Rassegna stampa 24/5/2014 - Amici Aeroporto Galilei

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24/5/2014

Rassegna Stampa

AMICI DELL’AEROPORTO DI PISA


Cosi Pisa perderà passegge Aeroporti, lo studio secretato d alla Regione sull'unione con Firenze Basta la pista di Peretola a duemila metri e Pisa perderà un milione di passeggeri l'anno. P uno dei punti cruciali dello studio di Kpmg, sull'integrazione degli aeroporti di Pisa e Firenze, commissionato e poi secretato dalla

Regione e che Il Tirreno è in grado di raccontare. E così emerge che se già sarebbe un sacrificio per Pisa vedere crescere a 2.000 metri la pista di Firenze, figuriamoci quali effetti ne avrebbe una di 2.400. Intanto anche ieri è

stata una giornata "calda" conclusa col parere dell'ufficio legale della Regione secondo il quale la giunta potrebbe decidere di vendere le quote della Sat di Pisa senzal'ok del Consiglio.

Tra le iniziative in difesa del "Galilea" anche quella di un gruppo di podisti

BONUCCELLI ALLE PAGINE 10 E 11

pisani

Se Firenze si allunga ruba passeggeri a Pisa


' enze si e Se Fw 40 ruba p asseggeri Pisa In esclusiva lo studio Kpmg: basta una pista di 2mila metri a r t la rc " il lil i perda un milione di viaggiatori. E f propone 2400 metri... dl Ilaria Bonuccelli / PISA Per costruire il quarto polo aeroportuale nazionale, la holding con Firenze poteva essere una scelta giusta. Malgrado lo studio indipendente dell'advisor Kpmg rivelasse che con la pista a 2000 metri, finanziata con 100 milioni pubblici, Firenze avrebbe portato via 1 milione di passeggeri a Pisa. In tempi lunghi, però; comunque un trend di crescita. E soprattutto con la tutela di una gestione a prevalente capitale pubblico, la holding appunto. Oggi che la maggioranza dei due aeroporti e quindi della holding rischia di finire in mano a un gruppo privato - Corporaciòn America - con il contributo determinante della Regione Toscana, Pisa non ci sta più. Lo studio di Kpmg, commissionato da tutti gli enti interessati alla creazione del polo aeroportuale toscano, ma fino ad oggi rimasto segreto - e che Il Tirreno presenta in anteprima - spiega le ragioni della protesta pisana. I SEGRETI SVELATI. In primo luogo l'analisi rivela che il progetto per realizzare la nuova pista di Firenze sta in piedi solo se si spendono 100-120 milioni di fondi pubblici e se "Peretola" «cannibalizza» entro il 2024 un milione di passeggeri dal "Galilei". Non solo. Lo studio dimostra che l'aeroporto di Pisa sul mercato azionario vale di più di quello fiorentino: il concambio corretto sarebbe di 1,3. Una cifra che male si concilia con l'Opa (of-

ferta pubblica di acquisto) lanciata da Corporacion America per Pisa a un prezzo bassissimo. A marzo, infatti, il tycoon armeno argentino Eduardo Eunerkian, socio di minoranza di Sat (la società dell'aeroporto Galilei) propone di acquistare il 72% delle azioni che gli mancano per avere in mano lo scalo. E propone un prezzo di 30 centesimi ad azione più basso di quello offerto - lo stesso giorno - per le azioni dell'aeroporto di Firenze. Un prezzo così basso che vari analisti definiscono «incongruo». Eppure la Regione accetta e decide di cedere il proprio 17% del Galilei, contro il parere degli altri enti pubblici (riuniti in un patto parasociale) che detengono la maggioranza. Pisa prova a contrastare l'operazione che, o in giunta o in consiglio, si dovrebbe definire entro mercoledì. Con una scelta che la costa giudica utile solo a favorire Firenze. Infatti, il nuovo piano di Adf, la società dell'aeroporto fiorentino, prevede una pista da 2400 metri. Si tratta di un'opera che il governo sostiene e che non è più invisa alla Regione, dopo le barricate dell'estate e dell'autunno scorso. Nel Pit - il piano di indirizzo territoriale - la Regione, infatti si è battuta per avere a Firenze una pista di soldi 2000 metri. Ora la sua posizione si è ammorbidita, ma con una pista da 2.400 metri Firenze sarà «concorrenziale con Pisa» anche sui vettori low cost. Grazie a interventi realizzati con 120 milioni di finanziamento pubblico. Insomma a Firenze lo Stato investe e il privato incassa.

PISTA PRIVATA, SOLDI PUBBLICI. Qui sta appunto il nodo. Gli investimenti pubblici. Le cifre variano a seconda che si consideri lo studio Kpgm o il master plan di Adf, ma il concetto è identico. Secondo Kpgm, fra il 2014 e il 2018 sono necessari circa 200 milioni di investimenti per «la realizzazione della nuova pista (da 2000 metri) e l'adeguamento dei relativi sottosistemi». Circa il 50% «sono finanziati da contributi pubblici»: 104 milioni. Nel masterplan di Adf, che considera la possibilità la pista a 2400 metri come «la lunghezza ideale», si fa riferimento a un investimento complessivo fra i 245 e i 258 milioni di euro. E si ribadisce che «l'esborso di capitale dei privati investitori è al netto di una quota di contributi pubblici non inferiore a complessivi 120 milioni di euro». Come siano finanziati questi 120 milioni (o 104 restando allo studio Kpgm) non è indicato. Ma è evidente che tutti immaginano un finanziamento statale straordinario, con una legge speciale per «grandi opere» o «grandi eventi». E l'occasione è già evidente: il G8 che Renzi vuole organizzare nel 2017 a Firenze. In fondo, si dice da Firenze, se sono stati trovati 115 milioni per il porto di Piombino, se ne potranno trovare 100 anche per l'aeroporto di Firenze. Anche se le situazioni sono diverse: da una parte il comparto dell'acciaio che scompare, dall'altro un business con soldi pubblici che produce profitti privati. VEVAO PAGARE I PRIVATI. Insomma, la strada per far arrivare i fondi pubblici sembra già individuata lungo l'asse fiorentino tra il capoluogo e palazzo Chigi, con una fermata all'

Enac, che da ottobre insiste sulla necessità di garantire a Firenze la pista di 2.400 metri. In base al Pit, (che stabilisce lo sviluppo urbanistico della regione), però, tutti gli interventi legati alla realizzazione della nuova pista devono essere a carico dei privati. Il finanziamento pubblico, si dovrà indicare in sede di approvazione definitiva del piano. Al momento la variante al Pit - modificato proprio per fare spazio alla nuova pista - è solo adottata. Se il consiglio regionale non ci rimetterà mano, la pista resterà a 2000 metri e dovranno pagarla i privati. Ma la legislazione speciale potrebbe far saltare questi vincoli e annullare il potere di programmazione urbanistica della Regione. Oltretutto con la Regione fuori da Sat e la maggioranza del Galilei in mano ai pri vati, l'operazione sarebbe ancora più in discesa. Per provare almeno a mettere una zeppa e inserirsi nel procedimento di approvazione del Pit il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha già convocato una conferenza dei servizi il 5 giugno. AIUTI DI STATO E VIOLAZIONE


DELLA CONCORRENZA. Di sicuro far piovere 100 milioni di fondi pubblici sull'aeroporto di Firenze potrebbe provocare l'intervento dell'Unione Europea. E se per caso, la vicenda sfuggisse a Bruxelles, da Pisa non perderebbero l'opportunità di fargli elo sapere. La Regione è avvisata. Il 28 aprile i tecnici che rappresentano la costa e la Sat nel gruppo di lavoro per la costituzione della holding aeroportuale hanno inviato una lettera al capo di gabinetto di Rossi e al direttore generale della Regione per annunciare che alla prossima riunione del comitato porteranno la memoria dello studio legale Gianni Origoni and Partners sull'argomento. E ricorderanno che l'Unione Europea il 4 aprile ha approvato gli "Orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree". Non esaminare gli

effetti che un simile finanziamento potrebbe avere - fanno presente da Pisa - significherebbe rischiare un'infrazione da parte dell'Unione. Con relativi danni economici. IONI AL RIBASSO. Alcuni danni potrebbero essete contestati per l'Opa e i prezzi delle azioni. Lo studio di Kpmg conferma che si è giocato al ribasso sui numeri. Pisa al concambio vale 1,3 volte Firenze, anche se si scopre solo a maggio. E nonostante l'opposizione dei soci privati di Adf: «Questi dati non si rivelano, possono turbare l'Opa». Ma non è il contrario? I mercati non hanno bisogno di trasparenza? Infatti, che qualche cosa non tornava sui valori lo aveva già rilevato Moores Rowland Bompiani che, per conto del Comune di Pisa, aveva messo a confronto i dati di Adf e Sat. Il parere era

stato chiaro: pare che «l'offerente (Corporaciòn America) nel lanciare le due Opa abbia sopravvalutato Firenze rispetto a Pisa». E per chiarire meglio in concetto, l'advisor aggiunge: usando gli stessi parametri di valutazione per Firenze, le azioni di Pisa dovevano essere valutare 18,49 euro l'una. E non 13,15 euro. Perciò anche il rilancio di giovedì a 14,22 - per superare il prezzo fissato per Firenze - non annulla il gap evidenziato dai vari analisti (compreso Luca Bacoccoli di Imi San Paolo ). Tutti, infatti, hanno invitato a non vendere a un prezzo «incongruo». I soci pubblici di Sat hanno accolto la raccomandazione. Il cda ha votato contro la vendita. E ha invitato la Regione a fare altrettanto. La Regione, però, è intenzionata ad andare avanti. Anche rompendo il patto di maggioranza. Anche andando incon-

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TO V"PUCCI I la lunghezza ottimale della pista di volo indicata nel progetto della società Adf

il costo previsto per la costruzione della nuova pista dell'aeroporto di Firenze se lunga 2.400 metri

investimento per costruzione e manutenzione nuova pista se lunga 2.000 metri

quota minima di contributi pubblici previsti per la realizzazione della nuova pista di volo

di passeggeri previsti entro il 2029 con la pista di 2.400 metri; i passeggeri scenderebbero a 4, 3 milioni con la pista a 2.000 metri

tro a una guerra legale e a una probabile penale milionaria. A FIRENZE NON COMPRO. Corporaciòn America sembra invece aver fermato la corsa all' acquisto delle azioni di Firenze. Eurnekian , che pure ha lan ciato l'Opa obbligatoria per Adf, sembra pronto a fermarsi dopo aver siglato un patto con la Sogim di Panerai che di fatto gli dà già la maggioranza. E farà un accordo di co-governance con gli altri soci: in particolare i contatti sono con la Camera di commercio di Prato. Si tratta dell'accordo respinto con gli enti locali di Pisa: per il "Galilei" Eurnekian proverà a ottenere il 50,1% grazie alle quote della Regione e quelle "flottanti" sul mercato anche se ora, con il rilancio di giovedì, gli costeranno di più di quelle fiorentine. ©RIPRODUZIONE RISERVATA


il valore attribuito alle azioni di Sat nell'offerta pubblica di acquisto volontatia totalitaria lanciata da Corporaciòn America i14 marzo 2014

il rilancio spille azioni dl Sai annunciato il 22 magio 2014 da Corporaciòn America. II prezzo iniziale dell'Opa

era stato definito "incongruo" da analisti e advisor

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investimento totale per la nuova pista da 2000 metri dell'aeroporto di Firenze

contributi pubblici per la costruzione della nuova pista dell'aeroporto di Firenze

valore di concambio Sat (aeroporto Galilei) e Adf (aeroporto Firenze)

proiezione crescita volume passeggeri aeroporto di Pisa dal 2019 al 2024

proiezione crescita volume passeggeri aeroporto di Firenze dal 2019 al 2024 (il 2019 è l'anno previsto per l'inaugurazione della nuova pista)

il .-iure attribuito alle azioni di Adf nell'offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria lanciata da Corporaciòn America il 4 marzo 2014


Diecimila cartoline a Firenze «Rossi, rispettagli impegni» sindacati CgiI, Cisl e Uil invitano i pisani a firmarle: lunedì le consegneranno al governatore Intanto l'Usb aderisce allo sciopero nazionale del 30: «Giochi di potere sulla pelle dei lavoratori» di Gianluca Campanella i! PISA La seduta urgente del consiglio regionale, convocata per mercoledì prossimo, aveva già fatto salire ancora, se possibile, tensioni e polemiche. In serata, ieri, anche il colpo di scena del parere legale richiesto dal consiglio regionale. In pratica, non è più l'assemblea ma direttamente la giunta a decidere sulla vendita delle azioni Sat. Intanto lunedì il presidente della Regione Enrico Rossi riceverà i sindacati: gli hanno preparato lOmila cartoline con cui (di fatto) gli chiedono di ripensarci; e martedì è prevista a Firenze l'audizione del sindaco Marco Filippeschi e del presidente della Provincia Andrea Pieroni, entrambi nel patto di sindacato con partecipazione al capitale sociale simili. Mentre venerdì 30 ci sarà uno sciopero nazionale indetto da Usb, al quale i lavoratori del settore aeroportuale di Pisa aderiscono aggiungendovi una piattaforma di protesta contro «lo smantellamento del Galilei».

La reazione. Filippeschi in un comunicato definisce «triplo salto mortale la convocazione della seduta urgente. Spero sia solo un avvio della discussione. Perché si vuol privatizzare Sat mentre per Adf, Aeroporto di Firenze, si fa un patto? Clamorosa contraddizione da chiarire». Ameno che essa non sia voluta; il sindaco prosegue il ragionamento: «Viene il dubbio, molto fondato, che la privatizzazione di Sat serva a sterilizzare la società che gestisce il Galilei dalla possibilità di contrastare la competizione distruttiva che darebbe la realizzazione di un aeroporto doppione a 70 chilometri di di-

stanza, il grande aeroporto di Firenze che cannibalizzerebbe quello di Pisa, il principale della Toscana, compromettendo i nostri investimenti e sprecando risorse pubbliche». Cartoline a Rossi. Sempre ieri sono state presentate in momenti separati due iniziative sindacali. Cominciamo con Cgil, Cisl e Uil: i tre segretari provinciali denunciano l'assenza di un piano industriale da parte di Corporacion Ainerica, autrice dell'Opa sui titoli della Sat (società che gestisce il Galilei). Gianluca Federici (Cisl) annuncia: «Abbiamo stampato iOmila cartoline che chiedono a Rossi di rispettare gli impegni presi». Il testo evidenzia che il Pit, Piano di indirizzo territoriale, era stato votato dalla Regione e prevedeva

una pista al Vespucci di massimo 2mila metri. Ora si parla di una lunghezza di 2.400 metri e Renzo Rossi (Uil) lo considera «un grosso investimento, con utilizzo di denaro pubblico, che crea concorrenza e un doppione di Sat, realtà consolidata e in autofinanziamento». Va ricordato che il governo Renzi darebbe ad Adf almeno 120 milioni dei 240 necessari a rifare la pista. Gianfranco Francese (Cgil) specifica l'approccio: «Stiamo trattando la vicenda come se ci fosse una cessione di un ramo d'azienda che mette a rischio i posti di lavoro di tutta l'area vasta costiera». E rispolvera uno studio dell'Irpet (Istituto regionale programmazione economica) che in tempi non sospetti assegnava a ogni aeroporto la sua vocazione: al Galilei turistica e internazionale, a Peretola busi-

ness e city airport. La conclusione di quel documento auspicava «un coordinamento volto a evitare comportamenti predatori». Mobilitazione. In un contesto più generale era stato programmato lo sciopero nazionale degli aeroportuali Usb. Pisa aderisce con un'ulteriore mobilitazione e Paola Marchi spiega che nella vicenda Sat «lo scontro di potere interno al Partito democratico ricade sulla pelle di lavoratori, utenti ed economia locale. La pista di 2.400 metri a Firenze è uno sperpero di denaro pubblico, un danno ambientale, un favore ai privati». E il consigliere comunale Ciccio Auletta denuncia: «Rossi si adegua al premier Renzi. Questo non è un problema istituzionale, ma politico. Chiediamo coerenza a tutti i livelli». ALTRI SERVIZI A PAG. 10-11

La cartolina che i sindacati invieranno al governatore Rossi

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Corporacion America alza a 14,22 giuro l'offerta per azione Corporacion America, la società del magnate Eurnekiuan (nella foto) ha aumentato il prezzo dell'Opa sulla Sat, la società del Galilei, portandolo da 13,15 a 14,22 euro per azione. «Tale corrispettivo • si legge in una nota dell'offerente - è quello che il consiglio di amministrazione di Sat ha indicato come congruo». il riferimento è al parere dell'advisor Mazars richiesto proprio dal cda di sat. inoltre, «il nuovo corrispettivo non

sconterà il pagamento del dividendo. Ciò costituisce dunque un incremento complessivo superiore aquello richiesto e considerato congruo da Sat». Corporacion conferma poi «il proprio disegno strategico complessivo relativo all'integrazione gestionale tra Sat e Adf, così come indicato nei rispettivi documenti di offerta, nonchè nelle Linee Guida sul Piano Strategico persat e Adf pubblicate il7 maggio».

Man ife staz ione ® mBanchí e striscione sotto la Torre PISA

«Non vendete le azioni Sat. Prima l'integrazione Galilei-Peretolarispettando gli impregni presi: pista di 2000 metri per ilVespucci». Con questa richiesta di base, oggi (dalle 17) sotto le Logge di Banchi si terrà una nuova manifestazione in difesa dell'aeroporto, questa promossa da un vasto cartello di associazioni di categoria dell'area vasta costiera. Le adesioni da parte di associazioni cittadine , dopo quella del sindaco, stanno arrivando numerose: Amici dell'aeroporto Galilei di Pisa, Il Mosaico, Idee per Pisa, Amici di Pisa, Associazione Noi Adesso, Laboratorio Riformista, Circolo culturale Filippo Mazzei, Amici dei Musei e Monumenti Pisani, Unità Migranti di Pisa, Mondostazione del Dlf, Laboratorio Permanente, Movimentoinactor Teatrodanza, Federmanager , Società Corale Pisana, Amici del Gioco del Ponte, Società Filarmonica Pisana,

Amur, Proloco, Comitato "Cambia Centro" e "Recitar Cantando-Amici del Teatro Verdi di Pisa. Per quanto riguarda partiti e soggetti politici: Partito Democratico, In Lista per Pisa, Psi-Riformisti, Sel, Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Noi Adesso Pisa, Fratelli d'Italia, Comunisti Italiani, Ugl.

Intanto oggi alle 12 il sindaco Marco Filippeschi, con i presidenti delle associazioni di categoria che organizzano la mobilitazione in difesa dell'aeroporto, esporranno uno striscione sotto la Torre con la scritta "Giù le mani dal Galilei". Al sindaco e al consiglio comunale la solidarietà e il sostegno del Ctp 4, nel quale sono compresi i quartieri dell'aeroporto. «Siano prese - si legge in una nota - tutte le iniziative, anche legali, per lasciare la maggioranza dell'azionariato Sa[ in mano pubblica». CORIPROO'JZIONC RISERVATA


Pioggia di cartoline contro il governatore Iniziativa dei sindacati. E oggi doppio cor íeo. alle 12 sotto la Torre e alle 17 in Banchi di ANTONIA CASINI DIECIMILA cartoline in arrivo per Rossi. Sono quelle compilate e portate (ci sarà un incontro lunedì in Regione), per il momento, dai sindacati pisani al governatore della Toscana. Missive che nel fronte hanno una cartina della Toscana con un aereo e la scritta «Non atterrate lo sviluppo» (foto a destra) e sul retro la richiesta: «Carissimo presidente, le esprimiamo le nostre

perplessità e preoccupazioni rispetto alle recenti scelte che mettono in discussione il contenuto del Pit (piano di indirizzo territoriale, ndr) della Regione toscana e a rischio lo sviluppo industriale del Galilei e i posti di lavoro ». Sigle sindacali che non hanno aderito alle manifestazioni fino a ora e non lo faranno neppure oggi: «Tutto serve alla causa - spiega il segretario Cisl, Gianluca Federïci - ma noi vogliamo e dobbiamo affrontare il problema dal punto di vista del lavoro». Già, il lavoro. Sono 500 i dipendenti all'ombra della Torre con un indotto che coinvolge 5.000 persone. Tante le incertezze, soprattutto «sulla mancanza di un piano industriale». Per questo, si stanno raccogliendo firme da recapitare, tra-

mite le cartoline, a Palazzo Strozzi, dove si terrà un incontro lunedì. Oggi (alle 9.30) i sindacati saranno ricevuti dal primo cittadino Filippeschi e dal presidente della Provincia Pieroni in rappresentanza del Patto di sindacato. «Nessuna risposta, invece, da Corporacion», che era stata interpellata. Molto preoccupato «per il conflitto interistituzionale che si è creato» è il segratario Cgil, Gianfranco Francese. «Un aeroporto doppione - dice sarebbe dannoso non soltanto per Pisa, ma anche per tutta la Toscana». E non solo per la situazione attuale, «ma anche per lo sviluppo che il nostro scalo avrà». «La concorrenza - ribadisce Renzo Rossi (Uil) sarebbe deleteria sia per Peretola che per il Galilei. Considerando anche che questa operazione dovrebbe essere portata a termine con soldi pubblici: lo scalo fiorentino dovrebbe essere costruito del tutto». E' Goffredo Carrara, segretario Fit Cgil, a raccontare il significato dello stato di agitazione dei lavoratoti: «Abbiamo messo tutti in preallerta avvertendo che, in caso di biosogno, potrebbero scattare misure più drastiche». A protestare contro la privatizzazione è anche l'Unione sindacale di base che in una conferenza stampa separata, tramite Paola Marchi, afferma di stare con il fiato sospeso per «la tenuta occupazionale del Galilei, per quella salariale, per lo spreco di denaro pubblico e per i danni ambien-

tali». Anche Ciccio Auletta , consigliere comunale, fa appello alle forze politiche «perché si assumano la responsabilità». E avanza dubbi su affidabilità di eventuali nuove gestioni e piani indefiniti . Usb che indice lo sciopero per il 30 maggio. PISA, intanto, si mobilita. Due le iniziative in programma oggi. Anche la Torre in difesa dell'aeroporto. Alle 12 il sindaco Marco Filippeschi, con i presidenti delle associazioni di categoria, esporranno uno striscione sotto la Torre con la scritta «Giù le mani dal Galilei». E alle 17 manifestazione in Logge di Banchi promossa dalle associazioni rappresentative delle categorie produttive dell 'area vasta costiera. E l'appello: «Non vendete le azioni Sat».

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E' A RISCHIO IL FUTURO DI 5MILA PERSONE CHE LAVORANO NELL'INDOTTO


Azioni Sat, la Regione vuole vendere Magli uffici di Rossi ora frenano E CorporacionAmerica rilancia: un euro in più per ogni titolo di GUGLIELMO VEZZOSI SONO ore convulse per la sorte del «Galilei» e della Sat. Tutto ruota intorno al consiglio regionale convocato per mercoledì prossimo per deliberare sulla vendita (tutte o in parte) delle azioni Sat possedute dalla Regione. La quale detiene la quota chiave del 16,9% ed è pronta a spezzare il patto di sindacato con gli altri soci pubblici che fino ad oggi ha governato lo scalo pisano favorendo, attraverso l'adesione all'Opa di Corporacion America, un ribaltone nel controllo della società. Ma a porre dubbi sull'operazione è stato ieri lo stesso ufficio legislativo della Regione, interpellato proprio dal consiglio regionale. In sostanza, secondo questo parere riportato dall'agenzia Ansa, il consiglio regionale non avrebbe titolo per deliberare la vendita delle azioni Sat (la cui competenza è invece della giunta) e inoltre l'eventuale vendita di tutte le azioni contrasterebbe col Piano regionale della mo-

bilità (Priim) che prevede il mantenimento delle partecipazioni azionarie della Regione negli aeroporti. SUL FRONTE Opa intanto è da rilevare la contromossa di Corporacion America che annuncia di aver aumentato di circa un euro l'offerta economica per ciascuna azione Sat. Il corrispettivo passa dunque da 13,15 a 14,22 curo per ciascuna delle 7.159.198 azioni ordinarie Sat. Da tale importo non sarà detratto del dividendo di euro 0.09 già pagato da Sat agli azionisti. Ma nello stesso tempo gli argentini ribadiscono che per ora non incontreranno Filippeschi: ogni riunione è rinviata a dopo la chiusura dell'Opa (3 giugno) quando si saprà chi avrà il timone di comando in Sat. MA Filippeschi non molla e anche ieri è intervenuto duramente sul consiglio regionale di mercoledì 28 (ore 11) che dovrà deliberare sulla vendita delle azioni Sat: «Si vuole decidere la privatizzazione di una società che va bene com'è Sat e un aeroporto che in Toscana genera lavoro per 5.400 persone com'è il Galilei, tramite un'Opa non certo amichevole. Mi pare un triplo salto

mortale. La privatizzazione, un atto di enorme portata politica e di pesanti effetti giuridico-economici, che mai si è fatta con un Opa, non è nel programma di mandato, né in nessun atto di programmazione regionale già approvato. Gli elettori toscani non l'hanno scelta e i consiglieri regionali non l'hanno mai discussa». «SPERO che il Consiglio avvii solo una discussione - sottolinea Filippeschi - sarebbe giusto, infatti, dare risposte che garantiscano certezze. Deve essere reso pubblico lo studio per la holding di Kpmg, già pagato dalla Regione e dagli altri soci pubblici e necessario quando si valutano due società esposte ad Opa. C'è anche un'altra importantissima domanda a cui rispondere. Cioè perché Corporacion America nega a Sat quello che aveva proposto a febbraio, il patto di co-governance, che invece oggi realizza per AdF nonostante l'Opa. Allora viene il dubbio, fondato, che la privatizzazione di Sat serva a sterilizzare Sat dalla possibilità di contrastare la competizione distruttiva che darebbe la realizzazione di un aeroporto doppione a 70 chilometri di distanza, il grande aeroporto di Firenze che cannibalizzerebbe quello di Pisa».

PROTESTA La marcia dei «runners» pisani in difesa dell'aeroporto «Galilei», unica porta della Toscana

1 i_ . IL «Un triplo salto mortale la strada presa a Firenze. Ecco i quesiti senza risposta»


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orla: l'intesa resta un aeroporto `uiúço' non decol Mosse di Regione,

Corporacion o per varare lo scalo Firenze-Pisa

FIRENZE PRI MA l'aumento del prezzo per azione Sat, salito da 13,15 a 14,22 euro, deciso dai vertici di Corporacion America per accogliere la principale obiezione della Regione al lancio dell'Opa volontaria sulla società pisana. Poi il via libera da Firenze. Anche dopo le dichiarazioni del premier Renzi che, dopo aver consigliato a Pisa di «raggiungere l'accordo perché più conveniente per il Galilei», ha definito la linea del governatore Rossi «razionale e ragionevole». Infine il complicato compromesso che i dirigenti del Pd regionale, con il segretario Dario Parrini in testa, hanno cercato di tessere tra i consiglieri regionali

del gruppo, ideando un comune denom i natore che tenesse insieme fio-

EURO E' il nuovo prezzo (aumentato) per azione Sat deciso dai vertici di Corporation America di Eurnekian per l'Opa. In precedenza era di 13,5

MILIONI Equanto incasserebbe la Regione se decidesse di vendere l'11.5% del pacchetto Sat, lasciandosi poco più del 5, come la quota Adf.

rentini, pisani e pratesi, renziani e lettiani, fedeli alla maggioranza e allergici allo status quo. Alla fine un disegno per il sistema di aeroporti toscani sembra definito; un piano capace di superare il primo scoglio in aula, il più complicato, l'autorizzazione chiesta dalla giunta Rossi a vendere in tutto o in parte le azioni Sat (il 16,8% del capitale) e aderire così all'opa Argentina. Fino all'altro ieri i numeri in consiglio non c'erano, o almeno non c'erano i 28 voti della maggioranza canonica, senza il soccorso di Ncd o di Forza Italia. Ma il combinato disposto del prezzo più appetibile (se la Regione decidesse di vendere 1'11.5% incasserebbe 12 milioni, poco meno di un milione di curo in più rispetto al prezzo originale), e delle garanzie sulla lunghezza della pista di Peretola, dovrebbe togliere molte munizioni ai cannoni del sindaco pisano Marco Filippeschi sul piede di guerra: «La seduta d'urgenza del Consiglio regionale per decidere la privatizzazione di una società che va bene come Sat e un aeroporto che in Toscana genera lavoro per 5.400 persone come il 'Galilei', fatta tramite un'Opa non certo amichevole, è un triplo salto mortale», dice con il coltello fra i denti. Il compromesso sarebbe quello di insistere a giugno con il Pit approvato molti mesi fa in consiglio regionale, con la nuova pista lunga 2mila metri, ipotesi mai can-

cellata (ma neanche supportata) dagli uomini di Eurnekian. A tal proposito, il presidente di Adf Marco Carrai, raggiunto all'estero, dice: «Non mi risultano notizie di questo tipo. L'aeroporto di Firenze è in attesa dell'approvazione del masterplan da parte di Enac». Con una pista da 2.000 metri a Firenze, Pisa sarebbe tranquilla e non avrebbe piu dubbi sui numeri dei masterplan degli aeroporti. E la holding tra Sat e Adf, con possibile fusione societaria, non naufragherebbe contro il primo scoglio dell'opa. Il 3 giugno si chiudono i giochi e se Corporacion America non conquisterà il 51% di Sat e Adf, il progetto toscano subirebbe una pesante battuta d'arresto. E' indispensabile che la Regione venda


una fetta delle sue azioni. E faccia cadere la maggioranza pubblica del Galilei. «La privatizzazione? - attacca Filippeschi - Gli elettori toscani non l'hanno scelta e i consiglieri regionali non l'hanno mai discussa». La lunghezza della pista di Firenze? per Dario Nardella «Decide il privato, basta che si dia il via libera allo sviluppo». E in serata si viene a conoscere anche il parere dell'ufficio legislativo su richiesta del Consiglio regionale: la dismissione di quote della Regione in società partecipate di cui non è detenuta la maggioranza o il controllo completo, come nel caso quelle detenute in Sat, e' una materia di competenza della Giunta e non del Consiglio regionale; e inoltre la delibera in discussione la prossima settimana è in contrasto con quanto previsto dal Piano regionale della mobilità.

HANNO DETTO

CHI MARCO ILIP Sindaco di Pisa La privatizzazione , un atto di enorme portata politica che mai si è fatta con un ' Opa, non è nel programma di mandato né in nessun atto di programmazione regionale già approvato.

MARCO CARRAI Presidente di Adf

Non ho notizie di novità: con un ' Opa in corso chi mette in giro voci che possono incidere sul mercato può incorrere in conseguenze e sanzioni


Come svendere l'aeroporto di Pisa agli amici degli amici di Renzi di Giorgio Meletti 1 frastuono elettorale sta coprendo l'assurda vicenda della privatizzazione semiclandestina dell'aeroporto di Pisa. Il magnate argentino Eduardo Eurnekian, forte di ottime relazioni con il network del potere renziano e con il presidente dell'Enac (l'ente vigilante sul settore) Vito Riggio, ha lanciato un'offerta pubblica di acquisto sulla Sat, la società quotata in Borsa che gestisce lo scalo ai piedi della Torre pendente, uno dei primi dieci italiani. La Sat è controllata al 57 per cento da un patto di sindacato tra enti pubblici e, siccome ha i bilanci in attivo ed è considerata ben gestita, nessuno aveva mai finora sollevato il tema della privatizzazione.

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EURNEKIAN avanza la sua offerta, a un prezzo che secondo gli analisti finanziari è la metà di quello offerto in parallelo per l'aeroporto di Firenze, già privato. Reagisce alle polemiche con un piccolo rilancio che non cambia la sostanza. Il patto di sindacato che controlla Sat, presieduto dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi, all'unanimità decide di respingere l'offerta al mittente. Ma il governa-

tore della Toscana, Enrico Rossi, si sfila e decide per conto suo che la Regione consegnerà le sue azioni a Eurnekian. Nonostante il rischio di dover pagare agli altri enti - per la rottura del patto una penale nettamente superiore all'incasso atteso, Rossi è determinatissimo a vendere il suo 17 per cento, che, aggiunto al 27 che già Eurnekian ha rastrellato tra i privati, lo porterebbe al 44 per cento garantendogli di fatto il successo. Nel frattempo lo stesso Rossi annuncia che, al contrario, nell'offerta parallela sullo scalo di Peretola si terrà stretto il suo inutile 5 per cento dell'Adf (Aeroporto di Firenze), evitando a Eurnekian una spesa inutile, visto che a Firenze il controllo lo ha già preso. Vendere un pacchetto di controllo e tenersi un pacchettino di minoranza è uno strabismo sospetto. Ma Renzi, intervistato da Rtv38, tv leader in Toscana, ha subito dato il suo entusiastico endorsement a Ros-

si. PER CAPIRE l'importanza della posta in gioco bisogna prima diradare la nebbia prodotta da tre argomenti coloriti. 1) Il primo è il timore dei politici pisani che dietro l'operazione si celi la volontà di Matteo Renzi, del suo luogotenente Dario Nardella e della variegata

lobby cittadina che li attornia di sviluppare lo scalo di Peretola, presieduto dall'amico del cuore del premier Marco Carrai, a danno di quello di Pisa. L'aeroporto vicino al mare ha un traffico più che doppio, e due piste lunghe anziché una sola corta, anche se per Eurnekian (e per Rossi) le due società hanno lo stesso valore. Ma i timori dei pisani li espongono alle facili accnce di cammnilicmn degli amici dello scalatore.

2) Il secondo è il curriculum di Eurnekian, già protagonista quindici anni fa di un'operazione disastrosa per gli aeroporti milanesi di Sea, sedotti e abbandonati per assicurarsi il controllo di 14 scali argentini in via di privatizzazione. Oggi è a processo al tribunale di Busto Arsizio, in- SENZ_ . sieme al suo luogotenente fiorentino Ro- L'argentino Eurnekian berto Naldi, per la bancarotta della com- offre un prezzo vile per pagnia aerea Volare. lo scalo. I I governatore 3) Il terzo è il sospetto che il pisano Rossi, della Toscana decide avendo combattuto frontalmente, da vec- la cessione come se chio dalemiano quale fosse un affare privato era, l'ascesa dell'ex sindaco di Firenze, voglia conquistare benemerenze renziane e scongiurare il rischio, effettivamente alto, di essere rapidamente asfaltato per dare il suo posto a un governatore più affidabile per il premier e i suoi amici, tra i quali il fiorentino Denis Verdini. LA VERA RAGIONE per cui toccherebbe proprio a Renzi, incline com'è a invadere competenze altrui quando animato da idee forti, fermare la svendita dell'aeroporto di Pisa è che la vicenda denuncia il vuoto di regole in cui galleggia il vasto sistema delle aziende municipali e regionali. Da nna narte ci invncann le salvifiche nrivatizzazinni, e 'certe volte a sproposito, dall'altra c'è la più ampia libertà per gli enti territoriali di vendere o svendere beni pubblici senza spiegare ai cittadini perché, senza indire una gara, senza porre condizioni all'acquirente.

Soprattutto può capitare che, con la proprietà


frazionata tra più enti, come fossero boutique finanziarie e non custodi della proprietà pubblica, uno da solo possa decidere per tutti. La cosa è tanto più grave in casi come l'aeroporto di Pisa: un monopolio naturale, moderatamente esposto alla concorrenza, nel quale (come nel caso delle Poste o delle Ferrovie) la ricerca del profitto dovrebbe essere temperata dalle esigenze di un servizio essenziale al pubblico, e l'esperienza insegna che l'azionista privato fatica a garantire un giusto equilibrio.

L'Aeroporto di Pisa Ansa

NEL VUOTO di regole attuale può dunque accadere che arrivi un signore, offra una cifra vile per un'azienda pubblica e un ente territoriale decida di vendere all'impronta, senza istruttoria e senza discussione pubblica. Magari perché, come nel caso di Pisa, una classe politica più attenta agli affari propri che all'interesse generale può decidere di inchinarsi al potente o prepotente di turno per non turbare i sacri equilibri politici. O le campagne elettorali. Twitter@giorgiomeletti


L'EX ASSESSORE

«La colpa principale è del governo» Cerri: «Ha l'ansia dei fare, il progetto d'integrazione può attendere» un po' di contributi pubblici si potranno erogare per aiutare, finalmente, a costruire una pista che, altrimenti, sarebbe oggettivamente difficile da realizzare, proprio per le difficoltà tecniche e per la rilevanza dell'investimento».

PISA

Il nodo principale è quello della nuova pista di Peretola non superiore ai 2000 metri. E soprattutto che questa previsione sia inserita in tutti i piani, da Adf in avanti. «Se vogliamo ritrovare il senso dell'equilibrio, la Regione deve scrivere nei suoi atti parole chiare e definitive. Chiunque cambi obiettivi o voglia realizzare interventi diversi da quelli previsti nella programmazione regionale, a partire dalla variante al Pit adottata, sarà contrastato fino in fondo», scrive l'ex assessore comunale Fabrizio Cerri. «Se la Regione ritrova questa strada diritta e percorribile credo che si possa condividere la giusta soluzione - aggiunge -. Ora però fermiamoci e calmiamo i bollenti ardori di chi ha ribaltato il tavolo. Il pro-

Fabrizio Cerri

getto dell'integrazione può attendere il tempo necessario a ritrovare la solidità perduta». Secondo Cerri «sbaglieremmo se pensassimo che la colpa principale sia della Regione. Si deve dire che il governo, che si presenta con l'ansia del fare, ha lasciato intendere che, cogliendo l'occasione del G8 a Firenze,

E la Regione, «che fino a poche settimane fa era il guardiano più intransigente di quell'accordo, è sembrata vacillare, fino a dare il senso dello sbandamento con le tre delibere per la vendita - conclude Cerri -. Deve rivendicare di più il suo ruolo forte nella programmazione territoriale e, per questo, deve chiedere di correggere le previsioni difformi di Adf chiamando governo ed Enac a pronunciarsi definitivamente sul progetto d'integrazione degli aeroporti toscani». 01R PRODUZIONE R SPRVATA

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«Pronti a ricorrere alle vie legali» LA NUOVA pista di Peretola, il "Galilei " e i diversi interessi in gioco. Un trittico che anima non solo i protagonisti della scena politica, ma anche i cittadini sempre più spettatori di uno scenario dal finale incerto. La difesa del Galilei è, comunque, vigorosa così come l'opposizione alla privatizzaz i o n e dell'azionariato Sat. Il Ctp4, nel cui territorio ricade il "Galilei", parteciperà alla manifestazione di oggi alle 17 in Banchi ed «esprime piena solidarietà al sindaco di Pisa e all'intero consiglio comunale per l'attività fino ad ora svolta per la protezione dell'aeroporto». Lo stesso ctp4, poi, insiste sul mantenimento della maggioranza pubblica delle azioni della società che gestisce l'aerostazione. «Chiediamo all'amministrazione che vengano adottate tutte le iniziative, anche legali, per tutelare l'attuale maggioranza pubblica delle azioni Sat, onde evitarne la svendita».


ANTONIO MAZZEO (PD)

«Confermate le previsioni del Pit» I democratici convocano la segreteria regionale e le federazioni i PISA

Il consiglio regionale sulla vendita delle azioni Sat è stato dunque convocato. Saranno giorni intensi nelle sedi del Pd per capire se il governatore Rossi ha i numeri nell'assemblea toscana per l'approvazione della delibera. «Il partito a livello regionale sta lavorando per trovare una mediazione tra i soggetti coinvolti a partire da una condizione imprescindibile: il mantenimento delle previsioni urbanistiche contenute nel Pit così come è stato adottato», dice Antonio Mazzeo, responsabile organizzativo del Pd toscano. «Su questo tema - aggiunge - ci sarà sabato (oggi) una riunione della segreteria regionale con i segretari delle federazioni del partito. Ci confronteremo, discuteremo e alla fine decideremo la proposta

Antonio Mazzeo

da sottoporre alla direzione regionale del Pd. Ora l'obiettivo del Pd è ragionare sui prossimi 10 anni e su come garantire lo sviluppo di entrambi gli aeroporti per centrare le previsioni degli 11 milioni di passeggeri annui del sistema toscano. Mazzeo ha commentato anche le recenti dichiarazioni di Renzi sulla vicen-

da: «Matteo non ha voluto schierarsi a favore di Firenze e contro Pisa: ha semplicemente detto di essere d'accordo con la Regione in base a quello che è stato scritto nel Pit. Né più, né meno». Intanto i consiglieri regionali Mauro Romanelli (gruppo misto in quota Sei) e Monica Sgherri (capogruppo Fds-Verdi ed esponente del Prc) hanno depositato un'interrogazione urgente al presidente Rossi per chiedergli «se è a conoscenza del parere legale in merito ai 120 milioni di euro pubblici e quale sia la sua valutazione. Risulta da questo parere cquisito dai soci pubblici di Sat che i 120 milioni di euro pubblici per l'ampliamento dell'aeroporto di Firenze potrebbero non essere erogabili in quanto aiuti di Stato in contrasto con le norme Ue». ORIPRODDZIOI E R6ER`✓AiA

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SE GUERRA SITRASFORMA IN SC O di GIANFRANCO BORRELLI o spirito della Toscana è servito. Se si evoca il campanilismo nella cosiddetta guerra degli aeroporti tra Pisa e Firenze tutto sembra tornare. CONTINUAAPAGINA I9


SEGUE DALLA PRIMA

Se la guerra si trasforma in scandalo Da Guelfi e Ghibellini in poi i "toscanacci" sono da sempre animati da una rivalità accesa, istintiva, identitaria quasi, anche se riferita a ambiti di città, paese e talvolta paesini (si va da Pisa verso Livorno a Montelupo verso Capraia), che in epoca di globalizzazione è, come minimo, energia sprecata. Eppure è così. Ma nella guerra degli aeroporti non è certo il campanilismo "di pancia" a creare tensioni tra Pisa e Firenze e ora tra Pisa e governatore Rossi. C'è invece, ed è bene chiarirlo, un campanilismo "di tasca" che affonda le sue ragioni nell'impatto economico che si produce sul territorio. Del resto, uno studio giapponese, riportato anche da Unioncamere nel suo rapporto 2014 sulle strategie degli aeroporti, sostiene esserci una relazione diretta tra la crescita di passeggeri dell'aeroporto e il Pil dell'area su cui insiste. E quindi la volontà di Peretola di crescere, magari a scapito del Galilei, si giustifica così molto più concretamente che non ricorrendo alla emozionale affermazione "Firenze non può avere l'aeroporto più piccolo di Pisa" che, questa sì campanilistica, viene attribuita a un giovanissimo Renzi, allora presidente della Provincia gigliata. Inquadrata in questo modo, però, la vicenda non tiene conto di alcune importanti tessere dello scacchiere. E cioè, che il territorio di cui si parla e che dovrebbe ricavarne benefici è la Toscana nel suo complesso (e non due aree l'un contro l'altra schierate), che a fronte di azionariato pubblico dal peso diverso nelle due società, c'è un unico privato che punta al controllo o alla maggioranza assoluta di entrambi gli scali fondendo le società. Da tempo ormai si discute di sistema aeroportuale toscano, anche se diversi sono i processi auspicati per arrivarci. La presenza del privato, ad esempio per Rossi e non

solo, appare come la garanzia per ottenere un'integrazione capace di competere a livello internazionale su rotte e vettori, visto che l'impegno nella gestione non potrà che essere proteso verso lo sviluppo di entrambi gli scali con l'obiettivo di accrescere la redditività dell'impresa. Questa constatazione, inoppugnabile nella sua logica, ha un punto debole. Per il sistema aeroportuale toscano con un certo ottimismo si prevede nei prossimi 10-15 anni una crescita globale da circa 6,5 a 11,5 milioni di passeggeri. E l'obiettivo di una tale crescita ha motivato Corporation America a investire in Adf e Sat. Attualmente a Pisa transitano 4,5 milioni di passeggeri, a Firenze poco meno di due, e restando così gli scali - il primo internazionale e hub low cost, il secondo city airport- si prevede che Pisa potrebbe salire a 7,5 milioni di passeggeri e Firenze a 4. Ma nessuno impedisce che si cambino i fattori lasciando invariata la somma, da un lato soddisfacendo comunque gli obiettivi del socio privato, ma sottraendo passeggeri e comunque possibilità di sviluppo a Pisa a favore di Firenze. E questo, per le istituzioni pisane e della costa, è la sciagura che si vuol evitare. E lo studio di Kpmg, finora secretato, e che Il Tirreno oggi rende pubblico, chiaramente dà gambe a tutte queste preoccupazioni. Da qui l'intenzione dell'aeroporto di Firenze di acquisire le caratteristiche di aeroporto internazionale per attrarre più rotte e più vettori di quanti ne può ora. Insomma, la famosa pista dei 2.400 metri che desiderata dall'allora presidente della Provincia di Firenze e ora premier Matteo Renzi, dal sottosegretario fiorentino alle infrastrutture Nencini, dal sindaco in pectore di Firenze Nardella, dall'insieme del mondo politico ed economico fiorentino, produrrebbe uno sviluppo dello scalo di Peretola per accrescere l'impatto economico

sull'area. Ma, a parte le aspirazioni di Firenze, Pisa e del privato, c'è un altro attore in questa guerra degli aeroporti che rischia solo di perderci. E l'interesse pubblico. Come la stessaAdf ammette per realizzare la nuova pista e le infrastrutture di complemento, è necessario un investimento pubblico di almeno 120 milioni di euro. Ma, mentre l'esborso non sembra trovare opposizione dalle parti di Palazzo Chigi, indubbiamente si tratterebbe di uno spreco di fondi pubblici. Avendo una visuale più alta che non siano Firenze o Pisa, ma tutta la Toscana o tutta l'Italia, che senso avrebbe spendere tanti soldi pubblici per adeguare e creare un aeroporto fotocopia (oltretutto di privati) a 80 chilometri di distanza? Ecco perché una materia tanto delicata merita una discussione seria dentro le istituzioni. A cominciare dal consiglio regionale, dove però la maggioranza di centrosinistra rischia di saltare. E ieri sera, all'improvviso, ha preso corpo l'ipotesi, sulla base di un parere dell'ufficio legale della Regione, che la materia sia di competenza della giunta. Cambiando le carte in tavola rispetto al percorso indicato fino ad oggi. A voler essere buoni sarebbe l'ennesimo pasticcio della burocrazia regionale - che già aveva cercato di nascondere i dissensi interni alla giunta con clamorosi errori sulle presenze degli assessori al momento di votare la vendita delle azioni Sat-ma è evidente che tutto questo finisce per assumere un altro valore. Per essere un modo per arrivare comunque all'obbiettivo, scongiurando crisi politiche. Ma smarrendo davvero la consapevolezza che la Toscana più che dentro una "guerra" campanilistica degli aeroporti sta scivolando verso uno "scandalo" dell'uso dei fondi pubblici per gli aeroporti.

Gianfranco Borrelll


ECCO Chi sono i soci dei due scali toscani Ricordiamo quali sono , ad oggi , i soci dei due aeroporti toscani. In entrambi , già ora il maggiore azionista singolo è la multinazionale del magnate armeno argentino Eduardo Eurnekian. }__ _ GALI LEI. Questo l 'azionariato della Sat, società a maggioranza pubblica. Corporaciòn America Italia srl (ma il dichiarante ovvero soggetto posto al vertice della catena parteci pativa, si specifica, è Southern Cone Foundation ) attualmente detiene il 27 ,39%; punta ad acquisire la maggioranza con il 2% delle quote di Adf (Aeroporto di Firenze spa), rastrellando una parte di quote di flottante sul mercato e, soprattutto erodendo la maggioranza pubblica oggi detenuta dal patto parasociale di cui fanno parte : Regione Toscana 16,90%, Provincia di Pisa 9 , 27%, Fondazione Pisa 8 , 62%, Comune di Pisa 8,45%, Camera di Commercio di Pisa 7,87%, Provincia di Livorno 2 ,37%. Eurnekian punta ad

acquire il 16,90% della Regione Toscana. Inoltre, il 17,13% è in mano asoci che non hanno più del 2% ciascuno.

AEROPORTO DI FIRENZE . Per quanto riguarda invece la societàAdf, Aeroporto di Firenze: Cedicor Corporaciòn America detiene il 33,40% ; Ente Cassa di Risparmio di Firenze 17,50%; Camera di Commercio di Firenze 15,46%; Sogim Spa 12,31%, Camera di Commercio di Prato 5,11%; Regione Toscana 5%, Comune di Firenze 2,18%, mercato 9,04%. In questo caso, la società del magnate argentino non più sarebbe intenzionato ad acquisire quote di Adf, ma a creare un patto di co-governance attraverso un'alleanza con la Sogim del l'imprenditore di Panerai e, soprattutto, con le Camere di commercio di Prato e Firenze. La Regione non venderà le proprie quote a Eurnekian per l'obbligo di mantenere almeno al 20% l'azionariato pubblico.


Chì cede azioni pubblìche

gai paga i da-iuù (35 ífioiu II Cal avverte: i consiglieri regionali che violino il divieto devono risponderne Rossi insiste: c' bisogno di una società unica per il rilancio degli aeroporti 1 FIRENZE

Vendi le azioni dell'aeroporto di Pisa e ti ritrovi a pagare i danni. Per milioni di euro. Probabilmente 35 milioni. Mai, come questa volta, il Consiglio delle autonomie locali (Cal) è chiaro nel parere su una delibera per il parlamento toscano: i consiglieri regionali che autorizzeranno la giunta a cedere la quota del Galilei potrebbero essere chiamati a rispondere "in solido" (con il proprio patrimonio) dalla Corte dei Conti. Per danno erariale. Forse è anche per questo che la Regione, all'improvviso annuncia che questa delibera verrà approvata in giunta. Non in consiglio. Dove il governatore Rossi non ha i numeri per far passare l'operazione. Che Cal contesta con motivazioni tecniche. Le questioni sollevate dal Consiglio di sindaci, presidenti di province, di consigli comunali e Unioni di Comuni, rimandano al patto parasociale che lega i soci pubblici dell'aeroporto di Pisa, Regione compresa (con il suo 16,90%), e il Testo unico della Finanza, riferimento anche per le offerte pubbliche di acquisto di azioni. Come le Opa lanciate, in contemporanea, il 4 marzo da Corporaciòn America. Offerta obbligatoria per l'aeroporto di Firenze dove detiene oltre il 30%; offerta volontaria per Sat dove ha solo il 27,39%. Quella, secondo i piani originali della Regione, la sua quota doveva restare: un privato che assorbe le azioni di imprenditori usciti da una società a maggioranza pubblica, con la scomparsa dei capifamiglia pionieri. Invece, l'interesse per Pisa si fa più forte. Non per potenziare il Galilei, denuncia il Cal, presieduto dal sindaco di Pisa, Marco Filippeschi - ma per spianare la strada al potenzia-

mento di Firenze con soldi pubblici. Ma la scalata sarebbe irta di ostacoli. Elencati nel patto parasociale rinnovato il 23 luglio 2013, lo stesso giorno in cui il consiglio regionale adotta la variante urbanistica per la nuova pista dell'aeroporto di Firenze con due prescrizioni: lunghezza a 2000 metri; tutti i lavori a carico di Adf. Il patto, sottoscritto anche da Provincia, Comune e Camera di commercio di Firenze, chiarisce che: le azioni dei soci pubblici sono «inalienabili» a meno che la vendita non sia imposta «da una norma imperativa di legge» o «sia effettuata dai soci sottoscrittori per dare esecuzione agli impegni finalizzati all'aggregazione aeroportuale». Se non si verificano questi casi, all'azionista che viola il divieto di vendita (in questo caso la Regione, con chi vota) viene applicata una penale: il 25% del valore complessivo della società (oggi 140 milioni) «fatto salvo il danno erariale per gli enti pubblici» aggiunge lo studio Norton Rose Fulbright. Già il 17 aprile lo studio comunica a Sat che «le azioni sono inalienabili fino alla scadenza del patto parasociale (26 luglio 2016). E nell'ipotesi in cui uno dei soci sottoscrittori volesse comunque procede-

re all'alienazione aderendo all'Opa dovrebbe sostenere il pagamento della penale». A meno che gli altri soci non lo autorizzassero, per iscritto. Gli altri soci pubblici hanno già escluso la possibilità. Ma Rossi non sembra preoccupato. E va avanti: «C'è bisogno dice - di una società unica che rilanci i due aeroporti. Ora abbiamo la possibilità di farla con un investimento privato di oltre 100 milioni. Non siamo davanti a millantatori ma alla prima società privata a livello mondiale nella gestione degli aeroporti». Il Cal, però, ribadisce che la delibera di vendita delle azioni è da respingere: non dà conto delle «contraddizioni fra le previsioni dell'Opa, del Pit, dello studio di Kpmg sull'aggregazione aeroportuale. Né motiva la scelta della Regione di restare in Adf e uscire da Sat. Una contraddizione rilevata dal centrodestra che, però, spinge per l'adesione all'Opa di Pisa. A patto che a vendere le azioni sia la giunta regionale. Al consiglio spetta, invece, di cambiare il Pit. E di inserire una pista di 2400 metri per Firenze. Unico modo - dice il centrodestra - per creare un polo toscano «competitivo in Italia». L'epilogo è dietro l'angolo: il 3 giugno, scadono le due Opa. La Regione deve decidere prima.

Ilaria Bonuccelll

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Passeggeri all'aeroporto Galilei di Pisa


IL CO L PO

I SCENA: VETO SUREGIONALE

«La vendita delle quote Sat e compete / PISA

«La vendita delle quote Sat non è competenza del consiglio regionale, ma della giunta». Un colpo di scena dopo l'altro nel caso aeroporti. Alle resistenze e alle proteste di Pisa rispondono una serie di mosse sull'asse Firenze-Buenos Aires. Primo passo quello di CorporaciònAmerica, che ha alzato da 13,15 a 14,22 euro l'offerta per azione Sat. Poi, mentre già infuriavano le polemiche sul consiglio regionale urgente convocato per mercoledì prossimo - in cui sostanzialmente il governatore Enrico Rossi avrebbe chiesto il via libera alla

cessione delle azioni (16,90%) a Corporaciòn - ecco il parere dell'ufficio legislativo, su richiesta del consiglio regionale: un giudizio che sposta di nuovo l'ago della bilancia. E tutto torna, o almeno sembra tornare, nelle mani di Rossi. I legali, in pratica, affermano che decide la giunta trattandosi di una «dismissione di quote della Regione in società partecipate di cui non è detenuta la maggioranza o il controllo completo». L'unico passaggio prima della decisione di giunta deve essere il parere della commissione consiliare competente in materia. Inoltre gli uffici legislativi stoppano an-

Da sinistra il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e il governatore Enrico Rossi

che l'eventuale dismissione totale delle azioni perché in contrasto con «il Priim (il Piano regionale per la mobilità) che prevede il mantenimento delle partecipazioni regionali nelle società aeroportuali (quindi anche Sat)». Cessione sì, dunque, ma una percentuale di azioni dovrà comunque restare alla Regione. Tutto questo accentuale polemiche di Pisa verso Firenze. In Comune bocche cucite ma il colpo è arrivato. Si parla comunque di «enormità politica per una scelta elusiva del consiglio regionale», di «problemi politici molto seri». E, sul merito, si ribatte che la Regione nella Sat «ha in re-

della giunta» altà una maggioranza del capitale essendo legata in un patto parasociale». Intanto i sindacati, che lunedì incontreranno Rossi, ieri hanno annunciato l'invio al governatore di 10mila cartoline con la scritta "Non atterrate lo sviluppo", mentre è confermato lo stato di agitazione dei dipendenti Sat. A mezzogiorno di oggi il sindaco Marco Filippeschi, con i presidenti delle associazioni di categoria dell'area vasta costiera, esporrà uno striscione sotto la Torre con la scritta "Giù le mani dal Galilei". Nel pomeriggio, davanti al palazzo del Comune, presidio di protesta.


Cosi Pisa perderà passegge Aeroporti, lo studio secretato d alla Regione sull'unione con Firenze Basta la pista di Peretola a duemila metri e Pisa perderà un milione di passeggeri l'anno. P uno dei punti cruciali dello studio di Kpmg, sull'integrazione degli aeroporti di Pisa e Firenze, commissionato e poi secretato dalla

Regione e che Il Tirreno è in grado di raccontare. E così emerge che se già sarebbe un sacrificio per Pisa vedere crescere a 2.000 metri la pista di Firenze, figuriamoci quali effetti ne avrebbe una di 2.400. Intanto anche ieri è

stata una giornata "calda" conclusa col parere dell'ufficio legale della Regione secondo il quale la giunta potrebbe decidere di vendere le quote della Sat di Pisa senzal'ok del Consiglio.

Tra le iniziative in difesa del "Galilea" anche quella di un gruppo di podisti

BONUCCELLI ALLE PAGINE 10 E 11

pisani

Se Firenze si allunga ruba passeggeri a Pisa


' enze si e Se Fw 40 ruba p asseggeri Pisa In esclusiva lo studio Kpmg: basta una pista di 2mila metri a r t la rc " il lil i perda un milione di viaggiatori. E f propone 2400 metri... dl Ilaria Bonuccelli / PISA Per costruire il quarto polo aeroportuale nazionale, la holding con Firenze poteva essere una scelta giusta. Malgrado lo studio indipendente dell'advisor Kpmg rivelasse che con la pista a 2000 metri, finanziata con 100 milioni pubblici, Firenze avrebbe portato via 1 milione di passeggeri a Pisa. In tempi lunghi, però; comunque un trend di crescita. E soprattutto con la tutela di una gestione a prevalente capitale pubblico, la holding appunto. Oggi che la maggioranza dei due aeroporti e quindi della holding rischia di finire in mano a un gruppo privato - Corporaciòn America - con il contributo determinante della Regione Toscana, Pisa non ci sta più. Lo studio di Kpmg, commissionato da tutti gli enti interessati alla creazione del polo aeroportuale toscano, ma fino ad oggi rimasto segreto - e che Il Tirreno presenta in anteprima - spiega le ragioni della protesta pisana. I SEGRETI SVELATI. In primo luogo l'analisi rivela che il progetto per realizzare la nuova pista di Firenze sta in piedi solo se si spendono 100-120 milioni di fondi pubblici e se "Peretola" «cannibalizza» entro il 2024 un milione di passeggeri dal "Galilei". Non solo. Lo studio dimostra che l'aeroporto di Pisa sul mercato azionario vale di più di quello fiorentino: il concambio corretto sarebbe di 1,3. Una cifra che male si concilia con l'Opa (of-

ferta pubblica di acquisto) lanciata da Corporacion America per Pisa a un prezzo bassissimo. A marzo, infatti, il tycoon armeno argentino Eduardo Eunerkian, socio di minoranza di Sat (la società dell'aeroporto Galilei) propone di acquistare il 72% delle azioni che gli mancano per avere in mano lo scalo. E propone un prezzo di 30 centesimi ad azione più basso di quello offerto - lo stesso giorno - per le azioni dell'aeroporto di Firenze. Un prezzo così basso che vari analisti definiscono «incongruo». Eppure la Regione accetta e decide di cedere il proprio 17% del Galilei, contro il parere degli altri enti pubblici (riuniti in un patto parasociale) che detengono la maggioranza. Pisa prova a contrastare l'operazione che, o in giunta o in consiglio, si dovrebbe definire entro mercoledì. Con una scelta che la costa giudica utile solo a favorire Firenze. Infatti, il nuovo piano di Adf, la società dell'aeroporto fiorentino, prevede una pista da 2400 metri. Si tratta di un'opera che il governo sostiene e che non è più invisa alla Regione, dopo le barricate dell'estate e dell'autunno scorso. Nel Pit - il piano di indirizzo territoriale - la Regione, infatti si è battuta per avere a Firenze una pista di soldi 2000 metri. Ora la sua posizione si è ammorbidita, ma con una pista da 2.400 metri Firenze sarà «concorrenziale con Pisa» anche sui vettori low cost. Grazie a interventi realizzati con 120 milioni di finanziamento pubblico. Insomma a Firenze lo Stato investe e il privato incassa.

PISTA PRIVATA, SOLDI PUBBLICI. Qui sta appunto il nodo. Gli investimenti pubblici. Le cifre variano a seconda che si consideri lo studio Kpgm o il master plan di Adf, ma il concetto è identico. Secondo Kpgm, fra il 2014 e il 2018 sono necessari circa 200 milioni di investimenti per «la realizzazione della nuova pista (da 2000 metri) e l'adeguamento dei relativi sottosistemi». Circa il 50% «sono finanziati da contributi pubblici»: 104 milioni. Nel masterplan di Adf, che considera la possibilità la pista a 2400 metri come «la lunghezza ideale», si fa riferimento a un investimento complessivo fra i 245 e i 258 milioni di euro. E si ribadisce che «l'esborso di capitale dei privati investitori è al netto di una quota di contributi pubblici non inferiore a complessivi 120 milioni di euro». Come siano finanziati questi 120 milioni (o 104 restando allo studio Kpgm) non è indicato. Ma è evidente che tutti immaginano un finanziamento statale straordinario, con una legge speciale per «grandi opere» o «grandi eventi». E l'occasione è già evidente: il G8 che Renzi vuole organizzare nel 2017 a Firenze. In fondo, si dice da Firenze, se sono stati trovati 115 milioni per il porto di Piombino, se ne potranno trovare 100 anche per l'aeroporto di Firenze. Anche se le situazioni sono diverse: da una parte il comparto dell'acciaio che scompare, dall'altro un business con soldi pubblici che produce profitti privati. VEVAO PAGARE I PRIVATI. Insomma, la strada per far arrivare i fondi pubblici sembra già individuata lungo l'asse fiorentino tra il capoluogo e palazzo Chigi, con una fermata all'

Enac, che da ottobre insiste sulla necessità di garantire a Firenze la pista di 2.400 metri. In base al Pit, (che stabilisce lo sviluppo urbanistico della regione), però, tutti gli interventi legati alla realizzazione della nuova pista devono essere a carico dei privati. Il finanziamento pubblico, si dovrà indicare in sede di approvazione definitiva del piano. Al momento la variante al Pit - modificato proprio per fare spazio alla nuova pista - è solo adottata. Se il consiglio regionale non ci rimetterà mano, la pista resterà a 2000 metri e dovranno pagarla i privati. Ma la legislazione speciale potrebbe far saltare questi vincoli e annullare il potere di programmazione urbanistica della Regione. Oltretutto con la Regione fuori da Sat e la maggioranza del Galilei in mano ai pri vati, l'operazione sarebbe ancora più in discesa. Per provare almeno a mettere una zeppa e inserirsi nel procedimento di approvazione del Pit il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha già convocato una conferenza dei servizi il 5 giugno. AIUTI DI STATO E VIOLAZIONE


DELLA CONCORRENZA. Di sicuro far piovere 100 milioni di fondi pubblici sull'aeroporto di Firenze potrebbe provocare l'intervento dell'Unione Europea. E se per caso, la vicenda sfuggisse a Bruxelles, da Pisa non perderebbero l'opportunità di fargli elo sapere. La Regione è avvisata. Il 28 aprile i tecnici che rappresentano la costa e la Sat nel gruppo di lavoro per la costituzione della holding aeroportuale hanno inviato una lettera al capo di gabinetto di Rossi e al direttore generale della Regione per annunciare che alla prossima riunione del comitato porteranno la memoria dello studio legale Gianni Origoni and Partners sull'argomento. E ricorderanno che l'Unione Europea il 4 aprile ha approvato gli "Orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree". Non esaminare gli

effetti che un simile finanziamento potrebbe avere - fanno presente da Pisa - significherebbe rischiare un'infrazione da parte dell'Unione. Con relativi danni economici. IONI AL RIBASSO. Alcuni danni potrebbero essete contestati per l'Opa e i prezzi delle azioni. Lo studio di Kpmg conferma che si è giocato al ribasso sui numeri. Pisa al concambio vale 1,3 volte Firenze, anche se si scopre solo a maggio. E nonostante l'opposizione dei soci privati di Adf: «Questi dati non si rivelano, possono turbare l'Opa». Ma non è il contrario? I mercati non hanno bisogno di trasparenza? Infatti, che qualche cosa non tornava sui valori lo aveva già rilevato Moores Rowland Bompiani che, per conto del Comune di Pisa, aveva messo a confronto i dati di Adf e Sat. Il parere era

stato chiaro: pare che «l'offerente (Corporaciòn America) nel lanciare le due Opa abbia sopravvalutato Firenze rispetto a Pisa». E per chiarire meglio in concetto, l'advisor aggiunge: usando gli stessi parametri di valutazione per Firenze, le azioni di Pisa dovevano essere valutare 18,49 euro l'una. E non 13,15 euro. Perciò anche il rilancio di giovedì a 14,22 - per superare il prezzo fissato per Firenze - non annulla il gap evidenziato dai vari analisti (compreso Luca Bacoccoli di Imi San Paolo ). Tutti, infatti, hanno invitato a non vendere a un prezzo «incongruo». I soci pubblici di Sat hanno accolto la raccomandazione. Il cda ha votato contro la vendita. E ha invitato la Regione a fare altrettanto. La Regione, però, è intenzionata ad andare avanti. Anche rompendo il patto di maggioranza. Anche andando incon-

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TO V"PUCCI I la lunghezza ottimale della pista di volo indicata nel progetto della società Adf

il costo previsto per la costruzione della nuova pista dell'aeroporto di Firenze se lunga 2.400 metri

investimento per costruzione e manutenzione nuova pista se lunga 2.000 metri

quota minima di contributi pubblici previsti per la realizzazione della nuova pista di volo

di passeggeri previsti entro il 2029 con la pista di 2.400 metri; i passeggeri scenderebbero a 4, 3 milioni con la pista a 2.000 metri

tro a una guerra legale e a una probabile penale milionaria. A FIRENZE NON COMPRO. Corporaciòn America sembra invece aver fermato la corsa all' acquisto delle azioni di Firenze. Eurnekian , che pure ha lan ciato l'Opa obbligatoria per Adf, sembra pronto a fermarsi dopo aver siglato un patto con la Sogim di Panerai che di fatto gli dà già la maggioranza. E farà un accordo di co-governance con gli altri soci: in particolare i contatti sono con la Camera di commercio di Prato. Si tratta dell'accordo respinto con gli enti locali di Pisa: per il "Galilei" Eurnekian proverà a ottenere il 50,1% grazie alle quote della Regione e quelle "flottanti" sul mercato anche se ora, con il rilancio di giovedì, gli costeranno di più di quelle fiorentine. ©RIPRODUZIONE RISERVATA


il valore attribuito alle azioni di Sat nell'offerta pubblica di acquisto volontatia totalitaria lanciata da Corporaciòn America i14 marzo 2014

il rilancio spille azioni dl Sai annunciato il 22 magio 2014 da Corporaciòn America. II prezzo iniziale dell'Opa

era stato definito "incongruo" da analisti e advisor

LL CIF RE

D

EI

L-

investimento totale per la nuova pista da 2000 metri dell'aeroporto di Firenze

contributi pubblici per la costruzione della nuova pista dell'aeroporto di Firenze

valore di concambio Sat (aeroporto Galilei) e Adf (aeroporto Firenze)

proiezione crescita volume passeggeri aeroporto di Pisa dal 2019 al 2024

proiezione crescita volume passeggeri aeroporto di Firenze dal 2019 al 2024 (il 2019 è l'anno previsto per l'inaugurazione della nuova pista)

il .-iure attribuito alle azioni di Adf nell'offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria lanciata da Corporaciòn America il 4 marzo 2014


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