Amarcorderia_parte 2

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PARTE 2


6. 6

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amarcorderia

Al di là del Muro Uno spazio al di fuori della realtà, estraneo al contesto, avulso da ciò che lo circonda.

La visione è quella di una nave incagliata, di un relitto immerso nella natura, un vero e proprio monumento alla civiltà industriale. Luogo misterioso per antonomasia, è sotto gli occhi di tutti ma inaccessibile allo sguardo e trasuda, fin dai suoi muri esterni, la sua storia ricca, complicata e negletta. Solo pochi curiosi sanno cosa c’è al di là del muro, perché lo hanno visto, lo hanno cercato tra avventura e proibito.

“Le rovine esistono attraverso lo sguardo che si posa su di esse. Ma fra i loro molteplici passati e la loro perduta funzionalità, quel che di esse si lascia percepire è una sorta di tempo al di fuori della storia a cui l’individuo che le contempla è sensibile come se lo aiutasse a comprendere la durata che scorre in lui.” 1  Rodney Smith, Fotografia

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6. Al di là del Muro

Al di là del muro c’è il passato in disfacimento abbracciato, avvolto, stretto, soffocato dalla natura, c’è un luogo idilliaco, una parentesi di verde in una piccola località, quella viserbese, densa di costruzioni. È un luogo misterioso, inquietante, ma bellissimo. Al di là del muro la natura è protagonista, si è fatta spazio tra pareti e macerie, si è insinuata violentemente nelle architetture, si è avviluppata ai pilastri.

“La Natura è un tempio ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole; l’uomo vi attraversa foreste di simboli, che l’osservano con sguardi familiari”. 2 Quei muri, quelle barriere che cingono l’ex Corderia l’hanno protetta, ne hanno custodito l’essenza. Il recinto è, nel contempo, ciò che difende e ciò che impedisce l’accesso. È bipolare, dipende da che parte lo si guarda, da che parte dello stesso ci si trova. Dentro si è coinvolti, fuori ci si sente esclusi. Dentro ci si sente rinchiusi, fuori ci si sente liberi. È un luogo che vive di ossimori, di accostamenti bizzarri. Per i viserbesi, l’ex fabbrica, è un’istituzione, è la storia, è l’identità della frazione di Rimini.

[1] AUGÈ Marc, Rovine e macerie. Il senso del tempo, Torino, Bollati Boringhieri, 2004 [2] BAUDELAIRE Charles, prime due strofe di “Corrispondenze”, I fiori del male, Milano, Garzanti, 1975

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6. Al di là del Muro

SCHEDA 7 // AL DI LÀ DEL MURO // ATMOSFERE

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amarcorderia

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6. Al di lĂ del Muro

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6. Al di là del Muro

6.1 Contenuti Storici

M

algrado lo stato di completo abbandono in cui versa da ormai 75 anni, l’ex Corderia, resa inagibile dal degrado delle strutture, dalla possibile presenza di residuati bellici e dalla natura “infestante”, conserva ancora delle tracce del passato. Al centro di un ampio locale accessibile dall’esterno attraverso un’apertura ad arco in una parete in mattoni, facente parte del fabbricato retrostante a quello con le altane, si trova la caldaia della ditta “Franco Tosi” di Legnano in discreto stato di conservazione.3 Essa operava come recuperatore termico e provvedeva a riscaldare o a preriscaldare acqua o aria comburente, a generare vapore e ad essiccare sostanze umide. A destra del locale caldaie, guardando verso via Marconi, i muri in laterizio di uno stanzone sono decorati, sullo strato di intonaco pitturato di un colore giallognolo, da scene che rappresentano soldati tedeschi in marcia o nell’atto di salutare l’amata oppure ancora in malinconica meditazione sotto uno spoglio albero. Sopra ad una finestra c’è una pittura che raffigura un gatto nero stilizzato e sotto di esso una scritta checita “Saufen is’ a laster aber a schön’s”, che significa “Ubriacarsi è faticoso, ma bello”. Queste decorazioni sono una manifesta ed indubbia testimonianza del periodo bellico. Contiguo a questa stanza, sempre sul lato destro del locale caldaia, si trova la sala macchine con la motrice alternativa monocilindrica della ditta “Franco Tosi” di Legnano e l’alternatore.4 La motrice è collegata ad una grande puleggia, del diametro di circa 2,80 metri, nelle cui quattro gole erano alloggiate altrettante corde per trasmissione a sezione quadrata (nel 1923 venivano prodotte dalla Corderia Nazionale di Sanpierdarena) mediante le quali il movimento veniva trasmesso ad una puleggia più piccola calettata all’albero principale, appoggiato a sporti in muratura, dal quale mediante una cinghia veniva azionato l’alternatore sul cui basamento si legge C.ie G.le D’Electricité Decreil ed accanto al quale è visibile la sede di una seconda unità di cui oggi non rimane traccia alcuna. Il complesso alternatore-puleggia scorreva su un supporto a slitta con viti di fissaggio in modo da dare alla cinghia la giusta tensione. L’albero motore principale fuoriesce dal muro come se in origine fosse stato più lungo 136

[3] Nell’ex impianto idrovoro recuperato di Ca’ Vendramin (Museo Regionale della Bonifica) a Taglio di Po, Rovigo, sono esposti diversi macchinari, alcuni dei quali analoghi a quelli custoditi tra le mura della Corderia, come la caldaia della “Franco Tosi”. [4] L’alternatore è una macchina elettrica basata sul fenomeno dell’induzione elettromagnetica, che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica sotto forma di corrente alternata.


amarcorderia

proseguendo nel locale contiguo ove è possibile desse movimento, attraverso un sistema di cinghie, ad altre macchine. A sinistra della sala caldaie, nell’ampio locale degli essiccatoi, chiusi ai lati da massicce porte scorrevoli metalliche, si vede ancora ciò che rimane di due presse. In terra giacciono alcuni serbatoi ausiliari di carburante per aerei risalenti all’ultima guerra e ciò che rimane dei letti dei tedeschi, profili ferrei arrugginiti avvolti da ragnatele e molle cigolanti che emergono tra polvere e piume. Molto ampi i reparti, dotati di altane per dar sfogo all’umidità, tipici delle filande da lino, la cui struttura in cemento armato risale ai rifacimenti degli anni ’30. Nella hall della palazzina della direzione una scala raggiunge il pianerottolo da cui si stacca la seconda rampa con cui si sale al piano superiore; il tutto in rovina e pericolante come la volta al centro della quale campeggiava Mercurio, forse oggi del tutto crollata.

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6. Al di là del Muro

SCHEDA PROPRIETÀ 8 // SUPERFICIE EX CORDERIA // TOTALE COSTRUITO SPAZIO A VERDE ANALISI CRITICA DELLE PREESISTENZE

Renco S.p.A 70.000 mq 11.000 mq 59.000 mq

T

utte le strutture si presentano in avanzato stato di degrado e sono inagibili, a causa dell’incuria e dello stato di abbandono in cui l’ex fabbrica versa da oltre 70 anni.

d

Gli edifici di cui è previsto il recupero sono quelli vincolati dalla soprintendenza (case dei salariati, mulino e edificio d’accesso su via Marconi), più l’area con i macchinari, la caldaia, l’essiccatoio, la torre piezometrica, l’arcata e il muro di cinta. La valutazione dello stato di fatto è stata effettuata per mezzo di analisi a vista. Per alcuni “elementi ruderali” (muro su via Marconi e “arcate” immerse nel verde) ed edifici vengo proposti sinteticamente alcuni interventi possibili.

PROPRIETÀ

Renco S.p.A

SUPERFICIE TOTALE COSTRUITO SPAZIO A VERDE

70.000 mq 11.000 mq 59.000 mq

C B

A

V

138 D

RI TTO . FA E IA


amarcorderia

E

V

VIA

P. G .

AM ATI

C

RI TTO . FA E IA

B

i

H2

D G A

F

I

danno agli elemen stru urali gravissimo

H2

grave medio grave

H1

leggero

G

F

VIA

f

B

I ON RC A P. M

E

H2 i

H1

G A

D

d

C

I

F f

danno agli elemen stru urali gravissimo grave medio grave

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6. Al di là del Muro

Case Dei Salariati e Mulino [A  E] Sono edifici vincolati, realizzati in muratura. Di questi l’edificio D e l’edificio C, che affacciano su via Fattori, sono quelli che presentano il più elevato stadio di degrado.

EDIFICIO A

EDIFICIO EDIFICIOA A

EDIFICIOEDIFICIO B B

CASA DEI SALARIATI

EDIFICIO A

EDIFICIO C

CASA DEI SALARIATI sedime 80 mq

CASA DEI SALARIATI

sedime 80 mq

numero piani 2

numero piani 2

EDIFICIO B

CA

CASA DEI SALARIATI sedime 180 mq

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 numero piani 1 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

0

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: 0 5 10 15 mstru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

CASA DEI SALARIATI

EDIFICIO C

sedime 105 mq

numero piani 2

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA EDIFICIO DIBELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI EDIFICIO B COPERTURA

EDI

EDIFICIO B

5

10

15

20

25 m

AN AN STR - ed

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 STATO DELLE STRUTTURE ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 STA STRUTTURA DI ELEVAZIONE STR ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ORIZZONTAMENTI OR COPERTURA COi STRUTTURA/MATERIALI: stru ura EDIFICIO ASTRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura EDIF EDIFICIO B - edificio sogge o a vincolo di tutela - edificio sogge o a vincolo di tutela

EDIFICIO C

0

5 STATO 10 DELLE 15 m STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE EDIFICIO C CASA DEI SALARIATI sedime 80 mq ORIZZONTAMENTI EDIFICIO C COPERTURA

numero piani 2

STATO DELLE STRUTTURE

EDIFICIO D STRUTTURA DI ELEVAZIONE CASA DEI SALARIATI sedime 105 mq d ORIZZONTAMENTI MANUFATTO

numero piani 2

sedime 80 mq

sedime 105 mq

numero piani 2

numero piani 2

CASA DEI SALARIATI

CASA DEI SALARIATI inizio ‘900 sedime ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900180 mq sedime 105 mq ANNO DI COSTRUZIONE: ANNO DI DISMISSIONE: 1939 EDIFICIO G EDIFICIO F + MURO f ANNO DI DISMISSIONE: 1939 numero piani 2 piani 1 STRUTTURA/MATERIALI:numero stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela STRUTTURA/MATERIALI: muratura 0 stru ura 5 10 in 15 20 25 m EDIFICIO DIREZIONALE - edificio sogge o a vincolo MAGAZZINO di tutela STATO DELLE STRUTTURE

EDIFICIO F + MURO f TORRE PIEZOMETRICA

EDI

CASA DEI SALARIATI ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANN ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 sedime 50 mq ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANN EDIFICIO H1 EDIFICIO DIREZIONALE MA ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura STRU - edificio sogge o a vincolo di tutela edi STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in mur sedime 740 mq SALAaMACCHINE ESSICCATO - DELLE edificio sogge o vincolo diED tutela STATO STRUTTURE STAT numero piani 2

STRUTTURAANNO DI ELEVAZIONE STRUTTURA DI ELEVAZIONEANNO DI COSTRUZIONE: 1930 ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI ANNO DI sedime DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI sedime DISMISSIONE: 1939 COPERTURA COPERTURA 740 mq sedime 2.280 mq 1.860 mq STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muraturaANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 numero piani 2 numero piani 1 numero piani 1 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 - edificio sogge o a vincolo diSTATO tutela DELLE STRUTTURE - edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura portante 0 5 10 15 m STRUTTURA DI ELEVAZIONE 20 25 m 0 5 10 DI15 STRUTTURA ELEVAZIONE

STATO DELLE STRUTTURE ORIZZONTAMENTI STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 COPERTURA 140ANNO ORIZZONTAMENTI sedime 105 mq DI DISMISSIONE: 1939 COPERTURA STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura portante numero piani 2 realizzata con muri a tre teste, con solaio in latero-cemento EDIFICIO

CAS

COPERTURA

realizzata con muri a tre teste; solai in latero-cemento

STR ORIZ COP

ANN ANN STR

- edificio sogge o a vincolo diSTATO tutela DELLE STRUTTURA STATO DELLE STRUTTURE ORIZZONTAMENTI STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘20 COPERTURAsedime STATO DELLE STRUTTURE STA ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI 180 mq ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA DI ELEVAZIONE STR COPERTURA STRUTTURA/MATERIALI: insiemeOR di STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cementoORIZZONTAMENTI armato, che COPERTURA CO numero 1 armato e piani in muratura. presenta pilastri collassa . EDIFICIO G EDIF F + MURO f


amarcorderia

EDIFICIO A

Essi sono infatti privi di copertura e di orizzontamenti. L’intervento di recupero dovrà essere effettuato con materiali che si differenziano da quelli originari, scongiurando il EDIFICIO C EDIFICIO B e il “com’era dov’era”. EDIFICIO C “falso storico” TORRE PIEZOMETRICA c

EDIFICIO C CASA DEI EDIFICIO C SALARIATI

MANUFATTO d CASA DEI SALARIATI EDIFICIO D

sedime 80 mq

sedime 105 mq

sedime 180 mq

numero piani 2

numero piani 2

numero piani 1

CASA DEI SALARIATI

TORRE PIEZOMETRICA

sedime 180 mq

5 10 15 20 25 m ANNO DIDELLE COSTRUZIONE: STATO STRUTTURE inizio ‘900 STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ORIZZONTAMENTI COPERTURA STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura EDIFICIO B - edificio sogge o a vincolo di tutela

STATO DELLE STRUTTURE

COPERTURA

sedime 105 mq numero piani 2

EDIFICIO F + MURO f CASA DEI SALARIATI

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 numero piani 2 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

DI COSTRUZIONE: 1930 STATO DELLEANNO STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ORIZZONTAMENTI COPERTURA

ANNO DI COSTRUZIONE: inizioST‘ STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ST ORIZZONTAMENTI O 5 10STRUTTURA/MATERIALI: 15 m COPERTURA 0 stru u C

EDIFICIO C

o, che

ANNO DIsedime COSTRUZIONE: inizio ‘900 320 mq ANNO DI DISMISSIONE: 1939 EDIFICIO H1 EDIFICIO DIREZIONALE numero piani stru ura 2 STRUTTURA/MATERIALI: in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela sedime 740 mq

EDIFICIO D

0

5

STATO DELLE STRUTTURA 10 15 20 25 m

STRUTTURA DI ELEVAZIONE TORRE PIEZOMETRICA d SALARIATI ORIZZONTAMENTI sedime 180CASA mqDEI EDIFICIO E

numero piani 1

sedime 180 mq

piani 1 EDIFICIO numero G MULINO DELLA FOSSA VISERBA

A A ST -e

M

EDIFICIO E

CASA DEI SALARIATI ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 sedime 380 mq ANNO DI DISMISSIONE: 1939 EDIFICIO H2 MAGAZZINO ANNO DI DISMISSIONE: 1939 numero piani 2 a STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela ra in muratura STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura sedime 2.280 mq SALA MACCHINE ED ESSICCATOIO REPARTO DI FILATURA AD UMIDO STATO DELLE STRUTTURE STATO DELLE STRUTTURE ela - edificio sogge o a vincolo di tutela numero piani 2 numero piani 1

900

CASA DEI SALARIATI

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

EDIFICIO D

STRUTTURA EDIFICIO D DI ELEVAZIONE CASA DEI SALARIATI ORIZZONTAMENTI EDIFICIO D

C

sedime 320 mq

sedime 50 mq

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 piani1939 1 ANNO DInumero DISMISSIONE: STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

0

EDIFICIO D d

CASA DEI SALARIATI TORRE PIEZOMETRICA

ED

- edificio sogge o a vincolo di tu STATO DELLE STRUTTURE

EDIFICIO E STRUTTURA DI ELEVAZIONE

CASA DEI SALARIATI

ORIZZONTAMENTI sedime 40 mq COPERTURA

sedime 320 mq numero piani 2

ED

EDIFICIO H1

TORRE PIEZOMETRICA ANNO DI COSTRUZIONE: 1930 RE ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in c

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 RUDERI i SALA MACCHINE ED ESSICCATOIO STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela sedime 1.860 mq STATO DELLE STRUTTURE numero piani 1

RUDERI DI ALCUNI CAPANN

STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURAANNO DI ELEVAZIONE ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 DI COSTRUZIONE: fine ‘800, inizio ‘900STRUTTURA DI ELEVAZIONE 0 5 10 15 m ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘3 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIONE: COPERTURA COPERTURA sedime 1.860 mq sedime 3.470 1939 mq COPERTURA ANNO STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 DI DISMISSIONE: 1939 AN ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘20 numero piani1939 1 numero piani 1 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru u AN ANNO sogge o DI DISMISSIONE: ANNO DI DISMISSIONE: 1939 - edificio a vincolo di tutela edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE STATO DELLE STRUTTURA STRUTTURA/MATERIALI: insieme di stru ure in cemento ST STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura portante STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato 15 20 25 m 0 5 10con muri a tre teste; solaiSTRUTTURA DI ELEVAZIONE armato eSTRUTTURA in muratura realizzata in latero-cemento DI ELEVAZIONE STATO DELLE STRUTTURE - edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 STATO DELLE STRUTTURE COPERTURA 0 STRUTTURE 5 sedime 10 15 380 20 mq 25 m 141 ST STATO DELLE STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURE ORIZZONTAMENTI sedime 320STATO mqDELLEANNO ORIZZONTAMENTI ANNO DI DISMISSIONE: 1939 DI DISMISSIONE: 1939 ST STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURACOPERTURA DI ELEVAZIONE COPERTURA O ORIZZONTAMENTI STRUTTURA/MATERIALI: insieme di stru ure in cemento ORIZZONTAMENTI STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cementoORIZZONTAMENTI armato che CO COPERTURA COPERTURA COPERTURA numero piani 2 presenta pilastri collassa numero piani 2 armato e in muratura. EDIFICIO G EDIFICIO H2 EDIFICIO H1


6. Al di là del Muro

Quindi l’esistente sarà solo una pelle che dovrà essere consolidata e sostenuta dal nuovo intervento. Ma sarebbe auspicabile intervenire il prima possibile per non MANUFATTO d rischiare di perdere qualsiasi traccia del passato.EDIFICIO E EDIFICIO E TORRE PIEZOMETRICA sedime 50 mq

sedime 380 mq numero piani 2

MULINO DELLA FOSSA VISERBA ANNOsedime DI COSTRUZIONE: 380 mq 1930 ANNO DI DISMISSIONE: 1939

ANNO DI COSTRUZIONE: fine ‘800, inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

STATO DELLE STRUTTURA

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

numero piani 2

DI ELEVAZIONE ANNOSTRUTTURA DI COSTRUZIONE: fine ‘800, inizio ‘900 ORIZZONTAMENTI ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

EDIFICIO E

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA 0 5 10DI ELEVAZIONE 15 20 25 m ORIZZONTAMENTI COPERTURA RUDERI i

EDIFICIO I

RUDERI DI ALCUNI CAPANNONI

CAPANNONE PER LA TORCITURA DELLA CANAPA

EDIFICIO I

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi CAPANNONE PER LA TORCITURA DELLA

sedime 950 mq

CANAPA

950 mq STATO sedime DELLE STRUTTURE numero piani 1

armato

me 320 mq

mero

MULINO DELLA FOSSA VISERBA

EDIFICIO E

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 142ANNO DI DISMISSIONE: 1939 piani 2 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura mista con copertura in amianto sostenuta da travi polonceau

numero piani 1

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura mista con copertura sostenuta da travi polonceau

sedime 380 mq

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

numero piani 2


amarcorderia

Torre Piezometrica [d]

TORRE PIEZOMETRICA c

Presenta una struttura in cemento armato, in cui diversi ferri sono a vista.

MANUFATTO d TORRE PIEZOMETRICA d

D EDIFICIOEDIFICIO E

TORRE PIEZOMETRICA

CASA DEI SALARIATI

sedime 50 mq

ANNO DI COSTRUZIONE: 1930 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 0 5 10 15 m

MANUFATTO d

TORRE PIEZOMETRICA STATO DELLE STRUTTURA

STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI sedime 50 mq

EDIFICIO E

sedime 380 mq

numero piani 2

numero piani 2

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

MULINO DELLA FOSSA VISERBA STATO DELLE STRUTTURE

STRUTTURA DI ELEVAZIONE sedime 380ORIZZONTAMENTI mq 0 5 COPERTURA 10 15 20 25 m

ANNO DI COSTRUZIONE: fine ‘800, inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

sedime 40 mq RUDERI i

EDIFICIO H2 STATO DELLE STRUTTURA STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI REPARTO DI FILATURA

AD UMIDO

sedime 3.470 mq

‘900

numero piani 1

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI RUDERI COPERTURA

DI ALCUNI CAPANNONI

ANNO DI COSTRUZIONE: fine ‘ ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru - edificio sogge o a vincolo di t STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

EDIFICIO I

CAPANNONE PER LA TORC

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 TORRE PIEZOMETRICA sedime 950 mq ANNO DI DISMISSIONE: 1939 numero piani 1 ANNO DI COSTRUZIONE: STRUTTURA/MATERIALI:1930 stru ura in laterizi ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘ STATO DELLE STRUTTUREstru ura in cemento armato STRUTTURA/MATERIALI:

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30

ura in muratura ANNOiDI DISMISSIONE: 1939 RUDERI EDIFICIO mento STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato che utela

I

presenta pilastri collassa

RUDERI DI ALCUNI CAPANNONI

MULINO DELLA FOSSA VIS

sedime 320 mq

numero piani 2

ANNO DI COSTRUZIONE: 1930 ANNO DI DISMISSIONE: 1939

EDIFICIO E

CAPANNONE PER LA TORCITURA DELLA CANAPA

ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru 143 amianto sostenuta da travi polo


6. Al di là del Muro

Edificio d’Accesso su Via Marconi [F] L’edificio “a portale”, che un tempo era destinato ad uffici e sale per la contabilità, è soggetto a vincolo di tutela. Esso ha una struttura portante in muratura. Al pian terreno sono presenti pilastri in laterizi sia all’interno che lungo il perimetro della struttura, al piano superiore ci sono i pilastri allineati a quelli sottostanti internamente e dei setti in muratura perimetrali. Le travi sono in cemento armato. Il solaio è in latero-cemento, costituito da tavelloni. All’interno dei travetti del solaio è presente il calcestruzzo, ma il fatto che si veda il ferro in modo così evidente potrebbe significare che nei fondelli in laterizio il getto non sia stato fatto a regola d’arte e che il calcestruzzo non abbia mai avvolto bene le armature, perciò quando il fondello si è deteriorato i ferri sono apparsi immediatamente. È una costruzione singolare in cui si denota la presenza di poco calcestruzzo e molto ferro, caratteristica che accomuna anche altre strutture presenti nell’area.

144


ORIZZONTAMENTI COPERTURA

ORIZZONTAMENTI COPERTURA

EDIFICIO F + MURO f

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI COSTRUZI ORIZZONTAMENTI ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIO STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura COPERTURA STRUTTURA/MATER EDIFICIO G EDIFICIO F + MURO f - edificio sogge o a vincolo di tutela - edificio sogge o a

amarcorderia

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI EDIFICIO DIREZIONALE COPERTURA

EDIFICIO G

EDIFICIO F + MURO f

STATO DELLE STRUT STRUTTURA DI ELEV ORIZZONTAMENTI MAGAZZINO COPERTURA

EDIFICIO H1

sedime 740 mq

sedime 2.

numero piani 2

EDIFICIO DIREZIONALE sedime 740 mq

sedime 2.280 mq

numero piani 2

numero piani 1

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA 5

10

15

20

SALA MACCHINE ED ESSICCAT

MAGAZZINO

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura portante realizzata con muri a tre teste, con solaio in latero-cemento - edificio sogge o a vincolo di tutela

0

numero p

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura portante realizzata con muri a tre teste; solai in latero-cemento EDIFICIO F + MURO f - edificio sogge o a vincolo di tutela

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI ANNO DI COSTRUZIONE: anni EDIFICIO ‘20 DIREZIONALE COPERTURA

ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: sedime insieme 2. armato e in muratura.

numero piani 2

numero p

MURO DI DELIMITAZIONE

25 m

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 STRUTTURA/MATERIALI: ANNO DI COSTRUZIONE: stru ura anni ‘30 in laterizi STATO DELLE STRUTTURE ANNO DI COSTRUZIO STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIO STATO DELLE STRUTTURE stru ura in muraturaORIZZONTAMENTI STRUTTURA/MATERIALI: portante STRUTTURA/MATER realizzata con muri a tre teste; solai in latero-cemento COPERTURA - edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

MURO DI DELIMITAZIONE ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi

STRUTTURA/MATER

numero piani 1 G EDIFICIO

STATO DELLE STRUT STRUTTURA DI ELEV ORIZZONTAMENTI ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘90 MAGAZZINO COPERTURA

ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato, che sedime 740 mq presenta pilastri collassa .

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

ANNO DI COSTRUZIO

DISMISSIO sedimeANNO 1.860DImq

0

5

10

15

STATO DELLE STRUT STRUTTURA DI ELEV ORIZZONTAMENTI 20 COPERTURA 25 m

MURO DI DELIMITAZIONE

STATO DELLE STRUTTURE

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi

Muro Perimetrale [f]

STATO DELLE STRUTTURE

Al di sotto del muro, per contrastarne il ribaltamento, bisognerebbe scavare per consolidare la fondazione, andando a realizzare delle opere di sottofondazione. Su questa dovrebbero essere inseriti dei pilastrini in acciaio con i loro tirafondi, vincolati al muro. L’aggancio si potrebbe fare in corrispondenza delle lesene del muro di cinta.

145


6. Al di là del Muro

Magazzino e Reparto di Filatura ad Umido [G - H1] Sono entrambe costruzioni singolari, in cemento armato, piene di ferro poco legato. Si constata la presenza di puntelli atti ad evitare il crollo di parti del magazzino, travi troppo basse coprono luci notevoli. Tutti i copriferri realizzati erano molto probabilmente insufficienti. Un copriferro ragionevole dovrebbe essere di 35-40 mm, data la vicinanza del mare, catalogato come ambiente aggressivo. Il risultato è evidente, infatti la corrosione dei ferri ha fatto sgretolare completamente il calcestruzzo del copriferro sia nelle travi che nei pilastri, molti dei quali sono inoltre collassati. Salvare la struttura e renderla agibile significherebbe intervenire sulle fondazioni ed incamiciarla tutta, per cui per salvaguardarla bisognerebbe nasconderla e il costo di tale operazione sarebbe certamente oneroso. L’intervento standard prevederebbe il puntellamento di tutto l’edificio e la messa a nudo di tutti i ferri di ogni trave e pilastro (da considerare anche il fatto che in certi casi non ci sono connessioni tra travi e pilastri, il ferro della trave risale dentro la trave stessa ed il ferro del pilastro scende nel pilastro). Una volta scoperti i ferri bisognerebbe ricoprirli con una vernice passivante che ne arresti la corrosione e ricostruire i copriferri. Questo è ciò che succede quando sono i materiali stessi a non essere più performanti. Non si tratterebbe di mettere “una stampella” all’edificio ma di trasformarlo in qualcosa che non è, cancellandone i segni del tempo e il rapporto indissolubile che le strutture hanno stretto con la natura. Venga concessa questa nota “romantica” in una trattazione tecnica.

146


EDIFICIO A numero piani 2

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 CASA1939 DEI SALARIATI ANNO DI DISMISSIONE: STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura sedime 80 mq - edificio sogge o a vincolo di tutela

atura

EDIFICIO numeroB piani 1

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 DEI SALARIATI ANNO DICASA DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura sedime 105 mq - edificio sogge o a vincolo di tutela

numero piani 2

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 COPERTURA

STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

EDIFICIO G EDIFICIO G

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ORIZZONTAMENTI ANNO DI DISMISSIONE: 1939 COPERTURA

ANNO DI COSTRUZIO amarcorderia

CASA DEI SALARIATI ANNO DI DISMISSION sedime 180 mq numero piani 1

STATO DELLE STRUTT STRUTTURA DI ELEVA ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘90 ORIZZONTAMENTI

STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela

ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura - edificio sogge o a vincolo di tute

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

EDIFICIO H1

SALA MACCHINE ED ESSICCATOIO

MAGAZZINO sedime 2.280 mq

EDIFICIO H2

REPARTO DI FILATU

sedime 1.860 mq

numero piani 1

EDIFICIO F + MURO f

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘20 EDIFICIO ANNO DI DISMISSIONE: 1939DIREZIONALE STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato, che presenta pilastri collassa . sedime 740 mq

atura portante n latero-cemento

numero piani 2

EDIFICIO C

numero piani 2

STATO DELLE STRUTTURE ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura portante COPERTURA realizzata con muri a tre teste; solai in latero-cemento

numero piani 1

EDIFICIO G

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 MAGAZZINO ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: insieme di stru ure in cemento sedime 2.280 mq armato e in muratura. numero piani 1

STATO DELLE STRUTTURE ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘20 STRUTTURA DI ELEVAZIONE ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ORIZZONTAMENTI STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato COPERTURA

sedime 3.47 EDIFICIO H1

numero pia

ANNO DI COSTRUZION

SALA ANNO MACCHINE ED ESSICCAT DI DISMISSION

STRUTTURA/MATERIA sedime 1.860 mq presenta pilastri collas numero piani 1

STATO DELLE STRUTTU

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘90 STRUTTURA DI ELEVA ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ORIZZONTAMENTI STRUTTURA/MATERIALI: insieme COPERTURA armato e in muratura

- edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

izi MURO DI DELIMITAZIONE

0

5

10

15

20

25 m

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi STATO DELLE STRUTTURE

147


- edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE

EDIFICIO D DI ELEVAZIONE STRUTTURA

6. Al di là del Muro ORIZZONTAMENTI COPERTURA

- edificio sogge o a vincol STATO DELLE STRUTTURA

MANUFATTO d STRUTTURA EDIFICIO H1 + H2 DI ELEVAZIONE

ORIZZONTAMENTI

MANUFATTO d CASA DEI SALARIATI EDIFICIO H1

EDIFICIO D

SALA MACCHINE ED ESSICCATOIO

sedime 50 mq

sedime 1.860 mq ANNO COSTRUZIONE: inizio ‘900 SALADIMACCHINE ED ESSICCATOIO ANNO DI DISMISSIONE: 1939 numero piani 1 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela sedime 1.860 mq

ura

ANNO DI COSTRUZIONE: 1930

nto armato

armato, che

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio 1 ‘900 numero piani STATO DELLE STRUTTURE ANNO DIDIDISMISSIONE: ANNO DI DISMISSIONE: 1939 1939 STRUTTURA ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI STRUTTURA/MATERIALI: insieme di stru ure in cemento COPERTURA armato e in muratura

STATO DELLE STRUTTURE

sedimeCASA 50 mq

DEI SALARIATI EDIFICIO H2

EDIFICIO H2

REPARTO DI FILATURA AD UMIDO sedime mq REPARTO DI3.470 FILATURA AD UMIDO numero piani 1

sedime 3.470 mq

148

sedime 380 mq numero piani 2

REPARTO DI FILATURA AD UMIDO

3.470 mq1930 ANNO DIsedime COSTRUZIONE: numero piani 2AD REPARTO DI FILATURA ANNO DI DISMISSIONE: 1939 numero piani 1

UMIDO

sedime 3.470 mq

ANNO DI COSTRUZIONE: - edificio sogge o a vincolo di tutela

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 numero piani 1 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato

RUDERI i

ANNO ANNO DI DI DISMISSIONE: COSTRUZIONE:1 STRUTTURA/MATERIALI: ANNO DI DISMISSIONE: 1

STRUTTURA/MATERIALI: - edificio sogge o a vincol STATO DELLE STRUTTURE

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIO ORIZZONTAMENTI COPERTURA

EDIFICIO I

EDIFICIO I

RUDERI DI ALCUNI CAPANNONI

CAPANNONE PER LA TORCITURA DELLA CANAPA

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 RUDERI DI ALCUNI ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi

CAPANNONI

sedime 950 mq

CAPANNONE PER LA T

numero piani 1

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi ANNO DI DISMISSIONE: 1939

sedime 950 mq

numero piani 1

STRUTTURA/MATERIALI: stru ura mista con copertura sostenuta da travi polonceau

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato che ORIZZONTAMENTI presenta pilastri collassa COPERTURA

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

sedime 380 mq

ANNO ‘30 inizio ‘900 ANNO DI DI COSTRUZIONE: COSTRUZIONE: anni fine ‘800, RUDERI DI ALCUNI CA2 numero piani ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura

ANNO DIDELLE COSTRUZIONE: anninumero ‘30 STATO piani 1 STATO STRUTTURA STATO DELLE DELLE STRUTTURE STRUTTURE ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura COPERTURA

RUDERI i

MULINO DELLA FOSSA RUDERI i

RUDERI DI ALCUNI CAPANNONI

sedime 320 mq

ORIZZONTAMENTI COPERTURA

n cemento

MULINO FOSSA VISERBA RUDERI DELLA i

- edificio sogge o a vincolo di tutela ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 ANNO DIDELLE DISMISSIONE: 1939 STATO DELLE STRUTTURE STATO DELLE STRUTTURE STATO DELLE STRUTTURA STATO STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA DI ELEVAZIONE STRUTTURA/MATERIALI: insieme di stru ure in cemento STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato che STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI ORIZZONTAMENTI armato e in muratura. presenta pilastri collassa ORIZZONTAMENTI COPERTURA COPERTURA COPERTURA

EDIFICIO H2 DI ELEVAZIONE STRUTTURA

re in cemento

EDIFICIO E

TORRE PIEZOMETRICA EDIFICIO H2

320 mq TORREsedime PIEZOMETRICA numero EDIFICIO H1piani 2

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIO ORIZZONTAMENTI COPERTURA

EDIFICIO E

STATO DELLE STRUTTURE STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

0

5

10

15

20

25 m

ANNO DI COSTRUZIONE: ANNO DI DISMISSIONE: 1 STRUTTURA/MATERIALI: amianto sostenuta da trav

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIO ORIZZONTAMENTI COPERTURA


amarcorderia

H2

H1

149


6. Al di lĂ del Muro

Sala Macchine ed Essicatoio [H2] Le strutture sono in parte in muratura e in altra parte in cemento armato. Queste presentano uno stato di degrado minore rispetto a quelle del magazzino e del reparto di filatura con le altane.

Si presenta come una successione di ambienti. Tra la sala della caldaia e gli essiccatoio sono presenti dei giunti termici. In generale si può affermare che le strutture in muratura abbiano sopportato meglio l’incuria e la mancata manutenzione rispetto a quelle in cemento che, anni orsono, si credeva fosse un materiale eterno.

150


amarcorderia

151


URA/MATERIALI: stru ura in muratura o sogge o a vincolo tutela EDIFICIOdiH1 + H2

STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURA EDIFICIODIDELEVAZIONE STRUTTURA ORIZZONTAMENTI

DELLE STRUTTURE 6. Al di làCdel Muro EDIFICIO URA DI ELEVAZIONE NTAMENTI TURA

“Arcate Ruderali” [i] CASA DEI SALARIATI

O H1

CASA DEI SALARIATI

Questi elementi necessiterebbero di sostegni verticali addossati al pilastro e di una “copertina” in mq sommità che proteggerebbe il rudere e che fungerebbe anche da trave sedime 180 sedime 320 mq di collegamento. numero piani 1 numero piani 2 EDIFICIO H2

DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 MACCHINEANNO ED ESSICCATOIO

ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela sedime 1.860 mq STATO 1 DELLE STRUTTURE numero piani

STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 DI DISMISSIONE: 1939 URA/MATERIALI: insieme di stru ure in cemento e in muratura.

ANNODI DI COSTRUZIONE: inizioUMIDO ‘900 REPARTO FILATURA AD

ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo sedime 3.470 mq di tutela

numero piani 1 STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato che presenta pilastri collassa

STATO DELLE STRUTTURE

MANUFATTO d STRUTTURA DI ELEVAZIONE

TORRE PIEZOMETRICA

STATO DELLE STRUTTURE EDIFICIO H2 STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

SALA MACCHINE ED ESSICCATOIO

REPARTO DI FILATURA AD UMIDO

sedime 1.860 mq

sedime 3.470 mq

numero piani 1

numero piani 1

ANNO DI COSTRUZIONE: inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: insieme di stru ure in cemento armato e in muratura

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in cemento armato

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

0

152

5

10

15

20

25 m

MULIN

sedime 50 mq

RUDERI i ANNO DI COSTRUZIONE: 1930 RUDERI DI ALCUNI ANNO DI DISMISSIONE: 1939

CAPANNONI

ANNO RUDERIDI iCOSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STATO DELLE STRUTTURA STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi STRUTTURA DI ELEVAZIONE

ORIZZONTAMENTI

ANNO D ANNO D STRUTT - edificio

STATO D STRUTT ORIZZO COPERT

STATO DELLE STRUTTURE

0

DELLE STRUTTURE EDIFICIO H1 URA DI ELEVAZIONE NTAMENTI URA

EDIFICIO

ORIZZONTAMENTI COPERTURA

5

10

15

20

25 m

RUDERI i

EDIFICI

EDIFICIO I

RUDERI DI ALCUNI CAPANNONI

CAPAN

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in laterizi

ANNO D ANNO D STRUTTU sostenut

STATO DELLE STRUTTURE

STATO D STRUTT ORIZZO COPERT 0

5

10

15

20

25 m


STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura - edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE

amarcorderia

MULINO DELLA DI FOSSA VISERBA STRUTTURA ELEVAZIONE

ORIZZONTAMENTI COPERTURA sedime 380 mq 0

5

10

15

20

25 m

numero piani 2

ANNO DI COSTRUZIONE: fine ‘800, inizio ‘900 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 EDIFICIO I STRUTTURA/MATERIALI: stru ura in muratura EDIFICIO I - edificio sogge o a vincolo di tutela STATO DELLE STRUTTURE CAPANNONE PER LA STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

Capannone [I] L’edificio è in muratura con capriate Polonceau. Le ultime sono semplicemente appoggiate alla prima. I pilastri intermedi non sono connessi tra loro, non c’è alcun cordolo. La struttura è senza dubbio labile. Presenta inoltre una copertura in amianto.

TORCITURA DELLA CANAPA

sedime 950 mq numero piani 1

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura mista con copertura in EDIFICIO I amianto sostenuta da travi polonceau 0

5

10

15

20

25 m

CAPANNONE PERSTRUTTURE LA TORCITURA DELLA CANAPA STATO DELLE

STRUTTURA DI ELEVAZIONE sedime 950 mq ORIZZONTAMENTI COPERTURA numero piani 1

ANNO DI COSTRUZIONE: anni ‘30 ANNO DI DISMISSIONE: 1939 STRUTTURA/MATERIALI: stru ura mista con copertura sostenuta da travi polonceau

STATO DELLE STRUTTURE STRUTTURA DI ELEVAZIONE ORIZZONTAMENTI COPERTURA

153


6. Al di là del Muro

APPROFONDIMENTO: Normativa Antisismica Con un Regio Decreto del 1927 Rimini, insieme ad altri comuni dell’allora provincia di Forlì, venneinclusa fra le città da ritenere sismiche. Nel ’30, nel ’35 e ancora nel ’37 altre normative antisismiche si susseguirono e continuarono a considerarle come città a rischio terremoto. Nel 1938 invece uscì un decreto ministeriale con il titolo “Cancellazione di alcuni Comuni dall’elenco nei quali è obbligatoria l’osservanza delle speciali norme sismiche”, in cui alcuni comuni,fra cuirientra quello di Rimini, vennero cancellati dall’elencodelle città da ritenere sismiche. Questo significa che la maggior parte degli edifici dell’area dovrebbero esser stati costruiti seguendo la norma antisismica allora definita.

154


amarcorderia

155


7


amarcorderia

Interventi Preliminari e Bonifiche

L

a fase di bonifica dell’area, da ordigni bellici e da amianto, è fondamentale e propedeutica alla fase d’intervento. Si effettua di seguito una stima economica degli ipotetici interventi di bonifica necessari.

157


7. Interventi Preliminari e Bonifiche

7.1BELLICI Bonifica da Ordigni Bellici RESIDUATI

FASI DELLA RICERCA

ssata dalla bonifica

1. predisposizione dell’area alle operazioni di verifica; rima della realizzazione di qualsiasi intervento dovrà essere condotta un’indagine

P

al fine di stabilire se siano o meno necessari interventi di bonifica dagli ordigni bellici. per la ricerca 2. bonifica di superficie di mine fino a 1 m di profondità; Le attività di bonifica da ordigni bellici includono tutte le azioni che vanno dalla bonifica per la ricerca di ordigni ricerca, al disinnesco, tramite rimozione ed allontanamento, fino3.alla neutralizzazione, interra fino a 3 m di profondità mediante brillamento, di tutti gli ordigni bellici (proiettili, mine, bombe, masse ferrose (per la realizzazione di manufa a e residuati bellici di qualsiasi natura) presenti nell’area de quo. distanza di 2 m dal piano di campagna); L’eventuale bonifica dovrà rispettare pedissequamente sia le leggi dello Stato che i regolamenti militari vigenti. 4. bonifica per la ricerca di ordigni interra fino a 5 m di profondità Prima dell’inizio dei lavori di bonifica, l’appaltatore dovrà richiedere le necessarie (per la realizzazione di manufa autorizzazioni e prescrizioni alla Direzione Generale Militare competente. a profondità dal piano di ORDIGNI Efino RESIDUATI BELLICI campagna di 4 m). Le fasi di lavoro da svolgere per effettuare la bonifica sonoarea le seguenti: interessata dalla bonifica

»» rimozione della vegetazione, nel caso in cui la presenza della stessa COSTO STIMATO ostacoli il corretto utilizzo dell’apparecchio cercamine;

»» esplorazione del terreno tramite l’apparecchio suddetto; »» scavo per il recupero degli ordigni bellici; »» rimozione degli ordigni bellici.

ORDIGNI E RESIDUATI BELLICI area interessata dalla bonifica

47.000

Ai cos necessari per la ricerca e la localizzazione di ordigni bellici vanno aggiun quelli, eventuali, di scoprimento, disinnesco e/o rimozione.

FASI DELLA RICERCA 1. predisposizione dell’area alle operazioni di verifica; 2. bonifica di superficie per la ricerca di mine fino a 1 m di profondità;

158

3. bonifica per la ricerca di ordigni interra fino a 3 m di profondità (per la realizzazione di manufa a distanza di 2 m dal piano di campagna); 4. bonifica per la ricerca di ordigni


amarcorderia

LAVORI DI BONIFICA SUPERFICIALE CON BONIFICA DI PROFONDITA' Unità di Misura

Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

1

Taglio preven vo della vegetazione. Ta gl i o del l a vegeta zi one, di ogni genere o po (erba ceo, a rbus vo od a rboreo), nel s ol o ca s o i n cui os ta col i i l corre o us o del l e s trumenta zi oni di veri fica .

m2

25.000,00

€ 0,20

€ 5.000,00

2

Bonifica di superficie, propedeu ca a qualsiasi bonifica profonda, per la ricerca, localizzazione, scoprimento di mine. Boni fica di s uperfici e, s i a i n terra che i n a cqua , propedeu ca a qua l s i a s i boni fica profonda , per l a ri cerca , l oca l i zza zi one, s copri mento di mi ne, ordi gni ed a l tri ma nufa bel l i ci i nterra , fino a m 1,00 di profondi tà da l pc cons egna to, con i mpi ego di a ppa ra ri vel a tori da es egui rs i s u tu a l ’a rea i nteres s a ta da i l a vori , pi ù un’a rea di s i curezza di ml . 1,50 l ungo i l peri metro del l a prede a a rea , ove pos s i bi l e.

m

2

77.000,00

€ 0,25

€ 19.250,00

m.

3.000,00

€ 3,80

€ 11.400,00

m.

2.500,00

€ 4,30

€ 10.750,00

Lavori e sviluppo delle operazioni

3

Bonifica di profondità, per ricerca e scoprimento di ordigni interra , esegui mediante trivellazione fino a m. 3,00. Inda gi ne es egui ta medi a nte tri vel l a zi oni s pi nte fino a ml 3,00 con ga ra nzi a fino a ml 4,00 a pa r re da l p.c. cons egna to, o comunque fino a ri fiuto di rocci a , s tra to di ghi a i a compa a e/o s tra to di a rgi l l a compa a . Da es egui rs i s u tu e l e a ree i nteres s a te da s ca vi compres i tra m 1,00 e m 3,00 pc e dove verra nno rea l i zza te opere a ca ra ere perma nente, compres i i ri l eva e opere s tra da l i i n genere, i n terreni con porta nza medi a s up a 1-1,3 Kg/cm 2. L’i ntervento s a rà es egui to con tri vel l a zi oni i ns eri te i n ma gl i a ortogona l e di m. 2,80 x 2,80 (~8mq). [ 8000mq / 8 mq = 1000 n° ma gl i e, 1000 x 3,00 = 3000 ]

4

Bonifica di profondità, per ricerca e scopr. di ordigni interr., esegui mediante trivellazione da m 3 fino a m. 5,00. Inda gi ne es egui ta medi a nte tri vel l a zi oni s pi nte fino a ml 5,00 con ga ra nzi a a ml 6,00 a pa r re da l p.c. cons egna to, o comunque fino a ri fiuto di rocci a , s tra to di ghi a i a compa a e/o s tra to di a rgi l l a compa a . Da es egui rs i s u tu e l e a ree i nteres s a te da s ca vi compres i tra m 3,00 e m 5,00 pc e dove verra nno rea l i zza te opere a ca ra ere perma nente qua l i ri l eva od i mpa l ca ferrovi a ri , edi fici , ca pa nnoni , fa bbri ca , etc... L’i ntervento s a rà es egui to con tri vel l a zi oni i ns eri te i n ma gl i a ortogona l e di m. 2,80 x 2,80 (~8mq). [ 4000mq / 8 mq = 500 n° ma gl i e, 500 x 5,00 = 2500 ]

TOTALE LAVORI B O N IF IC A S UP E R F IC IA LE C O N A N N E S S A R IC E R C A D I O R D IG N I IN P R O F O N D IT A ' ( a l N e t t o di IV A )

€ 46.400,00

IPOTESI RITROVAMENTO DI 1 ORDIGNO BELLICO ALLA PROFNDITA' DI m. 2 Lavori e sviluppo delle operazioni Lavori di scavo in profondità per lo scoprimento di mine da m. 1 fino a m. 2 da p.c. La vori di s ca vo i n profondi tà , s u a ree ri s tre e, per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one

Unità di Misura

Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

159


Bonifica di profondità, per ricerca e scopr. di ordigni interr., esegui mediante trivellazione da m 3 fino a m. 5,00. Inda gi ne es egui ta medi a nte tri vel l a zi oni s pi nte fino a ml 5,00 con ga ra nzi a a ml 6,00 a pa r re da l p.c. cons egna to, o comunque fino a ri fiuto di rocci a , s traetoBonifiche di ghi a i a compa a e/o s tra to di a rgi l l a compa a . 7. Interventi Preliminari Da es egui rs i s u tu e l e a ree i nteres s a te da s ca vi compres i tra m 3,00 e m 4 m. 5,00 pc e dove verra nno rea l i zza te opere a ca ra ere perma nente qua l i ri l eva od i mpa l ca ferrovi a ri , edi fici , ca pa nnoni , fa bbri ca , etc... Dopo aver effettuato la stima deiescosti ricerca si lriportano L’i ntervento s a rà egui torelativa con tri velalla l a zi oni i ns eridi te ordigni i n ma gl i abellici, ortogona e di m. 2,80 x 2,80e(~8mq). i costi relativi al disinnesco alla rimozione degli stessi alla profondità di 2, 4 e 6 metri. 4000mq / 8almq = 500 n° ma i e, 500 x 5,00 2500 ] 47.000 €. Questi andranno [aggiunti computo diglcui sopra di=circa

2.500,00

€ 4,30

€ 10.750,00

TOTALE LAVORI B O N IF IC A S UP E R F IC IA LE C O N A N N E S S A R IC E R C A D I O R D IG N I IN P R O F O N D IT A ' ( a l N e t t o di IV A )

€ 46.400,00

IPOTESI RITROVAMENTO DI 1 ORDIGNO BELLICO ALLA PROFNDITA' DI m. 2 Lavori e sviluppo delle operazioni

Unità di Misura

Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

1

Lavori di scavo in profondità per lo scoprimento di mine da m. 1 fino a m. 2 da p.c. La vori di s ca vo i n profondi tà , s u a ree ri s tre e, per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci ri l eva nel cors o del l a boni fica di s uperfici e, i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza , fino a m. 2 da l pc. Movi men di terra es egui con mezzo mecca ni co ed us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 25mq * 2m di profondi tà ]

m

3

50,00

€ 6,50

€ 325,00

2

Lavori di scavo a sezioni obbligata esegui a mano fino a m. 2 da p.c., con Rimozione Ordigno. La vori di s ca vo per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza fino a m. 2 da l pc. Movi men di terra es egui es cl us i va mente a ma no con connes s o us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 2mq * 2m di profondi tà ]

m

3

4,00

€ 75,00

€ 300,00

TOTALE LAVORI

€ 625,00

R IM O Z IO N E O R D IG N I m . 2 ( a l N e t t o di IV A )

IPOTESI RITROVAMENTO DI 1 ORDIGNO BELLICO ALLA PROFNDITA' DI m. 4

1

160

Lavori e sviluppo delle operazioni

Unità di Misura

Lavori di scavo in profondità per lo scoprimento di mine da m. 1 fino a m. 4 da p.c. La vori di s ca vo i n profondi tà , s u a ree ri s tre e, per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci ri l eva nel cors o del l a boni fica di s uperfici e, i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza , fino a m. 4 da l pc. Movi men di terra es egui con mezzo mecca ni co ed us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 25mq * 4m di profondi tà ]

m

Lavori di scavo a sezioni obbligata esegui a mano fino a m. 4 da p.c., con Rimozione Ordigno.

3

Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

100,00

€ 10,00

€ 1.000,00


profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 25mq * 2m di profondi tà ]

2

Lavori di scavo a sezioni obbligata esegui a mano fino a m. 2 da p.c., con Rimozione Ordigno. La vori di s ca vo per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza fino a m. 2 da l pc. Movi men di terra es egui es cl us i va mente a ma no con connes s o us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 2mq * 2m di profondi tà ]

amarcorderia

m

3

4,00

€ 75,00

TOTALE LAVORI

€ 300,00

€ 625,00

R IM O Z IO N E O R D IG N I m . 2 ( a l N e t t o di IV A )

IPOTESI RITROVAMENTO DI 1 ORDIGNO BELLICO ALLA PROFNDITA' DI m. 4 Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

3

100,00

€ 10,00

€ 1.000,00

3

4,00

€ 100,00

€ 400,00

Lavori e sviluppo delle operazioni

Unità di Misura

1

Lavori di scavo in profondità per lo scoprimento di mine da m. 1 fino a m. 4 da p.c. La vori di s ca vo i n profondi tà , s u a ree ri s tre e, per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci ri l eva nel cors o del l a boni fica di s uperfici e, i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza , fino a m. 4 da l pc. Movi men di terra es egui con mezzo mecca ni co ed us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 25mq * 4m di profondi tà ]

m

2

Lavori di scavo a sezioni obbligata esegui a mano fino a m. 4 da p.c., con Rimozione Ordigno. La vori di s ca vo per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza fino a m. 4 da l pc. Movi men di terra es egui es cl us i va mente a ma no con connes s o us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 2mq * 2m di profondi tà ]

m

TOTALE LAVORI

€ 1.400,00

R IM O Z IO N E O R D IG N I m . 4 ( a l N e t t o di IV A )

IPOTESI RITROVAMENTO DI 1 ORDIGNO BELLICO ALLA PROFNDITA' DI m. 6

1

Lavori e sviluppo delle operazioni

Unità di Misura

Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

Lavori di scavo in profondità per lo scoprimento di mine da m. 1 fino a m. 6 da p.c. La vori di s ca vo i n profondi tà , s u a ree ri s tre e, per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci ri l eva nel cors o del l a boni fica di s uperfici e, i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza , fino a m. 6 da l pc. Movi men di terra es egui con mezzo mecca ni co ed us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 25mq * 6m di profondi tà ]

m3

150,00

€ 13,50

€ 2.025,00

Lavori di scavo a sezioni obbligata esegui a mano fino a m. 6 da p.c., con Rimozione Ordigno.

161


profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 25mq * 4m di profondi tà ] Lavori di scavo a sezioni obbligata esegui a mano fino a m. 4 da p.c., 7. Interventi Preliminari e Bonifiche con Rimozione Ordigno. La vori di s ca vo per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza fino a m. 4 da l 2 pc. Movi men di terra es egui es cl us i va mente a ma no con connes s o us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 2mq * 2m di profondi tà ]

m

3

4,00

€ 100,00

TOTALE LAVORI

€ 400,00

€ 1.400,00

R IM O Z IO N E O R D IG N I m . 4 ( a l N e t t o di IV A )

IPOTESI RITROVAMENTO DI 1 ORDIGNO BELLICO ALLA PROFNDITA' DI m. 6 Lavori e sviluppo delle operazioni

Unità di Misura

Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

1

Lavori di scavo in profondità per lo scoprimento di mine da m. 1 fino a m. 6 da p.c. La vori di s ca vo i n profondi tà , s u a ree ri s tre e, per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci ri l eva nel cors o del l a boni fica di s uperfici e, i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza , fino a m. 6 da l pc. Movi men di terra es egui con mezzo mecca ni co ed us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 25mq * 6m di profondi tà ]

m3

150,00

€ 13,50

€ 2.025,00

2

Lavori di scavo a sezioni obbligata esegui a mano fino a m. 6 da p.c., con Rimozione Ordigno. La vori di s ca vo per l a ri cerca , i ndi vi dua zi one e s copri mento di mi ne ed a l tri ma nufa bel l i ci i n terreni di qua l s i a s i na tura e cons i s tenza fino a m. 6 da l pc. Movi men di terra es egui es cl us i va mente a ma no con connes s o us o del cerca mi ne di profondi tà . [Ipotes i di trova re n.1 ordi gno bel l i co * 2mq * 2m di profondi tà ]

m3

4,00

€ 125,00

€ 500,00

TOTALE LAVORI R IM O Z IO N E O R D IG N I m . 6 ( a l N e t t o di IV A )

162

€ 2.525,00


amarcorderia

AMIANTO stru ure contenen amianto

7.2 Bonifica Amianto

BONIFICA COPERTURA FASI

S

i introduce l’argomento con una breve trattazione relativa alle caratteristiche e alla 1. sopralluogo; pericolosità del materiale. 2. redazione del piano di lavoro; Noto fin dall’antichità, è a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’avvento 3. presentazione del l’amianto piano e della della rivoluzione industriale e della cosiddetta “era del vapore”, che assunse documentazione prevista all’AUSLagli un ruolo primario grazie alle sue caratteristiche: resistenza al fuoco e al calore, competente; agenti chimici e biologici, all’abrasione ed all’usura. Venne registrato con il marchio Eternit, dal latino aeternitas, proprio per le sue 4.predisposizione peculiari resistenza e durata. dell’area di can ere; È evidente come soprattutto la proprietà di “isolante termico” ne consentì un notevole rimozione e stoccaggio utilizzo, ad esempio per il trasporto del vapore e5.per l’isolamento di caldaie e forni. dell’amianto; La sola presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non costituisce un 6. trasporto in discarica autorizzata rischio per la salute degli occupanti. Se il materiale è in buone condizioni, infatti, è improbabile che esista un pericolo apprezzabile di liberazione di fibre. Se il materiale si presenta in cattive condizioni o è danneggiato, invece, potrebbe COSTO STIMATO verificarsi il distacco di fibre di amianto che, se respirate, costituirebbero un elevato rischio per l’incolumità dell’uomo. 44.000

La nocività delle fibre di amianto per inalazione prolungata e consistente è nota e dimostrata scientificamente sin dalla fine dalla seconda metà degli anni ‘50 del secolo passato. BONIFICA CALDAIA Le malattie principali che possono essere provocate dall’amianto sono: della asbestosi, Messa in sicurezza permanente caldaia e del camino mesotelioma, carcinomi polmonari e tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe a raverso un’operazione di e di altre sedi. stabilizzazione ed incapsulamento.

La legge n.257 del 27/03/1992 impose che, a partire dal marzo 1993, venissero cessate COSTO STIMATO le attività di estrazione, d’importazione, di commercializzazione e di produzione di manufatti contenenti amianto in qualsiasi percentuale. 15.000

Questa legge introdusse nella sostanza tutti gli adempimenti e le caratteristiche del processo di bonifica, che vennero poi precisate in leggi e circolari successive. 163


7. Interventi Preliminari e Bonifiche

Le Fasi della Bonifica »» SOPRALLUOGO La prima azione da eseguire è la nomina, da parte della proprietà dell’area, di un responsabile per il controllo e la manutenzione, che dovrà effettuare un sopralluogo per individuare la presenza di amianto e di manufatti contenenti amianto e provvedere successivamente alla valutazione del rischio legato alla potenziale dispersione di fibre nell´aria. I metodi analitici possono fornire un utile contributo, attraverso la scelta della tecnica più opportuna al caso, per integrare ed approfondire la valutazione dei parametri rilevati mediante l’ispezione visiva. Si utilizza il Metodo UNI 10608, con la rispettiva scala di valutazione, per stimare la compattezza del materiale e l’affioramento di fibre. Lo stato di degrado si valuta pesando la quantità (sia di fibre che di matrice) che rimane aderente ad un nastro adesivo standardizzato. Si ricorre all’analisi allo stereo microscopio per quantificare l’affioramento di fibre e valutare gli sfaldamenti e le crepe. Si utilizza, infine, la microscopia ottica in luce polarizzata (MOLP) per definire la presenza/assenza di amianto nel materiale polverulento e nei canali di gronda. A seconda dei risultati della valutazione, dopo la compilazione di una scheda riepilogativa, la ditta prescelta dovrà predisporre degli interventi di controllo se i materiali sono in buono stato o, in caso contrario, di bonifica.

»» PIANO DI LAVORO La normativa prevede, oltre la valutazione del rischio proveniente dalle fibre di amianto aerodisperse, la stesura di un piano di lavoro allo scopo di adottare misure volte a garantire la sicurezza dei lavoratori e la protezione dell’ambiente. Una copia del piano di lavoro, insieme con le altre documentazioni previste, dovrà essere inviata all’AUSL di competenza, che entro 30 giorni fornirà l’autorizzazione ai lavori. 164


amarcorderia

»» TECNICHE DI INTERVENTO I metodi per effettuare la bonifica in presenza di cemento-amianto sono tre: 1. rimozione: consente l’eliminazione definitiva della fonte di rischio; 2. i ncapsulamento: consiste nell’impregnazione del materiale con l’uso di prodotti penetranti e ricoprenti; 3. c onfinamento: comporta l’installazione di barriere per isolare l’inquinante dall’ambiente. CONFRONTO TRA I DIVERSI METODI DI BONIFICA Intervento

Vantaggi

Svantaggi Rende neces s a ri o i nterrompere l ’a vi tà a l l ’i nterno dei l oca l i di bonifica per tu a l a dura ta del l ’i ntervento.

Rimozione

El i mi na compl eta mente i l probl ema del l ’a mi a nto.

El i mi na i l fenomeno di ri l a s ci o del l e fibre di a mi a nto.

Incapsulamento

Cons i dera ta l a neces s i tà di i ns ta l l a re ma teri a l i s os tu vi e di procedere a un corre o s ma l mento è, tra i tre, l ’i ntervento pi ù i ngente e cos tos o. Non el i mi na i l probl ema del l ’es i s tenza del l ’a mi a nto nel l ’i mmobi l e. Può es s ere neces s a ri o ri petere l ’i ntervento a di s ta nza di tempo.

Mi gl i ora l e ca ra eri s che di res i s tenza del l e l a s tre i n cemento a mi a nto. Deve es s ere rea l i zza ta uni ta mente a l l a ri pa ra zi one del l e l a s tre da nneggi a te. Non comporta l a neces s i tà di i ns ta l l a re ma teri a l i s os tu vi . Neces s i ta di un control l o peri odi co per l a veri fica del l o s ta to di cons erva zi one e del ri l a s ci o di fibre nel l ’a mbi ente. El i mi na i l probl ema del l ’a a cco del cemento a mi a nto da pa rte degl i a gen a tmos feri ci .

Confinamento

Ri duce notevol mente i l fenomeno di ri l a s ci o del l e fibre di a mi a nto.

Non el i mi na i l probl ema del l ’es i s tenza del l ’a mi a nto nel l ’i mmobi l e.

Mi gl i ora l e ca ra eri s che di res i s tenza genera l e dei te .

Il ma teri a l e confina nte ri chi ede cos ta nte control l o e ma nutenzi one.

Può es s ere effe ua ta s enza procedere a l l e ri pa ra zi oni l oca l i zza te.

165


7. Interventi Preliminari e Bonifiche

Nel caso oggetto di studio sia la tecnica di incapsulamento che quella di confinamento, benché più economiche rispetto a quella di rimozione, vengono scartate, dato che, per scelta progettuale e per maggior coerenza con “Amianto Stop: Piano regionale di protezione dall’amianto. Regione Emilia-Romagna”, si intende eliminare definitivamente la fonte di rischio.

»» PREDISPOSIZIONE DELL’AREA DI CANTIERE In base alla tipologia di amianto (in matrice compatta o friabile) sul quale bisogna intervenire, è necessario allestire differenti tipi di cantiere. Le zone in cui avvengono operazioni di rimozione di elementi in cemento-amianto di matrice compatta, devono essere temporaneamente delimitate e segnalate. Si tratta di cantieri edili a tutti gli effetti, a cui vanno a sommarsi i rischi legati alla presenza dell’amianto.

»» BONIFICA DELLE LASTRE DI COPERTURA IN FIBROCEMENTO Nelle lastre in buono stato di conservazione l’amianto è inglobato in una matrice compatta che impedisce il rilascio di fibre. Dopo anni dall’installazione, tuttavia, le coperture esposte ad agenti atmosferici subiscono un deterioramento, che determina alterazioni con affioramento delle fibre e fenomeni di aerodispersione. La Ditta incaricata dovrà seguire rigorose norme di sicurezza nella rimozione dell’amianto. Per intervenire sulle lastre di copertura degli edifici dovranno essere realizzate idonee opere provvisionali per la protezione degli operai dal rischio di caduta e dovranno essere adottati opportuni accorgimenti atti a rendere calpestabili le coperture.

166


amarcorderia

»» RIMOZIONE E STOCCAGGIO La rimozione è la misura volta a cancellare risolutivamente il problema della presenza di amianto. La procedura deve essere esercitata mediante l’affidamento a operatori iscritti ad un appropriato albo che devono effettuare un trattamento superficiale dei materiali ancor prima di procedere alla rimozione. Prima di intervenire con l’asportazione delle lastre in fibrocemento è necessaria, infatti, l’applicazione a spruzzo, con getti a bassa pressione, di un prodotto impregnante apposito. Il materiale necessita di due passate, una prima per bagnarlo ed una seconda per ottenerne la saturazione e quindi contenere la dispersione di fibre nell’aria. Si devono evitare il ruscellamento di liquidi e la caduta del materiale per eccessivo peso dovuto al liquido iniettato. Successivamente si può procedere alla rimozione delle lastre, mantenendone l’integrità. Nel caso in cui si i materiali da costruzione siano a base di amianto in matrice compatta, come ad esempio lastre, questi sono da considerarsi rifiuti speciali non pericolosi (codice C.E.R. 170105). Dopo la rimozione i materiali devono essere pallettizzati, chiusi in imballaggi non deteriorabili o rivestiti con teli di plastica e sigillati. Gli eventuali rifiuti in frammenti minuti devono essere immediatamente raccolti e sigillati in sacchi di materiale impermeabile non deteriorabile e tutte le confezioni devono riportare l’apposita etichetta (come da D.M. del 06/09/1994). Nel caso in cui l’amianto sia contenuto in materiali isolanti, in matrice non compatta, questi sono da ritenere rifiuti speciali pericolosi (codice C.E.R. 170601). Il deposito temporaneo dei rifiuti in cantiere è consentito, ma questi devono essere separati da altri eventuali detriti, in un’area delimitata, inaccessibile agli estranei e non interessata al traffico di mezzi. La Legge fissa, sulla base della classificazione dei rifiuti, dei termini di durata del “deposito temporaneo in cantiere” sia per quanto riguarda i tempi che i quantitativi di materiale. 167


7. Interventi Preliminari e Bonifiche

»» TRASPORTO IN UNA DISCARICA AUTORIZZATA Il trasporto deve essere accompagnato da un Formulario di Identificazione e può avvenire (a secondo di quanto prescritto dalle leggi vigenti) in proprio o essere affidato a una ditta iscritta all’albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti. Per lo smaltimento i rifiuti, tossici e nocivi, devono essere consegnati ad apposita discarica autorizzata dove vengono immediatamente interrati in apposite aree; oppure rilasciati ad una ditta autorizzata al deposito provvisorio che provvederà successivamente al conferimento in discarica autorizzata.

»» MONITORAGGIO AMBIENTALE Durante l’intervento di bonifica dovrà essere garantito, a carico del committente dei lavori, un monitoraggio ambientale delle fibre aerodisperse nelle aree circostanti il AMIANTO cantiere, al fine di individuare tempestivamente un’eventuale diffusione delle stesse stru ure contenen amianto nelle aree incontaminate. La Ditta all’opera, dopo aver effettuato un campionamento dell’aria, inoltrerà al cliente e all’AUSL la documentazione attinente alla bonifica fatta (l’ultima legge approvata in materia afferma la duplice responsabilità penale della ditta rimuovente e del committente).

AMIANTO stru ure contenen amianto

*costi ricavati consultando una ditta autorizzate sul territorio riminese e incrociati con i costi da prezziario 2013 della regione Emilia-Romagna per le opere edili (sono considerati con una variazione del ± 15%).

BONIFICA COPERTURA FASI 1. sopralluogo; 2. redazione del di piano di lavoro; Superficie materiale da smaltire: 1100 mq Lati edificio: 51 x 19 m

3. presentazione pianodae smaltire: della ~15 kg/mq Quantità di del materiale prevista all’AUSL 16500 kg ~ 16,5 t documentazione Altezza prospetto: 6,00 m e 7,50 m competente;

168

4.predisposizione dell’area di can ere; 5. rimozione e stoccaggio


amarcorderia

Costi di Bonifica LAVORI DI BONIFICA AMIANTO Unità di Misura

Quan tà

Prezzo Unitario

Importo €

Recinzione Area di Can ere (ca. 60 x 30 m) Forni tura e pos a i n opera di reci nzi one con s tru ura meta l l i ca e pl a s ca s ta mpa ta per l a dura ta di 30 gi orni , compres o monta ggi o e s monta ggi o [ 60+60+30+30= 180 m, 180 x 2 (h) = 360 mq ]

m2

360,00

€ 5,00

€ 1.800,00

2

Fornitura e posa in opera di segnale ca di can ere.

4,00

€ 25,00

€ 100,00

3

Noleggio e montaggio dei ponteggi a orno al perimetro dell’edificio (oneri per la sicurezza) Ponteggi con s i s tema tubo-gi unto rea l i zza i n tubol a ri meta l l i ci comprens i vi di s cherma tura a n pol vere e a n s a bbi a , s cherma tura di conteni mento, ta vol a to e pi a ni di l a voro, s i s tema s ca l a : monta ggi o comprens i vo di tra s porto, a pprovvi gi ona mento, s ca ri co, a vvi ci na mento e s ol l eva mento i n a l tezza dei ma teri a l i , per i pri mi 30 gi orni . [ 12,90 €/mq (- 15%) -> 11,5 €, (612 +285) = 897 mq ]

m

2

897,00

€ 11,50

€ 10.315,50

4

Costo opera di rimozione, inclusa l’operazione di incapsulamento [ 6,0 €/mq x 1100 mq ]

m

2

1.100,00

€ 6,00

€ 6.600,00

5

Nolo di autogrù che consenta il deposito a terra del materiale una volta rimosso [ 100 €/gi orno x 30 gi orni ]

gg

30,00

€ 100,00

€ 3.000,00

6

Costo del trasporto con automezzi adegua [ S ma ndo 8 vi a ggi , per un tota l e di 200 € a vi a ggi o ]

vi a ggi o

8,00

€ 200,00

€ 1.600,00

7

Costo di smal mento presso discarica autorizzata [ 1,00 €/kg, i nci denza a l mq 15,00 €, 1100 mq ]

m2

1.100,00

€ 15,00

€ 16.500,00

8

Costo pra che AUSL ed oneri vari

--

--

€ 350,00

€ 350,00

9

Oneri aggiun vi per la sicurezza e l’igiene • Nol o di es ntore porta l e, di ca s s e a di pronto s occors o e tel efono cel l ul a re [ 50 € ] • Forni tura DPI, Di s pos i vi di Protezi one Indi vi dua l e (tute i n tyvek, ma s chere, occhi a l i , gua n , s ca rpe a n nfortuni s che ed i mbra ga ture di s i curezza ) [ 900 € ] • Forni tura e u l i zzo di s erba toi o di a ccumul o di a cqua per us o i gi eni co s a ni ta ri o i n a cci a i o i nox di ca pa ci tà 1000 l compres o ri empi mento, monta ggi o e s monta ggi o per tu a l a dura ta dei l a vori , i ncl us o a l l a cci a mento a l l a ba ra cca con us o i gi eni co-s a ni ta ri o e pompa [ 500 € ] • Forni tura di box prefa bbri ca to per us o s pogl i a toi o dota to di s ervi zi o i gi eni co, nol o per 30 gi orni [ 1200 € ] • Spes e tecni che e di a s s i s tenza [ 1000 € ]

--

--

€ 3.650,00

€ 3.650,00

Lavori e sviluppo delle operazioni

1

TOTALE LAVORI* ~ 40 €/mq

€ 43.915,50

( a l N e t t o di IV A )

169


7. Interventi Preliminari e Bonifiche

Bonifica Caldaia Oltre a quella della copertura in amianto è necessaria anche la bonifica del camino e della caldaia Franco Tosi, le cui guarnizioni e coibentazione sono, con alta probabilità, realizzate con amianto. Nelle tubazioni usate per il trasporto di fluidi l’amianto, che assolveva la funzione di isolante, è inoffensivo poiché i condotti stessi sono interrati. È prevista la messa in sicurezza permanente della caldaia attraverso un’operazione di stabilizzazione e incapsulamento. Ipotizzando, sulla base di preventivi ipotetici di due ditte del territorio riminese, una spesa di 100 €/mc, il costo di tale operazione si aggirerebbe intorno ai 15.000 € (150 mc).

170


amarcorderia

7.3 Bonifica del Terreno Contaminato

Da alcune fonti bibliografiche emerge che le gomene di canapa venissero “intonacate” con catrame per avere una maggiore resistenza all’umidità e all’ambiente marino.

Ipotizzando la presenza di un’area di circa 50 mq contaminata dal catrame, un idrocarburo di colore denso e scuro si prospetta la bonifica del terreno. Supponendo che un mc di terra equivalga a 1,8 tonnellate, dovendo asportare 75 mc di terreno avrò 135 tonnellate, ad un costo di 50 € a tonnellata, compreso di manodopera, inertizzazione e trasporto. Costo di 6.750 €

171


8


amarcorderia

Ripensando l’Area

A

lla luce delle analisi finora effettuate, proporrò di seguito delle riflessioni su alcuni aspetti che ritengo particolarmente importanti e che condurranno alla strategia progettuale. Dopo aver attraversato la storia di Rimini, della sua frazione e i principali eventi e vicende che hanno interessato l’ex fabbrica di cordami, passando per ciò che il contesto offre, andrò ora ad affrontare una disamina del panorama di riferimento. Il punto di partenza non può che essere questo, la realtà in cui l’area è calata. Molte sono le potenzialità e le idee che questo brano di città suggerisce, ma è opportuno che tutto ciò che si pensa, pianifica, progetta e realizza sia il tassello di un disegno più grande, generale, che comporti un miglioramento della qualità della vita dei cittadini ed un loro riconoscimento del senso di appartenenza allo spazio che abitano, quello che quotidianamente scandisce i ritmi delle loro vite, le loro abitudini.

 M. C. Escher,

Drawing Hands

173


8. Ripensando l’Area

Il disegno generale assunto come principale guida è quello tracciato attraverso il Piano Strategico della città di Rimini (si veda cap.2). Proprio nell’introduzione di “Rimini Venture 2027” si dice: »» no al modello di sviluppo edilizio quantitativo degli ultimi decenni; »» no alle frammentazioni urbane; »» no alla rendita immobiliare; »» sì all’arresto del consumo di suolo; »» sì alla città armonica che ricuce i propri “strappi” fisici, storici e recenti; »» sì al riuso, al recupero, alla riorganizzazione e riqualificazione degli spazi urbani; »» sì alla rendita di impresa. Lo scopo è quello di passare da un luogo che divide ad uno che connette, da uno spazio che nega ad uno che permette, creando le condizioni affinché si sviluppino incontri, relazioni, si generino cultura ed economia.

174


amarcorderia

8.1 Tra Margine e Argine Il Periurbano

Quella dell’ex Corderia è un’area periurbana, che sfuma dalla città alla campagna. PERIURBANO

L’area dell’ex Corderia è periurbana, in Vicina alla SS16 è stretta tra il rurale e l’urbano, è collocata tra luce e ombra, tra quanto tale è minacciata dalla possibilità di ingen quan tà di edilizia che orizzontalità e verticalità. deterpurebbero l’area verde e alberata che

?

è una della poche nel contesto Viserbese.

Collocata lungo la Fossa dei Mulini, di importanza storica, e collegata al mare è uno spazio che offre un’occasione unica per la frazione di Rimini.

Gli spazi periurbani sono zone di mediazione fisica e visiva che si interpongono tra due ambiti che in passato erano facilmente individuabili: la città e la campagna. RISCHI E MINACCE

mancanza di luoghi d’incontro e di socialità

abbandono ingenti quantità edilizie

“Non si tratta né di spazi urbani, né di spazi rurali: sono gli spazi di frangia laddove la città sembra esaurire la sua forza e la campagna non riuscire ancora a riconquistare la sua dignità.” 1

Sono zone senza una funzione specifica, minacciate da interventi speculativi che andrebbero a spostare l’indefinito limite tra urbanità e ruralità “sempre più in là”. La dispersione del tessuto costruito che sembra non fermarsi di fronte ad alcuna asperità naturale è, come più volte sottolineato nella trattazione, il fenomeno più evidente della trasformazione del paesaggio, che rende impossibile l’identificazione di un confine netto tra la città e la campagna.

[1] AGNOLETTO Matteo, GUERZONI Marzo, La campagna necessaria. Un’agenda d’intervento dopo l’esplosione urbana, Macerata, Quodlibet, 2012

Una volta gli insediamenti erano distintamente segnati con una demarcazione: la cinta muraria; ma con l’avvicinarsi dell’era moderna è venuta meno la necessità di protezione dall’esterno, con il conseguente superamento e abbattimento dei limiti. La “cancellazione” delle mura cittadine ha portato all’instaurazione di nuovi rapporti con la campagna e questa è avvenuta di pari passo con una maggiore apertura e propensione agli spostamenti. È così che da limite si passati a parlare di margine.

175


8. Ripensando l’Area

PERIURBANO

?

L’area dell’ex Corderia è periurbana, in quanto tale è minacciata dalla possibilità di ingen quan tà di edilizia che deterpurebbero l’area verde e alberata che spazi ibridi, che è una della poche nel contesto Viserbese.

Oggi le aree periurbane sono quelle dallo statuto più incerto: amalgamano tra loro caratteri urbani e rurali mostrando l’insita conflittualità del Collocata lungo la Fossa dei Mulini, di rapporto città-campagna. Sono le aree in cui l’urbanistica fa i contiimportanza coi propristorica, limitie collegata al mare è e le proprie contraddizioni, ma anche con le effettive opportunità rivoluzione unodi spazio che offre un’occasione unica per la frazione di Rimini. disciplinare. RISCHI E MINACCE

mancanza di luoghi d’incontro e di socialità

abbandono ingenti quantità edilizie

La qualifica di “periurbano” viene per lo più intesa come potenzialità di conversione all’urbano, ma le possibilità di rigenerazione possono condurre ad un nuovo rapporto tra spazio periurbano e città, una relazione considerata in senso profondo, in modo che il libero agricolo e il saturo costruito siano legati attraverso “un progetto che li unisca per sempre”. 2

Bisognerebbe “pensare al margine come a un territorio di ricerca sulle ricchezze che nascono dall’incontro di ambienti differenti”. 3

L’area dell’ex Corderia è in una “posizione scomoda”, da un lato pare condannata all’abbandono, dall’altro minacciata dalla possibile realizzazione di ingenti quantità di edilizia (Piano Urbanistico Attuativo approvato), che cancellerebbero per sempre l’area verde e alberata, che è una delle poche presenti a Viserba (l’altra area verde di notevole estensione è quella dismessa dell’ex stabilimento Fonte Sacramora). 176

[2] DONADIEU Pierre, Campagne urbane, Roma, Donzelli, 2006 [3] CLÉMENT Gilles, Manifesto del paesaggio, Macerata, Quodlibet, 2005

terzo


amarcorderia

8.2 Connessioni Territoriali

A

l fine di riconnettere l’area al territorio circostante si prevede la creazione di nuovi collegamenti ciclopedonali e il potenziamento e la ricucitura di quelli esistenti. Lungo la parentesi verde e boschiva dell’area in esame, posta tra mare e colline, si può dare vita ad uno di quei corridoi verdi che, come sostenuto dal Piano Strategico, collegano potenzialmente la riviera con l’entroterra. La fossa dei Mulini è una vena d’acqua minore, minuta, ma con notevole importanza storica. Essa scendeva da Torriana fino a Viserba, passando per Santarcangelo. Il tracciato della fossa, da recuperare e valorizzare, può essere affiancato da un percorso ciclopedonale. Questo, partendo dall’esistente tratto che collega il lungomare con l’area dell’ex Corderia, può proseguire, insinuandosi nella campagna, fino a giungere almeno a Santarcangelo di Romagna, divenendo un importante asse sostenibile tra entroterra e mare.

N

N

SS 16

area

area ex Corderia ferrovia e stazioni

ferro Viserba

A 14

autostrada strade principali

auto

strad

fiera

Santarcangelo di Romagna

A monte d Santarcange Fossa dei M stazione di carrabili.

Rimini

A monte di Viserba si trova il Comune di Santarcangelo, che era a raversato dalla via Emilia Fossa dei Mulini, raggiungibile in treno dalla stazione di Rimini oppure tramite le vie carrabili. SP 258

SS 72

N

N area ex Corderia principali percorsi ciclopedonali esisten

177

area

princ Viserba


carrabili. carrabili. SP 258

SP 258

8. Ripensando l’Area

SS 72 SS 72

N N

1 Santarcangelo

1

2

principali percorsi ciclopedonali esisten principali percorsi ciclopedonali esisten

Viserba Viserba

percorsi ciclopedonali di ricucitura percorsi ciclopedonali di ricucitura rete idrografica

2

rete idrografica

Santarcangelo di Romagna di Romagna

parco Marecchia

Rimini 3

ex Corderia area area ex Corderia

parco Marecchia

1 fiera, 2 mulino Carlo , 3 “Mutonia”

Rimini

1 fiera, 2 mulino Carlo , 3 “Mutonia”

3

Altra tratta realizzabile è quella di collegamento tra l’area studio, la nuova fiera e il parco Marecchia, connettendo così Viserba al fiume più importante della città di Rimini. Lungo tali percorsi dovranno essere previste delle stazioni di bike rent. Tali vie “verdi” consentiranno anche il raggiungimento dei luoghi creativi esistenti quali il mulino Carlotti e il villaggio “Mutonia”, collocato in una ex cava lungo il fiume Marecchia. Questo insediamento, perfettamente integrato nella realtà santarcangiolese, è stato fondato da un gruppo di scultori e creativi che svolge attività performative e visuali a difesa del libero arbitrio e del recupero del rapporto dell’uomo con la natura in un’ottica post-industriale.

178

Potenziando i collegamen ciclopedonali

Potenziando collegamen esisten , icreandone altri ciclopedonali di ricucitura e esisten , creandone altri rent” di ricucitura e investendo sul “bike è possibile investendo “bikealterna vi rent” è e possibile o enere sul percorsi sostenibili o enere alterna vi sostenibili che dalpercorsi mare conducono allaefiera, al parco, ai mare luoghiconducono della crea vità che dal alla fiera, al(2-3) parco, e ai all’entroterra. luoghi della crea vità (2-3) e all’entroterra.


amarcorderia

8.3 Qualcosa è Cambiato

Come già asserito la crisi e le congiunture degli ultimi anni hanno portato ad un

mutamento del poliedrico panorama di riferimento, al quale sembra finalmente aver fatto seguito un cambiamento del modello di sviluppo della città. Se questo fino a poco tempo fa era di tipo quantitativo ora, con le nuove politiche messe concretamente in atto, pare tradire i caratteri originari. Le premesse, i punti fermi risiedono nel cambiamento di approccio, il Sindaco stesso della città di Rimini afferma:

“Se non ci mettessimo mano a quanto previsto in passato, ci troveremo con tante palazzine e quartieri che non saranno abitati da nessuno. […] Sono stato eletto con un mandato chiaro. Non posso fare il vigile che smercia i treni del mattone, distribuendo permessi di costruire” 4

Parole che non sono rimaste tali, data la “Variante anticemento” che ha ridotto notevolmente gli indici di edificabilità di diversi Piani Particolareggiati. Per ora quello della ex Corderia non è stato toccato da questa importante svolta, ma il mancato avviamento dei lavori di costruzione è un chiaro segnale del fatto che nemmeno più la proprietà riconosce la “convenienza” di questo intervento. I 15.000 appartamenti sfitti a Rimini, i cartelli vendesi affissi su cancellate, garage e balconi, la dilatazione dei tempi di transazione del mercato immobiliare sono sintomi che non possono essere trascurati. [4] MAARAD Brahim, “Ecco la mia città sostenibile”, Nuovo Quotidiano di Rimini, 29 Novembre 2012

Nemmeno quello che doveva essere il volano economico dell’area, ossia il centro commerciale, può essere considerato ancora tale. 179


8. Ripensando l’Area

Poco lontani dall’area ci sono il centro commerciale “I Malatesta”, che dista 4 chilometri (circa 7 minuti in auto senza traffico) e il superstore “La Fonte”, che dista 800 metri, più altri supermercati di ridotte dimensioni. Ci sono insomma tutte le condizioni per riprendere in mano il Piano e cercare un nuovo accordo tra proprietà e amministrazione comunale, questo alla luce delle considerazioni fatte e dell’importanza storica che il sito ha avuto ed ha per i cittadini. Al posto di un centro commerciale tradizionale, come volano economico, si è pensato ad una funzione più calda e coinvolgente, che abbraccia il contesto. Una sorta di “vetrina” per scoprire il territorio in un luogo con un trascorso storico interessante e coinvolgente. Per affiancare le idee e le suggestioni alla realtà sono state condotte anche delle interviste “porta a porta” a quindici abitanti di Viserba di diverse età. È emersa dai discorsi di tutte e quindici le persone intervistate il desiderio di vedere un “grande parco pubblico” all’interno dell’area, motivata spesso con il riconoscimento di un’assenza di verde nella frazione della città, se non limitate a pochi esigui spazzi ritagliati tra un edificio e l’altro. Ovviamente nessuno vorrebbe altre residenze e 4 intervistati citano l’espressione “quartiere dormitorio” riferendosi alla frazione di Rimini. Vengono richiesti luoghi di relazione, che valorizzino l’area. Questa necessita di un rilancio, di una riqualificazione coscienziosa e cosciente della storia passata della fabbrica, storia patrimonio di tutti e cara ai viserbesi, la cui popolazione è cresciuta proprio grazie al lavoro fornito dall’opificio. Luogo d’avventura per i più piccoli e ricordo per i più vecchi che ci hanno lavorato, l’ex Corderia legava e lega a sé la cittadinanza, prima economicamente, ora emotivamente.

180


amarcorderia

8.4 Congiuntura Attuale ed Economia Locale

La fase attuale, caratterizzata da mutamenti del tessuto sociale ed economico, è una “transizione da un modello del non più ad un modello del non ancora; un periodo nel quale i vecchi modi di gestire i problemi non funzionano più, ma non sono ancora state create nuove modalità in grado di rispondere efficacemente al nuovo contesto.” 5 Bisogna capire bene la realtà in cui ci si muove, qual è la forza del territorio. Le circostanze attuali ricadono proprio nel limbo che si colloca tra il non più ed il non ancora. Le analisi settoriali fotografano un’economia generalmente stagnante ed una società che, giorno dopo giorno, assiste all’inasprirsi della situazione occupazionale. Difficile è proporre un’ingenua e al contempo superba soluzione per uscire da questo momento di crisi, non vi è una corsia preferenziale da percorrere per “sfuggire” alle contingenze, ma la creazione di “una rete di protezione economica e sociale estesa a tutti, persone e imprese” può essere una risposta atta a rendere la permanenza in questa situazione di perdurante crisi sicuramente meno drammatica. Nel percorso di analisi del territorio, condotto in un decennio di Rapporti, sono state individuate due parole chiave come estrema sintesi delle caratteristiche che la provincia, declinata nei suoi abitanti e nei suoi punti di forza, dovrebbe fare proprie.

[5] “Rapporto sull’Economia della provincia di Rimini”, a cura di Unioncamere Emilia-Romagna

Queste parole sono comunità e resilienza, rispettivamente il senso di appartenenza e la capacità di riorganizzarsi positivamente allo scopo di affrontare e superare le avversità.

181


8. Ripensando l’Area

Il tema del lavoro è un’indifferibile priorità nell’agenda delle istituzioni e delle forze politiche, a tutti i livelli. Il mondo dell’occupazione è già cambiato e dovrà ulteriormente rinnovarsi alla luce della congiuntura economico-finanziaria in corso. Il progetto della città ha sempre rappresentato una risposta mutevole alla domanda di opportunità da parte dei suoi cittadini. La creatività può essere utilizzata come risorsa per lo sviluppo economico e sociale. L’urbanista britannico Charles Landry ha il merito di aver coniato e trattato il concetto di città creative nella metà degli anni Ottanta del secolo scorso.

La classe creativa è formata da “persone che costruiscono valore aggiunto grazie proprio alla loro creatività” 6 Nel Libro bianco sulla creatività del 2009, coordinato da Walter Santagata, è evidenziato come il macrosettore delle industrie culturali e creative in Italia sia tra i più importanti al mondo e sono anche individuate le sfere ed i settori nei quali la creatività si declina all’interno dei processi economici contraddistinti dalla produzione di cultura. I settori economici caratterizzati da creatività e produzione di cultura, individuati nel Libro bianco, sono: »» moda (settore tessile e abbigliamento); »» design industriale e artigianato; »» industria del gusto (enogastronomia strettamente legata al territorio e alla sua storia, turismo e attrazione nei confronti del consumatorevisitatore); »» software; editoria; Tv e radio; pubblicità; cinema; »» patrimonio culturale e ambientale (con i suoi musei, monumenti ecc.) collegato alle bellezze paesaggistiche, in grado di mettere in risalto 182

[6] FLORIDA Richard, L’ascesa della nuova classe creativa, Milano, Mondadori, 2003


amarcorderia

l’immagine di una città ed il suo turismo; »» musica e spettacolo; »» arte contemporanea e architettura. Nel Libro Verde, pubblicato dalla Commissione Europea nel 2010, viene sottolineato che

“le fabbriche sono progressivamente sostituite da comunità creative, la cui materia prima è la capacità di immaginare, creare e innovare. In questa nuova economia digitale, il valore immateriale determina sempre più il valore materiale, perché i consumatori cercano “esperienze” nuove e arricchenti. La capacità di creare esperienze e reti sociali è ora un fattore di competitività. Le industrie culturali e creative dispongono di un potenziale in gran parte inutilizzato di creazione, di crescita e di occupazione. […] In gran parte, la nostra futura prosperità dipenderà da come sapremo utilizzare le nostre risorse, le nostre conoscenze e i nostri talenti creativi per stimolare l’innovazione”. I risultati emersi dal rapporto generale “L’Italia nell’era Creativa”, del 2005, sono significativi. 183


8. Ripensando l’Area

Esso confronta 103 province italiane sugli assi di Talento, Tecnologia e Tolleranza, secondo la teoria del professore Richard Florida. 7 Secondo questa teoria l’attrattività di un territorio, e di conseguenza il suo potenziale di crescita nella società della conoscenza, si misura essenzialmente in base a tre fattori, che sono le “tre t” suddette. Una città che presenta un mix equilibrato di buone performance in queste tre dimensioni ha un potenziale creativo da spendere in una economia che si basa sui fattori legati alla conoscenza. Unendo i risultati ottenuti per Talento, Tecnologia e Tolleranza si ottiene un “indice sintetico di creatività”, chiamato Indice di Creatività Italiano (ICI), dove Rimini occupa il nono posto; è un risultato, seppure un po’ datato, sicuramente significativo. INDICE DI CREATIVITÀ ITALIANO (ICI) 1. Roma

0.786

2. Milano

0.720

3. Bologna

0.665

4. Trieste

0.602

5. Firenze

0.585

6. Genova

0.555

7. Torino

0.518

8. Parma

0.516

9. Rimini

0.489

10. Perugia

0,477

Nel “Rapporto sull’economia della provincia di Rimini” 2012-2013 della Camera di Commercio viene affermato che il settore agroalimentare nel riminese riveste un ruolo piuttosto importante e ha visto un incremento del numero di imprese in seguito all’ingresso in provincia di sette comuni dell’Alta Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello, legge n. 117 del 3 agosto 2009). La provincia di Rimini, così ingrandita, ha inoltre acquisito altre tipicità produttive dell’Alta Valmarecchia, che si sono aggiunte a quelle già riconosciute, quali l’olio D.O.P Colline di Romagna e i vini D.O.C. Colli di Rimini. In sintesi esse sono: il formaggio di

184

[7] Ibidem


amarcorderia Ripar zione per se ore merceologico delle

fossa (denominato anche L’Ambra di Talamello), il formaggio denominato aziende a ve in provincia di Rimini“slattato”, il formaggio denominato “raviggiolo”, il marrone del Montefeltro, il miele della agroalimentare Valmarecchia, la patata della Valmarecchia, il pane di Maiolo, la polenta, la spianata, il tessile, abbigliamento, calzaturiero fungo prugnolo, il tartufo bianco pregiato e il tartufo nero pregiato. chimici e affini

grafico e cartotecnico

Nell’ambito di elaborazione di “Rimini venture 2027”, rientra tra le azioni prioritarie il industria dell’ospitalità “Progetto integrato per la valorizzazione dei prodotti tipici del riminese”. industrie varie interedile

Il recupero e la valorizzazione delle tipicità enogastronomiche e artigianali sono metalmeccanico fondamentali al fine di perseguire l’obiettivo di sanità competitività e sviluppo socioe cura della persona economico equilibrato del territorio, realizzando contestualmente e sinergicamente terziario e servizi un’azione di salvaguardia attiva dell’ambiente e del paesaggio rurale. Ripar zione per se ore merceologico delle aziende a ve in provincia di Rimini

9,4%

12,5%

9,4%

agroalimentare

12,5%

tessile, abbigliamento, calzaturiero chimici e affini grafico e cartotecnico

3,1%

18,8%

industria dell’ospitalità

6,2%

industrie varie

3,1%

interedile

3,1%

metalmeccanico

21,9%

sanità e cura della persona terziario e servizi

La rinnovata attenzione alla qualità del prodottoIlè25% vista come fattore determinante per delle aziende a ve sono impegnate nei se ori agroalimentare e tessile 9,4% turistica garantire un’offerta di eccellenza, che abbandoni l’artificialità del prodotto 12,5% industriale, a favore dell’autenticità di quello locale. [fonte: Bilancio Sociale Aggregato, Confindustria 9,4%

Rimini, 2011]

12,5%

A questo scopo il progetto “Officina delle tipicità e Tavolo di lavoro permanente” prevede un’attività diffusa di promozione dei prodotti, con la creazione e la gestione di reti,18,8% di percorsi enogastronomici3,1% culturali e di eventi dedicati, con il coinvolgimento del comparto ricettivo. 6,2% 3,1%

[ fonte: Bilancio Sociale Aggregato, Confindustria Rimini, 2011 ]

3,1% si possono innescare coinvolgono, oltre alle imprese del territorio, Le sinergie che 21,9% a partire da quello fieristico congressuale, incentivando un tutto il sistema turistico, collegamento tra costa ed entroterra, con l’incremento dell’uso dei prodotti a km 0.

Il 25% delle aziende a ve sono impegnate nei se ori agroalimentare e tessile [fonte: Bilancio Sociale Aggregato, Confindustria Rimini, 2011]

185


8. Ripensando l’Area

Per quanto riguarda invece il Distretto della moda, in provincia di Rimini sono presenti importanti industrie manifatturiere concentrate in particolare nel cosiddetto Distretto della Moda, cioè nel “Settore Istat Confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia”; la forza e il vantaggio competitivo di queste imprese risiede nella presenza nel territorio provinciale di un cospicuo gruppo di piccole imprese artigiane. Il settore artigianale rappresenta, in questo contesto, ben il 72,3% del totale delle imprese (191 su 264 imprese).

CONFINDUSTRIA RIMINI

SCUOLA DI CUCINA

186

CAMERA DI COMMERCIO RIMINI

LABORATORI TESSILI

Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Rimini

Associazione Piccole e Medie Imprese Rimini

LABORATORI ARTIGIANALI

FAB LAB

COWORKING

WORKSHOP

Gruppi di Acquisto Solidale

LIBRERIA TEMATICA


amarcorderia

A Rimini ci sono inoltre, e li si cita calcando ancora sull’importanza del Distretto della Moda, il Corso di Laurea in Culture e Tecniche della Moda e la Libera Accademia di Belle Arti (L.A.B.A.), quest’ultima offre corsi di design, graphic design, design di moda e fotografia. È proprio all’interno di questo panorama che si inserisce l’ipotesi di progetto dell’area studio. Attraverso i dati e le informazioni raccolte, definito l’ambito economico e le sue potenzialità, si ipotizzano le sinergie possibili, quelle che entrando in gioco consentirebbero la creazione di reti e collegamenti atti all’attuazione al funzionamento del progetto.

Associazione Italiana Albergatori Rimini

EVENTI

Università di Bologna

RISTORANTE

LABA RIMINI

LIBERA ACCADEMIA DI BELLE ARTI

MERCATO DELLA TERRA

ORTI DIDATTICI

PRO LOCO

LICEO SCIENTIFICO ARTISTICO “A.SERPIERI”

ORTI TERAPEUTICI

VISERBA

MOSTRE TEMATICHE

MUSEO

187


9


amarcorderia

Strategia di Progetto L’

area dismessa dell’ex Corderia può trasformarsi da “segnale” della crisi di un modello a uno “strumento” di rivitalizzazione. Essa è un polmone verde che vive da sé, un organo staccato dall’organismo della città. Quando non c’è la crisi il mercato metabolizza quasi tutto, ma con la crisi il mercato è molto selettivo, per cui è necessario individuare un tema che abbia la forza di richiamare i soggetti che lo promuovano e le persone interessate. La crisi chiede proprio questo, chiede di lavorare molto sulla tematizzazione, perché il tema richiama le persona prima ancora che esistano le cose. Le emergenze ambientali e del lavoro sono i punti caldi, forti che, sviluppati, possono ridare respiro all’area, partendo dall’imprenditorialità, dal territorio, da qualcosa di concreto.

189


9. Strategia di Progetto

Qui si possono originare meccanismi virtuosi che arrestino l’azione pervasiva di sgretolamento e frammentazione che caratterizza le periferie e gli spazi periurbani. Qui possono convogliare le idee per costruire inconsueti legami di prossimità, inedite enclave in cui cultura e creatività possano diffondersi, portando alla nascita di un vero e proprio cluster di soggetti, produttori della zona, piccole e medie imprese e aziende locali, che ridefinisca il valore dell’area. La strategia di progetto prevede la messa a sistema di soggetti ed enti già presenti sul territorio che si avvantaggiano l’uno delle qualità dell’altro, attraverso un modello di sviluppo socio-economico e territoriale. Si ripensa dunque il luogo abbandonato come la sede di produzione sociale e culturale, ma anche economica, in cui la funzione residenziale diventa marginale e di ricucitura col fronte cittadino.

190


amarcorderia

9.1 Sinergie Autoctone

L

e forze in gioco sono quelle locali, le sinergie possibili tra enti, soggetti e imprese del territorio. Viene valutata la concreta fattibilità delle iniziative proposte considerando le analisi del capitolo precedente, senza inventare nulla, ma mettendo a sistema ciò che già c’è, che però è latente e riserva un grande potenziale. Il Made in Italy è un settore piuttosto forte nella realtà riminese, esso si declina attraverso il settore enogastronomico e quello tessile. Questi sono i settori più valorizzati nell’idea di progetto, il primo è connesso anche alla vicinanza al mare, alla campagna e all’entroterra, il secondo si ricollega anche alla positiva vicenda del mulino Carlotti. Si può così creare un sistema che, dalle attività commerciali e ricettive del lungomare, passa a quelle offerte dal cluster dell’ex fabbrica di corde, giunge al mulino Carlotti e poi prosegue ancora fino a Santarcangelo; tutto ciò spostandosi gradualmente dal mare alla campagna, lungo la storica lama d’acqua della fossa dei Mulini. Si è cercato di stabilire perciò delle connessioni tra le attività che si insediano nell’area e le entità interessate a queste; tutto ciò al fine di far acquisire una certa concretezza all’idea e per mantenere un legame con la realtà.

191


9. Strategia di Progetto

9.2 Nuove Funzioni

A

ttraverso un distaccamento da un quadro generale di grande reiterazione delle destinazioni d’uso (commerciale, direzionale e ricettiva), ci si pone l’interrogativo circa l’effettiva efficacia delle decisioni prese e da prendere. Per rispondere a tali problematiche, e con l’obiettivo di mantenere una funzione produttiva all’interno degli edifici industriali dismessi, è utile rivolgere l’attenzione alle tematiche relative al mondo del produrre e alle relazioni che intercorrono tra le imprese. Fornire supporto ed assistenza a queste è la soluzione vincente per una nuova economia e per il recupero anche delle aree produttive dismesse. Attraverso la riqualificazione e la riappropriazione è possibile rivitalizzare il tessuto urbano e creare opportunità di miglioramento e di crescita in diversi settori. Tornando al caso studio, la vicinanza di un superstore da poco costruito e del secondo centro commerciale per dimensione di Rimini portano a scartare il modello del centro commerciale tradizionale (come è nelle previsioni di PRG) per un’area che riserva molte potenzialità. Il territorio riminese ha parecchio da spendere in campo enogastronomico e tessile. Sulla stregua di modelli già attuati (Eataly, ad esempio, associa la scuola di cucina, con la vendita e promozione di prodotti enogastronomici e una libreria) è questa la linea scelta per l’area della ex Corderia, l’ibridazione; in questo caso vengono volontariamente associati due ambiti che potrebbero sembrare distanti. La funzione tessile e quella enogastronomica, fuse con la storia e la fisionomia del luogo ricuciono l’area e la riconsegnano alla città. Meta di turisti, valorizzazione delle esistenti imprese del territorio, porta delle conoscenze, spazio per la collettività, tante sono le ragioni che portano a pensare ad una destinazione altra rispetto a quella delineata dal PRG. Qualcosa di nuovo e diverso sul territorio di cui Rimini Nord possa andare fiera.

192


amarcorderia

Così le case dei salariati e il mulino possono diventare dei contenitori di idee e progetti: laboratori e ricerca di eco-packaging alimentare, atelier e showroom tessili, fablab, piccola foresteria e laboratori artigianali. L’edificio di accesso su via Marconi potrà essere uno spazio di coworking, un ambiente polifunzionale, la sede di alcune associazioni locali e l’apparato gestionale del cluster retrostante. Dietro esso sorgerà infatti, al posto dell’affascinante e degradatissimo reparto di filature ad umido e del magazzino, un nuovo edificio che si relazionerà al cuore della ex Corderia, quello più antico, coi macchinari e i dipinti, che viene preservato. Nella nuova architettura ci sarà uno spazio di esposizione, promozione e vendita di prodotti enogastronomici tipici, una scuola di cucina, un ristorante, delle attività enogastronomiche locali, una libreria tematica (arte, enogastronomia e moda) con caffè letterario e una sala per conferenze ed eventi (presentazione libri, sfilate ecc..). Lo spazio coperto ma aperto che affaccerà sul parco potrà essere utilizzato anche come area mercatale con la stazione bisettimanale di un “mercato della terra”, per la valorizzazione della filiera corta che si alimenta solo dei prodotti locali. Nella parte recuperata troveranno sede atelier tessili e fotografici, spazi per esposizioni e installazioni temporanee, sale-laboratorio di cucito e di design tessile, funzioni che si fonderanno con quella museale e che potrebbero fare leva sui giovani formati presso l’Università di moda e la Libera Accademia di Belle Arti di Rimini. Questo hub creativo, di arti e di mestieri, non è un’assoluta novità, ma è concepito sulla scia di vicende analoghe collocate a poca distanza, come il caso del mulino Carlotti (Moonraker 86) che ospita funzioni di vario genere tra cui spicca quella tessile (azienda Jo No Fui s.r.l. ). Le residenze e la piscina fanno da “presidio” all’area, ne ricamano i bordi urbani e si relazionano col muro di cinta, che viene mantenuto.

193


9. Strategia di Progetto

9.3 Strumenti e Azioni

I fattori che condizionano il recupero di un sito dismesso, a parte il contesto

territoriale, sono la salvaguardia, la valorizzazione e la rigenerazione delle risorse ambientali, la capacità di riqualificare il territorio, la profittabilità economica. L’ultimo obiettivo guida il privato, mentre i primi due fanno capo a quello pubblico.

»» Il primo step per innescare la trasformazione riguarda la revisione del Piano e delle prospettive ad esso associate. Attraverso un dialogo fecondo tra proprietà dell’area (Renco S.p.A.) e amministrazione comunale, dovranno essere valutate attentamente le possibilità che il luogo offre nell’attuale congiuntura, coerentemente con le linee guida del Piano Strategico e considerando le problematiche prioritarie, relative all’emergenza ambientale e lavorativa. L’emergenza ambientale si riferisce al fatto che in prossimità dell’ex Corderia è prevista una vasca di laminazione da 3.000 mc, così da scongiurare allagamenti in condizioni di abbondanti piogge.

»» Il secondo step è incentrato sulla valorizzazione del capitale umano e creativo per lo sviluppo economico e per l’avviamento della RENCO trasformazione dell’area. spa

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RENCOspa


amarcorderia

Occorre quindi, nel caso in questione (e in quelli di operazioni condotte da privati), che l’operatore pubblico assuma un ruolo di regia e di controllo affinché gli interventi non abbiano, e il passato ne è testimone, mero ed esclusivo fine speculativo.

»» Il terzo step interessa l’introduzione di funzioni calde, nuove e qualificanti attraverso l’ibridazione e il protagonismo di piccole e medie imprese in particolare dei settori tessili ed enogastronomico (aziende agricole e produttori locali, aziende del tessile e dell’abbigliamento). All’interno del cluster si prevede il coinvolgimento di associazioni e istituti scolastici del circondario riminese.

»» Si ipotizza, infine, il differimento della residenza nel tempo. Sull’onda di Piani Particolareggiati approvati e recentemente rivisti per intervenire sulle cubature edificabili (quasi dimezzate rispetto alle previsioni inziali), tenendo conto del mercato esangue e al fine di limitare il consumo di suolo, anche nell’area dell’ex Corderia queste vengono ridotte di circa il 50%.

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