore”. A parlare è Gianfranco Rosso, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Pascoli-Crispi, quello scelto per la primissima ospitalità dei migranti arrivati domenica 20 a Messina. “Io sono stato avvertito dopo il tavolo tra Prefettura e amministrazione: la prima telefonata l’ho ricevuta sabato racconta - e domenica mattina ero qui per le fasi di preparazione di protezione civile, Croce rossa e volontari. Già dai primissimi momenti, all’arrivo dei migranti, non c’è stata

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nessuna rimostranza, anzi. Nella maggior parte dei casi ho assistito a manifestazioni di solidarietà”. A lamentarsi, però, solno stati i genitori dei bambini che frequentano le due scuole. “Proteste organizzate non ne ho viste, ho però ricevuto telefonate e genitori hanno chiesto ricevimento. Sono preoccupazioni del tutto legittime”. Quale è stata la risposta? “Ho trasferito loro tutte le rassicurazioni che mi continuano ad essere confermate dalla Prefettura. E cioè che ci sarà una gestione del dopo emergenza assolutamente accurata con protocollo delle operazioni di sanificazione e igienizzazione, e di ripristino di qualsiasi cosa non dovesse funzionare.L’ amministrazione ha garantito immediatamente appoggio logistico per acqua, bagni e fogne, anche solo con una semplice telefonata di preavviso. Immagini che si è guastato un autoclave e in un’ora i tecnici dell’edilizia scolastica lo hanno sostituito. Le dirò di più - conclude insieme a direttore e assistenti amministrativi, collaboratori e docenti siamo impegnati nell’aggiornamento delle graduatorie e formazione delle classi”. (A.C.)


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25 Luglio 2014

CHIAROSCURO

Aiuti & business ONLUS, COOP, AVVOCATI. CHI FA AFFARI ALL’OMBRA DELLE MIGRAZIONI Marano, un metro e sessanta di nervi d’acciaio e volontà Nietzschiana, in uno dei rari momenti di pausa dopo tre giorni trascorsi quasi senza chiudere occhio alla scuola Pascoli, sito emergenziale scelto per dare un tetto, un letto e due pasti caldi al giorno ai seicento disperati. Esperta alla mediazione sociale del comune di Messina, Clelia Marano si è conquistata sul campo i gradi di generale a capo di altrettanto valenti truppe. Tutti volontari, tutti lì per senso del dovere e desiderio di ridare dignità di essere umano a chi, sfuggito alla morte, ad un futuro nero e spogliato di tutto, perfino degli abiti che porta, sente anche l’umanità abbandonarlo. Comunità di Sant’Egidio, Unitalsi, Onlus Terra di Gesù, Croce rossa, ma anche semplici cittadini. Molti. Molto più di quanto la città stessa non sembrasse immaginare. GIOCHI, PANNOLINI E UN TELEFONO. La scuola Pascoli, domenica sera, è un via vai di gente che entra ed esce, che passa di lì per caso, che si affaccia

timidamente. E spesso, quasi sempre, ha in mano una busta. Pacchi di pannolini, una o due confezioni di latte, ma anche giocattoli che i figli sono ormai troppo grandi per usare o pigiamini che ai nipotini non entrano più. Sono molti. Più di quanto si immaginerebbe. Cento volte più dei cervelli all’ammasso che, passando dal molo Marconi, dall’auto in corsa gridano “ittatili a mari”, dimostrando che millenni di evoluzione e possesso del pollice opponibile non sono requisiti fondamentali a definire il quoziente minimo d’intelligenza oltre il quale la bestia possa definirsi uomo. E chi non ha possibilità di contribuire, tenta di rendersi utile come può. Aiutando a telefonare a casa, lì in Siria, per comunicare che si, “sono arrivata e sono ancora viva”, come una ragazza siriana racconta alla famiglia. “Possiamo anche non volerli, possiamo essere contro l’immigrazione selvaggia, ma siamo padri, abbiamo figli e siamo uomini, e quando c’è bisogno di aiutare una persona lo facciamo e

basta”, spiega un signore sulla cinquantina. Una gran bella sorpresa per una città che, al di là della battuta da bar e della mancanza di senso del “politicamente corretto”, quando c’è da aprire il cuore non è seconda a nessuna. MA CHE COLPA ABBIAMO NOI. E adesso? Che ne sarà di loro?I siriani sono già partiti praticamente il giorno dopo: il loro status è quello di profughi in fuga dalla guerra, e per loro si spalancano i corridoi umanitari. A Messina restano solo i sub-sahariani. Per loro, invece, a spalancarsi saranno le porte del Palanebiolo, che da ottobre ospita in stato di semidetenzione notturna i migranti in città. Un’altra emergenza che sembra superata. E che ha fatto riscoprire il volto buono della città. Circostanza che non basta a passare sopra ai tavoli tecnici disattesi, alla mancanza di coordinazione, allo scaricabarile di responsabilità, alle magagne che chi ha lasciato un inferno solo per attraversare un altro inferno non merita.

ACCOGLIENZA. Ecco tappa dopo tappa le procedure della Prefettura per far fronte agli arrivi

Emergenza sbarchi, ecco come si affronta MESSINA. Le operazioni di gestione dell’emergenza sono iniziate con il tavolo tecnico convocato sabato con forze armate, Comune, Prefetto, Questore e Croce rossa, che è delegata dalla pubblica autorità, quindi a differenza di altre associazioni viene mobilitata direttamente dal ministero e siede al tavolo. Come si procede? Per le emergenze non c’è riunione preventiva, nè “briefing” in locoma ci si attiene ai protocolli, si va subito sul campo dopo la mobilitazione con reperibilità, che in genere arriva al termine del tavolo tecnico. Per la Croce rossa, le operazioni sono iniziate alle sette e mezza di domenica, con trecento brandine smontate dal palanebiolo e montate alla Pascoli. Arrivata la nave, nel primo pomeriggio, molto si è improvvisato, la situazione era di emergenza: la stazza della petroliera, con un pescaggio di venticinque metri, non permetteva l’attracco al porto, quindi la nave è rimasta alla fonda a Paradiso. Le zattere e le pilotine si sono accostate e sono iniziate le operazioni di trasbordo, se non fosse che le scale non combaciavano correttamente, aggiungendo ulteriore difficoltà all’operazione già di per sè precaria. Anche perchè sulla nave c’erano 80 bambini, di uno o due anni, ma anche di sei mesi. A bordo delle pilotine, la Croce rossa ha imbarcato due infermiere volontarie con un medico e i militari della capitaneria. Sulla terraferma, nel frattempo, al terminal degli aliscafi è stato montato il “posto medico avanzato”, quello che fornisce le primissime cure: il protocollo inizia col “triage” e prosegue con l’accertamento delle condizioni di salute: dei quasi seicento migranti arrivati a Messina alcuni sono stati immediatamente trasferiti all’ospedale, ma quasi

quasi tutti erano in stato di shock, in preda alla disidratazione, ai colpi di sole, ed alle ustioni dovute sia al sole che alle lamiere roventi con le quali sono stati a contatto. Questo perchè il primo che sale sulla pilotina deve restare almeno un’ora ad attendere gli altri. Parecchi di loro, poi, non sapevano nuotare, e nel trasbordo tra peschereccio e petroliera e poi, giorni dopo, da questa alla pilotina, hanno bevuto parecchia acqua salata. Dal punto di vista ambientale, le condizioni erano le peggiori possibili: i bambini piangevano, le mamme erano terrorizzate, le donne si allarmavano. Da quello sanitario, invece, quello di luglio è stato lo sbarco più “tranquillo”, e nessuno dei migranti è stato trasferito a malattie infettive come successo le altre volte. Alcuni degli africani però presentavano principi di bronchite e broncopolmonite, malattie del tutto compatibili col il viaggio da incubo. I bambini invece avevano dermatiti a causa del pannolino indossato per oltre cinque giorni. Alcuni dei migranti sono stati suturati dal medico di bordo della petroliera. Poi, alle 20, l’arrivo alla Pascoli. (A.C.)

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MESSINA. La faccia sposca dell’emergenza migranti è che qualcuno ci lucra. E non sono solo gli scafisti. Perchè, per ogni euro speso dall’Unione Europea e dall’Italia, dall’altra c’è chi questo euro lo incassa. Perchè, pur nella massima legalità (e con solo un po’ meno di trasparenza), la gestione dell’emergenza coinvolge un discreto giro di professionisti. E sposta soldi. Onlus, patronati, cooperative, esperti nel settore dell’emergenza, ma anche avvocati e, come nel caso di Lampedusa, ristoratori e albergatori. La gestione della “prima emergenza” è emblematica: servono acqua, cibo, vestiti, coperte, medicine, qualche giocattolo per i bimbi. A Messina, la quasi totalità del fabbisogno è stata coperta grazie alla buona volontà dei volontari ed al cuore dei cittadini. Poi c’è il resto, e a quello non si sopperisce con la pietas: spese legali, medici, psicologi, interpreti, mediatori culturali, sono tutte figure che fanno questo di mestiere, e per questo vanno retribuite in base a progetti approvati dal ministero dell’Interno. E a pagarli ci pensa il Viminale per le parti di sua competenza, poi interviene l’Unione Europea. Che, è vero, non ha un’agenda particolarmente pressante per il problema “emergenza”, ma di fondi ne stanzia parecchi. Negli ultimi quattro anni, per esempio, l’Italia ha ricevuto tramite i programmi sui fondi per l’immigrazione e gestione dei flussi migratori, la bellezza di quattrocento milioni di euro. E li ha spesi nel modo peggiore. Creando l’emergenza “emergenze”. Radicalizzando l’emergenza anzichè semplificarla. E anche in questo si è fiutato il business. Un esempio? Lampedusa Accoglienza che gestisce il Cpsa (centro di primo soccorso e di accoglienza) dell’isola, fa parte del consorzio di cooperative sociali Sisifo, che in questo momento gestisce anche il Cspa di Cagliari Elmas, il Cara di Mineo, in provincia di Catania, e ha vinto l'appalto per il Cara di Foggia di 663 posti per un valore triennale di oltre 20 milioni di euro. (A.C.)


25 Luglio 2014

primopiano

I MECCANISMI. Da tre anni, complici i conflitti, la maggior parte di chi sbarca chiede l’asilo in Italia

Protezione, richieste alle stelle Per tutto l’iter della pratica, a cui si possono anche aggiungere i tempi di un eventuale ricorso, si finisce inseriti nel programma Sprar, accelerando i permessi di soggiorno. La leggenda dei 35 euro giornalieri dati ai migranti MESSINA. «Venunu ca, si futtunu 35 euri e spatti vonnu l’elemosina». Al bar e sui social network, sulla solidarietà dei messinesi viene gettata l’ombra della nuova leggenda metropolitana legata agli sbarchi: i 35 euro che, secondo molti, chi arriva si mette in tasca fino a totalizzarne mille al mese. Nulla di più falso, perché se è vero che i soldi vengono erogati, in mano ai migranti non arriva quasi nulla. L’ammontare, infatti, finisce altrove, in una rete che vede insieme alberghi, servizi, mense, assistenza ed enti. Ai migranti, insomma, si danno solo 2,50 euro giornalieri per spese di prima necessità, una scheda telefonica, ed un kit igiene. I SOLDI DEL CONTENDERE. In premessa: i trentacinque euro giornalieri sono stanziati per tutti coloro che sbarcano, sia quelli senza titolo di soggiorno che gli altri, che presentano richiesta di asilo per motivi umanitari al momento dell’arrivo. I soldi servono per il vitto e l’alloggio, ma poiché le Prefetture, che pur avrebbero dovuto procedere con la ricognizione delle strutture disponibili si sono trovate prese in contropiede, i 35 finiscono per pagare apposite convenzioni stipulate tra con varie strutture (alberghi, B&B, Caritas ecc.). Teoricamente, in una situazione di emergenza, il Prefetto (ad esempio quello di Messina, Stefano Trotta) potrebbe anche requisire ciò che serve, ma questo comporterebbe ulteriori problematiche senza neanche raggiungere lo scopo previsto: il vitto e l’alloggio. Ma la cifra serve anche ad altro. ALTRI DESTINATARI. Per obblighi di derivazione comunitaria, poi, i richiedenti asilo devono essere inseriti in

Il Prefetto di Messina Stefano Trotta

programmi di integrazione, che si traducono in ulteriori convenzioni. E lo status di richiedente asilo? Che poi i fatti che hanno determinato la domanda siano o veri o no, fino al termine, una volta che viene istituita la pratica, vengono stanziati i 35 euro. Lo stesso vale per gli altri. LE TIPOLOGIE. Gli immigrati senza titolo di soggiorno (visto turistico, contratto di lavoro di soggiorno, ricongiungimento familiare) che sbarcano in Italia dovrebbero essere distribuiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) in attesa di essere identificati e, qualora privi di titolo di soggiorno valido, espulsi. Il tempo previsto per tale adempimento

identificativo è di 180 giorni nel corso del quale all’immigrato è rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo. Diverso il caso di chi, sbarcato in Italia, richiede la protezione internazionale. In questo caso dovrebbe alloggiare presso un Cara (Centri di accoglienza richiedenti asilo) per il tempo necessario affinché le Commissioni Territoriali per i richiedenti asilo si pronuncino in ordine all’istanza. In entrambi i casi, tuttavia, l’alloggio ed il vitto vengono già garantiti dai centri. LA SVOLTA DEL 2011. Il massiccio arrivo di migranti, a partire dal 2011, ha determinato un collasso di entrambi i Centri e, dunque, l’impossibilità degli stessi ad ospitare ulteriori unità. Per

questa ragione, il Ministero dell’Interno iniziò una ricognizione tramite le Prefetture circa la disponibilità di strutture, a livello provinciale, che potessero essere adibite a centri di accoglienza e finalizzate a fornire vitto e alloggio. In base a tale ricognizione, il ministero distribuiva sul territorio nazionale i vari migranti, rispettando i criteri di popolazione regionali prima e provinciali poi. Di fronte al sempre più crescente arrivo di extracomunitari e considerato che, a seguito delle prime ricognizioni, la maggior parte delle province non era provvista di strutture di accoglienza (non è sempre facile trovarne anche perché devono essere adibite ad accogliere solo maschi, e per di più bisogna stare attenti anche alle diverse etnìe che non sempre vanno d’accordo, o solo donne; se si tratta di minore ancora peggio) e che la maggior parte dei Comuni non voleva profughi in paese, gli Interni hanno di fatto obbligato le Prefetture a riceverli sul proprio territorio. PERCHE’ L’ASILO. Molti fanno richiesta di asilo perché la tutela è differente, e si rientra nel programma Sprar. In caso di mancata richiesta, infatti, entro tot tempo chi non ha titoli di soggiorno può essere espulso dall’Italia, mentre i richiedenti possono restare fin quando la commissione territoriale non si esprime. E poi possono anche fare ricorso, rimandeno ulteriormente senza titolo di soggiorno. La richiesta di asilo si lega ai posti spefici di provenienza. Capita, però, in molti casi, che anche se la terra di origine non è un paese in guerra, si fa in modo di partire proprio da uno preda di conflitti con documenti ex novo che attestato una nazionalità differente. IL RICONOSCIMENTO. In Italia, le commissioni sono molto precise, perché nel momento in cui viene acclarata la persecuzione, lo status è privilegiato rispetto a quello di altri anche con titoli di soggiorno regolari (anche un visto turistico o un contratto di lavoro). Il richiedente, insomma, può restare in Italia senza contratto di lavoro, avere assistenza sanitaria e diventerà cittadino dopo cinque anni. (D.D.J.)

ALTRE STORIE

Cuori con la divisa LE OPERAZIONI DELLE FORZE DI POLIZIA NEL “MARE NOSTRUM” DELLA SOPRAVVIVENZA La casacca blu della polizia risalta sulla tuta bianca di protezione. Ma è una delle tante divise “occasionali” degli uomini delle forze dell’ordine dispiegate dalla sala operativa della Prefettura dinanzi alle emergenze sbarchi. E soprattutto intenerisce il fotogramma dell’agente con la mascherina che passa di braccio al collega un bambino riccioluto di 7-8 anni. Il link con le immagini dell’ultimo tragico sbarco di clandestini a Messina, domenica 20, mostra gli uomini della Questura di Messina impegnati nell’accoglienza dei profughi

partiti in circa 700 dalle coste africane su un peschereccio e giunti ai moli peloritani a bordo della petroliera Torm Lotte. Solo quelli “fortunati” hanno toccato terra sullo Stretto. La tristezza segna anche il volto dei più “duri” quando il corpo di un piccolo di 10 mesi viene condotto fuori dalla nave già in una bara bianca. Dopo poche ore dai racconti dei superstiti e con indagini espletate a tempo di record dalla Squadra Mobile, si scoprirà poi il massacro operato da cinque cittadini extracomunitari, e gli uomini in divisa tornano tra i profughi per arrestare i carnefici. Col cuore in mano gli agenti dovevano scovare i reati. I due “volti” dell’impegno delle forze dell’ordine emergono anche nella vicenda messinese. I sopravvissuti che hanno visto i corpi di parenti e amici, accoltellati o storditi a mani nude, poi scomparire in mare agli agenti chiedevano giustizia. Come fanno spesso quando vengono accolti

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nei centri di accoglienza e controllati anche dai carabinieri e dalle fiamme gialle. Con l’operazione umanitaria “Mare Nostrum” la prassi dell’identificazione da parte delle forze dell’ordine appare “superata”. Considerato che l'ingresso nel territorio italiano sarebbe consentito allo straniero o apolide che si presenta attraverso un valico di frontiera, sia in possesso di un passaporto o di altro documento di viaggio equivalente riconosciuto valido per l'attraversamento delle frontiere, abbia un visto valido di ingresso o di transito, esibisce documenti che giustifichino lo scopo e le condizioni del soggiorno, e non sia segnalato al sistema informativo Schengen ai fini della non ammissione. Gli immigrati identificati quando non fuggono dai centri d’accoglienza iniziano l'iter per ottenere il permesso di soggiorno. Che garantisca la protezione internazionale. (F.P.)


politica

Riccardo Savona

Giancarlo Cancelleri

RUSH FINALE. Deputati e governo divisi sull’efficacia della manovra. Con momenti di tensione

Finanziaria double face Dall’abbandono dell’Aula da parte di Riccardo Savona, adirato col presidente dell’Ars per la cancellazione di alcune norme, alle critiche del gruppo capeggiato da Armao, ecco la posta in palio. A cominciare dalla ex tabella H PALERMO. Il capogruppo dei Grillini, Giancarlo Cancelleri, ha presentato un emendamento per avere centomila euro: “Servono a ristrutturare la mia casa a Caltanissetta”. Ma a parte le boutade, la Finanziaria-ter che approderà forse settimana prossima a Sala d’Ercole, è l’ennesima fatica di Sisifo, tra slalom di emendamenti e richieste di finanziamento-spot targate

con il nome di questo o quel deputato. Risultato: momenti tensione, il componente la commissione Bilancio Riccardo Savona ha abbandonato l’aula e poi i laboriosi lavori di “spurgo” da parte del presidente dell’Ars Ardizzone che ha cancellato le norme non attinenti con la Finanziaria, che spesso arrivano in aula senza passare dalle commissioni legislative.

Ma cosa contiene questa finanziaria che per Savona “non tutela gli interessi della Sicilia”, mentre per Crocetta ridisegna una ossatura utile per lo sviluppo? Se un gruppo di associazioni “autonomiste”, capeggiate dall’ex assessore all’economia del governo Lombardo, Gateano Armao, chiedono venga cancellato l’accordo-transazione sottoscritto dal presidente della Regione

25 Luglio 2014

con il Ministero dell’Economia a proposito della rinuncia alle cause contro lo Stato per un valore di cinque miliardi di euro a fronte di 520 milioni “cash” che permettono di chiudere questa finanziaria, i fronti aperti sono tanti. Dal “prelievo forzoso” di 150-200 euro, a titolo di solidarietà, ancora tutto da verificare sulle pensioni dei regionali, sopra i 40mila euro, per arrivare ai fantasmi della tabella “H”, che ora ha preso il suggestivo nome di articolo 28. Qui le prime vittime sono le associazioni ambientaliste che si occupano dell’assistenza alla fauna selvatica: il centro di Messina, gestito dalla associazione Man, che già non prende soldi da qualche anno, come gli altre tre centri dell’Isola non avranno, è il caso di dire “il becco di un quattrino”: nove milioni secche sono destinati a riserve naturale e parchi. Gli unici animali che la spuntano nella corrida dei finanziamenti sono i cavalli: i quadrupedi dell’Istituto di Incremento Ippico di Catania portano a casa 938.mila euro. La forza della politica si fa sentire a proposito dei finanziamenti destinati ai Teatri: al Bellini di Catania vanno 7, 5 milioni di euro; allo Stabile etneo, 850mila, al Biondo di Palermo 1,5 milioni; al Teatro di Messina, 2 milioni appena. All’isituto del Dramma Antico, 350 mila euro. Non pervenuto ancora il finanzimento definitivo per Taormina Arte, che rientra in pista. Se agli Ersu si mantiene lo stanziamento di 10 milioni di euro, alla protezione civile dell’Isola vanno solo 2,7 milioni: per le attività di manutenzione incendi restano solo 82mila euro. La somma complessiva da assegnare si attesta sui 150 milioni. Ma i fronti aperti, dai forestali ai consorzi di bonifica che ingoiano 28 milioni di euro, sono tanti: come l’Esa, l’ente di cui è commissario Ciccio Calanna. Per il resto degli enti, si partecipa ai bandi: strutture a gestione privata come il Mandralisca rischiano di restare a bocca asciutta. Altri come Fiumara d’Arte hanno espressamnet rinunciato al “banchetto”. R.C.

MESSINA

Megafono, fuga in tre

organi “tra cui i dipartimenti”. comunali, Angelo Burrascano, Giuseppe De Da cosa nasce, questo comunicato? Dal fatto che Leo e Nora Scuderi, hanno fatto un comunicato da quando Giuseppe Ardizzone si è dimesso ufficiale, su carta intesta del Comune di Messina, dalla carica, nessuno ha più comunicato nulla. E per annunciare che “in data odierna, 24 luglio I CONSIGLIERI COMUNALI BURRASCANO, DE LEO nulla ne sanno sul punto i due vice-coordinatori 2014” il gruppo consiliare del “Megafono” si è E SCUDERI COSTITUISCONO UN COORDINAMENTO provinciali, Massimo Finocchiaro e Giuseppe riunito al Comune alla presenza di alcuni Laface. “Trovo strana questa presa di posizione, si consiglieri circoscrizionali, decidendo meraviglia al telefono Massimo unanimemente di costituire il MESSINA. Nel Megafono di Messina, le Finocchiaro, “non foss’altro per il fatto “Coordinamento del prove di orchestra si fanno a chi la… che del coordinamento, ha sempre Movimento” di cui fanno parte gracchia più grossa. Se il gruppo il specificato il presidente Crocetta, non i tre consiglieri firmatari. La Megafono a Palermo si è sciolto per possono fare parte rappresentanti nota chiude annunciando che prendere il nome di “Socialisti e istituzionali”. “Quindi - chiude con “nei prossimi giorni” saranno Territorio”, nei territori provinciali ironia Finocchiaro - penso si tratti più di promossi incontri con i dirigenti gravano le nebbie in Val Padana: un’autoproclamazione da parte dei tre regionali del Movimento per nessuno sa da chi è rappresentato il consiglieri comunali Burrascano, De Leo stabilire le linee guida e le Megafono. Burrascano e Nora Scuderi”. modalità di elezione dei diversi Così sembra se è vero che tre consiglieri Finocchiaro

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25 Luglio 2014

politica CAMPAGNA ACQUISTI

Ncd, da Castelvetrano arriva Lo Sciuto PALERMO. Continua la campagna acquisti di Ncd in Sicilia, l'ultimo ad aderire al partito di Alfano e Schifani è il trapanese Giovanni Lo Sciuto, un deputato-sottolineano i due coordinatori regionali Giusppe Castiglione Francesco Cascio- da sempre attento alle esigenze del territorio".

Da sinistra, Salvatore Cardinale, Lorenzo Guerinii, Beppe Picciolo e Davide Faraone

CINISI. Pdr, il movimento di Cardinale e Beppe Picciolo, allunga la cintura di sicurezza al presidente

Salviamo il soldato Crocetta Gli alleati “riformisti” insieme a Lino Leanza di Articolo 4, sono ormai il nocciolo duro e gli azionisti della giunta di governo. Condiviso il progetto insieme a Raciti e l’inviato di Matteo Renzi, Guerini CINISI. Una cintura di sicurezza attorno al Presidente della Regione Rosario Crocetta. Che farà anche le bizze, ma è stato eletto dal Pd, "è e resterà il nostro presidente". E’ un capolavoro di diplomazia vecchia Dc, quella che ha stretto attorno al Presidente Crocetta il Movimento “Patto dei Democratici per le Riforme”, che fa capo all’ex ministro Salvatore Cardinale e al messinese Beppe Picciolo, che ne rappresenta il cuore del motore organizzativo. A dare monforte a Cardinale e Picciolo,

in questa operazione di “messa in sicurezza” dello scapestrato Crocetta, un altro azionista di riferimento del Governo, Lino Leanza, promotore di Articolo 4, gruppo che ha già dalla sua parte nove deputati. Ma il vero miracolo, è che alla convention di Cinisi, sono intervenuti anche il segretario regionale Fausto Raciti, da sempre impegnato in battibecchi con Crocetta, e il vice di Matteo Renzi, Lorenzo Guerini. Una cintura, cui non ha rinunciato ancora una volta l’ex ministro Beppe Fioroni,

punto di riferimento politico di Francantonio Genovese sullo Stretto. Sul tema del revisionismo e dalla capacità della politica di trovare le soluzioni “pragmatiche”, in considerazione della difficile congiuntura economica, i relatori si sono trovati d’accordo. Per arrivare infine alla specificazione di Leanza:”Voi del Pd-ha detto Leanza-siete nostri interlucotori privilegiati, i nostri gruppi all’Ars resteranno separati, ma percorrano strade parallele”. Come dire: la cintura di sicurezza a Crocetta è ben stretta. Sono intervenuti nel dibattito Pippo Gianni, in predicato per assumere la carica di vicepresidente della Regione, Marcello Greco, Edy Tamaio, Salvo Lo Giudice, Michele Cimino. E’ intervenuta nel dibattito, con un suo contributo, l’assessore Giusi Furnari, espressione del “Patto dei Democratici”.

RITORNI DI FIAMMA

Piero Panarello aderisce a Forza Italia MESSINA. Forza Italia fa da calamita alla politica. Piero Panarello (nella foto), già al movimento giovanile della Dc, Passato dall’Udeur e dall’Ccd, aderisce ora al partito azzurro, abbracciando le posizioni dell’onorevole Roberto Corona. Quella di Panarello per la politica è una vecchia passione, tanto che negli anni ’90 con Santino Pagano ha maturato anche l’esperienza di assistente parlamentare. L’adesione di Piero panarello è stata salutata con favore dal coordinatore regionale di Forza Italia, Vincenzo Gibiino.

INCHIESTE

La Fattoria solare si illumina con i televisori CELLULARE E TV PER LUBRIFICARE LE AUTORIZZAZIONI. L’EX ASSESSORE GIANNI NEL MIRINO CON MARTINO RUSSO: «ROBA DA FILM»

Martino Russo

PALERMO. Una coda velenosa di una inchiesta partita a Napoli, sulla Airon Group, si trasferisce a Palermo e tira in ballo un ex assessore all’Industria Pippo Gianni, il suo braccio destro, il messinese Martino Russo e una funzionaria regionale, Francesca Marcenò, che risulta essere il responsabile del procedimento autorizzativo a favore della Heliopawer, una fattoria solare costruita in contrada Scardina a Monreale, successivamente ceduta a un gruppo spagnolo. Se per un altro funzionario regionale dell’assessorato all’All’agricoltura, Salvador Vittorioso, nell’avviso di chiudura delle indagini, le accuse dei magistrati di Napoli parlano di somme di denaro, per Pippo

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Gianni e Martino Russo le accuse sarebbero davvero risibili: avere accettato un televisore e un telefonino, il primo, un solo televisore, il secondo, per agevolare la pratica di autorizzazione. “Roba da film, per restare in tema con i televisori- ribatte ilare Pippo Gianni - non so di cosa si stia parlando. Sì. Ho fiducia nella magistratura che smonterà queste accuse ridicole: posso solo dire che da assessore all’Industria mi sono battuto per fare sbloccare investimenti e ho lavorato per fare partire il Peas, il piano energetico che avrebbe liberato 5 miliardi di investimento in Sicilia, creando diecimila posti di lavoro. Il resto sono solo fantasie…”.


politica

Sergio De Cola

Sergio De Cola

Nino Mantineo e Patrizia panarello

PALAZZO ZANCA. Turno-over tra gli assessori di renato Accorinti. Ecco chi cambierà

Il girotondo della Giunta Nessun rimpasto, ma rimodulazione delle deleghe: dopo l’estate, Guido Signorino e Nino Mantineo più “leggeri”, Sergio De Cola fa il pienone. Anche tra i dirigenti avvicendamenti. E nuovi arrivi DI

ALESSIO CASPANELLO

MESSINA. La maretta nella giunta guidata da Renato Accorinti non è una novità. Nelle ultime settimane, oltre allo scollamento di Cambiamo Messina dal basso (Nina Lo Presti e Gino Sturniolo in rotta con amministrazione e assessori, il capogruppo Lucy Fenech ed Ivana Risitano invece in silenziosa sintonia), è arrivata anche la “bacchettata” da parte di Sel, partito alleato che ha chiesto la sollevazione di quattro assessori (senza mai nominarli direttamente). Segnali che Accorinti ha captato, mettendo in cantiere, subito dopo l’estate, una serie di “grandi manovre”: e quindi è in arrivo un rimpasto. Ma non di uomini: di deleghe. LE MOSSE IN GIUNTA. I movimenti all’interno della squadra interesserano Nino Mantineo, attuale assessore ai rognosissimi Servizi sociali, che dal ventaglio delle sue deleghe vedrebbe espunta quella ai rapporti (non proprio idilliaci) col consiglio comunale. A chi toccherà l’interlocuzione con l’aula? Molto probabilmente a Sergio De Cola, assessore all’Urbanistica, la cui “fermezza gentile” è stata parecchio apprezzata in occasione del tesissimo confronto con l’Acr Messina sulla concessione del san Filippo per due concerti. A De Cola starebbe per arrivare anche la delega al Patrimonio, fino ad oggi trascurata da Guido Signorino che, da assessore al Bilancio, ha già

parecchio daffare a far quadrare i disastrosi numeri di palazzo Zanca. Signorino vorrebbe rinunciare anche alla delega al Turismo a favore di Tonino Perna, che la affiancherebbe alla Cultura già in suo possesso. Sempre Mantineo starebbe per perdere altre due deleghe, quella al Decentramento e quella alla Città metropolitana. A prenderle sarebbero chiamate la titolare di Mercati ed Edilizia scolastica Patrizia Panarello (decentramento), e Signorino o più probabilmente Filippo Cucinotta che si occupa di

Guido Signorino

25 Luglio 2014

Protezione civile e Mare, e potrebbe aggiungere anche la delega alla Città metropolitana. In ballo anche la delega alle Politiche della casa, oggi in capo a Sergio De Cola, proprio in questi giorni impegnato col bando di acquisto di alloggi popolari per lo sbaraccamento di fondo Fucile. DIRIGENTI ROTANTI. La rotazione non interesserà solo la squadra di governo. Perchè, stavolta al vaglio del direttore generale Antonio Le Donne, c’è un avvicendamento di ruoli dirigenziali: Le Donne non è contento dei risultati e dell’impegno di alcuni dirigenti, e da parte loro parecchi non si trovano troppo a loro agio nel ruolo che ricoprono. Tra quelli che potrebbero cambiare scrivania ci sono Riccardo Pagano (partecipate), per il quale potrebbe arrivare il trasloco alla Protezione civile: Pagano è in possesso di un master in gestione dei disastri che non ha mai messo a frutto a palazzo Zanca e che non è mai stato sfruttato dal Comune. La vicenda dell’ordinanza sui tir ha fatto riemergere antiche frizioni tra l’amministrazione e Mario Pizzino, dirigente alla Mobilità, che ad un certo punto era dato per certo alla direzione generale del Consorzio autostrade, ruolo per il quale ha avuto prima il diniego e dopo il nulla osta da parte di Accorinti. Poi c’è la questione degli interim, che Le Donne avrebbe preferito evitare: quello di Calogero Ferlisi, titolare dell’Avvocatura e “supplente” all Polizia Municipale (circostanza che ha indispettito il generale, che avrebbe gradito fosse il contrario e che per questo ha citato Accorinti e Le Donne per mobbing), e quello di Giovanni Bruno, che si divide tra Ufficio di gabinetto e Servizi sociali. In arrivo ci sarebbero due esterni. Una donna proveniente dal ministero degli Interni, ed Antonino Recupero, oggi dirigente all’Istituto autonomo case popolari.

PARTECIPATE

I conti non tornano TUTTE LE AZIENDE MISTE HANNO SCOLLAMENTI TRA DEBITI E CREDITI CON IL COMUNE. ECCO QUALI. E QUANTO MESSINA. Lo stato delle partecipate di palazzo Zanca? Disastroso. E nebuloso. Anche in quelle considerate più “virtuose”: L’Amam, per esempio, della quale non si riesce a determinare con esattezza debiti e crediti. L’azienda che si occupa di approvvigionamento idrico in città iscrive a bilancio un credito del Comune da 28 milioni. Non secondo il rendiconto di palazzo Zanca, però, in base al quale la somma ammonterebbe a 20 milioni e 700mila euro. E il debito? Uguale. Zero per palazzo Zanca, se milioni e rotti per l’Amam. E L’Ato3? Stessa storia. Se sul credito del Comune entrambi sono concordi nel riportare zero euro, è sul debito del

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Comune al dicembre del 2013 che i conti non tornano: quattro milioni e 613mila euro di servizi che secondo il rendiconto di palazzo Zanca saranno liquidati nel corso dell’esercizio finanziario 2014, mentre in base alla contabilità della partecipata sono diciassette milioni e mezzo. Poca discrepanza invece con l’Atm, e solo sul debito del Comune: quasi sei milioni secondo palazzo Zanca, tre milioni e due secondo l’azienda trasporti. Malifruscoli anche con Messinambiente: Alla voce “credito del Comune, palazzo Zanca segna zero e invece la partecipata di via Dogali iscrive quasi due milioni. Stessa sorte col “debito del Comune”: rendiconto di palazzo Zanca chiude a due milioni e 400mila euro, quello della partecipata a più del doppio: nove milioni e duecentomila euro. Infine, dalla tomba in cui sembrava essere sepolta per scelta politica, torna anche la nettuno Spa. Secondo palazzo Zanca, il debito sarebbe pari a zero. Non la pensa così la società, che iscrive invece quattromila euro. (A.C.)


25 Luglio 2014

politica PATTI

Lena, “dimissionato” da Aquino L’ex assessore spiega i motivi della sostituzione. La replica del sindaco di Pamela Arena Patti. “La mia sostituzione in giunta

Il municipio di Giardini Naxos

GIARDINI. Le manette al dipendente Gugliotta scuotono il palazzo

Concussione off-limits Tra i primi enti a dotarsi della normativa anticorruzione, il comune affina i criteri per la prevenzione. In primis la rotazione degli impiegati Giardini Naxos. L’arresto del dipendente

comunale scatta mentre si lavora per arginare la corruzione. L'istruttore direttivo Basilio Gugliotta, geometra responsabile del servizio primo dell’ufficio tecnico comunale giardinese che compendia lavori pubblici, servizi cimiteriali, igiene e sanità, è finito in manette nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza di Taormina. Gugliotta sarebbe accusato del reato di concussione. Il fermo è avvenuto nella mattinata di sabato 19 e le Fiamme Gialle hanno visionato ed acquisito atti all’ufficio tecnico comunale. L'arresto di Gugliotta sarebbe riconducibile all'iter procedurale per gli interventi di sistemazione di un costone roccioso finanziato con fondi regionali. Un vero fulmine a ciel sereno su palazzo dei Naxioti. Solo alla fine del mese scorso, i dipendenti del comune jonico avevano partecipato all’incontro seminario organizzato dall’ente per spiegare i

contenuti del Codice integrativo di comportamento adottato dalla Giunta municipale con la Delibera n. 5 del 31 gennaio 2014. Giardini figura tra i primi comuni in Sicilia a esserne dotato. A relazionare Maria Riva, segretario generale e responsabile della prevenzione della corruzione (nominato con determina sindacale n. 30 del 19.09.2013) e responsabile per la trasparenza. L’attività di formazione rientra proprio nell’ambito delle attività mirate al contrasto della corruzione e alla garanzia della trasparenza. Il Codice delinea gli obblighi dei dipendenti, l'elenco delle infrazioni e le correlate sanzioni e serve a valorizzare la responsabilità individuale ma ha anche il compito di fissare un insieme di valori e di doveri condivisi, al fine di migliorare il funzionamento dell’Ente. Prevista anche la rotazione dei dipendenti e Gugliotta con la rotazione sarebbe passato al servizio urbanistica.

con Alessia Bonanno si è conclusa come da copione”. Con queste dichiarazioni l’ex assessore Nino Lena commenta le modifiche in esecutivo predisposte dal sindaco Mauro Aquino, e alla luce di ciò ritiene di avere il quadro completo della situazione .“La prima parte del copione è troppo ovvia. Il sindaco aveva promesso ad un politico messinese di dare l’incarico di assessore alla Bonanno e doveva mantenere l’impegno nonostante dovesse sacrificare un membro della giunta – scrive Lena in una nota -. Evidentemente si trattava di un patto di ferro che, purtroppo, nulla aveva a che vedere con gli interessi della città. La seconda parte del copione, e cioè chi dei quattro assessori avrebbe dovuto liberare il posto, sicuramente non era stata scritta, altrimenti sarebbe stato irragionevole attribuirmi l’incarico di vice sindaco”. Secondo Lena, per Aquino questa scelta è stata molto travagliata e fortemente contraddittoria visto che sia in privato, che in pubblico, aveva apprezzato le sue doti professionali, umane, per i risultati ottenuti e l’impegno e la dedizione al mandato. Ma per l’ex vice sindaco vi possono essere solo due motivi che hanno indotto Aquino a fare questa scelta. “Chi persegue esclusivamente gli interessi della collettività, e non è attaccato al posto che ricopre, viene inesorabilmente espulso dalla brutta politica per ‘contrasto di interessi’ – afferma sottilmente -. Il secondo motivo, invece, risiede nel fatto che il

MONFORTE SAN GIORGIO

Il vice sindaco Grasso getta la spugna INCOMPATIBILITA’ ALLA BASE DEL DIVORZIO. ARRIVA L’ESPERTO CARAVELLO Monforte San Giorgio. Ci sono dichiarate incompatibilità alla base del “divorzio” del vice

sindaco Domenico Grasso dall’amministrazione Cannistrà. Grasso ha prodotto le dimissioni da componente dell’esecutivo, espressione della frazione Marina, dopo un anno dall’insediamento. Giuseppe Cannistrà guarda avanti anche se si tratta del secondo tassello della giunta che viene meno dopo il defenestramento di Nicolò Chillè a febbraio (e sostituito da Nino Battaglia). Cannistrà, che ha designato un ufficio di staff composto da Antonino Giorgianni, Antonio Nastasi, Rosario Polito e Antonino Polito, non ha rinnovato fiducia ai due esperti in scadenza Pietro Casella e Francesco Basile. Il giovane sindaco ha invece conferito di recente un incarico al ragioniere Carmelo Caravello “per avvalersi della qualificata collaborazione professionale esterna – si legge nel provvedimento -di un esperto in materia finanziaria -contabile”. Caravello costerà 1800 euro fino al 30 settembre.

Domenico Grasso

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L’ex assessore Lino Lena sindaco Aquino, forse preparandosi alle prossime elezioni, vuole accentrare a se le deleghe importanti che rivestivo, per attribuirsi in forma esclusiva i risultati già da me ottenuti e quelli ancora da ottenere con il completamento delle opere che ho iniziato. Tutto questo, dopo la scelta della Bonanno, porta ad una grande contraddizione rispetto alle motivazioni espresse nella revoca, e non capisco come possa pretendere di dare uno slancio all’azione amministrativa se al posto mio non ha inserito in giunta una figura altrettanto professionale. Considerato ciò - conclude Lena – mi chiedo se il sindaco soddisfi un interesse politico personale, o di parte, visto che come pegno offre il paese al politico messinese di turno in una condizione di vassallaggio”. Dal canto suo il sindaco Mauro Aquino, oltre a non volersi soffermare su alcune dichiarazioni di Lena che ritiene “si commentino da sole”, ribadisce l’affetto e la profonda stima che prova nei suoi confronti per il lavoro svolto in questi ultimi tre anni: “Capisco lo stato d'animo dell'ingegnere Lena, ma voglio solo precisare che questa rimodulazione in giunta nasce dall’esigenza di avere energie nuove e fresche che, sicuramente, serviranno da stimolo e a dare un’accelerazione all’azione amministrativa”.


sicilia

25 Luglio 2014

MESSINA. L’ordinanza di stop, poi il ricorso, quindi un nuovo provvedimento. Ecco come è andata

Tir, i tre giorni di fuoco Gli autotrasportatori ricorrono per via gerarchica, la determina del Comune perde esecutività, ma la riconquista dopo un giorno. A causa dell’”urgenza”. Cronaca di una lotta in punta di diritto. In cui tutti gli attori.. DI

ALESSIO CASPANELLO

MESSINA. Tanto tuonò che, alla fine, venne giù un diluvio di tali proporzioni che prevederne le conseguenze è impossibile. Nel giro di una settimana c’è stato il blocco dei tir in città grazie alla determina dirigenziale emanata dal comune di Messina e firmata dal dirigente Mario Pizzino, le proteste di armatori, Confindustria e Autorità portuale, le multe da parte dei vigili urbani, la tentata forzatura dei blocchi da parte di alcuni dei camionisti, la dichiarazione di guerra di Antonio Richichi dell’Aias, l’associazione degli autotrasportatori, quindi il ricorso in via gerarchica e l’annuncio, via Facebook, della sospensione dell’ordinanza. Riproposta dopo qualche ora. Un film? Nient’affatto. COME TI BLOCCO IL TIR. FORSE. Il 21 luglio, alle sette di mattina, scatta il provvedimento: i tir che sbarcano dalle Cartour che arrivano al molo Norimberga, una volta superato il cavalcavia, dovranno fermarsi fino alle nove di sera, perchè da via La farina, via Luigi Rizzo e Vittorio Emanuele il passaggio è loro interdetto per disposizione del Comune. E lo stop al passaggio dei camion in città a molti degli attori della vicenda non è andato giù. A prendere carta e penna e siglare il ricorso, però, sono stati in due: l’Aias presieduta da Richichi con sede legale ad Acicastello e la ditta di autotrasporti Giuseppe Galletta di Camaro, a due passi dal famigerato molo Norimberga. La strada normativa scelta dai due è quella del ricorso gerarchico: una procedura che, già per il solo fatto di essere stata messa in moto, ha gli effetti di un’immediata sospensiva sul provvedimento. Dal ministero dei Trasporti, il 23 luglio parte (e arriva a palazzo Zanca) una raccomandata con ricevuta di ritorno che notifica il ricorso al Comune. E blocca il blocco. MEZZOGIORNO DI FUOCO. Giovedi 24 luglio, i tir (pochi) sbarcati da Salerno ricominciano a circolare, mentre a palazzo Zanca si prepara la contromossa. Nella discussione si inserisce anche il prefetto Stefano Trotta, già precedentemente critico nei confronti della soluzione adottata dall’amministrazione. “Gli effetti del provvedimento dirigenziale hanno comportato disagi alla circolazione veicolare, e si sono registrati momenti di tensione tra gli autotrasportatori e gli organi della polizia municipale”. Trotta, poi, manda una seconda circolare. Nella quale, “sottovoce”,

dopo la bacchettata sui denti segnala all’amministrazione una possibile strada da percorrere: quella della “urgenza”. Un percorso che, nel gabinetto del sindaco, Pizzino, l’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola il direttore generale Antonio Le Donne e l’amministrativista “di fiducia” di Accorinti, Arturo Merlo, stavano già intraprendendo. CON UNA CERTA URGENZA. Alle quattro e mezza di pomeriggio del 24, Accorinti sventola la “nuova” ordinanza. Che in realtà è quella vecchia. Reiterata. Preso atto dei

Antonio Le Donne

ALTROVE

Civitavecchia, i camion fuori dalla città MESSINA. Civitavecchia, cittadina laziale che insieme a Fiumicino e Gaeta funge da porto per la città di Roma, da sempre subisce gli stessi inconvenienti di Messina: il passaggio continuo e costante di tir dalla città. Anche perchè, come Messina, Civitavecchia è porto di imbarco e sbarco delle autostrade del mare: una rotta che, da novembre 2008 a maggio 2009, anche la Cartour ha effettuato. Ebbene, a Civitavecchia esiste un’ordinanza sindacale che interdice ai mezzi di massa complessiva superiore alle sette tonnellate, il transito in città. Ordinanza anche questa parecchio travagliata: entrata in vigore nel 2009, poi revocata dall’amministrazione successiva, che consentiva il passaggio sulla direttrice centrale cittadina, l’ordinanza è stata riesumata nel 2012. I tir che devono imbarcarsi a Civitavecchia, quindi, per raggiungere l’area portuale e la zona industriale utilizzano il percorso extraurbano, che prevede il passaggio tramite l’A12 Civitavecchia-Roma ed il raccordo autostradale Umbro-Laziale. L’ordinanza ha resistito al Tar del Lazio. E non sono pochi i tir che usufruiscono del porto laziale. Dalla sola Sicilia, durante tutto l'anno con cadenza trisettimanale e giornaliera nel periodo estivo, in direzione Civitavecchia partono navi da Palermo (Gnv), Catania e Trapani (Grimaldi). (A.C.)

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ricorsi (tra l’altro diretti alla segnaletica stradale), il dirigente alla Mobilità provvede all’oscuramento dei cartelli stradali, e si riserva “ogni ulteriore valutazione in ordine alla sussistenza delle condizioni per deliberare la provvisoria esecutività dell’ordinanza”. Quale è questa valutazione? Quella che fa Antonio Le Donne, coi poteri coi quali il sindaco gli riconosce “la decisione di valutare la sussistenza delle ragioni d’urgenza che consentano la provvisoria esecuzione del provvedimento impugnato”. Le Donne valuta, pondera, soppesa e alla fine determina: l’urgenza c’è, quindi l’originaria determina di Pizzino torna esecutiva e per i tir, da venerdi 25, il centro sarà nuovamente interdetto. Stando così le cose, perchè l’urgenza non è stata dichiarata dall’inizio? Perchè dal punto di vista amministrativo non era possibile. LA PRATICA DESUETA. Il ricorso gerarchico è una pratica che gli studi legali non intraprendono più: l’ente “sovraordinato”, solitamente il ministero (gerarchicamente superiore) raramente si degna di rispondere. Per questo, in questo tipo di ricorso è valida la regola del silenzio-rifiuto entro 90 giorni. Particolarità del ricorso gerarchico è che la semplice notifica dell’atto sospende gli effetti del provvedimento al quale è avverso. Salvo che l’ente non reiteri il provvedimento con la motivazione dell’urgenza, così come ha fatto il comune di Messina. E poi? Poi deciderà il ministero, se deciderà. Di solito non lo fa. Un’altra cartina al tornasole su quanto siano forti o deboli i poteri e gli interessi in gioco in tutta la vicenda. MAGO ORONZO E TIENANMEN. In tre giorni si è passati dalle stelle alle stalle e di nuovo, forse, alle stelle. E ad Accorinti non è sembrato vero poter scendere di nuovo in piazza. Fascia tricolore a tracolla, il sindaco si è messo di fronte ai tir, bloccandoli e “prendendogli la contravvenzione”, spaccando esattamente a metà la pubblica opinione. Fosse andato tutto liscio, con l’ordinanza in vigore senza problemi, si sarebbe potuta riesumare la celebre fotografia di piazza Tien-AnMen, con lo studente che da solo ferma i carrarmati del governo comunista cinese. E invece no, sembrava fosse andato tutto in vacca, e dall’eroe iconografico, Renato Accorinti ha seriamente rischiato di trasformarsi nel Mago Oronzo, il celebre personaggio della trasmissione tv Mai dire gol, quello che “con la sola imposizione delle mani...” prova a fermare i tir ma si scontra con la realtà. E perde. E invece no. Da rivoluzione a parodia e di nuovo a rivoluzione nel giro di tre giorni. Con Accorinti è così. Non c’è mai tempo per annoiarsi.


25 Luglio 2014

sicilia

INCHIESTA. Mazzette e ambiente: domiciliari per Giuseppe Antonioli nell’operazione “Terra mia”

Mazzarrà, l’impianto...puzza L’amministratore delegato della Osmon accusato di aver pagato 12mila euro al funzionario regionale Gianfranco Cannova per “oliare” le autorizzazioni per un impianto di biogas. Una storia che parte da un esposto. E arriva a Catania e Agrigento

La discarica di Mazzarrà sant’Andrea DI

ALESSIO CASPANELLO

MESSINA. Le nuvole nere che si ammassavano sulla discarica di Mazzarrà sant’Andrea sono diventate una vera e prooria tempesta. Perchè, oltre alla relazione da parte di una commissione regionale che di fatto, in mancanza di altre novità, entro settembre provocherà la chiusura dell’impianto per una serie talmente lunga di magagne che per elencarle tutte ci sono volute oltre sessanta pagine, a complicare ulteriormente la situazione ci si è messo l’arresto di Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della società che della discarica di Mazzarrà ne detiene la gestione, TirrenoAmbiente. Antonioli da venerdi 18 luglio, è agli arresti domiciliari in seguito a un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Palermo Vittorio Anania, nell’ambito dell’inchiesta “Terra mia”, su episodi di corruzione legati alle autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti e delle discariche. Complessivamente ai domiciliari sono in cinque: Gianfranco Cannova, dipendente dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente, gli imprenditori agrigentini Calogero Sudano e Nicolò Sodano (titolari della “Soambiente” di Agrigento), il catanese Domenico Proto, patron della Oikos, società che gestisce l’impianto di Motta sant’Anastasia, a Catania: l’altra discarica, oltre a Mazzarrà sant’Andrea, finita nel mirino della commissione regionale voluta dall’ex assessore all’Energia Nicolò

Marino e che con Mazzarrà sant’andrea potrebbe condividere lo stesso destino: chiusura. DA NOVARA CON FURORE. Giuseppe Antonioli è l’amministratore delegato della “Tirreno ambiente”, società che gestisce la discarica di Mazzarà Sant’Andrea (Messina); non solo, ma è titolare di “AutoArona” e di altre ditte, nonché patron della Osmon Suno di calcio. Di recente era finito agli onori della cronaca perché aveva chiesto l’autorizzazione per la realizzazione di una discarica per lo smaltimento dell’amianto a Barengo. E solo la lunga battaglia del Comitato no-amianto e di

Giuseppe Antonioli

alcuni partiti aveva bloccato il progetto. A lui, la Procura di palermo contesta dodicimila di euro di tangenti andate a Cannova per “garantire una corsia preferenziale nel rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi relativi alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (biogas) e conseguente elettrodotto da effettuarsi all’interno della discarica sita nel comune di Mazzarà S. Andrea, gestita dalla TirrenoAmbiente Spa”. Secondo gli inquirenti, le tangenti sarebbero poi servite perchè Cannova fornisse “consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, il comunicare preventivamente e continuamente tutte le informazioni, anche riservate, di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della pubblica amministrazione e comunque metteva a disposizione la propria funzione a tale titolo”. TUTTO PARTE DALL’ESPOSTO. L’indagine parte nel 2011, va avanti per più di due anni (condotta dagli agenti della Sezione “Reati contro la Pubblica Amministrazione” della Squadra Mobile di Palermo, con l’ausilio di quella agrigentina), e riceve l’impulso definitivo da un esposto presentato dall’ex assessore al territorio Maria Lo Bello, che avendo subodorato che nella gestione degli affari che ruotavano intorno alle discariche c’era qualcosa che non quadrava, aveva trasferito diversi funzionari regionali. E ci aveva visto giusto, probabilmente. GALEOTTA QUELL’AUTO. Perchè l’esposto, presentato in Procura a marzo, qualche settimana prima che il rimpasto di giunta voluto dal presidente della regione Rosario Crocetta la sollevasse dall’incarico, riporta un

CONSEGUENZE

Se la discarica chiude...

Nino Di Guardo grida alla vittoria, per un altro sindaco, in circostanze simili, è tutto l’opposto. Salvatore Bucolo, sindaco di Motta sant’Anastasia, la probabile chiusura della discarica gestita da TirrenoAmbiente sarebbe una disgrazia. IL SINDACO SALVATORE BUCOLO: “SEDICI MUTUI “L’attuale amministrazione comunale ha ereditato sedici CHE NON SAPREMMO COME PAGARE”. ECCO PERCHÈ mutui dalle precedenti amministrazioni - ha spiegato il sindaco - semmai la discarica dovesse chiudere il Comune andrà in dissesto, visto che le rate da settecentomila euro MESSINA. Un primissimo effetto, l’inchiesta “Terra mia” all’anno termineranno nel 2024. Quindi Articolisti, l’ha già provocato: la chiusura della discarica di Lsu e dipendenti andranno a casa, e le banche Motta sant’Anastasia gestita dalla Oikos di avranno diritto di rivalsa sui cittadini, la cui Domenico Proto. L’assessorato regionale tassazione arriverà alle stelle. A questo si all’Energia non ha rinnovato l’autorizzazione per la aggiungano i quasi 75 milioni di crediti che discarica di contrada Valanghe d’Inverno, bloccando vantiamo, perchè da noi si sono scaricati rifiuti di il rinnovo del decreto del 2009 che la autorizzava. Il Palermo, Siracusa, persino Napoli, e noi non ne provvedimento firmato dal dirigente Marco Lupo abbiamo ricavato alcun beneficio. La regione deve dà 60 giorni di tempo alla Oikos per presentare il dare autorizzazione di ampliare la discarica, e piano di chiusura. Intanto la commissione Antimafia ridistribuire i rifiuti in più, che hanno raggiunto i all’Ars ha chiesto l’audizione del presidente della Salvatore Bucolo trenta metri d’altezza”, ha concluso. (A.C.) Regione Rosario Crocetta. E se il sindaco di Motta

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25 Luglio 2014

sicilia

NOMI RICORRENTI

Cannova connection QUANDO IL FUNZIONARIO PRESIEDEVA LA CONFERENZA SERVIZI episodio emblematico: la conferenza di servizi del giugno 2008, alla quale ne era seguita un’altra per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a TirrenoAmbiente. Nel riportare l’episodio, rimarcando come la conferenza fosse stata presieduta da Cannova, l’ex assessore documenta il fatto che, quattro mesi dopo, Cannova sedesse al volante di una fiammante Audi A4 turbodiesel, acquistata presso la Autoarona spa di Borgo Vercelli, in provincia di Novara. Concessionaria di cui Antonioli è socio e amministratore delegato, come rileva il gip nella richiesta di misure cautelari, aggiungendo che “per il rilascio delle prescritte autorizzazioni, l’Antonioli è ricorso al contributo del Cannova, anche questa volta con il solito metodo delle “mazzette”.” NEL FRATTEMPO A MAZZARRA. Nel 2012, ad annullare le due autorizzazioni ambientali ci pensa il Tar, concludendo una storia che inizia nel 2007, quando la Osmon di Antonioli presenta domanda di autorizzazione alla

costruzione ed all’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Seguono le conferenze dei servizi, e quindi il primo stop: due sopralluoghi dell’Agenzia delle Dogane nel 2008 e dell’Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) nel 2011, notificavano il fatto che la Osmon avesse già attivato l’impianto di conversione energetica, senza aver dato l’avviso di inizio delle attività alle autorità competenti. Circostanza dalla quale la Osmon si difendeva tirando in ballo il silenzioassenso. Tribolazioni per superare le quali ci si rivolgeva immancabilmente a Cannova. Da un’intercettazione di novembre 2011, si legge nell’ordinanza, “emerge l’interesse nel trovare una “corsia di favore” grazie ai buoni offici del solito Cannova, in questo caso contattato da Pino Innocenti”. Innocenti, che non ha alcun ruolo nell’inchiesta, è presidente di TirrenoAmbiente, società che gestisce la discarica di Mazzarà all’interno della quale si trova l’impianto di captazione

dei biogas della Osmon. L’intercessione di Cannova era finalizzata a “contattare” un ex collega, che in quel momento era il presidente della conferenza dei servizi impegnate al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di biogas. Il collega non solo non “unge” alcuna ruota, ma chiede addirittura sanzioni per le inadempienze della ditta. Lo stesso “due di picche”, poi, Cannova lo riceve da un capo di gabinetto dell’assessorato. “Tu mi porti i caitte e io mi talio i caitte”, è la risposta a muso duro che riceve Cannova dopo l’insistente richiesta di “intercessione”. LE RELAZIONI PERICOLOSE. Per giustificare l’ipotesi di reato, e non solo un eccesso di zelo, il Gip scrive che “Cannova, pur di favorire il suo “finanziatore” occulto Antonioli, quello stesso dal quale ha certamente ricevuto in nero 12mila euro e presso la cui concessionaria ha formalmente acquistato un’autovettura, non ha esitato ad esporsi personalmente per questa pratica amministrativa anche a costo di fare una “brutta figura”“.

MESSINA. Inizia l’apertura delle buste per l’impianto di Pace. Tutte le ditte in gara. E quei ritardi...

Biostabilizzatore e stoccaggio avanti piano con 3 milioni in più MESSINA. Con calma e senza fretta, anche la gara per l’impianto di biostabilizzazione di Pace, con annessa discarica, è in dirittura d’arrivo. Con calma, perchè il bando è scaduto il 5 marzo, e all’assessorato al territorio, a Palermo, la commissione, composta dal presidente Manlio Munafò e dai componenti Biagio Sgrò e Girolamo Navarra, ha iniziato ad aprire le buste solo venerdi 8 luglio esaminando due offerte, chiudendo la seduta e continuando dieci giorni dopo, il 18 luglio: nel bando di gara, invece, era espressamente indicato l’inizio delle operazioni di verifica al 12 marzo: quattro mesi di ritardo, e ancora le buste aperte sono state meno della metà. La prima notizia è che l’appalto da qualche spicciolo in meno di quindici milioni di euro fa gola. Parecchia gola, visto che alla gare hanno partecipato in sette: prima a presentare la busta con i ribassi a base d’asta è stata l’associazione temporanea d’imprese formata dal capogruppo Consorzio di cooperative CCC, dalla Sics e dal consorzio CFC. Poi ci sono Loto, Treerre e Costanzo, che precedono il raggruppamento monstre formato da Infratech, Progest, Paradivi servizi, Sofia Costruzioni e General Construction. Quarta a presentare busta è l’Ati formata da Valori, Amut Ecotech e Safond Martini, che ha preceduto di qualche minuto il deposito dell’offerta della Bruno Teodoro Costruzioni insieme a EBG Consorzio stabile e Agru Linig Italia. Ultimi, a ridosso della scadenza del 5 marzo sono stati il raggruppamento composto da Cesaro Mac Import, Osmon, Ederambiente, Sgm Ingegneria, ed Lcf Engineering, e l’Ati Waste Treatment Technologies, Progetto Geoambiente e Owac

Vista aerea del sito della discarica di Pace

Engineering. A saltare subito all’occhio è la presenza della Osmon, società con sede a Novara, amministratore della quale è Giuseppe Antonioli. La Osmon è l’impresa che, all’interno della discarica di Mazzarrà gestita da TirrenoAmbiente, utilizzando la captazione dei biogas prodotti dai rifiuti solidi urbani della discarica, ha costruito un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (biogas) e conseguente elettrodotto. E che secondo il Gip del tribunale di Palermo Vittorio Anania, avrebbe avuto il “via libera” grazie alle tangenti pagate da Antonioli al funzionario della regione Sicilia Gianfranco Cannova, nell’ambito dell’inchiesta “Terra Mia”. Altra singolarità è l’importo dei lavori per la discarica di Pace: a marzo, in sede di gara l’importo complessivo dell’appalto ammontava a 12 milioni e 343mila euro. All’apertura delle buste, invece, l’importo lievita a 14 milioni e 972mila euro. (A.C.)

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MESSINA. Fatalmente, il nome di Gianfranco Cannova, il funzionario regionale al centro dell’inchiesta, entra di peso anche nelle vicende messinesi, quelle che riguardano l’impianto di Pace. Perchè Cannova, dell’impianto di biostabilizzazione con annessa discarica è stato il presidente della conferenza dei servizi istruttoria del 2009, ed di quella “decisoria” del 2010: l’incontro cioè che ha dato il via libera al progetto. Nella prima, a metà dicembre del 2009, Cannova si confronta, tra gli altri, con Marco Pirrello, della direzione generale Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) di palermo, e con Roberto Lisi, funzionario tecnico di Messinambiente, e con il rappresentante del comune di Messina Salvatore Saglimbeni e della Provincia Salvatore D’Arrigo. Palazzo dei Leoni, in quell’occasione, si dichiara favorevole alla realizzazione dell’impianto, così come palazzo Zanca. A sollevare qualche interrogativo è Giuseppe Latteo dell’assessorato regionale al Territorio, al quale tocca far presente che, su un progetto precedentemente presentato da Messinambiente e che prevedeva un trattamento chimico-fisico dei rifiuti, l’assessorato aveva già rilasciato valutazione d’incidenza e giudizio di compatibilità ambientali favorevoli. Da Messinambiente spiegano che le modifiche progettuali non sarebbero “sostanziali”, e quindi per l’impianto non sarebbe necessario un nuovo iter autorizzativo ambientale. Argomentazione che convince Latteo, e sulla quale Cannova, un’ora dopo averla iniziata, chiude la conferenza. Qualche mese dopo, a inizio febbraio del 2010, a Palermo si incontrano solo Cannova, Lisi e Pirrello, per la conferenza decisoria. In mezz’ora si decide per il via libera al progetto. (A.C.)


25 Luglio 2014

sicilia

CONTROSENSI. La Consulta dichiara infondata la questione proposta dal Tar della Calabria che...

Parafarmacie, beffa costituzionale I giudici amministrativi avevano chiesto che ci si pronunciasse sul divieto di vendere tutti i farmaci di fascia “C”, compresi quelli sottoposti a prescrizione, ma la risposta è stata: “Possono già”. E ora si punta alla Corte Europea DI

DANIELE DE JOANNON

ROMA. Doveva essere una sentenza che finalmente cancellava la “disparità” tra Farmacie e Parafarmacie, ma è andato tutto alla rovescia. La Corte Costituzionale, infatti, ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale promossa dal Tar della Calabria riguardo al divieto di vendita di tutti i farmaci di fascia “C” non a carico del servizio santitario nazionale, lasciando alle parafarmacie la possibilità di dispesare solo quelli privi di prescrizione medica. COSI’ IL TAR. La questione di costituzionalità sollevata dal Tribunale amministrativo regionale della Calabria con l’ordinanza n. 333 del 9 maggio 2012 riguardava “l’irragionevolezza, l’ingiustizia e la palese disparità di trattamento conseguenti alla esistenza di una disciplina che, in assenza di alcuna obiettiva e valida ragione, consente negli esercizi farmaceutici del tipo parafarmacia la sola vendita dei medicinali di fascia C non soggetti a prescrizione medica (e non anche, quindi, di quelli [pur] sempre “a carico” del paziente, ma soggetti a prescrizione medica)”, si legge nella memoria presentata in udienza dall’avvocato Giovanni Fabio Licata per conto della Federazione Parafarmacie. Che continua così: “Sia peraltro detto per inciso, tale limitazione manifesta una irragionevolezza ‘crescente’ proprio in quanto adesso i farmaci di fascia C soggetti a prescrizione medica (ma non anche a rimborso da parte del servizio sanitario nazionale) non hanno (più)

Davide Gullotta

un prezzo “fisso” ma, invece, sono essi stessi soggetti a delle dinamiche competitive sui prezzi all’interno del canale di distribuzione delle ‘farmacie tradizionali’”. Gli articoli violati? I parametri proposti per il giudizio di costituzionalità sono quelli di cui agli articoli 3 e 41 della Costituzione. MA LA CONSULTA... Nei fatti, i giudici hanno ritenuto la questione non fondata, perché, a detta loro, le parafarmacie posso già vendere i farmaci di fascia “C”. A spiegare meglio il paradosso è il catanese Davide Gullotta, presidente da maggio scorso della Federazione nazionale Parafarmacie italiane: «L’ordinanza riguardava la vendita dei farmaci di fascia “c” nelle parafarmacie. I giudici amministrativi

davano ragione a noi e chiedevano l’intervento ad adiuvandum riguardo alla possibilità di vendere anche i farmaci con obbligo di ricetta ma non mutuabili. Se la Corte ci avesse dato torto basandosi su motivazioni fondate, non avrei detto nulla, ma il problema - spiega - sono le motivazioni, del tutto inesistenti. LE MOTIVAZIONI. Continua Gullotta: «La Consulta cita l’articolo 32 del decreto legge 6/12/2011, ad esempio, sulla base del quale asserisce che i farmaci sono stati liberalizzati e che solo una parte resta vietata perché inserita in apposito elenco, mentre invece è l’esatto contrario. Possono infatti essere dispensati solo quei farmaci che sono inseriti in un determinato elenco predisposto dall’Aifa. Inoltre, non è vero

che esiste il principio per cui i farmaci di fascia C sono liberalizzati e che è residuale il divieto della loro vendita, perché i farmaci di fascia C soggetti a prescrizione “vendibili” sono solo una minima parte. Di fronte a ciò - incalza restiamo scioccati. Come fa la corte a sbagliare, a dire il contrario di ciò che è prevede la legge? Speriamo che il legislatore intervenga, ma, nel frattempo, non resteremo con le mani in mano: siamo pronti a rivolgerci alla Corte di Giustizia Europea». Un altro punto contestato dal presidente riguarda i presunti maggiori obblighi delle Farmacie rispetto alle Parafarmacie: «Anche questo è palesemente falso, perché le prescrizioni sono tali e quali». CHI SUBISCE E CHI NO. «Io sono rispettosa della legge, ma sono altrettanto pronta a denunciare chi la infrangerà», avverte Donatella Marchesini, parafarmacista di Messina: «Spero che nessuno dei miei colleghi faccia accordi sottobanco con le farmacie per vendere ugualmente i farmaci di fascia “C”, e che i primi a non farlo siano i titolari di farmacie che possiedono parafarmacie». Il problema evidenziato dalla dottoressa Marchesini è il seguente: una farmacia che si trova in una zona della città potrebbe dispensare farmaci attraverso una sua parafarmacia in un altro luogo o in accordo con un esercizio non di sua proprietà, fornendo poi i tagliandi: «È una pratica illegale che già ha trovato un caso ad Agrigento», racconta Gullotta. Che puntualizza: «Nella nostra associazione non è permesso l’ingresso di parafarmacie possedute dai farmacisti». RETAGGI MEDIEVALI. L’ultimo “concorsone” è stato fatto lo scorso anno, dopo di che, per chi si laurea in Farmacia, poter avere un esercizio proprio sarà impossibile: «Questo perché - spiega Gullotta - le Farmacie possono essere ereditate, e alla morte del titolare, l’erede ha un bel po’ di anni di tempo per prendere una laurea e continuare l’attività. È allucinante che, in Italia, ciò che si vince per concorso possa essere messo nel testamento come una casa!».

ALTRE STORIE

E-cig, sogno in fumo CROLLA PER LE TASSE IL MERCATO DELLE SIGARETTE ELETTRONICHE. NONOSTANTE I MEDICI LE APPROVINO La drammatica realtà dei fatti è tutta in un annuncio online: “Vendo in stock come da foto per chiusura attività 13 sigarette elettroniche, 1 pipa elettronica, piu’ di 150 liquidi di vari gusti, laccetti per sigarette, caricatori usb per auto e per casa etc….etc….insomma tutto come da foto. il prezzo è un vero affare!”. E lo è veramente: 150 euro. Nel giro di due anni, un altro simbolo della rinascita imprenditoriale (un po’ come le parafarmacie), ovvero i negozi di sigarette elettroniche, è passato dalle stelle alle stalle. Il perché?

L’ampliamento dei punti vendita (non più solo i negozi deputati), ma soprattutto le tasse. Al suo esordio sul mercato italiano, nel 2012, la e-cig aveva fatto trovare lavoro a 5.000 operatori, per lo più giovani, in 3.500 negozi, muovendo un giro d’affari da 300 milioni di euro. L’anno successivo, come si legge in una nota di Confesercenti di questo luglio, il Ministero della Salute detta disposizioni fiscali: dal 1° gennaio 2014 i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati, nonché i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, saranno assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita al pubblico. Sempre dalla stessa data, la commercializzazione dei prodotti di cui sopra è assoggettata alla preventiva autorizzazione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Le

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conseguenze? La chiusura, a fine 2013, del 35/40% degli esercizi commerciali ed i conseguenti licenziamenti. Allo stato attuale, la Fiesel e la Assifel stanno facendo pressing sul governo perché venga rivista tutta la tassazione. Già ad aprile, però, con una lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la Lega Italiana Anti Fumo aveva perorato la causa delle sigarette elettroniche per i loro benefici, tracciati da Riccardo Polosa, direttore scientifico di Liaf e docente di Medicina Interna a Catania: «Le due forme di assunzione (normale ed elettronica, ndr) non sono affatto comparabili. Studi tossicologici mostrano che le cellule trattate con vapore di sigaretta elettronica non presentano alterazioni morfologiche. Parificare i due prodotti è irresponsabile e poco etico». Ovvero, andrebbero aumentate le tasse sulle sigarette normali e alleggerite quelle sulle e-cig.


sicilia

Da sinisra Angelo Giunta, la figlia Valentina e la moglie,

nonché titolare della ditta, Giovanna Rita Salmeri

BUROCRAZIA MALATA. Il fiore all’occhiello del divertimento non autorizzato

Oliveri, non gioco più La famiglia Salmeri non presenta in tempo le richieste perchè in quel periodo subisce alcune estorsioni. Si perde così un punto di riferimento per vacanzieri e bambini. Il sindaco: «Mi dispiace» DI PAMELA

ARENA

OLIVERI. Niente Luna Park per vacanzieri e turisti. Ad impedirlo la mancanza di autorizzazioni poiché, secondo la Commissione comunale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, mancherebbero alcuni requisiti. Dal 1998 la ditta Rita Salmeri era un’attrazione per i turisti, giovani e meno giovani, che nelle sere d’estate si recavano al Baby Park presente sul lungomare di Oliveri. “Secondo quanto disposto dall’articolo 4 del D.M. del 18 maggio 2007 sulle norme di sicurezza per le attività di spettacolo viaggiante – dichiara Giovanna Salmeri, titolare della ditta - ogni attrazione doveva avere un codice identificativo e la domanda doveva essere inoltrata entro la fine di dicembre del 2009. Purtroppo, però, in quel periodo in cui era prevista la scadenza, siamo stati vittime di tentativi di estorsione e abbiamo dimenticato di fare la richiesta”. La signora Salmeri si riferisce alle minacce ricevute dalla famiglia mafiosa barcellonese e da una delle tante propaggini, quella dei “mazzarroti”, che si era conclusa con l’operazione “Luna Park” e l’arresto di Enrico Fumia, già coinvolto nel maxiprocesso “Mare Nostrum”. “Anche se in ritardo – continua il marito, Angelo Giunta- abbiamo presentato la domanda a dicembre dell’anno successivo, e dopo una prima valutazione, la Commissione comunale di vigilanza ci ha chiesto di specificare, con una nuova istanza, se la nostra era un’attività esistente o una nuova attrazione. Nella successiva richiesta, come consigliatoci dal comune, abbiamo indicato che si trattava di una

nuova attrazione, anche se in realtà svolgiamo quest’attività dal novembre del 1998. Successivamente, la Commissione Comunale di Vigilanza ci chiese un’altra integrazione – continua Giunta – e, durante la riunione dello scorso 29 aprile, oltre a dichiarare di essere a conoscenza che la nostra è un’attività esistente, ci avvisa di non potere procedere all’assegnazione del codice identificativo perché riscontrava la mancanza del manuale d’uso e manutenzione redatto dal costruttore della stessa attività e della dichiarazione di conformità della casa costruttrice”. Documenti che, secondo il signor Giunta, la Commissione non avrebbe dovuto chiedere proprio perché si tratta di un’attività esistente. “In virtù di questa consapevolezza - continua - avrebbero dovuto chiederci altra documentazione sottoscritta da tecnico abilitato o da organismo di certificazione, tra l’atro già agli atti del comune. Inoltre – continua Giunta – lo scorso 6 giugno, la Commissione si riunisce ancora e se da una parte richiede sempre la stessa documentazione, dall’altra, nel caso in cui facessimo riferimento ad attività già esistente, ci ricorda che la nostra domanda è stata presentata in ritardo. Inutilmente abbiamo evidenziato che la Commissione non ha tenuto conto degli effetti della nuova normativa, (l’articolo 6 comma 1 del D.M. del 13 dicembre 2012) che prevede per ‘i gestori delle attività di spettacolo viaggiante già esistenti prima del 2007, che non hanno chiesto la registrazione e il codice nei tempi previsti dal medesimo decreto, che possono, in via transitoria, presentare

nuova istanza entro il giugno 2013. E noi, avendo presentato la domanda nel 2010 rientriamo abbondantemente nei termini. Ma ad oggi ancora nulla”. Intanto, l’11 luglio scorso, interviene anche l’associazione Anesvagis (Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti), nella persona del segretario nazionale, dottor Maurizio Crisanti che, con una lettera indirizzata al sindaco Michele Pino, richiama la normativa vigente, evidenziando che “essendo le attrazioni già in uso è sufficiente che la documentazione sia fornita a cura di un professionista abilitato”. Pertanto Crisanti invita l’amministrazione a procedere all’assegnazione del codice identificativo sulla scorta della documentazione presentata, secondo una prassi adottata da tutti i comuni italiani. Ma tutto resta fermo e a complicare la situazione

Uno dei tappeti elastici recentemente tagliati

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potrebbe essere anche una delibera di giunta del 24 settembre 2012 in cui si evince la volontà dell’amministrazione di adibire l’area in cui sono presenti i giochi al libero utilizzo da parte degli alunni che si trovano delle scuole vicine. “A causa di questa delibera – continua il signor Giunta – lo scorso anno è stato difficile per noi ottenere dal Demanio la concessione per aprire il Beby Park e quest’anno, invece, non ci è assolutamente permesso di lavorare!” Ma oltre al danno la beffa. Lo scorso 15 luglio, infatti, sono stati tagliati ben 4 tappeti elastici rendendoli completamente inutilizzabili “ Non ho avuto problemi con nessuno – dichiara la titolare della ditta nella querela contro ignoti fatta il giorno successivo alla scoperta -, né ricevuto richieste estorsive negli ultimi anni, anche perché, non lavorando, non avrebbe avuto senso. Comunque mi sembra di rivivere lo stesso incubo di cinque anni fa”. A dichiarare di essere dispiaciuto per la vicenda è lo stesso sindaco Pino che evidenzia come il problema della chiusura dei giochi non dipenda dalla propria volontà: “Purtroppo, la titolare della ditta è stata consigliata male perché, oltre a scrivere nelle richieste che si trattava di attrazioni nuove, per ben due volte non ha presentato nei termini la relativa domanda per ottenere i codici – afferma Pino -. Inoltre, il D.M. del 13 dicembre 2012 a cui fanno riferimento, rappresentava una “riapertura dei termini” per presentare la domanda, ma non ha valore retroattivo. Tengo a precisare che l’apertura del Baby Park è anche interesse dell’amministrazione visto che rappresenta un importante richiamo per numerosi turisti. Mi preoccupa, invece, che oggi quest’area sia incustodita perché temo che qualcuno vi possa entrare e farsi male. Infatti – conclude Pino – proprio per evitare che diventino un pericolo alla pubblica incolumità, con la delibera di giunta del 24 settembre 2012 abbiamo chiesto alla Regione di poter destinare questi spazi, solo nel periodo invernale, ad uso scolastico”.


25 Luglio 2014

sicilia

Il prospetto della fabbrica di agrumi. In alto Sandra Raluca eVincenzo Chillemi

AMBIENTE. Petizione popolare sui cattivi odori nell’area in cui sorge una azienda agrumaria

Furci, c’è qualcosa nell’aria La “Stracuzzi e Misitano” al centro di malumori per i miasmi che ammorbano il cuore del paese. Ma la presenza di sostanze tossiche e nocive è da escludere. Le denuncie incrociate DI

GIUSEPPE PISTONE

FURCI SICULO. Querele, interrogazioni ed una petizione popolare di solidarietà che spacca in due l’amministrazione comunale. Sotto accusa canne fumarie, scarichi e falde acquifere dell’industria agrumicola. Monta la protesta popolare. E’ bastata un’interpellanza consiliare a firma del consigliere di maggioranza, Raluca Sandra, contro “l’inquinamento odorigeno” a scatenare in paese una vera e propria protesta. E si fa alta la tensione tra gli abitanti che chiedono di sapere se gli “odori pungenti” legati alla presenza di una fabbrica di lavorazione agrumicola, in pieno centro cittadino, abbiano un’eventuale natura tossica. Intanto c’è chi denuncia da mesi stati di malessere, manifestando difficoltà alle vie respiratorie e irritazione agli occhi. “Ho chiesto un provvedimento urgente scrivendo all’Arpa, all’Asl, al sindaco e all’assessore all’ambiente del comune di Furci e vengo querelata dai proprietari per procurato allarme. Non posso chiudere gli occhi ed il naso – spiega la battagliera consigliere, Raluca Sandra. Andrò fino in fondo in questa vicenda. Voglio sapere tutta la verità. Ho esercitato solo il mio diritto di consigliere comunale – incalza il politico”. Ma intanto dall’azienda “Stracuzzi e Misitano” where citrus is of the essenze”, specializzata in essenze, succhi e aromi, fanno sapere che non c’è alcun pericolo di inquinamento atmosferico. "L'attività

risponde ai più alti requisiti qualificatori di sicurezza ambientale". Sulla stessa scia anche il primo cittadino Sebastiano Foti. “Esiste solo un problema di “fastidi olfattivi” innocui che va risolto. Stiamo predisponendo delle ispezioni video guidate per verificare eventuale infiltrazione nelle acque reflue. Vi prego non create allarmismi inutili”. Rischia così di finire nelle aule del tribunale la vicenda legata agli odori pungenti che si sprigionano da qualche tempo da una fabbrica in pieno centro cittadino. Una vicenda che ha aperto un vero e proprio dibattito in paese. L’azienda ha un indotto occupazionale di ben 40 unità ed è il fiore all’occhiello della riviera jonica messinese. “Non è possibile che un’azienda che spreme agrumi, possa nuocere alla salute” – chiarisce Alessandro Niosi, il quale riveste il doppio ruolo di assessore comunale e dipendente della “Misitano & Stracuzzi” Spa. “La nostra non è un’industria chimica – puntualizza il lavoratore - ma alimentare. E’ stato sollevato un polverone inutile”. Intanto i titolari dell’azienda al momento si sono trincerati dietro un religioso silenzio. E fanno sapere che a breve spiegheranno, in un incontro pubblico, i meccanismi di lavorazione del ciclo produttivo, rassicurando i cittadini che non esiste alcun pericolo per la salute pubblica. “La nostra società ha chiesto ed ottenuto le più importanti certificazioni di qualità internazionali, tra cui il certificato Kosher e la recente

certificazione ambientale ISO 14001 – si legge sul loro sito web. L’azienda è una delle più tradizionali all'interno del settore dell'industria dei derivati agrumari in Italia. Dai primi anni del XX secolo – si legge ancora - i nostri prodotti vengono utilizzati dall’industria alimentare, profumiera, cosmetica e farmaceutica di tutto il mondo”. A scatenare la polemica è stata un’interpellanza consiliare presentata da Raluca Sandra, la quale ha chiesto, attraverso una nota protocollata il 14 luglio, all’ amministrazione comunale, Arpa e Asp di Messina di eseguire i dovuti controlli, per appurare le origini di questi odori. “Presi contatti con esperti

nel settore – si legge in una nota dell’azienda – è esclusa la presenza si sostanze tossico-nocive emesse dall’industria, che utilizza come materie prime gli agrumi, riconosciuti per le proprietà nutritive”. I dirigenti dell’azienda attraverso il proprio legale, Isabella Barone, hanno così annunciato di esporre una querela nei confronti del consigliere Sandra per i contenuti dell’interpellanza. Sull’argomento è intervenuto il gruppo consiliare di minoranza che “esprime solidarietà nei confronti di Raluca Sandra. E’ incontestabile – si legge nella nota firmata da Rigano, Vita, Cocuccio, Trimarchi e Moschella - ed evidente a tutti che odori nauseabondi pervadono costantemente le abitazioni e le aree limitrofe alla fabbrica ubicata in pieno centro del nostro paese… I cittadini di Furci attendono delle risposte”. A fronte di tutto ciò, anche il gruppo consiliare di maggioranza, ritenendo eccessiva e inappropriata la suddetta azione, esprime piena solidarietà. Un centinaio le firme raccolte per la petizione popolare in difesa dell’ambiente, in cui si chiede di verificare le condizioni di salubrità nell’area adiacente la fabbrica. Ma intanto c’è chi denuncia stati di malessere, come il primo firmatario, Vincenzo Chillemi di 69 anni. “La settimana scorsa ho accusato degli stati di spossatezza in seguito a dei cattivi odori, abitando in Via dell’Arco, dirimpetto la fabbrica. “Non voglio sfrattare, né accusare nessuno, ma voglio sapere di che natura sono questi “odori” che respiriamo? “Una sera ho accusato dei bruciori alle vie respiratorie – racconta invece Giuseppe, che preferisce rimanere nell’anonimato. Sono dovuto ricorrere all’uso del cortisone, dopo aver attraversato, nelle ore notturne, le vie del paese, in seguito ad un fetore pungente alla gola, racconta un altro dei firmatari. Qualcosa c’è nell’aria nella zona centrale di Via IV Novembre. Gli organi competenti facciano le giuste verifiche”.

DISTRETTO AGRUMI SICILIA

20% frutta in aranciate, parere favorevole CATANIA. “Le categorie agricole siciliane hanno espresso parere favorevole al Senato sull’aumento della percentuale di frutta nelle aranciate (che dall’attuale 12% passerebbe al 20): il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia ribadisce che, per valorizzare la produzione agrumicola siciliana, e’ necessario lavorare a un accordo di filiera fra produttori e industriali ed evitare tensioni nel comparto”. E’ il commento di Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, al termine dell’audizione in Commissione Agricoltura del Senato dove e’ stata convocata per fornire tutti gli elementi necessari al varo della legge, gia’ approvata dalla Camera dei Deputati, e attualmente in discussione a Palazzo Madama. La normativa in questione, all’art. 18, obbliga i produttori di bevande al succo di arancia a utilizzare non più il 12% minimo di frutta (in base a una legge del 1958), ma di elevarne la percentuale fino al 20 utilizzando arance prodotte e vendute in Italia.

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25 Luglio 2014

sicilia ROCCALUMERA. La testimonianza di un ingegnere su come funziona la caccia ai fondi europei

Un progetto... con gli asini Una gara d’appalto nella splendida frazione di Allume tra ignoranze, impicci burocratici e leggerezze diventa simbolo grottesco di una Sicilia che spreca e non sa investire nel proprio futuro DI

ACHILLE BARATTA*

MESSINA. Uno scritto-denunzia documentato è sempre di difficile lettura. Noi siciliani da secoli andiamo “all’acqua cu u panaru”, ma oggi non è possibile perdere l’ultimo treno dei finanziamenti europei trastullandoci con i nostri interessi personali o di cosca. A Roccalumera, Comune del messinese, su mia richiesta vengo invitato ad una gara di progettazione e direzione lavori per la qualificazione urbana dell’incantevole frazione Allume; la denominazione le viene dalla storiche cave di allume, oggi definitivamente chiuse. Alla data prefissata per la gara il Rup non si presenta, tra i partecipanti il solo ad essere presente, dopo una riconvocazione in cui la gara viene gestita dal Capo Area, il Rup presente, anche questa volta nessuno degli altri partecipanti presenti mi aggiudico la gara. Vengo convocato d’urgenza perché occorre provvedere al progetto definitivo entro venti giorni. Mi viene consegnata l’unica copia del progetto esecutivo per andare a farmi le fotocopie alla copisteria dopo incontro col Rup e con l’assessore nel giorno in cui facevo eseguire i rilievi necessari, in considerazione che il progetto di riferimento mancava di attendibilità e di approvazioni. In questa occasione lamentavo che detto progetto aveva molte previsioni fuori prezziario che tendevano alle forniture con nome e cognome, in particolare i lumi artistici in ghisa erano quotate intorno a 15.000 euro. Dopo una telefonata al mio cellulare col numero esposto, in cui il mio interlocutore si dichiarava disponibile a consegnarmi i relativi particolari costruttivi per inserirli nel progetto e, quindi, nel contratto di appalto. Di questo illecito davo comunicazione all’ente appaltante senza nessun riscontro. Nonostante le richieste scritte di variazioni a progetto presentato, riuscivo a rimodularlo e a presentarlo completo di tutte le approvazioni in modi di dare modo al Comune di Roccalumera di approvarlo e presentare richiesta di finanziamento definitivo all’assessorato al Turismo. Ad approvazione avvenuta, il Capo Area mi faceva presente che la Soprintendenza in giornata aveva ricevuto una seconda richiesta e aveva espresso parere favorevole a condizione che un muro dell’altezza notevole all’ingresso della frazione Allume, fosse rivestito con pietrame dello spesso spessore di almeno cm. 15. Mi adopero per evidenziare l’anomalia che toglieva al progetto la mancata cantierabilità e ottenevo dalla Soprintendenza dopo un notevole lasso di tempo l’autorizzazione

Uno scorcio della frazione Allume di Roccalumera

a rivestire il muro con piastrelle di ceramica siciliana di cm. 3, ripetendo elementi modulari progettati in modo da essere assemblati e formare un decoro che si adeguasse a tutto il muro a mo’ di pannello. La soluzione non viene approvata dal Rup che convoca un tavolo tecnico dove si insiste sul rivestimento. La prima soluzione in pietra di Comiso e mi viene chiesta la campionatura e un numero infinito di soluzioni anche dei pannelli che a dire dei componenti, pur essendo tra le somme a disposizione dell’amministrazione, dovevano essere integrati in un progetto generale. Il tavolo rotondo dopo la presentazione degli allegati si blocca e con esso tutto l’iter progettuale. Essendomi recato presso la cava indicatami, in Comiso, scopro che i rivenditori sono tanti ma la cava è unica: un’altra fornitura col nome e cognome. Ma la situazione statica del muro e dei fabbricati che si trovano agli stessi, vistosamente lesionati e nonostante l’assoluta non partecipazione dell’Amministrazione comunale, effettuo la verifica del pendio con risultati che denunziano pericolosità del contesto. L’assessorato al Turismo prende atto delle mie perplessità e scrive che il rivestimento del muro deve essere escluso. Alle mille soluzioni d’arredo urbano con asini in ferro e farfalle in ferro battuto, l’Amministrazione decide che occorre utilizzare i risparmi per asfaltare le strade, altra fornitura con nome e cognome. Poi, così come dalle contestazioni per iscritto alla soluzione di “piazzetta” all’ingresso della frazione in zona di rispetto, essendo intervenuto il

Nuovo Codice della Strada, ne contesto la validità facendo presente che la destinazione urbanistica è un atto dovuto solo ed esclusivamente dall’Amministrazione, che nel caso era stata dichiarata e che in ogni caso occorreva aggiornare la dichiarazione perché costituiva violazione della pubblica incolumità essendo, tra l’altro, a ridosso di una curva senza visibilità. Poi ero costretto a rivolgermi al Genio Civile di Messina per far rilevare che il torrente Allume in prossimità della passerella in legno non più pedonale non venivano rispettate le condizioni idrauliche; anche in questo caso l’ufficio prescriveva le condizioni per la salvaguardia della incolumità pubblica.

Dopo mille rifiuti e mille non risposte, finalmente l’Amministrazione approvava l’ultima, la quinta soluzione e otteneva il finanziamento e procedeva all’aggiudicazione provvisoria della gara dei lavori. Ultima novità: i finanziamenti europei sono soggetti anch’essi all’approvazione del bilancio regionale, quindi non sono disponibili e il progetto non si paga e tutto è stato fatto senza copertura economica. Sembra una favola, ma è la favola della nostra Sicilia, la tragedia dei siciliani e della nostra buttanissima Sicilia. Ma dove andiamo e dove vogliamo andare? L’unica speranza di rilancio turistico giocata da un insieme di progetti copiaincolla che contrastano tutti con le leggi dello Stato e dello Statuto Speciale. Un rivolo infinito di stazioni appaltanti in cui sono assolutamente vietati i scecchi di ferro e occorre guardarsi e limitare le farfalle, potrebbero mordere, la Soprintendenza per approvare dieci ha impiegato quattro mesi. Mi sento tanto come il carabiniere di Oppido Mamertina che passerà i guai perché ha dichiarato quello che da secoli tutti fanno in nome delle nostre Madonne, che sono tante e costano solo in Sicilia una barca di soldi e poi gira, gira va a finire sempre allo stesso posto. U scecco di ferru avi a manciari, allura mori. Noi amiamo gli animali, meno gli uomini, poi i progettisti che dicono di essere onesti e non vogliono rubare per gli altri vanno messi al confino e non sono degni di risposta, perché sono cornuti e abietti, in ogni caso rompiballe a tutti i livelli; anche le istituzioni ritengono che è meglio non denunziare. La denunzia è vista come un’aggressione e non come un diritto, a nui cu nu fa fari? Ma noi, veramente, vogliamo rilanciare il turismo con i lampioni di ghisa, asfaltando le strade, rifacendo i marciapiedi e mettendo un’infinità di sedili, di fioriere e di cestini portarifiuti asportabili, rivestendo di pietre di Comiso i nostri muri che sono destinati a cadere? Progettiamo per attentare all’incolumità pubblica, tanto, poi quella con i morti è quella che produce e alimenta il ciclo. L’unica nostra vera speranza: l’emergenza. * ingegnere progettista

DENUNCE

Fondi europei, questi sconosciuti MESSINA. Progettando con le farfalle e gli asini da Roccalumera ad Allume. E’ il titolo del nuovo scritto” di Achille Baratta, poliedrico ingegnere, noto anche come artista con lo pseudonimo Aldobrando, che non perde - nonostante l’età - la voglia di fare. E di denunciare - come scrive nella presentazione l’ingegnere Maria Scalisi - una società omertosa che non risponde al suo progettista, che va oltre gli scritti del Presidente del Senato Grasso e di Pietrangelo Buttafuoco nella sua buttanissima Sicilia per diventare la cronaca giornaliera scritta di una guerra progettuale e, quindi, il tema di una Sicilia traviata che non utilizza i finanziamenti europei o, nel migliore dei casi, va fuori liquefacendo il ritorno economico che è il fondamento stesso e lo scopo dei finanziamenti che non possono solo essere esclusivo campo di battaglia della politica che li usa solo nell’ottica che gli è propria, distruggendo o facendo distruggere il tema della corretta progettazione.

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25 Luglio 2014

sicilia

AMBIENTE. Monito di Goletta dei Laghi dopo la bocciatura sulle coste siciliane

Depurate gente depurate L’esperto D'Angelis in commissione ambiente: siamo tra ultimi in Europa per gli impianti di filtraggio e scarichi. Solo in Sicilia un miliardo di euro stanziati e non spesi per le fogne MESSINA. “Chiediamo alla Regione di farsi promotrice di un’azione coordinata di monitoraggio, salvaguardia e valorizzazione di tutti i nostri specchi d’acqua, a partire dai laghi naturali, spesso poco conosciuti dagli stessi cittadini siciliani e trascurati dalle autorità competenti, nonostante la

Erasmo D’Angelis

valenza naturalistica”. E’ la richiesta avanzata da Legambiente all’incontro con l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente Maria Rita Sgarlata in occasione del passaggio sull’isola della Goletta dei Laghi. Al centro del confronto il punto sullo stato attuale e la gestione futura dei laghi Soprano a Serradifalco, Ganzirri e Faro a Messina, Pergusa ad Enna. Specchi d’acqua che fanno parte di riserve naturali e sono inseriti in aree di Siti di Interesse Comunitario o in Zone di Protezione Speciale ma che soffrono di diversi problemi. Già nei giorni scorsi Legambiente ha assegnato alla Regione la bandiera nera per la mancata redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo e per la mancata tutela del patrimonio naturale presente sulle nostre spiagge, dopo il monitoraggio realizzato col contributo del Coou, consorzio obbligatorio degli oli usati. Ne è emerso che oltre il 60 per

cento dei punti analizzati lungo le coste siciliane non superano l'esame: 16 i prelievi che hanno restituito un giudizio di "fortemente inquinato" e "inquinato" rispetto ai 26 realizzati in totale. L'istantanea regionale sulle acque costiere dell'equipe tecnica della Goletta Verde è impietosa. Anche perchè al danno si aggiunge la beffa: non solo persistono evidenti problemi nel sistema depurativo siciliano - dice Legambiente- ma i soldi da tempo disponibili e messi a disposizione dal Fondo di Sviluppo e Coesione per adeguare rete fognaria e gli impianti di depurazione (circa un miliardo di euro) rischiano di andare perduti per la mancata progettazione da parte degli enti preposti. Tutto questo mentre anche l'Unione Europea ci chiede di fare presto: la nuova procedura di infrazione arrivata nei mesi scorsi coinvolge 175 agglomerati urbani siciliani, classificando la Sicilia tra le regioni

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sicilia

25 Luglio 2014

LA SCHEDA

Il Mediterraneo? Un mare di petrolio ROMA. Il Mare Nostrum è il più contaminato al mondo dal petrolio, 38 milligrammi per metro cubo, tanti sono gli idrocarburi nelle acque del Mediterraneo. Numeri che rischiano di aggravarsi sotto la pressione quotidiana del 20% di tutto il traffico mondiale di prodotti petroliferi e dal transito di 2.000 traghetti, 1.500 cargo e 2.000 imbarcazioni commerciali, di cui 300 navi cisterna. Sono questi i numeri ricordati oggi dalla Goletta Verde Straordinaria -l'edizione speciale della campagna di Legambiente che seguirà l'ultimo viaggio della Costa Concordia con tappe quotidiane per raccontare criticità ed eccellenze dei luoghi interessati dall'operazione. Lo sversamento di idrocarburi e' un fenomeno drammatico, come emerge anche dai dati di Unep Map, il programma delle Nazioni Unite per la tutela del Mediterraneo, ogni anno finiscono in questo bacino, e in parte anche sulle coste, oltre 100 mila tonnellate di greggio. "Per avere un termine di paragone, basti pensare che la quantità d'idrocarburi dispersa in mare a seguito dell'incidente della petroliera Haven, avvenuto in Liguria nel 1991, è stata di circa 140 mila tonnellate", spiega Legambiente, che poi sottolinea come i responsabili del disastro ambientale, al di là dei grandi incidenti, restano sempre le pratiche illegali diffuse:"attività di routine, come lo scarico delle acque di zavorra, lo scarico dei residui del lavaggio delle cisterne, dei fanghi e delle acque di sentina, che vengono praticate illecitamente al largo delle coste". Pratiche molto diffuse come dimostrano anche gli interventi delle capitanerie di porto che da inizio 2014 hanno portato al sequestro di numerose motonavi di bandiera di diversi paesi del mondo. "L'aumento dei reati negli ultimi due anni del 7,3% è frutto dell'attività di contrasto svolta dalle forze dell'ordine e dalle capitanerie di porto ma, allo stesso tempo, rappresenta un segnale preoccupante della recrudescenza delle attività illecite in un periodo di crisi economica, dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente. Ma oltre ai pericoli legati al traffico marittimo e agli illeciti ambientali, il mare italiano è esposto anche al rischio derivante dalle attività di estrazione di petrolio. "Nel mare italiano sono già attive 9 piattaforme e 68 pozzi petroliferi e nei prossimi anni il loro numero potrebbe ulteriormente crescere che rischierebbero di trasformare il nostro mare in una distesa di piattaforme petrolifere, sottoponendo le coste al pericolo marea nera", spiega Legambiente.

peggiori e con il maggior numero di "anomalie" per trattamento dei reflui. Legambiente, così come già fatto lo scorso anno, chiede, dunque, a Regione e amministrazioni locali di adoperarsi subito alla programmazione economica degli investimenti, sfruttando l'occasione offerta dai fondi Cipe tutelando così uno dei più importanti patrimoni di questa terra: il mare e il sistema fluviale. Sull’argomento è intervenuto anche Erasmo D'Angelis, coordinatore della struttura di missione presso la presidenza del Consiglio contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, nel corso dell'audizione in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati: "Rispetto al parametro della mancata

depurazione degli scarichi siamo tra i peggiori Paesi dell'area Ue. Eppure, solo in Sicilia, ci sono oltre un miliardo di euro per la depurazione delle acque disponibili, ovvero stanziati ma ancora mai spesi". Secondo l'esperto, chiamato a coordinare gli interventi idrogeologici e idraulici nel nostro Paese e a facilitare lo sblocco dei tanti cantieri mai partiti, il problema legato alle opere idrauliche e fognarie, non deriva solo dalla mancanza di fondi. "E' clamoroso e significativo - ha spiegato nel corso dell'audizione - il caso della Delibera Cipe 60/2012 che ha stanziato 1.6 miliardi di euro per le Regioni del Sud. Avrebbero dovuto essere impiegati per finanziare 183 progetti di opere urgenti di fognature, ma la maggior parte ancora non sono stati messi in cantiere".

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25 Luglio 2014

sicilia IN CIFRE

Ma i donatori diminuiscono

SANITA’. All’ospedale di Messina il primato di un trapianto con l’Heartware

Cuore matto, ci pensa il Papardo L’orgoglio del direttore generale Gullo per l’impianto riservato ai pazienti con scompenso cardiaco che permette di intervenire senza fermare il battito ed evitando l’apertura dello sterno. La testimonianza DI

EMANUELA GIORGIANNI

MESSINA. Un evento rivoluzionario finalizzato al cambiamento, al futuro. Un caso straordinario che si vorrebbe far diventare, però, una routine, come afferma Michele Gullo, direttore generale dell’azienda ospedaliera Piemonte-Papardo. L’equipe di Francesco Patanè, primario di cardiochirurgia del Papardo, il 18 luglio a Messina, ha comunicato ufficialmente la notizia: al Papardo è stato compiuto, pochi giorni fa, con grande successo, il primo trapianto di cuore artificiale. È la prima volta che un intervento del genere avviene nel meridione, grazie ad un apparecchio chiamato heartware che, con un peso di solo 150 grammi, è il migliore impianto che ci sia sul mercato. “L’intervento è riservato ai pazienti in scompenso cardiaco che non rispondono più alle terapie e necessitano di un cuore nuovo – spiega il dottore Patanè - non è possibile fare un trapianto ai pazienti d’età maggiore ai sessant’anni, perciò si stanno sempre più sviluppando questi interventi di cuore artificiale. Il nostro paziente ha settant’anni e gli era stata data un’aspettativa relativa di vita poco superiore a un anno”. Il grande successo di questo tipo di trapianto sta nel fatto che tutti gli altri interventi vengono eseguiti aprendo

completamente lo sterno, con l’ausilio della respirazione extracorporea e fermando il cuore. “Noi invece continua Patanè - abbiamo realizzato il tutto senza aprire completamente lo sterno, senza fermare il cuore e senza circolazione extracorporea, come se il cuore battesse regolarmente. Questo comporta un minore rischio di sanguinamento, e la ripresa immediata del paziente”. Esattamente trenta minuti dopo l’ ultimo punto di sutura della cute, infatti, Tanino Sutera, primario anestesista, ha permesso di svegliare il paziente, il quale, dopo due ore già parlava con i suoi cari. Sutera nota con soddisfazione come non sia stata riscontrata nessuna complicanza e come, anzi, al momento del risveglio, il paziente abbia affermato: “Prima avevo il motore di un cinquecento rotta, ora ho il motore di una Ferrari. Mi sento un leone.” Un grande successo e una grande soddisfazione, che non ci sarebbero stati senza la collaborazione di tutta l’equipe. Un team eccellente tra cui vanno citati anche l’anestesista Mastromauro, anestesista, e il cardiochirugo Sansone. Il dottore Gullo precisa che bisogna far sì che le strutture ospedaliere “perdano in coda, ma acquistino in testa”. Bisogna cioè abbandonare gli interventi di scarsa complessità, per attenzionare quelli molto più

complessi, in grado di ridare speranza e certezze ai pazienti. La pompa ha il prezzo di 120 mila euro, in tutto l’intervento ne è venuto a costare 200 mila, e ne sono stati rimborsati dalla regione solo 50 mila. Un evento del genere deve smettere di essere qualcosa di straordinario, per far ciò è necessario l’intervento della regione e del ministero. Ci sarebbe già un altro paziente. Ma non si può lottare per un solo dispositivo, bisogna entrare nel contesto nazionale.

Un momento della presentazione al Papardo

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PALERMO. Diminuiscono le donazioni di organi in Sicilia. Il picco negativo è del 30%: a lanciare l’allarme poche settimane fa è stata l’associazione per i trapianti Astrafe. I dati descrivono una radicale inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni: nel 2010 le donazioni erano state 43, 55 nel 2011, 65 nel 2012. Lo scorso anno erano state 50, nel 2014 invece, sono state soltanto 19. La diretta conseguenza è l’allungamento a dismisura delle liste di attesa: in Sicilia 500 persone attendono un rene, più di cento un fegato. Nonostante le campagne di informazione e sensibilizzazione, aumentano infatti i “no”. I consensi agli espianti di organo nel 2012 erano il 36 per cento, adesso due possibili donatori su tre rifiutano. Nel 2013 si è rifiutato il 45 per cento. Nel 2014 il 59%. L’aumento delle donazioni è obiettivo annunciato dall’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, che presto convocherà i nuovi manager degli ospedali siciliani. I dati negativi vengono confermati anche dal Centro regionale Trapianti. In lista d’ attesa per un rene ci sono 123 persone al Civico di Palermo, 202 al Policlinico di Catania e 173 all’ Ismett di Palermo. Per un cuore sono 15 all’Ismett e 10 al Ferrarotto di Catania. Per il fegato sono 98 all’ Ismett. La struttura dove quest’ anno finora si sono effettuti trapianti è l’ Ismett, con 42 casi. Poi il Civico di Palermo con 29 interventi. Il rischio è che i pazienti siciliani siano costretti ad estenuanti viaggi della speranza fuori dalla propria regione nel tentativo di salvarsi.


25 Luglio 2014

economia ULTIMATUM. Il presidente della Cna pronto a una class-action contro la Regione insolvente

LA SCHEDA

Artigiani, Filippello va alla guerra

L’esercito dei 30 mila

L’avvertimento è giunto dopo la bocciatura in Commissione Bilancio all’Ars dell’emendamento che prevedeva il pagamento agli affiliati dopo anni: «Si continua a tutelare soltanto il precariato» PALERMO. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la bocciatura, da parte della commissione Bilancio dell’Ars (tanto il governo quanto i deputati), dell’emendamento che prevedeva il pagamento del contributo agli artigiani, seppur con anni di ritardo. Per questo, a meno che «il parlamento ripari a questo ulteriore danno e voti un emendamento in aula, le migliaia di imprese artigiane interessate saranno costrette a ricorrere ad una ‘class-action’: perché una Regione che non rispetta le sentenze dei tribunali, è una Regione nella quale non vi è legalità». A dettare l’ultimatum è Mario Filippello, segretario regionale della Cna (Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) siciliana. Che snocciola qualche dato: «In Sicilia nei primi sei mesi del 2014 si sono persi nelle sole imprese artigiane quasi 4.000 addetti, ma governo e deputati sembrano non accorgersene e nella manovra-ter continuano a tutelare precariato e assistenzialismo. In base agli ultimi dati delle nove Camere di Commercio della Sicilia - aggiunge - le imprese artigiane passano da 80.115 a 78.488: in totale 1.727 imprese cancellate. Considerando che ognuna conta in media 1,5 dipendenti, se a questi si sommano i titolari, si arriva a circa 4.000 persone a che escono dal mercato del lavoro, silenziosamente, senza interesse della

La Cna Sicilia conta oltre 30.000 iscritti, di cui 17.700 abbinati Inps e circa 13.300 in regime di tesseramento diretto in quanto piccole e medie imprese. La struttura regionale è articolata in 9 associazioni provinciali e dispone di 185 sedi comunali. Venti sono gli enti e le società collegate alla Cna Sicilia, il livello verticale del sistema è assicurato dalle Unioni regionali di settore. L’attività della Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresana da alcuni anni ha assunto il ruolo di progettazione e realizzazione di progetti a dimensione regionale per lo sviluppo di artigianato e Pmi. contributo previsto dalla Regione non è mai arrivato nonostante una legge regionale, una sentenza della Corte di Cassazione sull’ammissibilità del contributo e una sentenza della Corte di Giustizia Europea, che hanno sancito il diritto irrinunciabile delle imprese».

Mario Filippello

classe politica, della stampa o dell’opinione pubblica». Per il segretario, l’esame della manovra è emblematica: «Si continua a tutelare lavoro improduttivo e assistenzialismo, mentre le imprese chiudono anche a causa del fatto che la Regione non eroga i contributi previsti dalle sue stesse leggi. Un caso emblematico è quello dei lavoratori assunti con contratto di formazione lavoro in base all’articolo 10 della legge regionale 27 del 1991: il

LA SCHEDA

«La burocrazia uccide», Scimeca ritira il film La pellicola dedicata a Conte non debutta al Festival di Venezia per protesta contro la Regione PALERMO. ''La burocrazia uccide'' dice sconsolato Pasquale Scimeca. Il suo film, dedicato ad un san Francesco dei nostri giorni, Biagio Conte, per tutti a Palermo fratel Biagio, una vita per i poveri e tra i poveri, era stato selezionato da Alberto Barbera per il concorso di Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia. Ma non ci sarà. ''Ho scritto a Barbera ringraziandolo, purtroppo il film non è completato nella post produzione. Siamo in attesa di ricevere i 160 mila euro, un terzo del costo del film, dalla Regione Sicilia: il decreto della Film Commission è firmato ma il finanziamento non arriva, bloccato da un cavillo burocratico dalla Ragioneria e di cui da marzo chiediamo motivo'', dice il regista siciliano di Malavoglia e Placido Rizzotto. Il caso è esemplare: ''la burocrazia ferma non solo un'opera d'arte ma una produzione che ha dato lavoro a 52 persone qui in Sicilia, una piccola boccata d'ossigeno in una terra dove oltre il 42% sono disoccupati. Noi non abbiamo più un euro per finire suono, missaggio e editing e parliamo di un film a basso budget e la cosa pazzesca è che non si capiscono i motivi. Venezia sarebbe stata una vetrina grande e importante anche per far conoscere la storia di questa persona, Biagio Conte, che ha fatto una scelta radicale, aiutare i poveri dei nostri tempi, una scelta rivoluzionaria nella società che definisce valori soldi e consumismo''. Venezia a parte se non arrivano i fondi regionali il film non potrà vedere luce, ''non sono più i tempi per ottenere crediti dai laboratori, hanno preso Pasquale Scimeca troppi bidoni e non è neppure giusto provarci'', dice Scimeca.

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economia BUSINESS&AMBIENTE. Respinto dal comune di Furnari, il progetto per l’impianto di cogenerazione cambia “sede”

Comet Bio rinasce a Fondachelli Il sindaco Pettinato: «Pronto a prenderlo in considerazione, ma devo valutare con i tecnici comunali». L’imprenditore Blandina: «La comunità furnarese rifletta sulla qualità dei suoi amministratori» PAMELA ARENA FURNARI. Il progetto della Comet Bio Srl sarà “nuovamente” presentato a Fondachelli Fantina. Dopo la rinuncia alla Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) da parte della Comet Bio Srl di Ivo Blandina, che così facendo ha fatto concludere la conferenza di servizi dello scorso 22 luglio con l’archiviazione del procedimento, adesso il progetto ritorna nel luogo in cui è stato presentato la prima volta. A dichiararlo lo stesso sindaco Marco Pettinato che sentito in proposito, sulla scorta delle dichiarazioni fatte dallo stesso Blandina “di valutare l’opportunità di realizzare l’impianto in un contesto diverso”, ha

affermato che “ originariamente il progetto per la realizzazione di un impianto di cogenerazione alimentato a Biomasse era stato presentato a Fondachelli – dichiara Pettinato – ma poi è stato trasferito al comune di Furnari. Considerato ciò, non mi sono preoccupato di valutarne la convenienza, cosa che adesso farò visto che tutto è ritornato nel nostro comune. In ogni caso – continua Pettinato posso solo affermare di essere disponibile a prenderlo in considerazione, ma devo prima valutare tutti gli aspetti con i tecnici comunali. Devo, altresì, capire quale sarà la convenienza economica e i vantaggi occupazionali, quale sarà il tasso di

Ivo Blandina

inquinamento, ecc... In ogni caso, al nord queste realtà già esistono e funzionano bene – conclude Pettinato – ragion per cui potrebbero esistere anche qui”. Intanto, il sindaco Mario Foti, in seguito all’incarico conferito alla professoressa Patrizia Livreri dell’Università di Palermo di valutare le criticità tecnico ambientale che avrebbe potuto presentare l’impianto di Blandina, con un documento ha elencato ben 20 motivi per cui la centrale “non sa da fare”. A dichiarare, comunque, profondo rispetto per la comunità furnarese è lo stesso Blandina: “Purtroppo il nostro impianto non è stato valutato in modo corretto e con l’attenzione che merita – afferma – Se il Governo mette in campo misure per recuperare energie da fonti rinnovabili, ci sarà un motivo. La comunità furnarese deve riflette sulla qualità dei suoi amministratori che dopo la presentazione del nostro progetto si sono occupati di creare allarmismo e fare demagogia, mentre noi abbiamo semplicemente presentato una proposta che ad oggi non ha ancora ricevuto formale risposta”.

LEGALMENTE ASP PALERMO SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA

Si avvisa che con delibera n.600 del 16/12/13 è stata aggiudicata alla Ditta Roche Diagnostics spa la fornitura in service di 5 sistemi POCT. Importo di aggiudicazione

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Il Direttore del Dipartimento Provveditorato e Tecnico Avv.to Fabio Damiani


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economia UOMINI&BUSINESS AUTORITA’ ED ENTI DI AMBITO

QUI EUROPA

Unione e fiducia per uscire dalla crisi DI

SALVATORE CIFALÀ

Nel mese di maggio si è festeggiata la Festa dell'Europa, il 63esimo anniversario della Dichiarazione Schuman, che pose i capisaldi per l'ambizioso progetto europeo, basandosi sullo spirito di fratellanza e di appartenenza ad un destino comune. In occasione di questa importante ricorrenza, anche il Presidente della Commissione Barroso ha partecipato attivamente alle celebrazioni. In visita a Firenze, durante la Conferenza sullo Stato dell'Unione al Festival dell'Europa, egli ha, infatti, restituito "un'idea" di Unione europea e del perché si possa e si debba credere ancora in questo progetto. Sempre di più, invero, negli ultimi tempi, la stampa, i media e l'opinione pubblica sono stati propensi a vedere Bruxelles come un intricato marchingegno burocratico, lento nell'affrontare le necessità poste dalla crisi e pronto a dettar legge su quale strada seguire per uscirne. La crisi ha,

sicuramente, evidenziato le difficoltà istituzionali dell'Unione, ma anche offerto un'opportunità di rinnovamento e di confronto. Le riforme poste in atto dall'Unione hanno, infatti, posto le basi per un nuovo e duraturo modello di sviluppo. Uno sviluppo basato sulla sostenibilità sociale e la lotta alla disoccupazione, specie giovanile; su un'integrazione economica e non solo finanziaria; sullo spirito di solidarietà e sussidiarietà. Un modello a "più Europa" insomma, ma non degli uffici brussellesi, bensì dei cittadini e delle politiche per il loro benessere.

CONSUMATORI

IMPRESE

Spese condominiali

Tre contratti di sviluppo da realizzare in Sicilia

Costituisce spesso questione controversa la ripartizione delle spese legali sostenute da un condominio in una causa contro uno o più condomini. Sul punto di recente è intervenuta la Corte di Cassazione che spiega che in caso di lite tra condominio e condomino non trova applicazione, la disposizione dell'art. 1132 c.c., che disciplina la materia delle spese processuali del condomino che abbia ritualmente dissentito dalla deliberazione di promuovere una lite o di resistere ad una domanda rispetto ad un terzo estraneo e neppure l'art. 1101 c.c., richiamato dall'art. 1139 c.c. "Nell'ipotesi di controversia tra condomini, l'unità condominiale viene a scindersi di fronte al particolare oggetto della lite, per dare vita a due gruppi di partecipanti al Condominio in contrasto tra loro, con la conseguenza che il giudice, nel dirimere la controversia provvede anche definitivamente sulle spese del giudizio, determinando, secondo i principi di diritto processuale, quale delle due parti in contrasto debba sopportare, nulla significando che nel giudizio il gruppo dei condomini, costituenti la maggioranza, sia stato rappresentato dall'amministratore". Va dunque dichiarata non valida la delibera condominiale. Francesco Suria, legale

Nonostante la ripresa economica stenti ancora a manifestarsi, questo ormai non è più un elemento legato alle condizioni strutturali di alcuni Stati membri o dell'incepparsi delle istituzioni europee. I tassi d'interesse e i debiti sovrani, anche degli Stati più compromessi, stanno diminuendo, i loro livelli di esportazione aumentano, l'euro rimane una moneta stabile e forte. Che cosa manca, dunque, per uscire definitivamente dall'incubo della crisi? La fiducia nelle istituzioni dell'Unione e nel progetto europeo. Ritrovare la sicurezza nella possibilità di superare, insieme, anche questa avversità, è un elemento insostituibile per riportare le banche a concedere prestiti, gli imprenditori ad investire e i cittadini ad aumentare i propri consumi. Solo con la consapevolezza delle proprie possibilità e delle proprie forze, si potrà andare oltre ed ora, la scelta non riguarda più Bruxelles, Roma, o Berlino, ma tutti i cittadini europei. Perché come cita il motto della Commissione: "E' in gioco l'Europa, sei in gioco tu".

L’ennese Caccano nel consiglio Anea ENNA. Il commissario liquidatore dell' Ato idrico 5 Salvatore Caccamo entra nel consiglio direttivo nazionale dell' Anea, l'associazione nazionale delle autorità e degli enti di ambito. E' stato eletto a Roma nella seduta dell' assemblea generale.

CONFINDUSTRIA SIRACUSA

Vescera presidente della sezione alimentare SIRACUSA. Franco Vescera è stato eletto presidente della sezione alimentare di Confindustria Siracusa. Vescera, 54 anni, titolare dell'omonima impresa di Carlentini produttrice di pane con gli antichi grani, è stato eletto dall'assemblea delle aziende associate e subentra a Francesco Todaro.

CGIL

Cosìla nuova segreteria regionale PALERMO. Eletta dal direttivo regionale del sindacato la nuova segreteria della Cgil Sicilia. Ad affiancare il segretario generale, Michele Pagliaro, vanno Mimma Argurio, Monica Genovese (entrambe riconfermate) e Saverio Piccione, 61 di Trapani, nuovo ingresso. L'organismo è stato ridotto da sei a quattro componenti. Escono Enzo Campo, Ferruccio Donato, ed Elvira Morana, che andranno ad altri incarichi.

NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO

PALERMO. Dei 24 contratti di sviluppo per 1,4 miliardi di euro, su cui è stata posta la firma a Palazzo Chigi, 3 riguardano programmi di investimento da realizzare in Sicilia, sotto la regìa di Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. Nello stabilimento di Catania, STMicroelectronics, la società che produce dispositivi a semiconduttore su substrato di silicio, realizzerà un progetto di ricerca e sviluppo in collaborazione con il Cnr, per potenziare la capacità produttiva dell'impianto. Il programma prevede un investimento di 45 milioni di euro (l'agevolazione prevista è di 29 milioni). Il progetto stima ricadute sul piano occupazionale per 3.935 addetti. Ad Acireale, Item, invece, realizzerà investimenti per 48 milioni di euro (l'agevolazione a fondo perduto è di 24 mln), per ristrutturare il complesso turistico "La Perla Jonica", che sarà trasformato in una struttura alberghiera e congressuale a 4 Stelle; a gestirla sarà il Gruppo Hilton. Il progetto dovrebbe impiegare 240 addetti. Anche la Sicilia rientra nella rosa delle quattro regioni del Mezzogiorno (le altre sono la Campania, la Calabria e la Puglia) dove Telecom Italia attuerà il programma di investimenti da 71 milioni di euro per la realizzare infrastrutture in fibra ottica.

Redditi 2013, ricalcolo per i redditi familiari Prima di procedere all’elaborazione delle retribuzioni del mese di luglio, il datore di lavoro deve ricalcolare l’importo dell’assegno da erogare, sulla base del modulo di richiesta INPS (ANF/DIP SR 16) presentato dal lavoratore. Nel modulo il lavoratore riporta i dati anagrafici di tutti i componenti il nucleo familiare e i redditi percepiti da ognuno con riferimento al periodo di imposta precedente. Il reddito del nucleo familiare, da inserire nella richiesta che il lavoratore deve annualmente presentare al datore di lavoro, ricomprende dunque costituito i redditi complessivi assoggettabili all'IRPEF, compresi quelli a tassazione separata, nonché i redditi esenti da imposta o assoggettati a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva se superiori, complessivamente, a euro 1.032,91 annue, conseguiti dai componenti il nucleo nell'anno 2013 ed ha valore per la corresponsione dell'assegno dal 1°luglio 2014 fino al 30 giugno 2015. L’ammontare dell’assegno da corrispondere va determinato sulla base di apposite tabelle pubblicate annualmente dall’INPS: gli scaglioni di reddito in base ai quali calcolare l’importo dell’assegno, infatti, variano di anno in anno, essendo rivalutati in base alla variazione percentuale dell’indice ISTAT medio annuo dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Sono previsti limiti di reddito familiare più elevati per i nuclei monoparentali e per quelli con soggetti inabili. Dal 1.1.2007 è stata prevista l’inclusione, nei nuclei familiari con più di tre figli o equiparati di età inferiore a 26 anni, dei figli di età compresa tra 18 e 21 anni purché studenti o apprendisti. La norma trova quindi applicazione solo nei casi in cui nel nucleo siano presenti almeno quattro figli di età inferiore a 26 anni, a prescindere dalla loro posizione lavorativa o di studio; in presenza di tale requisito, ai fini della determinazione dell’assegno, nel nucleo vanno ricompresi oltre i figli minorenni, anche i figli fino a 21 anni di età se studenti o apprendisti. Qualsiasi variazione intervenuta nel reddito e/o nella composizione del nucleo familiare, durante il periodo di richiesta dell'ANF, deve essere comunicata entro 30 giorni. E’ possibile reperire tutte le informazioni sugli assegni per nucleo familiare presso i Consulenti del lavoro-

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poster

25 Luglio 2014

MURALES DI UMANITÀ VARIA

NOVITÀ. L’attore premio Oscar aprirà con un reading la stagione del Teatro Vittorio Emanuele

INTANTO...

Messina, Servillo legge Napoli

Taormina Arte, verso la ri-Fondazione TAORMINA. Va avanti la costituzione della Fondazione Taormina Arte. L’ultimo incontro si è tenuto al Comune di Taormina il 23 per iniziare l’esame della bozza di Statuto, che verrà comparata con le altre già elaborate. Allo stato attuale, il Comune e la Provincia di Messina, che fanno parte del Comitato Taormina Arte, non partecipano alle riunioni, ma saranno coinvolti in futuro: la condizione essenziale, però, è la forma di conferimento alla Fondazione (immobiliare o economico). In tal senso, l’amministrazione di Taormina sta vagliando diverse ipotesi, che vanno dal Palacongressi alla ex Pretura, fino all’ex Circolo del Forestiero. Un altro nodo riguarda il vecchio Comitato: sarà trasformato (così da blindare l’anzianità col ministero) o messo in liquidazione?.

Tra le novità, un cartellone unico elaborato dai direttori artistici di Musica e di Prosa nel segno della commistione dei generi. Prevista una settimana dedicata al Cinema Muto per celebrare Chaplin MESSINA. “Servillo legge Napoli” e una settimana dedicata al cinema muto, con le proiezioni accompagnate musicalmente dall’intera orchestra. Questi i primi appuntamenti del cartellone unico firmato da Ninni Bruschetta e Giovanni Renzo, rispettivamente direttori artistici della Prosa e della Musica del Teatro Vittorio Emanuele. LE MODALITA’. Complici non tanto le ristrettezze economiche quanto il comune intento di mettere in linea l’ente di Messina con quanto ormai si fa in Italia, Bruschetta e Renzo hanno stilato un cartellone unico con una trentina di titoli. Per gli abbonati, le opzioni saranno comunque tre: scegliere la programmazione interna, puntare solo sugli appuntamenti musicali o solo su quelli della prosa. Anche se, come anticipato, saranno appuntamenti all’insegna delle commistioni.Presenti molti intrecci tra culture differenti e commistioni tra generi, musica del mondo. COSI’ RENZO. «Le linee guida sono state improntate a una stretta collaborazione con Ninni in nome di una tendenza che punta a mettere insieme danza contemporanea e prosa, musica per il cinema e altro ancora. Ciò - spiega il direttore della Musica - che ci ha dato la possibilità di poter organizzare meglio il nostro lavoro, evitando una suddivisione rigida». E l’orchestra? «Il mio desiderio è stato avere una presenza ampia ma compatibile alle risorse attuali. Nonostante queste e le difficoltà, sono riuscito a programmare cinque produzioni con organici variabili, e in un caso al completo». Per quest’anno, però, niente lirica: «Non ci saranno opere per mancanza di fondi. Per adesso è una scelta forzata, anche se non definitiva. Aspettiamo infatti di avere risposte dalla Regione». Tra le novità, le collaborazioni, come quella «istaurata con le tre associazioni concertistiche messinesi, che figurano in veste di coproduttrici». «Per il futuro - spiega Renzo - ci riserviamo la possibilità di sfruttare meglio questi rapporti». VAI COL MUTO. Dopo l’apertura con il premio Oscar Toni Servillo, che leggerà poesie dedicate a Napoli, il primo appuntamento della musica è con Ramin Bahrami, in collaborazione con l’accademia Filarmonica. Subito dopo, sarà la volta

Tindari, debutta il Festival dei due Mari con “Penelope”

Toni Servillo della prima produzione voluta da Renzo: «Si tratta di una settimana dedicata al Cinema Muto che culminerà con due film di Charlie Chaplin, di cui ricorre il centenario, con le musiche eseguite dal vivo dall’orchestra. Sono previsti, inoltre, altre produzioni di contorno e un laboratorio sul rapporto tra musica e immagine al cui interno sarà inserito un concorso per la sonorizzazione di un film muto che sarà proiettato alla fine della settimana e quindi andrà al Gran Festival del Cinema Muto di Milano, con cui stiamo collborando». SINDACATI ARRABBIATI. Per due stagioni che finalmente vanno in porto, è guerra sul fronte interno del Teatro. Il nuovo sovrintendente, Antonino Saija, ha infatti deciso di cambiare registro, mandando su tutte le furie i rappresentanti di Slc-Cgil, Uilcom-Uil e Fials-Cisal. Primo oggetto dello scontro? Una convocazione di “rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali di categorie diverse e quindi firmatarie di altro contratto”. Il nodo è il seguente: per le tre sigle, “la titolarità a trattare è storicamente assunta dalle organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche”, ovvero loro. Per Saija, invece, il contratto che dovrà essere applicato ai dipendenti del Teatro è quello regionale, con conseguente elezione delle Rappresentanze sindacali unitarie interne all’organico. Un

passaggio non da poco, e che rischia di creare tensioni su tensioni perché, oltre a una riduzione del trattamento economico (e questo è già emerso dall’eloborazione delle tabelle di equiparazione in sede di approvazione alla Regione), il cambio di contratto modificherebbe tutto, dai turni alle indennità, al lavoro domenicale. «Penso che i sindacati rimpiangeranno la gestione precedente, che aveva dato spazio alle politiche gestionali dell’ente, andando oltre il ruolo che sono chiamati a svolgere», commenta il presidente Maurizio Puglisi. (D.D.J.)

ACCADDE OGGI A MESSINA

PATTI. Al via, al Teatro Greco di Tindari, il Festival “Teatro dei due Mari” con un debutto nel segno di Omero. Il 25, infatti, salirà sul palco Maddalena Crippa, che interpreterà Penelope leggendo il XXIII canto dell’Odissea. Si tratta del primo dei quattro incontri (in tutto sono sei) che compongono “Odissea – un racconto Mediterraneo”, un progetto concepito nel 2011 da Sergio Maifredi per “Teatro Pubblico Ligure”. Una vera e propria cavalcata omeriva che si protrarrà fino all’8 agosto nel teatro che guarda l'arcipelago delle Eolie, una delle mete del viaggio di Ulisse. Il 26, invece, sarà la volta di Gioele Dix, che racconterà “Il viaggio di Telemaco”, dal I e IV canto. Gli altri appuntamenti saranno con Paolo Rossi (in “La maga Circe”, dal X canto, 3 agosto) e Teresa Mannino (in “Le sirene, Scilla e Cariddi”, dal XII canto, 8 agosto). Quest'ultimo appuntamento è l'unica performance siciliana dell'attrice palermitana.

A CURA DI FELICE IRRERA

Carlo d’Angiò attraversa lo Stretto G Carlo d’Angiò, il 25 luglio 1282, attraversa lo stretto con una flotta e alcune decine di migliaia di uomini, pensando che, dopo aver conquistato Messina, avrebbe poi facilmente soggiogato tutta la Sicilia. Comincia, dunque, l’assedio della città, la cui difesa è affidata ad Alaimo da Lentini (P. Samperi, “Messana illustrata”, vol. I, libro IV).

Quando il re Martino “vietò” il vino straniero G Il re Martino il 25 luglio 1404, affinché il vino che i Messinesi producevano nei propri campi fosse facilmente venduto e s’impedisse che arrivassero quelli dei mercanti stranieri, ordina che non sia importato a Messina da un altro luogo vino che non fosse quello ricavato dai vigneti dei campi messinesi (P. Samperi, “Messana illustrata”, vol. II, libro IV).

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25 Luglio 2014

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Zothecas amputat cathedras, quod saburre

POLVERE DI STORIA. L’opera prima di Salvatore Grillo sulla Sicilia. Tra indipendentismo e autonomia speciale

Separatismo, gli alleati “assassini”

Una solida ricostruzione storico-politica fa da sfondo al romanzo “Il delitto Sicilia, operazione Vulcano” edito da Bonfirraro. Sotto la lente le lotte tra il 1943 ed il 1946, con al centro la figura di Canepa, morto in uno scontro dai contorni ancora misteriosi DI

MAURIZIO BALLISTRERI

MESSINA. E’ un romanzo intenso, ricco di sfumature e sottigliezze, ma anche solido sotto il profilo della ricostruzione storico-politica, l’opera prima di Salvatore Grillo Morassutti

Salvatore Grillo Morasutti

dal titolo “Il delitto Sicilia. Operazione Vulcano”, Editore Bonfirraro (pagg. 316, euro 18,90). Grillo, intellettuale e politico nato a Caltagirone, è stato giovanissimo deputato all’Assemblea Regionale Siciliana per quattro legislature e per due deputato nazionale, sempre ispirato ai valori dell’Autonomia siciliana sulla base di un federalismo moderno, qual è quello del pensiero di Carlo Cattaneo; oggi è impegnato come commercialista con un importante studio a Roma, dove vive. Il romanzo è tratto da fatti storici realmente accaduti, che gli garantiscono autenticità, realismo e alcune scene originali, con dialoghi molto intensi. L'atmosfera siciliana è ottimamente descritta, nei suoi colori, profumi e sapori, che leggendo le pagine del libro sembra quasi di percepire, con un’intensità letteraria non dissimile dai versi con cui grandi poeti e scrittori, fra il '700 e l'800, hanno immortalato la nostra Isola, stregati dalla bellezza, dalle forme, dalle mille sfaccettature dei suoi luoghi: scrittori come Johann

Wolfgang Von Goethe, che nel 1787 intraprese il suo primo viaggio in Italia che lo portò anche in Sicilia. Il libro di Grillo consente di far riemergere dall’oblio l’intesa stagione delle lotte indipendentiste svoltesi in Sicilia tra il 1943 e il 1946, con al

centro la figura del docente universitario Antonio Canepa, conosciuto anche con lo pseudonimo di Mario Turri, uno dei leaders dell’Indipendentismo siciliano e comandante dell’Evis, il suo “braccio” militare, morto in uno scontro a fuoco,

L’AUTORE

Il deputato enfant prodige studioso di economia Salvatore Grillo Morassutti è nato a Caltagirone e da vent’anni vive a Roma. Studioso di economia, appassionato di storia, è stato, giovanissimo, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana e poi deputato nazionale, ha diretto due periodici, il “3 Giugno” e “Il nuovo dovere”. Da diversi anni ha abbandonato la politica militante dedicandosi alla professione di commercialista, mantenendo la collaborazione con alcuni periodici; partecipa attivamente all’impegno ambientalista di “FareAmbiente”. Questa è la sua opera prima.

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25 Luglio 2014

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dai contorni strani nel 1945, che tutt’oggi fanno parlare di “strage di Stato”. Lotte che portarono alla promulgazione dello Statuto speciale siciliano nel 1946. Grillo, nei fatti, con il romanzo, ricordando le lotte separatiste, compie un’appassionata difesa dell’Autonomia siciliana, un’operazione invero assai coraggiosa, in una fase in cui essa è pesantemente oggetto di attacchi. A tal proposito si veda il progetto di riforma istituzionale del governo nazionale, che propone, tra l’altro, l’abrogazione dell’art. 116 della Costituzione e, con esso, delle Regioni a Statuto speciale, senza che nessun parlamentare siciliano si sia levato, alla Camera e al Senato, per difendere l’Autonomia

speciale della nostra Isola; per non parlare delle avventate iniziative del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, che definendo un’intesa per il congelamento dei contenziosi sulla titolarità dei tributi con lo Stato centrale, di fatto ha messo in mora una delle battaglie autonomistiche più significative: quella per il principio, di cui agli articolo 36, 37 e 38 dello Statuto speciale, secondo cui le imprese operanti nel territorio siciliano devono pagare le imposte alla Regione. Una vera e propria resa allo Stato centrale simile al tradimento nei confronti dello Statuto speciale segnato da un avvenimento preciso, la sentenza della Corte costituzionale del 1957, la n.38, (che storicamente ha prodotto una giurisprudenza nient’affatto disponibile ad accogliere le eccezioni mosse dalla Regione Siciliana nei confronti dei provvedimenti del Parlamento e del Governo nazionali lesivi dell’Autonomia Speciale) che ha “caducato”, ma non abrogato, l’Alta Corte, che lo Statuto speciale prevedeva quale organo giurisdizionale competente in caso di controversie tra Stato e Regione siciliana, senza che la politica isolana del tempo prendesse posizione. Il romanzo riprende, sotto forma di dialogo letterario tra un coraggioso giornalista di origini siciliane, che lavora in un newsmagazine nazionale, e Giacomo Monterosa, zio per parte di madre del protagonista, che aveva vissuto le vicende del Separatismo e che adesso conduce una vita ritirata in un “eremo”, un baglio nelle sue ancora vaste proprietà, gestite però, quasi secondo il modello mazziniano del “capitale e lavoro” nelle stesse mani. Nei dialoghi tra il nipote e lo zio, creati con raffinatezza letteraria da Grillo, emergono personaggi storici realmente esistiti: don Sturzo, Silvio Milazzo, Luigi La Rosa, Alcide De Gasperi, solo per citare quelli che ricorrono con più

Don Luigi Sturzo

frequenza, e si tratteggia un quadro storico e geopolitico altrettanto reale, che non risente della trasposizione narrativa, con momenti palpitanti come quello della ricostruzione dello scontro tra l’esercito separatista e quello italiano, avvenuto il 29 dicembre 1945 proprio vicino Caltagirone, con protagonista Concetto Gallo che comandava le truppe dell’Evis. In definitiva l’opera di Grillo rilancia la tesi, descritta come “Operazione Vulcano”, secondo cui l’Indipendentismo trovò l’appoggio internazionale delle potenze alleate contro il Nazifascismo, Stati Uniti, Inghilterra e Russia, ma con quest’ultime due che successivamente imposero agli americani, che pensavano di avere nella Sicilia una piattaforma militare strategica nel Mediterraneo, magari annettendola quale 49° Stato federato negli Usa, di abbandonare questa prospettiva e di consentire, nel quadro degli accordi di divisione geopolitica a livello planetario, definiti a Yalta, che l’Italia fosse ancora sovrana sulla Sicilia. Le posizioni sturziane sulla Sicilia, in linea con i ripensamenti statunitensi,

vanno analizzate con questa chiave di lettura. Da qui l’uccisione, uno dei tanti “segreti di Stato” del dopoguerra, di Canepa, non solo leader indipendentista ma anche, secondo alcune ricostruzioni, esponente politico vicino al Partito comunista in Sicilia, da cui, successivamente prese le distanze, quando capì che Palmiro Togliatti, il segretario del Pci nonché autorevole membro del Comecon, l’Internazionale comunista guidata dall’Unione Sovietica di Stalin, non avrebbe più sostenuto, in omaggio alle direttive di Mosca, le lotte separatiste. L’uccisione di Canepa sarebbe un “delitto di Stato”, rispondente alle volontà delle Nazioni alleate, e il ferimento di Togliatti da parte di Antonio Pallante, il 14 luglio 1948, si inquadrerebbe in questo scenario. Il romanzo di Salvatore Grillo rilancia queste tesi e, assieme ad esse, la storia dell’Indipendentismo e l’attualità dell’Autonomia siciliana, vista sempre come patto tra Stato italiano e Nazione Italiana quale base dello Statuto speciale, e costituisce un vero e proprio atto d’amore per la “sua” Sicilia, ostaggio, anche ai giorni nostri, delle sue classi dirigenti, politiche ed economiche, subalterne a Roma e all’Europa dei tecnocrati e dei banchieri. E il messaggio politico finale del romanzo di Grillo è contenuto in un’affermazione di Monterosa, ripresa dal nipote-giornalista, secondo il quale lo zio: “riteneva che la salvezza per la società siciliana fosse legata alla possibilità di liberarsi dalla legislazione nazionale, strappando, quindi, la miriade dei suoi laccioli che bloccano lo sviluppo spontaneo; con uno Stato indipendente o confederato, in Sicilia si sarebbero potuti pagare stipendi, salari e pensioni proporzionali al costo della vita, consentendo a molte attività di riprendere le produzioni interrotte”.

LA SCHEDA

Parola d’ordine: emancipare il popolo ANTONIO CANEPA, è stato un politico italiano, professore universitario e comandante dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia (EVIS). Fu in contatto con gruppi antifascisti con i quali voleva organizzare nel 1933 un colpo di mano nella Repubblica di San Marino, per dimostrare la presenza attiva di forze contrarie al regime fascista. Il piano fu sventato e Canepa venne arrestato il 17 giugno 1933. Fingendosi infermo di mente, fu ricoverato in manicomio fino al novembre 1934. Nel 1937 divenne professore di Storia delle dottrine politiche all'Università degli Studi di Catania. Parallelamente intraprese con lo pseudonimo di Mario Turri o prof. Bianchi una attività clandestina nelle file di Giustizia e Libertà. Nel dicembre 1942 pubblicò, come Mario Turri, l'opuscolo La Sicilia ai siciliani, che fu il manifesto della sua idea di separatismo siciliano. Egli riteneva che l'indipendenza siciliana fosse il mezzo per l'emancipazione delle classi popolari, ponendosi così in

Antonio Canepa

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conflitto con il progetto di separazione propugnato dagli agrari, probabile causa «non solo della divisione del movimento indipendentista, ma anche della morte stessa del Canepa». La mattina del 17 giugno 1945 fu ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri, in contrada Murazzu Ruttu presso Randazzo, sulla strada statale 120 in circostanze non del tutto chiare. Insieme a lui morirono il braccio destro, Carmelo Rosano di 22 anni, e Giuseppe Lo Giudice, di 18 anni. Una pattuglia composta dal carabiniere Calabrese, dal vicebrigadiere Cicciò e comandata comandata dal maresciallo Rizzotto - intimò l'alt ai tre che non si fermarono. Nella sparatoria - conclusa con l'esplosione di una bomba a mano - i due giovani morirono sul colpo, Canepa, gravemente ferito, decedette qualche ora dopo e altri due militanti, Antonino Velis e Pippo Amato, riuscirono a fuggire nelle campagne circostanti. Secondo recenti studi si fa strada l'idea che nell'omicidio del leader dell'E.V.I.S. vi sia la mano combinata di servizi segreti internazionali perché gli accordi di Yalta avevano già stabilito che la Sicilia dovesse far parte dell'Italia pertanto era necessario neutralizzare i focolai separatisti.


25 Luglio 2014

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NOVITA’. Dialogo tra un economista e un povero nel volume di Jevolella edito da Urra

Il segreto della vera ricchezza Un ex manager ridotto alla miseria si racconta a un docente di economia in quel di Marsala. Ne nasce un volumetto senza pretese con grandi spunti sulla contemporaneità. E la sapienza DI

AUGUSTO CAVADI

PALERMO. Che succede se un exmanager, ridotto dalla crisi economica attuale in povertà, mentre siede su uno scoglio di Capo Boeo – in quel di Marsala – a contemplare Marettimo, l’Isola Sacra, viene avvicinato da un docente universitario di economia incuriosito dal suo profilo austero ma sereno? Se volete saperlo vi basta procurarvi una copia dell’agile, fruibile, volume di Massimo Jevolella, Il segreto della vera ricchezza. Dialogo tra un economista e un povero (Urra, Milano 2014, pp. 100, euro 10,00). Il testo non avanza pretese di grande originalità, ma intreccia nella trama del dialogo – tutta una serie di considerazioni sulla contemporaneità e di indicazioni terapeutiche dalla migliore sapienza tradizionale. Sulla contemporaneità: “Una donna di trentacinque anni perde il lavoro, e disperata si getta in poeno inverno nelle acque gelide e impetuose dell’Adda, con i figliuoletto di pochi mesi legato al petto. […] Ci vollero molte ore per trovare i due corpi privi di vita, ancora stretti insieme, trattenuti dai rami di un albero caduto sulla riva del fiume…era una notizia di poche righe, uscita soltanto su alcuni giornali lombardi. […] C’è chi si dà fuoco, chi s’impicca, chi si lancia

LACERTI DI LETTURE

dalla finestra…L’improvviso cadere nell’indigenza terrorizza…e gli orrori sono infiniti”. Tutto questo mentre “decine di migliaia di miliardi di dollari giacciono nei forzieri segreti dei paradisi fiscali di tutto il mondo”, pur essendo noto che “basterebbe confiscare meno della metà di quelle enormi risorse finanziarie inutilizzate, frutto di corruzione e di rapina, di criminalità, di frode e di evasione fiscale, per risolvere in un colpo solo la crisi mondiale, per ridare speranza, lavoro, protezione e sostentamento sicuro ai giovani, ai licenziati, a tutti i disperati della terra, feriti nella loro dignità umana e ridotti ormai alla fame”. E’ evidente che se certe ricette non vengono applicate - anzi, neppure prese in esame in via ipotetica – la ragione non è ‘tecnica’ né ‘scientifica’, ma etica. Solo un bagno rigeneratore nelle sapienze tradizionali (dagli Egizi agli Ebrei, dagli Indiani ai Greci e così via) potrebbe aprirci finalmente gli occhi: la vera ricchezza non si misura in quantità di oro accumulato, ma in qualità di vita per sé e per i propri simili. “In verità” sostiene verso la fine della conversazione il saggio povero/ricco “in questo breve viaggio che è la vita, nessun ‘grande uomo’, nella sua superbia intellettuale o nella sua accidia morale, ha mai varcato per un solo istante la soglia

Massimo Jevolella

della gioia se non ha mai saputo donare almeno un grammo di letizia e di speranza al più piccolo e al più fragile dei suoi compagni d’avventura”. www.augustocavadi.com

LA CLASSIFICA

PRESENTAZIONI

Il maestro Della Fonte racconta “L’infinita musica del vento” SANTA LUCIA DEL MELA. Il libro “L'infinita musica del vento” del maestro Lorenzo Della Fonte presentato nell'aula consiliare di Santa Lucia Del Mela. Si tratta di una storia romanzata, ma interamente basata su avvenimenti reali, di un giovane clarinettista e di due personaggi completamente inventati dall'autore che gli fanno da spalla nelle varie vicissitudini. Napoletano dell’Ottocento, Francesco Maria Scala, era uno dei tanti italiani che cercarono la fortuna emigrando in America. Suonava il piccolo in mib cosidetto "quartino" determinato più favorito di altri, poi divenne il primo direttore della Banda dei Marines ufficialmente riconosciuto dal congresso. L'autore si definisce uno scrittore non professionista che nei ritagli di tempo, tra una prova ed un'altra, un viaggio in treno o un' attesa in aeroporto, riesce in tre anni a realizzare un capolavoro. Lorenzo Della Fonte, nativo di Sondrio, classe 1960, è musicista, compositore e insegnante al Conservatorio di Torino. Gira il mondo come direttore di orchestre di fiati o, come si diceva una volta, di bande.

DI FELICE IRRERA

Davvero uno stimolo per chi vuole accostarsi per la prima volta alla conoscenza dei funghi questo libro, scritto da un insegnante di micologia, che fonde suggestivamente questa materia con l’arte, la scienza e la bellezza, fornendo cento schede corredate da altrettanti disegni di ogni specie descritta. Nicola Amalfi, 100 funghi, cento Capolavori (illustrazioni di Marienza Calderone), Pungitopo 2014, pp. 216, € 50,00

Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di un 3dinaria Un' idea di destino. Diari di una vita straor- 6 buongiorno - Longanesi Longaneri www.wuz.it

FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)

L’intenzione è tutto L’AMICIZIA VERA è un sentimento supremo, oblativo e libero da qualsiasi interesse e scopo. Per i ricchi e i potenti questo sarà sempre tristemente inquinato dall’atroce sospetto dell’interesse: e ciò vale anche e soprattutto per gli amori. “Non c’è nulla che gli uomini desiderano con tanto ardore come un’amicizia disinteressata.” La verità si nasconde anche nei pensieri e nelle intenzioni. “I fatti non sono la verità, i fatti ne sono solo una parte.” Noi siamo quel che abbiamo fatto, quello che nel nostro intimo abbiamo pensato. Non certo quel che diciamo di essere. “I fatti parlano da soli e verso la fine della vita tutti i fatti messi insieme lanciano accuse urlando a squarciagola, più forte di un imputato sottoposto a tortura. Su quanto è

accaduto non possono esserci equivoci. Ma talvolta i fatti non sono altro che deplorevoli conseguenze. Non si pecca solo mediante le azioni, bensì mediante l’intenzione che ci spinge a compiere determinate azioni. L’intenzione è tutto.” Vi sono verità che si nascondono sotto l’incomprensibilità delle motivazioni. Si può capire l’animo altrui solo se si capisce il movente del suo agire, diversamente tutto sarà atrocemente impenetrabile. “Credimi in questi anni ho preso in esame tutte le ipotesi che potevano aiutarmi a capire il perché di quel tuo passo incomprensibile. Ma nessuna di esse mi ha fornito una risposta. Questa può darmela soltanto la verità.” La passione è ingovernabile, travolge ogni logica, ogni ragionamento. In questo sta la sua forza, la sua bellezza e al tempo stesso il suo spietato furore. “Ma la passione non si piega alle leggi della ragione, non si cura minimamente di quello che riceverà in cambio, vuole esprimersi fino in fondo, imporre la sua volontà, anche se in cambio non ottiene altro

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che sentimenti mansueti, amicizia e indulgenza.” La passione redige progetti la cui possibilità di realizzazione non è minimamente messa in discussione. “Ogni vera passione è una speranza, altrimenti non sarebbe una passione ma un semplice patto, un accordo ragionevole, uno scambio di banali interessi. ” Niente è più onorevole di vivere secondo le cose che si pensano e si dicono. “Sono estremamente rare le persone le cui parole coincidono alla perfezione con la realtà della loro vita. Forse è il fenomeno meno raro che esiste al mondo.” Le cose della vita vanno vissute senza mezzi termini: o con passione o con distacco, siano esse grandi cose o piccoli particolari dell’esistenza. “Ci sono due modi di guardare le cose: come se uno le stesse scoprendo per la prima volta, o come se desse loro l’addio.” Lacerti tratti da: “Le braci ” - 1942 Sàndor Màrai


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25 Luglio 2014

SAGGI. Ritratto di un grande messinese grazie ai quaderni del Rotary

Pugliatti forever Curato da Sergio Alagna e Giovanni Molonia, rispolvera ricordi personali e documenti di chi lo ha conosciuto, amato e studiato. Un omaggio a chi seppe trasformare l’Università in un polo di riferimento culturale

Salvatore Pugliatti e Antonio Saitta all’Ospe DI

FELICE IRRERA

dell’amore e del mecenatismo artistico del padre, poi, Teresa Pugliatti MESSINA. È straordinario, ma non evidenzia, subito dopo, che, da troppo data la levatura dell’uomo, Rettore, egli volle “realizzare delle manifestazioni attraverso le quali come non si termini mai di parlare e di scrivere di Salvatore Pugliatti, la cui l’Università potesse diventare un polo di riferimento per la vita culturale poliedricità culturale, pur della città”. Seguono i ricordi ampiamente risaputa, non finisce di personali di Nazareno Saitta e l’ampia stupire. e ben documentata ricostruzione di Questa volta il suo nome dà il titolo Alba Crea, da cui emerge la sua ad un quaderno del Rotary Club attività di musicologo; mentre la Messina, curato da Sergio Alagna e frastagliata memoria di Giuseppe Giovanni Molonia e voluto dall’attuale Campione delinea presidente rotariano alcuni momenti del Ferdinando Amata, che ci suo pluriennale fa conoscere meglio rettorato. Infine, la Pugliatti (che fu, fra segnalazione delle l’altro, presidente del Club dal 1960 al 1962), diverse sezioni della attraverso una serie di sconfinata biblioteca di saggi che ne esplorano Pugliatti (quasi 10.000 libri, ora donati dalle l’opera sotto vari angoli di figlie Teresa e Paola visuale. Così, Luigi alla Biblioteca Ferlazzo Natoli ribadisce Regionale di Messina) come “la sua vocazione e una interessante letteraria era quella di antologia di articoli, ‘scrittore’ prima che corrispondenze, quella di giurista e quindi testimonianze e ricordi di ‘letterato’ non solo lato di questo umanista a sensu ma anche stricto La copertina del libro tutto campo, ci sensu”. Trattando

fornisce, grazie all’attenta ricerca di Giovanni Molonia, un interessante spaccato della sua personalità di studioso. Merita di essere ricordato il fatto che il volumetto è efficacemente arricchito da una documentazione fotografica, fornita dai familiari di Pugliatti, che

ne scandisce l’attività, sempre di altissimo livello: dalle foto che lo ritraggono con l’amico e futuro premio Nobel Salvatore Quasimodo, della cui vena poetica, scrive Luigi Ferlazzo Natoli, Pugliatti fu lo scopritore, a quelle in cui è in compagnia del “sindaco santo” Giorgio La Pira e del poeta Vann’Antò, al quale fu poi intitolato un importante premio letterario; dalle immagini che lo ritraggono in occasione della straordinaria mostra da lui organizzata su Antonello da Messina, svoltasi nella città dello Stretto nel 1953, a quelle che documentano ulteriori importanti avvenimenti culturali da lui ideati, come l’altra mostra dedicata ad un artista di origine messinese, il settecentesco Filippo Juvarra; e alle altre che testimoniano la sua partecipazione ad eventi musicali e i tanti suoi scritti in materia e l’insostituibile presenza all’interno del cenacolo dell’Ospe, che caratterizzò nella sua città una stagione di altissimo profilo culturale. Insomma, un omaggio dovuto, ma anche, cosa rara, veramente sentito, ad un intellettuale che, senza alcun dubbio, è stata la personalità più prestigiosa del Novecento messinese.

Conferimento all’Università di Messina della laurea honiris causa a Salvatore Quasimodo

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25 Luglio 2014

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GIACIMENTI CULTURALI. A Terme Vigliatore uno dei siti più affascinanti e sontuosi dell’antichità

La Villa Romana delle Terme Edificata nel primo secolo avanti Cristo, è stata “scavata” 50 anni fa e inserita in un programma di valorizzazione dell’allora soprintendente. Viaggio in un “gioiello” che resta nell’oblio DI

GIUSEPPE PANTANO

TERME VIGLIATORE. Scorrendo il registro delle firme posto all’ingresso della villa romana di località S. Biagio a Terme Vigliatore si rimane sorpresi dalla scarsissima affluenza di visitatori (più spesso qualche straniero), a dimostrazione di un turismo culturale e di una politica di promozione che lo sostenga praticamente inesistenti. Eppure un sito come questo, scavato negli anni cinquanta del secolo scorso ed inserito in quel programma di conoscenza e valorizzazione dei più importanti siti archeologici della Provincia di Messina dall’allora Soprintendente Luigi Bernabò Brea, per la sua schematica ed eloquente semplicità, con il suo peristilio attorno a cui si sviluppano i vari ambienti, le terme private e le strutture di servizio, sarebbe una visita quasi d’obbligo soprattutto per le scuole, perché fortemente didattica sulle “domus” e le terme romane. Certo non è facile parcheggiare l’automobile per una visita alla villa, visto che l’area archeologica si trova proprio a ridosso della “nazionale”, la strada statale 113 di solito abbastanza trafficata. Però, a farci caso, anche ai tempi della sua edificazione, nel I sec. a.C., la villa era ugualmente prospiciente su una via di grande comunicazione, l’antica via Valeria che congiungeva, dopo varie tappe intermedie, il Capo Peloro di Messina

n ambiente delle terme

con Cefalù, Palermo e Capo Lilibeo, come risulta dagli antichi stradari romani (Itinerarium Antonini, Tabula Peutingeriana etc.). Solo che al tempo della sua esistenza abitata, fino agli inizi del VI sec. (data del suo definitivo abbandono a seguito di una violenta distruzione) la strada davanti alla villa era percorsa da viandanti, mercanti, pellegrini, carri, guarnigioni militari. Ed a conferma della esatta sovrapposizione dell’antico percorso (che prende il nome dal console Marco Valerio Levino) con quello costiero attuale della “Settentrionale Sicula”, poco più avanti della contrada S. Biagio, in direzione di Palermo, resta nella tradizione toponomastica il “Dromo”, un lungo tratto di strada costiera rettilinea nella zona di Furnari, che riconduce nel suo significato alle antiche strade diritte di cui i romani erano grandi costruttori. Tuttavia, il disagio della mancanza di parcheggi e di adeguata segnalazione cartellonistica viene ampiamente ricompensato dalla possibilità di visita ad una delle ville di epoca romana più interessanti presenti nel territorio siciliano e portata alla luce in Provincia di Messina. Provincia dove sono visitabili oltre questa di Terme Vigliatore anche quella di Patti Marina, mentre di tante altre che non hanno avuto la fortuna di essere recuperate rimangono semplici tracce della loro esistenza attraverso il rinvenimento di mosaici, come a Giardini Naxos, a

Lancinè e a Castel di Tusa, vicino Halesa, o tramite il ritrovamento di resti architettonici, come a Mirto, S. Gregorio di Capo d’Orlando, Oliveri, Itala e perfino alle Eolie, a Basiluzzo. Gli esempi citati, ricavati dalla Carta di Wilson del 1990, restituiscono il senso di quello che doveva essere un aspetto del paesaggio della Sicilia romana, dove i facoltosi “possessores” e latifondisti, più spesso di origine italica, costruivano le loro sontuose dimore, di cui l’esempio più spettacolare si conserva a Piazza Armerina, le cui coperture in ferro e laminati plastici sono state copiate per quelle di S Biagio. Questa villa extraurbana, di cui purtroppo si sconosce il nome del proprietario, origina infatti nel periodo tardo-repubblicano al centro di un grande latifondo, comprendente anche una fattoria agricola in contrada Sollerìa (ancora da riportare alla luce, nel territorio di Rodì Milici) e la storica “Fons Veneris in Planum Mylarum". Fonte di Venere già descritta nell'opera "Naturalis Historia" di Plinio il vecchio e nel "De Bello Civile" dello storico Appiano Alessandrino, a testimonianza delle proprietà terapeutiche delle acque termali della zona, note in tutto il mondo antico. Il complesso della villa era edificato secondo una forma pressoché quadrata con vani simmetricamente disposti attorno ad un vasto peristilio, ingresso in direzione del mare, a pochi metri dalla via Valeria, ed un’ampia sala di rappresentanza verso il lato della collina soprastante, dove oltre la ferrovia restano tracce di un villaggio dell’età del bronzo medio. Successivamente, in età augustea, l’intero edificio subisce un sostanziale intervento di ampliamento e ridistribuzione dei vani che fanno perdere la perfetta simmetria precedente, mentre fulcro del complesso continua a rimanere il peristilio che, leggermente ampliato (24 x 24 m.), viene a delimitare un’area interna circondata da un quadriportico provvisto di 6 colonne per lato con caratteristici pilastri cuoriformi angolari. Ma è nella prima metà del II sec. che le precedenti pavimentazioni della zona residenziale vengono impreziosite dagli eleganti mosaici geometrici in tessellato bianco e nero, soprattutto nell’ampia sala di rappresentanza absidata, il “triclinium”,

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Il peristilio

il cui pavimento viene dotato di un tappeto di tarsie marmoree esagonali (“opus sectile”) delimitato da una cornice a mosaico con meandri a svastiche ed il cui ingresso viene reso monumentale con due colonne. Alla fine del II sec. risale invece la realizzazione del mosaico decorato con la famosa scena di pesca (unico mosaico figurato e simbolo stesso della villa!) nel “frigidarium” dell’impianto termale, già completo e funzionante sin dal secolo precedente. Infatti, oltre la parte residenziale della “domus” e la “pars rustica”, destinata ai servizi (situata nella zona più orientale), la parte maggiormente interessante è costituita proprio dagli edifici termali,


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Decorazione musiva simbolo della villa, forse opera di un mosaicista italico. Rappresenta una imbarcazione con tre pescatori a bordo e una teoria di pesci (spigola, aguglia imperiale, cernia) con 4 delfini angolari (seconda metà del II sec. d.C.).

Il basamento di una colonna con il particolare dell’intonaco che simula le scanalature

ubicati nella porzione occidentale del complesso. Questi sono certamente l’emblema più caratteristico del mondo romano e qui, a Terme Vigliatore, si conserva bene il sistema di

riscaldamento su ipocausto, che prevedeva la circolazione di aria calda sotto i pavimenti posti su colonnine di mattoni, le famose “suspensurae”, e lungo le pareti verticali attraverso tubi di terracotta. Non mancano altresì i vari ambienti tipici delle terme, dall’apoditherium” (spogliatoio) al “tepidarium” (ambiente lievemente riscaldato), dal “laconicum” (una vera sauna) al “calidarium” (bagno caldo), dal “tepidarium di uscita” al “frigidarium” (per lo shock termico provocato dal bagno freddo). Un ingegnoso e articolato sistema che consentiva agli antichi proprietari e ai loro ospiti, di beneficiare delle proprietà terapeutiche delle acque termali della villa. Lontana tradizione che, con Castroreale «Bagni» e «Terme» Vigliatore, è sempre stata ricordata nel nome, all’insegna dell’antica cultura romana dedicata all’idroterapia e all’igiene del corpo, coincidente con luoghi di grande rilevanza sociale nel caso di un loro uso destinato al pubblico, come lo sono ancora oggi i moderni stabilimenti termali della zona.

A MARGINE

Parola d’ordine: promozione LA RASSEGNA IN CANTIERE DI ARCHEOCLUB DI PATTI PREVISTA AD OTTOBRE CON LA DIREZIONE DI SPIGO TERME VIGLIATORE. Un tentativo di promozione dei siti archeologici della zona è in cantiere per il prossimo mese di ottobre a Patti, ad opera del locale Archeoclub, presieduto da Nicola Calabria. Verrà infatti organizzata una rassegna sotto la direzione scientifica di Umberto Spigo dedicata alle Ville romane presenti lungo l’antica via Valeria. La rassegna prevede anche un convegno nazionale su questi siti, la pubblicazione di una guida specifica e l’allestimento di una mostra fotografica. Iniziativa che comunque

dovrebbe costituire uno stimolo ulteriore per l’Assessorato regionale alla cultura nei confronti di una migliore valorizzazione dell’enorme patrimonio archeologico siciliano, anche attraverso una continua e aggiornata promozione dei diversi centri archeologici, nella convinzione che il turismo culturale costituisce una notevole risorsa economica ed occupazionale e un sostegno non secondario per l’intera economia siciliana. A cominciare, per esempio, dall’apposizione di una nuova e più completa cartellonistica e segnaletica per la villa romana di Terme Vigliatore, allo stato attuale poco individuabile e quasi nascosta. In compenso, ingresso gratuito ed impiegate accoglienti e gentili.

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Ricostruzione plastica delle terme tra IV e V sec.


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EVENTI. A Capo d’Orlando la rassegna promossa dalla Fondazione da luglio a gennaio 2015

“Ingressi” a Villa Piccolo Politically Incorrect la novità di ques’anno con quattro incontri. Si inaugura il Salone delle Piramidi. L’appuntamento con Della Vedova CAPO D’ORLANDO. “Ingressi di paesaggi” è il titolo della rassegna promossa dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella presieduta da Giuseppe Benedetto. Di “Ingressi di paesaggi” parlò nel 1967 Lucio Piccolo nell’intervista “Il favoloso quotidiano”, per spiegare come Villa Piccolo non fosse un posto contrassegnato da un isolamento rispetto alla realtà circostante. Ed è questa sfida culturale che la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella intende oggi portare avanti: trasmettere una visione “senza tempo” e universale della Cultura nel mondo contemporaneo, attraverso linguaggi differenti. All’interno di “Ingressi di paesaggi 2014” ci saranno importanti novità, come il ciclo di quattro appuntamenti intitolato “Politically incorrect – La cultura del dubbio” (alle ore 18,30), contrassegnati dalla possibilità di creare dibattito sui temi d’attualità con scrittori e intellettuali, differenti per provenienze culturali, ma uniti nel non essere allineati alle sirene del “pensiero unico”. POLITICALLY INCORRECT prende il via sabato 26 luglio con Pietrangelo Buttafuoco, che presenta il suo ultimo libro, uscito pochi giorni fa e intitolato “Buttanissima Sicilia” (Bompiani). Sempre il 21 agosto, alle 21 sarà proiettato Hysteria, il film diretto da Tanya Wexler. Giovedì 28 agosto l’incontro col giornalista Davide Giacalone. Il ciclo si chiuderà giovedì 18 settembre con la presentazione del libro di Fulvio Abbate “Intanto anche Dicembre è passato” (Baldini & Castoldi). INAUGURAZIONI. Giovedì 21 agosto, invece Vittorio Sgarbi sarà a Villa Piccolo per presentare il volume su Caravaggio curato dallo stesso critico d’arte e per inaugurare, alle 20,30 la Salle des Pyramides, il Salone delle

Vincenzo Consolo

Pietrangelo Buttafuoco

Alex Caminiti con Vittorio Sgarbi

Piramidi di Villa Piccolo, un grande auditorium con 300 posti, che a partire dall’autunno ospiterà eventi culturali, mostre e spettacoli. Non una semplice “sala”, ma un’opera d’arte, contrassegnata da tre imponenti piramidi sul soffitto, due delle quali affrescate dall’artista cileno Antonio Becerro e dal messinese Alex Caminiti. LE PORTE DEL SACRO. Il ciclo giunge quest’anno alla sua quinta edizione ed è articolato in distinte iniziative ispirate al Sacro, al Mito, alla Tradizione e alla spiritualità, nelle differenti forme attraverso cui queste si manifestano. Sabato 12 e domenica 13 luglio, alle 18,30, conferenze di Renato Del Ponte e Sandro Consolato sul Genius Loci.

DA NON PERDERE

E Moggi... porta il pallone CAPO D’ORLANDO. Per il ciclo "Politically incorrect - la cultura del dubbio", inserito nella rassegna "Ingressi di paesaggi" il 4 settembre sulle colline di Capo d'Orlando arriverà anche Luciano Moggi, ex direttore della Juventus. L’appuntamento è alle ore 18: Moggi presenterà il suo libro “Il pallone lo porto io” (Mondadori, 2014), best-seller di quest’anno. In questo libro ci sono i segreti e le rivelazioni sul calcio italiano degli ultimi quarant'anni relativi ai giocatori simbolo, agli allenatori mitici e ai presidenti delle squadre più importanti della massima serie. Per consultare il calendario completo con tutti gli appuntamenti di Villa Piccolo: cliccare sul sito www.fondazionepiccolo.it

Venerdì 1 agosto la giornata sarà dedicata alla riscoperta della figura di Agata Giovanna Piccolo a cui si deve il meraviglioso giardino della Villa. Alle 18,30 una conversazione con Salvatore Savoia dal titolo “Agata Giovanna, una protagonista dietro le quinte”: a seguire, alle 20:30 spettacolo di narrazione: “I giardini di Giovanna”. Testo di Alberto Samonà. Con Elena Grasso. Accompagnamento musicale di Marco Corrao. Martedì 5 agosto, alle 19, il giornalista, critico letterario e documentarista Sergio Palumbo terrà una conferenza su "Vincenzo Consolo, lo scrittore-alchimista", con un'inedita intervista televisiva dello stesso Sergio Palumbo e la presentazione del cofanetto "L'intellettuale al caffè". Venerdì 15 agosto alle 21 “Ferragosto a Villa Piccolo” con l’Opera dei Pupi della Compagnia marionettistica popolare siciliana di Angelo Sicilia, che metterà in scena la Famiglia Piccolo di Calanovella. Da venerdì 22 agosto prende il via la rassegna “Nebrodi itinerari musicali a Villa Piccolo”, alle ore 18,30 con “Amari”, presentazione live del cd + libro di Biagio Guerrera. Domenica 24 agosto, alle 21, 100% Gramola & Gramelot (Sicilia/Spagna), concertospettacolo dei Fratelli La Strada. Mercoledì 27 agosto, sempre alle 21, “Terramadonna”, concerto di Valeria Cimò e Ma’aria. SULLE ORME DEL BUDDHA Tre appuntamenti d’eccezione sono, poi, previsti dopo il fitto calendario estivo,

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curati dal drammaturgo Aurelio Pes. Sabato 13 settembre manifestazione “Cultura del vino, per una conoscenza rinnovata dei riti dionisiaci nei Nebrodi”, a cura dell’enologo Beppe Mazzetti. Sabato 27 settembre conferenza dibattito sul tema “Arti tessili fra Ottocento e Novecento in Europa e in Sicilia”. Da sabato 6 dicembre a martedì 6 gennaio 2015, a Villa Piccolo sarà allestita la grande mostra fotografica di Melo Minnella, intitolata “Sulle orme del Buddha”. BLUES, TEATRO, LIBRI… Domenica 27 luglio, alle 21, spettacolo teatrale intitolato “Di mafia si muore sempre tre volte”, per la regia di Walter Manfrè su testo di Marina Romeo. Sabato 2 e domenica 3 agosto, Capo d’Orlando in Blues,. Sabato 2 agosto Vorgonia Brown & The Shameless, Phil Cody Band; domenica 3 agosto sarà la volta di Marcello Milanese e Sthephan Dale Petit Band. Sabato 9 agosto le note del jazz risuoneranno con il concerto intitolato Domenico Collica Jazz Project. Sabato 16 agosto presentazione del libro di Anna Maria Corradini su “L’omicidio di Joe Petrosino” (Bonanno). Domenica 7 settembre sarà la volta del libro di Rosaria Micale, intitolato “Il bambino che raccontava le favole”. Venerdì 5 settembre, infine, sarà un giorno speciale per la Fondazione. Il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova, alle 18, verrà in visita a Villa Piccolo.


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Anna Marchesini premiata da Massimiliano Cavaleri

KERMESSE. La terza edizione del Marefestival dedicata a Troisi

E Salina va al Massimo Bruschetta, Sironi, Buscemi e Tenekedjieva protagonisti della manifestazione che coniuga, cultura, spettacolo e ambiente. Ecco gli appuntamenti MESSINA. L’attore Ninni Bruschetta, il regista del “Commissario Montalbano” Alberto Sironi e i cantanti Alessio Buscemi ("The Voice") e Dessy Tenekedjieva. Sono questi gli artisti che arricchiranno il parterre di ospiti di MareFestival Salina - Premio Troisi. Nel corso della terza edizione della kermesse, che si svolgerà dal 31 luglio al 5 agosto verrà infatti consegnato il Premio in ricordo di Massimo Troisi e sul palco, nel corso delle sei serate, si alterneranno artisti, vip, autorità, giornalisti, turisti per dare vita ad eventi esclusivi.

Il programma della manifestazione eoliana che coniuga cinema, musica, moda, cultura e ambiente è stato presentato nel corso di una conferenza stampa martedì scorso. Oltre a Bruschetta e Sironi, riceveranno il premio Troisi MareFestival Giorgio Pasotti, Massimo Romeo Piparo, con una celebrazione dei 20 anni di "Jesus Christ Superstar", e Anna Marchesini (a Salina, la proiezione del video esclusivo della consegna del riconoscimento avvenuta a Roma, in cui la grande attrice comica parla del collega napoletano); Premio "Sport" a Jury Chechi, "Danza" a Kledi

Kadiu; Premio MareFestival agli attori Giacomo Battaglia (protagonista del film sul Terremoto del 1908 "Quel che resta"), Gabriele Greco (Vivere, L'onore e il rispetto, Una sera d'ottobre, Capri) e Carlo Fabiano (co-protagonista accanto a Gigi Proietti ne “La vita è una cosa meravigliosa”). «Sono onorato – ha affermato Bruschetta – di ritirare un riconoscimento in ricordo di un grande attore e regista italiano come Massimo Troisi. Per un attore, la figura del comico è talmente ingombrante che le capacità autorali non emergono sempre nella loro interezza. Nel caso di Troisi,

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probabilmente, la vita non gli ha dato il tempo di dimostrare appieno questa sua ulteriore dote artistica». “In sei giornate festivaliere si susseguiranno oltre quaranta artisti fra premiati, ospiti e giovani talenti - ha detto il direttore artistico Massimiliano Cavaleri – ci saranno cinque film, sei corti, sei libri, tre sfilate di moda A'Biddikkia con il galà di Miss Mondo Italia e special guest Gerardo Sacco, la campagna di sensibilizzazione di Marevivo, un premio dedicato all'ambiente che sarà consegnato da Katia Petretta di Myleco, vari eventi aperti al pubblico e presentati da Nadia La Malfa e Marika Micalizzi». Domenica 27, alle 21, al Monte di Pietà, è prevista la semifinale del concorso di canto e danza "Da Salina a Sanremo", coordinato da Pierpaolo Ruello e Mariangela Bonanno, in cui si sfideranno tredici giovani voci e 10 danzatori. «Il Mare Festival Salina rappresenta un’importante realtà per la vita dell’isola - ha sottolineato il sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo - ormai diventato appuntamento fisso per l’estate di Salina. Il Mare Festival è una manifestazione in grado di attirare un notevole indotto turistico, occasione di crescita culturale e valorizzazione delle nostre bellezze e tipicità". Quest’anno la kermesse abbraccia anche il Comune di Malfa: «Nella giornata di chiusura hanno evidenziato i coo-organizzatori, Patrizia Casale e Francesco Cappello - si svolgerà un’estemporanea di pittura dell’artista Dimitri Salonia e altri esponenti della Scuola Coloristica Siciliana all’Hotel Ravesi, che realizzeranno una grande opera a più mani dedicata a Troisi e, in piazzetta a Malfa, la proiezione di Maldamore (commedia con Luca Zingaretti, Ambra Angiolini, Claudia Gerini, ecc.). Non mancheranno poi momenti fashion e glamour, uno shooting fotografico nella suggestiva frazione di Lingua con le Miss Mondo Jessica Bellinghieri e Claudia Russo, serate esclusive nelle location più belle dell'isola».

ARTE & DOCU-FILM

Un quadro per Il Postino GLI EVENTI CON LA FONDAZIONE SALONIA SALINA. Ricordare Massimo Troisi e, allo stesso tempo, attraverso la poesia di un quadro, di un’installazione naturalistica e di un film ‘poema visivo’ immersi nel magico scenario di Salina, ripercorrere la sua storia artistica e la sua vita, evidenziando le difficoltà dovute al suo stato di salute, ma anche la sua unicità interpretativa che lo ha reso celebre in tutto il mondo. E’ l’obiettivo della Fondazione Salonia che, nel ventennale della morte di Troisi e della proiezione del film Il Postino, ha pensato di sviluppare un interessante progetto nell’ambito del Memorial Massimo Troisi del Comune di Malfa e di Mare Festival organizzato dall’amministrazione di Santa Maria di Salina. L’evento sarà presentato il prossimo venerdì 25 luglio alle 10 all’hotel S.Elia a Messina. Saranno presenti gli artisti

Dimitri Salonia e Lidia Monachino, il regista Eros Salonia, il sindaco di Malfa Salvatore Longhitano, l’assessore alla Cultura di Malfa Clara Rametta, il sindaco di S. Maria Salina Massimo Lo Schiavo, il presidente della Fondazione Salonia Felice Ruggeri e l’organizzatore di Mare Festival Massimo Cavaleri. Per il Mare Festival il 5 agosto alle 18:30 all’Hotel Ravesi di Malfa, Dimitri Salonia, presidente onorario della Fondazione Salonia e pittore noto in ambito internazionale, insieme ad altri artisti della Scuola Coloristica Siciliana, realizzerà con una performance spettacolare con la tecnica dell’Arte a più mani un grande quadro che richiamerà Il film il Postino. Alla manifestazione sarà presente la critica d’Arte Dimitri SaloniaCavaleri nazionale Federica Pasini che

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illustrerà l’opera dal titolo “Il postino della vita”. Insieme a Salonia imprimeranno fortemente il loro stile cromatico nella pittura della tela Lidia Monachino, Carmen Crisafulli, Tania Di Pietro, Cristina Ravalli, Angela Salonia e Felice Ruggeri. Il sei agosto invece nell’ambito del Memorial Massimo Troisi organizzato il Maestro Dimitri Salonia presenterà alle 18:30 alle Balate di Pollara una sua installazione artistico naturalistica da lui ideata e donata al comune di Malfa. Per l’opera Salonia utilizzerà solo materiale naturale trovato sull'isola, come legno, ferro, sassi, piante e una vecchia barca, in modo da non incidere sull'equilibrio ambientale del territorio. Sempre il 6 agosto alle 21, 30 nella piazza di Malfa sarà proiettato il poema visivo di Eros Salonia “Scusate avete visto Massimo” che ripercorre gli ultimi giorni di Troisi a Salina.


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postermostre

MILAZZO. La mostra di Gugliemo Bambino alla Caruso Gallery

Attenti a quei Gui Il “mitico” personaggio dello Stretto in trenta tele segnano la svolta e l’impegno civile e sociale di un artista che denuncia. Con ironia e creatività MESSINA. Un occhio solo come il mitico Polifemo. Un ciuffo con tre capelli a rappresentare gli angoli della Trinacria. Niente è lasciato al caso in Gui, “semplice” personaggio partorito dalla mente di Gugliemo Bambino, artista messinese a tutto tondo, che con una sagace battuta riesce a raccontare meglio di un articolo il disagio di vivere ma anche la capacità di sorridere che è tutta di questa terra di Sicilia. Ora Gui, nato 21 anni fa come vignetta nelle pagine del settimanale regionale Centonove, diventa protagonista di una mostra che si inaugura alla

Guglielmo Bambino

Caruso Gallery sul Lungomare Garibaldi, 12 di Milazzo, venerdì 26 luglio alle ore 18. In esposizione trenta tele in cui Gui torna ad essere silenzioso come i primi anni della sua nascita. Nessuna battuta accompagna la tela, ma attorno a lui si snodano messaggi di intensa emozione e di autentica poesia tirati fuori da una tavolozza di colori che tagliano come bisturi per svelare una realtà urbana opprimente, fatta di palazzoni che sembrano cadergli addosso e di un mare senza orizzonti. La fatica è rimanere a galla e non farsi sommergere più che dall’acqua, dai liquami. Eppure, si intravede una speranza per questa umanità dove guizza un pesce palla perfetto da qualsiasi prospettiva lo si guardi e tanti altri abitanti dello Stretto che invece di saltare sull’acqua sembrano volare via. Dalla mano di Gugliemo Bambino il paesaggio si trasfigura e acquista spesso una nuova dimensione dove prende corpo la semplicità e il rifiuto della retorica, a dispetto dei simbolismi che pure dilagano sulla tela. Trenta opere che sono testimonianza di un percorso creativo nel mondo dell’arte e dell’umorismo ed affrontano temi di attualità per offrire una

lettura ironica su argomenti molte volte tragici. E’ raro vedere nella singola vita di un artista compiersi un percorso così completo e costruttivo, servendosi delle tecniche e degli stili più disparati, padroneggiandoli con sapienza e mestiere, sempre più affinandoli. Guglielmo Bambino ci riesce grazie a una felice padronanza delle tecniche che nulla toglie all’istinto. Le stesse trenta tele in mostra alla Caruso Gallery di Milazzo, sembrano di per sé un cammino, una evoluzione. Dal primo Gui dipinto su tela all’ultimo realizzato è come se per l’artista non fossero passati pochi mesi ma anni in cui il cerchio si chiude. Ma la vena resta inesauribile.

Una delle opere in mostra

LA SCHEDA

In principio fu la disciplina pittorica Guglielmo Bambino è nato in Sicilia, a Messina, il 22 novembre 1959. Laureato all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, insegna Disciplina pittorica all’Istituto d’arte Ernesto Basile di Messina. Pittore, grafico, illustratore, ha esposto ultimamente a Giardini Naxos, Roccavaldina, Milano, Genova, Carrara. Con il personaggio Gui perviene ad una sintesi tra grafica, pittura e impegno sociale. Fra le sue esposizioni più significative sono da ricordare: - 1999 Ritratti e caricature al Consolato della Seta - Messina - 2000 Visiona 2000 curata da Giovanna Giordano alla Fiera di Messina - 2008 La città scomparsa alla libreria Mondadori - 2012 Collettiva artisti Cento per cento al Teatro Vittorio Emanuele - 2013 Vetrina letteraria a Giardini Naxos

ALCAMO

Il collegio diventa museo L’ARTE CONTEMPORANEA PROTAGONISTA NELLA STRUTTURA DEI GESUITI

Collegio dei gesuiti di Alcamo

ALCAMO. Il collegio dei Gesuiti di Alcamo diventa un museo di arte contemporanea. Il taglio del nastro giovedì 24 luglio alla presenza del sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre, dell’assessore alla Cultura, Selene Grimaudo e di Anna Parrino, ingegnere capo del Comune. La struttura, sita in piazza Ciullo e costruita a metà del '600, per esigenze di diffusione della fede e della formazione spirituale, dopo un restauro durato circa 7 anni, adesso, oltre alla biblioteca, ospita anche il Museo di Arte

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Contemporanea. Ad illustrare i passaggi che hanno reso possibile la fruizione al pubblico nella nuova veste di contenitore d’arte e cultura, l’architetto Vito Garbo, che ha seguito i lavori di allestimento del museo, la professoressa Alessandra Badami del dipartimento di Architettura dell'Università di Palermo, progettista di "Creative LAB Alcamo", iniziativa finanziata con fondi europei, dedicata allo start up del Museo di arte contemporanea insieme al direttore artistico, l’architetto Vincenzo Fiammetta. Presente anche il maestro Fausto Cannone, che ha dato vita alla collezione di strumenti che è esposta in un’ala del collegio come Museo degli strumenti etnomusicali.


posterrubriche NUOVE VISIONI DI MARCO OLIVIERI

Commedie made in Italy Non sono le commedie all’italiana che hanno distinto il nostro cinema per satira corrosiva e analisi sociale. Tuttavia, fra molti prodotti usa e getta, “Smetto quando voglio” e “La sedia della felicità”, recuperati nello spazio all’aperto del Giardino Corallo di Messina, rispettivamente martedì 29 e mercoledì 30 luglio, alle 21.15, si mantengono su un buon livello. Un regista esordiente, il trentenne salernitano Sydney Sibilia – anche sceneggiatore con Valerio Attanasio e Andrea Garello – e una buona produzione (Ascent Film e Fandango), con la fotografia notturna di Vladan Radovic, sono al servizio di un cast affiatato, in un efficace misto di gag e denuncia sociale che anima “Smetto quando voglio”. Un modo per raccontare in modo scanzonato il dramma del precariato. Edoardo Leo, Libero De Rienzo, Valerio Aprea, Pietro Sermonti, Valeria Solarino, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Paolo Calabresi e Neri Marcorè sono i bravi interpreti di un film dinamico, che non è sempre impeccabile, ma che nel complesso funziona, con esiti spesso esilaranti. Quanto a “La sedia della felicità”, ultimo film di Carlo Mazzacurati, si tratta di una gustosa commedia che racconta con ironia la crisi economica e morale di questi anni. L’atmosfera è paradossale, come le tante gag, e spicca la bravura dei protagonisti – Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese e Giuseppe Battiston – senza dimenticare i cameo di Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio e Silvio Orlando. Non sempre, però, le intuizioni iniziali trovano una risoluzione narrativa convincente e il finale appare meno efficace.

MUSEO DEI PELORITANI

Kàlamos ensemble porta a Como la Leggenda di Colapesce MESSINA. Dopo il successo ottenuto a Messina e a Napoli “La leggenda di Colapesce”, nella reinterpretazione del Kàlamos Ensemble, domani 22 luglio alle ore 21, andrà in scena a Villa Vigoni sul lago di Como, nell’ambito delle serate letterarie-musicali italo-tedesche. L’originale performance, per suoni - voci ed immagini, che si rifà alle fonti letterarie siciliane, italiane e tedesche della leggenda, sarà introdotta dall’Ambasciatore della repubblica Federale di Germania in Libia, Christian Much. Dall’originale spettacolo, sempre grazie alla collaborazione del Consolato tedesco, si è passati ad una versione in DVD della partitura poetico-musicale a cura dell’associazione Kiklos e del Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, ambientata nei luoghi che hanno visto nascere la figura del mitico uomo-pesce, ovvero Capo Peloro, nello Stretto di Messina.

MUSICA

PALERMO

Se il cunto si ferna al giardino botanico Nuova e magica location, per la XXXI edizione della rassegna di teatro di figura diretta daCuticchio DI PAOLO

RANDAZZO

PALERMO. Se è vero che sin dalle sue più remote origini il teatro è stato sempre strutturalmente politico, allora è comprensibile come ogni concreta esperienza teatrale sia contaminata dal dialogo politico col luogo (fisico, culturale e sociale) in cui l’evento spettacolare accade. Si prenda il caso del rapporto tra Mimmo Cuticchio e la sua Palermo: si ostina il grande Mimmo Cuticchio puparo e cuntista nella sua lotta pluridecennale per non succederanno Cuticchio, in un far scadere in vuoto folklore la grande laboratorio che precede il festival, tradizione di cui è il più grande erede. lavorerà con attori-narratori sul tema Due sono i versanti in cui questa lotta si del verde e farà in modo che percorsi e realizza: da una parte il rapporto con la spazi dell’Orto Botanico siano oggetto di cultura teatrale “alta” e su questo drammatizzazione». Ecco il programma: versante Cuticchio è vincitore, ammirato la sera del 31 luglio la suggestiva a livello internazionale; d’altra parte, il ambientazione dei giardini dell’Orto di duro rapporto con la sua città e con la Palermo sarà sfondo alle guarattelle sottocultura che spesso attanaglia napoletane di Bruno Leone, al “Teatro grandi pezzi del ceto politico isolano, delle mani” di Marcel Gorgone, alla ma anche da questa parte le cose “Pazzia di Orlando” dei Figli d’Arte ultimamente sembrano volgere, Cuticchio, e all’“Ubu Re” del “Teatro finalmente, al meglio. È del maggio degli Incompatibili”. L’ 1 agosto sarà la scorso la rassegna “Narratori in viaggio” volta dell’ensemble di musica medievale e prenderà il via il prossimo 31 luglio la “In Taberna”, mentre gli allievi del XXXI edizione di “Macchina dei sogni” laboratorio racconteranno delle storie che quest’anno si terrà nell’Orto legate al tema del verde. Il 2 agosto, Botanico di Palermo. «Il progetto “Tra i prima che Cuticchio proponga il cunto sentieri, sotto la luna” proporrà un di Angelica, tre intellettuali (il filologo connubio fra il paesaggio e la letteratura Corrado Bologna, il botanico Giuseppe cavalleresca attraverso la narrazione. Barbera, il giornalista Gabriello L’intento – spiega Cuticchio - è di far Montemagno) racconteranno storie conoscere meglio lo straordinario legate al tema del festival. Il 3, infine, si scenario offerto dall’ Orto Botanico sia verificherà coi partecipanti l’esperienza sul profilo ambientale sia sul piano del laboratorio di narrazione. simbolico. Oltre agli spettacoli che si

DE GUSTIBUS

25 Luglio 2014

DI CESARE NATOLI

Addio a Charlie Haden Se n’è andato a 76 anni a Los Angeles, dopo una lunga malattia, Charlie Haden. Scompare, così, un contrabbassista che ha sempre inseguito la profondità del linguaggio musicale, andando oltre gli steccati di genere e il virtuosismo fine a se stesso. E dire che un virtuoso del suo strumento lo era. A testimoniarlo non sono solo i tre Grammy Award vinti in carriera – per il brano “Beyond the Missouri Sky” del 1997 insieme a Pat Metheny, per l'album “Nocturne” del 2001 e per “Land of the sun”, registrato nel 2004 con il pianista cubano Gonzalo Rubalcaba – ma anche la stessa qualità dei personaggi con cui ha collaborato. Già a partire dagli anni ’60, quando creò insieme a Ornette Coleman il Free Jazz. A lui, inoltre, si deve la liberazione del basso dal suo ruolo tradizionale nella sezione ritmica e di accompagnamento per assurgere a una dimensione solistica. Per uno che ha iniziato a suonare da bambino con i genitori e i fratelli nella band di famiglia e che è passato al contrabbasso dopo che le sue corde vocali avevano subito i postumi di una forma di poliomelite (che aveva avuto una sorte di recrudescenza senile dopo il 2010), deve essere stata una grande soddisfazione. Come epitaffio finale credo non ci possano essere parole più adatte di quelle pronunciate da lui stesso, in un’intervista, pochi mesi prima della morte: “Voglio portare via la gente dalla bruttezza e dalla tristezza che ci circonda attraverso la bella, profonda musica”,

DI MASSIMO LANZA

Tra la Gente di mare di Aci Trezza Qualche giorno fa un conoscente sapendo che ero a Catania per delle degustazioni mi ha suggerito di provare un piccolo locale di Aci Trezza. Il posto si chiama Gente di mare e appartiene ad una coop di pescatori locali che non si occupano direttamente della gestione ma forniscono il locale quotidianamente con il meglio di quello che pescano. Il locale, un unico ambiente arredato semplicemente con la cucina a vista, si trova proprio alle spalle della chiesa principale del paese. Ovviamente si mangia pesce, noi abbiamo optatati per l’antipasto max, ovvero 14 piccole portate di pesce e verdure, ma c’è anche la versione mini e la media rispettivamente di 4 ed 8 portate. Dopo una serie di bruschette, peperonata, caponata, broccoli, parmigiana ecco arrivare tra l’altro vongole in

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guazzetto, lumache di mare, triglie fritte, polpette di pesce, alici marinate, insalata di polpo, tutto di buon livello, fresco e ben cucinato. Tra i primi la pasta con il nero di seppia veramente buona, poi le linguine alla cozze e la pasta alla catanese con alici e piselli. Ampia la scelta dei secondi, ovviamente legata al mercato e alla stagione, ma di una cosa si può essere certi, la provenienza e la freschezza della materia prima, siano aiole, siano totani o calamari o tonno. Buona ed abbondante la frittura mista, ma molto interessante il pesce castagna prima fritto e servito con una salsa leggermente piccante profumata di aglio. Si chiude con qualche dolce tradizionale, sorbetto o gelati. La carta dei vini elenca poche etichette siciliane senza indicarne l’annata, quindi è consigliabile verificare prima che la bottiglia venga aperta cosa vi stanno servendo. La gestione è di tipo familiare, sia lo chef che le persone in sala sono cortesi e disponibili. Ottimo il rapporto prezzo/qualità. Via Dietro Chiesa, 24 - Aci Trezza - 95027 Aci Castello (CT) tel 349 3682292


25 Luglio 2014

posterlettere

QUI SCUOLA

GUI

HERITAGE

DI ANDREA SMITH

DI SERGIO BERTOLAMI

A proposito di assicurazione sociale per l’impiego

Lo Stretto raccontato

Molti docenti ed ATA hanno stipulato un contratto a tempo indeterminato con decorrenza giuridica dall’1-9-2013 ed economica dall’1/9/2014, mentre erano in servizio con un contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2014. Questo personale, cui non spetta lo stipendio nei mesi di luglio e agosto, correva il rischio di non percepire l’Aspi o Miniaspi (assicurazione sociale per l'impiego, che sostituisce l’indennità di disoccupazione) per le giornate dei mesi estivi non lavorate e prive di retribuzione. Col messaggio alle sedi territoriali, è intervenuta la Direzione dell’INPS che, nel premettere che il rapporto a tempo indeterminato è costituito a decorrere dalla decorrenza giuridica della nomina, ha ritenuto non influente la retrodatazione degli effetti giuridici per far venir meno, nel periodo non lavorato, lo stato di disoccupazione. Infatti, con la scissione della data degli effetti giuridici da quelli economici, non si può imputare alla volontà del lavoratore l’inattività ed il sostanziale stato di disoccupazione. Sono, quindi, indennizzabili le giornate di nomina giuridica non lavorate e prive di retribuzione. Inoltre, in caso di mancato aggiornamento dei dati contributivi via web (Uniemens), l’INPS ha disposto che le strutture territoriali ricorrano alle buste paga degli interessati sia per verificare la sussistenza del requisito contributivo e sia per calcolare l’importo e la durata della prestazione (ASPI e MINIASPI). In mancanza delle buste paga più recenti, la domanda di prestazione potrà essere accolta in via provvisoria, salvo il ricalcolo alla luce della documentazione definitiva. Per il possesso dei requisiti, la misura dell’indennità MINIASPI o ASPI e le modalità di presentazione della domanda, è bene consultare il sito www.inps.it, alla voce “Prestazioni sostegno reddito”.

ECOLOGIA&AMBIENTE

I NOSTRI ERRORI

Rosa Fortunata Musolino al posto di Maria Chiara Aversa Sul numero 25 di Centonove, a pagina 18, a corredo del pezzo “Ateneo, le colpe di Medicina”, è stata pubblicata erroneamente (e nuovamente) la foto della professoressa Rosa Fortunata Musolino al posto di quella, corretta, dell’ex delegato alla ricerca Maria Chiara Aversa. Si tratta di una svista già in passato rettificata senza che, però, fosse stata corretta l’indicazione errata della persona nell’archivio fotografico. Abbiamo provveduto finalmente a “sanare” l’errore, e assicuriamo alla docente che la circostanza non si verificherà più. Nel porgere le più sentite e rinnovate scuse, si coglie l’occasione per pubblicare la foto corretta di Maria Chiara Aversa, scusandoci anche con lei. ddj

Maria Chiara Aversa con l’ex rettore Franco Tomasello

LA LETTERATURA italiana non annovera molte pagine di mare come quelle narrate da Conrad, Hemingway o Melville. Ma con D’Arrigo, Vitarelli e Consolo, nell’Isola dei libri di via dei Mille, quasi si avverte il profumo di salsedine dello Stretto. L’idea è quella di un pugno di amici che s’incontrano in una sera d’estate. C’è chi ha organizzato l’allegro raduno, come Sergio Di Giacomo, e chi come Giuseppe Ruggeri sollecita ad intrecciare il filo dei discorsi. Noi ascoltiamo. E Sergio Palumbo, lieto di stralciare flash dai suoi documentari ed interviste, rievoca fatti vivi e pulsanti riguardanti questi nostri scrittori di primissimo piano. È una ricchezza debordante d’immagini che scaturisce da storie di vita vissuta. Come i colori e la luce, rappresentati da Antonello, che Vincenzo Consolo cerca sfogliando un catalogo nella sua casa milanese. Renato Guttuso che, lasciata Milano, si ritira a Scilla per dipingere lo stesso mare che dalla riva opposta Stefano D’Arrigo descriverà nel suo sconfinato Horcynus Orca. Al contrario, Eugenio Vitarelli ad Acqualadroni – quando era villaggio di pescatori e non di bagnanti - non vuole descrivere le stesse cose di D’Arrigo e, con la medesima prosa adamantina dei chierici medievali, lascia che sia il mare a raccontarsi. Così, nelle parole di Palumbo, sembra che siano le pagine stesse a raccontarsi. Come quelle di D’Arrigo, durate vent’anni, nella penombra delle persiane socchiuse, vergate su fogli colorati, appese a un filo come panni stesi, in attesa di modifiche, tormentate della perfezione, perché «non c'è lido più lontano di quello dove non si approda». centonove.heritage@experiences.it

DI ANNA GIORDANO

Discariche, Mazzarà da salvare ME LA RICORDO come fosse ieri, la telefonata di Adolfo Parmaliana, che mi chiedeva se a Mazzarà ci fossero siti tutelati da qualsivoglia norma, per scongiurare la imminente discarica che poi fu realizzata. No, purtroppo non c’erano né SIC, né ZPS, né Oasi, Riserve o Parchi, nulla. Le cose, per come sono andate, sono sotto gli occhi di tutti. E chissà se adesso segue le nostre becere vicende messinesi, rendendosi conto di come, se anche ci fossero stati siti protetti, non gliene sarebbe fregato niente a nessuno, Procura (si spera) a parte. Già, da novembre ci sgoliamo diffidando in ogni dove dal procedere con la discarica (ancora oggi taciuta dall’amministrazione locale), di Pace, in piena ZPS, con

divieto esplicito di realizzazione. Vanno avanti imperterriti, e scopro che si è pure riunita la commissione per l’aggiudicazione della gara, 1 e 8 luglio, bontà loro, quanta fretta, a procedura VAS ancora in corso. Chissà cosa ne pensano a Bruxelles, di questa sicula solerzia e annessa indifferenza conclamata alle procedure di legge. E’ difficile credere a ciò che si rinviene nei diversi documenti relativi al piano regionale dei rifiuti. Man mano che leggevamo, inorridivamo. E mentre allibiti contro deduciamo e invochiamo enti superiori che si spera riportino sui binari della legalità l’intera vicenda, leggo dell’ennesima notizia del trasferimento dell’ing. Sciacca. Ci sono funzionari che fanno del bene pubblico l’obiettivo del loro quotidiano lavoro, disattendendo gli appetiti di alcuni a favore della sicurezza dei più. A loro tutela, non ne faccio il nome, visto che poi parte la rimozione sulla base di una non legge Vigna. Mi domando quale mutazione genetica impedisca a chi

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governa, qualunque sia la bandiera o il ruolo, di capire che se c’è un funzionario bravo che lavora bene, che la gente (tanta, tantissima) ama, si voglia ancora oggi togliere dal suo ruolo. Farei fare a loro (governanti e politici) il mio mestieraccio, pessimo, di questi tempi più che mai. Gli farei leggere i pareri semplicemente farneticanti che sfornano molti uffici, con prescrizioni ridicolissime, inutili, contraddittorie da paura, su progetti che ipotecano la nostra stessa vita. Dicano, costoro, chiunque essi siano, quale sia il reale motivo per cui una persona come Sciacca lo vorrebbero altrove. Forse che dietro a lottizzazioni, porticcioli qui o altrove ci sono anche loro, con amici e sodali, che fanno affari? Non dovrebbe essere, la politica, per il bene di tutti e non di pochi? Già, dimenticavo le cronache e la storia di questi ultimi decenni, un precipitarsi nell’abisso dell’individualismo, che si sia semplici cittadini o no, ognuno per se e dio per tutti.


postercommenti ELIODORO

DISCUTIAMONE

Non solo “vento di Papa” quello che viene dal sud America DI

GIOVANNI FRAZZICA

MESSINA. Il ritorno alla democrazia del pianeta forse parte proprio dall’America latina, luogo un tempo di domino coloniale e di feroci dittature militari che ammiccavano agli opulenti paesi del mondo industrializzato. Ora dal continente latino americano giungono messaggi di novità sul piano politico, culturale, economico ed anche sportivo, anche se il 7 a 1 di Germania Brasile lascerebbe pensare diversamente. In sud america il calcio accompagna, in molti casi, un processo di crescita individuale, l’orgoglio di una comunità, diventa bandiera nazionale, ma è anche pane quotidiano, perché si gioca tutto l’anno, dovunque, non solo negli stadi, ma anche nelle strade, nelle piazze, nelle spiagge. Per questo vengono fuori tanti campioni da esportazione, tuttavia gli incidenti del 9 luglio a San Paolo hanno un’origine più lontana. E’ la difficoltà di un progetto, quello di Dilma Rousseff, amplificato ora dal disastro sportivo. Questa fase negativa, che avviene dopo il balzo in avanti del Brasile ed a un importante processo di crescita, non può mettere in ombra i meriti storici e politici di Dilma Rousseff nella costruzione del grande mosaico che ci consegna oggi un continente in cui i fermenti della libertà e della democrazia hanno dato frutti ed hanno modificato il tenebroso quadro che c’era quarant’anni fa. La Rousseff non è sola in questa straordinaria avventunaria, tanti capi di stato e di

150 PAROLE DA PALERMO

Straniera a casa mia... DI

MARIA D’ASARO

Nel panificio del quartiere, ragazzi di pelle scura e signore di pelle chiara lavorano in nero mentre, di solito, i clienti non ricevono lo scontrino fiscale; al banco della vicina salumeria, c’è un signore che, mentre affetta il salame, pontifica su Dio che salva noi poveri peccatori, solo se crediamo in Cristo Gesù e, soprattutto, se andiamo alle adunanze previste dai capi religiosi, almeno una volta a settimana; il parrucchiere zonale è fan di un ex presidente del Consiglio, leader carismatico di un partito di destra, oggi tutor di vecchietti; il fruttivendolo sotto casa non sa neppure cosa sia uno scontrino fiscale e si vanta di non aver votato alle europee perché “tanto sono tutti uguali”; il tabaccaio, a due isolati di distanza, mi ha tolto da tempo il saluto perché, anni fa, ho ripulito delle fioriere vicine al suo negozio. Che triste sentirsi così estranea a casa propria …

25 Luglio 2014

governo, passati attraverso storie simili, lotta armata, detenzione, tortura, vittoria elettorale, oggi guidano i loro paesi. E fanno o dicono cose che, nelle ovattate pareti dei salotti del vecchio continente possono sembrare strane. Evo Morales, Presidente della Bolivia, leader “Movimento per il Socialismo”, ha detto: «Bisogna pensare a modelli diversi di società rispetto al capitalismo. Non è accettabile che nel XXI secolo alcuni paesi e multinazionali continuino a provocare l'umanità e cerchino di conquistare l'egemonia sul pianeta. Sono arrivato alla conclusione che il capitalismo è il peggior nemico dell'umanità perché crea egoismo, individualismo, guerre mentre è interesse dell'umanità lottare per cambiare la situazione sociale ed ecologica del mondo». La Costa Rica è una repubblica presidenziale con a capo Laura Chinchilla Miranda. La nazione è al primo posto per la felicità media della popolazione nella classifica della graduatoria Happiness in nations. La Costa Rica ha abolito l'esercito, è il primo paese senza un esercito ed è sede della Corte Inter-Americana dei Diritti Umani e dell'Università per la Pace delle Nazioni Unite. Altro personaggio eccezionale è José Mujica, presidente dell'Uruguay, ottantenne, vive in una casetta in campagna ed ha rinunciato a due terzi dello stipendio presidenziale, promuove la liberalizzazione dei costumi, la pace e la ricerca scientifica. Cristina Kirchner e Michelle Bachelet hanno cercato di dare un volto democratico all’Argentina ed al Cile, impresa non facile in tempi in cui anche questi paesi sono attravesati dalla crisi economica. Ma il messaggio più sorprendente arriva dall’imprenditore della telefonia Carlos Slim, uno dei quattro uomini più ricchi del mondo: propone di lavorare solo tre giorni la settimana. Sostiene che questo risolverebbe molti problemi. Detto da lui, che non è certo un lavativo, c’è da credergli. Papa Bergoglio ha respirato intensamente l’aria di quel continente. E si vede

ANIMAL HOUSE

La Perla Jonica, lo sceicco e il Manuale Cencelli ACIREALE - La Perla Jonica anni fa, tanti ormai, era il simbolo della "Catania da bere", dei cavalieri rampanti e della gioia di vivere. Un mega complesso turistici, albergo, appartamenti, piscina, sale conferenze, realizzato dal Gruppo Costanzo e poi, dopo crisi e indagini, abbandonato a se stesso, desolato testimone del bel tempo che fu. Adesso, lo sceicco di Abu Dabi lo ha acquistato per 28 milioni di euro e ne ha progettato la ristrutturazione per 48 milioni, metà dei quali concessi a fondo perduto dal governo nazionale. Ci sarà occupazione, sviluppo, ricchezza per l'indotto. Tutti contenti? No. Pare che qualche polintucolo da strapazzo sfogli in Manuale Cencelli che lo sceicco, però, non conosce.

ANTIBUDDACI

DI DINO CALDERONE

Accorinti, il sindaco globale Accorinti con la fascia da sindaco, mentre discute come un vigile con i conducenti dei TIR, non è l'unica immagine eclatante del primo anno di amministrazione. Lo abbiamo già scoperto nelle vesti di assistente sociale, tifoso etc. In certi casi il primo cittadino avrebbe fatto meglio ad evitare di assumere ruoli che non gli competono. E' sempre bene distinguere i livelli di competenza che intervengono in funzioni diverse. Per esempio, anche quest'anno si sta preparando l'evento Vara che attirerà migliaia di persone nella nostra città il 15 agosto. Una manifestazione non solo religiosa, ma anche sociale, che rafforza il profilo identitario messinese, più di ogni altro pur positivo evento cittadino. Adesso si apprende con grande soddisfazione la decisione di limitare a poche persone le presenze sulla “machina festiva”. Grazie a queste nuove disposizioni il sindaco dovrebbe rinunciare a fare lo sbandieratore salendo sulla Vara, come purtroppo ci è capitato di vedere lo scorso anno, ma speriamo che non si unisca ai tiratori, come ha già fatto in

occasione della processione delle Barette durante l'ultimo Venerdi santo. Se vuole, si limiti a partecipare fra la gente, e segua la processione con la fascia tricolore. Ma gli “incidenti diplomatici” non si riducono solo a queste commistioni che vedono lo spazio istituzionale, proprio del sindaco, occupare ambiti che non gli competono come quello religioso. Per esempio, speriamo che il prossimo 4 novembre non si ripeta più l'increscioso episodio che scatenò forti polemiche, spingendo il Generale dei carabinieri a lasciare la cerimonia per la commemorazione dei caduti della prima guerra mondiale. Nelle cerimonie civili c'è già un protocollo da rispettare che non può essere manipolato dagli attori istituzionali, pena la strumentalizzazione del valore che quella cerimonia vuole esprimere. Né basta dire che Accorinti agisce in buona fede, senza offendere nessuno, perchè pacifista. Chi entra in una moschea deve togliersi le scarpe, se non vuole mancare di rispetto ai musulmani. Anche i riti civili vanno rispettati. Qualcuno, per favore, lo spieghi al sindaco. dinocalde7@gmail.com

DI ROBERTO SALZANO

Business... esotici Il traffico di animali esotici è una grandissima fonte di guadagno. Sono parecchie le operazioni di portata internazionale che vedono collaborare le Forze dell’ordine di tutto il mondo. Controlli e perquisizioni hanno confermato le consistenti proporzioni raggiunte dal business . Alla droga ed alle armi da qualche anno si sono aggiunti gli esemplari esotici, che, costituendo uno dei settori più redditizi al mondo, richiamano la partecipe attenzione della criminalità. L'Italia è una delle tappe principali attraverso cui passa lo smistamento illegale di specie protette e prodotti derivati. Si tratta di un giro d'affari che solo all'interno del Belpaese arriva a toccare i due miliardi di euro all'anno. E lo stato di emergenza è testimoniato da episodi sempre più ricorrenti.

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Nel corso di un'operazione della Polizia di Stato di qualche tempo fa, fu trovata in un casolare di campagna, rinchiusa in una gabbia, una giovane tigre, recentemente trasferita in Germania. Una vicenda che chiarisce quanto la situazione, già critica, diventi ancora più inquietante a causa della passione sfrenata della mafia per gli esemplari esotici, una passione che non si limita solo agli affari, ma si lega fortemente proprio ad una questione di immagine. Di potere. Tali splendide creature svolgono una funzione simbolica di forza, prestigio, autorità. Strani zoo e safari, con zebre, leoni, pantere, tigri, antilopi, trovati in case di proprietà di camorristi, con l'intento di rafforzare l'idea di grandezza, di dominio assoluto, di capacità di disporre liberamente di esseri rari ed indomiti, soggiogandoli. Come tristemente accade troppo spesso, la bellezza della natura è piegata a discutibili capricci ed interessi, travolta e devastata dal delirio di onnipotenza della razza umana.



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